Primomaggio 49 2014

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Numero 49/2014 - Anno 4

GR A ND E B L UF F J OB S ACT Camusso: "Pronti a scioperi e ricorsi" Gramolati: "Un 2015 per la dignitĂ del lavoro" pagine 2-7 (nella foto: il disegno dei ragazzi della scuola "Sismondi" di Pescia in occasione degli scioperi a rovescio della Cgil pistoiese del 28 novembre)

In primo piano Intervista a Alice D'Ercole: "La grande mobilitazione sulle Province" pagina 9 Cantieri di Pisa, c'è la Cigs. Francese: "Finito bene un anno duro" pagina 10 People Care, si muove la Regione: "Chiusura incomprensibile" pagina 11 "I sette anni di terribile crisi ad Arezzo": l'appello di Mugnai pagina 16

La Newsletter settimanale

30-12-2014


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Editoriale di Alessio Gramolati

Segretario Generale Cgil Toscana

Nuove alleanze e nuove iniziative contro la prepotenza del Jobs Act All’inizio della vicenda del Jobs Act scrivemmo che ognuno ci vedeva un po’ ciò che credeva. Come nel film di Kurosawa “Rashomon”: ciascuno leggeva le proprie verità e poteva in cuor suo, pensare, a secondo le proprie speranze, che si sarebbero favoriti i giovani, si sarebbe ricomposto la dualità del lavoro, si sarebbero cancellati i contratti precari e si sarebbero perfino rilanciati gli investimenti. Ora i decreti nella loro crudezza svelano a tutti la realtà. In Italia è più facile licenziare. In primo luogo i giovani ma non solo. E’ più facile essere licenziati quando si viene presi di mira individualmente, ma sarà più facile licenziare anche nelle procedure collettive. Nelle aziende sopra i 15 come in quelle sotto i 15 dipendenti. Tutto peggiora per chi lavora.

di fronte ad un Jobs Act all’Obama piuttosto che al Fire Act alla Renzi. Lo diciamo perché dovremo costruire nuove alleanze e nuove iniziative contro questo scempio, e per poter tornare a parlare davvero di investimenti e di buona occupazione. Il Governo ha cinicamente fatto due calcoli di cui uno certamente sbagliato: il primo è che la crisi avrebbe diviso e indebolito l’iniziativa dei lavoratori, il secondo che la propria arroganza ci avrebbe fermati. Ma non sarà la prepotenza a convincerci che si può togliere dignità al lavoro. L’augurio che facciamo a tutti è che il 2015 sia l’anno che riconquista il lavoro e la dignità che merita. A tutte e a tutti, buon 2015.

“Ora gli imprenditori non hanno più alibi…”, ha detto il Governo. In effetti gli imprenditori italiani non hanno mai avuto tanti vantaggi in cambio di nulla come adesso. Hanno più facilità a licenziare e sarà per loro più facile farlo ingiustamente. Costerà poco commettere una ingiustizia a danno di un lavoratore, ed anche se si ridurranno le tasse per chi assume, conti alla mano, “poggio e buca” non farà pari. Più che di Job (lavoro) si dovrebbe parlare di to Fire, che è un modo crudo per dire "licenziare" in inglese. Non siamo stupiti dalle scelte del Governo, anche se sono andate oltre le nostre preoccupazioni. Piuttosto, a questo punto, speriamo lo siano tutti coloro che avevano creduto che ci saremmo trovati

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Riforma del lavoro La Repubblica intervista Camusso "Pronti a scioperi e a ricorsi europei"

"Questa partita è solo agli inizi. Continueremo a lottare, a mobilitarci, a scioperare anche contro le aziende perché non può esserci uno che incassa e l'altro che subisce soltanto. Useremo la contrattazione e i ricorsi giudiziari in Italia e in Europa. Utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per ribaltare un'idea recessiva del lavoro", dice Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, in un'intervista a Repubblica. E questo è il piano d'azione della Cgil, il secondo tempo dello scontro con il governo sul Jobs act. Camusso, lei ha parlato di "un abominio" nei confronti dei lavoratori a proposito della nuova formulazione dell'articolo 18. Perché? «Perché il presupposto a queste norme è che i lavoratori abbiano sempre torto e le imprese sempre ragione. Eppure, come è noto, la visione in bianco e nero non funziona. Lo dimostra proprio il "caso Ilva”, ma si può affidare la politica economica a chi riduce le aziende in quello stato? E poi, tutte le vertenze, che secondo il premier si sarebbero risolte grazie alla bacchetta magica della 'fatina governo' mentre è grazie alla lotta dei lavoratori che hanno trovato uno sbocco, non hanno visto alcuna nuova iniziativa imprenditoriale italiana. Gli industriali italiani non investono più, non innovano, a parte coloro che puntano tutto sull'export. E infatti

dalle crisi si esce spesso con progetti di imprenditori stranieri.Da noi mancano gli imprenditori capaci di rischiare in proprio, eppure il governo ha delegato a loro le scelte sul futuro dello sviluppo. È una logica che mi fa impressione. Ripeto: ma cosa gli hanno fatto i lavoratori a Renzi?» Provi lei a dare una risposta. «Guardi, io penso che in questa scelta ci sia l'incapacità di interpretare le ragioni profonde della crisi strutturale italiana. Che non è figlia del mercato del lavoro bensì di un tasso di investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo, che è letteralmente crollato. Lo diciamo da anni e da anni chiediamo un credito di imposta per questo tipo di investimenti. È vero, qualcosa è stato fatto, ma poco». Torniamo al Jobs act. Era prevista la possibilità che le imprese, attraverso l'"opting out", evitassero sempre il reintegro del lavoratore. Questa ipotesi è rimasta sulla carta. Non è un passo avanti? «Certo che con quella ipotesi il decreto sarebbe stato ancora peggio. Così come se fosse stato introdotto il principio dello "scarso rendimento” come motivo di licenziamento economico. Ma quando il premier Renzi dice che non c'era bisogno di introdurre anche quel principio, ribadisce implicitamente che tutto è già possibile, arriva addirittura a suggerire la strada per licenziare. Con la stessa conciliazione tra lavoratore e datore di lavoro senza alcuna forma di assistenza non siamo molto lontani dall'opting out. Un lavoratore licenziato si troverà sotto una fortissima pressione perché rinunci alla via giudiziaria a tutela di un suo diritto. Tutto viene affidato all'imprenditore che per definizione è superiore. Questo è il punto». SEGUE A PAGINA 4

