Woodwork

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WOODWORK STUDIO MUMBAI AND CIBICWORKSHOP FOR PAOLA C.





WOODWORK STUDIO MUMBAI AND CIBICWORKSHOP FOR PAOLA C.



The collection has the unique quality of being made by skilled craftsmen, using simple tools and created from pieces with a fine and poetic primitivism. The teak chopsticks of the hand-carved trays, the curves of the wood dowels, the combination of woods in different colours and finishes, the sensual polished surfaces and patterns create sculpted surfaces that bear a small exotic touch of magic that in some way reminds us of how boundless is the expressive richness that the hand of man can continually produce. La collezione ha come unicità l’essere realizzata da abili artigiani, con strumenti semplici, e fatta di pezzi di un primitivismo colto e poetico: i bacchettini di teak dei vassoi tagliati a mano,le curve dei tondini di legno, l’abbinamento dei legni di colori e finiture diverse, le levigature sensuali e i patterns che si creano sulle superfici scolpite portano con sé una piccola magia esotica che in qualche modo ci fa pensare a come sia infinita la ricchezza espressiva che la mano dell’uomo può continuare a produrre.









THE LIFE OF AN OBJECT IS DEPENDENT UPON THE DIFFERENT UNDERSTANDING AND INTERPRETATION THAT WE MAY HAVE. WHETHER ORIGINAL, TRANSFORMED OR PERSONALISED, EVERY OBJECT HAS THE INNATE ABILITY TO TELL A STORY; FROM THE INITIAL INTENT OF THE CRAFTSMAN’S GESTURE AND CHOICE,TO ITS PAST AND POTENTIAL USE. THIS CONSIDERATION, CONSCIOUS OR NOT, REMAINS AMBIGUOUS, EXISTING AS PART AND WHOLE, BETWEEN IDEA AND REALITY.


LA VITA DI UN OGGETTO DIPENDE DAI DIVERSI SIGNIFICATI E INTERPRETAZIONI CHE GLI SI POSSONO DARE. SIA ESSO ORIGINALE, O TRASFORMATO, O PERSONALIZZATO, OGNI OGGETTO HA L’INNATA CAPACITÀ DI RACCONTARE UNA STORIA; DALL’IDEA INIZIALE CHE MUOVE IL GESTO E LA SCELTA DELL’ARTIGIANO, ALL’USO CHE NE È STATO FATTO, FINO ALLE SUE POTENZIALITÀ FUTURE. QUESTA CONSIDERAZIONE CONTIENE L’AMBIGUITÀ ESISTENTE TRA LA PARTE E L’INSIEME, TRA IL PENSIERO E LA REALTÀ.















Design Aldo Cibic - Cibicworkshop


Design Bijoy Jain - Studio Mumbai

















The PAOLA C. showroom is located in the courtyard of via Solferino 11, Milan and hosts a tableware collection based on a youthful yet refined interpretation. The Paola C. collections of objects made using a variety of materials are created by Italian and foreign designers and artists under the art direction of Aldo Cibic. Paola C.’s collaboration with Aldo Cibic started in 2000 with a series of hand-finished ceramics and a line of mouth-blown glassware. Over the years, the collection as well as the search for new materials have expanded, maintaining the goal to create practical, elegant and poetic objects. Paola C.’s commitment to offering opportunities to the young – and Aldo Cibic’s relationship with various universities – started a constant and fruitful collaboration with schools through a series of exhibitions, each dedicated to a single school. These initiatives helped create collections of products, most of which are now well-known and successful. In 2001 Paola C. invited the Royal College of London, offering young international designers the opportunity to design new everyday and practical objects. In 2002 and 2005 the project involved Fabrica, the Benetton group international communications research center. In 2003 the invitation was extended to the young designers of the Tonji University of Shanghai and in 2011 to the young designers of Atelier Prey of the Design and Art Faculty of the Free University of Bozen. The selected objects of all collections are produced and marketed under the

Paola C. brand. The research project will continue over the next years, constantly involving young talents from all over the world. Paola C. intends to propose herself as the editor of collections of contemporary and practical, simple yet out of the ordinary tableware. A Milano, nel cortile di Via Solferino 11, ha sede lo showroom delle edizioni Paola C., nate per proporre una visione giovane ma ricercata della tavola. I programmi delle edizioni Paola C. prevedono collezioni in diversi materiali, realizzate da designer e artisti italiani e stranieri, con l’art direction di Aldo Cibic. Il sodalizio con Aldo Cibic è iniziato nel 2000 e ha preso il via con una linea di oggetti in ceramica rifinita a mano, e una in vetro soffiato a bocca. Nel tempo la collezione si è ampliata e la ricerca ha considerato altri materiali, sempre con la finalità di produrre oggetti funzionali, eleganti e poetici. L’impegno di Paola C. nel dare possibilità ai più giovani – e il fatto che Aldo Cibic avesse un rapporto continuo con le diverse università – ha originato una costante e proficua collaborazione con queste istituzioni, generando una serie di mostre dedicate di volta in volta alle diverse scuole. Queste iniziative hanno dato vita a collezioni di prodotti, molti dei quali sono diventati riconoscibili e di successo. Le edizioni Paola C., con l’obiettivo di offrire a giovani designer internazionali l’opportunità di declinare quotidianità e funzionalità degli oggetti con il gioco della novità, hanno ospitato nel 2001 il Royal College di Londra.


