Orto come pretesto per l’integrazione sociale Carmelo Leotta, Orti Urbani Garbatella
VISITA DI STUDIO Progetto EU’GO in FRANCIA 5 - 10 novembre 2012
Articolo Testimonianza
Carmelo Leotta, Orti Urbani Garbatella
Orto come pretesto per l’integrazione sociale Intanto complimenti all’organizzazione, tutto il soggiorno è stato ben pianificato e documentato. Mi sono fatto un’idea ben precisa di orto urbano; le realtà incontrate e osservate sono state tante, ma avevano un comun denominatore: LO SCOPO PRIMARIO DELL’ORTO URBANO CONDIVISO NON E’ COLTIVARE PIANTE MA RAPPORTI TRA PERSONE; L’ORTO E’ UN PRETESTO, UN MEZZO PER L’INTEGRAZIONE TRA PERSONE. Il contatto con la terra, a cui in città non si è più abituati, riduce lo stress e favorisce la socialità. Può funzionare per tante situazioni: -
anziani e pensionati, per mantenerli attivi sia fisicamente che mentalmente, e per creare occasioni di scambio sociale; inquilini di un complesso di case popolari, che altrimenti non si incontrerebbero e conoscerebbero mai (anche se abitano nello stesso palazzo); comunità di stranieri e di persone con disagio sociale, per integrarli con la realtà esistente; persone con difficoltà fisiche o psichiche (in questo caso si parla di “ortoterapia”).
Quando mi sono avvicinato agli orti condivisi del mio quartiere avevo già intuito che la produzione di ortaggi non era lo scopo principale, la realtà di Marsiglia lo ha confermato: spesso i singoli lotti di giardini condivisi a Marsiglia sono talmente piccoli (anche solo 10 mq o meno!) che è chiaro che non riuscirai mai a risolvere problemi di alimentazione e/o economici; al massimo riuscirai a raccogliere una buona insalata verde o di pomodori. I centri che abbiamo visitato a Marsiglia hanno tutti un’attività primaria diversa da quella di gestire orti urbani: in genere si tratta di centri culturali, artistici o teatrali, in cui l’orto è un elemento di ulteriore creatività e un mezzo di integrazione sociale. Solo nell’ultima giornata abbiamo visto, a latere della visita presso l’Associazione Artichaut, una realtà di ortisti “tradizionali”, tipo individuale dove ho avuto la sensazione che lo scopo fosse produrre e non condividere. Normalmente gli orti sono accessibili a tutti e questo, contrariamente a molte previsioni, non ha incoraggiato atti di vandalismo e furti: questo dimostra ancora di più che gli orti, soprattutto se aperti e accessibili anche agli “altri”, disinnescano la violenza.
I servizi sociali a Marsiglia Lo Stato in Francia è oggettivamente più attivo che in Italia sui servizi sociali, almeno da quanto visto a Marsiglia. Forse è stato compreso meglio che il settore dei servizi sociali è fondamentale in una società in crisi come la nostra; crisi non solo economica ma anche sociale. L’impressione è stata che i lavoratori impegnati non sono, come purtroppo accade da noi, dei “raccomandati” messi ai servizi sociali non per fornire un servizio ma per garantirsi uno stipendio grazie al politico di turno. Lo Stato ha capito che un assistenza sociale diffusa previene, o quantomeno riduce, il disagio sociale e quindi i costi conseguenti per gestirlo.
VISITA DI STUDIO Progetto EU’GO in FRANCIA 5 - 10 novembre 2012
Articolo Testimonianza
Carmelo Leotta, Orti Urbani Garbatella
Cosa mi porto a casa -
Un enorme bagaglio di esperienze tecniche e organizzative. Quando si parla con altri di orti urbani so molto meglio e in profondità di cosa stiamo parlando. Ed anche appreso le differenti realtà di cinque paesi europei.
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La voglia di introdurre nel mio contesto una serie di spunti sia tecnici ma anche e soprattutto organizzativi. o Tra gli spunti tecnici quello dell’insect house. o Tra quelli organizzativi soprattutto l’apertura della mia comunità di ortisti a Garbatella a quante più persone e realtà possibili.
Grazie per l’opportunità che mi è stata data.
Carmelo Leotta, Novembre 2012
VISITA DI STUDIO Progetto EU’GO in FRANCIA 5 - 10 novembre 2012