Mensile di Giugno

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ANNO XXVII - N.06 GIUGNO 2013 - stampato il 10/06/2013

SAMBONIFACESE

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Come nell'autunno 2010 sono ancora la pioggia e i fiumi a spaventare l'Est Veronese. Le straordinarie precipitazioni abbattutesi sul Nord Italia lo scorso 16 maggio hanno causato esondazioni e danni. E’ stato così che i comuni di Monteforte d’Alpone, San Bonifacio e Soave si sono ritrovati a dover fare nuovamente i conti con ciò che, da quel novembre 2010, è stato fatto e ciò che invece è rimasto incompiuto. A questo punto, quindi, passata l’emergenza, è tempo di “fare” e di affrontare una volta per tutte gli interventi progettati. Servizio all’interno VUOI CONTATTARCI? Tel. 0457152777 Fax 0456703744

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le vostre

Lettere HELLAS

DIRITTI

“A noi padri separati...” Mi chiamo Alessandro Pachera, un papà separato.Da tempo sono simpatizzante dell’Associazione genitori separati pari potestà di Verona. Mi sento in dovere di approfondire l’argomento inerente la gestione scolastica dei figli dei genitori separati. La norma vigente è molto chiara, con l’introduzione della legge 8 Febbraio 2006, n.54 che di fatto modifica l’art. 155 cc, cita: “le decisioni per maggiore interesse per i figli relative all’istruzione, all’educazione e alla salute sono assunte di comune accordo tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli”. Con l’aiuto dei professionisti del settore scolastico ho constatato che la situazione nella nostra città non è poi così drammatica. Tuttavia mi sento di poter affermare che c’è ancora molta strada da percorrere per arrivare al perfezionamento del sistema scolastico. Purtroppo quando due genitori si dividono, questo raramente avviene in maniera pacifica e molto spesso i figli diventano oggetto di contenzioso tra i due genitori. Per questo motivo spesso ci si rivolge al giudice per chiedere aiuto laddove gli ex coniugi non riescano a mettersi d’accordo e trovare un punto d’incontro. Chi ci rimette sono i figli perché si ritrovano catapultati in un mondo che non gli appartiene e vi sono entrati a far parte troppo in fretta. L’istituzione scolastica ha un ruolo molto importante e spesso deve filtrare gli attriti che si manifestano tra gli ex coniugi. Nelle scuole

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veronesi si è iniziato a richiedere all’atto dell’iscrizione scolastica del proprio figlio la doppia firma dei genitori, un traguardo importante, mirato alla valorizzazione del concetto di famiglia per garantire equità e pari opportunità per entrambi i genitori. Purtroppo spesso accade che un genitore iscriva di sua spontanea volontà il figlio ad una determinata scuola senza prima averne discusso con l’altro. A tal proposito propongo e chiedo a tutti i dirigenti degli asili nido, di applicare le regole dettate dalla legge anche nei loro istituti, per far sì che questi episodi si verifichino sempre meno. In questa società viene ancora troppo poco valorizzata la famiglia, e le scuole tendono ancora ad appoggiarsi alla figura materna come strumento principale di comunicazione tra istituto ed ambiente familiare. Questo atteggiamento tende a creare conflitti tra istituzione e papà. Io vorrei strappare una promessa a tutti i dirigenti scolastici delle scuole dell’obbligo e degli asili nido: creare una sorta di doppia documentazione per ciò che riguarda la pagella e tutti gli avvisi importanti tra scuola e famiglia. Molti dei papà separati non sanno nemmeno quando il figlio andrà in gita piuttosto che in visita al museo. La scuola non può negare al genitore non affidatario informazioni e notizie circa il rendimento scolastico, le assenze, i comportamenti e più in generale la condotta del figlio nelle relazioni con i compagni e con i docenti. Alessandro Pachera

3 SAN BONIFACIO

“I veri campioni” “Ok alla colonnina” Sono trascorsi quarant’anni da allora. Le piante erano più verdi, l’azzurro del cielo più intenso e l’aria era più respirabile sicuramente. Poi c’erano le stagioni che ora non ci sono più. Quarant’anni fa avevo 17 anni. Ero allo stadio e tifavo Milan. Sono uscito piangendo. Avevamo perduto lo scudetto della stella. Ora, io non credo ci siano state tante date ricordate qui da noi, come quella. Certo, l’evento è stato grande, l’Hellas ha giocato una partita stupenda. Il Milan era stanco morto e credeva ( erroneamente) di non aver bisogno di impegnarsi più di tanto. In fondo 5-3 equivale ad un semplice 2-0. Sai quante provinciali hanno battuto le grandi anche con punteggi più ampi? Eppure, nulla di straordinario da raccontare per quarant’anni. I giocatori come Zigoni, Mascetti, Sirena, Maddè, Luppi, Bergamaschi, sono stati grandi comunque, indipendentemente da quella partita. E sminuisce pensare di essere grandi perché in fondo, diciamo la verità, abbiamo fatto perdere uno scudetto al Milan. Noi in realtà non abbiamo vinto nulla. Solo una partita. La grandezza non è in ciò che abbiamo vinto ma in quello che abbiamo fatto perdere agli altri. Io, seppur milanista dalla nascita, amo la mia città Verona e ho sempre avuto grande stima per l’Hellas, che ha accompagnato la mia gioventù nelle sue combattute, a volte epiche partite. Ha avuto dei giocatori indimenticabili per bravura e per serietà. Ma ora basta. Teniamo quella partita in uno scrigno, dove si conservano le cose preziose. E questo scrigno nascondiamolo nel cuore. Non facciamo di un bel ricordo uno slogan, non ripetiamolo all’infinito, magari per sfottò. I ricordi non gelosamente custoditi si disperdono al vento del tempo. E perdono importanza. Ora pensiamo al futuro. L’Hellas è una grande squadra e deve mirare in alto, pensare con umiltà, ma con quella dei campioni veri. Ora pensiamo alla nostra vittoria più che alla sconfitta degli altri, pensiamo a ciò che conquistiamo e non a ciò che abbiamo tolto agli altri. Questi sono i veri campioni. E i veri campioni mettono pace nello sport. Forza Hellas. Franco Guidoni

Sono un cittadino di Verona, ho letto con interesse l'articolo sul vostro giornale riportante l'inaugurazione della colonnina di ricarica per veicoli elettrici avvenuta il 28/4/2013 a San Bonifacio. Durante il mese di maggio ho avuto a disposizione una Renault Zoe (veicolo elettrico) per una intera giornata e ho provato a ricaricarla presso la vostra colonnina a 380V 32A. Il nostro sindaco Tosi,

essendo più interessato ad altre "faccende", che ad occuparsi di mobilità sostenibile, non ha ancora installato alcuna colonnina per la ricarica di veicoli elettrici. Siete i primi - e per ora gli unici - ad avere installato una colonnina di ricarica in Verona e provincia!!! Un grande plauso per la vostra iniziativa! Grazie Dott. Massimo Pinelli

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La pioggia spaventa ancora l’Est veronese Servizi di

Matteo Dani Come nell'autunno 2010 sono ancora la pioggia e i fiumi a spaventare l'Est Veronese. Le straordinarie precipitazioni abbattutesi sul Nord Italia lo scorso 16 maggio hanno causato esondazioni e danni, oltre a far salire la rabbia della gente. Stavolta è stata San Bonifacio a rischiare di più, con l'Alpone che per ore ha tenuto in apprensione cittadini, autorità e Protezione Civile. Facciamo quindi un breve riassunto di quelle ore. L'allerta inizia nella tarda mattinata di giovedì 16 maggio, le forti piogge che incessanti cadono dalla notte hanno fatto innalzare i livelli di Alpone, Tramigna e Chiampo. Verso mezzogiorno il Ponte della Motta viene chiuso al traffico e vengono sistemate le paratie per evitare che l'acqua possa riversarsi verso la piazza o sulla zona del parcheggio Palù. I volontari della protezione Civile iniziano a lavorare incessantemente. A mezzogiorno le notizie che arrivano da Soave e Monteforte sono preoccupanti: l'acqua comincia ad allagare taverne e scantinati. A San Bonifacio l'Alpone cresce, verso le

13.00 supera il livello del ponte della Motta e la statale 11 viene chiusa al traffico in località Villanova. E' nel pomeriggio che la situazione diventa drammatica: l'Alpone è sempre più alto, arrivando a lambire le travi in ferro ben più alte del livello stradale, i primi rivoli cominciano a scender verso Piazza Costituzione; a Villanova il fiume esonda e l'acqua arriva sulla strada. L'unità di crisi è riunita presso il Municipio e l'apertura del bacino di San Vito di Locara purtroppo non è stata risolutiva. Iniziano ad arrivare i mezzi anfibi ed è tanta la gente che si assiepa sugli argini dell'Alpone, preoccupata per l'ondata di piena attesa in serata. Ondata che puntuale arriva e la forza è talmente travolgente che a Villanova l'Alpone, a ridosso della Statale 11, rompe l'argine per una ventina di metri e si riversa nella piana sottostante, allagando un concessionario auto e arrivando a mettere a rischio il Palaferroli e le abitazioni circostanti. una ventina le famiglie evacuate e costrette a passare la notte presso la palestra di Prova, attrezzata per l'emergenza. La rottura dell'argine porta ad un inevitabile abbassamento del livello dell'Alpone, per tutta

la notte tecnici e volontari hanno lavorato per ripristinare l'argine abbattuto dalla furia del fiume. Il giorno dopo il pericolo maggiore sembra scampato, ma rimane alta l'allerta e continua l'opera di ricostruzione dell'argine. Nella serata di venerdì anche la paura sembra passata, non ha piovuto per tutto il giorno, ma restano i danni, resta la frustrazione dei cittadini che nei giorni successivi continuano a recarsi sull'argine dell'Alpone per controllarne il livello, mentre è di questi giorni la notizia che il “caso ponte della Motta” approda a Roma per trovare una soluzione che impedisca futuri pericoli.

La Protezione Civile e i suoi volontari sono stati tra i protagonisti più impegnati nelle ore in cui la pioggia e l'Alpone hanno messo paura a San Bonifacio. «Sono stati due giorni difficili – spiega il coordinatore della Protezione Civile di San Bonifacio Renato Lovato -. Mai avevo visto il livello dell' Alpone arrivare così in alto». Lovato ha accettato di raccontare come i volontari hanno vissuto l'esperienza dell'esondazione e della rottura dell'argine. «Nonostante la pioggia insistente - racconta Lovato -, la mattina del 16 maggio l'Alpone era in crescita, ma la situazione non sembrava allarmante.

Situazione che però è peggiorata verso mezzogiorno, quando abbiamo iniziato a metterci in contatto con le autorità competenti, piazzare le paratie e prepararci ad intervenire». Sono stati una trentina i volontari sambonifacesi entrati in azione. «Il momento in cui si è capito che il fiume avrebbe potuto esondare e che c'era un concreto rischio di rottura degli argini è stato verso le ore 13.00. Nel pomeriggio mentre l'Alpone continuava a salire abbiamo iniziato ad allertare la popolazione in attesa dell'ondata di piena prevista per la serata». Piena che non si è fatta attendere e ha provocato la rottura dell'argine a

Villanova. «Sono state una ventina circa le persone accolte presso la palestra di Prova e che i volontari hanno assistito fino al giorno dopo, quando l'emergenza è terminata». Due giorni di allerta quelli vissuti a San Bonifacio che rischiano di ripetersi se non ci saranno interventi significativi. «Sarebbe necessario ripulire il letto dei fiumi e liberarlo dalle piante presenti – continua Lovato -, lasciando però le radici; così come sarebbe importante avere più cura delle nostre colline e diminuire il loro disboscamento, anche questo porta ad innalzare il livello dei fiumi della zona». L'ultimo pensiero è rivolto alla prevenzione, come è possibile, in caso di grandi precipitazioni, per un cittadino conoscere la reale situazione e sapere quando può insorgere un pericolo. «E' sempre difficile fare delle previsioni esatte al 100% - conclude Renato Lovato -, però in condizioni di forte piovosità sarebbe importante collegarsi al sito internet dell'ARPAV, aggiornato quasi in tempo reale, dove si possono reperire tutti i dati sul meteo e sui livelli idrometrici».


