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1986 - 2016
ANNO XXXI - N.11 - NOVEMBRE 2016 - Stampato il 17/11/2016 - Via dell’Industria 22 - 37029 SAN PIETRO IN CARIANO (VR) - Tel. 0457152777 - Fax 0456703744
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1947: LA CoStituZione di Lino Venturini Quando la Costituzione italiana fu approvata dall'Assemblea costituente il 22 dicembre 1947, non fu affare di pochi, ma l’accordo tra ostinati stalinisti e composti democristiani, tra vecchi liberali e giovani azionisti. Allora. Ora non c’è alcun accordo, ma solo superficiali “spiegazioni” e battibecchi conditi con battute da briscola in cinque. “Caro popolo, riduciamo i costi della politica, riduciamo i senatori. Sei contento, caro popolo?” Non si presenta, invece, la Relazione illustrativa al disegno di legge costituzionale (8 aprile 2014) nella quale si dichiara apertamente che lo scopo della Riforma non è quello di rendere più efficiente la macchina dello Stato, bensì quello di rispondere unicamente all’«esigenza di adeguare l'ordinamento interno alla recente evoluzione della governance economica europea». In parole più chiare, con la nuova Costituzione l’Italia non potrà più decidere cosa è meglio per sé, né potrà più dire nulla sull’Europa e sugli ordini che verranno dai burocrati della Commissione: saremo obbligati ad accettare, come tanti sudditi, scelte su cui non avremo, secondo la nuova Costituzione, alcuna voce al riguardo. In particolare sono stati riformati tre articoli della Costituzione, il 55, il 70 e il 117. Art. 55: “Il Senato… partecipa alle decisioni dirette alla formazione e all’attuazione degli atti normativi e delle politiche dell’Unione Europea”. Art. 70: “La funzione legislativa è esercitata dalle due Camere…”per la legge che stabilisce le norme generali, le forme e i termini della partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea”. Art 117: “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione Europea e dagli obblighi internazionali”. Come si può notare nel nuovo testo si parla di attuare qualcosa che è già stato deciso, qualcosa che non è più da mettere in discussione. Pensiamola come vogliamo, ma questa è la definitiva rinuncia alla sovranità nazionale, rinuncia che già esiste (de facto), ma che ora sarebbe sancita (de iure), con la forza del vincolo costituzionale. In concreto, una italexit sarebbe impossibile, a meno di una nuova modifica della Costituzione. A questo punto dovremmo anche chiederci perché sprecare tempo e denaro per nuove elezioni, visto che dovremo legiferare sotto dettatura. A Palazzo Chigi basta un maggiordomo che sovraintenda alla servitù italiana. Poi ognuno voti come ritiene giusto, ma è importante almeno sapere per cosa si vota.
ARRIVO DEI PROFUGHI
Venerdì 4 novembre hanno fatto il loro ingresso a Pol, nel comune di Pastrengo, tre nuclei familiari (tra cui 8 minori) che ora risiedono in strutture private. «Il comune di Pastrengo e la sua Amministrazione non sono “cattivi” – afferma il sindaco Gianni Testi - e vorrebbero essere solidali, ma l’accoglienza va gestita nella giusta maniera e a determinate condizioni». Concetti, questi, ribaditi dall’Amministrazione e dai cittadini nell’ambito della manifestazione che li ha visti scendere in piazza a Pastrengo la serata del 13 novembre scorso. Ma Pastrengo non è l’unico Comune in cui sono recentemente arrivati profughi: a Castel d’Azzano nei giorni scorsi è stata annunciata la requisizione dell’Hotel Cristallo in via Scuderlando per ospitarvi richiedenti asilo. Una notizia che ha scosso il paese. Il sindaco Antonello Panuccio è quindi sceso in campo per dire la sua sulla situazione dopo la manifestazione pubblica svoltasi in piazza lunedì 24 ottobre. Pagine 7 e 16
FURTI IN VALPOLICELLA
L'autopsia l’ha confermato: quello di Luciano Castellani è stato un omicidio. Il titolare settantaduenne della nota trattoria Agnella di Valgatara, nella notte tra il 27 e il 28 settembre scorsi è stato ucciso a causa dei colpi che alcuni malviventi – presumibilmente due - gli hanno inflitto. Poco dopo la mezzanotte gli omicidi hanno fatto irruzione nell’abitazione di Luciano, al piano superiore del ristorante. E sono stati loro che il settantaduenne si è trovato davanti nel momento in cui, chiusa l’attività, è salito in casa. Gli inquirenti stanno ora indagando su quella che sembra una “rapina sfociata in tragedia”. Un tragico evento, questo, che, ha avuto risonanza nazionale e che ancora oggi fa discutere. Nel frattempo il gruppo facebook “Furti in Valpolicella” continua a registrare giorno dopo giorno irruzioni nelle abitazioni a danno dei cittadini della Valpolicella e non solo. Pagina 6
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Speciale Vendemmia nelle Terre del Custoza Pagine 12-13
Guida al Calore
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Speciale riscaldamento Pagine 21
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LE VOSTRE FOTO CISANO-BARDOLINO
Uno scivolo pericoloso!
PESCANTINA
NEGRAR
PARLAMENTO
SAN BONIFACIO
SAN BONIFACIO
Assordante silenzio dei nostri eroi
SOMMACAMPAGNA
Antica pianta di capperi ridotta così dopo i giardinieri ZTL
Bevono talmente tanto che poi non sanno parcheggiare
Ben 86 trattori presenti nonostante il tempo
BREONIO
ARBIZZANO Piazza transenne pericolose!
Sagra a Breonio
Mi chiedo cosa ci voglia a ripulirlo!
CAPRINO
Chi entra... LAZISE
Via San Martino, accesso parcheggio
DOMEGLIARA
Che degrado!
Parcheggio selvggio! SAN BONIFACIO
Via Z. Manani
SAN BONIFACIO
Ancora senza ponte!
HALLOWEEN
PEDEMONTE In un orto!
CASELLO VR-NORD
SANT’ANNA
DOMEGLIARA
SAN PIETRO
COSTERMANO
Scritto troppo piccolo Vergogna!
Rotatoria della stazione!
Chiampo inquinato
Novembre 2016
SANT’ANNA
Multe alle auto in sosta
Tombini come le gondole
L’ALTRO GIORNALE
Tombini intasati!
Macchine parchegiate in mezzo alla strada e la cosa si ripete ogni celebrazione della messa
LAZISE
Via Dosso Rifiuti e fossato incolto
FOTO CURIOSE
LAZISE
Lungolago con faretti divelti
La zucca Lucia, il ragno Valeria, lo scheletro Silvia e la strega Martina. Le mie simpatiche parrucchiere festeggiano Halloween
LE VOSTRE LETTERE
L’ALTRO GIORNALE Novembre 2016
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REFERENDUM. SI O NO? Il 4 dicembre saremo chiamati a esprimere il nostro parere sulla riforma della Costituzione che è già stata approvata sia dalla Camera, sia dal Senato. Riforma che prevede, tra i punti principali, che le leggi ordinarie che servono per governare siano approvate solo dalla Camera e non più anche dal Senato. Dato però che la suddetta riforma è stata approvata senza la maggioranza del 2/3 dei membri di ciascuna camera, per essere applicata, avrà bisogno del nostro parere di conferma tramite referendum. Se la maggioranza dei cittadini che andranno a votare voterà SI saranno confermate le modifiche alla Costituzione, se invece la maggioranza voterà NO, non saranno fatte le modifiche. Questa e’ la vera domanda referendaria. La domanda del referendum non è, come certi schieramenti politici dicono: “Votate NO così mandiamo a casa
Renzi”. Renzi, tra l’altro, ha già detto che non si dimetterà, anche se dovessero vincere i NO. Quindi a questo punto è opportuno che i cittadini si concentrino sulla vera domanda del referendum e che valutino la loro convenienza e non quella degli schieramenti politici. SI - significa procedere nelle riforme di semplificazione burocratica e legislativa, come è appunto la riforma della Costituzione, che ha quasi 70 anni e non è più adatta ai tempi attuali. Non possiamo aspettare la prossima occasione per cambiarla. Questa è un’occasione unica, da non perdere. NO - significa rimanere nell’attuale situazione dove la litigiosità politica ha bloccato da ormai 30 anni il nostro progresso economico e sociale perché i politici non hanno fatto altro che litigare per conquistare le poltrone del potere senza guardare agli interessi dell’Italia e degli
italiani. Alcune volte sento dire dalla gente che ormai non crede più alla politica in generale e pertanto voterà NO perché le cose cambino. Ma votare NO significa: no ai cambiamenti. Se uno vuole veramente che le cose cambino deve votare SI che significa, appunto, cominciamo col modificare la Costituzione. Io pertanto voterò: SI Non tanto per far contento Renzi. Voterò SI per il bene di noi cittadini italiani e soprattutto per quello dei giovani che, se non si farà subito qualcosa per loro, avranno davanti un futuro molto incerto. NB – Se anche tu concordi con quanto sopra esposto, ti prego di consigliarlo a tutti i tuoi amici e parenti al fine di ottenere la vittoria dei SI al prossimo referendum per il bene dell’Italia e dei vostri figli.
Balle! Le stanno, le state, tentando tutte: modificare l’Italicum, rinviare il referendum, comprare i Sì, terrorizzare i No, cacciare i bersaniani come “traditori. Eh già, quando si comincia a calpestare la democrazia ribaltando il volere degli elettori, tutto vale, anche i traditori che espellono i traditi. I traditori sono Renzi e i suoi amati alleati. Il programma PD del 2013 diceva: dobbiamo sconfiggere l’ideologia della fine della politica e delle virtù prodigiose di un uomo solo al comando. La sola vera
risposta al populismo è la partecipazione democratica, e prometteva l’applicazione corretta e integrale di quella Costituzione che rimane tra le più belle e avanzate del mondo. Questi politici di governo inclusi Verdini e Alfano e codazzi loro - rappresentanti più di se stessi e dei rispettivi partiti, pare dimentichino che sono stati sistemati ai vertici da un presidente-monarca che ha eseguito gli ordini delle lobby finanziarie europee e mondiali ora ovviamente schierate per il trionfo del
neocostituzionalismo per accrescere vieppiù poteri e influenze loro. Almeno voi del SI non dimenticate che il PD con il 25% dei voti presi alle ultime cosiddette elezioni politiche è rappresentativo di circa il 15% dei cittadini, pretende di riscrivere un terzo della Costitituzione senza alcun mandato popolare e in un Parlamento di nominati grazie ad una legge incostituzionale. Le Istituzioni ridotte a una cosa ... loro, l'arroganza al potere. Giovanni Giavelli
Un Cittadino Silvano Martini
140 SOLDATI IN LETTONIA
La notizia è apparsa sui giornali senza alcun preavviso scatenando, com’era prevedibile, un vespaio di polemiche: “l’Italia manda 140 soldati italiani in Lettonia ai confini con la Russia con il contingente NATO”. Sembra che l’Europa e l’America debbano mostrare i muscoli alla Russia. L’Italia di un certo Mussolini, alleata della Germania, lo fece già nel 1941 e sappiamo tutti come finì. La domanda però sorge spontanea; abbiamo sostenuto le sanzioni alla Russia, perché «facciamo parte della grande Europa», e cosa ci abbiamo guadagnato? Che la Russia stessa ha chiuso i confini del suo mercato alle merci italiane e alla nostra economia. Andate a chiedere agli esportatori del settore agro-alimentare e a tanti industriali quanto è costato loro questo scherzetto e quanti posti di lavoro abbiamo perso noi italiani. Ma schierarsi contro la Russia chi è che ci guadagna? Non sarà per caso che qualche nazione europea, e anche
non europea, fa i propri interessi? E a noi italiani da queste operazioni, cosa ci viene in tasca? Che l’Europa chiude i confini bloccando i migranti che sbarcano in Italia, lasciandoceli tutti sulle nostre spalle. Questo è il nostro guadagno. La nuova finanziaria, una manovra da 27 miliardi di euro, ha previsto anche uno stanziamento di 3,8 miliardi di euro per il costo degli immigrati, che l’Europa non vuole, mentre in Italia aumentano in modo considerevole i poveri: 7 milioni di cui 4 milioni in povertà assoluta. Ma siccome noi facciamo parte della “grande Europa”, ci teniamo i migranti, che sono una ricchezza e che ci pagheranno le pensioni (se c’è qualcuno che ci crede), e mandiamo i nostri soldati ai confini con la Russia, mentre la Russia chiude alla nostra economia. Silvano Miniato miniato.silvano@gmail.com
Caro Direttore, ogni giorno televisioni e giornali segnalano e rappresentano il problema immigrazione e la clandestinità di gente proveniente soprattutto dall’Africa e quindi non da Paesi in guerra. Un’immigrazione sempre più consistente e incontrollata, non gradita alla stragrande maggioranza dei Comuni perché li mette in difficoltà. Questo perché tali clandestini, oltre ad essere mantenuti e alloggiati in strutture alberghiere o in stabili ristrutturati a nostre spese, creano insicurezza e paura alla gente, specie alle donne. Pertanto gli italiani di questa invasione – perché proprio di invasione si tratta – non ne possono proprio più e vorrebbero che questo Governo la bloccasse e controllasse maggiormente a chi dare asilo per evitare, oltretutto, la diffusione di malattie. Non capisco perché le nostre navi, invece di andare a prendere i suddetti clandestini dai barconi, al limite delle acque territoriali libiche, non assistono i bisognosi e poi facciano fare a loro il dietro front. Così come fanno la Spagna e altri Paesi, compresa l’Australia. Infatti la Spagna, pur essendo molto più vicina di noi all’Africa non ha alcuna invasione di clandestini. Proprio per questo l’attuale Governo dovrebbe dare alle nostre navi attraverso il Ministro della Difesa e quello dell’Interno le attuali disposizioni: assistenza ai bisognosi
Direttore Responsabile: Rosanna Pancaldi Società Editrice: L’Altro Giornale s.r.l Redazione: Via dell’Industria 22 37029 SAN PIETRO IN CARIANO (VR) Tel. 0457152777 Fax 0456703744 e-mail: articoli@laltrogiornalevr.it Abbonamenti: 10 euro annui C.c postale n° 81285140 intestato a L’Altro Giornale s.r.l. Via E. Bernardi, 7 37026 Settimo di Pescantina Stampa: FDA EUROSTAMPA srl Via Molino Vecchio, 185 25010 BORGOSATOLLO (BS)
Numero chiuso il 17- 11 - 2016
e poi far fare il dietro-front ai barconi. Così in pochi giorni si fermerebbe l’attuale invasione e nel contempo di eviterebbero le tragedie del mare e il commercio di esseri umani. Tutto ciò, ne sono estremamente convinto, lo vogliono la maggioranza dei Comuni e degli Italiani. Questo anche perchè con un maggior controllo si evita pure che arrivino gli estremisti. Purtroppo è molto difficile far capire tutto ciò all’attuale Governo in quanto c’è un Premier che pensa più al Referendum del 4 dicembre che ai veri problemi della nostra nazione. Proprio per questo bisogna votare NO al Referendum, affinchè l’attuale maggioranza venga sfiduciata e così se ne vada a casa al più presto. Tutto ciò anche perché se vincesse il SI’ questo nostro caro paese diventerebbe più centralista e autoritario con un solo uomo al comando. Quindi addio Democrazia e Sovranità popolare. Infatti il nuovo
Senato non sarà autonomo per gestire le Regioni con Senatori eletti dai cittadini ma composto da elementi nominati, i quali costeranno di più per il loro continuo viaggiare e, oltretutto, distratti dal proprio incarico di sindaco o consigliere. Il SI poi non tocca per nulla le Regioni a Statuto Speciale le quali continueranno a mantenere i loro privilegi rispetto alle altre Regioni, il che non è giusto e democraticamente liberale. Anche per questo bisogna votare NO e mi spiace sentitamente che, qui nel Veronese, il Sindaco di Verona vada in giro per la nostra Provincia assieme ai Parlamentari del PD di Renzi al fine di propagandare di SI. Tutto ciò mi meraviglia perché ha sempre affermato di essere un convinto Federalista, quello che non avverrebbe se andasse in porto il SI. Pertanto speriamo che vinca il NO. Renato Tomezzoli
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LE VOSTRE LETTERE
L’ALTRO GIORNALE Novembre 2016
ITALIA
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QUESTIONE DI RISPETTO
“Nessuna identità. Nessuna speranza” “C’è chi è d’accordo. Grazie” Ancora qualcuno, stancamente, parla di identità e di cultura Veneta da salvaguardare e da difendere. A mio avviso non c'è più speranza, siamo proprio arrivati “alla frutta”: qui da noi può cantare vittoria chi vuole cancellare qualsiasi modello culturale di appartenenza. Dopo l'unità di questa ancora “espressione geografica” che ha preso il nome di Italia, con l'immigrazione economica forzata e pianificata di persone e genti italiane foriere e portatrici di altri valori (altre lingue, altre culture, altre tradizioni) che, potendo scegliere avrebbero preferito in cuor loro starsene a casa propria; ora il cerchio si chiude con un colpo di genio: gli ordini che vengono di là dell'Atlantico (hanno vinto l'ultima guerra!) sono quelli di cancellare definitivamente con l'immigrazione forzata di genti da altri paesi quello che ancora è rimasto di cultura, identità, senso di appartenenza, valori condivisi delle nostre Comunità. Ci hanno a suo tempo imposto i loro modelli culturali e di consumo – e va bene – ma ora il colpo finale si concretizza con questa manovra epocale. Manca solo che andiamo a casa loro a prenderli. Non possiamo far venire qui tutta l'Africa! Il risultato e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, di chi ancora vuole vedere e capire e cioè trasformare e plasmare il nostro Paese, sia a Nord che a Sud grazie all'innesto forzato di milioni di persone, in una polpetta senza memoria fatta solo di consumatori acritici perfettamente in linea con le esigenze della globalizzazione e del mercato mondiale. Crediamo di scegliere, in verità comperiamo e consumiamo quello che ci viene proposto (cultura e modelli di vita). Ma diciamocela tutta una buona volta. Negli USA dopo 250 anni di storia, una guerra civile e una forzata integrazione fra le varie comunità etniche, checché se ne dica, alla faccia delle anime belle e solidali di casa nostra (tanto per capirci quelli che qui in Italia hanno il cuore a sinistra ma il portafoglio a destra), negli USA che dovrebbero essere il nostro modello culturale di riferimento, i bianchi odiano i neri (negri) che odiano i bianchi, che a loro volta odiano gli ispanici
ITALIA
che odiano i neri e le primitive comunità indigene (pellerossa). Si sparano e si ammazzano tutti i giorni sia in casa che per strada. Perfetto. La verità è che le cose stanno così perché si è scelto ed accettato che vadano così. Mi domando: dobbiamo diventare come loro, completamente snaturati dalla nostra Cultura, indifesi, senza le memorie della nostra Storia? Istintivamente, ora che la frittata è quasi fatta, assumiamo comportamenti di autodifesa, ritirandoci nel proprio particolare, nei propri piccoli interessi, non dialogando, non partecipando alla vita sociale delle nostre comunità, in un inevitabile avvitamento su noi stessi malinconico ed allarmante. Villafranca di fatto, così procedendo, è diventata anch'essa un luogo di incomunicabilità e del “chissenefrega”. Ora c'è la Grezzanella da ultimare. La “nostra amata” è oramai una camera a gas. Qualcuno ci sta prendendo per il culo. Dicono che non ci sono i soldi (schei) ed è vero. Però il Veneto è tra le prime regioni italiane per ricchezza prodotta (PIL) e non ci sono le risorse (schei) per fare due (2) km di tangenziale?!? L'indistruttibile e valoroso “comitato antitraffico” (50 persone a manifestare nell'ultima passeggiata digestiva con più di 30.000 abitanti di Villafranca...) può manifestare e marciare fino a Crotone, ma non servirà a nulla perché manca di capacità di analisi. Finché non la dirà tutta e di conseguenza farà le scelte politiche appropriate, col cavolo che tireranno fuori i soldi (schei) per completare la “Desiderata”. Un consiglio. Visto la piega che hanno preso le cose qui da noi, provate a domandare qualche contributo (schei) ai vostri amici cinesi, vostri compagni di merende nella globalizzazione a voi tanto cara, non si sa mai... Per quanto mi riguarda, in cuor mio, non ho più nulla da chiedere a nessuno. Spero solo che al più presto “tornino i cinema all'aperto e che Pertini possa finalmente giocare a carte con John Wayne”.
