Faip2014 samanda pellegrino

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SC UO L A D I C O U N S EL IN G P EDA GO G IC O REL AZ I O N A L E S ed e d i PAL ERM O A.A. 2013/2014

L’INCAPACITA’ DI AMARE NELL’APPROCCIO EMPIRICO Dall’incapacità di amare al libero fluire

Candidato S A MAN DA P EL L E GR IN O

Relatori Dott. Liliana Minutoli Prof. Annamaria Prinzivalli

Direttore Scientifico Prof. Michel Hardy 0


Vivere è un'arte. Come creare una storia. E può essere che a volte la trama del racconto abbia esiti imprevedibili anche a chi scrive. Ma se si cavalca la storia, e ci si stupisce con amore dei suoi passaggi, tutto, proprio tutto, può diventare un dettaglio poetico, un guizzo creativo. Una Regina dell'Amore è questo che osserva e vede, solo quel guizzo creativo l'appassiona. Quel filo della fantasia che si crea e si sviluppa proprio perché lo si segue con fiducia, senza scopo, solo per un quieto e divertito procedere dell’anima. Una Regina non manca mai l’appuntamento con la sua anima. E così scrive la sua Storia. Monica Amarini Colosimo

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PREMESSA Per la maggior parte della mia vita ho agito come se fossi un robot, rispondendo a ciò che le altre persone dicevano o facevano. Ora riconosco che le mie risposte sono determinate solo dalle decisioni che ho preso. Rivendico la mia libertà, esercitando il potere della mia decisione di guardare le persone e i fatti con amore anziché con paura. Gerald Jampolskj, “Amare è lasciare andare la paura” Per tutta la mia vita ho creduto in tutto quello che stavo facendo: le mie scelte, il modo di essere genitore, l‟essere moglie, amica, insegnante. Ma qualcosa mi faceva pensare, sentivo che mancava la spinta per spiccare il volo, avvertivo un vuoto, una sensazione di insoddisfazione. Spinta dal desiderio di cambiare rotta, ho scelto di intraprendere questo viaggio: un viaggio lungo tre anni che mi ha fatto visitare i paesaggi del mio meraviglioso essere. Ho iniziato il percorso credendo di trovare libri, tavoli su cui scrivere, colleghi con cui studiare…. E invece: la grande sorpresa! Inizialmente mi ha spiazzata ma subito tutto si è rivelato: la magia di un cerchio, di un luogo protetto e sicuro, dove puoi essere te stesso senza paura d‟essere giudicato. E tutto è cominciato. Durante i seminari sono sorti innumerevoli dubbi, interrogativi ma piano piano ho avvertito che andava definendosi l‟argomento della mia vita. Tutte le mie certezze sono crollate, tutto ciò che prima mi rendeva felice ha iniziato ad infastidirmi, ad annoiarmi. Ho dunque deciso di dedicare questo percorso a me stessa, ho deciso di osservare la mia vita, ho sentito che era arrivato il momento di conoscermi per quello che sono veramente.

Quando si inizia un viaggio di questo genere, la prima sensazione è che non si arriverà mai. La seconda, riguarda il fatto di sentirsi insicuri e abbandonati, di pensare notte e giorno a rinunciare. Ma se resti una settimana, poi arrivi alla fine. (Paolo Coelho, “Lo Zahir”) Le domande che mi sono posta in questo viaggio di scoperta sono state diverse :”Ho mai amato? Sono veramente in grado di amare? Come posso riconoscere l’amore vero?”. 2


Sentivo, in realtà, la mancanza di un appagamento profondo, uno strano senso di insoddisfazione, come se tutto quello che possedevo non mi bastasse. Ho preso tutte le mie emozioni e le ho guardate, vissute, detestate: la rabbia, la paura, le mie ombre sono risalite e sono state rivissute. E ho sentito nel mio cuore, con grande forza e trasporto, di non essere capace di amare. L‟incapacità d‟amare: questo è il mio viaggio. Così ho preso il mio “zainetto“ e ho cominciato il mio cammino con la consapevolezza di arrivare nel posto giusto, dove avrei trovato la soluzione. Ho sperimentato il bisogno di amare, il desiderio di amore, la nostalgia d‟amore. Tante emozioni ma anche tanta paura: la paura di non essere in grado di amare, di non essere degna di ricevere amore. Ho riletto con occhi nuovi il mio bel copione, quello che fino ad oggi aveva delineato il mio essere nell‟ ombra e in ragione del quale non riuscivo a vedere quanta bellezza c‟era in ogni momento della vita. Ma allora che cos‟è l‟amore? Sono davvero capace di amare? Con grande sorpresa ho cominciato a rispondere a questi interrogativi. Le esperienze fatte in questi anni, gli incontri, le vibrazioni che ho sentito nel mio cuore, la connessione con la mia anima, la scoperta della mia femminilità come una luce hanno illuminato il mio cammino, hanno dato ossigeno al mio respiro. Ho sentito l‟Amore! Dice il prof. M. Hardy: “…il volo di un uccello, il sorriso di un bambino, il sole che sorge, il miracolo della vita“. Questo è Amore! Saper onorare i doni che ogni giorno l‟Universo ti presenta, sentire la meraviglia della vita.

Il suo stato naturale è l’espansione e l’estensione, non il confronto e la misurazione. (Gerald Jampolsky, “Amare è lasciare andare la paura”) L‟amore è una forza travolgente, è il motore dell‟umanità, l‟amore è un dono speciale ed io sono onorata di averlo ricevuto. Dalle pagine di un libro che è dentro il mio cuore…..”sto soffrendo per un amore per cui

non vale la pena. Soffriamo perché pensiamo di dare più di quanto riceviamo. Soffriamo perché l’amore non è riconosciuto. Soffriamo perché non riusciamo a imporre le nostre regole. Soffriamo inutilmente, perché il seme della nostra crescita sta proprio nell’amore. Quanto più amiamo, tanto più siamo vicini all’esperienza spirituale.” (Paolo Coelho, “Sulla sponda del fiume Pedra mi sono seduta e ho pianto”) 3


PRESENTAZIONE

Scrivere è come rivelare, togliere il velo da una cosa che già esiste. Io ho scritto dell‟ “incapacità di amare in chiave empirica”. Tutto quello che ho scritto fa parte della mia anima e del mio cuore che ha guidato il percorso della mia evoluzione. Tutta l‟energia ritrovata proviene dall‟amore che ogni giorno ho cercato di onorare e di seguire attraverso i suoi segnali. E‟ un viaggio nel sentire empirico che, con la forza dell‟amore, attraversa l‟Ordine nei suoi principali aspetti. L‟ Amore, dunque, nei suoi svariati linguaggi, ma soprattutto l‟Amore nelle sue alterazioni, l‟amore nei ruoli empirici alterati, l‟incapacità di amare nella coppia alterata, la consegna d‟amore fino ad arrivare alla possibilità di ricongiungersi alla propria matrice d‟eccellenza e volare nel Libero Fluire, quale spazio eletto per l‟amore. L‟argomento è stato trattato basandosi sulla “Grammatica dell‟Essere“ del Prof. Magister Michel Hardy. Le parti evidenziate nei riquadri sono le emozioni trascritte in un diario di viaggio che mi ha accompagnato in questo percorso.

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L’INCAPACITA’ DI AMARE NELL’APPROCCIO EMPIRICO Dall’incapacità di amare al libero fluire

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Capitolo 1

L’AMORE NELL’APPROCCIO EMPIRICO

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Capitolo 1

L’AMORE NELL’APPROCCIO EMPIRICO

Paragrafo 1

L’ARMONIA L’Armonia esiste in ogni cosa vivente, in ogni atomo, ogni cellula, ogni insetto, ogni creatura. Vive dentro di noi, basta un respiro per riconoscerla... Anonimo L‟essere umano fa parte di un ordine universale denominato ”Ordine Empirico” ma che spesso sfugge alla sua comprensione. Esso si basa su leggi nascoste che regolano ”tutto ciò che è”, ogni moto naturale e ciascun rapporto razionale, perfino il Libero Fluire dell‟anima. Le sue dinamiche prescindono dalle convinzioni personali, né vanno giustificate o spiegate. Si tratta di un ordine armonico che riconosce un unico criterio per determinare l‟evoluzione di tutte le cose: quello della “funzionalità” e si rifà al Principio dell‟ Armonia naturale. Il prof. Michel Hardy, nella “Grammatica dell‟ Essere”, sottolinea come l‟ordine differenzia i moti Armonici (movimenti in sintonia con l‟ordine naturale), da quelli Disarmonici che invece portano alla loro violazione. All‟interno dell‟Ordine Armonico il singolo sperimenta la condizione del Libero Fluire, la sua pienezza e il senso d‟ appagamento che ne risulta, meglio conosciuto come Amore. Questo costituisce la più grande ambizione di ogni energia pulsante, di ciascun essere vivente. L‟amore, quale espressione naturale del sistema, è inteso come condizione sistemica invece che romantica e costituisce la più naturale espressione degli atti armonici, essendone il moto principale e primario. Immergersi nel Libero Fluire, pertanto, significa accedere ad una condizione di serenità interiore, ad uno stato di pienezza e gioia di vivere che soltanto la “sintonia con l‟ordine” può dare mantenendo la persona in uno stato luminoso e fluttuante. In tal senso la meta unica di ogni singolo individuo è data dalla felicità, ovvero dalla condizione applicata di tale armonia che va integrata con la qualità del sentire. L‟individuo riesce così a rispettare la leggi dell‟Ordine in quanto è sintonizzato con il sistema su un piano profondo, essendo in contatto con il suo moto principale, ovvero l‟Amore. La sua vita affettiva è piena ed anche la sua auto-realizzazione, il suo stato di 7


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serenità è persistente e prescinde dalle condizioni esterne, essendo in grado di rimanere in equilibrio anche quando l‟ambiente lo contrasta. Se l‟equilibrio tra Dare e Ricevere costituisce il parametro di base del sistema, l‟amore è la sua massima espressione. Esso si manifesta attraverso una “condizione di apertura, di disponibilità e di flessibilità” del singolo, data l‟appartenenza al Libero Fluire. L‟Amore, più che un semplice stato psicofisico, si rivela come il principio attivo di ogni moto dinamico dell‟ordine armonico, sia all‟interno della sfera emotiva che nel senso più ampio della creazione: “dal gesto amorevole dell’uccello che sfama i più piccoli, allo sguardo di una madre verso il figlio” (cit. del prof. Michel Hardy) sono tutte espressioni d‟amore. Non è tanto l‟immagine di un rapporto romantico o il legame affettivo tra due partner che sentono di appartenersi: quello che lo denota è la forza originaria che è alla base del loro rapporto. L‟ Amore, dunque, è lo stato in grado di definire al meglio la natura sistemica e il fenomeno della sua continua evoluzione a fin di bene.

Il modo migliore di realizzare tutte le nostre intenzioni consiste nell’allinearle con l’intento del cosmo creando armonia tra ciò che vogliamo e ciò che l’ universo desidera per noi. Il modo migliore di creare armonia consiste nel nutrire un atteggiamento di semplice gratitudine; esprimiamo il giusto ringraziamento per il posto che occupiamo al mondo e per l’ opportunità di migliorare il destino che tutti noi condividiamo. Deepak Chopra, “Le coincidenze”

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Paragrafo 2

AMORE E ORDINE chiave di lettura empirica L‟Ordine sta alla base del funzionamento di tutti i moti universali. La sua grammatica gestisce la complessità della vita e la sue possibilità di espressione, riservando all‟ uomo appositi ruoli empirici relativi al periodo di sviluppo biologico e al contesto. Ogni ruolo fa riferimento ad una matrice empirica, ovvero al suo codice d‟eccellenza. Spesso però tali ruoli non corrispondono all‟età biologica della persona poiché la stessa si è allontanata dalla sua “consegna naturale”. Ogni uomo e donna appartengono ad un codice empirico che contiene qualità maschili e femminili universali: i principi attivi Yin e Yang . Il codice Yin detiene i talenti femminili e quello Yang i principi maschili, i suoi moti guida; pertanto, a seconda del sesso biologico, ognuno diventa portatore di una “carica empirica primaria”. Così entrambi i sessi possono accedere ad una matrice universale che li circoscrive. L‟Ordine empirico prevede per l‟uomo e la donna un ruolo ben definito con le rispettive “responsabilità”. Per far sì che la persona si radichi al proprio codice è necessario integrare entrambi le cariche. Trattasi dell‟ujomo Yang e della donna Yin Integrati: essi sono gli unici modelli in grado di accedere all‟amore e di entrare in relazioni autentiche e appaganti con il mondo che li circonda. Tutte le altre forme alterate sono costrette ad accontentarsi di surrogati d‟amore, staccati dal Libero Fluire. Ciascuna qualità (del maschile o del femminile) costituisce un vero e proprio diritto per il suo portatore che richiede d‟essere attivato da piccolo, attraverso una sana consegna d’amore, che sarà poi messa in pratica da grande. Una infrazione del suddetto diritto genera un debito che comprometterà l‟attivazione della carica corrispondente all‟individuo e lo accompagnerà verso la Metamorfosi Empirica, impedendo così alla persona di concepire l‟Amore. All‟apparire della parola “amore” molte persone cambiano l‟espressione del volto. Comunemente viene associato a concetti troppo poetici. Si pensi alla coppia che rappresenta l‟Amore per eccellenza: Romeo e Giulietta. Loro, in nome dell‟amore, hanno rinunciato al dono più prezioso, la vita. Onorare ciò che l‟uomo sa creare è l‟atto d‟amore più grande e il loro gesto esclude ogni possibilità di viverlo nel pieno del suo valore. 9


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Inchinarsi al miracolo della vita e stupirsi del fatto che sia proprio l‟uomo a crearla: questo è il grande progetto d‟amore previsto dall‟ ordine, ma che soltanto le persone integrate e connesse con la propria carica ne sono capaci. La lettura in chiave empirica permette di vedere l‟amore nelle dinamiche che lo esprimono: esso è un approccio di apertura che parte dai suoi effetti reali. L‟Amore è un catalizzatore di base che permea ogni singolo momento della nostra esistenza, fino a quando non cessa con la Morte. Ed è in quel momento che si impone l‟importanza di averlo conosciuto poiché l‟unica domanda che un morente si pone è: ”Ho mai amato? sono stato amato?“ Durante il seminario “Amore non uguale amore”, sono stata chiamata a rispondere a queste domande e il mio cuore si è aperto indossando gli occhiali dell’amore. Pervasa da una emozione immensa nell’essere tornata dentro la pancia di mia madre, percepire il battito del suo cuore mi ha fatto sentire amata e grata dell’amore che ho ricevuto e che ho creato, ma che fino ad oggi avevo creduto di non esserne capace. E’ qui che nasce la mia vera svolta, il mio nuovo sentire che mi ha dato la consapevolezza che l’Amore è l’argomento della mia vita.

E la vita è scandita dal ritmo della presenza o dall‟assenza d‟amore, l‟unica fonte di armonia dei movimenti empirici, l‟unica facoltà dell‟anima che si riconosce soltanto nello stato del libero fluire. Il Libero fluire è il flusso generato dall‟ ordine, che procede senza confini, né meta: non può essere controllato o forzato. L‟immagine a cui il prof. Michel Hardy lo paragona è quella di un fiume in piena: solo nel momento in cui la persona è in grado di lasciarsi trasportare dalla sua corrente è in pace con se stessa, perché è nel sistema. Chi è collegato al Libero fluire può sentire uno stato interiore armonico, non vivendo eccessi di paura, di rabbia o sensi di colpa. Quindi soltanto l‟individuo allineato all‟ ordine può sperimentare l‟amore.

Sempre più sperimento un’armonia, una quiete, un sentirmi a mio agio, una ricchezza interiore. Sono momenti in cui mi sento infinitamente vasta e ricca, simile all’universo…. Mi immergo in tutto questo e scompaio per vedere che si trattava di una soglia che si apre su un’altra dimensione di questo viaggio senza fine. (Anonimo)

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Paragrafo 3

AMORE E’ NUTRIMENTO L‟unico movimento che l‟Anima è in grado di fare è quello di esprimersi nel libero fluire all‟interno dell‟Ordine Armonico: essa ne è parte integrante e ne costituisce l‟espressione più totale. Tale stato dona all‟ individuo la possibilità di ”nutrirsi” in un continuo moto d‟amore.

Il nutrirsi è esperienza decisiva per la sopravvivenza, per questo si inscrive nei significati più intimi della condizione umana. Il cibo si colloca tra la vita e la morte: senza cibo non c’è futuro. Il cibarsi coinvolge il corpo e l’ anima: si può non avere voglia di mangiare (o decidere di non mangiare) quando l’anima si sente ferita e chiusa alla vita. Gli uomini, poi, non mangiano solo con il corpo ma anche con l’anima: il modo in cui ci si rapporta con il cibo dipende ed esprime il modo in cui ci si relaziona con il mondo. (Giovanni Salonia, “Sulla felicità e dintorni”) C‟è una connessione circolare tra cibo, corpo e anima tanto che il corpo si chiude al nutrimento se la sua anima è staccata dal flusso d‟Amore : essi, armonicamente nutriti, sono gli ingredienti necessari a creare amore rigenerante per vivere in autenticità con il proprio sentire. Se il corpo si nutre attraverso il cibo, allo stesso modo l‟anima si nutre con l‟amore che è l‟alimento necessario a creare l‟armonia e a connettersi con il libero fluire. L‟anima va nutrita per crescere e restare sempre viva e vitale, così come va nutrito l‟essere umano per restare in vita in maniera sana, forte e capace di accogliere ciò che la vita gli donerà. E l‟anima si nutre, trova il suo nutrimento nel movimento circolare e rigenerante del “dare e ricevere amore”.

Dare e ricevere amore è la legge dell’amore. Secondo questa legge quando diamo il nostro amore agli altri ci arricchiamo e, contemporaneamente, ciò che diamo ci ritorna. La legge dell’amore si basa sull’abbondanza e la nostra riserva è sempre piena e traboccante. Quando diamo agli altri incondizionatamente, senza aspettative di riavere nulla in cambio, l’amore dentro di noi aumenta, si espande e si unisce. In questo modo, dando il nostro amore, aumentiamo l’amore che è in noi e tutti si arricchiscono. (Gerald Jampolsky, “Amare è lasciare andare la paura” )

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Tutto ciò che l‟Anima può percepire è la sensazione di “appartenenza sistemica“, manifestandosi in uno stato di armonia e di felicità. Tale condizione non ha niente a che vedere con i toni mielosi o romantici ma si riassume in una “spinta verso la vita”. Tale stato, chiamato anche “gioia di vivere”, è possibile solo in assenza di arretrati. Man mano invece che il debito si instaura nella vita del singolo, la sua possibilità di accedere all‟amore diminuisce fino ad arrivare alla soglia in cui l‟anima si stacca dal flusso armonico. Quando questa è costretta a sopportare un forte dolore a causa di un moto d‟amore interrotto, si chiude in se stessa provocando l‟interruzione del collegamento con il libero fluire. Questo si realizza, per esempio, quando un movimento d‟anima tra due persone si interrompe a causa di abbandono o tradimento. In questo caso, l‟indicatore sistemico è costituito dalla rabbia.