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Un cittadino chiede. Il Sindaco risponde LA LETTERA Caro Direttore, sono una sanbonifacese di serie B perché ho avuto la sfortuna (o la fortuna, dipende dai punti di vista) di decidere di abitare nel quartiere Motta vicino al famigerato ponte che ad ogni piena ci fa tremare. Di serie B perché i nostri politici due anni fa avevano deciso di allagarci perché

rappresentavamo il male minore, strano come non gli sia venuto in mente di allagare più in là nei campi. L'aspetto più grave di tutta questa storia è che ci ritroviamo a parlarne dopo due anni e mezzo e dopo l'ennesimo disastro. Cosa è stato fatto dal 2010? Il nulla cosmico. Nonostante numerose richieste dai residenti di pulire almeno l'alveo del

fiume, ci sono ancora i depositi di ramaglie dell'alluvione del 2010. I bacini non sono stati realizzati. Il ponte è ancora lì. La Sovrintendenza lo dichiara, d'ufficio, di interesse storico perché nessuno dal Comune ha fatto ricorso nei tempi consoni, ma gli amministratori incolpano la Sovrintendenza di aver bloccato i lavori ( lavori di

IL SINDACO «Preciso innanzitutto che non è competenza del sindaco, o dei politici, decidere di rompere argini, né tantomeno di allagare campagne. Nel 2010, con il livello d’acqua sopra l’impalcato del ponte, in previsione di una tracimazione oltre le barriere in legno posate per contenere l’eccesso d’acqua sul ponte stesso, con il conseguente allagamento di tutto il paese, l’ipotesi ventilata fu l’eventuale smantellamento delle barriere in legno dalla parte meno abitata, che avrebbe ovviamente causato danni, ma di entità contenuta. Il motivo non fu la suddivisione della popolazione sambonifacese in cittadini di serie A e di serie B. Per fortuna l’intervento non fu necessario nel 2010 e neppure durante gli eventi successivi, visto che il Genio Civile, sentito il prefetto, nei

momenti di emergenza decise di allagare l’invaso di San Vito. La pulizia degli alvei e degli argini e gli interventi previsti con progettazione precedente agli aventi alluvionali dl novembre 2010 sono a carico della Regione, tramite il Genio Civile. E’ risaputo ormai da tutti che la gara è stata espletata e l’inizio dei lavori era stato annunciato subito dopo Pasqua. Malauguratamente, le condizioni climatiche hanno impedito la partenza dei lavori. Il “nulla cosmico” è solo conseguenza di disinformazione. Nel frattempo, il Genio Civile non è stato con le mani in mano: sono stati effettuati numerosissimi interventi di messa in sicurezza di Soave e Monteforte, rientranti nelle somme urgenze della Regione per i danni conseguenti agli eventi alluvionali. Nessuno ha incolpato la

Sovrintendenza di aver bloccato i lavori previsti dal progetto messo in gara dal Genio Civile, tant’è vero che quel progetto ha il parere positivo anche da parte della Sovrintendenza stessa. L’azione intrapresa dall’amministrazione comunale riguarda esclusivamente la messa in discussione del provvedimento con il quale viene vincolato il ponte per l’ipotizzata impossibilità di intervenire sul manufatto per mettere in sicurezza il nodo idraulico. Ma anche questo aspetto è stato chiarito e superato durante l’incontro al tavolo istituzionale costituito dal Prefetto di Verona, che si è riunito il 22 maggio. In quell’incontro, la sovrintendente di Verona ha dichiarato che la precedenza deve essere data alla sicurezza e si è pertanto messa a disposizione per esaminare proposte proget-

un progetto del 2010). Aggiungiamo la beffa che in qualsiasi occasione il Sindaco tira fuori: il progetto del viadotto alto 6 metri accusandoci di averglielo bocciato (lo avevano bocciato i suoi stessi consiglieri). Trattasi di un'opera devastante dal punto di vista economico e ambien-

tale. Basterebbe far ritirare l'interesse storico alla Sovrintendenza, lasciare il ponte e alzarlo o sostituirlo con uno mobile di ugual dimensione lasciando intatto questo quartiere medievale. Pulire l'alveo e rinforzare gli argini fino ad Arcole. Ci aspettiamo questo dalla nostra amministrazio-

ne. I bacini sono competenza della Regione. Lavoriamo insieme tra Comuni affinché vengano realizzati! Il problema è che c'è di mezzo la politica, e i politici dovrebbero fare scelte coraggiose, per il bene della comunità e non dei pochi. Catiuscia Vecchiato

tuali che prevedano lo spostamento del ponte al di sopra del livello degli argini. Il prefetto ha quindi dato indicazioni al Genio Civile perché desse immediata attuazione al progetto di sistemazione dell’alveo e consolidamento degli argini del fiume Alpone nel tratto del centro urbano. Al tempo stesso, sono stati sospesi gli interventi previsti nell’appalto per il consolidamento del ponte, in attesa che sia presentato un progetto di variante che preveda lo spostamento dello stesso sopra gli argini. Per quanto riguarda i bacini, abbiamo con forza richiesto alla Regione che si attivi per i progetti e il reperimento dei fondi necessari. I tre sindaci di San Bonifacio, Soave e Monteforte hanno anche promosso una petizione con raccolta firme inviata in Regione, contenente proprio queste richieste. La delusione, anzi amarezza, è che dopo averne data ampia comunicazione a mezzo stampa, per iscritto e tramite i tabelloni luminosi a messaggio variabile a San Bonifacio siano state raccolte appena un centinaio di firme…L’importante sembra sia lamentarsi genericamente e senza cognizione di causa. Ora fortunatamente abbiamo un ulteriore supporto alle nostre richieste dalla delibera di Consiglio di giovedì 23 maggio. Quindi, i rappresentanti dei cittadini il loro dovere l’hanno fatto. Dopo tutto quello che ho intrapreso per risolvere il problema del nodo idraulico del ponte della Motta, vengo ripreso per lamentarmi di non aver visto realizzato un intervento che avevo fortemente voluto e che strumentalmente viene definito devastante. Per

capire, basta andare a vedere il ponte realizzato a Monteforte, identico a quello che sarebbe stato realizzato qui. Alto 6 metri? L’altezza è quella esistente degli argini. I costi erano rilevanti, non tanto per il ponte nuovo, quanto per l’allargamento di otto metri dell’alveo del fiume, allora richiesto dal Genio Civile, con il conseguente allungamento del ponte attuale, che doveva essere mantenuto per richiesta della Sovrintendenza che ne aveva autorizzato il sollevamento. Di conseguenza, sarebbe rimasto solo pedonale e ciclabile. Quanto alla politica e all’interesse di pochi, ha proprio ragione. Infatti, quei consiglieri che nell’ottobre del 2003 si dimisero, dopo aver votato una mozione che toglieva la conformità urbanistica al progetto del ponte, avevano prospettato una soluzione diversa per il solo fatto di spostarne più a valle la posizione. Perché? Per avere l’accesso allo stesso, non più dalla viabilità attuale, ma attraverso una nuova viabilità, che avrebbe comportato come conseguenza

l’urbanizzazione di una zona agricola…Ritengo vergognoso che tutta una comunità venga tenuta al giogo dell’ansia per la propria sicurezza per colpa della ricerca spasmodica di qualcuno di curare i propri interessi e quelli degli amici, peraltro, e per fortuna, senza riuscire nell’intento, ma causando un danno incalcolabile alla comunità, a cominciare dai circa 3 milioni di euro destinati al ponte della Motta e persi, scippati a San Bonifacio, perché la Regione ha ritirato il finanziamento dopo le inerzie nell’attuazione del progetto finanziato. Come vede, cara cittadina, il suo sindaco ha sempre cercato con tutte le sue forze di fare gli interessi della nostra comunità. Naturalmente, scontrandosi spesso con i limiti e gli impedimenti imposti dal momento attuale di scarsezza di fondi e dalla pesante burocrazia che grava sugli enti locali. Ma io non sono una persona che si scoraggia e mi batterò con la tenacia che mi contraddistingue fino alla soluzione dei nostri problemi».


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L’incubo del 2010 torna a farsi sentire Gli scorsi 16 e 17 maggio Soave ha rivissuto per un momento l’incubo alluvione. Il sindaco Lino Gambaretto spiega il lavoro svolto in quei giorni: «Come amministrazione comunale ci siamo mossi in maniera precisa e puntuale. Abbiamo partecipato a diversi incontri istituzionali dove abbiamo segnalato tutto ciò che abbiamo rilevato in quei giorni. E' pronta una relazione precisa relativa sia ai lavori che sono stati fatti sia a quelli che secondo noi sono da realizzare». I lavori sono stati collaudati nel peggiore dei modi ma forse questo servirà per apporre migliorie e capire dove agire. «Solamente con l'acqua purtroppo ci siamo resi conto di

alcune cose. Abbiamo fatto una relazione per il Genio Civile ed una per Alta Pianura Veneta, due enti con competenze sui corsi d'acqua - prosegue Gambaretto . Abbiamo due situazioni particolari, una riguarda il Tramigna, con tutti i lavori che sono stati fatti. Sotto l’aspetto statico hanno comunque garantito la tenuta e abbiamo avuto modo di vederlo dato che acqua era arrivata a 25 cm dal tracimamento. Il bacino Mainente ha funzionato perché siamo riusciti a scaricare l'acqua che altrimenti sarebbe arrivata in paese. Abbiamo messo in evidenza il fatto che le idrovore non possono essere trasportate in emergenza per cui saranno posizionate in maniera

definitiva. La paratoia alla confluenza con l'Alpone ha funzionato egregiamente. Ci sono stati dei problemi elettrici ma intervenendo con i generatori si è riusciti a chiuderla ed aprirla. Al di là delle paratoie l'acqua tracimava mentre noi eravamo ancora in situazione di sicurezza. L'altra situazione – aggiunge ancora Gambaretto - riguarda la zona di S.Matteo che riceve tutta l'acqua di scolo dei campi a partire da S.Vittore. Nella relazione ho sollecitato l’intervento di Alta Pianura Veneta, essendo il problema di loro competenza. Abbiamo fatto anche una verifica assieme agli agricoltori per capire se nell'emergenza fosse possibile far scorrere l'acqua nei campi. Dobbia-

L’incubo alluvione, tornato a spaventare per alcuni momenti anche in questo 2013, è stato allietato però da una buona notizia: sono disponibili i soldi per liquidare i danni dell’alluvione di novembre 2010 e una parte per quelli che hanno subito quella a marzo 2011. «Alla fine di maggio tutti i cittadini che avevano presentato le fatture per danni nell’alluvione 2010 sono stati liquidati poiché sono arrivati 597.000 euro dalla Regione che ci hanno consentito di saldare tutti, secondo quello che avevano dichiarato – afferma il sindaco Lino Gambaretto -. Lo scorso 27 maggio ho saputo che dovranno arrivare anche i soldi in base all’accertato dai nostri tecnici dalle loro verifiche e non al dichiarato dai cittadini (circa 400 mila euro). M.G.M.

mo mettere in una situazione di tranquillità i cittadini perché giustamente sono molto preoccupati». Una situazione di emergenza che fortunatamente si è risolta in pochi giorni. Moltissime famiglie sono state comunque colpite e danneggiate ed hanno vissuti momenti di vera paura. «Abbiamo avuto 120 situazioni di famiglie colpite dall'acqua - continua il Sindaco -. Abbiamo poi rilevato 5 frane in collina, già segnalate al Prefetto. Stiamo lavorando in maniera forte da una parte per sistemare e potenziare le misure di contenimento e

dall'altra per stimolare chi deve fare qualcosa ad agire in modo concreto assumendosene le responsabilità». Un'emergenza rientrata anche grazie all'aiuto di molti volontari del paese che hanno messo a disposizione strumentazione e tanta buona volontà. «Devo ringraziare tutti gli agricoltori e le persone volontarie che ci hanno aiutato - conclude Gambaretto -. Ci stiamo muovendo con i nostri cittadini per creare un gruppo di persone, soprattutto tra gli agricoltori, che nell'emergenza sia in grado di attivarsi in tempi brevissimi grazie

ad una semplice comunicazione via sms. Non vogliamo creare una squadra di protezione civile, per questo siamo già appoggiati alla Val d'Alpone che devo sempre ringraziare. In questa ultima occasione per esempio hanno controllato l'idrovora più importante che teneva in sicurezza il paese 24 ore su 24. Ora dobbiamo capire come muoverci perché abbiamo un piano di protezione civile ma molto spesso quando le cose si sperimentano dal vivo ci si rende conto delle carenze dei piani scritti sulla carta». Ludovica Purgato

