Il Giornale di Villafranca aprile 2012

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N OT I Z I A R I O D I I N F O R M A Z I O N E D E L C O M P R E N S O R I O V I L L A F R A N C H E S E APRILE 2012

R e g i s t ra z i o n e a l Tr i b u n a l e d i Ve ro n a n . 1 8 3 8

La lotta alla droga L’ E D I TO R I A L E di Diego Cordioli

Un villafranchese alla cor te di Obama

NUOVI ORIZZONTI Il Giornale di Villafranca si arricchisce di nuovi contributi e collaborazioni, che lo portano a spaziare rispetto all’ambito locale, per allargarsi verso eccezionali approdi. Una navigazione, attraverso mari d’inchiostro, che sposta tutti i precedenti confini: infatti se alcune notizie riguardano solo l’area villafranchese, tante altre si spingono fino a tutta la provincia di Verona, per acquisire un rilievo di livello nazionale. Pronti per le nuove esplorazioni? Vi accompagneremo nei territori consueti e in altri meno noti, sorprendendovi con la freschezza e la genuinità delle informazioni che per voi abbiamo raccolto. All’orizzonte si intravede una strepitosa novità, per quest’ultimo numero: riguarda un tema d’importanza prioritaria, soprattutto per le giovani generazioni, ma non solo, quello della lotta contro l’uso e la diffusione di sostanze stupefacenti. Infatti, da quest’edizione del nostro giornale, collabora con noi niente meno che il professor Giovanni Serpelloni, villafranchese, Capo del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri che si occupa della prevenzione e del contrasto, a livello nazionale, del fenomeno della tossicodipendenza. Una realtà pesante e grave che colpisce un gran numero di persone nel nostro Paese, giovani e meno giovani. La rotta prosegue nella direzione

Il professor Serpelloni con la dottoressa Nora Wolkow, Direttore del National Institute on Drug Abuse (NIDA) il più importante e grande istituto di ricerca statunitense sulle tossicodipendenze. >proseguimento a pag. 14

PRIMO PIANO

SPECIALE DOSSOBUONO

Zanolli e l’emergenza ospedale articolo a pag. 3

No al casello autostradale

SALUTE & SANITÀ

Le ambulanze a ditte private

articolo a pag. 6

articolo a pag. 13

› segue pag. 2

GIUSTIZIA & LEGALITA’

Parliamo di stalking articolo a pag. 15

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SCUOLA & ISTRUZIONE

Progetto Protezione Civile articolo a pag. 16

SPORT

Gli anni d’oro dell’Hockey articolo a pag. 29

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Primo Piano

A cura di Diego Cordioli

Le cose cambiano in fretta

Come cittadini dobbiamo far fronte a continue trasformazioni radicali: è necessario uno sforzo congiunto per restare al passo con i tempi

di Diego Cordioli La città è sempre stata il luogo del cambiamento e dell’innovazione perché al suo interno le differenze e le divisioni possono essere superate, le appartenenze di censo, casta, etnia e religione possono essere rimescolate e dall’incontro delle diversità può scaturire l’energia e la creatività del nuovo. Una novità che s’arricchisce delle sfumature e delle molteplici prospettive che ogni membro della comunità apporta, in un confronto continuo attraverso cui si sviluppano le basi e i presupposti della convivenza civile. Città come una Babele di simboli, lingue, spunti ed idee proiettati verso l’avvenire, in una trasformazione continua attraverso cui la cittadinanza matura più consapevolezza, si confronta, evolve. Così é stato fino ad ora e questo spirito di cambiamento impetuoso che in certi momenti della storia dei popoli si é realizzato nelle città simbolo delle rivoluzioni, può tornare a vivere nel tempo presente

che chiama a modi di vita e a relazioni più autentiche e vere, ad un metro di giudizio non basato solo sul denaro, ma anche sul rispetto della natura e della sua bellezza. Nel recupero di una dimensione più genuina, che ci porti a misurarci con l’ambiente ed il territorio in cui siamo inseriti e a dare la giusta attenzione e la tutela necessaria a quella dimensione imprescindibile dell’ecologia, che si affianca a quella dell’economia. Dalla creatività delle città grandi e piccole può nascere la stagione di cambiamento radicale che restituisca speranza alle nostre vite, che ripari le fratture profonde che l’economia selvaggia ha provocato, le divisioni politiche incomprensibili alla fine delle ideologie ed il fossato tra le generazioni reso odioso perché tradisce l’essenza del futuro. Dare spazio alle intuizioni, allo spirito innovativo e propositivo, significa saper cogliere l’opportunità di guardare avanti, per ricostruire, con entusiasmo e impegno partecipativo, quel domani che a volte sembra esserci stato negato. Esistono tante città in una: quella delle famiglie e dei vincoli di sangue, quella delle associazioni e del sociale, quella delle istituzioni e della civicità, quella dell’economia e della politica, quella della scuola, dell’arte e della cultura. Tante città che si compenetrano e completano, in un ventaglio di significati condivisi e ruoli che siamo chiamati a impersonare. Se queste realtà vivono separatamente la loro vita la città decade e regredisce, diventando il luogo della difesa e della conservazione: se al contra-

rio esse riescono a convivere esaltando la propria specificità, allora la sinergia che si produce e si sprigiona puó portare alle trasformazioni che cambiano le persone, le comunità e la storia. Ed è proprio il cambiamento il motore di ogni progresso, ma per progredire serve un’azione responsabile, collettiva e congiunta, un atto riflessivo che ci porti a ripensare al significato delle nostre azioni e che orienti il nostro pensiero sulla base delle conseguenze, positive e negative, a cui ci possono condurre. Noi siamo all’interno di questa prospettiva, mentre la politica impotente vive al riparo di una burocrazia asfissiante la propria inconcludenza, la gente impaurita è ripiegata su se stessa e puó essere facile preda di propagande populiste che danno vita ad altri problemi invece che creare nuove opportunità. Basandosi sulla fragilità dei molti, sulla paura e sull’insicurezza, si corre il rischio che le energie vengano mal riposte in progetti che si propongono di risolvere problemi irrilevanti, quando ben altre priorità dovrebbero venir prese in considerazione. Riuscirà la città a rivendicare la propria autonomia, la creatività, le vie nuove che richiedono coraggio ed intelligenza? La nostra città è divisa, inerte, imbalsamata. Domina la paura e l’incertezza: chi ha voglia di fare viene scoraggiato da una burocrazia invadente e fuori controllo, il clima generale invita alla rinuncia ed alla semplice difesa di quello che c’é, tutti sono arrabbiati contro qualcuno, ma pochi pensano che

occorra superare se stessi e gli interessi di bottega. Questa rabbia non deve generare odi e chiusure, ma essere orientata verso una progettualità consapevole, in cui tutti sono chiamati ad esprimersi in modo attivo ed intelligente. Siamo all’inizio di cambiamenti epocali nelle comunicazioni, nell’accesso all’informazione ed alla conoscenza, nel modo di rapportarsi tra le persone vicine o lontane che siano, nella partecipazione diretta alla vita della democrazia. Per accedere a tutte le possibilità che queste novità offrono, bisogna essere preparati ad accoglierle e a svilupparle in una maniera che ci vede attivamente impegnati e non relegati al ruolo di spettatori. Vogliamo essere protagonisti dei tempi nuovi e delle opportunità che si aprono per ciascuno di noi o vogliamo stare ingessati a guardare? Questa é la sfida che la politica è chiamata a raccogliere! Con quello che si spende per fare una rotonda si potrebbe fornire agli studenti delle superiori un I-pad, collegamenti internet gratuiti, accesso all’informazione e formazione senza limiti e barriere e con un’altra rotonda potremmo portare centinaia di giovani all’estero a fare esperienze di studio e di lavoro. E’ solo un esempio ma tanto basta a capire che le vie nuove sono a portata di mano:basta saperle cogliere secondo i ritmi che la velocità impone a chi vuol vivere nella modernità, non per essere alienato ma per essere protagonisti del proprio tempo. Siamo tutti chiamati a lasciare delle tracce significative, ad agire in modo

UNA NUOVA REALTÀ: “VIVERE A VILLAFRANCA” Una nuova associazione che si vuole proporre come punto di riferimento per la cittadinanza, come luogo deputato a far emergere i problemi più rilevanti che ivere a affliggono la città, per tentare di risolverli ® insieme. Un ambiente di impegno civico, di partecipazione ed educazione alla tutela e allo sviluppo degli spazi condivisi e del territorio. Un contesto in cui coltivare il senso di responsabilità civile e l’orgoglio di appartenere alla comunità villafranchese. Un’occasione per dare voce a bisogni sociali, a intuizioni politiche, a proposte culturali e di aggregazione, a tutti i livelli del conoscere e dello stare insieme. La relazione tra le persone è posta in primo piano, attraverso le dinamiche del confronto, dello scambio, della discussione delle tematiche che emergeranno nel corso di riunioni ed incontri. Ampio spazio verrà dato anche ad occasioni formative ed a percorsi

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rivolti a progettualità e a realizzazioni in divenire. Uno strumento espressivo e partecipativo di cui si potranno avvalere tutti i villafranchesi, per dire la propria opinione e portare avanti, nel rispetto di tutti, le proprie battaglie. “Vivere a Villafranca” vuole essere un megafono dello spirito civico, incentivare le reti e la collaborazione nel mondo dell’associazionismo, rappresentare la parte più attiva di una Villafranca che non si lascia vincere dall’indifferenza e dall’inerzia, ma che si riunisce, discute e propone. Una città in fermento, una città viva, attenta, curiosa e impegnata in ambiti diversi, dal volontariato alla cultura. Una Villafranca che si batte per veder riconosciuti nuovi diritti e nuove opportunità che incidano positivamente sulla qualità di vita di tutti. Un gruppo di cittadini che non stanno in silenzio, ma bilanciano e osservano le decisioni della politica, per supportarle, avversarle o proporre soluzioni alternative, attraverso idee coraggiose e militanti che contribuiranno a costruire la Villafranca di domani.

Per informazioni: vivereavillafranca@gmail.com

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virtuoso sugli eventi e sulla storia che, ad una velocità inglobante e repentina, si sta già svolgendo sotto i nostri occhi.

L’ E D I TO R I A L E ...continua da pag. 1

delle politiche scolastiche e giovanili, grazie ai contributi della dottoressa Anna Lisa Tiberio; vira poi verso i temi della legalità, con la consueta e preziosa collaborazione del Procuratore Enrico Buttitta. E poi dottori, veterinari, esperti di economia, artisti, cuochi e musicologi vi daranno le loro competenti consulenze, introducendovi nei loro variegati e interessanti mondi. I più attenti di voi, poi, se ne saranno già accorti: il nostro mensile sta crescendo: aumenta il numero delle pagine che vi offriamo, crescono, in quantità e qualità, gli articoli che il giornale contiene; e di questo, ne andiamo tutti orgogliosi. Il nostro cavallo di battaglia resta l’attualità e l’obiettivo di questo strumento di informazione in forma di tabloid, è quello di fornire un servizio di comunicazione che sia tanto utile quanto piacevole per voi che ci seguite, che troverete sempre dettagli e notizie che possono incidere in qualche modo sulla vostra vita quotidiana. Articoli curiosi, impegnati, approfonditi, che potrete gustare nella tranquillità del vostro salotto di casa o in un bar e discutere dei temi più caldi con amici e conoscenti. Il nostro rappresenta un lavoro collettivo che per funzionare si avvale della collaborazione di ciascuno: per affrontare i mari del presente, tenendo ben salda la bussola della buona informazione, il contributo di ognuno è indispensabile. Anche il vostro, cari lettori, che incuriositi e sempre all’erta, siete lo stimolo per continuare questo percorso che si preannuncia sempre più ricco di aggiornamenti imprevedibili e di scoperte originali. Diego Cordioli

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Primo Piano A cura di Diego Cordioli

Zanolli e l’emergenza ospedale Intervista a Luciano Zanolli in merito all’ospedale di Villafranca ed alle sue intricate e lunghe vicende. È possibile un grande ospedale pubblico? to ottenere un unico grande ospedale pubblico a Villafranca? C’è stato un momento di straArch. Luciano Zanolli, nell’intervista del consigliere ordinaria opportunità per fare un dott. Lucio Cordioli rilasciata grande ospedale a Villafranca. È a questo giornale sull’ospeda- stato nel 2003. La conferenza dei le di Villafranca c’è l’esplicito sindaci all’unanimità aveva deciso riferimento alla sua Ammini- per un ospedale unico nel villafranstrazione che viene descritta chese e l’amministrazione di allocome contraria alla costru- ra (sindaco Facincani) invece non colse le indicazioni dei sindaci e le zione dell’ospedale. La mia Amministrazione era con- richieste dell’Assessorato Regionatraria a rifare un piccolo ospedale, le alla Sanità che chiedeva di indivied ha sempre affermato che Villa- duare un’area idonea ad ospitare il franca che è il comune più popolo- nuovo ospedale. Cosa ne pensa delle dichiaraso della provincia di Verona, doveva pretendere un ospedale di rilievo zioni del Dott. Lucio Cordioli come quello di San Bonifacio. Il in merito al futuro dell’Ospecentro destra (e Cordioli in parti- dale di Villafranca? Le sue dichiarazioni rappresentacolare) ha sempre sostenuto che bisognava accontentarsi di rifare un no lo specchio del pensiero polipiccolo ospedale dove c’era quello tico- amministrativo della classe bruciato e così facendo si sarebbe dirigente che sta governando Villafatto molto prima rispetto ad un franca e non solo, basato sempre sulla superficialità nell’affrontare ospedale completamente nuovo. Ma lei cosa pensa rispetto a le problematiche complesse, (vedi anche Grezzanella, Aereoporto, queste due posizioni? La risposta sta nei fatti. Per rifare Pat etc.), la subalternità ad entità l’ospedale ci metteremo molto di superiori (la famosa filiera, miserapiù che per farlo completamente mente fallita), la poca conoscenza nuovo! Sono sempre più convinto degli atti e delle dinamiche deciche avevamo ragione noi! Come sionali e la presunzione che spesso sindaco io, pur non essendo d’ac- sconfina con l’arroganza quando cordo con le scelte regionali , ave- si finge di risolvere i problemi con vo manifestato un grande rispetto semplici proclami od accampando per le istituzioni, rimettendomi alle amicizie o conoscenze importanscelte del competente Assessorato ti alle quali chiedere favori e non Regionale alla Sanità, (allora retto pretendere diritti. Così si sta agendo per il futuro da Flavio Tosi), purchè si facesse presto: ci troviamo a distanza di dell’ospedale quando si sostiene dieci anni dall’incendio e non sap- che “prima si costruisce la casa, poi piamo ancora quando inizierà la si deciderà dove collocare la cucina, costruzione dell’edificio e soprat- i bagni e le altre stanze per arredartutto non sappiamo cosa ci mette- la al meglio”. Chiunque ha costruito od acquiranno dentro come reparti, attrezzature e personale visto che nella stato una casa sa che le cose funnostra ULSS 22 già oggi si fa fatica a zionano esattamente al contrario. Lei quando arrivò nel 2004 mantenere gli ospedali che ci sono (Negrar – Peschiera – Bussolengo). cosa fece? Io sono entrato nella funzione di Avremo quindi un ospedale picsindaco nel mese di luglio del 2004 colo senza parcheggi con difficoltà di accesso e sempre in attesa delle e nel mese di settembre ho ricevubriciole di quello che avanza della to una richiesta dell’allora Assessotorta che si sono già divisa i più for- re Regionale alla Sanità, Gava che ti con rilevante perdita di dignità e mi sollecitava ad individuare un’aservizi sanitari sull’intero territorio rea adatta a Villafranca per la collocazione del nuovo grande ospedale, villafranchese. Chi come Lucio Cordioli si at- visto che la stessa richiesta inviata tribuisce il merito delle scelte che al mio predecessore era rimasta sono state fatte avrebbe di che inevasa. Ho dato incarico immediariflettere: l’atteggiamento degli uo- tamente di effettuare uno studio mini del centro destra villafranche- approfondito in base alle infrastrutse è sempre stato debole rispetto ture presenti e future della nostra ai capi partito e gli esponenti del città, ed ai tempi di percorrenza da centro destra, ad ogni livello. sono tutta la ULSS 22, per l’individuastati sempre subordinati alla clien- zione dell’area più idonea, ed ho tela della Lega, vero unico gestore consegnato personalmente all’assessore nella sede veneziana della della Sanità nel Veneto. Ma si sarebbe davvero potu- Regione il 27 dicembre dello stesso di Diego Cordioli

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anno, il risultato dello studio fatto. E allora perchè non si proseguì sulla strada indicata? Perchè a Gava era subentrato nel 2005 Flavio Tosi come assessore alla Sanità della Regione. Tosi da sempre era contrario alla costruzione di un grande ospedale a Villafranca. I motivi veri per questa opposizione sono da ricercarsi nella volontà di non modificare gli equilibri politici territoriali che si erano stabiliti con Bussolengo (da poco con un sindaco leghista), con Isola della Scala che voleva conservare il proprio ospedale e la volontà di non disturbare le due potenti strutture private di Negrar e Peschiera. Erano motivazioni esclusivamente elettorali che poco avevano ed hanno a che fare con una vera programmazione ospedaliera e con l’istituzione di un vero servizio sanitario nel comprensorio villafranchese. Con l’avvento di Flavio Tosi all’Assessorato, la sanità nel Veneto è sempre stata gestita dalla Lega fino ai giorni nostri, creando una continuità di pensiero e azione che ci ha portato alla disastrosa situazione attuale. L’unica cosa che sono riuscito a salvare con la Regione è il distretto sanitario per Villafranca, che non è cosa di poco conto. È per questo che lei prima parlava di clientela leghista? Non è solo un sistema clientelare, inteso come forma impropria di accaparramento del consenso, ma anche spreco di denaro pubblico perchè per il completamento degli ospedali di Bussolengo e di Villafranca si spenderà quasi il doppio di quanto si è speso per l’ospedale di San Bonifacio. Due piccoli ospedali pubblici che non potranno competere alla pari con le due importanti strutture private come Negrar e Peschiera all’interno della nostra ULSS. Non parliamo poi dei futuri costi di gestione e dei disagi per portare avanti ed indietro da Villafranca a Bussolengo e viceversa i pazienti bisognosi di cure che non si troveranno nello stesso ospedale. Ma adesso che si può fare per ridurre il danno? Il Consiglio Comunale specificatamente convocato per i tanti problemi inerenti all’ospedale di Villafranca (non dimentichiamo i parcheggi e le strade per arrivarci decentemente), ha indicato un percorso chiarissimo. L’amministazione comunale, con

i rappresentanti del comprensorio, attraverso strumenti propri ed un confronto serio con quanti hanno vera voce in capitolo, deve farsi portatrice di una proposta ferma e condivisa per il futuro del nostro ospedale, da portare alla Regione che sta discutendo il nuovo Piano Socio Sanitario. Ma Lei teme che non lo facciano? Villafranca dovrebbe finirla di avere un atteggiamento genuflesso e rinunciatario come spesso fanno PDL e LEGA ed i consiglieri comunali Dott. Lucio Cordioli e Paolo Cerioni, presidente di una Commissione apposita mai riunita e da cui io ed il consigliere Paolo Martari abbiamo preso le distanze dimettendoci. Non dobbiamo più accettare che Villafranca venga usata per coprire gli errori del passato commessi anche per l’ospedale di Bussolengo e pretendere una struttura ospedaliera per il sud ovest veronese e per i suoi 120.000 abitanti con pari dignità rispetto all’intero territorio veronese. Non possiamo più accettare che il villafranchese sia privo di un vero pronto soccorso e di un sistema all’altezza delle gravi emergenze. Addirittura siamo privati delle cose più elementari come l’ambulanza medicalizzata ed il pronto intervento notturno delle ambulanze è stato soppresso in ospedale e delegato al sistema del volontariato (che comunque siamo fortunati ad avere), ma che certo non può assicurare una assistenza medica adeguata alle emergenze gravi. Non parliamo poi di quanto sta succedendo negli ospedali di Isola della Scala e Bussolengo con la soppressione di servizi come ostetricia

e ginecologia o della guardia notturna di anestesia... Capita spesso che non si racconti la verità in merito all’ospedale? Per non scontentare nessuno fino a dopo le elezioni del 2013 credo che non sapremo se a Villafranca nell’edificio che si vuole costruire ci sarà un ospedale, una infermeria, o una scuola. A tal proposito ricordo che il nuovo piano sanitario in discussione in Regione parla di un ospedale di zona importante ogni 200.000 abitanti. Vedremo come sarà possibile far quadrare il cerchio con 3 ospedali importanti esistenti e quello di Villafranca da costruire con una ULSS di 230.000 abitanti complessivi. Ma secondo il suo punto di vista c’è qualche speranza che cambi una situazione che da come è stata descritta è disperata? Spero solo nel rinnovo della classe dirigente villafranchese, che i giovani e le donne si facciano più partecipi delle problematiche importanti della nostra collettività. C’è bisogno di gente preparata e disponibile, che vada oltre la sterile divisione partitica o generazionale tra giovani e meno giovani, che sappia farsi carico di una grande proposta per il rilancio del nostro territorio. Non è possibile continuare senza un progetto complessivo per lo sviluppo della città da trasformare in programma amministrativo da affidare a persone che abbiano le caratteristiche per attuarlo. Se non ci sarà uno scatto di orgoglio Villafranca potrà dire addio all’ospedale ed a tutte le altre opportunità che la nostra città potrebbe avere.

