La Nuova Vita 40

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Periodico semestrale interconfessionale di Campus per Cristo Svizzera

VITA

Marionette nel turbine della vita?

Marionette nel turbine della vita? Possibile ricominciare con la vita? Un matrimonio senza speranza Il dramma del pulsante rosso Non so se ‌ Qualcuno che mi ama e mi capisce?


Marionette nel turbine della vita

Salvatore Farinato

Confrontati con le correnti politiche ed economiche che scrivono la storia della nostra società, ci poniamo spesso la domanda: Chi sono io? Qual è il mio ruolo? Devo sempre essere uno spettatore passivo che agisce sotto l’influenza della grande massa? Un fuscello in balia delle correnti della vita? Riesco a essere me stesso, oppure sono il prodotto del sistema? Le azioni della nostra vita sono spesso come un boomerang, che prima o poi torna a chi lo ha lanciato, portando con sé le conseguenze delle nostre decisioni. Che siano state buone o cattive, esse si ripercuoteranno anche sulla nostra vita. Dopo la svolta del millennio, le guerre e le crisi economiche si sono accavallate con elevata frequenza, mettendo in ginocchio l’economia e le strutture sociali di molte nazioni. Sembra che si sia scatenata una sorta di frenesia che, sull’onda della globalizzazione, trascina con sé quasi tutto il mondo. Gli eventi si succedono così rapidamente, che anche la nostra nozione del tempo ne è influenzata. Le cose avvenute il mese scorso ci sembrano lontane e ciò che conta è solo il presente, che con i suoi problemi e le sue assurdità assorbe tutti i nostri pensieri. Chi sono io in questo contesto? Un numero qualsiasi nella massa? Una marionetta che agisce sotto l’influenza della struttura sociale e che subisce passivamente le conseguenze delle crisi economiche? Se è così, perché allora non approfittare della vita? Perché preoccuparsi del domani? Ma sarebbe giusto approfittare della crisi degli altri, costringendoli a subire le conseguenze del nostro egoi2 smo e della nostra sete di potere?

La questione che dovremo porci Che lo vogliamo o no, un giorno saremo confrontati con le domande fondamentali della vita: un caro amico che perde la vita e lascia la moglie e due figli, un conoscente, che non trovando una soluzione ai suoi problemi, pone bruscamente fine ai suoi giorni. La Bibbia ci dice che la nostra vita è effimera. «Tutti i nostri giorni svaniscono… finiamo i nostri anni come in un soffio. I giorni dei nostri anni arrivano a settant'anni; o per i più forti, a ottant'anni; e quel che ne resta non è che travaglio e vanità…».

za e così influenziamo nel bene o nel male il nostro ambiente, i nostri famigliari e i nostri amici. Non dobbiamo lasciarci trascinare dalla corrente come un relitto. Non dobbiamo essere un numero nella grande massa, o la marionetta che danza al ritmo del burattinaio. Tu ed io siamo stati creati da Dio con il libero arbitrio. Egli ti ama tanto e vuole che tu sii te stesso, te stessa! La tua individualità è preziosa agli occhi Suoi. Diventando uomo attraverso Gesù Cristo, Dio è venuto sulla terra ed ha vissuto le gioie e le sofferenze umane per capirti meglio. Non c’è nessuna sofferenza, nessun dolore e nessuna incertezza della tua vita che Lui non possa capire. Ed è proprio in queste situazioni che Egli vuole esserti vicino e aiutarti. 䡵

Siamo noi stessi però, che plasmiamo la nostra vita! Con le nostre decisioni e con le nostre azioni le diamo importan-

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VITA

LA

IMPRESSUM

Redazione:

Salvatore Farinato Andrea L. Sablone Cristian Bertoli

Grafica:

Flavio Robassa

Indirizzo:

Campus per Cristo C.P. 5311 CH-6901 Lugano

E-Mail:

info@campus-per-cristo.ch


Possibile ricominciare con la vita?

M. H. S.

Ero un ragazzo ingenuo, beneducato. La mia famiglia non era solida e io avevo bisogno di sostegno e amore e mi ponevo molte domande esistenziali. Ero calmo, riservato e incapace di fare del male.

