Pier Paolo Pasolini polemica politica potere

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Pamphlet, documenti, storie REVERSE


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© Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo Editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: Via Guerrazzi, 9 - Milano ISBN

978-88-6190-789-8

Prima edizione: ottobre 2015 Tutte le foto pubblicate in questo volume provengono dall’Archivio Cinemazero Images © - Pordenone

Fotocomposizione: Compos 90 S.r.l. - Milano www.chiarelettere.it blog / interviste / libri in uscitawww.illibraio.it


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PRETESTO 1 f a pagina 56

“Mi sembra che l’unica forza veramente contestatrice del presente sia il passato. Non c’è niente che possa far crollare il presente come il passato.”

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Pier Paolo Pasolini. Passione Politica Potere

PRETESTO 2 f a pagina 65

“La Chiesa, opponendosi al potere, dovrebbe rinnovarsi completamente, secondo il senso etimologico della parola ‘Chiesa’, come adunanza di gente e non come gestione della religione dall’alto.”


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f a pagina 89

“ In Italia non si è avuto nessun progresso, ma solo un enorme sviluppo che è consistito nel consumare beni superflui.”

f a pagina 104

“Il problema è che tutto il mondo giornalistico e tutta la borghesia italiana sono convinti che i giovani siano finalmente liberi. Anche tutta la sinistra. E questo perché non li amano.”

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Pier Paolo Pasolini. Passione Politica Potere

PRETESTO 3 f a pagina 97

“Il potere consumistico in Italia è un potere concesso dall’alto, in una misura che in Inghilterra, in Francia o in Germania non si potrebbe concepire. Il benessere in Italia è stato una “Befana” che è arrivata all’improvviso e ha concesso tutto.”


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f a pagina 129

“Non bisognerebbe mai sperare in niente. La speranza è una cosa orrenda inventata dai partiti per tener buoni i propri iscritti.”

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Pier Paolo Pasolini Polemica Politica Potere Conversazioni con Gideon Bachmann a cura di Riccardo Costantini

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Sommario

Una voce dalla scontrosa grazia di Riccardo Costantini XIII pier paolo pasolini polemica politica potere

Come un’introduzione

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Polemica

«Non accetto intimidazioni» 9 – L’apostolato di un artista, fra impegno e ideologia 12 – Un cinema di poesia 18 – Non credere con gli occhi del credente 22 – Il futuro dei film: la contestazione totale 28 – Il Vangelo, fra cattolicesimo e marxismo 36 – Io penso che nessuno in nessuna società sia libero 49 – Una lotta per le cose concrete 51 – Fare film: una filosofia stoica 57 – Bestemmia, la Chiesa e la religione oggi 61

Politica

L’Italia, tra unificazione «industriale» e Terzo mondo 69 – Ideologia e poetica 84 – Italia, sviluppo ma non progresso 88

Potere

Il potere mercifica i corpi 109 – De Sade e l’universo dei consumi 115 – Nulla è più anarchico del potere 125 – Il potere oggi: la manipolazione totale 134 – Una voglia sconfinata di futuro 137 – È la cosa più perfetta che potessi fare 140

Ringraziamenti 143


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Una voce dalla scontrosa grazia di Riccardo Costantini

Gideon Bachmann si trasferì dagli Stati Uniti a Roma nel 1961: da allora è amico di Pasolini. Sarà al fianco del poeta fino alla sua morte. Al collo ha spesso una macchina fotografica. La sua principale attività professionale in Europa sarà quella di fotografo e giornalista. Dirà sempre che il suo mezzo di comunicazione d’elezione, però, è la voce. Da quando nei primi anni Cinquanta si producono registratori portatili, ne porta sempre uno con sé. Per emittenti radiofoniche americane tiene trasmissioni settimanali fatte di lunghe conversazioni e approfondimenti con personaggi del cinema mondiale. Odia la parola «intervista». Con gli artisti con cui conversa ama analizzare, dialogando – se possibile – alla pari, le idee creative, i contesti sociali e politici. Negli anni accumula migliaia di registrazioni con la voce dei grandi protagonisti del cinema e della cultura contemporanea, costruendo un archivio vocale, di memoria orale, di rara importanza a livello mondiale, ora custodito a Pordenone da Cinemazero. È regista (vincitore anche di un Leone d’Argento per il documentario alla Mostra del Cinema di Venezia), giornalista, critico cinematografico, ma – come avrà modo di affermare nettamente di recente – sempre anche fotografo. Durante tutto il suo legame di amicizia con Pasolini, basato sul continuo scambio di idee e confronto intellettuale, scatta anche una mole impressionante d’immagini, tuttora non conosciute, conservate anch’esse da Cinemazero. Molti, moltissimi ritratti intimi, domestici,