Gentilissima dottoressa Pancaldi, scrivo riferendomi all'atteggiamento di alcuni lettori de "L'Altro Giornale" in seguito al suo presunto articolo "anti-islam" e, più in generale, alla forte critica nei confronti di chi, come me, ha espresso la propria opinione a margine della lettura dell'editoriale medesimo. Innanzitutto, ho l'impressione chiara che nessuno - nè redazione nè lettori - in questo giornale abbia mai usato toni razzisti o nettamente istiganti all'odio contro gli immigrati o contro chi è diverso da noi. Inoltre, io stesso, ho specificato nel mio intervento che l'occidente nei secoli passati non è andato a mano leggera in giro per il globo, ed intendevo proprio al trascorso recente dell'Italia in Etiopia, Libia, Jugoslavia, Grecia, Albania e quant'altro. Ma se il mio bisnonno ha combattuto contro un libico o un etiope, non è che per proprietà transitiva si possa dare a me la colpa, altrimenti i tedeschi di oggi sarebbero tutti da considerare SS. Chiarito questo, entrerei un poco più nel merito del discorso. Quando si afferma che in Italia basterebbe far rispettare le già severissime leggi che ci sono in materia di terrorismo e di reati penali in generale, non mi pare si stia promuovendo una caccia Luciano Modena alle streghe (forse andrebbe Villafranca cambiato o limitato il sistema di attenuanti che permettono riduzioni drastiche di pene per chi non è recidivo, ma questo è un altro discorso), bensì che si provi a porre l'accento sulla necessità contraria, ovvero quella di grati, clandestini e non, si dà la colpa ai pre- giungere al rispetto di tutte le fetti e quando liberano il delinquente che ha appena commesso il crimine la colpa è del magistrato di turno. Intanto i politici di tutte le tendenze sproloquiano nei talk show per raccattare qualche consenso. E' una vita che mi chiedo: ma le leggi chi le fa, le può anche modificare? Certo che si. I prefetti e i magistrati no.
“Triste Novembre” Leggo che in un mese, quello triste di novembre, i cittadini verseranno nelle casse dello stato 55 miliardi. Iva, irpef, Irap, Ires addizionali varie e qualche altro acronimo ulteriore. Leggo avanti che cominciano le guerriglie persino a Firenze, patria deputata del non votato. Allora mi chiedo se non sia ora di chiedere, e mi scuso per la ripetizione, su come spendono questi denari, e non sono pochi, i nostri eroi romani. Altro dilemma. In questo marasma di immi-
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Umberto Brusco Bardolino
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culture sulla base della legalità e del diritto alla cittadinanza, non certo del proprio credo, che è un aspetto personale ed intimo nella nostra vita; seconda e ultima cosa, affermare che Dio è un "prodotto della cultura" mi sembra un pochino presuntuoso se viene detto da chi ha appena accusato gli altri di odio e manicheismo culturale. Non capisco sinceramente da quali profondissimi studi possano venire tali certezze universali, se non da un atteggiamento parziale e ovviamente discutibile basato sull'assenza di prove dell'esistenza di Dio (tra l'altro, l'assenza di una prova non è la prova dell'assenza); concludendo, inoltre, ricordo che fra i tanti a sostenere che
il cristianesimo sia al tramonto vi erano anche i detrattori di un grande papa come Giovanni XXIII quando indisse il concilio vaticano II. Alla fine, a tramontare, furono loro e le loro idee (fra essi, oltre ovviamente ad esponenti del partito comunista, anche moltissimi alti prelati cattolici contrari alla riforma interna della chiesa). Ma questa è un'altra storia, roba da prima repubblica... Porgo distinti saluti Daniele Boschelli Brenzone Grazie per il suo intervento, caro Boschelli. A parole sono tanti i lettori che mi sostengono, ma in quanto a scrivere …! Quindi grazie davvero.
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CRONACHE
L’ALTRO GIORNALE
Allarme violenza
Novembre 2016
TRAGICI EVENTI. L’omicidio a Valgatara di Luciano Castellani ha scosso le ultime settimane
Servizi di
Silvia Accordini
L'autopsia l’ha confermato: quello di Luciano Castellani è stato un omicidio. Il titolare settantaduenne della nota trattoria Agnella di Valgatara, nella notte tra il 27 e il 28 settembre scorsi è stato ucciso a causa dei colpi che alcuni malviventi – presumibilmente due - gli hanno
inflitto. Poco dopo la mezzanotte gli assassini hanno fatto irruzione nell’abitazione di Luciano, al piano superiore del ristorante. E sono stati loro che il settantaduenne si è trovato davanti nel momento in cui, chiusa l’attività, è salito in casa. Gli inquirenti stanno ora indagando su quella che sembra una “rapina sfociata in tragedia”. Una pista, questa,
che non è l’unica seguita dal momento in cui i colpevoli non hanno rubato nulla dall’abitazione. Un tragico evento, questo, che, ha avuto risonanza nazionale – nella serata del 28 settembre il triste fatto è stato al centro di una puntata della trasmissione “Dalla vostra parte” su Rete4 – e che, a distanza di più di un mese, lascia molto interrogativi aperti.
Nel frattempo il sindaco di Marano, Giovanni Viviani, ha incontrato il prefetto di Verona, Salvatore Mulas, il quale ha comunicato che è in atto un più intenso pattugliamento del territorio da parte delle forze dell’ordine “almeno fino a fine vendemmia”, che Viviani ha osservato dover durare per tutto il mese di ottobre. Attenzione puntata anche sulla videosorve-
La trattoria Agnella teatro dell’omicidio Castellani
glianza, che ora le forze dell’ordine del territorio cominciano a ritenere
importante come elemento di supporto per eventuali indagini.
IL SINDACO DI MARANO: «SICUREZZA? SERVE CORRESPONSABILITÀ»
Giovanni Viviani
A proposito di questo omicidio e dei vari commenti usciti sui giornali e nei social, Giovanni Viviani, sindaco di Marano di Valpolicella, è intervenuto con alcune precisazioni. «Non voglio commentare il fatto gravissimo accaduto a Valgatara – afferma Viviani - se non ribadendo la mia assoluta condanna per un atto di violenza così feroce, e la comprensibile preoccupazione dei cittadini per la propria sicurezza, anche se
deve essere ancora accertato lo stretto legame fra le periodiche ondate di furti e questo omicidio. In ogni caso va detto che episodi di violenza ci sono sempre stati e garantire oggi la sicurezza non è cosa semplice: compito prioritario di un’Amministrazione locale è quello di affiancare le forze dell’ordine, invitare tutti i cittadini alla vigilanza, ma anche alla calma, perché l’esperienza insegna che la gestione dell’ordine pubblico è più complicata in caso di clima teso e fortemente allarmato.
La sicurezza non è solo una questione individuale e privata, investe ogni ambito della vita comunitaria e con le risorse della comunità in piena consapevolezza e corresponsabilità andrebbe affrontata: ogni giorno i notiziari sono in gran parte occupati da episodi di cronaca nera e i morti non si contano (specie sulle strade, dove la causa è sempre un mancato rispetto delle regole) e nessuno può ritenersi al sicuro. Trovo fuorviante inoltre – aggiunge ancora Viviani - concentrarsi solo su un problema perché
abbiamo bisogno di lavorare in sinergia con i tutori dell’ordine per arginare problemi ancora più gravi che producono ancora più lutti, seppur meno allarme sociale: finché ci sono vittime innocenti non si può ritenersi sicuri. Sulla questione telecamere – conclude il primo cittadino - io seguo le indicazioni delle forze dell'ordine, con cui cerco di mantenere un contatto e un'intesa istituzionale, per cui riterrò necessario installare telecamere se e come mi viene indicato dai tutori dell'ordine».
IL GRUPPO FACEBOOK “FURTI IN VALPOLICELLA” Era il 12 febbraio quando gli amministratori del Gruppo Facebook “Furti in Valpolicella”, Nicolò Ceradini e Alexandro Todeschini, consegnarono al Prefetto di Verona, Salvatore Mulas, 3500 firme raccolte sul territorio della Valpolicella tra residenti e non, sottoscrivendo una petizione volta a chiedere concrete misure di contrasto ai furti e alla microcr iminalità in Valpolicella. Oggi, a distanza di qualche mese, alla luce di quanto accaduto, è proprio a loro che ci rivolgiamo chiedendo un intervento. «L’omicidio di Luciano Castellani – affermano Nicolò Ceradini e Alexandro Todeschini - ha sconvolto la valle: ci uniamo al cordoglio di familiari ed amici per questa grave perdita. Questo episodio è stato un fatto gravissimo, che, oltre al dolore per la perdita di una persona così amata e stimata, lascia anche il grande desiderio che venga fatta giustizia. Dopo la morte di Luciano in Valpolicella – è evidente – la sorveglianza sul territorio si è intensificata: cogliamo l’occasione per ringraziare Carabinieri, Polizia e Forze dell’Ordine per l’ottimo lavoro che stanno portando avanti, in condizioni difficili, con un organico sottodimensionato e mezz i sempre più obsoleti. Ribadiamo che, senza la certezza della pena, manca il deterrente a delinquere (i ladri una volta presi, il giorno successivo sono già in libertà): è proprio questa impunità che svilisce il lavoro e la professionalità degli agenti delle Forze dell’Ordine. «Garantire la certezza della pena – aggiunge Ceradini - non deve rimanere però uno “slogan vuoto”: chi ruba deve semplicemen te stare in galera, gli stranieri che delinquono devono essere espulsi dall’Italia, anche a tutela dei molti stranieri onesti che vivono nel nostro paese. Non da ultimo va aumentata la disponibilità economica di Polizia e Carabinieri». Gli amministratori del gruppo “Furti in Valpolicella” riaprono il capitolo “videosorveglianza”: a novembre 2015 Ceradini e Todeschini avevano inviato una lettera a i Sindaci della Valpolicella denunciando la problematica dei furti – concentrati in particolare nei mesi di aprile e maggio – e avanzando proposte concrete, tra cui la necessità di una convenzione della Polizia locale della Valpolicella con l’inserimento di turni notturni e l’istituzione di un numero unico di Polizia Locale, e, appunto, l’avvio di un vero e proprio progetto di videosorveglianza. «Alcuni Comuni stanno installando telecamere sul territorio – commenta Ceradini -, ma a Fumane e Marano nulla è stato fatto in questo senso. Solo dopo la tragedia di Valgatara, finalmente anche il comune di Marano affronta il problema dei furti e parla ai mezzi di informazione dell’importanza della videosorveglianza: ora che i buoi sono scappati tutti corrono a chiudere la stalla insomma». «Da due ann i – continua Todeschini – segnaliamo la presenza di fondi regionali per interventi come la videosorveglianza. Alcuni Comuni hanno usato i loro soldi – cioè nostri di noi cittadini – per installare le telecamere. Altri, come Marano e Fumane, le ritenevano inutili, salvo oggi ricredersi. Così come ritenevano inutili le nostre segnalazioni. Siamo stati accusati di generare noi allarmismo. Noi, non i la dri. Chissà oggi cosa ne pensano». Infine una provocazione: «Abbiamo letto che il sindaco di Marano, Giovanni Viviani, ha chiesto al Prefetto di intensificare i rinforzi almeno fino alla fine di ottobre, a vendemmia ultimata. Quindi, se il Sindaco ha delle prove che legano i furti con la vendemmia, chiarisca: la comunità della Valpolicella ha diritto di sapere».
CRONACHE
L’ALTRO GIORNALE
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Pol, dodici richiedenti asilo
Novembre 2016
PASTRENGO. Il sindaco Gianni Testi riceve la notizia dalla Prefettura: «Ero totalmente all’oscuro. Si vive sempre in questa foschia di informazioni»
Dodici richiedenti asilo accolti in strutture private nella frazione di Pol: è questa la notizia giunta dalla Prefettura scaligera al sindaco di Pastrengo, Gianni Testi, nella tarda serata di lunedì 10 ottobre. Preoccupazione e amarezza sono state espresse dal primo cittadino anche attraverso una lettera aperta alla popolazione: «Ero totalmente all’oscuro di tutto – afferma Testi -. Si vive sempre in questa “foschia” di informazioni, con i Sindaci che apprendono i fatti quando tutto è stato già deciso e che devono chinare il capo davanti ad azioni impartire dallo Stato, rendendosi al tempo stesso capri espiatori di tutto ciò che accade sul territorio. Scaricare a pioggia un numero imprecisato di persone senza un criterio, senza parametri, senza condivisioni con l’amministrazione locale, anzi, bypassandola nel momento in cui viene impostata una
trattativa diretta con i privati, a mio parere, priva il
apprendere che non esistono ancora politiche di rim-
Comune della sua autonomia rendendolo inerte. Rimango esterrefatto di
patrio con i paesi di origine e che non vi sono certezze sulla fine di coloro che
VILLAFRANCA / UNITÀ NAZIONALE FORZE ARMATE Il 4 novembre è stata celebrata a Villafranca di Verona la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Il
Dopo l’alzabandiera e onore ai caduti è seguita l’inaugurazione dell’area display assetti capacitativi dell’Aeronauti-
Colonnello Pietro Spagnoli
corteo partito dal piazzale della stazione si è diretto al Duomo per la Santa Messa.
ca Militare con mostra storica fotografica presso il Castello Scaligero. Il coman-
dante del 3° Stormo colonnello Pietro Spagnoli spiega il significato di quest’iniziativa: «far vedere quello che facciamo e come sono impiegati i mezzi che il Paese ci assegna per assolvere al meglio la nostra missione che comprende un ampio spettro, non solamente quello che uno è portato a pensare. Il 3° stormo ha una capacità duale per cui buona parte delle capacità che possono essere impiegate in ambito militare sono utilizzabili anche in ambito civile». Come sta facendo in questa triste occasione del terremoto che ha colpito dall’agosto scorso e tuttora l'Italia centrale. «La nostra priorità – aggiunge Spagnoli - è la tempestività e siamo partiti nell’immediatezza». L’Arma Azzurra è ben vista a Villafranca. «C’è un buon rapporto con la popolazione – afferma ancora Spagnoli -. Siamo concittadini in uniforme. Il fatto stesso di aprire la caserma e portarla in città è un altro passo per far vedere che c’è unione d’intenti, amalgama tra professionisti in uniforme e popolazione civile». Claudio Gasparini
attualmente vengono espulsi dai programmi di assistenza». Martedì 11 ottobre il sindaco Testi, preoccupato dal possibile raddoppio del numero di persone da ospitare (15 richiedenti asilo sono ospitati già nel capoluogo) e dalla varietà di nazionalità (5 per l’esattezza), si è messo all’opera per reperire più informazioni possibili relativamente a questi presunti nuovi arrivi. «L’imposizione di questo nuovo gruppo – aggiunge il sindaco - comporterà non poche problematiche logistiche, legate al fatto che a Pol è presente da anni un nutrito gruppo di stranieri di varie nazionalità ed etnie, ma soprattutto dal momento che Pastrengo ospita già 15 richiedenti asilo in uno stabile pubblico e non certamente per scelta della presente amministrazione. Da qui la decisione del primo cittadino di scrivere al Prefetto di Verona chie-
dendo di rivedere la decisione di collocare nuovi richiedenti asilo sul territorio comunale…Venerdì 4 novembre hanno fatto il loro ingresso a Pol tre nuclei familiari (tra cui 8 minori), alloggiati presso l’hotel Garda di Affi da qualche mese e che ora risiedono in strutture private. Qui nel frattempo il Sindaco ha effettuato controlli e sopralluoghi: «da queste verifiche sono emerse alcune criticità – afferma lui stesso – per cui nei prossimi giorni il nostro ufficio tecnico sarà molto probabilmente costretto a dichiarare l’inagibilità dell’edificio. Di questo la Prefettura è già stata avvertita: io e la mia Amministrazione non intendiamo assumerci responsabilità per l’alloggio di tre nuclei familiari in strutture dichiarate inagibili. Questi nuovi arrivi – aggiunge poi il Sindaco con amarezza – sono l’ennesima conferma di quanta
distanza ci sia tra Stato ed Enti locali: l’emergenza viene continuamente scaricata sui Comuni che non hanno né mezzi né possibilità per far fronte a quanto viene loro imposto. E’ inutile che il Ministro Alfano affermi che i Comuni non collaborano: è lo Stato stesso, con l'assoluta mancanza di comunicazione e condivisione, se non a conti fatti, a volere che i Comuni non collaborino. E’ svanita la fiducia nella Prefettura. Il comune di Pastrengo e la sua Amministrazione non sono “cattivi”, e vorrebbero essere solidali, ma l’accoglienza va gestita nella giusta maniera e a determinate condizioni. Essere trattati come pezze da piede non ci va bene». Concetti, questi, ribaditi dall’Amministrazione e dai cittadini nell’ambito della manifestazione che li ha visti scendere in piazza a Pastrengo la serata del 13 novembre scorso.
