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portfolio chiara marina zanni

2018



chiara marina zanni chiaramarina.zanni@gmail.com +39 320 0552039

viale gran sasso 25, milano 15/04/1990 P. IVA 09810260969 ordine degli architetti di milano n° 19801


about chiara marina zanni

architetto e interior designer laureata in architettura al politecnico di milano, tesi di laurea in architettura degli interni e allestimento 15/04/1990 viale gran sasso 25, milano via san giorgio 63, toscolano maderno, bs chiaramarina.zanni@gmail.com +39 320 0552039

istruzione 2016

abilitazione alla professione di architetto

2012-15

laurea magistrale in architettura - progettazione architettonica, 108/110

2009-12 2004-09 2007-08

esame di stato sostenuto presso il Politecnico di Milano iscrizione all’ordine degli architetti della provincia di Milano. Politecnico di Milano, Scuola di Architettura Civile tesi in architettura degli interni e allestimento “Silk Factory, progetto per un centro sperimentale per la seta sul lago del Segrino”, relatore Prof. Roberto Rizzi

laurea in scienze dell’architettura, 109/110

Politecnico di Milano, Scuola di Architettura Civile tesi di laurea “Consapevolezza progettuale, le declinazioni della preesistenza”

diploma di maturità scientifica, 78/100

Liceo Scientifico Enrico Fermi, Salò, BS

high school diploma, honor roll

Newport High School, Newport, Oregon, USA anno accademico frequentato in qualità di exchange student


esperienze professionali e formative 07/16-pres. architetto - interior designer presso Mirabello Architettura, Milano progettazione architettonica e degli interni in particolare in ambito residenziale di lusso, progettazione esecutiva degli interni e degli elementi di arredo su misura, elaborazione di presentazioni per i clienti, gestione delle forniture di finiture e arredi. 02-07/16 architetto BIM presso spazio 3 architettura per Jacobs Engineering Int. progettazione esecutiva e modellazione BIM, in particolare mi sono occupata della progettazione e della redazione degli elaborati esecutivi per le nuove sedi di Amazon Italia, a Roma e Vercelli.

assistente alla didattica, lab. di architettura degli interni e allestimento

2015-18

corso di laurea magistrale in architettura, 4°-5° anno presso il Politecnico di Milano con il prof. Roberto Rizzi. Assistenza alla didattica, revisioni agli studenti, supporto alla redazione di elaborati di tesi di laurea magistrale.

2014-15

tirocinio presso Studio aMDL , Architetto Michele de Lucchi

2013

2013

inserimento in un team di progetto, con cui ho collaborato alla progettazione, redazione di elaborati grafici e presentazioni, in particolare mi sono occupata del Padiglione Unicredit costruito in piazza Gae Aulenti a Milano e del suo allestimento interno.

corso di formazione “Responsive Morphologies”

Politecnico di Milano, dipartimento di design, laboratorio di physical computing gestione di stimoli ambientali come parametri per la progettazione di morfologie complesse di architetture responsive, uso di Arduino per il physical computing e Grasshopper per la modellazione algoritmica.

workshop “Design on the edge of the desert along the Silk Road”

Università di Teheran, Iran con Politecnico di Milano progettazione degli interni e degli spazi aperti, conservazione del costruito storico, sviluppo di un progetto di recupero per il villaggio di Deh Namak in Iran.

6/12-9/12 tirocinio formativo presso il dipartimento di progettazione architettoni-

ca del Politecnico di Milano

esperienza svolta in ambito di resturo e conservazione, in particolare diagnostica delle strutture lignee con il prof. Francesco Augelli

