Sparlamento

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Pamphlet, documenti, storie REVERSE


Autori e amici di

chiarelettere Avventura Urbana Torino, Andrea Bajani, Gianni Barbacetto, Stefano Bartezzaghi, Oliviero Beha, Marco Belpoliti, Daniele Biacchessi, David Bidussa, Paolo Biondani, Caterina Bonvicini, Alessandra Bortolami, Giovanna Boursier, Carla Buzza, Olinda.


PRETESTO 1

“Perché non parlano degli scontri nei salotti buoni di Vespa? Io so tutto di Cogne. Non accade lo stesso per le vittime della strada…” Giordano Biserni, ex agente di polizia stradale, presidente dell’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale.


PRETESTO 2

f a pagina 158

“Se sto al bar qui di fronte a Montecitorio sono in grado di riconoscere un Fratello anche se non ci siamo mai visti prima. La mia segretaria, curiosissima, non riesce a capacitarsi.â€? Matteo BrigandĂŹ, massone in sonno, deputato della Lega Nord.


f a pagina 8

“Grande impresa di sedici parlamentari italiani, otto senatori e otto deputati. Erano al seguito del ministro degli Esteri Gianfranco Fini… a Kabul. Finita la sua missione, il capo della Farnesina è tornato all’aereo dell’aeronautica, ma dei sedici si erano perse le tracce. Fini era molto nervoso. Dopo quasi un’ora ha perso la pazienza e ha dato ordine al pilota di partire. Mentre chiudevano i portelloni è spuntata la carovana dei parlamentari che si sono presentati con pacchi di tappeti. La diessina Roberta Pinotti aveva anche un burqa, mentre il senatore siciliano Calogero Sodano trascinava un’enorme mandola. Fini, un po’ disgustato, si è chiuso nella cabina con i piloti.” Dall’agenda privata di un funzionario parlamentare.

f a pagina 41-43 “Siamo uomini di mondo e sappiamo che si fa un uso consistente di cocaina un po’ ovunque: volevamo avviare una sorta di viaggio tra le varie categorie. Capire quanti piloti prima di imbarcarsi in aereo risultassero positivi, quanti autisti di bus, insomma sarebbe pure nel nostro interesse di cittadini capire che stato di sanità e di efficienza abbia chi ci porta in giro in aereo o in bus. Ma anche chi va alla Camera o al Senato per prendere decisioni importanti. Ecco perché avevamo deciso di cominciare quel viaggio proprio dal Parlamento… Tanti servizi del genere avevamo fatto in passato… Nulla, nessuna censura. Invece, il Garante intervenne in difesa del Parlamento, con una solerzia e un’immediatezza che ha lasciato come minimo qualche dubbio sul fatto che la macchina si fosse messa in moto per proteggere i politici.” Dalla testimonianza di Davide Parenti, autore e ideatore del programma televisivo Le Iene.


Š Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo Editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: Via Guerrazzi, 9 - Milano ISBN

978-88-6190-024-0

Prima edizione: gennaio 2008 Seconda edizione: marzo 2008 www.chiarelettere.it BLOG / INTERVISTE / LIBRI IN USCITA


Carmelo Lopapa

Sparlamento Prefazione di Dario Fo e Franca Rame

chiarelettere


Carmelo Lopapa nasce a Palermo nel 1972. Laureato in Giurisprudenza, è giornalista del quotidiano «la Repubblica» dal 1997, dal 2006 cronista parlamentare a Roma. Sognava di fare il magistrato, forse l’avvocato, ma gli sono bastati un paio d’anni di pratica legale dopo la laurea in uno dei tanti tribunali caotici di questo paese per scappare a gambe levate. Scrivere, scrivere, che è meglio. Ha iniziato in un piccolo quotidiano locale siciliano, «Il Mediterraneo», a metà degli anni novanta, assieme a un manipolo di altri incoscienti sognatori. Poi «la Repubblica», tra i pionieri della redazione aperta dal quotidiano nell’isola, al fianco di Enzo D’Antona, maestro e «guru». Quindi il salto nella capitale. Prova a mantenere sui fatti della politica lo sguardo dell’ultimo arrivato, l’unico possibile per sorprendersi ancora di quello che di incredibile accade ogni giorno, in Parlamento e fuori. Nel 2006 gli viene assegnato il premio Maria Grazia Cutuli.


Sommario

Prefazione di Dario Fo e Franca Rame

xi

sparlamento Premessa

3

L’agenda

7

La politica alla deriva nelle memorie di un funzionario parlamentare

Il condominio

21

Il Parlamento degli affari e delle risse, delle droghe, dei festini e delle starlette

Tutto in famiglia

57

La politica delle mogli, dei figli e dei parenti

Teodem, teocon e teofurbi

103

La fede come pretesto e i monsignori in Parlamento

Fratelli di loggia e di Camere

141

Il ritorno della massoneria. Il racconto dei Gran maestri e le testimonianze dei parlamentari

Trasformismi Quando nel cambio si guadagna. Le crisi di coscienza e i tradimenti di partito

173


La fantasia al potere

207

Bunjee jumping, Festival del maccherone e cure termali. Le prioritĂ in Parlamento

