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N OT I Z I A R I O D I I N F O R M A Z I O N E D E L C O M P R E N S O R I O V I L L A F R A N C H E S E DICEMBRE 2012

R e g i s t ra z i o n e a l Tr i b u n a l e d i Ve ro n a n . 1 8 3 8

Foto RENATO BEGNONI

Buone Feste Villafranca L’ E D I TO R I A L E di Diego Cordioli

Festeggiamenti solidali L’anno è quasi concluso; alle porte già bussa il prossimo 2013 che ci auguriamo spazzi via tante delle difficoltà e delle problematiche che tutti ci siamo trovati ad affrontare e che conservi tutte le soddisfazioni che questo 2012 ormai alla fine ha saputo portarci. Che, speriamo per voi, come è stato per noi, sono state tante. I pensieri di tutti probabilmente sono già ai panettoni, allo spumante, alle grandi tavolate, ai pranzi natalizi, ai regali... questo è il rituale delle feste, a cui tutti siamo abituati. E se pensassimo anche a delle festività non consuetudinarie? Nell’ultima pagina di questo giornale si raccontano episodi di quotidiano eroismo di persone che per portare un po’di acqua e di pane ai deportati (che, nell’ultimo confuso periodo della Seconda Guerra Mondiale transitavano nella stazione di Villafranca) sfidavano i colpi di mitra e si privavano di quel poco che la povertà concedeva loro. Leggiamo: “L’era la “Villafranca de ‘na ‘olta” quando la solidarietà era un valore talmente alto che per onorarlo in molti, alla bisogna, si tolsero non il superfluo ma il necessario.” Per tanti questo non sarà un Natale generoso. Tentiamo un sovvertimento del senso comune. La ricchezza è quel feticcio che da secoli abbiamo imparato a venerare. E se iniziassimo, con uno spirito anche un po’zen, ad apprezzare quanto può li› segue pag. 2

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OGNI SABATO MUSICA LIVE

PRIMO PIANO

ATTUALITA’

Primarie: la democrazia partecipata dal basso articolo a pag. 3

GIOVANI

Il restauro del Tiro a Segno di Villafranca articolo a pag. 6

X-mas days on the road. Prima tappa: sport articolo a pag. 20

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Primo Piano

A cura dI Diego Cordioli

Liste civiche o partiti? In attesa delle elezioni riflettiamo insieme ai lettori su quale sia la forma migliore con cui possono presentarsi i politici che concorreranno alle prossime votazioni, per le cariche di Sindaco e Consiglieri comunali di Villafranca. E’ un dato di fatto che le liste civiche stiano prendendo sempre più piede, sia a livello locale che nazionale. Lo testimonia, ad esempio, la loro grande presenza, lo scorso anno, alle elezioni di Verona e la vittoria, alle stesse elezioni, proprio di una lista civica, quella che ora contribuisce ad amministrare la città scaligera. Sembra generale e in aumento il consenso che le liste civiche ottengono tra i cittadini, stanchi degli scandali che coinvolgono e sconvolgono i grandi partiti. Così gli schieramenti politici più consolidati, concorreranno anche a Villafranca con piccole realtà politiche locali, spesso nate da poco, ma non per questo con meno capacità di partiti che esistono da più tempo. Tendenzialmente i candidati che si presentano in una lista civica sono meno vincolati dei partiti alle grandi formazioni politiche nazionali, dalle quali dovrebbero essere più autonomi. Le liste civiche sono più legate alla realtà locale di appartenenza, che dà loro vita o ad una particolare fi-

gura leader e carismatica. Hanno spesso un nome generico che molto frequentemente richiama il territorio di riferimento. Il nome è importante, perché, se di lista civica si tratta, e non della circoscrizione locale di un partito nazionale, non può contenere riferimenti diretti, nel nome, ai grandi partiti nazionali. Molto spesso fanno parte delle liste civiche persone note a livello locale, stimati professionisti, artigiani, professori, persone di ogni estrazione senza un particolare passato politico alle spalle. Caratteristica che però non è esclusiva delle liste civiche, ma è condivisa anche dai partiti. Le liste civiche negli ultimi anni si stanno diffondendo, affiancando e a volte sostituendo i partiti nazionali, a livello locale, anche a causa della legge elettorale maggioritaria a turno unico che, nei comuni con meno di 15 mila abitanti, obbliga i partiti a riunirsi in coalizioni presentando insieme un’unica lista. La nascita delle liste civiche è da associare anche al concetto di democrazia par-

tecipativa, dove i cittadini sono chiamati a partecipare direttamente alla vita civica, affrontando insieme, in modo orizzontale e non verticale, le principali problematiche che interessano il territorio. Dall’altra parte abbiamo i partiti tradizionalmente intesi, sia quelli con una storia politica più lunga, sia quelli da poco nati, anche loro coinvolti comunque in un processo di innovazione e modernizzazione della politica, che li vede sempre più aperti alla società civile, con sempre più esponenti presi dalle varie professioni e personalità di richiamo per il mondo cittadino, pur senza trascorsi politici, che vi entrano a far parte. Non sappiamo ancora chi amministrerà la Villafranca di domani: apriamo però il dibattito con la cittadinanza, chiedendo a tutti voi, a chi dareste la vostra preferenza, se vi ispira più fiducia un partito politico o una lista civica particolare. Dite anche voi la vostra: la posta in gioco, in ogni elezione, non è niente meno che Villafranca.

L’ E D I TO R I A L E

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berarci dall’ansietà dell’avere, il togliere, il privarci di quello che non ci è indispensabile? Se provassimo a pensare che anche nella povertà c’è qualcosa di bello e orientassimo i nostri desideri verso qualcosa che nessuna moneta può comprare? Certo, ci sono spese che tutti dobbiamo affrontare e non siamo qui a tentare di sconfessare o ridimensionare il valore del denaro, che, come merce di scambio e non solo, nella nostra società è irrinunciabile. Esistono però momenti impagabili, dati dal valore che nessun prodotto può possedere: quello delle persone. E’grazie alla ricchezza della loro creatività, delle loro parole, della loro inventiva, è attraverso l’affetto di persone care e anche di sconosciuti, che possiamo ricevere quei doni che i negozi non espongono. Chi ha un portafoglio traboccante, però, o è riuscito a mettere via qualche risparmio, non si dimentichi dei negozianti, che anche loro stanno vivendo un momento di difficoltà e certo, chi ha potere d’acquisto, non manchi di essere generoso: anche gli oggetti sanno dare le loro irrinunciabili gratificazioni. Ma tutti, benestanti o meno, possono comunque dedicare un po’del loro tempo festivo ad iniziative benefiche e di solidarietà, scoprendo che in tante situazioni, a ricevere è chi dà. Si può offrire il proprio servizio ai senza tetto, servire alle mense dei più indigenti, andare a trovare gli anziani nelle case di riposo, i disabili… oppure offrire un dono prezioso: il sangue, di cui tanti ammalati hanno sempre urgenza. E poi, perché non dar valore al tempo trascorso in famiglia, armandosi di cartoncini, pennarelli e colla e donando ai propri conoscenti le opere della propria creatività, o improvvisando un concerto cantando insieme con amici e parenti sulle note di canzoni più o meno famose? Senza dimenticare l’ambiente: facciamo un regalo anche a lui, a noi stessi, questo Natale, ricordandoci che comportamenti più responsabili sono un dono che offriamo a tutti. Ci auguriamo che queste feste siano un’occasione nuova per riscoprire come anche una musica ascoltata per le strade, un incontro inatteso da parte di persone che non si sentivano da molto tempo, una lettera di auguri inaspettata… possano avere un valore inestimabile. Auguri, quindi, ad ognuno di voi. Diego Cordioli

SONDAGGIO: Scegli tra Lista Civica o Partito Dopo il sondaggio che nello scorso numero ha riguardato la scelta di un potenziale candidato Sindaco, che i lettori avevano la possibilità di nominare, in maniera ovviamente non ufficiale, esprimendo la loro preferenza, poniamo un altro quesito ai villafranchesi. Preferireste fosse una Lista Civica o un Partito ad amministrare la Villafranca di domani? Invitiamo qui la cittadinanza ad esprimere la propria preferenza in merito a quale delle due alternative vorrebbe guidasse politicamente Villafranca. Potete compilare il fac-simile della scheda elettorale che trovate qui sotto e portarla, di persona, in un’urna che allestiremo nel nostro ufficio di via Napoleone III, num.6. Oppure potete inviare il vostro voto telematicamente, via mail, all’indirizzo: redazione@pirite.net specificando nell’oggetto della mail: “Il mio voto per la Lista Civica/il Partito di Villafranca”. Cosa emergerà dalle vostre votazioni? E’ finita l’era dei grandi partiti o non è ancora il momento per le Liste civiche? Villafranchesi, questa è un’occasione importante per far sentire la vostra voce, per far capire alla classe dirigente e agli altri concittadini, se preferireste essere amministrati da una Lista civica o da un Partito. E forse la vostra scelta potrà influenzare i raggruppamenti politici che si formeranno in vista delle prossime elezioni... Scrivete qui sotto o Lista civica o Partito, a seconda di cosa più vi convince.

Allora, forza, PARTECIPATE NUMEROSI!

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Primo Piano A cura dI Diego Cordioli

Primarie: la democrazia partecipata dal basso Le consultazioni Primarie del centrosinistra sono state un indubbio successo. Un successo di partecipazione popolare ed un successo anche di dialettica politica. di Paolo Tovo

Anche gli osservatori più critici non hanno potuto evitare di prendere atto che, in un momento di grande (e per molti versi giustificato) distacco dalla politica, il popolo ha risposto con interesse sorprendente alla richiesta di identificare il leader del centrosinistra per le prossime elezioni politiche, con un beneficio immediato per il Partito Democratico, che ha superato il 30% dei consensi anche secondo i sondaggi più pessimisti. L’analisi più attenta del “Fenomeno Primarie”, certamente non ancora entrato a far parte del DNA degli italiani, dice però qualcosa di più della semplice registrazione dell’affluenza o delle percentuali attribuite ai singoli contendenti. Il vero valore aggiunto delle Primarie risiede nella concezione stessa della democrazia e della partecipazione. Si affida a ciascun cittadino elettore la possibilità di contribuire attivamente alla proposta politica, mettendolo in condizione di conoscere, valutare ed infine scegliere tra diverse strategie e visioni. E’ una modalità in grado – comunque la si pensi – di appassionare e responsabilizzare le persone rispetto alla gestione della cosa comune. Anche il Partito cambia di conseguenza: non più (o non solo) luogo di apparati e gestione di potere, ma istituzione viva e presente nella società con proposte, visioni e volontà di cambiamento. La democrazia rappresentativa ne esce rafforzata: chi sarà eletto, infatti, potrà esercitare un mandato più forte e vero, proprio perché largamente partecipato. La lezione collaterale ma non meno importante è quella della generosità e disponibilità dei volonta-

ri che hanno reso possibili le Primarie: migliaia e migliaia di persone che con impegno gratuito hanno reso possibile il corretto espletamento delle operazioni di voto in tutta Italia. Per chi è abituato a vedere nella politica il luogo dell’interesse personale a scapito del bene comune questa resta una bella lezione di civiltà. Malgrado le imperfezioni questo meccanismo di partecipazione è oggi l’unico modello in campo in grado di favorire l’incontro dal basso tra le persone ed i Partiti ancora troppo distanti dalla vita reale. E non solo: favorisce il superamento di barriere ideologiche e culturali, diffidenze e sospetti che hanno avvelenato la vita politica in questi vent’anni. Non pochi elettori che storicamente non appartengono al centrosinistra si sono recati ai gazebo o ai seggi, accettando persino di registrarsi come aderenti a questa parte politica, pur di partecipare a questo momento di protagonismo democratico. E poco rileva che molti abbiano scelto Renzi anziché qualcun altro, strumentalmente o meno. Emerge con forza tutto il bisogno che il popolo italiano ha di partecipare. Un bisogno largamente presente anche nelle file del PdL, che infatti aveva indetto le proprie consultazioni primarie prima di subire lo stop da parte del suo padre-padrone, Silvio Berlusconi. Una brusca frenata che ha irritato molti militanti di quella forza politica, disorientati rispetto al futuro. Ma, a mio parere, soprattutto una perdita di un’opportunità per valorizzare la politica bella e partecipata. Per poter esser più forti e credibili c’è bisogno di ricorrere alla partecipazione degli uomini e delle donne di buona volontà, senza trincerarsi dietro alcuna verità rivelata dall’alto.

