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Le origini del distintivo regionale dell’AGESCI Sicilia
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Collana MEMORIA n. 7
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Le origini del distintivo regionale dell’AGESCI Sicilia
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Appunti sulle origini dello scautismo cattolico a Palermo
a cura di Antonio F. Scalini AGESCI Sicilia - Centro studi e documentazione 3
AGESCI SICILIA - Centro Studi e Documentazioni
AGESCI Regione Sicilia, 2016 Centro studi e documentazione sullo scautismo in Sicilia Marzo 2016 centrostudi@sicilia.agesci.it
Via Fratelli Bandiera, 82 95030 Gravina di Catania sicilia.agesci.it
L’opera viene rilasciata sotto licenza
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Impaginazione e revisione: Antonio Scalini
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Segreteria di redazione: Mario Carastro
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Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
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Foto di copertina: Ignazio Gattuso tra i suoi Esploratori nel chiostro del monastero basiliano di Mezzojuso Per gentile concessione di Giovanni Perrone e Pino Di Miceli
Riproduzione autorizzata con citazione della fonte
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Introduzione
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Con questa lettera di accompagnamento l’Autore cedette i suoi appunti originali a Giovanni Perrone nel 1970 quando quest’ultimo ricopriva in ASCI l’incarico di Commissario Provinciale di Palermo (in seguito ultimo Commissario regionale ASCI e primo Responsabile regionale AGESCI). Perrone si era adoperato per raccogliere informazioni e documenti storici sulla Sicilia per la stesura della prima edizione di “Storia dello scautismo in Italia” di Mario Sica, poi uscito nel 1973. Qualche anno fa ha poi versato tutto il materiale scout in suo possesso presso l’archivio regionale AGESCI. Gli appunti, come si evince dalla suddetta lettera, risalgono alla prima metà degli anni Sessanta quando l’Autore ricopriva anch’egli il ruolo di Commissario Provinciale di Palermo. Perché riesumare questo scritto di cinquanta anni fa? Dare lustro a questo documento che raccoglie i primi passi dello scautismo cattolico in Sicilia e soprattutto a Palermo (e che anticipa la stesura di una storia più ampia dello scautismo in Sicilia ormai prossimo) è il mezzo per celebrare il centenario dello scautismo cattolico in Sicilia. Il Centro studi ha tra i suoi obiettivi quello di fare luce sul passato quindi non può lasciare questi tesori soltanto negli scaffali! Già nel 1949 Ignazio Gattuso, quando ricopriva il ruolo di Incaricato regionale per la Stampa e Propaganda nell’ASCI siciliana, aveva tentato una prima raccolta di materiali documentari tra gli scout della regione con l’intento di pubblicare una “Storia dello scoutismo siciliano”. Non sappiamo se questa raccolta andò a buon fine ma è probabile di no perché non se ne ha traccia nell’archivio regionale, né Gattuso riporta nulla negli appunti donati a Perrone. 6
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1 - Lettera circolare del commissariato regionale [1949].
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Del resto se è arduo ai nostri giorni raccogliere materiali dai Gruppi, figuriamoci nell’immediato dopoguerra! Visto il tipo di notizie contenute e l’arco cronologico di riferimento si è preferito dare un titolo più circostanziato e ridimensionato rispetto a “Storia dell’ASCI in Sicilia”, ipotizzato dall’Autore quando ha iniziato il suo lavoro, sicuramente con l’intento di fare uno scritto più corposo1. Infatti come conclude Matteo Mandalà nella sua Prefazione a Opere di Ignazio Gattuso “la lezione di Ignazio Gattuso è lungi dal 1 “Sullo scoutismo esiste ormai una vasta letteratura, ma non pochi sono ancora quelli che o lo sconoscono addirittura financo nel nome o, conoscendo soltanto questo, ignorano la sua essenza e il suo metodo. Per la completezza del lavoro e perché esso possa servire a una maggiore conoscenza del movimento, ritengo opportuno spendere anch’io qualche parola per illustrare che cos’è lo scoutismo, come nacque e che cosa si propone.” Con queste parole l’Autore probabilmente intendeva introdurre il lavoro che aveva in mente di intraprendere e che, non sappiamo il perché, poi non conmpletò, forse perché preso da altre ricerche archivistiche.
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considerarsi conclusa”2 e il lavoro di ricerca e di analisi è ancora lungo. Ma chi è stato Ignazio Gattuso? Nato nel 1903 a Mezzojuso (PA), frequentò nel suo paese le scuole elementari fino alla classe sesta. Poi nel 1914 entrò in seminario a Palermo dove completò gli studi fino al liceo, senza prendere i voti. Aderì alla FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) nel 1924 e in questo ambiente fondò un Riparto ASCI a Mezzojuso di cui fu Direttore, probabilmente per breve tempo perché poi intervenne lo scioglimento dell’associazione e non ci fu neanche il tempo di effettuare la registrazione ufficiale perché non se ne ha traccia. Già in quegli anni si evidenziò la sua propensione per la ricerca storico archivistica che perfezionerà negli ultimi anni della sua vita. Fu molto amico del Commissario regionale avvocato Giuseppe Pipitone, di Gioacchino La Barbera e di Salvatore (Totò) Lagumina (anche loro successivamente Commissari regionali nel dopoguerra). Dopo una lunga pausa nel 1961 fu ripescato dal Commissario regionale Salvatore Schirò che lo propose per la nomina a Commissario provinciale di Palermo (allora si auspicava che i Commissari provinciali fossero stati scout nella Prima ASCI); così lui subentrò a Raffaele Radicella, coadiuvato prima da Claudio Corona come vice (in seguito rinomato neurochirurgo a Milano) ancora troppo giovane per fare il Commissario e dal 1964 da Gioacchino Dazzo. Gattuso ricoprì tale incarico fino alla fine del 1966 poi, dopo aver ricevu2
Cfr. Matteo Mandalà, Prefazione, in Ignazio Gattuso, Opere, vol. I, a cura di Matteo Mandalà, Pietro Di Marco, Pino Di Miceli, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2003, p. XXXII.
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to l'onorificenza scout del Giglio di Seconda Classe consegnatagli da Salvatore Salvatori, si ritirò; fu Dazzo a succedergli. In questo periodo si collocarono le ricerche tra le carte dell’archivio storico scout il cui risultato è dato proprio dai presenti appunti.
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2 - Gattuso all'incontro Capi Squadriglia [1965?].
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Per quanto riguarda la sua vita professionale, da giovane laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche a Palermo vinse un concorso per Segretario comunale e assunse servizio in Friuli; in seguito divenne funzionario a Enna e alla Prefettura di Palermo fino al 1954. L’anno successivo fu invitato a passare alla Regione Siciliana ed entrò nell'organico del funzionariato della presidenza, con vari incarichi, fra i quali quello di responsabile della biblioteca della Presidenza dal 1963 al 1966, che ristrutturò ex-novo con un lavoro colossale. All’apice della carriera, a metà del 1966, prima di raggiungere il limite d’età, chiese il collocamento a riposo così da poter tornare agli studi – sogno della giovinezza – sospesi per gli impegni familiari e lavorativi. 9
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Una volta in pensione, nel decennio 1968-1978 – il più intenso e prolifico dal punto di vista della produzione letteraria – si dedicò esclusivamente ai suoi studi di storico della terra natale. Arrivò a scrivere in tutto quindici testi su Mezzojuso (di cui due postumi) con ritmi serrati che scandirono la sua vita intellettuale, dalla fase giovanile a quella della maturità. Nei suoi libri riesce a fondere storia, tradizione orale e documentazione d’archivio; essi sono consultabili nella biblioteca del Centro studi grazie alla donazione del 2010 proprio di Giacchino Dazzo. Una raccolta di tutti i suoi scritti si trova sul seguente indirizzo http://www.unibesa.it/images/IgnazioGattusoOpereI.pdf 3.
