“I RICCHI SONO SEMPRE PIÙ RICCHI.” Paolo VI
Le nuove generazioni non hanno bisogno di maestri ma di testimoni, nessuna predica, solo esempi. Don Gallo racconta episodi di vita vissuta (l’adolescenza, la mamma, i suoi incontri e battaglie) e si appella alla voglia di reagire dei giovani e delle donne. A cominciare dal sesso, che non deve essere un’arma del potere per sfruttare e discriminare, complici la Chiesa e questa politica, ma una spinta a essere se stessi e a stare bene con l’altro. Prima viene l’etica, poi la fede, dice don Gallo. Anche in famiglia, nella strada, sul lavoro. Ogni giorno. Allora il disagio di chi non è omologato, degli ultimi e dei diversi non sarà più un problema di ordine pubblico, piuttosto un’occasione di confronto, una questione sociale e umana che riguarda tutti. La forza “eversiva” del Vangelo è in un’idea di cittadinanza ricostruita a partire dall’incontro con gli altri, in pace, per un cammino veramente liberatorio a fianco dei più oppressi.
Don Andrea Gallo (Genova 1928) è sacerdote dal 1959. Nel 1975 ha avviato la Comunità di San Benedetto al Porto per il recupero degli emarginati. Tra i suoi libri, COSÌ IN TERRA COME IN CIELO (Mondadori 2010), SONO VENUTO PER SERVIRE (con Loris Mazzetti, Aliberti 2010), DI SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE (Aliberti 2011). www.chiarelettere.it
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don Andrea Gallo SE NON ORA, ADESSO
“I RABBINI, GLI IMAM, I VESCOVI DEVONO SMETTERE DI VOLER CONVINCERE CHE PARLANO IN NOME DI DIO!” don Andrea Gallo
SE NON ORA, ADESSO don Andrea Gallo LE DONNE, I GIOVANI, LA LIBERAZIONE SESSUALE
Pamphlet, documenti, storie REVERSE
Autori e amici di
chiarelettere Michele Ainis, Tina Anselmi, Claudio Antonelli, Franco Arminio, Avventura Urbana Torino, Andrea Bajani, Bandanas, Gianni Barbacetto, Stefano Bartezzaghi, Oliviero Beha, Marco Belpoliti, Daniele Biacchessi, David Bidussa, Paolo Biondani, Nicola Biondo, Tito Boeri, Caterina Bonvicini, Beatrice Borromeo, Alessandra Bortolami, Giovanna Boursier, Dario Bressanini, Carla Buzza, Andrea Camilleri, Olindo Canali, Davide Carlucci, Luigi Carrozzo, Andrea Casalegno, Antonio Castaldo, Carla Castellacci, Mario José Cereghino, Massimo Cirri, Marco Cobianchi, Fernando Coratelli, Carlo Cornaglia, Roberto Corradi, Pino Corrias, Andrea Cortellessa, Riccardo Cremona, Gabriele D’Autilia, Vincenzo de Cecco, Luigi de Magistris, Andrea Di Caro, Franz Di Cioccio, Gianni Dragoni, Giovanni Fasanella, Davide Ferrario, Massimo Fini, Fondazione Fabrizio De André, Fondazione Giorgio Gaber, Goffredo Fofi, Giorgio Fornoni, Nadia Francalacci, Massimo Fubini, Milena Gabanelli, Vania Lucia Gaito, Giacomo Galeazzi, don Andrea Gallo, Bruno Gambarotta, Andrea Garibaldi, Pietro Garibaldi, Claudio Gatti, Mario Gerevini, Gianluigi Gherzi, Salvatore Giannella, Francesco Giavazzi, Stefano Giovanardi, Franco Giustolisi, Didi Gnocchi, Peter Gomez, Beppe Grillo, Luigi Grimaldi, Dalbert Hallenstein, Guido Harari, Riccardo Iacona, Ferdinando Imposimato, Karenfilm, Giorgio Lauro, Alessandro