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Capitolo 2

QUANTE CANDELINE SI ACCENDONO?

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Capitolo 2

QUANTE CANDELINE SI ACCENDONO?

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RESPONSABILITA’ D’AMARE Ed è come un bambino che ha bisogno di cure devi stargli vicino, devi dargli calore preparargli il cammino, Il terreno migliore. Anna Oxa, “Quando nasce un amore” L‟ordine prevede per ogni ruolo empirico diverse responsabilità date dal proprio codice e derivanti dal sesso biologico di appartenenza. Essere genitori rappresenta il ruolo sociale per eccellenza capace di dispensare amore, per il solo fatto di aver concepito la prole. Ci sono genitori che credono di amare i propri figli dicendo loro: ”io so cosa è meglio per te, fidati di me”, ma esso non corrisponde ai parametri d‟amore previsti dall‟ Ordine. L‟incapacità d‟amare dei genitori, di onorare e di sostenere i propri figli con la loro forza vitale, costituisce un debito per ambedue le parti: sia per i figli che si vedono leso il diritto primario, ossia quello d‟ essere amato, sia per i genitori che si privano di adempiere alla loro qualità principale che è quella di nutrire d‟amore la prole, cioè di dare amore. Quando i genitori vivono in uno stato emotivo alterato, la qualità d‟amore si rivela scarsa, non essendo in grado di soddisfare i parametri armonici. Così inteso l‟amore viene scambiato come bisogno, poiché essi impongono la propria volontà invece di accompagnare, guidare, sostenere il proprio figlio durante il cammino nella vita. L‟ordine empirico prevede per il ruolo del genitore la capacità di illuminare e rendere visibili tutte le qualità del proprio figlio: tanto più il genitore è in contatto con la propria forza primaria (Yang del padre e Yin della madre) tanto più può trasmettere la forza autentica dell‟Amore che gli permetterà di accedere al proprio sentire. Il prof. Michel Hardy, a tal proposito, all‟interno della Grammatica dell‟Essere, riporta un esempio che può illuminare l‟essere genitori.

Immaginiamo noi stessi da piccoli, in piedi, davanti a nostra madre o nostro padre. Davanti a noi abbiamo tutte le nostre qualità empiriche appoggiate per terra, magari centinaia e centinaia di qualità e talenti diversi. Per poterceli raffigurare 14


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meglio facciamo finta che ciascun talento naturale, ogni qualità empirica prevista dal codice Yin o Yang, sia una candela. Così ci troviamo con un numero preciso di candeline davanti a noi e il nostro genitore. Il compito preciso di quest’ultimo sarebbe adesso di “accendere le nostre candeline”, perché è attraverso tale atto che noi potremmo accedere ai nostri potenziali talenti. A seconda del suo debito, egli sarà capace di accenderci soltanto un numero limitato di candeline, più limitato di quanto sono le nostre facoltà. Le accenderà un po’ qui un po’ là, lasciandone in mezzo qualcuna spenta, a seconda delle sue possibilità, poiché di tutte le potenzialità previste dal codice empirico egli è capace di accenderne per noi soltanto queste. Michel Hardy, “Grammatica dell’Essere - Vol.2 - Il Debito Empirico”

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Paragrafo 2

LA CONSEGNA D’AMORE Con te sto imparando a essere genitore, e a guardarti con la forza degli avi che ci hanno preceduto. Anonimo I genitori hanno la responsabilità, per il loro ruolo empirico, della consegna d‟amore alla propria prole per la salvaguardia della specie. Qualora essi non adempiano alle richieste del proprio codice disattendono le proprie responsabilità empiriche, infrangendo così il sistema. Se, ad esempio, il padre si dimostra troppo indulgente o troppo severo, trasgredisce quanto previsto dalla carica empirica della situazione. Questo vale anche per la madre che, qualora non sappia accogliere il figlio in maniera incondizionata, disattende i principi attivi del proprio codice costringendo il padre a dover compensare quella mancanza attraverso un intervento improprio, derubandolo della possibilità di espletare il proprio ruolo. Ogni consegna d‟amore ha il potere di trasformare il destino del singolo che, per sua indole, capacità e talenti, poteva svolgersi in maniera diversa. Un‟eredità, questa che, in caso di consegna disarmonica, porta spesso un peso empirico consistente capace di sconvolgere l‟esistenza delle generazioni future. La consegna contiene gli indicatori sistemici già presenti nelle precedenti generazioni, poiché il “debito familiare” correlato non è mai stato affrontato. Ad esempio: la rabbia della madre, proveniente dalla stirpe, viene puntualmente appresa dalla figlia come modello d‟amore, seppur alterato. Il padre privo di collegamento con le proprie radici maschili, ha appreso tale consegna dal proprio padre che a sua volta l‟ha assunta dalle passate generazioni. La consegna d‟amore come tale, pertanto, viene percepita anche in condizioni severe o poco amorevoli. I figli di genitori assenti, aggressivi o stupratori, invasivi o angosciosi, percepiscono quanto trasferitogli come Amore, per quanto sia di qualità empirica scarsa. Questo passaggio è l‟inizio di ogni “debito empirico”. Molti genitori non comprendono la ragione del perché i loro figli si ribellino, crescono male o sono disobbedienti, aggressivi, arroganti , solitari o dissociati: essi non fanno altro che esprimere il debito acquisito attraverso scelte dispettose, attraverso il proprio abbigliamento, la scelta del partner o il disinteresse per la 16


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scuola. In molti casi questi figli sembrano muoversi all‟interno di circuiti apparentemente regolari,

ma non corrispondente all‟ordine; in altri, una volta

diventati grandi, si rifiutano di frequentare i genitori, di occuparsi di loro nella vecchiaia o li disprezzano senza che i genitori comprendano il perché. L‟ordine non considera la quantità di attenzione o di sentimento rivolto al figlio (anche se fondamentale): una consegna genuina necessita soprattutto della qualità d‟amore in grado di soddisfare i parametri empirici. Al momento del concepimento le potenzialità d‟amore dell‟individuo sono integre, la forza primaria è intatta: tutti sono potenzialmente collegati con il propri codice di base. Tuttavia già dalla pancia della madre i condizionamenti della persona cominciano a delinearsi, plasmandosi secondo il suo debito di base. Pertanto il rapporto con il marito, i condizionamenti personali, ciò che la madre pensa di sé, degli altri e del mondo che lo circonda, lo stato emotivo in cui vive la gravidanza, influiscono su come sarà il nascituro nel suo futuro. Nel momento in cui il figlio entra in contatto con una consegna d‟amore che viola il sistema empirico è obbligato a riscattarla e da quel momento proteggerà tale pegno con cura, percependo un senso di colpa ogni volta che lo disattende, rendendosi responsabile dell‟accaduto in prima persona, cercando di proteggere i genitori. Con una consegna d‟amore compromessa, il punto di riferimento della persona non è la matrice sistemica bensì il “copione personale” che sfugge alla consapevolezza di chi lo esercita. Così egli, non potendo attuare scelte attraverso il libero arbitrio, percepisce la sua esistenza come una trappola accogliendo con amore anche una consegna scarsa. Proiettare le aspettative e le frustrazioni crea, inoltre, un grave danno sui figli i quali non hanno la forza per destarsi: tenderanno così ad adattarsi alle loro frustrazioni e si sforzeranno di accontentare le loro richieste. Con il passare del tempo tutto questo li porterà lontani dal riconoscere la propria essenza, il proprio valore e i disagi aumenteranno durante la loro crescita. Per trasmettere la forza autentica dell‟amore al proprio figlio, attraverso la quale egli potrà accedere alla sua carica genuina e quindi al libero fluire della sua anima, è necessario che i genitori siano loro per primi ad essere in contatto con la forza primaria che li contraddistingue. In tal senso è auspicabile che chiunque generi nuova vita abbia lavato il testimone della consegna d‟amore alterata attraverso un viaggio empirico di sé. 17


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Paragrafo 3

IL DIRITTO D’ESSERE AMATO All‟origine di ogni deviazione sta il proprio debito di base acquisito da piccoli e sviluppatosi nei primi anni di vita attraverso il rapporto genitore-figlio, qualora questo non corrisponde ai parametri armonici. Ciascun debito è legato alla violazione del diritto d‟essere amato: un diritto riconosciuto e cautelato dall‟ordine e che determina il futuro della persona, fungendo da catalizzatore ogni qual volta verrà infranto. Da questa violazione dipenderà non solo il suo rapporto con l‟Amore ma anche lo sviluppo di tutte le qualità armoniche. Infatti il modo, la frequenza e la natura di ogni infrazione futura è data dal rapporto con le sue strategie d‟aperura, cioè con quelle d‟amore. Se il funzionamento dell‟Ordine è legato al libero fluire (quale flusso armonico principale), il rapporto con l‟Amore è il punto centrale della vita della persona. Ogni bambino, a seconda dell‟esperienza vissuta nei primi anni di vita, sviluppa precise strategie d‟Amore, determinate dal debito genitoriale con il quale entra in contatto già al momento del concepimento; egli lo acquisisce attraverso l‟incapacità dei genitori di donare e generare una qualità d‟amore sufficiente ai fini empirici. Tutto ciò che i genitori sono in grado di insegnare al proprio figlio è ciò che loro stessi hanno appreso da piccoli e assieme alle loro strategie d‟amore tramandano la consegna familiare della stirpe (cioè quella proveniente dai loro genitori). In alcuni casi il debito è così pronunciato che la madre non riesce ad abbracciare i propri figli, nonostante sia colma d‟amore; in altri, invece, il bambino non riesce a fare un passo senza che i genitori lo invadano riversandogli addosso la loro ansia, scambiando Amore con Paura. Ci sono casi in cui la madre costringe il figlio a mostrarsi autonomo in età precoce infrangendo il suo diritto d‟essere bambino e di ricevere amore nella purezza d‟anima; oppure esistono i rapporti genitori-figli in cui il bambino sente di non essere mai abbastanza e per essere accettato ha bisogno di guadagnarsi l‟amore, sviluppando la sindrome del primo della classe. Attorno a tutte queste strategie d‟amore genitoriale il figlio sviluppa le sue strategie vitali corporee ed emotive che determinano il suo approccio con il mondo. Il diritto d‟essere amato costituisce la base su cui ciascuno costruisce il suo essere persona integrata tale da poter accedere al movimento armonico dell‟amore. In caso contrario, quando cioè questo diritto non viene riconosciuto, si crea una 18


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forza disarmonica che preclude all‟individuo la capacità di poter amare, di riconoscere l‟amore e di riprodurlo, non avendo sperimentato su di sé l‟amore genuino e autentico. Il dolore represso farà ritirare la sua anima dal flusso armonico diventando egli stesso portatore di un bisogno disperato di attirare dolore anziché amore fino

quando non comincerà a riscattarlo: egli vivrà così nell‟illusione di

amare.

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Paragrafo 4

DEBITO E OMBRA Nel nostro tempo i figli sembrano essere privi di ogni eredità, sembrano consegnati a una eredità impossibile. L’eredità non è mai il riempimento dell’assenza strutturale del padre, ma è sempre e solo il suo attraversamento. Nondimeno nell’ereditare è sempre in gioco anche la trasmissione di un dono che può umanizzare la vita. Come avviene questo dono in un’epoca in cui le vecchie generazioni hanno reciso il legame con la nuova, hanno ceduto di fronte alla responsabilità della loro parola? Se le nuove generazioni non possono trovare la donazione nei padri della tradizione la donazione può avvenire solo laddove vi sia un incontro con una testimonianza. È’ questo il vero regno che può essere trasmesso da una generazione all’altra. Come può la catena delle generazioni trasmettere la potenza vitale del desidero? Massimo Recalcati, “Il complesso di Telemaco” Questa citazione può essere tradotta in termini empirici: per eredità si può intendere la consegna d‟amore; il dono può rappresentare l‟amore e il padre la stirpe nel pieno della sua responsabilità. Recalcati è preoccupato per una società di giovani orfana d‟amore, senza modelli di riferimento sani e in attesa di una libertà intesa come consapevolezza d‟Amare. Già dalla pancia della mamma o da quando il neonato viene preso in braccio per la prima volta, il piccolo è responsabile dell‟amore che sta ricevendo: ne percepisce la qualità, sente se è un bambino desiderato, amato o, al contrario, se rappresenta un peso per i genitori. E‟ in questi primi momenti di vita che si trasferisce la qualità d‟amore: se è insufficiente crea nella persona un‟ombra che costituirà il moto principale della sua anima, tenendola lontana dal flusso d‟amore che sarà sostituito da valori personalizzati. Questi vengono

percepiti apparentemente

come intriganti e fascinosi

denigrando ogni moto d‟amore e definendolo sdolcinato e ingenuo. Il suo portatore detesta le strategie d‟apertura senza rendersi conto che è soltanto la paura della luce a tenerlo lontano dall‟amore subendo l‟attrazione della chiusura e della separazione, aspetti che illudono l‟individuo di emergere dalla mediocrità così temuta. 20


Capitolo 2

QUANTE CANDELINE SI ACCENDONO?

Molte persone, infatti, sono sommerse da un‟ombra ingente senza esserne minimamente cosciente, anzi sono convinti del contrario, poiché si sentono privilegiati al di sopra di ogni sospetto. Sono persone professionalmente affermate, socialmente superiori al di sopra delle righe. In chiave sistemica, però, si tratta di scelte di paura da parte di chi ha la consapevolezza angosciosa di “non meritare l„amore“. L‟arroganza di chi sente l‟onnipotenza del potere d‟acquisto, il buon gusto a tutti i costi, la mania di protagonismo, la follia di chi è fuori dalle righe, la prepotenza, lo snobismo sono aspetti d‟ombra in grado di generare un fascino perverso, un‟attrattiva morbosa che il sistema individua come “affinità d‟ombra”. L‟Ordine non riconosce questi valori come fascinosi ma come moti controarmonici. Allo stesso tempo, però, il suo portatore soffre per le conseguenze di questa separazione dai moti d‟amore, percependo un vuoto angosciante e una mancanza di appagamento su un livello profondo facendo emergere atteggiamenti propri della sua ombra. Essa si annida dove manca la luce e l‟Amore viene sostituito da valori surrogati che a prima vista sembrano interessanti. La paura dell‟individuo ad avvicinarsi all‟amore costituisce il presupposto della sua incapacità d‟amare anche se, nel profondo, è il suo desiderio più disperato. Qualunque relazione affettiva rappresenta lo specchio della propria ombra, poiché la condizione alterata del partner indica quella della controparte (un uomo Yin è attratto soltanto da una donna Yang: si attraggono e si compensano nella loro ombra). Chi è separato dal libero fluire in una relazione non fa altro che soddisfare un bisogno d‟amore vivendolo come un vero e proprio affanno per poi rendersi conto, in un secondo momento, dell‟auto-inganno: egli si innamora ma senza poter trasformare questa euforia in amore.

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Capitolo 3

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La cosa più difficile da trovare nei legami amorosi è l’Amore. Franҫois de La Rochefoucauld, “Massime” 22


Capitolo 3

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Paragrafo 1

L’ATTRAZIONE FATALE L’Amore, come la fortuna, giunge quando meno te lo aspetti. Ti scaraventa nella confusione e svanisce come la nebbia quando vorresti trattenerlo. Le sue proprietà stimolanti sono quindi un lusso riservato a pochi fortunati, ma precluso a chi non è stato trafitto dal suo dardo. Isabel Allende, “Afrodite” Nell‟età della tecnica l‟amore ha cambiato radicalmente forma: da un lato è diventato l‟unico spazio in cui l‟individuo può esprimere davvero se stesso, al di fuori dei ruoli che si trova ad assumere, dall‟ altro è diventato il luogo dell‟individualismo, dove uomini e donne cercano nel tu il proprio io e nella relazione non tanto il rapporto con l‟altro quanto la possibilità di realizzare il proprio sé profondo. L‟unione di due persone non può essere offuscato da condizioni sociali ma è il frutto di una sintonia che avviene in nome dell‟amore. Così inteso diventa un assoluto (dal latino ab solutus, sciolto) in cui ciascuno può liberare quel profondo sé stesso che non può esprimere nei ruoli che occupa in società. L‟amore diventa così la misura del ”senso della vita“ e non ha altro fondamento che in se stesso, cioè negli individui che lo generano. Essi, nell‟amore, rifiutano il calcolo, l‟interesse, il raggiungimento di uno scopo per accogliere la spontaneità, la sincerità, l‟autenticità e l‟intimità che oggi la società non permette più di esprimere. L‟amore è nelle mani degli individui che si incontrano e ha il suo fondamento nel segreto della loro intimità, unico luogo dove la loro energia è data d‟esprimersi nella libertà e nel ritmo della passione d‟amore. Gli innamorati non riconoscono alcuna distanza sopraordinaria al loro amore che non ha altro fondamento se non nella loro libera scelta.

L’amore così si avvolge nel suo enigma: il desiderio, lo sperare, l’intravedere una possibilità di realizzazione per se stessi cozzano con la natura dell’amore che è essenzialmente relazione all’altro, dove i due smettono di impersonare ruoli, di compiere azioni orientate a uno scopo e, nella ricerca della propria autenticità, 23


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diventano qualcosa di diverso rispetto a ciò che erano prima della relazione, svelano l’uno all’altro diverse realtà, si creano vicendevolmente ex novo, cercando nel tu il proprio sé stesso. (Umberto Galimberti, “Le cose dell’amore”) L‟amore come incontro di anime, come forza trascendentale, come spinta vitale data dall‟incontro di due corpi che producono tensione e vibrazione suonando lo strumento dei loro cuori in sintonia tra loro e con l‟Universo intonando l‟armonia che soltanto due anime elette possono creare: metafore che identificano l‟amore tra uomo e donna. La risonanza del ritmo del cuore, la risonanza del respiro, la vibrazione che produce il corpo quando riconosce la stessa energia in un altro. Tutto questo crea l‟attrazione tra due persone che io definisco “chiamate dall‟Amore autentico”. E si riconoscono tra tante, senza il bisogno di dire o di fare. Il loro respiro segue lo stesso ritmo, si attrae, si insegue venendo pervasi da un‟emozione che li attira sempre più. Riconoscersi nel sentire è il Dono dell‟amore. Non credevo fosse possibile un’energia così prorompente e leggiadra allo stesso tempo. Ed è grazie al percorso di evoluzione personale con approccio empirico che ho avuto la possibilità di sperimentare e vivere l’amore quale forza vitale, quale motore e centro pulsante della vita. Durante un seminario del prof. Michel Hardy ho potuto riconoscere la mia femminilità, o meglio, la mia sessualità femminile fino ad allora celata dai tabù familiari ed è stata la svolta per la mia vita: contattare la carica femminile, averla riconosciuta e onorata dal compagno crea una stato di pace interiore che mi ha permesso di poter respirare la vita volando nel mio sentire.

