Portfolio aprile 2017

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PORTFOLIO Chiara Manuzzi



C H I A R A

M A N U Z Z I

chiara.manuzzi@libero.it +39 340 5704584 Via Benvenuto Tisi 9, 44121 Ferrara, Italia or Piazza Risorgimento 3, 20129 Milano, Italia



A B O U T I S T R U Z I O N E 2015-16

Corso di Inglese presso The Shenker Method Milano livello intermedio - avanzato

2012-15

Laurea Magistrale in Progettazione Architecttonica 108/110 “Silk Factory: progetto per un centro sperimentale per la seta sul lago del Segrino” percorso: architettura e spazio interno Politecnico di Milano Facoltà di Architettura civile

2009-12

Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura 110/110 “Multifunzionalità degli spazi aperti” Politecnico di Milano Facoltà di Architettura civile

2004-09

Diploma Liceale Liceo Scientifico A.Roiti, Ferrara 97/100

E S P E R I E N Z E

L A V O R A T I V E

2015-16

Assistente alla didattica nel laboratiorio magistrale di architettura degli interni Politecnico di Milano corso di laurea magistrale in architettura degli interni, proff. Roberto Rizzi, proff. Luisa Gatti

2015

Assistente alla realizzazione del nuovo Store Newton Beresaglieri48 e lavoro di Post-produzione fotografica per la creazione del relativo e-commerce Newton Store Ferrara www.newtonstore.it

2014-15

Tirocinio presso lo studio Dante O. Benini & Partners, Milano supervisore: Arch. Sabrina Losio

2012

Assistente al montaggio/smontaggio e allestimento stand “Flexible Architecture” Ceramica Sant’Agostino by Philippe Starck Salone del Mobile 2014 Milano _ Ceramica Sant’Agostino

2010

Tirocinio presso lo studio Giorgio Stagni, Ferrara progetto di recupero e rifunzionalizzazione del castello di Belgioioso

2009

Hostess volontaria “Lambretto Art Project” Salone del Mobile 2010 Milano



A B O U T

F O O D

E X P E R I E N C E

I S T R U Z I O N E 2017

Matthew Kenney Plant-Based Dessert Online 120 ore online, Matthew Kenney culinary’s method and phylosophy of plant based cuisine

2016

Corso Tecniche di Pasticceria ALMA ALMA - La scuola internazionale di cucina italiana, Colorno (Parma) (Italia) 160 ore di lezioni frontali ed esercitazioni pratiche su tecniche e pratiche base di pasticceria

2016

Corso di Formazione per Pasticcere Massimo Pica Pastry School Milano

2016

Joia Academy Pietro Leemann Milano

E S P E R I E N Z E

L A V O R A T I V E

2016-17v

Pasticcera, Responsabile fotografia e video Massimo Pica Pasticcerie Milano Massimo Pica Pastry School Milano

2016

Esperienza di stagista in pasticceria nel ristorante Joia di Milano Ristorante Joia, chef Pietro Leemann (1stella Michelin)



C O M P E T E N Z E T E C N I C H E A R C H I T E T T U R A progettazione di interni progettazione architettonica allestimento progettazione prodotti di arredo progettazione degli spazi aperti grafica e illustrazione modellistica fotografia architettonica post produzione fotografica

M O D E L

M A K I N G

modelli di dettaglio e di interni modelli a scala urbana taglio laser e preparazione file utilizzo plotter da taglio e preparazione file utilizzo di frese e trafori per legno cartoni e cartoncini plexiglass cemento e filo di ferro legno e impiallacciature ghirlande floreali

S O F T W A R E Sistemi operativi

Graphics

Mac Os Windows

CAD

Autodesk Autocad

3D modeling Sketchup Autocad 3d Text editing Word Excell

Adobe Photoshop Adobe Illustrator Adobe Indesign Power Point

Photo - Video editing Adobe Lightroom Adobe Camera Raw Adobe After Effects Final Cut Pro iMovie



