Spirito dell'apostolato e del vero cristianesimo

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Lo Spirito dell’Apostolato e lo Spirito del Vero Cristianesimo

LO SPIRITO DELL’APOSTOLATO E LO SPIRITO DEL VERO CRISTIANESIMO di John G. Lake (Predicato a un Culto di Consacrazione al Ministero) Desidero discutere sullo spirito dell’apostolato e sullo spirito del vero Cristianesimo con voi oggi. Le persone non riescono a vedere che Gesù Cristo ha posto quella struttura basilare che ha fatto della chiesa un qualcosa di possibile. Vi siete mai fermati a pensare da dove sia provenuto il legname da costruzione che ha mantenuto la tavola apostolica sempre completa mentre uno dopo l’altro essi venivano martirizzati? Pochissimi Cristiani sono consapevoli del fatto che Gesù provvide non solo i dodici apostoli, ma Egli provvide «altri settanta discepoli». E mentre i dodici camminavano con Lui e parlavano con Lui ed erano i Suoi vicini compagni e la Sua cerchia ristretta, dopo la crocifissione di Gesù, mentre uno o l’altro si dipartivano dalla tavola dei dodici, il loro posto veniva colmato dai settanta.

IL MINISTERO DEI SETTANTA Mattia fu uno dei settanta. Ippolito, uno dei primi padri Cristiani, che scrisse circa 300 anni dopo Gesù Cristo, dà i nomi dei settanta. E sarà sorprendente prendere le vostre Bibbie e scoprire che il Nuovo Testamento parla di trentadue dei settanta. In un singolo verso in Romani, Paolo cita cinque di loro. Se succedeva che uno occupasse la posizione di apostolo, ciò non avveniva a causa del suo modo di camminare in giro impettito come un ufficiale presuntuoso. Ma accadeva perché la necessità lo richiedeva. Come disse Paolo, quando scrisse con dignità, forza e potenza alla chiesa: «Paolo, apostolo non da parte di uomini né per mezzo di un uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio», affinché le sue parole potessero giungere alle moltitudini con quella dovuta forza, quell’importanza e potenza che portavano convinzione ai loro cuori e facevano loro rendersi conto che, come portavoce di Dio, egli stava annunziando la Parola di Dio, e l’irrevocabile Parola di Dio. Poi ci furono anche vescovi. Senza dubbio più di un Cristiano si è chiesto chi fosse Anania, che impose le mani su Paolo affinché ricevesse lo Spirito Santo. Ippolito ci dice che Anania era vescovo di Damasco, uno dei settanta designati da Gesù. Barnaba fu il compagno di Paolo, fu anche uno dei settanta, e fu vescovo di Milano. Aristobulo, designato da Gesù come uno dei settanta fu vescovo in Britannia. Desidererei che sapessimo qualcosa in più su Aristobulo. Mi piacerebbe essere informato sul carattere dell’uomo che portò l’Evangelo del Figlio di Dio alle Isole Britanniche. Ci basta dire che il Nuovo Testamento parla di ventuno apostoli, non dodici. Mattia era il tredicesimo, Paolo e Barnaba erano il quattordicesimo e il quindicesimo. Apollo era il sedicesimo. Andronico e Giusto sono riconosciuti da Paolo con questa dichiarazione: che essi erano uomini principali tra gli apostoli. Erano uomini di insolita forza e capaci di saggio consiglio. Ce n’erano anche altri.

