Parere Medico grotta del sale

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Relazione HALOTERAPIA Del dott. Giorgio Bartolomucci, Medico specialista, direttore riviste La Pelle, Pelle Beauty e Area Wellness Molte delle grandi scoperte scientifiche sono legate a osservazioni casuali. È il caso della leggendaria mela caduta sulla testa di Isaac Newton che lo portò a formulare l’ipotesi sulla forza di gravità e, ancor di più, della scoperta della penicillina che probabilmente non sarebbe avvenuta se lo scienziato Ian Fleming non si fosse dimenticato di lavare alcune colture batteriche su cui, durante la notte, il fungo si riprodusse. Lo stesso si può dire per gli effetti benefici che, a metà del XIX° secolo il medico polacco Wieliczka notò su un gruppo di minatori con problemi respiratori che lavoravano all’interno di cave naturali di sale. Partendo dalla semplice osservazione che il loro stato di salute era migliore di quello che ci si poteva attendere, egli approfondì lo studio del microclima delle grotte saline dando origine a una ricerca su base scientifica nei riguardi della speleoterapia (trattamento in grotte) e dell’haloterapia (trattamenti a base di sale). Entrambe queste metodologie erano già note dall’antichità e già nel I secolo d.C., Plinio, nel suo Naturalis Historia considerava il sale uno strumento importantissimo nella cultura e tradizione romana attribuendogli diversi benefici nelle malattie respiratorie e per il trattamento di problemi cutanei. L'uso curativo del sale e delle sue cave naturali ha però una storia ancora più remota nel tempo e trova le sue origini oltre che in ambito sanitario, anche nella mitologia e nella religione. I primi uomini, in era neolitica, lo raccoglievano a seguito dell’evaporazione solare dell’acqua di mare e presto appresero a produrlo estraendo dal suolo il salgemma che facevano bollire. Agli inizi, la sua funzione principale fu la protezione dei cibi, in particolare la carne degli animali e il pesce, che erano conservati coperti di sale. Il primo utilizzo a fine religioso avviene nell’antico Egitto nel procedimento della mummificazione, mentre -­‐ come racconta il Nuovo Testamento -­‐ per gli Ebrei il sale era simbolo di saggezza, gioia, eternità e alleanza tra Dio e uomo. Omero lo chiamava "sostanza divina", mentre per Platone il sale era "particolarmente caro agli dei". Fra i Greci, e di seguito nei Templi Romani, s’impiegava il sale durante i sacrifici per il suo forte potere purificatore e, per questo motivo, a una settimana dalla nascita, si passava un pezzetto di sale sulla fronte del neonato per tenerlo protetto da demoni e malattie. Un’usanza che ricorda la cerimonia cristiana del battesimo, durante la quale ancor oggi nella bocca del battezzato si pone un pizzico di sale. Anche il commercio del sale è sempre stato importantissimo, tant’è che strade (via Salaria) e città (Salisburgo) hanno preso il loro nome da questa sostanza mentre, per il controllo della sua produzione e commercializzazione, nei secoli sono state combattute guerre e battaglie. Non è un caso quindi che nel Medioevo il sale marino ottenuto dalla semplice evaporazione dell’acqua di mare, fosse usato come moneta di scambio e ritenuto ancor più prezioso dell’oro. Fra tradizione e scienza


Le prime testimonianze scritte sull’uso del sale a fini curativi raccontano di guarigioni ottenibili nel caso di malattie della pelle, punture d’insetti, ferite aperte ma anche contusioni, distorsioni o rigonfiamenti. Tanti gli aneddoti e le ricette popolari, ma l’inizio di un approccio più moderno ai trattamenti di Haloterapia si manifesta nei Paesi dell’Europa Orientale, in Polonia e in Germania, a partire dalla metà del secolo scorso e, ancora una volta, a seguito di osservazioni casuali. Alla fine delle seconda guerra mondiale, infatti, molti individui che per proteggersi dai pesanti bombardamenti alleati si erano rifugiati nelle cave di sale riferirono ai loro medici di aver trovato miglioramenti nella loro sintomatologia respiratoria. Fu così che la speleoterapia nelle grotte di sale naturali divenne una pratica sempre più comune in tutta l'Europa orientale e diversi centri Termali iniziarono a valutarla e apprezzarla su basi scientifiche e a proporla come trattamento di riferimento per le patologie dermatologiche e polmonari. I sali Il nostro pianeta è ricco di sale, non solo nei mari ma anche sulla terraferma in forma di giacimenti minerali. In natura, non esiste solo il sale da cucina comune, che tutti conosciamo e usiamo giornalmente, bensì sono vari i tipi di questo ingrediente della vita, e non solo della dieta, dell’uomo. Il sale marino è solo il più usato e a causa dell’inquinamento deve essere sempre più lavorato e raffinato. Esistono diverse centinaia di tipi di sali e per comprenderne le diverse composizioni e possibilità d’uso, bisogna spendere due parole per ricordare alcuni basilari principi della chimica. Un sale si forma attraverso la sostituzione degli atomi d’idrogeno di un acido con atomi metallici o con un gruppo funzionale (per esempio il gruppo ammonio, NH4), a formare attraverso legami ionici un reticolo cristallino. Il sale può essere organico o inorganico, solubile o completamente insolubile in acqua o in altri solventi, con caratteristiche esteriori variabili e diverse (colore, odore, sapore, trasparenza) a seconda della sua composizione. Ciò che comunemente chiamiamo sale da cucina, in conclusione, è in realtà solo uno dei tanti sali possibili e può essere ricavato dall'acqua di mare (sale marino) oppure estratto dalle miniere (salgemma) derivanti dalla lenta evaporazione di antichi bacini marini. Il salgemma, estratto in miniera, è molto ricco di oligoelementi essenziali ma difetta in biodisponibilità, ovvero nella capacità di essere assorbito dal nostro organismo. Di norma, la raffinazione del sale marino "grezzo", elimina gli altri sali presenti (di iodio, rame, ecc.), fino a contenere circa il 99% di cloruro di sodio (NaCl). Ma i sali si possono formare anche in altre maniere, per esempio attraverso la sedimentazione di piogge acide con successiva evaporazione di queste e l'accumulo detritico di sali, e finanche processi di laboratorio da cui si ottengono i sali artificiali. In particolare ogni sale possiede una sua specifica struttura che si viene a formare durante processi più o meno lunghi di cristallizzazione del composto. Sale e salute