Da metà novembre per circolare obbligo dei pneumatici invernali A metà novembre è scattata l’operazione pneumatici invernali prevista dal nuovo codice della strada. Perché quindi è importante montare pneumatici invernali? Il motivo principale è la maggior sicurezza a basse temperature: sotto i +7°C il freddo indurisce la mescola dei pneumatici estivi determinando una forte diminuzione dell’aderenza. I pneumatici invernali, grazie all’aderenza delle mescole speciali, rimangono flessibili ed elastici garantendo un maggior grip ed una considerevole riduzione degli spazi di frenata su asfalto freddo, bagnato, innevato o ghiacciato. I pneumatici invernali d’oggi non si usurano più velocemente di quelli estivi. Ciò permette di equilibrare il veicolo ad inizio stagione autunnale al fine di non lasciarsi sorprendere dalle condizioni invernali repentine fino a primavera inoltrata.

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I pneumatici sono l’unico punto di contatto tra il veicolo e il suolo quindi sono essenziali per la sicurezza ma spesso vengono trascurati. E’ quindi importante il controllo della pressione, lo stato di usura e dell’integrità strutturale, la conformità dei pneumatici alla carta di circolazione delle misure, dei codici di velocità ed indici di carico. La neonata associazione dei gommisti professionisti veronesi raccomanda a chi usa l’automobile l’utilizzo dei pneumatici invernali che funzionano sempre a tutte le temperature mentre le catene vengono impiegate solo in caso di neve. L’appello è arrivato durante la prima assemblea associativa nel corso della quale è stato raccomandato di rivolgersi a specialisti che curano la qualità dei pneumatici dai quali dipende la stabilità e la tenuta sulla strada.

La nuova associazione che conta già una sessantina di soci di tutta la provincia, è presieduta da Roberto Lazzarini, vice presidente Enrico Bonetti, consiglieri: Paolo Adometti, Matteo Bottazzini, Andrea Coltro, Loris Girelli, Marco Masiero, Cristian Pedrazzi, Luca Salgaro, Gianluca Scapini, segretario Genito Solina. Non ha fini di lucro e, tra l’altro, si propone di contrastare con ogni più opportuna azione il fenomeno dell’abusivismo anche attraverso l’istituzione di un “albo professionale” a carattere selettivo in grado di configurare una vera e propria “patente di mestiere”. Per conoscere il gommista professionista aderente all’associazione visita il sito: www.associazionegommistiveronesi.it

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Attualità A cura di Giorgio Negrini

OspedaleMagalini:tanteparole,pochifatti Si avvicinano le elezioni comunali e tutti parlano dell’Ospedale di Villafranca: tutti lo vogliono salvare e tutti, a parole, lo vogliono ampliare. Per capire un po’meglio la situazione, cerchiamo di ripercorrere la sua storia.

di Giorgio Negrini La storia Elezioni comunali del 1995: in quel periodo la Regione con la Legge Regionale n° 39/1993 aveva previsto “la fine” del nostro ospedale. Ecco che allora, in campagna elettorale, tutte le forze politiche e i candidati Sindaci, fecero raccolte di firme o proclami per salvare l’ospedale. Poi si votò e divenne Sindaco di Villafranca Maurizio Facincani. Dal giorno dopo le elezioni ci risulta che nessuno di quelli che raccoglievano le firme per diventare Sindaco sia mai andato a Venezia in Regione e negli uffici competenti per salvare il nostro ospedale, tranne Maurizio Facincani. Qualcuno può dimostrarci il contrario? Prima tutti, a parole, volevano l’ospedale poi, chissà perché come sempre, tutti o quasi tutti sono spariti. Maurizio Facincani, Sindaco dal 1995 al 2004, da noi interpellato, ci ha come prima cosa confermato che non si candiderà l’anno prossimo a Sindaco e ci ha ricordato che dal primo giorno della sua elezione, ogni settimana, si interessò per salvare il “Magalini” e renderlo un ospedale di elevata qualità. Andiamo avanti con la storia: nel 1996 l’allora Ministro della Sanità, l’On. Rosy Bindi, divulgò una legge che imponeva la chiusura o la riconversione degli ospedali con un numero inferiore ai 120 posti letto. L’ospedale Magalini di Villafranca all’epoca rischiava ancora una volta la chiusura in quanto non aveva 120 posti letto. Si salvò solo grazie al lavoro dell’allora Sindaco Maurizio Facincani che, con un’ intuizione, o meglio dire “scappatoia” permessa dalla legge, scrisse alla Regione e spiegò con una relazione tecnica che il nostro ospedale aveva anche alcuni

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posti in “day-hospital” (quindi a tutti gli effetti posti letto riconosciuti) e pertanto superava per poco i 120 posti letto richiesti. Questo fatto non fu mai portato all’attenzione del pubblico perché avrebbe potuto essere strumentalizzato da chi voleva male a Villafranca. Il resto della storia che ne seguì la conoscete tutti meglio di me, dato che le vicende del nostro nosocomio le abbiamo dovute sopportare tutti in questo ultimo decennio. Un impegno per il futuro Quello dell’ospedale Magalini per noi dovrà essere l’impegno per il futuro, dovrà essere una preoccupazione settimanale, sia per telefono sia con la presenza in Regione; dovrà essere la priorità sia dei politici che dei candidati Sindaco. Abbiamo bisogno del completamento dei lavori in corso per rendere “il Magalini” un ospedale di eccellenza con tutti i servizi. Saremo a fianco di un Sindaco che ci darà queste garanzie. Oggi esigiamo amministratori che mantengano le promesse e che risolvano i problemi di tutti noi cittadini villafranchesi. Quindi oggi non ci interessa più il partito al quale apparteneva Facincani, ma visto come si impegnò Maurizio Facincani, impegno che rappresenta il dovere di un Sindaco serio, il Sindaco che sarà eletto, se vorrà essere stimato una persona seria, dovrà ogni settimana o andare a Venezia o rendere conto ai suoi collaboratori e ai cittadini villafranchesi di cosa avrà fatto in quella settimana per l’ospedale di Villafranca.

liani, tra le quali ci sono anche le nostre di villafranchesi. Chi è che tira fuori i soldi dalle tasche per distribuirli alle aziende ospedaliere? La Regione Veneto. Come abbiamo già messo in evidenza più volte, continuiamo a domandarci: chi abbiamo noi villafranchesi in Regione? Nessuno. Chi hanno i veronesi in Regione? L’Assessore alla Sanità Luca Coletto della Lega Nord, braccio destro del Sindaco di Verona Flavio Tosi. Il Sindaco di Verona ha già il suo bel da fare per salvaguardare gli interessi degli istituti ospedalieri di Borgo Trento e Borgo Roma e visto che nei dintorni non si vede qualche altra personalità politica di rilievo, ci domandiamo: chi si prenderà a cuore la definitiva ricostruzione del Magalini? Noi vogliamo l’anno prossimo un Sindaco che ogni settimana vada a Venezia e magari lo faccia con il sostegno dell’Assessore Regionale alla Sanità Coletto e in accordo con il sindaco di Verona Flavio Tosi, che essendo già stato in Regione in anni passati, aveva già da allora sostenuto l’ospedale di Villafranca. Le attuali reazioni in Regione Veneto Il Presidente della V^ commissione Sanità del Veneto, Leonardo Padrin di Padova, che ha già avuto dal Governatore della Regione Zaia la garanzia della costruzione del nuovo Ospedale di Padova per il quale sono previsti 600.000.000 euro, ha dichiarato

che nel veronese ci saranno tagli per 500 posti letto; ma soprattutto ha affermato che i piccoli ospedali sono solo “baluardi di campanilismo per campagne elettorali” e ha portato proprio l’esempio di Villafranca dove si voterà fra pochi mesi. Ecco perché dobbiamo fare squadra e farla soprattutto con Verona e il suo Sindaco. Un ospedale che funziona garantisce salute e sicurezza e anche posti di lavoro.

immaginare se in qualche modo ci alleassimo a Valeggio, Mozzecane, Sommacampagna, Povegliano e paesi limitrofi; pensate a che potere potremmo avere in luoghi dove si maneggiano e si destinano i soldi che vengono elargiti sempre in minor misura da Roma alle Regioni per le problematiche nazionali che tutti conosciamo.

Conclusioni Non c’è sicuramente bisogno che ci dilunghiamo oltre nel far Conti alla mano capire questo ragionamento; l’uSeguendo questo ragionamen- nica strada che ci rimane, con to, pensate a quante decine di l’eredità che purtroppo ci è stata milioni di euro ritornano ogni lasciata, è quella che ci porteanno a Verona solo per avere gli rà ad allearci con chi in questo istituti ospedalieri di Borgo Tren- momento ha la maggior forza to e di Borgo Roma. Un ospeda- in Provincia e in Regione. Sarà le sarebbe la più grande fabbrica compito di chi sarà nominato mai avuta e sarebbe soprattutto Sindaco provvedere a far sì che nel cuore di Villafranca. Capite quest’unica carta da spendere ora perché il Sindaco di Isola del- che ci è rimasta sia spesa molto la Scala si batte così tanto per il bene, perché allora si, altrimenproprio ospedale? E non abbiamo ti, che avremo veramente delle nemmeno sfiorato i benefici sa- grosse gatte da pelare nel futuro nitari di un ospedale di eccellen- immediato. Per il nostro ospedaza. Ora pensate, anche solo per le, io ci sarò e se ci sarete anun momento, di quanti milioni di che voi, dovremo solo ricordare euro siamo stati privati in questi i tempi in cui un Sindaco come ultimi 10 anni; e aggiungete poi i Maurizio Facincani andava in Remilioni di euro di cui saremo an- gione a difendere i nostri diritti cora privati prima che il nostro e prendendo esempio da questo ospedale possa rivedere la luce. avremo a disposizione esperienCon la politica che è stata attua- za ma soprattutto forza numeta in questi ultimi anni, ci siamo rica, facendo squadra. Villafranca inimicati tutti, sia in Provincia che ha diritto ad un ospedale di ecin Regione; siamo in coda a pae- cellenza e un incendio non potrà si come San Bonifacio, Peschiera, mai bruciare i nostri diritti. Isola della Scala, San Giovanni Lupatoto e tanti altri. Provate ora a

Un ragionamento sfuggito a molti Un ospedale di eccellenza occupa al proprio interno molti dipendenti che ogni mese portano a casa lo stipendio. Io non voglio fare i conti, ma provate a pensare a centinaia di persone che ogni mese ritornano a casa a Villafranca con uno stipendio sicuro. Ora capite perché il Sindaco di Isola della scala Miozzi ha mobilitato tutti i comuni, da Buttapietra a Legnago, per tenersi l’ospedale? Perché sono milioni e milioni di euro che ritornano a Isola della Scala e che vengono presi da tutte le tasche degli ita-

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Attualità A cura di Giorgio Negrini

Momento difficile per i commercianti villafranchesi Analizzando la situazione di una categoria di villafranchesi che negli anni passati ha contribuito a fare di Villafranca una città di attrazione per i paesi limitrofi, abbiamo riscontrato una realtà molto in difficoltà, con un futuro incerto e problematico. Per capire fino in fondo questo momento di grossa crisi, abbiamo domandato a Paolo Polato, storico commerciante delle botteghe del centro, cosa ne pensa. di Giorgio Negrini

Sig. Polato, come vede la situazione attuale? Il momento, in tutta Italia, è molto difficile per la mancanza di soldi delle famiglie; questo è uno dei problemi principali, perché la vendita del piccolo dettaglio, come nel caso delle nostre botteghe, deve fare i conti con l’eccesso di tasse che il governo ha imposto e quindi, combattere i costi della grande distribuzione non è più possibile. In questa politica che il governo sta portando avanti, nessuno ha pensato di tagliare il cuneo fiscale, che non è rappresentato da nient’altro che dai contributi che il datore di lavoro paga per fare in modo che il dipendente abbia uno stipendio più adeguato con il quale poter rimettere in moto la filiera del consumo. Essendo da molto tempo rappresentante della

ConfCommercio di Villafranca, vedo che i negozi stanno chiudendo a causa della crisi, a causa degli affitti troppo alti, a causa dei parcheggi, che non si dovrebbero pagare nei Centri Storici, come non si pagano nei grandi centri commerciali che sono a titolo gratuito… la somma di tutte queste cose e di altre, contribuisce al degrado della nostra città. Come mai, secondo lei, siamo giunti a questo punto? In questi ultimi cinque anni non è stato fatto niente per l’abbellimento del Centro Storico; i marciapiedi sono dissestati, abbiamo una piazza dove mancano le pietre e che viene aggiustata con il cemento; dei lampioni che di sera fanno talmente luce che si fatica ad attraversare la strada… Non parliamo dei giardini pubblici ridotti ad un disastro o del piano della viabilità che non è stato fatto, dato che si ha paura di fare un senso unico…

e che dire delle fioriere che sono rimaste quelle che erano, o dell’assoluta mancanza di panchine, considerando che ormai l’invecchiamento della gente è in fase avanzata e soprattutto che non tutti possono permettersi di andare in un bar a bere qualcosa, con le spese famigliari aumentate in modo drastico? La nostra richiesta di non pagare il parcheggio di sabato è stata rifiutata dall’amministrazione comunale e, con la probabile chiusura di tanti negozi a fine anno, la gente incomincerà a sparire e la nostra città andrà a morire. Per capire meglio l’attuale situazione, prendo l’esempio delle vie limitrofe del centro: in queste vie stanno ancora passando i mezzi pesanti. Mancando le piste ciclabili, la gente prende addirittura la multa nel cercare di salvare la propria vita e quindi figuriamoci se viene in centro con la bici… Ci manca la “piazza”; dal semaforo centrale di Corso Vittorio

