8 minute read
L’influenza della Marina di Porto Rotondo nella Marina di Casa de Campo, La Romana diego fernández Mena
from L'eredità Italiana Nella Repubblica Dominicana
by The Italian Legacy in Philadelphia and in the Dominican Republic
L’influenza della Marina di Porto Rotondo nella Marina di Casa de Campo, La Romana
diego Fernández Mena Imprenditore
Nella pagina precedente:
Vista panoramica del porto turistico con la «Plaza Portofino» e l’«Ensenada» (insenatura); al centro, il «Paseo del Mar» (passeggiata a mare).
La meridiana sulla quale è riportato il nome della piazza, «plaza Portofino». Il nome si deve all’architetto Gianfranco Fini, che ha voluto così ricordare uno dei porti turistici più belli del mondo, quello del borgo ligure di Portofino, sinonimo d’eleganza ed esclusività e pertanto ispirazione per la Marina di Casa de Campo. Gianfranco Fini
La diaspora degli italiani che ha piantato il seme dell’italianità nel Nuovo Mondo ha una storia secolare. L’isola di Santo Domingo deve il suo legame con l’Italia a una pleiade di uomini e donne che dal 1492 hanno solcato le acque dell’Atlantico per fare di Hispaniola la propria dimora. Indipendentemente dalle epoche in cui hanno compiuto il loro viaggio, da soli o nelle ondate migratorie successive, spicca una caratteristica comune: da Alessandro Geraldini, primo vescovo residente del Nuovo Mondo e della Cattedrale Primaziale d’America a Giovanni Battista Cambiaso, eroe dell’indipendenza nazionale e padre della Marina Militare dominicana, fino ad arrivare alle molte altre famiglie che onorano questo libro, tutti senza eccezione sono dei pionieri, artefici di un retaggio che sopravvive a loro nel tempo. Parlare della Marina Casa de Campo nella Repubblica Dominicana vuol dire parlare dell’architetto Gianfranco Fini, amante della vela e delle arti, due passioni distillate in un lavoro architettonico che segna un prima e un dopo nella storia contemporanea dell’architettura dell’isola. Nel concepire La Marina Casa de Campo, Fini con la precisione di un chirurgo riesce a inserirla con naturalezza nel già riuscito complesso della Casa de Campo, infondendole qualcosa anche della tradizione nautica, una passione che fino ad allora nel paese
Veduta aerea delle case di «plaza Portofino» e di «calle Barlovento». È evidente la stretta connessione della parte architettonica con l’acqua e le barche del porto turistico.
era riservata a un gruppo ristretto di amanti della pesca. Le generazioni successive, cresciute dopo la nascita di quest’opera, hanno adottato uno stile di vita che prima non esisteva e che allinea La Marina di Casa de Campo alle principali città portuali, come dimostrano le centinaia di barche qui ormeggiate in permanenza.
L’architetto Gianfranco Fini e la Marina
Gianfranco Fini scoprì la Repubblica Dominicana nel 1988, su invito di un amico che gli aveva affidato la progettazione di una villa. A quell’epoca la sua fama di architetto era già solida: alcuni anni prima aveva partecipato a un concorso internazionale per la ristrutturazione della Marina di Gouvia a Corfù, in Grecia, e subito dopo essere stato incaricato di trasformare l’antico porto di Porto Rotondo in un porto turistico moderno ed efficiente. All’arrivo nei Caraibi, alla fine degli anni ottanta, Casa de Campo era già un complesso turistico internazionale piuttosto noto, che si estendeva per sette chilometri lungo una costa lussureggiante e selvaggia, con vista sul Mar dei Caraibi. Seguendo i suggerimenti dei suoi recenti lavori per Porto Rotondo, con la mente ancora piena delle immagini dei piccoli porti della tradizione mediterranea, Fini pensa a un progetto preliminare da proporre a Central Romana, azionista di maggioranza di Casa de Campo. Durante i suoi soggiorni romani iniziò dunque a progettare un porticciolo turistico che in seguito, il 23 febbraio 1994, presentò alla Corporación del Central Romana. L’idea non ricevette subito l’accoglienza prevista, ma l’architetto romano non si scoraggiò e tra il 1994 e il 1997 presentò altre tre proposte, ipotesi che furono oggetto di innumerevoli incontri e infinite modifiche, fino alla versione del giugno 1997, approvata infine informalmente nel novembre dello stesso anno come un nuovo soggetto architettonico su cui dovevano ancora essere condotte indagini di mercato più approfondite, in via di elaborazione. Fini cominciò quindi a lavorare a una versione schematica del progetto; una semplice presentazione che delinea l’idea generale della Marina, incentrata sulla definizione delle tipologie di appartamenti e su uno schema generale dei moli con ormeggi che verrà proposto a un pubblico selezionato di proprietari o visitatori di Casa de Campo. In questa fase Fini coinvolge il suo
