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N OT I Z I A R I O D I I N F O R M A Z I O N E D E L C O M P R E N S O R I O V I L L A F R A N C H E S E N OV E M B R E 2 0 1 2

R e g i s t ra z i o n e a l Tr i b u n a l e d i Ve ro n a n . 1 8 3 8

Villafranca spiccherà il volo?

Dalla futura classe dirigente e politica la cittadinanza si attende un paio di ali L’ E D I TO R I A L E di Diego Cordioli

Vivere per volare Entusiasmo, ambizione, coraggio: a volte, nella nostra Villafranca, sembrano in via d’estinzione. Come se appartenessero più a mitologiche creature alate che alla generalità dei cittadini, troppo spesso abbattuti, sconfortati, logorati dalla ricerca del proprio tornaconto personale. Persi in inestricabili labirinti di problemi apparentemente irrisolvibili e incapaci di costruirsi un paio d’ali per cercare una via di fuga. Volando un po’più in alto del consueto, non troppo, certo, perché altrimenti il rischio è quello di Icaro di perdere quota avvicinandosi troppo al sole… ma nemmeno ci si dovrebbe rassegnare a rinunciare alla dimensione del volo. Bisogna smettere di volare per vivere, ma bisogna vivere per volare. Alto. Solo così tutti otterranno dei benefici, altrimenti resteremo una cittadina povera, senza tanti servizi essenziali, come un ospedale, un teatro, un cinema, o ritrovi per i giovani. Nessuno sembra pensare davvero a sviluppare il paese. Ogni bandiera politica che si è alternata e si alternerà a Villafranca, non potrà essere motore di nessun cambiamento se non verrà sradicata una mentalità zoppicante, che anziché potenziare le nostre possibilità civiche, ci è di freno. Che ci nega il volo e ci paralizza, indipendentemente dal colore politico di riferimento. Nessuno ca-

Foto: Renato Begnoni

Editoriale a pag. 1 e 2

PRIMO PIANO

PRIMO PIANO

Classe dirigente cercasi

VIVERE A VILLAFRANCA

L’ospedale Magalini diventa teatro

articolo a pag. 2

Il parco del Tione e il problema delle palestre

articolo a pag. 5

articolo a pag. 6

› segue pag. 2

Bar - Pasticceria - Caffetteria

OGNI SABATO MUSICA LIVE

GIOVANI

AMBIENTE

X-days on the road 2012 articolo a pag. 17

SPORT

Grezzanella: l’opera incompiuta

PSG Tosoni basket: Villafranca cala il poker

articolo a pag. 19

articolo a pag. 21

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Primo Piano

A cura dI Diego Cordioli

Classe dirigente cercasi Appare sempre più chiaramente, dalle considerazioni che facciamo sulla crisi economica, che ci vorrà molto tempo per uscirne e molti sacrifici da parte di tutti. Un percorso così difficile richiede serietà e condivisione, ed è proprio su questo punto che il nostro Paese dimostra tutta la sua fragilità. Si continua a raccontare la politica attraverso gli episodi di malaffare e malcostume che certamente creano rabbia e sconcerto, ma se il degrado della politica resta l’unica motivazione della crisi economica, allora basterà la radicalità di chi propone il “tutti gli attuali politici a casa” per uscire dai nostri problemi. Vent’anni fa ci fu un grande cambiamento di personale politico che per la maggior parte proveniva dall’imprenditoria e dalle professioni, la cosiddetta società civile, senza esperienza politica ma con grandi volontà e proclami di cambiamento e moralizzazione. Sappiamo come è finita oggi quella esperienza: con il quasi fallimento del Paese sia dal punto di vista economico che morale. Ci si aspetterebbe ora una maggiore prudenza nella scelta dei protagonisti di un possibile riscatto, ma le consultazioni regionali in Sicilia ci dicono che molti

si lasciano tentare dalla protesta radicale e dall’assenteismo: è come se in una azienda in difficoltà la proprietà decidesse che invece di affrontare i problemi è meglio andare in ferie. Lo stesso ragionamento vale a livello comunale: i Comuni o diventano protagonisti della riscossa del Paese o non avranno alcun ruolo e funzione. Oggi sono impediti nei movimenti e nelle risorse da una stretta finanziaria che colpisce anche quelli virtuosi che pur avendo il bilancio in attivo non possono nemmeno spendere le risorse risparmiate, e da una burocrazia che per tutelare se stessa da ogni rischio inventa norme, regolamenti, circolari, interpretazioni che si contraddicono e fanno perdere tempo. Questo apparato costa caro al Paese: in termini di investimenti e di voglia di fare. Se capita sotto questa macchina infernale chi è bravo solo a inventare slogan

elettorali ma poi non sa da dove cominciare, allora siamo sicuri che altri anni saranno perduti: ci potremmo sempre consolare con feste e proclami ma sarà una magra consolazione. Ci serve una classe dirigente in grado di unire novità, creatività esperienza e serietà: mettere insieme queste caratteristiche non è facile ma neanche impossibile: basterebbe che ognuno prendesse con se stesso l’impegno di dedicare un po’ di tempo e risorse per dare una mano, pretendendo quello che ogni capo famiglia fa a casa propria per superare le difficoltà: avere una chiara visione del futuro, definire con chiarezza le cose che non funzionano, stabilire quali cose si vogliono e si devono cambiare e chiedere che ognuno faccia la sua parte. Gli uomini che fanno tutto da soli e che sanno tutto li abbiamo già visti all’opera e siamo convinti che prima cambiamo meglio è.

L’ E D I TO R I A L E ...continua da pag. 1

pisce che se si arriva in alto, ovvero a incentivare la nostra cittadina, tutti ne trarranno benefici, dai più abbienti ai meno ricchi. Ci si riduce, ora che l’orizzonte è più basso, materiale, terra a terra, egoistico, a fare la guerra tra i poveri. E i soldi vanno altrove. In una cittadina come la nostra, di oltre 32.000 abitanti, non si riesce ad esprimere un consigliere o assessore regionale o un deputato, quando si avrebbero i numeri per farlo. Perché nessuno vola alto, nessuno pensa in grande. Come nel libro, “Il gabbiano Jonathan Livingston”, tutti volano basso per raccattare dei tozzi di pane o gli scarti delle navi, nessuno vola più in su, come fa invece Jonathan. E non servirebbero le ali da gigante dell’albatro di Baudelaire per farlo: basterebbero iniziativa, impegno, un maggiore interessamento alle cose che riguardano tutta la collettività e la rinuncia ad una mentalità agricola/commerciale che domina molti di noi villafranchesi. Dovremmo imparare a servircene, non ad esserne asserviti. Se non si passa ad una dimensione diversa, si rischia di venir calpestati da chi è più in alto. Il volo, quindi, diventa anche una strategia di difesa da poteri che potrebbero annientarci. Bisogna salire al loro livello per capirli meglio, per poter dialogare con loro, senza rischiare abusi e manipolazioni. Per intervenire agendo sui fatti, senza correre il pericolo di venir agiti, passivamente e a testa bassa, dagli eventi. E bisognerebbe allenare anche la classe dirigente, presente e futura, ad essere in grado di spiccare quel volo, quel salto di qualità che porterebbe tutta Villafranca a fare un balzo in avanti. E a salire, un po’più in alto, dove le prospettive spaziano, si ampliano, diventano meno anguste e soffocanti. Dall’alto, la visione si fa più chiara e nitida e si può vedere meglio. E più lontano. Diego Cordioli

SONDAGGIO

Scegli il tuo nuovo Sindaco! Un invito, quasi una provocazione. In senso positivo, ovviamente. Chi sceglierebbero i villafranchesi come nuovo Sindaco? Senza nomi predeterminati, né liste predefinite, invitiamo qui la cittadinanza ad esprimere la propria preferenza in merito al primo cittadino che vorrebbero amministrasse Villafranca. Potete compilare il fac-simile della scheda elettorale che trovate qui sotto e portarla, di persona, in un’urna che allestiremo presso il negozio MAIL BOXES ETC. , di via Napoleone III, num.6. Oppure potete inviare il vostro voto telematicamente, via mail, all’indirizzo: votailtuosindaco@pirite.net specificando nell’oggetto della mail: “Il mio voto per il Sindaco di Villafranca”. Chissà quali sorprese potrebbero emergere per la classe politica attuale! Nuovi nomi, volti nuovi, inattesi. Oppure inaspettate riconferme di personalità note. Villafranchesi, questa è un’occasione importante per far sentire la vostra voce, per far capire alla classe dirigente e agli altri concittadini, da chi davvero vorreste essere amministrati.

Allora, forza, PARTECIPATE NUMEROSI!

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Primo Piano

Maurizio Facincani: serve fare squadra Maurizio Facincani, già sindaco di Villafranca, da anni è impegnato nella politica villafranchese, adoperandosi in diversi modi per riportare la nostra città al ruolo che le compete. In questa intervista, riflettiamo con lui sulle possibilità che potrebbero derivare dall’accorpamento delle province di Verona e di Rovigo e su alcune soluzioni che favorirebbero la crescita di Villafranca.

di Giorgio Negrini Cosa pensi della superprovincia Verona-Rovigo in relazione allo sviluppo di Villafranca? Penso che la super-provincia sia una grande opportunità per il nostro territorio; la fortuna di Villafranca è stata, nel corso della sua storia, quella di avere una grande diversificazione. Penso che l’unione tra la provincia di

Verona e quella di Rovigo, ma ancora meglio, se ci fosse anche la Provincia di Vicenza, sarebbe di grande utilità, soprattutto per il settore agro-alimentare e in generale per il mondo agrario. La vocazione del nostro territorio in questo settore è sempre stata molto forte e quindi ci sarebbe in questo modo la possibilità di creare una rete di infrastrutture adeguate per attrarre nelle nostre zone prodotti, servizi e attività del sistema Veneto. Come dovrebbe articolarsi il sistema Veneto per dare questo tipo di messaggio, a livello di Villafranca, nella Provincia VR-RO ma soprattutto in Regione? A mio giudizio la legge nazionale ha aiutato molto perché ritengo, senza creare polemiche strumentali, che oggi serve aggregare, serve semplificare e serve fare squadra. Unirci alla

realtà di Rovigo, che nel campo dell’energia è particolarmente sviluppata e ha un settore importante, permetterebbe di dare servizi migliori alle imprese, alle realtà produttive e commerciali, di avere energia a costi molto più contenuti e quindi il nostro territorio risulterebbe molto più attrattivo. Abbiamo la fortuna, nella zona del veronese, di essere, per motivi geografici, in un bacino fondamentale. Ricordiamo il vecchio tema del Corridoio 5 e del Corridoio 1. Aiutando la natura che ci ha dato questa opportunità, aiuteremo gli amministratori locali che facciano sintesi, che si uniscano e che non pensino solo alle ambizioni personali. Avendo realtà storicamente forti ed economicamente importanti, le condizioni ci sono tutte per ripartire. Mancano solo gli uomini che sappiano spendersi per

l’amministrazione pubblica e che siano soprattutto credibili Qual è la tua opinione per una ripresa economica che possa favorire i settori industriali e commerciali? Il futuro consiste nell’unire, in modo trasparente, la forza pubblica positiva. Per spiegarmi meglio: si devono prendere, da una parte quegli amministratori pubblici competenti, che, senza fare demagogia, ci sono e ci sono sempre stati, anche se recentemente abbiamo assistito a tanti episodi negativi che hanno creato sfiducia nella gente; e, dall’altro, l’economia del territorio, rappresentata da imprenditori capaci ma che purtroppo stanno spostando all’estero i loro investimenti. Il futuro sta nel creare “società”; nel passato si parlava delle STU o Società di Trasformazione Urbana, che rappresentavano opportunità

che il legislatore aveva dato e che noi, come comuni del Veneto, abbiamo sostenuto con entusiasmo. Tali società permettevano, attraverso questo sistema legislativo, di trasformare le aree cosiddette dismesse o non utilizzate, nel migliore dei modi, per creare nuove infrastrutture, permettendo che ciò fosse fatto da un capitale pubblico e da un capitale privato. Quale era il beneficio? Che essendoci la garanzia di amministratori pubblici, professionali e trasparenti, si tutelavano gli interessi di tutti e si permetteva agli imprenditori del territorio di avere forza lavoro, di garantire posti lavorativi, con la possibilità concreta dell’occupazione per i giovani e non solo. Le imprese del territorio avrebbero lavorato tutte e il pubblico avrebbe avuto la garanzia che gli utili sarebbero stati investiti negli ospedali, nelle scuole, nella viabilità e in tanto altro. Spero che, anche a Villafranca, nel prossimo mandato, nasca la possibilità di intraprendere questa strada perché ci sono le prerogative per iniziare un percorso di questa natura. Con un sindaco che sapesse mettere assieme questi due grandi mondi formati da amministratori, capaci e onesti, ed imprenditori che hanno fatto storia su questo territorio, si potrebbe finalmente realizzare anche l’ospedale di cui abbiamo bisogno. Non un ospedale locale, ma un ospedale di rete; si potrebbe completare la grande viabilità con l’opportunità anche della metropolitana di superficie che porterebbe un grande miglioramento della qualità della vita riguardo l’ambiente, con più sicurezza sulle strade. Si potrebbe realizzare anche il Polo Scolastico che è atteso da tanto tempo e infine la zona fieristica di cui la nostra realtà villafranchese ha estremamente bisogno. Villafranca, da sempre, deve fare sistema con i comuni vicini e la città di Verona, riportando a piena funzionalità, la Camera di Commercio, l’Agenzia delle Entrate e tutte quelle cose che negli ultimi tempi sono sparite per demerito di amministratori non all’altezza del loro compito.