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Riforma del lavoro "Le tutele crescenti? Sono solo una monetizzazione crescente" SEGUE DA PAGINA 3 Insomma lei è convinta che quello di Renzi sia un "governo delle imprese?" «In Europa la grande questione della politica è come riappropriarsi del governo dell'economia. È un tema decisivo, soprattutto per la sinistra. Il nostro governo ha scelto di delegare le imprese. Una sorta di abdicazione, di rinuncia a individuare un proprio modello di sviluppo. E infatti il nostro governo non fa politica industriale ma distribuisce risorse a pioggia. Arriva al punto che le imprese prima prendono gli incentivi per le assunzioni, poi licenziano e ci guadagnano pure». Come fa a dire che la partita sul Jobs act non è finita quando i decreti sono stati approvati e i pareri delle Commissioni parlamentari sono solo consultivi? Quali armi ha in mano il sindacato? «Ad esempio solleciteremo le Commissioni parlamentari. Renzi, non so se l'abbia detto solo per ragioni diplomatiche, ha sostenuto che terrà conto delle osservazioni che dovessero arrivare dal Parlamento. Sinceramente non so dire se sia un bene o un male ma intanto il Parlamento si dovrà esprimere». Non è molto il pressing sulle Commissioni... «Bisogna avere rispetto per le procedure istituzionali. Ma non mancheranno la lotta, la contrattazione, i ricorsi giudiziari...». Pensa a un altro sciopero generale? «Vedremo. Non posso anticipare nulla ma non escludo nulla. Valuteremo con la Uil e coinvolgeremo anche la Cisl». Che effetto avrà l'applicazione delle nuove norme anche ai licenziamenti collettivi? «Il governo aveva promesso il superamento del dualismo ma con questo decreto non fa null'altro che

moltiplicare le differenze tra lavoratori e lo fa anche nella stessa impresa di appartenenza. Si potranno ora violare i criteri di legge sui licenziamenti collettivi mascherando le discriminazioni e rischiando solo una multa". Un ulteriore colpo basso ai diritti collettivi e alla certezza del diritto. La norma, poi, deresponsabilizzerà le imprese dai processi di riconversione e ricollocazione, anche perché la delega mette a carico della fiscalità generale il costo delle politiche attive per licenziamenti illegittimi o ingiustificati». Con il contratto a tutele crescenti e gli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato il governo punta ad estendere questi contratti. Non è quello che avevate sempre chiesto? «Questo contratto a tutele crescenti è un grande bluff. È solo una monetizzazione crescente: “Ti licenzio anche ingiustamente, ti pago pure in modo crescente, quindi adesso taci", sembra voler dire. Di fatto è l'abolizione dei contratti a tempo indeterminato. Il contratto a tutele crescenti non ha un punto d'arrivo nel quale la situazione si stabilizza. L'Italia sarà così l'unico Paese nel quale la palla non passa mai dalla parte dei lavoratori. Il presunto grande salto nella modernità si traduce nella monetizzazione della dignità del lavoratore». Perché ha twittato gli auguri di buon Natale con l'immagine dl un gufo? «Una civetta, non un gufo! Un regalo natalizio... mi è piaciuta molto. Poi, come è noto, le civette portano fortuna».

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Riforma del lavoro Conviene licenziare: ecco perché E i lavoratori hanno sempre torto

“Il Governo ha scelto di delegare alle imprese il futuro dello sviluppo. Manca una politica economica e industriale”. Questo è il primo di una lunga serie di tweet con i quali domenica 28 dicembre la Cgil nazionale è tornata a criticare aspramente il Jobs Act, o meglio il #JobsDisfact, come lo stesso sindacato lo ribattezza in uno dei suoi cinguettii. Secondo la Cgil i punti di criticità del provvedimento sono molteplici. Ad esempio – scrive il sindacato ­ il contratto a tutele crescenti “è solo una monetizzazione crescente, che lascia libere le imprese di licenziare anche ingiustamente”. E poi, “si

distribuiscono risorse a pioggia alle imprese, mentre non sono stati previsti vincoli tra incentivi e assunzioni durature”. E ancora, “si potranno violare i criteri di legge sui licenziamenti collettivi mascherando le discriminazioni e rischiando solo una ‪multa". In sintesi, secondo la Cgil “il presupposto delle norme è che i lavoratori abbiano sempre torto e le imprese sempre ragione”. E di fatti, “un lavoratore licenziato si troverà sotto una fortissima pressione perché rinunci alla via giudiziaria a sua tutela”. Ma a questo si aggiunge anche una “beffa”. LEGGI TUTTO

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Riforma del lavoro Il settimo Cinegiornale dell'era Renzi Ecco a voi "le riforme sotto l'albero"

GUARDA IL VIDEO

Andrea Brunetti (Cgil nazionale): "Il Jobs Act fa acqua da tutte le parti? Siamo stati ottimisti. In realtĂ ci piove proprio addosso"

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Riforma del lavoro L'ottavo cinegiornale dell'era Renzi "L'Italia cambia per davvero"

GUARDA IL VIDEO IL JOBS ACT CI RIPORTA INDIETRO NEL TEMPO Il commento di Daniele Calosi (segretario generale Fiom Cgil Firenze) A pochi giorni dalla fine di un 2014 già molto travagliato, l'arrivo dei decreti attuativi sul Jobs Act non fa che complicare la situazione. Come Fiom Cgil di Firenze, chiudiamo l'anno con molte vertenze aperte sul territorio, basti ricordare Esaote che vede ancora lontano un accordo per

noi possibile solo a patto che la Ricerca e Sviluppo rimanga a Firenze; o ancora, gli ex lavoratori della Shelbox di Castelfiorentino e della Tecnol di Barberino del Mugello in mobilità. L'ultima apertura di procedura di mobilità è arrivata nei giorni scorsi dalla Rosss di Scarperia (di proprietà del Presidente di Confindustria Firenze) per la quale abbiamo chiesto l'apertura di un tavolo di confronto in Regione. Per far crescere il nostro Paese non si deve indebolire i diritti di chi lavora ma creare il lavoro, chiedendo alle imprese il rispetto della nostra Costituzione. Il rispetto, appunto, della loro responsabilità sociale che non mi pare sia al centro della politica di Confindustria. L'accondiscendenza di Confindustria alle scelte del Governo dimostra che una parte degli imprenditori italiani è solo in grado di chiedere e basta. LEGGI TUTTO

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Il Direttivo regionale Nella segreteria di Cgil Toscana entrano Mirko Lami e Monica Pagni sindacato, è uno dei volti simbolo della lotta per il salvataggio delle acciaierie: “Anche in questa nuova veste seguirò da vicino lo sviluppo dell'operazione Cevital, allargando gli orizzonti se necessario. Il Paese attraversa una fase di grandi difficoltà, bisogna stare nel merito dei problemi, affrontandoli e cercando di risolverli volta per volta. Io vengo dalla Fiom, mi sembra si sia fatto un passo notevole che porta a quello che il Congresso aveva indicato, cioè un governo unitario”, ha detto per commentare la sua nuova carica.

Esce Manuele Marigolli, che diventa il presidente di Caaf Cgil Toscana, ed entrano al suo posto Mirko Lami e Monica Pagni: il 22 dicembre il Direttivo regionale di Cgil Toscana ha dato l'ok alla nuova segreteria di Cgil Toscana. Lami e Pagni si aggiungono agli altri membri della segreteria di Cgil Toscana Alessio Gramolati (segretario generale), Daniele Quiriconi, Dalida Angelini, Maurizio Brotini, Patrizia Bernieri. Mirko Lami, classe 1964, dal 1986 lavora alla Lucchini di Piombino. Iscritto e delegato Fiom Cgil dal 1987, già vicepresidente del Direttivo regionale di Cgil Toscana, responsabile di zona a Piombino per il

Monica Pagni, 52 anni, nata a Forlì, tecnico di laboratorio dipendente dell'Asl 9 a Grosseto, è stata prima coordinatrice della Rsu e poi segretaria provinciale della Funzione pubblica della Cgil di Grosseto (prima donna a ricoprire quella carica): “Tutto nel mio percorso in Cgil è accaduto di soprassalto, ora avverto una grande responsabilità, ci metterò tutto l'impegno possibile e spero di poter dare una mano. Io vengo dal settore pubblico, che attraversa un periodo difficile: bisogna far capire che i tagli al pubblico non penalizzano solo i lavoratori ma anche i cittadini e i servizi. Speriamo che per rendersi conto di ciò non si debba arrivare a vedere ospedali chiusi o scuole a pagamento”, ha spiegato poco dopo l'elezione.