Emanuele con Corso Garibaldi fino al castello si dovrebbe fare la “piazza pedonale”, dove si possano fare manifestazioni, giochi per i bambini, dove poter inventarsi qualsiasi manifestazione in tranquillità e che questa amministrazione avrebbe dovuto impegnarsi a realizzare, invece di spendere quei pochi soldi che c’erano in tutt’altre cose. I Centri Storici sono il cuore di tutte le altre città del mondo, fondamentali per attrarre le persone... Cosa pensa delle manifestazioni che si svolgono a Villafranca? Per attirare la gente bisogna fare delle manifestazioni di qualità e tanto per fare un altro esempio, basta prendere il mercatino dell’antiquariato: quando era nato, aveva una identità propria ed era molto bello da vedere. Aveva tutti gli ombrelloni dello stesso colore, aveva merce in esposizione che era controllata e selezionata, aveva un

richiamo di gente soprattutto a livello provinciale. Quando si organizzano queste manifestazioni occorre farlo in modo oculato e serio altrimenti è meglio lasciar perdere. Mi auguro che la prossima amministrazione sappia prendere in seria considerazione tutte queste cose che ho elencato anche e soprattutto perché Villafranca è una città molto bella e veder piano piano sparire la propria identità di città commerciale e vivibile è uno spreco di tutte quelle risorse ed energie che sono state adoperate in tutti gli anni passati.

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Attualità A cura di Diego Cordioli

Il restauro del Tiro a Segno di Villafranca Presentato il progetto di restauro e riuso dell’ex Tiro a Segno Nazionale e delle aree di pertinenza: diventerà un grande spazio polifunzionale a disposizione dei giovani. accordo con quanto previsto dalle norme del “Federalismo Demaniale”. In seguito l’Amministrazione è stata convocata a Il Tiro a Segno Nazionale di Vil- Venezia, dove è stato illustrato lafranca risale alla fine dell’Otto- l’iter previsto per l’acquisizione cento. La struttura risulta essere del bene, che si articola in vadismessa dall’amministrazione rie fasi. Innanzitutto è necessamilitare sin dagli anni ’60, essen- ria la redazione di un progetto do quindi trasferita dal demanio indicante le finalità del bene da militare al patrimonio dello Sta- inviare alla direzione per i Beni to con decreto interministeriale culturali e all’agenzia del Dedi classifica del 3 Ottobre 1969 manio, i quali verificheranno, in e definitivamente consegnato accordo con la Soprintendenza, all’amministrazione finanziaria se vi saranno le condizioni per con verbale del 20 Agosto 1970. il trasferimento; infine, in caso In anni recenti, alcuni locali della di accoglimento della richiesta, palazzina di ingresso sono stati si procederà alla sottoscrizione utilizzati come sede da parte di con il Comune di un accordo varie associazioni sportive che “di valorizzazione” in seguito al hanno mantenuto in efficienza i quale la proprietà del bene posuddetti locali. Il corpo principa- trà passare dal Demanio all’ente le della palazzina di ingresso ha locale. subito nel 2005 il crollo di parte della copertura lignea. Il comuIl progetto di riuso e di vane ha quindi provveduto al rifa- lorizzazione cimento del tetto ed alla messa in sicurezza dell’intera area che Oggi, dopo mesi di lavoro da ad oggi risulta in disuso. parte degli uffici comunali e dell’Arch. Alessandro Bazzoffia, Il federalismo demaniale siamo giunti ad un progetto, approvato dalla Giunta comunale, Nel maggio dello scorso anno che prevede la riqualificazione l’Amministrazione comunale ha del bene e di tutta l’area verde provveduto ad inviare una missi- di via Magenta. La sua posizione va alla Direzione Regionale per strategica, nelle immediate vicii beni Culturali per chiedere di nanze del Polo Scolastico delle attivare la procedura per l’ac- superiori, ne ha favorito un riuso quisizione dell’immobile senza compatibile specialmente con il costi a carico del Comune, in mondo giovanile e studentesco di Luca Zamperini

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al fine di valorizzare l’intero complesso come luogo per lo studio e la ricerca ed inoltre come catalizzatore associativo. L’ampio atrio d’ingresso della Palazzina storica, dopo un adeguato intervento di restauro, potrà essere utilizzato come spazio per la ristorazione, il relax e offrire servizi, con la possibilità di poter allestire mostre ed esposizioni temporanee di opere d’arte, scultura e/o eventi culturali. Date le sue modeste dimensioni, ad essa verrà collegata una nuova struttura. La nuova struttura polifunzionale, analoga per finiture, tipologia e in aderenza a quella esistente, si configurerà con un volume mo-

desto in ferro e cristallo tale da non arrecare impatto ambientale, in modo da rievocare un ridotto “campo da tiro” con le quinte ai lati, mentre lo spazio interno a due livelli completamente libero potrà essere destinato allo studio, alla cultura, allo svago, alla musica e al relax. Per sfruttare al meglio la limitata porzione di superficie, verrà realizzato anche un piano interrato per servizi, magazzini, depositi, centrali tecnologiche ed inoltre è prevista una sala per registrazioni musicali, utilizzabile dalle tante band locali di giovani. Anche l’accessibilità sarà ampiamente garantita dall’eliminazione delle barriere archi-

tettoniche. L’ampia sala polifunzionale di circa 200 mq al piano terra avrà due setti laterali rivestiti in legno dove saranno alloggiate alcune postazioni multimediali e pareti mobili insonorizzate removibili. La grande sala potrà essere utilizzata dagli studenti come sala studio, quale alternativa alla biblioteca comunale, ma potrà inoltre ospitare convegni, meetings, riunioni e concerti per la musica. Anche gli spazi esterni di pertinenza saranno adeguatamente riqualificati con nuove piantumazioni di alberature ed ampie zone a prato, determinando zone con vocazione a servizi (lungo via Magenta) e zone per il tempo libero e la lettura. La possibilità di far proseguire il percorso pedonale oltre la porta da riaprire della grande Quinta, delimitante il nuovo parcheggio pubblico per auto anch’esso riprogettato, permetterà di andare a ricongiungersi con tutta l’area verde disposta lungo via Magenta, dell’originale superficie dell’ex Campo di Tiro a Segno Nazionale, ma con un più moderno programma di valorizzazione e di riconversione pubblica come un nuovo “polmone verde”, con spazi verdi attrezzati per bambini e i giovani, aree di relax, un “anfiteatro verde” per spettacoli e manifestazioni pubbliche, capaci così di poter coinvolgere ed attirare non solo i giovani ma anche gran parte della popolazione della città di Villafranca.

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Attualità A cura di Diego Cordioli

Successo del “Memorial Luciano Nicolis” Il concorso nazionale di poesia ha visto la presenza di oltre quattrocento liriche presentate da concorrenti di quasi tutte le regioni e dagli studenti degli istituti superiori di Villafranca. Affollata la cerimonia di premiazione al Museo dell’auto. Giovelli di Caorso con “L’ultima corriera”. Finalisti con premio: Filippa Siciliano di Pavia, Lorenza Zuccaro di Abano, Ivan Fedeli di Vivissimo successo ha ottenuto Ornago, Lazzaro Mutti di Montiil primo Concorso nazionale di chiari, Antonio Giordano di Papoesia “Memorial Luciano Nico- lermo, Rosanna Spina di Livorno, lis” promosso a cura del Circolo Francesca Croci di Predazzo, PieArtistico Culturale “La Carica” rangela Vesentini di Montagnana. per onorare la memoria del fonPer la sezione dialetto del Tridatore del Museo dell’auto, della veneto si è aggiudicato il 1° prescienza e della tecnica scompar- mio e la medaglia d’oro Bruno so improvvisamente lo scorso Castelletti di Verona con la lirica aprile. Oltre quattrocento sono “Dal barbier”. Ironica, scanzonata state le liriche presentate dai dolce elegia - dice la motivazione concorrenti di quasi tutte le re- del prof. Carpanè – in memoria gioni italiane e una cinquantina della bottega del barbiere che quelle degli studenti degli istituti sta per chiudere, un pianto tra superiori di Villafranca che han- il serio e il faceto di memorie e no preso parte al concorso loro di vita vissuta; secondo premio riservato. La commissione giudi- e medaglia d’oro ad Andrea Alcatrice era presieduta dal chiaris- drighetti di S.Pietro in Cariano simo prof. Gian Paolo Marchi, già con “En fondo al coridoio”; terzo ordinario di letteratura italiana premio e medaglia d’oro a Sergio e preside della facoltà di lingue Gregorin di Gorizia con “’N sas”; dell’Università di Verona e com- quarto premio a Camilla Emili posta inoltre dal prof. Giuseppe di Belluno con “El buràt”; quinChiecchi, ordinario di letteratura to premio a Luciano De Carli di italiana nella facoltà di lettere e Levico con “De matina bonora”; filosofia, dal prof. Paolo Pellegri- il premio speciale prof. Giusepni, docente di letteratura italiana pe Faccincani a.m. è andato a nella facoltà di lingue, dal prof. Isaia Bonetti di Mozzecane con Lorenzo Carpanè, docente di “Come alora”; il premio specialetteratura italiana nella facoltà di le prof. Pierluigi Laita a.m. a Gelscienze dell’educazione. Il segre- mina Dalla Bona di Verona con tario e presidente del Circolo e “Na balila en ciel”. Finalisti con del concorso, Gr. Uff. Carlo Rigo- premio sono stati: Galdino Penni, ha cosi formulato, dopo lungo din di Villaverla, Natalino Simon lavoro individuale e collegiale, la di Portogruaro, Stefania Paron di graduatoria di merito. Rovigo, Guido Leonelli di Trento, Per la sezione lingua italiana, il Maurizio Marcolin di Pordenone. 1° premio e medaglia d’oro sono Per la sezione a tema “Il Museo: andati a Giovanni Caso di Saler- la fatica del lavoro, la realizzano con la lirica “I vecchi giù al pa- zione del sogno”, il 1° premio e ese”. Il testo - dice la motivazione medaglia d’oro se li è aggiudicati del prof. Pellegrini - segnala la so- Giovanni Benaglio di S.Giovanni lida struttura metrica condotta Lupatoto con la lirica “In pinpinel solco della tradizione ma non nela a‘n sogno”. La poesia priva di tratti di originalità; se- scrive nella motivazione il prof. condo premio e medaglia d’oro Chiecchi – registra con stupore a Filippo Pirro di Foggia con la li- l’avverarsi di un sogno ritenurica “Il rettangolo”; terzo premio to impossibile e lo rappresenta e medaglia d’oro a Maria Teresa con la concretezza del dialetto, Scolieri di Catanzaro con la lirica la lingua materna; secondo pre“All’alba, Natale”; quarto premio mio e medaglia d’oro a Roberto a Loriana Capecchi di Pistoia con Velardita di Venezia con “L’arca”; “Senza chiedere sconti al tempo terzo premio e medaglia d’oro avaro”; quinto premio ad Andrea a Manuela Capri di Crevalcore Venzi di Bologna con “Scritta nel con “Memorial Luciano Nicolis”; sonno” e a Celestino Casalini di quarto premio a Giulio Redaelli Piacenza con “L’amico”. Premio di Milano con “Cercando eternispeciale medaglia del Capo dello tà”. Finalisti con premio: GrazielStato a Giuseppe Segalla di Lugo la Bazzoni di Lavagno e Felicia vicentino con “Quel goal fatto di Sirianni di Caserta. volo”; premio speciale medaglia Particolarmente affollata la ceridel Pontefice a Maria Francesca monia conclusiva per la consegna di Diego Cordioli