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CRONACHE
Da Super Rossetto vince il risparmio PARONA E VIA SPAZIANI. Altroconsumo: i due punti vendita i più economici di Verona
Lo scorso anno il Gruppo Rossetto ha tagliato il traguardo del mezzo secolo, ma non ha perso le buone abitudini: esperienza, infatti, continua a far rima con convenienza tra gli scaffali dei punti vendita del Gruppo, il cui fatturato è in continua crescita. Anche in questo 2016 sono molte le statistiche che Altroconsumo ha stilato nell'analizzare i prezzi dei supermercati italiani: Super Rossetto di Parona e di via Spaziani sono risultati i più economici di Verona e ai primi posti a livello nazionale sulla totalità della spesa. «Un risultato che rappresenta per noi una piacevole e soddisfacente conferma – afferma Lorenzo Rossetto, amministratore delegato e responsabile commerciale del Gruppo -. I punti vendita di Parona e via Spaziani sono stati gli unici nostri punti vendita rilevati da Altroconsumo, però ci tengo a precisare che la nostra polita prezzi è la medesima in tutte le province in cui siamo presenti. Ancora una volta, grazie anche ai 1500 collaboratori che ogni giorno lavorano al nostro fianco, abbiamo dato prova della nostra costante atten-
zione nei confronti dei numerosi clienti che continuano a sceglierci dandoci fiducia. Ripetersi non è mai facile, anzi, è sempre difficile: proprio per questo, se nei due anni scorsi essere in
da 9 nipoti – è soprattutto quello di vedere confermato ancora una volta ciò che da sempre promettiamo ai nostri clienti: qualità al prezzo più conveniente. Una sfida che ha caratterizzato
cima alla classifica è stato fonte di grande soddisfazione, quest'anno lo è ancora di più. La concorrenza, si sa, è sempre alla ricerca di tutti i mezzi per “superarti”, quindi non davamo certo per scontato di poter risultare i più economici per la terza volta di seguito. Il nostro orgoglio - aggiunge ancora Lorenzo Rossetto, affiancato n ella conduzione dell'azienda dai fratelli Giuseppe, Roberto, Germano e Luciano e dalla nuova generazione composta
fin dall'inizio la nostra azienda e che sta portando ottimi risultati». Da quel 1965 in cui Pietro Rossetto iniziò a scrivere la storia del Gruppo con due negozi in Borgo Milano molte sono state le novità che si sono succedute, fatte di successi, impegno, duro lavoro e inaugurazioni, fino ad arrivare all'apertura di ben 25 supermercati in nove province. Ma come si riesce a mantenere i prezzi così bassi? «Nessun prodotto cosiddetto “civetta” - afferma Lorenzo
Rossetto - e bando alla politica del “sottocosto” ma il risparmio sul totale della spesa: questa la nostra filosofia aziendale, che si sposa perfettamente ad una politica trasparente dei prezzi e ad un rapporto di fiducia costruito nei decenni con una clientela che non possiamo deludere e che sa che da noi può star certa di acquistare la qualità al giusto prezzo». In particolare, oltre all’ormai tradizionale 10% di sconto sull’intera spesa ogni ultimo mercoledì del mese, da novembre 2016 è prevista una novità “anti – spreco”: alcuni prodotti freschi (come pane, prodotti di pasticceria, pollo arrosto, frittura di pesce) nell’ultima ora di apertura ogni giorno (eccetto la domenica e l’ultimo mercoledì del mese) verranno messi in vendita con lo sconto del 30%. «Si tratta di un’iniziativa testata nei nostri punti vendita di Verona dal mese di settembre – conclude Lorenzo Rossetto -. La “prova” è piaciuta alla nostra clientela, tanto da spingerci ad estendere la proposta a tutti i nostri 25 punti vendita». Silvia Accordini
L’ALTRO GIORNALE Novembre 2016
La GrandeMela Babbo Natale cercasi E’ solo Novembre e La GrandeMela Shoppingland fa il suo primo regalo di Natale e…che regalo! Per festeggiare al meglio il 20° anniversario del Centro, La GrandeMela regalerà un contratto di lavoro. Avete capito bene e non si tratta di un comune impiego, ma del lavoro…più bello del mondo! E’ tutto vero: quest’anno La GrandeMela vuole assumere un Babbo Natale “tutto per sé”, in piena regola, un Babbo Natale…coi fiocchi! E colui che riuscirà ad “ottenere il posto” avrà un contratto per un impegno lavorativo di 10 giorni e un compenso netto di € 2.000. Proprio niente male! Ma entriamo più nel dettaglio: coloro che sono interessati a ricoprire questo ruolo dovranno inviare la propria candidatura entro e non oltre domenica 20 novembre a cercasibabbonatale2016@gmail.com e attendere l’eventuale contatto degli aspiranti Babbo Natale prescelti, che avverrà entro Giovedì 24 novembre. La selezione riguarda uomini residenti nell’area geografica di Verona e provincia, di età superiore ai 50 anni. I candidati dovranno avere caratteristiche fisiche e attitudini caratteriali conformi al ruolo e ottime doti comunicative ed empatiche, in particolar modo, ovviamente, nei confronti dei bambini. Una volta pervenute tutte le candidature, il 27 novembre nella piazza centrale de La GrandeMela sarà organizzata una giornata di casting “pubblico” durante la quale verrà deciso quello che sarà il Babbo Natale del Centro per il 2016! Le giornate lavorative durante le quali Babbo Natale sarà presente al Centro saranno le seguenti: dall’8 all’11, il 17 e il 18 e dal 21 al 24 dicembre. Per eventuali ulteriori informazioni è possibile contattare l’organizzatore NetworkPropaganda al numero 0532.747711. La GrandeMela Shoppingland rappresenta il primo complesso polifunzionale aperto in Italia (nel 1996) e offre oggi, su una GLA (superficie lorda affittabile) di 49.400 mq, 120 negozi, cinema multiplex, bowling con 20 piste, sala biliardo, baby area e una ricca food court. E’ stato anche il primo centro a lanciare una carta fedeltà condivisa da tutti gli operatori della galleria, e tra i primi a proporre la propria gift card: “MELAREGALI” dal valore di 50 €. Per ulteriori informazioni, contattare: Marco Cingottini – Direzione Centro Commerciale La GrandeMela Via Trentino, 1 – Lugagnano di Sona (VR) Tel. 045.6081815 - Fax 045.6081860 direzione@lagrandemela.it
L’ALTRO GIORNALE
CRONACHE di Bussolengo
Genitori al lavoro
Novembre 2016
SCUOLA CITELLA. Le famiglie stanno dando una “sistematina” alla biblioteca e alla mensa
Servizi di
Lino Cattabianchi
Una “sistematina” alla scuola elementare Citella, uno dei poli storici dell’Istituto comprensivo guidato dalla dirigente Viviana Sette. La stanno offrendo, a titolo gratuito, un gruppo di circa una trentina genitori nei fine settimana, per rimettere a nuovo il salone della biblioteca e abbellire la sala mensa del piano interrato. Il termine del lavoro è previsto prima di Natale e ci sarà anche l’inaugurazione. Per la parte tecnica, il Comune ha concesso i permessi e fornito una parte del materiale
per il lavoro. Tra i genitori anche il vicesindaco Cristiano Fontana. «E’
comfort offerto dalla scuola ai propri figli. La biblioteca che risulterà da questo
un’esperienza molto significativa – dice - e mette in luce come alcuni genitori e insegnanti abbiano veramente a cuore i luoghi e il
restauro sarà molto più accogliente e in grado di diventare un punto di incontro per gli allievi e gli insegnanti della scuola».
Spiega Francesca Gatti, presidente Comitato genitori: «il lavoro è cominciato con lo smontaggio di tutti gli arredi. In questa seconda fase stiamo ritinteggiando e sistemando la struttura per renderla più accogliente e accessibile al pubblico dei bambini che frequentano le elementari. Per il salone della mensa abbiamo pensato ai coloratissimi pannelli del progetto alimentazione dello scorso anno che daranno un tocco più caldo e tematico ad un ambiente altrimenti un po’ spoglio. Un esempio di collaborazione civica nel farsi carico delle necessità comuni».
L’OBIETTIVO. Un museo della calzatura a Villa Spinola Un museo della calzatura a Villa Spinola: è questo l’obiettivo indicato dall’assessore alla Cultura del comune di Bussolengo, Katia Facci, il giorno della festa di San Crispino patrono dei calzolai. «Una direzione che vogliamo prendere - ha commentato Katia Facci - è quella di costituire in un’ala di Villa Spinola, quando sarà restaurata, un’area museale per allestire una mostra permanente della calzatura. Lo dobbiamo a tutte quelle persone che hanno fatto grande Bussolengo». Nella giornata dedicata a San Crispino, patrono dei calzolai, sono stati nove i benemeriti della calzatura che hanno ricevuto il riconoscimento dal sindaco Paola Boscaini: Loris Lonardi e Barbi Delfina, classe 1932; Bruno Vassanelli, classe 1934; Licinio Forante, classe 1935; Dino Mastroserio, Gino Sorio e Mario Girelli, classe 1937; Giuseppe Dossi e Angelo Battistoni, classe 1938. «Dall’anno prossimo - ha spiegato Angelo Pinali, ex Mariapia, che opera da anni nel comitato organizzatore - arriveremo a premiare le annate più vicine a noi per allargare l’orizzonte a chi ha dato molto al mondo della calzatura bussolenghese e cercheremo di includere nella manifestazione non solo la storia, ma anche il presente di questo comparto produttivo, ancora molto vivo qui a Bussolengo».
SAN VITO AL MANTICO. Al via il restauro delle scuole Saranno ampliate e sistemate le scuole di San Vito al Mantico. Il lavoro è di 870mila euro, cifra raggiunta grazie anche ad un contributo regionale di 470mila euro. Saranno messe a norma le due sezioni esistenti della scuola materna “Il Fiore”. «Il progetto - spiega il vicesindaco Cristiano Fontana, assessore ai lavori pubblici - prevede nuovi spazi all’edificio principale in modo di mettere a norma il complesso di San Vito con ulteriori 4 spazi, bagni interni alle singole classi. Verrà ristrutturata anche la parte esistente. Questo vuol dire pensare allo sviluppo della frazione per i prossimi anni e renderla autonoma da questo punto di vista. Nel momento in cui inizieranno i lavori, i bambini ospitati nella struttura di San Vito saranno smistati in altre scuole dell’infanzia del territorio, se possibile in un unico plesso. Abbiamo già fatto un incontro coi genitori - conclude Fontana - e stiamo precisando le modalità di gestione del periodo nel quale la scuola di San Vito per cause di forza maggiore non potrà funzionare. Abbiamo intenzione di predisporre un servizio di trasporto gratuito che garantisca la frequenza ai bambini e renda possibile il tutto senza eccessivi problemi». La struttura, in base anche agli ultimi eventi registrati, sarà costruita con criteri antisismici per garantire il miglior standard di sicurezza. Conclude il vicesindaco: «L’inizio lavori è previsto per il mese di settembre 2017 con la conclusione prima del settembre 2018».
IL COMPLEANNO. Genoveffa festeggia un secolo di vita La signora Genoveffa Pupulin ha compiuto 100 anni ed è stata festeggiata dal Comitato di quartiere di Ca’ Filippi. E’ la seconda donna più longeva di Bussolengo, dopo Olga Caroli che ha tagliato il traguardo dei 101 anni. Di origini friulane, Genoveffa Pupulin è a Bussolengo da quasi quarant’anni: è autonoma, in grado di gestirsi e anche di uscire per fare la spesa. Le donne del comitato di quartiere la sostengono nelle sue necessità. Genoveffa, che si mantiene attiva ed energica, ha partecipato alla festa insieme col figlio. Presente anche il sindaco, Paola Boscaini, che le ha portato gli auguri di tutta la cittadinanza e dell’Amministrazione comunale. Don Genoveffa Pupulin Antonio Zera, parroco di Cristo Risorto, ha partecipato ai festeggiamenti, in rappresentanza di tutta la comunità parrocchiale. Un televisore è stato il regalo graditissimo per le cento candeline di Genoveffa, con l’augurio che si mantenga viva e informata per tanti anni ancora.