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Primo Piano

Salviamo l’ospedale! Quello ancora da costruire… Due mesi fa, l’arch. Canini, Commissario straordinario per la costruzione dell’ospedale di Villafranca ha dichiarato: “Occorreranno circa 800-900 giorni per finire l’involucro (le mura) del nuovo ospedale di Villafranca”… Come avete potuto ben vedere, sono state innalzate le impalcature per le fondamenta. Bene: ora, visto che mancano circa 3 anni per il completamento della prima parte dell’opera, ipotizziamo, se tutto andrà bene, che alla fine del 2015 e all’inizio della primavera del 2016, vedremo questo bel contenitore magari anche colorato, finito. Cerchiamo di capire cosa succederà.

Tre mesi fa è stato approvato a Venezia in Regione Veneto il nuovo Piano Socio Sanitario 2012-2016. Di tutti gli ospedali della Regione Veneto, molti saranno riconvertiti in altre strutture sanitarie che non saranno ospedali, ma altro (tipo ricoveri, sedi ULS, uffici amministrativi, luoghi di cura e degenza, ecc.), il tutto in nome della razionalizzazione delle spese. Sapete molto

meglio di me cosa stia facendo il governo Monti per ridurre le spese pubbliche. Alla Regione Veneto come alle altre Regioni sono stati tagliati i finanziamenti. Inoltre alla fine del 2013, proprio per sapere come e dove fare questa riconversione, saranno presentate dalle varie sedi ULS le famose schede, che conterranno ciò che ogni ospedale ha e fa in questo momento.

Ora, primo problema: chi prenderà in mano queste schede valuterà quanto è importante questo o quell’altro ospedale; valuterà quale tenere o quale tagliare o riconvertire. Pensate voi che saranno i tecnici a fare questa valutazione? Io credo proprio di no e anzi immagino che sarà in quel momento che interverranno le forze politiche con i loro poteri.

di Giorgio Negrini

L’ospedale di Isola della Scala A questo proposito vi porto un esempio che credo sia lampante: il sindaco di Isola della Scala, Giovanni Miozzi, che è anche presidente della Provincia, ha presentato in Regione un appello per salvare gli ospedali di Isola della Scala e di Legnago. Sapete quanti sindaci della bassa si sono uniti a questo appello? 26 sindaci hanno immediatamente aderito a questa iniziativa. Il sindaco Giovanni Miozzi ha dichiarato: “Vigilerò in ogni momento perché tutto sia fatto nel rispetto delle regole.” Quindi non ci resta che prendere atto che il sindaco di Isola della Scala si sta adoperando in tutti i modi per salvare il proprio ospedale. Si potrebbe addirittura ipotizzare il suo ulteriore impegno politico per il rinnovo della carica di Presidente della super- provincia Verona- Rovigo e assieme all’attuale sindaco di Rovigo, Bruno Piva, ha già aderito alla proposta che il sindaco di Verona Flavio Tosi ha lanciato per formare il triangolo: Verona– Vicenza-Rovigo (la VeViRo). Immaginatevi che potere politico potrebbe adoperare.

Macchinari, risorse e voto

Le schede operative

Alle prossime elezioni amministrative dobbiamo cercare e trovare, e qui sarà il difficile, chi dal primo giorno dopo le elezioni, lavorerà ogni santo minuto della settimana e per 365 giorni all’anno, per cercare d’avere a disposizione i soldi per comperare i macchinari che devono essere inseriti nella struttura. Questo dovrà essere fatto prima della fine dei lavori murari. Dovrà avere a disposizione tutte le risorse amministrative e comunali

E il nostro ospedale, che deve essere ancora costruito che fine farà? Cerchiamo di capire bene i tempi che ci spettano: alla fine dell’anno prossimo saranno presentate le “schede operative” dei vari ospedali. La nostra, o meglio quella del nostro ospedale, sarà completamente in bianco dato che sì o no, saremo arrivati al 2° piano delle mura esterne; cosa potrà essere programmato per il 2014-2015-2016? Un bel nulla! Avete mai sentito qualcuno che in questi giorni abbia proclamato che nel 2017 il nostro ospedale sarà operativo? Noi non l’abbiamo mai sentito e voi? Già, proprio di questo stiamo parlando, perché per un miracolo del genere non c’è che una strada e una sola: avere una“forza politica che è data dal numero dei voti”. Prendiamo le elezioni regionali della Sicilia: quale

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che dovessero essere necessarie. Il lavoro di trovare i soldi sarà un’impresa improba, dato che da Roma alla Regione ne vengono già da oggi sempre meno e quei pochi che arrivano sono spartiti da chi ha più potere. Per questo motivo tutti noi villafranchesi che vogliamo riavere il nostro ospedale, non possiamo permetterci assolutamente di disperdere il nostro voto o di regalare il nostro volere a qualcun altro.

è stato il partito che ha ricevuto più voti? Quello che non ha ricevuto voti o meglio gli assenteisti del voto. Ma la domanda “principe” è: cosa hanno ottenuto? Quello di consegnare più consiglieri al partito della protesta. Sono d’accordo che la protesta deve esistere ma quando hai protestato, o meglio, quando senza la volontà di esprimere quello che pensi, hai protestato, cosa hai ottenuto? Saranno sempre padroni del tuo futuro. Ma ti sembra un bel modo di ragionare? Stiamo tutti dicendo che è ora di cambiare il nostro futuro e di prendere le redini in mano e nello stesso momento o non votiamo o votiamo la protesta. Ora, ritornando al nostro ospedale, nessuno si sta adoperando in modo che nei primi giorni del 2017 il nostro ospedale possa ripartire con tutte le attività.

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Primo Piano A cura dei consiglieri di Minoranza: Martari,Tovo, Zanolli, Piazzi e Dal Maso

L’ospedale Magalini diventa teatro, ma la commedia del centrodestra non fa ridere Ancora una volta i cittadini di Villafranca e del villafranchese assistono increduli ad una scenetta tragicomica sull’ospedale Magalini. Regia, sceneggiatura e attori interamente prestati da PdL e Lega Nord. Fa impressione che i massimi responsabili della Sanità Regionale continuino ad alimentare la commedia degli inganni, con pessimi risultati. Da un lato il Presidente della V Commissione Sanità parla della necessità di ridimensionare il numero dei posti letto, specialmente a Verona, e cita il costruendo ospedale di Villafranca come esempio di spreco e marchetta elettorale. Dall’altro, l’assessore alla Sanità Coletto risponde piccato che non vuole invasione di campo su Verona, feudo incontrastato della clientela leghista sugli ospedali, specie da parte di un esponente pidiellino padovano. Sullo sfondo s’intravedono alcuni esponenti della maggioran-

za locale che, tra sconcerto e ottimismo di maniera, non mancano di accusare pesantemente di disinteresse il sindaco che li ha guidati in questi ultimi cinque anni. Il che la dice lunga sul clima che si respira in municipio. Ma tutti si mostrano comunque sempre ligi, obbedienti e ossequiosi alla verità rivelata dai loro referenti regionali. Non considerando invece che l’atteggiamento subalterno sino ad ora tenuto porterà gravi danni a Villafranca nel momento in cui la resa dei conti tra PdL regionale e Lega veronese verrà al pettine. Cioè tra poco. Stando al deficitario bilancio regionale ed all’ulteriore taglio di finaniziamenti da Roma a Venezia, a nessuno può sfuggire

che per poter avere a Villafranca un ospedale che si possa dire tale (cioè che sia d’eccellenza, funzioni bene, sia economicamente sostenibile e sia il riferimento per oltre 100.000 utenti) bisogna chiuderne altrove almeno due da 300 posti letto. Non basta richiamare il fatto che il finanziamento pubblico sia destinato espressamente al Magalini e che quindi possa essere speso solo a tal fine. Tutti confidiamo che l’ospedale verrà realizzato. Purtroppo, per quanto presto sia, sarà sempre tardi. Chi si vanta dell’attuale settimana di anticipo sul cronoprogramma dei lavori fa amaramente sorridere perché dimentica i troppi anni sin qui persi per colpa del-

la cattiva programmazione della Regione (guidata negli ultimi tre lustri dal centrodestra di Galan e Zaia, nelle cui giunte tutti gli assessori alla sanità, da Tosi in qua, appartengono alla Lega), sprecando un sacco di soldi pubblici. Ma tutto questo gioco delle parti ha un solo obiettivo: gettare un po’ di fumo per distogliere l’attenzione dal problema centrale, che è quello di sapere quale “contenuto” avrà il nuovo “contenitore”. Sarebbe molto più semplice e serio se l’Assessore Coletto dicesse una volta per tutte quali reparti lui vuole che vengano portati a Villafranca, senza frasi evasive in politichese. Questa sarebbe una seria base di ra-

gionamento e di confronto, a cui tutti potremmo contribuire, valorizzando finalmente il ruolo del Comune, che non può essere sempre costretto a subire l’effetto delle mitiche “schede regionali” decise da altri a Venezia. Evidentemente si tratta di una manfrina organizzata ad arte per rilanciare la presunta paternità sul futuro del Magalini. Visto però che la maggioranza comunale non c’è più, tutte le (molte) anime del centrodestra pensano di andare avanti così fin dopo le elezioni e tenere in piedi la commedia fino ad allora? Sono passati tanti, troppi anni e forse i Villafranchesi non sono più disposti a credere alle favole. Ma lo vedremo tra pochi mesi…

DAI NOSTRI LETTORI... La sanità annega…in un bicchier d’acqua Sono un cittadino di Villafranca di Verona; voglio portare alla vostra conoscenza questa mia esperienza del vivere quotidiano, purtroppo negativa. Un mio famigliare si è dovuto ricoverare presso un istituto ospedaliero della zona per un piccolo intervento; un giorno e una notte di degenza. Alla richiesta di un bicchiere d’acqua, dato che il famigliare era a digiuno dalla sera precedente l’intervento ed erano passate 5 ore dall’uscita dalla sala operatoria, mi è stato gentilmente risposto dalle infermiere del reparto che non si poteva più fornire acqua agli ammalati per una circolare interna, che faceva riferimento ai tagli della sanità. Quanto alle medicine, si potevano somministrare solo quelle inerenti il ricovero, perché la farmacia dell’ospedale era sprovvista di altri medicinali di cui il paziente aveva bisogno quando era a casa. Il tè veniva servito solo il mattino durante la colazione e non più né a pranzo, né a merenda, né alla sera. La signora ricoverata a fianco del mio famigliare è andata alla macchinetta del caffè, ha comprato un bicchiere di plastica ed è andata a prendere l’acqua del rubinetto. Mi sono chiesto, se anche un bicchiere d’acqua viene negato, significa che in questa Italia e in particolare in questo caso, la sanità è annegata… in un bicchier d’acqua. Tutto quello che ho visto e sentito credo che sia disumano, offensivo verso gli ammalati di qualsiasi età, sesso, colore. E la domanda che mi pongo è: ma chi si è bevuto tutta l’acqua? Lettera firmata

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Vivere a Villafranca

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Il Parco del Tione e il problema delle palestre Trattiamo quest’argomento, riguardante il Parco del Tione, cercando di essere i più chiari possibile, perché la Comunità Europea, la UE con sede a Bruxelles, ritiene che l’ambiente sia uno degli aspetti più importanti per tutti i Paesi europei e non solo, e anche perché questo dà un’idea di come oggi noi villafranchesi potremmo essere visti.