C O M P E T E N Z E P E R S O N A L I L I N G U E

ITALIANO

ITALIANO MADRELINGUA

FRANCESE

INGLESE

INGLESE TOEIC 845/990 SHENKER level 50

FRANCESE DELF B1

ottima comprensione orale e scritta buona produzione orale e scritta

I N T E R E S S I

travels

healthy life & sustainability

yoga & sport

food addicted

photography

art

cinema

flower design



S E L E C T E D

P R O J E C T S

2010/2015

THESIS 2015

SILK FACTORY : PROGETTO PER UN CENTRO SPERIMENTALE PER LA SETA NELL’EX STABILIMENTO GAJUM A CANZO ASSO laboratorio di progettazione dell’architettura degli interni progetto di tesi Relatori Roberto Rizzi, Luisa Gatti

SCHOOL 2014

LA CITTÀ NEL PUNTO: UN PROGETTO PER BERLINO

laboratorio di progettazione dell’architettura, proff. Rosaldo Bonicalzi URBAN WINGS corso opzionale di storia e progetto del giardino contemporaneo proff. Raffaella Colombo

2013

DOT YOUR T, PROGETTO PER UNA BIBLIOTECA PER GIOVANI, CAM E CAG PRESSO IL PARCO TROTTER A MILANO laboratorio di architettura degli interni, proff. Roberto Rizzi, Luisa Gatti

2012

GE NOVA laboratorio di urbanistica, proff. Umberto Bloise, Stefano Recalcati PLAY UNDERGROUND corso di allestimento e museografia, proff. Mara Servetto LA ZONA DEL FORO ROMANO: BIBLIOTECA E RESIDENZA PER STUDIOSI laboratorio di progettazione architettonica 3, proff. Luisa Ferro

2011

PROGETTO DI CONSERVAZIONE PER VILLA MUGGIA DI PIERO BOTTONI laboratorio di restauro, proff. Francesco Augelli

2010

SPAZIO + ARCHITETTURA = ABITARE laboratorio di architettura degli interni, proff. Michele Ugolini

2015 2016

EXTRA PROGETTO NEWTON STORE BERSAGLIERI48 E WWW.NEWTONSTORE.IT assistente di progetto e lavoro di post-produzione grafica PROGETTO FOTOGRAFICO E VIDEO MASSIMO PICA PASTICCERIE MILANO responsabile photo e video editing, post- produzione e montaggio video



THESIS PROJECT


SILK FACTORY progetto per un centro sperimentale per la seta laboratorio di progettazione dell’architettura degli interni 2

TESI DI LAUREA

proff. Roberto Rizzi e Luisa Gatti 2015 con Chiara Marina Zanni

EX STABILIMENTO GAJIUM, CANZO ASSO (COMO)



Il progetto è stato elaborato come lavoro per il laboratorio di progettazione dell’architettura degli interni II, è inoltre il progetto portato avanti come lavoro di tesi di laurea magistrale. vL’area di progetto è costituita da un ex stabilimento industriale (Gajum) per l’imbottigliamento di acqua, situato immediatamente a nord del Lago del Segrino a Canzo Asso (Como). Il tema di progetto è stato individuato da noi in seguito ad approfondite ricerche sull’area e sul contesto territoriale in cui è situata, volendo creare un luogo capace, da una parte di attrarre pubblico e utenze, dall’altra di fornire un’opportunità di sviluppo al territorio. La scelta di progettare un centro sperimentale per la seta trova ragione in alcune premesse: il territorio comasco ha un legame storico con la produzione serica, fino a poco tempo essa fa era uno dei settori trainanti dell’economia, non ha però saputo competere con la crescente produzione in territorio asiatico, di minore qualità, ma economicamente più competitiva, portando di fatto il settore serico comasco alla crisi; tuttavia l’interesse per il settore rimane forte in ambito universitario, vengono tutt’ora svolte numerose tesi e ricerche sull’argomento, in particolare nel settore chimico, industriale, biomedico, ma anche della moda: non c’è però alcuna comunicazione tra il mondo della ricerca e quello della produzione industriale, attualmente è iniziato un tentativo di dialogo con l’ente “ricerca tessile” voluto dall’Unione Industriali di Como, il Politecnico e l’università dell’Insubria che punta a favorire gli scambi tra questi due mondi, con lo scopo di rendere nuovamente competitivo il settore serico. In particolare le ricerche in campo biomedico sono attualmente svolte a livello internazionale e generano grandi potenzialità grazie alla perfetta interazione del materiale col corpo umano, inoltre è un tipo di utilizzo che necessità materie prime di ottima qualità, prodotte in condizioni particolari. La volontà espressa dall’ente è quella di dare nuova linfa vitale al settore grazie a ricerche che lo rendano competitivo. Il progetto vuole essere un logo dove concretizzare questa relazione, in cui far incontrare ricerca, università e industria, permettendo di sperimentare direttamente ed in contatto con il mondo della produzione. L’edificio diventa quindi un grande laboratorio,

