Primomaggio 41 2014

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Numero 41/2014 - Anno 4

# p u b b lic o s e it u P UB B L I C O S I A M O NOI Sabato manifestazione a Roma per difendere i servizi e i diritti, e rinnovare il Contratto 1.500 toscani in partenza. L'appello di Lazzaro, la lettera di Dettori pagine 4-5 In primo piano "Caro amico, ti scrivo che il sindacato è utile": editoriale di Marta pagine 2-3 La rubrica sul Tirreno di Quiriconi sul Tirreno diventa un libro pagine 10-12 Il primo romanzo di Manuele Marigolli: "Fra l'Arno e la strada" pagine 13-14 Tagli ai patronati, petizione Inca. Appello di Cartocci alla radio pagina 19

La Newsletter settimanale

05-11-2014


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Editoriale di Marta Alfieri Cgil Grosseto

Lettera a chi pensa che il sindacato non serva Ciao Francesco sono Marta, la ragazza che hai conosciuto qualche giorno fa, seduta accanto a te nello studio di La7 a “L’aria che tira”. Approfitto di questo spazio che è già stato tuo perché nella durata ristretta del programma non ho avuto lo spazio per poterti dire alcune cose, per parlare con te. Ricordo però che ridevamo per sciogliere un po’ dell’imbarazzo e della tensione mentre il momento del nostro intervento si avvicinava. Era la prima volta che mi confrontavo con quel tipo di esperienza, una diretta televisiva, io che ancora dovevo realizzare cosa mi fosse successo il sabato prima sul palco di Piazza San Giovanni a Roma circondata da migliaia di persone. Forse un milione. Se ci fosse stato tempo e modo ti avrei raccontato la mia giornata, che inizia alle 6 e mezza e mi vede su strade di montagna per molte ore al giorno, ti avrei raccontato di quando piove o di quando nevica o di quando ci sono 35 gradi alle due del pomeriggio, di come la Panda delle poste non riesce a passare nei vicoli medievali dei nostri stupendi borghi e di come i postini se li facciano a piedi in qualsiasi condizione climatica e sulle salite erte di pietra serena con in braccio la poca posta rimasta e il peso di chili di pubblicità ingombrante che sembra sia l’ultima risorsa del recapito. Intendiamoci: a me piace il mio lavoro e non voglio certo passare da martire perché di martiri del lavoro in Italia purtroppo ce ne sono troppi e non hanno nome, diritti o volti. Però non mi sento nemmeno privilegiata perché ho un lavoro, né tanto meno mi sento distante dal baratro dal quale l’Italia non riesce ad uscire, pensi che io non riesca a capirti? Che non viva ogni giorno le problematiche del nostro tempo?

GUARDA IL VIDEO Che non abbia anche io un fratello con contratto free lance a Partita Iva, che mia cognata non sia una madre di due figli, precaria della scuola a 40 anni? Che i miei cugini sono disoccupati, che i miei amici laureati si barcamenano con la stagione estiva o facciano da galoppini per qualche studio? Che la collega dell’Ufficio accanto non sia stata costretta a sceglier un part time perché nella mia azienda ci sono esuberi? Tu che ha detto di non riconoscerti in quella piazza, ti senti davvero più vicino il signor Serra al quale non vengono in mente neanche tre mestieri di fila mentre argomenta la limitazione al diritto di sciopero? Sono bravi: il problema della crisi è la resistenza delle parti sociali, è lo sciopero in sé, non il perché si indice, le motivazioni, le richieste dei lavoratori. Lo sciopero come una vergogna da nascondere agli uomini d’affari esteri come se in questi stessi giorni in Paesi come la Francia la Germania non si facesse lo stesso. SEGUE A PAGINA 3

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SEGUE DA PAGINA 2 Come se in questi anni le piazze di tutto il mondo non fossero attraversate da fermenti e proteste, dalla voglia, la necessità di un cambio di direzione. Mentre eravamo a parlare, mentre nello studio arrivavano le notizie della conferenza stampa del Quirinale sulla trattativa Stato Mafia e lo spazio a noi dedicato inevitabilmente e giustamente si riduceva, c’erano in piazza persone che si scontravano con la polizia, lavoratori contro lavoratori, metalmeccanici di Terni contro poliziotti di Roma, e non solo per proteggere loro stessi e le loro famiglie ma anche per tutti quelli che verranno dopo o che oggi si trovano a guardarli con distanza. E pensi che quei lavoratori non siano preoccupati per i loro figli, per il lavoro che non c’è più e scappa all’estero verso mercati che assomigliano a piazze di schiavi, dove la differenza la fa sì, davvero, l’assenza del sindacato. Perché il sindacato è un’associazione di libere persone e la direzione che prende la decidono i singoli con il loro apporto e le loro azioni più di quanto dall’esterno non appaia. Gente che come me lo fa per volontariato, che passa in Camera del Lavoro quando può facendosi altri 80 km perché io abito fuori dal capoluogo e quando arrivo mi sento anche un po’ in colpa, perché i sindacati non serviranno a niente, come dice sbrigativamente il nostro premier per evitare di confrontarsi sul merito, ma da noi c’è sempre la fila per i corridoi e quindi a qualcuno qualcosa faranno questi benedetti sindacati e questo senza andare a sfogliare i libri di storia perché oltre a qualche scandalo e storiella da italietta, i sindacati e la politica quando si sono mossi insieme e si sono saputi ascoltare hanno scritto, insieme, alcune delle pagine più belle e davvero progressiste d‘Italia, con conquiste e avanzamenti in termini di diritti e tutele che non sono privilegi, perché privilegio e diritto non hanno lo steso significato e nessuno ce lo può far credere. Perché le persone che hanno fatto le manifestazioni e gli scioperi e hanno ottenuto queste tutele sono persone come te e me, e tuo padre a quanto dici. E l’hanno fatto

per tutti, non solo per loro che ci hanno messo la faccia in prima persona e rimesso di soldi, perché sappiano coloro che ci fanno i conti in tasca che noi lo sciopero ce lo paghiamo così come tanti altri servizi con un contributo che è inferiore a quanto tanti spendono in payTV e stronzate simili per poi venire a pontificare su come e dove erano i sindacati in questi anni di recessione. E io chiedo a loro “e voi dove eravate? a far cosa?” perché ripeto il sindacato è fatto dal contributo di tutti coloro che si vogliono impegnare e non solo di apparato: io vi invito alla mia Camera del Lavoro, o a quella della vostra città o, spero, alla sede di un’altra qualsiasi associazione sindacale diversa dalla CGIL, perché scoprirete con sorpresa che è un posto aperto a tutti, uno spazio ancora concreto dove incontrarsi, poter reperire risorse, portare idee, contribuire veramente alla sopravvivenza e rinascita del nostro paese. E dove le persone hanno davvero la fotografia reale di questa Italia, i numeri della disoccupazione e della crisi perché la vedono nelle facce di chi viene ogni giorno a chieder aiuto, assistenza, informazioni. Ti tendo la mano in segno di pace e di riconoscimento di un cammino che deve essere comune, un percorso di estensione dei diritti, di conquiste e riconquiste di lavoro, dignità e uguaglianza, perché il lavoro ricordiamoci rende partecipi in prima persona della società e questo noi non ce lo dobbiamo far togliere da nessuno. Né possiamo permettere che poche mele marce, diffuse nei sindacati come nelle parrocchie passando per gli uffici pubblici, i tribunali e le stanze della politica, diventino argomento per azzerare le istituzioni, delegittimare il mondo associativo e la nostra storia, insultare coloro che combattono per la legalità nelle aule di giustizia come nelle strade.

