L'altro Giornale Febbraio 2012

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ANNO XXVII - N. 2 FEBBRAIO 2012 - stampato il 2/02/2012

VALPOLICELLA

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB VERONA Registrazione Tribunale di Verona n° 725 del 13.11.1986. ISCRIZIONE AL ROC N. 18663

SANT’ANNA SPORTELLO DI SOLIDARIETÀ CONTRO LA CRISI pagina 16

MARANO TANTE OPERE PUBBLICHE pagina 17

SANT’AMBROGIO FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ ALL’EMPORIO pagina 22

DOMEGLIARA CARNEALON ALLE STELLE pagina 23

FUMANE ECOCENTRO APERTO AL PUBBLICO pagina 24

DOLCÈ PROGETTO INTERSECA pagina 25

RUBRICHE pagina 26-27

SPORT pagina 28-29

SPAZIO DONNA pagina 30-31

Erano le 00.54 del 25 gennaio quando una scossa sismica di magnitudo 4.2 Richter scatenatasi a 10,3km di profondità ha svegliato Verona e la Valpolicella in particolare. Proprio la terra del vino ha infatti”ospitato” l’epicentro del terremoto – localizzato proprio in località Casa Antolini a Montecchio. Quella più avvertita è stata la terza di numerose scosse che hanno caratterizzato questo terremoto. Un evento, quello che ha sconvolto la città e la Provincia di Verona, mobilitando l’intera cittadinanza, accompagnato da tutta una serie di avvenimenti che hanno sollevato non solo discussioni, ma anche polemiche e soprattutto tanta, tanta paura…anche per un falso allarme di cui ancora non si conosce la fonte. segue a pagina 10-11

PARCO GIOCHI A JAGO

DA CORRUBBIO

«I nostri bambini sono senza un’area verde adibita a parco giochi e, con l’arrivo della bella stagione, saranno costretti a giocare in strada». Inizia così una lettera scritta da un gruppo di genitori di via Jago di Sotto, a Negrar, chiedendo delucidazioni sul motivo di una mancata realizzazione di un parco giochi nella nuova lottizzazione che negli ultimi anni ha portato nuove famiglie a vivere nella zona. A dare risposta ai loro dubbi è il sindaco Giorgio Dal Negro che li rassicura. pag. 14

Cassonetti distrutti, alberi bruciati, una centralina semaforica divelta e arredi del parco giochi danneggiati: è con questo bilancio che il 2011 si è chiuso a Corrubbio. Lo scorso 31 dicembre qualche scapestrato ha “festeggiato” a scapito di un intero Comune. «E’ incredibile che qualcuno si sia divertito a mettere in atto un gioco di così cattivo gusto» – afferma l’assessore alla sicurezza del comune di San Pietro in Cariano, Alberto Conati. pag. 18

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ialogo D DIALOGO

Febbraio 2012

Viva l’Italia

LA PREMESSA

Se volete contattarmi chiamate dalle 8 alle 10 allo 045 7152777

Nell’antica repubblica romana 2500 anni fa, quando la città era in pericolo il Senato nominava un dittatore per il tempo necessario a contrastare l’emergenza. Con tutte le differenze del caso, mi sembra che l’attuale governo Monti sia per l’Italia quello che il dittatore era per l’antica Roma: lo strumento per fronteggiare una crisi. L’attività governativa cerca di recuperare decenni di mancate scelte dei governi che hanno detenuto il potere. Questa lodevole azione di riorganizzazione della società civile e delle istituzioni è stata preceduta da un decreto per raccogliere soldi per contrastare i mercati finanziari e contrastare lo spread. Tra queste misure fiscali, indigeste per chi le sopporta - anche per il mancato taglio dei costi della politica e dei privilegi delle pubbliche amministrazioni - vi è l’addizionale erariale della tassa automobilistica per veicoli con potenza superiore a 185 kw. IL FATTO

Saremo lieti di ospitare chi avesse qualcosa da aggiungere a quanto pubblicato

Nel 2006 ho acquistato una Mercedes 500 SL del 1993 al costo di 7mila euro - una mia passione per le auto vecchie - ed è giusto che contribuisca al bisogno economico statale pagando la prevista sovratassa. Mercoledì 25 gennaio mi reco all’ACI di San Pietro in Cariano per pagare il bollo. Ufficio chiuso con impiegati nell’aiuola antistante per un fantomatico allarme terremoto. Giovedì 26 mi ripresento, pago il bollo ed evidenzio

CELENTANO, LA RAI, SANREMO MA CHE GENEROSI! Dunque Celentano andrà a Sanremo: è ufficiale. Dopo giorni di tira e molla si è arrivati all’accordo che costerà agli italiani 350 mila euro a sera per tre sere! Eh si, perché saranno proprio gli italiani, attraverso il canone alla Rai, a pagare le sue farneticazioni. Non ci credo, mi sono detta! Celentano, il puro che ha sempre predicato contro il consumismo, contro i potenti, contro il cemento. Quello che negli ultimi anni più che cantare – cosa che peraltro gli riusciva bene – si è fatto paladino della natura, degli animali, dei deboli, si fa pagare una cifra da mal di testa per proclamare al popolo i suoi sermoni, naturalmente inter-

vallati dai silenzi, pause ad effetto, finte – o ignoranti amnesie. Ma chi pensa di essere diventato Celentano? Forse un profeta che parla per mezzo di Dio, nel quale proclama da sempre la sua fede? Ma i profeti di Dio non ricevevano soldi o grandi onori quando parlavano in nome del creatore, anzi, spesso si trovavano a dover scappare dalla folla inferocita. Lo stesso Gesù Cristo fu inchiodato su di una croce per aver detto verità scomode, non molto gradite ai potenti dei suoi tempi e, comunque, sia i profeti che il Cristo si toglievano il pane di bocca per condividerlo con chi ne aveva bisogno.

Il “Molleggiato” invece, per le sue verità (???) di cui tutti noi possiamo fare a meno, intasca fior di quattrini che, in questo momento di difficoltà per tanti italiani - che non riescono ad arrivare a fine mese, che non riescono a pagare l’affitto di casa e men che meno un carissimo canone televisivo - risulta una vera presa per i fondelli. Ma, sorpresa, fermi tutti, le cose non stanno così! Celentano non intasca i soldi, nossignori, prende esempio dai suddetti profeti e li devolve ad alcune famiglie italiane in difficoltà. Che bravo e che brava la Rai! Davvero una magnifica trovata pubblicitaria. Lo share andrà alle stelle e

tanti ingenui italiani, guardando l’ormai stantio Festival di Sanremo, si diranno l’un l’altro: che brava persona l’Adriano nazionale, davvero tanto sensibile e generoso! Rosanna Pancaldi

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a cura di Adriano Reggiani

il fatto che devo versare anche l’addizionale erariale. Cortesemente mi rispondono che non è possibile pagare tale tassa con il bollo, ma deve essere versata in banca con il “modello F24”, mi si consiglia, dopo avermi consegnato una fotocopia, di calcolare bene l’importo anche con l’aiuto di un tecnico. Tornato in ufficio incarico un’impiegata di procedere. Telefonata ad una prima banca per conoscere il codice da inserire nel modello F24: non sanno nulla. Telefonata ad una seconda banca: idem come sopra. Telefonata all’ACI: idem come sopra. Telefonata al commercialista: idem come sopra. Telefonata all’ufficio delle Entrate (quelli delle tasse per capirci): il centralino automatico avverte che abbiamo 144 telefonate in attesa prima della nostra! CONSIDERAZIONI Questa tassa la devo pagare entro il 31gennaio. Oggi è il 30 e non conosco ancora come assolvere all’obbligo, perché nessuno è in grado di darmi informazioni. Questa è l’Italia che ci affianca nelle classifiche mondiali al Burundi e allo Zambia, e la causa di tutto questo ha un nome: burocrazia. Burocrazia formata da quell’esercito di persone infilate nelle amministrazioni pubbliche (spesso con appoggi politici) che oltre ad avere uno strano concetto di orario di lavoro (vedi scioccanti inchieste televisive) non sono in grado di permettere il normale funzionamento dello Stato. Si vede che anche i Tecnici e i Professori nulla possono con loro. Viva l’Italia!



DIALOGO

Febbraio 2012

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DA NEGRAR

DA FUMANE

Il Presidente della Consulta...

“E il Centro Sportivo?”

Gentile direttore, sono Riccardo Fioravante Presidente della Consulta Centrale del comune di Negrar. Vista la giovane età non è stato facile presiedere la Consulta, specialmente nel periodo iniziale in cui notavo un comprensibile scetticismo. Successivamente si è lavorato come una squadra organizzando 7 incontri pubblici e quasi altrettanti tra i soli Consiglieri di Frazione; le riunioni sono sempre state convocate regolarmente e a turno sono stati invitati gli Assessori comunali. Come Presidente ho sempre cercato di garantire il diritto di parola a tutti i cittadini che hanno partecipato alle riunioni. Le Consulte hanno funzione consultiva non vincolante per l'Amministrazione, ciononostante abbiamo prodotto 7 delibere, proposto iniziative, consigliato la creazione di un’area all'interno degli ecocentri per i rifiuti ancora funzionanti, proposto il miglioramento del regolamento per l'adozione di aree verdi. Ci siamo concentrati sulle problematiche più tangibili dei cittadini come lo scarso servizio di pulizia dei cas-

sonetti che, dopo le nostre richieste, ha ripreso in parte a funzionare e molto altro ancora. Parte delle richieste è stata esaudita e per questo si ringraziano Sindaco e Amministrazione del comune di Negrar. Personalmente devo ringraziare tutti i Consiglieri di Consulta, che con il loro lavoro di volontariato, hanno reso possibile gli incontri con i cittadini. Abbiamo lavorato per i cittadini, per tutti i cittadini, e il risultato è stato che evidentemente abbiamo dato fastidio a qualcuno in quanto c'è chi si è rivolto a me, in Consulta, dicendo: «...vigilerò perché la funzione propositiva della Consulta Centrale sta

andando oltre...”, è stato detto inoltre : “...ricordati che ti ho nominato io e se voglio ti tolgo la delega...». Ritengo di aver svolto il mio compito in maniera onesta ragione per cui non accetto questo linguaggio intimidatorio nè alcun tipo di “commissariamento”. Spero di aver frainteso queste parole. Diversamente, se dovessero essere confermate, penserò alle eventuali dimissioni dall'incarico. Ringrazio il Sindaco per avermi dato la possibilità di presiedere la Consulta, i Consiglieri di Frazione per l'ottimo lavoro svolto e i cittadini che hanno partecipato alle riunioni.. Riccardo Fioravante

Spett.le Redazione, sono Mauro Sordo, rappresento la società Moss Group che gestisce il centro sportivo di Fumane. Scrivo per far sentire la nostra voce sul "conflitto" nato per l’ammodernamento e il rilancio industriale del cementificio, che coinvolge l’industria Cementirossi, le associazioni ambientaliste, i viticoltori. La gravità della situazione, coinvolge anche noi e ci chiediamo preoccupati: «Quali conseguenze potrà avere sul nostro futuro? Per quanto ancora continuerà la nostra attività?» Il centro sportivo da oltre 20 anni è il polo di attrazione per gli sportivi, bambini e chi ama una vita salutare. Ha un elevato valore sociale,

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IL PRIMO SOCCORSO VETERINARIO prima parte – generalità Le cure che ogni proprietario ha il piacere e il dovere di rivolgere al proprio animale non si esauriscono con la somministrazione di cibo e di affetto, ma implicano anche la tutela e la salvaguardia della sua salute. Nel corso di tutta una vita, può accadere di dover somministrare una compressa, fare una iniezione o misurare la temperatura anche all’animale più sano. È bene che il proprietario sia in grado di compiere alcune piccole manualità sui nostri amici fin dalla più tenera età, anche per abituarli ad accettare di buon grado i gesti della cura e questo tipo di “attenzioni”. Mentre li si pratica, dobbiamo usare dolcezza, tranquillità e fermezza, ed evitare assolutamente la fretta e l’agitazione, purtroppo così ben rappresentati da film e fiction che riguardano la sanità attuale, in cui la concitazione e l’affanno sembrano virtù terapeutiche! Qualche nozione basilare di primo soccorso potrebbe rivelarsi utile anche nei riguardi dei poveri cani e gatti randagi, vittime di incidenti stradali. Non bisogna essere interventisti a tutti i costi: primo non nuocere. Per un animale sofferente la vicinanza di una persona può già di per sé essere motivo di conforto. Tuttavia, se non si sa cosa fare, è meglio evitare di aggravare la situazione; meglio ricorrere a qualche consiglio – anche telefonico – del proprio veterinario, oppure contattare direttamente il servizio veterinario reperibile. In caso di emergenza sarà necessario soprattutto non avere manifestazioni di panico e di angoscia, evitare urla e pianti di bambino, parlare all’animale lentamente e a voce bassa, accarezzarlo delicatamente, spostarlo solo se necessario utilizzando un supporto rigido. Tranquillizzare il nostro piccolo amico ferito significa già curarlo e aiutarlo a migliorare le sue condizioni. Nella stagione autunnale o invernale, è opportuno coprirlo con una coperta o un asciugamano e osservare con attenzione l’atteggiamento dell’animale in modo da poter fornire informazioni, le più precise possibili, al veterinario. Non utilizzare mai farmaci per uso umano per iniezioni o per via orale senza prima aver consultato un veterinario; molti dei farmaci per uso umano sono tossici per il cane ed il gatto o vanno utilizzati in dosaggi diversi. Per gli animali la quantità di farmaco da somministrare viene calcolato sulla base del peso e dell’età, talora anche della razza. In linea generale sarà invece possibile utilizzare prodotti di medicina umana per uso esterno, come i disinfettanti per le ferite cutanee. Bisogna ricordare che non si dovrà mai operare alcuna manovra se il cane si trova rintanato nella sua cuccia per evitare sgradite conseguenze e morsi. Le più comuni procedure che si può essere chiamati ad attuare sono: la misurazione della temperatura corporea, la medicazione di ferite cutanee ed oculari, la somministrazione di compresse, l’esecuzione di iniezioni, la protezione delle fasciature. Dr. Massimo Cometti

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anni, l’Amarone ha riscosso un crescente successo nei mercati italiani e internazionali. Non c’è nessuna prova che la fonte di calore sprigionata dalle canne fumarie abbia un impatto determinante sulle condizioni atmosferiche e provochi alterazioni al clima della Valpolicella. Se il Cementificio si ammoderna e ripristina l’ambiente meglio di come l’ha trovato, che cosa può succedere? Se il Cementificio dovesse essere chiuso, la ripercussione su tutto il territorio, sulle quattro valli, oltre che sul centro sportivo, si farebbe sentire in modo davvero pesante. Alla luce di queste ulteriori considerazioni vanno valutate le conseguenze delle azioni portate avanti dalle associazioni contrarie al rilancio industriale. Ci sono due possibili strade: accettare passivamente le idee di chi vuole la chiusura del Cementificio e subirne le conseguenze, o attivarsi e unirsi per realizzare il progetto di sviluppo della Valpolicella. Il dialogo tra le parti è l’unica possibilità di soluzione del conflitto anche se, fino a questo momento, i venti sono stati solo di guerra. Mauro Sordo

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DIALOGO

DA DOMEGLIARA

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VERONA

“La festa del... Residens”

“La piazza Bra di Zeffirelli”

Come ogni anno ci siamo ritrovati tutti assieme per una grigliata e una bicchierata. Un modo simpatico per continuare un rapporto di buon vicinato e di bella convivenza all’interno del nostro condominio, che a noi piace definire “Residence” . Un complesso, il nostro di Domegliara in via Rosini, di 8 appartamenti e di 5 case a schiera, abitato da famiglie tutte proprietarie, con la passione dell’orticello e del verde che ci circonda. Ci piace gestire ogni situazione, ogni problematica e idee che ci riguardano, con il confronto e la democratica decisione fra tutti i componenti. Come ogni complesso che si rispetti, dopo un inizio di normali contraddizioni, incomprensioni e piccole battaglie, piano piano siamo riusciti a portare il nostro rapporto sereno, così da convivere in armonia e tranquillità nel

Su L’Arena di domenica 22 gennaio, Zeffirelli sembra proporre di trasformare Piazza Bra in “un parco”. Ma Piazza Bra non è un ex-terreno di caccia o un prato da risistemare! E’ la piazza della “Storia” della città e come tale è apprezzata dai visitatori di tutto il mondo, sia quelli che passeggiano sia quelli che si siedono ai tavolini del Liston.Ora è il luogo-simbolo della Comunità veronese, frequentato da cittadini, provinciali del weekend, appassionati della lirica e turisti. I Veronesi sono affezionati alla loro piazza così com’è, con il selciato spesso animato da riunioni di gruppi spontanei od organizzati, da manifestazioni popolari anche di protesta davanti al Municipio o per relax dopo le marcialonghe, luogo d’incontro comunitario interclassista e intergenerazionale, come alla vigilia di Natale con migliaia di “Babbi Natale” bianchi e rossi, di tutte le età e di tutte le classi sociali. Un parco erboso che poi si trasformerebbe in occasione di stazionamento per vagabondi come Pradaval, sarebbe anche contrario alla successione architettonica realizzatasi nel corso dei secoli. Dall’Arena romana, ai Portoni e Mura medievali, ai portici cinquecenteschi, alla Gran Guardia seicentesca, al teatro Filarmonico maffeiano, a Palazzo Barbieri neoclassico, con i monumenti a Vittorio Emanuele e al Partigiano, rimembranze del Primo e del Secondo Risorgimento, oggi completati dal monumento alla Pace, con “il bacio di Breznev”, celebrativo dell’ipocrisia

rispetto di tutti. Gestiamo ogni lavoro con turni che vengono stabiliti e puntualmente rispettati: dalla pulizia delle scale, al taglio erba del verde condominio alla manutenzione luci esterne e interne, tutto ciò che serve viene svolto senza obblighi ma con assoluta responsabilità e puntualità. Nell’ottobre del 2011, supportati da una bella giornata, abbiamo organizzato una grigliata, riuscita assai bene, preparata nel giardino dell’amico Lalo, dalle esperte mani di GianCarlo con Angelo e lo stesso Claudio proprietario della baita dal “Lalo”. Tutti hanno contribuito con verdure dei nostri orti, torte, specialità di ogni sorta e vino buono. Ma la festa, questa volta, aveva un sapore diverso, una sorpresa speciale che riguardava uno di noi . Scadeva in quei giorni un compleanno particolare, gli 80

anni di nonno Enrico e allora come non festeggiare un traguardo così importante? Con la complicità della moglie Tiziana, il silenzio dei figli Sandro, Marzia con Carlo e i nipoti, il lavoro di chi ha preparato cartelloni, fiori e regali la sorpresa è riuscita perfettamente! Non poteva mancare la foto ricordo, tutti felici grandi e piccoli, contenti di abitare in una bella realtà di buon vicinato, con l’augurio di proseguire in questa direzione nel rispetto e in amicizia . E rinnoviamo tutti noi ancora, tanti auguri a nonno Enrico per i suoi splendidi 80 anni. Appuntamento per la festa 2012! Complimenti, cari amici, è davvero bello quello che ci avete raccontato. Continuate così e auguri anche da parte nostra a nonno Enrico!

delle dittature e del desiderio di libertà dei popoli, caratteristica della nostra epoca. La piazza è una successione bimillenaria di testimonianze d’epoca, un libro aperto sulla storia della Città. Un processo storico che potrebbe essere continuato con un museo scultoreo all’aperto, testimonianza del nostro ultimo secolo, proponendo alle 14 città gemellate o con patto di amicizia di installare un’opera scultorea del loro Paese, come la fontana delle Alpi che ci è stata donata da Monaco di Baviera e anima ora i giardini, celebrando la riacquistata amicizia interalpina tra genti venete e bavaresi. In questi tempi di economie, tale installazione costerebbe molto meno che riportare della terra e piantare degli arbusti con la speranza che divengano alberi, dove ora ci sono cubetti di porfido e asfalto, che i Veronesi dei secoli scorsi hanno gradatamente installato decennio per decennio, rendendo la piazza uno spazio urbano, così come ci è ora pervenuto. La nostra generazione deve solo lasciarvi un segno della propria epoca. E noi siamo nell’epoca della globalizzazione, anche culturale. I turisti delle città gemellate, provenienti da tutto il Mondo, troverebbero così in piazza Bra, una testimonianza dei loro Paesi e un’espressione di accoglienza culturale della città di Verona. Ugo Zanetti Arbizzano