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CRONACHE di Pastrengo
L’ALTRO GIORNALE Novembre 2016
Trentacinque anni di eventi e qualità
PRO LOCO. L’associazione è stata fondata nel 1981 sotto l’amministrazione di Luigi Bertasi
La Pro Loco Pastrengo compie quest’anno 35 anni. E’ stata fondata nel 1981, sotto l’amministrazione Luigi Bertasi e ad opera dei coraggiosi “magnifici sette”, che hanno firmato l’atto costitutivo davanti al notaio: Carlo Bonsaver, Renato Buttura, Enzo De Carli, Gabriella Gelmetti, Ernesto Mazzola, Bruno Pietropoli, Giovanni Squarzoni. Da allora la Pro Loco Pastrengo è cresciuta mietendo consensi e complimenti per l’attivismo che l’ha sempre contraddistinta tanto da essere, oggigiorno, citata a modello ideale di Pro Loco per altri Comuni. Dal 2002, nel mese di novembre, si tiene il pranzo sociale, anche “gazega” per i tanti aiutanti alla recente Festa della Zucca. Quest’anno il pranzo si terrà domenica 27 novembre presso il Ristorante al Forte. Una grande festa che intende festeggiare i 35 anni di vita, nella memoria delle tante persone amiche e dei presidenti che hanno sin qui guidato la Pro Loco: Enzo De Carli, Angelo Faccincani, Emiliana Campagnari, Luigi Pietropoli e ora Albino Monauni. L’attuale presidente, in carica dal 2002, dichiara di «essere ben consapevole dello spessore organizzativo raggiunto dalla Pro Loco Pastrengo. Con gli anni si sono messi in cantiere sempre nuovi eventi: carnevale, rassegne teatrali, concerti estivi, Festa della zucca in continua ricerca di una casa adeguata, concorso presepi, falò della
Befana, fiere e impegni anche fuori paese. Tutti questi eventi si sono col tempo espansi e consolidati, ma proprio per questo richiedono sempre maggior cura con opportuno adeguato sfoltimento. Vogliamo garantire ai nostri eventi qualità costante perché non siano il fuoco di paglia di una sola stagione. In quest’ottica – conclude Monauni - il direttivo unanime della Pro Loco ha deciso di eliminare in futuro gli eventi più gravosi e non particolarmente coerenti allo scopo sociale e turistico della nostra associazione, partendo da subito con la rinuncia alla Fiera di Cavalcaselle cui si partecipava da anni in sinergia con il Consorzio delle Pro Loco. Anche il concorso Presepio in famiglia mostra un pò di stanchezza. Si pensa però di mantenerlo ancora in vita, provando ad espanderlo, mettendo a concorso anche l’Albero di Natale e le luminarie natalizie nell’intento di avere una più vasta platea di partecipanti. Nell’immediato si vuole collaborare inoltre con l’Amministrazione comunale, per animare le domeniche pre-natalizie di dicembre a partire dalla Santa Lucia in piazza a Pastrengo». Bruna De Agostini
LE MANIFESTAZIONI NATALIZIE / I PREPARATIVI L’avvio ufficiale delle manifestazioni natalizie, predisposte dall’Amministrazione comunale di Pastrengo in collaborazione con la Pro Loco, partirà, come da tradizione, l’8 dicembre, giorno della Madonna. Per quella data sarà montato il grande presepio artistico, posizionato in piazza a ridosso del Monumento ai Caduti. Gli alberi attorno saranno illuminat i così da creare un suggestiva scenografia. A dicembre parte l’iniziativa Pro Loco del Concorso “Il mio Natale…” che va a inglobare il tradizionale concorso del “Presepio in famiglia”. Il Natale ormai non è solo presepio ma anche e soprattutto più laicamente alberi di Natale di tutte le grandezze e di luminarie più o meno originali. Le premiazioni del miglior allestimento sacro (presepio) o profano (alberi e luminarie) avranno luogo domenica 8 gennaio alle ore 16.00 in Sala Leardini a Piovezzano alla presenza dei personaggi natalizi dei Re Magi e di Babbo Natale. I fotografi Pro Loco passeranno tra Natale e Capodanno di casa in casa, riprendendo gli allestimenti natalizi iscritti, che poi la giuria esaminerà e metterà in graduatoria. C’è grande aspettativa per le due domeniche di dicembre dedicate rispe ttivamente ai bambini, con Santa Lucia (domenica 11) e agli anziani con l’omaggio del Pandoro e gli auguri natalizi da parte dell’Amministrazione comunale (domenica 18). Con l’occasione si vuole animare la piazza già dal mattino con le bancarelle davanti al Municipio e la possibilità di gustare la pasta all’amatriciana e gli arrosticini, piatti tipici questi delle regioni recentemente colpite dal ter remoto. Il ricavato di queste due domeniche sarà pro-terremotati. La vigilia di Natale, dopo la Messa serale verso le ore 23.00, è previsto il tradizionale ritrovarsi in piazza Municipio davanti al presepio per un amichevole scambio degli auguri. Vin brulè e i dolci della tradizione con Babbo Natale, presente in piazza, daranno alla serata un tocco di colore anche in versione folkloristica. Albino M onauni
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VENDEMMIA
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Nelle Terre del Custoza 2016
L’essenza del Custoza: aromaticità e freschezza Gli eccellenti risultati della vendemmia 2016 non hanno tradito le attese positive nella zona di produzione del Custoza (Sommacampagna, Villafranca, Valeggio sul Mincio, Peschiera del Garda, Lazise, Castelnuovo del Garda, Pastrengo, Bussolengo, Sona). Un inverno poco piovoso, una primavera abbastanza favorevole e i mesi estivi non particolarmente caldi hanno contribuito ad un avvio ottimale della fase vegetativa
accompagnando poi il vigneto verso una maturazione completa. L’ottimale gestione dei biso-
gni irrigui, le escursioni termiche tra giorno e notte, l’assenza di grandine sono stati complici dell’elevata sanità delle
uve e dell’equilibrio vegetativo delle viti. A completare un quadro perfetto il finale abbassa-
mento delle temperature notturne che ha favorito l’accumulo di profumi e sostanze aromatiche nelle uve. Queste sono le caratteristiche della vendemmia 2016, madre di vini che coniugheranno nel migliore dei modi l’essenza del Custoza, con la sua freschezza, la sua leggera aromaticità, la sua considerevole bevibilità e abbinabilità. Tra i vini bianchi italiani a denominazione di origine, il Custoza si caratterizza per non fare affidamento a un vitigno prevalente, bensì ad un uvaggio tradizionale che valorizza, accanto alle varietà autoctone della garganega, del trebbianello e della Bianca Fernanda, anche altre uve coltivate nella zona:
viene in questa maniera a crearsi quella sua tipica ed elevata complessità aromatica che lo distingue dai vini varietali (trebbiano, malvasia, riesling italico, pinot bianco, chardonnay e Manzo-
ni). Il savoir faire dei produttori consente all’uvaggio del Custoza di esaltare il profumo delicato, floreale e fruttato della garganega, il colore caratteristico del trebbianello ed i sentori
leggermente aromatici della Bianca Fernanda, così come i caratteri peculiari delle altre varietà a bacca bianca coltivate nella zona. Il profilo sensoriale che ne scaturisce presenta particolari note fruttate e floreali, accompagnate talvolta da accenni di erbe aromatiche e di spezie. In estrema sintesi, si può affermare che le varietà di base permettono di definire l’uvaggio che dona l’identità al Custoza, mentre le varietà complementari permettono di arricchirlo con bouquet tipici.
Custoza, gli abbinamenti Per le sue caratteristiche di piacevolezza, di freschezza e di leggera aromaticità, il Custoza è da sempre considerato sia un eccellente vino bianco da aperitivo, sia un fedele compagno della tavola, grazie alla sua spiccata abbinabilità. Sta molto bene insieme con il pesce, sia d’acqua dolce che di mare (le versioni più strutturate reggono molto bene anche le ricette più complesse). Si accosta ai fritti, sia di pesce che di verdure (fiori di zucchina). Eccellente in abbinamento ai salumi (prosciutto crudo, coppa, pancetta, salame, sopressa veneta). Notevole anche accanto agli antipasti di verdure, alle uova con gli asparagi o a piatti estivi come prosciutto e melone o prosciutto e fichi. Nella zona di produzione, d’inverno si sposa con il broccoletto di Custoza, dal sapore dolce. Tra i primi piatti, predilige le paste al pomodoro, oppure i risotti, con condimenti di verdure, come i classici risi e bisi della tradizione veneta, di pesce, come il risotto con la tinca cucinato sul lago di Garda, o di carne, come il risotto con il tastasàl caratteristico della cucina veronese. Un altro abbinamento locale di assoluto rilievo è quello con i classici tortellini di Valeggio sul Mincio, dalla sfoglia sottilissima, o con i tortelli di zucca tipici della provincia di Mantova, territorio confinante con l’area del Custoza. Può stare anche con carni bianche o con le carni d’aia, come il galletto alla griglia, cucinato tradizionalmente nelle trattorie della zona di produzione del Custoza, l’anatra “col pién” (con la farcia di pane e erbe aromatiche) tipica della tradizione veneta oppure la faraona al forno.
VENDEMMIA
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Nelle Terre del Custoza 2016
Potatura ai raggi x: quando nasce, come funziona
“Un giorno un asino scappò dalla stalla e corse all’abbeveratoio. Dopo poco tempo che beveva, alzò il muso e cominciò a brucare i tralci di una vite che il contadino aveva messo, a pergola, per far ombra. L’asino, con i morsi, strappò alcuni tralci, altri li accorciò e agli occhi del padrone, apparve un disastro. Ma, con meraviglia, la vite, con i tralci troncati, diede in breve tempo una quantità maggiore di uva rispetto alle altre. Il contadino capì che era conveniente potare le viti. Per questo si dice che la potatura è stata inventata da un asino”. Così narra la leggenda dell’“inventore della potatura”, tratta da “leggende e racconti popolari del veneto” di Dino Coltro. In realtà, per dare una corretta definizione della parola “potatura”, dobbiamo dire che, in arboricoltura, essa consiste nell’asportazione di rami, parte di rami o radici allo scopo di dare o mantenere una forma prestabilita alle piante, di regolare o migliorare la produzione dei frutti o di sopprimere le parti invecchiate o malate. L’uomo, nel suo percorso temporale sul nostro pianeta, ha messo in atto molte pratiche nell’ambito agricolo ed agroambientale e la potatura è una delle più antiche, soprattutto dal momento in cui egli si trasformò da pastore nomade ad agricoltore sedentario, nel 6000 a.c. Questo periodo preistorico, vede l’uomo intento ad addomesticare molti soggetti appartenenti al
regno animale e vegetale, al fine di ottenere vantaggi fino a quel momento impensati. La potatura, come tutte le pratiche agricole ed agroambientali, è cambiata nel tempo al fine di essere aggiornata ed adeguata ai nuovi strumenti e obiettivi che si vogliono raggiungere. La definizione della paro-
I metodi di potatura possono essere definiti: “cimatura” se eliminano le parti terminali dei rami, “speronatura” se si tagliano i rami, lasciando pochissimi nodi, “capitozzatura”, se vengono eliminate alla base tutte le branche principali, “sfogliatura”, se vengono tolte le foglie in tutto o in parte, “spollonatura” se
la “potatura” ha dentro di sè anche gli obiettivi di questa pratica ed, a questo punto, è necessario soffermarci su quali sono i tipi, i metodi e i tempi più idonei per la potatura stessa. I tipi di potatura possono essere distinti a seconda del periodo dell’anno in cui vengono effettuati, infatti viene definita “invernale” se messa in atto nei mesi freddi, con le piante a riposo, oppure “verde” o “estiva” in primavera-estate, con le piante in vegetazione Gli interventi di potatura sono definiti di “allevamento” per le piante giovani che non fruttificano e di “produzione” quando invece danno i loro frutti. Altri tipi di potatura sono: di “trapianto”, se effettuata prima della messa a dimora, di “ristrutturazione” quando si vuol cambiare forma alla pianta, di “risanamento” quando vengono eliminate tutte le parti secche o malate.
si asportano i polloni, “diradamento” quando vengono eliminati fiori, frutti o rami ritenuti in esubero. L’elenco dei tipi e metodi di potatura potrebbe essere ancora molto lungo, ma in questa sede ci siamo limitati a prendere in esame i più importanti, senza nulla togliere a quelli non menzionati, sicuramente validi e messi in atto dagli operatori agricoli ed agroambientali. La necessità ed i benefici ambientali, estetici ed economici di questa pratica sono indubitabili, poichè l’intervento dell’agricoltore vuole mitigare e migliorare gli eccessi della natura, mettendo le piante nella condizione di esprimere al meglio le loro potenzialità, ma la potatura porta con sé anche aspetti di pericolosità per la sanità delle piante. Infatti, gli strumenti usati per questa pratica, possono essere veicoli di infezioni per le piante
sane, poichè questo tipo di intervento provoca ferite che rimangono aperte per un lungo periodo e sono la porta d’entrata di molti patogeni. Ecco perchè la potatura va effettuata prima su tutte le piante sane, lasciando per ultime quelle malate, che possono essere estirpate o soggetto di un intervento di risanamento. I residui di potatura delle piante malate devono poi essere distrutti con il fuoco di interramento, lontano dalle coltivazioni. Nell’actinidia, i maschi e le femmine devono essere potati in modo molto diverso, lasciando un numero di gemme consono alla produzione attesa ed eseguendo poi un trattamento con funghi antagonisti che impediscano l’entrata, dai tagli, dei funghi dannosi. Per l’olivo, la potatura deve essere effettuata da fine febbraio a fine aprile: da evitare i tagli durante la raccolta autunnale, che rende le piante molto più sensibili al freddo. Per le pomacee e le dru-
pacee, le potature si ese- argomento risulta guono dalla fine di incompleta, l’argomento caduta foglie, a febbra- è vastissimo e ricco di difio, facendo particolare ferenze a seconda del attenzione agli interven- clima, varietà, sistemi di ti per risanamento. coltivazione, organizzaInfine la vite, essendo zione aziendale: la nostra una liana, con difficoltà umile intenzione è di stidi cicatrizzazione, dovrà molare il pensiero e l’apessere potata a completa profondimento dell’opecaduta foglie, per tutte le ratore agroambientale, viti sane e a fine inverno poichè la conoscenza è per le viti da risanare o l’unica risorsa di chi estirpare. vuole evitare di commetChiediamo venia se la tere troppi errori. G.D.C. trattazione di questo
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CRONACHE di Sona e Valeggio
L’ALTRO GIORNALE
Reti fognarie nuove
Novembre 2016
LOCALITÀ MANDOLARA E CROCETTE. Sono partiti i lavori di adeguamento e potenziamento
Sono partiti nelle scorse settimane da via Paltano, il località Mandolara e Crocette, nel comune di Sona i lavori di adeguamento e potenziamento delle reti fognarie che interesseranno diverse strade del Comune. L’intervento complessivo, realizzato da Acque Veronesi, la società consortile che gestisce il servizio idrico integrato in 77 comuni della provincia scaligera, prevede la posa di nuove tratte di condotte per acque nere, complete di pozzetti e predisposizione agli allacciamenti. Sono previste tubazioni in gres ceramico e in PVC, per una lunghezza complessiva di ml 1.761,00, con diametro variabile tra 250-300 mm. Le zone interessate dalle opere sono via Gramsci (nella frazione di Bosco di Sona), parte della SR11 (dove si provvederà anche alla tombinatura parziale del fosso di guardia già esistente, località Valle di Sona, via Platano in località Mandolara e Crocette. Il
cantiere si è spostato ora nella frazione della Valle. «L’opera, per la cui esecuzione, dalla fase di progettazione, all’affidamento,
so la sua partecipata Acque Vive, e rappresenta un investimento significativo, in questo periodo di difficoltà economica che interessa
Il Presidente Acque Veronesi Niko Cordioli con il sindaco di Sona Gianluigi Mazzi
sino alla direzione lavori, è al lavoro Acque Veronesi, avrà un costo di 745.000,00 euro, interamente finanziati dall’amministrazione comunale di Sona attraver-
tutti gli enti e le amministrazioni pubbliche - ha commentato il presidente di Acque Veronesi, Niko Cordioli - I lavori dureranno sei mesi e comporteranno
importanti benefici sia per la tutela del territorio, sia per la collettività. Gli utenti che beneficeranno dell’opera potendosi quindi finalmente allacciare alla rete fognaria saranno circa una cinquantina». Soddisfazione per l’inizio dei lavori è stata espressa dal primo cittadino Gianluigi Mazzi: «Mai come in questo periodo sono tante le opere che stanno interessando il Comune di Sona, dalle scuole alle strade, dai marciapiedi all’isola ecologica, dai parcheggi alle fognature. Ringrazio Acque Vive per il lavoro svolto nella fase di predisposizione e Acque Veronesi per il lavoro di progettazione ed esecuzione. In sinergia con gli Enti, stiamo lavorando proficuamente e tutti questi cantieri porteranno benefici alla nostra rete fognaria, migliorandone i servizi al cittadino e incidendo ancor più nella volontà di porre massima tutela al territorio». Riccardo Reggiani
SONA. La campagna informativa del Comune: ambiente più pulito e salubre “La vita non è un film: se non rispetti il tuo Paese oggi, nessun super-eroe lo farà al posto tuo”: questo il titolo della campagna informativa del comune di Sona, che aggiunge: “avere un ambiente più pulito e più salubre è un obiettivo che dipende da ogni cittadino. Rifiuti abbandonati, i mozziconi per terra, non raccogliere le deiezioni dei cani, il pregiudizio sui pannolini ecologici e la lotta alla zanzara tigre sono argomenti dove lo sforzo di ciascuno di noi è essenziale”. Nella campagna multisoggetto ideata dall’agenzia Quamproject srl di Verona i cinque temi sono sintetizzati come in un trailer cinematografico: per influenzare la comprensione, le campagne richiamano i titoli famosi di capolavori del grande sc hermo, sono attualizzate attraverso immagini di forte impatto emotivo, e semplificate nel messaggio con un linguaggio diretto che non lascia spazio ad interpretazioni. «Proprio come in un film – afferma il sindaco di Sona, Gianluigi Mazzi - i cittadini spettatori percepiscono la gravità della situazione, ma attendono che ci sia qualcun altro a risolvere il problema. Quando si parla di ambiente, pe rò, non c’è spazio per la finzione: siamo noi gli eroi, gli artefici del nostro lieto fine per la salvaguardia del territorio».
Pomeriggi “vivaci” Gianluigi Mazzi
VALEGGIO. I programmi delle attività per giovani e giovanissimi sono ricchi, allegri e avvincenti
NOTIZIE FLASH DA VALEGGIO “Genitori, che avventura!”. Il Comune di Valeggio sul Mincio, l'Istituto comprensivo “Graziella Murari”, la Parrocchia di San Pietro, la Scuola dell'Infanzia Parrocchiale, l'Asilo nido “Gli Gnomi”, l'Asilo nido “GattoNando”, l’Associazione sportiva dilettantistica San Paolo Valeggio e la A.C. Valeggio, hanno riunito le forze allo scopo di organizzare la seconda edizione di “Genitori, che avventura!”, la nuova stagione di incontri dedicati alla figura genitoriale. Gli incontri mensili, che termineranno a marzo 2017, sono strutturati per fascia d'età dei minori (0-6 anni, 7-10 anni, 1118 anni). Per informazioni contattate il Servizio Educativo (tel. 045/6339863-838 servizio.educativo@comune.valeggiosulmincio.vr.it). Sicurezza in primo piano. Dalle ore 00 di giovedì 3 novembre è iniziata la misurazione della velocità dei veicoli che transiteranno al Km. 1+310 della Strada Provinciale 24 detta “del Serraglio”, ora Via Villafranca. In questa zona la viabilità si presenta spesso critica: i veicoli pesanti e leggeri giungono a velocità sostenuta prima dello svincolo, causando poi improvvisi rallentamenti e conseguenti sinistri. La collocazione del dispositivo si è resa quindi necessaria per garantire la pubblica incolumità. Il dispositivo denominato “Velocar Red&Speed” misura la velocità e il suo uso è autorizzato dal Decreto del Prefetto di Verona Prot. 56214 del 08/07/2008. Nel tratto il limite da rispettare è di 70 Km/h.