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La mobilitazione #pubblicoseitu: sabato in piazza a Roma per avere una "vera" riforma Una grande manifestazione nazionale in difesa dei servizi pubblici e dei settori della conoscenza, "l'unico argine a una crisi che impoverisce le persone e aumenta le diseguaglianze". Le categorie dei comparti dei servizi pubblici, della conoscenza e della sicurezza e soccorso di Cgil, Cisl e Uil, per la prima volta insieme, chiamano a raccolta i lavoratori: "Il prossimo 8 novembre saremo in piazza a Roma, tutti insieme, per sfidare il Governo degli illusionismi e delle divisioni余 per chiedere una vera riforma delle Pa, dei comparti della conoscenza, dei servizi pubblici. E per rivendicare il diritto al contratto nazionale di lavoro tanto per i lavoratori pubblici quanto per quelli privati" GUARDA IL VIDEO L'Italia non ha troppi lavoratori pubblici e non spende troppo. Spende male, gestisce male il personale: serve la riorganizzazione. Ma basta tagli lineari a risorse e personale! LEGGI IL PIEGHEVOLE

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La mobilitazione Lazzaro alla testa di 1.500 toscani Rossana Dettori scrive agli iscritti

Circa 25 pullman, circa 1.500 toscani: sono i numeri che Fp Cgil Toscana mette in campo per la manifestazione di sabato. "Importante partecipar per mandare il segbnale che il lavoro pubblico non accetta la riduzione dei diritti e chiede che venga rinnovato il Contratto nazionale, che è fermo da cinque anni e che il goveno parrebbe intenzionato a non rinnovare per altri tre", dice Antonio Lazzaro, segretatio generael Fp Cgil Toscana. LA LETTERA DI DETTORI La lettera di Rossana Dettori, segretario generale Fp Cgil agli iscritti: "Care iscritte, cari iscritti, l'8 novembre i lavoratori dei servizi pubblici di Cgil, Cisl e Uil manifesteranno unitariamente a Roma. È la

prima volta che accade in questi settori. Porteremo per le strade la professionalità di chi lavora al servizio delle persone, offre servizi che rappresentano l'unico argine a una crisi che quelle persone le indebolisce, le impoverisce, le lascia prive di mezzi e tutele". Si apre così la lettera che Rossana Dettori, segretaria generale della Fp­Cgil, ha inviato alle lavoratrici e ai lavoratori del pubblico impiego iscritti alla Cgil, in vista della manifestazione di sabato 8 novembre. "Le proposte del Governo non aiutano il Paese ­ scrive Dettori ­ si riducono ulteriormente i servizi attraverso tagli lineari insensati; continua la riduzione del lavoro pubblico e si nega fino al 2018 la riapertura della contrattazione, nonostante il costo del personale sia sceso in 5 anni di oltre 9 miliardi mentre la spesa complessiva è comunque salita di 14; non si toccano i centri dello spreco, non si riducono i centri di spesa, non si colpiscono le sacche di privilegio; non si prevede una riorganizzazione delle funzioni centrali e nemmeno l'unificazione degli sportelli che offrono servizi sul territorio; non si investe nella legalità e nella lotta all'evasione, abbandonando il sistema di controllo e cancellando le poche assunzioni di ispettori del lavoro previste; non si tutela la salute, riducendo la copertura del sistema pubblico senza ripensarlo, ovvero portando la sanità nel territorio con i servizi di prossimità; si indeboliscono gli enti locali senza riordinarli e metterli nelle condizioni di assolvere alle loro funzioni; si propongono soluzioni spot come i bonus bebè, mentre con 500 milioni all'anno in tre anni si potrebbero costruire e gestire a regime 1000 asili nido, per 60mila bambini e 12mila nuovi posti di lavoro; mancano risposte per i 120mila precari della pubblica amministrazione; la staffetta generazionale non c'è e, mentre il Governo promette 15mila posti di lavoro, in tre anni avremo in realtà 58mila dipendenti in meno". LEGGI TUTTO

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La mobilitazione La Fiom decide lo sciopero generale Il 14 a Milano, il 21 a Napoli Otto ore di sciopero generale dei metalmeccanici da svolgersi nel mese di novembre contro il Jobs Act. Lo ha deciso il Comitato centrale della Fiom che ha dato il via libera anche a «fermate e assemblee in tutti i luoghi di lavoro e iniziative sul territorio, a partire dalla giornata di venerdì 31 ottobre, per rispondere ai gravi fatti accaduti ieri a Roma durante la manifestazione degli operai di Terni». Le otto ore di sciopero sono di «preparazione e sostegno allo sciopero generale che la Cgil deciderà nel proprio direttivo già convocato il prossimo 12 novembre». Lo sciopero generale dei metalmeccanici, sottolinea la nota, sarà articolato «in due grandi manifestazioni nazionali da svolgersi indicativamente il 14 novembre a Milano e il 21 novembre a Napoli». Le tute blu della Cgil hanno deciso di rispondere «con la mobilitazione all'aggressione contro i lavoratori che manifestavano pacificamente per difendere la fabbrica e il posto di lavoro e alle falsità contenute nel comunicato della Questura di Roma che cerca di addossare la colpa ai lavoratori».

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La mobilitazione #nonstiamosereni: Spi incalza Renzi a Milano, Roma (coi toscani), Palermo Milano, Roma, Palermo: tre iniziative in tre città per la mobilitazione dello pi Cgil per chiedere al governo di pensare di più ai pensionati. Lo Spi Toscana è stato a Roma. Il segretario generale dello Spi Cgil, Carla Cantone, si definisce "molto arrabbiata" con il governo. "La prima richiesta che facciamo ­ dice a margine della mobilitazone dei pensionati ­ è il lavoro per i nostri figli e i nostri nipoti, vogliamo risposte su giustizia sociale, assistenza e sanità. Vorremo vedere tutelate le nostre pensioni, visto che è stato perso fino al 30% del potere d'acquisto. Non siamo sereni, anzi siamo molto arrabbiati e per questo chiediamo una contrattazione alle forze politiche, che sia il governo ma anche le Regioni e i Comuni, perché si possono dimenticare di ridurre l'assistenza, il welfare e la sanità, perchè ci sono i tagli lineari. Noi non lo permetteremo. Il governo ha promesso 80 euro per gli anziani, ma non li vedo. Lo sciopero generale? Necessario". LEGGI TUTTO

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Livorno Susanna Camusso ai cancelli Trw "Restare uniti e non rassegnarsi" L'INCONTRO

Venerdì sera ai canceli della Trw è arrivata Susanna Camusso: “Grazie per la lotta che state facendo, la Cgil sarà ogni giorno al vostro fianco perchè questa, come le tante altre vertenze aperte nel nostro Paese, possa avere un esito positivo. Lo scenario è preoccupante: cosa rimane dell’industria italiana? Senza industria come si pensa di poter immaginare sviluppo? L’articolo 18 non dice che non si può mai cambiare lavoro, dice non si può essere licenziati senza giustificato motivo. Non è questa la stagione in cui c’è bisogno di maggiore libertà di licenziare. Il messaggio è sbagliato: bisogna fare di tutto per salvare i posti di lavoro e crearne di nuovi. Estendere i diritti e non ridurli. Proporre vincoli alle imprese e non lasciarle libere. Bisogna cambiare pagina". Le ultime parole di Camusso sono per gli operai della Trw radunati con moti altri lavoratori delle aziende livornesi. “L’unica cosa che possiamo fare è restare uniti perché non sia questo il destino dell’azienda, dobbiamo chiamare tutto il gruppo e tutto il territorio a un’iniziativa collettiva. Non dobbiamo rassegnarci”. IL SERVIZIO DI TOSCANA LAVORO GUARDA IL VIDEO

LEGALITA' E CAPORALATO: PRESTO UN OSSERVATORIO LEGGI TUTTO LA NOVITA'

INAUGURATO IN QUESTURA UNO SPORTELLO INCA

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Livorno La protesta dei netturbini Cooplat "Non siano gli ultimi a pagare"

Attraversano ripetutamente le strisce pedonali rallentando il traffico. Con i vigili costretti a fermare le auto. A terra uno strato di cartacce e rifiuti provenienti dai cestini rovesciati. E nelle altre zone della città le segnalazioni degli abitanti che stamattina hanno trovato strade e giardini invase dall'immondizia. A Livorno c'è stato lo sciopero dei netturbini della Cooplat, la cooperativa che ha in appalto il servizio di spazzamento della città toscana. La protesta dei circa 80 addetti si è svolta all'esterno del Palazzo Comunale. Gli spazzinihanno manifestato contro il

nuovo bando di Aamps, la municipalizzata che si occupa di igiene ambientale. Secondo sindacati e lavoratori non garantirebbe i livelli occupazionali e salariali e contro il sindaco di Livorno del Movimento 5 Stelle Filippo Nogarin. "Sei peggio di Renzi", è lo striscione esposto dai manifestanti che già negli scorsi giorni aveva inscenato una protesta eclatante vestiti da fantasmi per inscenare la loro morte a causa della politica della municipalizzata. "Il gesto è da condannare, chi ama la città non si comporta così, pur nella piena comprensione della situazione dei lavoratori", ha affermato Filippo Nogarin, sindaco di Livorno. “Il Sindaco ritiri il bando e dimostri di voler difendere concretamente il lavoro. La Cgil non permetterà che siano ancora una volta gli ultimi a pagare”, dice Giovanni Golino di Fp Livorno. I netturbini hanno proclamato due giorni di sciopero contro la perdita di salario che sarebbe di "5mila euro annui". LEGGI TUTTO