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Speciale

A cura di Giorgio Negrini - g.negrini@ilgiornaledivillafranca.it

Il passato? Viene demolito Ormai da tempo assistiamo, quasi assuefatti, alla metodica demolizione di quel poco che è rimasto del patrimonio storico nel centro di Villafranca di Andrea Silvestroni Innanzitutto, di fronte alla povera, superstite e sgomenta casa antica, compaiono fitte recinzioni in plastica arancione che avvolgono la facciata dell’edificio condannato, per tener alla larga sguardi indiscreti. Si affiggono eufemistici – per non dire ipocriti – cartelli di cantiere che riportano le diciture “Restauro” piuttosto che “Ristrutturazione edilizia”. A questo punto - quasi senza far rumore - da un giorno all’altro dell’antica costruzione non rimangono che le impronte sui muri delle case confinanti: muri in ciottoli di fiume e travi in legno amputate. Sbaraccate le macerie, ecco che viene innalzato il nuovo edificio che sostituisce il precedente; facilmente riconoscibile dai mattoni forati color carota e le mostre delle finestre tutte uguali in tufo tagliato, pare “a laser”, certo asettico in confronto all’abilità degli antichi scalpellini. E da ultimo, una bella intonacata tirata così a lucido che in confronto un tavolo da biliardo risulterebbe irregolare. E tutto questo con l’intervento di fior fiore di professionisti ed architetti – si badi, pure lo scrivente è architetto – e il beneplacito dell’amministrazione comunale (che invece dovrebbe mirare alla salvaguardia e alla conservazione del centro storico di tutti contro le speculazioni di pochi). Questi architetti dovrebbero invece essere i primi – se non altro a ricordo dei loro passati studi universitari – a riconoscere e tutelare il valore dei nostri antichi centri storici italiani. Nel medesimo contesto si

assiste poi a situazioni che hanno del grottesco, come la nuova traversa di Via Bixio: Via “Broli Antichi”. Ci sono dei broli antichi? E comunque se c’erano - qui come nel resto di Villafranca - sono stati completamente costipati da palazzine moderne dalle decorazioni più o meno civettuole, che fanno riferimento a chi sa cosa. Se in Via Bixio resiste ancora qualche antica casa che aspetta con terrore di essere abbattuta, Via Messedaglia è ormai quasi completamente rifatta (riconoscibile dalle mostre delle finestre “a laser” e l’intonaco “a biliardo”). Solo in Via Bixio gli interventi di vero restauro e valorizzazione degli edifici storici si contano sulle dita di una mano. Per non parlare – sempre nella stessa via – dell’edificio d’angolo con via Pace (quello con il comignolo a pigna) che non si sa perché facendosi prendere la mano nel rifacimento del tetto – ha perso completamente il suo cornicione, sostituito da tristissimi moncherini di legno che escono dal muro. In questa ipocrisia edilizia le nuove costruzioni del centro, quando sostituiscono le case antiche, non sono più alte di tre piani, con le mostre in pietra e le imposte alle finestre. “Per uniformarsi al tessuto edilizio dell’architettura tradizionale del centro storico” ci viene detto. Ma tant’è, così facendo tra poco avremo solo edifici moderni che nelle forme scimmiottano vagamente edifici scomparsi. Rifaremo anche Palazzo Bottagisio? O Fantoni, di plastica? Parliamo pure di centro di Villafranca, ma per favore non chiamiamolo “storico”.

L’OPINIONE DI GIORGIO

di Giorgio Negrini

Il pulmino d’oro

Riferendomi sempre ai villafranchesi con le maggiori difficoltà, mi sarebbe venuta un’idea che potrebbe essere quasi indispensabile a chi ha difficoltà nel spostarsi da casa, per risolvere problematiche giornaliere. Mi riferisco ad un servizio che l’amministrazione comunale potrebbe mettere in atto: un pulmino che giri per il comune di Villafranca a disposizione di tutte le persone che si devono spostare per svariati motivi. Partendo

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da tutte le frazioni, il pulmino potrebbe svolgere un giro da Quaderni, Rosegaferro, Volpare, Pizzoletta e venire a Villafranca per fermarsi al comune, alla sede dell’INPS, alla stazione, al cimitero e in altri posti per depositare soprattutto persone anziane, mamme con bambini piccoli, badanti ecc. e poi ripartire per Le Ché, Alpo, Dossobuono, Caluri, Colombare ecc. per poi ritornare a Villafranca e riprendere chi aveva già depositato un’ora o due prima. Un servizio continuativo che giri per il comune di Villafranca a orari prestabiliti e per-

corsi ben definiti. Non dovrebbe essere così difficile metterlo in pratica e l’utilità per i villafranchesi sarebbe ben evidente. È solo un’idea e come al solito le idee hanno svariati pro e contro: basta solo mettersi lì e pensarci sopra e se risultasse un buon progetto, crediamo che l’amministrazione comunale potrebbe metterlo in pratica, migliorando notevolmente la qualità di vita di Villafranca e frazioni limitrofe, attraverso un servizio utile per la mobilità e per il problema dei parcheggi in centro storico.

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Speciale

Facincani si dimette Quali sono le vere ragioni che hanno portato Maurizio Facincani a questa decisione politicamente così pesante? Quali problemi rivelano all’interno della maggioranza?

Le dimissioni del Presidente Facincani presentano ringraziamenti urbi et orbi, ma non danno alcuna spiegazione di una scelta che, politicamente, assume un significato molto forte. Né può bastare una battuta concessa a L’Arena per ricondurre credibilmente a “motivi personali” la decisione di non guidare più l’assemblea cittadina. Inoltre, basta guardare il numero dei consigli comunali negli utlimi 12 mesi e la portata degli argomenti proposti

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- come denunciato ripetutamente dall’opposizione - per comprendere che non sarebbe servito molto tempo da dedicare. Ma l’ordine del giorno non lo fa il Presidente, che lo assembla, bensì il sindaco e la giunta, che sinora ha voluto discutere in consiglio solamente cose marginali (salvo quando stimolata dall’opposizione con mozioni e interpellanze). È evidente che la maggioranza è in crisi e questa decisione ne è l’ennesima cartina tornasole. Noi riteniamo che i veri motivi, sino ad ora taciuti, debbano essere espressi in Consiglio al più presto, perché è doveroso nei confronti del più alto organo cittadino e perché è doveroso nei confronti della gente. Sta di fatto che dopo lo “strano” rinvio del consiglio comunale di inizio marzo, ora sono arrivate queste dimissioni. Non era mai successo che un Presidente del Consiglio si dimettesse.

Qualcosa non torna, è chiaro. E guarda caso proprio in concomitanza con la proposta di tematiche a gran voce sollevate dalle forze di minoranza consiliare: l’ennesimo ingiustificato slittamento dei lavori per l’ospedale, la mancanza di finanziamenti per dare avvio al secondo stralcio della Grezzanella, il casello autostradale di Dossobuono che stava procedendo in sordina ed ora è diventato oggetto di una mozione da noi proposta che impone il rispetto del sistema ambientale e sociale di quell’area. E, infine, la programmazione territoriale che non procede (anzi, tutti ci ricordiamo che cosa accadde quando emerse il primo documento abbozzato dall’amministrazione, con il PdL che si riunì per decretare il “tutti contro Mario”, reo di avere inserito l’ospedale in un’area al di là della ferrovia). Siamo quindi persuasi che le di-

scussioni all’interno della maggioranza siano più d’una ed abbiano creato crepe molto profonde. E che l’apparente sicurezza con cui il sindaco propugna ricette digeribili per ogni evenienza sia solo di facciata. In questo senso, crediamo che la scelta fatta da Maurizio Facincani sia il segno tangibile di un insanabile disaccordo con il sindaco su molte questioni, non ultimo proprio per le modalità e lo stile con cui Mario Faccioli da 4 anni sta guidando il comune, assai diverso dal modus operandi facincaniano. Qualcuno poi ha voluto minimizzare l’assenza del numero legale in aula all’inizio dell’ultima seduta consiliare (permesso solo perché si trattava di una seconda convocazione), ma l’implosione della maggioranza verrà presto a galla. Come ha lasciato intendere lo stesso Facincani, dichiarandosi disposto a votare

solamente le delibere che andranno nel senso da lui atteso. Ma probabilmente non sarà da solo, perché altri consiglieri lo seguiranno. Col rischio di stallo per l’amministrazione Faccioli, che potrà bloccarsi sulle scelte importanti per la città. Trattandosi di una situazione deprecabile per gli interessi collettivi, come opposizione vigileremo attentamente. Ma chiediamo alla maggioranza di interrompere questi giochini di piccolo cabotaggio, fatti di reciproca difesa del proprio orticello. E di far invece prevalere piuttosto le vere aspettative di Villafranca, perché già molto tempo è stato perso e altro non se ne può davvero più perdere. Villafranca, lì 30 marzo 2012 I consiglieri comunali: Paolo Martari, Graziano Tovo, Luciano Zanolli, Alessandrino dal Maso, Renzo Piazzi

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Speciale Dossobuono

A cura di Francesco Bommartini

No al casello autostradale

Già soffocati da strutture come aeroporto, autostrade e tangenziali, i dossobonesi protestano contro la nuova opera in progetto. Avviata con successo una raccolta di firme e il 25 aprile ci sarà una manifestazione contro il casello donna di Dossobuono, per permettere di raggiungere l’aeroporto e la statale per Mantova senza dover arrivare fino a Verona Nord. Come suggerito dalla Valutazione Ambientale Strategica, fatta predisporre proprio dal comune di Villafranca e pagata diverse centinaia di migliaia di euro, la posizione di Dossobuono suggerirebbe interventi di mitigazione ambientale a tutela della salute degli abitanti, così come previsto anche dal Piano di Assetto Territoriale Comunale, e non una nuova, inutile e costosa opera: la spesa previdi Renzo Piazzi sta per il casello si aggira sui 30 milioni di euro che non si I cittadini di Dossobuo- giustificano, visto che l’aerono, dopo aver appreso del porto dista solo pochi chiloprogetto per costruire un metri, ed è ben servito, dai nuovo casello autostrada- caselli di Sommacampagna, le sulla A22 nelle vicinanze Verona Nord e Verona Sud. Oltre al danno la beffa, perdell’aeroporto e a ridosso delle case di Dossobuono, si ché il nuovo casello verrebsono ritrovati a metà marzo be a consumare anche gran in una affollata e partecipata parte del parco Mariotto, assemblea nelle sale del pa- la cui valorizzazione invece lazzo comunale. Determinati consentirebbe una mitigazioa contrastare l’opera, hanno ne dell’impatto ambientale costituito il comitato “No al determinato dall’aeroporto e casello autostradale in Dos- dall’autostrada. Già oggi, vista anche l’immisobuono”, redatto una semnente realizzazione della terplice petizione e avviato una za corsia sull’autostrada A22, raccolta di firme per avversabarriere re tale progetto nel modo più occorrerebbero deciso. In meno di un mese la protettive in corrispondenza petizione ha già raccolto più dei paesi di Dossobuono e Alpo, con piantumazioni difdi 2300 firme! Ci sembra un risultato di fuse a ridosso delle barriere. grande importanza e demo- Barriere e piantumazioni che craticamente rilevante vista la società Autobrennero è anche la difficile situazione molto solerte nel realizzare economica che porta le per- in altri territori vicini a noi: sone a rinchiudersi nella sfe- come non ammirare le nuove barriere con impianto fotora privata. D’altra parte è riconosciu- voltaico a pochi chilometri! Un collegamento all’aeroto da tutti che il nostro paese si trova in una posizione porto più efficace e auspinon invidiabile, lambito da cabile sarebbe quello ferroinfrastrutture di notevole im- viario: ci sono progetti già portanza ma anche di grande elaborati per trasformare in impatto ambientale – auto- linea metropolitana la linea strade, aeroporto, tangenziali, Verona – Mantova. Ciò permetterebbe anche quadrante Europa – che poco o nulla contribuiscono all’e- allo scalo aereo veronese di raggiungere moderni stanconomia del paese. La nostra via Cavour oggi è dard europei e renderebbe diventata una strada di tran- superflui altri parcheggi per sito iper trafficata perché automobili, decongestionannon si è mai provveduto a do almeno in parte il traffico ripristinare uno svincolo sul- che già oggi circonda e soffola tangenziale est, dopo Ma- ca il nostro paese.

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L’ENNESIMO SCEMPIO URBANISTICO E AMBIENTALE MASCHERATO DA PROGRESSO! E’ QUESTO IL FUTURO PER I NOSTRI FIGLI?

LE A D A R T S O T U A al casello ONO U B O S S O D A O R in CENT

FIRMA E FAI FIRMARE Invitiamo tutti i cittadini a firmare la petizione per bloccare il casello autostradale così vicino al paese

comitato no al casello autostradale in dossobuono

Il comitato ha rivolto un pressante appello al nostro Sindaco e al Presidente della Provincia ed ha richiesto sostegno e solidarietà a tutti i partiti e consiglieri politici per fermare la progettazione dell’opera. Il successo che stiamo riscontrando nella raccolta delle firme dimostra come i cittadini vogliono conoscere e valutare fino in

fondo comportamenti e scelte degli amministratori, non sono più disposti a delegare a nessuno la salvaguardia della propria salute. Intanto, per riappropriarci dolcemente per un giorno del nostro territorio e per rafforzare la contrarietà degli abitanti di Dossobuono alla realizzazione del casello, ci siamo dati appuntamento al 25 aprile

per una biciclettata con festa finale e volo di aq iloni nei prati prospicienti l’area interessata al progetto. La partenza sarà alle 15:30 dal piazzale della chiesa. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare a questo momento di aggregazione e svago che è anche l’occasione per esprimere il proprio dissenso alla costruzione dell’autostrada.

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Economia Locale

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Il futuro dipende dall’economia Il nostro Paese, ancora vessato dalla crisi economica, non sembra trarre beneficio di riforme basate soprattutto sull’aumento delle tasse. Qualche utile consiglio può venire da una figura del passato, l’economista Giuseppe Toniolo

di Cristiano Tabarelli Dopo alcuni mesi dall’avvento del Governo Monti quale bilancio possiamo trarre? Con la dura riforma delle pensioni e un inasprimento della pressione fiscale abbiamo rimediato all’emergenza ma siamo molto lontani dall’uscita da quel tunnel economico-finanziario in cui siamo entrati, in particolare a partire da agosto 2011. Certo, una maggiore credibilità internazionale è stata recuperata ma la speculazione continua ad attaccare il debito pubblico italiano. Per quale motivo? In questi

giorni ho letto un interessante articolo sul Sole 24 ore da parte di Giovanni Majnoni dal titolo : “Chi ha assassinato la crescita?”. L’autore mette in rilievo che oggi, purtroppo, il problema principale del nostro Paese consiste nella “trappola della crescita”. In breve si sottolinea che nulla si è fatto, finora, per spaccare quel meccanismo che vede privilegiati nel nostro sistema economico, quei gruppi sociali che fondano la loro ricchezza sulle rendite di posizione a discapito di chi, con propri investimenti, garantisce produttività e accresce il reddito suo e della collettività. È un problema che nasce da lontano, per cui in Italia si è sempre favorita la rendita e non il lavoro. Oggi paghiamo a caro prezzo l’incapacità della nostra classe politica di liberalizzare le professioni, di abbassare il costo del lavoro, di diminuire in modo consistente la spesa pubblica. Parlo di quella spesa pubblica parassitaria e inefficiente che,

come un cancro, divora risorse preziose a discapito di chi costruisce ricchezza e benessere per il nostro Paese. Dal 2010 al 2012 si sono succeduti diversi governi sia in Italia che in Europa. Sono stati approntati nel nostro Paese piani di risanamento economico complessivamente per un valore di 232 miliardi di euro. Il problema è che le risorse sono arrivate per il 72% da un aumento delle tasse e solo per il 28% da riduzioni di spesa. Cosa completamente diversa dal resto d’Europa, dove, per esempio in Inghilterra, si sono avute manovre per 130 mld ma derivanti per l’80% da riduzioni della spesa pubblica e solo per il 20% da nuova tassazione. E così, con proporzioni simili, è accaduto in Spagna, Irlanda, Portogallo e pure nella derelitta Grecia. È chiaro che se spremo i miei cittadini con nuova e asfissiante imposizione fiscale tolgo risorse a consumi ed investimenti. Perché non abbattere il pe-

sante debito pubblico con un piano di dismissioni del patrimonio statale che non produce alcun beneficio alla collettività ma solo costi impressionanti? Mi direte: quale politico o anche pseudotecnico ha oggi la forza per poter iniziare un vero programma di riforme sociali ed economiche? Il 29 aprile Papa Benedetto XVI beatificherà una figura di economista e giurista di metà ottocento, il trevigiano Giuseppe Toniolo. Uomo di grande cultura, fu amico e consigliere di papa Leone XIII (l’autore dell’enciclica “Rerum novarum” su cui si fonda la dottrina sociale della Chiesa), studiò a fondo i meccanismi di funzionamento dell’economia. Fu ideatore delle Settimane sociali dei cattolici. “L’assetto normale dell’economia comporta che il capitale si associ direttamente e durevolmente al lavoro per i fini della produzione”. Sembra aver anticipato di più di un secolo proprio i problemi

e la crisi in corso. In merito, poi, alla gestione del credito, che oggi fa soffrire le nostre aziende e le nostre famiglie, sottolineò a quali supremi doveri doveva ispirarsi : la moralità, senza la quale non c’è fiducia; la giustizia distributiva, affinché i compensi generati dal credito non degenerino dalla loro natura e finiscano con il danneggiare chi riceve il prestito; l’utilità generale, affinché il credito miri al benessere pubblico e garantisca una funzione sociale. Quale grande valore profetico hanno ancora oggi queste parole! Dove trovare una figura di statista che, tenendo conto di questi principi, dotato di etica e moralità pubblica e privata riesca a guidare la nostra Italia fuori dal pantano in cui siamo finiti? Abbiamo una necessità disperata di una nuova offerta politica che dia fiducia e speranza anche alle generazioni future. Sarà possibile tutto ciò? Ai posteri l’ardua sentenza!