Dove erano i cittadini? Lunedi 12 ottobre 2012 all’Auditorium di Villafranca, il Parco del Tione era protagonista di un dibattito presentato dai consiglieri di maggioranza comunale Nicola Terilli e Niko Cordioli in rappresentanza dei movimenti Grande Nord e Unione di Centro. Per l’amministrazione comunale erano presenti l’assessore allo Sport Roberto Dall’Oca e il responsabile Area Tecnica arch. Toffali. Per spiegare meglio a tutti i cittadini la situazione, era presente anche la sig.ra Maria Luisa Zecchinato, portavoce del

Movimento Parco del Tione. Abbiamo riscontrato la presenza di un centinaio circa di persone, tra le quali una buona sessantina rappresentavano o politici di maggioranza e minoranza, o rappresentanti di associazioni sportive. Quello che è saltato subito all’occhio è stata la mancanza di noi cittadini, ovvero mamme, papà, persone anziane e soprattutto di noi villafranchesi che ogni giorno usufruiamo del percorso lungo le rive del Tione. Le 1630 firme raccolte dal Comitato avrebbero fatto ben sperare in una

partecipazione ben nutrita da parte di quelli che sentono l’esigenza di un po’ di aria pulita e di uno spazio in cui correre, svagarsi, chiacchierare, portare i piccoli, sia quelli di pochi mesi nelle carrozzine, che quelli più grandi, nelle varie stagioni dell’anno. Gli anziani si sa, fanno fatica la sera a uscire di casa e quindi chi ne aveva la possibilità avrebbe potuto rappresentare anche loro. Ma visto come sono andate le cose, non ci resta che riportare una serata nella quale le forze politiche di maggioranza e di opposizione

non hanno fatto altro che accapigliarsi con motivazioni che, sostenute dal proprio punto di vista, sembravano valide. Non ci soffermeremo su chi ha più o meno ragione: certo è che l’intervento di Luigi Facincani del WWF ci ha fatto riflettere sulla situazione. Ed è da qui che partiamo per trattare l’argomento in generale. Il sig. Facincani ha evidenziato una cosa, che abbiamo sempre riportato nei nostri numeri precedenti e che è la mancanza del Programma di Assetto Territoriale o PAT.

di Giorgio Negrini

Che cos’è il PAT? Il PAT è lo strumento principe di una programmazione comunale che a volte dura anche per decenni, con riferimento soprattutto alle disposizioni che riguardano le decisioni per cui si individuano gli ambiti per la formazione dei parchi e delle riserve naturali di interesse comune. Il PAT recepisce i siti interessati da habitat naturali di interesse comunitario e definisce le misure idonee ad evitare gli effetti negativi sugli habitat delle specie floristiche e faunistiche. Definisce una miriade di tante altre cose; disciplina le invarianti di natura geologica, ge-

omorfologica, idrogeologica, paesaggistica, ambientale, storicomonumentale e architettonica del territorio; detta la disciplina con riferimento ai centri storici, alle zone di tutela, alle fasce di rispetto e alle zone agricole. Assicura le dotazioni minime complessive di tutti i servizi; individua le infrastrutture di maggiore rilevanza e detta i criteri per la localizzazione di grossi centri vendita e tanto, tanto, tanto altro ancora. Sono anni e anni che noi non abbiamo questo importante strumento, del quale in amministrazione non si vuol sentire parlare.

La questione del Chievo A causa di questa mancanza nasce il problema se sia legittimo, conveniente, necessario o non necessario dare l’ok da parte della cittadinanza a questa operazione. Guardate bene che l’amministrazione non ha bisogno che noi diamo o no il benestare; nossignori. Questo perché: per prima cosa non si vuol sentire parlare di un referendum popolare su questo argomento; tant’è che la disciplina del referendum comunale è rimandata alla prossima amministrazione. La seconda cosa che l’assessore Dall’Oca ha voluto evidenziare è che: “O si fa questo progetto con l’associazione

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sportiva Calcio Chievo o non si fa nulla e si perdono i 900.000 Euro che l’assessore regionale Giorgietti ha messo a disposizione per questa operazione”. Abbiamo cercato di spiegargli una cosa riguardante i soldi di tutta l’operazione, ma crediamo di non esserci spiegati bene perché l’assessore Dall’Oca non ha capito dove volevamo arrivare. Se invece l’ha capito, ha fatto bene a tagliare corto tutto il ragionamento. In ogni caso, per chiarezza, lo scriviamo, visto che “verba volant, scripta manent”. L’assessore Regionale Giorgietti ha dato 900.000 Euro al sig. Campedelli del Chie-

vo solo perché si tratta del sig. Campedelli del Chievo. All’amministrazione di Villafranca non ha dato un euro, dato che, se non si fa l’accordo con il Chievo, i 900.000 euro se li riporta a casa. A noi villafranchesi, non è che per supplire alla mancanza di palestre (questione che tratteremo in dettaglio tra poco), venga data “qualche lira”, come si diceva una volta; nossignore, “no Chievo no besi”, come ha ben evidenziato l’architetto del Chievo. Quindi noi, come cittadini di Villafranca e quindi come amministrazione, valiamo meno del sig. Campedelli. In più qualcuno non ha ancora capito che

i 400.000 euro che l’amministrazione spenderebbe come opere di urbanizzazione, servizi ecc.. non dovrebbero essere spesi dall’amministrazione ma dal Chievo. A me se qualcuno regala un orologio di solito ha il cinturino o la pila per funzionare e non devo metterceli io: quindi non si tratta di operazione a costo zero. E se qualcuno, che si crede più intelligente degli altri e ci fa dell’ironia sopra, non l’ha ancora capito, è ora che invece di fare il registratore, cominci a pensare con la propria testa e non con quella di altri. Quell’area è troppo importante per il futuro di Villafranca e buttarla via per

due campi da calcio è un suicidio per i villafranchesi. Quindi, quei 400.000 euro che l’amministrazione mette come opere di urbanizzazione ecc. sono stati chiesti solo per vedere quanto chi esponeva il progetto era convinto di quello che diceva; la risposta è stata chiara e ci ha fatto capire che attualmente vedere al di là del proprio naso è un’impresa improba. Questo e tanto altro a voi che leggete, dovrebbe far nascere l’idea di quanta importanza abbiamo come città in ambito regionale e di quanto possiamo mettere in campo come programmazione futura per Villafranca.

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Vivere a Villafranca

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Le palestre a Villafranca Quindi l’argomento palestre, che andiamo subito ad analizzare, sembrerebbe avere poca rilevanza per qualcuno in comune, dal punto di vista politico attuale e quindi giocoforza, è indispensabile analizzarlo dal punto di vista amministrativo. Io frequento palestre tutti i giorni da 40 anni e da 40 anni qui a Villafranca sento dire che mancano palestre. Vi dico anche di più: se avessimo domani 10 palestre nuove, mancherebbero comunque sempre palestre. Vi spiego il perché: prendiamo per esempio la Polisportiva San Giorgio o come la chiamiamo in tanti che vi abbiamo militato, la “Polva”. La PSG ha come iscritti circa 1000 persone; come giocatori attivi che hanno bisogno della palestra 500, dal “Gioca Lo Sport”, alle prime squadre delle varie discipline nella quale la Polisportiva opera. La PSG per questi 500 atleti, ha bisogno di palestre per l’allenamento e per le partite, buttando lì una cifra tanto per capirci , di circa 100 ore (in realtà sono di più) di palestra la settimana. Ora, come ben sapete, tra associazioni e discipline sportive ne sono nate una miriade, tanto per ricordarvene alcune solo come esempi: il badminton, il ju-jitsu, la kick boxing ecc… e queste associazioni hanno, com’ è giusto, i loro iscritti. Ora, una nuova associazione sportiva, ma questo succede da tanti anni, presenta in comune l’elenco dei propri

iscritti sia tra praticanti e non e chiede per questi “tot ore di palestra”: più associazioni significa più ore di palestra. Che cosa succede? Se si vanno a vedere le ore assegnate a queste varie associazioni, si trova che spesso le palestre non sono sfruttate come dovrebbero. Un paio di scarpe da tennis e una tuta sportiva, permettono di entrare in una palestra sia il pomeriggio che la sera; per chi si muove sempre con vestito e camicia bianca, è diverso, perché si capisce in quel caso chi è che entra. In ogni caso, spesso, si trovano solo quattro gatti che utilizzano il parquet della palestra. Allora ci si domanda: come mai, così poche persone stanno utilizzando la palestra quando altre società ne hanno molto più bisogno, avendo tanti e tanti atleti iscritti dai più piccini ai più grandi, che cercano disperatamente ore di palestra nelle quali allenarsi?. Ha fatto bene Mauro Guarino, presidente della PSG, ad evidenziare che gli occorrono più palestre per poter soddisfare le esigenze dei “suoi” atleti, ma ha dimenticato, o forse è stato costretto a non farlo presente, che la gestione delle palestre sembra essere fatta in modo non consono e anzi parentale o amichevole. E’ sempre stato così da quando mi ricordo e, tanto per essere chiari, vi riporto un esempio che calza a pennello: alcuni anni fa sono stato invitato, assieme ad un centinaio di allena-

tori e dirigenti di società di basket della provincia, ad un corso di aggiornamento provinciale indetto dal Coni nazionale e dalla Federazione regionale FIP del Veneto in una palestra di Verona. Si doveva tenere una lezione di aggiornamento sulle nuove metodologie di allenamento del basket; erano presenti diversi allenatori nazionali. Sapete cosa abbiamo trovato in palestra? Tre pescatori che si stavano allenando al lancio della canna a mosca! Facendo presente che c’erano centinaia di persone venute anche dalle province vicine, questi hanno risposto che avevano fatto domanda in Comune a Verona e che gli era stata assegnata la palestra. Il risultato? Le persone delle varie società provinciali ed extra provinciali hanno fatto il corso di aggiornamento sedute sui gradini, con gli allenatori nazionali che hanno mandato a casa le squadre che servivano per la dimostrazione. E non erano squadre di poco conto. Pensate che figura. E c’erano tre, ripeto tre, pescatori che mandavano avanti e indietro la mosca per due ore in mezzo alla palestra semivuota, quando il luogo ideale per la loro attività sarebbe stato quello di un fiume. Esempio di gestione oculata. Una quindicina di giorni fa ho incontrato un allenatore di atletica che conosco e che mi ha detto: “Pensa un po’, sto andando in Comune a portare la copia delle chiavi della palestra di via

Marconi perché le loro le hanno perse. A proposito di palestre, sono passato ora dalla palestrina e l’ho trovata vuota, eppure lo sanno quanto ne abbiamo bisogno noi. Questa situazione mi fa arrabbiare di brutto”. Per risolvere tutto ciò è sufficiente domandare ad allenatori e a dirigenti di associazioni sportive che da più di cinquant’anni sono presenti sul nostro territorio, primo, se il sistema ha sempre permesso queste cose e secondo, come è stata la gestione in tutti questi anni. Queste considerazioni è doveroso scriverle, sperando che su questo modo di gestire le palestre e gli impianti sportivi si apra un dibattito serio e costruttivo e confidando che finalmente la gestione non sia lasciata in mano solo a chi possa avere la possibilità di fare per primo i propri interessi. In questo caso ci riferiamo al bruttissimo episodio di malgoverno degli impianti accaduto al West Verona Rugby: la giustificazione data “ il Rugby rovina l’erba” era assolutamente “puerile” perché significa due cose: la prima è che non si conosce il rugby e la seconda è che chi gioca a rugby sa che l’erba è l’unica salvezza per chi cade e trascina a terra il suo avversario e quindi migliore è il manto, migliore è la sua sicurezza personale, fisica e mentale e quindi questa dichiarazione si rivolgeva contro chi l’ha ideata. E con questo, l’argomento palestre è chiuso.

mo interesse per i paesi vicini che ci stanno guardando, cercando di capire in che direzione stiamo andando. Questo signore si domandava perché non seguivamo gli esempi vicini di San Giovanni Lupatoto e di Povegliano che hanno due parchi meravigliosi e soprattutto perché non cercavamo di imitarli, possibilmente, magari, tentando anche di ampliare il nostro parco, dato che

c’è la possibilità. I vantaggi di un parco in una città li abbiamo illustrati anche grazie alla sig.ra Maria Luisa Zecchinato nel numero precedente e non è il caso di ripeterli: sappiamo che siete attenti ai nostri articoli. L’inquinamento della nostra città a livello record, lo subiamo tutti i giorni e un po’ d’aria pulita non può fare altro che bene a tutti noi, sia grandi che piccini. Ecco,

a questa domanda, un amministratore locale ha risposto che questa era “un’utopia” e che quello che contava era: “no Chievo no besi”. Per risolvere i problemi bisogna conoscerli, perché dalla conoscenza nasce la programmazione. In questo caso sembra non esserci la conoscenza e quindi, come è logico, manca la programmazione: la mancanza del PAT insegna.

nia), Kutahya (Turchia) e Lubiana (Slovenia). Il commissario per l’ambiente della UE, il presidente Potočnik ha dichiarato: “Questo è il sesto anno del premio Capitale verde europea: molte capitali europee stanno impostando standard per la sostenibilità urbana con soluzioni innovative all’avanguardia per risolvere le sfide ambientali…il premio Capitale verde viene dato ad una città all’avanguardia in un ambiente urbano ecocompatibile.”

Cinque città hanno già ottenuto il premio Capitale verde europea: Stoccolma, Amburgo, Vitoria-Gasteiz, Nantes e Copenhagen. Queste sono state le città vincitrici degli anni scorsi. Cosa si deduce da tutto questo? La mancanza delle città italiane . Ogni città vincitrice, poi, ha ottenuto grandissimi contributi europei, tanto per restare in tema di soldi. “European Green Capital” è un’iniziativa della Commissione Europea, che ci ricorda an-

che come l’istruzione sia la chiave per un futuro verde ecocompatibile. Per capire il cambiamento climatico, comprenderne le cause, trovare soluzioni e per l’accrescimento della conoscenza in merito, si deve passare attraverso lo studio e la ricerca; non c’è altra strada. Lo strumento più potente nella lotta al cambiamento climatico è l’istruzione.