IL DOCUMENTO

IL DIRETTIVO CGIL: "TEMPI BREVI PER PIATTAFORMA E SCIOPERO" LEGGI TUTTO n. 41 - 05 novembre 2014


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Il libro "Lettere dall'Inferno": la rubrica di Quiriconi su Il Tirreno va in libreria

Una volta, alle rubriche dei giornali le gente scriveva per problemi di cuore, per parlare di sport, di costume, di politica. Oggi, tra i temi che va vanno di più ci sono la cucina o il gossip. Ma da circa un anno e mezzo, su Il Tirreno, c'è una rubrica settimanale (lavoro@iltirreno.it) dove si parla di lavoro. Dove la gente (centinaia di persone) scrive per cercarlo, per capire come 'vendere' la propria professionalità, come accedere a degli ammortizzatori o a dei concorsi. A volte, si scrive anche per sfogarsi. Perché spesso non bastano nemmeno un paio di lauree, tanta buona volontà e disponibilità per trovare uno straccio di impiego. Un universo di 'senza lavoro' che racconta la frantumazione, anche psicologica, di un mondo che spesso non sa più a chi rivolgersi. E allora va bene anche un sindacalista magari mai visto, al quale mandare una lettera e chiedere lumi. Questo sindacalista è Daniele Quiriconi, responsabile mercato del lavoro di Cgil Toscana. E l'esperienza della rubrica è finita in un libro intitolato “Lettere dall'Inferno ­ Il lavoro in Toscana attraverso le lettere a il Tirreno”, edito da Fvl e Settegiorni e scritto dallo stesso Quiriconi con la collaborazione della giornalista Giovanna Mezzana. Il libro (prefazione di Roberto Bernabò, già direttore del giornale,

postfazione di Serena Sorrentino, con un contributo di Gianfranco Simoncini) sarà presentato martedì 18 novembre alle 17,30 a Pistoia al museo Marino Marini (palazzo del Tau): presenti i due autori, ancora Gianfranco Simoncini e Serena Sorrentino, Alessio Gramolati e il sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli. Il libro alterna riflessioni socio­economiche e considerazioni su politica e sindacato di Quiriconi, l'analisi di chi sono quelli che scrivono da parte di Mezzana, interventi degli ospiti citati, la raccolta delle lettere più pregnanti. I mittenti sono stati divisi dagli autori in tre categorie. La prima, i razionali: sono coloro che hanno fermo un obiettivo, ancorato di solito al percorso di studi che hanno fatto o alle esperienze acquisite o alle esigenze del loro quotidiano; fanno richieste precise, circoscrivono il problema e, alla fine, non si danno per vinti; sono la maggior parte: 46 lettori. Seconda categoria, i disperati: hanno alle spalle decine di esperienze di lavoro alla stop­and­ go, hanno cercato ovunque (Centri per l’Impiego, Agenzie per il lavoro...), hanno mandato decine di curricula, e passano la giornata a frugare annunci sul Web; non vedono alcuno sbocco, si sentono “alla frutta” e chiedono un consiglio su come/dove trovare «un lavoro qualsiasi», «in qualunque settore», «anche dove non ho esperienza», e qualcuno, per lo più uomini, aggiunge «sono disposto ad andare anche all’estero»; sono in tutto 35 e­mail. Terza categoria, gli sprecati: nonostante un titolo di studio “alto”, o una professione nella quale si sono “testati” (ingegnere, farmacista, amministrativo…) e anni di esperienza qualificata, sono disposti a buttare tutto a monte pur di trovare un impiego; sono sette, tra laureati (anche con il massimo dei voti), professionisti licenziati e donne che si sono “ritirate” perché aspettavano un bambino.

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Il libro "Uno spaccato di solitudini, di chi non ha più reti a cui rivolgersi" Daniele Quiriconi, come è nata l'idea di questo libro? “L’idea di questo piccolo instant book è venuta conversando con l'allora direttore del Tirreno Roberto Bernabò nel luglio scorso. L’obiettivo è non disperdere nella cronaca i 'messaggi in bottiglia' che abbiamo raccolto in questo periodo di crisi drammatica rispondendo ad un centinaio di lettere che chiedevano orientamento. Il titolo può apparire esagerato ma, come scriviamo nella controcopertina, per chi si trova in questa condizione, spesso da anni, non lo è affatto. Riproporre in forma di diario, raccogliendole, le lettere pervenute al giornale per la rubrica del lunedì, dice molto della fase che il Paese sta attraversando e del disorientamento e delle difficoltà di tante persone”.

La realtà toscana e quella nazionale si sovrappongono? “Il nostro lavoro è stata anche l’occasione, dati alla mano, per far emergere ­ a partire dalla realtà toscana che però in questo caso è sovrapponibile a quella nazionale ­ i guasti del mercato del lavoro con i contratti di un giorno e la precarietà non scalfita neanche dai recenti provvedimenti, compreso il DL 34 di Renzi sui contratti a termine. Una realtà dalla quale bisognerebbe partire per assumere decisioni o legiferare. Esercizio, quello della verifica dei risultati rispetto all’azione legislativa, che in Italia, di questi tempi, sembra un miraggio”.

Cosa emerge? “E’ un libro sulla solitudine. La solitudine dei disoccupati, di chi non incontra sul suo cammino reti, relazioni, soggetti che possano, più profittevolmente di quanto può fare uno sconosciuto che ti risponde su un giornale, aiutare a orientarti in un periodo di difficoltà. E’ anche un lavoro sullo spreco di intelligenze, di conoscenze, di esperienze. Basta pensare a tutti coloro che dichiarano di essere decisi ad andare all’estero come ultima spiaggia nonostante curriculum, pubblicazioni, percorsi di studio ragguardevoli. E su di un Paese che non valorizza le competenze nonostante la vulgata retorica di questi mesi”.

E il sindacato? “Ho parlato anche del sindacato e della CGIL, delle sue inadeguatezze e della necessità di una riorganizzazione alla luce delle trasformazioni sociali. Inadeguatezze politiche, di linguaggio, e appunto organizzative. Non è facile affrontare questo discorso in questa fase, sotto l’onda di un’aggressione strumentale e demagogica dall’esterno che più che un’aggressione al sindacato (non solo almeno) è un’aggressione al lavoro e alla sua funzione sociale che, come scrivo citando Trentin, dovrebbe essere invece anche uno strumento di autorealizzazione degli individui. Ma, a mio giudizio, questa è una discussione urgente e irrinviabile”.

Come ne esce la politica? “La riflessione sulla politica, e sul cambiamento antropologico della sinistra o meglio dello schieramento progressista, è un altro aspetto. Le parole d’ordine che vanno per la maggiore oggi, come scrivo nel volume, riecheggiano più che Gramsci il leader turco Erdogan. Ma qui siamo proprio nel novero delle opinioni personali”.

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Il libro "Dal neodiplomato all'esodato: storie che raccontano più di mille report" Giovanna

Mezzana,

nella rete dei servizi, e molti ci scrivono dopo aver provato

giornalista del Tirreno, si

tutto, vedendoci come ultima spiaggia”.

occupa

Che spaccato sociale emerge? Chi sono e cosa

delle

lettere

dei

lettori a lavoro@iltirreno.it:

chiedono quelli e quelle che scrivono?

le raccoglie, le seleziona e le

“C'è un ventaglio amplissimo: neodiplomati, chi è vicino alla

gira

pensione, professionisti, laureati anche con 110 e lode,

a

Daniele

Quiriconi.

Come è nato tutto?

bilaureati, ragazzi che hanno fatto master anche all'estero,

“Da qualche anno mi occupo

lavoratori di aziende del territorio rimasti disoccupati o

di lavoro ed economia, e nel

cassintegrati, mogli che scrivono per i mariti e viceversa.

maggio

direttore

Tante sono le donne tra queste persone: magari hanno

Bernabò mi affidò la gestione

lasciato un lavoro perché aspettavano un bambino e ora

di questa neonata rubrica, che

cercano di ritrovarlo. Le domande più ricorrenti che fanno?

esce ogni lunedì in tutte le

Quali benefit ha un imprenditore ad assumere una persona

nostre edizioni ­ a Livorno il martedì ­ e si alterna

che ha gli ammortizzatori sociali, quale lavoro è indicato

settimanalmente con una di consulenza legale dove a

rispetto al curriculum presentato. Ma tanti chiedono

rispondere alle lettere c'è un avvocato giuslavorista.