Art.18 tra ideologie e mercato La crisi ha picchiato duro, ma si vede non abbastanza. Eppure molti imprenditori veronesi sono stupefatti e stanchi di queste sceneggiate: ci sono ancora figure, che per ragione delle parti assunte in questa commedia, stanno sbraitando da posizioni ridicole ai nostri tempi ed altri stanno rispondendo con rituali bizantini Le aziende chiudono, gli imprenditori si impiccano per le responsabilità che hanno e nella eterea Roma aspettano che la “ Sagunto” economica produttiva venga espugnata con morti e fallimenti. Le botte finanziarie prese da un sistema economico legato ed impoverito, impossibilitato a crescere, non hanno messo nemmeno un po’ di buon senso in molti degli attori e delle attrici che governano questo povero Paese, in cui gli unici esempi luminosi vengono da soggetti che hanno vissuto

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a carico di uno Stato spendaccione, inserendosi a titolo più o meno meritorio nei suoi meccanismi e campando in infinite discussioni. Ma vi pare lavorare? Ma se fossero vostri dipendenti non avreste un legittimo motivo di licenziarli perché improduttivi ed incapaci di assumere decisioni che possano consentire al sistema delle imprese italiane di contrastare efficacemente e largamente la concorrenza sempre più agguerrita? Indiani e cinesi soffrono ma hanno un obiettivo, qui soffriamo

la crisi ma ci tocca di sentire discutere per mesi di un articolo che ha pochissima importanza nella vita del Paese e subire scioperi e impoverire ancor di più i lavoratori che credono di essere difesi. E passano norme come quella che dice che se una impresa è in crisi (vera, non finta, di quelle che uccidono gli sventurati imprenditori) si deve pagare per licenziare, ci si deve indebitare ancora ed in misura maggiore dei competitors europei. Questi imprenditori, non tutti ovvio, ma in

gran parte, non si associano e non formano organizzazioni di disoccupati cronici che hanno il solo scopo di mungere dallo Stato, in cambio di voti ad una classe politica che li accontenta appena può per mantenere i propri privilegi.

E i media, in gran parte gli vanno dietro, e moltissimi commentatori gli vanno dietro, un coro di pecore in cui non conta l’intelligenza o il titolo, basta essere nel gregge e belare o protestare ma esserci! Articolo tratto da:

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Speciale Aziende

PUBLIREDAZIONALE

Domotica, questa sconosciuta Con Polato Impianti entriamo nel mondo dell’impiantistica, analizzando lo stato attuale delle tecnologie disponibili sul mercato e dei vantaggi che queste possono offrirci per migliorare la qualità della vita, diminuendo i consumi elettrici ed aumentando l’efficienza DIAMO QUALCHE DEFINIZIONE La domotica è la scienza interdisciplinare che si occupa dello studio delle tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa e più in generale negli ambienti antropizzati. Il termine domotica deriva dal greco domos (δοµος) che significa casa e ticos (τικος) - suffisso che indica le discipline di applicazione. La domotica è nata nel corso della terza rivoluzione industriale allo scopo di studiare, trovare strumenti e strategie per: - migliorare la qualità della vita; - migliorare la sicurezza; - risparmiare energia; -semplificare la progettazione, l’installazione, la manutenzione e l’utilizzo della tecnologia; - ridurre i costi di gestione; - convertire i vecchi ambienti e i vecchi impianti.

offrono la libertà di scegliere quali applicazioni adottare fin da subito e quali integrare nel futuro, senza importanti interventi strutturali e con un’ottima gestione dei costi. LE

DIVERSE APPLICAZIONI DELLA DOMOTICA Automazione Con questa applicazione possiamo avere il controllo sulle componenti automatiche dell’abitazione come ad esempio comandare tapparelle, tende, serrande motorizzate evitando operazioni monotone o ripetitive; gestire l’impianto di irrigazione o altri automatismi. Oltre che con i normali comandi digitali, l’attivazione degli automatismi la si può ottenere anche attraverso lo schermo tattile del Touch screen piuttosto che con l’utilizzo di pratici telecomandi (anche l’Iphone): il massimo della comodità per DALLA TEORIA ALLA PRATICA chi vuole avere tutto a portata di mano. La domotica svolge un ruolo imporIlluminazione tante nel rendere intelligenti apparecCon la domotica possiamo utilizzare la chiature, impianti e sistemi. Ad esempio luce in base alle nostre esigenze in base ad un impianto elettrico intelligente può ogni situazione ad esempio più forte per autoregolare l’accensione degli elettro- leggere e lavorare, soffusa per riposare. domestici per non superare la soglia che Suono farebbe scattare il contatore. Diffondere la musica nei vari locaCon “casa intelligente”si indica un am- li della casa, scegliendo e controllando biente domestico - opportunamente pro- da ogni ambiente differenti fonti sonore gettato e tecnologicamente attrezzato - il da cui selezionare il brano o la stazione quale mette a disposizione dell’utente radiofonica che preferisci, nella massima impianti che vanno oltre il “tradizionale”, semplicità e con qualità sonora stereo dove apparecchiature e sistemi sono in Hi-Fi. Grazie alla multicanalità è altresì grado di svolgere funzioni parzialmente possibile accontentare le esigenze tutti autonome (secondo reazioni a parametri per ascoltare la radio, un brano preleambientali di natura fissa e prestabilita) vato dall’I-Pod, la riproduzione di un CD. o programmate dall’utente o addirittura Antifurto completamente autonome secondo reProteggere la casa da intrusioni indeazioni a paramatri ambientali dirette da siderate nel modo più opportuno e seprogrammi dinamici che cioè si creano o condo le proprie esigenze, potendo ansi migliorano in autoapprendimento. che avvalersi dell’utilizzo di immagini per La domotica rappresenta il nuovo verificare situazioni di allarme. modo di progettare l’impianto elettrico, Con My Home l’antifurto può essere amplia le possibilità della progettualità e inserito anche in modalità parziale, anrende la vita più semplice e funzionale, che utilizzando chiavi codificate abilitate grazie all’utilizzo di un’unica tecnologia per fasce orarie o soltanto per alcune impiantistica, il Bus digitale. L’impianto zone della casa. realizzato su Bus si applica in qualsiasi Il comunicatore telefonico, disponibile contesto abitativo e terziario con solu- anche in versione GSM, riceve e veicola zioni evolute in termini di comfort, sicu- agli interessati le segnalazioni di allarrezza, risparmio energetico, multimedia- me provenienti dalla casa; le telecamere lità e controllo locale o a distanza. consentono sempre il controllo visivo La modularità installativa e l’integra- della situazione anche quando si è lonzione funzionale dei diversi dispositivi tani da casa

Gestione Energia Con il sistema di gestione energia è possibile utilizzare l’elettricità in modo efficiente, evitando l’inconveniente del black-out da sovraccarico. Le prese di corrente cui sono collegati gli elettrodomestici possono essere controllate da un’apposita centralina in grado di scollegarle temporaneamente, secondo priorità stabilite. Termoregolazione Il sistema di Termoregolazione permette di gestire in modo intelligente il profilo ottimale di temperatura in ogni ambiente della casa, ricreando le massime condizioni di comfort senza spreco di energia. Si posso gestire fino a 99 zone, permettendo di riscaldare o raffrescare gli ambienti in modo efficace e con la massima semplicità d’uso. Sonde locali regolabili o un apposito menù del Touch Screen consentono sempre di modificare, anche in remoto la temperatura, per adattarsi alle esigenze di comfort ambientale in qualsiasi momento della giornata.

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Sociale di Villafranca

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A cura dicomunali Diego Cordioli Elezioni

Rimborsiamo i disabili

È partita una raccolta di firme nel territorio veronese, il cui obiettivo è quello di chiedere la riduzione del 30% dei finanziamenti destinati ai partiti per le campagne elettorali per il periodo 2011-2014. A beneficiare di questi contributi, sarebbero i disabili e le loro famiglie di Diego Cordioli

“Un manifesto in meno per un servizio in più”: questo è lo slogan dell’iniziativa lanciata dall’Ufficio Politiche per la disabilità dell’Unione Generale del Lavoro di Verona, che ha già ottenuto 6 mila firme. Un taglio del 30% ai contributi dati ai partiti permetterebbe di far entrare nelle casse dei servizi sociali oltre 100 milioni di euro. Una cifra che potrebbe essere usata per aiutare le persone diversamente abili, potenziando i servizi rivolti a loro e offrendo soluzioni che agevolino la qualità della loro vita. Un modo per bilanciare gli effetti negativi di alcune misure del governo che si sono tradotte in restrizioni economiche anche per il campo del sociale. Per Pasquale Di Maio, dell’Ufficio disabilità UGL di Verona, dato

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che gli incassi dei partiti corrisponderebbero a tre volte le loro spese, questa rinuncia ad una parte dei rimborsi elettorali non ne metterebbe in pericolo l’esistenza e non li danneggerebbe. Di contro, porterebbe grandi benefici agli esponenti più svantaggiati della nostra società, affetti da vari tipi di disabilità, per i quali si potrebbero predisporre risorse sufficienti ad incrementarne lo standard di vita. Nell’attuale legislatura i rimborsi elettorali hanno raggiunto la cifra esorbitante di più di 500 milioni di euro: di fronte a questo ammontare, un taglio del 30% rappresenterebbe un considerevole beneficio che si tradurrebbe in strategie a favore del mondo della disabilità. I promotori della raccolta di firme evidenziano anche il fatto che i contributi elettorali non di-

pendono dalla durata della legislatura, per cui gli stessi partiti che ci saranno nel prossimo Parlamento, che quasi tutti coincideranno con quelli attuali, otterranno due volte il rimborso. Non si sa se i partiti prenderanno in considerazione questa raccolta di firme, che però resta uno strumento importante per avanzare una richiesta più che legittima, che potrebbe dare un efficace e consistente contributo ai servizi sociali, vessati da tagli che ne ostacolano il funzionamento ottimale. Pasquale di Maio, che ha promosso la campagna, è anche genitore di un figlio disabile: una situazione che sono in tanti a condividere, con tutte le difficoltà e le problematiche che queste realtà portano con sé. Ha fatto cronaca, ultimamente, la cattiva gestione da parte dei partiti dei soldi pubblici: gli sprechi,

gli scandali, le frodi. Privare di una fetta dei finanziamenti i partiti per offrirla a chi si occupa di fornire supporto ai diversamente abili, è un’iniziativa sicuramente virtuosa, che può accogliere il consenso di molti, indipendentemente dallo schieramento politico di riferimento. Una proposta politica che attraverserebbe

tutti i partiti, che potrebbero, aderendo a quest’iniziativa, mostrare all’unisono la loro vocazione di istituzioni realmente al servizio dei cittadini e dei loro bisogni. E nello specifico, di quella parte della cittadinanza che è dovere tutelare con un occhio di riguardo in più ed un’attenzione più mirata e profonda.

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Salute & Sanità

A cura di Diego Cordioli

UROLOGIA

a cura del Dott. Pecoraro

Primario di Urologia presso l’Ospedale di Isola della Scala Specialista in Urologia

Gentile dr Pecoraro, Le scrivo perché vorrei avere un suo consiglio. Sono una pensionata di 63 anni. Mi è successo circa 2 mesi fa improvvisamente di aver urinato sangue e non avevo altri disturbi. Mi sono rivolta al mio medico che mi ha prescritto un antibiotico, mi ha invitata a non fumare (fumo circa 10 sigarette al giorno) e mi ha detto di non preoccuparmi. Sono stata bene ma 10 giorni fa ho avuto ancora urine rosse. Il mio medico mi ha suggerito di ripetere la terapia e mi ha spiegato che la causa può essere dovuta alle mie infezioni urinarie. In effetti soffro di cistiti. Io però sono un po’preoccupata e vorrei un suo suggerimento. Le vorrei anche chiedere se il fumo ha attinenza con quello che ho avuto. Grazie TM

L’ematuria ossia l’emissione di urine rosse è un sintomo da non trascurare e (anche se sembra strano) a maggior ragione quando si presenta in assenza di altri disturbi (cosiddetta ematuria a ciel sereno).

Dietro questo sintomo infatti può non esserci nulla di significativo ma può essere anche il segno di qualcosa di più importante. In pratica diverse malattie urinarie possono causare ematuria. Per citarne qualcuna si va dalle infezioni (in questo caso nulla di grave) a calcolosi urinaria, ecc. Ma a volte può essere la spia di qualcosa di ben più grave. Per questo è molto importante mettere in atto tutti i mezzi diagnostici a disposizione per pervenire alla diagnosi. Anche perché come Lei sa, più precoce è la diagnosi e più facile è curare. Faccio un esempio. Se la causa dell’ematuria è una neoplasia vescicale

(cosiddetto polipo vescicale), diagnosticarlo precocemente ci darà la possibilità di toglierlo per via endoscopica, cioè dall’interno stesso della vescica e conservare l’organo. Se invece lo si lascia lì con il tempo questa neoformazione infiltrerà l’organo in profondità e a quel punto per poter guarire il paziente bisognerà togliere la vescica con le conseguenze che ne derivano. Pertanto così come consigliato dalle linee guida europee a cui io mi attengo, Lei dovrebbe eseguire: 1. una visita urologica; 2. l’esame delle urine, l’urocoltura e le citologie urinarie;

3. l’ecografia renale e vescicale. Se si renderà necessario si approfondiranno le indagini con esami più invasivi: • URO-TAC • Cistouretroscopia e contemporanea asportazione di eventuali neoformazioni. Con questa serie di esami perverremo sicuramente alla diagnosi, sapremo cioè qual è stata la causa della sua ematuria. Quanto al fumo la maggior parte delle persone non sa che oltre a essere un fattore di rischio per il tumore polmonare lo è anche per quello vescicale e quindi non posso che essere d’accordo con il suo medico. Cordiali saluti

Per porre i vostri quesiti, potete scrivere direttamente al Dott. Pecoraro alla mail gpecoraro@ulss22.ven.it o alla redazione del giornale a redazione@pirite.net

MEDICINA GERIATRICA

a cura del Dott. Garzotti

Dirigente Medico I° livello presso 1^ Geriatria O.C.M. Borgo Trento Responsabile di Struttura Semplice di Malattie Reumatiche dell’Anziano Specialista in Medicina Interna

E se in famiglia si dovesse affrontare il problema della demenza? carico di sofferenza che la malattia comporterà per il proprio caro, ma anche delle conseguenze psicologiche, fisiche e sociali che interesseranno se stessi. Il tema, come dicevo, è lungo e difficile e dovrò necessariamente dividere le mie considerazioni in due tempi. Parlerò dapprima del malato e nel prossimo articolo tratterò le ripercussioni sul “caregiver”, cioè sul famigliare che sopporta il carico dell’assistenza dell’ammalato. Cari lettori, l’argomento che tratteremo Ma diamo ora la definizione di demenza: oggi rappresenta, a mio avviso, un problema “La demenza è una sindrome clinica di primaria importanza nell’ambito delle caratterizzata da perdita delle funzioni patologie dell’anziano. cognitive, tra le quali invariabilmente la La demenza è una condizione complessa e memoria, di entità tale da interferire con difficile che,dato il generale invecchiamento le usuali attività sociali e lavorative del della popolazione, costituisce e sempre di paziente. più costituirà, un problema che famiglia Oltre ai sintomi cognitivi sono presenti e società dovranno necessariamente sintomi non cognitivi,che riguardano la sfera affrontare. della personalità, l’affettività, l’ideazione, La complessità del “problema demenza” la percezione, le funzioni vegetative ed il sta nel fatto che non si tratta solo di comportamento, con conseguente perdita affrontare una situazione di malattia, dello stato funzionale”. per lo più non guaribile, ma anche di Come si può subito notare dalla definizione sopportare tutta una serie di conseguenze ci troviamo di fronte ad una malattia che che tale condizione porta con sé e che interessa tutti gli ambiti della persona, si ripercuotono prima sulla famiglia e poi non solo sotto l’aspetto cognitivo (cioè sulla società. di tutte quelle funzioni neurologiche che Per la famiglia, apprendere che il paziente ci permettono di apprendere), ma anche è affetto da demenza, è sempre causa di fisico, psicologico, emotivo e sociale. grave preoccupazione e sconforto. Ma quali sono le cause di demenza? Vi è la consapevolezza che, fin da subito, Potremmo dividerle in due gruppi: le cause si sarà costretti ad affrontare un difficile primarie e le cause secondarie. percorso di presa di coscienza, sia del Tra le cause primarie mi limito a

ricordare la più nota che è la Demenza di Alzheimer, che rappresenta circa il 5060% delle cause di demenza e la Sindrome Demenza-Parkinson che riporto perché relativamente frequente tra le cause primarie. Tra le cause secondarie evidenzio: la demenza vascolare ischemica (trombosi vascolari); i disturbi endocrinometabolici (diabete mellito, malattie della tiroide, disidratazione); stati carenziali (malnutrizione, deficit vitamina B1,B12, acido folico); sostanze tossiche (alcol, farmaci); neoplasie; traumi cranici; stati infettivi ed infiammatori. Mi preme sottolineare che le cause secondarie sono sicuramente poco frequenti e fortunatamente per lo più guaribili. Come evolve la malattia? L’esordio: deficit della memoria; disorientamento temporo spaziale. La progressione: comparsa di aprassia (incapacità di eseguire movimenti volontari), afasia (disturbi del linguaggio); alessia (difficoltà nella lettura); agrafia (impossibilità di scrivere); deficit di ragionamento astratto, di logica di giudizio; acalculia (difficoltà di eseguire calcoli); agnosia (incapacità di riconoscere cose o persone in assenza di deficit sensoriali); deficit visuospaziali (difficoltà di mettere in relazione gli oggetti nello spazio). Ma quali sono i sintomi NON cognitivi? Alterazione dell’umore (depressione, euforia, labilità emotiva); alterazione

della personalità (indifferenza, apatia, disinibizione, irritabilità); psicosi (deliri paranoidei, strutturali o misidentificazioni; allucinazioni);agitazione (aggressività verbale o fisica, vocalizzazione persistente); disturbi dell’attività psicomotoria (vagabondaggio, affaccendamento afinalistico); sintomi neurovegetativi (alterazione del ritmo sonno-veglia, dell’appetito, del comportamento sessuale). La fine del percorso di questa malattia porta inevitabilmente, dopo alcuni anni, alla totale non autosufficienza e alla sindrome da allettamento con tutte le complicanze che comporta (stipsi cronica, ulcere da decubito, infezioni polmonari e insufficienza cardio respiratoria). Ma quanto è importante dal punto di vista epidemiologico la demenza? Le demenze rappresentano la quarta causa di morte negli ultra sessantacinquenni e sono una delle cause di disabilità più importanti nella popolazione anziana. La prevalenza aumenta con l’età ed è maggiore nel sesso femminile, specie per la malattia di Alzheimer. In Italia la percentuale di prevalenza di demenza passa dall’ 1% tra i 65-69 anni al 30% per gli ultra 85enni e a Verona lo “Studio Argento” ha riscontrato una prevalenza del 19% negli ultra 85enni. Infine, nel 2020 sono previsti 213.000 nuovi casi anno, contro i 150.000 del 2000.