MONTEFORTE. Parte del paese sommerso per qualche giorno Lo scorso 16 maggio a Monteforte e in tutto l’est veronese è tornato l’incubo alluvione del novembre 2010 e una parte del paese è rimasta sommersa per qualche giorno. «Già dalla sera del 5 maggio avevo allertato la Protezione Civile e avvisato il dirigente scolastico e i presidenti delle scuole materne del paese che avrei chiuso le scuole in caso di pericolo – afferma il sindaco di Monteforte, Carlo Tessari -. Abbiamo così attuato il piano per le emergenze concordato con la Protezione Civile il mese scorso. La situazione dell’innalzamento dell’Alpone è stata monitorata dalla mattina del 16, quando ho deciso quindi di allertare anche i vigili del fuoco. Fortunatamente – aggiunge il primo cittadino - stavolta i danni sono stati limitati ai piani bassi delle case soprattutto cantine, taverne e garage». Terminata l’emergenza, in prefettura a Verona si è tenuta una riunione dov’erano presenti i sindaci di tutti i comuni colpiti, il prefetto di Verona Perla Stancari, il questore e le forze dell’ordine, il Genio Civile, il Consorzio di Bonifica e rappresentati dell’autostrada Serenissima. «In quella sede – continua Tessari - ho affermato che se non si procede nei tre stadi d’intervento (bacino di laminazione alla Colombaretta, allargamento del bacino di Montebello e sistemazione del ponte della Motta) noi saremo sempre in preallarme a ogni pioggia abbondante. Nel frattempo ho invitato i cittadini colpiti dagli ultimi eventi a segnalare i danni che hanno riportato, che abbiamo stimato intorno ai 600mila euro per le abitazioni, 60.000 euro per la viabilità comunale e 50.000 euro per l’emergenza. Il mio rammarico è che finora il governatore del Veneto Luca Zaia non abbia preso contatto ancora con nessun comune colpito da quest’ennesima alluvione. Nel frattempo ho preparato un documento da inviare a Zaia, al prefetto di Verona, all’assessore regionale all’ambiente Maurizio Conte, all’autorità di bacino, alla Protezione Civile, al Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta e alla Provincia perché non possiamo continuare a sopportare una situazione simile. Per ora c’è solo un progetto per la Colombaretta e il resto è tutto da decidere. Intanto il territorio è stato deprezzato e ho fatto un’ordinanza che le case che saranno edificate in futuro, i garage non dovranno essere costruiti sottoterra ma tutto sopra il livello del suolo».



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SOAVE. Le iniziative per valorizzare Castelletto, Castelcerino, Costeggiola e Fittà

VANDALISMO

Sicurezza innanzitutto Il Comune interviene

Telecamere in centro

L’amministrazione comunale di Soave ha avviato una serie di iniziative per tutelare e valorizzare le frazioni di Castelcerino, Castelletto, Costeggiola e Fittà. In primis la sicurezza dei cittadini, in particolar modo dei più piccoli... «I residenti di Castelletto protestavano perché la staccionata di cemento che separa la ferrovia era ceduta - spiega il consigliere di minoranza Matteo Pressi -. E' stata in queste condizioni per un anno e mezzo, nonostante i cittadini avessero avvisato i vigili e la rete ferroviaria. Non avendo ricevuto nessuna risposta, i cittadini mi hanno allertato e ho così scritto una lettera al tronco lavori di Vicenza, che ha in carico la manutenzione di questo tratto. Circa una settimana dopo sono venuti a sistemare tutta la zona rotta». Anche il Sindaco Lino Gambaretto era venuto a conoscenza del problema tramite gli incontri nelle frazioni e aveva provveduto:

«Sono venuto a conoscenza del problema molto tempo fa e ho subito mandato comunicazioni per sollecitare la riparazione - aggiunge Gambaretto -. Fortunatamente ora la recinzione è stata sistemata». Sicurezza dei cittadini ma anche tutela dei diritti delle persone disabili che, a causa di barriere architettoniche, non riescono ad avere accesso al cimitero. «La Giunta ha iniziato a progettare una sistemazione di tutti i cimiteri. Toglieremo la ghiaia dai vialetti e

tutte le altre barriere architettoniche presenti» - illustra Matteo Pressi. Il Sindaco Gambaretto aggiunge: «Il progetto è già pronto e approvato sia dalla commissione edilizia che dalla soprintendenza, purtroppo non sappiamo ancora se ci arriveranno finanziamenti. Se dovessimo avere la disponibilità economica questa sistemazione avrà la preferenza rispetto ad altro». Il giovane Matteo Pressi ha un'altra proposta da fare al Sindaco: «Sto ulti-

La nuova taccionata

mando la proposta di modifica dello statuto del comune in cui c'è scritto che il consiglio comunale si può riunire solo all'interno del palazzo municipale. Questo infatti ci impedisce di fare il consiglio comunale nelle frazioni dotate tutte di una sala civica. Credo sia un atto simbolico davvero fondamentale per far capire la vicinanza del consiglio comunale a tutte le persone residenti a Soave». Il Sindaco Lino Gambaretto risponde: «Il palazzo comunale è il luogo dove vengono prese le decisioni. Nel caso in cui ci fossero questioni particolari riguardanti una data frazione da discutere in consiglio allora può essere opportuno riunirsi nelle frazioni. In caso dunque di esigenze particolari certamente ci si può riunire anche nelle sale civiche ma non può diventare la prassi, il consiglio comunale non può essere itinerante».

Da pochi giorni si sono completati i lavori in piazza Castagneti, ma c’è già chi ha deciso di danneggiarla, come è accaduto in altre zone del centro storico. Il sindaco Lino Gambaretto si vedrà così costretto a installare delle telecamere nelle zone a rischio per scovare i colpevoli. «Sono stati appena ultimati i lavori in zona di Porta Verona e si sono già visti segni d’inciviltà e maleducazione. Dopo l’incertezza iniziale, i lavori hanno ricevuto segni di stima da parte degli abitanti e dei turisti, ma qualcuno durante la notte decide di sfregiare la zona perché ogni mattina quando passo con l’auto vedo questi segni di vandalismo cioè auto che volutamente entrano dentro le aiuole distruggendo i fiori e fanno manovre selvagge. Per ben cinque volte sono state installate le pensiline

per gli autobus e sono state regolarmente distrutte. Nel parco giochi registriamo un utilizzo selvaggio da parte dei giovani, per non parlare delle vignette oscene che dobbiamo continuare a ricoprire nella fermata degli autobus in centro sotto il portico. Le auto che entrano nelle aiuole stanno rompendo gli impianti d’irrigazione e adesso dovremmo richiamare la ditta per sistemarli. A questo punto – conclude il sindaco - chiedo a chi dovesse assistere a tali gesti di segnalarlo. Da parte nostra installeremo una telecamera, per difendere il territorio. Purtroppo un’amministrazione comunale non può molto contro questi episodi perché non può sorvegliare tutte le zone interessate continuamente quindi ci sarebbe sempre il tempo per fare delle sciocchezze». M.G.M.

Ludovica Purgato

CASTELLETTO

Fidas, trent’anni di donazioni La Fidas di Castelletto compie 30 anni. Trent'anni di donazioni e servizio per gli altri, celebrati domenica 12 maggio con l'inaugurazione di un monumento posto nel piazzale della chiesa. I bambini della scuola dell'infanzia del paese hanno recitato un elogio al donatore con una goccia rossa appesa al collo davanti all'opera d'arte realizzata dall'artista soavese Clau-

dio Oliboni. «Il direttivo ha scelto di deporre un'opera dedicata al donatore, a tutti i donatori, non solo di sangue ma anche di organi e midollo osseo – commenta il portavoce del gruppo Fidas sezione di Castelletto -. Si è cercato di trasmettere un messaggio a chi si fermerà a guardare quest'opera, è una frase di S.Giovanni Calabria patrono della Fidas Verona. Vogliamo rin-

graziare coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo monumento, in particolar modo un grazie all'artista Claudio Oliboni per aver trasformato il nostro messaggio in un'opera d'arte». Claudio Oliboni, artista di Soave e realizzatore del monumento ha commentato: «L'opera ha una forma molto semplice e simboleggia il donatore che sostiene e da speranza all'umanità intera». A scoprire il monumento dedicato ai donatori il Sindaco di Soave Lino Gambaretto che ha concluso: «Celebriamo oggi trent'anni di questa importante realtà. Una realtà viva e fondamentale per il paese che si manifesta ogni giorno sempre di più. Voglio ringraziare tutti gli appartenenti alla Fidas per aver voluto e realizzato questa giornata di festa. Queste persone ogni

giorno si mettono a disposizione degli altri donando ciò che è loro più prezioso: una parte di sé stessi. Grazie di cuore». L.P.

SOAVE. La “casetta” che distribuisce acqua Lo scorso 26 maggio a Soave, in occasione della manifestazione Bimbinbici, è stata inaugurata la casetta per la distribuzione dell’acqua potabile in Foro Boario a fianco del distributore del latte. «Il Comune – afferma Gaetano Tebaidi, assessore all’ecologia del comune di Soave - non ha dovuto sostenere alcun costo: ha dato solo in comodato la piazzola. La casetta dell’acqua è un messaggio che si vuole dare e un servizio che si vuole instaurare a fianco di quella del latte per la nostra idea ambientalista. Grazie a questa saranno prodotti meno rifiuti non acquistando le bottiglie d’acqua. Inoltre si sviluppa una nuova sensibilità al consumo dell’acqua del rubinetto poiché l’acqua del distributore si appoggia all’acqua comunale ed è filtrata e depurata pure in uscita con dei raggi UV per abbattere tutte le cariche batteriche ed è persino refrigerata. L’acqua, distribuita in bottiglie lavabili in lavastoviglie, potrà essere acquistata con le monete oppure si potrà usare una tessera ricaricabile venduta nel distributore a un prezzo ancora minore». L’acqua, naturale o gasata, proviene dall’acquedotto, filtrata con dei carboni attivi, immessa in un refrigeratore e gasatore e, in uscita, sottoposta ad una lampada UV che fa l’ultimo abbattimento batteriologico.


