Š 2013 Chiarelettere editore srl
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Pamphlet, documenti, storie REVERSE
© 2013 Chiarelettere editore srl
Autori e amici di
chiarelettere Ali Ag˘ca, Michele Ainis, Tina Anselmi, Claudio Antonelli, Franco Arminio, Avventura Urbana Torino, Andrea Bajani, Bandanas, Gianni Barbacetto, Stefano Bartezzaghi, Oliviero Beha, Marco Belpoliti, Eugenio Benetazzo, Daniele Biacchessi, David Bidussa, Paolo Biondani, Nicola Biondo, Tito Boeri, Sandra Bonsanti, Caterina Bonvicini, Beatrice Borromeo, Alessandra Bortolami, Giovanna Boursier, Dario Bressanini, Carla Buzza, Andrea Camilleri, Olindo Canali, Davide Carlucci, Luigi Carrozzo, Gianroberto Casaleggio, Andrea Casalegno, Antonio Castaldo, Carla Castellacci, Giuseppe Catozzella, Giulio Cavalli, Mario José Cereghino, Pasquale Chessa, Massimo Cirri, Giuseppe Ciulla, Marco Cobianchi, don Virginio Colmegna, Alessandra Coppola, Fernando Coratelli, Alex Corlazzoli, Carlo Cornaglia, Mauro Corona, Roberto Corradi, Pino Corrias, Andrea Cortellessa, Riccardo Cremona, Gabriele D’Autilia, Andrea De Benedetti, Vincenzo de Cecco, Luigi de Magistris, Andrea Di Caro, Franz Di Cioccio, Stefano Di Polito, Stefano Disegni, Gianni Dragoni, Paolo Ermani, Duccio Facchini, Giovanni Fasanella, Davide Ferrario, Massimo Fini, Fondazione Fabrizio De André, Dario Fo, Fondazione Giorgio Gaber, Goffredo Fofi, Giorgio Fornoni, Nadia Francalacci, Massimo Fubini, Valentina Furlanetto, Milena Gabanelli, Vania Lucia Gaito, Giacomo Galeazzi, don Andrea Gallo, Bruno Gambarotta, Andrea Garibaldi, Pietro Garibaldi,Claudio Gatti, Mario Gerevini, Gianluigi Gherzi, Salvatore Giannella, Francesco Giavazzi, Stefano Giovanardi, Franco Giustolisi, Didi Gnocchi, Peter Gomez, Beppe Grillo, Luigi Grimaldi, Giuseppe Gulotta, Dalbert Hallenstein, Guido Harari, Stéphane Hessel, Riccardo Iacona, Ferdinando Imposimato, Roberto Ippolito, Karenfilm, Alexander Langer, Giorgio Lauro, Alessandro Leogrande, Marco Lillo, Felice Lima, Stefania Limiti, Giuseppe Lo Bianco, Saverio Lodato, Carmelo Lopapa, Daniele Luttazzi, Paolo Madron, Vittorio Malagutti, Ignazio Marino, Antonella Mascali, Antonio Massari, Giorgio Meletti, Luca Mercalli, Lucia Millazzotto, Davide Milosa, Alain Minc, Fabio Mini, Angelo Miotto, Letizia Moizzi, Giorgio Morbello, Edgar Morin, Anna Maria Morsucci, Loretta Napoleoni, Natangelo, Alberto Nerazzini, Gianluigi Nuzzi, Raffaele Oriani, Sandro Orlando, Max Otte, Massimo Ottolenghi, Antonio Padellaro, Pietro Palladino, Gianfranco Pannone, Arturo Paoli, Antonio Pascale, Walter Passerini, David Pearson (graphic design), Maria Perosino, Simone Perotti, Roberto Petrini, Renato Pezzini, Telmo Pievani, Ferruccio Pinotti, Paola Porciello, Mario Portanova, Marco Preve, Rosario Priore, Emanuela Provera, Sandro Provvisionato, Ilaria Ramoni, Sigfrido Ranucci, Luca Rastello, Ermete Realacci, Marco Revelli, Piero Ricca, Gianluigi Ricuperati, Sandra Rizza, Alberto Robiati, Iolanda Romano, Raphael Rossi, Vasco Rossi, Marco Rovelli, Claudio Sabelli Fioretti, Andrea Salerno, Giuseppe Salvaggiulo, Laura Salvai, #salvaiciclisti, Ferruccio Sansa, Evelina Santangelo, Michele Santoro, Michele Sasso, Roberto Saviano, Luciano Scalettari, Matteo Scanni, Roberto Scarpinato, Gene Sharp, Filippo Solibello, Giovanni Spinosa, Riccardo Staglianò, Franco Stefanoni, Luca Steffenoni, Daniel Tarozzi, theHand, Bruno Tinti, Gianandrea Tintori, Marco Travaglio, Gianfrancesco Turano, Elena Valdini, Vauro, Mario Vavassori, Concetto Vecchio, Gianluca Versace, Giovanni Viafora, Francesco Vignarca, Anna Vinci, Carlo Zanda, Carlotta Zavattiero, Luigi Zoja.