'qualsiasi' lavoro, purché serio. Non mancano quelli che

Temevo che, soprattutto all'inizio, la rubrica potesse non

sono rimasti disoccupati e domandano quali siano le strade

ingranare, nonostante l'intento pregevole, perché un conto

per trovare un'occupazione all'estero, pur senza conoscere

è commentare sui social network, un conto mandare una

le lingue o avere curricula particolarmente qualificati. E

mail con la propria storia. Invece fin da subito è arrivato un

questo pare riportarci indietro di decenni”.

sacco di mail. Il boom di contatti c'è stato a febbraio/marzo

I casi più particolari? Che significato ha il libro?

di quest'anno, tanto che abbiamo aumentato il numero di

“La donna ingegnere, 35 anni, che aveva lasciato

lettere pubblicate per volta, per rispondere a tutti. Abbiamo

un'occupazione sicura per la maternità e ora vuole rientrare

notato poi che la rubrica viene letta anche da una platea più

andando a lavorare in una Ong. Un ragazzo che ha avuto

ampia di quelli che scrivono, lo vediamo da quando poi ci

oltre venti contratti a tempo per mestieri diversi. Gli over 50

mandano lettere citando risposte passate di Daniele”.

esodati che non hanno neanche voglia di dirti il curriculum

Dalla tradizionale “posta del cuore”, o dalle tradizionali

e ti raccontano che per colpa della riforma Fornero non

“lettere al direttore”, a questo esperimento, pioniere tra

possono andare in pensione, e non sanno come fare. Il

i giornali, della “posta del lavoro”.

trentenne che ti spiega che incessantemente va a caccia di

“La gente si mette a nudo, manda nome e cognome, ti

offerte di lavoro comprando giornali, leggendo siti e

raccontano tutto, ti spediscono i curriculum sperando in

mandando curricula, e poi si rivolge a te lasciandoti il

risposte tagliate ad hoc sulla propria professionalità.

A

numero di cellulare e dicendoti: 'Se sai di qualcosa, fammi

volte viene da chiedersi: ma tra Centri per l'impiego,

uno squillo'. 'Lettere dall'Inferno' è un titolo forte ma è così.

strutture pubbliche, sportelli istituzionali che ci sono perché

A me l'idea del libro è piaciuta subito, perché amo i libri con

si affidano a noi? A noi fa piacere ricevere questa fiducia, ci

storie vere, persone che esistono, richieste di aiuto

sentiamo responsabilizzati, proviamo a fare il massimo per

autentiche. E a volte queste storie raccontano più di mille

aiutare. Ti rendi conto che c'è qualcosa che non funziona

pagine di report economici”.

2013

il

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Il romanzo

"Fra l'arno e la strada": il primo romanzo di Manuele Marigolli stato prima operaio tessile, poi dirigente sindacale della Cgil, ricoprendo incarichi di primo piano. È stato segretario generale dei tessili di Prato e della Toscana e poi segretario generale della Camera del lavoro di Prato. LA TRAMA Giunto alla soglia della vecchiaia e consumato dalla malattia, Libero parte per la sua ultima avventura in compagnia di uno spinone. La meta sono i boschi dove ha passato gran parte della propria giovinezza. È l’occasione per un viaggio nel ricordo, e il protagonista ripercorre le tappe più importanti della propria esistenza, dalla vita sulle rive dell’Arno al primo incontro con la futura moglie, passando attraverso i giorni terribili dell’alluvione del ’66. Al centro delle sue riflessioni l’amore e la morte, ma anche il rapporto con i familiari e in particolare con la figlia: un legame fatto di mille incomprensioni ma anche di un affetto sconfinato. Alla fine del viaggio, qualcosa in Libero è cambiato: riuscirà a vedere la vita con occhi diversi? LE PAROLE DI EDOARDO NESI

E' in uscita "Fra l'Arno e la strada", il primo romanzo (Pagliai editore, 13 euro) di Manuele Marigolli, attualmente membro della segreteria di Cgil Toscana. Nato a Molino del Piano nel 1956, la famiglia si trasferì dopo la sua nascita a Compiobbi, dove ha vissuto fino a 16 anni. Dal 1972 vive a Prato, dove è

"Manuele Marigolli è riuscito a dar vita a un’idea di scrittura antica e calda, innervata dal nobile tentativo di continuare a credere nel potere del racconto orale e della descrizione. Bisogna sperare che l’autore voglia continuare a scrivere, e seguitare a mostrarci il mondo con la vividezza e il nitore e il coraggio di cui è intriso 'Fra l’Arno e la strada', libro di cui raccomando appassionatamente la lettura”: parola di Edoardo Nesi. Il libro sarà presentato per la prima volta presso la Camera del lavoro di Prato il 20 novembre alle 21.

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Il romanzo

"Un sogno nel cassetto che si realizza Ho cercato di scrivere coi 5 sensi" Manuele Marigolli, dove nasce l'idea di scrivere questo libro (che sarà presentato per la prima volta il 20 novembre presso la Camera del lavoro di Prato alle 21)? “Era un sogno nel cassetto che avevo da tanto tempo, e mi sono avvicinato alla scrittura con grande rispetto. Per la mia attività di sindacalista ho dovuto scrivere molto, ma un conto è scrivere di cose tecniche, un conto è scrivere di emozioni, in un modo che sia avvincente. Il soggetto ce l'avevo in testa da un po', la scrittura è venuta giù naturale. Il libro è stato scritto tra giugno 2012 e settembre 2013, nei ritagli di tempo, nei weekend, nelle notti. Dopo c'è stato il lavoro di limatura, ed è stato più faticoso che scriverlo”. E' un libro autobiografico? “No, anche se ci sono degli spunti autobiografici, così come spunti presi da cose successe a persone a me vicine. Un libro è sempre il racconto delle vite degli altri, e anche qui i personaggi sono inventati. Avessi fatto un libro autobiografico, sarebbe stato meno appassionante, in quanto la mia vita è stata più lineare. Certo che dentro ci sono i miei valori e anche le mie passioni: la politica, la caccia, la Fiorentina. Il tutto, mentre i temi dell'amore e della morte si alternano, all'interno di un impianto in cui il protagonista rievoca la sua esistenza: il libro si svolge in due giorni, in cui si evidenzia la distanza tra un mondo di campagna pretelevisivo e l'oggi. Senza dimenticare il ruolo della concezione delle figure femminili, che hanno una funzione decisiva sulla formazione dell'uomo”.

La scrittura è calda, descrittiva, risente della tradizione orale. Come è uscita una lingua così? “Certamente sono stato influenzato dai libri che ho letto. Il mio scrittore preferito? Marquez, per il senso magico della scrittura e delle storie, ma nel mio libro non c'è realismo magico, solo qualche iperbole. Io ho cercato di scrivere coi sensi: vista, tatto, olfatto, udito, gusto, in modo plastico, per far vivere le storie dal di dentro, cercando la partecipazione emotiva. Ci sono sì pagine più concettuali e psicologiche, ma l'obiettivo è portare il lettore dentro la vicenda umana dei protagonisti. Faccio parlare questi ultimi in dialetto, sia nel lessico che nella sintassi: qui l'influenza dell'oralità è grande, così come l'uso di parole ora sparite. Sulla lingua ci ho lavorato molto, prendendo spunto dagli ambienti popolari e contadini dell'epoca, rilanciando toscanismi arcaici che non ci sono più, come non c'è più il mondo descritto”. La Storia accompagna, fa capolino tra le vicende personali dei personaggi. Ma anche influenza. “I personaggi hanno delle passioni politiche. Il nonno di Libero era comunista, c'è un riferimento alla morte di Togliatti, agli anni di piombo, alla vittoria elettorale del Pci nel 1975­76, all'alluvione fiorentina. Tutti fatti che entrano nelle vicende di queste persone semplici che racconto”. Il significato del libro? Ce ne saranno altri, come auspica anche Edoardo Nesi? “Il libro parla dei nostri valori: solidarietà, bisogno di politica giusta, lavoro, rifiuto della guerra. E' anche un libro dove si ride, perché l'ironia è sempre salvifica. Se scriverò altri romanzi? Quando andrò in pensione, si vedrà. Intanto, al di là del valore dell'opera, aver scritto questo libro è stata una bella soddisfazione. A questo punto, non è più mio ma di chi lo leggerà: spero davvero che possa suscitare emozioni e riflessioni”.