diviso in settori a seconda delle attività: dalla gelsicoltura e bachicoltura, all’estrazione dei filati, alla filatura, tessitura, tintura, a un settore “tessile-artistico” per la tintura, serigrafia e moda, a veri e propri laboratori scientifici di ricerca oltre ad alcune strutture ausiliarie quali una biblioteca, un’archivio, un auditorium, una zona ristoro e una foresteria, per studenti e ricercatori, oltre a una galleria. L’edificio preesistente presentava da una parte l’area produttiva caratterizzata da una successione di campate con copertura curva di carattere industriale, dall’altra il fronte strada un edificio destinato agli uffici più regolare, di successiva costruzione. Si è identificata come caratterizzante dello spazio la continuità scandita dal ritmo strutturale, condizioni estranee all’edificio degli uffici, che non permetteva la lettura dell’impianto architettonico dalla strada, il corpo è stato quindi demolito e sostituito con uno sollevato e più regolare, che creasse una facciata oltre che un portico e una galleria orientata verso lo spazio principale permettendo allo stesso tempo di rendere leggibile il carattere dell’edificio. La logica progettuale è stata quella di aggregazione di volumi secondo precisi diagrammi spaziali all’interno dell’ambiente interno, andando con essi a definire un susseguirsi di fulcri, percorsi, assi di percorrenza e ambiti diversi, alcuni di questi volumi vanno anche a porsi sui margini esterni dell’edificio o si innestano nella sua copertura, individuando ambienti privilegiati o con necessità particolari, come le aree di tintura o la serra. Gli spazi ruotano attorno a un patio centrale a tutta altezza, che mette in comunicazione anche i due differenti livelli del progetto, si è voluta mantenere all’interno degli spazi grande profondità visiva, non andando mai a costruire partizioni ma intervenendo solo con blocchi, declinati secondo diversi gradi di opacità/trasparenza, matericità/leggerezza a seconda delle necessità di utilizzo e in una progressione dai volumi in cemento del settore produttivo a quelli vetrati dei laboratori e delle aule. Il percorso principale viene individuato da un controsoffitto tecnico che collabora con dei pannelli tessili appesi a condurre l’utente all’interno dell’edificio, individuando fulcri, svolte e passaggi.






















SCHOOL


LA CITTA’ NEL PUNTO UN PROGETTO PER BERLINO laboratorio di progettazione architettonica prof. Rosaldo Bonicalzi 2013