Come l’acqua, anche il sale ha un ruolo importantissimo per godere di buona salute: il nostro corpo lo contiene, lo utilizza per costituire importanti elementi e lo sfrutta per funzioni vitali essenziali attraverso la sua azione di trasmettitore fra le cellule sensoriali. La convinzione che si è diffusa in questi ultimi anni, legata al fatto che il consumo eccessivo di sale alimentare può portare effetto negativi all’organismo, non è sbagliata ma deve essere chiarita: il sale che noi usiamo in tavola, infatti, è prevalentemente cloruro di sodio. Il sale cristallino allo stato genuino è molto più ricco e contiene elementi naturali che sono esattamente gli stessi costituenti del nostro corpo. Nei depositi d’alta montagna, tipo l’Himalaya, si presenta in massi di colore bianco, rosa o rossiccio. Se viene raffinato chimicamente da molti dei suoi oligoelementi considerati “impurità”, e viene macinato, resta solo il cloruro di sodio, che se viene assunto senza che trovi all’interno dell’organismo una giusta quantità di elementi antagonisti (come il calcio, il magnesio e altri minerali) che ne neutralizzi gli effetti negativi, può danneggiare le cellule e dare luogo a quei fenomeni di ritenzione idrica combattuti strenuamente dalle donne. Occorre dunque sempre fare distinzione fra il sale cristallino puro e il sale da cucina commerciale: ciò che salta subito all’occhio è il colore, che nel sale puro dell’Himalaya si mantiene rosa anche quando è macinato e non si trova più in forma di blocchi. Facciamo poi anche una distinzione fra sale marino, che si ricava dalle acque dei mari, fra l’altro sempre più inquinati, e sale da miniera, lasciati dai mari che una volta ricoprivano i territori dove ora sorgono preziosi giacimenti. Un esempio per tutti i sali da miniera sono ancora i sali cristallini dell’Himalaya: la pressione fortissima che determinò la nascita dei massicci montuosi ha dato luogo alla formazione di reticoli cristallini dalla struttura ordinatissima, che consentono uno studio qualitativamente molto preciso delle componenti di questo sale, che ha delle caratteristiche particolari che, per esempio, in ambito alimentare lo fa consigliare anche a soggetti ipertesi o che soffrono di patologie che necessitano un basso consumo di sale comune da cucina. Il sale cristallino dell’Himalaya puro al 100% viene estratto a mano presso le antichissime gallerie del sale, alla base della catena montuosa, e formatesi nel corso di 250 milioni di anni, viene lavato e asciugato al sole. Si pensa che sul nostro pianeta esistano altri giacimenti con queste caratteristiche, ma non sono ancor stati individuati. La ricerca continua proprio come per le miniere d’oro o i giacimenti di petrolio. Tramite questo tipo di sale si possono mettere in atto sia cure idrosaline orali, capaci di disintossicare e rigenerare l’organismo, sia preparare maschere al limo di peloide cristallino, in grado di trasferire alla cute preziosi oligoelementi sia creare le condizioni per un efficace bagno di salute all’interno di apposite Stanze del Sale. Quest’ultima pratica d’uso del sale è sempre più presente nei centri benessere e ne parleremo più estesamente più avanti, per ora basta dire che è utile per neutralizzare le emissioni dannose elettromagnetiche presenti nell’ambiente e per curare malattie respiratorie e dermatologiche di varia natura, tipo foruncolosi, eczemi, pelle secca o grassa, nei cui riguardi si hanno risultati più che incoraggianti. In conclusione, il sale, scelto e utilizzato con criterio, è dunque un amico dell’uomo, non un nemico. Basta conoscerlo e riconoscere i suoi lati nascosti, per non incappare in futili, ma gravi errori. Acqua e sale in estetica Sfruttare il sale per fini curativo/estetici è possibile. Lasciando volutamente da parte il