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Gattuso amava concretamente la sua terra. Le valutazioni riportate nei suoi testi erano molto precise e ne facevano un ricercatore maturo grazie anche alla competenza perfezionata con il conseguimento del Diploma di Paleografia e Dottrina Archivistica. Si narra che in biblioteca “prendeva [il libro, n.d.c.] con religioso rispetto, lo avvicinava alla finestra e lo spolverava accuratamente con un piumino che si portava da casa”4 e ciò ne descrive la sua signorilità. Ma vi era anche l’altruismo che caratterizzava la sua personalità. Ebbe due figli. Morì sul finire del 1978. La cittadina di Mezzojuso in sua riconoscenza gli ha dedicato una via e una scuola materna e in seguito al centenario della sua nascita è stata scoperta una targa commemorativa. 3
L’indirizzo si riferisce alla prima parte di Opere; sostituendo il numero romano alla fine con II e con III si raggiungono rispettivamente la seconda e la terza parte. Sito web consultato il 28-01-2016. 4 Cfr. Calogero Messina, Prefazione in Ignazio Gattuso, Le Comunie di sacerdoti in Mezzojuso, a cura di Calogero Messina, Biblioteca Comunale “Gabriele Buccola” di Mezzojuso, Palermo, 1989, pp. 9-10.
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Nota curiosa: nella giuria che lo insignì del premio nazionale “Campofranco” (nel 1978) vi era il professore Santi Correnti anche lui passato dirigente scout (CNGEI) nel dopoguerra: chissà se l’uno hai mai saputo dei trascorsi 3 - Targa commemorativa.
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scout dell’altro!
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Note Nella presente stesura si è cercato di rispettare sostanzialmente la struttura così come prevista dall’Autore nei suoi appunti: punteggiatura, le sottolineature, le maiuscole, i rientri. Per questo motivo si è lasciata la parola “scoutismo” con la “o”5 e gli acronimi puntati (nonostante non sia previsto dalle nostre norme redazionali) uniformandoli comunque a un criterio unitario. Anche le citazioni si è preferito lasciarle come riportate originariamente e non nella forma a blocchetto mentre i riferimenti degli articoli riportati nel corpo del testo originale sono stati inseriti come note a piè pagina. Il secondo capitolo lo si è confrontato direttamente con l’articolo su “Stadium” modificando qualcuna delle correzioni riportate. I titoli dei due capitoli non sono presenti negli appunti origi5
Secondo l'Accademia della Crusca la grafia più corretta è scautismo in quanto la desinenza italiana -ismo applicata alla radice scout- italianizza tutta la parola; così come turismo viene dalla radice tour- e dal suffisso -ismo utilizzando un criterio fonetico di come si pronuncia (cfr. Wikipedia, L’enciclopedia libera, <http://it.wikipedia.org>, 23-05-2007).
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nali così come le immagini (tratte dal medesimo archivio regionale AGESCI Sicilia). Il fondo archivistico interessato è: ASCI, serie 6 - Varie, busta 1, fascicolo 6. Negli appunti, perché tratti dai documenti dell’archivio regionale ASCI, non si fa riferimento a un’esperienza embrionale di scauti-
4 - Manoscritto originale.
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smo avvenuta già nel 1910 a Palermo (ma anche a Messina e Giarre) e inglobata nei REI (Ragazzi Esploratori Italiani) forse perché allora non presenti nell’archivio storico ASCI6. Buona lettura e buon centenario. Antonio F. Scalini Responsabile Centro regionale studi e documentazione AGESCI Sicilia
6 Le informazioni sono tratte da: Ignazio Gattuso, Opere, op. cit. e da Testimonianza al curatore di Gioacchino Dazzo (22-12-2009 e 25-02-2016).
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Trattative e origini
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Fino ai primi mesi del 1915 non esisteva in Palermo nessuna Sezione, né alcun Reparto di Giovani Esploratori, né si notava alcun movimento per la loro costituzione, mentre erano in piena e perfetta organizzazione a Messina e Taormina e in via di costituzione a Fiumefreddo e a Comiso.
“Sii Preparato, 1915, p. 99.
Solo un tentativo di organizzare a Palermo una Sezione di Giovani Esploratori c’era stato da parte di un certo Carmelo D’Agostino del Convitto O. Imp. C. di Spoleto ma si trattò di un tentativo rimasto infruttuoso. 13
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I giornali italiani avevano riportato, a cominciare dal 1910, le prime notizie intorno alla legge e al movimento dei Boy Scouts inglesi ed è indubbio che le notizie circa i rapidi progressi di questa nuova organizzazione giovanile circolavano anche nella nostra città e avevano richiamato l’attenzione di quegli educatori che erano dediti particolarmente ai giovani.
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Qua e là, in tutta Italia, varie iniziative erano state prese per dar vita alla nuova organizzazione nel cui metodo si scorgeva una grande attrattiva per i giovani e un indiscusso valore per la loro formazione. Il più importante di questi tentativi fu quello iniziato a Genova da Mario Mazza fin dal 1909 che nelle sue associazioni sportive “Le Gioiose” cominciò a sperimentare il metodo educativo gioco-lavoro e ad applicarvi il concetto del “dare fiducia” come nello scoutismo. A Milano, nel 1911, l’ingegnere Ugo Perucci costituì i “Piccoli Esploratori della Pace” che l’anno successivo trasformò nell’Associazione Ragazzi Pionieri Italiani, che si diffuse in Lombardia. A Roma, nel 1913, il Prof. Carlo Colombo costituì il “Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani” (C.N.G.E.I.) Il C.N.G.E.I. fu posto sin dal suo primo nascere,
“La Tribuna”, 6 settembre 1910, p. 2.
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sotto gli auspici di S. M. il Re e sotto il patronato delle LL. EE. il Presidente del Consiglio, i Ministri della Guerra, della Marina, degli Esteri, delle Colonie e della Pubblica Istruzione. Esso, sotto la presidenza del Ministro della Marina Ammiraglio Giovanni Bettolo e con l’appoggio del Governo si sviluppò in tutta Italia. Il Principe ereditario Umberto di Savoia, allora undicenne, venne iscritto al corpo e il suo ritratto in divisa di Esploratore ebbe larga diffusione in tutto il paese, e riportato financo nei libri di testo delle scuole elementari. La divisa era in grigio verde con la coccarda tricolore sul cappellone.
Cartolina del CNGEI, [1916].