Il percorso progettuale è partito da un’approfondita analisi della città: le sogli storiche, le numerose trasformazioni a cui essa è stata sottoposta, le logiche ritmiche, spaziali, aggregative, urbanistiche e architettoniche che la contraddistinguono e la ordinano. Numerosi architetti del passato si sono rapportati con la complessità di Berlino e lo studio dei loro progetti o interventi è stato essenziale per il nostro percorso, in particolare i progetti di Giorgio Grassi e Aldo Rossi (con cui il nostro docente aveva collaborato spesso in passato) sono stati alla base dell’impostazione del progetto. Si è in un primo luogo individuata l’area di intervento quella della regione di Moabit, resa critica con la costruzione e successiva caduta del muro, dismissione della vecchia stazione ferroviaria. L’area di progetto, scelta dopo numerosi tentativi di individuare il punto notevole su cui intervenire per sottolineare e completare le relazioni della città, è situata sulla Spree, a nord del Tiergarten. La relazione espressa è quella dell’ asse nord-sud individuata dalla successione di fulcri urbani che non trova risoluzione a nord e della direzione nord-ovest che caratterizza la parte settentrionale di Moabit, ma che risultava isolata e non

BERLINO, MOABIT

relazionata ad alcuna dinamica urbana. Il progetto è costituito quindi da tre elementi: due torri identiche orientate ortogonalmente che creano un fulcro, individuando gli orientamenti principali ed un edificio ad aula che completa il progetto legandolo a terra e creando relazioni con l’intorno anche a scala più bassa oltre a definire gli spazi aperti compresi nell’area di progetto. Le due torri sono state proporzionate secondo rapporti 3:5, 1:3 oltre che di sezione aurea, che governa in particolare il prospetto frontale oltre che le partizioni delle logge. Gli edifici sono rivestiti in pietra e con le parti vetrate arretrate, in modo da preservare la consistenza e l’aspetto di monoliti pieni che si attestano sul fiume esprimendo le relazioni urbane. Le medesime proporzioni usate in prospetto governano anche le planimetrie, sia dell’edificio che dell’intera area di progetto. Sono state realizzate ipotesi planimetriche legate a doversi utilizzi, dal residenziali agli uffici all’edificio pubblico di rappresentanza,visto il legame da una parte con il sistema del parlamento ma dall’altra con alcuni headquarters aziendali (Bayern) presenti negli isolati limitrofi.









URBAN WINGS videoprogetto per una voliera urbana corso opzionale di storia e progetto del giardino contemporaneo prof. Raffaella Colombo 2014

http://vimeo.com/112971046

VIA CONCA DEL NAVIGLIO, MILANO



DOT YOUR T’s progetto per una biblioteca di settore destinata ai giovani, CAG e CAM presso il parco Trotter laboratorio dI architettura degli interni proff. Roberto Rizzi e Luisa Gatti 2013 L’area di progetto assegnata si trova a Milano, all’interno del Parco Trotter, in particolare gli edifici preesistenti coinvolti sono quelli dell’ex-acquedotto, risalente al 1920 ma in disuso da numerosi anni, uno dei caselli di ingresso adiacente all’acquedotto e l’ex padiglione Feltre, facente parte del complesso di istituti scolastici presenti nel parco. Il tema funzionale del progetto, individuato tramite un’attenta analisi, mappatura e interazione con le organizzazioni presenti sul territorio, è quello di un centro per i giovani che si inserisca nel sistema comunale dei CAG, CAM e biblioteche rionali: include quindi una biblioteca con mediateca di settore indirizzata ai giovani, in particolare agli studenti delle scuole medie e superiori e un CAG (centro di aggregazione giovanile), oltre a un piccolo caffè letterario e numerosi spazi di relazione all’esterno. La particolare destinazione attuale del parco, che ospita al suo interno numerosi istituti scolastici e che durante l’orario scolastico viene chiuso al pubblico per diventare un luogo protetto di pertinenza e ad uso delle scuole, ha posto alcune questioni progettuali: da una parte la necessità dell’edificio di relazionarsi con i ragazzi delle scuole del parco, dall’altra quella di essere accessibile anche agli esterni ed in particolare di poter essere utilizzata anche in orario serale (quando il parco è chiuso al pubblico) e di relazionarsi sia funzionalmente che spazialmente, in egual misura, con l’interno e l’esterno del parco ma secondo modalità differenti.