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Province D'Ercole: "Una grande mobilitazione per difendere servizi e occupazione" Alice D'Ercole, segretario

funzioni di prevenzione del rischio idrogeologico come la pulitura

Fp Cgil Toscana, come la

degli argini dei fiumi, Tpl, formazione, centri per l'impiego,

nostra regione è diventata

Protezione civile. Il Governo ha aperto una contraddizione: ha

capofila

della

lasciato l'ente ma ha ridotto le risorse per le funzioni, invece

nazionale

prima andavano semmai riordinate le funzioni e poi pensato al

mobilitazione sulle Province?

futuro dell'ente. Conta il contenuto più del contenitore”.

“Da tempo erano noti i tagli

I risultati non sono mancati.

ai bilanci alle Province: tre

“Abbiamo sperimentato una macchina organizzativa capillare ed

miliardi in tre anni, il 50% in

efficiente. Grande è stato il risalto mediatico, di media locali e

meno. Già a novembre in

nazionali. Abbiamo poi ricevuto il sostegno di tanti sindaci e

Toscana

sindacati

presidenti di Provincia. E anche il presidente della Regione

siamo

Enrico Rossi ha voluto incontrarci: siamo poi usciti con un

mobilitati. Ma l'ultima fase della mobilitazione è scattata con la

comunicato congiunto dove la Regione si impegna a fare passi

bozza del primo testo del maxiemendamento, uscito il 13

importanti col Governo sul tema del riordino istituzionale e del

dicembre. Qui si è prevista una riduzione agli organici del 50%

mantenimento dei livelli occupazionali. Ma, soprattutto, con la

alle Province e del 30% alle Città metropolitane, con una prima

mobilitazione siamo riusciti a far modificare la norma nel

procedura di messa in mobilità, preludio al licenziamento: due

maxiemendamento: è slittata di due anni la messa in mobilità dei

anni con l'80% dello stipendio a caccia di una ricollocazione in un

lavoratori, consentendo di ragionare sul riordino delle funzioni

altro ente pubblico. In Toscana tutto ciò per le Province

per mantenere quei servizi attivi con quei lavoratori. Ma questo

significava circa 2mila esuberi. Senza contare che lo Stato

non ha interrotto le mobilitazioni. Sia perché il taglio ai bilanci del

tagliava anche a Regioni e Comuni, rendendo difficile il

50% resta, sia perché il Governo si è sì impegnato a a prorogare

ricollocamento.

come

confederali

abbiamo

i contratti dei precari in scadenza a fine anno, ma dobbiamo

manifestato davanti alla sede della riunione dell'Osservatorio

stare in attesa del riscontro normativo nel Milleprororoghe.

regionale che lavora al riordino istituzionale, poi siamo stati da

Insomma, abbiamo ottenuto un incontro dal Governo, era il 23

esso

dicembre, e questo ha preso degli impegni. Ma il rischio è che

ricevuti.

Lunedì

E

ci

15

dicembre

hanno

detto

a

ci

Firenze

che

le

misure

del

maxiemendamento creavano difficoltà”.

dietro agli annunci mediatici le cose si vanifichino. Basti vedere

Da lì sono poi partite le iniziative di protesta.

come la legge Delrio sia stata messa in discussione dai tagli alle

“Il 16 dicembre a Roma c'è stato un presidio unitario dei sindacati

Province. In tal senso, ad esempio, sulla proroga dei precari

nazionali di categoria davanti al Senato. Il 19 sono iniziate le

sussiste un problema legato al Patto di Stabilità: chi è a rischio

occupazioni delle Province a livello nazionale, in Toscana siamo

sforamento potrebbe non assumere, senza contare tutti i tagli ai

partiti il giorno prima. A Massa Carrara, Pisa, Firenze, Grosseto e

bilanci che arriveranno. Per questo restiamo in guardia”.

Arezzo ci sono state occupazioni con permanenza notturna, nella

Intanto, le iniziative non si fermano.

altre sedi sono stati organizzati presìdi, cortei, manifestaioni, sit

“Ci sono ancora presìdi attivi e iniziative in tutte le Province: non

in, flash mob, volantinaggi. Tutto per spiegare che il problema

ci fermiamo, in attesa del Milleproroghe. Non ci arrendiamo al

non erano solo i circa 2mila esuberi toscani ­ col rischio del posto

taglio delle risorse, ai rischi occupazionali, alla messa in crisi dei

per migliaia di lavoratori dell'indotto ­, ma anche le ricadute sui

servizi. Gli impegni che sono stai presi andranno sostanziati in

servizi offerti dalle Province: manutenzione di strade e di scuole,

norme reali, anche sul riordino delle funzioni”.

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L'intesa Cantieri di Pisa, accordo per la Cigs Francese: "Chiuso bene un anno duro"

È stato firmato il 24 dicembre scorso al Ministero del Lavoro a Roma il decreto n. 86793 con il quale, a seguito dell'incontro svoltosi a Roma il 16 dicembre ultimo scorso ed al conseguente accordo sindacale sottoscritto per il cambio di causale da "riorganizzazione" in "crisi", è stato approvata la richiesta di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria della Baglietto per i rami d'azienda di Pisa e Varazze. Il periodo interessato è quello relativo al limite massimo di dodici mesi previsti dalla normativa vigente e precisamente dall'1.1.2014 al 31.12.2014. Il decreto autorizza, inoltre, l'INPS al pagamento diretto del trattamento straordinario di integrazione salariale ai lavoratori interessati. Per questo motivo è stata immediatamente interessata la sede provinciale dell'Inps di Pisa per rendere possibile la realizzazione di una "corsia d'emergenza" per consentire la rapida messa in pagamento di quanto dovuto ai lavoratori che, lo ricordo a tutti, non riscuotevano alcuna forma di sostegno al reddito da un anno. Dice Gianfranco Francese, Segretario Generale Cgil Pisa: "Si chiude, finalmente, per ora in modo positivo la vicenda della CIGS per i lavoratori dei Cantieri di