Chi avrebbe immaginato che sarei diventato ciò che sono diventato? Com’è che a un certo punto la violenza abbia preso il sopravvento su di me? In seconda liceo avevo già sperimentato ciò che avrebbe distrutto una buona parte della mia vita: la droga, l’alcool, ecc. Cominciai a fumare e a frequentare persone poco raccomandabili. Il declino era iniziato: mancavo a scuola, e facevo fatica a seguire le lezioni. Volevo dimenticare tutto ciò che mi faceva soffrire e che non riuscivo ad accettare. Dentro di me c’era la rivolta totale. Di fuori, un contesto talmente negativo da rendere minime le mie chance di uscirne. Mi ero fatto espellere da scuola e questo non aveva di certo aiutato a migliorare il rapporto con i miei genitori. Frequentavo i quartieri pericolosi, dove regnavano la corruzione e la dissolutezza. All’inizio, come tutti i giovani dell’ambiente, volevo diventare qualcuno, essere un capobanda. Avevo degli agganci, mi sentivo forte e, poco a poco, mi ero fatto un nome. Davanti ai miei «amici» facevo il duro, ma la sera, a letto, piangevo spesso. Ero rimasto bloccato in un ingranaggio e non sapevo come uscirne. La mia vita doveva cambiare, sognavo di poter ricominciare tutto daccapo.

Nel mio quartiere parlavo a volte con un ragazzo. Era saggio e gentile e questo mi aveva colpito. Mi parlava di Gesù … qualcosa in lui mi attirava. Oggi so che era Gesù ad attirarmi. Avevo bisogno di un rapporto personale con Cristo, che Egli entrasse nella mia vita e mi toccasse personalmente. Il mio cuore era aperto, poiché ero cosciente della mia situazione disperata. Un giorno, a me, che mi credevo intoccabile, rubarono un’automobile piuttosto costosa. Avevo deciso di vendicarmi ed ecco che il Signore mi fermò prima che oltrepassassi ancora una volta i limiti della violenza. Mi mise come davanti a uno specchio e svelò la mia malvagità. D’un tratto, tutto mi era chiaro. Caddi con la faccia a terra, convinto della mia corruzione, e gridai: «Oh Gesù, se tutto ciò che dicono di te è vero, redimimi dai miei peccati, liberami da tutto ciò che mi rende prigioniero, salvami!» In quell’istante successe una cosa straordinaria: una nuova vita entrò in me e mi sentii perdonato, libero … e la mia coscienza ne era testimone. Feci un grande mucchio di tutte le cose che attestavano la mia vecchia vitavestiti, CD, partite di droga, ecc., e gli detti fuoco. Dell’uomo violento e agitato

che ero, sono diventato un uomo posato, riflessivo. Ora, ogni volta che sono abbattuto, mi ricordo di come Gesù mi ha salvato e del cammino che ho percorso, e non posso che riprendere coraggio e ringraziarlo per quello che ha fatto e farà per me! 䡵

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Dio ha cambiato la loro vita 3