Per porre i vostri quesiti, potete scrivete direttamente al Dott. Garzotti alla mail paolo.garzotti@email.it o alla redazione del giornale a redazione@pirite.net

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Salute & Sanità A cura di Diego Cordioli

Le ambulanze a ditte private L’ULSS 22 ha indetto una gara per affidare ad aziende private i servizi sanitari di trasporto con ambulanza per il territorio di sua competenza: un costo di oltre 7 milioni e mezzo di euro in tre anni di Diego Cordioli Una nuova spesa cospicua per la ULSS 22 che non potrà più incaricare coloro che, fino al 31 dicembre 2011, svolgevano questo servizio, ossia: i volontari della Croce Bianca di Torri del Bena-

co, il Servizio Operativo Sanitario di Sona, quello di Valeggio sul Mincio, la Croce Rossa italiana, la Croce Verde, la Croce Sanitas srl, Humanitas snc e Soccorso 2000 srl. Le prestazioni sanitarie che verranno affidate a ditte private, riguardano tre aree: i

servizi di emergenza territoriale, come gli interventi di soccorso e il ricovero urgente con ambulanza; i servizi di trasporto sanitario, quali il ricovero programmato, il trasporto per prestazioni ambulatoriali, il trasporto per emodialisi e le dimissioni; nonché i servizi inter-ospedalieri, come il trasferimento per motivi di competenza specialistica o per mancanza di posti letto, il trasferimento per la prosecuzione delle cure e il trasporto per consulenze, accertamenti diagnostici e prestazioni strumentali. La gara risulta divisa in sei lotti: i primi tre si riferiscono al servizio di trasporto sanitario e inter-ospedaliero rispettivamente per la zona Sud (che comprende anche Villafranca), Centro e Nord. Ognuno di questi lotti ha un costo annuo previsto di 480 mila euro. I restanti tre lotti sono relativi al servizio di ambulanza infermierizzata. Nel dettaglio, il numero 4 riguarda l’effettua-

zione dei servizi di emergenza territoriale dalle 8 alle 20 nei giorni feriali e 24 ore su 24 in quelli festivi e prefestivi, avrà un costo annuo che si aggira sui 208 mila euro e l’ambulanza prevista dovrà stazionare in una zona compresa tra Garda e Torri del Benaco. Il quinto lotto prevede il medesimo servizio, dalle ore 20 del venerdì alle 6 del lunedì, con mezzo di soccorso stazionato nel comune di Valeggio ed un importo annuo che si ipotizza essere di 155 mila euro. L’ultimo lotto copre la fascia oraria dalle 20 alle 8 nei giorni feriali e 24 ore al giorno in quelli festivi e prefestivi, con mezzo di soccorso ubicato tra i comuni di Sona e Sommacampagna ed un costo presunto di 310 mila euro. Per un anno solare, sono prospettati, indicativamente, circa 5700 interventi di soccorso e trasporto primario e 11 mila relativi ad altri trasporti. L’affidamento del servizio avrà durata di

3 anni e sarà rinnovabile; il costo complessivo triennale dell’operazione supera abbondantemente i 7 milioni e mezzo di euro. La ditta che si aggiudicherà la gara dovrà mettere a disposizione almeno due ambulanze per ciascuno dei primi tre lotti, una per i restanti tre, ognuna delle quali dotata delle apposite attrezzature previste. Dovrà inoltre fornire il proprio personale, formato da un autista e da un soccorritore per i primi tre lotti, a cui si dovranno aggiungere anche un infermiere, per i lotti 4 e 5 ed un medico per il sesto. Continua quindi la corsa sfrenata verso la privatizzazione, che comporta dei costi molto ingenti, che si avvicinano a quasi 290 euro all’ora! Ci si augura che la ditta che si aggiudicherà l’appalto possa portare a termine con competenza un servizio così indispensabile e delicato per la salute dei cittadini e così gravoso per le loro tasche…

ULSS22: un sistema imperfetto

Gli intoppi ed il cattivo funzionamento di una burocrazia molto solerte ad applicare sanzioni, ma sorda a tante richieste dei lavoratori

di Stefano Tabarelli

Nella pubblica amministrazione con l’applicazione della legge Brunetta e degli ultimi contratti, abbiamo avuto una evoluzione per il riconoscimento della meritocrazia. Infatti ogni amministrazione pubblica ha dovuto implementare un sistema di valu-

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tazione dei propri dipendenti per quanto riguarda la produttività e la meritocrazia. Nella nostra azienda ULSS tale sistema prevede una valutazione annuale e il raggiungimento di un quoziente adeguato per avere diritto alla produttività. Ma in caso di non raggiungimento di tale quoziente, quali sono le conseguenze? In questo caso il dipendente deve restituire la parte di produttività avuta in acconto e ha tempo dieci giorni per fare ricorso contro tale valutazione negativa. Per quale motivo vi ho detto tutto ciò? Dovete sapere che tanto è efficiente la nostra azienda ULSS per il recupero della produttività, tanto è lenta ad accogliere e soddisfare l’eventuale ricorso. Infatti alcuni lavoratori della nostra azienda sono circa due anni che aspettano l’opportunità di poter affermare le proprie

ragioni e sono ancora in attesa di una risposta. Quando si tratta di affermare un diritto del lavoratore la burocrazia diventa una mastodontica macchina e i tempi di reazione sono infiniti, quando invece è l’azienda che deve applicare una sanzione è così veloce che tutto il resto passa in secondo piano. Ma il paradosso è che ad alcuni di questi lavoratori l’azienda ha dato nuove mansioni e nuove responsabilità, perché devono sostituire il personale che è andato in pensione. Ritengo tutto ciò assurdo in quanto l’azienda dovrebbe rispettare accordi che approva e firma: pertanto abbia il coraggio di verificare chi, come e quando è causa di tali disfunzioni o anomalie. Concludendo, il sistema è imperfetto e spesso mal si concilia con le esigenze più importanti dei lavoratori che restano colpevolmente inascoltate.

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Società e Dipendenze

A cura di Diego Cordioli

Italia e tossicodipendenza Inizia con questa panoramica sulle attività del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri l’appuntamento mensile che vuole offrire una adeguata informazione sullo stato delle tossicodipendenze in Italia

Prof. Giovanni Serpelloni Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento Politiche Antidroga

di Fiorella Calò Prevenzione, cura e diagnosi delle tossicodipendenze, riabilitazione e reinserimento, monitoraggio e valutazione, legislazione, attività di contrasto e giustizia minorile. Sono questi i pilastri del piano di Azione Nazionale Antidroga elaborato, per il periodo 2010-2013, dal Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un documento fondamentale per l’elaborazione delle politiche nazionali e per la loro declinazione a livello regionale, in ragione del fatto che, anche in Italia, l’uso delle droghe e la tossicodipendenza sono un fenomeno rilevante da prevenire e combattere con tutti i mezzi a disposizione, affinché il numero di soggetti coinvolti, tanto nelle pratiche di consumo che nelle attività criminali connesse a tali comportamenti, si riduca drasticamente. Un obiettivo raggiungibile solo con uno sforzo coordinato da parte dei responsabili delle diverse istituzioni. Per impostare ed armonizzare le politiche nazionali è stato istituito, nel giugno 2008, il Dipartimento Politiche Antidroga (DPA) della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che provvede agli adempimenti giuridico-amministrativi, nonché allo studio e all’istruttoria degli atti concernenti l’esercizio delle funzioni in materia di dette politiche. Inoltre, funzione molto importante, costituisce il riferimento per i Ministeri e per le altre amministrazioni dello Stato competenti in materia di

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tossicodipendenze, per coordinare le azioni atte a contrastare il diffondersi del fenomeno droga, delle alcol dipendenze, della incidentalità stradale correlata all’uso di sostanze stupefacenti e all’abuso alcolico. Avvalendosi anche della collaborazione di enti pubblici o strutture di ricerca, provvede tra l’altro, alla stesura della “Relazione annuale al Parlamento”, resoconto ufficiale degli interventi realizzati, dettagliata e attenta lettura del fenomeno droga, che permette di avere piena consapevolezza del problema e delle azioni da attuare per affrontarlo. Sin dalla sua costituzione, a capo del Dipartimento Politiche Antidroga è il professor Giovanni Serpelloni, medico internista villafranchese, da sempre impegnato nello studio delle tossicodipendenze ed autore di diversi studi dedicati a questa branca, condotti attraverso l’uso della neuroimaging (disciplina di studio del cervello attraverso l’utilizzo della scansione per immagini). Grazie al connubio degli studi scientifici condotti ed alla formazione bocconiana, Serpelloni imposta la strategia italiana di lotta alla droga basandosi soprattutto sulle evidenze scientifiche dettate dalle neuroscienze, dalle scienze del comportamento e dell’educazione. Principi, questi, che continuamente amplia e aggiorna in rapporto alle problematiche che si prospettano lungo il percorso. Il fenomeno dell’uso delle sostanze, infatti, è molto cambiato negli ultimi anni assumendo caratteristiche molto diverse. Ciò è dovuto alle variazioni socioculturali, di mercato e, non ultimo, alla comparsa di nuove sostanze e nuove modalità di assunzione delle stesse. Risulta ad oggi molto raro, per esempio, il consumo di un’unica sostanza, le nuove tendenze sono quelle del policonsumo e cioè dell’ assunzione contemporanea di più sostanze, il più delle volte abbinate all’alcol. L’ impegno di Giovanni Serpelloni è costantemente condotto nel totale rispetto dell’individuo, è volto alla per-

sona tossicodipendente, alla salvaguardia della sua salute e alla sua spiritualità. Quindi, un approccio etico, sostenibile e permanente. È convinto assertore, il Professore, che la tossicodipendenza sia una malattia assolutamente prevenibile, curabile e guaribile. Da sempre attento al mondo dei giovani, con i suoi quattro figli che lo proiettano nel loro mondo e lo coinvolgono nei loro problemi ed esperienze, non abbassa mai la guardia, conscio del fatto che il fenomeno della tossicodipendenza riguarda maggiormente proprio le giovani generazioni. Le sue linee di intervento sono sempre tempestive e mirate ad efficaci azioni di prevenzione selettiva. Tra i suoi obiettivi c’è quello di rendere consapevoli i giovani della pericolosità e soprattutto della dannosità delle sostanze, di tutte le sostanze, perché non esistono droghe pesanti o leggere “tutte le droghe fanno male, nessuna esclusa”. In uno dei suoi ultimi studi, quello sulla cannabis, dimostra come anche questa droga, da molti non ritenuta tale, produca effetti negativi e viene considerata una sostanza “gateway”, cioè che induce a percorsi evolutivi di dipendenza. Oggi ci troviamo, peraltro, in presenza di nuove sostanze, quelle sintetiche. Sono gli ultimi tipi di droghe arrivati sul mercato, simili alla cannabis, ma molto più tossiche e di facile reperimento in quanto si possono ordinare via internet o acquistarle presso i numerosi punti vendita commerciali come gli smart shop. Quindi è proprio il caso di dire che acquistarle è “un gioco da ragazzi”! Gli adolescenti però non ne conoscono il reale effetto nocivo che è ben 4 volte superiore rispetto alla cannabis. La loro assunzione ha conseguenze molto pesanti, tossiche per il sistema nervoso centrale, possono infatti provocare allucinazioni, psicosi, non stima del pericolo, aumento dei tempi di reazione: è facile pensare le conseguenze per chi si mette poi alla guida.

Il Capo Dipartimento mette in guardia i genitori affinchè vigilino in tal senso sui propri figli, perché l’assunzione prematura di droga impedisce, tra l’altro, il normale sviluppo cerebrale, invalidando il controllo volontario dei comportamenti. “L’area del giudizio - afferma è l’ultima a maturare, intorno ai 20 anni, e in questo periodo l’uso di sostanze compromette importanti funzioni neurocognitive, come la memorizzazione, la motivazione e l’atten-

fatto, evita l’insorgere e l’evolversi negativo della tossicodipendenza. Tantissimi i progetti e le campagne di informazione portati avanti dal Dipartimento Politiche Antidroga, che si avvale di un’ equipe di esperti del settore, quotidianamente impegnati nel monitoraggio, nello studio, nella ricerca, nell’analisi e nell’approfondimento del fenomeno. Assertore dell’importanza e della necessità di una politica

zione. Un giovane che assume sostanze non avrà la normale capacità di apprendimento, nè quella decisionale e di percezione del pericolo”. Per questo, è utile ribadire, la strategia posta in essere da Serpelloni, cioè la “early detection” (diagnosi precoce effettuata sugli adolescenti), seguita dall’“early intervention” (intervento immediato), risulta di efficacia fondamentale perché produce una riduzione del numero di quei soggetti “vulnerabili” che potrebbero occasionalmente o abitudinariamente assumere sostanze, quindi di

basata su un’azione comune e concertata, non solo con le Nazioni Unite e l’Unione Europea, partner ormai consolidati, Serpelloni ha portato Oltreoceano le politiche antidroga italiane. Sono state condivise e create, infatti, le basi per rafforzare ed implementare la collaborazione e la partnership bilaterale Italia-USA in materia di prevenzione, di ricerca nel campo delle neuroscienze e riabilitazione delle persone dipendenti da droghe, delle strategie generali di azione nonché delle best practices cliniche e di policy collegate alle dipendenze.

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Giustizia & Legalità

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A cura del Dott. Enrico Buttitta - e.buttitta@ilgiornaledivillafranca.it

Parliamo di stalking

Un reato introdotto a partire dal 2009. Persecuzione, pedinamenti, molestie: come il nostro ordinamento tutela le vittime e punisce gli aggressori

di Enrico Buttitta

Il termine stalking deriva da “to stalk”, che in inglese significa “braccare”, “fare la posta”, verbo che viene tradotto in italiano con disturbare, assillare, molestare. Alla base del fenomeno ci sono, da un lato, un soggetto agente molestatore (c.d. stalker) e, dall’altro, un soggetto che ne subisce le condotte (c.d. vittima dello stalking). Questo nuovo reato, denominato “atti persecutori”, è stato introdotto nel nostro ordinamento nel 2009, all’art. 612 bis del codice penale. Lo realizza chiunque pedini, assilli, infastidisca pesantemente una persona -con telefonate, messaggi, appostamenti, pedinamenti- tanto da causarle gravi stati d’ansia o di paura per la propria incolumità o per quella di un parente prossimo, a volte costringendola a cambiare abitudini di vita. La pena prevista è da sei mesi a quattro anni di reclusione, ma viene aumentata se chi agisce è il coniuge separato/divorziato o una persona che sia comunque stata legata alla vittima da una relazione affettiva. L’introduzione nel nostro ordinamento di questo reato ha costituito un grande passo avanti del nostro Paese in materia di diritti civili. Tuttavia, il numero delle vittime di questa violenza così subdola e particolare è in costante aumento negli ultimi anni. I casi sono molti: il 29 agosto

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samente alle richieste dello stalker, evitando una eccessiva e dannosa compassione e generosità; - evitare di reagire con rabbia ed astenersi da comportamenti che potrebbero rafforzare i propositi persecutori dello stalker. Spesso la reazione migliore è l’indifferenza; - cercare di essere prudenti, non percorrere sempre le stesse strade e non fermarsi in luoghi isolati; - in caso di molestie telefoniche non cambiare numero (questo potrebbe rafforzare il senso di potere dello stalker), ma eventualmente munirsi di un’altra linea ed utilizzare solo quella; - registrare e non cancellare le chiamate (anche quelle mute); - tenere un diario per riportare dello scorso anno un trentu- zandola e chiedendole conto di gli eventi più importanti che ponenne di Desio, non riuscendo ogni spostamento; trebbero poi servire in caso di ad accettare la separazione dalla - quando la isola da amici e fa- denuncia; sua ex fidanzata, la uccide con miliari denigrandoli, spaventan- conservare eventuali lettere sette colpi di pistola prima di to- doli o comunque allontanandoli; o e-mail a contenuto offensivo o gliersi la vita. Nello stesso mese - quando invia frequenti regali intimidatorio; a Trieste un 23enne denunciato indesiderati; - se si teme di essere pedinaper stalking dalla ex moglie uc- quando sfrutta i sensi di colpa ti non recarsi da un amico/a ma cide un coetaneo, convinto del della vittima per manipolarla; raggiungere il comando delle fatto che quest’ultimo avesse al- quando è molto, eccessiva- forze dell’ordine più vicino. lacciato una relazione con la sua mente geloso; È importante, inoltre, che ex compagna. - quando abusa di alcol e droghe; le persone che si sentono È del mese scorso la notizia che - quando danneggia oggetti e vittima di stalking denuna Pesaro un muratore 23enne, cose della vittima o la minaccia. cino il loro molestatore. dopo averla selvaggiamente picEcco alcuni consigli pratici sug- Questo spesso non avviene per chiata, ha spinto giù da un via- geriti dagli esperti per proteggersi: scarsa fiducia nelle forze di podotto la ex fidanzata, buttandosi - non sottovalutare il rischio lizia, per timore di peggiorare la poi a sua volta, perché non riu- e prendere consapevolezza del situazione persecutoria, per la sciva a rassegnarsi della fine del- problema, informandosi e docu- difficoltà di far fronte alle spela loro storia. I due sono ancora mentandosi su come affrontarlo; se legali o per la volontà di non in vita solo perché la loro caduta - capire che in alcuni casi è neces- coinvolgere il persecutore in un è stata attutita dal terreno mol- sario dire “no” opponendosi deci- processo penale. le. E potremmo continuare. In genere lo stalking inizia da un rifiuto, che provoca una forma di rabbia che poi degenera in abusi. L’abuso inizialmente può corrispondere ad una violenza psicologica ma può anche culminare nella violenza fisica, con casi estremi ma non rari di omicidio. Le vittime sono più frequentemente donne, ma non mancano casi di uomini oggetto di stalking. Ci sono alcuni atteggiamenti cui la persona molestata deve prestare attenzione e che devono destare allarme perché frequenti nello stalker, atteggiamenti che devono costituire un campanello d’allarme anche nel corso della normale vita di coppia, ancor prima di azioni violente: - quando uno dei due cerca di trascorrere tutto il tempo con la propria vittima, monopoliz-

È importante invece denunciare, anche e soprattutto per evitare che le molestie degenerino e sconfinino in casi di omicidio. Basti pensare che solo nel 2011 sono state uccise in Italia 128 donne, spesso vittime di stalking. Un altro aspetto preoccupante è il fatto che molto spesso gli autori di stalking, dopo la denuncia e a volte anche dopo la condanna, continuano a perseguitare la loro vittima con intensità e ferocia anche maggiori. In effetti, la repressione da sola può non bastare e da tempo l’Osservatorio Nazionale sullo stalking insiste affinché si lavori sui presunti autori di questo terribile reato. Spesso infatti le azioni dello stalker trovano le loro radici in un disagio psicologico e nella difficoltà di accettare ed elaborare l’abbandono da parte della persona “amata”. Per questo sarebbe importante sviluppare dei percorsi mirati di psicoterapia per far prendere coscienza agli stalker dei propri problemi ed aiutarli ad elaborarli prima che degenerino in violenze gravi. A tale riguardo, giugno sarà proprio il mese della sensibilizzazione in quanto l’Osservatorio Nazionale sullo stalking porterà avanti una campagna per far conoscere meglio ai cittadini, alle forze dell’ordine e agli psicologi questo nuovo reato e per trovare i metodi migliori per prevenirlo e affrontarlo.

