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DATI DI COPERTINA E PREMESSA DEL PROGETTO

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Impianti di odorizzazione e depositi di odorizzanti per gas combustibili impiegati in usi domestici o similari Parte 2: Impianti di odorizzazione - Progettazione, costruzione, collaudo e sorveglianza

Odorisation plants and odorant storages for combustible gases employed in domestic of similar uses Part 2: Odorisation plants - Design, construction, testing and surveillance

ORGANO COMPETENTE

CIG - Comitato Italiano Gas

CO-AUTORE

SOMMARIO

La norma stabilisce i criteri di progettazione, costruzione, collaudo e sorveglianza degli impianti di odorizzazione.

codice progetto: E01129122 Š UNI - Milano. Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il consenso scritto di UNI.


DATI DI COPERTINA E PREMESSA DEL PROGETTO

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Questo testo NON è una norma UNI, ma è un progetto di norma sottoposto alla fase di inchiesta pubblica, da utilizzare solo ed esclusivamente per fini informativi e per la formulazione di commenti. Il processo di elaborazione delle norme UNI prevede che i progetti vengano sottoposti all'inchiesta pubblica per raccogliere i commenti degli operatori: la norma UNI definitiva potrebbe quindi presentare differenze -anche sostanziali- rispetto al documento messo in inchiesta. Questo documento perde qualsiasi valore al termine dell'inchiesta pubblica, cioè il:05-09-12 UNI non è responsabile delle conseguenze che possono derivare dall'uso improprio del testo dei progetti in inchiesta pubblica.

RELAZIONI NAZIONALI

La presente norma unitamente alla UNI 9463-1:2012, alla UNI 9463-3:2012 e alla UNI 9463-4:2012, sostituisce la UNI 9463-1:1998, la UNI 9463-2:1998 e la UNI 9463-3:1998

RELAZIONI INTERN.LI

La presente norma è stata elaborata sotto la competenza dell'ente federato all'UNI@CIG - Comitato

PREMESSA Italiano Gas@

@ La Commissione Centrale Tecnica dell'UNI ha dato la sua approvazione il giorno mese anno. @ @

codice progetto: E01129122 © UNI - Milano. Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il consenso scritto di UNI.


UNI 9463-2

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INTRODUZIONE Ai sensi della legislazione vigente1), i gas combustibili ad uso domestico o similare, distribuiti mediante condotte o liquefatti e compressi in bombole o piccoli serbatoi fissi, devono avere un'intensità di odore caratteristica e sufficiente affinché la loro presenza sia avvertibile dall'utenza prima che sia raggiunta la concentrazione di allarme, sia per esplosività, sia per tossicità, conformemente alle norme della serie UNI 7133. Qualora i suddetti gas combustibili non abbiano di per sé odore caratteristico e sufficiente, le aziende produttrici o distributrici devono addizionare ad essi opportune sostanze o miscele di odorizzanti mediante appositi impianti di odorizzazione. La progettazione, costruzione e sorveglianza degli impianti di odorizzazione e dei depositi di odorizzanti, nonché le modalità di fornitura degli stessi, sono trattati dalle norme della serie UNI 9463, che è composta dalle seguenti parti: UNI 9463-1 Impianti di odorizzazione e depositi di odorizzanti per gas combustibili impiegati in usi domestici o similari – Parte 1: Termini e definizioni2) UNI 9463-2 Impianti di odorizzazione e depositi di odorizzanti per gas combustibili impiegati in usi domestici o similari – Parte 2: Impianti di odorizzazione Progettazione, costruzione, collaudo e sorveglianza UNI 9463-3 Impianti di odorizzazione e depositi di odorizzanti per gas combustibili impiegati in usi domestici o similari – Parte 3: Depositi di odorizzanti Progettazione, costruzione ed esercizio UNI 9463-4 Impianti di odorizzazione e depositi di odorizzanti per gas combustibili impiegati in usi domestici o similari – Parte 4: Modalità di fornitura di odorizzanti In tali norme sono state considerate le prescrizioni e le ricadute del Decreto Ministero Sviluppo Economico 16 Aprile 2008, del Decreto Ministero Sviluppo Economico 17 Aprile 2008, del Decreto Ministeriale 14 maggio 2004. Sono stati considerati anche i contenuti del Decreto Ministero Attività produttive n. 329/2004 “Regolamento recante norme per la messa in servizio ed utilizzazione delle attrezzature a pressione e degli insiemi di cui all’articolo 19 del Decreto Legislativo n. 93/2000”, per altro non applicabile alle attrezzature e agli insiemi previsti dall'articolo 3, comma 3 e alle attrezzature a pressione standard di cui all'articolo 1, comma 3, lettera a) dello stesso Decreto Legislativo n. 93. Lo scopo principale del Decreto n. 329/04 è quello di assicurare la permanenza dei requisiti di sicurezza in occasione dell’utilizzazione delle attrezzature a pressione e degli insiemi mentre le norme della serie UNI 9463 si propongono anche di mantenere in efficienza gli impianti e di garantire la continuità della fornitura del gas.

1) 2)

Alla data di pubblicazione della presente norma è in vigore la Legge n. 1083/1971. L’argomento era trattato nella UNI 7132.

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SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE

La presente norma stabilisce i criteri di progettazione, costruzione, collaudo e sorveglianza degli impianti di odorizzazione asserviti alle reti canalizzate di distribuzione gas di cui al campo di applicazione della UNI 7133 (di seguito “gas combustibili”). Si applica agli impianti ed alle singole apparecchiature necessari per l’odorizzazione di gas combustibile distribuito mediante reti canalizzate. Non si applica agli impianti di odorizzazione del GPL non a servizio di reti canalizzate di distribuzione gas (per esempio quelli per gli impianti petrolchimici o depositi) e non definisce alcuna modalità e prescrizione per gli interventi di smaltimento del liquido odorizzante. 2

RIFERIMENTI NORMATIVI

La presente norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presente norma come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l’ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti). UNI 7133 (tutte le parti)

Odorizzazione di gas per uso domestico ed usi similari

UNI 9167

Impianti di ricezione e prima riduzione dei gas naturale Progettazione, costruzione, collaudo

UNI 9463-1

Impianti di odorizzazione e depositi di odorizzanti per gas combustibili impiegati in usi domestici o similari – Parte 1: Termini e definizioni

UNI 9463-3

Impianti di odorizzazione e depositi di odorizzanti per gas combustibili impiegati in usi domestici o similari – Parte 3: Depositi di odorizzanti - Progettazione, costruzione ed esercizio

UNI 9463-4

Impianti di odorizzazione e depositi di odorizzanti per gas combustibili impiegati in usi domestici o similari – Parte 4: Modalità di fornitura di odorizzanti

UNI 9608

Lavafaccia, lavaocchi e docce di emergenza - Requisiti e installazione

UNI EN 397

Elmetti di protezione per l’industria

UNI EN 473

Prove non distruttive – Qualificazione e certificazione del personale addetti alle prove non distruttive – Principi generali

UNI EN 10028

Prodotti piani di acciai per recipienti a pressione 2 © Ente Nazionale Italiano di Unificazione Membro Italiano ISO e CEN www.uni.com


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UNI EN 12327

Trasporto e distribuzione di gas - Collaudi a pressione, procedure di messa in esercizio e di messa fuori esercizio delle reti di alimentazione gas - Requisiti funzionali

UNI EN ISO 8434-1

Connessioni di tubi metallici per oleoidraulica e pneumatica e per impieghi generali - Parte 1: Raccordi conici a 24°

UNI CEN/TS 15173

Trasporto e distribuzione di gas - Quadro di riferimento relativo al sistema di gestione dell'integrità delle condotte (PIMS)

UNI CEN/TS 15174

Trasporto e distribuzione di gas - Linee guida per i sistemi di gestione della sicurezza per tubazioni di trasporto di gas naturale

UNI CEN/TS 15399

Trasporto e distribuzione del gas - Linee guida per sistemi di gestione per reti di distribuzione del gas

CEI EN 60079-14

Atmosfere esplosive - Parte 14: Progettazione, scelta e installazione degli impianti elettrici

CEI EN 62305 (tutte le parti) Protezione contro i fulmini CEI 64-8

3

Impianti elettrici utilizzatori a tensione normale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua

TERMINI E DEFINIZIONI

Ai fini della presente norma si applicano i termini e le definizioni di cui alla UNI 9463-1. 4 4.1

IMPIANTI DI ODORIZZAZIONE Generalità

Gli impianti di odorizzazione per gas distribuiti a mezzo rete sono del tipo: - a lambimento; - a iniezione. Rientrano nei criteri definiti dal presente punto anche quegli impianti, generalmente di piccole dimensioni, che odorizzano il gas mediante un organo a capillarità. Il volume di odorizzante presente nell’impianto di odorizzazione (nei contenitori, nel dosatore e nelle altre parti) compresi i contenitori mobili, purché collegati permanentemente all’impianto di odorizzazione, anche se con dispositivi rimovibili, non costituisce deposito nelle normali condizioni di servizio dell’impianto o anche se temporaneamente fuori servizio, purché si trovi nelle normali condizioni di sorveglianza. Le tubazioni, le giunzioni, i contenitori fissi ed i materiali devono soddisfare le norme pertinenti per la loro costruzione. 4.1.1 Impianti a lambimento Si tratta di impianti che sfruttano il contatto del gas con l’odorizzante in fase liquida. 3 © Ente Nazionale Italiano di Unificazione Membro Italiano ISO e CEN www.uni.com