Un matrimonio senza speranza

Ruth Heil

II campanello aveva squillato. Davanti alla porta c'era una coppia di mezza età. Qualcuno aveva dato loro il nostro indirizzo, ed essi volevano ad ogni costo parlare con me e mio marito. «Questo è l’ultimo tentativo che facciamo per salvare il nostro matrimonio.» disse la donna, mentre appendevo il suo cappotto nel guardaroba, «…ma forse e già tropo tardi». Poi insieme a mio marito ci sedemmo di fronte a loro. Non ci fu neanche bisogno di affaticarci per aprire la conversazione. La donna cominciò a sfogarsi, come se da tempo avesse atteso quell'opportunità. Carica di tensioni, rimproveri e accuse, ci espose i suoi problemi: «Il nostro matrimonio è partito male dall'inizio. Ho sposato mio marito, solo perché ero spinta da compassione. In tutti questi anni mi sono sacrificata, ma a quanto sembra, lui non se ne è mai accorto. Non ho mai ricevuto un cenno di gratitudine, oppure un'eco positiva. II sesso, sì, per questo è sempre pronto, ma non conosce sentimenti! Calpesta la mia vita come un elefante e rovina il mio cuore. Non ha mai una parola di tenerezza. All'inizio almeno, mi accarezzava di tanto in tanto i capelli, oggi non si sforza più neppure di farlo. Mi sento come fossi uno zerbino.» Fino a quel punto l'uomo aveva ascoltato il tutto in silenzio, lo sguardo volto verso il basso. Poi, raddrizzatosi sulla sedia, rispose con sarcasmo: «Tu hai dimenticato una grande quantità di cose: che ti tradisco, sperpero i miei soldi, di sera faccio il giro delle bettole, fumo come una ciminiera, ti picchio due volte al giorno … » Di colpo la moglie lo interruppe: «Smettila con queste sciocchezze! Sai bene che ciò che dici non è vero! Ciononostante non ho più sentimenti per te. E poiché non nutro più alcun sentimento, restare ancora insieme sarebbe una bugia.»

Vita coniugale 4

Sentimenti! Noi donne ne siamo piene. E proprio a causa di essi offriamo spesso agli occhi degli uomini un'immagine complicata e illogica. Questi sentimenti ci spingono spesso a prendere delle decisioni che non riusciamo a spiegare, ma che per intuito sono molte volte giuste. Ed è proprio il dipendere da questi sentimenti che ci fa scivolare in problemi molto seri. Mentre l'uomo generalmente argomenta: «Sulla base di … giungo al risultato che …,» la donna si esprime spesso con: «Ho il presentimento …» oppure: «sento che …» Vista da questo punto, per l'uomo la donna è razionalmente inconcepibile. Molti mariti non sono capaci di ascoltare ciò che la moglie racconta loro. Dal canto loro però, molte mogli non sono disposte ad ascoltare gli eventi della giornata lavorativa del marito. Ciò che il marito racconta, per loro è freddo e troppo sobrio… e per di più, gli uomini tralasciano i dettagli.

Di conseguenza, invece di sviluppare un atteggiamento sensibile verso la moglie, il marito si rinchiude in sé stesso. Fino a che punto può condurre questa insensibilità nel cuore dell'uomo, lo notiamo in Ponzio Pilato, che nonostante il coraggioso intervento della moglie, restò irremovibile nella sua decisione e fece crocifiggere Gesù. I sentimenti di una donna possono avere un effetto edificante o distruttivo. Forse per questo motivo Dio ha equipaggiato l'uomo con la logica, alfine di dare un quadro di riferimento ai sentimenti della donna. I nostri sentimenti ci trascinano nelle braccia del coniuge. Caratteristico è però il fatto, che noi desideriamo o ci aspettiamo di essere abbracciate da lui solo quando non abbiamo sentimenti negativi nei suoi riguardi. Cosi facendo però, dimentichiamo che anche lui ha dei sentimenti, e possiamo ferirlo a tal punto da renderlo incapace di accettarci.

Pensare di non essere presa sul serio, provoca nella donna la sensazione di non essere amata. Ciò la porta a dubitare di sé stessa. Ed è proprio questo motivo che spinge molte donne a cercarsi un lavoro, quasi per dimostrare a sé stesse di essere utili e capaci. Avviene quindi inevitabilmente, che ciò che Dio ha creato – il calore e i sentimenti della donna – che dovrebbero completare l'apparentemente fredda logica dell'uomo, dando ad essa un cuore, proprio questi sentimenti vengono utilizzati come mezzi di lotta, per ferire il coniuge.

I nostri sentimenti vengono spesso interpretati dal coniuge, come un mezzo per esercitare pressione su di lui, e possono fare nascere gravi incomprensioni. Un uomo che frequentava uno dei nostri seminari, rispose in questa maniera alla domanda: come si comporta lei difronte alle lacrime di sua moglie. «lo esco di casa ed aspetto che tutto sia passato.» Scoprimmo poi che questa reazione era dovuta alla sua grande incapacità e al suo imbarazzo. In quella situazione egli non sapeva cosa fare e sua moglie si sentiva incompresa.