perenne dibattito sull'uso del sale in cucina e la questione legata ai problemi di ritenzione idrica che notoriamente l'eccessivo impiego di questo elemento provoca, soprattutto in un fisico femminile predisposto, spingiamoci a scoprire i moltissimi modi di sfruttare il più semplice dei minerali per la propria salute e la bellezza: soluzioni, bagni, inalazioni, lavaggi, trattamenti, tutti a base di sale. Iniziamo con un'applicazione piuttosto semplice e molto usata: il peeling corpo, effettuato con una miscela di sale e olio da massaggio. Questa pratica era già nota ai Maya che alla miscela aggiungevano anche del miele. Si tratta di un metodo ideale per disintossicare la pelle e renderla liscia e morbida. Per mezzo di un delicato movimento circolare delle mani sulle parti interessate da ispessimenti cutanei, piccoli inestetismi o semplicemente che necessitano di un'esfoliazione profonda, con l'uso del sale si andrà a rimuovere efficacemente le cellule morte dalla superficie dell'epidermide e il risultato sarà tangibile fin dalla prima applicazione. Continuando abbiamo le maschere viso fatte con limo salino: cioè il limo minerale naturale che si forma nelle miniere di sale nel corso degli anni depositandosi al suolo e cristallizzandosi. Dopo l'estrazione i componenti vengono macinati e amalgamati a una soluzione salina, in un impasto dall'effetto idratante, lenitivo degli arrossamenti, contro le impurità della pelle e la formazione delle rughe. Insomma, un'applicazione estetica veramente polivalente. La maschera va applicata, tralasciando la zona degli occhi, e lasciata agire per 15-­‐20 minuti, per poi risciacquare abbondantemente con acqua fredda. Il risultato finale è una sensazione di freschezza profonda. Una curiosità in più: si può applicare del limo salino anche sulle antiestetiche manifestazioni di herpes per migliorarne gli sfoghi. Anche i lavaggi del naso, oggi effettuati soprattutto nei centri termali, si possono effettuare utilizzando il nostro amico sale; per questi lavaggi si utilizzano appositi vaporizzatori che impiegano soluzioni idrosaline all'1% circa, preparate sciogliendo completamente 1 grammo di sale in 100 ml di acqua tiepida. Queste soluzioni non provocano bruciore alle mucose nasali perché sono simili ai liquidi presenti nel nostro corpo, mentre sono adatte anche per gargarismi e sciacqui in caso d'infiammazioni della bocca e della gola. Se poi si desidera fare un bagno che non secchi la pelle, l'ideale è quello salino: rispetto al bagno tradizionale con il sapone, durante l'immersione in acqua lo strato protettivo della pelle rimane intatto, perché il sale si deposita sulla superficie della cute e ne impedisce l'inaridimento. È una soluzione ideale per chi ha la pelle secca e ha un effetto purificante: per 30 minuti di durata, sembra addirittura che questo bagno equivalga a 3 giorni di alimentazione ricca di verdure e frutta, poiché le tossine vengono trasferite dal corpo all'acqua della vasca per osmosi, mentre la pelle reintegra i minerali in soluzione. Questo bagno è anche un ottimo metodo per abbassare l'acidità del corpo e riequilibrare il pH naturale della cute. Una curiosità: secondo alcune leggende, i migliori risultati si otterrebbero immergendosi durante i cambi di luna: quella piena è ottima per l'assimilazione dei minerali e dell'energia contenuta nella soluzione, mentre la luna nuova intensificherebbe l'effetto purificante. Per concludere, ricordiamo che la cura di patologie cutanee più gravi, come a esempio la psoriasi, si sono rivelati utilissimi i bagni nel Mar Morto, che come si sa, possiede un'altissima percentuale di sali nelle sue acque. In caso di acne, invece, è di grande effetto benefico l'applicazione di soluzione salina sulle parti interessate ogni giorno e di maschere di limo salino due volte alla settimana. Insomma, per qualsiasi problema estetico che si presenti, esiste un rimedio a base di sale. Un amico insostituibile e inesauribile.


Talassoterapia e Haloterapia Agli inizi dell’800, un biologo francese, René Quinton, scopri l’analogia fra la composizione dell’acqua di mare e il plasma sanguigno e iniziò a consigliare i primi trattamenti di Talassoterapia, una cura che sfrutta l’effetto combinato di sale, iodio e acqua di mare, regalando benefici all’organismo e ottimi risultati anche in campo estetico.Da allora, le regole della talassoterapia prevedono anche una particolare raccolta dell’acqua dal mare (pescata a 3/a metri di profondità e ad almeno 300 metri dalla costa), il suo filtraggio e le temperature a cui vanno offerte le cure acquatiche (dai 30 ai 34°). La spiegazione scientifica dell’azione della talassoterapia risiede nel fatto che i pori della pelle, a contatto con l’acqua riscaldata, pura e ricca di sali minerali, si dilatano e permettono il passaggio dei preziosi oligoelementi che vengono liberati nel sistema sanguigno, correggendo gli squilibri e contribuendo così a ridare vitalità, energia, salute e forma a chi è stanco e sotto stress. Molte le somiglianze ma da segnalare anche alcune differenze con quello che avviene nel corso di sedute di Haloterapia. La tradizione e la medicina popolare c’insegnano che l’aria del mare contiene naturalmente un alto livello di salsedine marina, ovvero una miscela di sale e iodio, che favorisce in un primo tempo la produzione di muco nasale e l'espettorazione e a seguire la pulizia delle cavità nasali e delle prime vie respiratorie. Per questi motivi, da sempre, i pediatri consigliano un soggiorno al mare che viene considerato un toccasana per i bambini soggetti a ripetute infezioni, quelli che una volta venivano definiti linfatici a causa l’ingrossamento dei linfonodi del collo. Le ricerche di bioclimatologia ci spiegano che nell’aria di mare c’è una maggiore carica di ioni negativi dell’ossigeno che creano immediati legami con l’emoglobina, sostanza deputata al trasporto dell’ossigeno alle cellule dei tessuti, da ciò i benefici nelle cure per varie affezioni respiratorie. Lo stesso avviene nelle grotte naturali di rocce saline,dove un certo grado di umidità relativa favorisce il rilascio di micromolecole di sale dalle stalattiti, costituendo la base per spiegare i principi della speleoterapia, un forma di terapia naturale ben conosciuta agli antichi Romani e ancor oggi utilizzata in diverse stazioni termali italiane ed europee. Poter godere del clima marino anche in periodi lontani dall’estate e senza doversi allontanare troppo da casa è sempre stato però un sogno di difficile realizzazione. Altrettanto dicasi della riproduzione delle benefiche condizioni presenti all’interno di una grotta di sale. Da tempo, quindi, la sfida principale per le Aziende leader nel settore del benessere è stata quella di riuscire a costruire ambienti, o meglio Stanze o Cabine di Sale, in cui il microclima riproduca quello marino o di una grotta di sale e in cui ci si possa soffermare per avvantaggiarsi degli effetti dell’haloterapia, respirando aria arricchita di sali purissimi e con una bassissima carica batterica.