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dei riconoscimenti che si è tenuta nella mattinata di domenica 2 dicembre nel salone convegni del Museo e ha visto la presenza di molte autorità. Tra gli altri: il vice Prefetto Alberto Lorusso in rappresentanza del Prefetto Perla Stancari, il procuratore capo della Repubblica Mario Giulio Schinaia e il presidente della Corte d’Assise Dario Bertezzolo, il comandante provinciale dei Carabinieri col. Paolo Edera, il comandante del Terzo Stormo e presidio aeronautico col. Marco Maistrello, il procuratore militare Enrico Buttitta, il provveditore agli studi Giovanni Pontara con la responsabile interventi educativi contingente MIUR Annalisa Tiberio, il clinico ematologo dell’Università prof. Giovanni Pizzolo, l’ambasciatore SMOM cav.di Gran Croce Silvano Pedrollo, i primari ospedalieri Francesco Orcalli e Giuseppe Pecoraro, la delegazione del Comune

con l’assessore alla cultura Maria Cordioli, l’assessore ai LL.PP. Francesco Arduini, il consigliere Domenico Campara, il preside dell’Istituto Anti Claudio Pardini, la vice preside del liceo Medi Maria Cristina Lestingi, la vice preside dell’I.T.C. Bolisani Maria Rigo Fantoni. Presente anche una qualificata delegazione della Confraternita del Sovrano e Nobilissimo Ordine dell’Amarone e del Recioto guidata dal gran maestro Arnaldo Semprebon. Dopo la presentazione dell’evento a cura del presidente del Concorso, il prof. Marchi si è soffermato sulla rievocazione della figura dello scomparso Luciano Nicolis, nel contesto della relazione sul merito delle liriche presentate, mentre l’assessore alla cultura Maria Cordioli ha portato le congratulazioni e il saluto del sindaco e dell’amministrazione comunale. Sono poi intervenuti il Procuratore capo delle Repub-

blica Mario Giulio Schinaia che ha rivolto il suo saluto e il ringraziamento ai poeti, soprattutto ai ragazzi “che nonostante l’età e il particolare momento che ci affligge dedicano le loro energie a questo meraviglioso aspetto della vita che è la poesia” e ha ringraziato “per l’iniziativa che si richiama a questo grande uomo, una persona geniale che ha lasciato il segno e il cui lavoro, il cui operato è continuato oggi dai suoi figli che si danno molto da fare”. Hanno quindi preso la parola il giudice Dario Bertezzolo, il provveditore agli studi Pontara e il procuratore militare Buttitta. E’ poi seguita la consegna dei premi ai vincitori per mano delle autorità, mentre le liriche sono state declamate dalla voce recitante dell’impareggiabile attore Tiziano Gelmetti accompagnato alla fisarmonica da Giuseppe Zambon.

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Aziende PUBBLIREDAZIONALE

Residenza Verona New Life “Un progetto di biocasa felice che deve essere provato e sperimentato” Le ristrutturazioni di qualità sono sempre state una prerogativa importante per l’impresa Specialedil Srl. Il Geom. Marco Perizzolo, titolare dell’impresa, è anche l’ideatore e realizzatore di un progetto di “città intelligente”, voluto, studiato ed autofinanziato. “La Residenza VNL” afferma il Geom. Perizzolo, “nasce dalla volontà di creare un servizio per tutti coloro che vogliono ristrutturare immobili godendo dei benefici della classe A+. Credo che in Italia ci sia tanto da riqualificare”. Specialedil offre ai proprietari di immobili la possibilità di soggiornare gratuitamente nella Residenza VNL per tutto il tempo necessario alla ristrutturazione della loro abitazione; provvedendo anche al trasloco dei mobili ed alla conservazione degli stessi nei propri magazzini. L’intervento di riqualificazione che ha portato alla Residenza VNL è stato realizzato con criteri d’avanguardia sotto il profilo ambientale, sismico e di risparmio energetico. Tutto è stato pensato e voluto per far conoscere i benefici di una ristrutturazione ad elevato risparmio energetico. Le quattro unità abitative della Residenza VNL vengono messe a disposizione completamente arredate e corredate di ogni comfort. Anche la

scelta degli elettrodomestici è stata voluta e pensata per abbattere i consumi energetici. I consumi sono coperti dalla produzione di energia, l’energia in eccesso viene ceduta alla rete. “Il nostro obiettivo” afferma Marco Perizzolo “è quello di evitare che i nostri clienti vivano gli innumerevoli disagi che comporta una ristrutturazione ed un trasloco. Un servizio chiavi in mano, perché teniamo alla salute delle persone e alla salvaguardia dell’ambiente”. L’invito alla prova della Residenza VNL è possibile pianificarlo anche prima dell’inizio dei lavori di ristrutturazione, in fase di progettazione; il cliente può godere di questo “soggiorno” nella Residenza VNL al fine di valutare concretamente giorno dopo giorno, i benefici di una ristrutturazione ad elevato risparmio energetico. “Vogliamo far conoscere e divulgare la positività della Residenza VNL” dice Perizzolo, “offrendo innovazione e competitività, attraverso la progettazione completa dell’intervento, la realizzazione dell’opera e garantendo un servizio di manutenzione programmata dell’immobile stesso”. Dettagli tecnici ed informativi possono essere reperiti anche sul sito web: www.costruzioniecosostenibili.com.

CarloStancanelli Comunicazione d’Impresa “La strategia web di successo, per avere successo”. La redazione del Giornale di Villafranca crede fortemente nella promozione e nella collaborazione con le aziende del territorio villafranchese, per questo ha affidato all’agenzia CarloStancanelli Comunicazione d’Impresa, la gestione sul web della testata giornalistica locale. CarloStancanelli è un’agenzia specializzata nella comunicazione d’impresa e nella creazione di servizi web personalizzati ed innovativi. “Con la nostra agenzia” dice Carlo Stancanelli titolare dell’azienda, “si passa dalla presenza sul web al pieno sfruttamento delle sue enormi potenzialità”. Il team dell’agenzia è composto da professionisti cresciuti con la cultura del web e della soddisfazione del cliente, votati al raggiungimento dell’obiettivo. “Facciamo tutto quello che occorre per offrire ai nostri clienti un posto privilegiato nell’universo a volte dispersivo del web” afferma Stancanelli, “tutto quello che aiuta le aziende ad emergere, promuovere la propria immagine, il proprio brand, avere visibilità, reperire contatti”. Il continuo aggiornamento in ambito tecnologico permette all’agenzia CarloStancanelli di offrire grandi prestazioni, con qualcosa in più che i “grandi” offrono sempre meno: un orientamento al

servizio, completo nella qualità, rapido nell’esecuzione e competitivo nei costi, per partecipare concretamente alla costruzione del business, che è poi la migliore impresa possibile per tutti. “L’offerta dei servizi della nostra agenzia è molto ampia e sempre flessibile a tempi e budget in continua espansione: design, marketing, strategy, development, mobile, hosting e social media fanno da corredo al nostro ampio, ma dettagliato pacchetto servizi” dice Stancanelli. “La nostra consolidata esperienza nel settore web e nella comunicazione, ci permette di gestire il portale: www.ilportaledivillafranca.com dedicato alle aziende locali, che intendono sfruttare al meglio la propria immagine, incrementando il proprio business”. L’agenzia CarloStancanelli offre alle aziende la possibilità di colpire il proprio target di riferimento... affascinarlo al punto che non desideri più abbandonare il sito che sta visitando. “Il nostro piacere è accompagnare sempre i nostri clienti nelle loro scelte, fargli intraprendere la strada più risoluta e sicura, fatta di occasioni studiate insieme e già collaudate; un cammino che conduca dritto all’obiettivo. Non vi resta che contattarci, per farvi accompagnare”.

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Salute & Sanità

A cura di Diego Cordioli

UROLOGIA

a cura del Dott. Pecoraro

Primario di Urologia presso l’Ospedale di Isola della Scala

Laparoscopia

Specialista in Urologia

Gentile dr Pecoraro, So che lei dirige uno dei centri con più lunga esperienza in laparoscopia e ho letto che tale metodica viene eseguita insufflando del gas all’interno del corpo. Mi sorge qualche dubbio: non è che questo gas possa alla lunga procurare dei danni e inoltre chi ha subito un intervento in laparoscopia può affrontarne un altro?

Il gas che viene insufflato per creare uno spazio di lavoro adeguato è l’anidride carbonica. Finora non si è mai dimostrato un suo effetto dannoso sia a breve che a lungo termine . Lo dicono tutte le pubblicazioni scientifiche mondiali finora prodotte e modestamente anche la

mia ormai lunga esperienza, credo tra le più lunghe in Italia. Mai nessuno è tornato per conseguenze del gas insufflato. A volte qualche problemino lo crea in corso di intervento ma ormai tutti gli anestesisti sono in grado di gestire o talvolta (ma sono casi molto rari)

sospendere momentaneamente l’intervento in attesa che si abbassino i livelli di anidride carbonica per poi riprendere. Ripeto, ciò non avrà conseguenze sul paziente operato. Quanto al secondo quesito, non vi è alcuna controindicazione nell’eseguire un secondo

o un terzo intervento in laparoscopia. A noi capita spesso di dover eseguire sempre in laparoscopia l’asportazione della prostata o del rene a chi magari non molto tempo prima aveva tolto la colecisti. Nella speranza di aver chiarito i suoi dubbi riceva i miei più cordiali saluti.

Per porre i vostri quesiti, potete scrivere direttamente al Dott. Pecoraro alla mail gpecoraro@ulss22.ven.it o alla redazione del giornale a redazione@ilgiornaledivillafranca.com

MEDICINA GERIATRICA

a cura del Dott. Garzotti

Dirigente Medico I° livello presso 1^ Geriatria O.C.M. Borgo Trento Responsabile di Struttura Semplice di Malattie Reumatiche dell’Anziano Specialista in Medicina Interna

Come mantenere l’osso giovane Come preannunciato nel precedente articolo anche oggi affronteremo il tema: “Osteoporosi”. L’obiettivo, in accordo con il fine di questa rubrica, è quello di dare un’informazione sintetica e semplice nonché di contribuire alla sensibilizzazione del lettore fornendo un utile strumento di prevenzione. Prevenire è sempre meglio di curare! Mai come nell’osteoporosi è necessario comprendere che le scelte di vita, alimentari e comportamentali della gioventù e dell’età media, influenzeranno in modo determinante il futuro della qualità del nostro osso. Ricordo che per osteoporosi si intende una malattia dello scheletro caratterizzata da una progressiva riduzione della massa ossea e dall’alterazione della sua micro-architettura con secondario aumento della fragilità dell’osso e del rischio di fratture. Sinteticamente, l’osteoporosi viene classificata in osteoporosi primitiva e secondaria. La primitiva, più importante numericamente, è rappresenta dalla forma postmenopausale e da quella senile. La secondaria, meno frequente, raggruppa una serie di patologie che presentano effetti negativi sulla qualità dell’osso. Tra queste ricordiamo le più frequenti: 1) Malattie endocrino metaboliche quali: il diabete mellito tipo I° (insulino dipen-

dente), l’ipertiroidismo (tiroide che produce troppi ormoni) o l’iperparatiroidismo (funzionamento eccessivo delle paratiroidi). 2) Alterazioni nutrizionali (celiachia o intolleranza al glutine), alcolismo, esiti di interventi all’apparato gastro-enterico. 3) Malattie della struttura dell’osso (osteogenesi imperfetta). 4) Malattie reumatiche (artrite reumatoide). 5) Farmaci (cortisone, farmaci per l’epilessia, anticoagulanti). Per comprendere la dimensione del problema è necessario prendere coscienza di alcuni dati epidemiologici. In Italia i pazienti affetti da osteoporosi sono circa cinque milioni, ogni anno si verificano 250.000 fratture da osteoporosi, di cui circa 70.000 di femore. Una donna su tre ed un uomo su dieci di età superiore a 50 anni è affetto da osteoporosi. Una donna su quattro dopo i 50 anni va incontro ad una frattura da osteoporosi. Circa il 50 % delle fratture vertebrali non sono diagnosticate. Tra le persone anziane circa il 50%, dopo una frattura del femore, perde l’autonomia della deambulazione. Nel primo anno, dopo una frattura del femore, la mortalità si incrementa del 20%. Infine, sorprendentemente, il 33% dei pazienti non riceve alcun trattamento medico dopo la diagnosi di osteoporosi e il 91% , dopo la frattura, avrebbe vo-

luto avere maggiori informazioni relative alla prevenzione. Quali sono le persone più a rischio per l’osteoporosi? Le donne bianche, sopra i cinquanta anni, magre, in menopausa precoce, con una storia familiare di fratture da fragilità ossea e con bassi valori di densitometria ossea, sono il gruppo più a rischio. Quali sono i fattori esterni e modificabili che aumentano il rischio di osteoporosi? Fumo, abuso di alcool, alimentazione povera di calcio e vitamina D, vita sedentaria, uso improprio di farmaci che possono danneggiare l’osso (osteopenizzanti). Concludiamo questo appuntamento con una domanda che rivolgo al lettore. SEI A RISCHO DI OSTEOPOROSI? Le domande hanno lo scopo di evidenziare in modo semplice il rischio potenziale di incorrere in futuro nel problema dell’osteoporosi. 1) Di che sesso ed età sei? Sei femmina e maggiore di 50 anni? 2) Tu e i tuoi parenti avete avuto fratture per cause lievi? 3) La tua dieta è scarsa di latte o dei suoi

derivati? 4) Consumi abitualmente più di venti sigarette al giorno e bevi alcool? 5) Fai scarsa attività fisica? 6) Sei entrata in menopausa prima dei 45 anni? 7) Fai uso continuativo e per più di tre mesi di cortisone? 8) Soffri di diarrea per cause gastro-intestinali e di calcolosi renale recidivante? Se rispondi positivamente a queste domande sei un soggetto a rischio osteoporosi. Per questo devi contattare il tuo medico di fiducia e sottoporti ad uno screening finalizzato a porre una corretta diagnosi e un eventuale trattamento medico.