Dice ancora Galimberti: “Nell’apice dell’amore l’io e il tu si dissolvono come il gioco del vedere e dell’essere visto, e questa rinuncia al proprio io e all’ immagine del proprio corpo è resa possibile dalla fiducia nell’altro, senza la quale non potrebbe essere superata la profonda angoscia che l’orgasmo possa condurre alla perdita di sé come nella morte. La fiducia garantisce il ritorno, ma non evita che per un istante, per quell’istante in cui si perde la testa per entrare nel corpo, il nulla si introduca furtivamente nella vita. Se l’essere umano diventa, per chi lo fa oggetto d’amore, la trasparenza del mondo; se ciò che attraverso di lui appare è l’essere pieno, illimitato, che oltrepassa di gran lunga i limiti dell’individualità, è pur vero che tutto ciò è possibile solo nella violazione della sua e della nostra individualità.” 24


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L’amore è l’anticipazione della morte nel corso della vita. L’erotismo è l’approvazione della vita fin dentro la morte e ciò tanto nell’erotismo dei cuori che in quello dei corpi: una sfida lanciata dall’indifferenza. (Georges Bataille, “L’erotismo”) La sessualità, l‟incontro di due corpi va inteso come grazia e non come colpa, come “remedium concupiscentie” (Tommaso D‟Aquino) ovvero come rimedio della creaturalità, principio dell‟ordine empirico per la tutela della specie. L‟essere maschio o femmina significa inequivocabilmente ”essere pienezza“. Chi ha difficoltà a vivere questo stato nell‟amore, vive in dipendenza dall‟altro. Ciò che si cerca nel rapporto sessuale è il superamento della scissione: nell‟estasi dell‟orgasmo è dato agli umani di dimenticare per un attimo l‟impotenza dell‟essere frammentato.

“Quest’uomo e questa donna con la loro duplice fame hanno cercato di spingersi oltre la cortina di Dio, e ci sono riusciti per un momento, anche se poi Dio, nella sua perversione, scioglie il nodo. (Anne Sexton, “Poesie su Dio”) Ma non solo. La sessualità è anche la possibilità di aggredire e atterrare la morte: l‟orgasmo viene vissuto come una piccola morte ma anche una piccola resurrezione, poiché l‟atto d‟amore è l‟atto della creazione che onora la vita. Come dire che l‟uomo e la donna fanno l‟amore perché non vogliono morire, vogliono vincere la solitudine. A tal proposito Milan Kundera sostiene che ”nel rapporto sessuale non solo si uniscono due corpi, non solo si incontrano due anime, ma l’anima incontra il rapporto con il corpo”. La sessualità si rivela quale incontro di corpi e di anime. Si può dire parafrasando Freud che “la libido è dunque certamente ricerca di piacere, è ricerca dell‟altro, ma è sempre e comunque ricerca della propria anima. Per l‟Approccio Empirico la carica Yin e quella Yang, che rappresentano l‟uno l‟opposto dell‟altro, si compensano nella parte mancante al fine di poter essere un dualismo, generando una tensione vitale. E‟ così che si attraggono irresistibilmente per la diversità delle loro cariche. Il loro denominatore comune è il progetto empirico riguardante la procreazione e l‟accudimento della prole. In assenza di progetto comune, ossia senza l‟amore e senza prole, il rapporto diventa difficoltoso da sostenere (disfunzionale) venendo a mancare la ragione che legittima la coppia. Il progetto empirico che la coppia integrata può concepire, ossia quella della salvaguardia della specie, è una garanzia per l‟ordine e rappresenta il Diritto alla vita, un diritto che sta alla base di tutto ciò che è. 25


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Come afferma il prof. Hardy si tratta di una dichiarazione d‟amore nei confronti dell‟universo.

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Paragrafo 2

ATTRAZIONE E INTEGRAZIONE Gli amanti che passano la vita insieme non sanno dire che cosa vogliono l’uno dall’altro. E’ allora evidente che l’anima di ciascuno vuole altra cosa che non è capace di dire e perciò la esprime con vaghi presagi, come divinando da un fondo enigmatico e buio. Platone, “Simposio” In tanti detti della saggezza popolare le differenze vengono viste sia come un bene che come un male per il vivere insieme: “cerchiamo ciò che unisce e non ciò che divide”, “non ti piglio se non ti assomiglio”, “gli opposti si attraggono”, ecc… “Di fronte ad esse possiamo provare paura, fastidio, attrazione, curiosità, voglia

di avvicinarci o di allontanarci. Sulla loro accettazione o sul loro rifiuto ogni persona costruisce la propria relazione e ogni persona costruisce la propria trama relazionale e ogni città si dà criteri umani o disumani”. (cit. Giovanni Salonia) La diversità rimanda all‟unicità, che è un dato di fatto, ma che necessita di un percorso di crescita per essere accettata. Per vivere la nostra unicità in modo sereno bisogna aver accettato di essere separati e nello stesso tempo integrati proprio nella diversità che completa, che ci permette di connettere con la nostra carica primaria sostenuta da quella secondaria. Chi vive l‟essere integrato può essere definito il poeta della propria esistenza permettendosi di stare nel libero fluire, con apertura e creatività, con amore. L‟amore nella “coppia integrata” non ha bisogno di manifestarsi attraverso dimostrazioni continue ma richiede un‟alimentazione costante. Essa costituisce l‟unico modello relazionale sano e genuino, un punto di riferimento assoluto (per ogni uomo e donna) in cui l‟uomo è in grado di onorare la propria donna senza doverla prevaricare né sottomettersi. Allo stesso modo anche lei sa sostenere il suo uomo senza sfidarlo sapendolo arginare attraverso il suo potere Yin. Si tratta dell‟unica relazionale stabile e genuina che permette l‟appagamento di entrambe le parti anche a lungo termine. La loro è la sola relazione in grado di 27


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generare una qualità d‟amore valevole ai fini empirici, segno dell‟assenza di debito dei loro protagonisti. La coppia, infatti, si intende integrata poiché si è creata attraverso la sintonia della coscienza empirica e non attraverso l‟affinità morbosa di quella personale. Questo nutrimento è libero da proiezioni infantili, dalla necessità di conferme morbose o da richieste disarmoniche. L‟amore autentico tra le parti permette un rapporto di scambio, un donarsi in maniera autentica e piena dove l‟uno è in grado di accogliere l‟altro. Nessuno di loro ha la sensazione di amare troppo o di non essere amato: atteggiamenti tipici di un rapporto alterato.

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Paragrafo 3

IL POTERE NELLA COPPIA L’amore è composto da un’unica anima che abita in due corpi. Aristotele Ogni coppia si forma in quanto l‟uomo si propone, ma è sempre la donna che segue. L‟uomo assume il ruolo della guida e la donna segue per convinzione e volontà anche se è lei a tenere maggiore potere nella relazione. Formatasi la coppia è lui che ha il potere verso il mondo esterno, mentre lei lo tiene al suo interno. Attraverso questo movimento fluido di amore l‟uomo acquisisce il diritto alla famiglia, alla procreazione e all‟intera gestione della coppia. L‟uomo Yang integrato riconosce il potere della sua compagna, inchinandosi liberamente davanti a esso e onorandolo al meglio: lo percepisce a livello profondo, facendo ruotare la propria facoltà di guida intorno al suo Amore. Lei, sentendosi protetta e sicura, gli riserva il posto di capofamiglia; lui riconosce in lei la sua maestra d‟amore ed è per questo che mette tutto se stesso al servizio di questa dote. Lui si inchina davanti ai valori femminili, alla capacità di donare la vita, è stupefatto dalla sua facoltà di donare dolcezza e leggerezza dove lui reagirebbe in maniera brusca. Ecco, ciò che a prima vista può sembrare la parte più debole della coppia in realtà è la sua forza maggiore. Entrambi si riconoscono esaltandosi reciprocamente in un senso profondo di appagamento. Solo l‟uomo integrato è capace di onorare i principi femminili e lei ricambia con la stessa intensità. Una coppia integrata è capace di instaurare un rapporto d‟amore autentico, basandosi sulla forza sinergica di ambo i sessi. Così dall‟io nasce il noi. Questo tipo di rapporto esclude ogni tentativo di voler cambiare l‟altro sottraendo all‟amore il suo ciclo continuo e autorigenerante. “L’altro mi rimanda la mia immagine, altrimenti invisibile o in ogni caso

indefinita. Di fronte ad un Tu mi riconosco, scopro il mio Io. E poiché provengo da un’appartenenza, solo quando mi sento visto dall’altro mi sento confermato nell’essere presenza nel mondo” (cit. Giovanni Salonia) Dall‟incontro del Tu e dell‟Io nasce il Noi. 29


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Una sorta di rottura di sé perché l’altro lo attraversi: questo è amore. L’amore non è ricerca della propria soggettività, è piuttosto l’esplorazione della soggettività, è l’essere trascinato dal soggetto oltre la sua identità, è il suo concedersi a questo trascinamento, un’incondizionata consegna di sé all’alterità che incrina la nostra identità, non per evadere dalla nostra identità, non per evadere la nostra solitudine, né per fondersi con l’identità dell’altro, ma per aprirla a ciò che noi non siamo, al nulla di noi. (Umberto Galimberti, “Le cose dell’amore”) Il concetto del Noi è molto forte e per me rappresenta la massima espressione dell’amore tra due persone. Sentire il Noi e viverlo come nutrimento dell’anima, come energia circolare: nulla è un peso, nulla è fastidio. Vivere l’armonia della coppia, nell’amore autentico, rigenerarsi nell’amore rigenerante con la sua forza circolare, è un dono che va onorato e nutrito. E’ stato proprio durante uno dei nostri seminari che il prof. Hardy ha sottolineato l’importanza del Noi come principio che va vissuto e non sottovalutato. Onorare il Noi nella presenza dell’altro dando, nella risonanza dei cuori, ascoltando il tuo e il suo sentire. Sembra un’ impresa ardua ma soltanto per chi non è connesso con la propria carica e per chi non è un essere integrato.

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Paragrafo 4

ATTRAZIONE NELL’OMBRA “Diego non era mio - nessuno può mai appartenere a qualcun altro - e la contingenza di essere sua moglie non mi dava alcun diritto su di lui o sui suoi sentimenti. L’Amore è un libero contratto che scocca come una scintilla e può concludersi allo stesso modo. Mille pericoli lo minacciano e se la coppia lo difende può salvarsi, crescere come un albero, e offrire ombra e frutti. Ma questo avviene solo in due.” Isabel Allende, “Amore”

All‟origine dell‟affinità tra due persone vi è la loro parte ombra che è la base dell‟ attrazione o del rifiuto. L‟uomo si sente sempre attirato da chi lo sa compensare nelle sue attitudini e nei suoi modi di fare ma che allo stesso tempo gli è anche affine nel debito. Più grande è quest‟affinità più percepisce un profondo senso di appartenenza, di riconoscersi nell‟altro. Dalla sinergia di questi parametri si possono individuare diversi profili di debito che si differenziano principalmente per la diversità della loro qualità d‟amore, assimilata durante il periodo d‟infanzia. Esistono alcuni modelli di ”provenienze” differenti, a seconda del tipo di coppia che li ha generati. Ognuno è composto da partner che evidenziano un tipo alterazione ben precisa, costruitasi attorno alle proprie strategie d‟amore che creano affinità elettive soltanto con certe persone piuttosto che con altre.

Esistono molteplici ruoli tra uomo e donna, tutti speculari tra loro, che si attirano per la loro compensazione empirica. Ciascuno attrae soltanto il suo ruolo speculare e non percepisce il fascino di partner al di fuori di esso.” (Michel Hardy, “La grammatica dell’essere - vol.2 - Il debito empirico”) Nella maggior parte dei casi, dunque, l‟uomo e la donna si riconoscono e si attraggono per empatia del debito e del dolore creando come base della loro relazione un sentimento che in realtà non è amore, ma una sorta di consolazione che a lungo andare farà uscire tutte le sue ombre. “Il partner perfetto esiste”, afferma Hardy, “da qualche parte del mondo ma soltanto in funzione della propria ombra”.

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Paragrafo 5

IL NON AMORE NELLA RELAZIONE ALTERATA Non dico che siano tutti uguali, ma si assomigliano abbastanza. Scambiando i ruoli le cose non stanno così: pochi uomini sanno soddisfare una donna e molti meno sono interessati a farlo. Isabel Allende, “Amore” La dinamica dell‟amore è la massima espressione di un rapporto sano che si alimenta attraverso un flusso energetico auto-rigenerante. La relazione alterata, qualsiasi forma essa sia, non è in grado di produrre questa energia utilizzando un attaccamento morboso e patologico. Dove esiste attaccamento emotivo non c‟è amore, per quanto spesso la persona lo possa scambiare con esso. Lo stato di bisogno personale vieta ogni tipo di nutrimento d‟amore, poiché le strategie di attaccamento prendono e colmano i propri vuoti attraverso il rapporto con l‟altro. Anche una semplice attrazione o una simpatia nascono dalla compensazione delle

cariche.

Due

persone

che

empiricamente

si

compensano

non

necessariamente si innamorano. Si tratta di un bilanciamento delle loro cariche che avviene nell‟attrazione della loro ombra. E‟ il caso dell‟uomo Yin (finto Yin) e della donna Yang (finta Yang) che unendosi formano la “coppia inversa”, o dell‟uomo finto Yang e della donna finta Yin che formano la “coppia alterata”. Queste coppie si distinguono attraverso la mancanza di una carica: ambedue sono prive di una corrente vitale sana e si rispecchiano, non nella loro luce bensì nella loro ombra. Esse sono portatrici di una carica compromessa ed instaurano una relazione basata sul sentimento del bisogno poiché manca la tensione necessaria a generare la risonanza dell‟anima.

E’ importante ricordare che abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno ora e che l’essenza del nostro essere è Amore. Se pensiamo che abbiamo bisogno di ottenere qualcosa da un altro, ameremo quella persona quando ci darà ciò che pensiamo di volere e l’odieremo quando non lo farà. Abbiamo spesso relazioni di amore/odio in 32


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cui ci troviamo a scambiare amore condizionato. La necessità di ottenere porta al conflitto e all’ angoscia ed è associata esclusivamente alla concezione lineare del tempo. (Gerald Jampolsky, “Amare è lasciare andare la paura”) Instaurare un rapporto sulla dipendenza e sul bisogno non è amore. Il bisogno è uno stato del bambino: egli è dipendente anche nel respiro dalla madre quando è dentro la sua pancia. Per il bambino l‟amore è purezza, è autentico; nell‟adulto poi, a seconda della propria consegna, l‟amore si trasforma in possesso, vissuto come esclusività mettendo attorno a sé, come afferma il prof. Hardy, un filo spinato da cui si è intrappolati inconsapevolmente. Il bisogno in amore c‟è ma è necessario saperlo gestire. E‟ normale che in un rapporto di coppia si instauri una co-dipendenza che crea fedeltà e che permette la realizzazione del progetto di vita. La qualità dell‟amore dipende dalle ferite e da quanto abbandono l‟individuo porta dentro lo “zaino della sua vita”. Questo zaino va alleggerito durante la crescita, prendendo in mano le proprie ferite, i propri dolori, le proprie paure e perdonare se stessi e la propria stirpe, ma farlo è molto doloroso: è molto più comodo restare a casuccia propria con i propri dolori. Uno stato che si conosce molto bene e che rassicura l‟individuo poiché in questo territorio può muoversi con sicurezza. Bisogno, dipendenza, aspettative: sono tutti indicatori di relazioni alterate che sono destinate a vivere nel non amore, nella sterilità dei sentimenti anche se gli individui sono convinti di vivere una relazione d‟amore. Come simpaticamente parafrasa il titolo di un film: ”Credevo fosse amore, invece era un calesse…” E quando ci aspettiamo che gli altri soddisfino i nostri desideri ed essi ci deludono, com‟è inevitabile che facciano, noi ne siamo afflitti. Questo dolore può assumere la forma di frustrazione, disappunto, rabbia, depressione o malattia. Come conseguenza ci sentiamo intrappolati, limitati, respinti o attaccati. All‟interno di una coppia inversa, ad esempio (uomo Yin/donna Yang), la donna detesta la debolezza del proprio partner e l‟uomo teme l‟aggressività della sua compagna ma, nonostante ciò, sono avvolti da uno stato di dipendenza reciproca vivendo un rapporto di convenienza invece che di amore. Vivono nella paura d‟essere scoperti per quello che realmente sono e riconosciuti nella loro debolezza: la donna Yang è cosciente della sua inadeguatezza e l‟uomo della sua eccessiva sensibilità. Così lei contrasta la sua paura con l‟aggressività e lui con l‟accondiscendenza. 33


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Questo tipo di rapporto, basato sulla richiesta e non sull‟amore, vive nella finzione e nella prigione di se stessi ed è destinato prima o poi a sfaldarsi. La stessa dinamica si può trovare all‟interno della coppia alterata (donna Yin alterata e uomo Yang alterato): ambedue fanno finta di interpretare ciò che in verità non sentono, ossia d‟essere un vero uomo e una vera donna. In ogni coppia alterata ciò che viene percepito come amore in realtà è uno stato di convenienza atta a soddisfare le necessità dei singoli partner escludendo così ogni sentimento d‟amore consapevole. Il loro legame è più uno stato di bisogno, di dipendenza affettiva. I portatori di eccesso di Yin tendono all‟abuso affettivo; il possesso e il predominio è tipico invece dell‟eccesso Yang. Le frasi del tipo: ”ho bisogno di te”, “se sei felice tu sono felice anch‟io”, “non vedi cosa faccio per te” sono sintomatiche di rapporti dove regna il bisogno, la dipendenza, il dominio, la sottomissione.

I mariti dicono di amare le mogli, ma è solo un dominio: sono troppo gelosi e possessivi, come possono amare? Le mogli continuano a ripetere di amare i mariti, ma non fanno altro che creare un inferno quotidiano, ventiquattr’ore su ventiquattro: fanno di tutto per abbrutire il marito, rendendolo succube e castrato. Un marito succube della moglie è qualcosa di abnorme. E il guaio è che la moglie prima riduce il marito a proprio schiavo, lo incatena letteralmente, poi perde qualsiasi interesse per lui. Infatti, che interesse può mai suscitare in marito totalmente succube? Sembra non avere alcun valore, non sembra neppure uomo. All’inizio il marito cerca di ridurre la moglie a sua proprietà, quando lo diventa, la donna perde ogni attrazione. (Osho Rajneesh, “Tu sei amore”) Le coppie inverse o alterate si illudono di essere in una relazione d‟amore invece sono in un rapporto segnato dalla paura di restare soli, dal bisogno di dipendere o di sottomettere l‟altro negandosi di godere del dono più grande che l‟universo possa offrire, ossia quello dell‟armonia dell‟amore. Si può onorare l‟altro soltanto se amiamo noi stessi, se solo conosciamo il nostro amore. L‟amore non ferisce mai nessuno. Alla domanda “come stai con te?” bisogna rispondere connettendosi con il cuore e la risposta rappresenta il termometro dell‟integrazione o dell‟alterazione dell‟ individuo. Un‟altra paura nelle relazioni è la paura di perdere la possibilità di vivere momenti meravigliosi con chi si ama. Per cui si genera un sentimento di attaccamento, di ansia, di struggimento, di malinconia e di tristezza che impedisce il 34


Capitolo 3

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semplice fluire della vita nuova. Il vero Amore non è questo e non di questo ha bisogno.