PENSIONI

“Rispondo al signor Toffali” Sull'intervento “pensioni” apparso sulle pagine del Dialogo de L'Altro Giornale gennaio 2012 a firma Toffali M., vorrei fare alcune precisazioni utili, a mio avviso, per capire la situazione vissuta negli anni 70-80. Abbiamo visto i sindacati fare la parte del “leone” in quanto in pochi anni la busta degli operai è passata da 500.000 lire al milione; ma non si sono accorti che stipendi da 1.000.000 erano andati a 2.200.000 lire, quelli da 2.000.000 oltre i 5 milioni, creando di fatto le disparità attuali. In quanto poi alle pensioni, non è stato affatto vero che mandando in pensione i cinquantenni, fossero entrati i giovani nel mondo

CICLISTI

“Rispondo a Brusco” Caro Direttore, dopo un primo momento ho accantonato l'idea di rispondere punto per punto a quanto scritto dal signor Umberto Brusco relativa-

mente ai ciclisti sul suo giornale, dopotutto come posso io debole e ignorante del gruppo, competere con questo intelligentissimo automobilista?

del lavoro. I cantieri edili erano, prima, pieni di pensionati, sostituiti poi sì da giovani, ma giovani tunisini-marocchini ecc.(tengo a precisare che con gli extra comunitari di qualsiasi nazionalità, mi sono sempre trovato molto bene sul lavoro). In questa situazione poi, piccoli artigiani con 4-5 dipendenti, dovevano fare i conti con preventivi scontati del 3035% in quanto, sopratutto in restauri, si incontravano squadre intere di personale non in regola … e i nostri politici, non riuscivano a capire da dove provenisse l'evasione fiscale. Non so se convenga tornare a quei tempi! Luigi Manara

CANI Ho accantonato anche il pensiero che potesse essere uno degli autori di “gioele dix” che prova un testo. Però, anche per cercare di uscire dalla mia ignoranza, mi piacerebbe che l'eruditissimo signor Brusco pubblicasse anche un elenco di personaggi che la storia ci ha consegnato come positivi, pur avendo una visione delle cose così di parte come la sua. Ad esempio quello che considerava tutti i non ariani come un intralcio al corretto svolgersi delle cose.... Se volesse, potrebbe anche pubblicare un decalogo di luoghi comuni - dopo quello dei ciclisti griffati che se la sono andata a cercare - ci sarebbero ad esempio gli alpinisti, ma per uscire dallo sport, si potrebbe passare alle donne in abiti succinti che "se la vanno a cercare" per antonomasia. Lascerei comunque a lui l'onere di procedere, così per vedere quali perle ci sottoporrebbe. Cordiali saluti da un pedone, ciclista, motociclista e anche automobilista Massimo Scolari

“Aiutiamoli ad essere amati” Caro Direttore , sto leggendo il nostro giornale, sempre bello completo di notizie, fatti e tante opinioni. Io sono intervenuto già tempo addietro sul problema che riguarda i nostri amici animali, ai quali va la mia più grande solidarietà e comprensione per essere costretti a dover subire le ingiurie di tanti e l’ignoranza dei loro “proprietari”. Si sa che ogni tipo di maleducazione, sia da parte dell’uomo o dei poveri cani sono abitudini o comportamenti da deprecare, da evitare per rispetto di tutti . Trovo che entrambe le situazioni sono date da una mancanza di buon senso e scarsa educazione, sempre e solamente di noi uomini. Nulla a che vedere con il povero animale, che trovandosi incapace di parlare e non potendo usufruire di luoghi più adatti per i loro bisogni si affidano alla buona educazione del padrone per risolvere nel migliore dei modi la loro situazione. Proprio perchè non sanno parlare, dovreste capire che raccogliere il prodotto poco igieni-

co dalla strada o dal giardino, sarebbe un gesto educato e rispettoso. Sono sicuro che i nostri amici animali sarebbero indignati anche con chi sporca con plastiche, sigarette, cartacce e quant’altro lasciato in giro, facendoci capire che il mondo è senz’altro più bello se tenuto bene e pulito. I nostri amici cani hanno diritto di vivere accanto a noi , ma siamo noi che abbiamo il dovere di accudirli e fare ciò che loro non possono fare per tenere pulito. Le polemiche con botta e risposta su chi ha ragione lasciamola alla politica ,qui si tratta di dire che se sporchiamo noi uomini siamo maleducati e privi di buon senso ma se sporcano i nostri amici animali siamo sempre noi uomini che oltre ad essere maleducati facciamo ricadere su di loro la nostra brutta e incivile maniera di tenere poco pulito il paese dove viviamo. Guardate negli occhi il vostro amico quando ha completato il suo bisognino: non vi sembra che in quello sguardo ci

sia il desiderio di farvi capire che togliere e pulire è un gesto che lo renderebbe più sereno e che si sentirà più contento? C.S.

Direttore Responsabile: Rosanna Pancaldi Società Editrice: L’Altro Giornale s.r.l Redazione: Via Enrico Bernardi, 7 37026 SETTIMO di PESCANTINA (VR) Tel. 0457152777 Fax 0456703744 e-mail: articoli@laltrogiornalevr.it Abbonamenti: 10 euro annui C.c postale n° 81285140 intestato a L’Altro Giornale s.r.l. Via E. Bernardi, 7 37026 Settimo di Pescantina Stampa: Galeati Industrie Grafiche Imola L’azienda è Certificata FSC (Forestal Stewardship Council)

Numero chiuso il 02 - 02 - 2012


DIALOGO

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DA MARANO

EQUITALIA

“Prova impossibile” In questi giorni Equitalia ha inviato moltissime ingiunzioni di pagamento ad automobilisti che avrebbero commesso infrazioni da cinquanta euro ma che, essendo trascorsi quasi cinque anni, sono diventate duecento e anche trecento euro. Molti di loro non trovano più la ricevuta dell’avvenuto pagamento e molti altri sostengono di non aver mai ricevuto il verbale dell’infrazione commessa che prevedeva il pagamento di un importo minimo che avrebbero senz’altro pagato se avessero potuto saperlo. Qualcuno, con il numero della raccomandata fornito dal Comando dei Vigili Urbani, è andato all’Ufficio Postale per conoscere chi avesse ritirato il verbale, ma, udite udite, le Poste distruggono tutti i documenti dopo due anni. Diventa così impossibile dimostrare di non aver ricevuto il primo avviso e quindi di non dover pagare la cartella emessa da Equitalia. Eppure è notorio che spesso le Poste non recapitano la corrispondenza. Sorge il dubbio che ci sia della disorganizzazione e anche un pizzico di malafede da parte degli uffici

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incompetenti per fare cassa a danno del comune mortale, questo nonostante le tecnologie più che avanzate di cui dispongono gli uffici pubblici. Infatti la gente normale deve conservare scontrini, bollette, estratti conto, dichiarazione dei redditi per dieci-dodici anni mentre le amministrazioni postali possono distruggere la documentazione dopo solo due anni. A questo punto non resta che rivolgersi al giudice (ordinario o di pace) per cercare di avere giustizia. Chissà che non siano emesse sentenze di “in dubbio pro reo” visto che cercare di dimostrare la mancata prima notifica diventa una prova diabolica, o che si applichi la prescrizione biennale anche per i contribuenti. Ma temo che si dimostreranno le buone ragioni di Equitalia proprio come Don Abbondio che diceva a Renzo «Perché non siete voi il più forte? Io sarei certamente dalla vostra parte». Comunque vada io sto dalla parte di Renzo Tramaglino. Lucia Masotto

“Il sindaco Venturini interviene” Qualcuno, nei giorni del terremoto di fine gennaio, ha insinuato che il comune di Marano non ha a cura il patrimonio storico culturale. Credo sia opportuno ricordare invece che vi è stata ed ancora vi è una attenzione rilevante verso questo patrimonio. Negli ultimi anni sono stati recuperati e restaurati molti capitelli storici della tradizione popolare come quelli di Carazzole, Ca’ Fornalè, San Rocco di Sottovilla, Gazzo. Più recentemente sono stati recuperati i capitelli delle Are di Purano e di Pezza. La statua lignea del capitello di Purano è stata restaurata e collocata nella Chiesa di Purano. Sono state restaurate le malghe storiche del Comune: quella del Girotto (detta malga Biancari) acquisita al patrimonio comunale mediante permuta con Cementirossi è stata ristrutturata e dotata di bagno ed oggi è sede di numerose attività di aggregazione. Anche quella di san Rocco è stata completamente ristrutturata e dotata anch’essa di bagno ed è a disposizione della comunità di san Rocco. Sono in corso i lavori per recuperare la malga La Fava, donata al Comune dai gemelli Lavarini e che diventerà luogo di

Tempio Minerva

vendita di prodotti tipici locali. Il Comune si è fatto carico del suo recupero che preoccupava i proprietari per il possibile crollo della struttura sulla strada provinciale. Con questa, le malghe risultano tutte sistemate e recuperate, oltreché valorizzate. Anche le fontane ed i lavatoi storici sono stati recuperati: quello di san Rocco, bellissimo, è stato sistemato in occasione della sistemazione della malga, quello di Pezza è stato restaurato e consolidato in occasione della creazione del parcheggio e del parco giochi, la fontana di Cadiloi è stata restaurata ed abbellita in occasione dei lavori di arredo e messa in sicurezza dell’abitato di Valgatara, quelle di Porta, davanti al Municipio, e della Granda sono state messe a nuovo e

sono bellissime e molto apprezzate dai passanti e dai ciclisti. Il sacrato della Chiesa storica di Purano è stato sistemato, a valorizzare la bella chiesa così come quello di Mondrago. Dal 2007 è in corso una vasta attività di scavo archeologico per il

recupero del Tempio di Minerva. Il Comune ha investito moltissimo su questo, come forse nessun altro Comune di recente ha fatto nel campo dell’archeologia e ciò ci ha guadagnato un rapporto di stima e di fattiva collaborazione con la Direzione Regionale per i beni Culturali e con la Soprintendenza archeologica del Veneto, Nucleo di Verona. La quantità di interventi, fatta in pochissimi anni, e la capacità del Comune di attivare su questi importanti finanziamenti di enti terzi (Bima, Comunità Montana, Regione, Provincia) credo smentiscano le inutili polemiche. Il Sindaco Simone Venturini

Giovedì 16 febbraio alle ore 18:00, presso la Feltrinelli Libri e Musica di Via Quattro Spade a Verona, verrà presentato il romanzo di Gianfranco Iovino "oltre il confine", che affronta i delicati temi della pedofilia e la depressione. All'evento saranno presenti la psicologa Cecilia Cimetti e la psicologa Francesca Zoppi. Moderatrice della serata sarà la giornalista Giovanna Benini. Ingresso libero.



DIALOGO

QUALCOSA DI BUONO

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LIBERALIZZAZIONI

“A me è successo a Natale”

“Un toccasana? Non credo”

Leggo oggi su un quotidiano locale: "Evasione fiscale, rapina al call center, giovani veronesi annoiati, stranieri in cerca di soldi!". La volete sentire una bella favola di Natale? Abito in Valpolicella. Pochi giorni prima di Natale mi reco in farmacia nella vicina Pedemonte, frazione di San Pietro in Cariano. Apro la borsa, non ho più il portafogli; sono affranta e già penso alle conseguenze: oltre ai soldi, patente, bancomat, tessera sanitaria ecc... Vado a ritroso e faccio tutti i

"Liberalizzazioni entro il 20 gennaio per decreto, su tutti i settori". Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, dà il via a massicce liberalizzazioni, che andranno a toccare oltre alle banche, assicurazioni, energia, trasporti, poste, anche l'acqua, "senza sconvolgere il referendum popolare", assicura. Come è possibile privatizzare il servizio idrico senza andar contro il referendum popolare, che ha confermato il contrario? Liberalizzazioni come toccasana? Le liberalizzazioni vengono viste come il toccasana, il deus ex machina, per la ripresa economica, la liberazione dall'inefficienza della gestione pubblica. Dovremmo ricordare che le recenti liberalizzazioni nel campo assicurativo hanno portato alla formazione di cartelli, permettendo di raddoppiare i prezzi dei premi e di pagare meno per i sinistri. Il decreto va a infierire anche contro le Ferrovie dello Stato, considerate un monopolio, senza pensare che fanno un servizio pubblico, (in parte integrato da finanziamenti statali) che, se dato in mano ai privati, potrà portare forse a peggiori situazioni delle attuali. L'esempio inglese dovrebbe insegnare: le fer-

negozi in cui sono stata: niente! Ritorno in farmacia, ho bisogno urgente di un medicinale. Mi viene incontro una delle dottoresse e tutta sorridente mi porge il mio portofogli che un cliente aveva trovato sulla strada, all'ingresso. Chi è quel signore? Lo conoscono solo di vista, non si sa come si chiami. Vorrei dirgli un grande grazie! Le persone oneste ci sono ancora e io...gentile sconosciuto, ti ringrazio a nome di tutti! E' stato per me il più bel regalo di Natale. Giuliana Avesani Montolli

MONDO IN CRISI

“Con meno e più felici” Un mondo sta crollando. E’ la fine di un’era di grande illusione collettiva. Fior di economisti e politici ci avevano illuso, e noi ci siamo lasciati illudere, che la crescita sarebbe durata all’infinito e che più cose avessimo comprato, posseduto e consumato e più saremmo stati felici, ma così non è stato. Numerosi studi di socio-economia, condotti sulla società americana, la più avanzata e consumistica del mondo, hanno evidenziato il “paradosso della felicità”: soddisfatte le necessità primarie, oltre ad un certo livello, con l’aumento della ricchezza diminuisce la felicità. Perché si è visto che, con l’aumento della ricchezza, tende ad aumentare anche l’egoismo, l’individualismo, la diffidenza, lo stress e diminuisce il tempo da dedicare agli altri, alla famiglia e alle relazioni sociali. Comunque l’attuale sistema economico-finanziario è giunto al capolinea e sta fallendo perchè non è più sostenibile sia dal punto di vista sociale che ambientale. Una crescita infinita in un mondo finito non è possibile e per questo le misure messe in atto per rilanciare la crescita (tagli, tasse e sacrifici) non sortiranno alcun effetto. I politici sono corresponsabili della crisi sia perché hanno lasciato che la finanza senza regole prendesse il sopravvento, sia perché hanno creato l’immenso debito pubblico e ora non hanno la più pallida idea di come uscirne. Eppure una via d’uscita c’è: serve una nuova visione, un cambio di mentalità, un salto di paradigma culturale. Per uscire dalla crisi bisogna passare dalla società della crescita insostenibile a quella della decrescita felice. Bisogna cioè costruire una

nuova economia capace di creare valore economico in modo sostenibile sul piano sociale e ambientale, riducendo l'utilizzo di combustibili fossili, il consumo di materie prime e la produzione di rifiuti. Ridurre il superfluo e gli sprechi. Da ciò deriva la necessità e la grande opportunità di creare nuova occupazione di qualità in attività quali l'agricoltura biologica, il risparmio energetico, il recupero di materiali,la produzione di energia da fonti rinnovabili, avviando un nuovo ciclo economico. Alcuni semplici esempi: ristrutturare l'intero patrimonio edilizio esistente secondo criteri di efficienza energetica, puntare sulla microgenerazione diffusa di energia, investire in tecnologia e ricerca in campo energetico e ambientale. La nuova economia richiede una riforma radicale della finanza e l’affermazione della finanza etica, ovvero attenta alle conseguenze sociali e ambientali dell’agire economico. Ma soprattutto richiede un profondo ripensamento individuale e collettivo, una revisione della nostra scala di valori. Richiede di tornare a pensare al plurale, riscoprire l’altro, perché “non si può essere felici da soli” (Raoul Follereau). Capire che la qualità della vita non dipende dal PIL e che i valori veri non sono quotati in borsa e proprio per questo non si svalutano mai, anzi valgono sempre di più, perché divenuti merce rara. Scopriremo così che con meno si può vivere meglio ed essere tutti più felici. Maurizio Pallante, presidente MDF Luca Salvi, circolo MDF di Verona www.decrescitafelice.it

TOMBINI I tombini si trovano in via Bolla a Pedemonte, fanno parte della scuola elementare e ne usufruiscono le persone che vanno a fare ginnastica o pallavolo. Tutto si risolverebbe facendo uscire le persone dalla parte opposta ma sembra non sia possibile reperire la chiave del cancelletto. Comunque, la soluzione dello scivolo di un cancello con nel mezzo due tombini di ferro fa inorridire il buon senso, speriamo venga modificato con la prossima frattura. Prima della frattura

rovie diventano private, dopo qualche anno, non essendo remunerative, vengono restituite allo stato, che preferisce farle gestire da cooperative. Continuiamo a sottolineare che le liberalizzazioni non sono una soluzione alla crisi economica, sarebbero un modo di spostare il problema verso i privati, pensando che possano agire nel nome del benessere collettivo, non considerando che la gestione privata obbliga agli utili, anche in situazioni di indigenza degli utenti. Nella teoria economica Prout vengono rispettate le responsabilità socio-economiche naturali dei rispettivi tre settori fondamentali: lo stato e amministrazioni locali, le cooperative, considerate la spina dorsale dell'economia, e i privati. Lo stato o le amministrazioni locali dovrebbero inserire nelle loro multiutilities (energia, acqua e gas, mercato ortofrutta...) anche le 'aziende chiave' produttrici di materie prime (fonderie, edilizia, filati...), col criterio di "nè profitto, nè perdita", per mantenere i prezzi sotto controllo. Non possiamo lasciare la produzione di materie prime ai privati, perchè possono creare monopolio, scarsità artificiale e aumenti a

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cascata dei prezzi. Trasporti, Comunicazioni e Poste dovrebbero essere gestite da agenzie in concessione e controllate dallo stato o amministrazioni locali. La produzione dei beni essenziali, (alimenti, vestiario, edilizia, sanità, educazione) che garantiscono l'esistenza di ogni singolo cittadino, dovrebbe essere gestita da cooperative, per una migliore distribuzione della ricchezza, coordinamento nella produzione e responsabilità collettiva nell'economia. Ai privati rimarrebbero le attività economiche minori, come negozi, hotel, produzione beni di lusso. Perchè il privato tende a speculare sui beni che compongono il paniere delle necessità minime dell'esistenza. La nostra Costituzione dichiara che il reddito individuale deve essere tale da garantire una vita dignitosa, e la Dichiarazioine universale dei Diritti Umani, nei suoi principi economici, elenca questi 5 fattori, come essenziali all'esistenza. Le liberalizzazioni peggiorano eventualmente il livello di garanzia delle necessità basilari e senza esse una vita dignitosa è solo un miraggio. Tarcisio Bonotto

di Lorenzo Quell’Oller

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Cronache CRONACHE

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Allarme sismico: la Valpolicella trema A distanza di poco più di due mesi dal terremoto che, con una serie di scosse sismiche ripetute, aveva colpito la Valdadige, mercoledì 25 gennaio, alle ore 00.54, la Valpolicella per qualche secondo ha tremato. Quella più avvertita è stata la terza di una serie di scosse sismiche che hanno accompagnato per alcune ore il terremoto. Secondo i dati giunti dall'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) e dall’osservatorio sismico veronese una prima scossa è stata registrata alle 20.41 del 24 gennaio a 9,2 km di profondità, magnitudo 3.3 Richter con epicentro in Valpolicella, con epicentro tra Arbizzano, Pedemonte e Nassar. La seconda scossa è stata registrata alle 20.49 a 8 km di profondità, magnitudo 2.1 Richter con epicentro sempre in Valpolicella, localizzato però tra Negrar e Fane. La terza scossa, la più forte, è stata registrata alle 00.54 a 10,3 km di profondità, magnitudo 4.2 Richter con epicentro a Montecchio, precisamente in contrada Case Antolini. In seguito i sismografi hanno registrato una quarta scossa alle 00.58, di intensità 2.5 Richter e, a seguire, tante piccole scosse percettibili a livello strumentale alle 1.02, 1.03, 1.04, 1.05 – magnitudo 3.2 -, 1.09, 1.18, 1.19, 1.24, 1.45, 2.31. In mattinata le scosse sono poi continuate con epicentri localizzati in Valpolicella alle 7.15 di magnitudo 2.5 e alle 8.26 di magnitudo 2.9. Le scosse, tutte caratterizzate da movimenti sussultori, dal basso all’alto, sono state avvertite anche in terra lombarda – culminando con una scossa di intensità 4.9 Richter alle 8.06 che ha colpito il paese di Brescello, vicino a Parma. Un’ora dopo, alle 9.05 la scossa è stata sentita nettamente anche nel locarnese e in parte del bellinzonese -. Un evento, questo, che ha messo in allerta forze dell’ordine, vigili del fuoco e squadre di protezione civile, che, nell’arco della giornata del 26 gennaio hanno svolto sopralluoghi in una serie di edifici tra chiese, scuole, abitazioni private, uffici ed edifici pubblici, strutture sanitarie ed attività commerciali. Verifiche e controlli, questi, al termine dei quali, oltre alla scuola materna di Parona, sono state chiuse la chiesa parrocchiale di S.Ambrogio - riaperta nel pomeriggio di sabato 28 gennaio e la chiesa di S.Maria in Valverde. Nessun danno grave o possibile pericolo invece per quanto riguarda gli altri edifici controllati. Nel frattempo dai sismologi dell’INGV arriva una lettura scientifica di quanto sta accadendo: causa dei movimenti tellurici registrati sarebbe la placca adriatica che, scorrendo sotto le Alpi e spingendo verso l’Europa, genera terremoti nelle Prealpi, mentre, spingendo verso sud, si inarca sotto gli Appennini.