Chi, per primo in Palermo cominciò a interessarsi seriamente dell’argomento fu il Sacerdote Giovanni Basso, che era Professore di Lettere nel Ginnasio superiore del Seminario Arcivescovile e svolgeva, con grande zelo, anche le mansioni di cappellano del “Pa15
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tronato Maria Immacolata pei (sic) Giovani Operai” in seno al quale era stata costituita ed aveva una florida vita una Sezione Ginnastica denominata “Vigor” aderente alla F.A.S.C.I. che era, com’è noto la Federazione della Associazioni Sportive Cattoliche Italiane. Questa era presieduta dal Conte Mario di Carpegna e aveva la sede a Roma, in quel palazzo in Via della Scrofa, 70 dove era la Presidenza Generale della Gioventù Cattolica Italiana. Anche a Palermo il Patronato Maria Immacolata con la Sezione Ginnastica “Vigor” erano nella stessa sede della Gioventù Cattolica, in Piazza Vittoria, n° 3. Quando il Sac. Basso pensò di instradare i giovani verso le nuova organizzazione si rivolse ai dirigenti centrali del C.N.G.E.I. e il Commissario Generale Prof. Colombo, rispondendogli con lettera del 17 marzo 1915, cominciò con il ringraziarlo della iniziativa, facendogli intravedere la sua soddisfazione per la possibilità di far sorgere una Sezione del Corpo in Palermo “che è poi anche – scriveva testualmente – il capoluogo della Regione Sicula, ed assume quindi una importanza speciale”. Gli annunziava l’invio dello Statuto-Regolamento e del Manuale per gli organizzatori e alcuni numeri della Rivista “per farsi una idea precisa della Istituzione, e dell’opera che occorre in merito all’organizzazione di una Sezione”. Continuava consigliandolo che “anzitutto occorre la formazione di un Comitato patrocinatore, nel quale abbiano parte le personalità più alte della Città, le maggiori autorità civili e scolastiche costituite, e quelle militari: formato il Comitato, eletta la Presidenza e tutto l’ufficio di Presidenza (con un abile Commissa16
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rio Locale) allora si organizza la Sezione e si formano i Reparti di G. E.” Terminava dicendo che “a Palermo non c’è alcun movimento” e assicurandolo che “se la sua iniziativa fosse per riuscire, noi Le daremo tutto l’appoggio necessario”.
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Da notare, per quanto riguarda questa lettera, che per la formazione del Comitato Promotore si indicano le autorità civili, scolastiche e militare e non anche quelle religiose; tuttavia comincia con un ringraziamento per l’iniziativa presa da un sacerdote e finisce con l’assicurazione che a lui sarebbe stato dato “tutto l’appoggio necessario”. Bisogna dire che, in sostanza, l’iniziativa del Sac. Basso era ben vista e veniva incoraggiata. Tanto a Palermo, per iniziativa personale del Sac. Basso, quanto a Roma da parte della Gioventù Cattolica, d’intesa con la F.A.S.C.I., si pensava di costituire Sezioni del C.N.G.E.I. o con giovani appartenenti alle organizzazioni cattoliche, com’era nell’animo del Sac. Basso, o con una larga partecipazione di essi come 17
Lettera di Carlo Colombo, (Commissario Generale CNGEI), Roma 17/03/1915, a Giovanni Basso.
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pensavano i dirigenti romani, purché “in condizioni accettabili per i sentimenti cristiani dei nostri giovani e compatibili con le nostre pratiche religiose”. A Palermo, dove in quei primi mesi del 1915 il terreno era libero, al Sac. Basso poteva arridere il successo anche perché secondato dai dirigenti centrali del C.N.G.E.I. Ma è da pensare che, avutosi sentore localmente della sua iniziativa, vi fu chi pensò di togliergliela di mano e nell’agosto dello stesso anno esisteva già in Palermo un Comitato Regionale del Corpo Nazionale dei G.E.I e il
Lettera di Carlo Colombo, (Commissario Generale CNGEI), Roma 13/10/1915, a Giovanni Basso.
Prof. Colombo, scrivendo al Sac. Basso il 13 ottobre, gli diceva: “per ciò che riguarda la costituzione di una Sottosezione è bene che ella vada direttamente dal Prof. Mastricchi che è Presidente della Sezione già costituita, e sentire con lui come può farsi l’iscrizione dei suoi giovani alla Sezione regolare, pur avendo la garanzia ch’essi possano mantenere le pratiche religiose”.
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Il punto debole stava tutto qua: la salvaguardia dei sentimenti cristiani dei nostri giovani e la compatibilità delle loro pratiche religiose con le attività della nuova organizzazione dei giovani esploratori. Il problema, com’è ovvio, aveva un’importanza fondamentale e fu dibattuto in campo nazionale tra i dirigenti della Gioventù Cattolica Italiana e i poteri centrali del C.N.G.E.I. Trattative vi furono tra i due organismi e si arrivò a stilare addirittura un accordo che prese nome di “accordo Bettòlo”. Un’intesa all’inizio delle trattative sembrava “soddisfacentemente raggiunta – scriverà Mario di Carpegna al Sac. Basso – sennonché gravi difficoltà ostacolano ora un’intesa” e il Prof. Colombo gli scriverà a sua volta: “sono spiacente di dirle che circa l’accordo con la Fasci non è come fu pubblicato”. Che cosa era avvenuto? Lo spiega sinteticamente Carlo Ceschi nel suo “Contributo cronologico sugli inizi dello scautismo in Italia”7, che sul motivo fondamentale dice: “il perdurare del contrasto storico risorgimentale nelle sfere dirigenti e nello stesso Governo, sfociò presto in quella incompatibilità confessionale che non permise ai cattolici di trovare libertà di espressione nel Corpo Nazionale degli Esploratori. Da ciò la sconfessione dell’accordo Bettòlo che portò nel 1915 l’Azione Cattolica a considerare la necessità di un movimento scautistico indipendente”.
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Cfr. Carlo Ceschi, Contributo cronologico sugli inizi dello scautismo in Italia, “Strade aperte”, 1966, n. 2, marzo/aprile, p. 3.
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Torniamo a Palermo dove il Sac. Basso non disarma e si rivolge ora insistentemente a Mario di Carpegna che, dopo avergli detto degli ostacoli all’accordo con il C.N.G.E.I., gli dice che “è ferma intenzione dei nostri due enti summenzionati (Gioventù Cattolica e F.A.S.C.I.) di cercare, indipendentemente da ulteriori negoziati e accordi, di promuovere, là dove l’ambiente sia favorevole, lo sviluppo di numerose Sezioni e Sottosezioni di Giovani Esploratori, con esclusione di elementi settari ed antireligiosi, ma di carattere temperato e apolitico, nella speranza di riuscire con l’energica compagine delle nostre organizzazioni ad una efficace pressione per ottenere le garanzie che attualmente non c’è dato di conseguire” garanzie che tendono sempre alla salvaguardia dei sentimenti cristiani e la compatibilità con le pratiche religiose. Gli preme poi di sapere “Se la S.V. e le persone che con Lei favoriscono il nostro programma sportivo,
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Pagina dell’articolo citato.