Per porre i vostri quesiti, potete scrivete direttamente al Dott. Garzotti alla mail paolo.garzotti@email.it o alla redazione del giornale a redazione@ilgiornaledivillafranca.com

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Salute & Sanità A cura di Diego Cordioli

Disabilità, la riabilitazione attraverso il lavoro Il 1 Dicembre al Centro Diurno/Bottega Artigianale Celadon di Villafranca è stato inaugurato un nuovo progetto di riabilitazione per persone con disabilità o fragilità mentale, sostenuto da un contributo della Regione Veneto, assessorato ai servizi sociali, guidato da Remo Sernagiotto. Il progetto mira a produrre innovazione nelle modalità attraverso le quali si affrontano oggi i complessivi bisogni legati a condizioni di disabilità ed intende costruire: luoghi dove è possibile riappropriarsi del diritto di vivere una vita bella e di qualità; luoghi dove conoscere e costruire relazioni amicali; luoghi dove sperimentare un lavoro significativo; uno spazio denominato D.A.R.E. (dignità, amicizia, relazione, evoluzione); un “patto d’interdipendenza e di reciprocità”. I soggetti coinvolti in questo progetto organizzato dalla Fondazione Historie sono: Self Help, Cooperativa Sociale Onlus, ULSS 22, I Comuni di Villafranca, Valeggio e Mozzecane, le Cooperative Sociali Centro Socializzazione di Villafranca e Centro Attività di Valeggio, l’Associazione Proposte Sociali e l’Associazione Psiche 2000 e ben 12 aziende del territorio che sostengono il progetto offrendo possibilità di stage e di esperienze di lavoro. Si dà molta importanza a questa fase del programma poiché costituisce una “buona prassi” futura in quanto la persona vive un’esperienza ricca di dignità, amicizia (si sente accolta), di relazione, di evoluzione; l’azienda che accoglie dimostra solidarietà poiché accetta la diversità, anche sul lavoro e ne apprezza le abilità residue. Il lavoro diventa così tramite per l’integrazione. Strumento centrale del progetto di Fondazione Historie è il Centro Celadon di Villafranca, di Via Cantore 6, che ha iniziato da un anno in collaborazione con i servizi sociali dell’ULSS 22, un progetto di Centro di Adattamento al lavoro (per brevità CAL) alternativo al tradizionale Centro Diurno. Il CAL propone percorsi di preparazione al lavoro e di stage per persone con disabilità, con la progettualità di educatori e maestri di lavoro e senza l’impiego di figure d’assistenza. L’attività prevede anche laboratori artigianali di ceramica, tessitura e bricolage e proprio da questi il progetto inizia a prendere corpo ed a mostrarsi alla comunità diffondendo una cultura ed un’immagine della persona con disabilità, che sa farsi apprezzare con la qualità del proprio lavoro. Appunto per valorizzare l’importanza educativa e riabilitativa del lavoro sabato 1 dicembre è stata organizzata presso la Bottega del Celadon una giornata di vendita solidale di prodotti fatti a mano e articoli regalo. La cittadinanza ha potuto apprezzare i manufatti dei laboratori, acquistarli, conoscere l’entusiasmo con cui nei laboratori si lavora ed anche fare amicizia con i protagonisti di questa interessante esperienza.

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Il Personaggio

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A cura di Diego Cordioli

In ricordo di Giuseppe Reggiani, barista del Corso l’accantonamento della ristorazione per motivi di spazio, fu l’aver investito i primi guadagni Ricordando la Villafranca de ‘na nell’acquisto di un televisore. ‘olta, è recentemente scomparsa Difatti, grazie ai bar e a qualche una figura storica nel mondo dei trattoria, in Italia la platea televibar della nostra cittadina: Giu- siva ebbe un exploit incredibile, seppe Reggiani, detto Beppino, con la gente che si riversava in chiamato affettuosamente dagli massa dentro il locale per assiamici “Pipa”. Figlio di Imelda Mo- stere a quei programmi storici linari e Cesare Reggiani “Citra- come “Rischiatutto”, “ Lascia e to”, classe 1939, insieme ai suoi raddoppia”, “San Remo”, avvedue fratelli, Gianni e Luciano, il nimenti sportivi o commedie di Antonio Peru

mitico “ Brustolin”, ereditò da questi ultimi l’arte dell’ospitalità e la passione nella conduzione del bar di proprietà, quello storico e centralissimo: il “ Ristorante bar Al Corso” di c.so Vittorio Emanuele, a pochi passi dal duomo, che ha rappresentato per 50 anni uno dei punti di riferimento della vita sociale ed economica di tutta la cittadina, insieme al salotto nobile del caffè Fantoni. Il locale, a partire dagli inizi, nel lontano 1955, ebbe subito un notevole successo, grazie anche all’intuizione di installare il primo centralino pubblico che diede la possibilità ai forestieri di comunicare con i loro cari fuori Villafranca. Fu un servizio molto apprezzato soprattutto dai militari del Terzo Stormo che venivano avvisati dal giovane Beppino, attraverso instancabili pedalate, dell’imminente telefonata concordata. Un’ altra carta vincente, dopo

teatrali, che divennero in breve tempo dei veri e propri fenomeni di costume amatissimi. Erano gli anni di un’Italia terribilmente povera, più semplice, con ancora i ricordi tristi di una guerra disastrosa, ma sicuramente ricca di una fervida speranza che si concretizzò poco tempo dopo in un incredibile boom economico. Come non ricordare pertanto i mercoledì mattina del mercato settimanale, dove all’interno del bar era un lungo brulicare di: semplici avventori, donne che facevano la spesa tra le bancarelle, mediatori di bestiame, piccoli imprenditori poi brillanti industriali, formaggiai… o le sagre estive dei santi Pietro e Paolo che vedevano nello storico locale condotto da Beppino e Gianni (nel frattempo Luciano, forte anche di una gavetta fatta in alcuni locali prestigiosi, aveva aperto a sua volta un bar di successo in via Pace, condotto

in collaborazione con la moglie Stella) con le rispettive consorti, Teresa e Loretta, ed insieme ai giovanissimi figli, un graditissimo punto di incontro e socializzazione. E via dunque a servire dal bancone ai numerosi tavoli: caffè, amari, vini di mescita ed in bottiglia, vermouth, aperitivi francesi (Pastis e Ricard, orgoglio di Beppino), rabarbari ed infiniti campari col seltz (allora una novità), toast, granite e gelati freschissimi (come i primi pinguini), paste, torte e sfogliatine sfornati da quel grandissimo pasticcere “di famiglia”, Giancarlo Molinari che poi fondò l’omonima pasticceria. Inizialmente bisogna ricordare che non disponendo ancora di un vero e proprio laboratorio di pasticceria, nei primi anni le sfogliatine venivano cotte nel forno dai Carlini. Come dimenticare le uggiose serate invernali, dove durante una partita a carte, si potevano consumare polenta e salame o il delicatissimo “codeghin coi crauti” preparato con sapienza dalla Teresa, magari dopo aver giocato con tante “speranze” la fatidica schedina del totocalcio? O dopo aver scherzosamente battibeccato con Beppino su questo o su quel giocatore, su quel rigore dato o negato, magari si brindava sul campionato vinto dal Verona o alla salute di colui che acquistò il biglietto vincente della lotteria da 75 milioni, oppure si festeggiava l’ultima impresa di Sante Gaiardoni o si “ciaccolava” in difesa della amatissima Juve, di cui il bar era tra l’altro sede di un club di tifosi… Questa lunga attività lavorativa durò fino al 2001, quando, decidendo di seguire l’esempio del fratello Luciano, Giuseppe cedette la proprietà del bar andando definitivamente in pensione. La tradizione dei Reggiani ancora oggi è portata avanti dal fratello Gianni insieme al figlio Francesco e dal primogenito di Beppino, Massimo. Ultimamente

lo si vedeva, Beppino, nelle sue passeggiate mattutine lungo il corso intrattenersi e chiacchierare con qualche giovane figlio di un amico o di vecchi clienti. Egli amava spesso citare passati ricordi nei suoi discorsi, come esempi di vita vissuta, giusto per ribadire il concetto che Villafranca negli ultimi decenni era cambiata moltissimo nei suoi costumi, nei personaggi e nelle sue tradizioni, ed in taluni cambiamenti sicuramente Beppino faceva fatica a riconoscersi, come tanti di noi. Poche settimane fa il suo ultimo saluto in punta di piedi…

PUNTI di DISTRIBUZIONE del GIORNALE Il Giornale è inoltre disponibile presso le edicole di VILLAFRANCA e nei seguenti punti di distribuzione: Redazione de “Il GIORNALE DI VILLAFRANCA” via L. Prina, 71 MBE - Mail Boxes Etc. via Napoleone III, 6 Municipio di Villafranca corso Garibaldi 24 Liceo E. Medi Via Magenta, 9 Ospedale “Magalini” - Via Ospedale, 2 Distretto A.S.L.22 - Via Ospedale, 5 Casa di Riposo “Morelli-Bugna” - Via Rinaldo da Villafranca, 16 Centro Sociale CIRICUPE - Via Rinaldo da Villafranca, 9 Supermercati Martinelli - Via Don Fumano, 3 / Viale del Lavoro, 1 Uffici INPS - Via Marconi, 18 Staz. di servizio AGIP di Bernabeni - Via Mantova Piscine Comunali - Via Olimpia, 1 Il Giornale è inoltre disponibile presso le edicole di DOSSOBUONO, QUADERNI, PIZZOLETTA, ROSEGAFERRO, ALPO.

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Tesori di Villafranca

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A cura di Diego Cordioli

Villafranca: la promozione dei suoi monumenti L’associazione

Contemporanea.Lab

promuove

percorsi

storici

al

castello

e

nelle

chiese

del

centro storico per mostrare agli interessati i gioielli artistici e archeologici del nostro territorio di Fabio Gatta Aprono ogni domenica i cancelli del castello e della chiesetta del Cristo e si propongono di illustrare ai cittadini le bellezze e i segreti che il maniero cela dietro le sue mura. Sono i giovani dell’associazione Contemporanea.Lab, fondata da Andrea Tumicelli e Alessandro Luigi Riggi, laureati in storia contemporanea, a cui si è aggiunto Luca Dossi, 25 anni, neolaureato in storia medievale e animatore delle visite ai monumenti villafranchesi. «L’associazione nasce nel 2010, attraverso il bando “Chi più ne ha più ne metta”, con il quale abbiamo proposto di poter illustrare ai visitatori del Museo del Risorgimento il valore dei reperti che esso conteneva», spiega Tumicelli. «Dopo quella positiva esperienza, abbiamo stipulato una convenzione con la fondazione CIS e il Comune di Villafranca che finanziano, compatibilmente con le loro possibilità economiche, i progetti di promozione culturale di Villafranca che presentiamo». «Nel corso dell’ultimo anno – continua Luca Dossi – abbiamo realizzato due importanti eventi che hanno riscosso un certo interesse da parte del pubblico. Il primo è stato il Compleanno di Villafranca, lo scorso 10 marzo, durante il quale abbiamo fatto una visita guidata

del castello, soffermandoci in particolare sulle motivazioni storiche che hanno portato alla sua fondazione. Il secondo è stato Summer Friday, in collaborazione con l’associazione Villa Vive, con il quale abbiamo costruito un percorso storico proponendo la visita di tre importanti chiese: la chiesa della Disciplina, il duomo e la chiesa di San Rocco». «La nostra attività si sta muovendo ora in due direzioni», continua Tumicelli. «La prima è quella di implementare i percorsi storici al Castello e nelle chiese del centro. Speriamo presto di aggiungere anche il Museo del Risorgimento che trova sede a palazzo Bottagisio. Ci stiamo muovendo anche sul fronte della promozione del territorio, contattando agenzie di viaggio e alberghi della zona che possano fornire il nostro materiale informativo. Questo è molto importante, perché ha permesso a molti turisti stranieri di venire a conoscenza del castello e di visitarlo. Il secondo progetto è quello di realizzare dei cartelloni multilingue e degli schermi elettronici e multimediali per arricchire il contenuto delle visite». «Puntiamo anche ad estendere gli spazi visitabili del castello, in particolare del piano rialzato e delle torri», aggiunge Dossi. «Per fare ciò è prima necessario fare degli interventi strutturali di messa in sicurez-

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za». I destinatari naturali di questi percorsi storici sono i turisti che vengono nelle nostre zone, e in primavera si attendono anche studenti delle scuole medie e superiori, non solo di Villafranca. Le visite al castello si effettuano ogni domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17 ad un costo di 2 euro per il biglietto intero e 1 euro per il ridotto. Per il percorso storico delle tre chiese, invece, è necessario prenotarsi su www.villafrancavrturismo.it o chiamando il numero 3779695034. «Speriamo che sempre più cittadini possano prendere coscienza delle bellezze che Villafranca nasconde e che sono tuttora un potenziale turistico inesplorato», concludono Dossi e Tumicelli. «Speriamo inoltre che presto si possano visitare anche le torri del castello. Da lassù si gode un panorama della pianura da togliere il fiato».