Leogrande, Marco Lillo, Felice Lima, Stefania Limiti, Giuseppe Lo Bianco, Saverio Lodato, Carmelo Lopapa, Vittorio Malagutti, Ignazio Marino, Antonella Mascali, Antonio Massari, Giorgio Meletti, Luca Mercalli, Lucia Millazzotto, Davide Milosa, Alain Minc, Angelo Miotto, Letizia Moizzi, Giorgio Morbello, Loretta Napoleoni, Natangelo, Alberto Nerazzini, Gianluigi Nuzzi, Raffaele Oriani, Sandro Orlando, Massimo Ottolenghi, Antonio Padellaro, Pietro Palladino, Gianfranco Pannone, Walter Passerini, David Pearson (graphic design), Maria Perosino, Simone Perotti, Roberto Petrini, Renato Pezzini, Telmo Pievani, Ferruccio Pinotti, Paola Porciello, Mario Portanova, Marco Preve, Rosario Priore, Emanuela Provera, Sandro Provvisionato, Sigfrido Ranucci, Luca Rastello, Marco Revelli, Piero Ricca, Gianluigi Ricuperati, Sandra Rizza, Marco Rovelli, Claudio Sabelli Fioretti, Andrea Salerno, Giuseppe Salvaggiulo, Laura Salvai, Ferruccio Sansa, Evelina Santangelo, Michele Santoro, Roberto Saviano, Luciano Scalettari, Matteo Scanni, Roberto Scarpinato, Gene Sharp, Filippo Solibello, Riccardo Staglianò, Luca Steffenoni, theHand, Bruno Tinti, Gianandrea Tintori, Marco Travaglio, Elena Valdini, Vauro, Concetto Vecchio, Giovanni Viafora, Anna Vinci, Carlo Zanda, Carlotta Zavattiero.
PRETESTO 1 f a pagina 9
“ Sono più che indignato, sono proprio incazzato, non si può dire, ma è così.”
f a pagina 130
“ Il ‘Sì, Sì’ e ‘No, No’ del Vangelo dov’è?”
PRETESTO 2
f a pagina 39-40
“ Le donne sono le prime vittime di un’impostazione che vede il sesso come un ‘problema’ da risolvere e loro come un pericolo o una tentazione. Il sesso è sempre stato usato come occasione di potere e di sottomissione. Purtroppo lo è ancora adesso.”
f a pagina 43
“ Da sempre esiste un maschilismo esercitato senza freni, perché basato su un architrave terrificante, cioè che Dio è maschio. Se Dio è maschio, la donna deve essere soggetta.”
f a pagina 109
“ Il malessere della cosiddetta normalità non risparmia nessuno. In Italia si consumano ogni anno 62 milioni di confezioni di ansiolitici!... Non esiste il problema giovanile, esistono le nostre città e nelle nostre città, guarda caso, ci sono i giovani.”
f a pagina 95
“ Il vero patriota è colui che si impegna perché tutti i suoi concittadini siano rispettati nei loro bisogni essenziali.”
PRETESTO 3
f a pagina 21
“ Ascolta Gesù: se Montezemolo si accontentasse di ricevere 10.000 euro al giorno e Marchionne si accontentasse di riceverne 9100 si potrebbe dare lavoro a cento operai in più.”
f a pagina 77
“ Un’etica normativa è funesta: finisce nelle condanne, nei lager, nelle censure.”
f a pagina 118
“ È tanto bello il proverbio: ‘Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei’, ma non basta, proviamo a dire: ‘Dimmi chi escludi e ti dirò chi sei!’.” Il direttore della Caritas di Roma, don Luigi Di Liegro.
f a pagina 155, 153
“ Ma che cos’è la forza profetica? È la memoria ‘eversiva’ del Vangelo... La profezia è franchezza, denuncia della illegalità, della ingiustizia, dell’oppressione, della follia, della guerra.”