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PRETESTO 1 f a pagina 118
“Esiste un altro mondo possibile. Non nella fantascienza della propaganda, ma nella realtà. Non nella criminale esaltazione del farsi massa, ma nei compromessi di una anti-eroica realtà economica.”
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PRETESTO 2
f a pagina 184
“A differenza di quello del XX secolo, il vero ‘eroe’ del XXI non lotta più sapendo cosa il mondo vuole da lui, ma per sapere cosa vuole da se stesso.” f a pagina 108
“La concentrazione di ricchezza può devastare non solo gli equilibri dell’economia, ma anche i processi mentali della vita quotidiana.”
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f a pagina 168
“Siamo pieni di persone intellettualmente capaci che fanno cose stupide: non perché le cose che fanno siano stupide in sé, ma perché non sono state pensate da loro e non rispondono ai loro bisogni. Sono solo ripetizioni di atteggiamenti collettivi.”
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PRETESTO 3
f a pagina 220
“Che sia possibile un insieme di gesti quotidiani capaci di opporsi alla degenerazione delle condizioni economiche e ambientali, senza assolutismi, senza fanatismi, senza sospette passioni viscerali, è l’incredibile ricchezza di cui forse per la prima volta disponiamo in modo così completo.”
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f a pagina 54
“Non sono sicuro che si possa essere totalmente liberi; ma in ogni caso dovremmo comportarci come se lo fossimo.” Jorge Luis Borges
f a pagina 6
“L’accumulo di insensibilità e crudeltà verso il mondo e se stessi che gli uomini, se non intenzionalmente programmano, certo tollerano, è il maggior mistero del nuovo secolo.”
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Š Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo Editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: Via Guerrazzi, 9 - Milano isbn
978-88-6190-355-5
Prima edizione: ottobre 2013 www.chiarelettere.it blog / interviste / libri in uscita
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Luigi Zoja
Utopie minimaliste
chiarelettere
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Luigi Zoja non ha avuto una traiettoria lineare. Ha terminato gli studi di economia occupandosi di sociologia, che ha a sua volta lasciato rivolgendosi alla psicoanalisi. Si è allontanato dall’impegno politico del 1967 emigrando a Zurigo nel 1968. Ricevuta la formazione analitica al C.G. Jung Institut, ha lavorato per alcuni anni alla Klinik am Zürichberg, poi è tornato a Milano. Dopo esser stato presidente della associazione internazionale degli analisti junghiani e aver insegnato saltuariamente sia in università che allo Jung Institut, si è trasferito a New York. Al ritorno in Italia ha continuato a lavorare come analista, ma dedicandosi di più anche a scrivere. I suoi testi, che hanno mantenuto una discontinuità di temi, nel frattempo sono stati pubblicati in una quindicina di lingue. I libri apparsi in italiano sono: Nascere non basta. Iniziazione e tossicodipendenza, Cortina, Milano 1985 e 2003; Coltivare l’anima, Moretti & Vitali, Bergamo 1999; Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre, Bollati Boringhieri, Torino 2000 (Premi Palmi e Gradiva Award); (a cura di), L’ incubo globale. Prospettive junghiane sull’11 settembre, Moretti & Vitali, Bergamo 2002; Storia dell’arroganza. Psicologia e limiti dello sviluppo, Moretti & Vitali, Bergamo 2003; Giustizia e Bellezza, Bollati Boringhieri, Torino 2007; La morte del prossimo, Einaudi, Torino 2009; Contro Ismene. Considerazioni sulla violenza, Bollati Boringhieri, Torino 2009 (Premio Internazionale Arché); Centauri. Mito e violenza maschile, Laterza, Roma-Bari 2010; Al di là delle intenzioni: etica e analisi, Bollati Boringhieri, Torino, 2011 (Gradiva Award per l’edizione americana); Paranoia. La follia che fa la storia, Bollati Boringhieri, Torino 2011; (con S. Argentieri, S. Bolognini, A. Di Ciaccia), In difesa della psicoanalisi, Einaudi, Torino 2013. Questo libro contiene riflessioni economiche, politiche e sociali. È anche un tentativo di esprimere rispetto e riconoscenza per le professioni che non ha praticato.
