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Progettazione didieccellenza per cittĂ storica Progettazione eccellenza per lala cittĂ storica Master di II livello, VII edizione Master di II livello, VII edizione

ATTRAVERSA

ATTRAVERSA MENTI

MENTI Il complesso di Donnaromita e vico Orilia

Il complesso di Donnaromita e vico Orilia

Francesco Bocchino, Cinzia Didonna, Valentina Solano

Francesco J. Bocchino- Cinzia Didonna- Valentina Solano



Indice

1 - Ricerca storica 2 - Stato di fatto 3 - Teoria delle connessioni 4 - Esempi di architettura 5 - Analisi 6 - Riferimenti 7 - Ipotesi progettuali 8 - Scale napoletane



Capitolo 1 Ricerca storica


Pianta del Duca di Noja, 1775


1566 Veduta Lafrery Si nota il seggio e la chiesa di S. Angelo a Nilo divisi dal tracciato di Vico di Donnaromita, mentre tra S. Angelo e la chiesa del GesĂš vecchio sono segnate numerose fabbriche a corte non bene definite, e una doppia cortina edificata fiancheggia la “strada a Niloâ€?, oggi via Paladino. Non sono disegnati il vico Orilia e la nuova chiesa di Donnaromita, del 1535-50.


1629 Veduta Baratta Viene individuata per la prima volta la “strada nuova del Gesù”, tracciata per un accordo tra il monastero di Donnaromita e il monastero del Gesù, ritenuto conveniente ad ambedue. Fu chiamato vico dei Pidocchi, poi vico dell’Università, infine vico Origlia.


1775 Pianta del Duca di Noja Sono ben visibili: la chiesa di Donnaromita, composta da una navata con quattro cappelle su ogni lato, la sacrestia a destra dell’abside e il chiostro piccolo; mentre con la costruzione del chiostro grande si definÏ l’impianto del monastero a sud con la sistemazione del vicolo.


Fine 1800 Pianta Schiavoni La pianta mette in evidenza il sistema delle corti, tipiche dell’impianto conventuali, gli spazi aperti coperti e quelli destinati ad aree verdi.


1890, Neapolis, Julius Beloch Si nota come il complesso del GesĂš Vecchio si trova al margine della collina Monterone, divisa da Mezzocannone che fungeva da scolo pubblico.


1894-1904, Progetto di Risanamento Il Risanamenro portò alla modifica della cortina di via Mezzocannone.


un portico di collegamento tra i due cortili Risanamento: ridisegno della cortina edilizia co prospiciente la Via Mezzocannone e nuova connessione con gli ambienti dell' antico monastero di Donna Romita. prima metà del XX sec : Adeguamento funzionale e ridisegno del lato sud della corte maggiore.

sezione E-E

B

E

E

Tracce dell' antico chiostro porticato cinquecentesco del De Rosis Cortile monumentale seicentesco del Valeriano Intervento del XVIII co Risanamento : Ridisegno della cortina edilizia prospiciente su Via Mezzocannone e nuova connessione con gli ambienti dell' antico monastero del Salvatore Anni ‘20 del 1900 : sopraelevazione di due livelli sul lato prospiciente il giardino bislungo

B sezione C-C

F

sezione B-B

pianta primo piano

C

C

Pianta del complesso di Donnaromita 1828

Pianta dell’ex Politecnico Mendia 1884

Pianta dell’ex Politecnico dal Bollettino del Collegio degli Ingegneri e Architetti1900

Pianta dell’ex Politecnico 1967

Complesso di Donnaromita scala 1:500 F pianta primo piano

sezione F-F

Analisi stratigrafica

Pianta settecentesca del piano 1° del Complesso Gesuitico (Archivio di Stato di Napoli - Cart.XIV/1 bis)

Piante settecentesche dei piani 1° e 2° del Complesso Gesuitico (Archivio di Stato di Napoli - Cart.XIV/1 bis-2)

Cortile bislungo scala 1:500

Pianta settecentesca del Complesso Gesuitico a quota Cortile delle Statue (Archivio di Stato di Napoli - Cart.XIV/1)



Capitolo 2 Stato di fatto


Aerofotogrammetria, 2017


Napoli in assonometria, 1992



Pianta primo piano



Prospetto Via Mezzocannone



Sezione


La percezione dello spazio percorso Vico Orilia, lato Nord


La percezione dello spazio percorso Vico Orilia, lato Sud



Capitolo 3 Teoria delle connessioni


Connèttere: dal lat. Cum-nectere composto da cum = con, insieme e nectere = unire. Congiungere strettamente.

Emma McNally, Cartography



Le connessioni di Piranesi “Il carcere colle sue mura enormi, sotto il peso delle volte annerite, coi trabocchetti e le catene, colle scale che si incrociano fantasticamente e strisciano come serpi attorno ai piloni immani, salendo verso l’alto, verso la luce per dileguarvi, ha veramente un grande e potente valore simbolico. L’uomo tormentato, spaventato, oppresso da catene e tremante dinanzi agli strumenti di tortura, colla visione delle grandi scale irraggiungibili, che passano per le volte e salgono dorate nel sole e nella luce, giace veramente nel carcere pauroso, come l’anima sta nel corpo, sempre angosciata ma rivolta, anche fra i quotidiani tormenti, con tutte le speranze verso la luce che raggia al di là della vita e della terra.” Federico Hermann, Giambattista Piranesi, Pompeo Sansini Editore, Roma 1923

Giovan Battista Piranesi - “Il ponte levatoio” – 1761



Le connessioni di Escher La riflessione sulla tensione propria di una situazione spaziale è riprodotta su una superficie piana: l’illimitato e l’infinito sono al centro della rappresentazioni di Escher. La forza d’immaginazione dell’osservatore mette in moto gli oggetti rappresentati: il disegno è illusione e metamorfosi. La litografia Cycle fa parte del gruppo “I cicli” e della categoria “Compenetrazione di mondi diversi”: la figura umana diventa figura geometrica che a sua volta diviene architettura.

