I potenti al tempo di Renzi

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Š 2015 Chiarelettere editore srl

Pamphlet, documenti, storie REVERSE


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Š Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo Editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: Via Guerrazzi, 9 - Milano ISBN

978-88-6190-712-6

Prima edizione: aprile 2015 www.chiarelettere.it blog / interviste / libri in uscita


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Luigi Bisignani Paolo Madron

I potenti al tempo di Renzi

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Luigi Bisignani, nato a Milano nel 1953, è sposato con quattro figli. Ha trascorso in Argentina i primi dieci anni di vita essendo il padre a capo della Pirelli in Sudamerica. Mentre si laureava in Economia e commercio a Roma, ha iniziato la sua attività di giornalista nel quotidiano «Mezzogiorno d’Abruzzo» per poi passare all’Ansa, dove si è occupato di terrorismo, servizi segreti, massoneria e Vaticano. Ha collaborato con i settimanali «Panorama», «l’Espresso» e «Tempo illustrato» e ha pubblicato con Rusconi due spy-story: nel 1988 Il sigillo della porpora e nel 1992 Nostra signora del Kgb, due bestseller che gli sono valsi sul «Corriere della Sera» la definizione di Ken Follett italiano. Durante la Prima repubblica è stato anche, in fasi successive, capo ufficio stampa dei ministeri del Tesoro, dei Lavori pubblici e del Commercio con l’estero. Nel 1991 ha lasciato l’attività giornalistica per passare al gruppo Ferruzzi, dove si è occupato di affari istituzionali e editoria ricoprendo anche l’incarico di consigliere di amministrazione dell’agenzia Ansa e della Fieg (Federazione italiana editori giornali). Ha lavorato per molti anni nel gruppo tipografico Farina, e attualmente ha una società di consulenza. Protagonista di alcune tra le più clamorose inchieste giudiziarie degli ultimi anni, il suo nome è risultato negli elenchi della P2, ma lui ha sempre smentito l’appartenenza alla massoneria. Per Chiarelettere ha pubblicato nel 2013 L’uomo che sussurra ai potenti (con Paolo Madron), ora in edizione tascabile, e nel 2014 Il direttore. Paolo Madron, nato a Vicenza nel 1956, attualmente direttore del quotidiano online Lettera43.it, ha cominciato la sua carriera al settimanale «Milano Finanza», di cui è stato corrispondente da New York. Dal 1994 al 2004 è stato al settimanale «Panorama», prima come inviato poi come vicedirettore. Nel 2008 ha lasciato la Mondadori per approdare a «Il Sole 24 Ore» come inviato, fino al marzo del 2010. È stato editorialista de «Il Foglio» e «Il Giornale». È autore di numerose pubblicazioni, tra cui L’analisi del film (Pratiche editrice 1984), le biografie di Silvio Berlusconi (Le gesta del Cavaliere, Sperling&Kupfer 1994) e Cesare Romiti (Date a Cesare, Longanesi 1998). Con quest’ultimo ha scritto Storia segreta del capitalismo italiano (Longanesi 2012). Nel 2004, sempre per Longanesi, ha pubblicato Il lato debole dei poteri forti, un saggio sul capitalismo italiano dopo l’uscita di scena di Enrico Cuccia. Al lavoro di giornalista Madron affianca all’estero un’intensa attività di librettista d’opera su musiche del compositore Pierangelo Valtinoni. I suoi testi sono stati cantati nei teatri lirici di Berlino, Amburgo, Dresda, Lipsia, Mosca, Umeå, Braga e Torino. Per Chiarelettere ha pubblicato nel 2013 L’uomo che sussurra ai potenti (con Luigi Bisignani), ora in edizione tascabile.


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Sommario

i pote n ti a l t emp o di re n z i Anticipazione 3 Palazzo del Quirinale

7

Palazzo Chigi e Palazzo Grazioli

57

Palazzo del Vaticano

97

Palazzo (di via) Bellerio

131

Palazzi dei boiardi

161

Palazzi nel mondo

203

Ringraziamenti 243


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Anticipazione

Scusa Luigi, ma da uno a cento quanto piace Palazzo Chigi a Matteo Renzi? Direi mille. Gode da impazzire a essere lì e ormai ne apprezza anche tutte le diavolerie. Diavolerie? Dimmene una. L’immancabile kevlar quando esce. Una nuova automobile corazzata? No, la coperta antiproiettile, realizzata in una fibra sintetica cinque volte più resistente dell’acciaio, che la guardia del corpo porta sempre con sé in una valigetta per avvolgergliela intorno in caso di attentato. L’importante è che non se la scordi in macchina quando va alla direzione del Pd. Ma uno non conquista Palazzo Chigi per divertirsi con simili giocattolini. Abbiamo visto che cosa ama davvero fare Renzi. Quel che ha sempre fatto: piazzare i suoi uomini, distruggere quelli che ritiene suoi avversari e tarpare le ali agli amici che emergono troppo e potrebbero rischiare di fargli ombra.