L’arrivo della stagione coincide invernale con un aumento del tempo pomeridiano e serale da trascorrere tra quattro mura. Soprattutto per i giovani e giovanissimi, spesso i pomeriggi trascorrono in modo noioso e spesso li sentiamo lamentarsi in casa “che non c’è nulla da fare”. L’Assessorato alle Politiche giovanili di Valeggio sul Mincio ha quindi deciso da qualche anno di aumentare le proposte destinate a questa fascia d’età. Quest’anno in particolar modo l’offerta si presenta ricca ed avvincente. Il nuovo Spazio 99, che ha sostituito il Centro Famiglia di Via Ragazzi del ‘99, ogni martedì accoglie “Time Out” dalle 16.30 alle 19 per film, labo-
raoti, corsi, feste, videogmaes e sport. Da venerdì 28 ottobre dalle 19 alle 22 all’in-
anni con cene, feste e film sdraiati, avremo “Film in soffitto… Notte horror”. Il 20
terno dei “Venerdì Spaziali” hanno preso il via serate dedicate a chi ha più di 14
ottobre è iniziato “Cucinando nello Spazio 99”, laboratori di cucina dai 10 ai 15 anni
dalle ore 17.30 alle 19, che riprenderanno il 22 dicembre con le frolle di Santa Lucia. Il “Club delle Ragazze” poi raddoppia: le ragazzine delle medie si incontrano una sera al mese dalle 19 alle 21.30 per condividere momenti speciali, mentre la “Casa delle Fangirl” avrà luogo per due sere al mese dalle ore 19 alle ore 22. Per finire una chicca: il corso per Youtuber, per insegnare ai ragazzi dagli 11 ai 16 anni a fare video e a promuoverli attraverso i canali Youtube (24 novembre e 1 e 15 dicembre). Per informazioni e prenotazioni:servizio.educativo@co mune.valeggioulmincio.vr.it tel. 045 6339065 o 393 8889685.
VALEGGIO. L’Amministrazione e il Politecnico di Milano si stringono la mano IIl 14 dicembre una delegazione dell’Amministrazione comunale di Valeggio si recherà a Mantova, presso la facoltà di Architettura (Politecnico di Milano), per la presentazione del progetto di collaborazione che vede coinvolti il paese e la facoltà stessa. Un incontro che sigilla la firma del Protocollo d’intesa, avvenuta in ottobre al Palazzo Guarienti alla presenza degli Assessori, del Responsabile dell’area Servizi alla persona, attività produttive e risorse umane Paolo Albertini, del Prorettore Federico Bucci e dei professori Rui Braz e Mario Paris, entrambi docenti di Architettura e Studi Urbani. Il progetto ha lo scopo di tutelare territorio e paesaggio valeggiano, attraverso gruppi di ricerca in cui saranno inseriti studenti e docenti e la valorizzazione delle tesi di laurea che prenderanno in esame i vari aspetti della condizione urbanistica e architettonica dell’area. Tra i punti fondamentali della convenzione, l’accordo per il quale il prossimo corso di urbanistica di quinto anno tenuto da Braz avrà come oggetto Valeggio sul Mincio e la possibilità, per gli studenti laureandi e neolaureati, di effettuare un periodo di stage negli uffici tecnici comunali. Il Protocollo, da tempo in lavorazione da entrambe le parti ed iniziato su ideazione del dottor Antonio Casella, è stato siglato in concomitanza con la mostra “Il Mincio come canale di articolazione territoriale”, in esposizione nell’atrio del Palazzo della biblioteca e curata da Rui Braz e Mario Paris. Si conferma così la riuscita di un progetto di collaborazione iniziato nel dicembre del 2015, quando gli studenti del corso di laurea in Architettura in lingua inglese sono stati ospitati per una visita-studio sul territorio valeggiano. Paola Peretti
L’ALTRO GIORNALE
CRONACHE di Sommacampagna
Le stoviglie lavabili hanno preso piede
Novembre 2016
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SERVIZI. Quest’anno, tra tutti gli eventi, sono stati serviti 80.000 coperti su piatti di melamina
Servizi di
Claudio Gasparini
Dalla ProLoco Custoza, in occasione della 45a Festa del Custoza Doc nel settembre scorso anche molte altre associazioni per le feste e sagre organizzate sul territorio, hanno usufruito del servizio Party Service promosso dalla Cooperativa Sociale I Piosi, da anni radicata a Sommacampagna. Il servizio consiste nel noleggio, ritiro e pulizia di piatti in melamina, plastica dura idonea alla somministrazione d’alimenti, posate d’acciaio e altro materiale biodegradabile in occasione dei vari eventi. «Come amministrazione e ufficio ecologia, il cui lavoro è stato certosino nell’individuare le problematiche dovute a questa nuova gestione – rileva l’assessore all’Ambiente e vicesindaco Fabrizio Bertolaso – abbiamo promosso l’uso delle stoviglie lavabili,
senza tuttavia imposizioni normative, ritenendo che dovesse essere una naturale evoluzione di chi organizza le feste sul nostro territorio. Alcune associazioni avevano già iniziato a sperimentare questo tipo di servizio
lizzate stoviglie lavabili, per un totale di 80.000 coperti serviti su piatti di melamina anziché su plastica». Rilevante il fatto che il risultato sia arrivato senza imposizione, semplicemente diffondendo una pratica che
facendo da apripista. Quest’anno in quasi tutti gli eventi in loco sono state uti-
iniziava a svilupparsi sul territorio. «A mio avviso – continua l’assessore Berto-
laso – è questo il segnale di una cittadinanza matura e sensibile che riesce a porre la dovuta attenzione quando si parla di rifiuti». Un coperto con stoviglie lavabili ha costi sensibilmente superiori ad uno con stoviglie di plastica. «I vantaggi sono però notevoli e non solo a livello ambientale – conclude l’assessore -. Si è creato un piccolo indotto che potenzialmente potrebbe portare qualche posto di lavoro. Va anche rilevato che tutti quelli che hanno assaporato le prelibatezze del nostro territorio utilizzando le stoviglie lavabili hanno apprezzato di più le pietanze di volta in volta servite. Colgo l’occasione per ringraziare i comitati, le associazioni e la Pro Loco che hanno aderito in massa mostrando ancora una volta come i cittadini di Sommacampagna siano all’avanguardia in materia di rifiuti».
IL PROGETTO / LEGAMI IN RETE Il comune di Sommacampagna ha dato il via al Progetto “Legami in rete” che, rileva l’assessore ai Servizi Sociali Alessandra Truncali «definisce l’idea di famiglia, intesa come gruppo che si prende cura di se stesso, dei propri cari e luogo attraverso il quale promuovere il benessere della comunità e delle famiglie che abitano nello stesso territorio». Il progetto è stato reso possibile grazie al finanziamento della regione Veneto con la collaborazione dell’Azienda Ulss 22 di Bussolengo. L’incontro di costituzione della rete, che si è tenuto giovedì 3 novembre presso il QBO di
Sommacampagna, è stata l’occasione per le famiglie e
Alessandra Truncali
singole persone con la voglia di offrire la propria disponibilità, di conoscere per condividere la voglia di “fare” nel proprio territorio. Gli aiuti che si possono offrire a famiglie con bambini che stanno vivendo un temporaneo momento di vulnerabilità, sono piccoli gesti quali il sostegno nello svolgimento dei compiti, l’offrire il pranzo un giorno la settimana o l’accompagnamento del bambino nell’attività extra scolastica. Nel mese d’ottobre sono stati promossi tre incontri formativi-informativi aperti alla cittadinanza con l’obiettivo di far conoscere le linee guida del progetto
che illustra l’assessore Truncali: «ha l’obiettivo di creare una “rete” di famiglie che si ritrovano periodicamente con l’assistente sociale e l’educatrice del Comune, per costruire relazioni significative, di supporto reciproco per offrire nella comunità un aiuto concreto alle famiglie. La “rete” di persone s’interroga sui bisogni del territorio e insieme decide gli aiuti da offrire. La risposta del territorio è stata positiva con una partecipazione attiva dei numerosi presenti. E’ risaputo, del resto, che nel nostro territorio la solidarietà tra famiglie è presente e molto sentita».
CASELLE. Cultura, auditorium intitolato a Mirella Urbani Il comune di Sommacampagna ha scelto di intitolare il suo auditorium ad una donna: Mirella Urbani, fondatrice della Scuola di Musica e Teatro Antonio Salieri, per oltre trent’anni impegnata nel volontariato culturale e nell’impegno a servizio della comunità. La cerimonia si è svolta l’1 ottobre alla presenza di autorità civili, religiose, i parenti della compianta Mirella, il marito Enzo con i figli Stefania, Marco e Nicoletta, Luciana sorella di Mirella e il sindaco Graziella Manzato con l’assessore alla cultura Isabel Granados e la maggior parte degli assessori e consiglieri comunali e molti volontari che con la guida della signora Mirella hanno contribuito a promuovere la cultura a Caselle. «E’ un tributo al suo lavoro e un insegnamento per le generazioni che entreranno qui» ha affermato il sindaco Manzato, mentre l’assessore Granados l’ha definita «un’eroina che questo tempio della cultura testimonia». Un momento della serata L’evento è stato organizzato dai volontari della Scuola di Musica e Teatro Salieri e dal Polo Culturale Caselle che per l’occasione ha promosso un week-end culturale con la collaborazione di un gruppo di pittrici locali e dell’Associazione Creatività Scultorea, i musicisti della Scuola Salieri, le ballerine della Scuola di Danza Ballet Studio, l’autore padovano Ferdinando Camon che ha presentato il suo libro “Un altare per la madre”. Il tutto per rendere omaggio ad una grande donna, anche attraverso un video proposto dalla regista Eleonora Errico. Conduttrice della due giorni intensa di proposte, Giovanna Billeci, presidente della Salieri e del Polo Culturale Caselle, tenace sostenitrice, per dare valore al volontariato in ambito culturale, convinta dell’importanza di quella che definisce “la missione di creare occasioni di promozione culturale e formazione permanente soprattutto per le giovani generazioni”.
EVENTO / MOSTRA DI MOBILI E ARREDI DELLE ANDE Dopo il caloroso favore del pubblico della prima edizione dell’anno scorso l’Associazione don Bosco 3A-Operazione Mato Grosso ripropone quest’anno la seconda Mostra di Mobili e Arredi delle Ande con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Sommacampagna. Sarà inaugurata a Villa Venier sabato 19 novembre alle ore 17 e rimarrà aperta fino a domenica 11 dice mbre, il giovedì e venerdì dalle 16 alle 20 il sabato e festivi dalle 10 alle 20, con ingresso libero. Si potranno ammirare e acquistare mobili costruiti in Perù, sulla Cordillera Blanca a più di tremila metri d’altezza, dando lavoro e dignità ad oltre 500 artigiani e rispettive famiglie. I mobili nascono dalla collaborazione di architetti italiani e maestri-intagliatori peruviani racchiudendo i n se lo stile italiano e il gusto e l’anima andina. I mobili, in massello pregiato, sono costruiti a mano dai ragazzi provenienti dai Taller don Bosco, scuole fondate e sostenute dall’Operazione Mato Grosso e riconosciute ufficialmente dal governo. Il legname viene trasportato da Lima sulla Sierra nei laboratori artigiani dove viene trasformato in vere opere d’arte
affrontando non poche difficol tà operative. L’impresa è resa possibile grazie al sostegno e al lavoro gratuito di tanti volontari, tra cui l’Associazione don Bosco 3A che cura la mostra. Il tutto in modo gratuito per cui il ricavato delle vendite torna laggiù, ai più poveri.
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CRONACHE di Castel d’Azzano e Vigasio
L’ALTRO GIORNALE
Profughi al Cristallo? Novembre 2016
CASTEL D’AZZANO. Requisizione (poi rinviata) dell’Hotel. Il sindaco Panuccio scende in campo
Servizi di
Matteo Sambugaro
Profughi a Castel d’Azzano. La notizia della requisizione dell’Hotel Cristallo in via Scuderlando, arrivata dalla Prefettura di Verona in ottobre (poi la comunicazione del suo rinvio), per ospitare i richiedenti asilo, ha scosso il paese. Il sindaco Antonello Panuccio scende in campo per dire la sua sulla situazione. Dai pensieri del Comune all’umore (anzi, al malumore) della popolazione, dalla manifestazione pubblica svoltasi in piazza lunedì 24 ottobre alle sfumature della vicenda. La parola passa al primo cittadino. Panuccio, qual è la posizione dell'Amministrazione di Castel d'Azzano sul caso “profughi”? «Di fronte ai drammi umani, tutti sono chiamati alla responsabilità. In ogni caso, l’accoglienza non va imposta ma condivisa con le comunità. Invece, i Sindaci e le comunità vengono a sapere delle situazioni a fatto compiuto. Requisire una struttura privata, infatti,
struttura alberghiera ubicata all’interno di un contesto urbano densamente popolato, creano un potenziale rischio di tensioni sociali, sanitarie e di ordine pubbli-
Antonello Panuccio
è un atto di forza senza precedenti: le cose vanno spiegate e condivise con la cittadinanza. Duecento persone nell’Hotel Cristallo, una
co nei confronti dei cittadini in considerazione dell’elevato numero di richiedenti asilo potenzialmente ospitabili, numero in proporzioni ampiamente sovradimensionate rispetto alla popolazione residente». Che aria si respira tra i cittadini? «È innegabile che ci sia preoccupazione, soprattutto nelle zone in prossimità dell’Hotel, nel quartiere di Scuderlando. Sono inquieti anche gli esercizi commerciali vicini all’albergo: ristorante, trattoria, negozi e pasticceria. Dispiace vedere che nel provvedimento di requisizione non se ne faccia alcun cenno». Alla manifestazione pubblica del 24 ottobre ha preso parte anche lei. Il motivo? «Il problema non è accogliere, bensì come si accoglie, L’articolo 10, comma terzo, della Costituzione della Repubblica cita testualmente: Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio
A scuola di sport. Per praticare attività fisica, stare insieme e sorridere. Il progetto si chiama “Sport +”, i protagonisti sono gli alunni e le alunne dell’istituto primario di Vigasio, dalla classe prima alla classe quinta. Dieci lezioni, cominciate a novembre e che termineranno a gennaio 2017, le quali daranno modo ai più piccoli e alle più piccole di divertirsi e apprendere i valori sani grazie al movimento e al gioco. Gli incontri, lo precisiamo, sono ideati dall’associazione “Sport +” e si svolgono durante le ore di scienze motorie e sportive dell’attività curricolare delle insegnanti. Dove? All’interno del palazzetto dello sport o nella palestra grande della
scuola media. «L’iniziativa è nata dalla volontà dei genitori e dall'Amministrazione comunale per offrire ai bambini della scuola primaria un supporto all'attività motoria che già svolgono con specialisti di educazione motoria – spiega Stefania Zaffani, vicesindaco e assessore all’Istruzione -. I genitori hanno raccolto i soldi lo scorso anno con varie attività e l'Amministrazione provvederà al trasporto dalla scuola al palazzetto». I programmi proposti? Discipline che, attraverso il gioco, forniscano occasioni di arricchimento delle competenze ed esperienze motorie, attività che promuovano il “linguaggio del corpo” e che concorrano allo sviluppo di comporta-
della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Ma è noto che i numeri dei profughi richiedenti asilo politico aventi effettivamente diritto alla protezione internazionale sono in percentuale molto bassa rispetto al numero complessivo di richiedenti: la loro permanenza per un periodo così lungo in hotel a 4 stelle, senza particolari impieghi lavorativi, comunica un’immagine distorta della situazione economica dell’Italia nei loro Paesi di provenienza e rende un’immagine di grande dispendio di risorse nell’opinione pubblica locale che fatica ad arrivare a fine mese. Non siamo così egoisti da girare le spalle a coloro che chiedono soccorso ma l’accoglienza non va fatta in questo modo: chi scappa dalla guerra va aiutato e noi saremo di sostegno. Serve però una normativa chiara che attualmente non esiste».
za. Solo che, di fronte alla requisizione di una proprietà privata, queste persone hanno sentito il bisogno di essere presenti». Se la requisizione dell'Hotel Cristallo dovesse concretizzarsi, quale sarebbe la linea che prenderebbe l’Amministrazione? «Il Consiglio comunale si è espresso con fermezza: abbiamo chiesto che sia revocato il decreto di requisizione dell’Hotel Cristallo, che qualsiasi ulteriore iniziativa di privati e non, relativa alla problematica “profughi” sul territorio di Castel d’Azzano sia preventivamente condivisa con l’Amministrazione, e che sia attivata una commissione provinciale a Verona che valuti le domande di asilo, consentendo in tal modo un iter più veloce del riconoscimento dello status. Inoltre, abbiamo chiesto a gran voce alla proprietà di rifiutare la requisizione ma non abbia-
Un commento sulla manifestazione in piazza? «È stata un’iniziativa a cui hanno partecipato spontaneamente molte persone. C’erano diverse “anime” ma ho visto attorno a me, nella coda del corteo, tanta gente senza colore politico che probabilmente non è, a prescindere, contro l’accoglien-
mo ancora ottenuto alcuna risposta. In concomitanza della data di stampa del giornale, il Sindaco si è recato a Roma per incontrare il Ministero dell’Interno, Dipartimento Immigrazione. Sull’edizione di dicembre, quindi, daremo notizia di ulteriori aggiornamenti.
menti relazionali; proporre e riscoprire il gioco tradi-
ed esperienze formative che favoriscano il dialogo scuola-famiglia. «Tale iniziativa, grazie alla costante collaborazione e interazione tra la scuola, gli Enti e le associazioni sportive locali – continua Zaffani dà la possibilità agli insegnanti della scuola primaria di essere affiancati nel lavoro settimanale dagli esperti del progetto Sport +, in modo da sviluppare non solo le scienze motorie e sportive, ma anche la crescita personale e umana e degli alunni». Al contrario, il progetto non ha come obiettivo alcuna specializzazione sportiva precoce, non comporta procedure codificate di selezione e non si attua in un clima o in un contesto di esasperato agonismo».