Pisa grazie al cambio di causale realizzato con l'accordo del 16 dicembre scorso che conferma l'infondatezza della pretesa di trasferimento del travel lift da Pisa a Varazze nonché la mala gestione da parte della pratica Cigs da parte del Liquidatore che, con un diverso atteggiamento, avrebbe potuto consentire ben prima l'emanazione del decreto firmato". Aggiunge Francese: "Stante l'imminente scadenza della CIGS del 31 dicembre prossimo, si è già concordato per lunedì 29 dicembre un nuovo incontro con i consulenti del liquidatore per la sottoscrizione dell'accordo per l'attivazione della Cassa Integrazione in Deroga per tutti i lavoratori in forza per garantire un nuovo ammortizzatore sociale dal' 1.1.2015 finalizzato, nel caso dei Cantieri di Pisa al perfezionamento degli atti finalizzati alla cessione del ramo d'azienda al gruppo MVYACHTING entro il mese di gennaio, come confermato a mezzo stampa nella giornata di ieri dall'amministratore delegato Vincenzo Moccia". Francese conclude così: "Si chiude, quindi, positivamente un anno durissimo per i lavoratori dei Cantieri di Pisa con l'auspicio che quello che inizia sia veramente l'anno della svolta per la ripresa del lavoro all'interno del cantiere, per il rilancio dello storico marchio della nautica pisana e per la definitiva risoluzione di questa che è diventata una delle vertenze simbolo, non solo a Pisa, della volontà del mondo del lavoro di resistere alla durezza della crisi in atto".

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Guasticce People Care, la Regione chiama il Ministero: "No alla chiusura"

Appena prima di Natale il presidente Enrico Rossi aveva già definito "una forzatura incomprensibile e inaccettabile" la decisione della società che gestisce il call center People Care di Collesalvetti di avviare le procedure di messa in mobilità per i 448 dipendenti, dei quali 360 con contratto a tempo indeterminato. E l'annunciato incontro di ieri tra le organizzazioni sindacali e l'assessore regionale alle attività produttive e lavoro Gianfranco Simoncini, presenti anche il sindaco di Collesalvetti Lorenzo Bacci e l'assessore allo sviluppo economico del Comune di Livorno Francesca Martini, non ha modificato quel giudizio. La People Care ha ancora commesse attive fino almeno a maggio, e l'urgenza di aprire le procedure di mobilità con una convocazione dei sindacati a due giorni dal Natale risulta per l'assessore Simoncini incomprensibile e inusuale rispetto alle relazioni sindacali in Toscana. "La Regione è già intervenuta presso Seat Pagine Gialle, unica committente al momento dell'azienda, per richiamare grande attenzione verso le attività svolte a Guasticce – ha affermato Simoncini ­, e mantenuto stretti contatti con l'Ad di Peolple Care che ha parlato di procedura cautelativa. Passi ulteriori li faremo immediatemente nei prossimi giorni, alla luce del

quadro disegnato stamani dalle organizzazioni sindacali aziendale e di categoria". Sarà convocata l'azienda per affermare l'inaccettabilità della procedura di mobilità aperta, sottolinea l'assessore, e invitarla a ricercare da subito nuove commesse di lavoro uscendo dalla logica della monocultura produttiva tutta legata ad un solo committente. "Ma soprattutto, d'intesa con i sindacati, inviteremo il Ministero per lo sviluppo economico ad attivare al più presto un tavolo nazionale cui chiamare People Care ma anche Seat per chiedere attenzione e chiarezza d'intenti per l'impresa di Collesalvetti". Tutto questo si aggiunge al piano speciale per Livorno predisposto dalla Giunta regionale, ha concluso l'assessore Simoncini, "su cui la Regione investirà, oltre alle risorse previste nei vari bandi anche 10 milioni di euro previsti nella legge finanziaria 2015 per rispondere allo stato di crisi dell'area cercando nuove prospettive di sviluppo attraverso un piano di reindustralizzazione, abbatterà l'Irap alle imprese che si insediano in quella zona e in più in ogni nuovo bando regionale riserve speciali di finanziamento per le tre aree di crisi toscane: Livorno, Piombino e Massa". IL "REGALO DI NATALE" Alla fine il “regalo di Natale” che tutti temevano è arrivato: il 22 dicembre Andrea Fileccia, l’ad di People Care, l’azienda che gestisce il call center di Guasticce dove si risponde ai numeri 1240 e 892424, ha annunciato ai sindacati che la struttura sarà chiusa e tutti e 450 dipendenti saranno licenziati. Che sul call center si fossero addensate nubi plumbee lo si era capito, ma trovarsi di fronte all’ufficializzazione di un nuovo dramma per il lavoro nel territorio livornese è stato lo stesso durissimo. LEGGI TUTTO

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La protesta

Musei fiorentini, 300 lavoratori dei servizi aggiuntivi a rischio

I 309 lavoratori dei servizi aggiuntivi dei musei statali fiorentini si dicono preoccupati per gli effetti della riforma e hanno fatto un presidio e un volantinaggio di protesta davanti agli Uffizi sabato scorso. "Abbiamo appreso che con la riforma del ministro Franceschini sarà riscritta la gara di concessione per i servizi aggiuntivi museali. Siamo preoccupati ­ scrivono in una nota gli aderenti a Cgil e Uil ­ per il mantenimento degli attuali posti di lavoro perché potrebbero essere in gioco 309 unità. Tra l'altro, il contratto nazionale di lavoro di riferimento, il commercio non prevede al suo interno una clausola sociale tale da assicurarci la

continuità del nostro posto di lavoro e della nostra retribuzione, ulteriore condizione che non ci dà nessuna tutela e che potrebbe mettere in discussione il precedente protocollo sottoscritto dai precedenti governi". I lavoratori del settore chiedono al sindaco Dario Nardella e alle forze politiche presenti nel consiglio comunale fiorentino di farsi carico della situazione. La situazione dei musei statali è complicata. A Firenze vengono gestiti in regime di proroga perché il ministero della Cultura non indice da anni alcuna gara di appalto. La riforma Franceschini dovrebbe sbrogliare la matassa e separare in tre blocchi distinti i musei statali. Secondo voci di corridoio, in Toscana i musei maggiori, Uffizi e Pitti a Firenze, verrebbero accorpati in unica gestione. L'altro blocco: Galleria dell'Accademia e Cappelle Medicee. Sempre nel capoluogo di regione. Infine andrebbero assieme i musei minori. Tra i quali: Bargello, Orsanmmichele, Davanzati. Rimarrebbero fuori tutti gli altri spazi museali: San Marco a Firenze, le ville Medicee, il parco archeologico. Da raggruppare in un polo regionale.