PARCO TROTTER, LATO VIA GIACOSA, MILANO

La conformazione spaziale degli edifici preesistenti, oltre alla conformazione del terreno e delle diverse quote da esso create sono state ulteriori premesse del progetto. Si è quindi proceduto a creare un sistema di edifici, polarizzato dall’edificio della biblioteca e da quello del CAG relazionati tra loro da una piazza ribassata che grazie all’orientamento degli edifici e delle direttrici da essi individuate va ad assume una forma caratteristica che definisce i percorsi e si relaziona alla via adiacente tramite una progressiva dilatazione. I due sistemi di edifici vengono individuati e caratterizzati da due cubi vetrati di nuova costruzione, posti uno tra il casello e l’acquedotto, l’altro all’interno della piazza, realizzati interamente in vetro strutturale che evidenziano gli accessi alla biblioteca e al CAG, diventando dei landmark all’interno del paesaggio urbano. Gli ambienti interni sono stati definiti lavorando molto sui passaggi di quota, sulle diverse altezze, e sulle percorrenze dello spazio, attrezzando con passerelle, rampe, piattaforme gli spazi più alti, ma anche le alte finestre preesistenti in modo da renderle luoghi per la lettura, rendendo gli spostamenti da un piano all’altro percorsi pensati e progettati. Grande attenzione è stata posta alla progettazione dello spazio aperto, studiato al pari di un interno-esterno, caratterizzandone i diversi ambiti con attrezzature, materiali e dinamiche spaziali differenti a seconda degli usi previsti e del loro ruolo nella dialettica progettuale.











GENOVA progetto di riassetto portuale ed infrastrutturale con reimpiego aree dismesse pert un parco lineare laboratorio di progettazione urbanistica proff. Umberto Bloise, Stefano Recalcati 2012

Il progetto nasce da un’analisi condotta su più fronti riguardo le problematiche maggiori che affliggono la città di Genova, partendo da un punto di vista più a larga scala fino ad arrivare al rapporto stretto tra uomo e fruizione dello spazio, arrivando a delineare quelle che potrebbero essere le linee guida di un ipotetico progetto di un parco lineare che partendo da Voltri crei un’asse di unione tangibile lungo la città. L’ analisi è partita inizialmente da uno studio del quadro economico, poiché da subito si è riscontrato interesse per il problema dei traffici merci e dello scarso utilizzo delle potenzialità del porto ligure. A questa analisi si è legato uno studio del sistema infrastrutturale anche e soprattutto, in relazione alla prossima realizzazione del terzo valico e ai cambiamenti e vantaggi che esso potrebbe implicare. Successivamente dallo studio delle prospettive future sui traffici merci e sulle potenzialità che dovrebbe raggiungere il porto si è iniziato a ponderare un riassetto portuale che possa consentire l’effettivo passaggio da 1.375.000 teu/anno mobilitati (dato dell’anno 2012) a circa 6.800.000 teu/annui. Si è dunqueipotizzata una nuova struttura del porto di Genova che presenti una nuovo profilo fisico sia del porto della parte di Genova-Voltri che di quella Genova-Sampierdarena, sia un nuovo sistema di carico-scarico, con nuove tecnologie ed inserendo binari in banchina in modo da spostare le attività individuate

GENOVA

in un retroporto (Alessandria) al fine di incrementare la velocità e quindi l’efficienza del porto Gli interventi previsti permettono di liberare numerose aree adiacenti alla costa, a cui si aggiungono aree dismesse individuate dal PUC, in particolare in Valpolcevera, che siamo andati ad analizzare. Si è definita un’area da destinare a polo produttivo e formativo Healthcare e biomedicale che insieme all’Ansaldo, che con la sua nuova disposizione non si troverebbe più costretto a cercare basi fuori Genova, creerebbe numerosi nuovi posti di lavoro altamente specializzati, in modo da far tornare Genova competitiva sul quadro economico e un punto di riferimento sul mercato europeo. In seguito ci siamo concentrati sul rapporto uomo-tcittà:si è cercato di andare a ricreare quel rapporto città-mare che un tempo era caratterisco di Genova, cercando inoltre di creare unione tra la Genova che trova sbocco sul mare e la Genova dell’entroterra. Si sono definite le linee guida per un parco lineare che parta da Voltri e raggiunga la nuova stazione AV sita a Fiumara,diramandosi in punti startegici verso l’entroterra, unendo la città longitudinalmente ma anche verticalmentte grazie punti strategici posizioni allo sbocco delle valli.