IL TERREMOTO…A SCUOLA La mattinata del 25 gennaio è stata davvero intensa anche per le scuole del territorio. Dopo un avvio tranquillo infatti, istituto dopo istituto, l’allarme è arrivato ed è stato dato ordine di evacuare tutti gli edific. Ed è stato panico: gli alunni, dagli asili nido alle scuole materne, dalle scuole elementari a quelle medie e fino ad arrivare agli istituti superiori della Provincia scaligera, in poche ore si sono riversati in massa nei parchi e nei giardini, con il successivo “assalto” di padri e madri accorsi per portare a casa i figli. Le lezioni sono poi state sospese anche il 26 gennaio in numerosi istituti scola-

stici dell’intera Provincia, fatti salvo alcuni istituti superiori in cui per volontà della Provincia, titolare degli edifici, le lezioni si sono svolte regolarmente – su 31.000 studenti delle scuole superiori 17.800 sono rimasti a casa -. Ed è proprio su questa chiusura del 26 che si è scatenata la polemica, in particolare tra il sindaco di Verona, Flavio Tosi – che ha dato l’ordine di chiudere le scuole, tra cui alcune superiori – e la Provincia di Verona – che invece non ha ritenuto necessaria la chiusura. In tutto questo “marasma” unico comune ad andare controcorrente è stato quello di Pescantina, la cui

amministrazione non ha dato un vero e proprio “ordine di evacuazione”, ma ha optato per uno “stato di attenzione”. «Alle 8 del mattino – afferma il sindaco Alessandro Reggiani – abbiamo mandato alcuni tecnici a verificare le strutture scolastiche che non hanno dato alcun segno di lesione, se non qualche crepa negli intonaci ritenuta pressoché normale e comunque non pericolosa. Abbiamo quindi ritenuto opportuno far continuare regolarmente le lezioni: il costante contatto con gli uffici regionali competenti non ci ha dato motivo di dare credito alle voci che sono poi circolate nell’arco

della mattinata, diffondendo un falso allarme ingiustificato. Non abbiamo ritenuto giusto associarci alle scene di panico che hanno

rasentato l’assurdo… Il 22 dicembre è prevista la fine del mondo: probabilmente qualcuno avrà già preparato la navicella spaziale!»

Alessandro Reggiani

COS’È IL TERREMOTO Un terremoto, o sisma, è un'improvvisa vibrazione del terreno prodotta da una brusca liberazione di energia e tale energia si propaga in tutte le direzioni (come una sfera) sotto forma di onde - il punto preciso da cui si propaga il terremoto è detto ipocentro, mentre lo stesso punto, portato in verticale sulla superficie terrestre, prende il nome di epicentro -. Se una porzione di roccia inizia a deformarsi, essa offrirà

una certa resistenza (che cambia a seconda del tipo di roccia), ma quando le forze che tengono insieme la roccia vengono superate da quelle che le deformano allora questa si spezza e si ha un brusco spostamento delle due parti che rilasciano l'energia che avevano accumulato durante la deformazione e ritornano in uno stato indeformato. Lo spostamento avviene sia verticalmente che orizzontalmente. Generalmente queste

rotture, e i conseguenti spostamenti, si verificano lungo linee preferenziali chiamate faglie – fratture nel terreno, profonde anche vari chilometri, lungo le quali avvengono i movimenti del terreno. Esistono vari tipi di faglie anche molto diverse tra loro, ma tutte hanno in comune il fatto che lungo quella linea si ha un movimento relativo delle rocce. I terremoti si originano perché ad un certo

punto la roccia si rompe lungo una faglia, in profondità, e rilascia tutta l'energia che aveva accumulato per resistere al movimento. Questa energia si disperde nel terreno dall'ipocentro in tutte le direzioni in forma di onde (in parte anche sotto forma di calore): onde di volume - che coinvolgono un volume e quindi in questo caso la terra stessa - e onde di superficie che si propagano solo sulla superficie della terra.


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Febbraio 2012

PAROLA AI PRIMI CITTADINI

Gabriele Maestrelli

Domenico Bianco

Simone Vaenturini

A distanza di poche ore dalla scossa più forte sono intervenuti alcuni sindaci della Valpolicella riportando quanto accaduto nei propri Comuni. QUI SAN PIETRO IN CARIANO «Abbiamo riscontrato danni lievi in particolare in alcuni edifici storici – afferma Gabriele Maestrelli, sindaco di San Peltro in Cariano -, ma nulla di grave. Diversi sono stati in ogni caso i sopralluoghi svolti durante la mattinata del 25 gennaio per garantire la massima sicurezza specialmente negli edifici scolastici». QUI MARANO A Marano di Valpolicella la Protezione Civile Comunale è rimasta al lavoro durante tutta la notte, per rilevare eventuali danni. Il sindaco, Simone Venturini, da parte sua, ha provveduto nelle prime ore del mattino ad inviare un report dei danni registrati alla prefettura scaligera. «Molte persone – afferma il sindaco – hanno trascorso la notte in auto. Diffusi sono i danni rilevati nel nostro Comune: crepe e fessure su muri in elevazione della Chiesa del santuario di Santa Maria Valverde e della Chiesa parrocchiale di Marano con diffusa caduta di calcinacci, apertura di alcune pre-esistenti fessure da cedimento su muri in elevazione della scuola elementare di Marano, crollo di alcuni muri a secco di sostegno di terrapieni lungo strade comunali in località Perlè e Mondrago. Alcuni comignoli inoltre sono crollati, mentre numerose abitazioni private hanno riportato crepe e fessure sui muri». QUI FUMANE «Nel nostro comune non sono stati registrati grandi danni – afferma Domenico Bianchi, sindaco di Fumane . Qualche piccolo riscontro si è avuto solamente in alcuni edifici pubblici datati. Per quanto concerne invece gli edifici scolastici vorrei tranquillizzare i genitori dicendo loro che abbiamo tutto sotto controllo: già nei mesi scorsi le opportune verifiche e i controlli effettuati avevano garantito la sicurezza dell’edificio. Ora, alla luce di questo terremoto, stiamo provvedendo a compiere ulteriori accertamenti, ma posso tranquillamente affermare che non ci sono problemi». QUI SANT’AMBROGIO «Appena è stata avvertita la scossa delle 00.54 siamo scesi in strada e ci siamo resi conto che uno dei quattro pennacchi della parrocchiale di S.Ambrogio era caduto a

Roberto Zorzi

Giorgio dal Negro

Luca Manzelli

terra. Abbiamo subito provveduto a transennare l’area per scongiurare eventuali pericoli e ad allertare un ingegnere per le relative verifiche. La parrocchiale è quindi rimasta chiusa per alcuni giorni, fino a sabato 28 gennaio, quando è stata riaperta». Queste le parole di Roberto Zorzi, vicesindaco di S.Ambrogio di Valpolicella a poche ore dalla scossa più forte. «Nelle prime ore del mattino abbiamo poi provveduto ad effettuare i necessari controlli sul territorio per verificare altri danni, che, fortunatamente non sono stati rilevati. Le forze dell’ordine e la protezione civile – aggiunge poi il vicesindaco in contatto costante con la Provincia - sono stati allertati: siamo pronti per ogni evenienza». QUI NEGRAR «Questo terremoto ha provocato molta paura – afferma Giorgio Dal Negro, sindaco di Negrar, comune in cui è stato localizzato l’epicentro relativo alla scossa più forte -. Fortunatamente il tutto si è risolto tranquillamente, senza alcun danno rilevante. Già nella mattinata del 25 gennaio - e poi il giorno successivo - le scuole sono rimaste chiuse per effettuare i necessari controlli. Le verifiche effettuate dai vigili del fuoco si sono estese anche agli stabili comunali: non sono stati rilevati danni strutturali evidenti, se non qualche crepa nei muri, che rientra nella normalità. Ora possiamo dire di essere molto tranquilli. Purtroppo le voci tendenziose partite dalla città hanno contribuito a creare uno stato d’ansia in certi momenti incontrollato…ma alla fine tutto si è risolto». QUI DOLCÈ «La nostra zona era già stata provata dagli eventi sismici dell'autunno scorso – esordisce il sindaco di Dolcè, Luca Manzelli -. In merito organizzammo, in collaborazione con la Provincia di Verona, una serata informativa per spiegare alla popolazione le dinamiche legate ai terremoti e tranquillizzare per quanto possibile la cittadinanza. Ora questi ultimi eventi sismici hanno evidenziato nuovamente la necessità di affrontare queste vicende con serietà e preparazione. Senza farsi prendere dal panico, cosa che invece è avvenuta recentemente per responsabilità di qualche sconsiderato. A questo proposito devo ringraziare la dirigente scolastica e gli insegnanti del nostro istituto comprensivo che hanno mantenuto la calma e gestito la situazione in modo corretto per quanto riguarda i nostri alunni. Un ringraziamento anche all'ufficio tecnico ed ai dipendenti comunali per la collaborazione profusa».

LA PAURA E L’EVACUAZIONE «INGIUSTIFICATA» La psicosi da terremoto non ha risparmiato la Valpolicella, in particolare quando a scuole, aziende, abitazioni private, uffici pubblici, ospedali, negozi è giunto l’ordine di evacuare perché, si diceva, sarebbe arrivata una scossa molto forte tra le 11.00 e le 13.30. Un allarme, questo, definito “ingiustificato” dagli esperti sismologi e dalla stessa Luciana Zuccaro, presidente di Cossma – Centro osservatorio studio sismico meoteoambientale - proprio perché le scosse sono assolutamente imprevedibili. Ancora non si sa da dove sia giunto questo grido di allarme che ha visto migliaia di persone scendere in strada, affollare i parchi, pranzare all’aperto e addirittura fare bagagli. Quel che è certo è che questo allarme né Pro-

vincia, né Regione, né Prefettura né Protezione civile lo hanno lanciato. «Siamo alle prese con dei mitomani – ha affermato dal comune di Verona l’assessore Marco Padovani – che, attraverso una serie di telefonate spacciandosi per dirigenti della protezione civile, hanno seminato il panico». «A differenza di quanto erroneamente riportato da alcuni organi di informazione – è quanto affermano in Provincia -, la Provincia di Verona non ha inviato alcun allarme di evacuazione nè alle scuole superiori, nè agli altri edifici di sua competenza». Anche la Regione, da parte sua afferma che la Protezione civile regionale è stata allertata e si è attivata sin dalla notte del 25 gennaio per seguire l’evolversi della situazione determinata dalla

scosse telluriche che hanno interessato un’area della provincia di Verona in prossimità dei Comuni di Bosco Chiesanuova, Cerro, Fumane, Grezzana, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro Incariano e Sant’Anna D’Alfaedo. Non sono stati segnalati problemi alle persone mentre, per quanto riguarda gli edifici, si sono verificati danneggiamenti di cornicioni e alcune crepe negli edifici più vecchi. «I nostri tecnici – sottolinea l’assessore regionale Daniele Stival – sono stati attivi su tutto il fronte ed in contatto con i loro colleghi nazionali. Secondo gli esperti l’evento veronese non è da mettere in relazione diretta con quello avvenuto nel reggiano. La Protezione Civile – aggiunge Stival – ha raccomandato

a tutti i soggetti con responsabilità di conduzione di edifici pubblici di monitorare attentamente la situazione, assumendo, se del caso, gli adeguati provvedimenti». Anche alla luce del fatto che tecnicamente un evento

sismico non può essere né previsto, né escluso a priori, il sito ufficiale della Protezione Civile Regionale ha pubblicato una nota, nella quale si specifica: «voci che sono circolate e che prevedevano con certezza un

evento sismico, sono da ritenersi procurati allarmi». A fronte di tutte queste smentite è stata quindi avviata un’indagine su questo procurato allarme e sui possibili responsabili dello scatenamento di una simile psicosi.


Festa de

Comitato Benefico

Programma

Ore 10.00 Apertura chioschi con degustazione di polenta e renga (l’unica e vera Renga di Parona – RICETTA ORIGINALE), primi piatti e vino della Valpolicella Ore 14.30 Ricevimento delle maschere in Via Liberale da Verona Ore 15.00 Corteo mascherato aperto dalla banda e le majorettes con la partecipazione del “Papà del Gnoco” e la sua Corte, Tutte le Maschere Veronesi, la “Parona” ed il suo seguito

e d n Grateria Lot


la Renga 22 Febbraio 2011 Ore 15.45 Sfilata sul palco di tutte le Maschere e saluto del “Comitato benefico Festa della Rengaâ€? alle autoritĂ e al pubblico Ore 16.00 Esibizione della banda e gran finale con le majorettes!

Buon divertimento!


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NEGRAR. Lettera di alcuni genitori di via Jago di Sotto

RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO

«E il parco giochi?»

Evasione fiscale: un problema

Si sono rivolti alla redazione de L’Altro Giornale un gruppo di genitori di via Jago di Sotto, a Negrar, chiedendo delucidazioni sul motivo di una mancata realizzazione di un parco giochi nella nuova lottizzazione che negli ultimi anni ha portato nuove famiglie a vivere nella zona. A dare risposta ai loro dubbi è il sindaco Giorgio Dal Negro che li rassicura. LA LETTERA Gentile direttore, siamo un numeroso gruppo di genitori residenti in via

Jago di Sotto. Vorremmo rivolgerci al sindaco di Negrar, Giorgio Dal Negro, per sottoporgli un problema, manifestatosi nella nostra via alla fine della scorsa estate.Qui nella zona sono sorte ultimamente nuove costruzioni edili che hanno portato all’insediamento di altre famiglie, oltre a quelle che già ci abitavano. I nostri bambini sono senza un’area verde adibita a parco giochi e, con l’arrivo della bella stagione, saranno costretti a giocare in strada. La nuova lottizzazione prevedeva uno spazio dedicato alla realiz-

zazione di un parco giochi , ma, per mancanza di risorse, l’idea è stata bocciata. Durante i fine settimana noi genitori siamo costretti a recarci in altri comuni o paesi per portare i nostri figli a giocare, per evitare che incorrano in pericoli e possano sentirsi liberi di correre in mezzo alla natura. In attesa di una risposta positiva contando sulla collaborazione dell’amministrazione per realizzare i desideri dei nostri piccoli, porgiamo distinti saluti I genitori di via Jago di Sotto - Negrar

IL SINDACO RISPONDE «In via Jago di Sotto una lottizzazione approvata dall’Amministrazione che ci ha preceduto prevedeva la realizzazione di uno spazio verde ed un’area parcheggi – spiega Giorgio Dal Negro, sindaco di Negrar -. Successivamente l’allora amministrazione ha cambiato idea, predisponendo unicamente la creazione di una zona parcheggi. Così infatti è stato. In seguito l’amministrazione che io stesso guido, nell’arco dello scorso anno, ha dato autorizzazione ad una nuova lottizzazione, dove è stata prevista anche la costruzione di un parco giochi. A realizzarlo sarà l’imprenditore stesso che ha curato l’edificazione e che, per legge, ha tre anni di tempo per dare avvio alla realizzazione del parco stesso. A questo punto, quindi, si tratta solo di attendere l’avvio dei lavori».

In questo periodo di vacche magre l’evasione fiscale è una piaga da combattere in tutti i modi. L’evasore fiscale, diceva un grande statista, ruba due volte: una, quando sottrae alla comunità il suo contributo, e un’altra quando chiede dei servizi che non ha pagato. Per aiutare i comuni, nel 2010 il governo Berlusconi ha deciso di utilizzare un meccanismo che consiste nel versare ad essi il cento per cento degli introiti che l’Agenzia delle Entrate riesce a realizzare nella lotta all’evasione con il loro aiuto. Il ragionamento è semplice: ogni sindaco conosce i suoi cittadini ed è la persona più indicata per fornire all’Agenzia delle Entrate le informazioni per il recupero dell’evasione. Se lo fa, il Comune si assicura una entrata importante. Per partecipare davvero alla attività di accertamento fiscale, la legge prevede che i Comuni istituiscano il Consiglio Tributario. Tutti i Comuni lo stanno facendo, secondo le formule più varie. Ma è noto che le formule non sono tutte uguali. E a seconda della formula che viene adottata si può capire se un Comune ha davvero voglia di fare la lotta all’evasione, o no. Il Consiglio Tributario creato a Negrar nelle settimane scorse è nato per funzionare o per vendere fumo? Ci sono quattro aspetti che ci aiutano a dare una risposta. Vediamoli velocemente. La legge prevede che il Consiglio Tributario partecipi concretamente alla azione di accertamento e segnalazione all’Agenzia delle Entrate: quello di Negrar ha invece solo uno scopo “consultivo e propositivo”, senza alcuna funzione concreta di intervento. Normalmente i comuni prevedono che nel Consiglio Tributario sia presente qualcuno degli amministratori con funzione di guida e indirizzo, per garantire che la lotta all’evasione è davvero una priorità dell’Amministrazione: in quello di Negrar nessun amministratore ci ha messo la faccia, e il Consiglio Tributario è figlio di nessuno. Ne fa parte solo un gruppetto di bravi funzionari comunali (quasi nessuno di Negrar) che dopo una giornata di onesto lavoro dovrebbero riunirsi per esaminare di loro iniziativa non si sa bene cosa e non si sa bene con quale programma. Normalmente il Consiglio Tributario riferisce al Consiglio Comunale: a Negrar invece il Consiglio Tributario riferisce alla Giunta e al Presidente del Consiglio Comunale. I consiglieri comunali non possono esercitare alcun controllo efficace. I membri del Consiglio Tributario godono di norma di qualche incentivo (magari percentuale: più risultati, più premi): alla voce “compenso” a Negrar è invece previsto zero. L’esperienza dimostra che senza una compartecipazione agli utili dell’attività, la partecipazione al Consiglio sarà percepita come un fastidioso contrattempo. A questo punto la risposta alla nostra domanda viene da sola: a Negrar con questo meccanismo il Comune non ricaverà un euro in più dalla lotta all’evasione rispetto a prima. Noi siamo a disposizione, in Consiglio Comunale e in qualunque altra sede, per condividere ogni miglioramento che consenta di farlo funzionare. Fausto Rossignoli Consigliere Partecipazione Democratica