Š Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo Editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: Via Melzi d’Eril, 44 - Milano isbn 978-88-6190-181-0 Prima edizione: ottobre 2011 www.chiarelettere.it blog / interviste / libri in uscita
don Andrea Gallo
Se non ora, adesso Prefazione di Moni Ovadia
chiarelettere
Don Andrea Gallo (Genova, 18 luglio 1928) venne attratto fin da piccolo dalla spiritualità dei salesiani di san Giovanni Bosco ed entrò nel 1948 al loro noviziato a Varazze, proseguendo poi a Roma il liceo e gli studi filosofici. Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile, a San Paolo, dove compie gli studi teologici. La dittatura che vigeva in Brasile lo costringe però, in un clima per lui insopportabile, a ritornare in Italia l’anno dopo. Continua quindi gli studi a Ivrea e viene ordinato presbitero il 1° luglio 1959. Un anno dopo è inviato come cappellano alla nave scuola Garaventa, noto riformatorio per minori. Lì introduce un’impostazione educativa diversa, cercando di sostituire i metodi unicamente repressivi con una pedagogia della fiducia e della libertà. Nel 1964 decide di lasciare la congregazione salesiana e chiede di entrare a far parte della diocesi genovese. Dopo un breve periodo a Capraia, viene destinato in qualità di viceparroco alla parrocchia del Carmine di Genova, dove rimane fino al 1970, anno in cui il cardinale Giuseppe Siri lo trasferisce nuovamente a Capraia: le sue prediche danno troppo fastidio. Il provvedimento dell’arcivescovo Siri provoca nella parrocchia e nella città un movimento di protesta, la curia non torna indietro, ma don Gallo non obbedisce. Qualche tempo dopo viene accolto dal parroco di San Benedetto al Porto, don Federico Rebora, e insieme a un piccolo gruppo dà vita alla Comunità di San Benedetto al Porto. Da allora si è impegnato sempre di più per la pace e nel recupero degli emarginati, chiedendo anche la legalizzazione delle droghe leggere. Sin dal 2006 appoggia attivamente il movimento No Dal Molin di Vicenza, che si oppone alla costruzione di una nuova base militare Usa a Vicenza. Nell’aprile del 2008 aderisce idealmente al V2-Day organizzato da Beppe Grillo. Il 27 giugno 2009 don Gallo partecipa al Genova Pride 2009, lamentando le incertezze della Chiesa cattolica nei confronti degli omosessuali. Don Gallo ha anche tenuto l’orazione funebre al funerale di Fabrizio De André nel 1999 e di Fernanda Pivano nel 2009. Nel 2009 gli è stato assegnato il Premio Fabrizio De André. Il 15 agosto 2011 viene premiato come «Personaggio Gay dell’Anno edizione 2011» per testimoniare la sua vicinanza a chi lotta contro qualsiasi discriminazione sessuale. I suoi libri principali: L’inganno droga (Sensibili alle foglie 1998); Angelicamente anarchico (con la prefazione di Vasco Rossi) (Mondadori 2005); con Guido Rodriguez e Adalgiso Amendola, Il cantico dei drogati. L’inganno della droga nella società delle dipendenze (Sensibili alle foglie 2005); con Federico Traversa, Io cammino con gli ultimi (Chinaski Edizioni 2007); con Federico Traversa, In viaggio con Don Gallo (Chinaski Edizioni 2008); Così in terra, come in cielo (Mondadori 2010); con Loris Mazzetti, Sono venuto per servire (Aliberti 2010); con Federico Traversa, E io continuo a camminare con gli ultimi (Chinaski Edizioni 2011); Di sana e robusta Costituzione (Aliberti 2011). Nel 2011 ha partecipato come voce narrante allo spettacolo Io non taccio, tratto dalle prediche di Savonarola (dvd prodotto da Promo Music, testi di Stefano Massini, musiche di Valentino Corvino).