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L’arte in Mostra

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A cura di Diego Cordioli

La stanza segreta di Alketa Delishaj Un gioco drammatico e sottile quello di Alketa Delishaj, intrigante e controverso come l’Arte e la vita è giusto che siano. di Carlo Micheli CRITICO D’ARTE

“A volte anche l’inferno è un buon posto, se serve a dimostrare con la sua esistenza che deve esistere anche il suo contrario, cioè il paradiso.” Gregory Corso. Nel cortile quadrato di Palazzo Te, Giulio Romano spezza la staticità della trabeazione con l’inserimento di triglifi cadenti, ingenerando una cascata di effetti visivi destinati a destabilizzare l’osservatore e a rendere precario il solido equilibrio architettonico…Alketa compie la stessa operazione sugli skyline della memoria che sono al centro delle sue opere. La sensazione che ne deriva è quella di paesaggi post-atomici, devastati, scomposti, destrutturati. Tridimensionalità esplose

e riassemblate in un vortice di linee spezzate e lampi di colore. Come immagini colte attraverso il finestrino di un treno o di un’auto in corsa in una giornata di pioggia, le luci diventano scie di colore, gli edifici si trasformano in macchie antropomorfe, gli alberi in spettrali nubi di fumo. Sono opere drammaticamente poetiche, sono visioni del mondo scorte attraverso un velo di lacrime che contribuisce, unitamente all’uso della spatola, a deformare ancor più la realtà, fino a mutarla in sogno. I paesaggi di Alketa sono da lei intesi come luoghi della memoria, icone irripetibili di un mondo fermato per un solo attimo dai suoi occhi. Abbiamo assistito attoniti alla follia dell’uomo e all’imprevedibilità della Natura, ad eventi che possono mutare radicalmente, in un attimo, l’aspetto di una città, il suo skyline costruito

nel tempo, mattone su mattone. Ci siamo assuefatti alla distruzione de L’Aquila, ad una nuova immagine di New York, al suo profilo privo delle due torri gemelle, come una bocca senza incisivi, come un immane memento mori. Come può un artista restare indifferente di fronte alla cancellazione del suo mondo poetico, dei suoi riferimenti culturali ed estetici? Semplicemente non può. Nascono così immagini che galleggiano tra cielo ed acqua, sospese ad un filo fragile come un sospiro. Paesaggi precari, in disfacimento, tanto fantasmatici da non essere neppure riflessi dall’acqua, confusi nel grigiore di un cielo corrucciato. A volte, al contrario, lo specchio acquatico sembra ricomporre profili urbani sfumati e incerti, come se rigenerasse, raddoppiandoli, scorci paesaggistici che nella realtà sono ormai dissolti.

BIOGRAFIA Nata a Shkoder (Albania) il 20 maggio 1982, vive a Verona dal 2001 a oggi. Fa parte dello Spazio Giovani Artisti di Mantova. E’ socia fondatrice dell’Associazione Culturale Artisti Villafranca “Officina d’arte MIconTI”. Nel 2011 insegna pittura con il “Progetto Piccoli Artisti” all’interno della scuola d’infanzia di Mozzecane. PREMI 4° edizione Premio Arte Villafranca “Sogno o desiderio- tra realtà e astratto”. Mostra concorso per il 5o° anniversario di Marilyn Monroe, settembre 2012 “Premio Marylin”; Premio speciale della 3° edizione del concorso di pittura “La pianura veronese” Sanguinetto, giugno 2012. MOSTRE 2012 - 31 agosto / 2 settembre, 4° edizione Premio Arte Villafranca “Sogno o desiderio-tra realtà e astratto. Mostra concorso per il 5o° anniversario di Marilyn Monroe. 2012- 20 luglio / 8 novembre, esposizione temporanea presso Bar Venezia, Mantova. 2012-11/16 luglio, Antica Sagra di Mozzecane, Mozzecane -Vr. 2012, “Mantova & Friends” lungo lago, Mantova. 2012-8/10 giugno, 3° Concorso la “Pianura Veronese” Sanguinetto - Vr. 2012-3/18 marzo, Tracce d’arte, l’Arte giovane a Mantova, esposizione collettiva di 20 artisti. La mostra è stata organizzata dal Comune di Mantova con il patrocinio della regione Lombardia. Palazzo della Ragione, Mantova. 2012-25 febbraio / 5 marzo, Colori e forme in Laguna,Venezia. 2011-maggio, 2° collettiva con il gruppo Artisti Riuniti, Officina d’Arte MIconTI, “Chi fa da sé...” Casa del Trattato,Villafranca - Vr. 2011-aprile, 1° collettiva con il gruppo Artisti Riuniti, Officina D’Arte MIconTI, “Chi fa da sé...” Villa Balladoro, Povegliano Veronese –Vr. 2010-26 giugno / 4 luglio, “Sguardi senza confini di un mondo sempre in movimento...” Alketa Delishaj, Marco Corso, Mirco Zappon, organizzano la mostra di pittura e fotografia nei pressi di Corte Salvi, Bovolone - Vr. 2010 - maggio, collettiva “Sulla mostra non ci piove” Casa del Trattato, Villafranca -Vr. 2010 - marzo, collettiva in occasione della festa della donna. L’associazione Donne Insieme organizza la mostra “Diversartedonna” Palazzo Bottacisio, Villafranca - Vr. 2009 - 9-16 giugno , 9° concorso nazionale di pittura “Gaetano Morghese” riservato ai giovani artisti italiani iscritti nelle Accademie di Belle Arti d’Italia. Chiostro delle Clarisse – Terlizzi- Bari. 2009 - maggio, L’Auditorium Comunale ospita la collettiva “C’è una poesia di non so chè...” Villafranca - Vr. 2008 Seconda collettiva d’Arte Moderna e Contemporanea Onde Quadre “Versioneduepuntozero” Forte S.Mattia - Vr 2008, Mostra di pittura e fotografia, Magnacavallo, Mantova. 2008, Esposizione e Live Painting, S.Pietro di Legnago -Vr. 2008, Concorso Onde Quadre “Versioneduepuntozero” Parco Raziol, Castel d’Azzano - Vr. 2008 - 9/11 maggio, collettiva “ Storie, fiori, cose viste e non viste” Casa del Trattato,Villafranca - Vr 2008, esposizione + Live Painting, Arcole,Vr.

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Ambiente

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A cura di Luigi Facincani

Inquinamento atmosferico: se lo conosci lo eviti Dati allarmanti dall’ARPAV riguardo all’inquinamento dell’aria in Veneto. A Villafranca, la centralina di rilevamento da aprile non è più attiva. Bisognerebbe conoscere i livelli di inquinamento dell’aria che respiriamo per poter predisporre misure adeguate, per combattere questo fenomeno della qualità dell’aria, per l’anno 2011, pure questa predisposta dall’ARPAV, si dice, tra l’altro, che: “I risultati presentati eviNel “Rapporto sugli Indicatori denziano che il monossido di Ambientali del Veneto” emesso carbonio, il biossido di zolfo, il nel 2008 dall’ARPAV (Agenzia benzene e gli elementi in tracce Regionale per la Prevenzione (piombo, arsenico, cadmio, nie Protezione Ambientale del chel) presentano livelli inferiori Veneto) in merito all’inquina- ai rispettivi valori limite o valomento atmosferico è scritto, ri obiettivo, non manifestando tra l’altro, che “La scarsa qua- criticità per il territorio veneto. lità dell’aria accomuna il Vene- Un ulteriore sforzo delle polito alle altre regioni del Nord tiche volte al risanamento delItalia. Secondo studi condotti la qualità dell’aria deve essere dalla Commissione Europea, invece rivolto alla progressiva la nostra regione si colloca in riduzione delle concentrazioni una delle aree più inquinate degli ossidi di azoto, del pard’Europa, il bacino aerologico ticolato (PM10 e PM2.5), del adriatico-padano (BAP), com- benzo(a)pirene e dell’ozono, preso tra la catena Alpina, l’Ap- inquinanti su cui porre l’attenpennino settentrionale ed il zione maggiore per il futuro nel mare Adriatico.” Nelle conclu- Veneto.” Ambedue le relazioni, sioni della Relazione regionale al pari di molte altre presenti di Luigi Facincani

nel medesimo sito ed in quello della provincia di Verona, sono alquanto articolate e di difficile lettura sia per la notevole quantità e qualità di dati riportati che per l’approccio specialistico utilizzato e sono difficilmente riassumibili se non con l’aiuto di esperti. Per questo motivo ne ho riportato alcune brevi parti che danno comunque un inquadramento generale. Chi volesse approfondire lo può fare visitando il sito www. arpa.veneto.it. Le affermazioni sopra citate sono molto forti ma in breve tempo sono state prontamente rimosse dall’attenzione generale. Al pari di molte altre simili, ripetute con frequenza, sulla stampa e in televisione, a volte fornite di dati parziali, a volte con dati riferiti a zone vicine o simili o come in

GLOSSARIO ECOLOGICO BLUE ECONOMY

Mentre ancora la Green Economy (con questo termine si intende in generale un’economia rispettosa dell’ambiente, che attribuisce alla tutela e alla salvaguardia di tutte le risorse ambientali la stessa importanza che attribuisce al raggiungimento del profitto, indispensabile per garantire la sopravvivenza di un’attività economica) sta muovendo i primi passi alla ricerca di un equilibrio significativo, l’economista, imprenditore e scrittore belga Gunter Pauli, teorizza già un nuovo modello economico chiamato Blue Economy. Laureato in economia all’Università Sant’Ignazio di Loyola in Belgio, ha fondato la “Zero Emissions Research Initiative”, una rete internazionale di scienziati, studiosi, ed economisti che si occupano di trovare soluzioni innovative, progettando nuovi modi di produzione e di consumo a minor impatto ambientale. L’idea di fondo della nuova economia Blue (che, non a caso, è il colore simbolicamente associato all’acqua, la grande emergenza planetaria di questo secolo), è che l’economia deve funzionare secondo i cicli e le regole della natura, ispirandosi cioè ai suoi modelli di funzionamento e ai suoi stessi principi. In particolare uno: non c’è più “rifiuto” o “scarto”, ma tutto può e deve essere riutilizzato, dall’inizio alla fine, in ogni e qualsiasi ciclo di vita di qualsiasi prodotto. Quello che si elimina, cioè, è il concetto stesso di rifiuto. Ciò implica ovviamente un ripensamento completo dei processi economici, che non si limitino a minimizzare il loro impatto ambientale ma, appunto, lo eliminino del tutto. L’economia deve funzionare come la natura, dove non c’è nulla di superfluo e tutto quello che viene prodotto ha una sua funzione, altrimenti il pianeta non ha scampo. Una rivoluzione, insomma. E non solo nei colori.