CRONACHE UNIONE COMUNI VERONA EST Il settore dei Servizi sociali dell'Unione Comuni Verona Est ha aperto, in collaborazione con l'Associazione Alzheimer Verona, uno dei primi “Caffè della memoria” presenti nella provincia veronese. L'inaugurazione di questo nuovo spazio è avvenuta all'Auser di Villaggio, che, grazie alla disponibilità del presidente Giovanni Poggiani, ha permesso la realizzazione di questo progetto nella sede del circolo. Il “Caffè della memoria” è aperto tutti i mercoledì, dalle 17 alle 19, ed è rivolto in modo particolare alle persone che soffrono di demenza senile e ai loro familiari. «Dopo il ciclo di incontri di formazione tenutisi a Colognola nello scorso mese di marzo all’interno di un apposito Progetto Regionale, i familiari e gli operatori coinvolti hanno espresso il desiderio di proseguire questi momenti di incontro – ha fatto presente Emanuela Tri-

Circolo Auser

COLOGNOLA. Le Forze dell’ordine all’Istituto comprensivo

carico, assistente sociale dell'Unione Comuni Verona Est – sia per costituire un gruppo di mutuo aiuto diretto soprattutto ai familiari, sia per avere uno spazio-laboratorio per le persone malate. L’idea è stata quella di avviare un volta alla settimana uno spazio dedicato a questo, dove operatori inviati dall’Associazione Alzheimer di Verona, operano con gli anziani per un recupero di abilità cognitive attraverso piccole attività e la musico-terapia. Contemporaneamente – ha precisato Tricari-

Servizi di

Daniela Rama foto di Marco Testi co – si potrà dedicare tempo ai familiari degli stessi al fine di offrire loro un momento per il confronto e la condivisione di problematiche che ogni giorno vivono». Lo spazio per realizzare “Il caffè della memoria” è stato individuato presso l’Auser di Colognola, in via Montanara, lungo la provinciale per Illasi, perché ritenuto il più idoneo in quanto facilmente raggiungibile anche dai Comuni vicini che fanno parte dell'Unione, vale a dire Caldiero, Illasi, Mezzane, Belfiore e Colognola.

so così significativo, è stato il parroco monsignor Antonio Cameran, intenzionato a far riscoprire il valore della croce cristiana non solo ai suoi parrocchiani, ma ora anche alle tantissime auto che transitano sulla strada regionale 11, sulla quale si affaccia l'opera. «La croce di notte si illumina e vuol essere un elemento distintivo della comunità di Stra – ha spiegato il giorno dell'inau-

gurazione Flavio Piccoli, presidente dell'associazione artigiani del paese – maestosa nella sua semplicità, è stata interamente realizzata da noi artigiani . E' un segno che abbiamo voluto donare a testimonianza della nostra presenza attiva nel territorio. Per questo l'abbiamo costruita tutti insieme, ognuno avvalendosi della propria professionalità e competenza». Il progetto dell'opera, il cui iter burocratico è stato seguito dall'assessore alle attività produttive Gianpaolo Zumerle, è stato elaborato dall'ingegnere Maurizio Bertini e dall'architetto Edoardo Ambrosini. La grande croce luminosa è stata oltre che inaugurata anche benedetta durante una santa messa presieduta dal vicario generale monsignor Mario Masina.

SCUOLA GINO FANO/CORSA CAMPESTRE La tradizionale corsa campestre organizzata dalla scuola secondaria di primo grado Gino Fano di Colognola, quest’anno, per la prima volta, ha coinvolto tutto il paese ed è approdata nel parco comunale di Villa Aquadevita. E’ stata un'esperienza di ampio respiro e il risultato di un lavoro sinergico tra scuola, Comune, Aido, Pro loco, Als, Polizia locale dell'Unione Comuni Verona Est, Carabinieri in congedo, docenti, genitori, collaboratori scolastici e diverse realtà imprenditoriali e commerciali del territorio che hanno fatto da sponsor. Gli studenti hanno dato vita prima a una spettacolare corsa e poi a un emozionante inseguimento a squadre. «Avere la possibilità di usufruire dello spazio di Villa Aquadevita ci ha permesso di organizzare una corsa campestre significativa sotto tutti i punti di vista» – ha fatto presente la professoressa Ivana Ferro, insegnante di ginnastica. La corsa è stata una vera e propria festa, a cui hanno partecipato tanti

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Gli alunni vanno a scuola di divise

COLOGNOLA AI COLLI A Colognola l'impresa e il mondo produttivo sono anche al servizio della collettività. E' partita da questa convinzione, l'idea che l'associazione degli artigiani del paese ha avuto di finanziare e realizzare la posa di una grande croce sul sagrato della chiesa parrocchiale “Maria Immacolata” di Stra'. A esprimere il desiderio di dotare lo spazio antistante la chiesa di un simbolo religio-

Giugno 2013

cittadini assiepati lungo il tragitto a incitare i ragazzi. Tra i primi fans c'erano i genitori presenti, sia come giudici di gara che come responsabili dei punti di ristoro, dimostrando grande disponibilità così come tutte le associazioni e gli enti coinvolti. Dopo una mattinata di sport, le premiazioni si sono tenute alla presenza del dirigente scolastico Donatella Mezzari, del sindaco Alberto Martelletto e degli assessori comunali. «La gara – ha precisato la professoressa Ferro - è avvenuta a conclusione di un lavoro di preparazione affrontato con i

ragazzi durante l’anno scolastico. Non si è trattato di una corsa competitiva ma di un’occasione di verifica del miglioramento conseguito a livello personale da ogni alunno. L’iniziativa ha avuto anche una valenza socializzante, dato che l’impegno di ogni alunno è stato funzionale al punteggio finale di classe. Quest’anno, inoltre la corsa si è caratterizzata come momento aggregante tra alunni, insegnanti, genitori, collaboratori, istituzioni, associazioni e cittadini, tanto che, visto il buonissimo esito, potrebbe diventare una tradizione».

É stata una lezione di vita del tutto particolare quella cui hanno assistito gli alunni dell'istituto comprensivo di Colognola ai Colli, guidato dalla dirigente Donatella Merzari. A salire in cattedra sono state, stavolta, tutte le forze dell'ordine della zona che, attraverso l'iniziativa denominata “Carosello delle divise”, hanno spiegato agli studenti in cosa consiste la loro azione sul territorio. Realizzato in sinergia dal Comune e dal Reparto Volo Emergenze onlus - specializzato nelle operazioni di soccorso e di prevenzione delle emergenze - con il patrocinio di Regione e Provincia, l'evento ha riscosso un notevole successo tra gli allievi e ha centrato l'obiettivo della dirigente e dell’Amministrazione comunale che, mediante il “Carosello”, intendevano far capire ai bambini della primaria Dante Broglio e ai ragazzi delle medie Gino Fano, che

quanti indossano una divisa sono un grosso punto di riferimento per tutti. Proprio sulla divisa è stata fatta una riflessione precisa, insegnando agli studenti a distinguere quella delle Forze dell’ordine, dei militari e del mondo del volontariato. Ciascun gruppo ha messo in evidenza come la buona collaborazione tra loro porti a un soccorso tempestivo che, molto spesso, salva la vita. Alla manifestazione - cui hanno preso parte spiegando le proprie funzioni e i mezzi usati, Carabinieri, Guardia di Finanza, Croce Rossa, Vigili del Fuoco, Polizia locale e Stradale, Esercito, Aeronautica militare, Protezione civile e Associazione nazionale carabinieri in congedo - ha presenziato il sindaco Alberto Martelletto che nel ringraziare la preside per la disponibilità, nonché tutti i corpi militari, ha commentato «questo evento offre la grande opportunità ai giovani e alla comunità di riflettere sull´importanza del senso civico, della collaborazione e della convivenza solidale». A fargli

Donatella Merzari

eco è stato l'assessore alla Protezione Civile Gianpaolo Zumerle che ha sottolineato «il carosello è stato pensato con l'intento di sensibilizzare in primis i ragazzi sul mondo degli operatori della sicurezza, per far conoscere chi lavora per la legalità, per il buon funzionamento della nostra società, gestendo le emergenze e le necessità».


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Giugno 2013

SAN BONIFACIO. La ProLoco traccia un bilancio della Fiera di S.Marco

Al bando le polemiche Un’edizione positiva L'organizzazione di un evento importante come la Fiera di San Marco non è certo una cosa semplice, basti pensare al gran numero di realtà ed associazioni che vengono coinvolte. Proprio l'Amministrazione comunale ha fortemente spinto per la partecipazione delle associazioni sambonifacesi, prima fra tutte la Pro Loco, chiamata a gestire il settore Gastronomia. «A parte qualche incomprensione nella fase organizzativa iniziale che ha fatto prestare

il fianco a facili strumentalizzazioni politiche con spunti polemici riportati nel giornale L’Arena, possiamo dire che la macchina organizzativa composta da Multiservizi S.B. srl, Amministrazione Comunale, Pro Loco, Associazioni di Categoria e Altre Associazioni locali, ha funzionato benissimo ed in piena sinergia» così si esprime il Presidente della Pro Loco, Paolo De Mattia. «Indubbiamente il risultato è stato positivo, con una buona partecipazio-

ne di pubblico nonostante la situazione meteorologica incerta – aggiunge -. Siamo fieri di poter essere parte attiva della Fiera. Si sono riscontrate delle problematicità e proposti dei perfezionamenti per le prossime edizioni nell’ottica di un continuo miglioramento del servizio offerto. I volontari coinvolti si sono impegnati al massimo per mantenere alto lo standard qualitativo. Tenuto conto che si tratta di prestazioni offerte da volontari e non da

ditte di ristorazione (non si tratta infatti di effettuare un servizio mensa, né di servire pasti fornita da un catering) l’offerta è stata ricca e varia con la possibilità di degustare i prodotti tipici del territorio. La novità di quest’ anno ha riguardato una nuova disposizione della distribuzione, decentrando i punti di consegna delle pietanze a seconda delle specialità gestite dalle diverse associazioni impegnate in cucina, cercando così di evitare lunghe file e intasamenti per poter accontentare tutti nel più breve tempo possibile. Nonostante ciò abbiamo registrato alcune lamentele , ma si sa che nelle feste popolari e nelle sagre l’ attesa presso gli stand gastronomici è una cosa congenita. Situazioni, quelle appena descritte, comuni ad ogni evento che richiama un numero elevato di persone. I volontari, membri della Pro loco, Locara 2000, Comitato Villanova, Gruppo Lobia, Amici del Ballo e Consulta Giovanile hanno lavorato con impegno riuscendo a far fronte a tutte le esigenze che si sono presentate. Ogni associazione, infatti, si occupava di preparare una specifica specialità del menù proposto. In questi anni la gestione della Fiera - conclude il presidente della Pro Loco – è divenuta sempre più impegnativa. Con l’esperienza maturata siamo pronti ad affrontare sempre nuove sfide ad ogni edizione. Questa è stata una edizione ad impatto zero, grazie all’utilizzo di stoviglie biodegradabili e compostabili in mater-Bi e p.l.a. e un’oculata separazione dei rifiuti. Abbiamo anche organizzato nuove attività coinvolgendo l’Associazione AmenteLibera e i Ricercatori Documenti Storici che hanno condotto le visite guidate alla Chiesetta di Sant’Abbondio alla Motta». Matteo Dani

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Photo Meeting 750 appassionati

«Un bel successo nonostante i contrattempi dovuti al maltempo». Con queste parole gli organizzatori sintetizzano il risultato del primo Photo Meeting di San Bonifacio, tenutosi lo scorso 19 maggio presso la struttura del Palaferroli. L'evento è stato organizzato dall'associazione RSB Club e curato da Francesco Bognin, Federico e Giorgio Lecca; quasi sei i mesi di preparativi e organizzazione che rischiavano però di essere mandati in fumo dalle piogge torrenziali e dall'esondazione dell'Alpone che nei giorni precedenti aveva messo a rischio il palazzetto dello sport. «Siamo comunque riusciti a realizzare il progetto che avevamo in mente – spiega Francesco Bognin – e ad accogliere quasi 750 appassionati di fotografia, anche se, probabilmente, senza i problemi causati dal maltempo i numeri sarebbero stati più alti». Tutti i giorni i fotografi, sia professionisti che semplici appassionati, spulciano internet e le riviste di settore per trovare l'attrezzatura adatta per migliorare i loro scatti. «Da questo è nata l'idea di creare un evento che riunis-

se rivenditori e fotografi dando modo ad ognuno di toccare con mano gli oggetti che si desidera acquistare. Ci siamo messi in contatto con Domenico Florio, l'organizzatore del Fotomercato di Sacile, e grazie anche alla sua collaborazione è stata messa in piedi tutta la rete di contatti che ha permesso la realizzazione del Photo Meeting a San Bonifacio». Oltre al mercatino fotografico durante la giornata, grazie alla presenza del fotografo Federico Sossella, è stata anche allestita una sala posa con modelle e modelli, che ha dato la possibilità ai presenti di sperimentare nuove tecniche fotografiche e di testare l'attrezzatura appena acquistata dagli espositori presenti. «E' andata bene – concludono gli organizzatori -, pubblico ed espositori erano soddisfati e sono arrivati visitatori da tutto il Nord Italia; per questo dobbiamo ringraziare tutti i ragazzi e le ragazze che ci hanno dato una mano nell'organizzazione e nella gestione dell'evento. Ora stiamo valutando la possibilità di ripetere l'esperienza, magari il prossimo autunno». M.D.