PLAY (UNDER)GROUND corso opzionale di museografia e allestimento prof. Mara Servetto 2012

http://vimeo.com/112581989

MEZZANINO METROPOLITANA, PORTA VENEZIA, MILANO





LA ZONA DEL FORO ROMANO: BIBLIOTECA E RESIDENZA PER STUDIOSI laboratorio di progettazione architettonica 3 proff. Luisa Ferro 2012

Il progetto redatto è sito nell’area del foro romano di Milano, nei pressi della chiesa di San Sepolcro e di Palazzo Castani, e si erige al posto del garage San Remo. Esso si compone di una biblioteca e una residenza per studiosi, entrambe a due piani, le quali si dispongono in due edifici separati che si fronteggiano, andando a creare, con la loro disposizione, dei passaggi urbani e una piazza retrostante. Vista la particolarità del sito, essi non possono essere indipendenti dall’orientamento di Palazzo Castani, legato a sua volta a quello della Racchetta milanese, piano di ricostruzione della città del 1934, che anzi, viene enfatizzato dal proseguimento del cono del Sacrario, e inoltre non posso non essere influenzati dall’essenza del Foro Romano. A questo proposito infatti è stato ipotizzato il ritrovamento, successivamente alla demolizione del garage San Remo, di resti romani nel sottosuolo, pertanto si è deciso di realizzare un museo interamente ipogeo, che però lasciasse una parte di scavo scoperto, all’aperto e visibile a tutti. Il museo, a cui si accede dal Sacrario di Palazzo Castani, si sviluppa al di sotto della grande scala che porta alla nuova piazza, dell’area verde che fronteggia la residenza e a parte della biblioteca, ed è

ZONA SAN SEPOLCRO, PALAZZO CASTANI, MILANO

inoltre strettamente connesso all’edificio ospitante le residenze degli ed è inoltre strettamente connesso all’edificio ospitante le residenze degli studiosi, in quanto per facilitare il lavoro di questi archeologi, si è pensato di far scendere le nicchie-studio fino allo scavo, creando così un rapporto e un accesso diretto ai resti romani. La disposizione dei due edifici crea volutamente diversi spazi pubblici, mutabili e plurifunzionali, i quali vanno a relazionarsi con la parte di scavo a cielo aperto e con le due piccole aree verdi che lo circondano, al fine di valorizzare entrambe. A questo proposito, un ruolo chiave, è svolto dai due assi principali di percorrenza dell’isolato di progetto, ovvero il cono di proseguimento del Sacrario di Palazzo Castani, che con i suoi dolci cambiamenti di quota conduce alla piazzetta racchiusa tra gli edifici e il passaggio urbano situato a piano terra delle residenza, freddo, ma coperto, esso crea un rapporto molto stretto con lo scavo, poiché disegna degli affacci diretti sul sito.









VILLA MUGGIA DI PIERO BOTTONI progetto di conservazione laboratorio di restauro prof. Francesco Augelli 2011