LO STUDIO

PENSIONI, A GENNAIO ASSEGNI PIU' LEGGERI LEGGI TUTTO n. 49 - 30 dicembre 2014


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Commercio Natale, S. Stefano e ora Capodanno Sciopero unitario delle commesse continuano a peggiorare, per effetto degli aumenti dei nastri orari della domenica e festivi con turni massacranti e mal retribuiti. Nonostante le aperture domenicali e festive molte aziende della Grande Distribuzione utilizzano gli ammortizzatori sociali e attuano procedure di licenziamento collettivo. Le aziende, soprattutto i negozi a conduzione familiare e i punti vendita delle catene commerciali, non hanno tratto beneficio da queste aperture deregolamentate, anzi, in molte chiudono, le città si svuotano di attività commerciali e la concorrenza diventa soccombente. Per citare alcune cifre, la Confcommercio dice che, nel 2014, ogni giorno chiudono 32 negozi. Inoltre, lavorare la domenica ed i festivi, in modo non regolamentato, vuol dire anche che le condizioni familiari degli addetti del commercio, in prevalenza donne, peggiorano e la qualità della vita è pessima perché non si riesce a contemperare i tempi di vita con quelli di lavoro. LEGGI TUTTO

VICCHIO

A distanza di 3 anni ormai, la liberalizzazione degli orari commerciali mette in evidenza risultati molto diversi, rispetto alle attese che i proponenti avevano auspicato (il governo Monti ipotizzava un aumento del PIL e dell’occupazione). Non si è realizzato niente di tutto ciò. Anzi, i consumi CONTINUANO A CALARE, sia quelli alimentari che quelli non alimentari, oramai siamo in presenza di deflazione, i margini delle imprese commerciali diminuiscono e l'attacco al costo del lavoro si fa sempre più pressante, così come le condizioni di lavoro ed economiche durante le domeniche e le festività;

SIT IN DEI LAVORATORI DEI PUNTI DESPAR CHIUSI

n. 49 - 30 dicembre 2014

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La novità Nuovo sito toscano per il Sole24Ore Debutto con articolo di Gramolati 6,9%. Ciò ha determinato le dinamiche recenti: la crisi ha colpito in primo luogo l'industria e ne ha anche esasperato le preoccupazioni, e soprattutto nella seconda fase si sta rischiando di ridimensionare eccessivamente la pur bassa presenza industriale della zona. In realtà questo processo riguarda tutto il Paese e con esso la Toscana, dove ormai il peso del manifatturiero è di poco superiore al 15%. Questo processo di "deindustrializzazione precoce" è caratterizzato da comportamenti assai differenziati: c'è una parte della nostra industria che si mostra estremamente competitiva sui mercati internazionali, tant'è che il nostro export in questi anni di crisi ha superato tutte le regioni italiane; ma ci sono anche altre imprese che sono in profonda difficoltà. Nella costa il primo pezzo, a parte sporadiche eccezioni, manca, per cui la crisi di alcune aziende più rilevanti rischia di squilibrare l'intero sistema produttivo.

E' online da pochi giorni il nuovo sito toscano del Sole24ore

Com'è noto non esiste una ricetta unica che sia in grado di definire il

(CLICCA QUI): tra i primi interventi ospitati, quello del

rapporto ideale tra industria e servizi, tuttavia sotto una certa soglia il

segretario generale di Cgil Toscana Alessio Gramolati

sistema rischia di destabilizzarsi. Questo rischio pare sia stato colto in ritardo probabilmente perché i primi segnali di crisi si formano nell'industria

Le difficoltà dell'economia della costa Toscana, con l'eccezione di Pisa che

e solo dopo nei servizi, per cui c'è da temere che, se non si opporranno

meriterebbe una riflessione a parte, vengono da lontano, e dipendono

rimedi, la situazione subirà un crollo drammatico già nei prossimi mesi,

anche dal fatto che alla crisi delle molte partecipazioni statali presenti

quando ad esempio non ci saranno più risorse per la Cassa integrazione.

nell'area non si è accompagnato lo sviluppo di attività alternative, in grado

Peraltro la stessa natura della presenza industriale costiera, caratterizzata

di rimpiazzarle.

da imprese multinazionali, rende questa economia particolarmente

In alcune aree il turismo è riuscito in parte a creare una diversificazione,

vulnerabile alla bassa fedeltà al territorio di queste realtà, e di contro non

ma la qualità e l'intensità dell'occupazione (data anche la stagionalità)

trova una presenza imprenditoriale diffusa in grado di reinventarsi nei

sono state insufficienti. Non solo, l'area costiera vede anche una ridotta

momenti di difficoltà, come accade in altre parti della regione.

offerta imprenditoriale. Il segno di questa lunga storia è ben evidenziato da

Per queste ragioni l'Accordo di Programma su Piombino rappresenta un

alcuni indicatori che confermano un modello di sviluppo concentrato su

modello importante. Quell'accordo è frutto della mobilitazione dei lavoratori

poche attività, spesso isolate dal resto del sistema. Primo fra questi

della Lucchini e dell'unità di tutte le istituzioni e parti sociali nel confronto

indicatori è la bassa domanda di lavoro; basti pensare che per raggiungere

con il Governo. Rappresenta una buona pratica per il rilancio dell'industria

gli stessi livelli occupazionali toscani occorrerebbero per le province di

su un livello competitivo più alto e ambientalmente sostenibile. Un modello

Livorno e Massa Carrara almeno 18.000 ulteriori occupati, al netto della

nel quale la qualificazione dell'offerta logistica e infrastrutturale si è rivelato

Cig che lì rimane molto alta.

un formidabile fattore d'attrattività, come dimostrano le offerte di acquisto

A Livorno, il valore aggiunto pro­capite è al di sotto della media regionale,

che hanno visto prevalere l'algerina Cevital. Quello stesso modello ha

mentre ancora più grave appare la situazione di Grosseto e Massa Carrara

possibilità di dare risultati anche per Livorno, se si sapranno ricostruire

che sono addirittura fanalino di coda della media nazionale. A questi dati

analoghe convergenze. Per questo scopo è stata presentata anche qui

vanno poi sommati quelli relativi alla qualità occupazionale: infatti, se in

una piattaforma sindacale che è alla base del confronto fra tutte le parti.

Toscana il rapporto fra i contratti a tempo indeterminato e quelli precari è

Ma è tutta la costa che ha bisogno di una politica di rilancio che, attraverso

rispettivamente del 65% contro il 35%, nelle province costiere questo

accordi e intese mirate, mobiliti investimenti e qualifichi produzione e

rapporto peggiora di circa 10 punti (55% tempo indeterminato, 45% tempo

sevizi, se non vogliamo mettere a rischio l'unità della Toscana. Se ciò non

determinato o parziale), con la conseguente caduta di reddito. Uno dei

avvenisse, la nostra coesione sociale sarebbe compromessa. I primi segni

fattori che più influisce su questo quadro appare dato dal fatto che le

di questa frattura purtroppo si stanno già manifestando e i localismi di ieri e

province costiere risultano tra le aree meno manifatturiere della Regione,

di oggi, insieme agli egoismi di sempre, rischiano di alimentarli. E' tempo di

con il peso del settore inferiore per occupati al 12%, Grosseto addirittura al

reagire. Piombino ci dice che si può. IL

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Arci Animazione, cultura, musica Il 17 gennaio Notte Rossa nei circoli

Concerti e tombolate, ballo liscio e teatro, libri e animazioni per i piĂš piccoli, tornei di burraco e cinema.

