Š 2016 Chiarelettere editore srl
Pamphlet, documenti, storie REVERSE
Š 2016 Chiarelettere editore srl
Š Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: via Guerrazzi 9, 20145 Milano isbn
978-88-6190-742-3
Prima edizione: giugno 2016 www.chiarelettere.it / interviste / libri in uscita
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Adriano Monti
Nome in codice Siegfried con Alessandro Zardetto
chiarelettere
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Sommario
n ome i n codi ce s i eg f r ie d Giù la maschera
3
La scoperta della Rete Gehlen 7
Nelle SS internazionali
13
In guerra a quindici anni 13 – Il mio 25 aprile 17 – La cattura 24 – Nelle mani degli americani 29
Operazione Odessa
33
Uno strano incontro 33 – Un piano per salvare i nazisti 37 – Padre Theodor e il coinvolgimento del Vaticano 39
La Rete Gehlen
45
La collaborazione segreta Usa-Germania 45 – L’uomo di Milano 48 – Il conte Jacques Guiglia 54 – I primi passi di un agente segreto 56 – L’amico di Borghese 60
La Chiesa del silenzio
67
L’evangelizzazione dell’Urss 67 – «Conosco quella voce» 71
Sul fronte mediorientale Otto Skorzeny: l’asso del Terzo Reich 75 – Nella terra dei faraoni 78 – La Guerra dei sei giorni 85 – 1968, annus horribilis 92 – L’infiltrato 97 – Mercanti di armi 100
75
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Il golpe Borghese
105
La proposta 105 – Arginare la marea rossa 107 – L’incontro con Borghese 111 – L’okay degli Stati Uniti 115 – Kissinger e i preparativi del golpe 119 – Il coinvolgimento dell’onorevole Pacciardi e le richieste degli Usa 124 – L’approvazione del Vaticano e il nome di Giulio Andreotti 127 – L’opposizione del Mossad 128 – La Dc come garante 134 – L’incognita della Polizia 139 – Il capitano Labruna 143 – I volontari di Avanguardia nazionale e Ordine nuovo 145 – «Saragat scioglierà le Camere con le buone o con le cattive» 147 – Roma: un crocevia di spie 149 – «Tora Tora»: l’ora X 153 – Qualcosa è andato storto 156
Nuova missione: Libano
161
Edgardo Sogno: il partigiano che non ti aspetti 161 – Al fianco dei maroniti 165 – L’incontro con Gemayel 168 – La copertura del l’Onu 171 – Cresce la tensione 174 – La guerra del Kippur e la morte di Guiglia 176 – A caccia di fantasmi 179
Nelle patrie galere
181
L’antifascista Pacciardi e il nuovo Piano Solo 181 – Il giorno del mio arresto 185 – Sotto torchio 188 – L’ordine di uccidermi 192 – Il tradimento di Labruna 195 – Verso l’esilio 197
Il ritorno di Siegfried
201
Sulle tracce dei fondi per l’Olp 201 – Il coinvolgimento dell’Eni 204 – L’agguato 208 – Kélibia 212 – La proposta di Omar Ben Ali 216 – Ancora in fuga 219 – Alfred Pourri 223
Nel continente nero
229
Nuova missione: Swaziland 229 – Nelle mani dei guerriglieri 232 – Orrore in Mozambico 236 – Christopher, l’amico portoghese 238 – Quegli strani cooperanti 241 – Cattolici filomarxisti 245 – Russi e cinesi in Congo 247 – La first lady Antoinette 249
L’inferno a due passi da casa In treno verso Zagabria 253 – L’insediamento nella capitale 259 – La linea del fuoco 262 – Cadaveri senza occhi 265 – Nei luoghi delle epurazioni 269
253
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Uno scacchiere troppo grande
273
In udienza privata con papa Wojtyla 273 – L’estremismo dilaga 276 – Di nuovo in Medio Oriente 279 – A Gaza con Abu Omar 281 – Una strana morte 284 – Il professor Koll 286 – La lettera di Abu Omar 289 – L’avvenente svedese di Qumran 291 – Un ponte nel deserto 294 – Vecchie conoscenze 298 – Miriam 300 – A scuola di Jihad 303 – Jarrah, l’armeno del bazar 305 – «Tua figlia è arrivata in aeroporto» 311 – La fuga 316
Cala il sipario
319
Districarsi dalla Rete 319 – L’ultimo incarico 321 – Fine dei giochi 324
Ringraziamenti 327
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nome in codice siegfried
Ai miei nipoti: Matteo, Sofia e Alessandro, in ordine di etĂ ma con uguale affetto da parte del nonno. A.M. A Dominga e ad Alberto, che nasceva insieme con questo libro. A.Z.