Villa Muggia è stata costruita nei primi anni ’30 sui colli Imolesi, in provincia di Bologna, ad opera dell’architetto Piero Bottoni e l’ingegnere Mario Pucci. I due progettisti sono riusciti a dar vita al compendio ideale tra il vecchio e il nuovo, tra la preesistenza del salone settecentesco con la regale scala barocca e la nuova costruzione, esemplare architettura moderna. Grandi vetrate bucano il volume pieno creando un diretto contatto con il parco circostante, il patio centrale è ordinatore di tutta la villa, il tavolo ellittico di cemento bianco gettato in opera, la passerella‐ponte che attraversa a mezz’aria il salone barocco, la continuità dei locali collettivi che costituiscono la galleria, il tetto-solarium e il terrazzo a quota 12 metri da cui è possibile avere una vista completa sul parco e i colli circostanti, sono queste le caratteristiche che rendevano Villa Muggia uno dei capolavori architettonici del period moderno. Oggi Villa Muggia è un rudere e dello splendore degli anni’30 non le rimane che lo scultoreo tavolo ellittico per viar di un lungo periodo di abbandono,iniziato con gli eventi bellici e che continua tuttora la famiglia Muggia, ebrea, fu costretta a fuggire nel 1943 e che continua tuttora.

VILLA MUGGIA, IMOLA (BO)

L’intera struttura architettonica presenta uno stato di degrado diffuso che investe l’intero edificio, dalle strutture portanti agli elementi di finitura. Divenuta sede di un comando tedesco tra la fine del 1944 ed i primi mesi dell’anno successivo la villa è obiettivo di un’incursione aerea alleata,si credeva infatti che la villa venisse sfruttata,per nascondere carri armati. L’unica bomba che colpisce l’edificio esplode al centro del salone barocco,devastandolo insieme a gran parte del nucleo antico. Come premessa alle scelte degli interventi conservativi che si è deciso di eseguire, c’è la volontà di mantenere Villa Muggia testimone del progetto originario di Bottoni e degli eventi storici che si sono susseguiti: essa porta sulla sua pelle I segni degli anni trascorsi, del conflitto, dell’abbandono. Si è pensato di consolidare l’edificio in modo che possa essere visitabile e comprensibile nell’immediatezza dei percorsi e nella visione d’insieme del manufatto. Non abbiamo volute però trasformarla in un museo di sè stessa, relegandola al ruolo di oggetto: crediamo l’edificio meriti di rinascere, senza rinnegare il proprio passato ma trovando nuove funzionalità, nel complete rispetto della sua storia.




A questa premessa iniziale sono concatenati tutti gli interventi conservativi che si è scelto di attuare in vista di un progetto di riuso che vede Villa Muggia come testimone della storia: non come rudere ma come architettura, non da osservare ma da vivere. Il lavoro è stato organizzato secondo fasi successive, ognuna svolta con sopralluoghi, analisi e restituzione: rilievo fotografico, geometrico, materico, del degrado, terminando con il progetto di conservazione ed un ipotesi di riuso. Base del lavoro è stata l’attività di ricerca storica, in particolare presso l’ARchivio Bottoni, che ci ha fornito tutte le informazioni necessarie a comprendere pienamente l’edificio.




SPAZIO + ATTREZZATURA = ABITARE progetto per spazi per associazioni degli studenti e lo studio laboratorio di progettazione dell’architettura degli interni prof. Michele Ugolini 2010

Il tema progettauale del lavoro finale del laboratorio di interni è stato proposto dal Politecnico stresso: ci è stata richesta la progettazione di spazi da destinarsi alle associazioni studentesche che da tempo reclamavano degli spazi dove potersi riunire e ricevere gli studenti. Le necessità erano quelle di uno spazio utilizzabile soltanto per alcune ore settimanalmente e, visto il numero elevato delle associazioni non era pensabile la creazioni di sedi permanenti. Si è quindi configuarto come imperativo progettuale quello della flessibilità: dovevano essere creati spazi funzionali alle associazioni ma riconvertibili in postazioni per lo studio quando non utilizzate. L’elaborazione dei progetti è stata un’occasione per reinterpretare e ridisegnare, con semplici interventi, la percezione dello spazio prescelto. Nel nostro caso il progetto si inserisce nello spazio del sottoscala dell’edificio La Masa, situato nel campus di ingegneria in Bovisa. L’intervento fornisce una nuova percezione di questo spazio, considerato spesso “di risulta”, ma che possiede grandi potenzialità se pensato nei minimi dettagli così come segue questa logica anche nel riuso di nicchie murarie esistenti.