La rete dei circoli Arci della Toscana si prepara alla Notte Rossa. Sabato 17 gennaio 2015, in centinaia di Circoli e Case del Popoli una notte di eventi e spettacoli all'insegna della cultura e della socialitĂ . Il cartellone completo della manifestazione sarĂ nei prossimi giorni disponibile sul sito web www.arcitoscana.it

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Arezzo

Mugnai: "Sette anni di crisi terribile Va preparata una strategia-2015"

“Gli ultimi sette anni sono stati i peggiori vissuti dall’economia aretina dalla metà del secolo scorso. A livello provinciale sono stati perduti 19.978 posti di lavoro. In termine di ore lavorate si può parlare di 4 milioni e 278.780. E’ veramente finita una fase nella storia economica e sociale del territorio aretino: quella basata sullo sviluppo industriale, sulla diffusione della piccola e media impresa, su alcuni settori trainanti. Adesso bisogno avere il coraggio e l’intelligenza di ricominciare, con nuove idee e nuove strategie. E con una diversa e originale capacità di coesione dei sistemi istituzionale, economico e sociale”. Alessandro Mugnai, Segretario provinciale della Cgil, ha sintetizzato, nella conferenza stampa del 23 dicembre, i dati occupazionali degli ultimi anni. “Ringraziamo l’Inail per gli elementi che ha messo a disposizione e che la Cgil ha provveduto a rielaborare. Sottolineo che il valore dei numeri forniti dall’Istituto sono di particolare valore. Solo un elemento: per gran parte delle banche dati, un lavoratore precario che ha due contratti in un anno, vale per due ai fini del conteggio complessivo degli occupati. Inail è invece in grado di fare valutazioni

esatte e quindi 1 occupato è 1 un occupato anche se ha 2 contratti in un anno”. I settori a maggiore contrazione? Il tessile ha perduto quasi il 34%, le costruzioni il 32%, alberghi, ristoranti e trasporto il 29%, il legno il 26%. I settori che hanno registrato flessioni minori sono l’agricoltura con il 2% e la pubblica amministrazione con l’8%. Colpite in modo particolare le piccole e medie imprese con tagli attorno al 30%: bisogna arrivare almeno a 100 dipendenti per avere flessioni che vanno dal 9 al 19%. In Cgil si fatica ad essere ottimisti. “Gli anni peggiori sono stati gli ultimi. Abbiamo perduto quasi 5mila occupati tra il 2012 e il 2013 e circa altrettanti tra il ’13 e il ’14. Interessanti anche i dati sulle retribuzioni che aiutano a capire come dal “tavolo” della comunità provinciale aretina tra il 2008 e il 2012 siano scomparsi oltre 23 milioni di euro. Questo dato aiuta a capire e a dare una dimensione alla flessione dei consumi. E senza entrare in ulteriori dettagli tecnici, c’è un altro dato che contribuisce a fare meglio comprendere la situazione: il calo complessivo delle retribuzioni non è in linea con quella dei posti di lavoro perduti. Questo vuol dire che chi è rimasto, laddove ci sono state le condizioni, ha lavorato di più con un maggior ricorso alla flessibilità e agli straordinari”. Da questo terremoto, secondo la Cgil, bisogna ripartire. “Come sindacato – annuncia Mugnai ­intendiamo fare la nostra parte in una logica di condivisione. E nei primi mesi del 2015 porteremo quattro temi al dibattito non solo sindacale ma anche delle istituzioni e del sistema economico a sociale: legalità; agroalimentare, economia e turismo; tariffe e aziende partecipate; ruolo della cooperazione nel sistema economico e sociale. Sulla legalità vorremmo arrivare ad un protocollo d’intesa con le categorie economiche". LEGGI TUTTO

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Il convegno

Il 9 gennaio il Sunia toscano porta a parlare di casa Governo e Regione

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La promozione Sconto agli spettacoli del Puccini di Firenze per gli iscritti alla Cgil PREZZO INTERO € 13,80/ € 9,20 PREZZO RISERVATO € 8,00 Venerdì 16 gennaio ore 21:00: Andrea Maia­Teatro Golden e Vincenzo Sinopoli presentano CESARE BOCCI, ELEONORA IVONE e MARCO BONINI in OSPITI di Angelo Longoni PREZZO INTERO € 25,30 PREZZO RISERVATO € 19,00

Domenica 4 gennaio ore 16:45 e ore 21:00 e martedì 6 gennaio ore 16.45: ENTR’ARTe presenta Compagnia MDTeatro in IL PICCOLO PRINCIPE tratto dal testo di Antoine de Saint­Exupéry. Copyright Edition Gallimard 1946, regia e adattamento Italo Dall’Orto, con IL PILOTA Italo Dall’Orto, IL PICCOLO PRINCIPE Pietro Santoro, LA VOLPE Erika Giansanti, LA ROSA e IL SERPENTE Simona Haag, scene Armando Mannini, costumi Elena Mannini, musiche originali Gionni Dall’Orto e Erika Giansanti PREZZO INTERO € 17,20 PREZZO RISERVATO € 13,00 Sabato 10 gennaio ore 21:00 e domenica 11 gennaio ore 16:45: Catalyst presenta I MUSICANTI DI BREMA ovvero Mein Lieben Bremen. Testo e regia Riccardo Rombi, con Riccardo Rombi e i Camillocromo, musiche originali Camillocromo, Alberto Becucci Fisarmonica, Francesco Masi Tromba, Rodolfo Sarli trombone, Gabriele Stoppa batteria, Jacopo Rugiadi, clarinetto

Venerdì 23 e sabato 24 gennaio ore 21:00: Guascone Teatro presenta ANDREA KAEMMERLE con I GATTI MÉZZI in MARINATI ‘43, con Tommaso Novi, Francesco Bottai e Andrea Kaemmerle PREZZO INTERO € 20,70 PREZZO RISERVATO € 15,00 Giovedì 29 gennaio ore 21:00: FUORIVIA PRODUZIONI presenta Nada in SCOMPAGINE di Nada Malanima, luci e oggetti scenici di Andrea e Massimo Violato, costumi di Antonio Marras, regia di Alessandro Fabrizi PREZZO INTERO € 23,00 PREZZO RISERVATO € 17,00 Venerdì 30 e sabato 31 gennaio ore 21:00: Andrea Maia­Teatro Golden e Vincenzo Sinopoli presentano GIANNI FERRERI, DANIELA MOROZZI, EMANUELE PROPIZIO e GIULIA MARINELLI in CHIAMALO ANCORA AMORE di Augusto Fornari, Toni Fornari, Andrea Maia, Vincenzo Sinopoli. Regia di Toni Fornari PREZZO INTERO € 25,30 PREZZO RISERVATO € 19,00

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Cgil Toscana I video della settimana del Canale Youtube IL FILM In un lungometraggio la manifestazione del 25 ottobre 2014 E' stato presentato dalla Cgil a Roma il 17 dicembre GUARDA IL VIDEO

IL CORTOMETRAGGIO 12 dicembre 2014: "CosĂŹ non va", 50mila toscani in piazza Firenze, Pisa e Siena nel giorno dello sciopero generale

GUARDA IL VIDEO

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La rubrica DISDETTARE UN CONTRATTO COLLETTIVO NON SOPPRIME ELEMENTI DI RETRIBUZIONE Il Tribunale di Venezia si è recentemente pronunciato –

Alcuni lavoratori, ritenendo pregiudicato il proprio diritto

con sentenza del 30 maggio 2014 – su di un tema di

all’intangibilità della retribuzione, decidevano pertanto di

grande attualità ed interesse: quello delle conseguenze,

adire il Tribunale di Venezia. Quest’ultimo ha accolto le

sulla conservazione di voci retributive previste in favore

pretese

dei lavoratori da un contratto collettivo, nel caso di

mantenimento in capo ai lavoratori delle voci retributive

disdetta di quest’ultimo da parte del datore di lavoro.