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Si suddividono nelle seguenti tipologie: - impianti a lambimento a flusso derivato; - impianti a lambimento a flusso totale. 4.1.1.1 Impianti a lambimento a flusso derivato Si tratta di impianti che sfruttando la differenza di pressione generata da un’apparecchiatura appositamente installata all’interno della condotta principale, costringono una parte del gas che transita a fluire all’interno di un barilotto contenente prodotto odorizzante. Il gas che passa in questo barilotto si satura dei vapori di odorizzante, confluendo quindi nella condotta principale per miscelarsi con la totalità del flusso in movimento, in modo da garantire al gas un grado di odorizzazione sufficiente a tutte le condizioni d’esercizio (vedere figure B.1a; B.1b e B.1c). Gli impianti a lambimento a flusso derivato possono essere utilizzati a condizione che gli odorizzanti da impiegare siano mono-componenti o costituiti da miscele di componenti aventi tensioni di vapore simili affinché nelle normali condizioni di esercizio non si verifichi la distillazione frazionata. 4.1.1.2 Impianti a lambimento a flusso totale Si tratta di impianti di odorizzazione a lambimento in cui tutto il gas da odorizzare viene a contatto con l’odorizzante; tali impianti sono generalmente di piccole dimensioni ed odorizzano il gas mediante lambimento a flusso totale di un organo a capillarità. 4.1.2 Criteri d’esercizio per impianti a lambimento Per un barilotto cilindrico ad asse orizzontale la massima superficie disponibile per il lambimento dell’odorizzante da parte del gas si ottiene quando il volume è pari al 50% del proprio volume geometrico. Per mantenere efficace la capacità di lambimento, il volume di riempimento del barilotto deve essere compreso tra il 25% e il 75% del proprio volume geometrico. 4.1.3 Impianti a iniezione Si tratta di impianti nei quali l'odorizzante viene immesso nel gas in fase liquida ed in quantità dosata in modo proporzionale alla portata di gas misurata (vedere figure B.2a e B.2b). L'impianto ad iniezione deve essere dotato di targa inalterabile e inamovibile, posizionata in una parte ben visibile, riportante almeno i seguenti dati: a) la ragione sociale del fabbricante; b) la matricola e l’anno di costruzione; c) i limiti minimi e massimi di erogazione di odorizzante espressi in l/h; d) la pressione massima ammessa nel punto d’iniezione; e) odorizzante/i utilizzabile/i; 4.1.4 Criteri d’esercizio per impianti ad iniezione L'impianto ad iniezione può essere impiegato a condizione che sia utilizzato per portate di gas maggiori di quelle minime di targa; - in caso di segnalazione di guasto, sia inserito l’impianto di odorizzazione di riserva dell’impianto d’iniezione attraverso una delle seguenti modalità: - automaticamente; 4 © Ente Nazionale Italiano di Unificazione Membro Italiano ISO e CEN www.uni.com


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- tramite telecomando a distanza azionato da eventuale centro di telecontrollo; - manualmente purché nel più breve tempo possibile; - in caso di mancanza del segnale di portata, sia inserito l’impianto di odorizzazione di riserva dell’impianto d’iniezione attraverso le modalità sopra descritte. 4.2

Criteri generali di progettazione

4.2.1 Generalità La progettazione degli impianti di odorizzazione e la scelta del loro sito d’installazione deve essere condotta in ottemperanza alle disposizioni legislative vigenti3) in materia. L’impianto di odorizzazione deve essere progettato per i carichi appropriati all’uso per esso previsto e per le altre condizioni di esercizio ragionevolmente prevedibili. In particolare si deve tenere conto dei seguenti fattori: - pressione interna; - temperatura ambiente e di esercizio; - pressione statica e massa della sostanza contenuta alle condizioni di esercizio e durante le prove; - sollecitazioni dovute a traffico, vento, terremoti; - forze di reazione e momenti di reazione provocati da sostegni, collegamenti, tubazioni, ecc.; - corrosione ed erosione, fatica, ecc.; - decomposizione dei fluidi instabili. È necessario tenere in considerazione le diverse sollecitazioni che possono verificarsi contemporaneamente, valutando le probabilità che esse avvengano allo stesso tempo. La pressione di progetto PS delle attrezzature a pressione deve essere almeno uguale a quella adottata per la progettazione della condotta a cui l’impianto di odorizzazione è collegato, utilizzando i criteri di progettazione previsti per la condotta stessa dalla legislazione vigente, delle norme e in ogni caso non minore di 1 600 kPa (16 bar). Per impianti ad iniezione che utilizzano pompe volumetriche, quando la pressione all’interno del serbatoio di servizio viene mantenuta ad un valore minore di 0,5 bar relativi, il serbatoio stesso può essere realizzato con PS minimo pari a 6 bar indipendentemente dalla pressione della condotta da odorizzare. In questi casi il serbatoio di servizio deve comunque essere adeguatamente protetto da eventuali sovra-pressioni e non può avere altri collegamenti con la condotta da odorizzare se non quello realizzato attraverso le pompe volumetriche. 4.2.2 Ubicazione Gli impianti di odorizzazione possono essere installati a monte della rete di distribuzione o all’interno della stessa. 4.2.3 Recinzione L’impianto di odorizzazione deve essere protetto da una recinzione costruita secondo quanto previsto dalla legislazione vigente in materia4) 5) . 3)

Vedere [2]. Vedere [3] e [4] per il gas naturale. 5) Vedere [5] e [6] per il GPL. 4)

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Qualora l’impianto di odorizzazione sia situato all’interno di pertinenza dotata di recinzione alta almeno 1,80 m, quale ad esempio stabilimento, gruppo di riduzione e misura da rete di trasporto del gas, centrale di stoccaggio e vaporizzazione di GPL, e disti da questa non meno di 2,00 m, non è necessario installarne una dedicata. Gli impianti di odorizzazione installati all’interno della rete di distribuzione o di trasporto devono risultare protetti da un idoneo alloggiamento che può coincidere con l’armadio di un eventuale gruppo di riduzione o misura. Gli impianti di cui ai punti 4.5.2 e 4.5.3 possono essere installati sia all’aperto, sia in locali ove siano installate attrezzature di riduzione, misura, controllo, scambiatori, vaporizzatori, ecc. In questo caso l’impianto di riduzione è da installare preferibilmente fuori terra e non deve essere installato a ridosso della carreggiata di strade di intenso traffico, salvo adottare adeguate protezioni contro urti accidentali. 4.2.4 Distanze La distanza dal più vicino fabbricato di abitazione di qualsiasi punto dell'impianto di odorizzazione e dell'impianto di travaso non deve in ogni caso essere minore delle distanze prescritte dalla legislazione vigente6) 7). 4.3

Criteri di dimensionamento

Gli impianti di odorizzazione devono essere dimensionati in modo da garantire al gas, a tutte le condizioni d’esercizio e a seconda del tipo di odorizzante impiegato, un grado di odorizzazione sufficiente; pertanto, l’immissione di odorizzante deve essere funzione del volume di gas distribuito mediante rete. Gli impianti di odorizzazione del gas distribuito a mezzo rete, nel loro ciclo di lavoro, devono assicurare la continuità di servizio. In condizioni di funzionamento dell’impianto a regime, devono altresì essere rispettate le seguenti condizioni: - la massima quantità di liquido odorizzante accumulabile nell’impianto di odorizzazione deve essere valutata per evitare tempi di stazionamento del prodotto all’interno dei serbatoi superiori ad un anno; - la capacità minima di accumulo dell’impianto deve essere valutata per poter garantire la corretta odorizzazione del gas in transito in ogni condizione operativa e assicurare, nel periodo di massimo consumo, il quantitativo di odorizzante necessario per almeno due settimane. Per tenere conto di prelievi eccezionali, gli impianti devono essere dimensionati per odorizzare portate di gas pari almeno a 1,2 volte la massima portata gas di progetto.

6) 7)

Vedere [3] e [4] per il gas naturale. Vedere [5] e [6] per il GPL.

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4.4

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Caratteristiche costruttive degli impianti di odorizzazione

4.4.1 Generalità I componenti minimi degli impianti di odorizzazione sono: - barilotto e/o serbatoio/i di servizio; - un sistema dosatore dell'odorizzante; - un impianto di travaso dell'odorizzante dal/dai serbatoio/i di servizio al sistema dosatore; - sistemi di contenimento della fuoriuscita accidentale di odorizzante; - impianti accessori. Gli impianti di cui al punto 4.5.2 devono essere costituiti da un solo serbatoio e non possono essere dotati di serbatoi di servizio. La loro costruzione è realizzata secondo uno schema funzionale semplificato rispetto alle altre tipologie di impianti (vedere figura B.1a). L’impianto di odorizzazione deve essere inserito nel circuito di flusso del gas protetto dal rischio di sovrapressioni. L’assemblaggio dei componenti dell’impianto deve impedire che si possa verificare il travaso incontrollato del prodotto odorizzante dai serbatoi alla condotta di distribuzione del gas. Nel caso di impianti di odorizzazione asserviti a centrali di GPL è necessario evitare che si possano generare fenomeni di ricondensa del GPL all’interno del prodotto odorizzante. I barilotti/serbatoi dotati di valvola di scarico di fondo devono essere installati con una pendenza circa del 3% rispetto al piano orizzontale, verso la valvola per scarico di fondo, in modo tale che all’occorrenza sia possibile svuotarli completamente. Gli impianti di odorizzazione devono essere protetti contro le scariche atmosferiche come indicato nel punto 4.7. I serbatoi devono essere protetti contro la corrosione come indicato nel punto 4.6. I serbatoi di servizio devono essere inoltre protetti contro il calore radiante e gli incendi (vedere punto 4.8). Non è richiesta, pertanto, l’installazione di valvole di sicurezza a scarico di fluido. Inoltre non sono ammesse emissioni, in modo continuativo, di vapori di odorizzante verso l’ambiente esterno. 4.4.2 Caratteristiche costruttive dell'impianto a lambimento a flusso derivato Gli impianti a lambimento a flusso derivato devono disporre di: - organo generatore di pressione differenziale (∆P) sulla condotta attraverso la quale fluisce il gas da odorizzare, apparecchiatura avente sezione libera di passaggio in posizione di massima chiusura pari ad almeno il 5% della sezione della condotta sulla quale è installata; - sistema di dosaggio dimensionato secondo i criteri di cui al punto 4.3. 7 © Ente Nazionale Italiano di Unificazione Membro Italiano ISO e CEN www.uni.com


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e costituito da: - barilotto dimensionato in modo che il flusso di gas, derivato da quello principale, venga sempre saturato nel contatto con l’odorizzante; - valvola di regolazione della portata di gas attraverso il barilotto; - eventuali serbatoi di servizio; - valvole di intercettazione a tenuta sia sullo stelo, sia sulla sede; - indicatore di livello di tipo a riflessione, a trasparenza, magnetico, elettronico o con altri principi di funzionamento, del barilotto e del serbatoio di servizio, se presente, purché con appropriato programma di ispezione e manutenzione; Il barilotto deve essere dotato di: - attacco per riempimento corredato di valvola di intercettazione; - attacco per la depressurizzazione del serbatoio attraverso la fase gassosa; - attacco per lo scarico di fondo (escluso il caso di cui al punto 4.5.2) corredato di valvola di intercettazione La valvola deve essere dotata di dispositivo di chiusura di tappo o flangia cieca al fine di evitare rischi di fuoriuscita di odorizzante in caso di errore di manovra; - attacco di prelievo per eventuale impianto di odorizzazione ad iniezione, realizzato con tubazione rientrante nel barilotto di una lunghezza pari ad almeno il 5% del diametro nominale dello stesso. Il serbatoio di servizio fisso deve essere dotato di: - attacco per riempimento con caratteristiche analoghe a quello del barilotto; - attacco per la depressurizzazione del serbatoio attraverso la fase gassosa; - attacco per lo scarico di fondo corredato di valvola di intercettazione. La valvola deve essere dotata di tappo o flangia cieca al fine di evitare rischi di fuoriuscita di odorizzante in caso di errore di manovra; - attacco per eventuale impianto di odorizzazione ad iniezione, realizzato con tubazione rientrante nel barilotto di una lunghezza pari ad almeno il 5% del diametro nominale dello stesso. 4.4.3 Caratteristiche costruttive dell’impianto ad iniezione Gli impianti di odorizzazione ad iniezione sono costituiti da: - uno o più serbatoi di servizio aventi le caratteristiche/accessori come descritto nel punto 4.4.2; - un rilevatore della portata di gas da odorizzare; - un dosatore di odorizzante comandato dal rilevatore di portata tramite l’unità di controllo; - se necessario un organo iniettore dell'odorizzante; - valvole a contatto con il liquido a tenuta sia sullo stelo che sulla sede; - sicurezze anche in condizioni di guasto, anomalia o errata manovra; - un impianto di odorizzazione di riserva atto ad assicurare la continuità del servizio in caso di guasto dell’impianto d’iniezione; - valvola di non ritorno sulla tubazione di mandata; - unità di controllo. Gli impianti a iniezione che utilizzano come dosatore una pompa, devono disporre di un sistema di protezione dalla sovra-pressione creata dalla pompa stessa in caso di anomalia 8 © Ente Nazionale Italiano di Unificazione Membro Italiano ISO e CEN www.uni.com


