Cesare Malfatti / Due anni dopo
01. 02. 03. 04. 05. 06. 07. 08. 09. 10. 11. 12. 13.
La notte bagna Mi han detto che Senza te Quello che abbiamo Andate via Sembra quasi felicitĂ Posso fare a meno Il bilancio Ma perchĂŠ Fermati Milano Soltanto tu Due di uno A te
A chi resiste
/ Due anni dopo
Dire una cosa all’orecchio di chi ti ascolta di Vittorio Bongiorno
Mi piaceva l’idea che fossi tu, che hai assistito al concerto a Brisighella, alla genesi di tutto questo… In questo disco, vorrei mettere le note di tutti quelli con cui ho suonato, Masiar che ha fatto le riprese, tu che fai questa presentazione: vorrei che fosse tua, più personale possibile. Io mi sento molto imbranato nello scrivere. Se invece lo fai tu, che è poi il tuo mestiere, potrebbe essere una cosa bella, no? Tu magari puoi tirare fuori il peso del tempo che c’è nel fare questo tipo di cosa… quando ti dicevo che questo disco è anche figlio del fatto che ho iniziato a cantare, un mestiere che non sapevo fare… mi piaceva l’idea di registrare quasi dopo due anni… forse si chiamerà proprio così, “quasi due anni dopo”, o “due anni dopo”, per far capire quello che succede normalmente a un disco. Succedeva anche ai La Crus: io e Gio facevamo il disco in studio, tutto costruito, completamente non-live, poi iniziavano i concerti e il disco cambiava, acquistava man mano corpo, e questo ci piaceva, perché era un modo nuovo di sentire la nostra musica. Anche i Dining Rooms funzionano così… Io, prima di essere musicista, studiavo ingegneria. Ero un fonico, un programmatore. Quando tu venivi al Jungle Sound, era il periodo del crossover, delle chitarre distorte, dei primi campionatori, io facevo i gruppi hip hop. Poi sono nati i La Crus con Gio e Alex… sono stato tra i primi ad avere l’Atari, Cubase, facevo i loop… un lavoro da pazzi. E anche queste canzoni del primo disco, di cui questo che hai tra le mani è il “fratello gemello”, è nato un po’ con lo spirito “lacrusiano”, l’ho suonato tutto io… per stratificazione… addirittura la batteria con incastri ritmici che un normale batterista non può fare, perché dovrebbe avere sette mani. Il motivo di questo disco, due anni dopo, è raccontare che sono partito da un
esperimento, compreso il cantare, e poi piano piano, con la scusa dei concerti, tutto è diventato più naturale, più solido… magari meno originale dal punto di vista degli arrangiamenti, ma più serio, un po’ più rock. Con Dodo e Giovanni è stata la prima volta che ho fatto i pezzi in maniera veramente elettrica. Quando suono da solo sono io che comando, il pezzo è così, la struttura è così, qui ci sono i cambi… invece insieme abbiamo avuto l’occasione di tre giorni di prove a casa di Deanna. In cima alla collina, in quello splendido posto suggerito da Marco e Claudia, lì siamo stati coccolati e ci siamo lasciati andare: se prima i pezzi iniziavano con il riff di chitarra, ora iniziano con la voce. E poi facevamo molti cambiamenti di suono. Giovanni per esempio non suonava solamente il basso ma anche la tastiera, che io ho usato pochissimo… è stato un grande lavoro… E poi sono abbastanza nuovo a questo essere cantautore… inventarti cantautore da grande… sto imparando a farlo. Mi è piaciuto aver fatto questo disco ed aver capito che posso usare la voce, quando all’inizio mi dicevano che dal vivo avevo poca emissione e non avrei potuto cantare. Ora so come farlo, mi piace, mi diverto… La differenza con Gio o con Manuel… loro sono cantanti nati in sala prove dove c’è il volume di una batteria… prendi invece una Charlotte Gainsbourg… shhh shhh, tah taah… a una così in Italia avrebbero detto “vai via!”. Questo modo di bisbigliare, di dire una cosa all’orecchio di chi ti ascolta… la voce è uno strumento musicale come gli altri. Dopo l’esperienza di Brisighella, Giovanni mi ha suggerito di non perdere questi arrangiamenti… così ci siamo ritrovati a Milano al CHE Studio e Tommaso in tre
