Festa della Mamma

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IL DECALOGO DELLA MADRE 1. Sii buona e avrai il cuore dei tuoi figli. Nessuno dà quello che non ha e il vaso pieno lascia tra­boccare quello che contiene. 2. Prega il Signore e a lui consacra ogni giorno le tue creature. Dio ascolta sempre le preghiere e le lacrime di una mamma. 3. Abituati a prevenire il fallo anziché reprimerlo dopo che fu commesso. Il castigo è una medicina amara che bisogna usare con molta cautela. 4. Non ti pesi mai il dovere della sorveglianza e del sacrificio. La prova dell'amore non sì dà con le chiacchiere ma con le opere. 5. Imponi la tua volontà solo quando la persuasione non basta. Si prendono più mosche con una goccia di miele che con un barile di aceto. 6. Pensa sempre che il tuo amore materno può essere salute o rovina; salute se accompagnato dall'uso del­la ragione; rovina se solo impulso del cuore. Sovente dove vola il cuore, striscia la ragione. 7. Educa i tuoi figli, assecondando le loro inclinazioni buone e correggendo le cattive. Nel cuore di ogni uomo vi sono tendenze capaci di farne un santo o un brigante. 8. Non dimenticare che i figli hanno diritto a due cate­gorie di beni: quelli dello spirito e quelli del corpo. Anteponi sempre quelli a questi. Consiglia i tuoi figli nella scelta dello stato, ma rispetta la loro libertà. 9. Seguili anche oltre la cerchia della tua casa, vivi per loro tutta la tua vita. La mamma è l'unica persona di cui abbiamo sempre bisogno. 10. L'esempio tuo sia ogni giorno la predica più efficace per i tuoi figli. Dopo questa predica le altre otterranno frut­to, senza di quella ogni altra sarà inutile o quasi. Le parole convincono, ma gli esempi trascinano.


NON C’E’ STIPENDIO PER LA MAMMA! Ci si lamenta dappertutto per­ché le paghe sono basse. Tutti vogliono un aumento. C'è una creatura sola che lavo­ra sempre e non chiede mai la sua busta paga, non può far sciopero e non dice mai, nep­pure a denti stretti: «maledetti questi padroni». Fa la cuoca, la lavandaia, la stiratrice; frega, spazzola, cuce, rammenda, non può nemmeno mangiare in - pace; ti serve a tavola come una cameriera, è l'ultima a sedersi, la prima a levarsi al mattino e, alla sera, spegne le luci e lascia un bacio sulla fronte di tutti, quando la casa è già tranquillamente sepolta nel sonno. È la madre. Il sacrificio la incorona di un'aureola d'argento a mano a mano che gli anni le chiedono lavoro. Ed ella dà sempre. L'ultimo pensiero suo sarà ancora, non per lei che parte, ma per quel­li che rimangono. Pare un miracolo; ma è come il fiorire dei giardini: nessuno più se ne meraviglia. L'umanità è abituata a questo prodigio.


Grazie per il dono della vita, Grazie per la tua sofferenza nascosta e per il tuo sorriso.

Grazie per la cura che ti prendi di far della nostra abitazione una casa; di creare nel nostro soggiorno qualcosa di piÚ di una bella stanza: un luogo dove la mia mente può correre libera e riposarsi e sentirsi a suo agio...


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