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Acciaierie Terni Operai picchiati a Roma, in Toscana tante iniziative di solidarietĂ

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L'iniziativa Ma Garanzia Giovani funziona o no? On line c'è il sondaggio per capirlo

Il sito Repubblica degli Stagisti (un noto spazio di confronto sui temi del precariato) vuole saperne di più della Garanzia Giovani. Funziona? I giovani vengono convocati? Quali sono le proposte che ricevono? È importante capirlo, perché su questo progetto di matrice europea è stato investito un mucchio di soldi, 1 miliardo e mezzo di euro per il biennio 2014­2015: e il primo di questi due anni sta quasi finendo, senza che la Garanzia Giovani abbia finora prodotto grandissimi risultati. Anche perché è partita con un certo ritardo, all'inizio di maggio, e si può dire che solo da settembre sia entrata davvero nella fase operativa. Il ministero del Lavoro diffonde settimanalmente i dati numerici, aggiornando il numero degli iscritti Regione per Regione. Ma bisogna andare più a fondo. È necessario e urgente voce ai diretti interessati, offrendo loro la possibilità di raccontare ciascuno la sua personale esperienza con Garanzia Giovani, le sue aspettative. Com'è andata, quanto ha aspettato prima di essere convocato, come è stato accolto, quanto è durato il colloquio, quali opzioni di "presa in carico" gli sono state prospettate. Per questo la Repubblica degli Stagisti ha stretto una inedita alleanza con l'associazione Adapt, che negli ultimi mesi ha concentrato la sua

attenzione sulla Garanzia Giovani per denunciare i malfunzionamenti e proporre migliorie. Insieme abbiamo elaborato e messo online da oggi un questionario, veloce e anonimo, che permette a ciascun under 30 che sia senza lavoro di venire a raccontare la sua storia con Garanzia Giovani. Alcune domande sono a risposta multipla, in altri casi lo spazio è libero per poter scrivere liberamente, per esempio per raccontare il primo colloquio. Quanti più giovani sceglieranno di dedicare cinque minuti per partecipare a questo progetto compilando il questionario, quanto più funzionerà il passaparola, tanto più chiara e completa sarà la mappatura che riusciremo a far uscire attraverso questo monitoraggio "informale". L'invito per tutti è quello di compilare il modulo, e sopratutto di far circolare il link attraverso Facebook, Twitter, newsletter, siti, blog. COMPILA O FAI COMPILARE IL QUESTIONARIO CLICCA QUI Daniele Quiriconi (segreteria regionale Cgil Toscana, responsabile mercato del lavoro) spiega che "come Cgil Toscana contribuiamo a diffondere l'indagine perché siamo da tempo impegnati a promuovere, sia al nostro interno che nel confronto con Regione Toscana, un processo di valutazione del Progetto Garanzia Giovani su cui manteniamo un giudizio critico. La nostra regione è quella che prima delle altre ha iniziato il lavoro di profilazione degli iscritti al portale e i colloqui di orientamento da parte dei centri per l'impiego, ma ad oggi non risultano particolari manifestazioni d'interesse ai fini delle assunzioni. La quasi totalità delle risorse destinate ai tirocini e al servizio civile è la dimostrazione che non ci si attendono vere e proprie opportunità di lavoro”.

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Il dibattito A Firenze Gramolati, Airaudo e Petraglia a discutere di Jobs Act demansiona, si deroga dai contratti nazionali. In USA e in altri paesi si fanno scelte opposte a queste, sciagurate, che dobbiamo contrastare con un movimento che va rafforzato. La Toscana delle imprese va a tre velocità, bisogna spingere chi soffre verso l'alto e non il contrario. La strada è accettare la sfida demografica, ambientale, tecnologica, innovativa. Il 25 ottobre ha detto che c'è un'altra strada per modernizzare il paese, non siamo i gufi, vogliamo che l'Italia punti alla qualità" GUARDA IL VIDEO Venerdì scorso, dibattito sul lavoro a Firenze all'Arci di piazza Ciompi, oratori Alessio Gramolati e i parlamentari di Sel (che aveva organizzato l'appuntamento) Alessia Petraglia e Giorgio Airaudo. Ha detto tra l'altro Gramolati: "Il lavoro è il problema del Paese, siamo in una situazione senza precedenti, anche in Toscana, tra crisi aziendali, tagli e 13mila licenziamenti. C'è la necessità di agire ma di non sbagliare. Il governo non ci presenta alcunché sulle politiche industriali, si veda il caso della siderurgia, da terni a piombino. Per il lavoro, il jobs act è un flop L'ACCORDO CASSA E MOBILITA' act. Si licenzia illegittimamente, si spia chi lavora, si

CGIL TOSCANA "PREOCCUPATA" RISCHIO DISOCCUPAZIONE PER 22MILA LEGGI TUTTO n. 41 - 05 novembre 2014


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L'instant book Sblocca Italia? No, "Rottama Italia" 16 grandi firme contro il decreto Sedici grandi "firme"

Ecco l'introduzione, scritta dal curatore del volume, il

prendono

professor Tomaso Montanari:

posizione

sul decreto "Sblocca­

"Perché vogliamo che l’Italia cambi verso. Ma davvero.

Italia",

nel

Vogliamo un Paese moderno. E cioè un Paese che guardi

che

­

tentativo

di

avanti. Un Paese che sappia distinguere tra cemento e futuro.

"rilanciare" l'economia

E scelga il futuro. Vogliamo un Paese in cui chiamiamo

italiana ­ rischia di

sviluppo ciò che coincide con il bene di tutti, e non con

essere

pesante

l’interesse di pochi. Un Paese in cui lo sviluppo sia ciò che

contributo

un

alla

innalza ­e non ciò che distrugge­ la qualità della nostra vita.

devastazione

del

Un Paese che cresca, e non un Paese che divori se stesso.

paesaggio,

un

Un Paese capace di attuare il progetto della sua Costituzione.

regalo alle lobby. Un

e

Una Costituzione che da troppo tempo “è ancora un

libro ­ corredato da 13

programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da

vignette

più

compiere”, una Costituzione in cui “è scritta a chiare lettere la

graffianti autori satirici

dei

condanna dell’ordinamento sociale in cui viviamo” (Piero

italiani

disponibile

Calamandrei). Il decreto Sblocca­Italia è, invece, un doppio

gratuitamente in formato pdf, affinché ­ mentre il decreto viene

salto mortale all’indietro. Un terribile ritorno a un passato che

discusso in Aula ­, si apra il dibattito nel Paese e lo Sblocca­

speravamo di aver lasciato per sempre. Un passato in cui

Italia (che in realtà è un "Rottama­Italia") si possa fermare.

“sviluppo” era uguale a “cemento”. In cui per “fare” era

Un'operazione editoriale unica: un istant book gratuito nel

necessario violare la legge, o aggirarla. In cui i diritti

quale 16 autorevoli firme smontano pezzo per pezzo il decreto

fondamentali delle persone (come la salute) erano considerati

Sblocca­Italia elaborato dal governo di Matteo Renzi.

ostacoli superabili, e non obiettivi da raggiungere. Giuseppe

­

Dossetti avrebbe voluto che nella Costituzione ci fosse questo Ellekappa, Altan, Tomaso Montanari, Pietro Raitano,

articolo: “La resistenza individuale e collettiva agli atti dei

Giannelli,

Giovanni

poteri pubblici che violino le libertà fondamentali e i diritti

Losavio, Massimo Bray, Maramotti, Edoardo Salzano,

Mauro

garantiti dalla presente Costituzione è diritto e dovere di ogni

Bucchi, Paolo Berdini, Vezio De Lucia, Riverso, Salvatore

cittadino”. La prima, e più importante, resistenza allo Sblocca

Settis, Beduschi, Vincino, Luca Martinelli, Anna Donati,

Italia passa attraverso la conoscenza, l’informazione, la

Franzaroli,

Pietro

possibilità di farsi un’opinione e di farla valere. Discutendone

Dommarco, Domenico Finiguerra, Giuliano, Anna Maria

nelle piazze e nei teatri, nelle televisioni e alla radio.

