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lArivoluzionedelle tasse
Stefano Livadiotti, “l’Espresso”
bruno tinti
“Stanare gli evasori vuol dire perdere il loro voto e i partiti non vogliono perderlo. Per questo la lobby che difende in parlamento chi froda il fisco è così potente e trasversale. Il partito degli evasori.”
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Š 2014 Chiarelettere editore srl
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PRETESTO 1 f a pagina 15
“ Le leggi tributarie sono progettate per essere violate impunemente. Si tratta di pura e semplice complicità tra Stato ed evasore fiscale.”
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PRETESTO 2
f a pagina 97
“ Niente governi tecnici: mettono le tasse e poi se ne vanno. Non rispondono al popolo.” Angelino Alfano, discorso in parlamento, agosto 2011.
f a pagina 47
“ L’evasione arriva dal ‘popolo dell’Iva’. Non che lavoratori dipendenti e pensionati non vogliano evadere. Lo vorrebbero, solo che non possono; come fanno? Le imposte gliele prendono subito, prima ancora di dare loro la paga, il salario, lo stipendio.”
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f a pagina 34-35
“ La media è di un condono ogni 3,8 anni... un contribuente avveduto può avvalersi del condono prima che il fisco faccia in tempo a controllarlo.” f a pagina 49
“ L’evasione fiscale si frega più o meno la stessa somma che lo Stato percepisce dai cittadini a titolo di imposta (146 miliardi). Se non ci fosse evasione, saremmo ricchi il doppio.”
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PRETESTO 3
f a pagina 99
“ Cinque milioni e mezzo di voti (gli elettori appartenenti al popolo dell’Iva) significano la differenza tra vincere le elezioni o perderle. E sai che gliene importa dell’evasione fiscale a chi conta sul voto di questa gente!” f a pagina 110-111
“ Denunciare un ladro di macchine va bene; ma denunciare un evasore, quello no, non sta bene; quella è ‘delazione’.”
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f a pagina 138-139
“ Come si cambia la mentalità di persone per cui i modelli da imitare sono commercianti privi di scrupoli, banchieri dediti all’usura, imprenditori arricchitisi con lo sfruttamento dei lavoratori?... Mettendo un cittadino contro l’altro. Facendo diventare il vantaggio fiscale dell’uno lo svantaggio dell’altro.”
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Š Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: Via Guerrazzi, 9 - Milano isbn 978-88-6190-538-2 Prima edizione: aprile 2012 Prima edizione tascabile: marzo 2014 Progetto grafico di copertina: Sara Zampieri e Nicola Scodellaro, www.pholpo.net Foto di copertina: Š Walter Geiersperger/Corbis Fotocomposizione: Compos 90 S.r.l. - Milano www.chiarelettere.it blog / interviste / libri in uscita
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Bruno Tinti
La rivoluzione delle tasse
chiarelettere
© 2014 Chiarelettere editore srl Bruno Tinti è un ex magistrato, giornalista e scrittore. Entrato in magistratura pochi giorni dopo aver compiuto 25 anni, prende subito servizio a Torino. Dopo qualche anno in tribunale, diviene prima giudice istruttore e poi pubblico ministero, ruolo che continua a svolgere fino a quando lascia la magi stratura. Nel 1982 comincia a occuparsi di reati tributari, societari e fallimentari; coltiva questa specializzazione per tutta la sua vita professionale e infatti, come procuratore aggiunto, è a capo del pool specializzato in diritto penale dell’economia. In questo settore si occupa di indagini di rilevante spessore, tra cui quelle relative al caso Telekom Serbia. Si specializza anche in informatica giudiziaria ed è, dal 1995 al 2008, referente informatico per il ministero della Giustizia presso la Corte d’appello di Torino. Tra il 1995 e il 2000 è professore a contratto presso l’Università del Piemonte Orientale, dove tiene un corso di Diritto penale tributario. Tra il 1992 e il 2000 è presidente, in successione, di tre Commissioni ministeriali per l’elaborazione di una nuova legge penale tributaria che sostituisca la legge 516/82; il parlamento italiano approverà la nuova legge con modifiche tali da snaturarne completamente l’impianto, sì da renderla del tutto inefficiente. Dopo aver pubblicato Toghe rotte (Chiarelettere, 2007), lascia la magistratura nel dicembre 2008 e scrive La questione immorale (Chiarelettere, 2009). Dal 2009 è collaboratore stabile de «il Fatto Quotidiano», dove tiene una rubrica settimanale, Giustamente, e pubblica articoli in materia di giustizia e politica.
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Sommario
l a rivo luz i on e del l e ta s s e Introduzione 3 Per iniziare 7
Prima parte. Il patto scellerato fra Stato ed evasori La capacità contributiva Il sistema tributario Il muro di gomma I condoni Un condono particolare: lo scudo fiscale Il popolo dell’Iva Le imposte indirette Evasione fiscale e corruzione
9 11 16 24 29
36 45 53 58
Seconda parte. La sordità dei politici. Storia di una riforma abortita 63 La proposta di una nuova legge tributaria Qualche tecnicismo spiegato facile: il «nero»
65 70
© 2014 Chiarelettere editore srl Le «soglie di punibilità» La competenza per territorio Il falso in bilancio
78 83 91
Terza parte. Adesso 95 «Il governo tecnico non risponde al popolo» Il federalismo fiscale Una proposta rivoluzionaria Denunciare gli evasori Gli estratti conto all’Anagrafe tributaria Gli interventi show La patrimoniale Una rivoluzione, non una riforma La deduzione totale
97 101 106 110 114 120 124 129 140
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l a rivo lu z i o n e d e l l e tas s e
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Introduzione
Le tasse all’origine della Rivoluzione americana Nel 1755 i coloni americani, quelli che sarebbero diventati cittadini degli Stati Uniti d’America, dichiararono guerra all’Inghilterra. Si erano scocciati di pagare le tasse. Dissero che un uomo che obbedisce a leggi che lui stesso si è dato è un uomo libero; e che un uomo che obbedisce a leggi dategli da altri è uno schiavo. Siccome le leggi che imponevano ai coloni americani di pagare le tasse erano state fatte dal parlamento inglese, e siccome in quel parlamento i coloni non avevano rappresentanti perché non avevano diritto di eleggerli, succedeva che, quando dovevano pagare una tassa su una balla di tabacco o su un paio di chili di zucchero, si sentivano schiavi; e la cosa non gli piaceva. Così finì come tutti sappiamo.
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lArivoluzionedelle tasse
Stefano Livadiotti, “l’Espresso”
bruno tinti
“Stanare gli evasori vuol dire perdere il loro voto e i partiti non vogliono perderlo. Per questo la lobby che difende in parlamento chi froda il fisco è così potente e trasversale. Il partito degli evasori.”
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