SAN BONIFACIO. CER pronto a partire Definiti gli ultimi dettagli, il CER 2013 del Comune di San Bonifacio è pronto a partire e a raccogliere le ultime iscrizioni. Scatteranno il 17 giugno le otto settimane di Centro Estivo Ricreativo alla scuola elementare G. Sandri di via Roma: “C'era una volta..Esperienza Giocosa tra passato e presente” è il tema che accompagnerà i ragazzi e che permetterà a tutti gli iscritti di divertirsi riscoprendo storie, favole e giochi di una volta, in un viaggio che li porterà anche attraverso l'infanzia vissuta dai loro genitori. Il CER 2013 sarà diviso in quattro turni bisettimanali: 1° turno dal 17 al 28 giugno, 2° turno dall’1 al 12 luglio, 3° turno dal 15 al 26 luglio e 4° turno dal 29 luglio al 9 agosto. Definito anche il programma delle gite educativo-ricreative che porterà i ragazzi al Parco Natura Viva di Bussolengo (25 giugno), all'Archeoland di Stallavena (9 luglio), al Lago di Garda (23 luglio) e a Bolca (30 luglio). Il team di educatori selezionati che seguiranno i ragazzi durante le attività giornaliere sta anch'esso perfezionando i programmi da seguire. Le iscrizioni al CER 2013 sono ancora aperte: per tutti i genitori che volessero iscrivere i propri figli o avere maggiori informazioni sul progetto è possibile contattare il Servizio Pubblica Istruzione del Comune di San Bonifacio al numero 045/6132625-624 o tramite gli indirizzi mail lpasini@comune.sanbonifacio.vr.it e amilani@comune.sanbonifacio.vr.it.






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LONIGO. Il sindaco Boschetto si schiera a favore del restauro del Santuario

17 5° ANNIVERSARIO

Madonna dei Miracoli, Collis Veneto un patrimonio da salvare Wine Group Servizi di

Matteo Dani Il Santuario della Madonna dei Miracoli e le necessarie opere di restauro della chiesa tornano all'ordine del giorno, e il Comune di Lonigo se ne occupa in un'assemblea pubblica presieduta dal sindaco Giuseppe Boschetto e con la presenza dei membri della Commissione per il Restauro. «Scusate se sono schietto, ma per me non è più accettabile vedere l’artistica facciata della chiesa transennata da 8 anni, è una vergogna». Sono dure le parole usate dal primo cittadino di Lonigo che fa intendere a tutti come sia finito il momento di aspettare, ma sia ora davvero necessario dare il via alle prime opere su quella che, fra le 10 chiese leonicene, è quella che più necessita di interventi di straordinaria manutenzione ed è anche la chiesa parrocchiale della frazione di Madonna, la più popolata del territorio di Lonigo. Il Santuario e il suo museo rappresentano uh patrimonio archittettonico e artistico di assoluto rilievo ed ospitano le testimonianze la celebre pittura della Vergine che nel 1486, dopo essere stata sfregiata con un coltello, iniziò a sgorgare sangue e a muoversi, segnando l'inizio di un'attività taumaturgica e di una devozione per un il miracolo avvenuto. Le stesse tavole e oggetti votivi conservati nel museo rappresentano anch’essi i segni della fede e della devozione dei fedeli che nel corso del tempo hanno ottenuto aiuti e miracoli dalla Madonna. Giuseppe Boschetto nel corso del suo intervento ha riconosciuto il grande lavoro svolto in questi anni dal Comitato per il Restauro (fondato nel 1985) e dai volontari, che si adoperano per far conoscere il Santuario sia a Lonigo che fuori, portando ad un certo

risveglio turistico verso il santuario e verso l'annesso museo. «Vogliamo agire con trasparenza – continua il sindaco – e avere il coraggio di dare il via alle prime necessaire opere di restauro, per le quali daremo presto comunicazione sui costi». Tra i primi interventi in programma dovrebbero esserci quelli relativi per mettere in sicurezza la struttura della chiesa, soprattutto per quanto riguarda la facciata sud e la ripassatura del tetto. «Il Santuario è un bene di tutta la comunità – ha concluso Giuseppe Boschetto -, non è quindi più tempo di nascondersi e cercare le solite scuse; è vero che siamo in un periodo di crisi, ma credo che tutti possiamo fare qualcosa, secondo le possibilità che ciascuno di noi ha».

Quasi mille i soci riunitisi lo scorso 31 maggio al Palaferroli di San Bonifacio per il 5°anniversario di Collis Veneto Wine Group. Cinque anni di ascesa e di grandi numeri per il consorzio costituito il 26 giugno 2008 da Cantina di Colognola ai Colli e Cantine dei Colli Berici (VI), grazie all’apporto del Banco Popolare come socio sovventore e del Gruppo CEVICO di Lugo di Romagna in partecipazione. Una storia breve, quella del Gruppo Collis, ma che già sta portando ottimi risultati, come testimoniano i dati: la possibilità di poter contare su quasi 6.700 ettari di vigneto, una capacità produttiva di 1 milione di ettolitri di vino e un fatturato di 76,4 milioni nel 2012 (che supera i 100 se si somma il bilancio della controllata Riondo). Quasi 3.000 i soci totali di un gruppo che ha fatto della qualità un marchio di fabbrica. Con un portafoglio prodotti esteso dal Garda ai Colli Euganei, il 70% bianchi e il 30% rossi, di cui il 65% a Igt e il 35% Doc, Collis annovera nel parco varietale tutti i vitigni presenti in Veneto e le principali denominazioni in area Valpolicella, Soave, Colli Berici, Arcole, Merlara. La sua capacità produttiva interessa il 15% di quella totale veneta e il 2% di quella nazionale. «Abbiamo saputo valorizzare la storia che abbiamo ereditato – ha commentato il presidente Collis Pietro Zambon , puntando però fortemente sull'innovazione. In questa maniera si è potuto potenziare e perfezionare il sapere delle singole cantine, dando continuità al lavoro dei viticoltori. Il Gruppo Collis appartiene prima di tutto ai suoi soci, per questo crediamo che l'aggregazione sia la carta vincente per il futuro».

IL LIBRO. “Torri di Confine” pubblicato dall’Associazione Ricercatori Il libro che quest’anno l’Associazione Ricercatori Documenti Storici ha deciso di pubblicare, riguarda la località di “Torri di Confine”, posta al limite orientale del territorio comunale di San Bonifacio, tra la provincia di Verona e quella di Vicenza. È dal 1997, con la pubblicazione sulla presenza della Repubblica di Venezia nella Val d’Alpone, che l’Associazione si interessa a questo luogo che, proprio per il suo isolamento, non è mai stato accuratamente studiato. La ricerca si è prima concentrata sul sito e la sua localizzazione da sempre in un’area di confine contesa tra diverse giurisdizioni che ha visto nella storia spostamenti di cui il più importante avvenne in base agli accordi di pace di Fontaniva nel 1147, che prevedevano che Vicenza cedesse questa parte di territorio a Verona per l’aiuto che questa le aveva dato contro i padovani. Non essendoci sul nuovo confine nessun importante elemento naturale di separazione, sorse ben presto la necessità di uno strumento difensivo posto sulla strada per Vicenza. Fu probabilmente solo dopo la nascita dello stato scaligero, quando il confine con Vicenza, controllata dalla nemica Padova, era diventato uno dei punti caldi della difesa veronese che si rese necessaria la costruzione di questo baluardo difensivo, quindi tra la fine del ‘200 e l’inizio del ‘300. Osservando gli edifici risalta subito la possente torre, che presenta la tipica muratura mista in pietra e mattoni delle costruzioni scaligere. Addossato a questa, ma sviluppato lungo la strada, un grande palazzo, per metà trasformato in stalla, attribuibile per le caratteristiche architettoniche al primo cinquecento. È nata quindi l’idea di preparare una pubblicazione su Torri di Confine che facesse luce sul valore storico e architettonico del complesso. La ricerca che ne è seguita, con il reperimento presso gli Archivi di Stato di Verona e Vicenza, di importanti documenti a partire dal ‘300, ha permesso di ricostruire la storia di Torri di Confine, con tutti i passaggi di proprietà che si sono succeduti nei secoli. A partire dalla prima citazione del 1321, quindi alla proprietà del vescovo di Verona e alla presa di possesso dei Da Lisca nel 1354, come ricompensa per il l’aiuto che avevano dato a Cangrande II nella rivolta di Fregnano, avvenuta proprio quell’anno. Perduta la funzione militare con il passaggio di Verona e Vicenza sotto la dominazione veneta, nel 1407, la “Possessione” di Torri di Confine fu venduta dalla Repubblica ai Da Lisca (che nel frattempo l’avevano persa). Nel 1448, in seguito al matrimonio di Lisca Da Lisca con Clemente Thiene, il complesso edilizio con tutti i terreni (320 campi), passa alla famiglia vicentina che la terrà fino alla fine dell’Ottocento. Furono i Thiene a costruire il grande palazzo, con annessa stazione di posta, osteria e albergo, che ancora oggi, pur nell’abbandono degli ultimi anni, si impone lungo la strada. La grande facciata era originariamente simmetrica, con l’elemento centrale più alto, per consentire l’accesso ai carri attraverso il volto. Purtroppo tutta l’ala sinistra è stata da tempo trasformata in stalla: restano nella muratura evidenti i resti dei contorni delle finestre in tutto simili a quelle dell’altro lato. I particolari, come i contorni delle finestre ad arco al primo piano, con la tipica lavorazione che riprende motivi desunti dai monumenti romani, ci consentono di attribuire l’epoca di costruzione all’inizio ‘500. Annessa al complesso vi è anche una piccola cappella dedicata a S. Michele Arcangelo, posta dall’altra parte della SR 11 in Comune di Gambellara, che risale all’inizio del ‘700. Irnerio De Marchi


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COLOGNA. La struttura veronese protagonista alle mostre di Padova e Brescia

Il Museo archeologico “presta” i suoi gioielli Servizi di

Graziana Tondini Il museo archeologico di Cologna Veneta è stato istituito nel 1893, in seguito alla scoperta della necropoli di Baldarìa, durante i lavori di scavo per il nuovo alveo del fiume Guà. E’ il più antico della provincia veronese, con sede nel Palazzo ex Monte di Pietà, in Piazza Duomo. Il Consiglio Direttivo del Museo è formato da Paola Salzani, Conservatore, con Diana Ambrosi Grappelli Presidente, Linda Marcheluzzo Vice-Pres., Mirko Rizzotto Collaboratore ai servizi museali, Moreno Rizzotto e Silvia Ghirlanda, membri. Il Museo Civico di Cologna è attualmente Ente prestatore in due importanti mostre archeologiche: “L’età del rame” a Brescia e “Venetkens” a Padova. Ce le ha illustrate la dott.ssa Salzani: «L’apporto del Museo di Cologna a queste mostre è importantissimo. La nostra presenza in eventi di così ampio respiro testimonia quanto siano preziosi ed importanti i materiali presenti a Cologna, veri e propri “tesori” che contribuiscono a far luce sul nostro passato e che evidenziano l’importanza e la centralità del colognese e dei territori limitrofi fin da epoche remote». «Nella mostra “L’età del rame” sono visibili due tra i materiali più antichi del territorio colognese: un pugnale ed un’alabarda provenienti da Spessa – continua Salzani –. Il rinvenimento di questi

reperti risale al 1877 ad opera della famiglia Trentini, che li recuperò nel loro podere e li donò al Museo di Este. Essi sono tornati a Cologna solo dopo la riapertura del Museo Civico nel 1990». Anche quelli esposti a Padova sono reperti di gran valore: «Alla mostra “Venetkens” in Palazzo della Ragione, i reperti colognesi sono suddivisi in due sezioni: la 1° ospita il corredo di una sepoltura con il rito a “ceneri sparse”, rinvenuta a Desmontà, formato da fibule in bronzo, bracciali in bronzo a più avvolgimenti e soprattutto, un piedino d’argilla cavo al suo interno,

con un piccolo canale che termina nell’alluce. È un poppatoio, un antico biberon - spiega la conservatrice -. L’altra sezione ospita alcuni oggetti della necropoli di Baldaria, scoperta nel 1982-83: sono una fibula con arco a navicella sormontato da tre scimmiette in atto di bere, ed un cinturone a losanga decorato da simboli solari». La mostra “Venetkens – Viaggio nella terra dei veneti antichi” di portata internazionale, è aperta fino al 17 novembre 2013: un’ottima occasione per conoscere le ricchezze archeologiche del nostro territorio.