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Sommario
u to pi e m i n i m a l i s t e Nota dell’autore
5
Perché un’utopia
7
Massimalismo. Il rivoluzionario
11
L’impossibile manifesto. Pensieri minimalisti degli anni Settanta, Ottanta e Novanta
41
Il disagio del contribuente
59
Economia e socialità
83
Diritti e principi
123
Le altre vite
143
La nostra vita
167
L’apertura della possibilità
213
Ringraziamenti
221
Bibliografia essenziale
223
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utopie minimaliste
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A Marcello e Valerio, dispersi con me fra due secoli
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Nota dell’autore
Il secolo scorso è stato quello delle utopie massimaliste. Ne conosciamo i risultati. Ma la possibilità che il nuovo secolo sia privo di utopie è persino più preoccupante. Solo una generazione fa, quando la società occidentale stava raggiungendo la massima giustizia economica ottenuta nella storia, molte persone volevano abbatterla per crearne una più giusta. Da allora le differenze di ricchezza sono aumentate a una velocità che pure non ha precedenti: sia quelle tra paesi sviluppati e paesi poveri, sia quelle tra i ricchi e la popolazione comune all’interno delle diverse società. Negli Stati Uniti, il divario tra il reddito di un capo-azienda e quello dei suoi salariati è passato da 40 volte a oltre 400; nell’economia mondiale, i nuovi guadagni che si sono aggiunti ai precedenti, spostandosi dalle tasche del lavoro salariato a quelle del capitale, corrispondono a molte volte il reddito dell’intera Africa. Questa vertigine dell’avidità, però, riguarda ancora la sola distribuzione dei redditi, che era il problema principale dei secoli scorsi. Oggi, malgrado questo strepitoso aumento dell’ingiustizia economica, il mondo non è minacciato da una rivolta degli oppressi, troppo occupati a rendere i ricchi ancora più ricchi comprando da loro deodoranti e telefonini. Il rigetto potrebbe invece venire da tutto l’ecosistema, attraverso collassi ambientali e climatici intrecciati, con conseguenze sanitarie, economiche, migratorie globali e incontrollabili. Non si tratterebbe più di uomini che si ribellano ad altri uomini: sarebbe l’ambiente (nella definizione laica), la natura (in quella romantica), la Grande Dea Madre (secondo concezioni non occidentali) a starnutire, rifiutando gli umani come un polline fastidioso. La possibilità che questo accada nel XXI secolo è così reale che persino le Nazioni Unite, impantanate nella difficoltà di mettere d’accordo
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Utopie minimaliste
tutti gli Stati della Terra, la definiscono come prima preoccupazione mondiale: la guerra più urgente da arrestare è quella che l’insieme degli umani conduce contro la vita stessa. I dibattiti di teologi e filosofi sul rispetto che dobbiamo agli animali e alle altre forme di vita sono giusti ma ormai in ritardo: lo dobbiamo comunque, pena la nostra sopravvivenza. A loro volta, le contrapposizioni politiche che nel secolo scorso hanno causato due guerre mondiali e alimentato il rischio di una terza sono ancora più inattuali: riguardano l’ingiustizia commessa da certi gruppi umani a danno di altri gruppi umani, ignorando quella ormai prioritaria compiuta da tutti i gruppi contro tutta la biosfera. Anche se i problemi di oggi mettono in pericolo ogni aspetto dell’esistenza e sono quindi infinitamente più vasti di quelli passati, né le persone colte né quella che altrove ho chiamato la «nuova generazione critica» scendono in piazza a protestare. Paradossalmente, l’interrogativo politico più preoccupante è psicologico: cosa c’è nelle menti, oltre a molte contraddizioni e al vuoto? L’accumulo di insensibilità e crudeltà verso il mondo e se stessi che gli uomini, se non intenzionalmente programmano, certo tollerano, è il maggior mistero del nuovo secolo. Gli errori dell’utopia non andrebbero risolti rinunciando all’utopia, ma rinunciando agli errori. Anche nel secolo scorso si commetteva uno sbaglio psicologico ancora prima che politico: la maggioranza degli utopisti si interessava alle proprie fantasie sull’uomo più che agli uomini reali. Il secolo presente rischia invece di non avere più utopie perché, venduta l’anima agli oggetti, è al contrario incapace di quell’esercizio critico della fantasia che costituisce un passaggio obbligato per il bambino che voglia diventare uomo.
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