Principi di Progettazione bioclimatica Molte delle sensazioni di benessere che si provano all’interno di un Centro Benessere sono legate al confort ambientale e termoigrometrico. Ciò implica la necessità di coniugare tecnologie costruttive d’avanguardia, in grado di offrire soluzioni confortevoli, funzionali e,


soprattutto, flessibili. Studi di fisiologia umana dimostrano che ogni individuo possiede un sistema di controllo termico che permette un adattamento a condizioni ambientali molto variabili. Lo scopo è mantenere la temperatura corporea interna, che è praticamente costante e mediamente si assesta intorno ai 37 °C. mentre la temperatura cutanea varia più in funzione delle condizioni esterne. I parametri fisici che possono influenzare la temperatura dell’ambiente sono la velocità dell’aria, il controllo dell'umidità e il sistema di riscaldamento o di rinfrescamento adottato. Il nostro corpo produce costantemente calore in relazione ai diversi processi metabolici che liberano differenti livelli di energia ed è chiaro che questo calore contribuisce alla determinazione della temperatura ambientale. Se la cabina che si vuole costruire è destinata a un’attività sedentaria il confort ambientale ottimale dipenderà in maniera diretta proprio dall’analisi e dalla valutazione dei fattori suindicati e dal sistema di riscaldamento adottato, senza mai dimenticare l’importante influenza esercitata dall’umidità relativa che incide in maniera altrettanto notevole sulla sensazione di benessere. Quando l’umidità relativa è minore del 20 % le membrane mucose si seccano, con una umidità pari al 40-­‐50%, se l’aria è ferma, lo strato più vicino all’epidermide si satura velocemente, impedendo un’ulteriore evaporazione. A umidità superiori all’80 %, l’evaporazione corporea è comunque limitata e anche il movimento dell’aria non ha grandi effetti rinfrescanti, mentre se l’aria è satura di umidità al 100% è impossibile qualsiasi raffrescamento di tipo evaporativo. In generale, si ritiene quindi che con un aumento di umidità relativa pari al 10% si percepisca lo stesso effetto di un aumento di temperatura di 0,3 °C. Nella progettazione di una Stanza di Sale non si può dimenticare quindi che l’influenza esercitata dall’umidità relativa incide notevolmente sulla sensazione di benessere e questo orienta molte aziende a preferire un sistema di nebulizzazione a vapore a un sistema di micronizzazione secca delle particelle di sale. Il confort ambientale ottimale dipenderà infatti in maniera diretta proprio dal mantenimento di un certo livello di umidità relativa e di una temperatura interna percepita come gradevole ( 27-­‐30°). Negli ambienti di piccole dimensioni si tende a usare piastre radianti in grado di portare a valori di temperatura ottimale l'aria, influendo sia sulla temperatura che sulla purezza, la velocità e l'umidità relativa dell'aria. La Stanza di Sale: micronizzazione o nebulizzazione? Le tecnologie utilizzate per riprodurre i parametri ottimali che creano condizioni favorevoli e confortevoli per chi si sottopone a sedute di haloterapia sono due: la micronizzazione che riduce a dimensioni infinitesimali il sale trasformandolo in una leggera polvere, e la nebulizzazione ad ultrasuoni in grado di trasformare le molecole dell’acqua in particelle piccolissime che creano un particolare effetto nebbia lasciando in sospensione nell’ambiente le proprietà benefiche della soluzione salina. Entrambe si fondano sul fatto che il soggetto inserito in un ambiente chiuso assume attraverso le vie respiratorie i corpuscoli di Sale Puro, meglio se di roccia purissima. Scendiamo nel dettaglio. Nel processo di micronizzazione il sale viene macinato e ridotto in particelle estremamente fini e ciò è possibile attraverso gli urti impressi da un gas (generalmente azoto) ad alte pressione e velocità all’interno di un generatore. Le microscopiche molecole di polvere di sale così liberate, con una granulometria inferiore a 10 micron, sono molto leggere e


immesse nell’ambiente raggiungono l'apparato respiratorio dove svolgono la loro benefica funzione. Al contrario, la nebulizzazione sfrutta una caratteristica comune a tutti i sali, ovvero il potere di disciogliersi in acqua. Ciò avviene perché la struttura cristallina che li caratterizza si fonda su legami ionici che a contatto con l’acqua, a certe temperature, si rompono. Il nebulizzatore a ultrasuoni che correda la stanza del sale agisce quindi su una soluzione idrosalina di acqua distillata e sale purissimo (ipertonica) trasformando il liquido in minutissime microgocce, che simulano un leggero vapore in cui è immerso il sale disciolto nella quantità ottimale (circa il 50%). La prima differenza che appare subito evidente è che mentre nel primo caso l’ambiente si caratterizza come più secco e freddo (temperatura 18-­‐24°), nel caso della nebulizzazione a ultrasuoni la soluzione idrosalina in combinazione con il vapore riproduce un ambiente più caldo-­‐umido (circa 28/30°C) che ricorda le piacevoli sensazioni e i benefici effetti di una passeggiata estiva in riva al mare. L’ambiente ricco di aria ossigenata e di ozono stimola infatti l’idratazione cutanea e la regolazione del pH. La sensazione di una temperatura percepita come gradevole genera inoltre rilassamento e un favorevole meccanismo aspecifico nei riguardi dell’apparato circolatorio e respiratorio. In più, la leggera stimolazione termica attiva altri enzimi già presenti nel nostro organismo come la fosfolipasi A2, che agisce sui fosfolipidi delle membrane cellulari e genera acido arachidonico, una sostanza che può trasformarsi in prostglandine, potenti modulatori delle infiammazioni. Questo dato giustifica la capacità d’interagire del vapore salino sull’intensità della condizione infiammatoria presente nelle dermopatie. In altre parole si può dire che si tratta di un’esposizione a una nebbia salina finissima le cui particelle penetrano in profondità nelle vie respiratorie e vengono assorbite tramite la pelle e quindi a beneficio di tutto il corpo.