18 COLOGNA VENETA Come ogni anno l’ultima domenica di maggio a Cologna torna il “Concerto per la Giornata del Sollievo” un evento musicale dedicato ai malati dell’hospice e alle loro famiglie. La Giornata nazionale del sollievo venne istituita e celebrata per la prima volta in Italia nel 2002, dall’allora Ministro della Salute Umberto Veronesi. La giornata è nata per promuovere le cure palliative e in particolare, la terapia del dolore. A Cologna, la Giornata è organizzata dall’Associazione “Amici dell’hospice – San Cristoforo”, che dal 2004 si dedica ai malati terminali e alle loro famiglie. L’Associazione è composta da 13 persone, guidate dalla presidente Luigina Cavaliere e dalla segretaria Rosetta Crestani, e opera all’interno della struttura residenziale sanitaria bolognese. Chi aiuta? Le persone che non possono più essere guarite e hanno assoluto bisogno del sollievo dalla sofferenza fisica e dell’anima. «In hospice facciamo musicoterapia due volte alla settimana, poiché quello musicale è un linguaggio universale compreso e apprezzato da tutti spiega Crestati -. Questi momenti sono un allontanamento del malato dal suo stato di salute». Roberto Borin, dirigente medico dell’ULSS 20, ha ricordato le peculiarità della struttura:

«L’hospice di Cologna Veneta è stato il primo aperto in Veneto, un’esperienza positiva che è stata poi esportata in altre strutture sanitarie e di accoglienza. Cologna deve essere orgogliosa di questa residenza, dove operano con un valido interscambio medici, operatori sanitari e volontari, un connubio vincente tra istituzione pubblica e volontariato». Al concerto di Cologna hanno dato la loro adesione volontaria due musicisti del posto: il pianista Francesco Veronese e il tenore Paolo Restiotto che hanno presentato due canzoni del repertorio classico italiano e napoletano. Il concerto è stato presentato al Teatro Comunale dalla Symphonic Band del Conservatorio Dall’Abaco di Verona, diretta dai maestri Baietta, Verzini e Bonato, coordinati da Roberto Di Martino: «La nostra è un’orchestra di fiati, l’evoluzione della vecchia banda di paese - ricorda Di Martino -. La banda ha avuto una funzione importantissima nella divulgazione della musica, quando ancora nei paesi non c’era la radio. Suonava la banda e la musica era alla portata di tutti». L’hospice di Cologna viene gestito dalla locale IPAB D. Cardo e vi opera anche don Franco Corrà, sacerdote che sostiene gli ospiti con partecipazione e discrezione.


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VERONELLA. Il paese ha ospitato cinquanta persone del vicentino LA STORIA. Progetto aperto alle classi terze della scuola primaria

Quanti visitatori Archeoambiente: davanti al Tezon! scoprire Arcole

Il 4 maggio i volontari di “Salviamo Corte Grande” hanno ospitato un gruppo di Italia Nostra, Sez. Medio e Basso Vicentino, per una visita guidata alla Corte, alla Chiesa e al Tezon. Erano quasi 50 persone quelle in visita a Veronella, con il volontario, Prof. Romano Prando come cicerone. Sono intervenuti anche il parroco don Enrico Bortolaso ed il sindaco Michele Garzon. Dopo avere visto la chiesa parrocchiale e la Corte Grande, i visitatori hanno fatto sosta al “Tezon” di via Roversello, una struttura risalente al 1500. Uno strano legame univa all’epoca la pastorizia alla guerra: la Repubblica di Venezia

usava il salnitro nella fabbricazione della polvere da sparo, mescolato a zolfo e carbone. Per ricavare il salnitro, si utilizzava soprattutto il letame degli ovini, per cui la Serenissima aveva attivato un particolare servizio: «Il salnitraro aveva il compito di raschiare dai pavimenti o dai muri di ovili o stalle le “croste” di nitrato di calcio. Il prezioso materiale era quindi portato nei tezzoni e ricoperto con paglia: sopra ci andavano le pecore, che con le loro deiezioni arricchivano il prodotto. Dopo tre anni di questo trattamento si poteva estrarre il salnitro e comporre la polvere da sparo, che la flotta avrebbe usato per bom-

bardare i pirati” spiega il prof. Prando. “Teza” in veneto significa tettoia, come questo portico. Ma il toponimo Tezze, Tezon è molto usato: anche a Verona abbiamo via Tezon. L’edificio di Veronella è uno degli ultimi visibili tra quelli utilizzati a questo scopo». Soddisfatto della visita il sindaco Michele Garzon: «E’ stato bello per un pomeriggio vedere il paese animarsi con tanta gente, interessata alla nostra cultura, storia, tradizioni. Vorrei che questo fosse l’input per altre visite per valorizzare i nostri luoghi». Ai visitatori il sindaco ha fatto dono di un volume sulla storia recente di Veronella. G.T.

Si è svolto dal 4 all’8 maggio il progetto Archeoambiente, un viaggio alla scoperta del territorio di Arcole con il “cacciatore paleolitico” e il “contadino neolitico” riservato alle classi terze della scuola primaria e finanziato dall'assessorato all'Ambiente della Regione del Veneto e dall'assessorato alla Cultura del Comune di Arcole. Il progetto ha visto 4 giornate di lavoro, curate dal presidente di Sintesi Museo Didattico, Associazione Pedagogica e Culturale prof. Domenico Nisi. «Si è trattato di far scoprire ai nostri ragazzi chi erano e come vivevano i nostri antenati attraverso delle esperienze dirette dal forte coinvolgimento e che hanno

interessato anche le famiglie - commenta l'assessore alla Cultura, Alessandro Ceretta -. Lo scopo è stato quello di fornire conoscenze ma non solo. Si vuole far conoscere ed amare il territorio ai ragazzi che saranno i cittadini del futuro. Il tutto è stato vissuto come un'avventura, una scoperta che ha stimolato lo spirito di osservazione, l'orientamento e la manualità dei ragazzi oltre a favorire la conoscenza di loro stessi secondo i più recenti studi pedagogici». Soddisfatta del progetto anche il sindaco Giovanna Negro: «Ringrazio a nome della nostra comunità l'assessore regionale all'Ambiente Maurizio Conte per questa opportunità di cresci-

ta che viene data ai nostri ragazzi. Sono anche mamma e da genitore so quanto sia importante dare ai figli i migliori strumenti di crescita e questo progetto assieme ad altri, che stiamo programmando con l'assessore Conte, siamo convinti contribuiranno ad avere in futuro cittadini attenti al territorio e legati al loro passato. I ragazzi di Arcole finora non hanno mai avuto questa possibilità, noi vogliamo il meglio per i nostri figli e abbiamo attivato questa sinergia con la Regione Veneto. Il progetto ha coinvolto tutte le classi terze del capoluogo e, a partire da settembre, quelle di Gazzolo senza alcun costo per le famiglie».

ARTE. Elisa e Tania Rossin promosse alla Cinaroli e pronte al grande salto Hanno da poco concluso l’Accademia Cignaroli le gemelle Elisa e Tania Rossin, organizzando poi la loro prima mostra personale in Villa Cainacqua. Davvero uno strano caso, quello di trovare due artiste gemelle e per di più anche con la stessa laurea in decorazione all’Accademia Cignaroli di Verona. C’è anche un terzo gemello, Michele, ma lui si dedica a studi scientifici. «Già alle elementari avevo chiaro che la mia scuola avrebbe avuto un percorso artistico, così finite le medie mi sono subito iscritta al Nani di Verona» - spiega Elisa. «Io invece preferivo lo scientifico, ma poi accompagnando mia sorella ad iscriversi ho visitato la scuola e cambiato subito idea» - esordisce Tania. Concordi le gemelle sul proseguimento: «Finito il liceo ci siamo iscritte entrambe alla Cignaroli e fatti tre anni ci siamo diplomate in decorazione con il prof. Cecchini» prosegue Tania. Attualmente Tania ed Elisa stanno lavorando ad alcune opere su commissione e hanno organizzato la mostra “Arte ed emozioni” che si è tenuta l’8 e il 9 giugno: «In questa nostra prima personale – aggiungono Tania ed Elisa, di San Gregorio di Veronella - abbiamo esposto i nostri lavori di scultura, pittura e decorazione in un luogo adeguato che ha ospitato altre manifestazioni artistiche. Ci ha fatto piacere esporre in un contesto professionale. In attesa di una futura collaborazione con Francesca Repele, per la mostra di pittura a Veronella». G.T.


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CALDIERO. Un’opera idraulica farà defluire le acque nel torrente di Mezzane

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Caldierino mette KO il rischio allagamenti

“La ricchezza nell’educazione”

Caldierino sarà finalmente protetto dal rischio allagamenti. Tutto questo grazie ad un'opera idraulica che convoglierà le acque provenienti da nord e le farà defluire nel torrente di Mezzane. Un intervento importantissimo, atteso ormai da una decina d'anni dai cittadini, stufi delle continue inondazioni che colpivano il territorio compreso tra Caldierino e la zona produttiva. Giovanni Vesentini, assessore alle Attività Produttive, Protezione Civile, Ecologia e Manutenzioni del comune di Caldiero ha seguito l'iter del progetto fin dall'inizio essendo stato anche componente dell'ultimo Consiglio di amministrazione del Consorzio di bonifica Zerpano.

Consorzio che iniziò a studiare una soluzione a questo disagio già nel 2003 e che nel 2007 realizzò una prima parte di lavori. Nel 2009 il Consorzio di bonifica Zerpano è passato a far parte del Consorzio Alta Pianura Veneta che, sollecitato dall'Amministrazione comunale di Caldiero, ha ripreso il progetto nel 2010 apponendo alcune modifiche. «Il collettore convoglierà le acque provenienti da Colognola e dalla zona produttiva di Caldiero per portarle al di sotto dell'abitato di Caldierino - commenta l'assessore Vesentini -. L'intervento consiste nel far passare sotto la bretellina della Nuova Porcilana a Caldierino e sotto l'alveo del progno

IN BREVE DA CALDIERO (L.P.) “CAMMINAR PARLANDO”. “Camminar parlando” è un'iniziativa organizzata dall'assessorato allo sport e ai servizi sociali del Comune di Caldiero. In collaborazione con il gruppo podistico “Garden Story” tutti i lunedì ed i mercoledì vengono organizzate delle camminate nei quartieri del paese con un percorso di circa 6 km. L'evento adatto a grandi e piccini ha lo scopo di far socializzare le persone, conoscere il territorio e ovviamente promuovere una sana attività fisica. In ogni incontro viene individuato un argomento comune di dialogo con la presenza di figure rappresentative. Il gruppo si ritrova in Piazza O.Marcolungo tutti i lunedì e i mercoledì alle ore 18.40, l'attività verrà sospesa per il mese di agosto. HAPPY AISM. La sclerosi multipla è una malattia che colpisce in Italia circa 65.000 persone, 450.000 in Europa e 2,5-3 milioni nel mondo. Per sostenere le persone affette dalla SM la Aism sezione di Verona ha organizzato “Happy Aismincontriamoci per un aperitivo”, iniziativa volta a promuovere la socializzazione tra le persone colpite dalla malattia per mezzo di serate “aperitivi” con cadenza mensile. Venerdì 14 giugno dalle ore 20 si terrà il sesto e ultimo appuntamento presso la sagra di Caldierino. La manifestazione, seguita in diretta da Radio Rcs, darà modo alle persone affette da sclerosi multipla di socializzare e confrontarsi. Durante le giornate di festa sarà presente inoltre la nuova associazione “GOCCIE di Caldierino” formata da donne che creano e vendono oggetti artigianali con lo scopo di aiutare persone e famiglie in difficoltà.