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Scuola & Istruzione

A cura della Dott.ssa Anna Lisa Tiberio - a.tiberio@ilgiornaledivillafranca.it

Progetto Protezione Civile

Un’occasione, per i più giovani, di venire educati responsabilmente alla cittadinanza attiva, alla cultura del soccorso, del volontariato e dell’impegno civile di Anna Lisa Tiberio La pubblicazione: “Volontariato, la Protezione Civile, i cani da soccorso” che sarà divulgata a livello nazionale, anche attraverso gli Uffici preposti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, intende valorizzare un percorso che ha contribuito a rendere gli studenti più consapevoli e sensibili sulle tematiche affrontate. Attraverso il laboratorio a cielo aperto e metodologie di comunicazione-didattiche ed educative innovative, si è voluto creare una moderna coscienza di protezione civile. I giovani studenti coinvolti nel percorso sono stati stimolati da volontari competenti ed altamente motivati ad acquisire una formazione di base sui temi di soccorso alla popolazione attraverso uno speciale amico:il cane. La scuola, anche attraverso questa attività, ha così contribuito in maniera sostanziale e

preponderante alla crescita delle nuove generazioni educandole ad essere cittadini attenti e responsabili. E tutto per rafforzare identità e socialità, sperimentare forme di cittadinanza attiva e interiorizzare valori di rispetto e solidarietà, entrando in empatia relazionale ed affettiva con uomini ed animali che hanno dimostrato di possedere notevoli doti di comunicazione e di relazione. Un vero percorso di educazione alla cittadinanza attraverso attività teoriche, ludiche e con esercitazioni pratiche. Molto coinvolgenti sono state le conversazioni, i giochi di simulazione e le riflessioni in gruppo ed individuali. Inoltre vorrei mettere in evidenza le attività realizzate tese ad orientare gli studenti verso comportamenti, emozioni, relazioni sociali ed istituzionali costruttivi, offrendo ad ognuno spazi di responsabilità d’azione. Infatti emerge con particolare forza l’innovazione metodologica ed organizzativa. L’apprendimento cooperativo e la didattica laboratoriale hanno consentito l’integrazione tra i linguaggi verbali e non verbali

ed i saperi formali ed informali. I giovani sono diventati attori attivi e propositivi sviluppando il senso di responsabilità. Hanno acquisito nuove conoscenze da utilizzare con competenza per creare valori e costruire una mentalità più attenta ai particolari e disponibile, per vivere in modo appropriato la

convivenza civile. Ritengo fondamentale, a tal proposito, aiutare i ragazzi ad approfondire la conoscenza di questa realtà che fa parte integrante del nostro tessuto sociale. Questo volume, che raccoglie la documentazione prodotta,sia in fase di progettualità, di realizzazione, di monitoraggio e di va-

lutazione, sarà uno strumento di lettura particolare. E tutto per valorizzare al meglio i percorsi espletati e far conoscere le figure di sistema e le loro funzioni. E’ per questo importante continuare a diffondere queste buone prassi anche nei prossimi anni scolastici e non solo a livello provinciale.

CAPACI VENT’ANNI DOPO. ETICA, RUOLO E VALORE DELLA MEMORIA La Fondazione Giovanni e Francesca Falcone e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nell’anno in cui si celebra il XX Anniversario delle stragi di Capaci e di via d’Amelio, vogliono invitare tutti gli studenti italiani delle Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado a riflettere sull’importanza di quei tragici avvenimenti, sul valore e sul ruolo della loro memoria. Gli studenti che siedono ora tra i banchi delle Istituzioni Scolastiche italiane non erano nati il 23 maggio del 1992 ma la partecipazione riscontrata negli anni e la profondità dei lavori e delle lettere che ogni giorno arrivano alla Fondazione, testimoniano quanto l’esempio di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, degli uomini e delle donne delle scorte e di tutte le vittime della criminalità organizzata, grazie al quotidiano impegno dei dirigenti scolastici e dei docenti, sia vivo e attuale per le giovani generazioni. Così è stato indetto il concorso “CAPACI VENT’ANNI DOPO. ETICA, RUOLO E VALORE DELLA MEMORIA”, rivolto agli studenti delle Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado, statali e paritarie. I partecipanti, al termine di un percorso di approfondimento sui temi della legalità e della lotta alla mafia, hanno prodotto un elaborato che ha messo in risalto l’importanza della memoria di

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quanto tragicamente accaduto vent’anni fa come valore per il presente e per il futuro. Sono stati ammessi al concorso elaborati di tipo letterario (articoli, saggi, racconti, poesie fino a un massimo di 5 cartelle), artistico (disegni, manifesti, foto, collages realizzati con ogni strumento o tecnica) e multimediale (video, canzoni, podcast, spot fino a un massimo di 5 minuti). Gli elaborati che hanno partecipato al concorso sono già stati ricevuti dall’Ufficio Scolastico Regionale della regione di appartenenza, in quanto dovevano essere inviati entro il 30 marzo 2012. Il Direttore dell’USR nominerà a breve un’apposita Commissione da lui presieduta, a cui dovranno partecipare, tra gli altri, i referenti provinciali e regionali della Legalità. La commissione valuterà gli elaborati e selezionerà un’ opera della scuola primaria, un’opera della scuola secondaria di I grado e tre opere della scuola secondaria di II grado. Le Istituzioni Scolastiche vincitrici della fase regionale parteciperanno alla manifestazione del 23 maggio 2012 a Palermo, prendendo parte al viaggio sulla Nave della Legalità, con una delegazione di studenti e docenti il cui numero massimo sarà comunicato successivamente in base alla disponibilità dei posti.

Gli Uffici Scolastici Regionali provvederanno a inoltrare alla sede della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, in via Serradifalco n. 250 – 90145 Palermo, gli elaborati vincitori entro e non oltre il 24 aprile 2012. Tra tutti gli elaborati pervenuti alla Fondazione Falcone la Commissione, composta ai sensi dell’ Art. 7, sceglierà, a suo insindacabile giudizio, le migliori tre opere per ogni ordine di scuola.Tra i criteri di valutazione riceverà particolare attenzione l’originalità dell’elaborato. La premiazione si terrà il 23 maggio 2012, durante i lavori del convegno presso l’Aula Bunker del carcere Ucciardone di Palermo. Gli elaborati premiati verranno altresì pubblicati sul sito internet www. fondazionefalcone.it. La Fondazione si riserva il diritto di pubblicare tali opere con altre modalità (pubblicazioni cartacee, cd rom). Tutti gli elaborati consegnati non verranno restituiti. La Commissione esaminatrice verrà nominata dal Presidente della Fondazione Falcone e sarà composta, oltre che dallo stesso Presidente, da non più di sette componenti scelti tra persone di comprovata qualificazione professionale nei settori della sicurezza, dell’educazione e del contrasto alla criminalità organizzata.

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Scuola & Istruzione

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A cura della Dott.ssa Anna Lisa Tiberio - a.tiberio@ilgiornaledivillafranca.it

Studenti, treni e sicurezza

“Per la sicurezza del tuo amico Treno”: incontri rivolti agli studenti delle scuole secondarie per educarli ed informarli in modo preciso e consapevole sull’uso del treno, in modo da sensibilizzarli ad un approccio corretto al mezzo nel rispetto di ogni passeggero (Protezione Aziendale Verona e Direzione Territoriale ProIl Ministero dell’ Interno – duzione Verona) e Trenitalia Servizio di Polizia Ferrovia- SpA (Protezione Aziendale ria-, nell’ambito di un proget- RFI Venezia), hanno valutato to nazionale di “Educazione positivamente questa opporalla legalità”, promuove spe- tunità ed avviato i necessari cifici incontri con gli studen- contatti con gli organi dell’Ufti delle scuole secondarie di ficio Scolastico Provinciale. secondo grado, dedicati all’eViene purtroppo rilevaducazione dell’uso del treno, to che i convogli ferroviari denominati “Per la sicurezza sono frequentemente oggetdel tuo Amico Treno”. to di atti di vandalismo, insuIn considerazione dell’alto diciamento, imbrattamenti numero di studenti che nella da parte dei così detti “Wrinostra provincia utilizza quo- ters”, lancio di oggetti, lancio tidianamente il treno come di sassi, posa di ostacoli su mezzo di trasporto, il Com- binari, ecc., di cui spesso si partimento Polizia Ferrovia- rendono protagonisti ragazzi ria “Per Verona ed il Trentino minorenni. Alto Adige” e il Gruppo FS La finalità educativa e sociaItaliane, attraverso RFI SpA le del progetto “Per la sicudi Anna Lisa Tiberio

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rezza del tuo amico Treno” vuole essere occasione di informazione, dibattito e confronto con i giovani, su queste tematiche. Nello specifico l’iniziativa ha lo scopo di: 1) fornire utili informazioni rispetto alle conseguenze, spesso sottovalutate o completamente ignorate, che da taluni comportamenti possono derivare sul piano sia penale che civile, sui rischi per la sicurezza sia del trasporto ferroviario che della propria incolumità; 2) illustrare le norme di riferimento sul regolamento di Polizia Ferroviaria, fornire indicazioni agli studenti per metterli in guardia da pos-

sibili azioni di bullismo o di adescamento da parte di malintenzionati; 3) fornire informazioni sul funzionamento dell’organizzazione della Polizia Ferroviaria e delle Società del Gruppo FS Italiane che hanno con il loro personale rapporti più diretti con i ragazzi (Agenti di Polizia, Capi Treno, ecc.) e che possono rappresentare un utile punto di riferimento; 4) utilizzare l’incontro come occasione per raccogliere informazioni, proposte, considerazioni, problematiche e difficoltà nell’uso del mezzo ferroviario visto dalla parte dei ragazzi. Il progetto prevede, per ciascun istituto, un unico incon-

tro con i ragazzi e con i docenti interessati, della durata di tre ore circa. Si sta valutando inoltre, qualora da parte degli studenti e delle scuole vi fosse interesse per un ulteriore approfondimento degli argomenti trattati, la possibilità di promuovere lo sviluppo di una seconda fase del progetto, in cui i ragazzi sarebbero invitati a produrre materiale informativo rivolto ai loro coetanei e che rappresenti un mezzo efficace per trasmettere le questioni e i problemi dibattuti durante l’incontro oltre ad una guida utile per un uso più responsabile ed efficace del trasporto ferroviario.

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Giovani

A cura di Diego Cordioli

Greta, ballerina di successo Greta Manzato di Villafranca ha vinto la Milano Dance Competition e potrà così frequentare la celebre accademia di ballo del Bolshoi in Russia La carriera della giovanissima ballerina, iniziata a 6 anni al CEA di Villafranca, dove era seguita da Simonetta Andreata, è già costellata di successi: già nel 2009 passò una selezione per rappresentare la Royal Accademy londinese in fiera a Firenze. L’anno successivo decise di trasferirsi nel trevigiano per frequentare la scuola “Il Balletto” di Castelfranco Veneto, sotto la direzione di Susanna Plaino e con il maestro Elias Garcia Herrera. Alla Milano Dance Competition ha portato a casa un eccezionale risultato, classificandosi 2° come solista e 1° nell’esibizione di gruppo. Ma non è finita: lo scorso anno è passata alle qualificazioni di Parigi che in questo mese la porteranno a New York, dove parteciperà al concorso nazionale di danza YAGP. La scorsa Primavera si era anche aggiudicata la vittoria al concorso internazionale “29esimo trofeo di danza” a Lignano Sabbia D’oro e per quest’estate avrà ben due alternative tra cui

scegliere, avendo vinto una borsa di studio all’Accademia di Chisinau in Moldavia ed essendo stata ammessa alla scuola estiva del Royal Ballet di Londra. Il 26 maggio parteciperà alla serata al Teatro Filarmonico di Verona, nell’ambito de “Il sorriso di Beatrice” e sarà premiata per i risultati conseguiti come ballerina di danza classica. A settembre partirà alla volta di Mosca, dove potrà frequentare per un mese, supportata da una borsa di studio, una delle scuole di ballo più importanti al mondo, la Bolshoi Ballet Accademy, fondata nel 1773, ambiente di crescita professionale dei più famosi ballerini di danza classica. Con la compagnia di danza Bolshoi Ballet hanno danzato professionisti come Rudolf Nureyev e Roberto Bolle. Una grande occasione, per Greta Manzato, per approfondire la sua formazione, per confrontarsi con altri ballerini internazionali e per tener alto, per la danza, il nome di Villafranca nel mondo.

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Giovani A cura di Diego Cordioli

Il Tavolo Territoriale Giovani Progetti, proposte ed iniziative pensati dai giovani per i giovani. Tante idee di natura ricreativa, culturale, sociale e per il tempo libero che coinvolgono i ragazzi villafranchesi, chiamati a diventare protagonisti attivi della loro realtà. l’imprenditoria giovanile. A conclusione del progetto è stato realizzato un evento finale aperto alla cittadinanza presso il Palazzo Bottagisio. A settembre 2011 si è realizzata la prima edizione della festa delle associazioni giovanili, denominata “La Gazega”, presso l’auditorium comunale, durante la quale le associadi Luca Zamperini zioni hanno creato degli spazi espositivi per presentare la Un’officina piena di idee ed propria attività, promuovendo iniziative, uno spazio realiz- al tempo stesso l’adesione al zato dai giovani villafranchesi Tavolo Territoriale. per dare vita a proposte, proNel corso di questi anni le getti ed attività rivolte ai pro- associazioni e i gruppi partepri coetanei e realizzati nella cipanti il Tavolo Territoriale comunità locale. hanno inoltre realizzato deQuesto è il Tavolo Territo- cine di progetti finanziati atriale dei giovani di Villafran- traverso il “bando alle ciance” ca, nato nel 2006 per dare promosso dalla carta giovani ascolto ai bisogni dei giovani e il bando comunale “chi + ne e promuovere la loro parte- ha + ne metta”. cipazione attiva. Ad esso posAttualmente i giovani del Tasono accedere tutti i giovani volo Territoriale stanno parvillafranchesi e le associazioni tecipando ad un corso di coe/o gruppi informali che ne municazione efficace e people facciano richiesta. rising realizzato in collaboDal 2007 il Tavolo Territoria- razione con la Coop. Sociale le prevede degli incontri a ca- Hermete ONLUS e finanziadenza mensile con la presen- to dall’Assessorato alle Poliza ed il coordinamento degli tiche Giovanili, allo scopo di educatori del Servizio Educa- raggiungere maggiormente i tivo Territoriale, con gli obiet- giovani del territorio, con uno tivi di favorire l’espressione sguardo rivolto alle nuove gedelle idee e delle proposte nerazioni. dei giovani, promuovere l’inIl corso rappresenta inoltre contro e la conoscenza tra i un laboratorio aperto per gruppi giovanili attivi sul terri- pensare e promuovere la nuotorio incentivando scambi in- va edizione dell’evento estivo formativi e collaborativi, coin- Spazio Libero 2012. volgere le realtà conosciute in Finito il corso infatti, i giovaun laboratorio di idee in pro- ni del tavolo territoriale si ingress per progettare attività contreranno per progettare e con e per i giovani e facilitare realizzare l’evento Spazio Liun dialogo tra i giovani e l’am- bero, un evento nato nel 2006 ministrazione comunale. come momento di sano diIn questi anni i giovani del vertimento aperto, sia nell’orTavolo Territoriale hanno rea- ganizzazione che nella partelizzato diversi progetti tra cui cipazione, a tutti i giovani del il GF6 – “GIOVANI FORMA- comprensorio villafranchese. TORI 6 ESPERIENZE INNOSpazio Libero in questi anni VATIVE” attraverso il quale è stato implementato e svisono stati realizzati laboratori luppato dai giovani, con nuove e corsi di formazione in cui i proposte ed iniziative, facengiovani del Tavolo Territoria- dolo diventare un momento le hanno assunto il ruolo di di aggregazione “aperto” atprotagonisti come formatori traverso cui i giovani possano di altri giovani. Le tematiche esprimersi e divertirsi negli dei corsi realizzati durante ambiti sportivi, musicali, aril GF6 sono state: il teatro, tistici e culturali. Tre giorni l’Hip-Hop, l’educazione all’ar- all’insegna dello stare insieme te contemporanea, la musica, con l’ormai tradizionale aperl’informatica web & video e tura il venerdì con la corsa