Io credo che su tutta la faccia della terra non vi sia nessuna donna che non senta il profondo desiderio di essere felice. Gran parte delle donne si sposano, poiché attraverso il matrimonio sperano di diventare più felici. E quando si pensa che la felicità è una cosa tanto delicata! Essa non si può trovare come la rugiada mattutina sui prati primaverili. La felicità coniugale è il frutto di un lavoro che dev’essere svolto quotidianamente con molta dedizione. Chi si aspetta di diventare felice e di non dover far nulla per la sua felicità, è condannato a un sicuro naufragio. Su questo tema, un asiatico si espresse in questa maniera: «Voi europei vi sposate quando le fiamme del focolaio sono vive e l'acqua nella pentola bolle. Ma vi dimenticate però di aggiungere legna al fuoco. Di conseguenza, col tempo il fuoco si spegne e l'acqua diventa fredda.» «Aggiungere la legna», è proprio questo ciò che noi spesso ci dimentichiamo di fare. Questo è il lato duro della vita coniugale, cioè che ciascuno deve lavorare e modellare la sua persona, per rendere felice il coniuge e sé stesso. Concretamente detto, io devo cercare di identificarmi e di pensare come il mio partner. Devo innanzitutto evitare di interpretare ogni sua espressione, come se fosse un attacco alla mia persona. Evitare di pensare: «Aha, cosi è lui/lei!» Smetti di voler cambiare il/la coniuge Chi si sposa con il proposito di cambiare col tempo il proprio coniuge, sarà prima o poi amaramente delusa. Se nella mia vita c’è qualcuno che posso veramente cambiare, sono io stessa!

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Mancanza di tenerezze e di romanticismo, sono per molte donne i principali argomenti per i quali vogliono troncare la vita coniugale. «Lui non mostra nessun sentimento», oppure «per lui sono qualcosa come il resto dell’arredamento», o addirittura «Spesso vorrei essere il nostro cane, lui almeno viene accarezzato». Questi e altri simili argomenti sono alla fonte dello sfogo delle donne. A causa della mancanza di affetto, la donna si chiude sempre di più in sé stessa, e siccome per una donna il pensare e il sentire vanno di pari passo, ecco che la moglie comincia a ritirarsi anche fisicamente dal marito. Mi sembra già di sentire le voci e i sospiri di coloro che stanno leggendo: «Lui è proprio così!» Ma proprio a questo punto vi raccomando di non cedere! Ricordatevi che la vostra felicità coniugale non si trova nella fuga dalla realtà. Ciò che bisogna fare e mettere via le aspettative e decidere di mettersi al lavoro. Lavorare sodo vuol dire cercare di conoscere meglio il coniuge. Cominciate per esempio con l'andargli

incontro proprio nelle cose e nel campo a lui interessanti. Apritevi al vostro coniuge quando lui / lei cerca la vostra compagnia. E soprattutto pregate Dio, che guarisca le vostre ferite del passato, affinché non dimostrate più amarezza e rancore. Una donna che impara ad accettare incondizionatamente il proprio marito nell'amore di Dio, avrà col tempo un amorevole coniuge. Ciò sarà possibile, poiché nessuna persona riesce a «sopportare» di essere continuamente amata, senza cercare di contraccambiare. Naturalmente nel nostro amore, non dobbiamo assalire nostro marito o la moglie parlando ininterrottamente come un fiume impetuoso. E neppure cercare di mostrarci aperte nei suoi riguardi quando sta guardando… il telegiornale, poiché reagiremo molto offese nel notare che lui preferisce una cosa poco interessante alla nostra compagnia. 䡵

Siamo di nuovo felici

Qualche buon consiglio 䡵 Cominciate col cambiare voi stessi. 䡵 Interrompete la monotonia di ogni giorno. 䡵 Fategli / le un'inaspettata sorpresa 䡵 Dimostrate al/alla coniuge il vostro interesse. 䡵 Ascoltate con attenzione quando vi parla dei suoi problemi, anche se ciò che dice vi sembrerà poco interessante. 䡵 Siate insomma sinceri, date liberamente e senza speculazione, solo in questo modo vedrete il successo.