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di funzionamento. L’eventuale scarico della pressione non può essere convogliato in atmosfera. 4.4.4 Caratteristiche costruttive dell’impianto di riserva L'impianto di riserva può essere a lambimento o ad iniezione. In quest'ultimo caso deve essere alimentato con una fonte di energia che sia indipendente nelle cause di disservizio da quella dell'impianto principale (ciò non si applica se l’impianto di riserva a iniezione è azionato dalla pressione stessa del gas distribuito). Tale fonte può essere costituita da gruppo di emergenza o gruppo di continuità, aventi caratteristiche di sicurezza appropriate all'ambiente in cui operano. L’impianto di odorizzazione, che adotta come riserva un secondo sistema di dosaggio automatico, deve inoltre segnalare la condizione di mancanza del segnale di portata. In tale evenienza la continuità di iniezione di odorizzante può essere ottenuta, per brevi periodi, per esempio mediante l’impostazione manuale della quantità di prodotto odorizzante desiderata. Gli elementi principali di questi impianti devono essere i seguenti: - un serbatoio di odorizzante in acciaio di qualità, come descritto nel punto 4.4.2, che può essere costituito da un serbatoio fisso o dal contenitore a rendere dell'odorizzante; - un dosatore di volume, che può avere anche la funzione di iniettore; - una sorgente di energia ausiliaria per l'iniezione dell'odorizzante nel gas liquefatto da odorizzare. 4.4.5 Collegamenti I collegamenti realizzati con tubi flessibili devono essere ridotti al minimo. I collegamenti devono essere supportati, dove necessario, con sostegni e protetti contro gli urti dovuti ai mezzi di trasporto e alla movimentazione dei contenitori mobili. Le tubazioni di collegamento fisse devono essere realizzate con pendenze tali da impedire il ristagno di liquido odorizzante. 4.4.6 Materiali Tutte le parti dell'impianto devono essere realizzate con materiali resistenti e durevoli nel tempo tenendo conto dell'azione chimica degli odorizzanti. In particolare, i contenitori fissi, i sistemi dosatori e i collegamenti fissi devono essere realizzati in: - acciaio di qualità conforme alla parte pertinente delle norme della serie UNI EN 10028, per tutti gli odorizzanti con prevalenza di solfuri; - acciaio inossidabile con caratteristiche non minore di X5CrNi 18-10 secondo la UNI EN 10028-7, per odorizzanti con prevalenza di mercaptani. Per i collegamenti mobili devono essere impiegate gomme cloropreniche, tubi flessibili in acciaio inox e tubi flessibili di politetrafluoroetilene (PTFE) o analoghi opportunamente protetti da azioni meccaniche esterne.

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4.4.7 Giunzioni Le giunzioni dei tubi metallici rigidi fra loro devono essere realizzate mediante saldatura. Le giunzioni tra le tubazioni e gli organi di intercettazione o le altre apparecchiature devono essere realizzate mediante filettatura conica o mediante flange dotate di guarnizioni resistenti all'azione degli odorizzanti. Tali giunzioni devono essere eseguite secondo le istruzioni del fabbricante e le norme pertinenti. Nei piccoli diametri (De ≤ 21,3 mm) possono essere impiegati raccordi di acciaio, secondo la UNI EN ISO 8434-1, che devono essere a doppio anello tagliente in presenza di liquido odorizzante, sia per la giunzione di tubazioni nonché di tubazioni ed elementi di linea. È consentito l’utilizzo dei raccordi ad innesto rapido nell’impianto di odorizzazione al fine di agevolare le operazioni di riempimento/travaso del liquido odorizzante od altre attività, da effettuarsi presso l’impianto, che prevedano comunque la presenza di personale addetto. In caso di installazione dei raccordi ad innesto rapido si deve montare, immediatamente a monte degli stessi, una valvola d’intercettazione a tenuta. 4.5

Protezione contro gli sversamenti accidentali di odorizzante

4.5.1 Generalità Devono essere predisposti manufatti o accessori idonei a contenere l'odorizzante accidentalmente fuoriuscito su tutte le parti costituenti l'impianto di odorizzazione, quali serbatoi di servizio (fissi o mobili), sistema dosatore, impianto di travaso, ecc. Tutto il sistema di contenimento deve essere costruito in modo tale da impedire infiltrazioni e dispersioni nel suolo di eventuali fuoriuscite di odorizzante. Le caratteristiche del sistema di contenimento variano in funzione della capacità complessiva degli impianti di odorizzazione (volumi dei serbatoi, contenitori e barilotti) secondo le seguenti classi di impianto. 4.5.2 Impianti di capacità complessiva fino a 25 l (piccoli impianti) Il sistema di contenimento può essere costituito da una pavimentazione con cordolo continuo, il tutto impermeabile e resistente all’aggressione dei liquidi odorizzanti. Qualora il materiale assorbente e i mezzi di neutralizzazione siano resi disponibili sull’impianto tramite i veicoli di servizio, la dotazione di ogni veicolo deve essere sufficiente per effettuare il primo intervento di emergenza. 4.5.3 Capacità complessiva maggiore di 25 l e fino a 500 l Il manufatto di contenimento può essere conformato a vasca appropriatamente impermeabilizzata, in posizione facilmente accessibile; deve essere presente materiale assorbente in quantità sufficiente per assorbire la quantità di odorizzante contenibile nell’impianto, nonché mezzi di neutralizzazione in quantità sufficiente e contenitori separati per contenere quanto assorbito e quanto eventualmente neutralizzato. La capacità dei manufatti di contenimento deve essere almeno pari a 1,2 volte la quantità di materiale assorbente. In alternativa gli impianti fino a 500 l possono disporre di un 10 © Ente Nazionale Italiano di Unificazione Membro Italiano ISO e CEN www.uni.com


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manufatto di contenimento costituito da una vasca di raccolta con pendenza verso un pozzetto chiuso dal quale sia possibile aspirare il liquido con una pompa aspirante per la raccolta, oppure di una vasca di raccolta in acciaio inox con possibilità di rimozione e recupero del liquido odorizzante eventualmente fuoriuscito. 4.5.4 Capacità complessiva maggiore di 500 l e fino a 3 000 l Il manufatto di contenimento deve convogliare per gravità l'odorizzante accidentalmente fuoriuscito verso uno o più serbatoi di raccolta aventi un volume non minore del più grande degli N contenitori costituenti l'impianto. Il collegamento tra il manufatto di contenimento e il serbatoio di raccolta deve essere intercettabile mediante valvola manuale, bloccata in posizione "aperto" con sigillo frangibile; tale valvola deve consentire la sicura identificazione di "aperto" e "chiuso". Lo sfiato dei serbatoi di raccolta deve essere protetto dalla possibilità di ingresso di corpi estranei e di acqua piovana e deve essere connesso con sistema di abbattimento o assorbimento dei vapori. L'impianto deve essere dotato di mezzi di neutralizzazione dell'odorizzante fuoriuscito, in quantità sufficiente per le quantità di odorizzante liquido residuo dopo il suo convogliamento entro il serbatoio di raccolta. 4.5.5 Capacità complessiva maggiore di 3 000 l Il volume di odorizzante contenuto nei serbatoi di servizio deve essere suddiviso in volumi parziali mediante l'impiego di più serbatoi o compartimentazione dei serbatoi stessi in modo che il volume di ciascun comparto non sia maggiore di 3 000 l. a) I serbatoi fissi devono: - poggiare su selle poste sopra un manufatto impermeabile dotato: - di sistema di scolo, - di serbatoio di raccolta dell'eventuale liquido fuoriuscito, dimensionato per contenere il volume di liquido contenuto nel serbatoio o nel comparto più grande, - di sfiato dei serbatoi di raccolta connesso con un sistema di abbattimento o assorbimento vapori; o, in alternativa: - essere installati all'interno di un manufatto impermeabile costituente un'intercapedine esterna ispezionabile mediante controlli a vista, - essere inseriti in un involucro costituente un'intercapedine esterna flussabile con gas inerte. b) I serbatoi mobili a rendere devono: - essere installati all'interno di un manufatto impermeabile costituente un'intercapedine esterna ispezionabile mediante controlli a vista.

