Iran, quo vadis

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EDITORIALE DI FEDERICO EICHBERG

Presidente

Gianfranco FINI

www. f aref u t u rofondazione.it

iran, quo vadis

Farefuturo è una fondazione di cultura politica, studi e analisi sociali che si pone l’obiettivo di promuovere la cultura delle libertà e dei valori dell’Occidente e far emergere una nuova classe dirigente adeguata a governare le sfide della modernità e della globalizzazione. Essa intende accrescere la consapevolezza del patrimonio comune, di cultura, arte, storia e ambiente, con una visione dinamica dell’identità nazionale, dello sviluppo sostenibile e dei nuovi diritti civili, sociali e ambientali e, in tal senso, sviluppare la cultura della responsabilità e del merito a ogni livello. Farefuturo si propone di fornire strumenti e analisi culturali alle forze del centrodestra italiano in una logica bipolare al fine di rafforzare la democrazia dell’alternanza, nel quadro di una visione europea, mediterranea e occidentale. Essa intende operare in sinergia con le altre analoghe fondazioni internazionali, per rafforzare la comune idea d’Europa, contribuire al suo processo di integrazione, affermare una nuova e vitale visione dell’Occidente. La Fondazione opera in Roma, Palazzo Serlupi Crescenzi, via del Seminario 113. Èun’organizzazione aperta al contributo di tutti e si avvale dell’opera tecnico-scientifica edell’esperienza sociale e professionale del Comitato promotore e del Comitato scientifico. Il Comitato dei benemeriti e l’Albo dei sostenitori sono composti da coloro che ne finanziano l’attività con donazioni private.

fini@farefuturofondazione.it

Segretario generale

Adolfo URSO

urso@farefuturofondazione.it

Pierluigi SCIBETTA

scibetta@farefuturofondazione.it

Consiglio di fondazione

Direttore scientifico Alessandro CAMPI

Direttore Mario CIAMPI

campi@farefuturofondazione.it

ciampi@farefuturofondazione.it

Direttore editoriale Angelo MELLONE mellone@farefuturofondazione.it

Nuova serie Anno III - Numero 16 - maggio/giugno 2009

Alessandro CAMPI, Rosario CANCILA, Mario CIAMPI, Emilio CREMONA, Ferruccio FERRANTI, Gianfranco FINI, Giancarlo LANNA, Vittorio MASSONE, Angelo MELLONE, Daniela MEMMO D’AMELIO, Giancarlo ONGIS, Pietro PICCINETTI, Pierluigi SCIBETTA, Adolfo URSO

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale –70% - DCB Bologna

Segretario amministrativo

Armeni Bignardi Bonino Castellaneta Craxi Della Vedova Eichberg Forbice Macrì Margelletti Martino Nirenstein Pedde Sbai Saltamartini Shahrzad Tamaro

IRAN,

QUO VADIS Bimestrale della Fondazione Farefuturo Nuova serie anno III - n. 16 - maggio/giugno 2009 - Euro 12 Direttore Adolfo Urso

L’Iran oltre l’emozione L’Iran oltre l’emozione. L’emozione che conduce al rifiuto davanti a un leader che minaccia l’esistenza di Israele. L’emozione – opposta – suscitata dalla millenaria civiltà e dalla alterità persiana. Al di là di reticenze e fascino, Teheran costituisce oggi una chiave per risolvere gli assetti geopolitici presenti e futuri della regione. La pressione che svolge su Israele, attraverso Hezbollah, la destabilizzazione del Libano ed in parte dell’Iraq, una crescente penetrazione di segmenti di Hamas, hanno contribuito a creare condizioni estremamente ardue nel Vicino Oriente. I rapporti tesi con tutte le realtà del Golfo Persico, alimentati dalla rivalità tra due concezioni estreme dell’Islam, quella sciita, di Teheran, e quella wahabita, di Riad. Questo, insieme alle ambigue connessioni con la Russia, crea una costante tensione sui mercati degli idrocarburi. Il ruolo svolto nel contesto iracheno è fondamentale, rilevante è quello esercitato sugli sciiti dell’Afghanistan. La minaccia del nucleare permane come l’incognita capace di modificare gli assetti di sicurezza faticosamente raggiunti nel post guerra fredda. Al suo interno, il paese rispecchia tale complessità; è multietnico e attraversato da tensioni; è giovane, con grandi masse da una parte sempre più distaccate dagli apparati politici (soprattutto nei grandi centri urbani), dall’altra oggetto di propaganda (nelle campagne, fondamento dell’ascesa di AhTeheran rappresenta madinejad). Soffre una grave crisi economica che si traduce in dilagante disoccuuna chiave per risolvere pazione e tassi inflazionistici accelerati; rigli assetti geopolitici sulta crescentemente militarizzato, con dell’intera regione una forte compenetrazione degli apparati dei Guardiani della Rivoluzione (i Pasdaran) in quasi tutti i contesti della vita politica e civile. La leadership iraniana è complessa: un gioco di poteri e contropoteri costituiti in modo da assicurare al regime teocratico completo controllo, pur lasciando margini di dissenso all’interno delle varie interpretazioni della Rivoluzione. Margini in cui si muovono le tre grandi componenti politico-culturali del paese, progressista, liberale e conservatrice. Le forze progressiste e quelle liberali vengono anch’esse da un percorso culturale islamico, ma si differenziano da quelle conservatrici per il diverso rapporto esistente con la rivoluzione iraniana. Quest'ultimo blocco, vera spina dorsale del regime, è in gran parte egemonizzato dai Pasdaran e dagli islamici ortodossi. Oggi l’Iran va alle urne. Il trend degli ultimi anni indica una crescente radicalizzazione. Una nuova generazione, allevata spesso all’ombra delle Guardie Rivoluzionarie, sembra affermarsi. Tuttavia, il fine ultimo del regime sciita è l’autoconservazione e se tale radicalizzazione dovesse portare alla prossimità di uno scontro “fatale” con l’occidente, potrebbero esserci degli “aggiustamenti”.


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