L’amore non è dolore, non è una stretta al cuore, ma uno sgorgare leggero e inevitabile di un sentire spontaneo che nasce dentro di noi e desidera volare fuori finché finalmente, trova uno spiraglio attraverso cui soffiare aria nel mondo. Trova il coraggio di danzare quel movimento spontaneo che sa e può oltrepassare le paure, sanare le fatiche e germogliare di nuova grazia. (Attilio Piazza - Monica Colosimo, “La saggezza viene dal cuore”) Paura d‟amare è paura di sentirsi riconosciuti nella parte amorevole e delicata, nella dolcezza, nell‟accoglienza, nella morbidezza: tutte qualità che la società di oggi giudica ed etichetta come debolezza, come mancanza di potere. Il donarsi all‟altro in maniera incondizionata, oggi non è previsto: piuttosto si è riconosciuti nel potere che si può esercitare sull‟altro negandosi la possibilità di essere se stessi, nella propria autenticità, nella libertà di esprimere il proprio amore per sé, per l‟altro, per l‟universo. Tutto questo rimanda alla negazione del sentire la propria anima come motore della vita, concependo così un amore condizionato da tutto e da tutti: essere se stessi permette di amarsi e di amare riconoscendo nell‟ altro una parte che lo completa, diventando un tutt‟uno, senza paura, ma con gioia nel cuore. ”Paura” dice il prof. Hardy, “è morte nella vita e fa parte del nostro menù emotivo”. Paura d‟amare, dunque, nell‟approccio empirico, è paura di sentire la propria diversità che riporta al non sentirsi in grado, al non essere meritevoli di ricevere e di donare amore.

La diversità rimanda all’unicità che necessita di un percorso di crescita per essere accettata e questa è la prima vocazione di ogni uomo: essere se stesso. Non esprimersi per paura che la propria diversità non venga accettata significa tradire se stessi. (Giovanni Salonia, “Sulla felicità e dintorni”) Tornando

al

ruolo

alterato,

questo

sa

accedere

soltanto

alla

fase

dell‟innamoramento che poi si incrina dopo aver consumato l‟euforia dell‟ infatuazione. Man mano che si consuma, questa energia necessita di essere trasformata per portarla ad un grado più alto. E‟ un rapporto compromesso dalle aspettative, da proiezioni, addossando il ruolo della propria madre o del proprio padre al compagno, che non viene accettato per quello che realmente è. Spesso si innescano dinamiche di sfida e di vendetta, rivendicando le proprie paure e insicurezze sui figli. Il “dopo innamoramento” è una fase quasi dolorosa e delicata. 35


Capitolo 3

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Tuttavia, è proprio il dopo innamoramento che permette di comprendere il suo pieno significato e offre le indicazioni e le opportunità più feconde per un cammino di maturazione affettiva. Ogni innamoramento, infatti, è destinato a finire. Già i Greci avevano definito l‟innamoramento Poros e Penìa: ricchezza e povertà. L‟innamorato è centrato sempre e unicamente sull‟altro. I cambiamenti meravigliosi che avvengono nella sua persona e nella sua vita hanno la caratteristica del dono, della grazia. Ma l‟innamoramento è una fase di dipendenza e nessuno può trovare in un‟altra persona il senso della propria vita. Nella fase del dopo innamoramento non cambia solamente l‟immagine che l‟exinnamorato ha di sé stesso, ma anche quella del suo partner: le stesse qualità che prima entusiasmavano ora deludono. Prima lui sembrava un uomo forte che dava sostegno, adesso appare paternalista e soffocante. Prima lei era bella nella sua debolezza, dopo diventa ossessiva nel suo appoggiarsi.

Amore, amore, come sempre vorrei coprirti di fiori e di insulti… (Vincenzo Cardarelli, “Attesa”) In altre parole le qualità dell‟altro che ci hanno attratto (la vitalità, il calore, la spregiudicatezza) adesso vengono vissute come fastidiose perché sono lo specchio della nostra ombra. Salonia paragona la fase del post-innamoramento ad un rito che porta dall‟infanzia (gratuito ricevere) alla condizione adulta (responsabile e protagonista della propria vita affettiva). Il prof. Hardy afferma che l‟amore comincia quando finisce l‟innamoramento. Finita la carica sessuale viene fuori “ciò che è”: o viene fuori il gancio dell‟anima o l‟incontro si rivela sterile.

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Capitolo 3

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Aver sperimentato l’Amore in questi anni di percorso di evoluzione personale, averne conosciuto la sua energia vitale

determinata dalla

morbidezza e leggerezza del mio ritrovato femminile fluttuante nel libero Fluire, ha aperto una ferita di cui non conoscevo l’esistenza. Mi sono rivista allo specchio e guardandomi mi sono chiesta se nella mia vita sono riuscita ad amare, se sono riuscita a creare quell’amore autentico ed incondizionato di cui il nostro maestro Hardy ci ha fatto sperimentare e sentire. Mi sono rivoltata come un calzino: tre anni di aprirsi per poi chiudersi per paura di sentire le ferite che sanguinavano. Io, nel mio copione da brava bambina che ha bisogno di approvazione, che non si sente in grado di dare amore e, ancor di più, di esserne meritevole. Ma ecco la luce, la risposta. Io, che ho avuto il dono più grande e meraviglioso che una donna possa avere per realizzare il “progetto di vita” ossia la maternità; io che ho saputo creare la vita come posso dire di non essere capace di amare? Onorare e ringraziare per tutto questo è stato come aprirmi all’Amore incondizionato che è iniziato con le mie figlie ma che adesso percepisco come energia in tutto quello che mi circonda. Ho preso consapevolezza e ho perdonato i miei errori e quelli dei miei genitori. Perdonare, per amare: rivelazione che adesso abita nel mio cuore con immensa gioia. Connettermi con me stessa, con il mio sentire, per poi sentire l’energia dell’altro, sentire vibrare il mio corpo d’energia semplicemente nello sfiorarsi, sentire la risonanza di corpi energetici, ma anche riconoscere la dissonanza con altri e accoglierla con amore. Sperimentare

e

vivere

l’amore

come

spiritualità

ed

energia

autorigenerante a ciclo continuo nel dare ma anche nel ricevere incondizionatamente per poter nutrire la mia Anima d’amore puro. In alcuni momenti, durante questo percorsi, posso dire di ”aver toccato il cielo con un dito”. Io so amare, io amo, io sono amata.

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Capitolo 3

DINAMICHE D’AMORE NELLA COPPIA

Paragrafo 6

AMORE CIECO Quando incontri qualcuno nel tuo essere in amore qualcosa di luminoso si commuove al solo aprire gli occhi e guardare chi è di fronte. Monica Colosimo - Attilio Piazza, “La saggezza viene dal cuore” All‟interno delle relazioni di coppie disarmoniche succede che, con il passare degli anni, il partner non corrisponde più alle proiezioni rimandate dal proprio debito, sentendosi abbandonato e tradito. Se l‟altro non offre l‟amore cieco di cui si sente il bisogno, per quanto sia un‟espressione alterata ai fini empirici, ci si sente rifiutati: questo è un genere di amore in cui i sentimenti di appartenenza e di empatia sono più forti. E‟ un amore istintivo che si occupa, o meglio, si preoccupa per volere “il meglio dell‟altro”. L‟amore cieco è come un istinto che ci spinge ad occuparci dei bisogni di colui che crediamo di amare. Desiderare il bene degli altri è un sentimento apparentemente meraviglioso, che accende la cortesia, il rispetto, la gentilezza: eppure, volere il bene dell‟altro diventa causa di sofferenza. Così, ad esempio, se un uomo Yang si avvicina ad una donna empiricamente alterata, mostrando un amore adulto e consapevole, esso non basterebbe a soddisfare la propria partner poiché lei avanzerebbe pretese che esprimono il suo stato deviato. Fino a quando ci si nasconde dietro le aspettative acquisite attraverso la famiglia d‟origine, si rimane intrappolati nell‟ amore cieco. Ci si illude che si tratti di amore con la “A“ maiuscola, soddisfacendo soltanto uno stato di comodo, uno stato superficiale senza vedere l‟altro per quello che è. Questo è un indicatore sistemico che rivela l‟essere ancora nel ruolo del piccolo, nell‟essere in uno stato di bisogno di prendere dall‟ altro, a prescindere dall‟età biologica. Il bambino, infatti, nel suo essere in amore, si aspetta cure, è in continua richiesta di attenzione e riconoscimento: anzi si aspetta addirittura che gli altri ne prevedano e anticipino i bisogni. (cit. Monica Colosimo) Quando nelle relazioni ci si atteggia in questo modo, ovviamente, soffriamo e proiettiamo sugli altri l‟aspettativa che siano loro a doversi occupare di noi, amandoci, dandoci protezione, attenzione, riconoscimento, e anticipando i nostri bisogni. 38


Capitolo 3

DINAMICHE D’AMORE NELLA COPPIA

Dunque, soltanto chi è entrato nel ruolo empirico dell‟adulto, avendo lasciato quello del bambino, può accedere all‟amore come tale. È una qualità dei grandi alla quale i piccoli non possono accedere. Fino a quel momento si rimane nel ruolo della dipendenza, poiché questo è l‟unico moto che il figlio può esercitare verso

il

genitore. L‟amore dei grandi è diverso da quello del bambino il quale conosce soltanto l‟amore basato sui bisogni personali, sulle esigenze e sulle proiezioni infantili (perfettamente in corrispondenza alla fase evolutiva del bambino). E nell‟adulto esso si rivela attraverso al necessità di trovare la madre o il padre nel proprio compagno, scambiandolo per Amore di Coppia. L‟Amore, così, diventa possesso e diritto, sfociando in gelosia. L‟Amore cieco si perde nell‟altro, entra in uno stato di co-dipendenza facendo vivere alla coppia solamente un surrogato d‟amore. Un alto livello di aspettative verso il partner rivela la propria incapacità di concepire l‟amore, di creare amore, di sentire la sintonia e la vibrazione delle corde dell‟anima, ma anche l‟incapacità di saper esprimere il sì consapevole, sostituendolo con scelte di paura. Il “si consapevole” contiene la forza necessaria per potersi auto-sostenere e si basa sulla capacità di dire no che è tipico di chi sa accedere al proprio potere personale. La scelta di paura o il si automatico nasce dalla paura di perdere l‟amore, di non potere soddisfare le aspettative della persona amata. E‟ una negazione del proprio Io, è incapacità di parlare al proprio sostegno, è non sentirsi capaci di amare e di ricevere Amore. Questo modo di vivere le relazioni d‟amore è la radice di tanta sofferenza nei rapporti di coppia generando frustrazione, rabbia, paura, abbandono.

Ogni storia d’amore mette a nudo la natura della nostra anima, che si affida al linguaggio per esprimere il malanimo, l’invidia, la gelosia, i baci avvelenati dall’odio, la tenerezza simulata al punto da sembrare vera, la consapevolezza di conoscere i reciproci segreti: tutti anelli di quella pesante catena che attorciglia la nostra anima nelle trame che solo il linguaggio sa tessere. Forse, dietro alla vita a due non vi è nulla, e questo nulla che si cela suscita quella curiosità che fa di ognuno di noi un instancabile creatore di Amore, quasi sempre immemore che ogni evento d’amore è sempre decretato dal cielo. (Umberto Galimberti, “Le cose dell’amore”)

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Capitolo 4

LA FORZA NELL’AMORE

Come una dichiarazione d’amore davanti alla propria creazione così anche il lento volo del gabbiano, occhi pieni di lacrime e di stupore o la magia di un crepuscolo davanti al mare calmo Tutto esprime questo principio fondamentale Michel Hardy, “Grammatica dell’essere - vol .VI” 40


Capitolo 4

LA FORZA NELL’AMORE

Paragrafo 1

DAL CODICE YANG… Ciascun codice contiene le caratteristiche del proprio sesso biologico, i talenti più ambiti, le sue caratteristiche più spiccate, ma anche quelle meno apprezzate e ritenute ignobili. Occorre l‟insieme di tutte le qualità empiriche, sia quelle luce che quelle ombra, per radicare la persona nel proprio codice, ossia nel ruolo di uomo e di donna ai fini empirici. Entrambi sostengono il suo ruolo nel modo più funzionale essendo questo codice l‟unico scopo e finalità della sua esistenza. A prescindere dalle mode e dalle culture, dagli stili di vita e dai gusti correnti, il sistema prevede un unico modello genuino del maschile e del femminile, decretando tutti gli altri come alterati. L‟ordine non prevede soltanto che ogni uomo sappia interpretare il proprio codice ma che sia capace di accedere anche alla totalità delle sue qualità senza distinzione né discriminazione di genere. Così ogni uomo-maschio ha bisogno di sapersi esprimere attraverso l‟interezza dei principi Yang. Non è previsto, quindi, che lui sia dolce e accomodante prima di aver instaurato un rapporto genuino con la propria aggressività, né che faccia a meno della sua autorità o capacità di sfida a favore della sola gentilezza e diplomazia. Soltanto in un secondo momento, avvicinandosi all‟età empirica dell‟ integrazione, egli può trovare anche la propria identità femminile, integrando anche i principi Yin come sostegno ai moti guida maschili. La carica Yang permea tutto il mondo maschile, plasmando ogni suo moto, desiderio ed emozione: essa genera i suoi talenti, le qualità e le doti empiriche del sesso maschile. Il codice Yang si sviluppa all‟ interno di un dualismo in cui luce e ombra si completano e si contrastano vicendevolmente. Da un lato c‟è la parte maschile più desiderabile e ambita alla quale ogni uomo aspira, fonte leggendaria dei racconti più valorosi e ispirazione di tutti i tempi, mentre dall‟altro si sviluppa la sua parte più aggressiva, cinica e disprezzante. Il codice maschile contiene indistintamente tutte le qualità, sia quelle che rendono fiero l‟uomo (qualità luce), sia quelle di cui farebbe volentieri a meno (qualità ombra). 41


Capitolo 4

LA FORZA NELL’AMORE

Essi compongono la Matrice d‟Eccellenza ed esprimono il principio di automiglioramento dell‟universo: una spinta che contempla la dualità come unico principio vitale ma che predilige l‟ordine dell‟ amore rispetto a quello dell‟odio favorendo sempre la vita alla morte, l‟amore alla solitudine, la luce all‟ombra.

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Capitolo 4

LA FORZA NELL’AMORE

Paragrafo 2

LA FORZA VITALE Possano le parole del cuore accendere la Luce che guida il vostro cammino. Monica Colosimo L‟uomo dispone di una carica primaria che gli dona vitalità e dinamismo, forza e controllo, determinazione e intraprendenza, senza doversi mai interrogare sulla sua provenienza o legittimazione. In contempo è portatore di una spinta genuina che determina il suo dinamismo ed è responsabile di ogni suo slancio fisico o emotivo che sia. Si tratta del diritto di manifestarsi, di essere ciò che si è, di esprimersi liberamente con la profonda sicurezza di esserne legittimati. Una forza che lo rende meno sensibile ed emotivamente più stabile del sesso gentile, generando a volte una sana dose di arroganza e menefreghismo (qualità ombra del codice Yang). Ma è proprio la carica aggressiva che rappresenta la colonna portante su cui si fonda l‟interezza dei suoi principi che gli dona stabilità e sicurezza nella vita di tutti i giorni conferendogli una sensazione profonda di potere personale. Dalla carica aggressiva fiorisce la spinta irrefrenabile dell‟auto-realizzazione, il trampolino di lancio per ogni ambizione e la sua messa in opera. È proprio tale carica a conferirgli il diritto di manifestarsi in questo mondo, all‟insegna delle proprie doti e dei propri talenti, mostrando l‟incisività e la determinazione in qualunque sua espressione, senza la quale il genere umano non potrebbe esprimere la propria unicità. Si tratta dell‟unico ruolo maschile genuino ai fini empirici, il punto di riferimento per tutti i parametri Yang dell‟ordine. Egli costituisce l‟unico modello legittimo (ai fini empirici) dell‟essere uomo; è l‟archetipo della vitalità, della pulsazione e del vigore. Esso rappresenta la “normalità” e non la straordinarietà. Solo lui sa accedere alla forza integrata, esprimendo l‟insieme della forza Yang e della dolcezza Yin, della potenza e dell‟autorità Yang e della sensibilità e amorevolezza Yin. L‟uomo Yang integrato sa gestire e modulare la propria forza, in quanto l‟assenza di debito non lo costringe di interagire con il mondo attraverso un “filtro personale” poiché lui accede al suo sentire attraverso una scala di valori oggettivi propri della sua carica. 43


Capitolo 4

LA FORZA NELL’AMORE

L‟uomo integrato sa esercitare il diritto di guida soltanto se lui stesso ha potuto decifrare l‟amore Yang da parte del proprio padre, ragione per cui egli è l‟unico ruolo maschile in grado di concepire l‟amore Yang.