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4.6

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Protezione contro la corrosione da agenti esterni

I contenitori fissi e i collegamenti rigidi realizzati con acciaio non inossidabile devono essere verniciati esternamente con ciclo di verniciatura idoneo per ambiente industriale e se necessario previsti con un maggiore spessore. Le tubazioni trasportanti liquido odorizzante, non devono essere interrate; l’interro di brevi tratti, privi di giunzioni filettate è ammesso previa adozione di adeguate protezioni contro eventuali perdite o spandimenti. 4.7

Protezione contro le scariche atmosferiche

L'impianto di odorizzazione deve risultare protetto contro gli effetti delle scariche atmosferiche. Per quanto riguarda la valutazione del rischio dovuto al fulmine e i criteri di progettazione, installazione e manutenzione delle eventuali misure di protezione necessarie, deve essere fatto riferimento alla serie CEI EN 62305 (classificazione Italiana CEI 81-10). 4.8

Protezione contro gli incendi

I serbatoi e i contenitori mobili costituenti gli impianti di odorizzazione devono essere protetti dall’irraggiamento solare. I serbatoi e i contenitori installati all’aperto devono essere contornati da un’area completamente sgombra, priva di vegetazione che possa costituire pericolo d’incendio; l’ampiezza di tale area deve essere conforme a quanto previsto ai punti 4.2.3. e 4.2.4. Gli impianti a servizio di reti di distribuzione devono essere dotati di appropriati mezzi mobili antincendio (estintori portatili e/o carrellati) in posizione visibile e facilmente raggiungibile. Per ogni impianto asservito a reti di gas naturale sono previsti almeno 2 estintori portatili aventi carica minima pari a 6 kg e capacità estinguente non inferiore 13A 89 B-C; questa dotazione minima deve essere opportunamente incrementata in relazione alla classificazione degli impianti di cui al punto 4.5. Per gli impianti a servizio di reti di distribuzione di cui ai punti 4.5.2 e 4.5.3 sono ammessi serbatoi ubicati nello stesso locale di installazione delle apparecchiature di riduzione della pressione e misura del gas, mentre per gli impianti di cui ai punti 4.5.4 e 4.5.5 i serbatoi devono essere ubicati all’interno di un locale ad essi appositamente dedicato atto a separarli, mediante strutture resistenti al fuoco REI 120, da ogni altro tipo di installazione (per esempio: apparecchi di preriscaldo, di riduzione della pressione del gas, ecc.). Oltre a quanto sopra previsto, gli impianti di cui al punto 4.5.5 devono essere dotati di un impianto fisso antincendio, di tipo sprinkler o ad acqua nebulizzata o a schiuma, azionato mediante comando automatico. L’attivazione automatica dell’impianto antincendio deve essere segnalata in loco e presso la funzione responsabile della gestione dell’impianto di odorizzazione.

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Per gli impianti posti nell’ambito di depositi di GPL, la dotazione minima dei mezzi di estinzione è quella prescritta dalla legislazione vigente8). Per gli impianti di odorizzazione di capacità fino a 7 l è ammesso che gli estintori siano resi disponibili sugli impianti stessi tramite i veicoli di servizio per effettuare il primo intervento di emergenza. Nota - L'uso degli estintori mobili a schiuma è comunque raccomandato per la capacità di formare uno strato isolante tra liquido infiammabile e aria; questo strato riduce la vaporizzazione e la conseguente dispersione di odorizzante in aria.

4.9

Contenitori

I serbatoi di servizio possono essere costituiti da contenitori fissi e/o da contenitori mobili. 4.9.1 Contenitori fissi Il sistema di serbatoi fissi non deve disporre di più di tre contenitori; ciascuno di essi non deve essere riempito oltre l’80% del proprio volume. 4.9.2 Contenitori mobili Un sistema di serbatoi di servizio realizzato con contenitori mobili a rendere non deve disporre di più di tre contenitori, nel rispetto dei volumi massimi stabiliti nel punto 4.9.1. in funzione delle portate di gas. Il volume massimo del singolo contenitore è stabilito dalla legislazione vigente9). I contenitori mobili a rendere devono avere le caratteristiche tecniche indicate nella UNI 9463-4 e avere una PS non minore alla pressione MOP della rete di distribuzione del gas a cui sono collegati. L'impianto di travaso dell'odorizzante, dal/dai serbatoio/i di servizio al sistema dosatore, deve essere dotato di dispositivo che impedisca che la pressione nei contenitori sia maggiore della loro pressione nominale e non dia luogo a sfiati incontrollati. 4.9.3 Marcatura ed etichettatura I contenitori e i recipienti o i serbatoi, sia mobili sia fissi, ancorché costituenti parte dell'impianto, devono essere chiaramente identificabili in relazione alla pericolosità del contenuto e riportare i dati essenziali per il loro riconoscimento. I contenitori mobili devono essere marcati ed etichettati come prescritto dalla UNI 9463-3. I contenitori fissi devono essere marcati con i seguenti dati: - denominazione sociale del fabbricante; - anno di costruzione; - identificazione dell’attrezzatura a pressione secondo la sua natura: - tipo, serie o numero d’identificazione della partita, - numero di fabbrica; - pressione massima ammissibile (PS), in kilopascal (o in bar); - temperatura minima / massima ammissibile (TS); 8) 9)

Vedere [5] e [6]. Vedere [13].

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- volume V espresso in litri. e riportare sull'etichetta: - il contrassegno di pericolo relativo; - la denominazione commerciale dell'odorizzante e il riferimento al sistema di classificazione internazionale (UN number); - la scritta "odorizzante". 4.10 Collaudi 4.10.1 Generalità I valori di pressione di collaudo (Pcol) da adottare per il collaudo del circuito principale sono: -

1,3 volte la MOP per sezioni d'impianto con MOP > 24 bar; 1,5 volte la MOP per sezioni d'impianto con 12 bar < MOP ≤ 24 bar; 18 bar per sezioni d'impianto con 5 bar < MOP ≤ 12 bar; 7,5 bar per sezioni d'impianto con 1,5 bar < MOP ≤ 5 bar; 2,5 bar per sezioni d'impianto con MOP ≤ 1,5 bar.

Per le condotte di diametro non maggiore di 100 mm e per quelle aventi la massima pressione di esercizio (MOP) minore o uguale a 5 bar ( 0,5 MPa), la prova può essere eseguita pneumaticamente utilizzando come fluido aria, gas inerte o gas naturale; per tutte le altre condizioni la prova deve essere eseguita idraulicamente. Per le condotte di diametro maggiore di 100 mm, la prova ad aria o gas può essere realizzata nei casi di riconosciuta difficoltà di esecuzione della prova idraulica, per tratti di condotta o di impianto di volume limitato, purché si adottino tutti gli accorgimenti necessari all'esecuzione delle prove in condizioni di sicurezza. Quando non diversamente specificato, il collaudo dell'impianto risulta favorevole se, dopo almeno 4 h, la pressione si è mantenuta costante a meno delle variazioni dovute all'influenza della temperatura. Dal collaudo del circuito principale possono essere escluse le attrezzature a pressione per le quali è provato il collaudo in fabbrica. 4.10.2 Procedura di collaudo Tutti i componenti a pressione, comprese le tubazioni costituenti l’impianto devono essere sottoposti a prove di resistenza meccanica; ciò può essere fatto prima di assemblare l’installazione. Le procedure di prova devono essere scelte in conformità alla UNI EN 12327. Non è necessario che una prova a resistenza sia ripetuta su un’installazione se si può dimostrare, mediante una certificazione esistente, che i componenti inseriti nel circuito principale del gas sono stati preventivamente sottoposti a prova almeno alla pressione di collaudo dell’installazione indicata al punto 4.10.1.

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Dopo aver completato con successo le prove di resistenza, i componenti che sono stati rimossi dall’installazione prima della prova possono essere reinstallati. L’intera installazione deve poi essere sottoposta ad una prova pneumatica per verificarne la tenuta. In alternativa alla prova di resistenza meccanica seguita dalla prova di tenuta può essere eseguita un’unica prova di resistenza combinata. 4.10.2 Prova di resistenza meccanica La prova di resistenza meccanica o la prova di resistenza combinata (CTP) deve essere eseguita in conformità a quanto previsto dalla legislazione vigente10), ad eccezione delle pressioni di collaudo che devono essere quelle indicate al punto 4.10.1. 4.10.3 Verifiche di tenuta in campo Dopo la prova di resistenza, tutti i componenti che sono stati eventualmente rimossi dall’installazione prima della prova, devono essere reinstallati. Se l’installazione non è stata sottoposta ad una prova combinata, deve essere eseguita una verifica di tenuta alla pressione d’esercizio disponibile. Il fluido di prova può essere gas inerte oppure aria oppure il gas distribuito. Non si devono avere perdite visibili quando la prova viene eseguita con un fluido per la rilevazione di perdite. 4.10.4 Rapporto di collaudo Deve essere redatto un rapporto della prova, che contenga almeno le seguenti informazioni: -

identificazione della sezione cui la prova si riferisce; costruttore dell’impianto; pressione di progetto; fluido di prova; pressione raggiunta durante la prova e il tempo per il quale è stata mantenuta; riferimento alla procedura di prova; esito della prova; committente o la parte interessata; nome della persona autorizzata responsabile della prova; data della prova.

La documentazione di prova deve essere conservata finché l’impianto viene messo fuori servizio oppure quando viene sottoposto nuovamente a prova ed è stato redatto un nuovo rapporto. 4.11 Sorveglianza La sorveglianza prevede le seguenti attività: - messa in servizio; - conduzione; 10)

Vedere [3], [4], [5] e [6].

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- manutenzione; - verifiche di integrità; - documentazione di impianto. Le attività di sorveglianza sono svolte generalmente nel sito di installazione. Le attività di conduzione, manutenzione e le verifiche d’integrità sono volte a garantire la sicurezza, il mantenimento in efficienza e la continuità di esercizio degli impianti stessi. Le attività correlate alla conduzione e manutenzione sono eseguite in conformità a quanto prescritto dalle disposizioni legislative vigenti in materia, alle norme tecniche di riferimento e alle procedure operative dell’azienda di trasporto/distribuzione del gas combustibile. Le procedure operative per la conduzione e la manutenzione degli impianti di odorizzazione sono redatte in forma scritta e rese disponibili al personale addetto; l’azienda, inoltre, registra e conserva i dati rilevati a seguito di dette operazioni. 4.11.1 Messa in servizio La messa in servizio deve essere descritta in apposita procedura contenuta nel manuale di uso e manutenzione dell’impianto. La messa in servizio consiste nelle seguenti attività, descritte in apposite istruzioni operative: - attività preliminari; - attività specifiche. 4.11.1.1 Attività preliminari Consistono in: - verifica della disponibilità del manuale d‘uso e manutenzione; - verifica della disponibilità delle documentazioni/attestazioni dell’impianto e/o dei singoli componenti; - verifica della disponibilità dello schema di impianto e dei disegni con l’indicazione degli spessori di costruzione e di progetto delle attrezzature a pressione; - verifica della compatibilità tra la pressione massima ammissibile dell’impianto di odorizzazione e la pressione massima di esercizio del sistema in cui lo stesso deve essere inserito; - verifica della corretta installazione dell’impianto in conformità alle prescrizioni riportate nel manuale d’uso e manutenzione. 4.11.1.2 Attività specifiche Le attività specifiche sono costituite da: - verifica funzionale dell’impianto; - caricamento odorizzante; - avviamento e regolazione impianto. 4.11.1.3 Rapporto di messa in servizio Il rapporto di messa in servizio, da redigere al termine delle attività sopra descritte, deve contenere almeno i seguenti dati: 16 © Ente Nazionale Italiano di Unificazione Membro Italiano ISO e CEN www.uni.com


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- dati identificativi e caratteristici dell’impianto di odorizzazione (tipologia, PS, pressioni di taratura, matricole); - data di effettuazione della messa in servizio; - documentazione di riferimento; - ubicazione dell’impianto di odorizzazione; - verifiche eseguite. 4.11.2 Conduzione La conduzione si espleta attraverso l’effettuazione di ispezioni periodiche, come indicato al punto 4.11.2.1, e di verifiche funzionali, come indicato al punto 4.11.2.2. 4.11.2.1 Ispezioni periodiche Le ispezioni periodiche hanno lo scopo di controllare le condizioni esterne dei componenti e delle apparecchiature costituenti l’impianto. Le ispezioni possono essere fatte anche da punto remoto per il tramite di mezzi di telecontrollo adeguati. Le operazioni specifiche sono elencate nel prospetto 1. Prospetto 1 - Ispezioni Descrizione attività

Apparecchiature/ tubazioni coinvolte

Criterio di valutazione

Frequenza minima

Impianto di odorizzazione

- Assenza di ruggine. - Assenza di parti metalliche sfaldate e non aderenti alla superficie oggetto dell’ispezione

Annuale

Verifica dell’assenza di danni meccanici

Impianto di odorizzazione

- Assenza danni visibili. - Assenza deformazioni, incrinature, abrasioni, etc…..