Altro punto di partenza per l’elaborazione del progetto era la semplicità più assoluta, l’uso di materiali poveri ed economici, visti non come limite ma come potenzialità: lo studio di numerosi progetti di allestimento ci ha permesso di comprendere il valore, le qualità estetiche e meccaniche dei materiali più semplici: l’intero allestimento è costruito con sistemi di profilati metallici, strutture in compensato e rivestimenti a pavimento adesivi. La definizione dello spazio ha visto nel colore un elemento chiave di progetto. Il colore interviene nel fenomeno di percezione dello spazio alterando non solo le misure ma anche le sensazioni del fruitore dello spazio e la matrice geometrica dello stesso così come le diverse pavimentazioni. Il progetto pone particolare attenzione alla suddivisione degli spazi-studio attraverso uno stretto controllo delle viste e dei livelli del suono, creando spazi adeguati alle diverse esigenze dei fruitori del luogo, da chi desidera studiare a chi necessita di riunirsi e discutere, ma anche per chi cerca momenti di relax. L’allestimento riprende ritmi, proporzioni e scansioni dello spazio circostante, inserendosi dialetticamente in esso, trasformandolo senza invaderlo, fondendosi con esso.

POLITECNICO DI MILANO, SEDE DI BOVISA, CAMPUS LA MASA






EXTRA


NEWTON STORE BERSAGLIERI 48 collaborazione al progetto di allestimento per il negozio di abbigliamento nel centro di Ferrara

Esperienza lavorativa nella collaborazione e realizzazione pratica del negozio di abbigliamento per il marchio Newton, che si prestava ad aprire il suo terzo punto vendita nel cuore di Ferrara. Concepito nella primavera-estate trascorsa racconta un nuovo progetto. In questo store convivono in perfetta armonia di gusto e pensiero, due spazi l’uomo e la donna di Newton, fondendosi con la passione per l’arte e la fotografia.

FERRARA, V. Bersaglieri del Po 48

Ho partecipato attivamente alla fase di progetto generale e d’arredo con l’architetto Paola Rossi e in particolare mi sono occupata della fase di allestimento dello spazio. Particolare attenzione è stata posta sulla scelta dei colori e dei materiali di rivestimento cercando di creare uno stile che potesse rispecchiare il brand giovane del negozio che ha cercato di portare una ventata di novità nel panorama ferrarese.







NEWTON STORE ONLINE https://www.newtonstore.it lavoro di post-produzione grafica di shooting per il completamento dell’e-commerce online

FERRARA, V. Bersaglieri del Po 48





MASSIMO PICA PASTICCERIE responsabile della fotografia, video editor e grafica

Esperienza lavorativa che mi ha vista attiva su più fronti e mi ha permesso di capire la realtà dietro al mondo della pasticceria. Ho alternato periodi di lavoro dietro all’obbiettivo e dietro al computer con periodi di lavoro pratico come pasticcera all’interno del laboratorio. Questa conoscenza a tutto tondo dei prodotti e dei meccanismi di lavoro delle materie prime mi ha permesso di essere più consapevole al momento di scatti o registrazioni.

MILANO,LABORATORIO MASSIMO PICA, VIA FORTEZZA 13

Ho partecipato attivamente sia alle fasi artigianali di creazione dei prodotti finiti, che nelle fasi di creazioni della nuova immagine del brand (scelta di loghi, packaging, etichette, banner, scatti fotografici per il catalogo di prossima uscita), arricchendomi di una sensibilità verso il bello nel food design e verso il rispetto delle materie prime che difficilmente avrei imparato senza toccare con mano i prodotti.





VIENNOISERIE Video progetto sulla serie dei prodotti di Viennoiserie del pasticcere Massimo Pica, registrato e montato nel 2017v

https://www.youtube.com/ watch?v=c8PYXRUyuFw

MILANO,LABORATORIO MASSIMO PICA, VIA FORTEZZA 13





T H A N K

Y O U


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