Verona, che sarà quasi la capitale del Nord Italia nei prossimi vent’anni, ha già individuato per la viabilità verso:Tirreno, Roma, Mare Adriatico, Paesi dell’ex Jugoslavia, Grecia e Nord Africa e sarà l’area per il suo sviluppo. Chi non sa questo è fuori dal mondo;Verona ha un bisogno estremo di espansione e l’unica aerea disponibile è quella tra Villafranca e Isola della Scala perché non ha nessun altro sbocco terri-

toriale. In questo momento chi comanda in Provincia? Il sig. Miozzi, sindaco di Isola della Scala; chi ha dato i soldi a Campedelli del Chievo in Regione? Giorgietti da Verona. Apriamo gli occhi, noi villafranchesi: chi abbiamo in Provincia? Chi abbiamo in Regione? Questo è quello che dovrebbe cambiare, ma questo sarà oggetto di tanti altri articoli.

Cosa fanno i paesi vicini? Parliamo ora del secondo intervento fatto da una persona non di Villafranca ma a cui interessava il Parco del Tione. E’ proprio in questo caso che le risposte di un amministratore villafranchese ci hanno fatto venire la pelle d’oca. Un signore non di Villafranca ha preso la parola facendo presenti alcune considerazioni importanti: Villafranca, in questo momento, è di estre-

L’ambiente e la UE Dal comunicato stampa del 19 ottobre 2012 della Commissione Europea di Bruxelles apprendiamo questi dati. Ambiente: otto città hanno fatto domanda per il premio Capitale Verde Europea 2015. Alla chiusura del concorso per la presentazione delle iscrizioni per diventare Capitale verde 2015 hanno partecipato: Bristol (UK), Bruxelles (Belgio), Bydgoszcz (Polonia), Dublino(Irlanda), Glasgow (Regno Unito), Kaunas (Litua-

Conoscenza = programmazione Ora, la risposta data al signore di cui parlavamo prima dal politico villafranchese, ossia: “Quello che lei dice è pura utopia”, ha del vergognoso per noi tutti villafranchesi. “Non conoscenza, non programmazione; conoscenza uguale programmazione” deve essere ciò che dobbiamo mettere in pratica dal 1 Gennaio 2013. Per concludere, ci piace dare la nostra indicazione in merito a questo tema: “Caro Chievo,

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noi villafranchesi vogliamo contribuire al tuo progetto: quindi, per prima cosa, sono tre anni che stai cercando di portarlo a termine; sei mesi in più non faranno la differenza. Per seconda cosa, questo progetto lo faremo nell’area che va da Villafranca a Dossobuono o nelle parti vicine. Perché? E’ l’area più indicata per la vicinanza a: aeroporto, caselli autostradali, servizi importanti e infrastrutture. Questa è l’area che

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Attualità A cura di Giorgio Negrini

Corsia di consenso, dobbiamo dirle addio? A causa di un incidente in provincia di Verona, a Villafranca e dintorni sono scomparse le corsie di emergenza, che però rimangono nelle domande dell’esame per la patente e altrove sul territorio. Un’occasione per riflettere non solo sul codice della strada ma anche sulla viabilità villafranchese.

di Giorgio Negrini

Un paio di mesi fa, mi sono trovato sulla strada che viene da Sommacampagna alla rotonda del Consorzio per immettermi in via Nino Bixio ed il semaforo che di solito dava il “verde” per via Bixio era “rosso”. Fino al giorno prima funzionava la corsia di consenso con il verde anche quando il semaforo per via Bellotti era rosso. Ho pensato che qualcuno avesse fatto un po’ di confusione ma purtroppo non era così: stessa situazione al semaforo principale di Villafranca all’incrocio tra Corso Garibaldi e Corso Vittorio Emanuele: era sparita la corsia di consenso! Per avere informazioni in merito mi sono recato dal sindaco che è caduto dalle nuvole. La sua risposta fu che la decisione poteva essere stata presa dal Comando dei Vigili Urbani. Nuovo viaggio, questa volta dal comandante dei Vigili. E qui incomincia la storia. Mi venne riferito che a Verona e/o

forse a Villafranca, un automobilista non interpretando come si deve la corsia di consenso, che prevede di dare la precedenza a chi sopraggiunge, provocò un incidente automobilistico. La sua compagnia di assicurazione fece causa al Comune perché il legislatore italiano, nel nuovo codice della strada, si è dimenticato di legiferare sulle corsie di consenso che ci sono sempre state, da quando fu emanato il primo codice della strada ovvero dall’avvento dei semafori. Cosa volete farci, dimenticarsi fa parte di quelle “cose all’italiana” tristemente note a tutti. Ora, questa compagnia ha avuto, perfino da un giudice, parere favorevole, perché non essendoci una norma che regolamentava la corsia di consenso era compito del Comune non applicarla e quindi il Comune risultava responsabile dell’incidente. Non era colpa dell’automobilista, nossignore, ma colpa del Comune; altra “italianata”. Questo giudice non si è curato del fatto che nelle norme precedenti esisteva la corsia di consenso e che in mancanza di detta norma, per consuetudine, si applica quella precedente e che quindi a causa di questa decisione, per noi sciagurata, sono sparite le corsie di consenso dalle strade e presumibilmente anche dal codice stradale per i patentanti. Non sono però sparite nelle domande per prendere la patente, perché nei quiz ci sono ancora. Questo è uno dei paradossi: per prendere la patente, la do-

manda sulle corsie di consenso, che non ci sono più, almeno da noi, esiste ancora. Volete sapere il perché la domanda sopravvive? Abbiamo telefonato al Comando dei Vigili di Vicenza che ci hanno confermato che nella loro città le corsie di consenso esistono; abbiamo poi contattato il comando dei vigili di Brescia e loro ci hanno riconfermato che anche nella loro città ci sono. Siamo convinti che esistano in tutte le città d’Italia e anche d’Europa. Solo da noi, a Villafranca, sono sparite. Ora ci sorge una domanda legittima: se c’è stato questo precedente increscioso, è stata per volontà dell’amministrazione togliere le corsie di consenso, per paura che si potesse ripetere questa assurda situazione? Non interessa all’amministrazione che si stia in coda ad aspettare il verde quando questa attesa non è necessaria ? A chi importa se si fanno code su code, rallentamenti e se questo aumenta l’inquinamento per pedoni e residenti? A cosa importa all’amministrazione se quei quattro gatti che si devono immettere sulla strada devono restare fermi minuti e minuti aspettando che un buon “ samaritano” dia loro il tempo di passare? Come mai tutte le amministrazioni delle altre città non hanno fatto lo stesso ragionamento della nostra? Di solito, per noi, è dalle piccole cose che si vede il modo di fare; ora, se nelle piccole non traspare l’attenzione per il cittadino, cosa può o

potrà succedere nelle grandi? A questo proposito vogliamo ancora ritornare sulle piste ciclabili: nell’ultimo consiglio comunale il consigliere di maggioranza Lucio Cordioli ha chiesto a che punto siamo con le piste ciclabili nel centro perché troppi cittadini si vedono costretti a lasciar a casa la bici. Pochi giorni fa in via A. Messedaglia la solita persona anziana ha “scavallato” la solita portiera lasciata aperta da un automobilista distratto. Fatalità, eravamo presenti quando non una, ma due pattuglie dei vigili, sono intervenute sul solito luogo del “fattaccio”. Non c’è stato bisogno di domandare niente tanto era evidente l’accaduto; anzi la povera signora che aveva provocato l’incidente era talmente amareggiata che avrebbe dovuto lei essere portata in ospedale, proprio perché capiva bene la difficoltà che i nostri cittadini soprattutto anziani hanno, nel dover muoversi per sopperire alle loro esigenze. Allora: muoversi sui marciapiedi non si può, dato che si prende la multa; a muoversi per strada si rischia la vita e questo non è ammissibile e quindi non resta che andare a piedi. Detto fatto: sono sparite le bici dalle strade di Villafranca e a questo fatto ci siamo rassegnati. Mi domando: ma possibile che sopportiamo ancora queste situazioni? Più di un mese fa, con un comunicato a sorpresa e roboante, qualcuno aveva proclamato: “risolto il problema delle bici a Villafranca! Si incomincia da Via

A. Messedaglia e da via Nino Bixio tenendo presente che le difficoltà esistono come in via Broli Antichi.” Assieme a questa persona non siamo neanche noi d’accordo con il comandante dei vigili Competiello che afferma che “tirare una riga non è facile…” perché se si vogliono adoperare le distanze che la legge impone, tirare invece quella riga “ è molto facile” sia in via A. Messedaglia che in via Nino Bixio. Ma c’è un però: dopo aver tirato quelle righe i villafranchesi pretenderebbero che fossero tirate altre righe e per questo possiamo capire che il tutto diventerebbe più difficile. Ora, mettersi in ballo a ridosso delle elezioni amministrative vorrebbe dire calpestare la solita “buccia di banana” e quindi tutto quanto diventa “estremamente difficile” con buona pace all’anima dei villafranchesi. Vogliamo scommettere che qualche mese prima delle elezioni salteranno fuori le righe per miracolo? E volete scommettere che altre cose come la prima parte della Grezzanella, incominceranno a muoversi, sempre con davanti un muro di nebbia, prima di vederne la fine? Quando scriviamo di queste cose, forse diamo l’impressione di “sparare” sull’amministrazione e quindi per rimediare, come sempre facciamo, invitiamo chi, leggendo i nostri articoli, si sente preso di mira e quindi senta la necessità di esporre il proprio operato, ad intervenire: siamo sempre qui che aspettiamo.

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Salute & Sanità

A cura di Diego Cordioli

UROLOGIA

Incontinenza

a cura del Dott. Pecoraro

Primario di Urologia presso l’Ospedale di Isola della Scala Specialista in Urologia

Le scrivo non solo a nome mio, ma di tante altre pazienti che ho conosciuto frequentando il suo reparto e che siamo riuscite grazie alla sua professionalità, a risolvere questo benedetto problema dell’incontinenza. Ancora, così come è successo con me, tante donne e anche uomini cercano di non affrontare questa malattia. Forse qualche spiegazione in più da parte sua su questo giornale che è molto diffuso, potrebbe aiutare a spingere le persone indecise. Anche io lo ero e lei è riuscito fortunatamente a convincermi, ad affrontare e risolvere questo fastidioso problema. La ringrazio per le sue belle parole. Proverò a dare delle delucidazioni sull’incontinenza così come richiesto non solo da lei ma effettivamente da molti altri, viste le numerose e-mail che ricevo. L’incontinenza urinaria viene definita come perdita involontaria di urina. Interessa prevalentemente le donne ma non solo,e aumenta con l’aumentare dell’età specie a partire dai 35 anni... La reale incidenza non può essere stimata perché ancora molte donne, ma anche uomini, non lo fanno presente al medico o per imbarazzo o per la con-

vinzione che si tratta di un fenomeno parafisiologico (“Normale”) legato all’età, e/o in ultimo per la scarsa conoscenza delle possibili terapie. A questo proposito nei reparti da me diretti di Isola della Scala e Bussolengo adottiamo tecniche di avanguardia sia per efficacia che per mininvasività. La paziente potrà risolvere questo fastidioso problema senza alcuna cicatrice deturpante. Non solo, ma l’ospedalizzazione è ormai ridotta a 1, massimo 2 giorni. E i risultati sono strabilianti. Abbiamo affrontato anche il problema dell’incontinenza urinaria maschile che è sempre più in aumento. Grazie a una

tecnica innovativa che noi abbiamo imparato qualche anno fa, direttamente dal suo inventore che lavora a Monaco di Baviera, riusciamo a risolvere questo problema anche nei maschi. Siamo diventati un centro di riferimento sia per i pazienti che per i tanti urologi che ospitiamo per insegnare loro questa tecnica. Siamo uno dei pochi centri italiani riconosciuti dalla FINCO ossia la Federazione Italiani Incontinenti. Accanto alla terapia chirurgica vi è anche un supporto farmacologico e riabilitativo per cui la risposta terapeutica può essere data a tutte le forme di incontinenza. Ovviamente la soluzione

dell’incontinenza, oltre a determinare un beneficio sulla salute della persona, ha anche un beneficio economico per la collettività non indifferente, basti pensare al risparmio sui pannolini ma anche a tutti quei farmaci che bisogna usare per le conseguenze che crea l’incontinenza urinaria. E’ stato calcolato che la spesa per una donna di 65 anni affetta da incontinenza urinaria non trattata è negli USA di 3.565 dollari all’anno, mentre la spesa per il presidio da usare per risolvere il problema definitivamente è di appena 350,00 € .