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non competitiva con mezzi privi di motore denominata MENGA-MENGA e il susseguirsi nei giorni successivi di tornei sportivi di green volley, calcio saponato, basket e dodgeball, con serate a tema, musica e spettacolo. Il Tavolo Territoriale inoltre in questi mesi si è organizzato al proprio interno con la creazione di una commissione dedicata al settore musica,

per riuscire ad interrogarsi ed interfacciarsi con l’amministrazione comunale al fine di rispondere al crescente bisogno di diversi giovani musicisti e band di trovare degli spazi dove esibirsi e potersi esprimere attraverso il linguaggio universale della musica. A tal fine la commissione sta elaborando una proposta per un concorso di band emergenti da realizzarsi nel corso

dell’estate a Villafranca. Chi fosse interessato a partecipare ed avere maggiori informazioni riguardo al Tavolo Territoriale può contattare l’ufficio delle politiche giovanili, presso il comune di Villafranca di Verona allo 0456339182 o alla mail: politiche.giovanili@comune.villafranca.vr.it oppure collegarsi al sito www.informagiovani. comune.villafranca.vr.it

PUNTI di DISTRIBUZIONE del GIORNALE VILLAFRANCA Redazione de “Il GIORNALE DI VILLAFRANCA” via L. Prina, 71 - tel. 0457903235 Edicola Polo Maria Rita via Pozza, 7 - Tel. 0456302453 Edicola tabaccheria Gabrielli Paola via Custoza, 32/A - tel. 0456303438 Edicola Bellesini piazza Giovanni XXIII Edicola Cacciatori Palma via Matteotti, 1/A - tel. 0457903644 Libreria edicola cartoleria 3B via Nino Bixio, 200 (angolo via Pace) - tel. 0457902737 MBE - Mail Boxes Etc. via Napoleone III, 6 - tel. 0456305207 Municipio di Villafranca corso Garibaldi 24 Liceo E.Medi Via Magenta, 9 Il Giornale è inoltre disponibile presso le edicole di DOSSOBUONO, QUADERNI, PIZZOLETTA, ROSEGAFERRO, CALURI, ALPO

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Cultura

AAcura cura di di Diego Diego Cordioli Cordioli

Cavalieri di San Silvestro

Un sodalizio nato nel 2008 per divulgare iniziative di natura religiosa, culturale e opere di carità che hanno nella fede il loro comune denominatore

L’associazione Cavalieri di San Silvestro (Monumentalis Ecclesiae Sancti Silvestri Societas), con sede in Tivoli presso la Rettoria Vescovile di San Silvestro, è stata istituita in data 22 febbraio 2008. Il sodalizio è apolitico e non ha scopi di lucro. Esso persegue principalmente le finalità di promuovere attività di carat-

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tere religioso, culturale, umano e filantropico; incrementare la conoscenza tra gli insigniti degli “Ordini Pontifici”, sviluppandone lo spirito di comune servizio; far conoscere e divulgare la storia della monumentale sede dell’associazione e, più in generale la storia medioevale; sostenere spiritualmente, moralmente e,

laddove necessario, economicamente la Chiesa; favorire le opere caritative interne ed esterne alla diocesi, con particolare attenzione al territorio ove sorgono le Delegazioni Capitolari regionali e provinciali. Possono aderire al sodalizio persone che, pur nella differenza dei ruoli, desiderano offrire un concreto contributo di spirito e d’ingegno verso quello che è considerato il più antico tempio sacro della Città Tiburtina dedicando, nel contempo, la stessa premura nell’ambito della Chiesa del territorio delle rispettive Delegazioni Capitolari regionali e provinciali. Ad ognuno, secondo le proprie qualità, tempo e talento, è dato di scegliere la strada che più riterrà opportuna per offrire il suo concreto apporto, ma sempre consapevole che il cuore e l’anima associativa rimane fondamentalmente la dimensione spirituale. Sul nostro territorio l’associazione dei Cavalieri ha trovato

la sua concretizzazione quando nell’anno 2009 sono stati insigniti i primi benemeriti ed è stata così costituita la Delegazione Capitolare per il Veneto e la Delegazione Capitolare per la Provincia di Verona che ha allargato poi le sue radici coinvolgendo anche le altre province della regione, portando il numero di benemeriti a sfiorare oggi il centinaio. Di lì in poi è stato un susseguirsi di nuove e importanti presenze che danno lustro e rendono l’associazione un luogo di incontro dove fermarsi a riflettere su un tessuto sociale in continuo mutamento, sulle problematiche che toccano gli aspetti più fondamentali della società. Sulla base di una forte volontà di consapevolezza della vita tratta dalla fede, principio ispiratore dell’associazione, si ritrova un motivo per dare ascolto a ciò che dell’arte e della cultura si va via via perdendo, promuovendo sovente eventi volti a raccogliere fondi in favore di coloro che nel-

lo scorrere dei giorni versano in condizioni svantaggiate. Avvalendosi dell’intervento di professionalità di spicco e di spessore, attraversando mondi differenti, partendo dalla musica, toccando la scienza della politica, fermandosi su un orizzonte per osservare attraverso un caleidoscopio la cultura in ogni sua espressione e l’arte nella policromia e nella sua anima, l’associazione propone un percorso volto a qualificare l’essere umano e l’uomo di fede. Grazie ad una realtà costruita giorno per giorno, mantenendo una forte sinergia con vari mondi attivi sul territorio, istituzionali e non, può vantare esponenti di spicco come: il Maestro Stefano Darra quale Vice Segretario Generale con delega alle Delegazioni di tutto il mondo, il Sig. Fabio Gironi quale Delegato Capitolare per la Regione Veneto e il Col. CC dott. Giuseppe Parato quale Delegato Capitolare per la Provincia di Verona.

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I Tesori di Villafranca

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A cura di Elisa Zanola

Il Palazzo Bottagisio Continua, dallo scorso numero, l’esplorazione di questa importante dimora storica villafranchese, dove, l’11 luglio 1859, Napoleone III, l’Imperatore dei francesi e l’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe si riunirono per firmare il Trattato di pace di Elisa Zanola Abbiamo brevemente descritto nella precedente edizione del giornale gli spazi, le sale e gli ambienti di Palazzo Bottagisio: ci addentriamo ora nella parte più importante della residenza: la sala del Trattato. In origine era una camera da letto, che venne riconvertita in sala da ricevimento, per ospitare i due Imperatori. A testimoniare quello storico evento, anche il mobilio d’epoca che conferisce alla stanza un alone antico e solenne. Scene mitologiche e floreali adornano il soffitto da dove spiccano medaglioni monocromi dipinti con dei ritratti, sui quattro pennacchi, mentre gli ornati a parete presentano medaglioni che raffigurano motivi architettonici. In occasione del 150° anniversario della firma del Trattato, nel 2009, la sala ha subito interventi di restauro che hanno fatto emergere la presenza di strutture architettoniche e di decorazioni pittoriche più antiche rispetto alla data del Trattato, come alcune vecchie finestre, che sono però rimaste occultate. Il restauro della porta che collega la sala con il salone sud est, ha permesso di ammirarne le pregiate decorazioni di finto marmo sulla cornice e le tonalità marroni calde sul resto della porta. I simboli dello zodiaco spaziano sul soffitto della sala limitrofa all’anticamera, il cui perimetro è decorato con fregi ornamentali e riquadri geometrici. Purtroppo a causa delle infiltrazioni non è più possibile ammirare le decorazioni sul soffitto della sala successiva, mentre in quella prossima alla sala del Trattato, c’è stato il cedimento della maggior parte del controsoffitto ornato con decorazioni dorate. Venendo alla Barchessa, quella meglio conservata è quella grande che presenta un bel porticato al piano terra e al piano superiore, il “granaio del Bugna”. Le scuderie, dove sono stati eseguiti interventi in cemento armato, sono state utilizzate come magazzini. Di maggior pregio, la Loggetta gotica con finestre ad ogiva e la capriata di copertura e di grande impatto sono anche le Serre. Si alternano, nel palazzo, la struttura settecentesca dello stesso, le atmosfere ottocentesche delle sale e del

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Cortile e le Barchesse neorinascimentali. Quanto al giardino, si mostra come un giardino misto, senza particolari rarità botaniche, ma con alcune piante molto belle, come il tiglio, le aiuole con lavanda, i glicini, le ortensie e le rose rampicanti. Il lato ovest del palazzo, ricostruito grazie alle testimonianze di coloro che ebbero l’occasione di vederlo, conteneva una grande biblioteca dove era conservato l’archivio della famiglia Morelli Bugna Bottagisio. C’erano poi: la “cesetta”, della quale

non è rimasto quasi più nulla, un grande corridoio luminoso a metà del quale c’è ancora un’imponente acquasantiera di marmo, la terrazza affacciata sul giardino e la sala oscura. Questa stanza era così chiamata perché aveva una sola finestra, adesso murata e al centro vi era un grande tavolo rettangolare mentre, appeso alle pareti, un quadro con il ritratto di Francesca Porata, nota come “nonna Checchina”, che era solita elargire elemosine ai più poveri ed era, anche per questo, molto

amata dai villafranchesi. Da qui si accedeva, attraverso un corridoio, alle camere e alla sala del Trattato. Non mancano numerose leggende relative al palazzo, che narrano di monete d’oro, di pozzi sotto i portici, di un fantasma presente nel granaio che vegliava su una borsa appesa ad un chiodo e di una pianeta ricamata con fili d’oro che fornì il materiale prezioso per le fedi di un matrimonio. In occasione del centenario, nel 1959, l’allora Presidente della Repubblica,Antonio Segni, fece visita

al palazzo mentre nel 1989 venne inaugurato il Museo del Risorgimento di Villafranca che nel 2009 venne trasferito in tre stanze al piano terra della Casa del Trattato, per ricordare l’importanza di Palazzo Bottagisio come monumento storico del Risorgimento italiano.

Materiale gentilmente fornito da Gianna Negrini e Pasquale Cordioli

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Arte

AAcura cura di di Diego Diego Cordioli Cordioli

I colori dell’emozione

Uno schiaffo all’indifferenza e all’apatia, una provocazione ed un miraggio: questa è la particolare arte di Federico Sebastiano Segala Federico Sebastiano Segala, di anni 34, dipinge esclusivamente usando le dita (in data 26/09/2011 ha iniziato ad adoperare il pennello), impastando i colori con le mani e dosandoli con l’indice o con tutta la mano. La sua è una pittura d’istinto senza regole o disegni preparatori. Nulla vi è nella sua mente se non la spinta a far uscire e rappresentare ciò che nasce dentro di lui. Ogni cosa nasce al momento riconoscendola attraverso delle macchie e delle piccole sfumature. Poi, come nel gioco di annerire gli spazi puntati, l’artista non fa altro che seguire ciò che già vede e che prima era nascosto in lui, trovando innanzitutto nella pittura quel linguaggio altrimenti perso oggigiorno nelle parole. Nulla lo sfiora della società in cui vive o forse non ne è cosciente, ma certo è che quando compone come un pianista il suo nuovo spartito egli sa riconoscere il vibrare interno della melodia che sa parlare alle anime. Pur se superficiali le

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sue opere sono frutti di pregio di cui tutti sanno sfamarsi, ma che solo in pochi in realtà sanno gustare. Non vi è nulla di scontato in lui come non vi è nulla di scontato nella vita che lo attraversa. Mentre scopre addentrandosi nell’arte che la vita è un dono e che saperne rappresentare le emozioni su un semplice fazzoletto di carta o sulla più pregiata tela, è ciò che la rende magica e non semplicemente vivibile. Compromesso, quest’ultimo, accettato dalla miriade umana adulta e putroppo sempre più spesso anche giovane. Nulla ama di più l’artista che le emozioni degli esseri umani, che forse egli non prova appieno come loro, ma che percepisce appena negli istanti della creazione. E nulla odia di più l’artista che la negazione dei sentimenti, equivalente alla morte interiore che colpisce ormai la maggior parte dell’umanità. Un’opera può essere piacevole all’osservazione, gustosa e appetibile. Oppure può risultare orrenda

e disdicevole, un qualcosa da maledire con gli altri osservatori. “Io dico”, sostiene l’artista, “ben venga dunque l’uno o l’altro giudizio, ben venga dunque che io gioisca o soffra per ciò che ho cercato di esternare, tutto ciò mi va bene, tutto ciò è comunque vita che si muove in me, ma non sia mai che qualcuno preferisca l’indifferenza, che qualcuno non reagisca di fronte ad un brutto quadro o ad un bel quadro. Non sia mai ch’io assista a tale giorno, ch’io abbia in fianco a me chi davvero è già morto e non risponde neanche ai più profondi appelli della sua anima che ormai, invano, tenta di ostacolare l’apatia dell’essere in cui risiede.”

A destra: Autoritratto In basso a sinistra: Black hole in the sky In basso a destra: La cacciatrice di sogni

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Musica A cura di Francesco Bommartini

Metal al ritmo di Katana

Gli Holy Martyr suoneranno il 27 aprile al Porky’s di Sommacampagna con i veronesi Skorbutiks e Kuroi per un concerto che si preannuncia ideale per chi ama l’Heavy Metal di Francesco Bommartini Quali sono le principali differenze tra “Invincible” e i precedenti album “Hellenic warrior spirit” (2008) e “Still at war” (2007)? “Invincible” è sicuramente più diretto ed immediato dei suo predecessori. “Hellenic Warrior Spirit” era molto più epico, in alcuni casi molto progressive e a tratti sperimentale nelle composizioni. Ci sono brani che hanno doppie strofe ed un ritornello solo alla fine come in The Call To Arms, che potrebbe risultare strana ma è fruibilissima. Stessa cosa per The Lion Of Sparta e Defenders In The Name Of Hellas...sono brani intricati e senza un ritornello preciso. Per molti versi “Invincible” ricorda il nostro esordio “Still At War” con alcuni brani veloci, dalla struttura più diretta e coinvolgente. Anche in questo lavoro ci sono però brani come Kagemusha e Shichini No Samurai abbastanza articolati, si sente sempre una sorta di marchio di fabbrica presente sin dagli esordi, le differenze principali sono in brani più tirati e nelle tematiche differenti da quelle di Grecia e Roma a cui siamo legati. Basarsi su film giapponesi e sulla guerra dal punto di vista dei Samurai è abbastanza fuori dagli schemi, sia per noi che per la maggior parte di tanti gruppi Heavy Metal in circolazione.

RECENSIONE DI “INVINCIBLE” - HOLY MARTYR Heavy metal e Samurai. Due mondi apparentemente distanti uniti dagli italiani Holy Martyr nel loro nuovo album “Invincible”. Un disco riuscito, epico e al contempo diretto quanto basta per esaltare lo scapocciamento dei metallari sotto i palchi dove si esibiscono. Titoli quali “The soul of my Katana” o “Kagemusha” sono esplicativi delle tematiche trattate. Ad aggiungere bontà alle composizioni, una produzione all’altezza e un buon livello tecnico. In particolare colpiscono le trame chitarristiche, ben architettate e scevre da tecnicismi eccessivi. Bravi quindi Ivano Spiga ed Eros Melis. La sezione ritmica su cui s’innestano le asce, composta da Nicola Pirroni e Daniele Ferru è apprezzabile. In particolare ho trovato la scelta del suono di basso, molto distorto, azzeccata. A declamare gli interessanti testi la voce piena di Alex Mereu, nella band dal 2002. Non stupisce che l’album sia uscito per l’etichetta Dragonheart Records, con cui incidono dal 2007. Prima di incidere i dischi sopracitati per Dragonheart avete autoprodotto 4 Demo e 2 Ep. “Hail to Hellas”, del 2003, è addirittura stato inciso grazie all’aiuto pratico di alcuni fan. Ce ne vuoi parlare? Nei primi anni del 2000 eravamo abbastanza sconosciuti perlomeno in Italia, la cosa particolare è che in tanti altri Paesi la nostra musica era diventata una specie di culto. Abbiamo speso sempre una marea di denaro senza avere granchè come ritorno economico, però senza una label dietro che ti finanzia almeno le registrazione è davvero dura. Da lì era nata l’idea di

MUSIC CORNER

finanziarci, da parte di alcuni fan, la registrazione e le stampe del futuro secondo Demo Ep “Hail To Hellas”, basato sulla battaglia delle Termopili. Sembra incredibile ma oltre 200 persone mi avevano spedito il denaro a casa in anticipo, per poter ricevere delle copie con bonus track e T-shirt in una sorta di edizione speciale. Ancora oggi suona strano ripensarci...non è una cosa che capita di sentire così spesso. Il 27 aprile suonerete al Porky’s di Sommacampagna con Skorbutiks e Kuroi, il 5 maggio sarete a Milano per il Metalitalia Festival con, tra gli altri, Lordi e Moon-

fare concerti ovunque, penso sia il metodo migliore per creare un seguito maggiore. Con questo disco vogliamo curare maggiormente la presenza scenica dal vivo, visto che saremo quasi sempre truccati in stile teatro Kabuki, risultiamo abbastanza inusuali sia come tematiche che come approccio sul palco e molta gente sembra incuriosita da questo fattore estetico.

in collaborazione con www.artcorner.it Il caldo si avvicina ma, almeno fino a fine maggio, si suonerà ancora nei locali. Ma anche all’aperto visto che il 13 maggio i Jazz Cubes suoneranno, dalle 15.30, alla manifestazione dedicata al Vintage e i Cafè Desordre, il 30 aprile, si esibiranno vicino a Porta Leoni. Da segnalare l’inizio dei festival tra cui il “Gods of folk” con la partecipazione di Dark Lunacy, Riul Doamnei, Varg, Heidevolk e Vroudenspil. Sarà una grande festa a suon di musica pesante che durerà due intere giornate. Da segnalare anche il tributo a Sting “Breath new day”.