Bianchi, Antonello Caporale, Staino, Carlo Petrini: un

Richiamando

elenco importante e inedito per ribadire i valori della tutela del

rappresentanti in Parlamento. E, se necessario, anche

territorio, della legalità e della visione di un futuro sostenibile.

ricorrendo al referendum: se ­ alla fine e nonostante tutto ­

Maria

Biani,

Pia

Paolo

Maddalena,

Guermandi,

Vauro,

al

progetto

della

Costituzione

i

nostri

questo sciagurato decreto Rottama Italia diventerà legge dello È stato Sergio Staino a pensare per primo a questo libro. Tutti

Stato. Perché non siamo contro lo Sblocca Italia. Siamo per

gli autori (dei testi e delle vignette) e l’editore hanno lavorato

l’Italia".

gratuitamente.

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L'allarme

Tagli ai patronati, l'Inca dà battaglia E' stata lanciata anche una petizione

In Toscana un milione e mezzo di persone si rivolge ogni anno ai patronati. Se questa rete dovesse saltare, come conseguenza dei tagli previsti dalla legge di stabilità, chi si occuperà di loro ? Lo chiede il Cepa Toscana, che raggruppa i patronati di Cgil, Cisl, Uil e Acli. Due dati chiariscono l’importanza di queste realtà per rendere effettivi i diritti sociali dei cittadini: dai Patronati toscani vengono presentate, senza far pagare niente ai cittadini, l’86% delle domande previdenziali (pensioni, ricostituzioni, ecc.) e oltre il 95% delle pratiche in materia socio­ assistenziale (invalidità civili, accompagnamento, handicap ecc). Negli ultimi 3 anni il numero delle pratiche gestite è triplicato, in conseguenza della chiusura di sedi locali di Inps, Inail e Asl e dell’obbligo di presentare le domande esclusivamente per via telematica. “Siamo rimasti gli unici uffici dove il cittadino può rivolgersi, non paga niente e trova una soluzione ai suoi problemi ­dicono dal Cepa­. Ma oggi viviamo un momento delicato alla luce della legge di stabilità che prevede un taglio di 150 milioni di euro (pari al 34,5%) al fondo patronati, alimentato dai versamenti di 21 milioni di lavoratori e che offre servizi a 51 milioni di italiani". “Questo significa un colpo mortale per i patronati, che non potranno più garantire né la gratuità delle prestazioni, né il supporto agli enti previdenziali (ma anche alle Questure e Prefetture per i permessi di soggiorno) di cui oggi consentono di fatto il funzionamento, perché da soli non

sarebbero in grado di gestire le istanze dei cittadini.” “Le norme che restringono l’anticipazione delle risorse per l’attività svolta inoltre strangoleranno finanziariamente gli istituti di patronato, portando di fatto ad un’impossibilità operativa a partire dal prossimo anno. E il danno, sebbene esteso a milioni di persone, sarebbe pesante soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Cittadini che, di fronte a una legislazione complicata e farraginosa e a una pubblica amministrazione decimata dai tagli e sempre più distante, non sono in grado di far valere i diritti socio­assistenziali che pure lo Stato dice di riconoscere loro". “Per effetto dei tagli inoltre rischiano il licenziamento 9.000 degli operatori dei patronati, che in Toscana sono complessivamente 800; persone che per anni hanno svolto un servizio per la pubblica amministrazione e che perderebbero il lavoro per colpa di una manovra che mira a creare posti di lavoro". FIRMA LA PETIZIONE A PISTOIA UFFICI CHIUSI PER PROTESTA LEGGI TUTTO

INTERVISTA A RADIO ARTICOLO 1

GIORGIO CARTOCCI: "ECCO TUTTI I SERVIZI E I POSTI A RISCHIO"

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L'opportunitĂ Ebret, un buono per i libri scolastici ai figli dei lavoratori dell'artigianato

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Pistoia AnsaldoBreda, il territorio si muove Quiriconi: "Servono investimenti" share, chiediamo un incontro al Ministero per lo sviluppo economico per avere il quadro della situazione". Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, parlando di AnsaldoBreda al termine di un incontro in Palazzo comunale a Pistoia. "Confido che l'amministratore delegato di Finmeccanica prenderà la decisione migliore ­ ha aggiunto ­ Confortano le sue dichiarazioni che le offerte devono essere all'altezza. Ma chiedo che non venga presa alcuna decisione senza prima passare per un confronto con istituzioni, forze sociali e territori". LEGGI TUTTO SCARICA IL DOCUMENTO

Ieri a Pistoia al Palazzo Comunale si sono riuniti Comune, Regione, parlamentari, consiglieri regionali, Provincia, Cgil Cisl e Uil a ogni livello e Rsu per IL CONVEGNO discutere di Ansaldo Breda e dell'imminente decisione del Governo in relazione alle manifestazioni d'interesse pervenute rispetto ad una eventuale cessione. La riunione ha approvato all'unanimità un documento che sarà inviato alla Presidenza del Consiglio e all'ad di Finmeccanica, in cui si chiede un incontro al Governo alla presenza di istituzioni e sindacati prima della decisione finale. Commenta Daniele Quiriconi (responsabile Mercato del lavoro Cgil Toscana): “Siamo in un momento decisivo per il futuro di Ansaldo Breda, la più grande "Nomenklatura ­ Chi comanda davvero in Italia": il azienda produttrice di materiale rotabile in Italia, e libro di Roberto Mania e Marco Panara sarà come tale non può essere svenduta. Gli eventuali presentato e oggetto di un dibattito a Firenze il 19 acquirenti o i processi di partnership che dovessero novembre alla Sala Verde di Palazzo Incontri (via determinarsi dovranno avere al centro chiare scelte de' Pucci, ore 17,30). Interverranno lo stesso di politica industriale e investimenti, cioè quello che Panara, Alessio Gramolati (segretario Cgil negli ultimi dieci anni è mancato in Ansaldo Breda Toscana), Livio Giannotti (ad Quadrifoglio), Antonio sotto la gestione Finmeccanica”. Davide Barretta (Direttore generale presidenza Regione Toscana), Massimo Cugusi (Associazione LE PAROLE DI ROSSI Amerigo), Antonella Mansi (vicepresidente "A Finmeccanica e al Governo, che detiene la golden Confindustria nazionale). L'evento è organizzato da Associazione Amerigo e Cgil Toscana. n. 41 - 05 novembre 2014


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Turismo "Job Art": via al concorso fotografico per i lavoratori del settore

Lavori in uno dei luoghi del patrimonio culturale italiano? O in realtà limitrofe (alberghi, campeggi, bar ristoranti)? Raccontaci il tuo lavoro con un (auto)scatto per mettere in luce aspetti positivi o problematiche. È il concorso fotografico lanciato dalla Filcams Cgil, nell’ambio della campagna nazionale #JobArt, con la cultura si cresce, un’iniziativa che vuole essere di denuncia e contrasto al lavoro nero e irregolare, ma vuole anche ampliare la discussione e portare sotto i riflettori la voce del lavoro. Una campagna itinerante che toccherà diverse città

italiane per focalizzare il dibattito sulle esigenze e le caratteristiche territoriali e locali. La Filcams Cgil vuole coinvolgere in questo Viaggio in Italia i lavoratori e gli addetti di settore attraverso un concorso fotografico. I partecipanti dovranno inviare, tramite il sito www.filcams.cgil.it, i loro scatti evidenziando la Grande Bellezza o la Grande Bruttezza del loro lavorare nel turismo o nella cultura, per raccontare per immagini, orgoglio, denuncia, proposta, fascino del lavorare a ridosso o in realtà uniche per storia e paesaggio, che attraverso il loro sguardo vorremmo fare uscire dalla dimensione patinata della cartolina. Le immagini del concorso saranno esposte durante l’ultima tappa di questo tour che si svolgerà a Roma nei primi mesi del 2015 e sarà l’occasione per premiare il miglior scatto. Il viaggio #Jobart partirà il prossimo 3 ottobre a Lecce (candidata capitale europea della cultura 2019), nel cuore del Salento si rifletterà di “eventi culturali”; soprattutto di come far sì che una programmazione non improvvisata possa far uscire l’offerta turistica di un territorio del Sud dall’estemporaneità e dalla stagionalità, catalizzando visitatori e creando occupazione. Gli eventi culturali come motore di sviluppo per turismo e occupazione, è il titolo del dibattito al quale parteciperà anche Massimo Bray ex ministro dei beni culturali. Con la campagna “Con la cultura si cresce” la Filcams Cgil vuole dare gambe e fiato ad una proposta articolata e complessiva di rilancio da condividere con la politica, le associazioni imprenditoriali, le associazioni dei consumatori, gli operatoria vario titolo impegnati nella salvaguardia e nella promozione del nostro patrimonio culturale. Perché sul turismo e sulla cultura si investa davvero a tutti i livelli. Perché il lavoro nel turismo e nella cultura diventi prospettiva per tanti e patrimonio di tutti.