Per porre i vostri quesiti, potete scrivere direttamente al Dott. Pecoraro alla mail gpecoraro@ulss22.ven.it o alla redazione del giornale a redazione@ilgiornaledivillafranca.com

MEDICINA GERIATRICA

a cura del Dott. Garzotti

Dirigente Medico I° livello presso 1^ Geriatria O.C.M. Borgo Trento Responsabile di Struttura Semplice di Malattie Reumatiche dell’Anziano Specialista in Medicina Interna

“Quell’improvviso dolore alla schiena” Cari lettori, voglio ringraziarvi per l’interesse che le vostre email mostrano per la mia rubrica. Da una di queste e dalla mia personale esperienza, presso l’Unità Semplice di Malattie Reumatiche dell’Anziano, è nata l’idea per alcuni articoli relativi all’osteoporosi in generale ed in particolare per quella che interessa l’anziano. Partiremo da un caso clinico postomi da una gentile lettrice. La figlia della Signora M.A.(di anni 78), mi chiedeva consigli per la madre, che aveva accusato la comparsa di improvviso dolore lombare, dopo un piccolo sforzo (sollevare la busta della spesa). Il dolore le provocava una grave limitazione funzionale con importante riduzione dell’autonomia ed era scarsamente controllato dalla terapia antinfiammatoria e analgesica che le era stata consigliata. Da sottolineare che in precedenza la paziente era perfettamente autonoma. Come allegato alla email la figlia mi inviava il referto di un’Rxgrafia lombo-sacrale, che metteva in luce il crollo vertebrale di una vertebra lombare (L4) ed un trofismo osseo scadente a carico di tutte le vertebre esaminate. Alcuni esami ematochimici evidenziavano una carenza di vitamina D. Inoltre mi veniva segnalato che la paziente era affetta da molti anni da bronchite cronica asmatiforme per la quale assumeva cortisone per via inalatoria e talvolta, al bisogno, per via orale. Mi sembra che sia subito importante sottolineare come un banale sforzo fisico abbia radicalmente cambiato la

qualità di vita della paziente, passando da una totale autosufficienza a una sindrome dolorosa persistente con una grave riduzione della autonomia personale e conseguente carico assistenziale per i familiari. Da queste ultime considerazioni deve nascere la consapevolezza dell’importanza dell’informazione e della prevenzione di una patologia, quale l’osteoporosi, silente e subdola e che dà segno di sé solo a danno avvenuto. Come spesso accade, si tende a considerare l’osteoporosi come una “normale” compagna dell’invecchiamento e un fardello che è necessario sopportare. Purtroppo questo problema, soprattutto nell’anziano, viene frequentemente sottovalutato e perciò insufficientemente diagnosticato e trattato.Tutto questo a dispetto di una reale possibilità di intervento che la medicina ci mette a disposizione sia nella diagnostica che nella terapia medica. Terapia che si è dimostrata sicura, efficace e generalmente ben tollerata. Torniamo ora al nostro caso. La Sig.ra M.A., che poi ho avuto la possibilità di seguire direttamente, era affetta da una frattura vertebrale lombare da carico, secondaria ad osteoporosi, legata all’età, al sesso (le donne hanno un rischio maggiore rispetto agli uomini), all’ipovitaminosi D ed all’utilizzo cronico di cortisone. Ma come si definisce l’osteoporosi? L’osteoporosi è una malattia dello scheletro caratterizzata da una progressiva riduzione della massa ossea e dall’alterazione della sua micro-architettura

con secondario aumento della fragilità dell’osso e del rischio di fratture. Come si caratterizzano le fratture vertebrali? Tipicamente le fratture vertebrali sono le più precoci nell’insorgenza e le più comuni. La tipica frattura vertebrale osteoporotica è la frattura da compressione (solitamente da caduta) e interessa più frequentemente le vertebre del tratto dorsale intermedio e del tratto dorsolombare. Quando la frattura si produce in assenza di traumi rilevanti, viene chiamata cedimento vertebrale. Talvolta le fratture vertebrali possono non essere riconosciute in fase acuta perché il dolore può essere inizialmente transitorio o sopportabile e spesso viene scambiato per un dolore di tipo artrosico. Per tali motivi una persona anziana che lamenta un dolore vertebrale persistente e che non risponde ai comuni farmaci antiinfiammatori ed analgesici deve sempre essere studiata nel sospetto di una eventuale frattura vertebrale. Oltre al dovere etico di ridurre il dolore, la precoce diagnosi e trattamento della frattura vertebrale sono di primaria importanza per evitare l’alto rischio di incorrere in successive fratture ed invalidità conseguenti alla progressiva deformità vertebrale (ipercifosi dorsale “gobba”). Quali sono le complicanze delle fratture vertebrali? Cifosi con riduzione dell’altezza, dolore persistente, ulteriori cedimenti vertebrali, ridotta mobilità, perdita di auto-

nomia, depressione reattiva, schiacciamento degli organi interni con difficoltà respiratoria e digestiva, aumentata istituzionalizzazione, aumentata mortalità. Come si riconosce una frattura vertebrale? L’esame più economico, veloce e principale nel sospetto di frattura vertebrale è la radiografia della colonna. La frattura provoca un cambiamento della morfologia della vertebra che è facilmente rilevabile alla radiografia convenzionale come una deformazione, che più frequente è a cuneo, ma talvolta si presenta a lente biconcava, fino ad arrivare al crollo grave e completo. In alcuni casi è utile l’esecuzione di una Risonanza Magnetica, soprattutto se vi sono dei dubbi sulla natura del crollo o quando si decidono particolari approcci terapeutici. Qual è la terapia? Il trattamento può essere di tipo medico e conservativo o di tipo chirurgico. L’argomento, essendo molto vasto, verrà approfondito nei prossimi numeri. Prima di chiudere però, mi preme raccontarvi lo sviluppo del caso della Signora M.A. Dopo una serie di accurati controlli e visto il permanere di intenso dolore e limitazione funzionale si è deciso, in accordo con i colleghi della Neuroradiologia, di sottoporre la paziente a vertebroplastica con netto miglioramento clinico. Naturalmente alla paziente è stata indicata una specifica terapia medica allo scopo di prevenire ulteriori crolli.

Per porre i vostri quesiti, potete scrivete direttamente al Dott. Garzotti alla mail paolo.garzotti@email.it o alla redazione del giornale a redazione@ilgiornaledivillafranca.com

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Salute & Sanità A cura di Diego Cordioli

UGL Sanità: protagonisti sul lavoro Oggi, 9 novembre 2012, il nostro segretario generale Paolo Capone è a Verona per incontrare personalità politiche, imprenditori della sanità e tutti i dirigenti regionali, provinciali e aziendali sindacali che operano sul territorio del Triveneto. Infatti questa mattina il segretario generale Capone e il dirigente nazionale Cuozzo hanno incontrato una delegazione di imprenditori e consulenti di alcune realtà della sanità privata. L’incontro aveva come obiettivo di discutere tutte le problematiche e le situazioni che i tagli effettuati dalla regione e dallo stato hanno creato a queste realtà. In tarda mattinata la delegazione sindacale ha incontrato il presidente della Provincia di Verona Dr. Giovanni Miozzi. Nel pomeriggio il segretario Generale ha incontrato tutti i dirigenti della federazione del triveneto. L’obiettivo era di capitalizzare questo incontro per avvicinare il sindacato alle esigenze dei territori e dei lavoratori e come stimolo per le sfide future che ci attendono in questo periodo di crisi socio economica... Questo momento di condivisione delle problematiche del territorio è un ulteriore passaggio per una politica sindacale che parta dalla base e soprattutto che abbia nella centralità della discussione e del confronto un valore aggiunto per un sindacato in espansione e vicino ai lavoratori. Siamo convinti che essere protagonisti sul territorio sia una indispensabile priorità, per dare risposte all’azione sindacale che ogni giorno i nostri dirigenti portano nelle aziende pubbliche e private e per infondere la cultura della condivisione dei problemi come modalità di partecipazione al confronto con le aziende.

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PUNTI di DISTRIBUZIONE del GIORNALE Il Giornale è inoltre disponibile presso le edicole di VILLAFRANCA e nei seguenti punti di distribuzione: Redazione de “Il GIORNALE DI VILLAFRANCA” via L. Prina, 71 MBE - Mail Boxes Etc. via Napoleone III, 6 Municipio di Villafranca corso Garibaldi 24 Liceo E. Medi Via Magenta, 9 Ospedale “Magalini” - Via Ospedale, 2 Distretto A.S.L.22 - Via Ospedale, 5 Casa di Riposo “Morelli-Bugna” - Via Rinaldo da Villafranca, 16 Centro Sociale CIRICUPE - Via Rinaldo da Villafranca, 9 Supermercati Martinelli - Via Don Fumano, 3 / Viale del Lavoro, 1 Uffici INPS - Via Marconi, 18 Staz. di servizio AGIP di Bernabeni - Via Mantova Piscine Comunali - Via Olimpia, 1 Il Giornale è inoltre disponibile presso le edicole di DOSSOBUONO, QUADERNI, PIZZOLETTA, ROSEGAFERRO, ALPO.

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CreAttività

AAAcura didi Diego Cordioli cura cura di Diego Angela Cordioli Giorgia Guadagnini

Giochiamo con i colori dell’autunno... Con la farina, l’acqua e il sale, ma senza aggiungere lievito, si ottiene un impasto facilmente manipolabile che può essere utilizzato per creare personaggi oppure oggetti...la pasta sale. Angela Giorgia Guadagnini Maestra

Diplomata alla scuola magistrale, abilitandosi poi all’insegnamento per la scuola dell’infanzia, approfondisce la sua formazione per accrescere la dedizione al mondo dell’insegnamento con un corso di perfezionamento in Teorie e Tecniche d’integrazione per alunni con handicap sociale e di apprendimento. Da sempre appassionata all’universo dei bambini attualmente lavora in un asilo nido, ed è mamma di due gemelline Giulia e Sofia, con le quali crea e sperimenta molti dei lavoretti che sono proposti. Dice di sè: “Sono una mamma maestra che ama leggere e raccontare Una delle mie passioni segrete è anche creare i personaggi delle storie che racconto. Inventare personaggi amici che parlano con me e con i bambini e regalarli ai miei interlocutori e creare nuove storie con loro è una cosa che mi dà grande gioia.”

La ricetta: farina tipo 00; sale fino; acqua in quantità variabile perché in base alla quantità di farina e sale si avrà la consistenza dell’impasto. La quantità di sale nella ricetta classica è uguale a quella di farina, ma per rendere l’impasto più malleabile, che sia utilizzabile anche dai bambini più piccoli, si può mettere più farina che sale.

Versare in una scodella la farina e il sale. Mescolare l’impasto per almeno 5 minuti. L’impasto non deve essere né troppo molle né troppo duro. Per modellare la pasta tu, mamma, puoi aiutarti con un coltello, degli stuzzicadenti, o formine per biscotti. Ovviamente, se lasci in mano questi oggetti ad un bambino, controlla sempre che non si faccia male... Per i bambini è meglio modellare con le sole mani, ed è ottimo per la loro manualità. Potresti far stendere la pasta di diversi colori (giallo, arancione, rosso, marrone) ai bambini, poi far premere sopra una vera foglia con le venature ben marcate ed infine aiutarli ritagliare il bordo, oppure potresti realizzare i frutti dell’autunno, i piccolini non faranno fatica a fare gli acini d’uva o modellare altri frutti come: castagne, pere, mele e gli altri frutti che conoscono già o qualcosa di nuovo che come mamma vuoi fargli assaggiare. O anche modellare semplici animali come una lumachina o una coccinella. Anche i papà possono aiutare a creare un fantastico zoo! Per il colore: dopo che i modelli sono asciugati, si possono colorare con le tempere, oppure si può preparare la pasta già colorata, suddividendola in palline e mischiando a ciascuna un po’di colore a tempera. Con i bambini molto piccoli è preferibile evitare di pre-colorare l’impasto: infatti facilmente mettono in bocca e sicuramente saranno tentati dall’assaggiare una pasta multicolore. E se la ricetta base della pasta al sale è innocua, con le tempere le cose cambiano un pò...Tutte le creazioni possono poi asciugare all’aria o nel forno. All’aria però possono formarsi delle crepe negli oggetti creati, quindi è preferibile il forno, a temperatura molto bassa, per circa mezz’ora.

Girotondo di fantasmini Per scongiurare le paure dei piccoli, giochiamo con i nostri bambini e creiamo storie con fantasmini divertenti, riciclando quello che abbiano in casa, con un lavoretto economico e facile. Ritagliamo un cartone o cartoncino facendone una corona, prendiamo dei batuffoli di cotone, dei pezzi di stoffa o dei tovaglioli o fazzoletti di carta e ritagliamoli a forma quadrata. Mettiamo un batuffolo di cotone nel centro del pezzo di tessuto o del tovagliolo di carta e raccogliamo il tutto facendo il collo di ciascun fantasmino, lo stringiamolo intorno con un filo di cotone o di lana. Creiamo così tanti fantasmini...leggeri e svolazzanti e facciamoli danzare...con i nostri bambini. Disegniamo poi bocche e occhi sui volti dei fantasmini con un pennarello nero e apriamo un pò a ventaglio la carta e avremo tanti fantasmini giocherelloni. A questo punto non resta che pensare se attaccarli con dei fili qua e là per la casa o su un unico filo come contorno dello stipite di una porta. O con un semplice nastro biadesivo possiamo attaccarli al cartoncino a corona che abbiamo precedentemente preparato (in tal caso bisogna assicurarsi che sia ben ricoperto di fantasmi per tutta la superficie per fare un buon lavoro) e creare una eccentrica coroncina per Halloween da mettere sulla porta per accogliere i nostri ospiti. Creare i fantasmini è semplice da gestire per le mani piccoline e aiutare ad attaccarli alla corona di cartone fa sentire i bambini protagonisti di questo gioco. Il “non so quanto bene disegnare gli occhi e la bocca” può rendere i fantasmini ancora più paurosi e simpatici. Questi piccoli fantasmi risulteranno carini e il più imperfetti saranno meglio è…lasciamo esprimere la fantasia dei nostri figli.