A scuola di “Sport +” VIGASIO. Il progetto vede protagonisti gli alunni della primaria, tra attività fisica e socializzazione
Stefania Zaffani
zionale come valorizzazione delle radici della cultura
CRONACHE di Villafranca e Mozzecane
L’ALTRO GIORNALE
Piccola Fraternità Ecco la nuova ala
Novembre 2016
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VILLAFRANCA. Lo spazio è sviluppato su quattro piani. Manara: «Siamo una casa più grande»
Servizi di
Claudio Gasparini
E’ stata inaugurata la nuova ala che si sviluppa su quattro piani e che sorge a lato dell’attuale Piccola Fraternità. Al piano interrato è stato realizzato un nuovo garage di 170 mq, al piano terra il salone polifunzionale dotato di sedie, poltrone, tavoli per le varie attività, due bagni ed uno spazio d’accoglienza per i familiari degli ospiti, al primo piano quattro camere con otto nuovi posti letto, tutte con servizi indipendenti, ed una sala d’accoglienza, sempre per i familiari, dotata di una piccola cucina, dove poter attuare anche attività educative ed il mantenimento delle autonomie residue degli ospiti, il secondo piano, come il primo, con due camere a fine corridoio che all’occorrenza possono diventare un alloggio di 40 mq provvisto di camera, cucina e bagno. “…Come sarebbe bello se, come monumento del Giubileo, ci fosse in ogni diocesi un’opera di misericordia…” citava papa Francesco il 2 aprile 2016. «Questa costruzione va intesa come un’opera attraverso la quale tutta la comunità avvicina ed accoglie chi si trova nel bisogno – pone l’accento il direttore Stefano Manara – proprio come ha fatto il Buon Samaritano del Vangelo che ha usato compassione e misericordia ad una persona nel bisogno e siamo orgogliosi, come Fondazione Piccola Fraternità e come Comunità Parrocchiale di
essere riusciti a realizzare “un’opera di misericordia” proprio nell’anno giubilare. La piccola Fraternità diventa una casa più grande, più accogliente ed anche più
una casa di legno X-Lam. Le colonne portanti del benessere abitativo sono la qualità dell’aria interna, elevati standard energeticoambientali degli edifici,
efficiente. Si è voluto mettere al centro la qualità eco sostenibile della casa in rapporto alla salute dei suoi abitanti. Questa è la filosofia del Green Building ed è per questo che si è costruita
recupero dell’acqua piovana, ambienti sani ed equilibrio con la natura. Abbiamo scelto di ridurre drasticamente l’impatto nell’ecosistema e contribuire al benessere psicofisico delle
persone che ospitiamo». Alla tavola rotonda dedicata al tema dell’accoglienza, presenti il sindaco di Villafranca di Verona Mario Faccioli, il vicesindaco Nicola Terilli ed altre autorità è seguita la benedizione della struttura da parte del Vescovo Giuseppe Zenti. Dopo il pranzo a buffet sotto la tensostruttura sono state organizzate nel pomeriggio visite guidate in gruppi e con tombola e celebrazione della Santa Messa. La Fondazione Piccola Fraternità-Onlus nata ufficialmente nel 2009 sostiene, promuove e crea iniziative nel campo sociale, assistenziale, educativo, sanitario e spirituale a favore dei portatori di handicap, degli anziani e di quanti si trovano in situazioni di bisogno al fine di prevenire e contrastare l’emarginazione.
IL PREMIO LETTERARIO. Poesia e solidarietà. Un aiuto alla Terrasanta
Un premio letterario per gli aiuti alla Terra Santa promosso dal Comitato veneto presieduto dal cavaliere del lavoro Silvano Pedrollo con l’organizzazione tecnica del Circolo Artistico “La Carica” e la collaborazione dell’Università degli Studi di Verona. Si tratta del concorso nazionale di poesia al quale hanno preso parte concorrenti di quasi tutte le Regioni italiane e conclusosi recentemente con la premiazione dei vincitori nel salone dei vescovi all’episcopio di Verona. Dopo l’introduzione della giornata a cura della presentatrice Silvia Lavarini e l’intervento del vicario episcopale alla cultura, don Martino Signoretto, che ha portato il saluto del Vescovo Zenti, il presidente Pedrollo nel suo discorso ha detto che «il successo del premio va ben oltre le più rosee previsioni. Soprattutto perché si tratta di una manifestazione culturale dedicata alla poesia, un genere che purtroppo nella moderna società dello spettacolo non riceve l’attenzione che meriterebbe. Il premio di cui oggi celebriamo il successo ha un valore che va oltre le mirabili doti espositive degli autori, ai quali va il nostro ringraziamento per la nutrita partecipazione». Rivolgendosi poi ai poeti ha affermato che «la forza della poesia e di queste poesie è nel segnale di pace che essa lancia a tutti. Un pensiero in versi per gettare un seme di speranza verso la Terrasanta, una delle terre più martoriate dalle guerre e dalla povertà. Parole, virgole, righe di poesia che partendo da Verona porteranno un po’ di bene e di sollievo. Il ricavaUn momento della cerimonia to del premio sarà destinato ai lavori di risanamento della chiesa, appunto, di Gerico che il francescano padre Mario conserva con affetto e devozione per i pellegrini che da tutto il mondo raggiungono il cuore della Palestina». È seguita la relazione tecnica del presidente della Commissione, il professor Gian Paolo Marchi, e, momento clou, la consegna materiale dei riconoscimenti per mano delle Autorità presenti dopo la lettura delle motivazioni e la dizione delle liriche premiate dalla voce recitante dell’attore Tiziano Gelmetti. Carlo Rigoni
“Eroi” da ricordare MOZZECANE. L’iniziativa Per continuare a non dimenticare celebra chi combatte la criminalità
Da dieci anni l'amministrazione comunale di Mozzecane propone la
manifestazione “Per continuare a non dimenticare”, un momento di commemorazione di persone e
uomini di Stato che hanno svolto il loro dovere con grande dedizione e serietà nella lotta contro la criminalità. L'obiettivo è ricordare le vittime di mafia, terrorismo e criminalità organizzata per sensibilizzare la cittadinanza ad un senso civico e a un comportamento sociale corretto, in linea con i principi dettati dalla Costituzione. Venerdì 18 novembre alle ore 18 presso la sala consiliare del municipio sarà intitolata al prefetto dottor Antonio Manganelli, ex capo delle Polizia di Stato, scomparso nel marzo 2013. L'amministrazione intende onorare la memoria di un uomo di grandi qualità morali che ha svolto il suo lavoro con impegno e dedizione assoluta al Paese, implacabile nella sua azione di contrasto alla criminalità, esempio di autorevolezza e lealtà verso le istituzioni, di coraggio e di straordinaria umanità. Alla cerimonia, durante la quale avrà luogo la scopertura della targa commemorativa, sarà presente Adriana
Piancastelli, moglie del prefetto. Sarà presentata anche l'opera artistica “L'Isola dei morti” gentilmente donata al comune al pittore Alberto Goglio, professore dell'accademia di Belle Arti di Brescia. Alle 20.45 presso Villa Vecelli Cavriani sarà presentato l'evento “Il coraggio che non muore”, Storie di impegno civile, occasione per ricordare coloro che hanno vissuto con lealtà ed integrità, credendo nella giustizia e nel rispetto della legge, affrontando ogni giorno con senso del dovere, fino a pagare con la vita stessa. Ospiti della serata Adriana Piancastelli, moglie del Prefetto Manganelli, Alice Grassi, figlia di libero Grassi, l'imprenditore ucciso dalla mafia, Nicol Turazza, figlia di Davide Turazza, il poliziotto ucciso in servizio durante un conflitto a fuoco. Sarà presente il prefetto Luigi Savina, vice direttore generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie .
MOZZECANE
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CRONACHE di Nogarole Rocca e Povegliano
L’ALTRO GIORNALE
Aria pulita: le regole
Novembre 2016
NOGAROLE ROCCA. Le disposizioni del Comune per contenere l’inquinamento atmosferico
Lotta all'inquinamento atmosferico. Per contribuire a salvaguardare (e a migliorare, se possibile) la qualità dell'aria. L'Amministrazione comunale dà le disposizioni da seguire, l'ambiente diviene il centro dell'attenzione. Nel dettaglio, pertanto, ecco le regole da rispettare: «Abbiamo deciso di limitare la circolazione, con divieto sulla rete stradale urbana, per finalità preventive e di contenimento degli episodi acuti di inquinamento atmosferico, dal 15 ottobre al 22 dicembre 2016 e dal 7 gennaio al 31 marzo 2017 – afferma il sindaco Paolo Tovo -. In tal caso, però, sono esclusi dall'ordinanza via Vittorio Veneto, via Rovere, strada provinciale 3, via IV Novembre e via dell’Industria. Non solo: sono lasciati fuori dal divieto, per esempio, gli autoveicoli a motore elettrico; gli autobus adibiti al servizio pubblico di linea compresi i mezzi di servizio; gli autoveicoli
che effettuano car-pooling, ovvero trasportano almeno 3 persone a bordo, i veicoli che trasportano farmaci, e
Paolo Tovo
prodotti per uso medico, i veicoli al servizio di portatori di handicap - munite di contrassegno - e di soggetti affetti da gravi patologie, i veicoli per il trasporto alle strutture sanitarie pubbliche o private per sotto-
porsi a visite mediche, i veicoli utilizzati per la raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani e speciali; i veicoli di lavoratori limitatamente ai percorsi casalavoro e viceversa per turni con inizio e/o fine in orari non coperti dal servizio di trasporto pubblico di linea, i veicoli per accompagnare bambini prima e dopo orario di uscita e di entrata da/a scuola, e i mezzi agricoli nell'ambito della regolare pratica agronomica». Inoltre, sono state fissate tre “Giornate dell'ambiente”, precisamente il 28 dicembre, il 19 febbraio 2017 e il 19 marzo 2017. «Invitiamo la popolazione ad adottare comportamenti virtuosi per contenere l'inquinamento atmosferico – ribadisce Tovo -. Esortiamo, quindi, i cittadini a rispettare rigorosamente i divieti relativi al fermo totale o parziale, incrementare l’utilizzo dei trasporti pubblici, evitando il più possibile l’impiego del proprio mezzo, in partico-
lare se diesel; tenere una guida non aggressiva, limitando le brusche accelerazioni e frenate, tenere le velocità massime ai 40 km/h in ambito urbano e ai 90 km/h in ambito extraurbano e autostradale, effettuare verifiche periodiche agli scarichi dei veicoli, sia di auto che di moto e motorini, e soprattutto per i veicoli non catalizzati; limitare l’utilizzo della legna per il riscaldamento domestico, laddove non strettamente necessario per il riscaldamento dell’abitazione, e favorire l’installazione di macchine a doppia combustione catalitica, non riscaldare i motori da fermo, ma partire subito con guida non aggressiva e utilizzare in modo condiviso l’automobile, per diminuire il numero dei veicoli circolanti (si riferisce al carsharing o al car-pooling, ndr)». Matteo Sambugaro
Il sigillo di sangue
POVEGLIANO. Anno Domini 1129-1148. Vent’anni trattati nel romanzo storico di Italo Martinelli
“Il sigillo di sangue. Anno Domini 1129-1148”. Vent’anni trattati, uno per capitolo, in questo libro di cinquecento pagine. Il romanzo storico scritto da Italo Martinelli è, dopo “La croce e la spada” edito nel 2014, il secondo di un’opera monumentale «io direi – sostiene - una vera opera medievale» di 11 volumi basati su un’antica Chronica medievale, che partendo dal 1117 proietterà il lettore fino al 1329 attraverso 212 anni di storia. Dopo la laurea in giurisprudenza conseguita all’università di Parma, Italo Martinelli è cooptato nelle aziende di famiglia di cui è amministratore. Sin dai banchi di scuola l’autore, che non ama definirsi storico né professore, «non sono uno studioso o un ricercatore, mi ritengo un semplice divulgatore», è appassionato di storia medievale e della chiesa. Ha approfondito le tematiche legate alla Sindone di Torino sviluppando un’intensa attività divulgativa.
A Verona accompagna vari gruppi approfondendo itinerari storici e culturali. Nel 1999 ha pubblicato un romanzo storico sull’epopea dei templari “L’Ordine
Italo Martinelli
del Quinto Evangelo” e ha collaborato nella redazione e nella cura di alcuni volu-
mi della storia locale. Incontrando il pubblico alla biblioteca comunale in Villa Balladoro il quattro scorso ha avuto modo di approfondire i contenuti di
questo secondo volume rispondendo alle domande del moderatore e delle per-
POVEGLIANO. Venerdì di letture, gli appuntamenti del Comitato Biblioteca Proseguono gli appuntamenti dei “Venerdì del mese” presso la biblioteca comunale di Povegliano. Dopo gli incontri del 4 novembre scorso con Italo Martinelli che ha presentato il “Sigillo di Sangue” e dell’11 novembre con Enrico Bevilacqua giornalista de la Repubblica che ha presentato il suo ultimo libro “Sbirri e Padreterni”, il 18 novembre Rosanna Tontini presenterà, a Villa Balladoro, il suo libro “Pane di riso”, biografia documentale del senatore prof. Novello Novelli, agronomo che ha fatto nascere la risicoltura italiana agli inizi del 1900 dando cibo a milioni di italiani. Il 25 novembre, in Sala Savoldo, è previsto un reading, per la commemorazione della giornata della violenza sulle donne, sul dramma “Isabella Morra” scritto da Silveria Gonzato. Dieci lettrici leggeranno altrettanti versi alternati da brani musicali proposti da Giovanni Biasi e Giuseppe Passarelli. Al termine di ogni serata il comitato biblioteca è lieto di condividere con i presenti un piccolo buffet. C.G.
sone presenti. Le quattro letture, tratte dai primi due volumi, magistralmente interpretate dal giovane attore Matteo Mirandola, sono state lo spunto per approfondire vari temi, Verona in epoca medievale, il vescovo Bernardo il “renovator” perché grazie a lui la città risorse dopo il terribile terremoto del 1117, il ruolo della donna all’epoca, l’ambiente ostile nel medioevo, le pievi ed il cristianesimo nelle campagne, la lotta tra canonici e vescovo, il ruolo della chiesa nel medioevo, la morte. Medioevo è il nome dato a questo momento della storia. «Il medioevo non esiste, è una classificazione scelta ad arte dagli studiosi – pone l’accento Martinelli - ed è frutto di una particolare visione ideologica. Se io dico il “Rinascimento” già penso ad una cosa positiva. Se dico Medio Evo sono costretto a riferirmi ad un qualche cosa d’indefinito che sta in mezzo ma non ha una sua anima. Invece i miei libri vogliono narrare la “Christianitas” medievale ed in modo particolare quella della città di Verona». Attraverso una narrazione agile e nel frattempo accurata ed approfondita l’autore ha divulgato un altro pezzo di storia. Non resta che aspettare i prossimi volumi. Claudio Gasparini
SPAZIO DONNA
L’ALTRO GIORNALE Novembre 2016
BENESSERE DONNA
MOXA: IL CALORE CHE GUARISCE
Il termine MOXA deriva dal giapponese moe kusa e significa “erba che brucia”. Si tratta di un’antica tecnica terapeutica di origine orientale, praticata insieme o in alternativa all'agopuntura e consiste nella stimolazione di alcu-
Chiara Turri
ni punti della cute per mezzo del calore prodotto dalla combustione di un bastoncino di artemisia. La pratica della moxibustione è indicata come terapia efficace soprattutto nelle fasi croniche della malattia e laddove altri trattamenti hanno fallito.