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Pier Paolo Pasolini. Passione Politica Potere

per nulla formali, che mostrano un Pasolini meno noto, nelle «sue stanze», dalla casa di via Carini (dove, nello stesso stabile, abitavano i Bertolucci) fino all’ultima all’Eur in via Eufrate, e naturalmente sui set dei film che Pasolini girava, e dove spessissimo Bachmann lo accompagnava. Nell’ultimo periodo di vita del poeta, più o meno dalla metà del 1974 fino a poco prima della sua tragica scomparsa, Gideon Bachmann sceglie di dialogare con Pasolini con rigore e metodo, in modo maniacale, per un film o un libro da farsi. Così come aveva fatto con Fellini e altri importanti registi: ore e ore di conversazioni davanti al fido «Nagra», che si aggiungono a quanto registrato con Pasolini fin dal 1961. Bobine su bobine di nastro, non solo conversazioni private, ma anche conferenze stampa e presentazioni pubbliche, registrazioni di cui – complice la brutale dipartita di Pasolini – non si farà mai nulla di organico. Bachmann, negli anni, pubblica svariati interventi critici sulla stampa quotidiana e specializzata, italiana ed estera, attingendo a questo patrimonio di conversazioni. I testi pubblicati allora, spesso tronchi, sintetizzati, rimaneggiati con operazioni ora corrette ora meno, o adattati alle finalità delle testate, con titoli non sempre azzeccati, rappresentano una minima parte rispetto alla grande mole di parole scambiate fra i due. Un tesoro rimasto «dormiente» per quasi quarant’anni. Ora, nel quarantennale della morte, questi testi – ripuliti e ricomposti nel delicato equilibrio fra rispetto filologico delle parole e la necessità di una fluidità di lettura – si offrono come un documento fondamentale per intendere il pensiero dell’ultimo Pasolini. Ricostruiti per intrinseca e naturale necessità in un «abbecedario» che si appoggia su tre macrotemi (polemica, politica, potere), trovano posto fra le pagine i temi fondamentali di tutta l’opera pasoliniana, uniti da una costante, precisa, lucida, articolata riflessione sul funzionamento del «potere», inteso in senso ampio e raccontato nella sua complessità che – mai come in Italia – ha avuto infinite sfaccettature e intricate reti di sviluppo, influenzando società, arte, cultura, progresso ed evoluzione di un paese e


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un popolo intero. La Chiesa, il linguaggio cinematografico, la poesia, i film: le tematiche di tutta una vita artistica vi trovano spazio, argomentate con l’usuale rigore da Pasolini. La scelta del curatore è di rispettare il più possibile le parole dei due autori, ricostruendo la storia dell’evoluzione, anche personale, di entrambi i protagonisti. I testi – una volta organizzati nelle loro tematiche più ampie, senza pretesa e possibilità di rigide compartimentazioni – si trovano dunque ordinati in progressione cronologica, proprio per dare contezza dello sviluppo intrapreso nel loro legame. Per fare sentire il più possibile la loro voce. Per mettere a disposizione un materiale – per dirla con i termini pasoliniani presenti in questo volume – «magmatico» e «concreto». Sperando di dare l’occasione a chi legge di provare la sensazione di essere seduto, anche per un breve momento, accanto a loro. Per comprendere l’originale percorso del poliglotta Bachmann, intransigente, acuto e caparbio, che parte nel conversare con Pasolini da lunghe frasi in inglese o in tedesco (con la mediazione di un interprete), dal Lei più formale in un italiano zoppicante, per arrivare al tu esprimendo articolati concetti sull’evoluzione della cultura e della società italiana con ottima competenza lessicale. Per sentire la forza incrollabile di Pasolini nel ribadire con costanza concetti precisi, netti, icastici. Ma anche il suo coraggio nell’ammettere di essere stanco o deluso, la sua rabbia per il suo paese che avanza inesorabile in una deriva «controllata» dal potere. Per apprezzare la sua dolcezza, la sua elegante disponibilità, la sua generosità. Cose che si possono trovare sì nella sua pagina «firmata», nelle sue opere letterarie o cinematografiche, ma che sono in queste conversazioni ancora più palesi, perché ovviamente «meno filtrate». Molti concetti dell’ultimo periodo, per esempio, che trovano posto negli Scritti corsari, e che in quel libro appaiono forse al lettore di oggi scarni di riferimenti, essendo legati alle pagine di quotidiano e alle polemiche di allora, qui, in queste conversazioni, diventano più blandi, più pacati, più facilmente comprensibili per chi vive il mondo di adesso. Riflessione, quella


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Pier Paolo Pasolini. Passione Politica Potere

che esce da queste pagine prese nel loro complesso, di una – purtroppo – tremenda attualità, con l’usuale bruciante sensazione della voce pasoliniana di suonare drammaticamente profetica, o, semplicemente, così logica e precisa da risultare senza tempo. Il volume include, simmetricamente all’inizio e alla fine, brevi testi dello stesso Bachmann e di Nico Naldini, che aprono e chiudono la parabola di questa amicizia intensa fra il giornalistaregista Bachmann e l’uomo Pier Paolo Pasolini. Polemica, politica, potere: le sue lotte quotidiane, affrontate con la sua invincibile energia, con la sua grazia scontrosa e senza fronzoli (che chi scrive conosce come «proprie della gente friulana»), offerte in una ricostruzione unica al compagno di viaggio Bachmann, rimasto accanto al poeta con grande discrezione e intelligenza fino alla sua morte. Diverse fotografie, dello stesso Bachmann o della sua compagna Deborah Beer, sono inedite, e raccontano a loro volta una parte importante del percorso affrontato assieme. Pordenone, luglio 2015




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