4/09-4/14 PR/Press desk Ventura Lambrate (design week) collaborazione durante il periodo del salone del mobile, esperienza in particolare in ufficio stampa / Press Desk


skills architettura

progettazione di interni progettazione architettonica allestimento progettazione di prodotti di arredo redazione pratiche edilizie comunali e catastali

software

progettazione degli spazi aperti grafica e illustrazione editoria e impaginazione grafica fotografia architettonica

sistemi operativi

photo/video editing

Mac OS Windows

adobe lightroom adobe camera raw adobe after effects

CAD 2D e 3D

graphics

autodesk autocad autodesk revit sketchup rhinoceros

+++++ ++++ +++++ +++

adobe photoshop adobe illustrator adobe indesign

lingue straniere

inglese

TOEIC, punteggio 985/990, C1 ottima comprensione e produzione sia scritta che orale ottima capacitĂ di interagire in ambiente internazionale esperienza di studio negli USA di 10 mesi nel 2007

model making

modelli di dettaglio e di interni modelli a scala urbana taglio laser e preparazione file utilizzo plotter da taglio e preparazione file utilizzo frese e trafori per legno

cartone e cartoncini plexiglass e perspex cemento legno e impiallacciature

++++ +++ ++++

+++++ +++ +++++


works and projects mirabello architettura

appartamento a Roma

progettazione degli interni

Villa in Lichtenstein

progettazione architettonica e degli interni

Appartamento a Mosca, Russia

progettazione degli interni, stile classico

Horse Club ad Abu Dhabi refurbishment concept

Suning Golf Club, Nanjing, Cina interiro design concept

Piccolo hotel sul Mar Nero Russia

progettazione architettonica ed esecutiva

master thesis

silk factory, progetto per un centro sperimentale per la seta a Canzo

tesi di laurea magistrale, architettura degli interni e allestimento, prof. Roberto Rizzi

school

dot your t’s, progetto per una biblioteca per i giovani, CAM e CAG al parco trotter a milano

laboratorio di architettura degli interni 1, prof. Roberto Rizzi

extra

unicredit pavillion - aMDL

esperienza di tirocinio presso architetto Michele de Lucchi

design on the edge of the desert along the silk road workshop presso universitĂ di teheran


appartamento a roma mirabello architettura, cliente privato

ristrutturazione, interior design

dettaglio boiserie

dettaglio pavimento


camera da letto padronale e bagno


villa in lichtenstein mirabello architettura, cliente privato

progettazione archtettonica e interior design

pianta piano 0


living

master bedroom


appartamento a mosca mirabello architettura, cliente privato

interior design

planimetria generale


boiserie

dettagli pavimenti

master bedroom


horse club, abu dhabi

mirabello architettura, per luxury living engineering Abu Dhabi, 2017, refurbishment concept

planimetria generale


main hall

entrance


Suning golf club

mirabello architettura, per luxury living engineering

Nanjing, Cina, 2018, interior design concept

planimetria generale



piccolo hotel sul mar nero mirabello architettura, cliente privato progettazione architettonica, esecutiva e degli impianti

piano 2

piano 1

piano 0



silk factory

progetto per un centro sperimentale per la seta a Canzo

tesi di laurea magistrale, relatore prof. Roberto Rizzi

“Fare prodotto”, oggi, significa guardare avanti, non fermarsi, cercare il bello e il nuovo oltre il consueto, testare nuove tecnologie e lanciarsi in ardue imprese, superare i confini scoprendo nuovi modi di interpretare le materie prime. Inventare nuovi prodotti che siano al passo con i tempi, col nostro diverso modo di vivere, vestirci, comunicare, che distillino il passato, ma che siano oltremodo intrisi di contemporaneità, specchio del mondo e di una nuova generazione, la nostra perché lo spazio ai giovani, è uno spazio non sprecato ma investito sono le basi e le convinzioni del progetto Silk Factory. Esso indirizza questa filosofia sul prodotto serico, per rispondere alle esigenze di un luogo, il triangolo lariano, che silenziosamente chiede aiuto per non perdere la sua tradizione e identità e rimanere uno dei

pilastri del Made in Italy nel mondo. Silk Factory prende forma nel cuore del distretto serico comasco, a Canzo Asso, in una posizione privilegiata e di grande prestigio, ovvero in prossimità del lago del Segrino. In questo luogo sorge, ormai abbandonata da anni la fabbrica per l’imbottigliamento dell’acqua Gajum, un edificio industriale con alto potenziale di riutilizzo per via di una struttura ritmicamente definita, di un grande lotto disponibile e di una posizione privilegiata. Questo volume preesistente dunque, nella sua forma e nel suo stretto legame con il territorio, si è mostrato idoneo ad “ospitare” l’idea progettuale di Silk Factory, un tentativo di portare novità e innovazione senza dimenticare la tradizione e che quindi, sfruttando quest’opportunità di riconversione e riutilizzo, può vedere