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I nostri Amici Animali

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A cura di Elisa Zanola

Firmiamo per la nostra area dedicata ai cani Una proposta da parte dei cittadini villafranchesi dei quartieri di Collodi e Via Colli, di creare nuovi spazi verdi che possano servire per portare a passeggio i nostri animali domestici. Tanti cani, poche aree verdi. E così le molte famiglie che possiedono animali domestici non sanno come fare. Anche perché spesso i vicini potrebbero non apprezzare la presenza degli animali in spazi privati comuni. Diventa quindi forte l’esigenza di trovare parchi appositi, zone verdi che gli amanti dei cani possano condividere con i loro amici a quattro zampe. A Verona ed in tanti comuni della nostra provincia, ci sono già diversi spazi di questo tipo. Basterebbe poco: un’area recintata, una fontanella a cui abbeverare i cani, un bidone che aiuti nella raccolta delle feci dei cani, magari un distributore di sacchetti e palette adibito allo stesso uso… e soprattutto spazi erbosi dove i cani possano correre in piena libertà. La proposta interessa il quartiere Collodi, ma anche altrove a Villafranca sono sicuramente tanti i cittadini che possiedono un animale a sentire questo bisogno. E’già partita una raccolta firme, una richiesta al Comune, promossa da tre concittadini del quartiere Collodi: Mario Brannetti, Tommaso Colella e Ivo Maini. In quell’area, ma anche altrove, si sente la necessità di una zona verde per gli animali e i loro padroni. Le firme raccolte stanno crescendo di giorno in giorno. Se condividete l’idea, non vi resta che firmare la proposta. Recandovi presso uno dei due negozi per animali: Naturalandia di Via Postumia o Ideal Zoo di Via Messedaglia.

Padrone maleducato, cane sregolato Si sentono tutti i giorni lamentele nei confronti degli animali ma sono convinto che la colpa sia unicamente di noi umani, visto i molti disdicevoli comportamenti che assumiamo. L’ educazione dei proprietari porta ad una miglior accoglienza degli animali. Nel nostro paese si vedono spesso cani che vanno a fare il giretto da soli, tanto… tornano sempre a casa. Ma non si pensa che questo è l’atteggiamento più sbagliato che un proprietario possa avere nei confronti degli altri cittadini. Il nostro animale che vagabonda per il paese, sicuramente sporca il suolo con le sue deiezioni e può essere causa di: incidenti stradali, zuffe con altri animali, spaventi per adulti e bambini, accoppiamenti e gravidanze indesiderate. A questo proposito si ricorda che il cane può essere catturato dalla Polizia Municipale e in mancanza di microchip viene affidato al canile per l’adozione o nel caso ci sia il microchip, il proprietario è soggetto ad una pena pecuniaria. Chiaramente il proprietario è sempre responsabile civilmente di tutti i danni che il suo animale può provocare e di conseguenza questo tipo di comportamento, oltre ad essere il più rischioso per l’animale, è anche quello che comporta maggiori rischi al proprietario. Un altro comportamento molto disdicevole e forse anche quello più detestato dai non proprietari di animali, è quello della mancata raccolta delle feci nei luoghi pubblici e soprattutto sui marciapiedi. Tutti devono essere liberi di passeggiare tranquillamente senza dover evitare le deiezioni e soprattutto non è educato allungare il guinzaglio per permettere al proprio animale di sporcare le strade o i portoni di proprietà altrui, anche perché costa molto poco fornirsi di sacchettini e raccogliere lo sporco. Mi sento anche di raccomandare ai proprietari di tenere sempre il proprio cane, per buono ed educato che sia, al guinzaglio in modo da poter sempre avere un diretto controllo su di lui. Per ciò che riguarda il gatto la situazione è migliore in quanto le feci vengono sempre ricoperte; inoltre é un animale più schivo e rimane lontano dai luoghi affollati. Quindi, riassumendo, bastano poche regole per una buona convivenza: guinzaglio per il controllo e raccolta delle deiezioni, oltre ad una condotta responsabile per non attirarsi inimicizie ma soprattutto per far amare i nostri piccoli amici ad un numero sempre maggiore di persone.

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Donna e Poesia...

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AAAcura didi Diego Cordioli cura cura di Diego Diego Cordioli Cordioli

C’era una volta… un ospedale Una storia in un silenzio che avvolge. C’era un inizio di mani e di parole in colloquio con la luce pronte a intervenire quando il “Gandini Morelli Bugna” accoglieva geometrie di corpi dentro spine con sospesi respiri, esistenze immerse in un destino. Quelle presenze di medici, figure che reggevano la fatica e placavano le pene, scioglievano nodi di materia e di pensieri fra devoti infermieri e suore in vesti candide con benevoli sorrisi a levare preghiere. Brillano ancora i loro nomi… Schena, Vivenza, Bergamini, Megighian… Su letti di dolore e di speranza gli ospiti sentivano i rintocchi di premure e di sollievo. I letti su bianche pareti respiravano in un recinto di passi, di voci lente. Corpi e sguardi con inclinazione del mento affollavano lo spazio, scuotevano lenzuola e coperte. Odori di etere e di calde minestre si inchiodavano fra stanze e corridoi, tintinnii di scodelle e il tocco di cucchiai erano suoni che s’impigliavano e sfioravano le ferite curate con gesti ardenti e paziente dedizione. C’era uno scomporsi di nomi dentro legami con giorni in attesa, un’alleanza di veglie, notti su notti in un chino sostare sui corpi battuti da mali fulminei con mense di farmaci che i fiati inghiottivano. Non si contava il tempo ma il gaudium di una guarigione era canto di letizia. “Ora non sarà più possibile decifrare i ricordi, le voci.” C’è un rabbrividire di sentimenti in un tremito d’ombre, sfavillano minuti, istanti, percezioni di un tempo fra parentesi. Chi oserebbe cingere questo luogo sacro e stendere un’obliqua dimenticanza? “Ora è suono d’incudine non tremito d’ombre” Ci sono ancora mani che contano i battiti su polsi stanchi… Ascolto ancora “il tonfo disuguale della pendola” nello stretto ingresso mentre salgo con la mente quelle scale sulle quali mio padre lasciò impronte indelebili nel giro di anni. Dondolano ancora culle sconosciute, le voci ancora sospese, striscia una luce breve e improvvisa su letti disegnati, sull’immobilità di un ascolto dentro un tepore di oggetti e di vita. Fuori il cortile ha fruscii di rami, di foglie in volo, di passaggi di ore. I pensieri si sono uniti al vento che “rovista ogni fessura.” La cappella conserva intimità di fede e di segreti canti. “Una luce di riposo, una veglia che cuce quiete” come suoni materni sulla fine della sera. Non è congedo questo raccontare… c’è il soffio delle cose in distanza, folate di un tempo consumato, sigillato nella memoria. “Ora l’ospedale ha vetri colmi di corpi e lumi di cespugli e visi…” Marisa Tumicelli Carlini (citazioni poetiche di A. Anedda )

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Giovani A cura di Elisa Zanola

X-mas Days on the road 2012 Sport, cinema e spettacolo sono al centro della quarta edizione dello X-mas days, da quest’anno on the road: un progetto ideato dall’Assessore Luca Zamperini con gli studenti delle scuole superiori diVillafranca, che prevede incontri per coinvolgere e far partecipare gli studenti in un’iniziativa che gode anche della presenza di nomi importanti del mondo sportivo e dello spettacolo… condo della convivenza civile e dell’integrazione interculturale, il terzo anno musica d’autore e cittadinanza attiva. L’anno scorso l’iniziativa ha assunto una Il progetto X-mas days, giunto dimensione intercomunale troquest’anno alla sua quarta edi- vando appoggio e titolarità nel zione, è il frutto di un percorso circuito “Carta Giovani” che virtuoso e sinergico che l’As- anche quest’anno co-finanzierà sessorato alle politiche giovanili il progetto. di Villafranca ha fatto con i cin- Quest’anno l’avvio della proque istituti superiori presenti gettazione per il X-Mas Days si sul territorio, ovvero: Liceo E. è concretizzata nei primi mesi Medi, Ist. Provolo, Ist. Stefani, del 2012 grazie al lavoro dei I.s.i.s.s. C. Anti e Ist. Bolisani. rappresentanti d’istituto, i quali L’ iniziativa ha la finalità di rag- hanno proposto una nuova vergiungere i giovani per condivi- sione ed organizzazione dell’edere con loro uno spazio non vento, che si chiamerà X-Mas solo fisico, ma anche di pensie- Days on the road poiché, per ro, per riflettere su tematiche aumentare il coinvolgimento e attuali e presentare punti di vi- la partecipazione degli studenti, sta e visioni critiche sulla realtà verranno realizzati quattro inodierna. Il primo anno si è trat- contri in due giornate nelle aule tato il tema della legalità, il se- magna del C. Anti e E. Medi, perdi Luca Zamperini

mettendo di ridurre il numero di partecipanti pur mantenendo l’interscambio degli studenti delle scuole aderenti. Si prevede comunque un momento finale del X-mas days con l’organizzazione di una mattina presso il Palacover di Villafranca di Verona, per un momento conviviale e di sensibilizzazione verso quanto realizzato negli incontri precedenti. Quest’anno gli ambiti di interesse richiesti dagli studenti attraverso la compilazione di appositi questionari sono stati lo SPORT ed il CINEMA e SPETTACOLO. Per le classi quinte verranno invitati dei personaggi sportivi per trattare i temi e valori dello sport come la legalità, la collaborazione, l’impegno personale e professionale, il rispetto; per le classi quarte invece verranno

invitati degli attori per trattare l’importanza ed il significato della comunicazione, l’utilizzo della propria espressività per trasmettere emozioni e sentimenti e il gioco di squadra necessario per portare in scena uno spettacolo garantendo l’efficacia e la collaborazione di tutti. Il primo appuntamento con lo sport sarà venerdì 16 novembre: si inizierà alle ore 8:45 con la presenza presso l’aula magna dell’istituto Carlo Anti degli sportivi Boni (ex cestista di serie A1 e Nazionale) e Meoni (attuale giocatore Marmi Lanza Verona e Nazionale), mentre alle ore 11:00 presso l’auditorium del Liceo Medi sarà presente Damiano Tommasi, ex calciatore di serie A e Nazionale e attuale presidente dell’Associazione

Italiana Calciatori. L’incontro di due ore sarà gestito ed organizzato in collaborazione con gli studenti, i quali realizzeranno interviste, video e momenti di confronto con gli sportivi per analizzare le tematiche del fair play. “Sono molto contento – spiega l’Assessore Luca Zamperini - che questo progetto, nato da una mia idea quattro anni fa, possa proseguire dando la possibilità agli studenti di tutti gli istituti di lavorare assieme ed essere protagonisti affrontando temi importanti con testimonial d’eccezione. Ringrazio – conclude l’Assessore - i dirigenti e i responsabili dei diversi istituti, il mio staff e tutti gli studenti che anche hanno fattivamente collaborato per la buona riuscita dell’evento.”

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Benessere & Relax

AAAcura didi Diego Cordioli cura cura del Diego Centro Cordioli Olistico IL SOFFIO

CENTRO OLISTICO IL SOFFIO

CENTRO OLISTICO

METODO BATES PER I PROBLEMI DELLA VISTA CENTRO OLISTICO

YOGA Il corso prevede l’insegnamento di esercizi e semplici posture (asana) per stendere la muscolatura e liberare la respirazione (pranayama).Verranno proposte varie tecniche di rilassamento, dando importanza all’ascolto e alla consapevolezza, per trovare un equilibrio interiore e andare verso la realizzazione della nostra vera natura.

È possibile ripristinare le corrette abitudini visive, liberarsi dall’uso degli occhiali, avere una alternativa alle operazioni chirurgiche per la vista?

Il medico oculista W. H. Bates risponde affermativamente a tutte queste domande, ideando un metodo che analizza le modalità di funzionamento dell’apparato visivo, inteso in tutte le sue componenti, quindi anche psichica ed emotiva, prevedendo per ogni componente le opportune pratiche riabilitative. La particolarità del metodo risiede nella semplicità delle pratiche, che una volta apprese possono essere esercitate da chiunque lo desideri.Approfondendo la pratica, oltre agli innegabili benefici per la qualità della funzione visiva, si scopre come ogni esercizio lavori profondamente a più livelli, ovvero, fisico, psichico, emotivo, cosa che peraltro non dovrebbe stupire una volta compreso come tali livelli siano insieme necessari ad una corretta visione.