Annuale

Verifica dell’assenza di perdite dall’impianto

Impianto di odorizzazione

- Controllo olfattivo. - Rilevatore gas

Ogni visita

- Controllo visivo della diminuzione del livello del prodotto odorizzante

Ogni visita

Verifica dell’assenza di tracce di corrosione

Verifica del livello del prodotto odorizzante presente nel serbatoio di servizio

Indicatore di livello

Se si rilevano danni che possano in qualche modo pregiudicare l'ulteriore esercibilità dei componenti e delle apparecchiature, devono essere intraprese le opportune indagini 17 © Ente Nazionale Italiano di Unificazione Membro Italiano ISO e CEN www.uni.com


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supplementari atte a stabilire l'entità del danno e la sua possibile origine al fine di definire le azioni correttive. 4.11.1.1.1

Rapporto d’ispezione

Le ispezioni una volta completate, devono essere riportate in un rapporto in termini di check list. Il rapporto deve includere: - la descrizione delle ispezioni eseguite; - l’esito di ogni ispezione. Il rapporto deve essere sottoscritto dall’addetto alla conduzione e dal responsabile di impianto. 4.11.2.2 Verifiche funzionali Le verifiche funzionali sono attività che richiedono controlli periodici sulle varie apparecchiature e/o che attestino la corretta funzionalità dell’impianto di odorizzazione, esse possono essere eseguite manualmente in loco o da posizione remota. Le operazioni specifiche sono elencate nel prospetto 2. Prospetto 2 - Verifiche funzionali Apparecchiature / tubazioni coinvolte

Verifica

Frequenza minima

Verifica del funzionamento degli accessori

Impianto di odorizzazione

- Funzionamento di manometri differenziali, indicatori di livello, valvole di regolazione, elettrovalvole, iniettori, pompa dosatrice.

Annuale

Verifica del funzionamento del sistema di commutazione, sugli impianti ad iniezione, tra l’impianto di servizio e l’impianto di riserva

Impianto di odorizzazione ad iniezione. Impianto di riserva.

Descrizione attività

Controllo della concentrazione dell’odorizzante nel gas distribuito e regolazione dell’impianto

Impianto di odorizzazione

- Intervento impianto di riserva a seguito dell’esclusione dell’impianto di servizio

- Metodo della concentrazione giornaliera - Metodo gascromatografico

Annuale

2 volte all’anno, in corrispondenza dei regimi di alta e bassa portata

Ulteriori verifiche funzionali sono effettuate ogni qualvolta si cambi tipo di odorizzante.

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L’attività del controllo della concentrazione ha il compito di verificare che la quantità di odorizzante immesso in rete corrisponda ai valori di concentrazione impostati dal gestore e si effettua attraverso l’applicazione di uno dei metodi indicati di seguito. I valori di concentrazione di odorizzante impostati dal gestore e rilevati immediatamente a valle dell’impianto di odorizzazione devono garantire in qualsiasi punto della rete di distribuzione le concentrazioni minime di odorizzante stabilite dalla UNI 7133. Metodo della concentrazione giornaliera Prendendo in considerazione per 24 h, la quantità di gas transitata e la relativa quantità di odorizzante in esso immessa si determina la concentrazione media di odorizzante espressa in milligrammi per metro cubo alle condizioni di riferimento. Qualora durante la verifica di funzionamento la misurazione della quantità di odorizzante immesso nelle 24 h non sia agevole (per esempio per non apprezzabilità della variazione di livello dell'odorizzante nel barilotto), il periodo di prova può essere aumentato fino al raggiungimento di valori significativi. Metodo gascromatografico La misura delle concentrazioni di odorizzante nel gas erogato può essere effettuata mediante analisi gascromatografiche facendo riferimento ai metodi descritti dalla UNI 7133. 4.11.1.1.1

Rapporto di verifica funzionale

Le verifiche, una volta completate, devono essere riportate in un rapporto in termini di check list. Il rapporto deve includere: - la descrizione delle verifiche eseguite; - l'esito di ogni verifica. Il rapporto deve essere sottoscritto dall’addetto alla conduzione e dal responsabile di impianto. 4.11.3 Manutenzione Il principale obiettivo dell’attività di manutenzione è di assicurare nel tempo il corretto funzionamento, l’affidabilità e la sicurezza dell’impianto di odorizzazione. La manutenzione comprende: - manutenzione preventiva; - manutenzione correttiva. Deve essere assicurata la tracciabilità degli interventi di manutenzione preventiva e correttiva eseguiti. Nota La frequenza degli interventi di manutenzione sugli impianti di odorizzazione, particolarmente delicati per la possibilità di fuoriuscita di odorizzante, può essere ridotta con il ricorso a schemi di impianto che sono dotati di linee di riserva degli organi in movimento del tipo di quello riportato nella figura B.2a.

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4.11.3.1 Manutenzione preventiva La manutenzione preventiva consiste nella sostituzione di parti soggette ad usura e/o abrasione, invecchiamento e richiedenti lubrificazione e/o pulizia; si effettua con lo scopo di ridurre la probabilità di guasto o malfunzionamento di una unità o una apparecchiatura. La manutenzione preventiva viene effettuata sulla base di uno specifico programma manutentivo redatto dall’utilizzatore sulla base dell’esperienza dell’utilizzatore stesso coerentemente con le indicazioni contenute nei manuali d’uso e manutenzione forniti dal costruttore e con le indicazioni delle norme pertinenti (UNI CEN/TS 15173, UNI CEN/TS 15174 e UNI CEN/TS 15399). 4.11.3.2 Manutenzione correttiva La manutenzione correttiva consiste nell’insieme delle attività correlate alla sostituzione di parti o apparecchiature interessate da un guasto o anomalia (o sulle quali è ragionevolmente prevedibile, sulla base delle conoscenze della apparecchiatura coinvolta, possa generarsi un guasto) volte a ripristinare le condizioni di normale funzionamento. La manutenzione correttiva deve essere eseguita quando per un’apparecchiatura: - si riscontra la segnalazione del raggiungimento di una soglia di allarme; - si prospetta l’insorgere di un potenziale guasto e/o anomalia di funzionamento; - al verificarsi di un guasto e/o anomalia. La manutenzione correttiva può interessare più parti dell’apparecchiatura coinvolta, comprendendo le seguenti attività: -

messa fuori servizio dell’impianto; individuazione delle parti che presentano i guasti; riparazione del guasto e/o sostituzione delle parti con guasto; rimontaggio delle eventuali parti smontate; prove e verifiche; rimessa in servizio dell’impianto.

4.11.4 Riqualificazione periodica dei recipienti a pressione (verifica di integrità) Periodicamente i recipienti a pressione devono essere sottoposti ad una verifica di integrità mirata ad accertare lo stato di conservazione delle loro membrature, con particolare riguardo al problema della corrosione ed erosione o altre azioni che possano comprometterne nel tempo la loro stabilità strutturale. Ove nella rilevazione visiva e/o strumentale si riscontrino difetti che possono in qualche modo pregiudicare l'ulteriore esercibilità dei recipienti, devono essere intraprese le opportune indagini supplementari atte a stabilire non solo l'entità del difetto ma anche la sua possibile origine. Ciò al fine di intraprendere le azioni più opportune di ripristino dell’integrità strutturale del componente, oppure a valutarne il grado di sicurezza commisurato al tempo di ulteriore esercibilità con la permanenza dei difetti riscontrati. Sono soggetti a verifiche d’integrità per la riqualificazione periodica i recipienti a pressione: 20 © Ente Nazionale Italiano di Unificazione Membro Italiano ISO e CEN www.uni.com


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- con pressione massima ammissibile maggiore a 12 bar e con capacità maggiore di 25 l; - con pressione massima ammissibile minore o uguale a 12 bar e con capacità maggiore di 50 l. 4.11.4.1 Modalità di esecuzione delle verifiche di integrità La verifica d’integrità consiste nell’ispezione delle varie membrature dei recipienti a pressione mediante esame visivo eseguito dall’esterno e, dall’interno, in una delle seguenti azioni alternative: - controlli spessimetrici ed eventuali altri controlli che si rendano necessari a fronte di danno; - prova di pressione a 1,125 volte la pressione PS che può essere effettuata utilizzando un fluido allo stato liquido; - prova di pressione con aria o gas inerte ad un valore di 1,1 volte la pressione PS. La prova di pressione, sia essa effettuata con un liquido o un gas, deve avere una durata minima di 2 h durante le quali deve essere verificata l'assenza della caduta di pressione. 4.11.4.2 Frequenza della riqualificazione periodica dei recipienti a pressione La verifica di riqualificazione dei recipienti deve essere prevista con cadenza non superiore a 10 anni dalla data del verbale di messa in servizio. La frequenza di tali verifiche deve essere modificata qualora il fabbricante dei recipienti, nel manuale d'uso e manutenzione, indichi periodicità di interventi minori di 10 anni con particolare riguardo al problema della corrosione ed erosione o altre azioni che possano compromettere nel tempo la stabilità strutturale delle attrezzature. Fermi restando i limiti temporali previsti e di quelli suggeriti dal fabbricante, le verifiche successive vanno eseguite entro i termini derivanti dai risultati dell'ultima verifica eseguita. 4.11.4.3 Azioni di ripristino Le azioni di ripristino consistono nella sostituzione di parte di un’attrezzatura a pressione oppure nella riparazione, con o senza saldatura, senza variazione alcuna del progetto originario. Attrezzature a pressione interessate ad eventuali interventi di riparazione devono essere sottoposte al collaudo previsto dalla normativa tecnica con la quale l’attrezzatura è stata realizzata in origine. Descrizione, procedura ed esito del collaudo devono essere registrati e documentati sulla documentazione d’impianto. 4.11.4.4 Rapporto di verifica d’integrità Il rapporto, da redigere al termine delle attività sopra descritte, deve contenere almeno i seguenti dati: - dati identificativi dell’attrezzatura sottoposta a verifica di integrità; - procedura adottata per la verifica d’integrità; - esito della verifica con indicato i punti che sono stati esaminati con prove di tipo NDT; - azioni intraprese a seguito dell’esito della verifica. Tale documentazione deve essere archiviata e conservata per tutta la durata dell’installazione dell’attrezzatura a pressione. 21 © Ente Nazionale Italiano di Unificazione Membro Italiano ISO e CEN www.uni.com