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ISTITUTO COMPRENSIVO

S.MARIA. Sono 900 i soci che hanno usufruito dei servizi nel 2011

Concerto di Natale

Quattro anni col... turbo alla Baita della Comunità

La musica arriva diritta al cuore. Ed è stato proprio attraverso la musica che gli alunni dell'istituto comprensivo di Negrar hanno voluto fare i loro migliori auguri di un sereno Natale a genitori, nonni e amici. In una chiesa gremita di persone si è tenuto il concerto, magistralmente organizzato dagli insegnanti dell'indirizzo musicale, Carla Tessari (chitarra), Andrea Fidesser (pianoforte), Roberto Raimo (clarinetto) e Valeria Sartori (flauto traverso) che hanno preparato l'orchestra, e con la collaborazione del soprano Raffaella Benetti, e delle maestre delle classi V per la preparazione del coro. La rassegna di canti natalizi ha visto anche la partecipazione del coro delle Coste bianche, che ha dato quel tocco in più ad un concerto entusiasmante. «Per me la musica è passione, non un semplice sfiorare i tasti o le corde di uno strumento – afferma Michela Zace, che ha vissuto l’esperienza da orchestrale -. Forse le persone presenti non potranno aver capito appieno le sensazioni che abbiamo provato durante l'esibizione. Le note non sono solo dei semplici suoni, ma sono sensazioni che vanno assaporate, è un linguaggio che non va ascoltato solo con

l'udito, ma anche con il cuore. La cosa che mi ha intimorito di più durante il concerto è stato quando dovevo suonare il mio assolo, ma gli applausi dei presenti mi hanno rassicurata e fatto capire che avevamo dato il meglio di noi». «Guidata dai gesti decisi del direttore, una musica flebile si fa largo tra il chiacchiericcio del pubblico. Allora tutti tacciono – aggiunge Luisa Elia, una spettatrice -. Gli strumenti suonano in diverse tonalità, che si sfumano, si incrociano e sprizzano...Non è solo una cosa che sento con le orecchie, è un’emozione che mi scorre dentro! Non serve neanche tener gli occhi aperti. L’immaginazione fa il resto. La sinfonia mi trasporta: i tamburi frullano e sento un formicolio dentro di me, come un richiamo. Mi sembra di far parte della musica! Il cuore mi batte velocemente e non voglio smettere di stare in questo stato inebriante che mi allontana dalla realtà! Le voci candide dei bambini irrompono nell’atmosfera con la forza di un acquazzone di marzo! Non sono ancora calde e modulate ma hanno la capacità di trasmettere gioia e franchezza. Mi pervade un senso di pace». Paola Speri

Ha concluso il suo quarto anno di attività a Santa Maria di Negrar la Baita della Comunità, struttura sociale intergenerazionale realizzata dal Comitato Sagra S.Maria. Aperta a giugno 2007 la Baita ha saputo confermarsi in questi anni quale punto di riferimento per i paesi di S.Maria, Arbizzano e Pedemonte. «La struttura, aperta quotidianamente escluso il martedì, è frequentata in particolare da bambini che usano il parco giochi, da ragazzi che utilizzano l’attiguo campo di calcetto e da numerosi amici della terza età. I soci che hanno usufruito dei servizi della Baita e regolarmente iscritti per l’anno 2011 sono stati circa 900 – afferma Francesco Zantedeschi, presidente del Comitato Sagra S.Maria -. L’Anno appena trascroso è stato molto proficuo: i lavori di completamento sono stati realizzati e finanziati e tutti gli spazi necessari per lo svolgimento delle varie attività sono disponibili». Il Comitato Sagra S.Maria,

ARBIZZANO. Epifania storico-folcloristica Triplice manifestazione storico - folcloristica - culturale il giorno dell'Epifania, organizzata dal Comitato Benefico S-ciapa soche de Arbissan con il sostegno dell'Associazione Pro Loco Emilio Salgari di Negrar, presso il parco di villa Albertini. L’evento ha avuto inizio con la 30° edizione del “Palio dello s-ciapa soche”, nel quale quattro partecipanti si sono contesi l'ambito titolo di "Mastro s-ciapasoche 2012". Dopo le previste prove (segatura con attrezzo ad arco, idem ma con segon, spacco di precisione con sigureto, divisione in due parti di un grosso ceppo di ciliegio) i due più bravi sono risultati, a sorpresa, principianti del mestiere che si erano allenati allo scopo: Adriano Righetti - artigiano di 47 anni che ha impiegato solamente 144 secondi per effettuare tutte le prove, Daniele Sambugaro - studente di 14 anni giunto secondo per un'inezia. Più lontani, ma comunque anche loro meritevoli di elogio sono giunti i "veterani" Roberto Vicentini e Michele Sona. Il nuovo Mastro s-ciapa soche che rappresenterà il paese nelle prossime manifestazioni carnevalesche e non solo, è quindi Adriano Righetti, dotato all'uopo di apposito mantello, cappello ed emblema. E' seguita la premiazione del concorso "Presepi in famiglia", per il quale un'apposita giuria ha emesso la seguente graduatoria: l° premio a Pietro Beraldini, 2° a Raffaella Peretti, 3° a Gianni Sommacampagna, menzione speciale a Ennio Mignolli, segnalati a pari merito Maria Pia Oppici, Paolo Gelio, Mario Montolli, Cecilia Marchesini. Ecco poi il gran finale con il "rogo della befana" , ovvero di un manichino, posto al culmine di una catasta di sterpaglie, a rappresentare la cattiva stagione che se ne deve andare. Dato fuoco alle sterpaglie, con fiamme e fumo innalzatesi verso il cielo, tutti a osservare da che parte sarebbe caduta la "vecia" perché da ciò, secondo antiche credenze popolari, sarebbe dipeso l'andamento agricolo dell’annata prossima. All'intera manifestazione hanno presenziato il sindaco di Negrar, Giorgio Dal Negro, l'assessore Gianni Pozzani, i consiglieri Roberto Grison e Valentino Viviani e, naturalmente, un pubblico festante che, tra l'altro, ha goduto di pandoro, brulé e cioccolata calda,offerti dagli organizzatori. R.D.N.

la cui attività è iniziata nel lontano 1978, nel dicembre scorso ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali per il triennio 2012/14. I 54 soci fondatori hanno confermato Francesco Zantedeschi presidente, affiancato dai giovani vice Presidente Francesco Chiecchi e Segretario Alessandro Fanton. Al loro fianco operano due soci storici, Diego Lucchese “Diegon” e Angelo Perantoni “Ciope”, responsabili operativi della Baita della Comunità…Nel frattempo è già stato stilato il ricco programma 2012: evento clou sarà la 35^ edizione della Sagra del Carmine dal 13 al 16 luglio, con la sua variegata proposta musicale che andrà dal rock al blues, dal liscio alla discoteca anni ‘90. Oltre al tradizionale Falò dell’Epifania, tenutosi come da tradizione il 6 gennaio e pienamente riuscito, è inoltre in programma il Carnevale dei Bambini, sabato 25 febbraio, il Torneo di Calcetto, venerdì 22 e sabato 23 giugno, la festa di Fine Estate, sabato

23 settembre. «Il Comitato – conclude Francesco Zantedeschi sta studiando un’iniziativa dedicata e riservata agli sponsor storici della Sagra del Carmine - quelli presenti dal 1986, da 25 anni : un momento tutto per loro quale ringraziamento per il continuo sostegno che ha consentito la realizzazione dei vari programmi e progetti realizzati in tutti questi anni».

Francesco Zantedeschi


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SANT’ANNA. Compie tre anni la realtà che si dedica ad aiutare le persone

LA CURIOSITÀ

Sportello della solidarietà Un calcio contro la crisi

Le pittrici del lunedì

Compie il suo terzo anno di vita lo Sportello della solidarietà, nato a Sant’Anna D’Alfaedo quando si sono presentate le prime conseguenze concrete e negative della crisi finanziaria di cui tutti cominciavano a parlare. «A fronte di previsioni tanto pessimistiche e tristi perché non reagire con qualcosa di concretamente positivo? – si erano chiesti i volontari del Centro -. Perché non reagire con tanto desiderio di sentirsi protagonisti nella propria piccola realtà, e riunirsi in gruppo per scoprire che c’è ancora chi crede nella solidarietà? Si è così riusciti ad aprire nel capoluogo, in alcuni locali messi a disposizione dai sacerdoti dell’Unità Pastorale di Sant’Anna d’Alfaedo, un piccolo magazzino di vestiario e uno sportello di ascolto sulla scia di quanto sta accadendo in tanti altri paesi – raccontano -. Il “relativamente” esiguo numero delle persone che si rivolgono allo sportello per chiedere aiuto (una ventina di famiglie per il 90% straniere) ci permette di mantenere rapporti umani intensi e approfonditi. C’è tempo e spazio, per chi lo desidera, di raccontarsi e anche que-

sta, spesso, è un’esigenza impellente e vitale. Si scopre così che non siamo solo noi a dare qualcosa: l’arricchimento umano è reciproco. Ogni settimana al termine dell’orario di apertura dello sportello di ascolto si torna a casa con il cuore gonfio di tanta tristezza, ma anche arricchito nella sua capacità di compassione e condivisione». Sempre la condizione di piccola realtà ha permesso ai volontari dello Sportello della solidarietà, in collaborazione con l’assistente

sociale del Comune di Sant’Anna, di unire in gruppo alcune persone disoccupate di nazionalità marocchina e portarle nel bosco, messo a disposizione dalla parrocchia, per tagliare legna. «Non è stata un’impresa facile – affermano i volontari -, ma, soprattutto grazie alla tenacia di alcune persone della comunità che hanno affiancato e guidato i “marocchini” mettendo a disposizione esperienza, attrezzatura e locale per il ricovero della legna tagliata, si è riusciti a portare a

casa circa 100 quintali di legna. Per queste persone e per le loro famiglie, almeno per questo inverno, non esiste il problema di pagare la legna per scaldare la casa». La limitata estensione del territorio permette, inoltre, un veloce ed efficace passa parola e, quindi, risulta abbastanza facile reperire una lavatrice, oppure un armadio o una carrozzina o lettino per bimbi e quanto altro venga richiesto, oppure organizzare una raccolta di generi alimentari o di denaro.

Arrivano puntuali le signore che si ritrovano ogni lunedì pomeriggio nella prima aula dell'ex Scuola elementare di Fosse, messa a disposizione dall'Amministrazione comunale di S.Anna D'Alfaedo. Portano con loro borse piene di pennelli, colori, tele e un grande bagaglio zeppo di storie uniche e personali intrise di sentimenti, emozioni, gioie e dolori. Due di loro sono di Fosse, Milena Momi e Claudia Carrara, le altre provengono dai paesi vicini, le sorelle Marisa ed Edda Benedetti e Maria Corbioli da Ceredo, Poldi Fiorini da Breonio, Maria Grazia Zivelonghi da Gorgusello, le sorelle Daria e Anna Zanini da Torbe, Marilisa Lavarini da Le Colombare e, quando gli impegni lo permettono, Andrea Ferrarini da Ceredo, Martino Bissoli e Luisa Ederle da Verona. Ad accomunarle è la passione per la pittura e una serena amicizia che si rafforza di anno in anno. Un'inse-

gnante seria e preparata, Laura Poffe, le segue, tenendo fede all’elemento che caratterizza la scuola di pittura di Fosse, la libertà, non solo nella scelta dei soggetti e nelle modalità di esecuzione, ma anche libertà di cantarellare sul sottofondo musicale, che non manca mai e magari accennare qualche passo di danza, di raccontare “storie” personali o di stare in silenzio…e anche di imprecare quando l'opera non risponde alle aspettative...Tutto ciò crea un ambiente rassicurante dove si lavora con impegno, a volte con fatica, ma sempre con entusiasmo. Maria Corbioli e Milena Momi hanno avuto una segnalazione alla mostra di pittura organizzata a Negrar in occasione del Concorso Nazionale di arte pittorica “Valpolicella terra di Salgari” e naturalmente, insieme, hanno festeggiato felici di questo successo individuale ma anche di tutta la Scuola.

SOVRANO ORDINE DI ERCOLE-AIPO. Inizia il Corso di Olivicoltura Inizierà mercoledì 15 febbraio alle ore 20.45 il Corso di Olivicoltura organizzato dal Sovrano Ordine di Ercole e dall’AIPO – associazione interregionale produttori olivicoli -. L’iniziativa, strutturata in tre lezioni, verterà su un primo incontro teorico – quello del 15 febbraio appunto – presso l’istituto agrario Stefani - Bentegodi di San Floriano con alcuni cenni botanici sull’olivo, sui fattori che determinano la qualità dell’olio e le principali avversità: sintomatologia e tecniche di difesa. La seconda lezione avrà luogo mercoledì 22 febbraio, alle 20.45, sempre presso l’istituto agrario Stefani Bentegodi e tratterà le tecniche di assaggio, il riconoscimento delle qualità dell’olio con l’assaggio guidato di oli italiani. Infine, sabato 3 marzo, in mattinata, si terrà una lezione pratica a Cavaion Veronese sulle tecniche di potatura pratiche in oliveto. Per informazioni: 320.4182926, sovrano.ordine@tiscali.it.

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Febbraio 2012

MARANO. Nel 2011 spesi oltre 600.000 euro. E i lavori non sono finiti

Il Comune a capofitto nelle opere pubbliche

È un bilancio di opere realizzate e da realizzare quello tracciato ad inizio 2012 dall’amministrazione comunale di Marano di Valpolicella. «Nel corso della prima parte del 2011 – afferma il sindaco, Simone Venturini - abbiamo portato a termine lavori molto importanti: la sistemazione dell’abitato di Pezza, con i marciapiedi, il nuovo parcheggio, il restauro del capitello, la nuova illuminazione, l’allestimento del parco giochi di Pezza presso le fontane, la realizzazione della nuova Piazza di Purano, con la nuova illuminazione che fa di quel luogo un piccolo gioiello, la nuova isola ecologica, la conclusione dei lavori di tinteggiatura della fontana della Granda, la sistemazione della scarpata sopra la strada di Gnirega.

Lavori impegnativi, anche dal punto di vista finanziario (oltre 600.000 euro) e gestionale, per la conduzione dei cantieri e delle interferenze. Abbiamo poi asfaltato le strade di Canova di Valgatara e di Gnirega. Altrettanto è stato fatto per la strada della Masua. Nella seconda parte dell’anno – aggiunge ancora il primo cittadino - sono stati svolti molti altri lavori: la sistemazione di alcune strade (Novaia, Pontarol, San Fermi-Maragnago, Tezze), la strada di accesso alle scuole elementari di Valgatara (manca l’asfaltatura che faremo con le temperature maggiori, ad Aprile), il ponte del Pontarol. Con il termine del 2011 sono andati in gara tre lavori importanti: il nuovo ponte sospeso sulla Val Sorda, la sistemazione

della Malga la Fava (per oltre 100.000 €), il percorso pedonale La GrandaPozzo. Lavori rilevanti, per un importo di oltre mezzo milione di euro che vedranno la luce nei primi mesi del 2012». Nel frattempo è in fase di definizione anche l’accordo per l’acquisizione dei terreni per la nuova piazza centrale di Purano che richiederà un impegno finanziario di 400.000 € con la creazione di un ampio manufatto interrato da adibire a magazzino per il comitato locale e per la Pro Loco. «Dovremo partire poi – aggiunge il sindaco - con la progettazione dei nuovi spogliatoi del campo da calcio di Valgatara e la progettazione definitiva ed esecutiva del campo da calcio di Marano, in erba sintetica con i nuovi spogliatoi (900.000 €).

Campo sportivo di Valgatara

Simone Venturini

Verrà inoltre progettato il nuovo campo giochi di Purano per il quale vi è già un sostanziale accordo con i proprietari del terreno per la cessione dello stesso (100.000 €), mentre partiremo con la progettazione interna del parcheggio di Ravazzol. In tutto questo – conclude non mancherà la progettazione definitiva per appalto integrato per la nuova biblioteca ed il nuovo auditorium, da realizzare con le tecniche della bioedilizia e casa – clima (1.500.000 €). Se la Regione non dovesse sbloccare i fondi potremmo optare per l’ampliamento della biblioteca esistente. Si tratta di lavori impegnativi per quasi 3 milioni di euro».

RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO

Il sindaco Venturini scrive all’ATV Spett.le Direzione, storicamente (non so se per prassi o per programmazione) ci sono sempre state due autolinee di trasporto pubblico che passavano al mattino da Marano e Valgatara per Verona, una alle 6.45 circa e l'altra alle 7 circa. Ciò ha sempre costituito un notevole vantaggio molto apprezzato da famiglie e scolari perché i ragazzi che vanno a scuola in corso porta nuova (o comunque nella zona terminale della corsa) prendevano il primo pullman (che passava prima avendo una corsa più lunga da fare) mentre quelli che si fermano in zona Ponte Pietra il secondo. Quest'anno passano entrambi alle 6.45 circa e questo risulta uno svantaggio per quelli che vanno alle scuole Maffei, Marco Polo, don Mazza, Fracastoro, Campostrini, Giorgi (e tutti gli istituti che gravitano nella zona di Ponte Pietra - Piazza Isolo), perché poco dopo le sette sono già in città e devono aspettare quasi un'ora al freddo l'apertura della scuola. La cosa ottima sarebbe spostare una delle due corse alle 7.15. In questo modo se ne avrebbero comunque due (senza alcun aggravio di costo), una alle 6.45 e l'altra alle 7.15 e il servizio sarebbe ottimo. E' sempre funzionato così ed ha sempre funzionato bene. Il Sindaco Ing. Simone Venturini

17 RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO

Croce Bianca: seconda puntata La notizia pubblicata sullo scorso numero de L’Altro Giornale relativa alla Croce Bianca a Marano ha destato molto scalpore. Alcuni media hanno riportano che l'iniziativa è opera dell'amministrazione di Marano...non corretto! La minoranza è stata prima interpellata da alcuni volontari della Croce Bianca, e, conseguentemente, il gruppo consiliare Nuova Marano, avendo a cuore la problematica, ha evocato la presenza della Croce Bianca sul territorio di Marano. Si veda a tal proposito la specifica mozione, con apposto il protocollo (http://www.nuovamarano.it/ site/index.php/interrogazioni/93-022-mozioneprimo-soccorso-sanitario-croce-bianca) e la successiva risposta dibattuta in Consiglio definita dal sindaco “richiesta ridicola” e votata da tutta la maggioranza contro (http://www.nuovamarano.it/site/ descrizione/article/105/05%20Mozione%20capogruppo%20Zardini%20Croce%20Bianca.pdf). Noi della minoranza avremmo potuto arrabbiarci vedendo come il Sindaco si è comportato nel caso Croce Bianca. Per i meno informati si comunica che il Sindaco prima boccia la nostra mozione di attivarsi per portare la Croce Bianca a Marano per poi attivarsi in tal senso e riferire ai media di essere stato illuminato. Noi invece ringraziamo il nostro Sindaco perchè ha capito, dopo un momento di defaillance in consiglio comunale, che la nostra idea era buona e che l'informazione che gli stavamo dando della riorganizzazione in atto delle attività di volontariato nella Valpolicella poteva essere un'occasione per Marano. Mi pare che una convezione sia competenza del consiglio comunale e che pertanto prima della firma debba essere sottoposta all'approvazione del consiglio comunale. Vorremmo rassicurare il Sindaco che la minoranza non boccerà tale provvedimento perchè lo ritiene utile e fondamentale…Ma i consiglieri di maggioranza non si sentono strumentalizzati dal proprio sindaco che prima ordina loro di votare contro un’iniziativa per poi vedere che invece lui stesso la ripercorre? Rimane solo da dire: vergogna! Il gruppo di minoranza di Marano di Valpolicella Nuova Marano Paolo Zardini, Mario Lonardi, Jonathan Formolo, Bruno Cottini


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IL CASO. Cassonetti distrutti, alberi bruciati e danni a un semaforo

Capodanno da vandali Corrubbio esce a pezzi Cassonetti distrutti, alberi bruciati, una centralina semaforica completamente divelta e arredi del parco giochi danneggiati: è con questo bilancio che