Conferenza aperta e gratuita: Venerdì 23/11 - ore 20:30 Seminario Teorico & Pratico: Domenica 2/12 ore 9:30 - 18:00 Conduce: Massimiliano Caporali – Insegnante Metodo Bates - 348.5721470 Info: max.caporali@tiscali.it

BIODANZA Creata da Rolando Toro, di origine Cileno, psicologo, antropologo e poeta, la Biodanza è un sistema di esercizi studiati per favorire l’integrazione personale e l’incontro umano, basato su esperienze indotte dalla musica, dall’emozione e dal movimento/danza. Si fa in gruppo e non è necessario saper danzare, ma solo avere tanta voglia di divertirsi e di riscoprire la “Gioia di Vivere”.

Corsi: giovedì ore 20:30 - 22:30 Iscrizioni aperte! E’ sempre possibile una lezione di prova gratuita Conduce: Cecilia Francisconi 333 1715424

COACHING & COUNSELING Dott.ssa Rosella Egione - Professional Coach Tecniche Integrate per la Crescita e lo Sviluppo Personale e Professionale Informazioni al 349 2866139 A Verona in Via Magellano 8 e a Villafranca presso il Centro Olistico IL SOFFIO

Sappiamo quanto e’ vitale tornare a CREARE lavoro prima ancora che occuparlo. Sono due principi che non stanno sempre insieme in quanto il secondo vive solo finchè vi è “scorta”. Cosa significa avere scorta? Gli ultimi 30 anni sono stati impiegati nel “consumare” e “clonare” le idee intuitive di brillanti artigiani dei mestieri così come imprenditori lungimiranti e laboriosi. Ora che le idee si sono esaurite la maggior parte delle persone sono in crisi e si chiedono come tutto questo possa essere accaduto; si reclama così l’applicazione del noto art. 4 della Costituzione Italiana che recita come il lavoro sia un diritto di ogni cittadino; nulla si dice su come procurarselo. Per riprendere parte attiva nella ricostruzione delle opportunità servono progetti nel rilancio di idee e modelli di conduzione SNELLI e LIQUIDI, per dirla nella forma proposta dal sociologo polacco Zigmut Bauman. La cittadinanza e’ chiamata ad essere attivamente protagonista di questa ripresa e come la natura insegna, prima si semina e poi si raccoglie!

...SEMINARE E RACCOGLIERE ...Percorsi di Autoimprenditoria Creativa da gennaio 2013 Conduce: Dott.ssa Rosella Egione - Professional Coach e Consulente di Direzione Verona,Via Magellano 8 - Info 3492866139

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Da giovedì 15 ore 18:30 - 20: 00 “COME UN FIOCCO DI NEVE...” Percorso di gruppo per l’elaborazione del lutto, con Laura Belligoli, pedagogista, Mediatrice familiare, Reiki Master Venerdì 16 ore 20:00 - 23:30 Seminario serale di Costellazioni Familiari con Hari Gunter Leone Sabato 17 e Domenica 18 dalle 9:00 alle 18:00 Corso di Massaggio Miorilassante con Daniela Cecchini, massofiosioterapista, 24 e 25 novembre.

Il Centro Olistico Il Soffio si trova in Corso Garibaldi, 91 a Villafranca, vicino alla stazione FS. Tutte le informazioni sul sito: www.centroilsoffio.it Infoline: 349 4567903 laura@centroilsoffio.it

Corsi: martedì ore 20: 00 - 22:00 Iscrizioni aperte! E’ sempre possibile una lezione di prova gratuita Venerdì 7/12 ore 20:30 Serata gratuita di presentazione di Respiro Energetico Conduce: Tosho Maurizio Padovani 348 2608250 - toshocaffe@yahoo.it

MITICI PERCORSI Il mondo degli dei greci, con le sue vicende leggendarie e i suoi miti, esercita ancora oggi su noi, uomini e donne occidentali, un forte influsso attraverso il suo potere archetipico. Potremmo dire che i miti degli dei dell’Olimpo sono uno specchio in cui possiamo vedere riflessa la nostra “immagine” e le “maschere” che indossiamo, spesso inconsapevolmente, per corrispondere alle aspettative del mondo esterno. Gli archetipi vengono esplorati attraverso tecniche introspettive e dinamiche, quali la visualizzazione, la danza, la meditazione, i giochi di ruolo e l’espressione creativa.

Programma: Mitica Serata... Giochiamo con il mito in una piacevole serata tra amici Venerdì 28/12 ore 20:30 - 22:30 LE CONDUTTRICI: Renata D’Amico, scrittrice e counselor relazionale, conduce percorsi di crescita personale ed espressione creativa. Laura Belligoli, pedagogista, mediatrice familiare, Reiki Master. INFOLINE 349 4567903 – laura@centroilsoffio.it

OLOS LA SCIENZA DELLA MEDITAZIONE

ASS. CULTURALE

L’Associazione Culturale OLOS – LA SCIENZA DELLA MEDITAZIONE si propone di promuovere e divulgare la conoscenza della Meditazione come esperienza dell’Essere, attraverso varie proposte che aiutino ad avvicinarsi con semplicità e in modo gioioso al profondo contatto con se stessi che le tecniche di meditazione possono aiutare a sperimentare. Le tecniche proposte sono tecniche dinamiche, che utilizzano pertanto il corpo e perciò il movimento, la danza, il respiro, la voce. Programma: TRANCE DANCE EXPERIENCE Sabato 24/11 ore 20:00 Colonie di Borghetto - Valeggio sul Mincio CENA COSMICA “IL SOLE” con Vange Toniolo e Silvana Sartori Venerdì 30 novembre ore 19:30 (infoline 338 2116251) POMERIGGIO DI MEDITAZIONE con Darvesh Silvano Bontempi Sabato 1 dicembre ore 15:00 - 19:00 CONCERTO PER FLAUTO E PIANOFORTE con esperienza di meditazione (Auditorium di Villafranca) con Pamela Morgia e Andrea Dindo - Sabato 15 dicembre ore 17:00

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Ambiente

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A cura di Luigi Facincani

Grezzanella: tristezza di un’opera incompiuta Come già scritto il mese scorso nella medesima rubrica, forse non tutti sanno che ci troviamo in una delle aree più inquinate del nord Italia e che buona parte di questo problema è dovuto alle emissioni dei veicoli a motore. Per ridurre l’inquinamento e alleggerire il traffico , naque il progetto Grezzanella, non ancora terminato... fondimento a mezzo stampa, l’attenzione si dissolve con il passare del tempo. E’ infatti diffusa la convinzione che i meccaAl fine di rendere più agile il nismi lenti dell’amministrazione traffico veicolare, si progetta- pubblica e politica del territorio no e si annunciano, con squilli e della città, unitamente agli indi tromba e con largo anticipo: teressi economici coinvolti nella strade nuove, sottopassi, roton- realizzazione delle opere pubblide, caselli autostradali, ferrovia che, impediscano di fatto qualmetropolitana leggera, piste ci- siasi intervento concreto per clabili ed altro ancora. In meri- migliorare le cose da parte dei to a tali intenzioni, dopo alcune cittadini, intesi come singoli o occasioni di superficiale appro- come associazioni. Nel frattemdi Luigi Facincani

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po alcuni progetti proseguono in sordina il loro cammino, mentre altri sono lasciati invecchiare, come è accaduto per la proposta della metropolitana leggera che, usando in gran parte le linee ferroviarie già esistenti, potrebbe collegare tra di loro Villafranca,Verona, Mantova e l’aeroporto Catullo. Stessa cosa per il progetto delle piste ciclabili del comune di Villafranca: iniziative entrambe utili a diminuire il traffico automobilistico. Venendo a

Villafranca, anni or sono, a seguito di una indagine, è stato rilevato che nel nostro centro storico passa un rilevante traffico automobilistico di puro attraversamento in direzione nord-sud e viceversa, una considerevole parte del quale è formato da mezzi pesanti, con il conseguente impatto in termini di inquinamento atmosferico ed acustico e di sicurezza stradale. Per risolvere questo problema, oltre che per alleggerire il traffico che grava sulla Statale 62, nasce il progetto della nuova strada, da tutti chiamata Grezzanella. Per la sua realizzazione sono stati previsti due tronconi: il primo che inizia alla rotonda della zona artigianale di Dossobuono e termina a Villafranca in via S. Eurosia nei pressi del confine con Povegliano; l’altro che inizia dove finisce il precedente tratto e si dirige a sud fino a superare l’abitato di Villafranca. Fin da subito apparve chiaro che con questa programmazione prima si sarebbe alleggerito il traffico della Statale 62 e poi si sarebbe liberato il centro storico di Villafranca dal traffico di attraversamento. Si era ancora nel 2001 e molte furono le sollecitazioni ed osservazioni alle autorità competenti di cittadini ed associazioni che invece ritenevano prioritario intervenire per liberare dal traffico il centro storico. Per dar seguito a questa richiesta si sarebbe dovuto realizzare inizialmente il tratto che dalla località Cascina Verde, all’altezza della ZAI di Villafranca, conduce a superare il centro storico verso sud, rinviando come secondo stralcio il tratto da Dossobuono fino a Cascina Verde. Invece, come primo intervento, è

stato finanziato e realizzato il tratto da Dossobuono a Villafranca via S. Eurosia, di circa 6 km, ora completamente asfaltato e dotato di illuminazione e segnaletica. Tuttavia ne è stato aperto al traffico solamente poco più di metà, dalla rotonda di Dossobuono alla località Fornaci, poiché l’apertura di tutto quanto realizzato avrebbe congestionato ancor più il centro di Villafranca. Inoltre è stato stralciato in corso d’opera il previsto collegamento con la zona industriale di Povegliano e la nuova strada sta creando ulteriore disagio alla frazione di Alpo. L’altro tratto di Grezzanella, che invece permetterà veramente di togliere il traffico di attraversamento dal centro storico di Villafranca, è ancora alla ricerca di finanziamenti e progetti esecutivi. Ad oggi la situazione non è migliorata, se non per la bretellina in direzione Valeggio, e Villafranca è ancora priva di circonvallazione. Sarebbe interessante conoscere, da parte di coloro che hanno avuto responsabilità in merito, le motivazioni della scelta di realizzare per primo il tratto da Dossobuono a via S. Eurosia e di differire nel tempo il tratto più importante. Vorrei ora richiamare l’attenzione su una questione che forse ad alcuni sembrerà marginale ma che invece è la spia di come, da parte di chi ha responsabilità pubbliche, l’attenzione all’ambiente non sia una priorità: il progetto della Grezzanella, approvato e finanziato, prevede la realizzazione di una fascia boschiva, parte nel comune di Villafranca e parte nel comune di Povegliano, all’altezza della località Dosso Poli, a protezione della vicina risorgiva del fiume Tartaro, una tra le poche aree di interesse naturalistico del nostro martoriato territorio. All’epoca della fase progettuale della Grezzanella, con una specifica osservazione, le associazioni ambientaliste locali chiesero che tale fascia boschiva venisse piantumata all’inizio dei lavori. Operando in questo modo al momento dell’apertura della strada le piante sarebbero state già grandi. Ma, come al solito, l’ambiente e la sua tutela sono oggetto di continue sottovalutazioni e rinvii e della fascia boschiva non vi è alcuna traccia.

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Musica

A cura di Francesco Bommartini

TIRO Contest al Porky’s: una gara a suon di musica 18 band si sfidano ogni mercoledì sera a partire dal 7 novembre. E il Porky’s si fa tempio della musica emergente. di Francesco Bommartini

Sarà il Porky’s di Sommacampagna il teatro nel quale si svolgerà la terza edizione del TIRO Contest. Per 10 serate 18 band provenienti dal nord Italia si sfideranno a suon di musica. Ogni sera, alle 22, i giudici Francesco Bommartini, Guglielmo Arrigoni e Mattia Brunelli valuteranno tre band. Al termine delle serate di selezione decideranno quali ammettere alle due semifinali. I vincitori accederanno alla finale che si svolgerà a fine gennaio. I premi sono succulenti. Il primo classificato registrerà un demo nei Transeuropa studio di Torino di proprietà di Fabrizio

Chiapello, conosciuti per aver ospitato Subsonica, Caparezza, Punkreas, Max Pezzali e altri artisti di primo piano. Il secondo parteciperà ad un esclusivo premio sponsorizzato dal Csm di Verona. Il direttore, Pepe Gasparini, ha deciso di offrire un corso per imparare ad utilizzare il programma di registrazione Logic. Al terzo classificato sarà data la possibilità di usufruire dei servizi di promozione offerti dai giudici. Tutti e tre i vincitori avranno anche la possibilità di essere intervistati dai conduttori del programma ArtCorner, in onda mensilmente su radio Doppio Malto, e potranno esibirsi al Meeting Etichette Indipendenti, che si svolge annualmente a Faenza.