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4.11.5 Documentazione d’impianto Per ciascun impianto di odorizzazione deve essere predisposta e resa disponibile la seguente documentazione: a) schema generale; b) manuale di uso e manutenzione; c) disegni delle attrezzature a pressione con evidenza dei materiali utilizzati, degli spessori di progetto e di costruzione; d) dichiarazioni di conformità; e) scheda di dati di sicurezza del prodotto odorizzante utilizzato; f) rapporto di collaudo; g) rapporto di messa in servizio; h) rapporti di conduzione (di ispezione e di verifiche funzionali); i) rapporti di manutenzione; j) rapporti di verifiche di integrità. Tale documentazione deve permettere la tracciabilità di tutti gli interventi avvenuti presso l’impianto, ripercorrendo lo storico dell’impianto stesso dalla sua installazione. 5 5.1

IMPIANTI ELETTRICI Impianti elettrici ed elettronici asserviti all’impianto di odorizzazione

Le eventuali apparecchiature e gli impianti elettrici ed elettronici relativi agli impianti di odorizzazione devono essere progettati, costruiti ed installati “a regola d’arte”, nel rispetto della legislazione vigente11). In particolare gli impianti realizzati devono essere idonei per i luoghi pericolosi per la presenza di atmosfere esplosive, secondo la CEI EN 60079-14, utilizzando materiali conformi alla legislazione vigente12). A tale norma deve essere fatto riferimento per la scelta delle costruzioni elettriche idonee per l’impiego in atmosfere esplosive, dei criteri di installazione delle stesse e delle relative condutture; ciò in relazione alla qualifica del luogo, definita nel documento di classificazione dell’impianto secondo quanto previsto dalla legislazione vigente13). Eventuali apparecchiature elettriche ed impianti non idonei per il tipo di zona pericolosa devono essere installati esclusivamente in “zona sicura” ed essere comunque idonei per costruzione, in relazione alle influenze ambientali prevedibili, nel rispetto di quanto stabilito dalla CEI 64-8. 5.2

Impianti di terra e di protezione contro i fulmini

Tutte le “masse”, le “masse estranee” e le parti conduttrici relative all’impianto di odorizzazione devono essere collegate al “collettore (o nodo) principale di terra” dell’edificio (alloggiamento) di contenimento dell’impianto stesso, anche ai fini della protezione dai contatti indiretti (vedere CEI 64-8) e dalle cariche elettrostatiche. 11)

Vedere [7]. Vedere [8]. 13) Vedere [9]. 12)

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Gli impianti di odorizzazione devono essere protetti dagli effetti dei fulmini, secondo le prescrizioni delle norme pertinenti della serie CEI EN 62305 (CEI 81-10). Le eventuali misure di protezione appropriate sono individuate per il singolo impianto in relazione alle risultanze del documento di valutazione del rischio dovuto al fulmine, elaborato secondo le indicazioni della CEI EN 62305-2, nei casi in cui l’elaborazione di tale documento sia necessario. 6 6.1

IMPIANTI DI TRAVASO Caratteristiche

L’impianto di travaso dell’odorizzante è costituito dalle apparecchiature, tubazioni di collegamento ed accessori necessarie per il trasferimento dell'odorizzante dai contenitori mobili ai serbatoi e barilotti o per il trasferimento dell’odorizzante tra due contenitori fissi (per esempio tra serbatoio di servizio e barilotto). Gli impianti di travaso possono essere di due tipi: - a circuito chiuso, ovvero utilizzando una tubazione di collegamento per la fase liquida ed una tubazione di collegamento per la fase gassosa in modo che a seguito dell’equilibrio delle pressioni tra i due contenitori non vi sia lo scarico in atmosfera; - a circuito aperto, ovvero utilizzando solo il collegamento sulla fase liquida, con neutralizzazione dei gas di scarico. Possono essere impiegati altri tipi di impianto di travaso purché rispettino i criteri minimi di sicurezza indicati nella presente norma. I sistemi di travaso devono possedere le seguenti caratteristiche: - i tubi fissi di collegamento delle varie parti dell'impianto devono essere dimensionati per una pressione massima non minore di quella dei serbatoi di servizio e del barilotto; - i tubi flessibili per i collegamenti rapidi fra contenitori mobili (ivi comprese le autocisterne) devono essere costruiti in materiale resistente all'azione corrosiva dell'odorizzante ed essere dimensionati per una pressione massima non minore della pressione di linea; - le giunzioni dei tubi flessibili devono essere munite di dispositivo antisfilamento a tenuta; - devono disporre di un idoneo dispositivo di sicurezza inserito nel circuito come protezione contro eventuali sovrappressioni nei contenitori. I sistemi di travaso devono inoltre soddisfare le seguenti condizioni: - nel caso dei contenitori mobili a rendere la pressione interna non deve essere maggiore di 300 kPa (3 bar); - nel caso di travaso con l'impiego di gas motore la pressione di quest'ultimo non deve essere maggiore di 100 kPa (1 bar) per contenitori fissi o contenitori mobili a rendere; - nel caso di travaso da autocisterna deve essere collegata a terra la struttura metallica dell’automezzo con una delle prese di terra già presenti nell’impianto; il collegamento deve essere eseguito utilizzando appositi morsetti a pinza con impugnatura isolata e muniti di idonei interruttori a sicurezza; - la pressione di travaso deve essere inferiore alla pressione massima ammissibile (PS) caratteristica del recipiente stesso.

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Le operazioni di collegamento e scollegamento dei contenitori al circuito di travaso devono essere effettuate: - per il travaso a circuito aperto possibilmente in assenza di vento e comunque adottando accorgimenti tali da non provocare disagi alla popolazione, per esempio impiegando filtri a cartuccia contenente carbone attivo; - per il travaso a circuito chiuso una fase preparatoria a circuito aperto può essere utilizzata, quando necessario, nel rispetto dei criteri di prevenzione contro la fuoriuscita di odore. Prima dell'operazione di travaso a circuito aperto la pressione del serbatoio o del barilotto in cui si deve effettuare il travaso di odorizzante deve essere ridotta fino alla pressione atmosferica. L'operazione di scarico della pressione deve avvenire senza spandimento di odore, adottando accorgimenti quali l'immissione in rete oppure in atmosfera dopo passaggio attraverso un dispositivo neutralizzatore o assorbitore. 6.2 6.2.1

Modalità operative di travaso Generalità

Tutte le attività svolte durante le operazioni di travaso devono avvenire sotto il controllo dell'operatore per tutta la loro durata. 6.2.2 Operazioni preliminari Prima dell’operazione di travaso deve essere verificato che la pressione di travaso sia inferiore alla pressione massima ammissibile (PS) caratteristica del recipiente stesso. L'operazione di scarico della pressione deve avvenire senza spandimento di odore, adottando accorgimenti quali l'immissione in rete oppure in atmosfera dopo passaggio del gas attraverso un apparecchio neutralizzatore od assorbitore (gruppo di filtraggio). 6.2.3 Travaso dell’odorizzante Le operazioni di travaso devono essere effettuate tenendo conto di quanto previsto dal manuale d’uso d’impianto, di seguito sono riportate le indicazioni di massima da adottare durante le operazioni di travaso: - verificare che le valvole di intercettazione dell’indicatore di livello del serbatoio da rabboccare siano aperte; - pressurizzare il serbatoio regolando la pressione di spinta senza superare la pressione di 50 kPa (0,5 bar); - procedere al riempimento del serbatoio fino a raggiungere l’80% della sua capacità totale accertandosi del graduale innalzamento del livello di odorizzante, quindi provvedere ad arrestare l’erogazione di odorizzante; - scollegare con cura i tubi flessibili utilizzati per il travaso ed applicare tappi di tenuta e/o protezione alle estremità libere del contenitore e delle manichette ed in corrispondenza delle prese dell’impianto di travaso.

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6.3

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Requisiti del personale addetto

Il personale addetto alla manipolazione degli odorizzanti deve essere di provata capacità e possedere le cognizioni necessarie per una corretta e sicura esecuzione di tutte le operazioni connesse con l’attività. A tal fine, il suddetto personale deve essere formato ed addestrato sui rischi specifici e sulle azioni atte ad eliminare e/o ridurre i rischi di cui sopra. Per l’uso dei gas tossici il personale deve essere in possesso dei requisiti previsti dalla legislazione vigente14). Il personale addetto ai controlli di tipo non distruttivo (NDT) nelle verifiche d’integrità deve essere qualificato in conformità alla UNI EN 473. 7

CRITERI OPERATIVI DI SICUREZZA

7.1

Generalità

Per gli impianti di odorizzazione e i depositi devono essere rese disponibili le dotazioni di sicurezza di cui al punto 7.2. Il personale addetto alla manipolazione degli odorizzanti, in occasione di travasi o durante la normale conduzione dell’impianto deve attenersi almeno alle disposizioni generali di sicurezza di cui ai punti 6.2 e 7.4. 7.2

Dotazione di sicurezza degli impianti

Gli impianti di odorizzazione e i depositi oggetto della UNI 9463-3 devono essere corredati delle dotazioni di sicurezza descritte nei punti seguenti. Fatto salvo quanto già previsto al punto 4.8 per i mezzi antincendio, la dotazione di sicurezza di ogni impianto è altresì costituita dai seguenti equipaggiamenti: - materiale ed attrezzature di pronto intervento (quali ad esempio materiale assorbente, secchi, stracci, acqua, soluzioni di ipoclorito di sodio o di calcio o altri agenti ossidanti, contenitore per rifiuti speciali munito di chiusura, ecc.), idonei per intervenire in presenza di limitati spargimenti o perdite di odorizzante. Qualora tali materiali e attrezzature siano localizzati sull’impianto devono essere ricoverati in vani separati dal locale di deposito o di impiego dell'odorizzante; - una dotazione completa di DPI per i casi di emergenza; - mezzi lavaocchi o doccia di emergenza in conformità alla UNI 9608. In impianti in cui non possa esserne garantita l'efficienza, il lavaocchi può essere reso disponibile sull'automezzo di servizio. Per gli impianti di cui al punto 4.5.2, tali dotazioni possono essere rese disponibili sull’impianto tramite i veicoli di servizio. Inoltre devono essere esposti in modo ben visibile:

14)

Vedere [10].