la sua filosofia prendere forma anche nel campo concreto. Silk Factory vuole essere un centro di ricerca sperimentale sull’impiego della seta in diversi campi di utilizzo, ma anche, e soprattutto un luogo di incontro tra giovani talenti che aspirano a far prendere vita ai propri progetti serici e il mondo dell’industria che cerca nuovi spunti e idee per risollevarsi dalla crisi economica moderna. Nel concreto si è scelto di non andare a stravolgere l’edificio, ma di mantenerne il più leggibile possibile la scansione ritmica in campate e la continuità spaziale, intervenendo in maniera decisa invece sul corpo del fronte strada, sul piano interrato e sullo spazio esterno. Le due scelte principali che caratterizzano il progetto portandolo verso la direzione appena citata, sono prin-




cipalmente quella di strutturare lo spazio interno lungo un asse di percorrenza longitudinale, espressione del ciclo produttivo e lavorativo della seta, accompagnata da quella di definire aree di lavoro specifiche, caratterizzate da fulcri fissi e riconoscibili e dall’uso di volumi di diversi materiali che con la loro presenza, fluttuante nello spazio ma allo stesso tempo molto materica e l’assenza

quasi totale di muri divisori, lasciano percepibile la continuità spaziale interna,la ritmicità delle campate e i settori specifici in cui è suddiviso l’edificio. Inoltre grande importanza nella fase progettuale si è data al tema della natura presente sia nella destinazione d’uso, ovvero nel trattare un materiale di derivazione naturale, sia nella scelta dei materiali costruttivi e

della loro applicazione. Questi, principalmente cemento, vetro, acciaio e legno, vanno a contrapporsi alla natura reale con il loro carattere apertamente artificiale, definendo quindi uno scontro con la natura, ma allo stesso tempo ne creano una simulazione, con particolari espedienti architettonici.














dot your t’s

progetto per una biblioteca di settore dedicata ai giovani, cam e cag al parco trotter a milano laboratorio di architettura degli interni 1, 2013, proff. Roberto Rizzi e Luisa Gatti

L’area di progetto assegnata si trova a Milano, all’interno del Parco Trotter, in particolare gli edifici preesistenti coinvolti sono quelli dell’ex-acquedotto, risalente al 1920 ma in disuso da numerosi anni, uno dei caselli di ingresso adiacente all’acquedotto e quello dell’ex padiglione feltre, facente parte del complesso di istituti scolastici presenti nel parco. Il tema funzionale del progetto, individuato tramite un’attenta analisi, mappatura e interazione con le organizzazioni presenti sul territorio, è quello di un centro per i giovani che si inserisca nel sistema comunale dei CAG, CAM e biblioteche rionali: include quindi una biblioteca con mediateca di settore indirizzata ai giovani, in particolare agli studenti delle scuole medie e superiori e un CAG (centro di aggregazione giovanile), oltre a un piccolo caffè letterario e numerosi spazi di relazione all’esterno. La particolare destinazione attuale del parco, che ospita al suo interno numerosi istituti scolastici e che durante l’orario scolastico viene chiuso al pubblico per diventare un luogo protetto di pertinenza e ad uso delle scuole, ha posto alcune questioni

progettuali: da una parte la necessità dell’edificio di relazionarsi ed essere fruibile dai ragazzi delle scuole del parco, dall’altra quella di essere accessibile anche agli esterni ed in particolare di poter essere utilizzata anche in orario serale (quando il parco è chiuso al pubblico) e di relazionarsi sia funzionalmente che spazialmente in egual misura con l’interno e l’esterno del parco ma secondo modalità differenti. La conformazione spaziale degli edifici preesistenti, oltre alla conformazione del terreno e delle diverse quote da esso create sono state insieme a quella funzionale e derivante dall’analisi di molti casi studio, le premesse principali del progetto. Si è quindi proceduto a creare un sistema di edifici, polarizzato dall’edificio della biblioteca e quello del cag relazionati tra loro da una piazza ribassata che grazie al disassamento dell’orientamento degli edifici e delle direttrici da essi individuate va ad assumerà una forma caratteristica che definisce i percorsi e si relaziona alla via adiacente tramite una progressiva dilatazione. I due sistemi di edifici vengono individuati e caratterizzati da due cubi