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Capitolo 4

LA FORZA NELL’AMORE

Paragrafo 3

IL LATO YANG DELL’AMORE Di norma il genere umano predilige una visione dell‟amore romanticosentimentale: essa è soltanto una delle sue forme espressive. Concetti come la forza, l‟ordine o la spinta vitale non vengono attribuiti al suo ambito, anzi spesso sono ritenuti in contrasto con esso. Ai fini empirici, invece, ne fanno parte integrante. L‟amore, concepito esclusivamente in chiave Yin, conferisce ad esso una visione incompleta: non sono soltanto la dolcezza, l‟amorevolezza e la tenerezza ad appartenere a tale ambito. Esso, senza la spinta vitale, manca di forza e consistenza assumendo una carica fragile, debole e di sottomissione: qualità, queste, tipiche del codice Yin. L‟amore, comunemente inteso, si lascia per il tempo libero come un hobby e gli uomini si sentono a disagio in sua presenza provando, addirittura, un senso di vergogna nel dovere pronunciare il suo nome e, dal momento che non lo percepiscono come loro moto, provano imbarazzo nel doverlo mostrare. Per l‟ordine empirico entrambi i sessi possiedono un lato maschile e un lato femminile anche se in maniera diversa. L‟amore è l‟unica forma empirica in grado di includere la carica Yang e la carica Yin e che sa esprimere la forza e la potenza in chiave dolce e armoniosa unendo i due opposti in un‟unica energia. La forza dell‟amore Yang, ossia la spinta vitale del principio d‟automiglioramento integrata con l‟amore incondizionato tipico della carica Yin e con il potere liquido che permette l‟accesso al libero fluire, fa dell‟amore il motore pulsante della vita, il principio su cui si basa tutto l‟ordine empirico: senza la spinta vitale l‟amore non avrebbe la forza per concepire il miracolo della creazione a cui l‟universo si inchina. Se la carica primaria Yin predispone all‟amore incondizionato, all‟altruismo, all‟apertura (principi che per l‟uomo sono secondari), quella Yang predispone all‟amore condizionato, legato al mantenimento del suo ordine e delle regole che ne derivano. Il sistema prevede che l‟amore Yang sia condizionato dal suo compito di difesa e protezione, mentre quello incondizionato funga da donatore di nutrimento senza limitazioni. Il padre sprona, incentivando e stimolando la propria prole, mentre la madre l‟accoglie, comprende e abbraccia. In chiave integrata l‟amore Yang equivale al sostenimento, non copre l‟altro ma lo supporta anche quando l‟altro non aderisce alle sue aspettative e il suo volere. 45


Capitolo 4

LA FORZA NELL’AMORE

L‟amore maschile non prevede come moti affini né l‟accoglienza, né la cura, né l‟amorevolezza in quanto trattasi di principi Yin. Tuttavia sono sempre questi a renderlo desiderabile. Esso si rivela attraverso atteggiamenti apparentemente più scomodi e meno pertinenti, ma sono proprio queste qualità a renderlo indispensabile all‟interno del progetto-coppia, l‟unico a garantire la salvaguardia della specie. La massima aspirazione dell‟amore maschile e quindi dell‟amore paterno si manifesta, attraverso la “tutela del nucleo familiare”, conferendogli struttura e ordine. E così che l‟uomo dona forza e protezione a chi ama utilizzando la chiarezza, la determinazione. La sua meta è tracciare i binari sicuri alla prole e offrire una struttura portante all‟agire femminile. Così il “conferire norme e regole” diventa strumento legittimo e necessario dell‟amore Yang, come lo è il concetto dell‟autorità. Come sostiene il prof. Michel Hardy “questa è l‟essenza dell‟amore Yang”, atto ad affiancare la propria donna all‟interno del progetto-coppia. Tuttavia l‟amore paterno non si limita soltanto al nucleo familiare, ma si estende in ogni contesto: le sue dinamiche nascoste si ricostruiscono anche nell‟ambito personale e lavorativo (nei ruoli di capoufficio, di dirigente, di imprenditore, ecc…). Lui, così, aderendo al proprio codice Yang, adempie agli obblighi in esso contenuti ed è l‟unica maniera legittima in cui la parte Yang può esprimere il proprio amore, generando ordine e struttura attorno a sé stesso, oltre a chi lo circonda. L‟amore Yang, dunque, è la base dell‟ordine empirico. Esso ricopre un ambito ingrato che desta spesso resistenza e ostilità. Ciò riguarda chi ha problemi con le regole o con l‟autorità, avendoli conosciuti come forme di abusi o disordine (portando il figlio a confondere il concetto di autorità con quello di disordine). E‟ l‟amore Yang che genera la spinta primaria di ogni ordine e di tutto ciò che compone l‟uomo dentro e fuori di sé. L‟ordine armonico e l‟amore sono perciò una cosa sola: l‟uno è il motore dell‟altro. Esso è l‟artefice di ciascun moto vitale e le sue leggi gestiscono ogni dinamica all‟ interno del sistema. “Dove c‟è ordine c‟è amore” e viceversa. L‟assenza di ordine non è amore, bensì anarchia e debolezza: esso coincide con il principio della forza, che non ha niente a che vedere con atteggiamenti mielosi. Soltanto la sinergia tra i due lati può rivelare l‟amore per ciò che realmente è, cioè uno stato di completezza e di forza 46


Capitolo 4

LA FORZA NELL’AMORE

travolgente. Chi sperimenta l‟assenza del lato Yang non è in grado di amare né se stesso né nessun altro: il suo amore si rivela debole e senza fondamenta non essendo in grado di accedere all‟ordine. Tutto ciò lo esprime attraverso l‟incapacità di stare all‟interno delle regole essendo sempre controcorrente e contrastante ogni forma di autorità e lo manifesta attraverso la mancanza di slancio e di sostegno causata da un significativo livello di paura. In questo caso la donna non si sente né protetta né arginata e l‟uomo percepisce l‟amore della propria partner come debole e mancante di personalità. Chiunque è capace di percepire la presenza o l‟assenza dell‟amore Yang sul piano del proprio sentire, avvertendolo come senso di completezza o di carenza, di agio o di disagio emotivo. Senza la forza vitale la persona sperimenta, appunto, la mancanza di sostegno, di forza e di senso di merito sia per se stesso che nei confronti di chi ama. Così sovrasta il lato Yin dell‟amore a scapito di quello Yang che viene rinnegato e la persona si dimostra capace solo di entrare in un rapporto caratterizzato dallo stato di bisogno invece che di amore. Tale condizione, ossia la necessità di unirsi ad un‟altra persona per concepire uno stato di unità, costituisce una limitazione del libero fluire ed è sintomatico di un mal funzionamento empirico manifestandosi attraverso l‟incapacità del singolo di generare amore, costringendolo a vivere soltanto surrogati emotivi, illudendosi che si tratti d‟amore. Esiste una differenza considerevole tra i valori sistemici e ciò che il singolo immagina che siano. La differenza nasce dall‟incapacità di poterli aggiornare sul piano sensoriale a causa della propria dissociazione dal libero fluire. Sono questi valori sfalsati che, una volta acquisiti e in assenza di possibilità di aggiornarli, rimangono lì per tutta la vita. Il più sofferto è l‟approccio all‟amore: taluni lo scambiano con un‟emozione surrogata, con un atteggiamento compensativo dell‟emozione vera che gli è preclusa dal proprio stato di debito. Di fatto, la qualità di tale sensazione non corrisponde a quella che il reale valore empirico sarebbe in grado di generare, mancando di forza e autenticità. Molte coppie, purtroppo, vivono un rapporto morboso e alterato invece di sperimentare una relazione d‟amore autentica. Questo disagio sfocerà poi nella paura d‟amare o nella rabbia nei confronti del partner. 47


Capitolo 4

LA FORZA NELL’AMORE

Paragrafo 4

LA FORZA DEL PADRE Se gli uomini potessero scegliere ogni cosa da soli, per prima cosa vorrei il ritorno del padre. Omero, “Odissea” XVI La forza del padre contiene la somma più pregevole della qualità Yang che l‟uomo è in grado di interpretare. Essa appartiene soltanto a chi ha raggiunto il proprio stato integrato, trattandosi di sinergia tra la forza Yang e quella Yin. Soltanto grazie a questo presupposto un padre biologico è in grado di “attivare l‟amore alla propria prole” passandole una carica Yang sana e genuina, poiché egli è radicato nel proprio maschile. Essere padre, dal punto di vista empirico, significa stare nella forza del ruolo che non è riducibile all‟essere semplicemente padre biologico. Il suo ruolo non è da confondere con quello della madre (quello che gli uomini alterati ricoprono all‟interno del proprio nucleo). A lui non compete essere amorevole ma trasferire la forza dell‟amore Yang che non necessita di accoglienza o di tenerezza, bensì della capacità di trasferire ai figli il concetto di autorità e di guida come principi base dell‟amore maschile. Questo avviene attraverso il paradigma del fare che si esprime attraverso le regole, la capacità di guida e di protezione.

La difficoltà dei padri a sostenere la propria funzione educativa e il conflitto tra le generazioni che ne deriva sono noti da tempo. I padri latitano, si sono eclissati o sono divenuti compagni di giochi dei loro figli. (Massimo Recalcati, “Il complesso di Telemaco”) Questa affermazione, se letta con gli occhiali dell‟approccio empirico, sottolinea l‟incapacità dell‟uomo di contattare la propria carica primaria diventando compagno di giochi del figlio e non un esempio di guida e di forza, attitudini necessarie per percepire la qualità della carica maschile.

Il problema non è dunque come restaurare l’antica e perduta potenza simbolica ma piuttosto quello di interrogare ciò che resta del padre nel tempo della sua dissoluzione. Le nuove generazioni sono impegnate nel realizzare il movimento singolare di riconquista del proprio avvenire, della propria eredità. Per questo 48


Capitolo 4

LA FORZA NELL’AMORE

Telemaco si aspetta di vedere all’orizzonte le vele gloriose della flotta vincitrice del padre-eroe. (Massimo Recalcati, “Il complesso di Telemaco”) Questo può costituire un esempio che ci riconduce al principio empirico secondo il quale la forza del padre consiste nel fare e nell‟essere modello integrato capace di contattare la sua carica maschile che potrà trasferire successivamente, in maniera autentica, al proprio figlio. Guardare il mare sperando nel ritorno del padre è come voler dire che esiste la possibilità per ogni uomo, attraverso un viaggio dentro di sé, di visitare le sue ombre, di affrontare le sue ferite e di ritornare verso la sua carica primaria per trasferirla alla prole, sana e piena d‟amore.

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Capitolo 5

LA GIOIA D’AMARE

Una regina dell’amore è un esempio di gioia e consapevolezza. Ella attrae magicamente la forza dell’Amore perfetto. Ella sa quanto vale e desidera che il suo compagno abbia in sé stesso le medesime qualità. Poiché lei è in magica unione con tutto e ha compreso la polarità del padre e della madre, In cuor suo può integrare il principio di un maschile e di un femminile perfetti. Ella è un magnete d’Amore meraviglioso e il suo matrimonio perfetto si manifesta ora in stato di grazia. Monica Colosimo, “Il manuale della regina dell’amore” 50


Capitolo 5

LA GIOIA D’AMARE

Paragrafo 1

DAL CODICE YIN… Esiste una matrice d‟eccellenza per ogni diverso ruolo empirico che lo collega ad un ordine prestabilito. Esso detiene tutti i diritti e gli obblighi sanciti dalla matrice stessa, che costituisce per l‟essere umano l‟unico riscontro del suo fare. Come è stato analizzato nei precedenti capitoli, anche l‟appartenenza al sesso femminile o maschile prevede una matrice d‟eccellenza, denominata “codice empirico” dove l‟essere uomo o donna costituisce un vero e proprio ruolo. La donna come l‟uomo, per sviluppare la propria forza femminile, ha bisogno di avvicinarsi alla propria carica opposta, ossia quella Yang: soltanto in questo modo può svilupparsi la propria forza femminile, senza rimanere relegata allo stato di bambina che, facendo finta d‟essere donna, è terrorizzata dal mondo maschile. Fino a quando non ha acquisito la carica secondaria in maniera piena e integra non potrà avvicinare partner empiricamente sani, non sapendo onorare l‟uomo. Il suo animus, espressione che il prof. M. Hardy usa per definire la carica femminile secondaria (distinguendola dall‟animus di Jung), utilizza i principi maschili come base portante dei propri talenti Yin. Soltanto in questo modo può sostenere le proprie posizioni rimanendo comunque nella sua morbidezza. Con la presenza di un animus forte la donna sa esprimere i propri bisogni in maniera determinata ma amorevole, senza la necessità di modi aggressivi. Lei è in grado di avere un atteggiamento morbido ma determinato, calmo e autorevole. L‟animus non genera soltanto l‟integrazione con la spinta Yang, ma le conferisce anche il senso del proprio merito e di autostima. La possibilità di integrare le due cariche può avvenire soltanto in un momento circoscritto della vita di una donna, ossia dalla fanciullezza alla adolescenza: se l‟integrazione non si verifica in questa precisa fase la donna si trova intrappolata in un continuo bisogno di gratificazione e appagamento sfociando in una deviazione del suo ruolo. In questo periodo la donna può avvicinarsi agli ambiti empirici che appartengono allo Yang e misurandosi con le mete maschili, lei può soddisfare la diverse istanze del proprio Io che altrimenti rimarrebbero inevase. L‟ordine chiede alla donna di rimanere ancorata al proprio codice e di realizzare il suo più pregiato e ambito compito, ossia il “progetto famiglia”. Qualsiasi scusa porta la donna lontana dalla famiglia, costituisce un un‟infrazione che verrà riportata come debito. 51


Capitolo 5

LA GIOIA D’AMARE

La donna, inoltre, per integrare le cariche ha bisogno di contattare anche l‟ombra delle qualità Yang come, per esempio, lo è la spinta rabbiosa: soltanto facendo un‟alleanza con la rabbia accederà al proprio senso di merito che le permetterà di parlare al proprio sostegno. Essere in armonia con le proprie qualità maschili e femminili, consente di vivere l‟amore senza condizionamenti. Quando la donna è in pace e in armonia con le due cariche, è in grado di accogliere ed essere accolta, di ricevere e farsi ricevere.

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Capitolo 5

LA GIOIA D’AMARE

Paragrafo 2

LA LUCE FEMMINILE Il tempo di dare è sempre adesso, non dopo, e dando, senza aspettative né condizioni, si ha la pace interiore. Gerald Jampolsky, “Amare è lasciare andare la paura” La luce femminile costituisce nell‟ambito Yin ciò che all‟interno del codice maschile è il “carisma”, ossia la massima espressione della propria integrazione. Se l‟uomo Yang integrato costituisce il modello empirico maschile per eccellenza, quello femminile è rappresentato dalla donna Yin integrata. Tutte le altre

forme sono ibride o alterate, poiché è stata compromessa o interrotta

l‟acquisizione della loro carica empirica durante il periodo dell‟ infanzia. Solo lei è capace di esprimere tutti i principi Yin, cioè le qualità e moti emotivi che la contraddistinguono. Essa è l‟espressione femminile per eccellenza, è l‟unica interprete attendibile per l‟ordine e per il partner ideale (uomo Yang integrato). Si può dire che una donna è Yin integrata quando il lato femminile è integrato con quello maschile, creando l‟unità in se stessa, conferendole il diritto di manifestare il suo lato ombra. La donna Yin integrata trova la sua piena espressione nella dolcezza e nell‟accoglienza, non nella competizione o nella sfida. Essa si distingue attraverso una forza più morbida di quella maschile: se quella Yang si riconosce per la spinta impetuosa, il potere liquido si mostra più delicato ma esteso. La donna Yin integrata sa adoperare in egual misura forza e morbidezza, binomio alquanto raro e prezioso per il mondo femminile: esse le permettono di affiancare una carica Yang sana che si manifesta attraverso la determinazione e il sostegno. Il coraggio dell‟essere donna, preziosa qualità del codice Yin, può essere manifestato soltanto con l‟accettazione del suo lato ombra, permettendole così di sperimentare la propria fragilità, la delicatezza e la sensibilità. Nonostante questi caratteri siano ben visti dalla società maschile moderna, costituiscono l‟espressione di uno Yin debole per l‟opinione comune, costringendo la donna ad avere paura di esprimersi nella sua femminilità autentica. 53


Capitolo 5

LA GIOIA D’AMARE

La donna Yin integrata si evidenzia come tale tra i trenta e i quarant‟anni d‟età, tempo necessario per integrare, appunto, le proprie parti interiori una volta uscita dal ruolo della bambina. Lei può essere riconosciuta per la sua forza gentile, in quanto portatrice di una morbidezza e di una fermezza sorprendente. E sono proprio queste qualità a rivelare lo stato del ruolo Yin mostrando il potere inedito che nasce dall‟unione della forza incondizionata, principio guida di ogni agire femminile e di quella condizionata, fattore scatenante del codice Yang. Il suo fascino nasce da una seduzione più sottile, ossia da una presenza femminile che non sente il bisogno di ostentare o ottenere consenso a tutti i costi. La Yin integrata dispone di uno spazio interiore più ampio, in grado di tollerare gli atteggiamenti altrui senza doverli subire. Raramente la Yin integrata entra nella propria rabbia: essa compare esclusivamente nei casi di una profonda mancanza di rispetto o di minaccia vitale nei suoi confronti. Il suo coraggio le viene dal cuore. Grazie alle sue qualità diviene il vero sostegno nella coppia, nonostante esibisca delicatezza e fragilità funzionali al suo ruolo empirico. La sua gentilezza d‟anima, il fascino della purezza, l‟entusiasmo e la gioia di vivere sono qualità che le conferiscono una forza travolgente, nonostante la sua apparente fragilità che la individuano come portatrice di un Yin non inquinato. E‟ in grado di donarsi generosamente a chi le sta intorno attraverso uno slancio di cuore spesso disarmante. Il suo entusiasmo è pari alla sua capacità di commuoversi; possiede, inoltre, una intelligenza empirica spiccata usandola in tutto ciò che le interessa. La donna Yin integrata è parte integrante del libero fluire che le conferisce morbidezza e flessibilità: non si vergogna delle sue lacune ed è disarmante quando ammette le proprie carenze nell‟affidarsi a chi ne sa di più. Inoltre si distingue da tutti per un meccanismo di difesa funzionale a nascondere le proprie ferite emotive: la “forza della verità” che svela ciò che realmente è. Questo avviene quando ha necessità di rivelare il proprio dispiacere, la propria amarezza o la tristezza, costringendo l‟altro a prendersi la responsabilità di ciò che è avvenuto.

Le donne per natura sono delicate e l’umanità non ha bisogno che lei assomigli all’uomo. Loro ce la stanno mettendo tutta per allontanarsi da sé stesse, ma questo non è naturale. Per essere veramente donna lei ha bisogno di essere sempre più 54


Capitolo 5

LA GIOIA D’AMARE

femminile per arrivare alle vette della delicatezza e della vulnerabilità (Osho Rajneesh, “Il mistero femminile”) Il moto principale che definisce la totalità del mondo Yin è la forza incondizionata: ogni suo talento viene esaltato, acquisendo una luce propria. Questa qualità è l‟unica in grado di conferirgli pace e serenità, riempendogli l‟anima. Essa è dedizione, spiritualità e dolcezza ma anche fragilità, accoglienza e arrendevolezza. Una condizione, questa, che fa risplendere tutte le sue qualità attraverso una forza unica e innata: il “potere liquido”. Lei si appoggia alla strutture di salvaguardia Yang, acquisendo più spazio nel cuore per potersi dedicare al suo compito più importante: quello di nutrire il suo amore. La Yin integrata non chiede niente in cambio ma si dona per il puro piacere di donarsi dandosi a chi le sta intorno, mettendosi a servizio senza pensarci traendo tutta la soddisfazione da questo agire. Lei è consapevole di avere un potere liquido che si manifesta nella flessibilità: è una forza ferma e posata che non prende l‟ostacolo di petto, ma l‟aggira in maniera delicata lasciando margini più ampi all‟impeto Yang. Un potere che non ha bisogno di contrastare, ma si rivela per la sua fluidità. Un detto comune sostiene che la vita comincia a quarant’ anni………ed io credevo non fosse possibile: cosa può succedere, mi chiedevo, di così straordinario nel passaggio del decennio? Con grande stupore, oggi so che la mia vita è cominciata proprio a quarant’anni: la mia vita da donna , da madre, da amica , il mio nuovo sentire e il mio nuovo essere, la percezione della mia sessualità e la mia dolce femminilità. Come un dono ho accolto la mia donna che mi fa sentire viva.