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Piombino Stamani si è spento l'altoforno Lami: "Rabbia, un grazie agli operai" storie, hanno inevitabilmente un legame molto stretto, nel bene e nel male, con l'ambiente nel quale insistono, nel senso più ampio del termine. Un rapporto complesso, come dimostra la stessa vicenda di Taranto. LEGGI TUTTO LANDINI E SIMONCINI SULLA LUCCHINI "Il nostro messaggio è che bisogna accelerare assolutamente i tempi della scelta perché non ci possono essere elementi di ulteriore rinvio per il rispetto della competitività e della concorrenza. E' importante garantire la continuità operativa". Si è espresso così il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, al termine del tavolo tra il ministero dello Sviluppo Economico e i sindacati, convocato per fare il punto sulla cessione dello stabilimento Lucchini. LEGGI TUTTO

CALENZANO "Mercoledì 5 Novembre 2014. Muore definitivamente l'altoforno, cuore, vita e dignità dei lavoratori dello stabilimento. Oggi è un giorno triste per tutti noi ma ancor più triste e pieno di rabbia, lo è per i lavoratori dell'Altoforno a cui noi tutti dobbiamo un GRAZIE": parola di Mirko Lami, Cgil Piombino (foto di Francesco Masangui). LISTA ALTOFORNI SPENTI PER CRISI (Dal Sole24Ore) Un altoforno non è certo una drogheria, un negozio di vicinato che può chiudere dall'oggi al domani perché all'angolo ha aperto un nuovo hard discount. I cicli integrali europei, e le loro

SEAC, COOPERATIVA DI OPERAI PER RILEVARE L'AZIENDA

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Massa Carrara

L'alluvione fa paura e crea drammi Allagata anche la Camera del lavoro Carrara sott'acqua, un'altra volta. Nella notte è crollato un lungo tratto dell'argine ed è esondato il fiume Carrione. "La falla è di oltre 100­120 metri" spiega il vicesindaco di Carrara Andrea Vannucci. Momenti di paura, famiglie sui tetti per ore fino all'alba, notizie di dispersi che si rincorrevano. La zona abitata più in crisi è quella di Marina di Carrara dove l'acqua e il fango hanno invaso le strade ed è entrata ovunque, negli scantinati, nei negozi e nelle case al piano terra. LEGGI TUTTO

FIRENZE

PINEIDER, LA LOTTA DEI LAVORATORI PER SALVARE UN'ECCELLENZA LEGGI TUTTO GUARDA IL VIDEO n. 41 - 05 novembre 2014


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Cgil Toscana I video della settimana del Canale Youtube IL RAPPORTO IRES L'economia toscana stagna: avanti piano, quasi indietro Interviste a Daniele Quiriconi e Fabio Giovagnoli GUARDA IL VIDEO

FIRENZE Lo sciopero unitario dei metalmeccanici Interviste a Calosi (Fiom), Beccastrini (Fim) e Materazzi (Uilm)

GUARDA IL VIDEO

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La rubrica DEMANSIONAMENTO: STA AL LAVORATORE ALLEGARE LA NATURA DEL DANNO SUBITO Esaminando il caso di alcuni lavoratori che avevano

provata in giudizio.

lamentato di aver subito l’assegnazione a mansioni inferiori,

Tale onere spetta al lavoratore ma, come precisato dalla

la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sul riparto

sentenza in commento, può essere assolto attraverso

dell’onere della prova in tale tipologia di controversie.

presunzioni, alla luce di tutti gli elementi emersi nel corso del

Come noto, l’art. 2103 cc rende nullo ogni atto datoriale che

giudizio. La Corte ha infatti affermato che: Il diritto del

si concretizzi nell’assegnazione del lavoratore a mansioni

lavoratore al risarcimento del danno non patrimoniale non

inferiori, per contenuto professionale, a quelle per le quali è

può prescindere da una specifica allegazione sulla natura e

stato assunto, o che abbia di seguito svolto. In tali casi il

sulle caratteristiche del danno medesimo, ma la sua

lavoratore ha diritto a far accertare il “demansionamento”

dimostrazione in giudizio può essere fornita con tutti i mezzi

subito e a chiedere la condanna del datore ad assegnarlo a

offerti dall'ordinamento, assumendo peraltro precipuo rilievo

mansioni congrue, eventualmente anche a risarcirgli il danno

la prova per presunzioni, alla luce della complessiva

patito. La sentenza n. 15848 del 10.7.2014 ribadisce

valutazione di precisi elementi in tal senso significativi ­ quali

orientamenti consolidati, che è opportuno ripercorrere e

le ragioni dell'illegittimità del provvedimento di revoca, le

chiarire. In primo luogo, una volta che il lavoratore abbia

caratteristiche, durata, gravità e conoscibilità nell'ambiente di

allegato circostanze idonee a fondare la doglianza di essere

lavoro dell'attuato demansionamento, la frustrazione di

stato assegnato a mansioni inferiori, spetta al datore di lavoro

ragionevoli aspettative di progressione, le eventuali reazioni

allegare, invece, di non aver agito in violazione dell’art. 2103

poste in essere nei confronti del datore di lavoro comprovanti

cc. Ove sia accertato che le mansioni assegnate siano

l'avvenuta lesione dell'interesse relazionale ­ la cui isolata

effettivamente inferiori a quelle spettanti, tuttavia, il lavoratore

considerazione

non avrà automaticamente diritto al risarcimento dei danni,

procedimento logico e valutativo seguito dal giudice di merito

poiché la loro esistenza nel caso concreto deve essere

(Cass. 21 marzo 2012, n. 4479). LEGGI TUTTO

a cura dello Studio Rusconi

si

risolverebbe

in

una

Via della Condotta 12, 50122 Firenze partita iva 05724800486 Tel. 055-2302805

ww.avvrusconi.it

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lacuna

del


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NonSoloToscana

E' una fissa: Renzi riattacca la Cgil "E' nervoso, divide e non dà risposte" Consiglio che ancora una volta evoca fantasmi e complotti, lancia invettive e ammonimenti, ma evita accuratamente di dire come si crea lavoro e come si rilancia il Paese". Lo afferma la Cgil, osservando che "nel frattempo la disoccupazione e la cassa integrazione continuano ad aumentare e i debolissimi segnali di ripresa del mercato del lavoro rischiano di rivelarsi effimeri". Il precariato "aumenta, grazie anche alle politiche contraddittorie sul mercato del lavoro, mentre il governo continua a non avere né una politica per l'occupazione né una politica industriale. Si limita a rincorrere le emergenze, senza per altro riuscire a risolverle, togliendo i diritti e non allargando le tutele. Quella imboccata non è la strada giusta. Al contrario, è proprio quella che divide il Paese", sottolinea il sindacato di corso d'Italia. "Piuttosto che strizzare l'occhio agli imprenditori, inventarsi strani e improbabili complotti o buttarla in politica, il presidente del Consiglio dia risposte serie ai problemi seri del Paese", osserva la Cgil.

"Si è aperta un'opportunità pazzesca, non coglierla sarebbe un errore gravissimo", ha detto il premier Matteo Renzi all'assemblea degli imprenditori di Brescia. "Se facciamo ciò che siamo in grado, l'Italia dei prossimi anni sarà la locomotiva in Europa. Ma bisogna aver coraggio di dire che è finito il tempo dei si farà: ora o mai più". Il premier ha anche ammonito: "dobbiamo evitare un rischio pazzesco: c'è un disegno per dividere il mondo del lavoro". Ma "non esiste una doppia Italia, dei lavoratori e dei padroni: c'è un'Italia unica e indivisibile e questa Italia non LEGGE DI STABILITA' consentirà a nessuno di scendere nello scontro verbale e non solo, legato al mondo del lavoro". "Se vogliono contestare il governo ­ ha detto ancora Renzi ­ lo facciano" senza fare del mondo del lavoro "un campo di gioco di uno scontro politico". "Si affrontino le questioni del Jobs act. Se si vuole attaccare il governo ci sono altre strade, senza sfruttare il dolore dei disoccupati". "Il clima fuori è cambiato: tre mesi fa eravamo una banda di ragazzini ­ ha detto ancora ­ ora che stiamo facendo le riforme siamo diventati alleati dei poteri forti".