A CURA DI CHIARA TURRI
Sappiamo da ritrovamenti archeologici che in passato la moxibustione veniva fatta con l’uso di ramoscelli e foglie secche, carbone di legna, zolfo o bastoncini di avorio. Oggi invece la cura a base di calore viene fatta esclusivamente per mezzo dell’Artemisia vulgaris (Assenzio cinese), una pianta arbustiva della famiglia delle Composite che cresce e si sviluppa nella maggior parte dei paesi dell’emisfero boreale. Tale pianta si può trovare essiccata sotto forma di sigari o piccoli coni che bruciando emanano calore fino a 800 gradi. In questo modo le sostanze dell’artemisia, liberate durante la combustione, penetrano nella pelle e si diffondono in tutto il corpo, attraverso i meridiani – la rete di canali energetici che si diramano per tutto il corpo e sono collegati a organi e visceri – e i vasi sanguigni. La moxa – che è un trattamento indolore e non ha controindicazioni – è utile per curare una serie di disturbi, grandi o picco-
li che siano, che possono compromettere il nostro benessere quotidiano. Sia che la usi da sola o insieme all’agopuntura, si sono riscontrati risultati positivi nei trattamenti di depressione, ansia, insonnia, mal di testa, raffreddore, asma, diarrea, emorroidi, cistite, faringiti, laringiti e flebiti. Ottima cura per risvegliare l’energia vitale in tutto il corpo. La moxa è efficace anche nelle donne incinte, laddove si riscontrano posizioni anomale del feto: in questo caso la pratica andrebbe effettuata alla 32ª o 34ª settimana di gestazione e non oltre. Non avendo controindicazioni, si può fare anche nei bambini. Attenzione però a non praticare la moxa in presenza di cisti, nei, verruche, vene varicose, aree infiammate e calde al tatto, in presenza di febbre o di tumori. E attenzione anche ad assicurarsi che chi pratica su di noi la terapia sia un professionista. Namastè
L’ANGOLO DI FRANCESCA
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LA SALUTE
a cura di Tommaso Venturi, ricercatore scientifico
giorNaTa moNDiale Del DiabeTe sarà proprio in questo mese che la comunità medica dedicherà le sue attenzioni ad una patologia assai comune: il 14-15 Novembre saranno istituite le giornate mondiali del diabete, alla sua cura e prevenzione. il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia), dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina. l’insulina è l’orm one, prodotto dal pancreas, che consente al glucosio l’ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno. la malattia assume generalmente due forme distinte, il diabete tipo 1 riguarda circa il 10% delle persone diabetiche e in genere insorge nell’infanzia o nell’adolescenza. Nel diabete tipo 1, il pancreas non produce insulina a causa della distruzione delle cellule che producono questo ormone: è quindi necessario che essa venga iniettata ogni giorno e per tutta la vita. Questa variante della malattia viene classificata tra le malattie cosiddette “autoimmuni”, cioè dovute a una reazione immunitaria diretta contro l’organismo stesso. il diabete tipo 2 è invece la forma più comune d i diabete e rappresenta circa il 90% dei casi di questa malattia. in questa forma diabetica il pancreas è in grado di produrre normalmente insulina, ma le cellule dell’organismo non riescono poi a utilizzarla. in genere, la malattia si manifesta dopo i 30-40 anni e numerosi fattori di rischio sono stati riconosciuti associarsi alla sua insorgenza. il diabete tipo 2 in genere non viene diagnostica to per molti anni in quanto l’iperglicemia si sviluppa gradualmente e inizialmente non è di grado severo al punto da dare i classici sintomi del diabete. il rischio di sviluppare la malattia aumenta con l’età, con l’obesità e con la mancanza di attività fisica: questa osservazione consente di prevedere interventi in grado di prevenire l’insorgenza della malattia. la terapia della malattia diabetica ha come cardine l’attuazione di uno stile di vita adeguato, coadiuvato dalla collaborazione di medici diabetologi e dietologi in grado di valutare la progressione della malattia e intraprendere percorsi terapeutici adeguati.
a cura di Francesca Galvani
Cous Cous pollo e gamberi INGREDIENTI (PER 4 PERSONE) 200 gr. cous cous 350 gr. petto di pollo 12 code di gambero sgusciate a crudo (circa 350 gr.) 120 gr. di brunoise (dadolata di sedano, carote e cipolle) 1 bustina di zafferano Zenzero burro Vino bianco secco olio d’ oliva sale e pepe
Francesca Galvani
PREPARAZIONE in 300 gr. di brodo o acqua a bollore unire zafferano, sale q.b., un filo d’olio e il cous cous, mescolare per 3 minuti, spegnere e lasciar riposare coperto fino ad assorbimento dell’acqua. aggiungere 25 gr. di burro e sgranare con una forchetta. Dorare in padella il petto di pollo a dadini in un filo d’olio con sale e pepe. Togliere il pollo dalla padella e scottare due minuti le code di gambero. Togliere anche le code e nella stessa padella con poco olio soffr iggere la brunoise, sfumare con un dito di vino bianco e un mestolino di acqua, sale, pepe e dopo cinque minuti unire pollo e gamberi con zenzero grattugiato. insaporire, legare con una noce di burro fresco e servire sul cous cous. il cous cous è una specie di semolino di grano duro che si mangia prevalentemente nei paesi del Nordafrica. andrebbe cotto in un recipiente speciale, la couscussiera, si serv e con umidi o stufati di carne, pesce e/o verdure.
LA CURA DEI CAPELLI a cura di Antonella Marcomini
OSSIGENO, LA NOSTRA VITA Nel salone Bionaturale di Antonella, puoi trovare le risposte giuste alle varie esigenze e problematiche di cute e capelli. Con il dispositivo a propulsione di ossigeno, si possono ottenere molteplici risultati, tra i quali, la stimolazione della microcircolazione sanguigna, che favorisce l' equilibrio della pelle e del cuoio capelluto e il rinnovamento cellulare, contrastando la caduta dei capelli, la seborrea, la forfora, l' indebolimento La vera bellezza sta fisiologico e post-parto. Nel salone si nella purezza eseguono vari tipi di trattamenti, con terapie e prodotti all' avanguardia, eseguendo un' analisi gratuita di cute e capelli, con tricocamera tecnologica ed estrazione del bulbo, esaminato in tricoscopio. Un occhio di riguardo, non solo per la cura e la salute dei capelli, ma anche per lo spirito e la bellezza. Anche tutto ciò che riguarda la parte tecnica, come : colore - mesches - giochi di luce - permanente - ondulazioni - gonfiaggio - ricostruzioni - filler riempitivi - percorso spa hammam di 60 minuti e molto altro, sono basati su metodi a base naturale.
NUOVO ORARIO mercoledì – giovedì – venerdì: ore 9.00 – 17.00 - sabato: ore 8.30 – 13.00 Si gradisce l’appuntamento: cell. 347.7579713
Via degli arusnati, 3 (1° piano) paroNa
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Cultura RUBRICHE
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LETTO PER VOI
Orhan Pamuk, La stranezza che ho nella testa, Einaudi 2105, 574p., 22,00 Mevlut è innamorato di Rayha, una ragazza bellissima incontrata una sola volta. Per tre anni non passa giorno che lui non le scriva una lettera d’amore. Il suo migliore amico Sùleyman, che fa da postino, gli riferisce che la ragazza acconsente a scappare con lui e a sposarlo. Una volta organizzata la fuga e al sicuro sul treno, quando Mevlut ha l’opportunità di guardare finalmente in faccia la sua futura moglie, scopre di essersi sbagliato e di essere stato ingannato: quella non è la “sua” Rayha, ma la sorella più vecchia e brutta che aveva ricevuto le lettere credendole destinate a lei. Pur con la morte nel cuore, Mevlut non riesce a rifiutarla e la sposa. Iniziano così le sue fortune, ma anche le grandi sfortune, soprattutto quando scopre che il suo migliore amico e socio in affari sta per sposare Rayha, il suo unico e vero amore. In questo romanzo Pamuk racconta la vita le avventure e i sogni degli amici e dei nemici di Mevlut, il venditore di boza (una specie di birra turca). Oltre a farci scoprire e vivere la vita del protagonista, ci porta all’interno delle case, nelle vie e nei locali di una città, Istanbul, che cambia e si trasforma continuamente fino a diventare quella che è oggi. Le tradizioni, i colpi di stato, la famiglia, i matrimoni combinati, la religione, le aspirazioni individuali e le lotte politico sociali, le contrapposizioni generazionali e famigliari sono una sapiente miscela di poesia e di cruda quotidianità che fanno parte della vita di quest’uomo che, pur tra mille difficoltà, non perde mai l’ottimismo. Sa anche che una sola cosa tiene in piedi un uomo tra la massa di gente, ed è l’amore. Una vita che può sembrare ordinaria, ma che nella sua ordinarietà è veramente straordinaria. “Mevlut, se avessi vinto il primo premio della lotteria, cosa avresti fatto?” “Sarei rimasto a casa con le mie figlie a guardare la televisione, non avrei fatto nient’altro”. Storie piccole di uomini e donne comuni che hanno la forza della Storia di tutti. “Il collegamento tra le intenzioni del cuore e le intenzioni delle labbra era la fortuna, naturalmente uno può avere intenzione di fare una cosa, ma finisce per dirne un’altra; la fortuna era il ponte che poteva unire le due intenzioni”. Alla fine del romanzo ci sentiamo più ricchi internamente e più consapevoli di vicende storiche a noi un po’ estranee e di difficile definizione. Pamuk, oggetto di persecuzioni e di censura per le sue posizioni sul genocidio degli Armeni e dei Curdi, è stato insignito del premio Nobel per la Letteratura nel 2006 per aver saputo trovare “nuovi simboli dello scontro e dell’interrelazione tra le culture”. Consigliato.
LINGUA E CIVILTÀ
E’ più corretto dire la prego scusarmi oppure la prego di scusarmi? Vi preghiamo volerci comunicare oppure vi preghiamo di volerci comunicare? La buona grammatica insegna che il di davanti a un verbo all’infinito si può sopprimere solo quando questo infinito funge da soggetto della proposizione: “E’ vietato fumare” (cioè il fumare è vietato), ma quando l’infinito non fa da soggetto, il di va messo. Perciò si deve dire: “La prego di scusarmi”, mi permetto di riferirle”, e così via. Si dice e si scrive “Fa niente” o “Non fa niente”? La regola grammaticale è semplice: nulla e niente hanno forza di negazione solo quando sono preposti al verbo; quando invece sono posposti, richiedono sempre un altro elemento negativo (non, nessuno, senza, ecc.). “Niente mi piace”, “Nulla temo”, sono esempi corretti, ma se posponiamo niente e nulla al verbo dovremo dire: “Non mi piace niente”, “ Non temo nulla”. Quando la “o” ha funzione disgiuntiva in una serie di parole o di proposizioni coordinate, è bene ripeterla dinanzi a ciascun termine della serie, e in ogni caso, sempre tra i due ultimi. “ O bianca o nera o rossa, ma non gialla”, “Bianca, nera o rossa, ma non gialla”. La prima frase, con la disgiuntiva ripetuta davanti a ciascun termine, dà maggiore forza alla proposizione. Se però la disgiuntiva ha valore alternativo, essa deve essere sempre ripetuta davanti al primo termine della serie: ”O bere o affogare”, “O mangiare questa minestra o saltare questa finestra”. E ancora. Se i termini sono legati a coppie, la disgiuntiva si ripete solo tra i termini di ciascuna coppia: “Antichi o moderni, in prosa o in poesia, famosi o sconosciuti, i romanzi belli mi piacciono tutti”. Infine, quando la congiunzione disgiuntiva lega più parole rette da un medesimo verbo, il verbo si mette di regola nel singolare: “Penso che l’uno o l’altro figlio debba mantenere il padre”; “Sono certo che papà o mamma ti verrà a trovare”. Il verbo non va messo nel plurale perché l’azione è ristretta a una delle due persone. “Davanti” in funzione di preposizione, un tempo era costruito in quattro modi: davanti il davanti di, davanti da e davanti a. Oggi, le prime tre sono quasi del tutto abbandonate e resta nell’uso, e le grammatiche raccomandano, solo la quarta: “Davanti al Presepio”, “Davanti a me”.
“LIBRI DI CASA NOSTRA”
a cura di Gianfranco Iovino
Leggendo il romanzo “TRE” a firma dalla scrittrice veronese Rosanna Mutinelli, ci si lascia entusiasmare dalla trama e l'abilità a concatenare, in un intreccio ben articolato, le vicende di tre donne, vissute in tre diversi momenti storici e d’ambientazione, che le vede inseguire il proprio passato allo scopo di riprendersi quello che è stato a loro sottratto. Myriam, Agnese e Anna (questi i nomi delle protagoniste) sono legate da un invisibile filo rosso di sangue, che unisce le loro esistenze nel tempo, con in comune lo spettro del femminicidio. Stimola il lettore l'idea di potersi avventurare in un viaggio narrativo senza tempo preciso, dove gli scenari raccontati dall'autrice sono diversi e si alternano tra le terre dell’Illinois di fine ottocento, dove la discriminazione sessuale regna incontrastata, alla campagna veronese durante la dittatura fascista che ha preceduto la seconda guerra mondiale, fino a giungere ai nostri giorni, mantenendo comunque un legame che unisce le tre epoche e le tre giovani donne che non sono soltanto corpi e storie a sé, ma anelli di una stessa catena perché vivono una connessione profonda che le uniGianfranco Iovino sce al di là dei confini temporali. Quanto si cerca di schiacciare nell'arco di una sola esistenza, riemerge prepotente attraverso circuiti imprevedibili, permettendo di ristabilire equilibrio e giustizia alle tre vittime del romanzo di Rosanna Mutinelli, che si lascia leggere tutto d'un fiato e che ha già ricevuto 2 primi premi nazionali per la narrativa: “Arco dei Gavi” a Verona nel 2014 e al Festival della letteratura di Tropea nel 2015 per la sagacia di riuscire a rapire la fantasia del lettore che si lascia entusiasmare da un continuo rincorrere e fuggire da stimolazioni e circostanze contigue e parallele, vicine e distanzi, apparentemente slegate ma paradossalmente unite tra loro per colpa di un male invisibile, ma ben conosciuto, qual è la violenza omicida sulle donne. Rosanna Mutinelli non è solo un'abile narratrice, ma anche un'artista, innamorata dell'arte pittorica, al punto da farne una professione, essendo insegnante al liceo Artistico di Verona, oltre che grande sostenitrice del dialogo espresso attraverso le parole scritte e i colori che trovano grande spazio nel suo sito ufficiale: www.rosannamutinelli.wixsite.com/rosannamutinelli, così da conoscere in profondità il mondo artistico di una donna che vive di luci, parole e profondi colori. TRE di Rosanna Mutinelli - VJ edizioni di Verona - pagine 168 €. 13,90
L’ALTRO GIORNALE Novembre 2016
a cura di Lino Venturini
AGENDA LETTERARIA Il 15 novembre ricorre il centenario della morte di Henryk Sienkiewicz, scrittore e giornalista polacco insignito del premio Nobel per la Letteratura nel 1905, autore del celebre romanzo Quo vadis. Figlio di nobili polacchi impoveriti, terminato il ginnasio, s’iscrive a giurisprudenza, cambia poi facoltà e frequenta i corsi di medicina, ma finisce col laurearsi in Lettere, come aveva sognato fin dall’inizio. Dopo il primo romanzo ”Invano”, pubblica a puntate la Trilogia: Il diluvio, Col ferro e col fuoco, Il signor Wolodyjowski. La Trilogia, vista come speranza d’indipendenza e liberazione dall’Impero Russo che allora dominava nella Polonia orientale, ebbe ampia diffusione e vasta eco in Polonia. Sienkiewicz, ormai famoso nella sua terra, decise di compiere alcuni viaggi all’estero. Andò in Russia, Germania, Francia, Svizzera, Grecia, Turchia, Egitto, India, Stati Uniti e Italia, paese in cui tornava sempre volentieri e che considerava quasi una seconda patria. Lo scrittore si servì della sua crescente fama internazionale per influenzare l’opinione pubblica mondiale a favore della causa polacca. Del 1896 è il suo romanzo universalmente conosciuto: Quo vadis. Sullo sfondo della Roma imperiale, soffocata dalla tirannide di Nerone, viene narrata la storia d’amore contrastata e impossibile fra la cristiana Licia e Marco Vinicio, patrizio romano. Il loro è un amore solcato dalle differenze ideologiche che dividono i loro mondi: quello pagano, nel suo massimo splendore di gloria e nella sua massima decadenza morale, e quello dei cristiani delle catacombe, impregnato di preghiere e amore fraterno. La loro storia affonda in quella serie di avvenimenti storici che condurranno all’incendio di Roma del 64 e alla successiva persecuzione anti cristiana. Il trionfo del cristianesimo sulla Roma pagana, era anche una critica al materialismo e alla generale decadenza di fine secolo diciannovesimo e un parallelo tra i primi cristiani oppressi e la Polonia contemporanea. Dal romanzo sono stati tratti sei film, l’ultimo è del 2001. Spesso si scrive che abbia ricevuto il premio Nobel per Quo vadis, il suo romanzo più famoso che fu tradotto in quaranta lingue diverse, in realtà nella motivazione non viene citato alcun romanzo in particolare, ma “i suoi meriti eccezionali come scrittore epico”. A Roma, nella piccola chiesa di “Domine Quo Vadis”, situata sull’Appia Antica, dove ebbe l’ispirazione per scrivere il romanzo, c’è un busto di bronzo di Sienkiewicz. Morì il 15 novembre 1916 nell’hotel Du Lac, nella città svizzera di Vevey, ma le sue spoglie furono deposte nella cattedrale di Varsavia.
CON NOI AL CINEMA
a cura di Franco Frey
ANIMALI FANTASTICI e dove trovarli (Fantastic Beasts and where to find). Genere: Avventura - Fantasy. Durata:140 min. Gran Bretagna - U.S.A. 2016 (uscita 17 novembre) di David Yates, con Eddie Redmayne, Collin Farrell, Ezra Miller, Samantha Morton, Katherine Waterston, Ron Perimar, Jon Voight. Una curiosità: Le riprese sono state filmate nella Saint George's Hall di Liverpool, trasformata nella New York degli anni '20. I fantastici luoghi sono stati coperti per lungo tempo con della finta neve. L'attesissimo film in 3D, il primo di tre capitoli, è tratto dal libro di J. K. Rolling: "Gli animali fantastici e dove trovarli" dei 2001, famosissima autrice della saga di Harry Potter. Alla regia c'è David Yates, già dietro la macchina da presa di quattro, delle otto trasposizioni della serie, evento globale che ha incassato in totale 7,7 miliardi di dollari. L'avvincente storia comincia con l'arrivo nella mago-fobica New York, di Newt Scamandro (Eddie Redmayne, premio Oscar per La teoria del tutto) un dotato "magizoologo" che si trova a suo agio più con gli animali che con gli uomini, il quale deve incontrarsi con un' importante personalità al Congresso di Magia degli Stati Uniti. Punto centrale dell'appuntamento sarà una valigetta magica che nonostante le sue dimensioni, ospita centinaia di creature fantastiche e il loro habitat. Quando per un tremendo sbaglio, alcuni animali pericolosi scapparono dalla valigia, Newt Scamandro viene inseguito da un Babbano (uomo che non possiede poteri) di nome Jacob e quel fuggi fuggi rischierà di minare le fragili relazioni tra il mondo magico e quello reale. La suggestiva pellicola, racconta di quanto l'imprevedibile fuga influirà su quei rapporti e degli esperimenti fatti per rimediare a quel clima di paura, violenza e tensione che si sta instaurando nella comunità di maghi e streghe della New York del 1926. Tutti al cinema, a scuola d'incantesimi Amici Lettori…e buona visione. Scrive il Regista: “il film ha un umorismo particolare, con un'umanità che caratterizza gli animali fantastici. Una storia molto divertente, un po dark, ma dal grande cuore”.