Il batterista dei LEGS OF LAMB Giacomo Carreri - Foto MATTIA BRUNELLI

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Le serate di selezione dureranno sei mercoledì consecutivi a partire dal 7 novembre. Di seguito il programma: 7 NOVEMBRE VERONICA - Verona INTRUSO - Verona HARU NO KAZE - Vicenza

28 NOVEMBRE TACITA MUTA - Verona VIOLET KEY - Verona MYRAGE TRIO - Verona

14 NOVEMBRE ZUGABE - Verona YOUNGER SON - Verona STEALTH - Ferrara/Rovigo

5 DICEMBRE KIOWA -Verona FIRESTRAW - Verona DEVIL DRONE - Arcidosso

21 NOVEMBRE ALCHEMY VICTORY - Verona MINATOX69 - Vicenza THE BURNING DOGMA - Bologna

12 DICEMBRE ELLENOR - Verona HEADWAY - Verona MOTOR TRINKEN - Bergamo

Il chitarrista dei BLUMIGE Michele Pontelli - Foto MATTIA BRUNELLI

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Sport

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A cura dididi Diego Francesco Cordioli Bommartini AAcura cura Giorgio Negrini

PSG Tosoni Basket. Villafranca cala il poker. Gli atleti del basket di serie B nostrano non smettono di mietere successi e di raccogliere soddisfazioni. Nelle ultime sei partite giocate, possono vantare ben quattro vittorie consecutive la partita lasciando agli avversari l’iniziativa solo per parte del secondo quarto. Andati al riposo sul 36 a 34, il Tosoni Villafranca esce dagli spogliaGrande soddisfazione in casa Toso- toi con molta convinzione, un parni Villafranca per il bilancio delle pri- ziale di 11-0 con due triple di Panni me sei partite di campionato. Dopo lascia Lecco interdetto con il solo aver affrontato le corazzate Mon- Angiolini a trovare il canestro prima ticelli e Legnano, infatti, i draghetti di un ulteriore break di 8-0 (55-36 al hanno conquistato quattro vittorie 24’). I quasi 20 punti di differenza si consecutive, di cui due in trasferta, fanno sentire, Lecco accenna ad un ottenendo otto punti che attual- tentativo di rimonta, con Giadini in mente proiettano la società castella- grado di creare qualche problema na nella parte medio alta della classi- alla difesa castellana (65 a 53 al 30’). fica. Sei partite giocate in cui, esclusa Il vantaggio è comunque importante, la prima, Villafranca ha dato mostra Villafranca non commette particoladelle caratteristiche richieste a inizio ri errori e rimane concentrata sulla stagione, caparbietà, spirito di sacri- partita, arginando le iniziative degli ficio e voglia di lottare. Un insieme ospiti. Dalfini e Polettini sono monunecessario per riuscire ad ottene- mentali in difesa, Panni dirige bene re risultati positivi in un girone che l’orchestra offensiva e il gap aumenta conferma la propria nomea riguardo ancora fino al +17 del 39’ (79-62). la complessità e la forza globale delle Villafranca può esultare per il quarto squadre ivi inserite. successo consecutivo. Quindi ragazDomenica 4 Novembre quarta vit- zi tutti al “Palavilla” quando i nostri toria consecutiva per il team di co- leoni giocheranno nuovamente in ach Bindi che, nella sfida contro Lec- casa; per quello che stanno dimoco, dimostra una notevole sicurezza strando se lo meritano. nei propri mezzi, conducendo tutta di Giorgio Negrini

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Fatti & Misfatti

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A cura di Diego Cordioli

Nel far west della telefonia mobile Un problema serio a Villafranca di Verona: le installazioni per la telefonia mobile cellulare. Una petizione popolare del quartiere di Via Fogagnolo denuncia i rischi dell’inquinamento elettromagnetico opponendosi agli impianti di questo tipo in aree densamente abitate. A pochi metri dal quartiere di Via Fogagnolo a Villafranca di Verona è stato eretto l’ennesimo impianto per la telefonia mobile cellulare, installazione fissa con antenne montate su un sostegno in cemento armato, con permesso di costruire rilasciato dal Comune di Villafranca in data 07/09/2012, senza alcun preavviso per gli abitanti del quartiere e per gli abitanti delle case limitrofe. L’impianto è stato installato nel cortile di una casa privata in via Muraglie e ora svetta imponente a pochi metri dalle case già attorniate da altri due stazioni radio base (SRB). I due impianti presenti nel giro di 400 metri sono: uno ancorato sul tetto del ristorante Siena, dove nello stesso edificio vi sono servizi dell’Ulss 22 come il SERD, l’altro agli impianti sportivi con antenne montate su un sostegno in cemento, proprio come l’impianto nuovo appena realizzato. Molte altre antenne sono presenti nel Comune di Villafranca in altre zone della città. Il rischio derivante dall’inquinamento elettromagnetico si è dunque moltiplicato e sta mettendo seriamente a rischio la nostra salute. Dobbiamo considerare che i regolamenti della Comunità Europea sulla tutela delle popolazioni da fonti elettromagnetiche sono molto restrittivi e che le norme anche in Italia vietano l’installazione di tali impianti in aree sensibili vicino a scuole, ospedali, aree utilizzate da bambini e densamente abitate. Inoltre la maggior parte delle ricerche scientifiche a fronte dell’esposizione a campi elettromagnetici prodotti da antenne, confermano che è opportuno un approccio di massima cautela soprattutto per i bambini in età pediatrica (0-14 anni) che in questo quartiere sono molto numerosi. Noi cittadini villafranchesi chiediamo che queste norme vengano al più presto rispettate e pretendiamo che vengano resi pubblici i dati sulla diffusione delle antenne di telefonia mobile e similari sul nostro territorio comunale, con particolare menzione di quelli esistenti o in via di realizzazione nei quartieri abitati, citando le condizioni contrattuali praticate con connessi benefici privati. Chiediamo di sapere se sono stati valutati i rischi per la popolazione, con relativi pareri di tecnici esperti comprensivi anche di proposte di bonifica di eventuali siti inquinanti, spostando le antenne di telefonia in aree lontane da civili abitazioni, ospedali, scuole, aree sportive ed edifici pubblici. Da recenti studi effettuati è risultato che sussistono rischi di leucemia infantile, di tumori cerebrali e altre patologie legate al sistema nervoso di chi vive in prossimità dei campi elettromagnetici. L’OMS (l’organizzazione mondiale della sanità) ha indicato che l’inquinamento elettromagnetico è uno dei principali problemi sanitari mondiali sottolineando che l’esposizione a queste radiazioni deve essere ridotta al minimo per evitare rischi per la popolazione (art.1° Costituzione OMS, art.32 Costituzione Italiana). Nella nostra realtà di quartiere ci poniamo delle domande. Che bisogno c’era di questo ulteriore nuovo impianto? A chi giova? Il profitto di una singola persona può mettere a repentaglio la salute di tutti? Perché non siamo stati almeno avvisati e magari consultati prima dell’istallazione visto che saremo noi a subirne le conseguenze? Con la raccolta firme (ne sono state già raccolte 259), si chiede la sospensione cautelativa dell’installazione dell’antenna in oggetto, la misurazione del campo elettromagnetico di fondo nella zona di installazione e nelle zone limitrofe e la verifica dei titoli autorizzativi, nonché dei nulla-osta sanitari, necessari per l’installazione e l’attivazione dell’impianto in oggetto, secondo quanto disposto dalle normative vigenti.

Lettera Firmata

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“Stella, la levatrice” Cari amici, care amiche, è la storia di un’altra donna a riportarci nella “Villafranca de ‘na ‘olta”, quella della “levatrice” Stella. Se la Rosa del Fontanin ha trascorso gran parte della sua vita nella sua casa, la Stella, per la sua professione, nelle case del paese se non c’è stata in tutte poco ci manca. Stella Gennari, classe 1885, figlia di Antonio Zennari (talvolta accadeva che, per probabili errori di trascrizione, i cognomi cambiassero originandone altri) e Martinelli Gioconda, dopo le elementari proseguì gli studi ottenendo il 4 luglio 1912 dall’università di Padova l’abilitazione all’esercizio della professione di Levatrice, professione che esercitò a Villafranca per oltre mezzo secolo. Occorre ricordare che nella Villafranca “de ‘na ‘olta ” quasi tutte le donne partorivano nella propria casa, in quanto solo nel 1968, con la legge n° 132 (legge Mariotti) gli ospedali, sino ad allora gestiti per lo più da enti di assistenza o benefici, furono trasformati in enti pubblici, e soprattutto che solo nel 1980 (con la legge n° 833) fu istituito il Servizio Sanitario Nazionale e soppresso il sistema delle “Mutue”, che aveva il grave difetto di non coprire l’intera popolazione ma solo i lavoratori e le loro famiglie. Allora per le nascite l’unica assistenza sanitaria era data dalla “levatrice”, chiamata anche “la comare” (termine da noi poco usato perché con il tempo ha assunto una nota dispregiativa). Per questo ogni comune doveva provvedere in proprio alla “Condotta Ostetrica”, assumendo, in base al numero di abitanti, una o più levatrici. A Villafranca, come risulta dagli atti d’archivio, già nel 1887 ne erano in servizio due, una per “il riparto” Nord ed una per quello Sud. Curiosamente appare, sempre dagli stessi atti, quanto fossero parsimoniosi gli amministratori di allora, perché nel 1888, quando una “levatrice” (tale Lavinia Butturi) si ammalò e poi morì, l’altra (Anna Massagrande) supplì al servizio da sola per ben sedici mesi ricevendo quale compenso per il lavoro straordinario la somma di lire 150, in due rate. Per avere un’idea dei valori, risulta che in quegli anni la levatrice percepiva un compenso annuo di lire 908. Quando io ero piccolo, di educazione sessuale non se parlava nemmeno, anzi, guai a “parlar de grasso” in presenza di minori, “che subito ‘i era lì che i tiraa le recie” (nel senso che ascoltavano con attenzione). I bambini di quello che i “grandi” chiamavano “ le cose della vita” non dovevano saper niente, solo che i “butini” li portava la cicogna o nascevano sotto i cavoli. Ma torniamo a noi, la Stella oltre che ad essere di costituzione robusta e di carattere forte ed impavido, come si confaceva ad una “levatrice “, era anche fervida credente, fatto che, a suo dire, in talune drammatiche situazioni la pose in seria difficoltà. In tempo di guerra era una delle pochissime persone che aveva il lasciapassare per circolare anche durante il “coprifuoco” e non c’era tempo, orario, o bombardamento che tenesse: quando veniva chiamata, bicicletta, mantello e via.“‘Na ‘olta”, quando nelle case si avvicinava l’ora del parto, fervevano i preparativi. Era una cosa da donne e quando arrivava la Stella, i bambini via, da parenti amici o vicini. E gli uomini? Anche, oppure all’osteria, in ansiosa attesa perché di parto allora si poteva anche morire. Appena arrivata, la Stella assumeva il comando delle operazioni. “Parol sul fogo”: la bollitura era spesso l’unico disinfettante a disposizione e dovevano esser pronte “pese, strase e l’asse da infilar soto al materaso, se el gh’era”. Occorreva un piano rigido perché allora i materassi erano quasi tutti di penna (nelle case più indigenti addirittura “de scartosi de taela”), per cui ci si sprofondava e non sono state poche le donne che hanno partorito “su la taola”. E poi manovre, incoraggiamenti, rimproveri fino al fatidico primo vagito. “L’ è en màscio, o ‘na femena”, non importava, bastava “che sia ‘ndà tuto ben, e el primo piato de brodo l’era par la levatrice ”. E il lavoro della levatrice non era finito lì perché poi seguiva i nuovi nati fino allo svezzamento e non per niente era invitata “al bateso, almanco par ‘na feta de fugasin”. Quanti bambini ha aiutato a venire al mondo? Non ne ha certo tenuto il conto, perché, come lei stessa raccontava, nel primo dopoguerra con il “boom” delle nascite aveva assistito anche quattordici parti in un solo giorno. Fu la levatrice di tutti e due, dell’ultima nata prima della pensione, una femmina, la figlia del maestro Franzosi e del villafranchese più noto, Sante Gaiardoni, che durante i festeggiamenti tributatigli per la conquista della Medaglia d’oro alle olimpiadi del’60 la volle accanto a sé sul camion che sfilava per le vie. L’era la “Villafranca de ‘na ‘olta”, quando i bambini non nascevano sotto i cavoli ma “su l’ase de le paparele”. Alla prossima.

Rico Bresaola

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Registrazione al Tribunale di Verona n. 1838 SocietĂ editrice: Pirite S.r.l.

Grafica e impaginazione: Sibilla Tenero - grafica@ilgiornaledivillafranca.com Stampa: Centro Stampa Editoriale S.r.l. Grisignano di Zocco (VI)

Editore: Diego Cordioli Direttore responsabile: Elisa Zanola Redazione: via L. Prina, 71 - Villafranca di Verona Tel. 045.7903235 - Cell. 393.9413610 redazione@pirite.net

Si ringraziano per il contributo gratuito: Giorgio Negrini, Paolo Martari, Graziano Tovo, Alessandrino dal Maso, Luciano Zanolli, Renzo Piazzi, Renato Begnoni, Francesco Bommartini, Dott. Giuseppe Pecoraro, Dott. Paolo Garzotti, Ing. Luca Zamperini, Luigi Facincani, Rico Bresaola, Angela Giorgia Guadagnini

Numero chiuso in redazione il 12/11/2012

stampato in 23.000 copie con distribuzione gratuita nel comune di Villafranca di Verona

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