vetrati di nuova costruzione, posti uno tra il casello e l’acquedotto, l’altro all’interno della piazza realizzati interamente in vetro strutturale che evidenziano gli accessi alla biblioteca e al cag, diventando dei landmark all’interno del paesaggio urbano e caratterizzando il complesso del progetto e diventando lanterne luminose durante gli orari notturni. Gli ambienti interni sono stati definiti lavorando molto sui passaggi di quota, lavorando su diverse altezze, e sulle percorrenze dello spazio, attrezzando con passerelle, rampe, piattaforme gli spazi più alti, attrezzando le alte finestre preesistenti in modo da renderle luoghi per la lettura, rendendo gli spostamenti da un piano all’altro percorsi attrezzati, in particolare all’interno della biblioteca il passaggio dalla parte più alta ( alla quota del parco) a quella inferiore ( alla quota della piazza) è creato da una rampa in legno con aree di seduta individuate tra i diversi passi di percorrenza e attrezzato con contenitori per i libri, la sua conformazione quasi a gradinata permette di utilizzarla come spazio per gli spettatori per eventi particolari.









unicredit pavillion

tirocinio presso aMDL - architetto Michele De Lucchi

novembre 2014-febbraio 2015

Esperienza di tirocinio formativo svolta presso lo studio di architettura aMDL a Milano. Durante il mio periodo di permanenza presso lo studio sono stata inserita in un team di progetto guidato dall’architetto Nic Bewick che si stava occupando in particolare dell’ultimazione del pro-

getto per il padiglione Unicredit in piazza Gae Aulenti a Milano. Ho partecipato attivamente alla fase di progetto e redazione degli elaborati i in particolare mi sono occupata della progettazione dell’allestimento interno e della progettazione di un sistema di arredo fisso e mobile che

permettesse di allestire lo spazio del padiglione in diversi modi a seconda delle diverse esigenze: dalla mostra d’arte all’ assemblea degli azionisti unicredit, dalle sfilate di moda a concerti di musica a piccole conferenze.





design on the edge of the desert, along the silk road workshop presso università di teheran in Iran

17 agosto - 6 settembre 2013, proff. Michele Ugolini, Stefania Varvaro, Amanzio Farris, Hassan Osanloo, Yahia Islami, Elham Andaroudi

l workshop si è posto come un’esperienza concreta di approfondimento sul progetto di architettura in un contesto fortemente caratterizzato dalla presenza delle strutture abbandonate di un antico villaggio in terra cruda collocato lungo uno dei rami della via della seta. L’area di progetto, vicina alla cittadina di Garmsar, a 90 Km circa da Teheran, presenta un caravanserraglio (recentemente restaurato), una cisterna, una fortezza e un tessuto urbano ancora perfettamente leggibile. Case ad un solo piano (tranne qualche eccezione) costruite in terra, caratterizzate da una copertura a volta, che, per quanto danneggiate, costituiscono ancora il paesaggio architettonico di questo luogo ai margini del deserto lungo la strada per Mashad. Il sito con la sua storia, la sua articolata spazialità, gli edifici principali e quelli minori - attraverso la conoscenza diretta dei luoghi, rappresenta l’occasione per sviluppare un proget-

to d’architettura che, nel rinnovare le funzioni, riconnetta le relazioni tra spazio interno e sistema degli spazi aperti sino a ridare forma a luoghi disabitati da anni e a reinventarne la perduta trama urbana. Il rilievo, l’analisi delle strutture e dei materiali, il loro grado di conservazione, insieme ad un approccio analitico più complessivo, costituiscono le tappe fondanti di un percorso di conoscenza che, attraverso la modificazione fisica degli ambiti di progetto, arrivi a coniugare conservazione di se e nuove possibilità di vita legate al turismo culturale e al commercio. L’area oggetto del nostro intervento è situata sul margine ovest del villaggio e comprende l’edificio del caravanserraglio, della ghiacciaia e tutta l’area antistante il caravanserraglio. Si tratta quindi dell’area che si attraversa per prima arrivando a Dehnamak da Gamsar: il caravanserraglio è il primo elemento che si pone al visitatore e che individua l’inizio del