Sommario
Prefazione di Moni Ovadia
XIII
se non ora, adesso Prima di tutto
3
Uomo e donna liberi Prima della fede viene l’etica Illegale è la miseria Lettera a san Francesco Auguri di Natale Pace Le scelte perdute (sul rimpianto)
5 8 10 15 18 25 30
Prima parte. Liberi tutti. Le donne e una nuova liberazione sessuale
33
Lettera alle donne Dedicato alle donne La vera rivoluzione culturale La sessualità è un dono di Dio La mancanza d’amore è immorale, non il sesso Una coppia di fidanzati cattolici Mia mamma Maddalena (la morte non conservi l’ultima parola)
35 41 43 46 48 52 54 61
La pedofilia riguarda tutti La prostituzione non è un problema di ordine pubblico L’omosessualità: la storia di Alfredo
64 71 73
Seconda parte. Ai giovani
79
Lettera ai giovani L’accoglienza L’etica in banca La pedagogia nera Il disagio giovanile
81 86 91 99 104
Terza parte. La mia Chiesa
113
La mia vita è tutta un incontro La Chiesa non è un’azienda I popoli crocifissi Ricostruire la cittadinanza Un cammino veramente liberatorio Una Chiesa umana e povera
115 123 135 141 147 150
Prefazione
Don Gallo, profeta dei nostri tempi di Moni Ovadia
Don Andrea Gallo, prete da marciapiede come lui stesso si definisce, è uno dei sacerdoti più noti e più amati che abitino il nostro disastrato paese. Centinaia di migliaia di persone lo sentono come un fratello, moltissimi fra costoro lo considerano una guida, un maestro, un compagno nell’accezione militante del termine, ma il Gallo è prima di tutto e soprattutto un essere umano autentico. In yiddish si dice «a mentsch». La nostra nascita nel mondo come donne e uomini è un evento deciso da altri anche se la costruzione in noi del capolavoro che è un essere umano autentico dipende in gran parte dalle nostre scelte. Il tratto saliente di questo percorso è l’apertura all’altro laddove si manifesta nella sua più intima e lancinante verità, ovvero nella sua dimensione di ultimo, sia egli l’oppresso, il relitto, il povero,
XVI Se non ora, adesso
l’emarginato, il disprezzato, l’escluso, il segregato, il diverso. L’apertura all’altro, sia chiaro, non si manifesta nel melenso atto caritativo che sazia la falsa coscienza e lascia l’ingiustizia integra e perversamente operante, ma si esprime nella lotta contro le ingiustizie, nell’impegno diuturno per la costruzione di una società di uguaglianza, di giustizia sociale, in una vibrante interazione di pensiero e prassi con una prospettiva tanto laicamente rivoluzionaria, quanto spiritualmente evangelica. Il «Gallo» è radicalmente cristiano e sa che il messaggio di Gesù è un messaggio rivoluzionario, radicale e non moderato, ed è per questo che l’hanno messo in croce, per la destabilizzante radicalità del cammino che indicava. «Beati gli ultimi perché saranno i primi» non è un invito a bearsi in una permanente condizione di minorità per il compiacimento delle classi dominanti, ma è un’incitazione a mettersi in cammino per liberare l’umanità dalla violenza del potere, per redimerla con l’uguaglianza. La parola ebraica ashrei, tradotta correntemente con beato, si traduce meno proditoriamente con in marcia, come propone il grandissimo traduttore delle scritture André Chouraqui. È questa consapevolezza che fa di don Gallo un
Prefazione XVII
profeta e non nell’accezione volgare e stereotipata con cui spesso si vuole sminuire o sbeffeggiare il ruolo di questa figura, ma nel senso più profondo di uomo che incarna la verità dei grandi pensieri ripetutamente e capziosamente pervertiti dai funzionari del potere, siano essi i soloni del regno terreno, siano essi i chierici del cosiddetto regno celeste. Questa è la ragione per la quale il profeta trasmette la parola del divino e il divino del monoteismo ha eletto come suo popolo lo schiavo e lo straniero, l’esule, lo sbandato, il fuoriuscito, il diverso, il meticcio avventizio perché tali erano gli ebrei e non un popolo etnicamente omogeneo come oggi vorrebbe uno sconcio delirio nazionalista. In questa sua fondamentale opera che deve essere letta da chiunque voglia capire le parole illuminate di questo prete da marciapiede, Gallo ci ricorda che l’etica è più importante della fede, come il filosofo e grande pensatore dell’ebraismo Emmanuel Lévinas suggerisce nel suo saggio Amare la Torah più di Dio. Come già il profeta d’Israele Isaia dichiara con parole infiammate, il Signore stesso chiede agli uomini di praticare etica e giustizia perché disprezza la fede vuota e ipocrita dei baciapile:
XVIII Se non ora, adesso
Che mi importa dei vostri sacrifici senza numero. Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso dei giovenchi. Il sangue di tori, di capri e di agnelli Io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi a me, chi richiede da voi che veniate a calpestare i Miei Atri? Smettete di presentare offerte inutili, l’incenso è un abominio, noviluni, sabati, assemblee sacre, non posso sopportare delitto e solennità. I vostri noviluni e le vostre feste io detesto, sono per me un peso, sono stanco di sopportarli. Quando stendete le mani, Io allontano gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, Io non ascolto. Le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova.