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spell: com’è andata finora la promozione di “Invincible”? Concerti da segnalare? Finora sta andando abbastanza bene, stiamo suonando tanto soprattutto in Italia, anche se mi piacerebbe affrontare molti più live all’estero. Oltre alle date da te citate segnalo quella di Bolzano il 16 Giugno, all’Atwang Metal Festival. Progetti per il futuro? Suonare, suonare tantissimo e

24 aprile - Breath New Day al Camploy (Verona) 27 aprile - Skorbutiks + Kuroi + Holy Martyr al Porky’s (Sommacampagna) 28 aprile - Mothercare + Necroart al Blocco (San Giovanni Lupatoto) 29 aprile - Maryposh alle Cantine de L’Arena (Verona) 30 aprile - Cafè Desordre a Porta Leoni (Verona) 1 maggio - Festival a Villa Zamboni (Valeggio su Mincio) 11 maggio - Pan del Diavolo + O’ciucciariello al teatro Dim (Castelnuovo del Garda) 13 maggio - Jazz Cubes al Valeggio Veste Vintage (Valeggio sul Mincio) 16-17-18 maggio - Stefano Bollani al teatro Ristori (Verona) 18 e 19 maggio - Gods of folk al Teatrotenda (CasalRomano di Mantova)

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Speciale Donna

A cura di Diego Cordioli

“Donne Insieme”: la donna oggi Il 5 maggio ci sarà un convegno organizzato dall’associazione “Donne Insieme” che invita a riflettere sulla situazione del mondo femminile, nell’ambito della politica, del sociale e del lavoro. La parità di genere è stata raggiunta? L’associazione “Donne insieme” di Villafranca di Verona organizza sabato 5 maggio 2012 alle ore 16.00 presso l’auditorium di Villafranca di Verona, piazzale S. Francesco (a destra del Castello) un convegno dal titolo: DONNE! PROVIAMO AD ANALIZZARE IL NOSTRO RUOLO? L’argomento del convegno nasce da una situazione che stiamo vivendo da sempre e ci pone alcune domande: perché le donne sono le prime nel volontariato, in famiglia e non sempre riescono ad essere solidali tra loro? Quali sono le cause che impediscono di raggiungere la parità di genere? Il convegno ci aiuterà a capire quali meccanismi abbattere per raggiungere la parità.

Programma del convegno Relazioni: “Una parità ancora non realizzata: le donne e la politica”. Relatrice: prof.ssa Donata Gottardi, Direttrice del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Verona. “Tra desiderio e realtà! La parità tradita nel mondo del lavoro!” Relatrice: dott.ssa Maria Luisa Perini, Consigliera di Parità della Provincia di Verona. “Dialogo tra donne: il sapere ritrovato”. Relatrice: dott.ssa Amabilia (Mabi) Cordioli psicologa e psicoterapeuta. Conduce il convegno la dott.ssa Sara Guerra.

VIVERE SECONDO NATURA Il ritmo frenetico della vita ci allontana progressivamente dal prenderci cura di noi stessi. Eternia vuole ristabilire un equilibrio tra uomo e natura, offrendo i mezzi per poter ritrovare benessere, armonia, naturalezza e vivere in maniera positiva. È da questa consapevolezza che nasce ETERNIA. Abbiamo cercato e testato i migliori prodotti sul mercato a base di erbe naturali, ma che fossero anche eco-sostenibili, di origine naturale, prodotti in Italia e soprattutto certificati. Una visone della vita a lungo termine con la consapevolezza di prodotti sicuri. ETERNIA La vita deve tornare ad essere il centro delle nostre attività e possiamo farlo solo dando le giuste priorità alle nostre cose. Il nostro tempo è quello che vale veramente la pena di essere vissuto. Solo così riusciremo a realizzare i nostri sogni e lasciare crescere dentro di noi le radici di una nostra dimensione: ETERNIA. La filosofia di Eternia è rendersi consapevoli che è necessario abbracciare la vita e viverla veramente, godere del tempo, farlo proprio, evitando di correre a ritmi frenetici che portano all’autodistruzione. Eternia è l’aspetto in cui il tempo, i momenti di una giornata o della mia vita cambiano ritmo. È quando passo ad una dimensione più personale. Il tempo generale diventa il mio tempo, che posso spendere con me stesso, i miei amici, la mia famiglia o per ciò che amo fare. Eternia, con i suoi prodotti, mi offre nuovamente la possibilità di cambiare dimensione e riappropriarmi di ciò che è mio, di ciò che apprezzo veramente della mia vita. Questa dimensione diventa così importante, che deve ad ogni costo essere circondata dalle cose migliori. Per questo motivo le nostre linee di prodotto rappresentano: l’alto livello di materie prime, la produzione artigianale, la derivazione naturale. Siamo una giovane e dinamica azienda del veronese che tratta prodotti naturali. Abbiamo cercato e testato i migliori prodotti sul mercato in ambito di fitoterapia e fitocosmesi, con il proposito di offrire il meglio ai nostri clienti. Cerchiamo persone positive e dinamiche che condividano con noi la passione per il naturale eco-bio. Diventa nostro consulente, organizza incontri per presentare i nostri prodotti. Un lavoro che puoi svolgere come e quando vuoi. Contattaci via email a: info@eternia.it oppure inviaci un fax allo 0455111163 - www.eternia.it

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“Chiare, fresche e dolci acque” canto di un fiume Tione… “esile fiume che scorri con fiati di gelo” fra “rive piene di silenzio…” Tutto comincia da immagini che colgo in un pomeriggio d’inverno, tutto accarezzato da una luce morbida dentro suoni d’acqua. Peso d’alberi affolla questo luogo imbiancato di fiori di neve. C’è un verde d’edera “con espansiva consistenza” a dimorare su tronchi e arbusti. Il fiume in quel fluire fra sponde con tremolio mutevole ha ondulazioni a scaglie di riflessi. C’è uno spoglio diramarsi d’alberi, forme frastagliate nei contorni che il fiume specchia. “Le ombre indocili esitando s’inclinano indistinte, solenni, sperdute.” Un andare di superfici con delicati pesi, immagini sottili di rami, pezzi di luce, profili di esistenze, tenero splendore. “Frusciante incontro con la voce dell’acqua” che tocca muschio e pietre. Si tuffa il pensiero… galleggia una foglia… Il madreperlaceo sfondo d’un cielo, il sole adagiato, una luce dorata che dilaga, brividi di riflessi. “La selva s’illumina di fremiti.” Un incespicare con lo sguardo sul groviglio di rami. Con gemme di gelo che altalenano l’esistenza alata degli ucelli quando non sono volo. Alberi gremiti di voci segrete. Lascio parole sul lento andare del fiume. I miei passi sulla neve in un confuso rumorio. Sono dentro una fitta vegetazione di cespugli e sinuosità di steli. Luogo musicato dai silenzi di una magica stagione. “Concerto che danza su strati d’acqua e ombre dal respiro lento.” La linea luminosa del fiume nella sua inaccessibile esultanza. “Chinati, cuore, chinati sulla riva…”

Marisa Tumicelli Carlini (Citazioni poetiche Petrarca, K.Wojtyla, L. Romano, E.Testa, C. Pennati, P. Eluard, L. Seiter, T. S. Eliot )

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Speciale Cucina A cura dello Chef Roberto Boscaini - Ristorante “LA TAVOLA”

TORTELLO APERTO CON ASPARAGI E UOVA IN CAMICIA La provincia di Verona è una delle zone elette per la coltura dell’asparago. Le aree di maggior produzione dell’asparago bianco sono nei comuni di Arcole, Zevio, Belfiore e Cologna Veneta. Le peculiarità del clima fanno nascere il gustosissimo asparago di Mambrotta. Un’altra varietà rinomata è l’asparago bianco di Rivoli, coltivato unicamente nelle colline moreniche di Rivoli veronese. La sua produzione è molto limitata. Il colore lo contraddistingue dalle altre varietà ed è dovuto alla sua posizione in profondità nel terreno lontano dalla luce. E’ povero di calorie e di carboidrati e ricchissimo di fibra, minerali, ferro, proteine e vitamina A e C. Detto veronese:

“3 per sette fa 21 e metà dell’ovo lè la baleta!” INGREDIENTI PER 4 PERSONE 1 Kg di asparagi bianchi della Mambrotta o di Rivoli 4 uova 8 fogli di pasta sfoglia (per pasticcio) della misura di circa 10x10 cm cad 100 gr di burro 100 di parmigiano. PREPARAZIONE Cuocete gli asparagi avvolti in un canovaccio con acqua salata; una volta scolati, cuocete gli otto fogli di pasta in acqua, anch’essa salata ed infine cuocete una alla volta le uova in acqua a cui avrete aggiunto un po’ di aceto per tre minuti in modo che formino la “camicia” ma il tuorlo deve restare liquido. “DA IL CUOCO DI FAMIGLIA” stampato nel 1898, ric. 180 pag.149: “Uova Affogate: mettete una

tegamina fonda sul fuoco con dell’acqua e quando questa bolle forte rompete le uova con attenzione, onde non offenderne il tuorlo e ad una per volta gettatevele dentro con prestezza ed in un sol tratto, affinchè non si spandano:lasciate poi bollire sino a che la chiara siasi rappresa…” Una volta che abbiamo cotto tutti gli ingredienti si passa ad assemblare il piatto e quindi metteremo un foglio di pasta steso su di un piatto a cui andranno aggiunte un quarto delle punte degli asparagi, aggiungeremo un uovo ed un altro “lenzuolino” di pasta. Una volta creati i 4 piatti andremo a cospargerli di parmigiano su cui verseremo il burro fatto fondere in precedenza e… Buon appetito! Il piatto è molto semplice, ma di grande impatto, specie se la pasta verrà fatta in casa e quindi colorata con coloranti naturali (nella foto, i nostri ravioli aperti ripieni di polpa di crostacei, la pasta è colorata con: nero di seppia, zafferano, rape rosse e spinaci).

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Ambiente

AAAcura didi Diego Cordioli cura cura di Diego Diego Cordioli Cordioli

Verde urbano a Villafranca

L’allarme dell’ARPAV sulla diminuzione delle aree verdi a Villafranca che risultano insufficienti in maniera preoccupante e soprattutto dannosa Nel numero precedente di questo giornale, nella medesima ruIl “Rapporto sugli indicatori am- brica, erano state brevemente bientali – edizione 2008” prodot- descritte le numerose funzioni di to dall’ARPAV (Agenzia Regionale pubblica utilità che il verde pubbliper la Prevenzione e Protezione co esercita, anche per aspetti che Ambientale del Veneto) in relazio- un tempo erano trascurati o poco ne alla “Fruibilità di spazi urbani considerati: climatiche, psicologi– Verde pubblico”, misurata in 22 che e sanitarie, difensive da polveri comuni del Veneto, segnala i peg- e rumori e da eccesso di insolagioramenti più vistosi, nel periodo zione, ricreative e sociali, ecologi2001-2006, nei comuni di Arzigna- che e naturalistiche, paesaggistiche no,Villafranca di Verona, S. Giovan- ed estetiche, culturali, didattiche e ni Lupatoto, Bassano del Grappa e protettive del territorio. Purtroppo la sensibilità verBelluno, spiegabili almeno in parte, secondo l’ARPAV, con l’aumento so questi aspetti stenta ancora a della popolazione registrato nello transitare dai testi degli studi e stesso periodo. A Villafranca di Ve- delle conferenze nazionali ed inrona, secondo il rapporto ARPAV ternazionali alla pratica costante ed in base ai dati comunicati dal nella pubblica amministrazione e comune, nel periodo sopra indica- la situazione di Villafranca ne è un to la percentuale della disponibili- esempio. A Villafranca le aiuole spartitraffità pro capite del verde pubblico si è ridotta del 66% e la popolazione co vengono considerate un costo è aumentata del 7,8%. Successiva- inutile e quindi eliminate come è mente l’ARPAV ha raccolto e dif- accaduto in via Messedaglia ed in fuso dati aggiornati al 31.12.2008, via Nino Bixio, mentre invece, se ma il comune di Villafranca di Ve- mantenute in buono stato, posrona in questa occasione non ha sono svolgere le loro funzioni climatiche, ecologiche e difensive da fornito alcuna informazione. La disponibilità di aree verdi polveri e rumori emessi dal traffiall’interno della città, fruibili da co automobilistico. A Villafranca le alberature straparte dei cittadini, viene valutata con i metri quadri di verde dispo- dali vengono considerate un costo nibili nel territorio comunale per se non dannose. Quindi si tende ciascun residente. Lo standard di a limitarne il numero, come è avlegge è stato fissato a 9 m2 pro venuto una decina di anni fa in via capite dal DM 1444/68 e dalla LR Messedaglia. Oppure si decide di 61/85. Nel suo rapporto l’ARPAV eliminarle come è avvenuto in via scrive che in realtà questo limite fa Nino Bixio, dove si è iniziato a tariferimento al solo verde attrezza- gliare alcuni pini domestici perché to, ma non esiste una definizione malati, altri perché di intralcio alla univoca né di verde pubblico in realizzazione di una rotonda, altri generale, né, tanto meno, di verde ancora perché è prevista la riquaattrezzato, ed i comuni adottano lificazione della via. Ancora non si criteri diversi di classificazione. conosce quando e come verrà riPertanto è alquanto difficile valu- qualificata la via, della rotonda non tare il rispetto degli standard di si ha più notizia, ma intanto alcune piante sono state eliminate e non legge. di Luigi Franchini

sostituite e per ora il viale è più povero di verde e sempre più carico di traffico e di inquinamento. Nel caso dell’area tra via della Speranza ed il fiume Tione, che da circa 20 anni è indicata nel Piano Regolatore come “Parco Urbano”, l’amministrazione comunale intende favorire la realizzazione di un centro sportivo di una società privata, il Calcio Chievo, costruire palestre e permettere l’edificazione di abitazioni, sottraendo definitivamente spazio al già insufficiente verde pubblico. Molti parcheggi, sia pubblici che privati, sono desolate distese di asfalto prive di qualsiasi alberatura. La scarsa ed insufficiente manutenzione ordinaria del verde urbano ha prodotto in alcuni casi, come nei giardini a fianco del Castello Scaligero, una situazione di degrado a dir poco vergognosa e lungo le sponde del fiume Tione si deve intervenire ogni 5 o 10 anni con la manutenzione straordinaria a costi certamente maggiori. A Dossobuono il parco Mariotto è insidiato dal progetto di un nuovo casello autostradale che andrebbe ad occupare un’area vicina alle abitazioni, area che altrimenti potrebbe essere utilizzata per mitigare il già pesante impatto ambientale arrecato dal vicino aeroporto, dall’autostrada e dalla tangenziale. Concludiamo auspicando che nei prossimi anni l’amministrazione comunale sappia determinare una inversione di tendenza rispetto agli avvilenti dati forniti dall’ARPAV, innanzitutto per poter migliorare la qualità della vita a Villafranca e frazioni ed anche per dare risposta alla richiesta di una maggiore disponibilità di verde urbano espressa da numerosi

cittadini e dall’associazionismo in genere.Tale richiesta è chiaramente riportata sia nel Documento Preliminare che nella Valutazione Ambientale Strategica relativi al Piano di Assetto Territoriale (il nuovo documento di pianificazione che determina le scelte strategiche di assetto e di sviluppo del territorio). Per raggiungere questo obiettivo è opportuno che nel nostro comune gli strumenti urbanistici vengano affiancati funzionalmente anche da un Piano del Verde Urbano, ovvero da un documento

di programmazione contenente le politiche comunali in materia, che riporti, tra l’altro ed a titolo di esempio, la quantità di verde pubblico, attrezzato e non, messa a disposizione procapite, la messa a dimora di alberi od arbusti nei parcheggi pubblici o privati e negli spazi ad uso commerciale o industriale, il rapporto alberi/mq di abitazioni e le specie botaniche da utilizzare allo scopo di evitare la piantumazione di alberi od arbusti non adatti al nostro ambiente. WWF SudOvest Veronese

L’OASI WWF DELLA BÓRA

In Italia sono oltre 100 le Oasi WWF, nate per difendere la biodiversità: un patrimonio unico di colori, profumi e suoni della natura. Le Oasi WWF sono la risposta alla distruzione e al degrado degli habitat nel nostro Paese. Sono esempi di come sia possibile agire concretamente per custodire ed aumentare la biodiversità che si può vedere, toccare e ammirare. Sono una scuola a cielo aperto e non solo per i bambini. La visita in un’Oasi WWF regala la consapevolezza di quanto la natura sia bella e fragile; e sottolinea quanto sia importante proteggerla.

L’Oasi WWF della Bóra a Povegliano Veronese sarà aperta al pubblico Domenica 20 maggio 2012 A cura dell’associazione WWF SudOvest Veronese saranno organizzate visite guidate gratuite dalle ore 10.00 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30 Indicazioni per arrivare all’Oasi della Bóra: Povegliano Veronese, incrocio strade per Vigasio, Nogarole Rocca e Villafranca, imboccare strada per Nogarole Rocca ed immediatamente voltare a destra e proseguire per circa 200 metri sulla strada sterrata. Nel giorno della festa indicazioni in loco e disponibilità parcheggio. Per maggiori informazioni si può chiamare Ernesto (3336785798) o Luigi (3404159117)

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I nostri Amici Animali

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A cura di Giorgio Negrini

Gli animali e la Primavera Una stagione particolare per i nostri amici a 4 zampe che possono andare incontro a problemi respiratori, parassiti, pulci e zecche. Attenzione anche alla cura del pelo, indispensabile in un periodo in cui l’animale ne perde molto di Riccardo Tomelleri

Anche per i nostri piccoli amici la Primavera è la stagione in cui bisogna avere delle particolari precauzioni per poter arrivare al periodo estivo in buona forma. La prima cosa da considerare è la salute e mai come in questo periodo abbiamo un’alternanza di temperature che possono dare origine a problemi respiratori. Bisogna infatti considerare che non sono le temperature basse o alte a provocare i danni, bensì sono gli sbalzi di temperatura a causare tonsilliti, tracheiti e bronchiti o il riacutizzarsi di queste negli animali che le hanno cronicizzate. È quindi importante da parte nostra avere un comporta-

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mento responsabile evitando di portare i cani nell’erba umida di primo mattino o non permettere loro di bagnarsi in fiumi o fossi in quanto rimanendo umidi potrebbero ammalarsi per il calo della temperatura. Per i gatti casalinghi un consiglio è quello di non spalancare mai le finestre di primo mattino in loro presenza o permettere loro di stare sul davanzale, al fine di mantenere un temperatura costante nella vostra abitazione. Altro fattore importante da tenere presente in questo periodo è la lotta ai parassiti (della filaria ne abbiamo già parlato nello scorso numero) soprattutto quelli esterni che sono più visibili e impressionano di più i proprietari. In questo periodo bisogna iniziare con i trattamenti mirati ad evitare il più possibile l’infestazione da pulci e zecche che sono molto presenti nel nostro territorio e facilmente rilevabili sui nostri animali. Le zecche si presentano come una piccola ciste attacca-

ta alla pelle di colore variabile dal nero al grigiastro e sono provviste di 8 zampine laterali. Hanno un apparato boccale che si infigge saldamente nella pelle dell’animale e quindi questo parassita non va mai strappato ma va prima stordito con alcool, olio (tenendoli con un batuffolo di cotone per circa un minuto) o ghiaccio spray e poi va sempre tirato ruotandolo. Se non attuiamo questi accorgimenti spesso rimane infisso nella pelle l’apparato boccale che provoca una reazione da corpo estraneo che si manifesta come un rigonfiamento della pelle. Oltre a ciò bisogna ricordare che la zecca è responsabile della trasmissione di molte malattie anche se non tutte sono presenti nel nostro territorio; tra le più comuni ricordiamo Babesiosi, Ehrlichiosi e la malattia di Lyme. Le pulci si presentano invece come dei piccoli insettini con corpo allungato di color marroncino che corrono sulla pel-

le alla base del pelo e sono più visibili nelle zone in cui è più rado (sotto la pancia). Queste sono eliminabili solo con i trattamenti antiparassitari e sono responsabili soprattutto delle dermatiti allergiche da pulci, dovute alla sensibilizzazione della pelle al loro morso e delle infestazioni da Dipylidium caninum, una tenia. Le forme infestanti di questa sono presenti all’interno della pulce e vengono liberate quando il cane o il gatto le mordono o ingeriscono. I flebotomi o pappataci sono responsabili di una malattia non ancora molto diffusa sul nostro territorio, la Leishmaniosi, quindi si consiglia la protezione soprattutto per gli animali che vanno in vacanza con i proprietari specialmente nelle zone costiere e al sud ove è molto più diffusa. In questo periodo è molto importante anche la cura del pelo in quanto l’animale si prepara all’estate e quindi fa la cosiddetta muta, perdendo grandi quantità di pelo. Chiara-

mente se l’animale è a pelo corto o raso l’unico disagio per il proprietario sarà di raccogliere più pelo nell’ambiente casalingo, mentre nel gatto è meglio somministrare le apposite paste o creme per l’eliminazione del pelo ingerito con il leccamento. Per gli animali a pelo lungo il proprietario dovrà ricorrere a continue spazzolature per rimuovere il pelo che si stacca per evitare la formazione di grossi, fastidiosi e dannosi nodi sul mantello dell’animale che porteranno sicuramente ad una tosatura esagerata dell’animale, perché i nodi arriveranno fino alla base del pelo. Si sta diffondendo sempre più tra i proprietari di questi animali, per praticità, la tecnica di effettuare alcune toelettature dalla Primavera all’Autunno e questa pratica non è sbagliata in quanto permette di eliminare più facilmente il pelo morto, senza la formazione di grossi nodi e di controllare sull’animale eventuali parassiti.