Giovanni Vesentini

d'Illasi il collettore per farlo sfociare più a sud nel torrente Mezzane». Un intervento che va a tutelare il territorio e i cittadini come sottolinea Vesentini: «Nelle giornate dell'alluvione alcune fami-

glie a Caldierino hanno subito qualche disagio. Questo perché purtroppo i lavori non sono ancora conclusi e a causa del maltempo hanno subito molti rallentamenti. Una volta terminata definitivamente l'opera non ci saranno più allagamenti. La popolazione, in particolar modo quella di Caldierino, attendeva da molto tempo questo intervento. Siamo arrivati a questo risultato grazie all'impegno di vari enti che hanno collaborato per realizzare quest'opera idraulica. In primis Alta Pianura Veneta, il Genio civile di Verona, la Regione e tutti gli amministratori e i tecnici che hanno lavorato al progetto dal 2003 ad oggi. Un esempio chiaro di quanto sia importante trovare la sinergia tra gli enti: i risultati prima o poi arrivano Ludovica Purgato

La Biblioteca comunale di Belfiore ha organizzato il 5 maggio scorso la presentazione del libro “La ricchezza nell’educazione” di Alessandra Carbognin, cittadina belfiorese educatrice all’Educandato agli Angeli di Verona. Gli educandati sono una storica istituzione scolastica: il primo fu fondato a Palermo nel 1779 da Ferdinando IV di Borbone. Un’importante spinta a questi istituti venne da Napoleone Bonaparte, che ne aprì parecchi nell’Italia settentrionale ad inizio 1800. Nel clima napoleonico si inserisce la nascita dell’Educandato di Verona, sorto nel 1812. Sono scuole laiche fin dalle origini, divenute statali con Regio Decreto del 1929. La serata è stata introdotta da Maria Gabriella Landuzzi, docente all’Università di Verona. «Gli edu-

BELFIORE

Gli avisini e il Giro Anche l’Avis Belfiore era presente al passaggio dei ciclisti del Giro d'Italia il 22 maggio scorso. Con un’installazione di fogli blu in Piazza della Repubblica, gli avisini hanno salutato il giro. Poiché la corsa si snodava per le vie Porto (proveniente da Albaro), G. Marconi, Roma, San Rocchetto e Castelletto fino al confine con Soave, gli edifici storici di Belfiore sono stati poco

visibili, a parte una fugace ripresa del Santuario di Madonna della Strà. Un’occasione persa: il territorio meritava una migliore descrizione e promozione da parte della TV nazionale, più interessata alla strada e agli atleti che alla descrizione dei luoghi. Il Tour de France riserva immagini molto ampie dei luoghi toccati, un esempio da imitare. G.T.

IN BREVE DA BELFIORE “THE SUN” IN CONCERTO. E’ in programma per il 5 luglio prossimo a Belfiore, presso il Circolo NOI, il Concerto Live elettrico del gruppo The Sun. L'evento, patrocinato dal Comune di Belfiore, dalla parrocchia e da altri enti privati, avrà inizio alle ore 21.00. Info e prevendite: thesunbelfiore@gmail.com o pagina facebook The Sun Live Elettrico (G.T.) ECO…GIOCANDO. A Belfiore domenica 5 maggio si è svolta la manifestazione “Eco…giocando”, organizzata dall’Amministrazione comunale con la collaborazione delle associazioni locali ed esterne. Le varie associazioni si sono impegnate a coinvolgere le famiglie e i bambini con giochi e spettacoli collegati all’educazione ambientale: “giochi senza barriere”, giochi gonfiabili a cura di AMIA Verona, la vecchia fattoria, mercatino del libro usato, mostra-mercato di figurine, prove di agility dog, e tanto altro in una giornata dedicata a tutta la famiglia.

Alessandra Carbognin

candati sono scuole statali a tutti gli effetti, con la particolarità del servizio suppletivo di alloggio per studenti che restano per tutto l’anno - spiega Alessandra Carbognin -. Il libro riporta notizie storiche, ma la ricerca riflette soprattutto gli incontri con le persone, cosa si aspettavano da questa formazione, come l’hanno vissuta. Quasi tutte le convittrici anziane hanno ripercorso gli anni di scuola con nostalgia, nonostante le regole molto severe. Molto difficile la prova di galateo: se non sapevi comportarti correttamente a tavola, saltava il colloquio settimanale con i genitori. L’educandato per loro era costruirsi una formazione, per passare dal ruolo di figlia a quella di moglie e riuscire ad inserirsi nella famiglia e nella società dell’epoca». Molto diversa è la situazione attuale: «Quasi tutte le ragazze del liceo di oggi, finita la scuola, non sanno cosa le aspetterà – conclude Carbognin -. Vogliono affermarsi in una professione e l’educandato è visto come il percorso migliore per l’università e l’inserimento nella società». G.T.


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MONTECCHIA / SCUOLA DI MUSICA GIOACCHINO ROSSINI

Saggio finale pensando ai 30 anni Lo scorso 26 maggio nel Centro Convegni di Montecchia di Crosara si è svolto il saggio conclusivo della scuola di musica "Gioacchino Rossini" che quest'anno festeggia i 30 anni di attività. Per la prima volta all'interno del saggio si è deciso di premiare con una borsa di studio equivalente un anno di corso uno dei giovani più meritevoli della scuola. «Il premio - spiega Maria Bez-

zan preside della scuola di musica. è intitolato a Ermanno Cavalli, storico farmacista sambonifacese che nella sua vita ha avuto moltissimi interessi culturali fra cui la musica poiché suonava vari strumenti da autodidatta. Il figlio Andrea insieme alla madre Pia hanno deciso di istituire questo riconoscimento per ricordare la figura di quest'uomo la cui passione per la musica era parte

integrante di se stesso. Durante il saggio una commissione esaminatrice ha osservato i ragazzi miniori di 14 anni, valutando anche l'impegno profuso durante l'anno. Alla fine è stato scelto Samuele Dal Cero, un ragazzo di Montecchia che frequenta la prima media, bravissimo tastierista. Notevole il successo riscosso dalla serata del saggio, a cui hanno partecipato una quarantina di

ragazzi suonando il pianoforte, la chitarra elettrica, la chitarra classica, la tastiera e la fisarmonica». Gli insegnanti che seguono gli studenti sono Antonella Marchi per il pianoforte, Giuseppe Faedo per la chitarra ed Elio Bertolini per fisarmonica e tastiera pure direttore della scuola. Ai corsi partecipano bambini dalla seconda elementare fino ad adulti di tutte le età. Maria Grazia Marcazzani

22 MONTEFORTE. Gli artisti di strada si riuniscono a Buskerfloor Sabato 15 giugno a Monteforte torna Buskerfloor, la festa dedicata agli artisti di strada organizzata dall’associazione Avis del paese. Il centro si animerà con la baby dance di Silvia Paganini e si continuerà con la presentazione del primo concorso fotografico riservato ai ragazzi della scuola media di Monteforte dedicato alla street art. Le foto potranno essere date la stessa sera nel punto Avis o scaricate nella pagina facebook dell’associazione. I tre vincitori riceveranno una fotocamera digitale che gli sarà consegnata durante la festa dell’uva il prossimo settembre. Durante la manifestazione inoltre non mancheranno spettacoli di strada, la magia di Paolo e Elena show, il clown Girasole con il clown Trottola, Ludica Circo, la musica di Bit Boxs con Emiliano Boscato, il mago Max e i giovani del TeatroProva di San Bonifacio. In via Vittorio Veneto la compagnia di attori girovaghi Le Murmure proporrà lo spettacolo Sarabanda, cui seguiranno il gruppo di equilibristi Tiracche Matte. In piazza Silvio Venturi il gruppo Skapigliati Street con lo spettacolo di acrobatica clownesca TNT Show. Infine saranno presenti in centro storico i madonnari Michela Bogoni e Federico Pillan oltre a numerose bancarelle di hobbysti. Durante l’evento nel Palazzo Vescovile ci sarà l’esposizione di arte contemporanea dell’associazione culturale Alt intitolata “Guardo fuori”. In caso di maltempo la manifestazione sarà rinviata al giorno successivo.

IL MONDO DI LUCY

MONTEFORTE D’ALPONE

Premio Grappolo d’Oro Clivus 2013 «Se avete comprato la casa pagandola fino all'ultimo centesimo siete fessi, perché i furbi l'hanno avuta in ben altro modo. E sicuramente facendo meno sacrifici di voi». Non ha usato mezzi termini Mario Giordano, direttore di Videonews (Mediaset) il 7 giugno scorso, ospite di Cantina di Monteforte e del Gruppo Sportivo Val d'Alpone de Megni in occasione della consegna del Premio Grappolo d'Oro Clivus 2013. Nella suggestiva cornice del chiostro del Palazzo Vescovile di Monteforte d'Alpone, il giornalista, premiato per il suo impegno costante

e il coraggio nel denunciare il malcostume e i responsabili dei mali del nostro tempo, non ha tradito le attese toccando temi di stretta attualità con «lo stile diretto e il piglio deciso di chi è consapevole di essere

nel giusto», come riporta la motivazione del premio. Incalzato da due intervistatori d'eccezione, i colleghi giornalisti Silvino Gonzato e Massimo de' Manzoni, vice direttore di "Libero" e vincitore lo scorso anno del

Grappolo d'Oro Clivus, Giordano ha svelato i retroscena delle agevolazioni di cui godono i vip, classe politica in testa, che si rivolgono agli istituti pubblici per acquistare case, a prezzi spesso stracciati. Con il Premio Clivus, giunto alla quarta edizione, Cantina di Monteforte porta sulle colline del Soave nomi di grande prestigio. Oltre a Massimo de' Manzoni, vice direttore d Libero, (2012), hanno ricevuto il premio anche Gerardo Greco, corrispondente di Rai Due da New York (2011), e Mauro Mazza, direttore generale di Rai Uno (2010).

CAMPIONATO DEI CARETINI A SFERE

Sabato 22 giugno alle ore 21 il chiostro del Palazzo Vescovile di Monteforte ospiterà un videoconcerto intitolato “Il mondo di Lucy”, che narra la storia di Lucy, nata nel 2009 con una rara associazione di due sindromi: Dandy Walker e Down. I genitori Anna e Gianluca, una coppia di musicisti veronesi, hanno deciso di raccontare nel concerto, con musiche scritte da loro, tutta la loro vicenda già da quando con l’ecografia hanno scoperto questa malattia, ma hanno deciso di continuare la gravidanza. In questi anni hanno deciso di girare l’Italia con il loro videoconcerto per far conoscere la loro storia e portare la speranza nelle persone e nello stesso tempo raccolgono fondi per la cura di queste malattie. Ora Lucy è diventata una bimba speciale, piena di vita, comunica, fa passetti, sorride sempre, va all’asilo e capisce tutto.

AL LAVORO... IN VENDEMMIA L’assessorato ai servizi sociali di Monteforte lancia la seconda edizione dell’iniziativa di dare un lavoro a tempo determinato nell’agricoltura per tutti i pensionati, gli studenti e i disoccupati che vogliono un lavoretto per cercare di migliorare le misere entrate mensili. «Dopo il successo dello scorso anno torna lo sportello vendemmia, quest’anno rivolto anche alle persone in cassa integrazione e in mobilità – afferma l’assessore Giuseppe Lorenzoni -. Lo sportello per iscriversi è aperto fino a fine giugno. Terminate le iscrizioni stileremo un elenco di chi ha chiesto di aderire che sarà passato al gruppo Coldiretti di Monteforte (i proprietari agricoli o le aziende agricole bisognose di manodopera è sufficiente che leggano il documento redatto per scegliere chi gli aggrada). I lavori saranno per la raccolta delle ciliegie già in corso, la vendemmia da agosto a ottobre e la potatura in inverno. Basterà passare dall’ufficio protocollo del Comune dove ci sarà un modulo da compilare con tutti i propri dati e una foto e le schede delle persone saranno a disposizione dei datori di lavoro che ne faranno richiesta».