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IL CARATTERE DEGLI APOSTOLI Mi interessa ciò che costituisce il carattere di un apostolo. Il concetto moderno di un apostolo di solito è quello di un grande capo di chiesa, ma questo non è il concetto che Gesù ci lasciò. Egli prese in disparte i dodici proprio prima della Sua dipartita, prese in mano una bacinella, Si cinse di un asciugatoio attorno alla vita, Si inginocchiò e lavò i piedi di molti di loro, e quando finì disse loro: «Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri». Un apostolo non era uno che doveva diventare un grande capo; egli doveva assomigliare al Suo Signore – un servitore di tutti. Oh, mi piace quello spirito democratico del Nuovo Testamento che mette via i titoli, ma guarda in faccia l’anima di un uomo e riconosce questi come Pietro, Giovanni, Apollo e tutto il resto. Quando scendiamo nella linea di battaglia dei ventuno apostoli, troviamo che quattordici dei ventuno diedero le loro vite per il vangelo di Gesù Cristo. Cinque di loro diedero le loro vite su ulivi, quando non si aveva tempo per costruire croci, ma li si inchiodava lì alla prima cosa che si riusciva a trovare. Tommaso morì in India trafitto da una parte all’altra e lasciato morire. Questo è il carattere dell’apostolato; questo è il carattere del Cristianesimo. Questo è il motivo per cui prima del Suo arresto, dopo che ebbe mangiato con loro, Egli prese il calice e, quando ebbe bevuto, disse: «Il nuovo patto nel mio sangue». Ciò che dava significato a questo era l’impegno che veniva preso. Da tempi immemorabili gli uomini si sono impegnati sotto ogni circostanza. Gli antichi Romani, davanti a una grande battaglia, avevano l’abitudine di riunirsi insieme, mentre il capo prendeva il calice nelle mani per bere all’impegno che tutti loro offrivano per l’onore di Roma e dal quale non si sarebbero mai ritirati. Questo era ciò che dava loro il carattere invincibile e che portava avanti la loro conquista in tutto il mondo. Gesù Cristo non era lontano da quel concetto nel Suo sforzo di mettere quello spirito di Dio e di fedeltà nell’anima del Cristianesimo. Egli convocò i dodici, stette in piedi davanti a loro e, prendendo il calice nelle Sue mani, disse in presenza loro: «Il nuovo patto nel mio sangue». E quando ebbe bevuto, lo diede a Pietro e lo porse a Giovanni, e a ciascuno al suo turno. E quando ebbero bevuto col Figlio di Dio, accettando quell’impegno, ciò significava per Pietro: «Il nuovo patto nel mio sangue», e lo stesso significava per Giacomo e Andrea, e ad ognuno di loro nella loro anima, essi davano il proprio assenso all’impegno di Gesù: «Il nuovo patto nel mio sangue». Questo è lo spirito conquistatore dell’apostolato in Gesù Cristo, quello spirito conquistatore del Cristianesimo nato dall’anima del Figlio di Dio. Questo è il motivo per cui i Cristiani guardano al loro Signore, non come a un codardo, non come a uno che si sgomentasse a causa della sofferenza e si nascondesse nella paura, ma essi guardavano a Lui come al più coraggioso dei coraggiosi, mentre osava fare ciò che l’uomo non osò mai. Chi può sostenere quel carattere da Cristiano se non l’amore? E carissimi, voi che ascoltate la mia voce da sei o sette anni, sapete che il mio cuore ha chiesto, la mia anima ha implorato e la mia natura ha desiderato ardentemente che Dio potesse generare in questa città un carattere cristiano di quell’ordine che starà per sempre in piedi come un monumento divino di eterna fedeltà e lealtà in Gesù Cristo alle verità del Figlio di Dio. Sì, ho fiducia in voi. Può darsi che altre anime si fracassino sulle rocce; può darsi che altre anime si inaridiscano nella delusione, ma le vite che sono state piantate in quello spirito di divina fedeltà a Gesù Cristo sono invincibili. Trionferanno nel mondo. In mezzo al modo di pensare della moderna vita di chiesa, il mondo sta aspettando quelli che osano di nuovo uscire sulla piattaforma del Figlio di Dio e rimanere lì in piedi, benedetto sia Dio! Questo è il motivo per cui, per la grazia di Dio, noi prendiamo posto affianco al Figlio di Dio, e senza scansarci, ci sforziamo di accettare la piattaforma su cui il nostro Signore è rimasto in piedi. «Lo Spirito del Signore» disse Gesù, «è sopra di me, perché mi ha unto per evangelizzare i © 2002-2004 eVangelo – www.evangelo.org