Benefici ottenibili La stanza del sale è una struttura idealmente riprodotta per ricreare il naturale microclimica ricco di sali in grado di favorire naturalmente il benessere psicofisico. Si può entrare nella Stanza di Sale parzialmente vestiti e ci si può rilassare anche attraverso il piacevole effetto riposante della cromo e musico-­‐terapia. Si tratta di un ambiente le cui pareti sono interamente rivestite di sale e l’intervento di un generatore che nebulizza o micronizza nell’aria particelle di sale medico di roccia purissimo. Le inalazioni con acqua termale (crenoterapia) sono tradizionalmente più utilizzate in Italia per il trattamento di malattie croniche delle vie respiratorie ma numerosi studi scientifici affermano che anche la Stanza del Sale può contrastare un ampio gruppo di condizioni respiratorie acute e croniche (rino-­‐sinusiti, laringiti, bronchiti, bronchiectasie, fibrosi cistiche, otiti, allergie e asma) che hanno in comune uno stato infiammatorio, acuto o cronico, e una sovrapproduzione di secrezione mucosa che aggrava l’ostruzione a vari livelli delle vie respiratorie (iperreattività e broncospami). Ricerche accurate hanno infatti mostrato che al pari delle irrigazioni endonasali con acqua di mare anche l’inalazione del cloruro di sodio allo stato puro, nel corso di un ciclo di sedute controllate di haloterapia, è in grado di attivare la “clearance muco ciliare” stimolando le decine di migliaia di piccole ciglia che tappezzano le vie respiratorie le quali, vibrando in maniera regolare e coordinata, spingono verso l’esterno la pellicola di secrezione che ricopre le mucose. Attraverso questo


meccanismo si ottiene una continua detersione delle vie aeree che appare ancor più completa se si pensa che intrappolati nel muco stesso ci sono sia i comuni batteri e virus che popolano le fauci e le prime vie respiratorie, che i diversi inquinanti atmosferici, principalmente I pollini e i metalli pesanti. Il vapore di sale inalato ha inoltre un effetto battericida nei riguardi di pneumococchi e strafilococchi, creando un ambiente sfavorevole alla loro sopravvivenza e moltiplicazione. Un altro campo in cui diversi studi clinici hanno dimostrato miglioramenti dall’uso del sale è la dermatologia. Applicazioni di haloterapia in corso di dermatiti e altri problemi cutanei acuti e cronici determinano risultati attribuibili principalmente al potenziamento delle difese immunologiche dovuto alla produzione di citochine e fattori di crescita, alcuni dei quali svolgono un’importante funzione di riequilibrio nel sistema della perossidazione dei lipidi e quindi con effetto antiossidante. Volendo sintetizzare il meccanismo di azione delle due diverse tecnologie, in conclusione, si può dire che all’azione diretta specifica delle microparticelle di sale respirate, sotto forma di polvere secca o di nebbia finissima, nel caso del’ambiente caldo-­‐umido sembrano aggiungersi effetti biologici indiretti legati alla temperatura percepita come più gradevole di natura psicologica ma anche emodinamica a livello del microcircolo, di tipo neuroendocrino, in particolare un aumento della serotonina, e a livello del sistema immunitario, i quali hanno una ricaduta importante sulla cute, gli strati sottocutanei e i muscoli. E non è tutto: le proprietà igroscopiche del sale, ovvero la capacità di assorbire liquidi, ha anche effetti anti-­‐edemigeni e de-­‐congestionanti e può contribuire ad alleviare la fatica e migliorare la microcircolazione delle gambe. Applicazioni e protocolli Nonostante la storia millenaria dell’haloterapia non si è ancora giunti a una classificazione generalmente condivisa delle applicazioni e dei protocolli possibili. Quello che è ormai certo, però, è che la Stanza del Sale è un ambiente sicuro e indicato per persone di qualsiasi età e condizione fisica: per i bambini e anziani, donne, adulti e sportivi che vogliono incrementare le proprie prestazioni fisiche. I benefici che si possono trarre da un ciclo di sedute sono riportati in molti articoli pubblicati su varie riviste scientifiche da cui, attraverso un lavoro di metanalisi, si possono anche dedurre diverse tipologie di protocolli applicabili agli adulti e uno riservato all’età pediatrica. a) Protocolli respiratori ( da effettuare solo dietro assistenza di un medico ) Studi condotti per valutare l’opportunità di accompagnare con trattamenti di haloterapia le classiche terapie farmacologiche e fisiche prescritte a soggetti bronchitici, asmatici e affetti da patologie respiratorie hanno dimostrato come il trattamento con il sale disperso nell’aria e inalato nelle Stanze del Sale sia risultato efficace nel ridurre l'iperreattività bronchiale, caratteristica dei paziente polmonari e asmatici che vanno incontro a broncospasmi più facilmente rispetto ai soggetti sani, spesso come risposta a stimoli aspecifici quali la corsa e lo sforzo fisico e anche più banali quali una risata e il pianto. Lo stesso protocollo è applicabile in caso di ipersecrezione nasale, riniti e difficoltà a respirare dovuta alle comuni allergie stagionali. La soluzione idrosalina di acqua distillata e sale purissimo si ottiene sciogliendo 30-­‐40 grammi di sale ogni litro di acqua (ipertonica al 3-­‐