Nel 2002 e nel 2005 il progetto ha coinvolto Fabrica, centro internazionale di ricerca nella comunicazione del gruppo Benetton. Nel 2003 l’invito è stato rivolto ai giovani designer della Tongji University di Shangai. Nel 2011 ai giovani designer dell’ Atelier Prey della Facoltà di Arte e Design della Libera Università di Bolzano. In tutte le edizioni, gli oggetti selezionati sono prodotti e commercializzati con il marchio Paola C. Il progetto di ricerca proseguirà nei prossimi anni, sempre con il coinvolgimento di giovani talenti da tutto il mondo. L’obiettivo di Paola C. è quello di proporsi come editore di collezioni di oggetti contemporanei e funzionali, semplici e mai banali, riservati a una “art de la table” che sfugge al codice delle apparenze e si fa gioco delle definizioni. THIS YEAR. Meeting Bijoy Jain and the projects of Studio Mumbai, led to the idea of organizing an exhibition of objects made from exotic wood. The pieces of the collection were handmade in the incredible workshop that is located in the forest south of Mumbay where fifty or so indian craftmen together with students, architects and designers from all over the world, work together. The result, is a collection of wood objects designed by Bijoy Jeain and Aldo Cibic, two different personalities that come together creating a poetic work that is strongly influenced by the collective efforts of the craftsmen and designers of Studio Mumbai.

Quest’anno.Conoscere Bijoy Jain e il lavoro di Studio Mumbai ha generato l’idea di fare una mostra di oggetti in legni esotici interamente prodotta nell’incredibile workshop che si trova nella foresta a sud di Mumbai dove lavorano una cinquantina di artigiani indiani e studenti , architetti e designer provenienti da diverse parti del mondo. Il risultato è una collezione di oggetti disegnata da Bijoy Jain e da Aldo Cibic che con personalità diverse trasmette

una poetica fortemente influenzata dal lavoro corale degli artigiani e dai designers di Studio Mumbai. HOW WE MET. Before I met the man, I was familiar with his work. In August 2010, I fell in love with the installation by Bijoy, Studio Mumbai staged by Kazuyo Sejima at the Venice Biennial of Architecture. It was his workshop, which is located about an hour south of Mumbai in the middle of a thick grove


of trees, transferred to the Arsenale area of the Biennale. There were prototypes of his handmade doors in exotic wood, handles, hinges, copper and brass gutters which had an elegant and craft-made appeal, shelves piled high with books and notebooks filled with notes and designs by the craftsmen themselves. We were also present at the Biennale with an installation entitled “Rethinking Happiness” which uses large models to discuss new com

munities in which to live and work. When we finally met, I suggested to Bijoy that we work together on an exhibition of objects for Paola C. , realized entirely in her workshop. So it was that I travelled in late December to visit Bijoy. It felt like I living the life that I had always dreamed about and until then was represented in the stories and in the models of my projects. I lived with fifty or so Indian craftsmen, about twenty other architects

from around the world as well as the people who work so hard to make it all happen, first among whom, Bijoy’s wife, Priya. This meeting has fueled my determination, although in other places and with other means, to live and experience my visions. Prima di lui ho conosciuto il suo lavoro. Nell’agosto 2010 alla Biennale di Architettura di Venezia curata da Kazuyo Sejima sono rimasto profondamente affascinato dall’installazione di Bijoy, Studio Mumbai: si trattava del suo workshop, che si trova ad un’ora a sud di Mumbai in mezzo ad una quasi foresta, trasferito all’arsenale della Biennale; c’erano prototipi di serramenti fatti a mano con legni esotici, maniglie, cerniere, grondaie in ottone e rame che avevano un sapore artigianale e raffinato, scaffali con i libri e i quaderni degli appunti e di disegni degli artigiani stessi. Noi eravamo presenti alla stessa Biennale con un’installazione dal titolo Rethinking Happiness che, attraverso dei grandi modelli, raccontava di nuove comunità in cui vivere e lavorare. Quando ci siamo poi conosciuti ho proposto a Bijoy di fare insieme una mostra di oggetti per Paola C. realizzati interamente nel suo workshop, ed è così che a fine dicembre sono andato a trovarlo: mi è sembrato di trovarmi in un sistema di vita che ho sempre desiderato e che fino a questo momento è rappresentata nelle storie e nei modelli dei miei progetti. Ho vissuto insieme ad una cinquantina di artigiani indiani, ad una ventina di architetti provenienti da tutte le parti del mondo e alle persone che collaboravano a far funzionare tutto questo, in primis a