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- la segnaletica di sicurezza (incendio, esplosione, tossicità, ecc.) in conformità alle prescrizioni vigenti in materia; - la “Scheda di Dati di Sicurezza” del prodotto odorizzante emessa secondo le disposizioni legislative vigenti15) sulla quale sono reperibili, tra l’altro, le istruzioni per la manipolazione del prodotto, per il trasporto, per gli interventi di emergenza e per il primo soccorso; - i numeri telefonici delle Autorità da informare, in particolare Carabinieri e Vigili del Fuoco. 7.3

Dispositivi di protezione individuale (DPI)

Il personale addetto al rifornimento dell'odorizzante deve utilizzare i dispositivi di protezione individuale (DPI) ed i mezzi di sicurezza previsti: - dalla “Scheda di dati di sicurezza” del prodotto odorizzante, emessa ed aggiornata dai produttori; - dal manuale d’uso del produttore dell’impianto di odorizzazione; - dalle disposizioni legislative vigenti; - dalle eventuali specifiche procedure aziendali. Una dotazione completa per i casi di emergenza deve essere posta presso ciascun impianto di odorizzazione salvo quanto specificato al punto 6.1 per gli impianti di cui al punto 4.5.2. I dispositivi di protezione individuale devono rispondere ai seguenti requisiti generali: - i guanti, gli indumenti e le calzature devono resistere all'azione del vapore o del liquido odorizzante; - l’elmetto di protezione deve essere conforme alla UNI EN 397; - i dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie (per esempio: maschera a filtro, autorespiratore,ecc.) devono essere scelti ed utilizzati in relazione allo scenario d’intervento, all’ambiente operativo (all’aperto o al chiuso), alla concentrazione di ossigeno e dei vapori di odorizzante (qualora noti), ai tempi di esposizione stimati per l’intervento di emergenza. 7.4

Istruzioni per il personale addetto

7.4.1 Generalità Il personale addetto deve disporre di istruzioni scritte contenenti i comportamenti da adottare nei casi sotto elencati: - operazioni di utilizzo del prodotto odorizzante; - interventi in caso di limitati spargimenti di odorizzante; - interventi in caso di significativi spargimenti di odorizzante. 7.4.2 Operazioni di utilizzo del prodotto odorizzante Nel caso di operazioni di manipolazione e deposito devono essere osservate le seguenti prescrizioni:

15)

Vedere [13].

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- indossare i DPI appropriati per evitare il contatto del prodotto con la pelle o l'inalazione dei vapori; - movimentare i contenitori con ogni precauzione, con eventuali attrezzature (per esempio carrelli, portafusti o mezzi di sollevamento); - immagazzinare i contenitori in modo stabile e tale da evitare rovesciamenti o cadute; - non impilare i contenitori e non formare blocchi non ispezionabili a vista; - usare in modo appropriato mezzi o attrezzi specifici in modo da non produrre scintille (per esempio attrezzi antiscintille o resi tali); - raffreddare con acqua prima della loro apertura i contenitori di odorizzante che per qualsiasi motivo superino la temperatura di circa 40 °C; - chiudere i contenitori immediatamente dopo l'utilizzazione, assicurandosi della tenuta degli stessi; - non fumare o usare fiamme libere all'interno della recinzione degli impianti di odorizzazione; - verificare l’assenza di atmosfere potenzialmente esplosive, provvedendo, in presenza di atmosfera potenzialmente esplosiva, all’eliminazione delle cause che l’hanno generata; nel caso in cui non fosse possibile rimuovere tali cause si dovrà operare usando adeguate modalità. 7.4.3 Interventi in caso di limitati spargimenti di odorizzante Nei casi di limitati spargimenti di odorizzante ci si deve attenere alle disposizioni ed indicazioni contenute nella “scheda di dati di sicurezza” del prodotto odorizzante e comunque in ogni caso: - intercettare la fuoriuscita dell’odorizzante; - evitare che il prodotto defluisca in fogne o in corsi d'acqua; - arginare lo spargimento del prodotto con materiale inerte (sabbia o altro idoneo materiale adsorbente); - stabilizzare l'odorizzante già adsorbito su materiale inerte; - raccogliere tutto il materiale contaminato in contenitori per rifiuti speciali separando secondo la legislazione vigente; - eventualmente neutralizzare l’odorizzante con agenti chimici idonei e successivamente raccogliere tutto il materiale neutralizzato in contenitori per rifiuti speciali secondo la legislazione. 7.4.4 Interventi in caso di spargimenti significativi di odorizzante Nei casi in cui uno spandimento di odorizzante possa essere significativo o avvertito dalla popolazione devono essere adottate, se possibile, le azioni previste al punto 7.4.3. Inoltre, nelle istruzioni scritte di cui al punto 7.4.1 e adottate dal personale, deve essere previsto quanto segue: - le modalità operative di intervento per arginare lo spandimento; - le modalità e tempi entro cui avvertire le autorità competenti (eventualmente anche quelle sanitarie); - le modalità operative per avvertire la popolazione con appropriati modi e mezzi. Per esempio la comunicazione può essere effettuata mediante messaggi brevi contenenti almeno le seguenti informazioni: 27 © Ente Nazionale Italiano di Unificazione Membro Italiano ISO e CEN www.uni.com


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- presenza di “odore di gas” dovuta ad un’emergenza verificatasi nell’impianto di odorizzazione; - eventuali possibili disturbi e i provvedimenti di primo soccorso; - tempi previsti per riportare la situazione sotto controllo. Le informazioni devono essere complete, veritiere ed aggiornate periodicamente fino alla dichiarazione di chiusura dell’emergenza. 7.5

Interventi ed azioni di primo soccorso

Le misure di primo soccorso da applicare sono riportate nella “scheda di dati di sicurezza” del prodotto odorizzante.

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APPENDICE A (normativa)

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CONDUZIONE E ODORIZZAZIONE

MANUTENZIONE

DI

UN

IMPIANTO

DI

La presente appendice elenca le principali attività necessarie per un programma di conduzione e manutenzione di un impianto di odorizzazione. Essa si applica agli impianti di odorizzazione che rientrino nel campo di applicazione della presente norma. Le informazioni contenute nella presente appendice sono da considerare come requisiti minimi e non esimono il gestore dell'impianto e il datore di lavoro dal provvedere ad integrarne adeguatamente il contenuto con riferimento sia alle esigenze specifiche dell'impianto gestito sia agli obblighi derivanti dalla legislazione vigente. Per quanto riguarda le attività di collaudo, messa in servizio e verifiche di integrità si rimanda ai rispettivi punti 4.10 e 4.11. A.1

CODICE ATTIVITA’: VS 01 "VERIFICA AFFIDABILITA’ DEGLI STRUMENTI DI ANALISI DELLA CONCENTRAZIONE DELL’ODORIZZANTE"

A.1.1

Al fine di determinare la quantità di odorizzante presente nel gas devono essere utilizzati strumenti di analisi di cui al punto 4.11.2.2.

A.2

CODICE ATTIVITA’: IP 01 "CONTROLLO PERDITE E CONTROLLO LIVELLO ODORIZZANTE”

A.2.1

Controllo perdite

A.2.1.1

Controllare visivamente e olfattivamente, come prima attività, che tutte le connessioni dell’impianto di odorizzazione non presentino perdite di liquido odorizzante. Se tutto è regolare passare all'operazione A.2.2.1.

A.2.1.1.1

In caso di riscontrate anomalie passare all'operazione codice MA 01 di cui al punto A.4.

A.2.2

Controllo livello odorizzante nei serbatoi - Condizione: valvole dei portalivello chiuse

A.2.2.1

Aprire valvole dei portalivello.

A.2.2.1.1

Controllare che il liquido nel livello non presenti tracce di morchie e/o impurità. Se tutto è regolare passare al punto A.2.2.1.3.

A.2.2.1.2

In caso contrario passare all'operazione MA 01 di cui al punto A.4. 29 © Ente Nazionale Italiano di Unificazione Membro Italiano ISO e CEN www.uni.com


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A.2.2.1.3

Controllare che il livello di odorizzante del barilotto rientri nei limiti stabiliti nel punto 6.2.3.

A.2.2.1.4

In caso contrario ripristinare le condizioni di esercizio descritte nei punti 4.1.2 e 4.1.4.

A.2.2.1.5

Registrare il livello del liquido nel “RAPPORTO D’ISPEZIONE”.

A.2.2.1.6

Chiudere le valvole dei portalivello verificando la tenuta delle stesse.

A.3

CODICE ATTIVITA’: VF 01 – VERIFICHE FUNZIONALI DEGLI IMPIANTI A LAMBIMENTO A FLUSSO DERIVATO Oggetto: Verifica e regolazione della quantità di odorizzante immesso in rete (figure B.1a, B.1b, B.1c)

A.3.1

Condizione a): scarsa concentrazione di odorizzante nel gas secondo quanto previsto al punto 4.11.2.2

A.3.1.1

Verificare la posizione di regolazione della valvola 2 (vedere figure B.1a, B.1b, B.1c).

A.3.1.1.1

Se la valvola 2 permette una maggiore apertura agire sulla medesima per aumentare il flusso del gas in lambimento.

A.3.1.1.2

Con l'aumento del flusso di gas in lambimento procedere all'analisi della concentrazione di odorizzante nel gas nei punti di prelievo prefissati (vedere codice operazione VF 01).

A.3.1.1.3

Con la valvola 2 in apertura, manovrare in chiusura sulla valvola generatrice di ∆P, numero 10 (figura B.1a),13 (figura B.1b) o 15 (figura B.1c), per aumentare il salto di pressione stesso.

A.3.2

Condizione b): eccessiva concentrazione di odorizzante nel gas secondo quanto previsto al punto 4.11.2.2

A.3.2.1

Verificare la posizione di regolazione della valvola generatrice di ∆P come indicata nel punto A.3.1.1.3 e aumentarne l'apertura per diminuire il flusso del gas in lambimento.

A.3.2.1.1

Non ottenendo il risultato atteso, agire sulla valvola di regolazione, come indicata nel punto A.3.11 in chiusura per diminuire il flusso del gas in lambimento.

A.3.2.1.2

Effettuate le manovre correttive e procedere come nel punto A.3.1.1.2.