4%) e si attiva poi il nebulizzatore a ultrasuoni che genera un vapore al cui interno fra le migliaia di microgocce, si ritrova circa il 50% del sale disciolto. La temperatura della Stanza del Sale va mantenuta intorno ai 30° e il trattamento va applicato per una durata di 40 minuti per cinque volte a settimana per un ciclo totale di 20 sedute. Le applicazioni vanno ripetute a distanza di alcuni mesi e soprattutto agli inizi della stagione fredda o, in caso di allergie, in anticipo rispetto ai periodi più critici. Il trattamento nella Stanza di Sale per ridurre l’iper-­‐reattività bronchiale non va suggerito come alternativa alle normali cure mediche mentre può servire, nei casi più gravi, anche come elemento complementare alla terapia convenzionale a base di steroidi inalati. Alcuni report clinici parlano di risultati favorevoli che raggiungono l’80 % dei pazienti, i quali dimostravano un persistente miglioramento a distanza di 6-­‐12 mesi dall'interruzione del trattamento. In particolare si sono osservati un aumento della capacità polmonare e la diminuzione della tosse anche da parte di fumatori.

b) Protocolli dermatologici La più semplice applicazione di una soluzione salina ipertonica è quella che tradizionalmente viene suggerita in caso di piccole ferite superficiali o infiammazioni cutanee come ascessi e fistole. Nota fin dall’antichità, questa pratica ha costituito per secoli la prima forma di cura nei riguardi di condizioni in cui c’era bisogno, da un lato di un’azione battericida, dall’altra di un contrasto all’edema e all’infiammazione locale. L’acqua del mare è sempre stata, infatti, nel corso della storia dell’uomo una preziosa alleata contro infezioni, contusioni e dolori. L’haloterapia agisce in maniera diversa e per comprendere i benefici attribuibili all’azione biologica del sale in ambito dermatologico, bisogna ricordare che le dermopatie sono tante e di difficile diagnosi. A partire dalla distinzione fra le forme acute e quelle croniche, che a uno sguardo non esperto possono apparire simili specie se caratterizzate da sintomi comuni, quali per esempio l’eritema e la desquamazione, ma che in realtà possono differire in maniera netta e manifestarsi come complicati puzzle diagnostici. 1) Nelle condizioni acute, il processo infiammatorio può variare in rapporto alla natura dello stimolo, alla sua intensità, alla sua durata, alla sede colpita, alle capacità di difesa dell’organismo ecc., ma è sempre presente un aumento del flusso di sangue nella zona infiammata, un aumento della permeabilità della parete dei vasi capillari e il passaggio di plasma e di cellule dal sangue nel tessuto (essudazione): linfociti, granulociti, plasmacellule, globuli rossi, istiociti. Nell’area colpita essi svolgono importanti funzioni difensive, quali la produzione di anticorpi e l’eliminazione di materiale estraneo o di microrganismi. Nel corso del processo infiammatorio si liberano sostanze di varia natura (istamina, e altri mediatori chimici) che agiscono sui vasi sanguigni determinandone la dilatazione e l’aumento della permeabilità e, in ultima analisi queste sostanze sono le responsabili dirette del processo infiammatorio stesso. Nelle infiammazioni cutanee acute i fenomeni di essudazione e i disturbi circolatori sono particolarmente marcati, così che la


parte colpita risulta tumefatta, arrossata, e con aumento della temperatura locale. Si risolvono in genere entro un arco breve di tempo, ma non di rado un’infiammazione che inizia in modo acuto può in seguito diventare cronica. Quello che si può ottenere con l’haloterapia è la normalizzazione della flora cutanea superficiale, senza il ricorso ad antibiotici ma in maniera naturale in quanto si fa affidamento al potere battericida del sale (foruncolosi, eczemi, pelle grassa). Quanto esposto suggerisce però una particolare cautela nell’applicazione di soluzioni saline eccessivamente ipertoniche nelle forme cutanee caratterizzate da un’intensa irritazione, perché il sale che si viene a depositare sulle lesioni in atto, potrebbe provocare bruciore e risultare fastidioso e poco tollerato. Consigliabili quindi miscele di acqua distillata e sale purissimo nella misura di 10/20 grammi per litro (1-­‐ 2%) e durate della seduta non superiore a 20-­‐30 minuti, con temperatura interna alla Stanza del Sale non superiore ai 30°, per un ciclo di non oltre 10 applicazioni nel corso di un mese. 2) Affezioni cutanee croniche: il decorso acuto o cronico di un processo infiammatorio può dipendere dalla causa specifica o aspecifica, dalla capacità di reazione dell’organismo (età, condizioni metaboliche ed endocrine, eventuali malattie intercorrenti ecc.), e dall’eventuale stabilirsi di un equilibrio tra l’organismo e il microrganismo che ha scatenato l’infiammazione. Dalla letteratura esistente, si evince che le dermopatie croniche in cui è consigliabile prendere in considerazione l’haloterapia sono almeno due: la Psoriasi e la Dermatite Atopica. -­‐ Psoriasi: questa malattia cronica della pelle si manifesta con notevoli alterazioni visibili della superficie cutanea e già nell’Antico Testamento si parla degli effetti benefici dei sali. Studi compiuti in diverse epoche concordano che il livello di miglioramento della patologia giunge fino all’85% dopo appena poche settimane di cura a base di bagni ad alta concentrazione di sali. I dati a nostra conoscenza fanno ritenere che una miscela ipertonica al 4% nebulizzata in un ambiente chiuso com’è una Stanza del Sale, può determinare vantaggi sia per i già ricordati effetti battericidi in grado di normalizzare la flora microbica cutanea che per la proprietà osmotica dei sali, capaci di attirare verso le lesioni cutanee liquidi dalle zone circostanti contribuendo così al riequilibrio e al recupero della funzionalità della barriera idrolipidica di superficie. Senza dimenticare il forte effetto rimineralizzante che segue alla penetrazione dei sali in profondità. Il ciclo di trattamento di haloterapia deve essere però intenso e concentrato nell’arco di quattro settimane con due sedute a settimana di almeno 30-­‐40 minuti ognuna. Una duplice avvertenza appare però necessaria: durante l'applicazione è possibile, soprattutto sulla pelle irritata, che si manifesti un senso di bruciore ed arrossamenti, mentre alla fine della seduta è consigliabile l’applicazione di creme lenitive e idratanti sull’intero corpo. -­‐ Dermatite Atopica: costituisce circa un quinto di tutti gli eczemi e il suo meccanismo etiopatogenetico è ancora molto controverso. È stato finora riconosciuto un fattore costituzionale che condizionerebbe l’insorgere della malattia, ma è anche certo che gli atopici sono ipersensibili a diversi stimoli interni ed esterni. La predisposizione all’atopia è