Uno scorcio dell’ampia «calle Barlovento», che conduce al porto e alle banchine. amico Piero Giacosa, con il quale ha da poco completato il complesso residenziale Jardín Minitas a Casa de Campo. Insieme a Giacosa Fini organizza la presentazione del progetto preliminare che si svolge alcuni mesi dopo a La Romana Country Club e che convince tutti della validità dell’operazione. Da quel momento è iniziato il vero e proprio lavoro di progettazione di La Marina, parallelamente alle verifiche commerciali svolte per un paio d’anni insieme a Giacosa. Il progetto sorge sul lato ovest del fiume Chavón, in un’area paludosa e sconnessa, quasi sul livello del mare, che i locali utilizzavano come cava di sabbia per l’edilizia. L’area totale di intervento era di circa 220.000 metri quadrati sul lato terra e di circa 110.000 metri quadrati sul lato mare, per un totale di 330.000 metri quadrati. Così, nel luglio 1998, insieme all’arrivo della figlia Nicola, neolaureata in Architettura aggiuntasi al team di progettazione, hanno ufficialmente avuto inizio i lavori di costruzione su tutta l’area del porto, con i frangiflutti e i moli di cemento, nonché delle case della piazza e di calle Barlovento, seguite dalle case dell’Ensenada (l’insenatura) con le terrazze private e i moli sull’acqua, i giardini e i parcheggi e il centro commerciale, il club nautico e tutti quegli elementi visibili del paesaggio architettonico di Casa de Campo Marina che osserviamo e viviamo con rinnovato piacere ogni volta che vi mettiamo piede. Prima però di dare il via ai lavori di costruzione è stato necessario predisporre l’area, un’impresa rivelatasi molto lunga e complessa. Il visitatore che oggi arrivi alla Marina per cenare o per fare un giro in barca non può certo sapere o immaginare l’entità del lavoro richiesto. La preparazione dell’area di intervento è iniziata con i retroescavatori che hanno estratto vicino al mare fango mescolato con sabbia fino a quattro metri di profondità. Il vuoto lasciato dalle estrazioni è stato riempito con un primo strato di grandi rocce di pietra, e quindi con rocce via via sempre più piccole; l’ultimo strato, di circa 80 cm, è stato realizzato con frammenti di caliche sgretolato, fino a raggiungere la quota stabilita: 2,5 metri sul livello del mare. Questa è anche l’altezza dell’intero progetto attuale, ad eccezione della plaza Portofino, di 45 cm più bassa, nonché dei percorsi di collegamento del porto e dei moli, fissati in tutta La Marina a 1,60 metri sopra il livello del mare. L’intera parte terrestre è stata separata dal mare mediante pannelli di cemento alti circa 6 metri con una base a T rovesciata, ancorati sul fondo e uniti lateralmente a incastro.
Mentre la separazione di La Marina dal fiume Chavón, per proteggerla dalle inondazioni, è stata attuata con un lungo muro di cemento spesso 30 cm e alto quasi 5 metri costruito lungo il terrapieno. Nonostante le molte ditte, in gran parte locali, coinvolte nella fase di costruzione, ciascuna con un’area o un compito molto specifico, l’organizzazione del lavoro non ne ha risentito e l’opera è stata conclusa in perfetta armonia tre anni dopo. La Marina è stata inaugurata nel 2001 dall’allora presidente della Repubblica Dominicana, Sua Eccellenza Hipólito Mejía. L’operazione ha subito riscosso un grande successo commerciale, tanto che un anno dopo, nel 2002, Central Romana ha deciso di ampliare il porto. Il vecchio frangiflutti, modificato in altezza, è diventato il paseo del Mar, un’incantevole passeggiata pedonale circondata da palme e giardini, con un ristorante e otto boutique, culminante in un edificio a forma di vecchio faro che funge da ristorantebar della piscina. L’ampliamento della Marina ha comportato la costruzione di un nuovo frangiflutti lungo 1 km, costruito in mare aperto a una profondità di 5 metri. L’operazione ha consentito il recupero di un’area che ospita ora un cantiere navale e quattro nuovi moli con 171 posti barca, portando il numero totale di moli di La Marina a 354 unità. Il nuovo frangiflutti, il cantiere navale e i quattro nuovi moli con il paseo del Mar sono stati solennemente inaugurati nel 2006 dal successivo presidente della Repubblica Dominicana, Sua Eccellenza Leonel Fernández. L’eredità di Fini nella Repubblica Dominicana va ben al di là delle numerose ville annidate in questo luogo di villeggiatura di prim’ordine e del gioiello della corona, la Marina di Casa de Campo. Il suo lavoro è riassunto dalla gente del posto come «La Marina», non solo perché è il primo porto turistico di lusso full-service dell’isola, ma anche perché è diventato un’icona della cultura pop dominicana, cha ha saputo influenzare lo stile di vita delle ultime generazioni spingendole ad abbracciare l’amore per il mare. Il suo lavoro è diventato la scintilla e il concept collaudato della sua visione di un’isola aperta al mondo, circondata da un circuito di porti turistici che avrebbe attirato il mondo dello yachting alla riscoperta di quest’isola incantata per le generazioni a venire. Fini ha fatto della Repubblica Dominicana la sua casa, ed è diventato una parte vitale del tessuto sociale, dedicando il suo talento per l’arte e l’architettura come mentore a una nuova generazione di brillanti architetti, e dedicando, in qualità di mentore, il suo talento per l’arte e l’architettura a una nuova generazione.