giorni ha registrato tutte le canzoni in presa diretta, dopo tre take a brano si sceglieva insieme la migliore. Poi però mi è venuto in mente di chiamare anche alcuni musicisti con cui avevo suonato in questi due anni… Manuel ha accettato di suonare il mio pianoforte del 1909, Vincenzo è arrivato da Catania e ha messo i suoi violini, Stefania ha fatto quattro passi e ha registrato la sua voce… Oltre alle canzoni del primo disco scritte con Alex, qui ci sono due pezzi inediti “Due di uno” ancora con le parole di Alex e “A te” con le parole di Laura Facchi. In tutto il disco si parla dei quasi cinquantenni, di rapporti interpersonali, di uomo-donna, gente che ha figli… e siccome non mi sono mai trovato con le parole… le sento soprattutto come dei suoni… così faccio l’interprete concettuale di un’altra persona. Cerco di adattare i testi, di farli miei. Come mettersi delle scarpe non tue: all’inizio fanno male ma a poco a poco gli dai la forma del tuo piede, basta poco a sentirsi a proprio agio con la vita di un altro… Anche ora, che siamo qua a fare questa chiacchierata per la presentazione del disco. Ecco, potresti scriverla tu… E poi c’è anche un collegamento tra di noi, il progetto per il tuo nuovo romanzo e per il mio nuovo disco che forse verrà dopo questo…
01.
La notte bagna E sta andando giù il sole in fondo in fondo a questa età che non sento più con le sue mezze con le sue mezze verità Ma poi scende la sera e si confonde con la mia realtà e poi la notte allarga le sue onde ma dietro il buio tutto è ancora là E non grida più questa odore non si sente più Ma poi scende la sera e si confonde con la mia realtà e poi la notte allarga le sue onde ma dietro il buio tutto Ma poi scende la sera e si confonde con la mia realtà e poi la notte allarga le sue onde ma dietro il buio tutto è sempre là
02.
Mi han detto che Mi han detto che che non ti devo niente che tutto gira intorno a me intorno a me Mi han detto che che in fondo non è niente che presto tutto cambierà Mi han detto che non è poi tragico, che è logico Ma io, ma io ma io direttamente di mio io non so niente, non so io direttamente non so esprimere un pensiero un ragionamento intero non so dire per davvero, cosa sento Ho letto che che il tempo ci guarisce che poi il sereno tornerà, tornerà Ho letto che si torna a vivere, sorridere ma io, ma io Ma io direttamente di mio io non so niente, non so io direttamente non so esprimere un pensiero un ragionamento intero non so dire per davvero, cosa sento
03.
Senza te Troppe cose intorno a me sono l’ombra di qualcosa che non c’è il mondo ha perso la sua magia da quando senza un cenno sei andata via se resisto non lo so e mi dico che qualcosa inventerò Non c’è niente intorno a me che abbia un senso senza te Forse un giorno capirò per adesso il mio alfabeto dice no intanto aspetto perchè tu sei la sola sillaba che io pronuncerei Non c’è niente intorno a me che abbia un senso senza te Non c’è niente intorno a me che abbia un senso senza te
04.