A.4

CODICE ATTIVITA’: MA 01 - Manutenzione di un impianto di 30 © Ente Nazionale Italiano di Unificazione Membro Italiano ISO e CEN www.uni.com


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odorizzazione a lambimento a flusso derivato (figure B.1a, B.1b, B.1c). La manutenzione ordinaria di un impianto di odorizzazione a lambimento consiste essenzialmente nella pulizia dei serbatoi e dei relativi accessori a causa di impurità presenti nel liquido odorizzante: la frequenza di tale manutenzione è funzione delle specifiche condizioni di servizio. La manutenzione correttiva dell’impianto di odorizzazione a lambimento sarà effettuata essenzialmente in occasione di rilevamento di perdite per mancanza di tenuta delle valvole, connessioni flangiate e/o filettate e tenute livello e/o altri accessori. A.4.1

Prima di procedere alle attività di manutenzione straordinaria, ripristinare nell'impianto di odorizzazione a lambimento la pressione atmosferica, chiudendo le valvole 1 di derivazione del flusso del gas dalla tubazione principale; aprire la valvola per depressurizzazione 5 (figura B.1a), 7 (figura B.1b) o 14 (figura B.1c) dopo aver verificato l’efficacia dell’idoneo sistema di neutralizzazione/assorbimento.

A.4.2

Se la manutenzione e/o sostituzione di valvole e/o guarnizioni di tenuta non comportano fuoriuscita di liquido odorizzante, procedere alla loro manutenzione e/o sostituzione.

A.4.2.1

Se le manutenzioni e/o sostituzioni di parti comportano fuoriuscita di liquido odorizzante, svuotare il componente oggetto dell’intervento raccogliendo il tutto in un contenitore idoneo.

A.4.2.2

Al compimento delle operazioni effettuare le manovre necessarie per ripristinare l'impianto di odorizzazione.

A.5

CODICE OPERAZIONE: VF 02 "VERIFICHE DELL’IMPIANTO DI INIEZIONE (figure B.2a e B.2b)

A.5.1

Le varie parti meccaniche che compongono l’impianto devono operare conformemente alle indicazioni del costruttore.

A.5.1.1

Verificare che a valle dell’impianto di odorizzazione il grado di odorizzazione sia adeguato al valore di regolazione impostato secondo quanto previsto al punto 4.11.2.2. La regolarità dell'immissione dell’odorizzante in rete può essere verificata quantitativamente anche riscontrando un calo dell’odorizzante proporzionale alla quantità di gas transitato, evidenziato dall'indicatore di livello del serbatoio di servizio.

A.5.1.2

Nel caso in cui venga riscontrata una scarsa immissione di odorizzante:

FUNZIONALI

a) per gli impianti dotati di pompa dosatrice verificare che questa non sia disinnescata; in tal caso ripristinare il normale funzionamento della pompa dosatrice secondo le indicazioni fornite dal costruttore; b) per gli altri impianti verificare che la pressione differenziale sia idonea 31 © Ente Nazionale Italiano di Unificazione Membro Italiano ISO e CEN www.uni.com


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e sufficiente a garantire la corretta iniezione di odorizzante secondo le indicazioni del costruttore. Al verificarsi di tale anomalia, verificare il corretto avvio dell’impianto di riserva e prendere opportuni provvedimenti; c) in ogni caso verificare che la valvola di non ritorno 10 (figura B.2a) o 9 (figura B.2b) non sia bloccata; in tal caso operare conformemente alle indicazioni del costruttore per ripristinare la corretta funzionalità. A.5.1.3

A.6

A.6.1

Qualora permanga l’irregolare immissione di odorizzante (insufficiente o eccessiva) provvedere ad un intervento di regolazione dell'odorizzante immesso secondo le indicazioni di cui al manuale di istruzione del costruttore. CODICE ATTIVITA’: MA 02 - Manutenzione degli impianti di odorizzazione ad iniezione Prima di effettuare qualsiasi attività di manutenzione sull’impianto di odorizzazione ad iniezione si deve procedere: - alla verifica del funzionamento del sistema di commutazione tra l’impianto di servizio e l’impianto di riserva - alla messa in servizio dell’impianto di riserva (a lambimento o ad iniezione)

A.6.1.1

Effettuata la messa in servizio dell'impianto a lambimento o dell’impianto ad iniezione di riserva, procedere all'intercettazione delle valvole a monte e a valle del componente su cui intervenire.

A.6.1.2

Le attività di manutenzione ordinaria e correttiva sugli impianti di odorizzazione ad iniezione devono essere effettuate in conformità alle procedure comunicate dal costruttore.

A.6.1.3

Completate le operazioni precedenti, procedere alla messa in funzione dell’impianto di odorizzazione ad iniezione sottoposto a manutenzione, verificando la corretta regolazione dell'odorizzante immesso secondo le indicazioni del costruttore.

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Appendice B - Schemi esemplificativi degli impianti di odorizzazione Figura B.1a - Impianto a lambimento a flusso derivato con barilotto di capacità fino a 25 l

N° 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

Apparecchiatura Valvola di intercettazione gas Valvola di regolazione Barilotto Valvola di carico odorizzante Valvola per depressurizzazione Tappo o flangia cieca Valvola di intercettazione barilotto Valvola di intercettazione livello Indicatore di livello Generatore di P Flusso del gas

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Figura. B.1b - Impianto a lambimento a flusso derivato con barilotto di capacità maggiore o uguale a 25 l

16)

Apparecchiatura

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

Valvola di intercettazione gas Valvola di regolazione Barilotto Valvola di carico odorizzante Valvola per presa manometrica Tappo o flangia cieca Valvola per depressurizzazione Valvola di intercettazione barilotto Valvola per scarico di fondo Valvola di prelievo liquido16) Valvola di intercettazione livello Indicatore di livello Generatore di P Flusso del gas

La valvola di prelievo del liquido può essere inserita in alternativa sull’indicatore di livello del serbatoio.

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Figura B.1c - impianto a lambimento e serbatoio di servizio

N° 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

17)

Apparecchiatura Valvola di intercettazione gas Valvola di regolazione Barilotto Valvola di carico odorizzante Valvola per presa manometrica Tappo o flangia cieca Valvola per bilanciamento delle pressioni Valvola di intercettazione barilotto Valvola per scarico di fondo Valvola di prelievo liquido17) Valvola di intercettazione livello Indicatore di livello Serbatoio di servizio Valvola per depressurizzazione Generatore di P Flusso del gas

La valvola di prelievo del liquido può essere inserita in alternativa sull’indicatore di livello del serbatoio.

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Figura B.2a - Impianto di odorizzazione ad iniezione con impianto a lambimento a flusso derivato di riserva

Apparecchiatura

1 1R 2 3 4 5 6 7 8 9

Serbatoio di servizio/barilotto Serbatoio di servizio ausiliario (opzionale) Unità di controllo Sistema dosatore/iniettore Misuratore portata gas da odorizzare Misuratore portata odorizzante (opzionale) Indicatore di livello Organo generatore pressione differenziale Valvola commutatrice Valvola di prelievo liquido per alimentazione dosatore (opzionale sul serbatoio o sull’indicatore di livello) Valvola di non ritorno Valvola di carico odorizzante Valvola per presa manometrica Valvola per scarico fondo Valvola per depressurizzazione Valvola di intercettazione gas Valvola di regolazione Flusso del gas

10 11 12 13 14 15 16 17

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Figura B.2b - Impianto di odorizzazione ad iniezione con impianto di riserva ad iniezione

Apparecchiatura

1 2 2R 3 3R 4 5 6 7 8

Serbatoio di servizio Unità di controllo Unità di controllo di riserva Sistema dosatore/iniettore Sistema dosatore/iniettore di riserva Misuratore portata odorizzante (opzionale) Misuratore portata gas da odorizzare Indicatore di livello Sistema di controllo pressione del serbatoio di servizio Valvola di prelievo liquido per alimentazione dosatore (opzionale sul serbatoio o sull’indicatore di livello) Valvola di non ritorno Valvola per presa manometrica Valvola per scarico di fondo Flusso del gas

9 10 11 12

L’impianto di riserva deve essere alimentato con una fonte di energia che sia indipendente nelle cause di disservizio da quella dell'impianto principale (ciò non si applica se l’impianto di riserva a iniezione è azionato dalla pressione stessa del gas distribuito).

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BIBLIOGRAFIA

[1]

Legge 6 dicembre 1971, n. 1083 "Norme per la sicurezza del gas combustibile".

dell'impiego

[2]

Legge 1 marzo 1968, n. 186, “Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici”.

[3]

Decreto Ministeriale 16 aprile 2008 “Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e dei sistemi di distribuzione e di linee dirette del gas naturale con densità non superiore a 0,8”;

[4]

Decreto Ministeriale 17 aprile 2008 “Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e degli impianti di trasporto di gas naturale con densità non superiore a 0,8”;

[5]

Decreto Ministeriale 13 ottobre 1994 “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione, l'installazione e l'esercizio dei depositi di G.P.L. in serbatoi fissi di capacità complessiva superiore a 5 m³ e/o in recipienti mobili di capacità complessiva superiore a 5.000 kg”;

[6]

Decreto Ministeriale 14 maggio 2004 “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per l'installazione e l'esercizio dei depositi di gas di petrolio liquefatto con capacità complessiva non superiore a 13 m³”;

[7]

Legge 1° marzo 1968, n. 186, “Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici”

[8]

Decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n.126 “Regolamento recante norme per l’attuazione della direttiva 94/9/CE in materia di apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva”;

[9]

Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”;

[10]

Regio Decreto 9 gennaio 1927, n. 147 “Approvazione del regolamento speciale per l'impiego dei gas tossici”.

[11]

Regolamento (CE) 16 dicembre 2008, n. 1272 “Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele che modifica 38 © Ente Nazionale Italiano di Unificazione Membro Italiano ISO e CEN www.uni.com


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e abroga le Direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE e che reca modifica al Regolamento (CE) n. 1907/2006”. [12]

Linee guida CIG n. 2 - Linee guida riguardanti la protezione contro le esplosioni nelle attività di installazione e/o sorveglianza di apparecchi utilizzati negli impianti di regolazione della pressione e di odorizzazione nelle reti di trasporto e distribuzione del gas combustibile

[13]

ADR - Accordo Europeo per il trasporto delle merci pericolose su strada

[14]

UNI 9571-1 Impianti di ricezione, prima riduzione e misura del gas naturale - Parte 1: Sorveglianza

[15]

UNI 10702 Impianti di riduzione della pressione del gas funzionanti con pressione a monte compresa tra 0,04 e 12 bar - Conduzione e manutenzione

[16]

UNI EN 12186 Trasporto e distribuzione di gas - Stazioni di regolazione della pressione del gas per il trasporto e la distribuzione - Requisiti funzionali

[17]

CEI 64-2 Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione

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