Alberto Conati

il 2011 si è chiuso a Corrubbio. Lo scorso 31 dicembre, in pieno orario pomeridiano e in centro paese – proprio di fronte al bar – qualche scapestrato ha “festeggiato” a scapito di un intero Comune. «E’ incredibile che qualcuno si sia divertito a mettere in atto un gioco di così cattivo gusto – afferma l’assessore alla sicurezza del comune di San Pietro in Cariano, Alberto Conati -: la colonnina contenente l’intera parte elettronica del semaforo è stata divelta. Sono stati presi di mira cassonetti e campane del vetro e strutture d’arredo del parco giochi. I danni provocati superano i 5.000 euro che purtroppo, in un periodo come quello che stiamo attraversando, saremo costretti a sanare togliendoli da altri capitoli di spesa del Comune e, quin-

di, dei cittadini. Siamo molto amareggiati e dispiaciuti e ci sembra impossibile che in pieno pomeriggio nessuno abbia visto nulla: chiediamo pertanto che, se qualcuno avesse assistito al fatto, si faccia avanti e collabori con l’amministrazione». …Nel frattempo continua il progetto “sicurezza sulle strade” a San Pietro in Cariano. «Sulla falsariga di quanto avviene già da alcuni anni nel comune di Verona – afferma Alberto Conati –, vorremmo mettere in atto un’iniziativa volta a ridurre la velocità sulle nostre strade. Siamo stanchi di mettere in atto misure volte a contenere la velocità: è necessario sensibilizzare maggior-

mente chi guida, insegnando a premere meno sull’acceleratore». A partire dall’1 febbraio vengono installati di settimana in settimana in luoghi diversi del Comune, autovelox e telelaser all’ingresso e all’uscita dal territorio comunale. «Si tratta di un modo per monitorare la situazione e, se possibile, tenere sotto controllo la velocità – afferma Conati . Non è un modo per far cassa – anche perché buona parte del ricavato il Comune lo deve rendere all’ente proprietario delle strada interessata dalla multa». Da ultimo, ma non per questo meno importante, è una raccomandazione che l’Amministrazione fa agli automobili-

La centralina semaforica

sti: invitiamo chi frequenta i centri storici delle frazioni ad utilizzare in modo corretto gli spazi adibiti a parcheggio come può essere la frazione di Castelrotto dove il grande e funzionale parcheggio realizzato ex-novo da qualche anno è sempre vuoto a scapito della sicurezza dell’intera piazza

che risulta spesso intasata da automobili parcheggiate in malo modo. Numerose sono le telefonate che spesso arrivano in Comune da parte di residenti che lamentano tali situazioni; la tolleranza che fino ad ora è stata usata ha un limite e non sempre può essere garantita. Silvia Accordini

AMBIENTE - RIFIUTI

Arriva il nuovo eco-calendario E’ stato consegnato il nuovo eco-calendario 2012 nel comune di San Pietro in Cariano. Poche le novità introdotte rispetto allo scorso anno in materia di raccolta dei rifiuti e molte invece le raccomandazioni che arrivano dal Comune per una miglior raccolta e una maggior cura del territorio. «Non vorremmo più vedere sacchetti appoggiati ai cassonetti dell’umido o alle campane del vetro – afferma Giancarlo Signorini, consigliere delegato ad ambiente ed ecologia -. I cestini dislocati sulle

strade comunali – aggiunge ancora – non sono contenitori per interi sacchetti di rifiuti, come spesso invece accade». «Chiediamo più collaborazione da parte dei cittadini – sostiene Iseo Murari, consigliere delegato agli interventi diretti -: l’ambiente non è solamente degli amministratori. La raccolta dei rifiuti risulta essere la spesa più grossa che un Comune deve sostenere, quindi, se tutti collaborano avremo un ambiente più pulito. In molte vie del nostro Comune stiamo notando situazioni disastrose: c’è

ancora chi non sa, o non vuole, differenziare i rifiuti». Altro annoso problema continua ad essere quello dell’abbandono dei sacchetti lungo le strade o nelle scarpate. «Molte sanzioni sono già state applicate ed altrettante multe fioccheranno per chi non vuole capire che il rispetto per gli altri si misura anche da come una persona gestisce i rifiuti: sono state installate alcune telecamere sul territorio, nei punti più critici e chi vorrà fare il furbetto verrà beccato e sanzionato».

«Per migliorare ancor più il sistema di raccolta e allo stesso tempo per contribuire al decoro del nostro territorio – conclude infine Signorini – chiediamo ai cittadini di esporre i rifiuti la sera, dopo le ore 21.00, e, in caso di scioperi o mancata raccolta, di ritirare i sacchetti il giorno successivo. Tutto ciò che il Comune, da parte sua, poteva fare lo ha fatto, primo tra tutti l’apertura dell’ecocentro nei giorni di venerdì e sabato. A questo punto serve solo più collaborazione».

BIBLIOTECA / L’INIZIATIVA

IL COMPLEANNO. Nonna Lina fa 100

“Storiandole”

Un secolo di vita: questo il traguardo che Ernesta Processali - chiamata semplicemente Lina – ha festeggiato il 28 gennaio scorso. Nata a Corrubbio il 28 gennaio 1912, Lina è madre di cinque figli, due maschi e tre femmine. «Rimasta precocemente vedova del marito Cesare Zardini – affermano i numerosi nipoti che hanno festeggiato con lei la felice ricorrenza - ha saputo far crescere ed educare i figli, in maniera eccellente, pur con mezzi economici limitati e con una famiglia così numerosa». Cresciuti e “sistemati” i figli, Lina non si è fermata: per un periodo abbastanza lungo ha gestito nel suo paese il Bar Cooperativa di Villa Angelina, fino a quando, per assistere il padre malato, ha dovuto lasciare la sua attività…Nel frattempo la famiglia si è allargata con l’arrivo di 16 nipoti e diversi pronipoti. «Ora nonna Lina non riconosce le persone che le stanno accanto – aggiungono ancora i nipoti , ma la sua presenza e il suo sguardo sono testimonianza di una vita vissuta con la massima dedizione per il bene dei propri figli con tanto spirito di sacrificio. Il tutto forgiato da grande saggezza, che neanche eventi famigliari dolorosi, hanno potuto Nonna Lina scalfire».

Prende il via il 4 febbraio il progetto “Storiandole” a San Pietro in Cariano. L’amministrazione comunale carianese, nell’ambito delle iniziative promosse dall’assessorato dalla Cultura previste nel 2012 con la collaborazione della Consulta Comunale delle attività Culturali, propone un progetto di lettura/animazione alla lettura dedicata ai più piccoli, in particolare ai bambini dai 4 ai 7 anni d’età. «Tale progetto, ospitato dalla biblioteca comunale – afferma Cesare Zardini, assessore alla cultura del comune di San Pietro -, si sviluppa in sei incontri il sabato mattina, dalle 10.00 alle 11.30, il 4 e 18 febbraio, il 3, 17 e 31 marzo, il 14 aprile. Gli incontri saranno condotti da personale spe-

cializzato e introdotti da uno o due canti di facile esecuzione accompagnati da chitarra e piccoli strumenti percussivi artigianali. Seguirà una breve esposizione orale della trama della storia, poi un laboratorio manuale creativo relativo alla storia stessa. Infine la lettura del testo animata insieme ai bambini con l’utilizzo del materiale realizzato durante il laboratorio. Si concluderà con una semplice danza tradizionale in cerchio». Gli incontri, a numero chiuso per massimo 12 bambini, richiede obbligo di iscrizione – gratuita telefonando alla Biblioteca Comunale di San Floriano (045.6800335) o all’Ufficio Segreteria del comune di San Pietro in Cariano (045.6832113).


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PEDEMONTE

IL CONVEGNO. A San Pietro si è parlato di prodotti fitosanitari

Scempio di viti

Pesticidi in agricoltura Trentino 1°, Veneto 2°

E’ stato un triste risveglio quello che ha caratterizzato la mattinata del 2 gennaio per la famiglia di Giovanni Battista Venturini, titolare dell’azienda vitivinicola Villa Crine di Pedemonte. «Con molto rammarico ci siamo accorti che nel nostro vigneto di soli quattro anni, situato tra Pedemonte e San Floriano, erano state tagliate a circa mezzo fusto una trentina di viti. Abbiamo segnalato il fatto ma mai avremmo potuto immaginare che dopo due giorni qualcuno potesse tornare nello stesso vigneto e proseguire nel suo intento tagliando buona parte delle viti vicino al terreno, parte a mezzo fusto e altre tagliando i tralci che erano già stati legati e pronti a garantirci la prossima annata». 1500 le viti che complessivamente sono state tagliate: «un vero affronto per un’Azienda emergente come la nostra – aggiungono da Villa Crine -. Non capiamo se il gesto sia stato indotto da gelosia, invidia, vendetta, intimidazione o, improbabilmente, vandalismo. La Valpolicella è terra di aziende come noi che ha parte del proprio capitale all’aperto in balia non solo delle avversità atmosferiche ma ora anche della mano dell’uomo. La Valpolicella però è anche terra di piccole persone che hanno il piccolo orto da curare, il piccolo terreno da coltivare. Tanti ci hanno espresso la loro comprensione e tanti hanno paura poiché tante piccole cose sono accadute, cose che magari nessuno ha mai segnalato. Ma la Valpolicella era un posto sicuro dove vivere. Non siamo più liberi di lasciare attrezzature e quant’altro nel campo perché o le rubano o ancor peggio le danneggiano. Ciò che consigliamo a chi come noi ha subito un torto tale – con-

clude Giovanni Battista affiancato dalla moglie Mara – è di raccontare sempre tutto anche per salvare e salvaguardare la nostra Valpolicella. Da parte nostra speriamo che con l’aiuto di tutti, episodi di questo genere non accadano a nessuno. In ogni caso la legge e la legalità sono a disposizione di tutti». S.A.

“Pesticidi o prodotti fitosanitari”: questo il titolo del convegno organizzato domenica 22 gennaio a San Pietro in Cariano in un gremita sala Lonardi dai cinque comuni della Valpolicella storica – Negrar, S. Pietro, Fumane, Marano, S.Ambrogio - in occasione della terza giornata dell’ecologia promossa dalla provincia di Verona. Il convegno si poneva come obiettivo quello di illustrare ai cittadini i con-

IL RE DEL CODEGHIN Il venticinquesimo re del cotechino è Corrado Scamperle. Fumanese e commerciante ortofrutticolo, il suo salume ha conquistato la giuria del premio riservato agli insaccatori dilettanti, che si è consumato domenica 15 gennaio scorso, al bar trattoria “Al ponte” di San Pietro. Il cotechino d'oro della valle dei progni, la cui ricetta secondo il produttore è conservata in cassaforte, ma è meglio non metterci la mano sul fuoco, ha sollazzato le papille dei dieci incorruttibili giurati che hanno comunque mostrato di avere apprezzato anche le cotiche del “Code team” di Andrea Sartori, secondo e dei cugini Maurizio e Silvano, terzi. L'edizione numero 25 ha confermato, ma forse non ce n'era bisogno, che la gastronomica festa di San Pietro non soffre certo la recessione e in un quarto di secolo è diventata ormai un appuntamento fisso nel carnet di centinaia di persone, che ogni anno, la terza domenica di gennaio, si ritrovano nella piazzetta davanti allo storico locale carianese, arrivando dal veronese, dalle province limitrofe, ma anche dalla Germania. Tutti qui fin dalle prime ore della domenica mattina, per gustarsi i succulenti bocconcini di pane e cotechino (quest'anno ne sono stati confezionati più di 6000), che la Eletta confraternita del Codeghin, distribuisce gratuitamente al popolo buongustaio. Il cotechino logora chi non ce l'ha (Giulio Andreotti perdonerà l'ardire) e forse è proprio per questo che alla sua festa molti non vogliono mancare. Perché è spettacolo da leccarsi i baffi, crogiolo di profumi e sapori, dove si mescolano l'atavica voglia di convivialità di tutti con l'autentico senso di solidarietà degli eletti confratelli, che investono tutto il denaro raccolto dalle libere elargizioni e dalla lotteria a premi, nel sostegno a famiglie disagiate, enti di assistenza, scuole, e missioni. Il cotechino insomma, a San Pietro è buono in tutti i sensi. Gianfranco Riolfi

Corradp Scamperle (al centro) foto Stefano Gasparato

NOTIZIE IN BREVE (S.A.) SETTECENTO IN MOSTRA. Si terrà il 23 febbraio 2012 alle 20.30 a San Pietro in Cariano in Sala Lonardi – presso la Casa di Riposo in via Beethoven -, la presentazione della mostra “ Il Settecento a Verona. Tiepolo, Cignaroli, Rotari. La nobiltà della pittura” aperta fino al 9 aprile presso il Palazzo della Gran Guardia a Verona. L’incontro del 23 febbraio, ad ingresso gratuito, organizzato dagli assessorati alla Cultura del comune di San Pietro in Cariano e Verona, presenterà attraverso alcune videoproiezioni le 150 opere - dipinti, disegni, stampe, libri e documenti provenienti da importanti musei italiani e stranieri – che compongono la mostra e che si soffermano in particolare sulla personalità di Pietro Antonio Rotari e Giambettino Cignaroli. Per informazioni: 045.6832113. MARTEDÌ CON L’AUTORE. Sarà un incontro all’insegna della montagna quello promosso dalla Consulta Comunale delle Attività Culturali di San Pietro in Cariano, nella sreata del 7 febbraio prossimo, alle ore 20.45. La Biblioteca Comunale di San Floriano vedrà intervenire, nell’ambito degli incontri “I martedì con l’autore”, Dante Zamperini di S. Giorgio Ingannapoltron, che presenterà alcuni suoi scritti e poesie, ispirati principalmente dalla sua amata montagna.

tenuti essenziali del regolamento comunale sull’uso dei fitosanitari prima dell’inizio della stagione dei trattamenti, proponendo al tempo stesso un’informativa puramente medica. «La storia insegna che l’informazione è molto più importante della proibizione» – ha esordito Giuseppe Bonazzi, vicesindaco di Fumane e moderatore del convegno lasciando la parola a Giovanni Beghini, medico di base di San Floriano. Quest’ultimo ha parlato delle quantità di sostanze chimiche, espresse in tonnellate, usate in agricoltura nelle diverse

regioni italiane regioni d’Italia - il Veneto è in seconda posizione dopo il Trentino -. Silvia Zanini, pediatra di Verona, ha poi evidenziato come le sostanze chimiche utilizzate in agricoltura influenzano in maniera negativa le cellule embrionali: anche le fasi prenatali, natali e neonatali sono fortemente influenzate da tali sostanze che possano trasmettersi attraverso le catene alimentari – le urine di alcuni bambini, esaminate, risultano contaminate dai principi attivi dei fitosanitari -. Roberto Magarotto, oncologo del Sacro Cuore di

Negrar, ha invece illustrato la negatività occulta dei diserbanti e di alcuni principi attivi emersa da studi condotti negli Stati Uniti su un campione rilevante di popolazione per parecchi anni. «Siamo molto soddisfatti del successo riscosso da questo convegno: i presenti stessi si sono congratulati per la buona organizzazione e per l’utilità e l’interesse degli argomenti trattati – conclude Giuseppe Bonazzi -. Un merito particolare va dato ai funzionari degli uffici Ecologia dei comuni di Fumane e San Pietro in Cariano».




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SANT’AMBROGIO. La struttura è attiva ogni sabato dal novembre 2009

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BATTAGLIA DI NIKOLAJEWKA

Emporio della Solidarietà Una targa Le famiglie trovano aiuto per ricordare Servizi di

Massimo Ugolini E’ diventato un punto di riferimento per le famiglie in difficoltà. Si tratta dell’Emporio della Solidarietà di Sant’Ambrogio di Valpolicella, struttura funzionante dal novembre 2009 in un locale della palazzetto dello sport Montindon. Da allora sono trascorsi oltre due anni in cui l’Emporio è stato operativo ogni sabato mattina. Nel 2011 è rimasto chiuso due sabati in agosto e la Vigilia di Natale quando le associazioni dell’Emporio della Solidarietà hanno partecipato alla tradizionale Messa di Natale celebrata nel palazzetto dello Sport di Montindon, portando all’altare i simboli del loro operato. Le offerte raccolte durante la celebrazione, a cui hanno assistito oltre 1500

fedeli, sono state devolute all’Emporio. Un’altra iniziativa particolarmente apprezzata si è svolta in occasione di Santa Lucia. «Sulla base del successo riscontrato l’anno scorso - afferma Loredana Zordan, coordinatrice della struttura - i giocattoli usati raccolti nel corso dell’anno si sono trasformati in pacchi regalo per i bimbi delle famiglie assistite. Significativa, in questo senso, l’iniziativa dei bimbi della scuola d’infanzia di Domegliara che si sono privati di un loro gioco per regalarlo ai meno fortunati. Attualmente aiutiamo mediamente 30 famiglie prosegue Zordan -, che, tradotto in cifre, significa consegnare 1450 borse di generi alimentari consegnate annualmente». Ogni nucleo familiare avente diritto, sulla base di quanto stabilito preven-

tivamente dagli assistenti sociali dell’Asl operanti sul territorio comunale, riceve un blocchetto contenente 8 buoni. Ad ogni prelevamento vengono consegnati generi alimentari e non solo. In base alla stagione viene aggiunto vestiario di cui si dispone grazie alla generosità e sensibilità degli offerenti. I viveri provengono dalle raccolte straordinarie fatte con gran spiegamento di volontari presso alcun Supermercati della zona nonché dalle parrocchie di Domegliara, San Giorgio e Gargagnago in coincidenza di particolari periodi liturgici. «In questo periodo registriamo la conferma dell’ottimo rapporto tra associazioni, realtà come la parrocchia di Domegliara in sinergia con i servizi sociali del Comune, fondamentali per il funziona-

mento dell’Emporio – afferma Andrea Chiereghini, assessore all’associazionismo del comune di S.Ambrogio -. Un ringraziamento va ai tanti cittadini che donano spontaneamente o nei centri di raccolta, perché non manca il senso di solidarietà verso i più bisognosi». L’Emporio della Solidarietà è il frutto dall’accordo tra comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella e volontari di nove associazioni: Nucleo Volontariato e P.C. - Associazione Nazionale Carabinieri - Valpolicella, Croce Rossa Sant’Ambrogio, Le Famiglie si Incontrano, Parrocchia di Domegliara, Giacche Verdi Raggruppamento Monti Lessini , Acat Adige - Lessinia, Aido e Fidas Sant’Ambrogio, Essere Clown Verona.