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I potenti al tempo di Renzi

Si chiama potere. Se ricordi – la materia appassiona – io e te due anni fa ci abbiamo scritto un libro. Adesso diranno che abbiamo scritto il seguito per battere il ferro finché è caldo. Caldo lo è, ma è un altro ferro. Quando nel maggio del 2013 è uscito L’uomo che sussurra ai potenti (Chiarelettere), Renzi era ancora sindaco di Firenze e le primarie che lo avrebbero portato a diventare segretario del Pd erano ancora lontane. Se è per questo anche Bergoglio era diventato papa da appena due mesi. E Matteo Salvini, il segretario della Lega che ora spopola su tv e giornali, non lo avevamo mai menzionato. L’unico sempre rimasto in scena è Berlusconi. I cui già seri problemi, nonostante la recente assoluzione della Cassazione, continuano a complicarsi. Insomma, in nemmeno due anni, la scena italiana, per non parlare di quella internazionale, con l’Isis alle porte, è completamente cambiata. Eppure in così poco tempo ne sono successe di cose. Quindi ci sono un sacco di intriganti retroscena da raccontare. Per esempio, la ricostruzione minuziosa e spiazzante delle trame che hanno portato Sergio Mattarella al Colle. O i gustosi dietro le quinte sul cerchio magico di Berlusconi, racchiuso tra Arcore e Palazzo Grazioli. Dove la «Scugnizza», come la chiama il capo, l’ha fatta da padrona insieme alla solita «Badante». I cerchi magici li trovi ovunque, quando si respira l’aria del potere. Anche attorno a Salvini, la nuova star del centrodestra che si barcamena tra il Cremlino, le casse vuote del partito e i locali gay.


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Guarda caso, comunque la giri, è sempre sul pruriginoso che si va a finire. Anche in Vaticano, dove oramai il sesso è diventato una perenne ossessione. Tornerei a Renzi. Che il potere gli piaccia da matti è indubbio. Che sia un innovatore, magari spesso più nelle parole che nei fatti, altrettanto. Innovatore di sicuro. Ora, per esempio, si sta battendo per avere sempre la connessione internet sui voli di Stato, in modo da twittare come Obama. Be’, mi pare un’esigenza sacrosanta. Lui è il primo presidente del Consiglio della storia repubblicana interamente 2.0. Il problema è se e quanto durerà. Tu che ne pensi? Che avremo a che fare con lui per molto tempo, non foss’altro che per la desolante mancanza di alternative. Tu invece? Se si ispirerà finalmente a Giorgio La Pira, illuminato sindaco della sua città degli anni Cinquanta e Sessanta, se baderà anche agli altri e non solo a se stesso, durerà molto a lungo. Altrimenti soccomberà. Ma lui si sente ormai come il Napoleone rignanese del «Prima ti butti e poi si vede». Scusa Paolo, ma l’altro Matteo, Salvini, come si trova a capo della Lega «celodurista» di Bossi? Alle prese con Flavio Tosi, circondato da gay, con tantissimi guai per i debiti del partito, che forse spera di risolvere a Mosca. A proposito di «omo», in Vaticano papa Bergoglio come se la passa? Vive asserragliato nel suo bilocale a Santa Marta, che sembra la stanza di un motel, mentre la curia e molti cardinali,


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I potenti al tempo di Renzi

soprattutto africani e statunitensi, sono in rivolta a causa di questa sua ossessione per il sesso e i diritti civili. Visto che parliamo di sesso... L’«appassionato della materia» per eccellenza, il nostro (ex) Cavaliere, è ancora alle prese con il bunga bunga e la rivolta delle Olgettine che minacciano di parlare? Neanche più quello gli è rimasto, il cerchio magico l’ha ridotto a essere un uomo triste e sempre più fragile. Il suo partito è dilaniato da più tribù di quante ce ne siano in Libia. Poi, da quando è arrivato Renzi, le sue extrasistoli, per il tradimento del Quirinale, sono impazzite. Per il Quirinale? Mi spiace dirlo, ma ti sbagli, Paolo. Ti darò tutti gli elementi per dedurre che è stato Silvio a tradire Matteo, e non viceversa. Sono curioso di conoscere da te i dettagli. E del fantomatico Patto del Nazareno che mi dici? Un accordo di potere, un reciproco conflitto di interessi, forse inutilmente buttato all’aria. Ma vedrai che proseguirà, in forma riservata, su altri piani...




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