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riconoscano, come noi, la necessità di secondare le generali tendenze dei nostri giovani per questa nuova istituzione”. Non sappiamo che cosa abbia risposto il Sac. Basso, ma possiamo intuirlo dalla ulteriore lettera di Mario di Carpegna in data 23 8 settembre 1915 che gli scrive: ”[… n.d.c.] capisco tutto l’interesse ch’Ella nutre per lo Scoutismo, e capisco purtroppo che di una nostra Sottosezione in Palermo non è nemmeno il caso di parlare, dato il carattere del Comitato Regionale Palermitano. La detta Sottosezione non potrebbe esplicitamente chiamarsi cattolica, e dovrebbe sempre dipendere dal Comitato e dal Commissariato Regionale per gli orari, che, se non amichevolmente combinati, varranno certo di impedimento alle pratiche religiose dei Suoi giovani. In questo stato di cose io credo ottimo divisamento il suo di instradare la valorosa “Vigor” verso lo scoutismo, per averla pronta nel tempo forse non lontano in cui istituiremo il nostro corpo di Giovani Esploratori nelle regole genuine inglesi, che onorano altamente il sentimento religioso. Il momento attuale non è certo propizio per una secessione formale, ma a questo passo si dovrà certamente arrivare, e godo che come noi anche Lei vi si prepari”. L’ultimo scorcio del 1915 fu decisivo per l’inserimento di elementi cattolici nel movimento scoutistico ufficiale allora operante in Italia: il C.N.G.E.I. 8
Negli appunti il giorno riportato è il 13 ma si tratta di una probabile svista dell’Autore in quanto il giorno esatto del documento risulta essere il 23.
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Andato a monte l’accordo Bettòlo, riusciti vani gli ulteriori tentativi d’intesa amichevole non restava che la secessione alla quale le organizzazioni cattoliche erano, come abbiamo potuto scorgere dalla lettera di Carpegna, ormai dappertutto preparate. Non si trattava invero di secessione perché l’elemento cattolico non era riuscito ad inserirsi in nessun modo nel C.N.G.E.I. e non se ne usciva da esso, ma vista la vanità delle trattative le abbandonava definitivamente prendendo una propria strada per portare lo scoutismo sulle regole genuine inglesi. Queste, lo ha accennato Carpegna, rispettano il sentimento religioso, la qualcosa è fondamentale per una buona educazione dell’animo e una sana formazione del carattere. Che non lo sapessero o non se ne accorgessero i dirigenti del C.N.G.E.I. è assurdo pensarlo: è vero anzi il contrario come abbiamo potuto scorgere dalle prime lettere del Prof. Colombo. Ma tant’è il clima era quello.
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Questa era la sostanza, ma c’era anche una questione di forma, perché, come osserva Ceschi nel citato articolo, ”la mancanza di capi in generale” perché tutti i giovani di vent’anni avevano vestito la divisa militare “e l’ancor giovane preparazione scout di quelli rimasti, portò insensibilmente il C.N.G.E.I. verso forme, attività e discipline alquanto militaristiche che dello scoutismo originale avevano perduto freschezza ed originalità”. “Ella approva il mio divisamento – scrive il Sac. Basso al Conte di Carpegna – di istradare i giovani della “Vigor” verso lo Scoutismo, per averli pronti il
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giorno in cui istituiremo il nostro Corpo Nazionale di G.E.C. Ed io lieto del suo incoraggiamento mi son messo all’opera: ma si è presentata subito una difficoltà. Non è possibile conservare la divisa col nome di “Vigor” al reparto che si va formando. E allora quale divisa adottare e quale nome dare? La risposta dovrebbe essere facile: l’uniforme universale di esploratore e il nome ormai consacrato di Giovani Esploratori. Ma posso io fare adottare ai miei giovani la divisa ufficiale del C.N. dei G.E. e possono presentarsi al pubblico come una squadra di Giovani Esploratori non aderenti o autonomi?” La lettera continua rimandandosi a quello che è stato fatto a Genova e parla già di “equipaggiamento e oggetti di vestiario dei Giovani Esploratori”. Sono mesi e mesi che il Sac. Basso si dibatte da un lato e dall’altro per veder nascere i suoi giovani esploratori. Egli freme e certamente fremono con lui quei giovani che sono pronti a intraprendere la nuova strada dello scoutismo. Freme a tal punto da chiedere a Carpegna: “Nel caso che non giudicasse prudente istituire le nostre Sezioni autonome con divisa e nome conforme al Corpo Nazionale si potrebbe per il momento ricorrere a delle uniforme affini e a delle denominazioni quasi identiche come si è fatto altrove?” “A me non par bello ricorrere a sinonimi quando il nome è quello di Giovane Esploratore. E allora come faremo a distinguere i nostri giovani da quelli appartenenti al C.N.? Basterà qualche semplice distintivo?” La lettera è del 1° ottobre del 1915, maturata cioè nello stesso momento in cui a Roma Gioventù Cattolica e la F.A.S.C.I. decidono di dar vita autonoma al 23
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Chiesa di S. Agostino Genova (Foto Tito Vaccaro).
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movimento scautistico cattolico. È infatti del 28 gennaio 1916 la data in cui viene ufficialmente costituita l’”Associazione Scoutistica Cattolica Italiana” avente carattere Nazionale e pochi giorni dopo il 1° febbraio si riunisce a Roma per la prima volta il Consiglio Centrale che ne approva le direttive provvisorie. Il Conte Mario di Carpegna, era, come abbiamo visto, il Presidente della F.A.S.C.I., diviene il primo Commissario Centrale della nuova Associazione e Mario Mazza, che possiamo definire il primo promotore dello scoutismo italiano nelle sue genuine forme viene designato quale Commissario Ispettore.
Appare per la prima volta la sigla A.S.C.I. che accoglierà schiere di baldi giovani per educarli e formarli secondo lo spirito della legge scout; compare per la prima volta in Italia la divisa scout internazionale, camiciotto caki e calzoni corti; il giglio che Mazza aveva preso dalla Chiesa di S. Agostino in Genova per le sue “Gioiose” diventa il glorioso emblema della nuova Associazione. 24
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Abbiamo visto che fin dal 1° agosto 1915 Padre Basso aveva manifestato il suo “divisamento” di istradare i giovani della “Vigor” verso lo Scoutismo, che Carpegna lo ha giudicato “ottimo” e che, così incoraggiato, si “è messo all’opera”.
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Non fa perciò meraviglia se lo stesso Carpegna, ormai Commissario Centrale dell’A.S.C.I., il 21 marzo 1916 scrive al Sac. Basso, in questa sua qualità, per ringraziarlo “della pronta istituzione del Suo Riparto, del quale è stata già effettuata l’affiliazione”. Infatti nella seduta dello stesso 22 marzo il Consiglio Centrale dell’A.S.C.I. ha approvato le prime immatricolazioni di Riparti e cioè: a Genova le Gioiose N. S. delle Vigne, S. Teodoro, S. Martino e S. Giuseppe; a Macerata la Società Ginnastica Robur; a Palermo il Patronato giovanile Maria Immacolata9. La lettera si dilunga per quanto riguarda la divisa, forniture, statuti. Da rilevare, a titolo di curiosità, che quel “color kaki” della divisa dovette suonar nuovo e sconosciuto al P. Basso se Carpegna gli spiega “Il color Kaki corrisponde ad un marrone chiaro, ad un caffelatte scuro; tutte le signore lo conoscono”, che le forniture offrir9
Cfr. Atti ufficiali dell’A.S.C.I. in “Stadium”, n. 7, 1 aprile 1916, p. 1. L’immagine riportata sopra rappresenta l’atto citato [n.d.c.]