IL SINDACATO: "SI STA PREPARANDO IL DISASTRO SOCIALE"

LA REPLICA DELLA CGIL "C'è molto nervosismo nelle parole del presidente del

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Cultura

I libri della settimana dall'archivio storico di Cgil Toscana TRA

ASILI

NIDO E QUALITÀ DEL SERVIZIO

VINCOLI E NUOVE POSSIBILITÀ VALUTATIVE

Autore: Marco Zurru. Parole chiave: infanzia ­ formazione ­ disuguaglianza sociale ­ childcare ­ bambini ­ asili nidoinfanzia ­ formazione ­ disuguaglianza sociale ­ childcare ­ bambini ­ asili nido. Casa editrice: Ediesse Pubblicato nel: ottobre 2014. Pagine: 216. ISBN: 978­88­230­1905­8 L'investimento formativo nei primissimi mesi dell’infanzia è stato da tempo riconosciuto dalla letteratura scientifica come un elemento fondamentale per lo sviluppo del capitale umano, e ­ insieme ­ come fattore che condiziona la capacità di rottura delle catene di riproduzione della disuguaglianza sociale. Nello stesso tempo, è provato che un vasto e diffuso tessuto di offerta di servizi alla prima infanzia previene l’esclusione sociale.

L’EDILIZIA SCOLASTICA UN'EMERGENZA NAZIONALE Autore: Osvaldo Roman(prefazione di Danilo Barbi). Parole chiave: scuola ­ scolastica ­ governo ­ figli ­ edilizia ­ aule ­ amministrazione. Casa editrice: Ediesse. Pubblicato nel: giugno 2014. Pagine: 174. ISBN: 978­88­230­1890­7 L’edilizia costituisce oggi un drammatico problema di sicurezza nelle scuole. Assumerla come priorità, per i passati governi ed in particolare per l’ultimo governo Berlusconi, avrebbe comportato la realizzazione di interventi importanti anche per la crescita del Paese. Il libro documenta e analizza la vicenda dell’edilizia scolastica negli ultimi venti anni servendosi anche del recente importante lavoro di indagine realizzato dalla Camera dei Deputati. Il testo viene completato da un CD­Rom in cui si raccoglie tutta la normativa di legge.

I volumi possono essere presi in prestito per un periodo massimo di un mese Via Pier Capponi 7 ­ 50132 Firenze web: http://www.tosc.cgil.it/ftp/centrodocumentazione/docume_home.htm mail: centrodocumentazione.regionale@tosc.cgil.it ; Tel:055.5036288

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In viaggio con... Templi, parchi, bazar: il meglio del Rajastan nella magica India

2­14 GENNAIO, 2.180 EURO (volo, voli interni, pullman, hotel pensione completa) 1° GIORNO ROMA / DELHI Ritrovo dei partecipanti all’ aeroporto di Roma Fiumicino in tempo utile per l’imbarco sul volo di linea per Delhi. Pasti e notte a bordo. 2° GIORNO DELHI All’ arrivo a Delhi incontro con la nostra assistenza e trasferimento in hotel. Sistemazione nelle camere riservate. Pranzo in hotel. Nel pomeriggio visita guidata della città. In alcune sue parti Nuova Delhi rimane una città ricca di giardini, viali alberati e

bellissimi parchi, mentre in altre offre alcuni dei peggiori ingorghi stradali del mondo. Sikh con il turbante, donne del Rajasthan adornate di bellissimi abiti e donne d’affari del Gujarat, negozianti musulmani lungo la Chandni Chowk nella Vecchia Delhi, banchetti di TIbetani e botteghe di artigianato del Kashmir, tutti incrementano l’anima cosmopolita di questa stupenda città. Pranzo in ristorante durante la visita. Rientro in hotel. Cena e pernottamento. 3° GIORNO DELHI / PUSHKAR Prima colazione. Partenza per Pushkar. Pranzo. All’arrivo visita al Lago Santo e al tempio Hindu SCOPRI TUTTO IL PROGRAMMA

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In viaggio con... "Scatta la tua vacanza": le 4 foto finaliste (premiazione a novembre)

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Taccuino TOSCANA SOLIDALE 18MILA DOMANDE PER GLI AIUTI A FAMIGLIE E LAVORATORI IN DIFFICOLTA': CONTRIBUTO PRESTITO足MICROCREDITO GARANZIE PER I DEBITI LEGGI TUTTO

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In breve

Pistoia, sciopero permanente a Vivai Palandri "Situazione drammatica per addetti e famiglie" "La situazione è drammatica, anche per le loro famiglie, ci sono arretrati che devono riscuotere anche dalla precedente ditta, che era un'azienda agricola, il personale poi è transitato nella nuova, che è una srl, dove sono stati conferiti anche i debiti della vecchia, quindi di fatto i lavoratori oggi hanno accumulato chi sei, chi sette mensilità di arretrato, più il tfr della vecchia ditta che non è ancora stato pagato". Così Fabio Capponi sindacalista della Flai­Cgil di Pistoia ha riassunto il 30 ottobre nel corso di una conferenza stampa, davanti ai cancelli dell'azienda Vivai Palandri di Pistoia, la situazione dei 25 dipendenti, che da alcuni giorni hanno avviato lo sciopero ad oltranza. "Domani ­ ha aggiunto ­ abbiamo un incontro in Provincia per chiudere la procedura della mobilità: non ci aspettiamo niente di nuovo, comunque è un appuntamento rispetto al quale valuteremo il da farsi successivamente. Sicuramente, allo stato attuale, se non vengono fatti i pagamenti noi procederemo con le iniziative di protesta e di lotta, come quella di stamani". LEGGI TUTTO

Cartonificio Fiorentino e Ondulati Giusti, si va avanti ma manca ancora il Piano industriale Dicono le Segreterie Provinciali FISTEL­CISL e SLC­CGIL di Lucca e Firenze, le RSU di Ondulati Giusti e del Cartonificio Fiorentino: "Il 3 novembre, nella sede della Regione Toscana a Firenze, alla presenza dell'Assessore al lavoro della Regione Gianfranco Simoncini, il presidente della provincia di Firenze Andrea Barducci, l'Assessore con delega allo sviluppo economico della provincia di Lucca Francesco Bambini, ed i Sindaci delle Città di Sesto Fiorentino Sara Biagiotti ed Altopascio Maurizio Marchetti, si sono incontrati: l'azienda Pro­Gest, rappresentata dal suo titolare Bruno Zago e dal consulente dell'azienda Dott. Zancopè e le delegazioni sindacali dei due stabilimenti, Cartonificio Fiorentino e Ondulati Giusti. Nel corso delle riunione l'azienda ha fatto una breve comunicazione sul fatto che intende dare continuità all'attività degli stabilimenti ma mettendo in chiaro di non avere ancora un piano industriale definito, ma di come programmare l'attività nel medio periodo fermo restando il problema di sbloccare l'approvvigionamento delle materie prime. La parte sindacale ha espresso alcune semplici considerazioni ribadendo la necessità di avviare un normale percorso di relazioni sindacali, chiedendo di entrare nel merito della crisi che ha prodotto questa situazione e delle normali garanzie sul ritorno a regime delle produzioni per entrambi gli stabilimenti". LEGGI TUTTO

Pisa: tagli sulla produttività, protestano i dipendenti del Comune. E' stato di agitazione Protesta dei dipendenti comunali pisani che per circa un'ora, al termine di un'assemblea del personale, presenti almeno 300 addetti, si sono spostati nell'ufficio del sindaco per incontrare i vertici dell'amministrazione. Lo stato di agitazione è scattato, spiega un ordine del giorno approvato dall'assemblea, dopo che le rsu "a seguito dei contenuti espressi dalla parte pubblica nell'ultima delegazione trattante (il 21 ottobre scorso) sul contratto decentrato 2014 (una diminuzione di circa 400 mila euro sulla produttività) hanno deciso di lasciare il tavolo e di informare immediatamente i lavoratori". "La diminuzione del salario ­ si legge ancora nel documento ­ avviene in un momento di forte contrazione del potere di acquisto conseguente alla politiche dell'attuale e degli ultimi governi e l'amministrazione, i dirigenti non hanno attivato piani riorganizzativi per una migliore funzionalità dei servizi, con i quali invece il Comune avrebbe recuperato le somme da stanziare sulla produttività". Da qui le decisione di esprimere "una netta opposizione alla politica del personale portata avanti dall'amministrazione con criteri che non hanno a che fare con fini di pubblica utilità" e di dare mandato alle rappresentanze sindacali "di indire lo stato di agitazione con blocco degli straordinari e attenersi alle mansioni senza sopperire sempre alle inefficienze". LEGGI TUTTO

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