Il Palazzetto dello sport di Montindon

Il professore Giampaolo Massa ricorda il papà Antonio

Nella giornata del ricordo dei Caduti della battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio 1943 durante la Seconda Guerra Mondiale è stata ricollocata la targa in marmo sulla facciata della scuola elementare di Domegliara donata nel 1989 dalla sezione di Ponton dell’Unione Nazionale Sottoufficiali in Congedo e un’altra è stata posata ex novo. Le targhe sono intitolate al Tenente Antonio Massa (1909-1942) a cui è dedicato il plesso scolastico. La giornata, coordinata da Mariano Bellamoli capogruppo degli Alpini Sant’Ambrogio-Domegliara, è iniziata con la messa officiata da don Luciano Ugolini. Quindi le autorità guidate dal sindaco Nereo Destri unitamente ai rappresentanti delle associazioni dei Combattenti e Reduci e agli altri gruppi di volontariato che operano sul territorio hanno percorso la via centrale in corteo

DOMEGLIARA / L’ASSOCIAZIONE

Il Noi rinnova il direttivo E’ stato rinnovato il direttivo dell’associazione Noi di Domegliara. Il direttivo è presieduto da don Luciano Ugolini, vicepresidente Stefano De Beni, segretario Massimino Ovatoli, tesorie-

re Matteo Pozzani, consiglieri Michela Bertani, Cristian Bonizzato, Nicola Campostrini, Giuseppe Maccacaro, Roberto Semprebon, Luigi Vantini. Il nuovo direttivo rimane in

carica quattro anni. «Partecipare alla votazione del nuovo direttivo - afferma il parroco don Luciano Ugolini - ha evidenziato il supporto morale e la vicinanza degli associati a tutti coloro

che si mettono gratuitamente a servizio della comunità». Don Luciano trae un bilancio dell’esperienza conclusa. «Siamo giunti al termine di un percorso durato otto anni - prosegue don Luciano - in questo lasso di tempo, legato alla concretizzazione e sviluppo del nuovo centro parrocchiale, il direttivo ha proposto molteplici iniziative di varia natura. Iniziative servite a coinvolgere tante persone di tutte le età che, anche solo per un momento, hanno avuto la possibilità di accostarsi alla grande famiglia della comunità parrocchiale». Il parroco guarda all’im-

mediato futuro: «Vivremo il prossimo quadriennio con lo spirito che ha contraddistinto la nostra opera in passato. A nome della comunità ringrazio il direttivo uscente per il prezioso contributo dato in questi quattro anni ricchi di soddisfazioni per la nostra parrocchia. Al nuovo direttivo auguro di proseguire con entusiasmo sulla strada intrapresa».

fino a piazza Unità d’Italia dove è stata deposta una corona d’alloro presso il monumento ai Caduti. Infine il corteo ha reso omaggio al Tenente Antonio Massa attraverso la lettura delle targhe da parte del vicesindaco Roberto Zorzi. Le targhe, donate da Giulio Savoia, sono state incise dal centro di formazione professionale del marmo Paolo Brenzoni di Sant’Ambrogio di Valpolicella sotto la direzione del professore Dario Marconi. Ufficiale medico di batteria alpina, Antonio Massa morì in Jugoslavia sui Balcani nel 1942, colpito da un cecchino, mentre stava prestando soccorso ad un soldato. Lasciò la moglie Adriana e i figli in tenera età, Alessandra e Giampaolo, presenti alla cerimonia anche in rappresentanza della mamma Adriana. La sua figura è stata ricordata dal generale Flavio Zordan che ha rammentato ai presenti anche la tragica battaglia di Nikolajewka (“Pio XII nel 1939 diceva che con la guerra non c’è più speranza, con la pace sì” facciamo nostre le sue parole). La signora Alessandra Massa ha posto l’accento sul ruolo delle donne nel dopoguerra: «ricordo le vedove di guerra che venivano da mia madre con messaggi di speranza - ha affermato Alessandra Massa mentre il fratello Giampaolo ha evidenziato come - il papà, in una lettera spedita a nostra mamma dal fronte, pensava ai futuri Stati Uniti d’Europa». «E’ bello che una lapide sia qui - ha aggiunto il professore Massa - in una scuola, posto ideale per insegnare l’amore per il prossimo, quell’amore che ha permeato la vita di mio padre e per il quale egli perse la vita». Nella stessa giornata un’altra cerimonia a ricordo dei Caduti con deposizione della corona d’alloro si è tenuta a Ponton in occasione del tesseramento del gruppo Alpini di Ponton.


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LA MANIFESTAZIONE. La 65° sfilata partirà domenica 19 febbraio

Carnealon de Domeiara: entusiasmo alle stelle Conto alla rovescia per il Carnealon de Domeiara in vista della 65° sfilata in programma domenica 19 febbraio organizzata, come di consueto, dal presidente del comitato Carnealon de Domeiara, presieduto dall’onnipotente Renato Falghera, detto Il Forestiero. Il fido Ettore, l’Araldo di Corte, ha intessuto la tela di un programma d’eventi ricco come mai. «L’entusiasmo è alle stelle» - spiega Il Forestiero mentre Ettore traccia la via degli eventi iniziata mercoledì primo febbraio allorquando il Comitato ha invitato l’intera cittadinanza alla presentazione delle quattro coppie candidate a Duca e Duchessa della Valbusa. Le quattro coppie: i duchi uscenti Sergio Quintarelli e Michela Menghini, Adriano Lonardi e Simonetta Castioni, Luigi Scarpolini e Lauretta Saccardi e Eligio Bellorti ed Emilia Passarini. Nell’occasione è stata allestita una mostra fotografica sui 65 anni del Carnealon nelle sale del centro parrocchiale grazie alla fondamentale

opera di ricostruzione storica svolta da Sofia Sonia Azzolini, segretaria del comitato. Le regali elezioni si svolgeranno sabato 4 e domenica 5 febbraio nei bar del paese per eleggere i 65° Duca e Duchessa della Valbusa. In questa occasione il club Auto Moto d’Epoca di Domegliara organizza il terzo raduno di auto moto d’epoca “Carnealon de Domeiara”. Duca e Duchessa saranno incoronati, nella “Notte delle Stelle”, sabato 11 febbraio, dal Marchese del Montindon e saranno dispensate le Commende a chi il Carnevale ha reso

grande. Tante mascherine coloreranno nel pomeriggio di sabato 18 febbraio la tradizionale Mascherade in

programma nel centro parrocchiale di Domegliara. Nobili eventi che precederanno l’evento più atteso che richiamerà cittadini da ogni dove: domenica 19 febbraio alle ore 14 dal quartiere Poli inizierà la 65° sfilata del Carnealon de Domeiara. Un coloratissimo serpentone di oltre settanta gruppi, teste coronate, maschere, carri allegorici attraverserà il Ducato della Valbusa, concludendo il suo allegro cammin in piazza Unità d’Italia per salutare i paracadutisti della pattuglia acrobatica di Boscomantico e maccheroni a volontà.

23 BELLAMOLI CITTADINO ONORARIO All’inizio della Mariano Bellamoli cerimonia per la riceve la cittadinanza consegna del Preonoraria mio Sant’Ambrogio 2011 all’Unione Marmisti, è stata conferita la cittadinanza onoraria e la medaglia d’oro dell’Amministrazione Comunale a Mariano Bellamoli, artista, capogruppo degli Alpini Sant’AmbrogioDomegliara «come segno di stima e riconoscenza della comunità ambrosiana per la sua reziosa opera svolta in funzione della crescita sociale e culturale della stessa comunità» - ha ricordato il sindaco Nereo Destri.

NUCLEO VOLONTARIATO E PROTEZIONE CIVILE CARABINIERI

L’associazione Nucleo Volontariato e Protezione Civile Carabinieri Valpolicella è stata dotata di una tendagazebo per scopi di protezione civile grazie al contributo di alcuni sponsor in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Sant’Ambrogio di Valpolicella. La struttura è stata presentata nel cortile di Villa Bassani a Sant’Ambrogio. «La tenda - ha evidenziato l’assessore all’associazionismo Andrea Chiereghini - servirà per le attività di protezione civile e per gli scopi promozionali della stessa associazione Nucleo Carabinieri», mentre il sindaco Nereo Destri e il vicesindaco Roberto Zorzi hanno sottolineato il ruolo dell’associazionismo. «Quando è arrivata la richiesta di finanziamento da parte dell’amico Andrea Chiereghini mi sono chiesto cosa avrebbe potuto fare la politica - ha raccontato Franco Munari, vicepresidente di Agsm Energia, sponsor della tenda-gazebo con Cantina Aldegheri, Banca Popolare filiale di Domegliara. «Mi sono detto: la politica in silenzio deve mettersi a disposizione per dare un contributo all’associazionismo, linfa di ogni territorio» – ha concluso Sergio Grasso.


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L’INAUGURAZIONE. Al taglio del nastro pure i ragazzi delle elementari

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L’Ecocentro di Fumane ora è aperto al pubblico

Marano, parlano Aido e Fidas

Domenica 15 gennaio è stato ufficialmente inaugurato e aperto al pubblico il nuovo ecocentro di Fumane. La cerimonia ha avuto inizio al mattino, con in laboratorio di educazione ambientale grazie al quale un gruppo di ragazzi della scuola elementare fumanese, coordinati da alcune animatrici della cooperativa Tekazu, hanno fatto esercitazioni sulla raccolta differenziata e lo smaltimento dei rifiuti. A seguire ragazzi, cittadini e amministratori comunali, affiancati dal consigliere regionale Giancarlo Conta, hanno raggiunto l’ecocento per il taglio del nastro. Dopo il saluto del vicesindaco Giuseppe Bonazzi che ha spiegato le caratteristiche dell’impianto, la facilità di accesso ai 12 container e il progetto per la futura installazione sul tetto dell’ecocentro di un impianto fotovoltaico, sulla scia dell’adesione del comune di Fumane al patto dei sindaci, ha preso la parola il sindaco Domenico Bianchi, che ha rivolto un ringraziamento a

nome dei cittadini fumanesi e dell’amministrazione comunale alla Regione Veneto, che ha stanziato per quest’opera un finanziamento di 450mila euro. «Senza questo sostegno certamente - ha precisato il sindaco - non sarebbe stato possibile mettere a disposizione dei cittadini questa struttura: la diligenza e la capacità dei cittadini nel raggiungere livelli di raccolta differenziata eccellen-

ti è stata premiata. Un grazie particolare va ai proprietari dei terreni interessati dal nuovo ecocentro che hanno trovato un accordo con l’amministrazione per la cessione bonaria dell’area, ai progettisti del CSP di Verona, alla ditta Zampieri srl di Erbezzo che in tempi rapidi ha eseguito l’opera. Un grazie va anche a tutti i dipendenti del comune, dai vigili all’ufficio tecnico, dall’ufficio eco-

logia agli operai che hanno contribuito alla buona riuscita dell’opera, e ai cittadini che hanno accettato senza critiche il disagio di alcuni mesi per lo spostamento provvisorio della zona riservata al conferimento dei rifiuti». Nell’ambito della cerimonia, che ha visto il parroco di Fumane, Padre Luciano Cescon, impartire la benedizione, il consigliere regionale Conta si è complimentato per l’impianto realizzato, sottolineando i positivi risultati ottenuti nella raccolta differenziata. «E’ necessario insistere sull’educazione ambientale – ha ribadito Conta -, in modo particolare nelle scuole. Invito tutti a tenere alta l’attenzione sulla raccolta differenziata: più differenziazione significa meno rifiuti in discarica». Il taglio del nastro è stato seguito da una visita all’impianto e da un rinfresco offerto dalla ditta Zampieri srl esecutrice dell’opera al centro sportivo di Fumane, nei locali messi a disposizione dalla Polisportiva.

"Una domenica tutt'insieme" è quella che hanno trascorso con gioia ed allegria i donatori dei gruppi Aido e Fidas di Marano domenica 22 gennaio, insieme alle loro famiglie. La giornata è iniziata S. Messa alle ore 11.00, celebrata da Don Andrea Ronconi. E' seguito il momento conviviale presso la palestra di Marano. Sono intervenuti come graditi ospiti Nicola Trande, consigliere provinciale Fidas e rappresentante di zona per la Valpolicella, l'assessore alle politiche sociali Laura Valdegamberi, Don Andrea Ronconi e Don Luigi Accordini. Il pranzo è stato preparato dalla mitica cuoca Angiolina. L'organizzazione è stata impeccabile, grazie all'impegno di una valida schiera di volontari, a cui va il nostro sincero ringraziamento. La festa è stata allietata dal clown Simone e dalla lotteria che ha coinvolto grandi e piccini. Non sono mancati momenti di riflessione e di testimonianza sull'importanza della donazione, sia del sangue che degli organi. Ha commosso tutti la testimonianza di una giovane che ha voluto condividere con i presenti la sua gioia: il suo ragazzo, di soli 25 anni che da oltre un anno e mezzo era costretto alla dialisi, all'inizio dell'anno è stato sottoposto a trapianto di rene e fra pochi giorni uscirà dall'ospedale e tornerà a casa. Il pensiero che tanti malati gravi si trovano in lista di attesa da anni ci deve spronare sempre di più a diffondere la cultura della donazione degli organi e del sangue. L'Aido e la Fidas sono associazioni nate per questo, per ricordare a tutti l'importanza del dono e della solidarietà e per far sì che diventi normale e scontato per tutti donare il sangue e dirsi disponibili alla donazione degli organi. Ci rivolgiamo soprattutto ai giovani perché scoprano che non si può essere felici da soli e si impegnino nel volontariato e nel servizio ai fratelli per realizzare pienamente la loro umanità. Le nostre associazioni li aspettano a braccia aperte. I Gruppi FIDAS e AIDO di Marano Valpolicella

UN PONTE TIBETANO SULLA VALSORDA Sono iniziati giovedì 12 gennaio i lavori di costruzione del ponte tibetano in Valsorda. Opera di ingegneria a funi, il ponte tibetano è la prima realizzazione del genere in Veneto e trova pochi casi simili in Italia. Collegherà il sistema sentieristico di Marano di Valpolicella con quello di Sant'Anna d'Alfaedo che verrà potenziato ed ampliato proprio nell’ambito dei lavori in corso. Avrà un'altezza massima sul vajo sottostante di 40 metri e sarà lungo 52 metri con una larghezza di 70 centimetri, il corrimano a 120 centimetri, e consentirà la doppia percorrenza di due persone che si incrociano. La freccia di flessione centrale, cioè il punto di flessione a carico massimo rispetto al piano di calpestio normale, è di due metri e mezzo. L'opera sarà sostenuta da quattro funi a loro volta formate da una catenaria di quattro fili d'acciaio del diametro di 22 millimetri ciascuno. Il progetto e la Direzione dei Lavori sono affidati dall’ingegner Roberto Castaldini: il finanziamento deriva dall’Europa ed in parte dalla Comunità Montana della Lessinia. L’opera si colloca all’interno del Parco Naturale della Lessinia. «Quando l’amico Pio Spada, amante della Valsorda, in una delle nostre cene presso la malga Biancari ha buttato lì l’idea di un ponte sospeso sopra la Valsorda, in pochi avevano preso la cosa sul serio – afferma il sindaco di Marano, Simone Venturini -. Il Bando delle Intese Programmatiche d’Area della Montagna Veronese che qualche anno fa è stato pubblicato dalla Regione Veneto e coordinato dalla Provincia di Verona è stato invece l’occasione per il Comune di Marano per lanciare con forza l’idea. Essa è stata inserita nel contesto di una più ampia progettualità con sentieri, sistemazioni di maghe ed altri interventi nei Comuni di Fumane e san’Anna d’Alfaedo ed ora possiamo con soddisfazione constatare come anche le idee più ardite possono trovare realizzazione. Non vedo l’ora di poter transitare sul ponte e salutare il mio amico sindaco di Sant’Anna d’Alfaedo Valentino Marconi che incontrerò sull’altra sponda, nel suo Comune».


CRONACHE

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DOLCÈ. Un nuovo progetto per tenere d’occhio tutte le iniziative

PERI

Eventi in programma: vai su www.interseca.it

Carnevale Benefico

Un nuovo progetto è stato attivato dall’amministrazione comunale di Dolcè, in collaborazione con le associazioni operanti sul territorio e il Servizio Educativo Territoriale dell'Ulss22. Si tratta del progetto “Interseca”, da cui il sito internet già attivo www.interseca.it, che evidenzia il calendario eventi 2012 nel comune di Dolcè,

per favorire la visibilità, conoscenza e collaborazione dei gruppi e delle associazioni che operano sul territorio comunale. Il comune di Dolcè conta su oltre 30 associazioni attive nei campi della cultura, dello sport, della solidarietà, dell’ambiente con un impegno quotidiano per il benessere dei cittadini. «Il progetto - spiega Nello dalla Costa, educatore nel

comune di Dolcè - prevede la distribuzione ogni tre mesi di una scheda per la raccolta dei progetti e iniziative da pubblicare sul notiziario comunale, l'allestimento di un sito web dedicato all'associazionismo dove ogni gruppo o associazione possiede uno spazio dedicato e autogestito, un pacchetto annuo di 500 SMS da utilizzare attraverso una comoda interfaccia accessibile dal sito. Interseca - prosegue Dalla Costa - costituisce un'occasione speciale per mettersi in rete e creare qualità e benessere nel vivere civile quotidiano e per progettare insieme il futuro della nostra valle». «L’associazionismo - spiega l’assessore alla cultura di Dolcè, Elena Salvetti costituisce un evidente elemento qualitativo che contraddistingue il nostro territorio. Le associazioni svolgono un'importante azione di promozione e tutela dei diritti e offerta di servizi fondamentali per lo sviluppo locale, per la coesione sociale e l'identità

CLINICA PEDERZOLI

Cadute: come prevenirle “Le cadute in ospedale. Preveniamole insieme”: è il titolo dell’opuscolo che dal mese di gennaio la Casa di cura “Pederzoli” mette a disposizione di tutti i suoi pazienti con più di 65 anni di età e che soffrono di particolari problemi di deambulazione. La valutazione di questi pazienti verrà fatta dal personale sanitario attraverso l’apposita scala di “rischio caduta” e a quelli che si dimostreranno ad alto rischio verrà consegnato il documento informativo - che il paziente potrà tenere con se e utilizzare dunque anche a domicilio - che sarà accompagnato da un piccolo intervento educativo da parte del personale infermieristico. L’opuscolo, corredato di immagini, suggerisce alcuni semplici comportamenti e precauzioni da adottare per evitare le cadute e le loro conseguenze in ambito ospedaliero ma non solo: gli stessi accorgimenti, infatti, possono risultare utilissimi per evitare cadute anche in casa nel corso delle attività quotidiane. «Il documento informativo - spiega la direzione sanitaria - è stato predisposto perché parliamo non di pazienti disorientati - sui quali c’è già un’attenzione maggiore - ma di coloro che sono in grado di prevenire questo tipo di infortunio semplicemente mettendo in atto atteggiamenti di cosiddetta “autocura”. Per due anni abbiamo studiato questo fenomeno e il risultato è che il 90 per cento dei pazienti che cade nel momento della caduta è in condizioni di piena lucidità quindi ha la possibilità di intervenire e ridurre il rischio. E questo vale sia nell’ambito delle strutture ospedaliere ma anche in quello domestico».

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della comunità». «Riconoscere, creare collegamenti, sostenere le associazioni evidenzia il vicesindaco Massimiliano Adamoli - è molto importante per il nostro territorio che, proprio per la sua conformazione geografica, necessita di una presenza “distribuita” di azioni, interventi e attenzione nei vari ambiti della vita sociale. Le prossime manifestazioni di carattere istituzionale, a ricordo dei Caduti delle Guerre Mondiali, saranno organizzate secondo un preciso programma, frutto dell'accordo tra l'amministrazione comunale e i capigruppo degli Alpini, nell’ambito di un coordinamento proficuo tra le varie associazioni». L’anniversario del 25 aprile, festa della Liberazione, sarà organizzata sul territorio comunale dal gruppo Alpini Dolcè; il 2 giugno, Festa della Repubblica, dal gruppo Alpini di Peri; il 4 novembre, fine della Prima Guerra Mondiale sarà organizzato dal gruppo Alpini di Volargne.

Valdadige in festa nella giornata di domenica 26 febbraio, in occasione del 54° Carnevale Benefico di Peri. Il carnevale si svolgerà per le vie del Ducato del Batucian vestito a festa tra ali di folla. A mezzogiorno in punto in piazza partirà la prima “cotta” per gli anziani per poi proseguire con le “pignate” per famiglie e quanti si fermeranno in piazza, bevendo l’aperitivo ed aspettando il proprio turno con qualche fetta di cotechino come vuole la tradizione da cinquanta anni. Il Comitato benefico distribuirà oltre 150 chili di pastasciutta. E poi via, fino a sera: la gran sfilata inizierà alle ore 15 con la nobile sfilata del Duca e la Duchessa del Batucian e le mascherine per le vie di un paese chiuso al traffico. Gran finale nel piazzale della Chiesa con lo spettacolo animato dalle mascherine che, come tradizione, saranno premiate con caramelle e simpatici giochi. Quindi si procederà all’estrazione dei biglietti vincenti della sottoscrizione a premi, alla pesatura del cesto. Nuova tappa, al calar del sole, nella sede del locale Gruppo Alpini Valdadige in attesa dell’ultima “cotta col peperoncino”. «Anche quest'anno – spiegano i membri del Comitato - stiamo allestendo un ricco programma. Un doveroso ringraziamento a quanti continuano a contribuire negli anni alla riuscita del carnevale, giunto quest’anno alla veneranda età di cinquantatre anni». «Un ringraziamento particolare – conclude il cassiere economo “JD”, Massimiliano Festa - anche all’Amministrazione comunale sempre vicina a queste iniziative di festa in cui non mancherà nemmeno quest’anno il fine benefico: il ricavato infatti verrà destinato alla ricerca medica».