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no grandi difficoltà al Consiglio Centrale se lo stesso Carpegna gli fa sapere “siamo purtroppo ancora molto indietro, specialmente in causa delle condizioni attuali del mercato” e poi “Ò scritto ed ò ricevuto risme di lettere, ma i dubbi e gli ostacoli sorgono tutti i giorni; anche oggi pare che nella prossima settimana sarà regolato l’andamento della fornitura per quanto assai incomodo e imperfetto” e, in fine, “gli Statuti non sono stampati che come supplemento allo Stadium; altre edizioni per ora non se ne fanno prima che l’esperienza di un anno abbia suggerito le eventuali modificazioni”. Due cose risaltano da ciò: che dappertutto, costituitasi ufficialmente l’A.S.C.I., fu un affluire di adesioni, tanto che al 31 dicembre dello stesso anno i Reparti censiti ammonteranno a 44 e tanti altri in via di formazione; che il Consiglio Centrale lavora con alacrità e cammina con prudenza aspettando, per stampare lo
Registro dei primi Riparti ASCI della Sicilia.
Statuto, l’esperienza di un anno. A Palermo abbiamo fin dal 22 marzo 1916 il primo Riparto A.S.C.I. regolarmente immatricolato e a questo si aggiungerà il Riparto “Palermo 2°” dell’Oratorio Parrocchiale S. Nicolò all’Albergheria la cui immatri-
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colazione venne approvata dal Consiglio Centrale nella seduta del 16 maggio dello stesso anno10. Gli esploratori cattolici hanno fatto la loro comparsa in città e P. Basso pensa già per i “nautici”. “Benissimo” gli scrive Carpegna a loro riguardo e gli dice “i suoi saranno i primi nella Associazione”.
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Comincia la distinzione tra esploratori “nazionali” e “cattolici”, cominciano le polemiche anche nell’interno delle organizzazioni cattoliche, cominciano gli attriti tra le due associazioni. È doloroso pensare, ma possiamo ricordarlo perché oggi tra le due Associazioni si sono stabiliti rapporti cordiali, è doloroso pensare che tra i giovani seguaci di uno stesso ideale e di quella stessa legge la quale dice che “lo scout è amico di tutti e fratello di ogni altro scout” dovessero esservi delle ostilità che degeneravano talvolta a vie di fatto. A questo riguardo il Commissario Centrale scriveva: “purché i nostri non provochino mai, se rispondono per le rime non v’è nulla di male”11. Abbiamo visto che il Prof. Colombo consigliava di costituire prima il comitato promotore e organizzare poi i Riparti. Per gli esploratori cattolici fu al contrario ed il motivo è evidente: il Reparto poteva dirsi organizzato 10
Cfr. Atti ufficiali dell’A.S.C.I. in “Stadium”, n. 11, 27 maggio 1916, p. 2. 11 Lettera di Mario di Carpegna, Roma 24/06/1916, a Giovanni Basso [n.d.c.]
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Stralcio della lettera citata.
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prima della costituzione ufficiale dell’A.S.C.I. e non si aspettava che questa per prendere “il via”. Ma al Comitato Promotore bisognava pensare ugualmente come bisognava provvedere alla nomina dei dirigenti non solo locali ma anche provinciali e regionali. Infatti giungevano alla sezione palermitana da varie parti della Sicilia richieste di norme, suggerimenti, per la formazione di reparti A.S.C.I.: da Piazza Armerina12. Scriverà a questo proposito il Commissario Centrale sempre al Sac. Basso il 24 giugno 1916, “Il Loro movimento che si annunzia tanto promettente rende ormai necessaria la nomina di un Commissario Regionale della Sicilia. Il sig. Andrea Butera mi scrisse il 12 maggio promettendo, in nome della Federazione Giovanile diocesana, di interessarsi della cosa. Non potrebbe Ella con lui o con altri, trovare la persona, preferibilmente laica, adatta?” Le persone furono trovate e le designazioni avanzate al Consiglio Centrale che nella seduta del 17 aprile 1917, procedette alla nomina dei Commissari e cioè: Colonnello Luigi Giannone, Commissario Regionale per la Sicilia; Avv. Giulio Caputo, Commissario Provinciale per Palermo; Avv. Giuseppe Pipitone, Commissario locale per Palermo13. Il Commissario Centrale, nel darne comunicazione a Lagumina che attraverso Mario Mazza aveva fatto sollecitazioni al riguardo, gli scrive: “Mi auguro che con queste nomine il movimento così bene ini12
La frase sembra incompleta, come se l’Autore volesse fare un elenco: qui è riportata come nell’originale. 13 Cfr. Atti ufficiali dell’A.S.C.I. in “Stadium”, n. 9, 29 aprile 1917, p. 1.
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ziato dal Riparto Palermo 1° per suo grandissimo merito, si estenderà nella regione a vantaggio della nostra gioventù”.
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Si pensò anche alla costituzione del Comitato Patrocinatore la cui presidenza venne offerta al Principe di Fitalia, il quale “sebbene lusingato dalla nomina – come scrive il 27 aprile 1917 a Pipitone – pure con mio vivo rincrescimento debbo manifestarle che declino l’onorevole carica, non permettendomi le mie molteplici occupazioni assumere nuovi impegni”. Per lo stesso motivo rifiuta _____14 Briuccia e perciò il Comitato viene costituito nelle persone dell’Avv. Cav. S._____15 D’Alessandro e dal sig. Giacomo Perricone Marano.
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Se l’A.S.C.I. aveva già un Riparto bisognava che questo svolgesse proficuamente la sua attività e che le file dell’Associazione si ingrossassero, a tal fine venne diffusa dal Commissario Regionale il 28 luglio 191616 la seguente circolare: Il nome è lasciato incompleto dall’Autore col probabile intento di aggiungerlo in seguito; si potrebbe trattare dell’Avvocato Vincenzo Briuccia, come risulta dall’elenco dei soci del 1917 della Società Siciliana per la Storia Patria di Palermo. Cfr. https://archive.org/stream/nsarchiviostoric42soci/nsarchiviostoric4 2soci_djvu.txt, consultato il 27-02-2016. 15 Anche qui il nome è lasciato incompleto dall’Autore col probabile intento di cui sopra; si potrebbe trattare di Salvatore D’Alessandro, come risulta dall’elenco dei soci del 1917 della Società Siciliana per la Storia Patria di Palermo. Cfr. https://archive.org/stream/nsarchiviostoric42soci/nsarchiviostoric42soci_djvu. txt, consultato il 27-02-2016. 16 Nel testo originale è presente un punto interrogativo forse a indicare un’incertezza nella data che comunque coincide con
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“Per dare un incremento sempre maggiore a questa istituzione in modo che risponda sempre più agli scopi per la quale è stata creata, si prega (sic) i Signori Padri di famiglia che hanno dei figli regolarmente iscritti al Reparto a voler curare che questi intervengano regolarmente e con assiduità all’Istruzione e alle riunioni che avranno luogo periodicamente tutti i Martedì e i Giovedì di ogni settimana, a cominciare dal Martedì 1° agosto alle ore 17. Perché i padri di famiglia siano informati della finalità di detta istituzione si trascrivono gli articoli della legge e il Decalogo dei Giovani esploratori cattolici”. E, dopo avere riportato la formula della “promessa” e gli articoli della “legge” così conchiude: “Da ciò si può desumere quale grande importanza abbia questa Istituzione per l’educazione fisica e morale dei giovanetti” e, alla fine annota: “Perché i corsi abbiano il loro sviluppo regolare e completo, si avverte che mancando per 5 riunioni consecutive, i giovani saranno dichiarati dimissionari”. Ma i giovani erano assidui e i capi zelanti nella loro opera, talché la domenica [24, n.d.c.]17 settembre potevano – in numero di quaranta guidati dall’Istruttore Lagumina – fare la loro prima uscita recandosi sul Monte Cuccio (m. 1050) ed essa assunse tanta importanza che ne fu data notizia al Segretario Centrale dell’A.S.C.I. in Roma con una lettera che mi piace riportare: “Arrivati alla borgata ‘Passo di Riganò’ ed avendo già percorso sette chilometri [i giovani, n.d.a.] quella che compare del dattiloscritto originale presente in archivio. 17 Il giorno è omesso nell’originale, probabilmente l’Autore intendeva appurarlo in seguito.