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Capitolo 5

LA GIOIA D’AMARE

Paragrafo 3

L’AMORE INCONDIZIONATO

Essa è come un fiore, fragile e bellissimo allo stesso momento che, una volta sbocciato, inonda il mondo con un profumo impareggiabile ma che va seguito e innaffiato da un buon giardiniere in grado di proteggerlo da tutte le intemperie. Michel Hardy, “La grammatica dell’essere : Codice Yin”

La donna Yin integrata è l‟unica esponente dell‟ordine empirico per eccellenza che detiene la forza incondizionata che funge da piattaforma per esprimere l‟amore. Questa qualità non conosce né condizioni né limiti avendo acquisito uno spazio al livello del cuore tale da potersi dedicare al suo compito più importante, che è quello di nutrire la sua anima senza condizionamenti. Il suo amore non chiede niente in cambio, dispensa nutrimento sia fisico che emotivo. Lei incarna il principio empirico del dare che si manifesta maggiormente con l‟accoglienza e la cura. Questo deriva dal ruolo della madre e dalla sua facoltà di donare la vita. Così è portatrice di garbo, delicatezza, morbidezza e pazienza: tutti strumenti che permettono di esprimere il suo amore incondizionato. Lei ha tempi e ritmi più dilatati che provengono da uno spazio interiore più ampio e che le permettono di accogliere anche il dolore, sia proprio che altrui, e di evitare l‟incontinenza emotiva, tipica di chi ha bisogno di lamentarsi, di giudicare o di arrabbiarsi, o di chi è spesso egoista e ha bisogno di essere al centro dell‟attenzione, scambiando lo stato di bisogno con amore. Lo spazio maggiore della donna Yin integrata si rivela al livello del cuore: questo le permette non soltanto di accogliere il dolore (sia quello proprio che quello altrui) ma di esercitare il principio della compassione e della permissività sia nei confronti dei figli che verso il mondo esterno. Possiede, inoltre, una predisposizione al servizio, percependolo come naturale e piacevole poiché ha posto in primo piano il progetto della famiglia dando così precedenza a chi lei ama. Gesti come coccolare, curare, lasciare il posto, servire il 56


Capitolo 5

LA GIOIA D’AMARE

pranzo, costituiscono atti d‟amore del suo naturale sentire piuttosto che un sacrificio. La donna Yin integrata adempie così al suo codice “per e con amore”, poiché è consapevole del proprio dono che sa rispettare e onorare. Lei spicca per la sua luce, che brilla senza imporsi né cedere: un‟energia leggiadra ma densa di gioia e vivacità e per questo si riconosce tra tante. Tutti questi aspetti le conferiscono il potere dell‟amore incondizionato a cui tutti, in sua presenza, si inchinano. E quando l’Amore è privo di condizionamenti, diventa la cosa più meravigliosa che possa accadere a una persona. A quel punto l’amore è qualcosa che appartiene alla realtà suprema.

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Capitolo 5

LA GIOIA D’AMARE

Paragrafo 4

IL DONO DELLA VITA

Che io possa accompagnare il tuo respiro come il sole i passi della tua giornata. Monica Colosimo

Il diritto più importante per ogni essere femminile, come previsto dall‟ordine empirico, è il diritto alla maternità: essa esprime in assoluto la femminilità, la capacità di donare amore incondizionato. La natura di questo diritto evidenzia una grande differenza con il suo equivalente Yang, il quale ha bisogno d‟accontentarsi dell‟auto-realizzazione come manifestazione del proprio essere, poiché è sprovvisto della possibilità di procreare. Questo diritto riconosce alla donna il bisogno di generare nuova vita che l‟avvicina ad una stato di appagamento. Si tratta di una legge naturale e la Donna, quale essere d‟amore incondizionato, è stata scelta dall‟Universo per realizzare questo progetto divino. Lei, consapevole di essere portatrice di questo dono, si inchina con amore al miracolo della vita che si realizza dentro di sé. Adempiendo al diritto alla maternità la donna riesce ad accedere alla pienezza delle sue facoltà empiriche che soltanto in questo modo possono essere raggiunte. La luce che la donna emana quando porta dentro di sé la vita è abbagliante e tutti non possono fare a meno di notarla, di commuoversi davanti a questo miracolo che è poesia della vita, miracolo dell‟amore. Sentire la vita che cresce dentro è un meraviglioso privilegio che l‟universo ha donato alla donna, rendendo il suo amore incondizionato e lei ne è grata. Portare alla luce un figlio è l‟atto d‟amore più grande: è aprirsi alla vita, è sacrifico d‟amore, è rinascita della madre. Partorire è l‟istante in cui la donna sente il passaggio dal dolore alla gioia della vita senza sofferenza ma con gratitudine. La forza di sacrificio è un concetto difficile da comprendere e da accettare in una società dove regna l‟individualismo. Ai fini empirici, lo spirito di sacrificio non fa della donna un agnello da immolare, bensì costituisce il modo che permette la salvaguardia della specie, grazie appunto al diritto della creazione. 58


Capitolo 5

LA GIOIA D’AMARE

Esso è necessario durante il periodo della gestazione, poiché la donna sopporta una pancia sempre più voluminosa per poi sfociare nel parto, dove il dolore è un ingrediente prezioso per la nascita della nuove vita. Qualora la donna partorisse una nuova vita per poi lasciarla ai nonni o a dei baby-sitter, non porterebbe a compimento il progetto di vita per cui lei, come essere femminile, è stata chiamata a compiere dall‟ ordine. Infrange così il diritto d‟essere madre creando debito per lei e per i figli che non riceveranno una qualità d‟amore sana.

L’uomo, che non è dotato di questa qualità, si inchina davanti a questo talento femminile: il suo stupore nasce a un livello profondo, essendogli indispensabile per generare un moto d’amore. (cit. Michel Hardy) La disponibilità al sacrificio appartiene alla forza d‟amore della madre e può essere adoperata da chi sa stare dentro il libero fluire. La forza del sacrificio, nella donna Yin integrata, si evidenzia nel momento in cui il suo sentire è collegato all‟amore incondizionato. A questo fine essa è depositaria della “spiritualità” quale nutrimento di ogni animo femminile.

L’allattamento non è un processo nel quale una quantità di latte viene dislocata dal seno della madre alla pancia del bambino: allattare è una “danza relazionale” (Stern), che viene co-creata dalla madre, dal bambino e dal padre la cui presenza, pur nello sfondo, è decisiva. (Giovanni Salonia, “Sulla felicità e dintorni”) In questa danza il dare e il ricevere il latte rappresentano un nutrimento reciproco del corpo ma soprattutto nell‟anima, del bambino e della madre. Essi si nutrono di stimoli affettuosi, di carezze, di sguardi, di pause, di sorrisi: elementi che si rivelano decisivi per la qualità del libero fluire nella vita di entrambi.

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Capitolo 6

LA METAMORFOSI DELL’AMORE

Sto soffrendo per un amore per cui non vale la pena. Paolo Coelho 60


Capitolo 6

LA METAMORFOSI DELL’AMORE

Paragrafo 1

L’AMORE NELLA METAMORFOSI EMPIRICA

Scelgo di essere una persona che dà Amore o che cerca Amore? Gerald Jampolsky, “Amare è lasciare andare la paura” L‟amore è la qualità innata del nostro essere che ci illumina l‟anima nella vita quotidiana, ci coinvolge sin dalla nascita da quando siamo nel grembo materno e si estende a tutte le attività e a tutti gli aspetti della sua vita. La donna Yin integrata e l‟uomo Yang integrato rappresentano i modelli empirici per eccellenza in grado di concepire l‟Amore attraverso il loro lato luce. Non per questo però rinnegano la propria ombra essendo entrambi capaci di entrare e di uscirne senza accumulare debito.

Nel loro passato hanno sperimentato

ampliamente i propri moti d‟ombra, condizione indispensabile per raggiungere lo stato integrato. Soltanto in un secondo momento sono riusciti a riscattarli in maniera adeguata, dopo un percorso sotto il loro dominio. L‟ordine prevede pertanto ruoli ibridi o alterati per i quali la metamorfosi empirica comincia durante il periodo della loro infanzia quando, cioè, l‟acquisizione della loro carica primaria è stata interrotta. Ogni persona vive durante l‟infanzia una forma genuina di alterazione Yin, poiché il piccolo è Yin in partenza (già dalla nascita). Egli si presenta al mondo indifeso, inerme e subisce l‟amore dei genitori per poi mutare durante l‟infanzia in un ruolo pre-integrato, a patto che i genitori formino una coppia integrata capace di trasferire una consegna d‟amore sana. Così, durante l‟adolescenza, la persona sviluppa sempre più le proprie cariche fino a quando non le integra nel periodo di vita che va dai 30 ai 40 anni. Il passaggio da bambino ad adulto, dal ruolo del piccolo a quello del grande, avviene in maniera automatica e graduale, a condizione che i suoi diritti non siano stati infranti. Più alterato è il ruolo empirico della persona più differisce anche la sua percezione di luce e di ombra dalla Matrice d‟Eccellenza. Così in molti infrangono l‟ordine senza esserne consapevoli, soffrendo l‟accumulo persistente del debito senza riuscire a darsi una spiegazione plausibile per il disagio crescente. 61


Capitolo 6

LA METAMORFOSI DELL’AMORE

In presenza di un debito ingente, causato appunto da una consegna d‟amore alterata, lo sviluppo genuino si arresta e prende strade trasversali intrappolando il suo portatore nel ruolo del piccolo. L‟adulto, dunque, manifestandosi con le qualità di un bambino, non sa dare amore ma aspetta che qualcuno lo faccia per lui oppure non si sente in grado di darlo o si sente poco degno di riceverlo. Fino a quando la persona non pone rimedio al proprio debito non può rientrare in contatto con l‟unico nutrimento dell‟anima: l‟amore. In caso contrario rimarrà esclusa e segregata dal libero fluire e, di conseguenza, soffrirà questa condizione come “stato di separazione”. Condizione, questa, che di solito viene vissuta in forma rabbiosa o in maniera vittimistica e sottomessa, causando una solitudine profonda che non ha niente a che fare con l‟essere soli e che si verifica dovunque lei si trovi, anche in mezzo a milioni di persone. E‟ un vuoto interiore che segnala la segregazione dall‟ordine e, di conseguenza, il mancato nutrimento dell‟anima. Per poter evitare questa sensazione, la persona attua atteggiamenti di protezione, chiamata dal Maestro M. Hardy “Anestesia Emotiva”, per mezzo della quale essa si difende e si contraddistingue per la paura di sentire: uno stato che permette all‟individuo di non sentire il dolore del proprio debito rinnegato. Il più delle volte il singolo non è consapevole di questa separazione, illudendosi di vivere con presenza forte e articolata ma, qualsiasi ruolo empirico esso ricopre, resta segregata dall‟ordine armonico e quindi anche da se stessa. Lui non sa amare né se stesso né nessun‟altro e per difesa mette in atto moti “surrogati” atti a coprire tali “buchi emotivi”. Il suo portatore, a questo punto, attiva precise strategie di rimozione o di compensazione riconosciute dall‟ordine armonico come l‟omeostasi: una maniera per far percepire al singolo apparentemente le stesse emozioni, scambiandole con il sentire assoluto o con l‟amore. I suoi atteggiamenti sono di convenienza, di attaccamento morboso o di falsa modestia. Per ogni ruolo empirico compromesso è sempre la forza del dolore arretrato l‟unico catalizzatore della metamorfosi empirica: più forte è il dolore subito, più velocemente la persona degrada e più si allontana la possibilità di vivere in amore. Questo rappresenta il dolore più grande per un uomo, maschio o femmina che sia, cioè quello di non poter vivere nel flusso dell‟amore rigenerante: riconoscerlo, sentirlo ma non potervi accedere per paura di una delusone o di un fallimento, o perché ci si crede non meritevoli di amore. 62


Capitolo 6

LA METAMORFOSI DELL’AMORE

Il primo passaggio nella metamorfosi empirica è quello dell‟alterazione dello Yin (uomo Yin - donna Yin alterata - donna/uomo finto Yin) per poi passare a quella dello Yang (uomo/donna finto Yang - uomo Yang alterato - donna Yang). A causa della consegna d‟amore alterata ereditata dai genitori, queste figure empiriche compromesse evidenziano una carica primaria debole (o un suo eccesso) avendo sviluppato maggiormente quella opposta. Così, ad esempio, l‟uomo Yin invece di essere guidato dai propri principi maschili, ha ampliato la propria carica femminile; la donna Yang, invece, in mancanza della carica femminile sufficiente, è guidata da quella maschile come forza predominante. Alla fine, tutti i ruoli empirici alterati, a prescindere dalla deviazione, avvertono la mancanza di ambedue le cariche, non potendo contare né sull‟una né sull‟altra. In questo modo, ai fini sistemici, la persona orfana, non potendo apprendere la forza Yang del padre biologico né la carica Yin della propria madre, si trova priva di sostegno ed emotivamente in balia di due cariche compromesse e insufficienti. Tutto ciò ha un effetto devastante sul portatore poiché sarà alla continua ricerca di colmare un vuoto interiore: vuoto creato dalla mancanza di contatto con la sua forza d‟amore che non permette di percepire la libertà del sentire. In ogni forma deviata, infatti, l‟anima si ritira dal flusso sistemico essendone costretta da un dolore troppo ingombrante. Ed è per questo motivo che egli non può acceder all‟amore.

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Capitolo 6

LA METAMORFOSI DELL’AMORE

Paragrafo 2

L’INCAPACITA’ DI AMARE NEI RUOLI EMPIRICI ALTERATI Per tutta la vita ha creduto di amare qualcuno; ma ora, trovandomi davanti a te per la prima volta, mi chiedo se sono mai stato innamorato. Possiedo anche solo la capacità di amare? Osho Rajneesh I ruoli alterati si dividono in due gruppi principali: il primo con prevalenza della carica Yang che conferisce al suo portatore un disequilibrio a favore delle strategie maschili e il secondo che si contraddistingue attraverso un eccesso Yin, grazie al quale la persona sperimenta le strategie vitali opposte. In verità esiste anche un terzo gruppo, quello delle vittime rabbiose che sperimenta entrambi i lati in maniera alterata. Lo Yang alterato non sa amare e scambia amore con controllo: lui conosce soltanto rapporti affettivi di convenienza, non dimostra mai il suo bisogno affettivo, nonostante sia affettivamente dipendente e fa in modo che sia soltanto la partner a sembrare succube. Anche lui, però, rimane intrappolato nel rapporto generando un bisogno morboso di dipendenza affettiva: si mostra possessivo e geloso e abusa del proprio potere per far valere i propri diritti. Non potendo accedere all‟amore esige dalla compagna devozione e sottomissione. Il finto Yang sa mascherare il dispiacere di non essere amato attivando atteggiamenti rabbiosi. In entrambi i ruoli, comunque, l‟amore condizionato si trasforma in un imposizione continua, perché spinto dal bisogno di avere ragione a tutti i costi e di scaricare la propria rabbia per non soffocare. L‟uomo Yin e il finto Yin sanno amare, ma scambiano l‟amore con dipendenza e attaccamento morboso. Entrambi tendono verso l‟amore incondizionato, privando così i propri figli della possibilità di decifrare i principi Yang. Il loro amore si rivela perciò di concezione Yin e come tale non è adatto ad essere importato in famiglia. Essendo dolce, comprensivo, amabile, è inadeguato a fare il padre, privando i figli di un punto di rifermento genuino da cui poter apprendere le qualità della sua carica. 64


Capitolo 6

LA METAMORFOSI DELL’AMORE

Né l‟uomo Yin né il finto Yin sanno esercitare l‟amore Yang (amore del padre) poiché incapaci di conferire le regole essendo il loro amore privo di responsabilità. La donna Yin integrata è l‟unico ruolo empirico in grado di accedere all‟amore incondizionato. Se la visione della donna integrata è naturalmente affine al proprio codice tutti gli altri ruoli femminili sfoggiano visioni disarmoniche e si accontenteranno soltanto di surrogati emotivi. La donna Yang e la donna Yin alterata, nonostante siano agli

antipodi, si

equivalgono ai fini del proprio debito e sono equidistanti dal libero fluire. Apparentemente sempre alla ricerca d‟amore la donna alterata si accorge, una volta trovato, di non riuscire a farselo bastare. In tal modo rimane disperata e si può riconoscere in espressioni che rispecchino la sua illusione. Questo nasce dal suo bisogno di coprire il dolore dato dalla separazione dal codice Yin e, di conseguenza, dal libero fluire. Ogni donna ha il diritto di rispettare se stessa e l‟unica forma di rispetto previsto dall‟ordine consiste nell‟essere portatrice sana di principi guida femminili. Chi invece applica prevalentemente principi di origine Yang manca di rispetto a sé stessa poiché rinnega la propria provenienza empirica. La donna Yin alterata possiede una carica femminile troppo ampia e non sa contenere il potere liquido. Lei emana una luce apparente rivelandosi ben presto come potere finto. Si percepisce piccola, inadeguata e anche vittima e non sa assumersi le proprie responsabilità empiriche: è timida e ha paura di sfigurare temendo il giudizio altrui. Lei non è mai cresciuta ed è ancorata al ruolo della figlia: il suo segno di riconoscimento è, infatti, il bisogno di innocenza mostrandosi come la brava bambina e cercando l‟approvazione degli altri. Sente molto forte la vocazione di dedicarsi completamente a chi le sta accanto scambiando con amore il suo bisogno di perdersi nell‟altro. Quest‟atteggiamento, ai fini empirici, è riconosciuto come “attaccamento morboso”. Al contempo, però, ha la sensazione di “amare troppo” ed esige che il suo amore venga contraccambiato alla stessa maniera: nel momento in cui percepisce che questo non avviene, inizia a non sopportare più il suo compagno di vita perché ha disatteso le sue aspettative. Comincia così ad entrare in uno stato di sofferenza avendo la percezione che lei non sia meritevole di amore.

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Capitolo 6

LA METAMORFOSI DELL’AMORE

Man mano che entra nel ruolo della finta Yin comincia a rinfacciare ciò che prima pensava aver dato incondizionatamente. Allora fa uso del “si automatico” per acquisire consensi. La donna finta Yang dispensa, invece, amore condizionato o amore paterno: al posto della cura spinge i propri figli verso l‟indipendenza: il suo amore si esprime attraverso il fare e non attraverso l‟essere e la sua prole viene svezzata precocemente per imparare a stare sui propri piedi prima possibile. Non possiede la qualità dell‟accoglienza, non sa dispensare carezze e non dedica il tempo adeguato a chi ama. Lei rifiuta l‟idea di aver bisogno o di dipendere da qualcuno diminuendo la sua predisposizione verso la cura e l‟accoglienza. E‟ anche permalosa e suscettibile, si vuole imporre ed è molto esigente. Essendo dissociata dall‟amore, ha bisogno di riempire il proprio vuoto attraverso surrogati emotivi forti e persistenti scambiando gli stati di euforia con amore. Percepisce, inoltre, un senso di solitudine pronunciato ogni volta che entra in contatto con il suo dolore. Chiunque le si avvicina ha bisogno di guadagnarsi il suo amore superando ogni giorno delle prove; tutto ciò che è incondizionato le sembra ottuso e incomprensibile. La parola chiave della sua vita affettiva è “troppo poco”: lei non sa riconoscere il “potere liquido femminile” ma soltanto la forza impetuosa Yang. Non sa dare nutrimento emotivo bensì lo esige, pretende cure e attenzioni dal proprio compagno che lei stessa sente di non essere in grado di dargli. Inconsapevolmente, nel compagno cerca la madre ed è per questo che da lui esige coccole e cure. Una delle sfide più difficili da affrontare per entrambi i sessi è saper stare al proprio posto senza invadere il ruolo altrui. Il che significa per l‟uomo non fare da madre né alla prole né alla propria compagna, e per la donna di non entrare nel ruolo maschile della guida e della gestione. Nella realtà di tutti i giorni non è facile rimanere al proprio posto senza invadere il partner: essere integrati nella cariche permette di potersi esprimere nelle qualità della carica corrispondente potendo così accogliere i lati ombra del compagno pur restando al proprio posto.