sua moglie Priya. Quest’incontro ha determinato la voglia di riuscire, anche se in altri posti e con altre modalità, a realizzare e a vivere le mie visioni. Bijoy Jain was born in Mumbai, India in 1965 and received his M. Arch from Washington University in St Louis, USA in 1990. He worked in Los Angeles and London between 1989 and 1995 and returned to India in 1995 to found his practice. Studio Mumbai is a human infrastructure of skilled craftsmen and architects who design and build the work directly. Gathered through time, this group shares an environment created from an iterative process, where ideas are explored though the production of large-scale mock-ups, models, material studies, sketches and drawings. Projects are developed through careful consideration of place and a practice that draws from traditional skills, local building techniques, materials, and an ingenuity arising from limited resources.The essence of the work lies in the relationship between land and architecture. The endeavour is to show the genuine possibility in creating buildings that emerge through a process of collective dialogue and a face-to-face sharing of knowledge. Bijoy Jain and Studio Mumbai appear frequently at international exhibitions: Japan, Great Britain, France, Swiss. Until the latest edition of Biennale dell’Architettura in Venice.

Bijoy Jain è nato a Mumbai, India nel 1965. Ha conseguito il titolo di architetto presso la Washington University di St. Louis, USA nel 1990 e ha lavorato a Los Angeles e a Londra tra il 1989 e 1995, tornando poi in India per aprire il suo studio. Studio Mumbai è una realtà composta da architetti e abili artigiani che elabora e realizza direttamente i progetti. Il team si è formato nel tempo condividendo uno spazio creato con un processo iterativo, nel quale le idee vengono sviluppate attraverso la produzione di modelli in larga scala, studio dei materiali, schizzi e disegni. I progetti nascono dall’attenta osservazione dei luoghi e da una prassi operativa ispirata a usi tradizionali, materiali e tecniche di costruzioni locali, frutto una creatività spontanea, quasi ingenua che nasce dalle risorse limitate. L’essenza del lavoro risiede nella relazione tra terra e architettura. L’impegno è dimostrare la possibilità reale di costruire edifici che nascano da un percorso di dialogo collettivo e di reciproco confronto di conoscenze. Numerose le presenze di Bijoy Jain e Studio Mumbai in esposizioni internazionali: Giappone, Inghilterra, Francia, Svizzera. Fino all’ultima edizione della Biennale dell’Architettura di Venezia. Aldo Cibic was born in Schio (Vicenza) in 1955. In 1977, he moved to Milan to work with Ettore Sottsass and by 1980 became a partner. The Memphis collection followed in 1981, in which Cibic was one of the designers and founders. In 1989, Cibic decided to blaze his own trail and founded Cibic&Partners, which


was the start of his research work with schools. Today, he does most of his projects in architecture and large interior design in Milan, while CibicWorkshop focuses in Vicenza on research and design activities, which aim to develop new design concepts. Cibic also teaches at Domus Academy, as a professor of the degree course in Industrial Design in the Faculty of Architecture of the Politecnico di Milano and at the degree course in Industrial Design of the Faculty of Architecture of the IUAV (the University Institute of Architecture in Venice). He is an honourary professor at Tongji University in Shanghai. In 2010, he was one of the three Italian professionals invited by Kazuyo Sejima to the 12th International Architecture Exhibition in Venice, entitled “People Meet in Architecture” with the project: “Rethinking Happiness”. Aldo Cibic nasce a Schio (Vicenza) nel 1955. Nel 1977 si trasferisce a Milano per lavorare con Ettore Sottsass, di cui diventa socio nel 1980. Nel 1981 nasce la collezione Memphis di cui Cibic è uno dei designer e fondatori.Nel 1989 decide di cominciare il suo percorso fondando lo studio Cibic&Partners e dando via all’attività di ricerca con le scuole. Oggi le attività principali si svolgono a Milano per i progetti di architetture e i grandi interni, e a Vicenza con CibicWorkshop per il design e l’attività di ricerca, rivolto allo sviluppo di nuove tipologie progettuali. Svolge inoltre attività di insegnamento

alla Domus Accademy, al Politecnico di Milano e al Corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Design dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. E’ Professore Onorario alla Tongji University di Shanghai. Nel 2010 figura tra i tre italiani invitati dal direttore Kazuyo Sejima alla XII Mostra Internazionale di Architettura a Venezia dal titolo “People Meet in Architecture” con il progetto “Rethinking Happiness”.


No part of this book may be reproduced or transmited in any form or by any means without written permission from the publisher. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in nessuna forma e con nessun mezzo senza permesso scritto dell’editore. 2012 © Paola C., Studio Mumbai, Cibicworkshop woodwork a collection by/una collezione di Bijoy Jain and Aldo Cibic edited by/edito da Paola C. texts by/testi di Bijoy Jain and Aldo Cibic graphic design by/progetto grafico di Cibicworkshop photos by/foto di Studio Mumbai printed by/stampato presso Tipolitografia Pavan, Vicenza, Italy first edition of/prima edizione di 500 copies



The life of an object is dependent upon the different understanding and interpretation that we may have. Whether original, transformed or personalised, every object has the innate ability to tell a story; from the initial intent of the craftsman’s gesture and choice, to its past and potential use. This consideration, conscious or not, remains ambiguous, existing as part and whole, between idea and reality.


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