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fecero una sosta di 10 minuti, dopo i quali, al suono della tromba che chiamava alla adunata si riunirono e ricominciarono la marcia. Giunti in prossimità del monte, il terreno si presentava con molti ostacoli e con molti nascondigli ed allora i nostri giovani divisi in due partiti: uno guidato dall’Aiuto Ufficiale Professor Caronna Cor-
rado e l’altro dal Capo Squadra Rossi Umberto, eseguirono degli esercizi di tattica, mentre dall’alto il Capo Reparto sorvegliava inosservato. Ed era bello, il vedere quei piccoli soldati interessati davvero ad ingannare con false mosse il nemico, per accerchiarlo e vincerlo. Terminati gli esercizi di tattica dopo un breve riposo si cominciò la scalata del monte
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Lettera dell’articolo inviato a “Stadium”, 28/09/1916.
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che durò per ben tre ore. Ma i giovani non si scoraggiavano e si arrampicavano aggrappati ai cespugli, e si aiutavano a vicenda, e dove cresceva il pericolo aumentava il coraggio, e gli ostacoli erano superati per l’immenso desiderio di raggiungere la vetta designata. Giunti finalmente si collocarono le tende e dopo essersi rifocillati alquanto si diede principio a delle lezioni pratiche di pronto soccorso, di bendaggi, di segnalazioni, di fuochi da campo. Alle ore quindici si diede principio alla discesa del monte che si presentò facile avendo scelta un’altra strada, ed alle ore 18 si giunse in città. Complessivamente si percorsero trenta chilometri e [si passò, n.d.a.] quasi la notte in montagna.” La relazione conchiude con l’informare il Segretario Centrale che “fra breve si daranno gli esami per il passaggio ad Esploratori di seconda classe e per la promozione a graduati effettivi”18.
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Cfr. Corrispondenze, “Stadium”, n. 21, 14 ottobre 1916, pp. 2-3. L’immagine riportata rappresenta una parte dell’articolo suddetto [n.d.c.]
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La Sezione è costituita, i quadri sono al completo occorre ora dare ufficialità al movimento, presentarsi al grande pubblico palermitano.
Lagumina, che è l’Ufficiale Istruttore, lavora intenFoto Palermo I samente per l’addestramento dei giovani; Pipitone si databile dopo l’inizio del dedica alacremente alla preparazione della cerimonia dicembre 1916 della promessa. quando Un’occasione si presenta propizia per dare maggioLagumina e re solennità all’avvenimento. Mazza (incaricaPer i primi di maggio è indetto a Palermo un Conve- to alle forniture gno dei Giovani Cattolici della Sicilia, al quale partecipe- ASCI) ebbero uno in merito rà il Presidente Generale Avv. Paolo Pericoli. In coinci- scambio all’acquisto delle denza con questo Convegno viene fissata per domenica 6 uniformi. maggio [1917, n.d.c.] la cerimonia della promessa e la 33
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benedizione delle bandiere. Quale madrina delle bandiere Pipitone sceglie la Principessa di Resuttana D’Alì che accetta di buon grado. Il Principe di Fitalia, che, come abbiamo visto non aveva potuto accettare la carica di Presidente del Comitato Promotore aggiunge:19 “Desidero pertanto mostrare la mia benevolenza a tale associazione contribuendo per la bandiera, e metto fin da ora a loro disposizione la somma di lire cinquanta”.
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La solenne cerimonia della promessa dei Giovani Esploratori Cattolici di Palermo ebbe luogo la domenica 6 maggio ed è bello riviverla nel resoconto che ne fece il Commissario Locale Avv. Pipitone, che riporto integralmente: ”Il loro contegno dignitoso, ardito e disciplinato; il perfetto allineamento delle file; la loro tenuta uniforme elegante e corretta, sono stati per me oggetto di vivissima ammirazione e di profonda soddisfazione. Ed è con Lei, sopratutti, loro infaticabile, amoroso e paziente istruttore ed educatore, e con i suoi bravi coadiuvatori, che io me ne rallegro fortemente e sinceramente. E nutro fiducia che sotto la sua sapiente e indefessa guida, la Sezione di Palermo dei Giovani Esploratori Cattolici progredirà e diventerà veramente utile e benefica”. La lettera termina pregandolo di compiacersi di comunicare “ai nostri bravi ragazzi questo mio vivo compiacimento”. Gli Esploratori Cattolici intanto hanno fatto la lo19
Il termine “aggiunge:” negli appunti originali, fa parte di una frase interamente tagliata (forse erroneamente); qui si è preferito lasciarlo per rendere più scorrevole il periodo.
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ro prima “buona azione” rendendosi anche utili alla patria. Gli Esploratori dell’Arenella hanno raccolto nella piccola borgata 105 chili di carta da macero che hanno consegnato al Comitato Circondariale della Croce Rossa Italiana per la raccolta e utilizzazione dei rifiuti di archivio” dando prova – e scrive il Vice Presidente della Commissione Esecutiva Cav. Uff. Giovanni Mainelli all’insegnate Corrado Caronna – di ben inteso civismo”.
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Utili alla patria e devoti alla Chiesa gli Esploratori che domenica 29 luglio [1917, n.d.c.] partecipano, con i giovani cattolici su espresso invito del Presidente della Federazione Diocesana Avv. Andrea Butera, alla raccolta annuale dell’obolo di San Pietro.