centro abitato. Dal primo momento la percezione della naturadel luogo è chiara, si individuano i due colori che ne caratterizzano il paesaggio, quello della terra e quello del cielo, nel loro rapporto accentuato dall’orizzontalità quasi completa del paesaggio, che si modella con piccoli ma incisivi cambi di quota, ben leggibili nello spazio circostante il caravanserraglio. Nel approcciarsi al progetto si è determinata la volontà di modificare il meno possibile lo stato attuale dei volumi e degli spazi, mantenendo quelle essenziali relazioni tra l’edificio e il paesaggio circostante che permettono ad esso di acquisire il suo ruolo cardine. SI è quindi cercato di indirizzare con interventi (poco invasivi) che individuassero assi privilegiati ed indirizzassero verso percorsi e coni visivi legati, in particolare al percorso del museo dell’acqua ed andando ad inserire un edificio dedicato all’ham-



mam. Quest’ultimo, con la volontà di lavorare senza apportare modifiche significative al paesaggio, è stato pensato ipogeo e percepibile all’esterno soltanto tramite piccoli volumi che individuano i lucernari e all’ingresso, al fine di lasciare libero lo spazio posto di fronte al caravanserraglio. Sono stati inoltre pensati, per meglio definire e precisare gli spazi urbani esterni all’edificio alcuni interventi di risistemazione degli spazi, grazie a movimenti di terra e rimodellazione di quest’ultima, volti a definire percorsi ed individu-

are ambiti e punti di vista, con segni di acqua e terra. L’edificio dell’hammam si presenta sotterraneo per due ragioni: la prima è la volontà di non stravolgere l’immagine originale del villaggio e le relazioni spaziali che lo caratterizzano, la seconda si lega alla natura dei quanat, anch’essi come le terme elementi scavati nelle profondità del terreno che si manifestano alla quota zero come degli elementi minimi, nascosti e celati: allo stesso modo funzionano i lucernari per portare la luce all’interno dell’edificio che si manifestano in modo appena per-

cettibile in superficie. L’ingresso è collocato in linea con i percorsi esistenti di avvicinamento e di collegamento tra i diversi punti di arrivo al villaggio dalla ferrovia e dall’autostrada, e si inserisce sfruttando gli andamenti naturali del terreno e dei suoi cambi di quota. Ancora una volta è centrale l’attenzione a i traguardi visivi e alle chiusure, assimilabili a delle quinte teatrali prodotte dalla terra stessa. Per quanto riguarda l’hammam la scelta di tale elemento funzionale è stata fatta per evidenziare e dare centralità al tema dell’acqua, inteso


come elemento fondamentale per la formazione della vita e di un centro abitato e vitale nel passato tanto quanto oggi. L’edificio si inserisce nel sistema del percorso dell’acqua, che raccoglie le testimonianze di quest’elemento che ha ruolo cardine e costituivo nel passato glorioso del villaggio, vissuto come rifugio” dalla caotica e inquinata città, questo equilibrio è stato messo in crisi dalla costruzione dell’autostrada, segno di modernità che però ha portato alla crisi del sistema delle acque e alla morte del villaggio. SI vuole quindi evidenz-

iare come, riportando nuovamente l’acqua al villaggio si porti ad esso nuova vita. L’intervento sul caravanserraglio si struttura secondo modalità differenti, anche se basate sulle stesse premesse, in quanto il confronto avviene con un edificio già definito nei suoi spazi ma che con il passare dle tempo ha perso il suo ruolo: esso al momento non ospita alcuna funzione e quella antica dell’ospitalità è andata perduta. Si è scelto di andare ad inserire nuove funzioni che lo portassero a diventare il centro pubblico del vil-

laggio: si collocano infatti qui tutti i servizi, vista anche la peculiare conformazione dell’edificio che lo individua come unico in grado di ospitarle. Si prevede quindi che l’edificio ospiti spazi espositivi, un’area ristoro con bar caffetteria e libreria, un punto informazioni di riferimento per il villaggio con uffici amministrativi, spazi per il commercio legato all’artigianato locale, sale conferenze, cucine e servizi igienici.






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