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poveri; mi ha mandato per guarire quelli che hanno il cuore rotto, per proclamare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi, per rimettere in libertà gli oppressi, e per predicare l’anno accettevole del Signore». Non l’eterna attesa dell’anno del giubileo, nossignori! Gesù Cristo è venuto, l’eterno giubileo, eternamente disponibile. Egli era alle porte. Vieni dentro e prendi la benedizione e, per la grazia di Dio, godi della benedizione del cielo che il Cristo ha provveduto. Il mio cuore ha sempre bramato una cosa al di sopra di ogni altra; e cioè, che io avessi potuto essere uno della compagnia che sedeva con Gesù quella notte e avessi potuto prendere il calice dalle Sue mani e berlo come un uomo che dicesse: «Il nuovo patto nel mio sangue». Benedico Dio perché in tutte le epoche, Gesù Cristo ha lasciato una chiesa eletta e una generazione eletta di uomini e donne che amano il Signore, che possono prendere il calice nelle mani e che possono bere di nuovo il Suo sangue, dichiarando come Lui: «Il nuovo patto nel mio sangue» e che possono viverlo e morire per esso!

MESSI ALLA PROVA IN SUDAFRICA Un giorno, alcuni anni fa, essendo attorniati da certe circostanze, nemici potenti e influenti che scrivevano opuscoli polemici su di noi divulgandoli in tutto il mondo, ruppero la fiducia nella nostra opera per Dio a un punto tale che il piccolo compenso di sostegno finanziario diminuì poco alla volta fino a rischiare di scomparire. Avevo centoventi operai laggiù, alle frontiere del Sudafrica, aldilà dei confini della civilizzazione. Sorse la questione su cosa bisognava fare per questi in tale ora. Io dissi: «C’è solo una cosa. Cioè, onorare questi uomini e donne. Far loro conoscere la vera situazione. Se è possibile, chiamarli qui e far decidere loro quale sia la migliore cosa da fare». Così vendemmo i nostri beni domestici; vendemmo i nostri orologi, vendemmo ogni cosa che fosse vendibile per ottenere abbastanza denaro da portare quei centoventi qui. Quando arrivarono a Johannesburg, riversai il mio cuore verso di loro così come sono oggi con voi. E dopo un po’ essi dissero: «Fratello Lake, vorremmo stare soli per un pochino, e ti chiediamo di ritirarti. Abbiamo una decisione da prendere». Mi ritirai nella stanza annessa per mezz’ora, e poi mi richiamarono. Quando rientrai, trovai i centoventi seduti secondo una disposizione ovale, al centro del tabernacolo. Avevano tolto via le sedie, avevano fatto un grande cerchio aperto con centoventi sedie attorno, e una piccola tavola al centro con pane e vino. Dissero: «Fratello Lake, abbiamo preso la nostra decisione. Torneremo ai nostri campi. Se noi moriremo, se le nostre mogli moriranno, se i nostri figli moriranno, noi non ridurremo mai quel ministero che Gesù Cristo ha istituito attraverso quest’opera in Africa». Dissero: «Fratello Lake, servi il padre e il vino». Io presi posto in capo al cerchio e iniziai a servire il pane e il vino lì attorno. E ogni uomo diceva: «Il nuovo patto nel mio sangue», volendo dire: «il mio sangue per salvare il Sudafrica». Posero soltanto una restrizione: dissero: «Fratello, se noi moriremo, una richiesta: vieni e seppelliscici!» E dodici volte in quell’anno d’inferno, stetti accanto a dodici dei più begli uomini e dodici delle più belle donne e bambini che Dio abbia mai fatto vivere in questo mondo. Li seppellii perché morirono di fame, o morirono perché non poterono ricevere un’alimentazione appropriata, come quella per la quale un uomo bianco potrebbe vivere. Questo è il motivo per cui l’opera in Sudafrica vive, e questo è il motivo per cui tutta la dannazione sulla terra non l’ha potuta assalire. Ma come una gloria vittoriosa, è andata avanti in questi anni, conquistando e conquistando nel nome del nostro Cristo, finché i miei centoventi sono aumentati a duecentocinquanta predicatori bianchi della stessa qualità, e finché i nostri cinquecento © 2002-2004 eVangelo – www.evangelo.org