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Sport Villafranchese

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A cura di Diego Cordioli

Bini e il calcio d’un tempo L’avventura umana, sportiva e calcistica di Corrado Sorio detto Bini, maglia gialloblu del Verona nei tardi anni ’50, atleta del Villafranca e allenatore di diverse squadre di calcio Corrado Sorio detto Bini nacque a Villafranca il 25 febbraio 1939 ma il padre Bruno lo registrò all’anagrafe solo il giorno seguente, perché credeva che il 25 febbraio, giorno in cui anche lui era nato, gli avrebbe portato sfortuna. Era di famiglia modesta: il padre Bruno, muratore, era soprannominato “millimetro”, per la sua precisione e morì a soli 36 anni d’infarto, lasciando vedova Teresa, casalinga, madre di Corrado e di altri tre figli, tra cui il primogenito Nereo, che per mantenere la madre ed i fratelli andò a lavorare alla tenera età di 10 anni. La vita era tutt’altro che facile e Teresa si mise a vendere margarina, spacciandola per burro, per racimolare qualche soldo. Un aiuto economico ogni tanto proveniva dallo zio “Nane” Martari. Corrado, vista la povertà in cui versava la sua famiglia, iniziò a lavorare come manovale presso i fratelli Serpelloni, che davano lavoro anche a suo fratello, ma a causa di una grave forma di dermatite, dovette lasciare il lavoro. Nel frattempo le sue giornate trascorrevano a giocare a calcio con gli amici: molto portato per questo sport, entrò a soli 14 anni a giocare nel Villafranca, dove rimase per alcuni anni insieme al cugino Loris Negrini detto Meazzet-

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ta. Nonostante la giovane età, si mise subito in mostra per la sua velocità, per la sua indole combattiva e per la sua capacità di elevarsi di testa molto più in alto di giocatori dall’altezza imponente, nonostante i suoi 168 cm. Giovane e talentuoso, ben presto venne ingaggiato nelle giovanili del Verona e per alcuni anni giocò nella mitica De Martino. Con questa squadra che lanciò giocatori del calibro di Maioli e Cera, visse la favolosa stagione degli anni 1957-1958. La De Martino, traghettata in quegli anni da Mr Pellicari, vinse il primo girone, poi nei quarti di finale i gialloblu si scontrarono con la Fiorentina, vincendo sia all’andata che al ritorno e giunsero in semifinale con la Sampdoria, stracciandola: la partita finì 7 a 1 per il Verona. Una vittoria davvero memorabile. Corrado, che era un ottimo terzino ed un giocatore molto corretto in campo, era però molto esuberante ed insofferente alle regole e alla disciplina. Ricordando quel periodo, anni dopo disse: “Ci vorrebbe la testa di oggi e il fisico e l’età di allora e avrei fatto carriera.” Nel mondo del pallone rimase comunque per diversi anni, sia come giocatore (l’ultima squadra per cui giocò fu il Sampietrese), che come allenatore per le squadre di:

Quaderni, Rosegaferro, Sommacampagna e Villafranca. Nel suo periodo d’oro come calciatore, in una partita disputata tra il Verona e l’Udinese e finita 1 a 1, un giornale dell’epoca (febbraio 1960) lo definì tra i migliori gialloblu, mentre in un altro articolo, questa volta con la maglia del Villafranca, venne definito, insieme ai suoi compagni, una “macchina da goal” e immortalato in una fotografia vicino a quella del capitano di allora, Carlo Fabbro. Corrado Sorio, da grande sportivo, si dedicò non solo al calcio: in età più avanzata sperimentò anche il ciclismo amatoriale, entrando a far parte della polisportiva San Giorgio. Di strada Bini ne fece tanta, uscendo dalla miseria con la sua grinta e la sua straordinaria voglia di fare e aprendo anche, nel 1976, il “Colorificio per l’artigiano”, in fondo a Corso Vittorio Emanuele, che ha gestito insieme ad un socio per quasi 30 anni. Uomo molto legato alla famiglia ed al lavoro, è stato uno sportivo che sicuramente i più anziani ricorderanno e che purtroppo ci ha lasciato, il 6 novembre 2008. Nella memoria restano le sue prodezze calcistiche, la sua tenacia e la sua straordinaria voglia di vincere.

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Sport Villafranchese

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A cura di Elisa Zanola

Gli anni d’oro dell’Hockey Abbiamo intervistato il villafranchese Marco Serpelloni, che a partire dal 1977 indossò la maglia azzurra della nazionale di Hockey su prato, nel periodo di massima fioritura, per Villafranca, di questo sport di origine anglosassone. Di Villafranca di forti c’erano: Paolo Debortoli, che era Ci parli dell’avventura molto bravo e che ha vestito dell’Hockey Villafranca: qualche volta la maglia della nazionale, poi Giovanni Corquando è nato? L’Hockey Villafranca è nato nel dioli, Lorenzo Melegatti ed al1956 per volontà della famiglia tri atleti importanti. Dove si disputavano e dove Giagulli e da lì pian piano la sosi disputano adesso le particietà si è evoluta. Io ho cominciato a giocare te di Hockey a Villafranca? Inizialmente le partite di Hoda giovane, a 13-14 anni e ho iniziato a vestire la maglia della ckey si giocavano all’interno del nazionale intorno ai 19-20, nel Castello Scaligero, dopo è stato costruito un campo apposi1977, smettendo a 35 anni. Chi, insieme a lei, a Villa- tamente per l’Hockey, in erba franca, ha indossato la ma- naturale e da una quindicina d’anni si gioca sui campi sinteglia azzurra e in che anni? A Villafranca l’abbiamo indos- tici: tra l’altro di recente hanno sata io ed un altro atleta che appena fatto il campo nuovo in giocava con me e che purtrop- sintetico. Ci racconti un po’di quepo un po’di anni fa ci ha lasciato, Nereo Faccioli, di Mozzecane, sto sport, forse non abbache è morto prematuramente a stanza conosciuto... Questo sport di origine anglo39 anni e che ha fatto con me i sassone si gioca in oltre 200 Pamondiali nel 1978 in Argentina. Quali campioni villafran- esi al mondo. Quindi è piuttochesi del passato vuole ri- sto noto. E’ uno sport olimpico, anche se in Italia non abbiamo cordare? di Elisa Zanola

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mai partecipato, con l’Hockey, alle Olimpiadi. Avremmo dovuto andare negli anni Ottanta a Mosca ma con l’embargo il governo aveva mandato solo gli sport individuali sotto la bandiera olimpica. Poi non si è mai qualificato. E’ stato giocato solo negli anni ‘60 quando si ospitarono le Olimpiadi a Roma. Quante volte Villafranca ha vinto i campionati nazionali di Hockey e in quali anni? Il campionato nazionale di Hockey su prato non l’abbiamo mai vinto, siamo arrivati una volta terzi, mentre abbiamo vinto cinque volte il titolo italiano in quello indoor, negli anni: 1981/82, 1985/86, 1986/87, 1987/88 e 1992/93. Esistono infatti due campionati: uno su prato e uno indoor, che si gioca all’interno, in palestra. Io giocavo per entrambi, come tutti: per motivi diversi, di temperatura e perché i campi non erano più

praticabili, per non stare fermi durante la stagione invernale si giocava l’Hockey indoor. In questo ambito, abbiamo vinto in nazionale, con Nereo Faccioli. Siamo inoltre arrivati terzi alle qualificazioni europee, abbiamo fatto i campionati del Meditterraneo e i campionati del mondo, con la maglia della nazionale. E’uno sport molto, abbastanza o poco seguito dai villafranchesi? L’Hockey su prato è uno sport abbastanza seguito, sui giornali ci danno sempre risalto. Quindi lo conoscono tutti, anche se non ha un grandissimo seguito. Come tutti gli altri sport: i villafranchesi preferiscono praticarli piuttosto che andare a vederli. Le promesse di oggi dell’Hockey villafranchese? C’è un giocatore che secondo me è un ottimo atleta, anche se ha superato i trenta, che si chiama Andrea Debortoli. Dopo ci

sono le nuove leve che stanno nascendo, che sono i giocatori under 21. Ho visto un portiere che secondo me è bravo, che si chiama Franzoia ed un altro giocatore che si chiama Melegatti. Sono giocatori che se hanno costanza, voglia e spirito di sacrificio possono arrivare piano piano a vestire la maglia azzurra. Il periodo migliore dell’Hockey villafranchese quando è stato? Quando giocavo io. Dal ‘77 in poi, per una quindicina d’anni. Gli anni d’oro dell’Hockey maschile villafranchese sono stati quelli, quando abbiamo vinto i titoli indoor, quando siamo riusciti ad arrivare terzi nei campionati italiani e gareggiavamo con le prime squadre italiane: eravamo l’unica squadra di paese che si confrontava con le squadre cittadine di tutta Italia.

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“Ciso, l’apalto de Contrà Mantoana” Cari amici, care amiche, sarà la storia di Cesare Scarsi detto “Ciso” che ci riporterà nella Villafranca de ’na ’olta, negli usi e nei costumi e nelle burle di allora. Sì, le burle e gli scherzi allora erano all’ordine del giorno. E d’altronde in un mondo dove non c’era la televisione e ancora in tanti non sapevano leggere e scrivere, oltre che per il divertimento, era un modo di educare e “svegliare” ragazzi e non.“Castigat ridendo mores” (ridendo correggere i costumi) e “Ludere non Laedere”, (scherzare senza offendere) erano le massime da osservare, poi occorreva individuare il bersaglio, coglierne le debolezze, (curiosità, ingenuità o presunzione), talvolta procurarsi la o le “spalle” e attendere il momento giusto. Cesare era un vero “maestro dello scherzo” anche perchè per questo era conosciuto, tutti ci stavano attenti eppure ci cascavano lo stesso. Ma procediamo per ordine: Cesare Scarsi, classe 1905, il soprannome non lo doveva alla contrazione del nome di battesimo ma l’aveva “sposato” perchè del casato dei Ciso era la moglie Maria Magalini il cui padre Narciso “l’apalto, en contrà mantoana (via Messedaglia) visìn al canton con la stasìon, el ghe l’avea da la fine de l’otosento”. Se per la quasi totalità dei bambini di allora l’infanzia fu molto dura per Cesare lo fu ancor di più. Secondo di due fratelli rimase orfano della mamma a solo un anno e con l’assenso del padre fu allevato a Mozzecane da degli zii che figli non ne avevano. Compiuti i sei anni tornò stabilmente in famiglia e frequentò le scuole elementari con ottimo profitto tanto che il padre decise di fargli proseguire gli studi. Allora a Villafranca non c’erano le medie e la soluzione più semplice fu quella di farlo studiare privatamente per poi fargli sostenere gli esami. Come suo fratello e altri suoi coetanei Cesare fu avviato a prendere lezioni dall’esimio concittadino Gaetano Bellotti. Dopo qualche mese il padre recatosi dal professore si sentì dire “ no l’è che nol gàbia le capacità l’è che nol studia mia” ed allora tornato a casa chiamò Cesare e gli disse “o te studie o te mando a Mantoa a laorar”. Se ce ne fosse stato bisogno, Cesare mostrò subito il suo carattere: prese i libri, li portò in cortile e ne fece un bel falò.Tornato in casa serio e deciso disse al padre, dandogli del “vu” (voi) come si usava allora: “vao a laorar ma no ve credì che anca studia”. E fu così che diventò macellaio, non prima di aver “tirato” di boxe, carriera che ben presto lasciò senza però mai perderne la passione. Tornato a Villafranca ebbe così l’occasione di conoscere la moglie perchè da macellaio ambulante, come allora si usava, metteva il suo banco agli angoli delle vie del paese.“Metelo sul canton de la stasion nà olta metteghelo do”, alla fine con la sua prestanza fisica ed il suo buonumore conquistò il cuore della Maria “Ciso” che divenne sua moglie e gli diede quattro figli: Emilia, Gabriella, Angioletta e Giorgio. Nella foto del 1940 scattata davanti alla bottega non c’è Giorgio che doveva ancora nascere, da notare sullo sfondo i tigli appena piantati. Subentrato al suocero nella gestione dell’appalto (in origine, privativa dello stato per la vendita di chinino, sale, tabacchi e valori bollati) ebbe così anche il tempo e l’occasione per effettuare i suoi scherzi. Ne aveva per tutti: ragazzi, adulti e famigliari, praticamente non si salvava nessuno.Ve ne racconto alcuni. Una delle sue scuse preferite era che non poteva allontanarsi dalla bottega ed allora ecco che se vedeva qualche ragazzotto bighellonare per la “contrà” lo chiamava, gli dava una lira e gli diceva: “va da Girel (Cesare Girelli suo amico e spalla fidata che sulla stessa via, poco più in là, aveva bottega di articoli per calzolaio) e comprame na lira de ombra de campanil”. Girelli, guardacaso, l’aveva appena finita e lo mandava in piazza dalla Romana che, mangiata la foglia (così si diceva di chi, senza esserne al corrente, capiva al volo e stava al gioco) a sua volta lo mandava da qualche altra parte finchè il ragazzo dopo aver girato mezzo paese, sconsolato, tornava da Ciso senza aver potuto fare la commissione. Stessa storia per il “sussurro di carrozza”, mentre invece qualche altro gruppetto di ragazzi fu mandato da Clemente Tampelon, nella corte di fronte all’appalto, a prendere un paio di “capezze” per “andar a lear un gnal de museto” (levare un nido di asino). Questo scherzo richiedeva un po’ più di organizzazione. Cesare, per tempo, andava a mettere un po’ di paglia in mezzo ad una siepe nei pressi del “fontanin” poi dava appuntamento, solitamente la domenica mattina presto, raccomandandosi di mantenere il massimo segreto. La mattina concordata, poi giunti sul posto di buon’ora e visto che ovviamente non c’era nulla “el ghe disea, i è sà scapè dal gnal ma silensio che li ciapemo stan che ven”. Il primo di aprile poi era sacro. Una volta appena sentita la moglie salire in camera, con l’aria più indifferente di questo mondo, si affacciò alla cucina, che era proprio dietro la bottega e alla signora, che aiutava nelle faccende domestiche, la “Maria padoana”, disse: “ghe mia me moier parchè en stasìon è arivà en treno del circo con tigri e leoni e me piasarea andar a vedarle ste bestie ma no posso mia no lasar nesuno en botega”. La Maria gli disse “l’è su che la fa le camare, vao a ciamarla” e Cesare di rimando “no che la gà da far, pecato parchè el se ferma poco” . La Maria incuriosita si offrì di andare lei stessa con le bambine e Cesare acconsentì dopo le dovute raccomandazioni di non avvicinarsi alle belve e di tenere per mano le piccole. Arrivata in stazione del treno nessuna traccia. Arrivata allo scalo merci si avvicinò ad un ferroviere e mentre stava per chiedergli informazioni girandosi vide un paio di teste sbucare da dietro un angolo e subito capì e sbottò “ostrega l’è el primo de april”. E che dire dello scherzo del portafoglio (o della banconota), abbandonato a terra sul marciapiede ma legato con uno spaghetto e quando un malcapitato si chinava per raccoglierlo uno strappo e via? Era la Villafranca de ’na ’olta quando, se “cascavi” in qualche burla, era meglio se non ti arrabbiavi perchè era lì il bello dello scherzo, altrimenti saresti stato sicuro bersaglio di altri magari ben più pesanti. Occorreva, come recita il proverbio, far buon viso a cattivo gioco e “tegnerla en mente e star con i oci verti”. Alla prossima Rico Bresaola

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foto: Renato Begnoni

SocietĂ editrice: Pirite S.r.l. - Editore: Diego Cordioli Direttore responsabile: Elisa Zanola - e.zanola@ilgiornaledivillafranca.it Registrazione al Tribunale di Verona n. 1838 Redazione: via L. Prina, 71 - Villafranca di Verona Tel. 045.7903235 e-mail: redazione@ilgiornaledivillafranca.it Grafica e impaginazione: Maria Antonietta Perina - comunicare@pirite.net Stampa: Centro Stampa Editoriale S.r.l. Grisignano di Zocco (VI)

Archivio fotografico: Renato Begnoni, Giorgio Negrini Si ringraziano per il contributo gratuito: Giorgio Negrini, Dott.ssa Anna Lisa Tiberio, Dott. Enrico Buttitta, Dott.ssa Fiorella Calò, Dott. Paolo Garzotti, Dott.Giuseppe Pecoraro, Ing. Luca Zamperini, Dott. Riccardo Tomelleri, Prof. Stefano Darra, Francesco Bommartini Arch. Andrea Silvestroni, Dott. Cristiano Tabarelli, Stefano Tabarelli, Luigi Franchini, Renzo Piazzi, Enrico Bresaola e Marisa Tumicelli Carlini Numero chiuso in redazione il 19/04/2012

stampato in 20.000 copie con distribuzione gratuita nel comune di Villafranca di Verona e frazioni.

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