presente anche nei soggetti sofferenti di asma e di riniti allergiche (per esempio il raffreddore da fieno), e ciò spiega che talvolta, l’insorgere di queste condizioni è contemporaneo. Le manifestazioni dell’atopia, inoltre, possono essere scatenate da fattori dietetici, emozioni, pubertà, gravidanza, menopausa. È anche possibile che s’instauri un ritmo stagionale (invernale o primaverile), tipico di ogni soggetto. In tutti questi soggetti è possibile affermare che uno o più cicli di applicazioni (20 sedute a giorni alterni) di Haloterapia in Stanza del Sale in cui viene nebulizzata una miscela di acqua distillata e sali purissimi ad una concentrazione al 2-­‐4% per una durata di 30 minuti possono determinare effetti visibili fin dalle prime sedute. Il meccanismo di azione è sempre legato al potere battericida e idratante del sale, cui si aggiungono, nel caso dei soggetti asmatici o con riniti allergiche i benefici indotti dalla capacità di ridurre le secrezioni nasali ed eventuali ostruzioni del tratto respiratorio. c) Protocolli pediatrici: in generale, la Dermatite Atopica ha un andamento tipico, inizia nell’infanzia durante il primo anno di vita e si risolve spontaneamente, per poi tornare verso l’età scolare o la pubertà. Il quadro clinico è formato da chiazze eritematose e modicamente rilevate, prevalentemente al viso e alle guance, su cui si evidenziano vescicole piene di un essudato che da luogo a una crosta biancastra che quando si localizza sul cuoio capelluto prende il caratteristico nome di crosta lattea. L’intenso prurito e il conseguente grattamento danno luogo a lesioni e abrasioni spesso sanguinanti su cui si sovrappongono infezioni dovute a germi piogeni che popolano la superficie cutanea. Dal viso la dermatite atopica si diffonde ad ondate anche al tronco e agli arti fino a interessare tutta la superficie corporea. Come detto, di norma le lesioni scompaiono spontaneamente verso il secondo anno di vita sebbene esistano casi in cui le crisi possono continuare senza regola. Alla pubertà i caratteri delle lesioni si modificano, nonostante l’intensa infiammazione esse sono meno essudative e si localizzano oltre che al viso e intorno alle labbra, in maniera simmetrica in particolare alle pieghe flessore delle grandi articolazioni: ginocchio e gomito. Prevale un aspetto lichenificato, ovvero di cute ispessita, mentre il prurito e il conseguente grattamento favorisce le infezioni microbiche. È evidente che i quadri clinici appena descritti hanno fatto pensare agli specialisti il possibile ricorso a sedute di haloterapia anche nella prima infanzia, ma evidentemente più che in altri protocolli diventa essenziale la cautela nell’applicazione di soluzioni saline che non siano troppo ipertoniche, perché il sale che si viene a depositare sulle lesioni fortemente irritate può provocare fastidi e indurre il pianto nei soggetti più piccoli. Sedute quindi più brevi (fra 15.-­‐20 minuti) e soluzioni idrosaline all’1-­‐2% per cicli di 15 sedute a giorni alterni. A seguito delle prime sedute si può assistere a un apparente peggioramento delle condizioni delle lesioni che possono sembrare più arrossate, ma ben presto andando avanti nel ciclo di applicazioni la pelle tende a sfiammarsi con un significativo miglioramento. Il risultato è certamente dovuto alla riduzione della carica batterica cutanea che spesso mantiene il processo infiammatorio cronico dell'eczema: è infatti documentato che l'haloterapia normalizza la normale flora cutanea superficiale nelle dermatiti atopiche e i migliori risultati sono conseguiti proprio durante la fase cronica. L'uso di prodotti emollienti e