䡵 Assecondate i desideri di vostro marito / vostra mogie e se necessario, giocate a tennis, anche se avreste preferito fare un'escursione in montagna. 䡵 Pregate per lui / lei (naturalmente non ad alta voce). Questa e del resto una cosa che dovremmo fare anche per i nostri nemici, tanto più per coloro che amiamo. 䡵 Credete alle positive soluzioni di Dio. Smettetela di brontolare e cominciate ad essere grati per ciò che è positivo. 5


Il dramma del pulsante rosso

Paul & Joy Hattaway

Cina: salvati 3000 minatori! Li, un pastore di Guangdong, provincia nel sud della Cina, fu arrestato, condannato per «attività controrivoluzionarie» ai lavori forzati in una miniera di ferro nella Cina nord-orientale La moglie e i cinque figli di Li, tra i quali un neonato, furono di colpo privati di qualsiasi forma di sostentamento. I Li decisero quindi di unirsi al viaggio per Heilongjiang, un viaggio lungo più di 2000 miglia. In questo modo, avrebbero almeno avuto la possibilità di visitare ogni tanto il marito e padre. Vendettero tutto ciò che possedevano, comprarono sette biglietti del treno e viaggiarono per una settimana. Non lontano dal campo di lavoro, sul ciglio di una strada, costruirono una capanna con un telone e delle vecchie assi. La prigionia di Li era molto dura. Quattordici ore di duro lavoro, sette giorni su sette, cibo scarso, vento gelido e temperature attorno ai -20 gradi sotto zero. Dopo tre mesi Li morì. La notizia fece cadere gettò la famiglia nella più profonda disperazione. La moglie di Li non vedeva più una via d’uscita e voleva soltanto morire. I figli vivevano ormai in condizioni pietose. Un giorno ella disse ai bambini che non le restava altro che cercare un lavoro da qualche parte.

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La figlia maggiore, una ragazzina di dodici anni, replicò: «No, mamma, non puoi andare a lavorare. Il fratellino più piccolo ha bisogno di te, piange tutto il giorno. Cercherò io un lavoro.». La ragazzina andò dal direttore della prigione e gli disse: «Mio padre è stato mandato in questo luogo abbandonato da Dio a causa del suo amore per Gesù Cristo. Questa è stata la sua unica colpa. Egli era un brav’uomo che amava le persone e le aiutava. Ora è morto. Non abbiamo denaro, né cibo e neppure un posto dove abitare. Non possiamo neanche ritornare a casa nel sud. Avrebbe un lavoro per me, qui in prigione?» Il direttore si ricordava della morte del pastore Li. Riconobbe la figlia, ormai orfana, che gli parlava. Ebbe allora un briciolo di compassione e le disse: «Avrei un lavoro per te, ma è noioso e poco pagato.» Lei esclamò: «Lo accetto!» Allora il direttore della prigione uscì con la ragazzina e la portò in un luogo dove 3000 prigionieri lavoravano sotto terra in una miniera di ferro. Il direttore le disse: «Vedi questo pulsante rosso? Il tuo compito è di stare tutto il giorno vicino a questo pulsante e se qualcuno ti dice di premerlo, lo devi premere immediatamente. Questo è il pulsante d’allarme che fa scattare l’urlo della sirena sotto terra. Se la sirena suona, le persone lasciano la miniera il più rapidamente possibile. Per questo motivo, il pulsante non dev’essere mai premuto casualmente, ma soltanto quando te lo dice uno di noi.» Così la piccola Li stava in piedi giorno per giorno vicino al pulsante rosso. Lei e la sua famiglia furono felicissimi quando ricevette la prima paga. Un pomeriggio, udì improvvisamente una voce che le disse: «Premi il pulsante!» Si voltò per scoprire chi le