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Capitolo 7

DALL’INCAPACITA’ DI AMARE AL LIBERO FLUIRE

Regala la tua bellezza e il mondo la danzerà. Se i tuoi occhi sono azzurri siano essi un cielo per tutti. Se sono marroni, possano nutrire di sguardi d’amore come la terra regala i suoi frutti. Se sono neri favoriscano la luce delle stelle e se sono verdi siano mari di gioia. Monica Colosimo, 67


Capitolo 7

DALL’INCAPACITA’ DI AMARE AL LIBERO FLUIRE

Paragrafo 1

LO SPAZIO NEL CUORE Aperta una finestra nel cuore lasciamo che la brezza entri ed esca libera e divina. Esiste un processo all‟ interno del quale il singolo può riconvertire il suo stato empirico alterato in uno più vicino al libero fluire. Esso avviene a piccoli passi ed è legato all‟evasione del proprio debito personale. Ogni processo ha la finalità di creare uno spazio maggiore nel

cuore per

contenere il proprio dolore. La persona non ha più bisogno di nascondersi dietro maschere o attivare i copioni per proteggersi dal dolore: lentamente riuscirà ad integrare tutto ciò che è brutto, sporco e doloroso. Imparare a sostenere la parte ombra della vita è un segnale di crescita interiore che appartiene all‟uomo padre e alla donna madre, anche in assenza di figli biologici, poiché questi sono i ruoli che l‟ordine riconosce come uomo e donna integrati. Ciò che fa la differenza tra una persona consapevole e una inconsapevole è l‟aver affrontato e l‟aver superato le proprie sofferenze attraverso esperienze che hanno portato la stessa a rivivere il proprio dolore, ad aprire le proprie ferite, a guardarsele per poi perdonarsi. L‟ordine prevede il diritto di poter sbagliare, poiché è dall‟errore e dallo sporcarsi che si viene fuori puliti e consapevoli. Come dice il prof. M. Hardy: “anche i Santi hanno commesso errori” ed è proprio nel guardare in faccia i propri sbagli che si può tendere all‟integrazione. Chi rimane privo di tali esperienze, avendo sperimentato soltanto il lato luce della vita, non possiede ciò che abitualmente si riconosce come spazio nel cuore. Avere la possibilità di riscattare il proprio debito significa acquisire forza, semplicità e umiltà trasformando ciò che prima era inquinante in spessore umano. La persona che riesce a riemergere dalla propria ombra sviluppa uno spazio nel cuore in grado di contenere non solo se stesso ma anche il dolore altrui. Se invece si rimane intrappolati nella rete dei propri tabù, la soglia della sofferenza, della disperazione e del dolore diventano insormontabili. In questo modo la persona, essendo separata dal flusso d‟amore e dal libero fluire, si scherma verso l‟esterno con atteggiamenti arroganti e di disdegno. 68


Capitolo 7

DALL’INCAPACITA’ DI AMARE AL LIBERO FLUIRE

Sono i fallimenti, gli abbandoni, i tradimenti che fanno aumentare lo spazio nel cuore: saper stringere i denti in situazioni che lo richiedono, sopportare il dolore o il senso di colpa, necessitano di una forza sostanziale che è in grado di sostenere la persona nel momento di sconforto. Disporre di uno spazio interiore significa avere libertà, cioè sentirsi liberi dalle imposizioni della coscienza personale avendo l‟accesso privilegiato alla coscienza empirica. Dove c‟è debito abitano vendetta, dolore, depressione e la persona non trova spazio per accogliere il suo dolore: sarà necessario fare ordine e pulizia laddove tutto sembra occupato e sporco. Quando l‟amore tocca il dolore, passaggio necessario per connettersi con l‟armonia del libero fluire, si genera compassione: unica qualità dell‟anima che prescinde dai principi empirici Yin e Yang. Compassione significa avere spazio per accogliere ciò che si è in grado di contenere, significa che c‟è posto nel cuore. “Quando una persona dice “Aiutami”, rimanete morbidi, rimanete aperti e condividete il suo dolore senza chiusura. Perché è questo che significa avere spazio, ovvero compassione” (cit. M. Hardy) Per “spazio nel cuore“ non si intende l‟appropriarsi dei problemi altrui o l‟entrare in risonanza con la sua ombra per poterlo “salvare” ma si rimane aperti e presenti piuttosto che invadere l‟altro con il nostro aiuto. L‟amore sostiene, non copre. La compassione porta leggerezza invece di drammaticità. E‟ difficile tenere aperto il cuore quando si è davanti a un dolore, rischiando di scambiare compassione con pietà che genera separazione e paura, invece di includere “ciò che è”. Il cuore fa spazio quando si libera attraverso l‟esperienza personale facendo avvicinare sempre più la persona al proprio centro. Questo movimento dell‟anima viene concepito dall‟ordine come “ricerca di spiritualità”: essa esprime il bisogno di potersi connettere con il libero fluire dell‟universo. La si riconosce subito perché si annuncia attraverso una vibrazione interiore, per esempio, durante una lettura o un incontro. La spiritualità è l‟accesso all‟assoluto, non è religiosità: è la colonna vertebrale del sentire, è un aspetto eterno. Essa è la massima connessione della femminilità: più la donna sente questa connessione, più affronta e vive la vita in libertà e in connessione con il libero fluire. 69


Capitolo 7

DALL’INCAPACITA’ DI AMARE AL LIBERO FLUIRE

Paragrafo 2

L’EVOLUZIONE Esiste un’ intima connessione tra gratitudine e salvezza. L’uomo si salva quando si apre alla gratitudine e la salvezza viene dall’amore. Giovanni Salonia Parole come amore e perdono vengono spesso usate nel senso del dovere e così può capitarci di evitarle. Eppure l’Amore è l’ unica cosa che realizza il desiderio profondo di unità, armonia, totalità. Nei nostri cuori sappiamo che possiamo essere più di quanto mostriamo e che preferiremmo rimuovere gli ostacoli che ci impediscono di raggiungere il nostro sé pieno d’amore. Nonostante l’Amore sia quello che vogliamo veramente, spesso, consciamente, ne abbiamo paura. Ma la paura distorce sempre la nostra percezione. (Gerald Jampolsky, “Amare è lasciare andare la paura” ) Con questo pensiero, Jampolsky introduce il concetto di trasformazione personale tramite un cambiamento del nostro vero sé. Il suo obiettivo, comunque, è di rimuovere gli ostacoli alla consapevolezza dell‟anima che impediscono la connessione con l‟amore. L‟ordine empirico prevede per la persona con carica alterata, attraverso un processo di riconversione, la possibilità di avvicinarsi sempre più al libero fluire. Si tratta del processo di “Yanghizzazione” per gli uomini e di “Yinghizzazione” per le donne che, come un cambiamento delle coordinate del proprio vissuto, connetterà il singolo alla sua Matrice d‟ Eccellenza. Così la persona, nel corso di uno sviluppo lento e silenzioso, si avvicina di nuovo alle qualità empiriche previste dalla sua carica primaria, allontana le attitudini devianti ed è in grado di concedere il bonus empirico al proprio partner. Ogni processo di riconversione avviene all‟ interno di un percorso di “evoluzione personale”. In questa fase si possono rilevare cambiamenti sostanziali: cambiano gusti, abitudini, modi di porsi (verso gli altri e verso di sé) e a volte anche l‟odore della pelle e si è attirati da modelli empirici più sani.

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Capitolo 7

DALL’INCAPACITA’ DI AMARE AL LIBERO FLUIRE

La connessione con la propria carica empirica trasforma la persona nel modo di rivelarsi al mondo e nel proprio sentire allontanando chi non corrisponde più alla sua nuova modalità ma, allo stesso tempo, avvicina altri perché attratti dalla luce e dalla sintonia dei cuori pulsanti. Quasi tutti i ruoli hanno l‟opportunità di rientrare nel libero fluire, a prescindere dal tempo che ne sono stati esclusi. Nel processo di Yinghizzazione / Yanghizzazione l‟uomo sarà in grado anche di contattare, di accedere e di integrare la propria carica mancante. Ricongiungersi con la propria matrice significa anche mettersi in contatto con la parte sommersa e mai attivata del codice empirico integrando man mano gli ambiti mancanti: in questo modo la persona può evadere il proprio debito rientrando così nel libero fluire. Durante il processo di evoluzione personale, “la persona si sente riempita e

sopraffatta dall’Amore che all’improvviso riesce a percepire intorno a sé. Ed è proprio quest’ultimo a lasciarli sbigottiti, ritrovando il retrogusto in tanti campi ed ambiti vitali finora insospettati: camminare per strada, svolgere mestieri umili e tanti altri gesti, percependo l’esistenza di qualcos’altro che va oltre. Sentono vibrare corde che le conferiscono gioia inedita di vivere, sentono la pienezza dell’esistenza.” (cit. Michel Hardy) Trovarsi in un processo di riconversione significa mettersi nuovamente in contatto con la parte più profonda di sé. E‟ la coscienza empirica l‟organo di collegamento tra il sistema e l‟uomo attraverso la quale egli accede alle leggi dell‟ordine. Grazie ad essa si è in grado di individuare la soluzione empirica di ogni situazione attraverso il sentire empirico. Questo principio l‟uomo lo ha denominato “Amore”. Essendo l‟amore alla base alla base del libero fluire, esso costituisce la premessa indispensabile per ogni processo di trasformazione.

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Capitolo 7

DALL’INCAPACITA’ DI AMARE AL LIBERO FLUIRE

Paragrafo 3

AMORE: STATO DELL’ESSERE “TI fa bene e ti piace questa voglia di fare e ti senti capace, non ti vuoi più fermare come un fiume alla foce che si getta nel mare. Quando nasce un amore…è l’universo che si svela”. Anna Oxa, “Quando nasce un amore” Quando la bussola per navigare nel mare della vita diventa il cuore, anche la coscienza del navigare cambia. Il cuore, indicatore di nuove rotte, ci sintonizza proprio su quel livello di coscienza e ciò comporta un cambiamento piuttosto radicale e importante: si cambia in meglio. (Monica Colosimo - Attilio Piazza, “La saggezza viene dal cuore” ) Questa è una splendida metafora che può rappresentare il passaggio, la trasformazione che porta la persona alterata verso l‟integrazione, verso la sua Matrice d‟Eccellenza che gli permetterà di riconnettersi con il Libero Fluire e riconciliarsi con l‟amore. In questo passaggio si comincia a donare, ad essere più sensibili, più fiduciosi più forti per assumersi le proprie responsabilità. Questo cambia la qualità della vita, poiché vivere in amore permette di percepire la vita in armonia con sé stessi.

Il fiore di loto giunge a piena fioritura ed emana il suo profumo meraviglioso quando l’amore diventa uno stato del tuo essere. (cit. Osho Rajneesh) Questo è un esempio di amore riferito allo stato dell‟essere: non si ama quella o questa persona, ma semplicemente si ama. Essere in Amore è uno stato di apertura, di disponibilità senza alcuna condizione: è tutto ciò è possibile solo se l‟amore è autentico. E quando si entra in questo stato profondo, la persona è piena di gioia, si meraviglia davanti alla vita, si riempie dell‟amore dell‟ universo e si è in pace con se stessi. La pace interiore può essere raggiunta attraverso il perdono che permette all‟uomo di diventare liberi e pronti per abbracciare la vita in tutte le sue espressioni d‟amore.

Dal momento che voglio sperimentare pace, amore e perdono, questi sono i soli doni che posso offrire agli altri. (Gerald Jampolsky, “Amare è lasciare andare la paura” ) 72


MEDITAZIONE La meditazione permette di connetterci con il nostro sentire, con il nostro cuore. Il suo scopo è quello di smettere di pensare per un certo lasso di tempo, di aspettare che la nebbia del pensiero si diradi e scorga lo spirito d‟amore. La meditazione che segue l‟ho sperimentata al seminario “Cibo, Sessualita‟ e Carattere”, nel quale ho avuto l‟onore di partecipare nel ruolo di Angelo del Magister Michel Hardy. Essere Angelo mi ha dato la possibilità di sentire l‟energia che si crea in un cerchio, di prendermi cura dei compagni e del conduttore, di sostenere l‟altro anche nei momenti di sconforto restando sempre al mio posto. Questa meditazione permette al cuore di accogliere l‟altro nella luce e nell‟ombra, poiché l‟altro è parte di noi, ci fa da specchio e la sua ombra si può trasformare nella nostra parte luce.

Abbraccia la dualità Per eseguire questo esercizio bisogna avere a disposizione un foglio di carta e una penna: io ho predisposto dei fogli colorati con i colori dei chakra. I partecipanti hanno scelto il colore da cui si sono sentiti chiamati. “Pensa a qualcuno che giudicate molto gradevole. Sul lato sinistro del foglio elenca almeno dieci sue caratteristiche positive, scrivendo di getto e senza concedere alla tua mente consapevole il tempo di filtrare i pensieri. Perché ti piace questa persona? Perché ti attrae? Qual è la sua dote maggiore? Focalizza adesso la tua attenzione su qualcuno che reputi sgradevole, che ti irrita, ti infastidisce, ti turba o ti fa sentire in qualche modo a disagio. Sul lato destro del foglio elenca le sue caratteristiche peggiori. Perché non ti piace? Cosa ti dà fastidio ? Torna adesso sulla persona che ti piace ed elenca almeno due caratteristiche che non ti vanno a genio…sì, anche di lei! Dopo tutto non è perfetto! Pensa adesso alla persona che non ti va a genio e fa emergere almeno due caratteristiche positive di lei: sono sicura che dietro la sua ombra ci sarà una luce. Datti il tempo, respira, non dimenticarlo. Leggi con calma l’elenco delle qualità che hai descritto: hanno una luce e un’ombra e tu sai bene perché. Adesso scegli le tre qualità che meglio ti descrivono e riportale sul retro del foglio. Scrivi anche le tre qualità che ritieni di non possedere. 73


Leggi a voce alta queste sei parole; tu possiedi tutte queste qualità, ti appartengono. Sono la tua luce e la tua ombra e tu attiri proprio le persone con queste caratteristiche. Adesso cammina per la stanza e quando incroci lo sguardo di un compagno, lo saluti dicendo: “Namastè, lo spirito che è in me riconosce lo spirito che è in te”. L‟energia che il “cerchio magico“ ha saputo creare è stata molto intensa: tanta emozione e commozione quando gli occhi si incontravano e si accoglievano con sguardi d‟amore. Grazie CERCHIO MAGICO!

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DAL MIO PENSARE AL MIO SENTIRE La gioia è l’espressione di vita piena. Posso , perciò, mirare alla gioia un sé, posso cercare di vivere la mia vita con tutti i sensi. Allora entrerò in contatto con l’amore presente dentro di me. Anonimo Per troppo tempo sono andata avanti nella mia vita convinta che l‟amore fosse pericoloso, che la vita durasse più dell‟amore e che io facessi parte di un mondo regolato da leggi morali a cui non potevo sfuggire. Sentivo però che da qualche parte, e ne ero certa, esisteva l‟amore autentico per il quale ero stata concepita: l‟amore vero, quello perfetto che poteva trovare “spazio” dentro il mio cuore. Ero sempre alla ricerca d‟amore, cercavo in tutti i modi di attrarlo a me e in cambio offrivo il mio. Oggi, però, mi rendo conto che offrendo una determinata qualità d‟Amore, attraevo soltanto chi in realtà non speravo mai di incontrare. Che grande mistero! E allora mi chiedevo: come mai l‟amore non rende felici? I seminari e tutto il percorso empirico mi hanno dato la consapevolezza che l‟amore autentico arriva solo ad un certo punto della vita, dopo aver fatto le giuste esperienze, di cadute e di risalite: è dopo aver visto l‟ombra che si può vedere la luce. Fino a quel momento il mio modo di relazionarmi non era altro che un‟interpretazione del copione della mia anima, la quale metteva in atto modelli ben precisi e standardizzati, ma oggettivamente lontani dal mio sentire, dalla mia anima. Ed è stato grazie a questo viaggio dentro il mio sentire che ho visto uno spiraglio di luce diventare sempre più luminoso. Ho sentito dentro di me crescere una forza quasi disarmante: come se un angelo mi avesse presa per mano e mi avesse aiutata ad attraversare le nubi per arrivare a vedere la limpidezza del cielo. Ho imparato ad amare me stessa, ad “ascoltare“ il mio cuore, ad emozionarmi per l„energia e la sintonia che si crea con tutto ciò che mi circonda.

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E quando, oggi, ripenso alla mia vita la paragono al volo di due uccelli, uno sotto l‟altro. Il passato è un falco, che vola più in alto: i suoi artigli sono più resistenti, le ali ampie e maestose. Il presente è un uccellino che vola sotto il falco e cerca di sfuggire la sua ombra proiettata sull‟erba: e qualche volta ci riesce. Il mio passato fa parte di me e mi accompagnerà per sempre. Ma adesso che conosco la mia luce nel cuore, che riconosco le mie emozioni, che sento l‟armonia e la gioia di vivere so che nel mio presente c‟è un grande spazio capace e pronto a ricevere l‟amore, quell‟amore pronto a donarsi. Per tutte le motivazioni appena esposte ho redatto la mia tesi, ho voluto scrivere di me e proprio durante la scrittura mi sono sorpresa: ho percepito la mia capacità di amare. Sì, l‟ho appreso mentre digitavo le parole e le frasi.