GUIDA AL CALORE
L’ALTRO GIORNALE L’ALTRO GIORNALE L’ALTRO GIORNALE L’ALTRO GIORNALE
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Speciale riscaldamento
Con il Decreto ministeriale del 16 febbraio 2016 il programma di incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinno-
conto termico 2.0. Il Conto termico 2.0 è il più forte alleato nella promozione del riscaldamento a biomassa perché rappresenta il testimone
vabili destinato a privati e pubblica amministrazione è entrato nella nuova dimensione: è il
dell’altissima qualità che il settore ha raggiunto negli anni: è infatti la solita elite tecnologica e acce-
dere al meccanismo incentivante. La tipologia di intervento incentivabile viene così definita nel decreto: “sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti o di riscaldamento delle serre e dei fabbricati rurali esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di generatore di calore alimentato da biomassa”. La sostituzione è quindi il concetto fondamentale nell’applicazione de decreto: per accedere agli incentivi è necessario che la nuova caldaia – stufa venga installata in sostituzione di un vecchio generatore di calore alimentato a biomassa, gasolio, olio combustibile o carbone per il quale dovrà essere completata la procedura di fine vita. L’incentivo, il cui ammontare massimo è dato dal 65% delle spese sostenute e definite
nello stesso decreto è il prodotto di un preciso calcolo matematico che tiene conto di quattro elementi: potenza
installata (l’incentivo cresce all’aumentare della potenza installata), la tipologia del generatore, la zona climatica (dalla zona
A dal clima più mite alla zona F con condizioni climatiche più impegnative) e la qualità delle emissioni.
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Zoe a casa Atalanta fucina di campioni CALCIO IN ROSA. La punta della Fortitudo Mozzecane ospite di uno dei vivai più prestigiosi d’Italia
Servizi di
Matteo Sambugaro
Lo stemma dell’Atalanta sullo sfondo la fa sentire professionista per un giorno. Essere ospite di uno dei settori giovanili più prestigiosi d’Italia è un brivido continuo. Zoe Caneo arriva in provincia di Bergamo a metà mattinata, martedì 25 ottobre, «poco dopo le 10, con tanto entusiasmo e curiosità». L’attaccante della Fortitudo Mozzecane entra nel centro sportivo di Verdellino, lo stage di formazione per allenatori è pronto a cominciare. «Mi ritengo davvero fortunata ad essere stata a contatto con tecnici esperti e professionisti: parlare, interagire con loro e ascoltare i consigli mi ha trasmesso una carica positiva e mi ha permesso di imparare parecchie cose. Desidero diventare responsabile e coordinatrice di un vivaio e questa esperienza si è rivelata bellissima, divertente e significativa. Ringrazio
molto chi mi ha dato l'occasione di partecipare». A 21 anni, far gol in serie B è il suo pane quotidiano. Ma per sei pomeriggi alla settimana si veste da «maestra» e guida i bambini di un club della provincia veronese. E
la chance di vivere qualche ora con i «grandi» del mestiere non se l’è lasciata sfuggire. «La giornata è stata suddivisa in due parti – racconta Caneo -. Al mattino ho seguito un incontro formativo sulla struttura di un allenamento nell’ambito
della scuola calcio, in cui si è parlato di conduzione della palla con cambi di senso. Nel pomeriggio, invece, mi sono spostata al centro sportivo di Zingonia e ho assistito alle sedute di allenamento del settore
Zoe Caneo allo stage
giovanile dell’Atalanta: Primavera, giovanissimi regionali, under 15 e 16». Palestra prima, in campo poi. Zoe ha preso appunti su appunti. «L’organizzazione e le metodologie di lavoro sono i due aspetti che mi hanno colpito di più
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– confessa l’attaccante gialloblù -. Ho capito che per diventare buoni tecnici di scuola calcio è importante, innanzitutto, essere bravi educatori e che, per migliorare, occorre aggiornarsi sempre. Caneo allenatore? Sono molto esigente: dai miei bambini, seppur abbiano 8-9 anni, pretendo il massimo. Sono severa al punto giusto e non tollero chi manca di rispetto. Naturalmente, amo stare con i bimbi e adoro anche scherzare con loro. Allo stage ho conosciuto Stefano Bonaccorso, il coordinatore dell’attività di base nerazzurra e vari tecnici del settore giovanile. Peccato solo non aver incontrato i calciatori della serie A, ma essere lì, dove sono passati numerosi talenti del calcio italiano, diventati poi campioni, è stata davvero una forte emozione». Uno di questi, per esempio, è Giampaolo Pazzini. L’ex attaccante di Fiorentina, Inter, Milan, Sampdoria e della Nazionale, oggi capitano dell’Hellas Verona in B, è cresciuto proprio nel vivaio dell’Atalanta. «Ammiro tanto Pazzini – confida Zoe -. Oltre ad aver vestito la maglia della mia squadra del cuore, l’Inter, ora sta trascinando la formazione della mia città, Verona, ai vertici della classifica a suon di reti. Ha un ottimo senso del gol e della posizione: la caratteristica che vorrei rubare a Pazzini è la sua grande abilità nel gioco aereo».
L’ALTRO GIORNALE Novembre 2016
PALLAMANO / DOSSOBUONO «Il mio sogno nel cassetto è riuscire a giocare le Olimpiadi. Non mi ispiro a un portiere in particolare, ognuno ha caratteristiche proprie. Comunque, stimo e mi piace la tecnica che hanno Monica Prunster e la spagnola Silvia Navarro. L’Olimpica Dossobuono? Un club giovane che ha tanta voglia di fare bene». Francesca Luchin protegge la porta giallorossa in serie A con determinazione ed esperienza. L’estremo difensore della Pallamano Olimpica Dossobuono, classe 1991, si
ce e intensa. L’obiettivo in campionato? Puntare alla semplice salvezza sarebbe uno sminuire il lavoro e le capacità di tutte: se giochiamo la nostra pallamano possiamo essere tranquillamente una squadra da metà classifica. Noi, ovviamente, dovremo dare il 100%: la forza di una compagine sta più nella coesione e nell'impegno del gruppo che nelle capacità di un’atleta in particolare». Il curriculum di Francesca è di tutto rispetto. Sia in campo nazionale che internazionale. «Ho cominciato a giocare a sette
Francesca Luchin (BPE Agenzia Fotografica)
racconta: «Ho scelto questa società per la sua serietà e la sua filosofia, e devo ammettere che anche la vicinanza con casa mia (Francesca vive a Mezzocorona, ndr) mi ha invogliato ad accettare l'offerta in estate – afferma -. Le ragazze sono molto simpatiche e mi hanno accolto a braccia aperte: in allenamento, loro e coach Roberto Escanciano Sanchez riescono ad alternare serietà e massimo impegno, creando un clima più rilassato. Mi piacciono gli allenamenti che il tecnico ci propone e apprezzo la sua idea di pallamano velo-
anni a pallamano, sempre nel ruolo di portiere, con il Mezzocorona – ricorda Luchin -. Tre anni fa ho poi avuto la fortuna di essere chiamata a Roma per giocare a Futura e da quel momento ho realizzato un sogno: partite internazionali e l'occasione di indossare i colori azzurri, sia nell'indoor che nel beach. Le principali soddisfazioni sono arrivate nel beach con il bronzo agli Europei e l'oro a Pescara ai Giochi del Mediterraneo. Fuori dal campo? Frequento l’università: studio Scienze Matematiche a Trento».
CALCIO. Valeggio, un secolo di vita e di pallone Un secolo di vita. Un secolo di colori rossoblù. Il Gabetti Valeggio spegne cento candeline sulla torta, una torta preparata con passione, ricordi ed emozioni. Il presente si chiama Prima categoria ma la storia centenaria ha inizio nel lontano, lontanissimo, 1916, in piena Prima Guerra Mondiale: «Per sfuggire, forse, alla drammatica quotidianità, c'era sempre qualcuno che non disdegnava tirare quattro calci ad un pallone – riferisce la società -. E anche Valeggio sul Mincio udiva la passione per il calcio nonostante i terribili echi della Grande Guerra. In particolar modo, nei pressi della chiesa, si notavano spesso giovani valeggiani cimentarsi nel giuoco della palla, così come veniva definito in quegli anni il calcio, con il consenso di don Pietro Simonati. Il parroco di Valeggio, infatti, era molto sensibile ai bisogni della propria comunità, per la quale realizzava eventi, feste e quant'altro potesse distrarre il paese in un momento tanto difficile». «Con la collaborazione di don Pio Alberti – prosegue la società rossoblù -, il parroco organizzò pure il primo vero e proprio incontro calcistico a Valeggio: nel 1916, la sfida vedeva di fronte alcuni soldati delle truppe francesi, accampate in riva al Mincio e un gruppetto di giovani del paese. Poco importava il risultato finale di quella gara, ben presto dimenticato, ma l'evento sportivo divenne fondamentale nella storia del pallone valeggiano. Tale sfida infatti segnò indelebilmente la nascita della prima società calcistica del paese, fondata proprio nel 1916 da don Pietro Simonati». Da allora è trascorso un secolo di partite, di vittorie e di sconfitte, di gioie e delusioni, di momenti e immagini che resteranno per sempre indelebili e indimenticabili. Oggi, i rossoblù militano appunto nel campionato di Prima categoria e stanno lottando per disputare un torneo tranquillo e raggiungere al più presto la salvezza. Ma la memoria, in questo 2016, non può non tornare indietro di cento anni, quando il Gabetti Valeggio muoveva i primi passi della sua storia.
SPORT
L’ALTRO GIORNALE Novembre 2016
Fresko e Dual Volley Una grande passione DOSSOBUONO. Le squadre di punta: la prima in C maschile, la seconda in 2ª divisione femminile
Dossobuono batte le mani alle «sue» punte di diamante della pallavolo. La prima squadra maschile del Dual Fresko Volley, militante in serie C, e quella femminile
serata, sono stati innanzitutto i presidenti Mauro Lippi del Dual Volley e Francesco Pozzani del Fresko Volley: «A Dossobuono siamo fortunati perché
so di incrementare gli iscritti. Oggi, uno dei nostri problemi più rilevanti è trovare gli spazi per permettere a tutte le formazioni di giocare, ma, in tal senso, si
La formazione del Fresko Dual Volley di serie C
del Dual Volley (Seconda divisione) sfilano in passerella all’Hotel Antico Termine, a Lugagnano di Sona. L’occasione è speciale: venerdì 14 ottobre ha avuto luogo la presentazione delle due compagini che stanno affrontando la stagione 2016/17 e che contribuiscono a portare in alto i colori del paese. Ad intrattenere gli ospiti, durante la
siamo un’eccezione positiva in terra scaligera – ha commentato Lippi -. Abbiamo numerose squadre sia maschili che femminili, con numeri rilevanti che parlano di circa 250 tesserati: questo aiuta i giovani ad avvicinarsi al mondo sportivo, oltre alla passata edizione delle Olimpiadi (Rio de Janeiro 2016, ndr), e ci ha permes-
sta rivelando molto preziosa la collaborazione con la Pallavolo Caselle, con cui facciamo una serie D maschile». «Credo che Dual Volley e Fresko Volley siano realtà differenti però complementari – ha specificato, invece, Pozzani -. Abbiamo deciso di unire la grande esperienza, e l’importante movimento, dei primi con la qualità e la
capacità organizzativa dei secondi. Il connubio sta dando ottimi risultati, anche se ci serve tempo per dimostrare dove possiamo arrivare. Sicuramente la vetrina della nostra serie C dovrà risplendere al meglio, per portare giovani, e non, al palazzetto». Dopodiché, la parola è passata ai tecnici delle due prime squadre: «Si fa tesoro delle esperienze passate – ha detto coach Claudio Ambrosi del Dual Fresko Volley -. Esserci salvati all’ultimo nella scorsa annata ci impone di ricambiare la generosità di sponsor e tifosi con una bella stagione, puntando ai playoff. Con questo nuovo gruppo si lavora molto bene e le basi ci sono tutte». «Sono di nuova nomina a Dossobuono, anche se alcune atlete del roster ho avuto modo di conoscerle in passato – il parere di coach Massimo Sambugaro del Dual Volley -. Nonostante la partenza con qualche sconfitta in Coppa Verona, ci siamo confrontati sempre con categorie superiori, lottando bene. La salvezza è alla nostra portata, ma la società ci chiede una storica promozione: ce la metteremo tutta».
PALLAVOLO. Laura Bovo, quinto anno di Arena Volley Quinto anno di Arena Volley. Una conferma di quelle che pesano, sia per le qualità dell’atleta che per l’attaccamento alla maglia dimostrato di stagione in stagione. Laura Bovo, dopo quattro campionati, è ancora un punto di forza della Vivigas. «In estate è rimasto un gruppo di base importante: non siamo solo un gruppo di giocatrici, ma pure di amiche e questo fa la differenza, ci aiuta, ci stimola a fare sempre meglio – dichiara la centrale del club di Castel d’Azzano -. Un roster compatto può essere la nostra forza, come nelle scorse annate». La seconda avventura in B1 con l’Arena Volley è cominciata, piena di buoni propositi. Il campionato da affrontare è però difficile e insidioso, ma Laura ne è consapevole: «Il torneo è impegnativo con la presenza di squadre davvero forti e di atlete di grande spessore e con tanta esperienza, tanta astuzia – conferma Bovo -. Il pallone viaggia a velocità molto superiori che in serie B2, e poi la lettura del gioco delle avversarie è sempre più complicato. Il ruolo del centrale è faticoso: la difficoltà risiede nella capacità di lettura del gioco avversario e nel prendere le giuste decisioni in assoluta velocità per individuare dove arriva la palla». La passione di Laura parte da lontano. Da quando aveva sei anni ed era una bambina innamorata del suo sport preferito: «Nella mia famiglia ho respirato l’aria di palestra e di pallavolo praticamente da sempre – racconta Bovo -. I miei genitori praticavano il volley, anzi, mio papà gioca ancora, poi mia sorella giocava ed io la seguivo in palestra. È stata una scelta naturale per me, molto normale. Sono cresciuta nel Sommacampagna dove sono rimasta dai 6 ai 15 anni. Ho poi militato un anno nell’Antares dove ad allenarmi c’era il mio attuale allenatore, Greca Pillitu, dopodiché un anno nel Verona Volley, allenata dalla Guicciardi e, infine, l’arrivo in under 18 in Arena Volley. Da qui è iniziata una cavalcata importante sia nel giovanile che in serie B2 prima ed in serie B1 dalla scorsa stagione. Adesso, onestamente, non potrei stare senza la pallavolo».
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PALLAVOLO. Volley Belladelli: «Al via un anno di emozioni» Applausi e passione. L’amore per la pallavolo in passerella, l’augurio di una stagione ricca di soddisfazioni nell’aria e nel cuore. Il Quadrivolley, meglio conosciuto come Volley Belladelli, ha inaugurato ufficialmente l’annata sportiva 2016/17, domenica 23 ottobre nel palazzetto dello sport di Quaderni. Oltre trecento partecipanti tra atle ti, allenatori, dirigenti, genitori e autorità amministrative hanno colorato il tradizionale appuntamento di inizio attività. «Al via un altro anno di emozioni» ha rivelato la dirigenza, piena di orgoglio. Il presidente Milena Fortuna ha così illustrato tutte le squadre che prendono parte ai campionati giovanili e di serie: dai più piccoli del gioco motricità e del minivolley alle due under 12, una under 13, una under 14, due under 16, una under 18, fino alle due squadre di Seconda divisione e alla serie D regionale. «Il movimento Quadrivolley è presente sul territorio locale di Villafranca, Valeggio e Mozzecane, operando con serietà e competenza a livello tecnico e dirigenziale, come stanno a dimostrare i numerosi successi ottenuti a livello provinciale soprattutto nel settore giovanile – ha precisato la dirigenza -. Solo nella scorsa stagione infatti sono stati
La festa di inizio stagione
ben tre i titoli provinciali conquistati da Volley Belladelli, con l'under 13, l'under 14 e la Terza divisione young. La qualità e la validità del nostro progetto sportivo è stata confermata anche dall'intervento di Giuseppina Belladelli, rappresentante dello sponsor principale, che, con un filo di emozione, ha salutato calorosamente atlet e e genitori presenti, incoraggiando in particolare lo staff dirigenziale a proseguire nel cammino intrapreso». Alla presentazione, lo ricordiamo, hanno preso parte pure i rappresentanti delle Amministrazioni locali «coinvolte dal nostro movimento»: Roberto Dall'Oca (assessore allo Sport di Villafranca), Angelo Tosoni (sindaco di Valeggio) e Thomas Piccinini (sindaco di Mozzecane), «che hanno av uto parole di apprezzamento e di incoraggiamento nei confronti della nostra attività».