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predicatori neri sono aumentati a milleduecento predicatori dello stesso tipo e carattere, e finché le nostre missioni sono state impiantate in tutto il Sudafrica. Quando lasciai Spokane un anno e mezzo fa, chiesi: «Signore Gesù, ho mancato di mettere quello spirito nelle anime di questo popolo qui? Dopo aver vissuto in mezzo a loro ed essere stato uno di loro, ho mancato, in questa terra di luce, d’amore e d’abbondanza, di mettere quello spirito di Gesù nelle anime del mio stesso popolo?» Ma, benedetto sia Dio, quando sono tornato in questo periodo, ho avuto una nuova sensazione nel mio cuore. Posso dire al mio Cristo: «Signore, è qui! Benedetto sia Dio, è qui!» Tutti gli eroi di Gesù non vissero nel primo secolo né nel quarto secolo. Essi vivono oggi! Nossignore! Se fossi stato costretto a consacrare uomini e donne al Vangelo di Gesù Cristo, e poi a pensare di avere soltanto un sacco di persone deboli fra le mani, allora chiederei scusa a Gesù Cristo e abbandonerei la faccenda. Ma, voglio dire, la mia anima ha toccato l’anima di questa gente. Il mio cuore ha provato un nuovo sollievo in Dio, una nuova reazione dalla profondità di questa città, e oggi so che fra questa gente c’è una fedeltà a Gesù Cristo insuperata nel mondo. Faccio appello a tutti voi nel nome del Signore Gesù Cristo a farla venir fuori nella vostra vita. Alcuni dei primi Cristiani pensavano che stessero passando un duro periodo, così scrivevano rimostranze all’apostolo. Ma egli non era molto consolante. Ciò mi fa ricordare di un missionario che ebbi una volta. Ero a Los Angeles, ed egli mi scrisse dal cuore di Basutoland. Diceva: «Sig. Lake, le suole delle mie scarpe sono consumate, i miei piedi sono sanguinanti, i miei stinchi sono tagliati e il mio corpo è dolente». Suppongo che il povero ragazzo sentisse di aver bisogno di un po’ di comprensione, ma non l’ebbe. Gli scrissi in risposta: «Fratello, le tue scarpe sono consumate e i tuoi piedi sono sanguinanti per il Signore Gesù Cristo. Molte volte i piedi degli uomini hanno sanguinato e il loro corpo è dolente nel servizio del diavolo, e sicuramente noi possiamo arrivare proprio a quel punto, e anche un po’ oltre per il Figlio di Dio e per la vita eterna». Benedico Dio per questi anni a Spokane. La gente pensa che la nostra vita sia stata burrascosa, ma per me è stata una vera e propria quiete, e in qualche modo provo l’antico scuotimento. Sento ancora una volta una passione, un forte desiderio nel mio cuore per un mondo lontano da Dio, che una volta ha sollevato la mia anima nei luoghi celesti e mi ha dato la forza traente per portare a termine tutto per Lui. Ma devo portare questo discorso a un termine, poiché abbiamo una cerimonia sacra da eseguire. Ci proponiamo di consacrare oggi pomeriggio un gruppo di uomini e donne come anziani nella chiesa.

PREGHIERA Dio, mio Padre celeste, quanto prego oggi che venga nelle nostre anime lo stesso spirito puro di Gesù Cristo venuto dal cielo e che arse nei cuori di Pietro, Giovanni e Paolo, e che li condusse sui monti attraverso i deserti e sulle scottanti sabbie in mezzo ad assassini, traditi da falsi fratelli, e da ogni altro personaggio del male e li guidò vittoriosamente! Signore Dio, ti chiediamo per la Tua grazia quest’oggi, di fare ciò. Signore, sia così, e la nostra fede lo pretende, che tutti coloro sui quali in questo pomeriggio saranno imposte le mani, e questa chiesa, caro Dio, vengano avanti e ridedichino sé stessi a questa vita benedetta, a questo santo sforzo per l’umanità.

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