funzionali dopo l'applicazione di Haloterapia ha un effetto sinergico nell’affrontare la condizione clinica, ma si avrà sempre bisogno, dell’attenta sorveglianza e guida dello specialista medico. Data la mancanza d’effetti secondari è possibile ripetere il trattamento più volte in caso di recidive o semplicemente per mantenere l’assenza di lesioni. Da non sottovalutare la possibilità di applicazioni di Haloterapia anche sui bambini per problemi respiratori come asma e allergica (la detersione delle mucosa elimina anche i pollini dalle cavità nasali e dalle prime vie respiratorie), rinite, sinusite, faringite, tonsillite, tosse e bronchite persistente, otite sia acuta che cronica. Buoni risultati sono stati registrati anche in corso d’infiammazioni delle adenoidi, otiti acute e croniche e bronchiolite, una patologia abbastanza diffusa in inverno fra i bambini che comporta spesso broncospami che fanno richiedere ricoveri in ospedale. Come coadiuvante in queste condizioni la concentrazione salina da nebulizzare può salire al 3-­‐4% e la durata della seduta può essere fissata intorno ai 30 minuti. Un ciclo non dovrebbe mai superare le 10-­‐12 sedute ogni due-­‐tre giorni. d) altri protocolli -­‐ Non va trascurato l'effetto estetico che l’haloterapia può avere sulla cellulite e la pelle a buccia d'arancia. Certamente più note sono le azioni meccaniche che i sali possono svolgere attraverso un delicato peeling su pelli ruvide, squamose, atoniche, ma la proprietà osmotica dei sali inalati, può contribuire a contrastare la fase edematosa della cellulite e al miglioramento del microcircolo locale. La concentrazione della soluzione di sali purissimi può orientarsi intorno al 4-­‐6% per sedute di 30-­‐40 minuti e cicli di applicazioni di 25 sedute nel corso di due mesi. -­‐ Per applicazioni di Haloterapia a sportivi che soffrono di contusioni, rigonfiamenti ed edemi articolari, la soluzione ipertonica nebulizzata deve avere una percentuale di sali molto più alta (fino al 20%) e le sedute di 40-­‐ minuti ognuna devono susseguirsi almeno due volte a settimana ( per tre settimane ) o finchè il fastidio non sia completamente scomparso. -­‐ Gli effetti rilassanti delle sedute nella Stanza del Sale, specie se accompagnate da applicazioni di cromo e musicoterapia, ne suggeriscono l’uso anche per problemi del sistema nervoso come, ansia, stress e disturbi del sonno. La concentrazione ideale è intono al 4% con sedute di 30-­‐35 minuti e cicli di 10-­‐15 sedute ogni tre giorni. Il risultato è un aumento del benessere generale e una minore tendenza a raffreddori e influenze. Controindicazioni alle applicazioni di Haloterapia


Il prurito alla gola e l’irritazione cutanea, specie in caso di lesioni eritematose o ferite, sono le manifestazioni indesiderate più comuni che però si risolvono facilmente uscendo dalla Stanza di Sale, sciaquando la bocca e lavando con acqua distillata pura le aree colpite. Il fenomeno tende comunque a sparire con le sedute successive. Non sono note interazioni con alcuna tipologia di farmaci anche se di fatto l’Haloterapia è sconsigliabile in soggetti affetti da patologie neoplastiche, TBC polmonare, Enfisema, gravi insufficienze cardiovascolari, sindromi nervose gravi, ipertiroidismo, ipo e ipertensione sistemica, febbre e recenti stati emorragici, allergie gravi in particolare allo Iodio. Bibliografia EFFETTI DELL’HALOTHERAPY -­‐G. Maliavin, Iu Filiaeva, M. Umakhova ,V. Chervinskaia EFFETTI DELL’HALOTHERAPY SULL’OSSIDAZIONE DEI RADICALI LIBERI IN PAZIENTI CON LA BRONCHITE CRONICA -­‐Farkhutdinov,L. Abdrakhmanova,R. Farkhutdinov IMPORTANZA CLINICA DELLA INFIAMMAZIONE BRONCHIALE NELLE MALATTIE POLMONARI OSTRUTTIVE Grinshtein Iul,Shestovitskii VA,Kuligina-­‐Maksimova L’HALOTHERAPY NELLA TERAPIA DELLA SINUSITE PURULENTA ACUTA -­‐N V Grigor eva . HALOTHERAPY: UN METODO EFFICACE IN TRATTAMENTO DEI PAZIENTI CON LA BRONCHITE CRONICA -­‐Maev EZ,Vinigradov Nv. CONVALIDA E PROSPETTIVE SCIENTIFICHE PER L’USO PRATICO DELL’HALOTERAPA -­‐V. Chervinskaia L’USO DI HALOTHERAPY PER LA RIABILITAZIONE DI PAZIENTI CON BRONCHITE ACUTA PROLUNGATA E RICCORENTE -­‐Borisenko LV,Chervinskaia,NG di Stepanova, Lukian,Gonciarova VA,Pokhodzei IV,Krivitskaia VZ, LA di Vishniakova, Pokhaznikova MA, Faustova ME ed altri. L’USO DI UN MICROCLIMA ARTIFICIALE NEL TRATTAMENTO DEI PAZIENTI CON LE AFFEZIONI POLMONARI OSTRUTTIVE CRONICHE -­‐Chernenkov,Chernenkova,Zhukov EFFICACIA DI USO TERAPEUTICO DI ULTRASUONO E HALOTHERAPY in CORSO DI BRONCHITE PROFESSIONALE -­‐NA di Roslaia,Likhacheva EI,Shchekoldin IPERREATTIVITà BRONCHIALE ALL’INALAZIONE DEGLI AEROSOL HYPEROSMOLAR E DEL HYPO-­‐E LA RELATIVITA CORREZIONE DA HALOTERAPY -­‐ Gorbenko , Adamova IV, Sinitsyna TM


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