Quello che abbiamo Abbiamo foto controsole e poi silenzi e poi parole abbiamo giorni messi in fila con il lavoro e i figli a scuola che han già fretta di... volare via E poi se ancora non bastasse abbiamo mari di promesse è vero, sono sempre quelle ma è quel che abbiamo e sono vere abbiamo lividi e carezze e forse troppe nostalgie Abbiamo due colpe ed un solo perdono ed un modo leggero di cedere al mondo ed il tempo è un sottile rumore di fondo... Abbiamo lunghe notti insonni e feste per i compleanni e panni stesi ad asciugare e una canzone nuova in mente ma sembra un po’ come se ancora non si fosse fatto niente ma... Abbiamo due colpe ed un solo perdono ed un modo leggero di cedere al mondo ed il tempo è un sottile rumore di fondo da sempre qui intorno...
05.
Andate via Ho una nausea così forte che mi sembro quasi Sartre e di Musil ho l’assenza di qualsiasi qualità il mio tempo è tempo perso: che lo cerchi pure Proust ci sono cose divertenti che non rifarò mai più Non ho voglia di niente le cose, la gente ma proprio di niente le facce, i discorsi di sempre andate via Lo so, Belacqua mi somiglia, non posso certo dir di no e son preciso, spiccicato, tale e quale ad Oblomov sono schiavo dell’ignavia, solo l’ozio mi dà gioia quel che apprezzo di Moravia non è altro che la noia Non ho voglia di niente le cose, la gente ma proprio di niente le facce, i discorsi di sempre non ho voglia di niente le cose, la gente ma proprio di niente le facce, i discorsi di sempre andate via
06.
Sembra quasi felicità Resto sveglio a notte fonda il giorno non arriva mai tornano in mente tutti i miei sbagli ne ho fatti tanti e tu lo sai temo anche di svegliarmi e di scoprirti andata via di non amarti mai abbastanza e che sia solo colpa mia ma mentre dormi ancora un po’ sto alla finestra e guardo... Tutto sembra lì per me tutto è così bello che niente più lo intaccherà sembra quasi felicità felicità Ho paura del futuro e del presente che se ne va delle scelte che non faccio e delle mie responsabilità ma mentre dormi ancora un po' sto alla finestra e guardo... Tutto sembra lì per me tutto è così bello che niente più lo intaccherà sembra quasi felicità felicità felicità
07.
Posso fare a meno Io posso fare a meno di quello che non ho, di stelle e calendari e che arrivi il mio Godot Io di di di
posso fare a meno un po’ di soldi in più, accendere il telefono, un’ora di TV
Io posso fare a meno di strade e gallerie, dei nomi sulle mappe, di nuove geografie Io posso fare a meno di tante novità, dei sogni fuori orario in mezzo alla città Ma non so fare a meno nemmeno di un caffé per prendermi del tempo e stare un po’ con te, io potrei fare a meno... ma aspetto ancora un po’
08.
Il bilancio Il bilancio fra noi due non pareggia mai io prendo sempre un po’ di più di quello che mi dai e qualcosa viene, qualcosa va tu non contarlo mai Un centro fra noi due non si trova mai io sono sempre un po’ più in là rispetto a dove stai E l'altalena fra noi due non si ferma mai io prendo sempre più spinta di di quella che mi dai, che mi dai E la partita fra noi due non finisce mai il campo è grande intorno a noi tu corri fin che puoi Il giogo posto su di noi non si scioglie mai e se più spesso tiri tu non per questo molli tutto e te ne vai.
09.
Ma perché Ti muovi come un clown sorridi come un clown ed io non mi diverto Ti vesti come un angelo poi non sai più chi sei ed io non mi diverto Non siamo stati mai più lontani di così ed io non mi diverto e mi chiedo mi chiedo ma perché... Ma ma ma ma
perché perché perché perché
ma tu ma tu
perché fai così? perché sei così?
Mi dici: “che male c'è ci si diverte un po' non puoi tirarti indietro” Ma il successo gira l'angolo e sempre sa chi sei ti sfugge come un ladro E mi chiedo, sì mi chiedo ma perché... Ma ma ma ma
perché perché perché perché
ma tu ma tu
perché fai così? perché sei così?
10.