R ubriche Poesie RUBRICHE

Febbraio 2012

26 di Giancarlo Peretti

Le commemorazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia si sono appena concluse, ma abbiamo ancora tempo per ricordare la fine della guerra mondiale con “Il canto della vittoria”, proposto da Riccardo Marini. In un bel dialetto (valesà) ecco un simpatico inno al sole dal titolo “Quasi tuto”, firmato da Rosanna Armani. Molto più in alto del sistema solare arriva Annunziato Russo, rivolgendosi direttamente al Creatore con una strana preghiera: “Constatazione”. E per concludere ascoltiamo la voce di Zeno Ferigo nel dialogo tra due generazioni che coinvolge nonno e nipote inseriti ne “Il cerchio”, d’amore, che solo la morte potrà spezzare. Ad onore di Zeno possiamo aggiungere che questa poesia fu pubblicata sul quotidiano L’Arena del 3 ottobre 2010, essendosi classificata al primo posto in un concorso per la categoria “nonni”. Congratulazioni.

IL CANTO DELLA VITTORIA

QUASI TUTO

I fanti che marciavan verso casa tornavano a veder le patrie sponde. Il Piave mormorava al lor passaggio, levando dalla gioia l'acque sante. Suonò vittoria allora il trombettiere, ma senza fiato aveva il cor commosso. «Italia, abbiamo vinto nel tuo nome: rammentalo per sempre ai dì futuri. Abbiamo spento il fuoco dei cannoni col nostro sangue e quello dei caduti. Torniamo a lavorare i nostri campi e a viver col sudore della fronte. Italia, fa' che sempre in noi rimanga l'ardore di combatter per la Patria. In alto sia in eterno il Tricolore; Italia, sei l’onor dei figli Tuoi!». Riccardo Marini

Dai, a olte, te sé esagerà, te m’è za scotà! Si, te sé necesàrio, par carità, ma, no penset mai che te po anca far mal?? O’ capì, cosa farien sensa de ti? Te ghe sé solo dal dì… ghe mancarìa quela, che te rompese anca de not! L'è giusto che te dorme anca ti, opure che te vaghe da l'altra parte del mondo a far mesdì. El so...ti te scalde, ma te crepe la tera, e te fè scotar anca la piera,

Rosanna Armani IL CERCHIO

CONSTATAZIONE Padre, che tutti i miseri conforti; che dai la forza nella sofferenza e la speranza nella buona sorte; debella il male, con la Tua Potenza. Viviamo tempi in cui tutte le brame, prodotte dalla mente, son rivolte al godimento ed alla sfrenatezza, poichè le turpi offerte sono accolte. Siam proprio schiavi delle passioni, dell'egoismo e dell'intolleranza; siam disonesti al massimo livello

Te te rendarè conto che te comande el mondo. Sensa de ti no gh’è vita, te fè anca la corente ma ci comanda no i capisi gnente. Te sé tanto vanitoso e masa bel che no se pol gnanca vardarte. Te è ispirà tante forme de arte; Tè sé simpatico quando te te sconde de dre ale niole e te fè bao ... Grasie parchè ti te sé quasi tuto quel che ghe ol… par forsa, te sé el sol!

e snobbiamo l'umana fratellanza. Ogni giusta ricerca o iniziativa di convivenza, viene calpestata dai sentimenti tesi a soddisfare gl'interessi: la sfera tanto amata. Gozzovigliamo in molti nel peccato, che prospetta le tenebre e il terrore nell'oltre tomba, nell' Eterna Vita, lontana, pure, dal Tuo Vivo Amore. Annunziato Russo

Dinamiche sociali fan intrecciare fili di sogni fra persone di diverse generazioni; volano tristezze d’esistenza al tambureggiar di domande e aspettative nude. Anche il tempo sembra ingannato quando, mano nella mano, tronchi stanchi a salti di innocenti germogli si accompagnano. Non servono parole per quei piccoli problemi capire: quando i nostri occhi si incontrano, curiosità ed esperienza fanno conoscenza; ogni soluzione è trovata e sul viso appare il sorriso. Sembra recensiva carezza quella vocina che chiede: “Nonno, mi leggi una tua poesia?”. Aurora e crepuscolo si tengono per mano creando un cerchio d’amore. “Nonno, e se il cerchio si rompe?”. Quando si romperà, calerà la notte e celerà gli affetti. “Ma io verrò a trovarti... e un crisantemo potrò portarti”. Zeno Ferigo

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Cultura

CULTURA

LETTO

PER VOI

Paul Harding, L’ultimo inverno, Neri Pozza 2011, 185 p., 15.50€.

Paul Harding ha insegnato scrittura creativa a Harvard ed è stato batterista in un gruppo rock con cui ha registrato due album e ha girato l’Europa in tour. Oggi vive nel Massachusetts con moglie e figli. Pubblicato da una piccola casa editrice indipendente, L’ultimo inverno ha vinto, tra la sorpresa generale, il premio Pulitzer nel 2010 e ha scalato le classifiche dei bestseller. Con merito. Il protagonista del romanzo, George Washington Crosby, proviene dal mondo dei venditori ambulanti ed è questo il mondo a cui ritorna mentre, steso su un letto al centro del soggiorno di casa sua, si prepara a morire circondato dai familiari e accompagnato dal tintinnio dei suoi orologi che per anni ha restaurato. Proprio sul letto di morte, ritrova quel legame negato ma indissolubile con il mondo della sua infanzia e di suo padre Howard, un uomo silenzioso e sognante che manteneva stentatamente moglie e quattro figli girovagando per i boschi del Maine con il suo carro pieno di mercanzie di ogni tipo. George lo ritrova nei suoi ricordi e ama quel padre che

portava con sé i segni di un’incurabile e misteriosa malattia, l’epilessia. L’ultimo inverno è un romanzo d’esordio drammatico e di rara potenza espressiva. Una scrittura popolata di grandi tesori nascosti dove fermarsi per trovare consapevoli motivi di riflessione. Il tema della morte, presente in tutto il romanzo, sembra triste ma raggiunge bagliori di vera e struggente poesia. Adatto a un pubblico di giuste attitudini letterarie, potrebbe essere proposto come esempio di proprietà e ricchezza espressiva di linguaggio agli studenti, a parte il vezzo di non evidenziare il discorso diretto. Per chi volesse, al contrario, un romanzo poco impegnato, discretamente divertente e di evasione, propongo di Jonas Jonasson, “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve”. Nel giorno del suo centesimo compleanno, Allan Karlsson scavalca la finestra della casa di riposo dove vive e se la dà a gambe. Tra avventure rocambolesche e il racconto della sua vita, l’autore ricostruisce in modo fantasioso il XX secolo. Situazioni e storia surreale.

Febbraio 2012

L’Aneddoto

Dopo la morte, Stalin si incontrò con l’ultimo zar Nicola II. Zar: “ Raccontami, com’è adesso la vita nel nostro grande paese. Il padre onnipotente di tutte le Russie vive ancora al Cremlino?”. Stalin. “ Sì”. Zar: “ C’è ancora la dittatura imposta dal Cremlino?” Stalin. “Sì”. Zar: “ C’è ancora la potente polizia segreta che veglia sui cittadini, affinché obbediscano alla dittatura imposta dal Cremlino?” Stalin. “Esattamente”. Zar: “ Che cosa si dice della classe aristocratica e privilegiata?”. Stalin: “ Adesso si chiama nomenclatura”. Zar: “Che ne è stato della borghesia?". Stalin: “L’abbiamo sostituita con la burocrazia”. Che fine ha fatto la nostra amministrazione corrotta?”. Stalin: “ E’ sempre lì”. Zar: “E i nostri contadini pigri?”. Stalin: “Sono sempre pigri”. Zar: “Mandate ancora in Siberia o in esilio gli intellettuali e gli scrittori che osano criticare il regime ufficiale?”. Stalin: “Certamente”. Zar: “ Producete ancora la nostra meravigliosa vodka a 63 gradi?”. Stalin: “Oh, no. Ora la produciamo a 65 gradi”. Zar: “Valeva la pena di fare una rivoluzione ammazzando milioni di persone, per produrre una vodka con due soli gradi alcolici in più?”. Questo aneddoto è tratto da un libro scritto da Branko Bokun che ritengo un autore a dir poco superficiale ma, facendo il verso a De Andrè, poiché anche dal letame “nascono i fiori”, l’ho riportato. Infatti, si possono cambiare i nomi dei dittatori, delle rivoluzioni o, perfino dei partiti, e il racconto funziona lo stesso. La Rivoluzione francese, ad esempio, è stata essenzialmente un gigantesco spostamento di proprietà dall’aristocrazia e dalla Chiesa in quelle della ricca borghesia. Le rivoluzioni distruggono l’assetto politico, sociale ed economico, per sostituirlo con un altro. Di fatto il termine “rivoluzione” deriva dal latino “revolvere” che significa “rotolare all’indietro”, ritornare al punto di partenza per poi rotolare ancora. Ogni rivoluzione sostituisce i monumenti del precedente regime e il potere di altri con il proprio, ma alla fine i martiri non cambiano mai: sono sempre gli stessi.

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a cura di Lino Venturini

IL PUNTO Auguri di che cosa? Mi è sembrato che nell’ultimo scorcio del 2011, la smania di fare gli auguri sia di molto scemata. D’altra parte la situazione, invece di migliorare, peggiora costantemente. Era l’indovino romano, l’augur, che traeva dal comportamento degli uccelli indicazioni riguardo al futuro (augurium), ma noi ci siamo fermati ormai solamente agli uccelli del malaugurio. Ogni giorno l’informazione ci propina una sequela di notizie di morti, per rapina, per incidente stradale, per moventi passionali, per mafie e quando le notizie cambiano sono catastrofi più o meno naturali, aumento quotidiano di tasse, d’imposizioni, di divieti, di leggi restrittive. Se questa è l’età moderna, il Medioevo era un paradiso. Scriveva il grande saggista e drammaturgo Thomas Eliot nel poema “La Rocca”: “Dov’è la vita che abbiamo perduto vivendo? Dov’è la saggezza che abbiamo perso in conoscenza? Dov’è la conoscenza che abbiamo perso in informazione?” Hanno tentato di convincerci che scienza e denaro potevano sostituire la crescita dello spirito, ma non è così. L’Italia, nel nome di una libertà malintesa in cui tutto è lecito, è alla deriva: omicidio facile, rapina, furto, menzogna diffusa, corruzione, depravazione, egoismo, aborto, eutanasia… L’uomo d’oggi “viaggia a vista avvolto dalla nebbia”. La nostra civiltà si è ammalata mortalmente perché ha perso la vera misura del valore incondizionato di ogni persona umana e dei suoi diritti inalienabili. Seguendo le vaneggianti sirene dell’Illuminismo materialista e ateo, la distruzione del sacro e del senso dei limiti dell’uomo, ci siamo ritrovati nella desolazione di una vita senza significato e, nella logica di sopraffazione economica e dello strapotere del capitale sul lavoro, in una guerra di tutto contro tutti. Solo miraggi di benessere basati sul nulla, cioè su alchimie finanziarie, sogni fondati su inganni e prevaricazioni dell’uomo sull’uomo, dell’uomo sugli altri esseri viventi e sulla Natura. Se questo è il risultato del progresso, la vita non sarà che un “esperimento fallito”. Gli alberi si vedono dai frutti e se i frutti sono marci… “ Per quanto possiamo trovarci a disagio in questo mondo, è comunque tutto ciò che abbiamo… E’ un mondo pieno di affanni e tutto ciò che possiamo chiamare nostro, ci è sempre conteso, ma è comunque meglio di nulla, o no?” Lo scrive P. Harding nel libro presentato questo mese. Forse sì, ma si potrebbe far meglio, o no?


S

SPORT

Febbraio 2012

PORT

28 INVITIAMO LE ASSOCIAZIONI E LE SOCIETÀ SPORTIVE AD INVIARE I LORO ARTICOLI AL SEGUENTE INDIRIZZO:

articoli@laltrogiornalevr.it

L’INTERVISTA. In esclusiva per L’Altro Giornale, il presidente dell’Aic fa il punto sul calcio di oggi

Tommasi: «Il business comanda Dobbiamo ritrovare la passione» Il calcio italiano è malato. Non si può nasconderlo né fare finta di niente. «Si parla sempre di pallone, ma il problema è che a farlo non sono quasi mai i calciatori». Damiano Tommasi, tra un impegno e l’altro, è venuto a trovarci in redazione, qui a L’Altro Giornale, a fare due chiacchiere. Sono in parecchi a puntare il dito contro il mondo del pallone: troppi soldi che girano, episodi di violenza dentro e fuori dagli stadi, fino ad arrivare alle scommesse che stanno tenendo banco, da quest’estate, con l’inchiesta Last Bet. Tommasi, presidente dell’Aic (Associazione italiana calciatori) ha parlato a tutto tondo di calcio e di quella crisi che, nel 2012, ormai chiunque conosce. «Credo che lo sport in generale abbia, a differenza di altri livelli della società, qualcosa in più per controbattere le difficoltà: le dinamiche sportive e in particolare i valori che stanno alla base dello sport sono d’aiuto e possono essere decisive». L’ex centrocampista di Hellas Verona, Roma e della Nazionale, ma pure di Levante (Spagna), QPR (Inghilterra) e Tianjin Teda (Cina), ne è fortemente convinto. Tommasi, da Calciopoli al calcio scommesse. Il mondo italiano del pallone è sempre più in crisi? «Beh, in realtà non è solo il

evitati. In ogni caso, mi sembra che negli ultimi due anni i regolamenti vengano applicati con maggiore decisione e ci sia stato un miglioramento sia a livello di linguaggio che nell’approccio con gli arbitri. C’è da dire, però, che anche in tribuna se ne sentono di cotte e di crude ma questo ha meno impatto mediatico rispetto a quello che accade in campo. Occorrerebbe che tutti di dessero una regolata».

coinvolgendo ogni settore della società, dalla sanità alla politica e all’economia. E alcuni personaggi sfruttano la grande industria del calcio per i propri affari.Anche altre discipline sportive hanno avuto scandali come doping o competizioni falsate e hanno faticato a rialzare la testa». Perché il calcio è malato? «A livello professionistico si dà troppa importanza agli interessi economici e tale problema si riflette pure sui campi dilettantistici: le squadre investono parecchio e le scuole calcio sono diventate un business. Questo mette in secondo piano l’aspetto sportivo e formativo dei ragazzi». Com’era la situazione quando giocava Damiano Tommasi? «Non molto diversa da quella attuale. Oggi, però, c’è uno spropositato ricorso alle scommesse on line: adesso puoi cercare di prevedere l’andamento dei singoli calciatori, il risultato del primo tempo o dell’ultimo quarto d’ora. Inoltre, l’interesse per il business è aumentato a vista d’occhio. Mentre i problemi dei calendari molto fitti, i disagi degli stadi e dei terreni di gioco c’erano anche qualche anno fa». Il business ha preso il sopravvento sulla passione?

Damiano Tommasi Purtroppo chi è al comando vede il calcio più come business che come sport». Le scommesse sono le protagoniste in negativo degli ultimi mesi. «Infatti. Ed è un peccato perché questo fenomeno permette infiltrazioni illegali nel calcio e rovinano lo spirito ludico proprio del nostro ambiente. Il rischio è di sparare nomi di qua e di là e di generalizzare troppo». Occorrono provvedimenti severi? «Ci saranno. La giustizia faccia il suo corso. Serve un lavoro certosino, partendo dal basso, valorizzando i soggetti positivi che sono mossi soprattutto dalla passione e non solo da spirito imprenditoriale. L’arma per superare tali crisi è tornare ragazzini, consapevoli che gli interessi ci sono ma che devono sposarsi col sano divertimento. Abbiamo anticorpi all’altezza e parecchie persone che, fortunatamente, si comportano bene». Ricorsi e battaglie legali. La telenovela Calciopoli terminerà mai? «(ride) Mah, mi sembra di capire che non la si voglia far finire».

Maurizio Beretta (presidente Lega serie A) e Damiano Tommasi nostro sport a essere in difficoltà. Purtroppo è in atto una crisi di valori che sta

«No. Diciamo che gli interessi economici la stanno cavalcando.

Che ne pensa del Tavolo della Pace organizzato dal presidente del Coni Gianni Petrucci? «Probabilmente è stato sbagliato il nome, però l’intenzione era giusta: il dialogo è fondamentale per trovare una soluzione. È inutile parlare sui giornali

o attraverso avvocati se poi non ci si incontra faccia a faccia per spiegare le proprie opinioni. Forse non ha sortito gli effetti sperati, visto che ognuno è rimasto nelle sue posizioni, anche se – credo - ci si aspettasse troppo da questa iniziativa».

I canali tv aumentano, gli spalti si svuotano. Dove andremo a finire di questo passo? «Non lo so. Finché le televisioni pagano così tanto, è più redditizio trasmettere le partite sullo schermo che farle giocare senza diretta tv. Purtroppo, però, è anche vero che i biglietti di gare importanti non si trovano o hanno prezzi troppo

rischi di perdere qualcosa da altre parti». La gente ha ancora voglia di seguire le partite allo stadio? «Penso di sì. Tuttavia, una determinata fascia di pubblico, come famiglie e bambini, fa ancora fatica ad essere costantemente presente perché lo considera un ambiente pericoloso». L’Italia del pallone dovrebbe imparare da Cina, Inghilterra e Spagna? «Il nostro Paese potrebbe apprendere molto andando all’estero e guardandosi da fuori. Le esperienze in terra straniera mi hanno aiutato a capire tante cose. Aiuterebbe molto anche altri a rivedere convinzioni, certezze e alcune brutte abitudini: ad esempio, gli incidenti intorno agli stadi

Saltare la prima giornata di campionato ad agosto ha rappresentato una sconfitta? «Sì. I calciatori volevano giocare, ma evidentemente altre persone erano contrarie. E il fatto di non essere partiti la dice lunga sul dopo, considerato che, la settimana successiva, la Lega ha firmato lo stesso contratto che avevamo proposto sette giorni prima. E, allora, mi chiedo: non si sarebbe potuto firmare subito? Abbiamo una Lega di serie A che si è separata dalla serie B per essere più all’avanguardia, ma che non riesce a trovare accordi su nulla. Il calcio italiano ha bisogno di una Lega compatta e di una leadership che guardi il futuro a 360°, che abbia capacità propositiva e di coesione». Come sono i rapporti tra Aic e Lega di serie A? «Informali. Ci sentiamo e ci incontriamo in determinate occasioni, e dobbiamo ancora formalizzare alcune cose. È difficile avere rapporti con loro». Intanto sui campi, professionistici e non solo, si sentono bestemmie e si vedono atteggiamenti poco simpatici. «Certi gesti andrebbero

Damiano Tommasi con la maglia della Nazionale elevati. Il problema è la poca lungimiranza di chi gestisce il business: aumentando l’offerta si possono raddoppiare gli introiti ma, in certi casi,

non dovrebbero rappresentare una consuetudine, invece per noi sono diventati quasi normali». Matteo Sambugaro


SPORT

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CALCIO GIOVANILE

TAMBURELLO. In marzo riprende il campionato. I veronesi hanno voglia di stupire

Il Valpolicella cresce

L’At Monte Peroni Marmi si scalda per la serie A

Prosegue la stagione del Valpolicella Calcio, società di calcio giovanile presieduta da Giuseppe Campagnola, che opera nei comuni di Fumane, Sant'Anna d’Alfaedo, San Pietro in Cariano e Marano di Valpolicella. «Fondamentale nell’azione della nostra società è la crescita educativa e tecnica dei ragazzi secondo i principi educativi che regolano il mondo dello sport e della vita, impartiti da allenatori con grandi doti morali e capacità tecniche - afferma il responsabile tecnico Alberto Marconi -. Osservare come la nostra società cresca di anno in anno, divenendo un punto di riferimento educativo per i ragazzi, regala grande soddisfazione». Dalla scuola calcio agli allievi regionali il Valpolicella Calcio schiera 16 squadre per un totale di 280 ragazzi. La scuola calcio è coordinata dallo stesso Marconi e Italo Costantini, coadiuvati da Fabio Martello, Jonathan Bovini e Alessandro Rossi. «Dopo aver iniziato la stagione all’aperto sul campo di San Pietro in Cariano - prosegue Marconi i nostri 45 bambini stanno seguendo le lezioni negli impianti coperti e riscaldati di San Floriano». Prosegue, inoltre, l’attività di incontri periodici. «Queste iniziative - conclude Marconi - permettono di evidenziare concetti legati alla formazione dei tecnici, migliorando la gestione delle squadre. Col dottor Giovanni Battocchio, pedagogista di fama nazionale e studioso del tessuto sociale del territorio, abbiamo affrontato la tematica della gestione del settore giovanile secondo diverse prospettive». L’ORGANIGRAMMA 2011/2012. Presidente: Giuseppe Campagnola, vicepresidente: Franco Allegrini, magazziniere: Ezio Zamboni, massaggiatore Antonio Pedrollo, dirigente responsabile Valgatara: Fabio Bussola. I tecnici. Allievi Regionali 95: Maurizio Glorani; Allievi Provinciali 96: Fabio Giacopuzzi; Giovanissimi Regionali 97: Fabiano Bringhenti, Giordi Gasparini; Giovanissimi Provinciali 98-99: Alberino Ezio Fretti; Esordienti 99: Mauro Perina; Esordienti 00: Alex Guardini; Andrea Zivelonghi; Pulcini 01: Bruno Veronesi; Pulcini 01: Renato Bittante; Pulcini 01: Fabio Marchesini; Pulcini 02: Papaseck; Pulcini 02: Giovanni Frapporti; Pulcini 03: Corrado Ballarini; Scuola Calcio Piccoli Amici 2004: Alberto Marconi; Scuola Calcio Piccoli Amici 2005: Italo Costantini, Fabio Martello, Jonathan Bonini, Alessandro Rossi. Preparatore portieri: Matteo Lucchese. Aspetto medico coordinato: massaggiatore e preparatore atletico: Antonio Pedrollo.