Il campionato dei caretini a sfere torna anche quest’anno a disputare il torneo in Val d’Alpone. Il Gran Premio dei caretini nasce nel 1999 a Novaglie da un gruppo d amici che volevano far rivivere le gare della loro infanzia. Alla prima edizione parteciparono 27 piloti ma già dall’anno successivo passarono a 70 e il successo aumenta ogni anno. Dal 2011 cominciano a intervenire molti gruppi della Val d’Alpone, così il comitato organizzatore ha deciso di spostare dall’anno scorso le gare tutte in Val d’Alpone e non in Valpantena e Valpolicella come succedeva prima. La stagione 2013 inizierà a Brogonoligo il 16 giugno, per poi proseguire il 23 giugno a Castello di San Giovanni Ilarione, il 30 giugno a Montecchia, il 4 agosto a Vestenanova e la finale sarà l’1 settembre a Roncà. Quest’edizione avrà due importanti novità: saranno disponibili dei caretini già fatti per chi non ha avuto tempo di costruirlo e il cronometraggio sarà eseguito con delle fotocellule. Per maggiori informazioni: www.caretiniasfere.com. M.G.M.


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PORT

SAMBONIFACESE. Soddisfazione per i ragazzi rossoblu

PALLAVOLO. Salto di categoria per il team di Pozzani

La stagione d’oro Promozione in B2 del settore giovanile per il Fresko Volley

Servizi di

Matteo Dani Promesse mantenute e pronostici rispettati per il Settore Giovanile della Sambonifacese che si avvia a concludere una stagione di crescita e soddisfazioni. Far maturare dal punto di vista tecnico e personale i ragazzi in maglia rossoblù e ben figurare in tutti i campionati ai quali erano iscritte le 5 squadre facenti parte del Settore Giovanile; questi gli obiettivi che, a settembre, i responsabili Alfredo Danuso e Fulvio Isolani avevano manifestato, e i risultati hanno dato loro ragione. Bella stagione per gli Juniores Nazionali che hanno

marciato sempre nelle prime posizioni della classifica, concludendo al terzo posto e qualificatisi per i play-off; un bel traguardo per una squadra che ha spesso schierato ragazzi provenienti dalla formazione Allievi e che più di una volta ha dovuto affrontare avversari rinforzati con elementi delle rispettive prime squadre. Gli stessi complimenti vanno fatti agli Allievi Regionali che hanno chiuso il campionato al quarto posto; gran parte di questa squadra, poi, ha preso parte al Trofeo Ferroli, dove ha ottenuto la grande soddisfazione di fermare sul pareggio la quotata Juventus. Hanno vissuto una stagione più complicata

FILIPPO ZONTA

Scuola e motocross Scuola e motocross, prosegue su questi due binari paralleli l'avventura di Filippo Zonta, baby campione delle due ruote di Monteforte d'Alpone, che anche quest'anno si sta segnalando come uno dei talenti più puri della disciplina e ritornato nel gruppo Maglia Azzurra. Per Filippo è sempre tempo di gare e campionati, il giovane motociclista e la sua famiglia quindi sono già nel vivo della stagione di viaggi che li porta in giro per l'Italia e l'Europa fino ad autunno inoltrato. Un impegno considerevole per un ragazzo di quindici anni che ha appena terminato l'anno scolastico e che quasi tutti i weekend è chiamato a gareggiare. Al tutto vanno poi unite le trasferte a Bologna per allenarsi, visto che, nonostante gli appelli alle istituzioni, ancora non è stato possibile trovare un terreno da approntare a pista da cross. Filippo non si scoraggia e per il momento

pensa a correre: gareggiando col team KTM 125 lo scorso marzo ha conluso gli Intenazionali d'Italia (tre gare disputate tra la Sardegna, Roma e Arco di Trento) al 4^ posto assoluto e 2^ fra gli italiani. Risultato che ha convinto la scuderia TM di Pesaro a puntare su di lui inserendoo nel team Ricci Racing. I piazzamenti ottenuti nelle gare successive hanno poi riaperto a Zonta le porte delle selezioni nazionali, facendolo entrare nel Team Motocross ufficiale della F.M.I.. Filippo è il più giovane fra i piloti che vestono la maglia della selezione ufficiale della federazione. Dopo il campionato Supercross e le gare del campionato Europeo e Italiano corse a spasso per la penisola e in Portogallo, l'estate porterà ancora altri viaggi. Germania, Lettonia, Repubblica Ceca e Belgio sono solo alcune delle prossime sfide che attendono il giovane talento veronese.

i Giovanissimi Sperimentali '99, in una categoria difficile, che spesso porta a scontrarsi con formazioni di società professionistiche giocoforza più attrezzate. I ragazzi hanno però sempre lottato e si sono tolti qualche bella soddisfazione, in un'annata che sicuramente sarà utile nell'ottica della loro futura maturazione. Tanti complimenti anche ai Giovanissimi Provinciali 2000, arrivati secondi in campionato e che stanno mostrando tutto il loro valore anche nel trofeo “Città di Verona”. Bravissimi, infine, i Giovanissimi Regionali '98 che hanno vinto il campionato. Una stagione da incorniciare quella delle giovani leve rossoblù, con la squadra sempre in testa alla classifica e che ha potuto festeggiare questo grande risultato al termine del vittorioso scontro diretto con il Montecchio Maggiore secondo in classifica.

Il Fresko Volley vola in B2. Promozione conquistata dalla compagine maschile membro del consorzio Est Volley che si impone nella finalissima dei playoff e sale di categoria. Una serata speciale quella del 25 maggio per il team del presidente/giocatore Francesco Pozzani che sul parquet di Colognola ai Colli supera al tie break la Pallavolo Padova e ottiene il salto di categoria. Un match infinito, quasi tre ore di gioco con i primi quattro set combattuti e tirati fino all'ultimo punto. Due set a testa e si arriva al tie break, appendice dalle emozioni forti visto che il Fresko Volley è sotto nel punteggio, i ragazzi di coach Ambrosi non mollano, si arrampicano fino al 15-15 e poi sono due palle messe a terra da

SAMBONIFACESE

Campus 2013 Sole, tuffi e tanto calcio, è questa la ricetta estiva che propone la Scuola Calcio Sambonifacese. E' in preparazione, infatti, il Sambo Campus 2013 che quest'anno si svolgerà al Parco acquatico Villabella. Il Campus è riservato ai ragazzi nati nelle annate 2000 – 2001 – 2002 – 2003 – 2004 e 2005; prenderà il via il 17 giugno e per le due settimane successive proporrà tante attività, esercizi col pallone e tanto divertimento a tutti i partecipanti. La giornata tipo inizierà alle ore 9.00 e terminerà alle 17.00, anche in caso di maltempo, poi, sarà comunque garantito lo svolgimento delle attività in strutture coperte. A seguire i ragazzi durante il campus sarà lo staff della Scuola Calcio sambonifacese, un team di allenatori ed educatori composto da studenti e laureati in Scienze Motorie, per seguire al meglio i piccoli calciatori sia durante l'attività sportiva che nei momenti di gioco e relax. E' ancora possibile iscriversi presso lo stadio R. Tizian di San Bonifacio (VR), entrata da via Gorizia, con i seguenti orari: il lunedì e venerdì dalle 18.30 alle 19.00; martedì, mercoledì e giovedì dalle 17.00 alle 19.00. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il responsabile della Scuola Calcio rossoblù Marco Rebusti al numero 340.1837786 o all'indirizzo mail scuolacalcio@sambonifacese.it.

Nicolò Veronese a dare il via alla festa. La B2 è realtà. Una stagione lunga quella del Fresko Volley, vissuta sempre nelle posizioni di testa del campionato e con tante soddisfazioni, come l'approdo alle semifinali di Coppa contro Zanè. La promozione in B2 è il giusto premio per un club che quest'anno ha saputo ricompattarsi e credere fino all'ultimo che l'obiettivo del salto di categoria fosse più che mai raggiungibile. Un gruppo formato dal giusto mix di giocatori giovani ed esperti, uniti dentro e fuori dal campo, un allenatore giovane ma dalle idee chiare come Claudio Ambrosi (che mette in bacheca la sua prima promozione), uno staff tecnico e di collaboratori sempre presenti e una tifoseria che

ha sempre fatto sentire la propria presenza; questi i segreti di una stagione esaltante che regala al Fresko Volley una B2 da vivere e giocarsi fino in fondo. Si è conclusa anche la stagione della Maxa&AP Olivieri di coach Pollini; la compagine femminile allenata da coach Pollini si ferma al primo turno dei playoff contro Lodi. Un risultato comunque ampiamente positivo per un team neopromosso in B2 che ha lottato fino all'ultimo per la conquista del campionato e per posizioni che forse pochi credevano raggiungibili ad inizio stagione. Per l'Est Volley Club ora l'appuntamento è alla prossima stagione, pronti a viverla al massimo e per far crescere il progetto pallavolo nell'Est veronese.


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Poesie

Oggi la vita è tutta un correre… Tutti hanno fretta e il tempo, che già di per sé va a passo svelto, aumenta ancor di più la sua velocità, così i giorni sembrano durare sempre meno. a cura Se uno si isola un istante e si immerge in qualche suo pensiero, c’è sempre di Enzo Coltro qualcuno o qualcosa che lo riportano alla realtà anche in modo brusco. Tra le varie occasioni che possono indurre a vagare con la fantasia c’è quella della sosta ai semafori, soprattutto quando il rosso permane per un bel po’ e il verde si fa sospirare. Ma non c’è pace. Se uno non scatta immediatamente al via libera, dietro si leva un concerto di claxon che emula quello del corteo di un matrimonio ed induce, chi fa da tappo, ad elargire accidenti ed epiteti poco lusinghieri a colui che, morso dalla fretta, lo costringe a rientrare bruscamente nella realtà. Coloro che hanno bisogno di dare spazio a momenti di pausa e di riflessione sono soprattutto i nonni. Già! I nonni! Diventati da qualche tempo indispensabili nelle famiglie, sono tornati prepotentemente di moda. Custodi di nidi famigliari, garantiscono serenità e sicurezza ai nipotini e un notevole sollievo ai figli. D’accordo che i nonni sono accusati di viziare i loro piccoli, ma che gusto ci sarebbe a non farlo? IERI E ANCÒ Fermo col rosso a spetar el verde, un lampo de memoria, lì, me ciàpa: vedo ’na corte, i zughi de le bòce, i secamòri a graspi bianchi e viola… Vedo ’l nono, de sera, far cartuce pa’ i dì de cacia o giustar la rete par pescare te i fossi e te i canai.

La nona l’è lì torno al fogolàro a stizzar brase, a menar polenta fin che ’l spedo el gira co i osei e ’l tocio piove rento a la lecarda. Incocalìo e perso te ’l me sogno, finisse el rosso e zà rivà l’è ’l verde,

tuto un sonar me se scadéna drio: la corte e i secamòri, via!, i sparisse, se sfanta ’l nono, la nona pi no gh’è, se smorza el camin de i me bei ani… Me cato rento a un mondo col morbìn ’ndò tuti core e ’l tempo l’è tiran, ’ndò gnente pi someia a chel ch’è stà… e ’l sogno l’è ’na bóla de saón.

PAROLA MAGICA… “Nono! – me ciama insieme i du butini e mi devento bon cofà ’n agnèlo, parché no so sa gh’è de piassè bèlo de aver viçin a mi i me passaríni. De dirghe sù – ve ’l digo – a no son bon par tuto el ben che lori du i me vole e co’ li vardo a par che ’n antro sole se leva ancor pi caldo da un canton. Lo so…lo so che spesso i fa i capriçi,

che i scolta poco e a trati i ga la luna, ma basta che ’na s-cianta a me li cuna e subito se torna ancora amiçi. I noni brai – i dise – i è assè ciari, parché i neódi i li contenta massa… ma l’è parché el ben, che l’era in fassa, col créssare de lori el va a la pari. S’a i se rufiana, po’, nel domandar, me sento nare tuto in confusion,

de dir de no alora a no son bon anca se so par çerto de sbaliar. Cossa volío… ’na nova primavera la sbocia par noantri che sem’ noni, cossì che se deventa ancor pi boni de come con i fioi, ’na olta, a s’era. Ecoli che i trapèla e i vol el nonéto, parché te ’l zugo sempre lu el li iuta, me cucio che la schena çiga tuta e torno insieme a lori… buteléto.



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