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Questo resoconto Pipitone inviò a Mario Mazza accompagnandolo con una lettera che segnò l’inizio dei fraterni rapporti tra questi due pionieri dello scoutismo cattolico, che erano soprattutto due apostoli dell’educazione giovanile. “Caro Mazza – gli scrive Pipitone il 10 maggio – da commissario in prima (quale sei tu) a commissario in 2a (quale sono io) credo conveniente stabilire senz’altro il fraterno tu” e continua: ”Siamo ancora sotto l’impressione graditissima della cerimonia… prima che se ne spenga il ricordo, io ho voluto iniziare la mia corrispondenza epistolare con te inviarti a nome dei boy-scouts di Palermo il mio fraterno abbraccio”. Con questa cerimonia l’ASCI ha fatto il suo ingresso ufficiale nell’ambiente palermitano e questo ingresso è stato così solenne che il Sindaco della città, approssimandosi l’anniversario del 27 maggio che “in 35
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quest’ora solenne per la Patria rievoca più vivi i gloriosi ricordi e suscita in noi un più fervido sentimento di riconoscenza e di fede20” invita gli Esploratori Cattolici al “grandioso Corteo patriottico..., il quale partendo dalla piazza Stazione Centrale si recherà al Monumento Garibaldi al Giardino Inglese”. Gli Esploratori parteciparono al corteo destando in tutti grande ammirazione che il Colonnello Giannone lo stesso giorno manifestò a Lagumina con la seguente lettera: “Nel corteo patriottico di stamane, con mio vivissimo compiacimento ammirai il plotone dei nostri bravi giovani esploratori, comandati dalla S.V.”
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Foto di Mazza e Pipitone insieme agli altri consiglieri dell’ASCI (Lo Scout Italiano, n.1, 1925). Pipitone: fila in alto, quinto da sinistra; Mazza: fila in basso, secondo da sinistra.
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La data del 27 maggio si riferisce all’anniversario dell’ingresso di Giuseppe Garibaldi a Palermo.
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La solenne promessa21
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Giornata di luce e di gioia quella di Domenica 6 Maggio, per i Giovani Esploratori Cattolici di Palermo: in occasione del convegno giovanile i baldi boyscouts hanno, alla presenza dei rappresentanti della Gioventù Cattolica convenuti da ogni parte della Sicilia, fatto [prestato] la promessa di rito.
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La cerimonia si inizia al mattino con la S. Messa celebrata da Mons. Guido Anichini, Segretario del Cardinale Lualdi, nella Chiesa dell’Oratorio di S. Domenico: gli Esploratori intervengono compatti, e si avvicinano alla S. Mensa Eucaristica, dopo le esortatrici parole del celebrante: è fra loro il [Com.re] Comm. Pericoli, Presidente Gen.[erale] della G.C.I. [Gioventù Cattolica che, assieme ai congressisti siciliani] coi congressisti siciliani [ha partecipato anche egli alla funzione religiosa.] [La cerimonia solenne della promessa] La solenne promessa ha luogo nel pomeriggio alle [ore] 18 21
[Questa nota, negli appunti originali, si trova al termine del testo, n.d.c.] Le correzioni in rosso [qui, per necessità grafica, tra parentesi quadre si trovano le parti eliminate e in grassetto le parti aggiunte rispetto alla minuta originale dell’articolo inviato a Roma, n.d.c.] sono quelle apportate nella pubblicazione del resoconto sul n. 7-8 del 31 maggio-15 giugno [1917, pp. 13-14. n.d.c.] de “L’Esploratore”. Da notare che lo stesso numero della rivista pubblica anche la relazione della “Promessa solenne degli Esploratori Genovesi” con una fotografia degli scouts all’uscita dalla funzione in Duomo che rivela l’imponenza assunta dal movimento in quella città.
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nell’ampio piazzale della Villa Filippina: lo sfondo della Villa è decorato con bandiere, e tutt’attorno sono schierate le rappresentanze intervenute: spiccano nella massa compatta della folla [convenuta alla celebrazione del rito di fede e di forza,] le bandiere dei circoli giovanili della città, [le bianche bandiere dei Circoli] Pio X, S.[ilvio] Pellico, Maria Immacolata, G.[iacomo] Serpotta22, Iuventus, S. Carlo, [dell’] Istituto D.[on] Bosco ecc. [e altre ed altre ancora.] Sono presenti anche: la sezione dei Giovani esploratori23 Nazionali, l’orfanotrofio del Boccone del Povero con musica; le Legioni d’Onore dell’Immacolata, la Casa dei Giovani, il Seminario Arcivescovile, gli ascritti all’Oratorio di S. Filippo Neri ed i soci del Circolo Universitario [Cattolico].
Articolo pubblicato su “Stadium” e minuta dello stesso.
[Attorno alle bandiere dei Circoli si affollano al completo i singoli soci e tutti i congressisti intervenuti a 22
Su “Stadium” è stato riportato erroneamente come “Serpelli”. Curiosamente mentre l’autore dell’articolo (dalla grafia sembrerebbe Pipitone) ha riportato il nome con l’iniziale maiuscola, il redattore di “Stadium” l’ha riportata in minuscolo!
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Palermo per il convegno giovanile.] [Intanto la folla aumenta sempre più: accanto e di fronte al tavolo degli oratori attendono impazienti di ricevere la benedizione le bandiere che già i Giovani Esploratori amano di vivo affetto, attendono i vispi boy-scouts ansiosi di fare la solenne promessa.] [Essi sono ordinati per squadriglie.] Gli esploratori sono agli ordini [dei rispettivi capi squadra diretti dall’] dell’Ufficiale istruttore Sig. Lagumina24. Sono presenti ancora: il Commissario Regionale Colonnello Luigi Giannone, il Commissario Provinciale Cav. Giulio Gagliani Caputo, il Commissario locale Avv. Giuseppe Pipitone [e] nonchè la gentile madrina delle bandiere [P.ssa] Principessa di Resuttana d’Alì. Alle ore 18 precise, accolto al suono dell’Inno Reale, giunge S. E. il Generale Campo: gli Esploratori si irrigidiscono sull’attenti, e il Generale li passa subito in rivista [mostrando] manifestando il suo compiacimento per la perfetta tenuta. Subito dopo giunge S. E. il Cardinale Arcivescovo A. Lualdi, anch’egli accolto al suono dell’Inno Reale: [egli] è accompagnato dai suoi segretari e dal Com.re Paolo Pericoli Presidente Generale della Gioventù Cattolica Italiana. Poco prima che si inizi la cerimonia arriva il Sindaco della città Grand’Uff. Salvatore Tagliavia, accompagnato dal Cerimoniere Cav. Saggio: le autorità sono ora al completo, e si delinea così fra la commozione [dei giovani boy-scouts tutta la solennità cui assurge la cerimonia,] degli Esploratori, il carattere solenne della festa augurale, alla quale nessuna delle autorità della città ha creduto di dover mancare. [: è] 24
Nel testo originale è riportato come La Gumina.
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È la prima volta forse – diversamente di quel che è accaduto in altre città – che alla [solenne] cerimonia della promessa di una Sezione di Giovani Esploratori Cattolici intervengono al completo le diverse autorità della città, e questo intervento ha dato alla [cerimonia] solennità di Palermo uno speciale significato, che è l’indice del crescente sviluppo e della crescente considerazione del Corpo dei Giovani Esploratori Cattolici Italiani.
Festa di San Giorgio 1917 Benedizione delle bandiere Palermo I.
Fra le [alte] altre autorità intervenute notammo: il Vice-Prefetto [Cav. Peri], i Consiglieri Provinciali e Comunali: Cav. Giulio Gagliani Caputo, [Notar] Cav. G. B. Cavarretta25, Cav. N. Salvo Cozzo, Cav. G. Gennardi, Sig. Giacomo Perricone Marano, Cav. G. Palazzotto, e poi: il Principe e la Principessa di Fitalia,
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Su “Stadium” è stato riportato erroneamente come “Cavavretta” così come il successivo Perricone, modificato in Serricone.