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Giù la maschera
Rieti. Maggio 2005. Il telefono nel salotto sembra impazzito, ha iniziato a squillare quando ero nella vasca da bagno e continua a farlo mentre mi passo il pennello con la schiuma da barba sulle guance. Chiunque sia a quest’ora deve avere una gran fretta di parlarmi. Aspetterà. Vado avanti a radermi con calma. La mia immagine riflessa mi restituisce uno sguardo vivo, i miei occhi verdi hanno la stessa intensità di quando ero ragazzo. È tutto ciò che sta intorno che è cambiato: a settantacinque anni la vita comincia ad assumere sfumature contrastanti. Il trillo torna a distogliermi dai pensieri. Guardo l’orologio che porto al polso, le otto in punto: se sono ancora quelli delle compagnie telefoniche con le loro dannatissime offerte questa volta mi sentono. Per sbrigarmi mi taglio in due punti. Entro in salotto nel momento esatto in cui l’apparecchio ricomincia a squillare. Alzo la cornetta: «Pronto?». Dall’altra parte qualcuno si schiarisce la voce: «Sì, pronto, dottor Monti?».
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Nome in codice Siegfried
«Sono io. Chi parla?» È una donna dal marcato accento dell’Est Europa. «Salve dottore, sono Olga, la figlia di Katia.» Resto in silenzio per alcuni secondi cercando di fare mente locale. «Katia, la signora delle pulizie…» L’interlocutrice deve aver intuito la mia perplessità. D’improvviso mi torna in mente quel faccione simpatico dalle gote incandescenti. «Buongiorno Olga, non l’avevo riconosciuta, mi perdoni. Immagino avesse bisogno di mia moglie, ma è uscita di casa pres…» «No no, cercavo lei, dottor Monti» mi interrompe. Il suo tono non mi piace. Una strana sensazione, un vecchio presentimento, mi si risveglia dentro. Sto volando con la fantasia? La donna mi avrà chiamato per prenotare una visita medica, sarà stata Katia a darle il numero. «Mi dica, Olga, come posso aiutarla?» Adesso è lei a restare in silenzio, all’altro capo della linea sento il suo respiro pesante. «Ecco, dottor Monti, prima al bar parlavano di lei… del suo nome sul giornale. Io ho visto la pagina, c’erano alcune foto ma non ho capito bene… con mia madre ci siamo preoccupate e quindi…» Aspetto che finisca la frase, ma di nuovo fra noi cala un silenzio imbarazzato. Quelle parole mi hanno fatto gelare il sangue nelle vene. «C’è scritto qualcosa di strano, ho letto il suo nome e ho detto: “Ma io questo lo conosco” e allora volevo sapere se…» riprende concitata.
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Giù la maschera
5
«Grazie Olga, a presto.» «Ma io volevo…» Chiudo la telefonata senza lasciarle finire la frase. Mi guardo attorno e per un attimo mi pare di non capire più nulla, né dove sono né il significato della nostra conversazione. Mi scoppia la testa e mille pensieri si affollano senza tregua. Olga non potrebbe essersi sbagliata? Magari si tratta di un caso di omonimia. Cosa potrebbe mai esserci scritto in quell’articolo? Me lo sto domandando per l’ennesima volta quando il cellulare che ho in tasca comincia a vibrare: di nuovo quel senso di spaesamento. Lo prendo e guardo la successione di cifre sul display. Nessun nome. Strano, questo è il mio telefono privato, il numero ce l’hanno soltanto gli amici più stretti. Rispondo con un nodo alla gola: «Pronto?». È la voce di un uomo: «Sì, pronto, parlo con il signor Adriano Monti?». Interrompo la chiamata senza dargli il tempo di proseguire. La situazione mi sta sfuggendo di mano, è una sensazione che credevo di aver dimenticato. Ormai da qualche anno mi sono abituato a una vita tranquilla e certe emozioni ho deciso di buttarmele alle spalle per sempre. Non ho più l’età né la forza per farcela. Il telefonino ricomincia a vibrare, sto per rifiutare la chiamata ma stavolta a cercarmi è Davide, un mio collega di Roma, potrebbe trattarsi di un’urgenza di lavoro. «Buongiorno Adriano, scusa il disturbo.» Capisco già tutto dal tono della sua voce.