Servizi di

Massimo Ugolini In marzo l’At Monte Peroni Marmi giocherà il suo secondo campionato in serie A di tamburello. Nel primo torneo, l’At Monte ha centrato i playoff e si è classificata al terzo posto assoluto nella Coppa Italia nazionale. Risultati beneauguranti in vista della seconda stagione nella massima serie. «Se nel primo anno ci siamo ambientati, questa volta l’obiettivo è proseguire nella nostra crescita, cercando di giocarcela alla pari con tutti» confida Guido Peroni, patron dell’At Monte. Diverse saranno le novità a partire dal cambio di guida tecnica: Luca Fedrighi, proveniente dal Solferino, è il nuovo allenatore, mentre Edoardo Peroni, lo storico tecnico dell’At Monte, continuerà a ricoprire la carica di presidente della società. «Dopo avere portato la squadra in serie A e averla allenata nella massima serie - evidenzia il presidente Peroni - quest’anno abbiamo deciso di affidare la squadra a Luca Fedrighi con cui speriamo di essere competitivi sia in campionato che in Coppa Italia». Per quanto riguarda la campagna acquisti della prima squadra, diversi sono i nuovi arrivi: Alberto Tommasi dal Cavriana; Stefano Ioris dal Mezzolombardo; Franco Zeni dal Medole; Mirco Cont dal Solferino; Luca De Zambotti dal Noarna e Federico Gasperetti dal

SCI CLUB AMBROSIANO. Tutti gli appuntamenti Appuntamenti prestigiosi per lo Sci Club Ambrosiano che conta un centinaio di tesserati. «Ragazzi e allievi allenati da Luca Simoncelli - spiega il presidente Renato Ballarini - parteciperanno ai campionati regionali in programma a Boscochiesanuova dal 1 al 3 marzo e alle selezioni nazionali del trofeo Topolino, mentre baby e cuccioli, allenati da Giovanni Poli e Anna Ballarini, saranno impegnati sulle piste di Padula di Complico, nel bellunese, il 10 e l’11 marzo e parteciperanno alla selezione regionale del Gran Premio Giovanissimi in programma a Falcade». Non solo. «Tutti i nostri sciatori gareggeranno nel tradizionale trofeo Pinocchio in programma sul Monte Verena, nel vicentino, il 12 febbraio» continua Ballarini. Lo Sci Club Ambrosiano, dopo il tradizionale Trofeo Marmi Attilio Stocchero, il 5 febbraio organizzerà la gara sociale sempre a San Valentino. Il direttivo dello Sci Club Ambrosiano è presieduto da Renato Ballarini, vicepresidente è Franco Baietta, consiglieri Barbara Dellai, Paolo Graziani, Vittorio Morandini, Alberto Taddei, Anna Ballarini. Lo Sci Club Ambrosiano è in via Roma 2 a Sant’Ambrogio di Valpolicella (lato chiesa parrocchiale). La sede è aperta tutti i martedì dalle ore 20.30; tel/fax 045 6888727; 348 3884717.

Mezzolombardo a cui si affianca il capitano Andrea Morando. Una realtà consolidata, quella dell’A.T. Monte Peroni Marmi, «frutto di umiltà, rispetto e lavoro di gruppo che hanno permesso di evidenziare le nostre qualità durante le partite di campionato e Coppa Italia» prosegue Edoardo Peroni. Consolidata anche la rosa della squadra che disputerà il campionato di serie D, allenata da Franco Cardini (una compagine in cui tutti i gio-

catori sono originari di Monte) e quella delle due squadre giovanili: i pulcini guidati da Andrea Morando, e i giovanissimi affidati a Gianni Busselli, questi ultimi al secondo anno grazie alla collaborazione con la società A. Vezza Ospedaletto. Sempre grazie a questa collaborazione alcuni giocatori di Monte disputeranno il campionato allievi nella squadra di Ospedaletto. Peroni ricorda anche il ruolo dei volontari e delle istitu-

zioni. «Doveroso un ringraziamento a tutti i nostri sostenitori, sempre presenti e numerosi, ai nostri collaboratori e all’Amministrazione di Sant’Ambrogio che continua a sostenere l’attività della nostra società che conta oggi oltre 50 iscritti – conferma -. Inoltre, auspichiamo che l’Amministrazione possa realizzare il progetto per la realizzazione dell’impianto d’illuminazione: in serie A è obbligatorio disputare quattro partite in notturna».


onna D SPAZIO DONNA

Febbraio 2012

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SPAZIO

L’ARGOMENTO

a cura di Franca Bevardo Burati Psicologa e psicoterapeuta

Il bambino che morde

Molti genitori si rivolgono allo psicologo perché il loro bambino presenta un comportamento aggressivo e ne sono spaventati. Secondo D. W. Winnocott, psicoanalista inglese, «l’aggressività è un’energia, una forza vitale presente nel bambino sin dalla nascita, quindi ancor prima che possa esprimere i suoi impulsi intenzionalmente». L’aggressività è quindi una pulsione sana e funzionale ai bisogni di crescita del bambino. Essendo un impulso deve essere educato affinché il bambino impari a gestirlo, altrimenti nei momenti di frustrazione potrebbe fare del male a se stesso e agli altri. Prima di tutto il bambino deve imparare a riconoscere dentro di sé questi impulsi, questo è possibile quando inizia a dare un nome e un significato alle azioni che mette in atto. Quando l’aggressività è eccessiva, incontrollata, accompagnata dall’incapacità di tollerare la minima frustrazione richiede il supporto dei genitori che pazientemente aiutano il figlio a comprendere e gestire i propri impulsi. Il mordere, per esempio, per un bambino sull’anno di età è un modo per scoprire quello che lo circonda. Già dai sei-otto mesi di vita il lattante porta tutto alla bocca, questo è il modo migliore per scoprire e riconoscere gli oggetti, la loro forma, il loro sapore e odore. Dopo l’anno il bambino comincia a capire che il mordicchiare attira la simpatia di mamma e papà, per poi utilizzare questo comportamento per attirare l’attenzione degli altri. Più il bambino cresce più il morso viene utilizzato quando c’è frustrazione al posto di una comunicazione più naturale. In questo caso gli adulti devono evitare di ridere o stare al gioco affinché il bambino comprenda che non è questo il modo per avvicinarsi agli altri e, soprattutto, l’adulto non deve utilizzare il mordicchiare per esprimere il proprio affetto al bambino (ti mangio i piedini ecc.) Se il bambino è molto piccolo e presenta questo comportamento, offrite gli oggetti che lui possa mordere senza farsi del male. Se il bambino è più grande e il genitore è presente nel momento dell’aggressione deve intervenire usando un tono di voce deciso, guardandolo negli occhi e poi cercando di verbalizzare con lui il motivo di tale comportamento offrendogli l’alternativa del linguaggio per esprimere la sua frustrazione.

LA CURA DEI CAPELLI a cura di Antonella Marcomini Questo mese è dedicato all’ondulazione del capello. Il sistema naturale è indicato per dare volume, sostegno, ondulazione o per valorizzare un taglio esaltandone la linea. La permanente a base naturale è un sistema ondulante senza rischi che non danneggia i capelli, ma che ne ricostruisce internamente la struttura. Agisce senza utilizzare ammoniaca e senza acido tioglicolico ma con una formulazione auto bilanciata che contiene cysteamine hci, un componente proteico similare al dna naturale dei capelli che ne migliora la resistenza e la corposità. La permanente naturale controlla ed esamina in piena autonomia la porosità dei capelli, dalle radici alle punte, depositando la sostanza benefica solo dove è necessario, ricostruendo l’integrità e il condizionamento delle lunghezze che non sembrerebbero essere state trattate. Apporta alle radici energia e vitalità, migliora lo stato delle lunghezze con una evidente morbidezza e pettinabilità, mantenendo un aspetto naturale e moderno. Una permanente che oltre ad ondulare, ricostruisce e ristruttura il capello. Trattamenti estetici bionaturali - Permanenti e colori vegetali Chep-up gratuito del capello - Ricostruzione capello Trattamento di aroma - terapia Trattamento ristrutturante anticrespo alla keratina Trattamenti tensionali a rilascio e ristrutturanti SPA OFFERTA GENNAIO: PACCHETTO SHAMPOO CURATIVO + MASCHERA RISTRUTTURANTE + MASSAGGIO POLTRONA RILASSANTE IL TUTTO A SOLI EURO 10,00 martedì e mercoledì con appuntamento - giovedì e venerdì dalle 8.30 alle 17.00 sabato dalle 8.00 alle 14.00

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BEN ESSERE

Donna

A CURA DI CHIARA TURRI

“Quello che c'è di più profondo nell'essere umano è la pelle.” Paul Valéry La stagione fredda aggredisce la nostra pelle. I fattori esogeni, quali freddo, vento rendono la pelle screpolata e causano la comparsa di quella fastidiosissima couperose spiacevole a vedersi. I rimedi che normalmente vengono proposti non sempre portano risultati soddisfacenti. Questo può dipendere dalla scarsa qualità della formulazione del prodotto e anche dalla scarsa perseveranza nell’usarlo! Ecco qui una semplice ricetta per realizzare un olio di camomilla con ingredienti semplici e naturali veramente efficace che sarà sicuramente un alleato particolare per la vostra pelle, contro gli arrossamenti, la couperose, e anche dopo lunghe esposizioni al sole o al freddo. INGREDIENTI per la realizzazione fai da te: 25 grammi di fiori camomilla 1/2 litro di olio extra vergine biologico spremuto a freddo Se decidiamo di usare il preparato con finalità anche rilassanti potenziamo il composto con sei gocce di olio essenziale di camomilla blu. PREPARAZIONE: Porre la camomilla in fiore in barattolo ermetico. Coprire con dell’olio extra vergine d’oliva. Porre il preparato in un luogo buio e asciutto e una volta al giorno muoverlo e scuoterlo. Dopo un paio di giorni, filtrare l’olio in modo da ottenere l’olio di camomilla. Conservare l’olio in una bottiglietta di vetro scura. L’olio si potrà usare sia sul viso che sul corpo e grazie alla formulazione naturale sarà ottimo anche sulla pelle dei vostri bambini. Namastè!


SPAZIO DONNA

Febbraio 2012

L’INTERVISTA

Il Foro... al femminile Si chiama Alessia Beghini ed è una donna della Valpolicella, avvocato da 14 anni, che ha deciso di esercitare la propria professione sul suo territorio, in Provincia. Moglie e mamma di tre figli, Alessia, accanto ad Elisabetta Baldo, Donatella Cusumano, Sara Gini, Roberta Longhi, Federica Panizzo, con “L’altra lista “Diritto-donne”, era tra le candidate alle elezioni del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Verona svoltesi il 19 – 20 gennaio scorso… Avvocato, cosa significa per una donna esercitare una professione come la sua, tipicamente definita “maschile”? «Devo ammettere che per una donna farsi spazio in questo settore è oggettivamente difficile. Fortunatamente però negli ultimi anni non si dà più tanto per scontato che questo lavoro sia maschile. Le donne avvocato sono molte, anche nella nostra città. Sono certa tuttavia che una donna, in particolare a livello organizzativo, sia in grado di portare un valore aggiunto a questa professione. Per quanto riguarda i rapporti con i colleghi uomini oltretutto, a fronte di una discriminazione esistente anni fa, si nota un cambiamento di mentalità nelle giovani generazioni. Anche l’idea stessa che “ai piani alti dell’ordine” possano salire anche donne non provoca fastidio. C’è comunque ancora molto da lavorare». Quali le difficoltà a cui una donna avvocato deve far fronte e come? «Questa professione per noi giovani, donne in particolare, non è facile. Bisogna saper non arrendersi e soprattutto usare la fantasia cercando di entrare in settori “incontaminati” e nuovi. Sono convinta che servirebbero anche una ventata d’aria nuova, opportunità e spunti positivi all’interno del Consiglio stesso: è questo che la mia lista si poneva come obiettivo. Una candidatura, la mia, che è stata tutta una sorpresa: una cara collega del foro di Verona mi ha contattata invitandomi a candidarmi. Già il fatto che lei avesse scelto proprio me è stata una grande soddisfazione…essere arrivata poi, in sede di elezioni, al ballottaggio è stata una soddisfazione inaspettata altrettanto grande. Un’esperienza bellissima». Lei è un avvocato di Provincia. Si avverte ancora oggi qualche differenza con i colleghi della città? «Si avverte eccome: in città tutti si conoscono e “fanno gruppo”. In Provincia, dove io per comodità ma anche per un legame affettivo con il mio territorio ho scelto di rimanere, le cose sono diverse. La Provincia non gode di grosse organizzazioni a disposizione degli avvocati – ne servirebbero molte di più – e spesso noi avvocati di Provincia ci sentiamo “dimenticati”». Come riesce un avvocato donna a conciliare i ritmi richiesti da questo lavoro con la famiglia? «Con la passione e tanto sostegno da parte della propria famiglia. Certo, non nascondo che a volte non è semplice riuscire a conciliare tutto, ma quando una persona è soddisfatta del proprio lavoro, anche la fatica che qualche volta si incontra si dipinge di un “colore diverso”. Sarebbe difficile per me rinunciare alla mia professione: ci credo e ci sono arrivata con molta fatica…e poi rappresenta anche uno stimolo di crescita in più per la mia famiglia e per i miei figli ai quali, quando racconto loro le mie giornate di lavoro, apro una piccola finestra sul mondo che li attende». Silvia Accordini

Alessia Beghini

ALCUNI DATI La professione forense si declina sempre di più al femminile. A Verona, tra 2300 avvocati iscritti all’albo circa il 43,5% sono donne, e tra i praticanti le giovani professioniste hanno addirittura superato i colleghi maschi raggiungendo il 57,2% del totale degli iscritti nell’apposita categoria. Da alcuni dati raccolti da VE.G.A - Veronesi Giuriste Associate - attiva da circa un anno e mezzo e seconda associazione di giuriste al femminile dopo ADGI di Roma, soltanto un’avvocata su quattro è titolare di uno studio, e i guadagni in media sono nettamente inferiori rispetto ai colleghi maschi. Il tasso di femminilizzazione nella professione forense ha subito una crescita repentina in pochi anni. Negli anni ’80, infatti, le donne superavano appena il 6%, dopo un decennio raggiungono appena il 20%, per arrivare a oltrepassare il 40% nel 2005. Inoltre si evidenza la scarsa rappresentanza femminile negli organismi di governo della professione (Consigli dell'Ordine, Consiglio Nazionale Forense) e che il tasso di abbandono della professione da parte delle donne raggiunge il 31%. Su un monitoraggio della Commissione Pari Opportunità del Consiglio Nazionale Forense relativo alla presenza femminile negli albi dei 165 ordini forensi 7 donne rivestono la carica di Presidente del Consiglio dell'Ordine.

31 “Semel in anno licet insanire”!

(Una volta all’anno è lecito impazzire-festeggiare)

E’ un saggio consiglio che ci è stato tramandato dai nostri progenitori latini. Quale migliore occasione, se non il Carnevale, per dare ascolto a chi di feste se ne intendeva veramente? Pensiamo all’antica Roma, quando, cioè, si festeggiava per giorni e giorni fino allo sfinimento. Il Carnevale è senz’altro la festa più allegra dell’anno. La più attesa dai bambini, la più trasgressiva per i più grandi. Varie sono le tradizioni popolari di questo periodo dell’anno in gran parte dei Paesi del Mondo e in ciascuno di essi si rifanno a miti, a leggende, o a rituali pagani e religiosi. Anche nel nostro Paese le manifestazioni “carnevalesche” imperversano colorando e risvegliando le vie di ogni città. Inutile dire che anche a livello gastronomico si hanno in Italia innumerevoli tradizioni, che rispecchiano pienamente lo spirito di tale festa. Ogni regione vanta ricette gastronomiche particolari e secolari, ma soprattutto nel “dolce” si nota una singolare voglia di evasione e di trasgressione; non a caso le ricette caratteristiche, seppur con varianti minime, vedono al primo posto i dolci fritti. Vogliamo proporvi una ricetta, forse la più semplice e la più “allegra” fra quelle dei dolci di Carnevale, ma anche quella di maggiore successo. Tanto è vero che la si ritrova in tutt’Italia, sebbene con nomi diversi: in Friuli si chiamano Grostoli, in Emilia Sfrappole, in Veneto Galani, nelle Marche Frappe, in Toscana Cenci, in Campania Chiacchiere. La variante, nelle varie ricette regionali, è costituita dal marsala, o dal vino bianco, o dall’acquavite, o dal liquore all’anice. In ogni caso, comunque la vogliate chiamare, ecco a voi la ricetta e … buon Carnevale a tutti! INGREDIENTI: 300 g di farina 50 g di zucchero 2 uova 100 g di burro sale 1/2 bicchiere di vino bianco secco (se vi piace aggiungete 2 cucchiai di grappa) olio per friggere zucchero a velo vanigliato ESECUZIONE: Sulla spianatoia disponete la farina a fontana, nel mezzo mettete le uova intere, il burro ammorbidito, un pizzico di sale, lo zucchero e il vino bianco. Lavorate bene l’impasto sino a renderlo consistente ma non troppo sodo. Fatene una palla e mettetelo a riposare in luogo fresco, avvolto in un panno, per circa un’ora. Tagliatelo in pezzi e col matterello stendete ogni pezzo in sfoglie dello spessore di 2-3 millimetri, con la rotellina tagliatele a losanghe, a nastri, con alcuni formate dei nodi senza stringere e gettateli, pochi alla volta, nell’olio fumante. Appena dorati, adagiateli su carta paglia eliminare l’eccesso di grasso. Serviteli cosparsi di zucchero a velo vanigliato.



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