aveva parlato. Non c’era nessuno. Dopo alcuni attimi sentì di nuovo la stessa voce: «Presto! Premi il pulsante. Ora!» Nuovamente non vide nessuno. Pensò che stesse perdendo la ragione. Non poteva premere il pulsante se non in caso di emergenza, ma tutto sembrava completamente normale. Sentì di nuovo la stessa voce, questa volta con grande enfasi: «Premi il pulsante. Ora!» In quel momento si rese conto che era Dio che le aveva parlato. Lei non capì perché avrebbe dovuto premere il pulsante, ma sapeva che doveva farlo. La sirena suonò. Rapidamente 3000 uomini uscirono dalla miniera. Erano sconcertati e ansiosi di sapere cosa era successo. Il direttore della prigione uscì dal suo ufficio e pretese delle spiegazioni. Poi, solo pochi attimi dopo che l’ultimo minatore lasciò la miniera, ci fu un forte terremoto che durò almeno 20 secondi. La miniera crollò e nessuno poté più entrarvi. Quando il terremoto cessò, ci fu un silenzio di tomba. Tutti gli occhi erano fissi su quella ragazzina vicina al pulsante rosso. Il direttore, sconvolto, balbettò: «Compagna Li, come… come facevi a sapere che era arrivato il momento di premere il pulsante rosso?» Li disse a voce alta: «Il Signore Gesù Cristo mi ha detto di premere il pulsante. Me l’ha detto tre volte, e io l’ho fatto. Gesù Cristo è l’unica via per conoscere il Dio vivente. Egli vi ama tutti. Lo potete vedere dal fatto che vi ha salvato! » Immediatamente, il direttore e tutti i prigionieri si inginocchiarono e pregarono Dio di perdonarli. Nonostante i media furono messi a tacere, la loro decisione per Gesù Cristo fece molto scalpore in Cina. 䡵


Non so se …

V. Longo

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Chi non conosce o non ha imparato le congiunzioni che usiamo nella nostra grammatica? Tutti sanno che, le congiunzioni sono quella parte invariabile del discorso che congiunge, unisce gli elementi simili di una o più proposizioni. Una delle tante che conosciamo è il «SE»; questa congiunzione può avere tre valori: condizionale, dubitativo e interrogativo. Abbiamo mai pensato quanta forza c’è in questo monosillabo, quando per esempio s’inizia un discorso? Robert Robinson scrisse un giorno questo commento: «Oh, questa espressione, il SE! È quella che vorrei strappare dal mio cuore! Tu, espressione, puoi avvelenare tutti i miei piaceri! Tu sei una mano gelida, e troppo spesso mi sfiori con il tuo tocco e mi puoi raggelare. Se, se, se…!» Forse tale commento vi può sembrare molto eccesivo, ma leggiamo l'effetto che può avere questo piccolo monosillabo, quando viene usato negativamente. Leggiamo nella Bibbia quando chi a pronunciarlo è il tentatore, il serpente antico, che cercava di tentare fin'anche Gesù Cristo stesso: «Se tu sei il Figlio di Dio…» Parole pronunciate con il solo scopo di insinuare nella nostra mente il dubbio della realtà divina del Figlio di Dio. Senza dubbio, il tentatore Ie ha pronunciate con un'enfasi astuta e maligna. Quale differenza invece, quando il «SE» è usato da Gesù, nelle sue parole d’istruzione divina e di consolazione.

Egli I'usava sempre cercando ispirare fiducia, mai per incitare al sospetto. Vediamo per esempio, il testo scritto nell’Evangelo di Matteo, che dice: «Or, SE Dio riveste in questa maniera l'erba dei campi che oggi è e che domani e gettata nel forno, non vestirà Egli molto di più voi, o gente di poca fede?» Che contrasto fra questa rimostranza di Gesù e la maligna insinuazione del grande nemico di Dio e dell'uomo! Caro AMICO, se la tua relazione con Dio è minacciata dai dubbi, valuta le circostanze in cui ti trovi: • Ti senti solo? – Può un Padre abbandonare suo figlio? • Ti trovi come in un deserto? – È questo il posto per un erede di Dio? • Ti senti circondato da egoisti? – Attento alle infelici compagnie! • Sei affamato? – Come può un padre amorevole lasciare suo figlio morire nella fame? Metti tutte queste cose insieme e chiedi al Signore di aiutarti a mettere i dubbi fuori dal tuo cuore e dalla tua vita. Non essere tentato a dire: «SE Dio esiste…» Poiché Lui c'è e ti sta cercando, lasciati trovare. 䡵

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Qualcuno che mi ama e mi capisce?