La vita è amore, e quando ne diventiamo consapevoli sappiamo di essere noi stessi fatti di quell’Amore. Allora in quell’amore dimoriamo e quell’amore condividiamo”. Attilio Piazza - Monica Colosimo, “La saggezza viene dal cuore”

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IL MIO PERCORSO NEL COUNSELING La cosa più importante nella comunicazione è ascoltare ciò che non viene detto. Peter Drucker Ho sempre percepito di avere una certa predisposizione all‟accoglienza, all‟ascolto, all‟apertura e la vita me ne ha dato continuamente prova. Le mie qualità relazionali sono sempre state riconosciute e apprezzate dagli amici, nell‟ambiente di lavoro, in famiglia. Sentivo in me forte il desiderio di essere d‟aiuto agli altri. Quale migliore ruolo professionale, come quella del Counselor, avrei potuto rivestire? Leggo casualmente il Bando “Scuola di Counseling Relazionale-Pedagogico con Approccio Empirico”. La scuola prevede, attraverso un percorso di evoluzione personale, l‟acquisizione di strumenti utili per incrementare la consapevolezza delle proprie risorse interne necessarie ad integrare con l‟altro in modo efficace e funzionale, anche aiutandolo a valorizzare le sue potenzialità.” Decido di esserci. Sono passati tre anni, sono in dirittura d‟arrivo e il ruolo di counselor sta prendendo in me sempre più forma, o meglio, lo sento sempre più. L‟approccio empirico, quale strumento per conoscere se stessi, quale maniera per accostarsi ai fatti di sempre, mi ha permesso di entrare e rivedere la mia vita. Attraverso i seminari esperienziali ho conosciuto le mie emozioni: ho guardato in faccia il mio dolore, la mia rabbia, ma anche la mia gioia fino ad arrivare al mio nuovo sentire. Ed è il sentire la capacità di connettersi con se stessi e con l‟altro facendo del counselor empirico un professionista che aiuta l‟ altro a valorizzare le proprie situazioni di stress, accompagnando il cliente a trovare dentro di sé il bandolo della matassa…. ossia la risposta. La grammatica dell‟ Essere del prof. Michel Hardy mi ha, inoltre, fornito gli strumenti per leggere la storia dell‟altro, per riconoscere le sue dinamiche affettivorelazionali da come si muove, da come parla, dal suo modo di vestire e dalla sua corporeità: ”il corpo parla, la mente… mente spudoratamente”. 77


Il percorso, è stato, altresĂŹ, avvalorato del prezioso contributo della tutor, dott.ssa L. Minutoli, che ci ha sostenuti con grande amore durante questi tre anni. Con le sue attivitĂ , le meditazioni e le esercitazioni abbiamo potuto sperimentare lâ€&#x;essere counselor prima di noi stessi per poi esserlo con gli altri.

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IL COUNSELING EMPIRICO PEDAGOGICO RELAZIONALE Sono un viaggiatore e un navigatore, e ogni giorno scopro qualche nuova regione dentro la mia anima. Khalil Gibran Se una persona si trova in difficoltà il modo migliore di venirle in aiuto non è quello di dirle esplicitamente cosa fare, quanto piuttosto di aiutarla a comprendere la situazione e a gestire il problema facendole prendere le responsabilità delle proprie scelte e decisioni. Gli individui hanno in se stessi ampie risorse per auto-comprendersi e per modificare il loro concetto di sé”. (Carl Rogers ) Il counseling è una relazione d‟aiuto che muove dall‟analisi dei problemi del cliente. Attraverso il dialogo, ma soprattutto con la qualità della relazione, si instaura una condizione di fiducia, di empatia e di ascolto adatto per condividere e alleviare le preoccupazioni e i problemi del cliente. Il cliente è il protagonista di questo processo: egli viene guidato ad esaminare la sua situazione da diversi punti di vista, ma soprattutto viene guidato nel viaggio dentro di sé scoprendo situazioni a lui sconosciute ma che lo aiuteranno trovare la risposta ai suoi problemi. Il Counselor, dunque, è un professionista che aiuta gli altri a valorizzare, come elemento evolutivo, le proprie situazioni di stress. La figura del counselor empirico pedagogico-relazionale può lavorare con famiglie, coppie, gruppi e organizzazioni. Egli fornisce metodi e consigli per migliorare le relazioni umane, gestire cambiamenti, risolvere situazioni difficili, prendere decisioni importanti, definire e raggiungere obiettivi, trovare soluzioni partendo dalle proprie risorse. Il percorso, della durata di tre anni, attraverso seminari esperienziali propri dell‟approccio empirico, permette di attivare un confronto tra il “sé personale“ e il “sé professionale”, al fine di ritrovare gli aspetti di sé più utili e le abilità più adatte per un‟autentica relazione d‟aiuto. Apertura, attenzione, disponibilità, presenza, ascolto, empatia sono tutte qualità necessarie ad un counselor per poter entrare nell‟energia del cliente, per percepire il suo bisogno e accompagnarlo alla scoperta del suo vero sé.

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Quando si percepiscono le emozioni dell‟altro, si entra in contatto con la sua persona. Le emozioni sono tanto una via d‟accesso al centro del nostro io, quanto una via d‟accesso all‟altro. Ma attenzione a non farsi coinvolgere emotivamente. Un counselor riconosce le emozioni e sa gestirle al meglio. Comprendere l‟esperienza del cliente, le sue emozioni, il suo bagaglio, intravedere le sue ombre e percepire il suo dolore è il giusto modo per entrare in connessione con il cliente che, a sua volta, sente di potersi fidare: non sente il giudizio ma il giusto sostegno per essere accompagnato nella ricerca della soluzione e della trasformazione. Questa nuova figura professionale considera il malessere non più come un disturbo da eliminare, ma il punto di partenza di un percorso di evoluzione personale, di riscoperta della sua luce, cercando di ristabilire un nuovo dialogo con sé stesso e con il mondo circostante. Il percorso di Counselor Empirico Pedagogico Relazionale vede al suo interno l‟integrazione perfetta di due approcci: quello empirico, che attraverso l‟esperienziale fornisce gli strumenti per comprendere sé stessi, e quello pedagogico. Etimologicamente il termine “pedagogia” deriva dal greco παιδος che significa fanciullo e αγωγια che indica l‟azione di condurre, accompagnare (= l‟arte di guidare i fanciulli). Nel

corso del tempo, a questo termine è stato correlato quello di “educazione” che indica il saper “tirare fuori” sia il mentale che lo spirituale. Il tirare fuori si fa risalire alla “Maieutica” di Socrate. Già nel V sec. a.C., il filosofo aveva adottato il metodo del dialogo per arrivare al sapere e usava il metodo della maieutica “come l‟ostetrica tira fuori il nascituro”: egli tirava fuori la “conoscenza” attraverso il dialogo, all‟insaputa dell‟interlocutore. All„interno del nostro percorso con approccio empirico, la figura professionale del counselor pedagogico-relazionale acquista ancor più valore poiché la pedagogia rappresenta il ponte tra l‟empirico, quale esperienza e scoperta del sé, e il relazionale che porta il sé nel mondo.

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LA MIA SPERIMENTAZIONE Essendo un‟insegnante, impegnata nella scuola dell‟infanzia, ho avuto la possibilità di sperimentare all‟interno della scuola il mio ruolo di counselor empirico pedagogicorelazionale. Indubbiamente è cambiata la mia modalità di relazione con gli alunni, con i genitori e con le colleghe: tutto, adesso, sta assumendo una nuova luce. Come previsto dal programma del 3° anno accademico, ho realizzato un progetto di sperimentazione basandomi sull‟approccio empirico. I protagonisti sono stati i miei bambini di tre anni, i quali hanno giocato con le loro emozioni e i loro genitori, coinvolti in prima persona nella crescita emotiva dei loro figli.

Di seguito riporto, in sintesi, la mia sperimentazione. Nome del progetto:

UN ARCOBALENO DI EMOZIONI

Le emozioni determinano il nostro essere, incidono sulle nostre decisioni e sulle relazioni: sono il presupposto per un incontro autentico con gli altri. Questo progetto vuole essere una tavolozza delle emozioni che esorta a prendere dimestichezza con le tonalità di ciascuna di esse. Sono una sorgente inesorabile di energia, vitalità e gioia di vivere. Dalle emozioni dipende anche il nostro stato di salute

Destinatari:

Alunni della scuola dell‟infanzia (sez.3 anni) e i loro genitori.

Durata:

N. 5 incontri della durata di 2 ore ciascuno

Contesto:

La scuola

Obiettivo generale: Conoscere, riconoscere le propri emozioni Contenuti:

- Mettersi in relazione con lo spazio circostante; - Mettersi in relazione con gli altri condividendo modalità di movimento; - Ascoltare il proprio corpo; - Sperimentare con il corpo; - Vivere positivamente le esperienze.

Metodo:

Approccio empirico

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Attività n.1 “IL DONO DELLA VITA” Il dono è per i bambini il simbolo della festa di Natale. Attraverso il gioco hanno creato la culla di Gesù Bambino portando in dono: l‟amore, la bontà, l‟amicizia, la gioia usando dei pacchi simbolo. I piccoli hanno drammatizzato i loro doni scegliendo come regalo quello che li ha colpiti maggiormente.

Attività n.2

“IL DONO DELLA VITA”

In questo incontro gli attori sono stati i genitori, i quali sono stati chiamati a creare la Sacra Famiglia facendo rivivere l‟emozione del dono più bello: quello della nascita del proprio figlio. In cerchio hanno detto in poche parole cosa rappresenta per loro la famiglia. In un foglio hanno poi illustrato, usando pastelli colorati, il loro gruppo familiare. Hanno osservato i loro disegni, hanno condiviso le loro emozioni e ciò che hanno provato durante l‟esperienza, hanno rivolto un augurio al proprio figlio e cosa avrebbero voluto cambiare nel loro futuro. Con tanta emozione mi hanno ringraziato per aver ricevuto un momento forte d‟amore.

Attività n.3

“L’AMORE DEL PADRE”

In occasione della Festa del papà ho invitato i bambini a disegnare un momento di vita quotidiana vissuta con il padre. Successivamente i genitori hanno individuato il disegno del proprio figlio, riconoscendosi in quel momento condiviso. Questo è il segno della sintonia: riconoscersi, stare sulla stessa lunghezza d‟onda, essere in sinergia.

Attività n.4 “MAMMA CREATIVA” Quest‟incontro ha rappresentato un occasione, oggi ormai rara, per vivere un momento spensierato con il proprio figlio. Mamme e figli stavano seduti in cerchio al cui centro avevo disposto della carta riciclata dalle uova di Pasqua. Muniti di forbici, nastri e spillatrici ho chiesto loro di creare un vestito su misura collaborando con il proprio figlio e utilizzando una carta a piacere. Come per magia, le mamme hanno cominciato a creare modelli, a giocare insieme e a scambiarsi tenerezze. Finito il modello hanno poi sfilato per onorare la loro creazione. Quindi si è avuta la condivisione finale e, stavolta, le mamme hanno ringraziato per avere provato una sensazione di leggerezza che da tempo non sentivano.

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Attività n.5

“I COLORI DELL’ARCOBALENO”

I colori rispecchiano il nostro sentire. Nelle mie attività uso spesso i colori per far esprimere il proprio essere, i propri stati d‟animo, il proprio sentire. E‟ da come si colora un foglio, dalla scelta dei colori che si può evincere lo stato emotivo della persona. Già a tre anni i bambini hanno la percezione del loro colore preferito: ed è meraviglioso vedere con quale sicurezza lo scelgono e come danno vita ad un foglio bianco. In questa attività, sistemati in cerchio, ho raccontato loro una favola: ”la leggenda dell‟ arcobaleno” che nasce dal volo e dall‟incontro di tante ali di farfalle. In ordine sparso sono stati invitati ad imitare il volo delle farfalle (accompagnati da un adeguato sottofondo musicale): chi rideva, chi si stancava, chi era più lento…. Tornati nel cerchio, dandosi la mano e tenendo gli occhi chiusi hanno immaginato la nascita dell‟arcobaleno. Successivamente hanno disegnato il loro arcobaleno su un foglio. Dopo aver finito ho chiesto di poggiare le mani sul disegno e sentire l‟ emozione che li attraversava. Così, presi dalle loro emozioni, li ho invitati ad alzarsi e a portare in giro il loro arcobaleno per i corridoi della scuola.

NOTE DA COUNSELOR Il fil rouge della sperimentazione è stato l‟amore, protagonista assoluto di tutte le attività. Questo mi è servito a vedere quanto esso sia davvero il centro della mia vita. Nei vari momenti del progetto, l‟amore si è espresso nelle sue forme e in tutti i suoi linguaggi: come nel Libero Fluire, in maniera armonica. L‟amore inteso empiricamente come dono della vita (progetto empirico-salvaguardia della specie); l‟amore dei genitori (consegna familiare); l‟amore del padre (forza vitale); l‟amore della madre (amore incondizionato); l‟amore per l‟universo (libero fluire). Il gruppo mi ha dato la percezione di un forte bisogno, da parte dei genitori, di riscoprire sé stessi, nella loro essenza e di rimettersi in gioco con nuove energie. Nella conduzione ho potuto sentire quanto è importante entrare nelle stessa lunghezza d‟onda del gruppo per creare un clima di fiducia. Questa esperienza ha inoltre rappresentato la misura della mia evoluzione personale nel ruolo di insegnante, dopo tre anni di percorso. Oggi riesco a sentire cosa è meglio proporre per fare emergere le qualità dei miei piccoli alunni. Le attività vengono costruite insieme: sono loro che mi guidano nella 83


scelta. Molto importante è ascoltarli poiché, nella loro purezza d‟amore, esprimono i loro bisogni e loro richieste con naturalezza e semplicità. Gli alunni vanno coccolati e nutriti con l‟amore per la vita: trasmettere loro la gioia nel fare le attività ordinarie è stata una grande emozione. Vedere i loro occhi pieni di stupore quando riuscivano a creare per la prima volta un disegno, vedere la gioia nei loro giochi, scoprire insieme nuove emozioni! Un‟energia rigenerante: io davo loro e loro mi donavano delicatamente il loro amore.

GALLERIA FOTOGRAFICA DELL’ESPERIENZA

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Ringraziamenti Sento, con grande amore, di ringraziare Liliana, perché se oggi sono qui è grazie al nostro incontro. Con tutto il mio cuore ringrazio il Magister Michel Hardy, che ha creduto in me e mi ha guidata in questo viaggio. Con emozione ringrazio il magico cerchio di Palermo: momenti indimenticabili, di grande intesa, di forte energia. Ringrazio il mio angelo Oriana che mi ha sostenuta con la sua leggerezza. E Monica Colosimo: la mia musa ispiratrice. Un Grazie speciale va alla mia famiglia, che tra amore e deliri, c‟è sempre stata.

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Bibliografia Anne Sexton, “Poesie su Dio” Ed. Le Lettere - 2003 Deepak Chopra, “Le coincidenze” Ed. Pickwick – 2013 Franҫois de La Rochefoucauld, “Massime” Ed. BUR Rizzoli - 2000 Georges Bataille, “L’erotismo” Ed. Mondadori - 2009 Gerald Jampolsky, “Amare è lasciare andare la paura” Ed. Essere felici - 2007 Giovanni Salonia, “Sulla felicità e dintorni” Ed. Il pozzo di Giacobbe - 2011 Isabel Allende, “Afrodite” Ed. Feltrinelli - 1998 Isabel Allende, “Amore” Ed. Feltrinelli - 2013 Massimo Recalcati, “Il complesso di Telemaco” Ed. Feltrinelli - 2013 Michel Hardy, “Grammatica dell’essere” vol. I-II-II-IV-V-VI” - 2013 Omero, “Odissea” XVI - varie edizioni Monica Colosimo - Attilio Piazza, “La saggezza viene dal cuore” Ed.Tea - 2013 Monica Colosimo, “Il manuale della regina dell’amore” Ed. OM - 2011 Osho Rajneesh, “Il mistero femminile” Ed. Mondadori - 2013 Osho Rajneesh, “Tu sei amore” Ed. Giunti - 2012 Paolo Coelho, “Sulla sponda del fiume Pedra mi sono seduta e ho pianto” Ed. Bompiani - 1996 Paolo Coelho, “Lo Zahir“ Ed. Bompiani - 2004 Platone, “Simposio” Ed. Adelphi - 1979 Umberto Galimberti, “Le cose dell’amore” Ed. Feltrinelli - 2004

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Indice Premessa …..……………………………………………………….…………………. 2 Presentazione …..……………………………………………………….………………….4 Capitolo 1 L‟AMORE NELL‟APPROCCIO EMPIRICO………………..…………. 6 paragrafo 1.1

L‟armonia….……………..…………………………….…………………. 7

paragrafo 1.2

Amore e Ordine…………..…………………………….………………….9

paragrafo 1.3

Amore e Nutrimento..…..…………………………….…………………. 11

Capitolo 2 QUANTE CANDELINE SI ACCENDONO ?………………..…………. 13 paragrafo 2.1

Responsabilità d‟amare..…………………………….…………………. 14

paragrafo 2.2

La consegna d‟amore…..…………………………….…………………. 16

paragrafo 2.3

Il diritto di essere amato..…………………………….…………………. 18

paragrafo 2.4

Debito e ombra...………..…………………………….…………………. 20

Capitolo 3 DINAMICHE D‟AMORE NELLA COPPIA..………………..…………. 22 paragrafo 3.1

L‟attrazione fatale……....…………………………….…………………. 23

paragrafo 3.2

Attrazione e integrazione.…………………………….…………………. 27

paragrafo 3.3

Il potere nella coppia…...…………………………….…………………. 29

paragrafo 3.4

Attrazione nell‟ombra...…..……..…………………………….………… 31

paragrafo 3.5

Il non amore nella relazione alterata..……………….………………….32

paragrafo 3.6

Amore cieco………….…..…………………………….…………………. 38

Capitolo 4 LA FORZA NELL‟AMORE………………....………………..…………. 40 paragrafo 4.1

Dal codice Yang...……....…………………………….…………………. 41

paragrafo 4.2

La forza vitale…………….…………………………….…………………. 43

paragrafo 4.3

Il lato Yang dell‟amore…...…..……………………….…………………. 45

paragrafo 4.4

La forza del padre….....…..……..…………………………….………… 48

Capitolo 5 LA GIOIA D‟AMARE……..………………....………………..…………. 50 paragrafo 5.1

Dal codice Yin…...……....…………………………….…………………. 51

paragrafo 5.2

La luce femminile………….…………………………….………………….53

paragrafo 5.3

L‟amore incondizionato....…..……………………….…………………. 56

paragrafo 5.4

Il dono della vita..….....…..……..…………………………….………… 58

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Capitolo 6 LA METAMORFOSI DELL‟AMORE………..………………..………….60 paragrafo 6.1

L‟amore nella metamorfosi empirica………………….………………….61

paragrafo 6.2

L‟incapacità di amare nei ruoli empirici alterati....….…………………. 64

Capitolo 7 DALL‟INCAPACITA‟ DI AMARE AL LIBERO FLUIRE.......…………. 67 paragrafo 7.1

Lo spazio nel cuore…..…………………………….………….……….

paragrafo 7.2

L‟evoluzione…….………..…………………………….…………………. 70

paragrafo 7.3

Amore stato dell‟essere....…………………………….………………….72

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Meditazione……………………………………………..……………….. 73 Dal mio pensare al mio sentire………………………………………… 75

Il mio percorso nel Counseling……………………………..………….. 77

Il Counseling Empirico Pedagogico Relazionale………………………79 La mia sperimentazione………………………………………………… 81 Galleria fotografica…………………………………………..…………

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Ringraziamenti………………………………………………………….. 86 Bibliografia………………………………………………………………

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