Ringraziamenti

217


Prefazione di Dario Fo e Franca Rame

Ilarità, gestacci, i cappi al collo, i cartelloni in aula, le ingiurie, «assassino!», il dito medio alzato, l’occupazione dei banchi del governo, «fuori dalle balle!». Le botte. Perfino le botte. Il Parlamento, luogo supremo della vita civile di un paese, è ormai poco più di una bisca. Fatto di vizi e di capricci, di senatori che pretendono il gelato alla buvette e di quelli che vorrebbero raggiungere impuniti lo studio tv su un’ambulanza pur di aggirare il traffico. E i furbi. Quelli che di nascosto pigiano il pulsante al posto degli assenti. Quelli che incassano la diaria (258,23 euro) pur disertando l’aula. Su questi argomenti Carmelo Lopapa di «Repubblica» ha scritto un libro. È un documento che affonda col passo dell’insider nella politica e nel parlamentarismo bizantino dei nostri tempi, fa comprendere come ci siamo ormai assuefatti a storie di ordinario trasformismo, di associazioni diventate partito, di impicci con i servizi segreti. Parenti, tanti, troppi parenti, approdati alle Camere grazie a quel potere di investitura finito in mano ai mariti, ai fratelli, ai genitori, insomma ai congiunti segretari o dirigenti. È l’eredità del «porcellum», un sistema elettorale bislacco voluto dall’ex ministro Roberto Calderoli e ora criticato


XII

Sparlamento

pure da lui. Non c’è mai limite all’immaginazione. Prima di tutto viene il partito, e chissenefrega della democrazia. La politica che esce dal Palazzo è una crociata contro lo stato laico, con l’orecchio attento a ogni sussurro da Oltretevere e la mano sempre lesta a firmare disegni di legge e interrogazioni parlamentari per scomunicare le coppie di fatto. In testa, la nutrita schiera di coloro che da separati o divorziati – per beffa della sorte numerosi nella destra conservatrice più che nella sinistra laica – giurano di voler difendere il valore della famiglia, avendone almeno un paio a carico. È il partito dei cattolici o degli agnostici interessati al destino e alla difesa della chiesa. Dentro il condominio del Parlamento non ci sono solo costi e sprechi, che pure non bisognerà mai stancarsi di denunciare come noi da tempo facciamo. C’è tanfo di muffa, un senso di decadenza diffuso che ormai pervade ogni aspetto della vita pubblica italiana. Fuori, tra la gente, si percepisce insofferenza, un clima di sfiducia profonda che rischia di trasformarsi in odio, avversione. Sentimenti pericolosissimi in democrazia. Forse, molto più semplicemente, stiamo assistendo alla fine della Seconda Repubblica. Questa volta magari non per via giudiziaria, sebbene rischi di essere altrettanto traumatica. Dietro le tante piccole miserie della politica, dietro il rimpicciolimento del dibattito, dietro lo scadimento morale, c’è molto, forse tanto della pochezza di alcuni protagonisti. Senza distinzione di colore politico. Come, in fondo, senza distinzione di colore politico è la congrega, anche questa volta ben rappresentata nelle aule parlamentari, dei condannati, degli inquisiti, dei macchiati. Tutto sembra pronto a cambiare. Forse perché nulla cambi. Tutto a ogni modo lascia presagire che continueranno a spuntarla quel-


Prefazione

XIII

li che incassano l’indennità e poi pagano in nero i portaborse, quelli che passano da una sigla all’altra a caccia di finanziamenti. Così, si finisce con l’imbattersi anche in fenomeni che pensavamo superati e che invece tornano più forti che mai. I corsi e ricorsi della storia, verrebbe da dire. L’eterno ritorno della massoneria. I Gran maestri delle logge che raccontano quel che tutti sospettavamo, che in parte le inchieste giudiziarie del 2007 hanno rivelato: la voglia matta dei nostri parlamentari e dei politici in generale di tornare sotto l’ala protettiva delle logge. Il boom delle iscrizioni. Dovevamo leggere anche di questo. È l’Italia della politica alla deriva, è l’Italia dei sotterfugi e dei finti misteri, degli interessi e dei condizionamenti. È l’Italia di un lento e forse inesorabile declino. Questo libro è una radiografia della nostra classe politica, osservata giorno dopo giorno da un giornalista che lavora nel Palazzo. È il racconto del backstage di Camera e Senato, sorprendente e avvilente allo stesso tempo, documento del degrado in cui è precipitata la democrazia rappresentativa in Italia. Una galleria di fatti e fenomeni, spesso sconosciuti, sfuggiti in modo più o meno complice alle cronache politiche. Piccolezze, misere ambizioni che risultano determinanti negli equilibri di potere, casi di arrivismo personale e perfino speculativo. E le testimonianze, le decine di «confessioni» – verrebbe voglia di dire – dei diretti interessati, dei protagonisti, dei «famigli» e dei trasformisti, di chi è a caccia di affari e di chi utilizza la fede per il potere, sono destinate a lasciare di stucco. È quasi la sceneggiatura di una politica che si fa show. Ma è uno spettacolo di quart’ordine. E non è affatto un bel vedere.


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