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"Stop the violence": azioni preventive sull'abuso di alcol o droga, episodi di bullismo o cyberbullismo
Gli adolescenti di Francia, Spagna, Belgio e Italia hanno un buon rapporto con gli adulti, genitori e insegnanti ma non si fidano del tutto, quando si trovano nei guai preferiscono chiedere aiuto agli amici o a generici centri o servizi specialistici. Secondo Lorena Sassi, responsabile area Relazioni Internazionali Cefal e coordinatrice Povel, i giovani hanno dei "grandi" una percezione debole in termini relazionali e non li vedono come punto di appoggio sicuro nelle situazioni di difficoltà come quelle che si possono creare a causa dell'abuso di alcool o droga oppure di episodi di bullismo o cyber-bullismo. L'Isre, Istituto superiore di Ricerca Educativa, ha evidenziato con i risultati dei questionari che fra le possibili fonti di aiuto vengono raramente citati i genitori e mai gli insegnanti. A far emergere il dato è "Stop the violence", l'indagine di Povel, acronimo di "Prevention of Violence through Education to Legality" (Prevenzione della Violenza attraverso l'Educazione alla Legalità), progetto transnazionale finanziato dalla commissione europea- Dg Giustizia, Libertà e Sicurezza nell'ambito del programma Daphne III. L'obiettivo di Povel è quello di promuovere stili di vita sani e azioni preventive sull'uso degli alcolici e della droga, nonchè sulla violenza tra pari e quella connessa alle nuove tecnologie. Il target group della ricerca sono gli adolescenti, di cui 695 giovani coinvolti nella fase di ricerca, 239 hanno partecipato anche ad una successiva fase di approfondimento qualitativo e circa 370 giovani coinvolti nella fase di sperimentazione dei kit di apprendimento. I 695 giovani europei hanno in media tra i 16 e i 17 anni, di questi 51 sono spagnoli, 120 belgi, 100 francesi e 425 italiani. Gli obiettivi del progetto sono: l'aumento della conoscenza e della comprensione dei fenomeni di violenza verso i giovani; il rafforzamento della capacità di fronteggiare la violenza verso i teenagers attraverso la creazione e implementazione di kit di apprendimento e strumenti per l'educazione alla legalità; la sensibilizzazione sulla necessità di misure di educazione alla legalità da diffondere nei centri e nelle scuole di formazione professionale; la sperimentazione dei kit e strumenti educativi; la
revisione critica e consolidamento delle lezioni apprese; la comunicazione e disseminazione dei risultati. "La pressione del gruppo - osserva la coordinatrice di Povel dalle dichiarazioni rilasciate dai giovani per la ricerca- è un elemento ricorrente tra i fattori di rischio per i fenomeni di bullismo o di imitazione di comportamenti scorretti. Le motivazioni che li muovono al consumo sono ben legate al gruppo e allo stare bene con gli altri, al divertimento, alla necessità di acquisire più coraggio e di essere brillanti nelle situazioni di gruppo". Lorena Sassi per quanto riguarda il cyberbullismo, dice: "Più si naviga sul web, più si assiste al propagarsi di nuove forme di violenza tra pari. È preoccupante però che il dato che le prepotenze on line tendono ad essere sottovalutate dagli adolescenti. Ad un utilizzo del web più intenso non corrisponde un'altrettanto adeguata educazione sulle cosiddette nuove tecnologie". "Se ne deduce - conclude la responsabile area Relazioni Internazionali Cefal e coordinatrice Povelche i ragazzi accostano il web e i social network come luogo virtuale di socializzazione, sottovalutandone però i rischi ed esponendosi ad esperienze non solo spiacevoli, ma anche molto pericolose. In conclusione, riflettendo sugli spazi di possibile ulteriore intervento, si può sottolineare come nei contesti formativi ed educativi sia necessario lavorare con i giovani alla promozione dell'intelligenza emotiva quale capacità fondamentale per gestire le relazioni interpersonali e governare il proprio percorso di sviluppo personale. Anche il tema del benessere può essere assunto, nei contesti educativi e formativi, come contenuto trasversale da utilizzare per consolidare nei giovani la consapevolezza della salute come bene prezioso da salvaguardare e da proteggere con adeguati comportamenti personali". 13 Dicembre 2012