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questi casi all’intera Provincia di Verona o alla Pianura Padana in genere. Nel 2008 erano 56 le stazioni di rilevamento dislocate nel Veneto ed in provincia di Verona erano 11, di cui 5 a Verona e le altre a Boscochiesanuova, Bovolone, San Bonifacio, San Martino Buon Albergo , Legnago e Villafranca. La stazione di rilevamento di Villafranca, dislocata in via I Maggio, nella zona artigianale, era l’unico punto di riferimento per tutta l’area del sudovest veronese. Nei primi mesi del 2012 l’ARPAV ha riorganizzato la rete regionale di rilevamento e ad oggi sono 41 le centraline che raccolgono i dati della qualità dell’aria in Veneto. In provincia di Verona sono attive 8 stazioni di rilevamento (5 in Verona, ed una 1 a Legnago, S. Bonifacio e Boscochiesanuova). Dal mese di aprile 2012 la centralina di Villafranca non è più operativa. Con l’avvicinarsi dell’inverno, l’amministrazione comunale di Villafranca, al pari di molti altri comuni della provincia, ha provveduto ad emettere una ordinanza di “Divieto di circolazione, con finalità preventive e di contenimento degli episodi acuti di inquinamento atmosferico, in particolare quello da polveri sottili (PM10)” (vedi ordinanza n. 28 del 23.10.2012). Si legge nell’ordinanza comunale che “la rete di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, gestita da ARPAV, ha registrato numerosi superamenti del valore limite (50 mg/m3) per la protezione umana per il parametro PM10” e che “numerosi studi scientifici hanno evidenziato gli effetti nocivi sulla salute degli inquinanti atmosferici. In particolare il PM10 è ritenuto l’inquinante maggiormente associato con eventi sanitari avversi, come malattie cardiache e respiratorie”. L’ordinanza stabilisce i divieti di circolazione articolati per determinate categorie di autoveicoli con numerose deroghe ed altre disposizioni aventi le medesime finalità. E’ ovvio immaginare che i “numerosi superamenti” di determinati valori dannosi per la salute si riferiscono a dati raccolti a Verona e non certo nel

villafranchese. E’ vero che l’inquinamento atmosferico non conosce confini e frontiere, ma tuttavia sarebbe il caso di iniziare a conoscere con precisione la qualità dell’aria che respiriamo a Villafranca e nelle frazioni, nei vari periodi dell’anno e nella varie fasce orarie. I fattori che ne determinano l’entità possiamo certamente immaginarli. Posizionando nel centro di Villafranca, di Dossobuono e delle altre frazioni alcune centraline di rilevamento degli inquinanti nocivi nei punti di maggior traffico, rilevando i dati sia nelle ore di punta che in quelle di minor traffico, ad esempio per circa un mese in ogni stagione, si realizzerebbe una approfondita indagine sull’inquinamento atmosferico presente. Dall’analisi dei dati emergerà la situazione reale nelle varie zone del comune e nelle varie fasce orarie, che andrebbe adeguatamente resa pubblica allo scopo di informare, sensibilizzare e responsabilizzare i cittadini su un uso più attento dei mezzi di trasporto, degli impianti di riscaldamento e di altri eventuali agenti inquinanti. Una mostra, una pubblicazione distribuita capillarmente, conferenze e coinvolgimento delle scuole sui risultati delle analisi e sui comportamenti da tenere per limitare l’inquinamento atmosferico e per evitarne gli effetti potrebbero sortire risultati più significativi sulla cittadinanza rispetto ad una ordinanza scritta come un dovere istituzionale, in uno stile burocratico e senz’anima e fondata su dati che si riferiscono ad un territorio limitrofo, per certi aspetti simile e per certi altri veramente diverso. Disponendo di tali dati l’Amministrazione Comunale, cui compete anche la tutela della salute dei cittadini, sarebbe in grado di prendere in maniera più consapevole le migliori decisioni in materia di prevenzione e di contenimento dell’inquinamento atmosferico. E la cittadinanza avrebbe gli strumenti per partecipare responsabilmente alle iniziative tese a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo.

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Giovani

A cura di Diego Cordioli

X-mas days on the road. Prima tappa: sport Il 16 novembre le classi quinte del liceo E.Medi, dell’Ist. Provolo, dell’Ist. Stefani, dell’Isiss. C. Anti e dell’Ist. Bolisani, si sono riunite per il primo appuntamento della 4^ edizione del progetto X-mas days on the road 2012 dedicato allo sport. lato inoltre dello scarso rispetto dimostrato a volte dagli avversari, del vero significato di essere un leader e del problema dei test I ragazzi dei vari istituti sono anti doping e dell’attenzione che stati divisi in due gruppi di circa un atleta deve avere anche per il 200/250 studenti per ognuno dei semplice utilizzo di alcuni comuni due incontri, ciascuno della dura- farmaci che potrebbero portare ta di circa 2 ore. La giornata ha alla positività del test, rischiando avuto inizio alle 8.45 nell’aula ma- così di creare un problema angna dell’istituto Carlo Anti, con la che per gli sportivi puliti. I due presenza degli sportivi Alessan- sportivi hanno infine parlato dro Boni e Marco Meoni i quali, degli importanti sacrifici e sforrispondendo alle domande degli zi che entrambi hanno fatto per studenti, hanno detto la loro su raggiungere gli obiettivi, testimotemi importanti come il fair play, niando al contempo che, nonola legalità e la collaborazione tra stante tutto, se la passione è vera compagni di squadra. Hanno par- e personale, dura per tutta la vita. di Lucrezia Macrì e Diego Innaro

Alle 11.00, presso l’auditorium del liceo E. Medi, si è svolto il secondo incontro della giornata. E’ raro assistere ad un’assemblea d’istituto come quella svoltasi in quella occasione. L’ aula magna era colma di studenti, si percepiva chiaramente la curiosità dei ragazzi nei confronti dell’ argomento trattato. L’ ospite d’onore è stato niente meno che Damiano Tommasi, ex calciatore di serie A ed attuale presidente dell’ACI (Associazione Calciatori Italiani). La tematica dell’incontro era, ovviamente, lo sport.Tra interviste, filmati, provocazioni e sfide sportive (una gara di palleggi tra il campione ed alcuni studenti) il tempo è trascorso piacevolmente, lasciando ai partecipanti alcuni importanti messaggi. Si è appreso, ad esempio, che per diventare calciatori non servono solo le doti, ma anche un grande spirito di sacrificio, che il mondo dello sport ha bisogno di una “svolta meritocratica” e che, a volte, gli stereotipi arrivano prima dei fatti (emblematico l’ aneddoto raccontato da Tommasi del bambino che gli chiese di che colore avesse la Ferrari, partendo dal presupposto che ne possedesse una in quanto calciatore). L’intera giornata è stata organizzata dagli studenti stessi: rappresentanze degli istituti Medi, Anti, Stefani-Bentegodi e Bolisani si sono ritrovati, coordinati da Michele Sartori (responsabile del circuito Carta Giovani) e da Luca Zamperini (assessore alle politiche giovanili del comune di Villafranca), per far sì che questo momento di riflessione sull’importante tematica dell’etica sportiva fosse possibile. Il progetto continuerà con due incontri inerenti il mondo dello spettacolo e con un momento conclusivo al Palacover, dove si parlerà di volontariato.

In foto: Damiano Tommasi

In foto: Marco Meoni

Le eccellenze dell’Anti incontrano le eccellenze del Friuli di Umberto Massaro Domenica 25 novembre alcuni studenti dell’Istituto Carlo Anti di Villafranca di Verona, in occasione della presentazione dell’ultimo libro di Umberto Massaro, già insegnante presso lo stesso istituto, hanno visitato la Graphistudio, azienda con sede ad Arba in provincia di Pordenone, leader mondiale negli album di matrimonio.Ad Arba erano presenti gli allievi: Silvia Merzi, Silvia Tomelleri, Silvia Cappelli, Alessia Lughezzani, Debora Sartori e Luigi Verde, con i rispettivi genitori, presso la Graphistudio, che lo scorso maggio con squisita sensibilità aveva sostenuto per intero la pubblicazione della brochure “Tra storie d’armi, nobili vini e cristalline Fonti: Custoza, coronamento dell’Unità Didattica di Apprendimento”. Un’indagine storico-economica sul territorio incentrata sulla realtà vitivinicola di grandissimo

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valore della zona, considerata un lavoro d’eccellenza universitario da parte di tutte le autorità economiche e amministrative del veronese intervenute alla presentazione. La Graphistudio, nata dalla genialità e dalla tenacia di Tullio Tramontina, Enzo Piazza e Maurizio Corazza, vanta un personale di duecento dipendenti ed una crescita annua di fatturato a due cifre, basandosi su un fattore essenziale: la continua innovazione tecnologica. Non a caso l’azienda è partner della Microsoft per quanto riguarda i supporti informatici. La visita all’impresa ha svelato ai partecipanti un mondo impensabile, suscitando tra di loro la più viva ammirazione e l’auspicio che tale visita possa poi essere riproposta anche agli altri studenti, tanto più per una scuola come l’Anti che vanta un indirizzo grafico. Nel pomeriggio, dopo la pausa pranzo presso le storiche sale del palazzo d’Attimis in

piazza a Maniago, la rappresentanza ha partecipato, a Campagna di Maniago, alla presentazione dell’ultima pubblicazione del prof. Massaro, dal titolo: “Scene di matrimonio”. Due secoli di storia nei documenti e nelle foto del giorno più bello, progetto sempre sostenuto dalla Graphistudio. La comunità di Campagna rappresenta un punto di riferimento culturale di altissimo livello per l’intero Friuli, sia grazie alla grande ed attenta partecipazione del pubblico sia all’altissimo livello dei relatori. Quest’anno essi erano: il dott. Enzo Cainero, il dott. Paolo Petiziol, Console della Repubblica Ceca e Presidente dell’Associazione culturale MittelEuropa, l’avv. Alberto Cassini e l’autore, don Bruno Cescon, direttore de Il Popolo, settimanale della Diocesi di Concordia retta dal nostro Vescovo mons. Giuseppe Pellegrini, presentati dall’avv. Fabiano Filippin. Assente

giustificato per la sua partecipazione al Job & Orienta, il Preside prof. Claudio Pardini, degnamente sostituito al tavolo dei relatori dall’allieva Alessia Lughezzani e dal dott. Ermanno Murari, agronomo e rappresentante, per l’occasione, della categoria nel veronese. Egli, in qualità di ispettore di zona dei Vivai Cooperativi di Rauscedo, dopo aver nuovamente sottolineato la bravura dei ragazzi nel lavoro svolto, ha concluso considerando gli innesti di Rau-

scedo come una delle più belle e nobili forme di matrimonio della natura, poiché dall’unione di due pezzi di legno, il portinnesto e la gemma, nasce la vite che dà uno dei prodotti più raffinati e ricercati dell’agricoltura, il vino. Infine l’allieva Alessia Lughezzani ha ringraziato il pubblico presente e la Graphistudio nelle persone dei titolari e di Edoardo Borean per le maestranze, per la sensibilità ed il mecenatismo dimostrato anche a così grande distanza.

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Sport

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A cura dididi Diego Francesco Cordioli Bommartini AAcura cura Diego Cordioli

Karate, medaglia d’oro per Chiara Massagrande Atleta della A.S.D. Arti Marziali di Villafranca si qualifica per il Campionato Italiano Gran Premio Giovanissimi Esordienti A – Fijlkam Un’ attenta preparazione atletica ha permesso a Chiara Massagrande di salire sul gradino più alto del podio alle Selezioni Regionali Esordienti A svoltasi presso il Palazzetto dello Sport Azzurri d’ Italia a Noale (Venezia) il 28 ottobre scorso. Chiara ha saputo affrontare con estrema concentrazione tutti gli incontri lasciando ogni volta le avversarie a zero. L’ atleta villafranchese si qualifica per il Campionato Italiano Kumite Esordienti A che si svolgeranno a Lido di Ostia-Roma. Un ringraziamento al Maestro Diego Benedetti che ha saputo trasmettere energia al momento giusto e un grosso in bocca al lupo a Chiara per le Nazionali...