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il Presidente dell’Unione Regionale [Cav. G. Giglio], l’avv. V. Mangano, la duchessa di Reitano, il Presidente del Consiglio Regionale Giovanile; i presidenti e i rappresentanti delle Giunte Diocesane di Palermo, Messina, Girgenti, Trapani, Acireale, Piazza Armerina, Siracusa, Cefalù, Catania26, e poi uno sciame di gentili dame e di gentili signorine delle quali è impossibile dare un elenco. Alle 18[,15] in punto il Commissario locale Avv. G. Pipitone dà inizio alla cerimonia rivolgendo sentite, commoventi parole esortatrici [ai giovani] agli Esploratori, ed invitando l’E.mo Cardinale Lualdi a benedire le nuove promettenti forze della Chiesa e della Patria: mentre l’oratore parla un fremito di commozione passa sulla [immensa] folla, commozione che si accentua allorché l’E.mo Porporato leva la sua mano a benedire le bandiere sulle quali in quel momento si affissano gli occhi degli Esploratori che sentono tutta la [solenne bellezza] solennità del rito, che per mano di un Principe della Chiesa [da] dà alle loro bandiere [la forza] il pregio ed il valore delle cose sacre. Con tratto paterno S. E. il Cardinale Lualdi rivolge indi agli Esploratori parole vibranti, nelle quali è compendiato tutto il programma al quale la nascente Sezione deve informare i suoi atti. Segue poi, efficacissima, [E di questa commozione si rende interprete] la gentile madrina, la nobile Principessa di Resuttana che [rivolge ai suoi giovani boyscouts parole materne] parla ai giovani in tono affettuosamente materno, rendendosi partecipe della commozione che ormai vince tutti. 26
Nella minuta originale l’ordine delle diocesi è differente rispetto alla stesura su “Stadium”.
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[Segue, poi, efficacissimo] Ha in ultimo la parola il Commissario Provinciale Cav. G.[iulio] Gagliani Caputo che si sofferma specialmente ad illustrare
[tutta] la spirituale bellezza che è nello spettacolo di queste falangi di giovani, che in mezzo agli orrori della guerra, si avanzano giurando il loro patto d’amore verso Dio, verso la Patria, verso il Prossimo. Appena il Commissario Provinciale termina di parlare, l’ufficiale istruttore Sig. Lagumina27 dà [il segnale dell’attenti] l’attenti ed invita i giovani esploratori a prestare la loro promessa: si avanza la prima squadriglia, [e] il cui capo [squadriglia] con gesto risoluto stende la mano [e a voce ferma dice la promessa] di-
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La Principessa di Resuttana con i suoi Esploratori – 1924.
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Su “Stadium” è stato aggiunto erroneamente come La Gumina.
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cendo con tono fermo la promessa. Lo seguono individualmente i [suoi] componenti la squadra, che, dopo aver ricevuti i bastoni e i distintivi per le mani della [gentile] madrina Principessa di Resuttana che li riceve alla sua volta dall’E.mo Lualdi, ritornano a loro posto. [Appena una squadra termina la promessa, si succede l’altra squadra via di seguito sino a che tutti non hanno ripetuto la promessa: le] Le squadre si susseguono ordinatamente, marzialmente fiere, fra gli applausi scroscianti [del numeroso pubblico che segue attentamente lo svolgersi della cerimonia]. [Segue lo sfilamento] La bella squadra sfila quindi in parata e fa varie evoluzioni: le autorità prima di [lasciare la Villa Filippina] allontanarsi manifestano ripetutamente al Commissario locale Avv. G. Pipitone la loro soddisfazione. Indi, con la musica in testa, e con le bandiere spiegate, gli Esploratori attraversano le vie della città, ammiratissimi e seguiti da una folla di gente, [fa ritorno ai locali sociali: ivi giunti] e ritornano in sede dove il Commissario [locale Avv. G. Pipitone esprime il suo compiacimento per la riuscita della festa, resa più solenne dall’intervento delle autorità tutte della città, ed esorta] lodò ed esortò i giovani a mantenersi fedeli [alle fatte promesse e di seguire] alla fatta promessa e a seguire i consigli [degli istruttori] dell’istruttore, specialmente dell’infaticabile Sig. Lagumina28 che è stato [l’organizzatore] l’infaticabile organizzatore della Sezione [Palermitana] locale. [I boy-scouts si irrigidiscono indi sull’attenti… e le 28
Su “Stadium” è riportato come La Gumina, e forse sarebbe stato più corretto utilizzare il plurale (“degli istruttori”) come nella minuta dell’articolo.
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bandiere escono dal gruppo… e fra i più frenetici urrah si sciolgono le file.] [Ha così termine la cerimonia tanto gaia che ha segnato segni indubbi] La sera nei locali sociali seguì, presente il Comm. Pericoli, un breve trattenimento che coronò la lieta giornata, che ha segnato indubbiamente nella storia dell’organizzazione scoutistica cattolica italiana [in] una bella affermazione, specialmente per il carattere di ufficialità [impressovi dalle autorità della città] dato ad essa dall’intervento delle autorità Religiose, civili e militari che han mostrato così di saper apprezzare l’alto contenuto ideale del nostro programma. [dei giovani boy-scouts cattolici, ed è in questo riconoscimento che sta la significazione della cerimonia che segna l’inizio dell’attività della Sezione Palermo Primo dei Giovani Esploratori Cattolici Italiani.]
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[(si elencano componenti comitato promotore)]29.
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È riportato nell’originale privo di elenco che manca anche su “Stadium”; l’ultima parola sembra essere patrocinatore e non promotore, n.d.c.
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Introduzione………………………………………... pag. 5 Trattative e origini………………………………….. “ 13 La solenne promessa…..………………………..….. “ 37
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Collane del Centro studi e documentazione sullo scautismo in Sicilia
Formazione
Si impara da piccoli a diventare grandi: l’intuizione pedagogica dello scautismo: cento anni di “grande gioco” per costruire il mondo, 2011. Atti Convegno di studi sul Lupettismo 1988, 2012.
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Raccogliamo una traccia per non perdere la memoria, 2005. La festa del guidone, 2006. Ho trovato un tesoro, 2007. Commemorazione scout defunti, 2007. Le origini del distintivo regionale AGESCI Sicilia, 2008. Incidente Cagni – 1928, 2012.
Organizzare un evento: Il manuale del convegno, 2007.
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Vedemecum
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Memoria
Numeri
Annuario AGESCI della regione Sicilia: 2000-2005, 2007. L'incidenza dello scautismo AGESCI in Sicilia: 1995-20002005, 2008. ________________________________________________________
Via F.lli Bandiera, 82 – 95030 – Gravina di Catania Orari Segreteria: Lu 9.30-13.00; Ma 14.00-18.30; Ve 9.30-13.00 Info: centrostudi@sicilia.agesci.it Tel 095-416561 – Fax 095-7500633 www.sicilia.agesci.it/csd
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Finito di stampare marzo 2016 presso Universal Book Via S. Botticelli, 22 Rende (CS)
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