Sfumature... La felicità è una merce favolosa: più se ne da e più se ne ha. Blaise Pascal Il comportamento è uno specchio in cui ognuno rivela la propria immagine. Johann Wolfgang Göethe

È una mattina fredda. La nebbia col suo grigio mantello ha coperto tutto. Sembra che una mano invisibile l'abbia legata ai cespugli, agli alberi e alle case. Camminando mi chiedo che fine abbia fatto la gioia che avevo ieri. II vento freddo mi scivola sul viso facendomi rabbrividire. Intorno a me, persone infreddolite, volti imbronciati. Mi sorge un pensiero: «Sono anch'io come loro?» Le mani sprofondate nelle tasche, la testa china e immersi nei propri pensieri, tutti seguono la loro strada. Nessun sorriso, solo occhi stanchi e vuoti, volti pallidi e dappertutto nebbia fitta. Nebbia impenetrabile che si posa su ogni cosa e che davanti e dietro ai miei passi inghiotte ogni cosa. Tutto sparisce, anche le persone che incontro svaniscono sulla via della loro solitudine. Sulla mia strada resto sola… E Lui? Sì, Dio, riesce la nebbia a nascondermi dal Suo sguardo? Oppure i Suoi occhi cercano inutilmente qualcuno che nonostante la grigia giornata Gli sia grato per la vita? Mentre rifletto, attraverso la fitta nebbia mi appare la silhouette di una chiesa. Il campanile sparisce nel grigiore impenetrabile, non riesco a vedere l'ora. Sembra che il tempo e lo spazio non esistano più. Improvvisamente appare davanti a me un uomo. Misteriosamente sbucato

Mai più soli 8

dal nulla, egli mi sta davanti. È di età molto avanzata. II suo volto è solcato da profonde rughe. Riesco a descrivere il suo aspetto? I vestiti gli pendono, come se qualcuno glieli avesse messi addosso senza cura. I suoi piedi sono infilati in scarpe vecchie e consumate, dalle quali i buchi sembra lancino uno sguardo di rimprovero. Sono presa da una grande compassione. Osservo quel vecchietto, cerco i suoi occhi. Molto sorpresa, mi accorgo che essi brillano. Emanano gioia, amore e calore, con lo stesso vigore della brace sotto la fiamma. Mi sento strana, come se fossi io la persona da commiserare. Imbarazzata volgo lo sguardo alle foglie secche che coprono la strada. Come ho potuto dimenticare che anche nella mattina di una nebbiosa giornata Dio mi ama? Realizzo che Egli mi cerca e mi apre le braccia. Proprio come la nebbia circonda ogni albero e ogni casa, cosi Egli mi stringe a sé nel Suo amore. Volgo lo sguardo alle mie spalle, cerco il vecchietto per ringraziarlo di ciò che avevo realizzato attraverso il suo sguardo e la luce dei suoi occhi. Non è più qui, è sparito nella fitta nebbia. Continuo la mia strada. Gli alberi, le case e le persone saltano fuori dalla grigia barriera per poi svanire di nuovo nel nulla. Sono di nuovo sola, ma ho realizzato che Dio è con me, soprattutto quando tutto va male, quando la gente, le persone e le cose più care spariscono, inghiottite dalla febbrilità del tempo Inoltre ci offre la possibilità di vivere la nostra vita insieme a lui ed a scoprirne il vero senso. 䡵

Il fiore dell’amore appassisce se non supera la prova della fedeltà. Sören Kierkegaard Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli. Martin Luther King Capisco perché i Dieci Comandamenti sono tanto chiari e privi di ambiguità: non furono redatti da un’assemblea. Konrad Adenauer

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