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Fatti & Misfatti

A cura di Diego Cordioli

Impianti sportivi: si salvi chi può! Come già emerso in altri articoli nei precedenti numeri del nostro giornale, la situazione impianti sportivi a Villafranca è a dir poco sconfortante. Queste sono le riflessioni di un nostro lettore… Prendo la palla al balzo, lanciata dall’editore Diego Cordioli, circa la partecipazione attiva sul “Giornale di Villafranca” di ottobre. L’argomento riguarda la diatriba pubblicata nella rubrica “Fatti & Misfatti” tra l’assessore allo sport Roberto Dall’Oca e il Sig. Giorgio Negrini. Non entro nel merito della questione “rugby”, perché la mia riflessione riguarda un passaggio della risposta del Sig. Negrini circa la costruzione del palazzetto dello sport, non andata a buon fine, in zona cascina verde. Sono d’accordo col Sig. Negrini che un paese-città come Villafranca debba avere spazi adeguati per lo sport, dato che non solo ci sono squadre di pallacanestro, pallavolo e hockey iscritte a campionati di livello nazionale, che hanno bisogno di strutture adeguate, ma soprattutto perché ci sono molti ragazzini/e e giovani che si avvicinano al mondo dello sport, che hanno bisogno di luoghi appropriati e accoglienti. Anche nel numero di novembre è stato rimarcato, giustamente, il concetto sulla penuria di palestre e sulle continue richieste di spazi, anche per gli sport più disparati come la pesca alla mosca e quindi la necessità di avere strutture adeguate per soddisfare, per quanto possibile, tutte le esigenze. Ritornando al flash sulla “cascina verde”, la mia prima impressione è stata quella che la costruzione del palazzetto in quella zona fosse solo un progetto commerciale più che la volontà di creare spazi nuovi per lo sport. Il palazzetto in zona cascina verde, zona commerciale, sarebbe stato una struttura fuori contesto… i nostri

vecchi avrebbero esclamato “ lè peso el tacon del buso!”. Il palazzetto dello sport, come per altro le palestre, devono essere costruite in zona impianti sportivi! Già sono stati fatti errori in passato… Per esempio il pala-ghiaccio ha avuto vita molto breve, realizzato fuori contesto e senza le necessarie strutture accessorie. Lo spazio del pala-ghiaccio, in origine, sarebbe stato lo spazio destinato al palazzetto e invece, dato che quella struttura non era costatata nulla ne era valsa la pena costruirla; questo a detta degli amministratori. Io replico dicendo che comunque è costata! All’apparenza, la comunità di Villafranca non ha sborsato nessun danaro, ma sappiamo che comunque una struttura pubblica è anche a carico dei contribuenti. Anche il campo da baseball è stato un errore di costruzione fuori contesto, collocato lontano da tutto e da tutti e per fortuna che, ogni tanto, alla domenica è frequentato da un gruppo di Cingalesi che praticano cricket, altrimenti ci sarebbero le erbacce incolte tali e quali alla cascina verde. Mentre gli amministratori villafranchesi di un tempo hanno avuto la bella idea di acquistare un terreno per la costruzione degli impianti sportivi, che allora sembrava una zona fuori dal mondo, non c’è stata altrettanta lungimiranza nella costruzione, nella stessa zona, del liceo e quindi del polo didattico. Se pensiamo, queste due zone sono molto vicine, una a destra e una a sinistra di via Custoza. La prima pietra è stata posata nello stesso periodo, sia per il liceo “Medi”, che allora era ancora

una succursale del liceo “Messedaglia” di Verona, sia per gli impianti sportivi della “Siena”. Pensiamo ora all’attività fisica nelle nostre scuole. Attualmente al liceo”Medi”, per esempio, a causa dell’organizzazione oraria si trovano in palestra contemporaneamente due classi, spesso tre classi, talvolta anche quattro. Come possono lavorare adeguatamente i nostri ragazzi? Di contro al mattino agli impianti sportivi c’è il deserto o quasi. Immaginiamo, per un attimo, che le scuole fossero in zona Siena. Tutti gli impianti sarebbero a disposizione per i nostri studenti, dalla piscina alla pista di atletica, dai campi da tennis allo sferisterio per il tamburello, dal nuovo campo sintetico di hockey a quelli di calcio, oltre alle palestre inserite nelle scuole… ci sarebbe l’imbarazzo della scelta! Quello che sto dicendo non è fuori dal mondo. Ad esempio, a Mirano una cittadina alle porte di Venezia, è stato costruito un polo scolastico con un’utenza di circa 3000 alunni all’interno della cittadella dello sport. Bellissimo! Sessanta classi che hanno a disposizione, oltre alle tre palestre scolastiche, tutti gli impianti comunali. Ma senza andare fuori provincia, a Valeggio S/M, la scuola media è adiacente alla pista di atletica e vicina ad altre strutture sportive. Altro errore imperdonabile delle nostre amministrazioni è stata la progettazione di tre centri sportivi comunali in un raggio di 3 Km. Contemporaneamente in quegli anni, nascevano gli impianti in località Siena, quelli di Rosegaferro e quelli di Pizzoletta. Dopo vent’anni circa il risultato è che i campi di tamburello

e da tennis hanno avuto un cambio d’uso. Gli stessi soldi potevano essere usati per potenziare ancor di più l’impianto sportivo della “Siena”, zona centrale per Villafranca e frazioni, ma il campanilismo e probabilmente non solo, ha sovrastato la perspicacia e il buon senso. Basta errori! Basta soldi sprecati o spesi male, anche se provengono da casse private. Infatti la mia tesi può essere contestata dal fatto che il progetto e la costruzione in zona Cascina Verde sarebbe stata sovvenzionata da capitali privati e pertanto liberi nell’azione. Le strutture, però, avrebbero avuto anche una funzione pubblica e sociale e pertanto tale costruzione non solo sarebbe dovuta essere eticamente corretta, ma anche lungimirante sul territorio e sulla comunità. In tempo di spending review forse è meglio ragionare in modo diverso sulla funzionalità e sull’efficacia delle strutture. Concludo questa mia riflessione con una proposta semplice, ma penso di buon senso. Prima della costruzione di impianti sportivi, ma in generale prima di tutte le costruzioni pubbliche, non sarebbe opportuno indire un tavolo di discussione con i tecnici specifici? Nel nostro caso, la voce di insegnanti di Educazione fisica, come rappresentanti della scuola, la voce di molte società sportive, come rappresentanti del mondo dello sport, le idee della facoltà di scienze motorie che rappresenta il mondo della ricerca, assieme agli amministratori potrebbero produrre un progetto comune che sicuramente risulterebbe idoneo, pratico e sicuramente con pochi errori.

Lettera Firmata

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“Le Reggiane, le zumele del canton de la stasion” Cari amici, care amiche, ben ritrovati. Di solito con “Villafranca de na’ ‘olta” intendiamo quel periodo che va dagli anni ‘20, da dopo la prima Guerra Mondiale e del quale ormai solo la Rosa del Fontanin, e pochi altri, sono testimoni, alla fine degli anni ‘50, periodo del quale i testimoni sono (siamo) ancora numerosi. Questa volta però attraverso la storia delle “Reggiane, le zumele del canton de la stasion” mi soffermerò su fatti che, pur accaduti in non più di una trentina di tragici durissimi giorni, hanno però coinvolto l’intero paese. Ma procediamo per ordine. Le gemelle Maria e Lidia Valentini, classe 1920, sono le figlie di Francesco, commerciante di olio, vino, granaglie, bestiame e soprattutto di legna da ardere. Fu recandosi sull’Appennino Reggiano, dove comprava interi boschi, che Francesco conobbe Faustina Cavazzoli che sposò e portò a Villafranca. Da lei derivò il soprannome dei suoi figli, “i Reggiani”, infatti nella loro casa di Villafranca, prima delle “zumele”, la Faustina ebbe anche Cesare, classe 1914, e Lucillo (Bepi), classe 1919. Maria e Lidia crebbero nella grande casa “sul canton, tra contrà mantoana e la stasion” che aveva anche una grande corte-bottega- magazzino che si estendeva fino alla ferrovia. Come si usava allora tutti davano una mano nell’attività di famiglia, ragazze comprese, che oltre a tenere in ordine la corte aiutavano a spostare botti, a sistemare granaglie e legna, particolarmente quando quest’ultima con grandi e rumorose macchine veniva segata e ridotta in “stele da camin o da stua”. E fu “stando in corte” che capirono che stava accadendo qualcosa di strano. Dai carri bestiame fermi in stazione provenivano invocazioni di aiuto: “Acqua! acqua!” Cosa stava succedendo? In quei giorni (l’8 settembre 1943) era stato diffuso dalla radio il “Proclama Badoglio” che annunciava l’avvenuta firma con gli Alleati dell’armistizio di Cassibile e gran parte della nazione lo intese come l’annuncio della fine della guerra. Accadde così che il nostro esercito, si trovò senza alcun preavviso tra l’incudine ed il martello, senza ordini e con da una parte gli eserciti alleati, che non avendo autorevoli interlocutori, avanzavano lentamente, dall’altra l’ex alleato tedesco che dalla sera alla mattina si ritrovò esercito di occupazione. In un clima, per noi, di totale confusione i tedeschi si mossero subito imprigionando seicentomila nostri soldati ed iniziando a deportarli in massa nei campi di concentramento in Germania. Erano appunto questi nostri connazionali che, ammassati nei carri-bestiame fermi in stazione, chiedevano acqua. Maria e Lidia non ci pensarono su due volte e spinte dal loro altruismo e dalla loro generosità accorsero in loro aiuto. Per più di un mese, tanto durò il passaggio di treni con prigionieri, con l’incoscienza della giovane età si prodigarono in ogni modo sfidando il divieto di avvicinarsi ai treni. Le sentinelle talvolta per intimidirle, altre per puro divertimento, sparavano raffiche di mitra appena sopra le loro teste costringendole a scappare piegate in due. Ma loro non si lasciarono scoraggiare, aiutate e sostenute dai fratelli e da altri volonterosi, dapprima riempirono le borracce che i prigionieri stessi passavano dagli stretti finestrini, poi si organizzarono per trovar loro anche qualcosa da mangiare. E non era come adesso, in tempo di guerra: la fame era già per tutti il primo problema di ogni giorno, eppure, quando iniziarono ad andare per negozi, forni o famiglie, in molti diedero qualcosa, seppur discretamente, perché la paura di rappresaglie era tanta. Pane, fondi di salame, qualche salsiccia, del lardo, qualche mela, qualunque cosa di commestibile. Maria e Lidia preparavano poi dei panini, a volte una carriola intera, ed andavano a portarglieli, aiutate anche dai ragazzetti della zona, che per la loro età (assieme anche a qualche altra donna) erano gli unici ai quali era consentito avvicinarsi ai treni. Cito per tutti Gianni e Gigi Rizzini, ma ve ne erano anche altri. Spesso i prigionieri erano riusciti a scrivere un foglietto con cui comunicavano la loro sorte alla propria famiglia. Nello scambio di borracce glieli affidavano pregandole di spedirli. Quante lettere spedite? Impossibile tenerne il conto. E non posso in questa occasione non scrivere quello che mi raccontò tanti anni fa Gianni Rizzini: “Una delle due gemelle, non so quale perché erano talmente uguali che neanche i genitori le distinguevano, mi diede un biglietto di uno che era di Povegliano e che scriveva di stare molto male, tanto di essere vicino alla morte. Era sera, partii in bicicletta per consegnare il biglietto ma giunto circa a metà strada forai. Era tardi e c’era il rischio di non fare in tempo a tornare a casa prima del coprifuoco. Rimasi un po’ indeciso, poi nascosi la bici in un fosso e proseguii a piedi. Trovai la famiglia e consegnai il biglietto. Qualche anno dopo seppi che i famigliari, raccolto il poco che avevano, erano riusciti in qualche modo a rintracciare il loro congiunto nella stazione di Dolcè e a farselo riconsegnare e che anche grazie alle cure ricevute era sopravvissuto”. Ma torniamo alle “zumele”, Lidia fu la prima a maritarsi. Nel 1948 si è sposata con Sergio Venturi detto “el marinar” ed ha avuto anche lei una coppia di gemelle, Nadia e Lilia e poi anche un maschio, Gianfranco, mio carissimo compagno d’infanzia. Maria si è poi sposata col medico veterinario dottor Vittorio Danese del casato dei “Bortolin” (nella foto, sul carretto alla sua festa di laurea: l’evento era allora così eccezionale che gli fu organizzata anche una sfilata per le vie del paese con tanto di banda in testa ed animali al seguito). Maria ha avuto due maschi, Luca e Massimo, tanto vicini da sembrare anche loro gemelli. L’era la “Villafranca de ‘na ‘olta”, quando la solidarietà era un valore talmente alto che per onorarlo in molti, alla bisogna, si tolsero non il superfluo, ma il necessario. Ora le “zumele” vanno per i 93. A loro, ed anche a voi, cari amici, auguri per le prossime festività. Alla prossima Rico Bresaola

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Biglietti da Visita a colori 1.000 Pezzi 59,90 euro + IVA 2.500 pezzi 69,90 euro + IVA Volantini A5 a colori - fronte/retro 1.000 pezzi 96,00 euro + IVA 2.500 pezzi 118,00 euro + IVA

Registrazione al Tribunale di Verona n. 1838 SocietĂ editrice: Pirite S.r.l.

Grafica e impaginazione: Sibilla Tenero - grafica@ilgiornaledivillafranca.com Stampa: Centro Stampa Editoriale S.r.l. Grisignano di Zocco (VI)

Editore: Diego Cordioli Direttore responsabile: Elisa Zanola Redazione: via L. Prina, 71 - Villafranca di Verona Tel. 045.7903235 - Cell. 393.9413610 redazione@pirite.net

Si ringraziano per il contributo gratuito: Giorgio Negrini, Paolo Tovo, Renato Begnoni, Dott. Giuseppe Pecoraro, Dott. Paolo Garzotti, Ing. Luca Zamperini, Fabio Gatta, Antonio Peru, Carlo Micheli, Lucrezia MacrĂŹ, Diego Innaro, Prof. Umberto Massaro, Luigi Facincani, Rico Bresaola

Numero chiuso in redazione il 07/12/2012

stampato in 23.000 copie con distribuzione gratuita nel comune di Villafranca di Verona

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