premio di produzione, assegno non assorbibile e

In particolare, la vicenda sottoposta al giudizio del

quattordicesima mensilità e condannando l'azienda al

Giudice del capoluogo veneto riguardava un’azienda

pagamento delle conseguenti differenze retributive.

del settore metalmeccanico che aveva disdetto gli

Alla base della decisione del Tribunale di Venezia vi è il

accordi normativi ed economici in precedenza conclusi

principio

con Cgil, Cisl e Uil, costitutivi – tra l’altro – delle voci

questione – secondo il Giudice – non è se la

retributive

non

contrattazione aziendale possa essere disdetta – il che

mensilità”.

va ammesso sia per i contratti aventi scadenza che per

Successivamente, lo stesso datore di lavoro aveva

quelli che ne siano privi – dovendo valutarsi, invece, se

stipulato con la sola Cisl un nuovo accordo non recante

e come la disdetta possa incidere in relazione ai

tali elementi retributivi.

rapporti di lavoro in essere.

assorbibile”

“premio

di

e

produzione”, “quattordicesima

“assegno

dei

ricorrenti,

dell’irriducibilità

a cura dello Studio Rusconi

accertando

della

n. 49 - 30 dicembre 2014

diritto

retribuzione.

Via della Condotta 12, 50122 Firenze partita iva 05724800486 Tel. 055-2302805

ww.avvrusconi.it

il

al

La


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NonSoloToscana

L'ultimo articolo di Davide Imola "Emergenza atipici, deboli tra i deboli" discussione sull’introduzione del salario minimo per legge in Italia. Contrariamente però agli annunci del premier Renzi, e di numerosi esponenti della segreteria del Pd durante le primarie, nella suddetta legge delega si parla di salario minimo solo per i dipendenti e non per i lavoratori atipici, i precari e le partite iva, come invece si voleva far credere inizialmente. Non è un aspetto irrilevante. Il salario del lavoro subordinato in Italia è ampiamente coperto dalla contrattazione collettiva e il sistema integrato composto dai ccnl, dall’articolo 36 della Costituzione e dalla giustizia del lavoro ha consentito di conseguire risultati anche superiori a molti altri paesi in cui è stato istituito il salario minimo oppure sono in essere altri strumenti legislativi o sociali. Il problema principale in Italia, infatti, riguarda non il lavoro subordinato ma, in parte, il lavoro parasubordinato e, soprattutto, il lavoro autonomo individuale le cui prestazioni vengono usate per abbassare il costo del lavoro a piacimento dei committenti". LEGGI TUTTO

Il mondo del lavoro e il sindacato piangono la scomparsa prematura di Davide Imola, venuto a mancare il 20 dicembre a soli 52 anni d'età. Responsabile Professioni della Cgil nazionale, e prima ancora nella segreteria nazionale di Nidil Cgil, Imola ha dedicato tutta la sua carriera e tutto il suo impegno sindacale al servizio dei lavoratori non dipendenti, delle nuove professioni, dei precari e degli atipici, fino a diventare uno dei maggiori esperti in Italia dell’universo dei lavori parasubordinati e L'ALLARME autonomi. Originario di Riccione, viveva a Roma assieme alla compagna Marilisa, cui la redazione di Rassegna si stringe in un abbraccio affettuoso. Il funerale è stato celebrato martedì 23 dicembre alle ore 15 nella chiesa di San Lorenzo a Riccione. IL SUO ULTIMO PEZZO PER RASSEGNA.IT Questo l'ultimo articolo di Davide Imola per il sito rassegna.it, dove spiega che nel Jobs Act non ci sono riferimenti ad atipici, precari e partite iva, e che servono tutele e un’adeguata regolazione per i salari di circa 4 milioni di lavoratori, vittime dell’attuale corsa al ribasso: "La legge delega sul lavoro, il Jobs Act, ha riaperto la

SILP: "LA NORMA SULLE PENSIONI E' UN COLPO MORTALE ALLA SICUREZZA"

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Cultura

I libri della settimana dall'archivio storico di Cgil Toscana PIÙ

UGUAGLIANZA PIÙ BENESSERE

Autore: Aldo Eduardo Carra (prefazione di Stefano Fassina). Parole chiave: uguaglianza ­ ricchezza ­ redistribuzione ­ reddito ­ Pil ­ lavoro ­ disuguaglianze ­ democrazia ­ benessere. Casa editrice: Ediesse Pubblicato nel: novembre 2014. Pagine: 160. ISBN: 978­88­230­1903­4 In tempi di crisi le politiche macroeconomiche di redistribuzione dei redditi e delle ricchezze non bastano. È giunto il momento di avviare un percorso nuovo fatto di microprogetti definiti e misurabili in grado di rimuovere le disuguaglianze. Di disuguaglianze si parla sempre di più, ma per attenuarle si fa sempre meno. La crisi rende più difficile spostare risorse dai ricchi ai poveri. E allora se il PIL non crescerà più come prima dobbiamo rassegnarci a disuguaglianze crescenti? No, perché creare più uguaglianza e più benessere si può.

ARTE

E POTERE: IL MONDO SALVERÀ LA BELLEZZA?

Autore: Roberto Gramiccia (prefazione di Alberto Burgio, postfazione di Claudio Strinati). Parole chiave: potere ­ Marx ­ Hegel ­ arte. Casa editrice: Ediesse Pubblicato nel: novembre 2014. Pagine: 224. ISBN: 978­88­230­1912­6 L’autore indaga dapprima i rapporti fra l’origine dell’arte, la sua natura intima e il potere. Successivamente analizza le trasformazioni che questi rapporti hanno subito nel corso dei secoli, e l’attuale dominio dell’ultracapitalismo finanziario globalizzato, trionfante e insieme portatore di una drammatica crisi epocale. Ciò che questo dominio ha prodotto ha finito per trasformare l’arte in una sottomerce, mettendo a rischio la sua sopravvivenza nella plurimillenaria lotta per la difesa della propria autonomia. Non può sfuggire il valore metaforico e predittivo di questa sconfitta: se l’arte muore, tutto muore.