Il profeta autentico non predice il futuro, non è una vox clamans nel deserto, è l’appassionata coscienza critica di una gente, di una comunità, di un’intera società, ed è questa coscienza che si incide nella prole perché le parole diventino fatti, azioni militanti a ogni livello della relazione interumana e per riconfluire in parole ancora più gravide di quella coscienza trasformatrice. Questo è a mio parere il senso che don Gallo attribuisce al primato della coscienza espresso mirabilmente nel documento conciliare Nostra Aetate uscito dal Concilio vaticano II voluto da
Prefazione XIX
Giovanni XXIII, il «papa buono», ma buono perché giusto. Con il poderoso strumento della sua coscienza cristiana, antifascista, critica, militante, laica ed evangelicamente rivoluzionaria, il prete cattolico Gallo riesce a confrontarsi con i temi socialmente più urgenti ed eticamente più scabrosi, smascherando i moralismi, le rigidità dottrinarie, le ipocrisie che maldestramente travestono le intolleranze per indicare il cammino forte della fragilità umana come via per la liberazione. Quest’ultima e intima verità dell’uomo, Andrea Gallo la conosce, la sente e la ritrova nelle parole più impegnative delle scritture perché istituiscono l’umanesimo monoteista, ma anche l’umanesimo tout court nella sua dirompente radicalità: «Ama il prossimo tuo come te stesso, ama lo straniero come te stesso, ciò che fai allo straniero lo fai a Me». La passione per l’uomo, per la vita e per l’accoglienza dell’altro si coniugano in questo specialissimo uomo di fede con un folgorante humor che dissipa ogni esemplarità predicatoria per aprire la porta del dialogo fra pari a chiunque voglia entrare, cristiano o musulmano, ebreo o buddhista, credente o ateo. In don Gallo si compie il miracolo dell’ubiquità: lui è radicalmente cristiano e anche irriducibilmente cattolico, ma potrebbe anche essere uno tzaddik
XX
Se non ora, adesso
chassidico, cosÏ come è un militante antifascista e un laicissimo libero pensatore. Per me il Gallo è un fratello, un amico, una guida certa, un imprescindibile e costante riferimento. Per me personalmente, la speranza tiene fra le labbra un immancabile sigaro e ha il volto scanzonato di questo prete ribelle.
“I RICCHI SONO SEMPRE PIÙ RICCHI.” Paolo VI
Le nuove generazioni non hanno bisogno di maestri ma di testimoni, nessuna predica, solo esempi. Don Gallo racconta episodi di vita vissuta (l’adolescenza, la mamma, i suoi incontri e battaglie) e si appella alla voglia di reagire dei giovani e delle donne. A cominciare dal sesso, che non deve essere un’arma del potere per sfruttare e discriminare, complici la Chiesa e questa politica, ma una spinta a essere se stessi e a stare bene con l’altro. Prima viene l’etica, poi la fede, dice don Gallo. Anche in famiglia, nella strada, sul lavoro. Ogni giorno. Allora il disagio di chi non è omologato, degli ultimi e dei diversi non sarà più un problema di ordine pubblico, piuttosto un’occasione di confronto, una questione sociale e umana che riguarda tutti. La forza “eversiva” del Vangelo è in un’idea di cittadinanza ricostruita a partire dall’incontro con gli altri, in pace, per un cammino veramente liberatorio a fianco dei più oppressi.
Don Andrea Gallo (Genova 1928) è sacerdote dal 1959. Nel 1975 ha avviato la Comunità di San Benedetto al Porto per il recupero degli emarginati. Tra i suoi libri, COSÌ IN TERRA COME IN CIELO (Mondadori 2010), SONO VENUTO PER SERVIRE (con Loris Mazzetti, Aliberti 2010), DI SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE (Aliberti 2011). www.chiarelettere.it
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“I RABBINI, GLI IMAM, I VESCOVI DEVONO SMETTERE DI VOLER CONVINCERE CHE PARLANO IN NOME DI DIO!” don Andrea Gallo
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