Fermati Milano Fermati fermati fermati Milano sei ancora più vicina al bordo per oggi stai qui Fermati fermati fermati Milano non mi dire ancora “un’altra volta” adesso che un bordo non c'è Fermati fermati fermati Milano fermati per un momento ancora dai, fallo per me Fermati fermati fermati Milano ferma questo ballo ancora un’altra volta riposati ancora un po’ Fermati fermati fermati Milano riprendi ancora tutto il tuo controllo di quello, per quello che in te
11.
Soltanto tu Andarsene da qui lontano sentirsi figli di nessuno mi sono illuso che da adesso sarebbe stato un po’ diverso e c’è l’amore che ho tradito sai per ogni sogno che ho che io ho venduto c’è tutto il tempo che, che ho sprecato e qui davanti a te io mi arrendo Ma se ho vinto poi ho perso e soltanto tu ancora adesso soltanto tu puoi dare un senso al niente in cui, in cui mi perdo io questa forza, io, io non ce l’ho E passa su di noi la notte ogni volta ancora un po’ più forte E se io ho vinto poi ho perso soltanto tu ancora adesso soltanto tu puoi dare un senso al niente in cui, in cui mi perdo e questa forza io non ce l’ho
12.
Due di uno Adesso che si fa? tu insisti e dici che così non va so già cosa dirai che non capisco, che non parlo mai Mi chiedi come sto chissà se ancora ti interessa o no mi chiedi come sto ma io sinceramente non lo so Siamo due di uno e tu lo sai due di uno questo sai Adesso che si fa? passato il tempo delle fantasie rimane l’amore che che controvento ci ha portati qui Ti chiedo come stai anche se so che non me lo dirai ti chiedo come stai forse davvero neanche tu lo sai Siamo due di uno e tu lo sai due di uno, sì questo sai due di uno tu lo sai due di uno questo sai
13.
A te Ma che silenzio c’è oggi qui un giorno so sarà così ci son cose che mai... mai saprò Tu sei proprio come me non resterà mai niente qui mi prendi in giro, ma che vuoi che vuoi che sia E proverò anche a scherzare tu ne saprai già più di me, saprai che è giusto, che va così, ma è normale insegnalo anche a me Lo so da piccola eri poesia sembrava non finisse mai i tuoi pensieri domani a me non li dirai E proverò anche a scherzare tu ne saprai già più di me, saprai che è giusto, che va così, ma è normale ripartirò da qui e da lontano ti guarderò tutti i tuoi sbagli benedirò non avrò paura della tua paura io so che comunque passerà. C'è ancora tempo, resto qui e mi bevo qualche cosa Brindo a te e... mi piace e... mi piace sai a te, a te, a te e a me
Musica di Cesare Malfatti Testi di Alessandro Cremonesi (01-12), Laura Facchi (13) Cesare Malfatti: voce, chitarra, autoharp, ukulele, basso (12,13) Dodo NKishi: batteria, cori Giovanni Ferrario: basso, tastiera, chitarra (12, 13), cori Manuel Agnelli: piano verticale Vincenzo Di Silvestro: violino Stefania Giarlotta: voce femminile (6, 7, 12, 13), cori Registrato nell’ottobre 2012 al CHE Studio, Milano da Tommaso Colliva e Carlo Zollo Mixato e masterizzato da Paolo Iafelice, Adesiva Discografica, Milano Grafica di Stefania Giarlotta
------------------------------------------------
Grazie a: Giovanni Ferrario, Dodo NKishi, Manuel Agnelli, Vincenzo Di Silvestro, Masiar Pasquali, Tommaso Colliva, Paolo Mauri, Carlo Zollo, Marco Ghezzi, Claudia Contarini, Vittorio Bongiorno, Marisa Bernardoni, Deanna Dall’Arancio, Roberto Bandini e‌
ADis013 P & C 2013 Adesiva Discografica www.adesivadiscografica.com per ulteriori copie scrivere a cesare.malfatti@gmail.com
-----------------------------------------------------------