I volumi possono essere presi in prestito per un periodo massimo di un mese Via Pier Capponi 7 ­ 50132 Firenze web: http://www.tosc.cgil.it/ftp/centrodocumentazione/docume_home.htm mail: centrodocumentazione.regionale@tosc.cgil.it ; Tel:055.5036288

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In viaggio con... Canazei, meraviglia in Val di Fassa in un hotel con tutti i comfort

DALL'11 AL 18 GENNAIO, 378 EURO DALL'1 ALL'8 FEBBRAIO, 497 EURO DALL'8 AL 15 FEBBRAIO, 497 EURO DAL 15 AL 22 MARZO, 378 EURO (pensione completa hotel Villa Emma, skibus gratuito) L’Hotel Villa Emma è situato in posizione tranquilla e panoramica, a 700 metri. dalla funivia Belvedere (Sella, Ronda), punto di partenza delle più belle passeggiate di fondo valle. Struttura e servizi: sala ristorante, saletta colazioni, sala bar e sala lettura, taverna, ascensore, internet wi­fi, deposito sci. A

pagamento: centro fitness & relax completo di bio­ sauna, idromassaggio Jacuzzi, palestra, ampio parcheggio privato, parcheggio coperto per moto. Si accettano le principali carte di credito. Animali non ammessi. Ristorazione: la cucina tipica, nazionale ed internazionale, è particolarmente curata, prima colazione, pranzo e cena con servizio a buffet. Cene a tema e menù speciale per bambini. Possibilità su richiesta di cucina per celiaci (forniti alimenti di base). Camere: interamente rinnovato dispone di ambienti confortevoli ed accoglienti: 41 camere in parte con balcone, dotate di TV, telefono, cassaforte, servizi. 3/4° letto in divano letto combinato. SCOPRI TUTTO IL PROGRAMMA

DAI WEEKEND ALLE SPA, DALLE GITE DI UN GIORNO A QUELLE DI GRUPPO, DALLE CITTA' D'ARTE ALLE METE ESOTICHE: ECCO TUTTE LE NUOVE OFFERTE SU www.promoturismo.it

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In viaggio con... San Martino di Castrozza, brivido trentino sopra i 1.400 metri

DALL'11 AL 18 GENNAIO, 378 EURO DALL'8 AL 15 FEBBRAIO, 462 EURO DALL'1 ALL'8 MARZO, 462 EURO (pensione completa hotel Majestic Dolomiti, bambini in terzo letto gratuiti) L’Hotel Majestic Dolomiti (3 STELLE) è situato in posizione centrale, tranquilla e soleggiata; dispone di una vista panoramica sul parco privato sovrastato dalle maestose Pale di San Martino di Castrozza, centro turistico tra i più famosi e ricercati della Valle del Primiero. LE CAMERE: doppie, triple e quadruple comunicanti, asciugacapelli, tv, servizi

privati, telefono, la maggior parte con balcone con vista sul paese o sul parco. Alcune camere FAMILY sono soppalcate e alcune sempre soppalcate con doppi servizi (minima occupazione 3 persone). IL RISTORANTE: elegante sala ristorante con ottima cucina locale ed internazionale con servizio a buffet e tavoli da 8 posti a riempimento. SERVIZI: reception aperta 24 ore su 24 con deposito valori, piscina, palestra, ristorante, bar, sala lettura, sala tv, posto auto in parcheggio interno scoperto incustodito, ascensore. A pagamento con tariffe agevolate solarium UVA (trifacciale ed integrale), sauna, idromassaggio. SCOPRI TUTTO IL PROGRAMMA

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Taccuino TOSCANA SOLIDALE 18MILA DOMANDE PER GLI AIUTI A FAMIGLIE E LAVORATORI IN DIFFICOLTA': CONTRIBUTO PRESTITO足MICROCREDITO GARANZIE PER I DEBITI LEGGI TUTTO

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n. 49 - 23 dicembre 2014


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In breve

Mps, appello dei sindacati: "I lavoratori vanno coinvolti nelle discussioni sul futuro della banca" I lavoratori e i sindacati che li rappresentano "non possono essere tagliati fuori da una discussione che riguarda la loro vita e il loro lavoro". E' quanto si legge in una nota firmata dalle segreterie dei sindacati del gruppo Mps che commentano così le voci "di fusioni e aggregazioni non meglio identificate". In particolare i sindacati sottolineano che le conseguenze di eventuali operazioni di aggregazione e fusione di Mps "ricadrebbero soprattutto a livello occupazionale, unicamente ancora sulla spalle dei lavoratori". Per questo le segreterie di Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl e Uilca chiedono con forza che "la dirigenza della banca si assuma le proprie responsabilità e si confronti al più presto con i lavoratori" e chiedono anche l'intervento del governo e delle autorità competenti contro i continui attacchi "che subisce il titolo di Mps". Le conseguenze che ricadrebbero sui lavoratori non possono essere considerate "come effetti collaterali inevitabili tantomeno assumere la configurazione di prospettive strategiche obbligate". LEGGI TUTTO

Per l'Istat è stato un Natale fiacco, giù i consumi e la fiducia. I saldi non attendono nulla di diverso Il 2014 si chiude in negativo anche sul fronte della fiducia dei consumatori, che, come attesta oggi (29 dicembre) l’Istat, registra un calo rispetto a novembre. Un calo prevedibile, quasi ovvio, visto il pessimo andamento economico a cui le famiglie e il paese hanno dovuto fare fronte anche nell’ultimo anno. Potere d'acquisto in caduta libera, disoccupazione alle stelle, consumi in forte calo. Nemmeno le recenti festività natalizie sono riuscite a risollevare in parte l'andamento negativo che ha caratterizzato l’intero 2014: per i regali di Natale le famiglie hanno speso il ­6,2% rispetto allo scorso anno (con una spesa media a famiglia di appena 126 euro). E i saldi non promettono nulla di diverso, affermano le associazioni dei consumatori: "Secondo le prime stime, solo il 36% delle famiglie approfitterà dei ribassi, con una spesa complessiva inferiore rispetto alla stagione invernale 2013 del 5,6%. Tutti questi dati lasciano presagire un 2015 di forte recessione: l’ennesimo anno di crisi, aggravato dalla mancanza di coraggio del governo che ancora non si decide ad avviare serie e concrete misure di rilancio". “Non ci stancheremo mai di ripetere che il primo passo, fondamentale, per rimettere in moto l’economia e la domanda interna è la ripresa del mercato occupazionale, attraverso l’avvio di un piano straordinario per il Lavoro”. LEGGI TUTTO

Artigianato toscano: stop alla contrazione, solo l'export cresce. Nel 2015 atteso miglioramento Si arresta a contrazione per l'artigianato toscano, ma restano criticità nel settore e la tendenza per il 2015 fa pensare ad una situazione di staticità Il prossimo anno è previsto in miglioramento, ma attorno allo "zero virgola" e l'unica componente dinamica della domanda aggregata è ancora rappresentata dall'export. Questi i risultati di Trend, l'analisi congiunturale semestrale di Cna Toscana sui dati della contabilità di centinaia di imprese artigiane della regione campionate da Istat. L'indagine è stata presentata ieri in una conferenza stampa dal presidente CNA Toscana Valter Tamburini e dal direttore Saverio Paolieri. Tre numeri riassumono l'andamento del primo semestre 2014: ricavi (+4,4%), spesa per consumi (­4,8%) e retribuzioni (­12,9%). A prima vista l'economia artigiana sembra evidenziare un risultato positivo anche se per il momento si tratta solo di un rimbalzo congiunturale confinato al fatturato che avviene dopo la profonda contrazione imposta dalla crisi degli ultimi sette anni. I dati contabili analizzati si riferiscono ai consuntivi del primo semestre 2014 e rappresentano così una vera e propria "semestrale" del bilancio aggregato dell'economia artigiana regionale. I bilanci contabili sono però da considerare al momento solo provvisori per una serie di motivi, tra cui una revisione metodologica tuttora in corso e l'assenza dei dati provinciali relativi a Prato e Siena. LEGGI TUTTO

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