Maurits Cornelis Escher – “Cycle” - 1938



Le connessioni di Purini “In ogni punto della città questa ci <traversa> sia spazialmente che temporalmente: siamo sempre fuori o sempre dentro un sistema di strati nello stesso tempo oggettivi e soggettivi, nello stesso tempo esistenti e possibili.” Franco Purini, L’architettura didattica, Casa del libro Editrice, Reggio Calabria, 1980

Franco Purini -“Senza titolo”- 1978



“Qualsiasi dato diventa importante se è connesso a un altro. La connessione cambia la prospettiva. Induce a pensare che ogni parvenza del mondo, ogni voce, ogni parola scritta o detta non abbia il senso che appare, ma ci parli di un Segretoâ€? Umberto Eco, Il pendolo di Foucault, Ed. Bompiani, 2014


“A Smeraldina, città aquatica, un reticolo di canali e un reticolo di strade si sovrappongono e s’intersecano. Per andare da un posto a un altro hai sempre la scelta tra il percorso terrestre e quello in barca: e poiché la linea più breve tra due punti a Smeraldina non è una retta ma uno zigzag che si ramifica in tortuose varianti, le vie che s’aprono a ogni passante non sono soltanto due ma molte, e ancora aumentano per chi alterna traghetti in barca e trasbordi all’asciutto. Così la noia a percorrere ogni giorno le stesse strade è risparmiata agli abitanti di Smeraldina. E non è tutto: la rete dei passaggi non è disposta su un solo strato, ma segue un saliscendi di scalette, ballatoi, ponti a schiena d’asino, vie pensili. Combinando segmenti dei diversi tragitti sopraelevati o in superfìcie, ogni abitante si da ogni giorno lo svago d’un nuovo itinerario per andare negli stessi luoghi.” Italo Calvino, Le città invisibili, Einaudi, 1978


Le variabili Gerarchia Collocazione Dimensione DirezionalitĂ RiconoscibilitĂ Topologia


Gerarchia: lettura, se esiste, degli elementi principali e secondari Gerarchia spaziale Gerarchia di fruizione


Collocazione: posizionamento in pianta, sezione, interna o esterna all’architettura


Dimensione (spaziale): connessione stretta o larga, dal lungo o breve percorso, su un unico piano, con scale o rampe.


DirezionalitĂ : bidimensionale o tridimensionale, presenza di assi visivi privilegiati come ordine di percezione, tagli, aperture e angolazioni come progressione di scoperta dello spazio.


Riconoscibilità : del percorso, dell’interazione degli elementi connessi


Topologia: non si tratta di distanze permanenti, angoli, aree, ma si basa su rapporti di vicinanza, separazione, successione, recinzione(dentro-fuori) e continuitĂ


Relazione: connessione tra le parti



Capitolo 4 Esempi di architettura


Mimmo Jodice - Trieste, 1985- Rivisitazioni


“Nel nostro tempo, la luce si è trasformata in una questione di pura quantità e la finestra ha perso l’importanza di mediatore tra due mondi, tra chiuso e aperto, interiorità ed esteriorità, privato e pubblico, ombra e luce. Perso il significato ontologico, la finestra si è trasformata in pura assenza di muro.” Juhani Pallasmaa, Gli occhi della pelle, Milano, Jaca Book, 2007.


Corridoio Vasariano Vasari, 1565, Firenze


Ponte dei Sospiri Antonio Contin, 1600-1603, Venezia


Progetto di ampliamento del palazzo di Montecitorio Ernesto Basile, 1902, Roma


via San Gregorio Armeno, Napoli


via Pietro Trinchera, Napoli


Vico dei Maiorani, Napoli



Capitolo 5 Analisi


Inquadramento


Biblioteche nel centro antico di Napoli


Analisi funzionale piante quote +30.00, +35.00


Analisi dei percorsi e dei collegamenti



Capitolo 6 Riferimenti


Ristrutturazione della Pinacoteca di Stato Paulo Mendes da Rocha, Brasile, San Paolo, 1990-’98


Forte di Fortezza, Markus Scherer, Bolzano, 2008


Torre di Porta Nuova, MAP Studio - Magnani Pelzel Architetti, Arsenale di Venezia, 2011


Castelvecchio Carlo Scarpa, Verona, 1958



Capitolo 7 Ipotesi progettuali


Studio sulla volumetria


Studio del collegamento su un livello


Studio del collegamento su due livelli


Studio del collegamento su tre livelli



Capitolo 8 Scale napoletane


“La caratteristica di queste scale aperte così diverse da quelle degli altri paesi è dovuta essenzialmente alle condizioni favorevoli del clima per il quale tutta la vita napoletana pare che tenda a manifestarsi verso l’esterno.” R. Pane, Architettura Barocca Napolitana


“I passi sulla scala sono di vite diverse: passi agili, giovani, svelti, correnti; passi leggeri, fruscianti; passi modesti, passi timidi, passi importanti; passi stanchi, pesanti, vecchi, faticosi, lenti, strisciati; passi duri, fatali, paurosi, spaventosi che ti fan battere il cuore: passi amorosi, passi pensierosi, passi assassinio, passi terribili e minacciosi, passi fuggitivi. L’architetto deve sentir “suonare” la scala.” Gio Ponti, Amate l’architettura, Milano, Rizzoli, 2010 (II ed.). p134


Palazzo dello Spagnuolo


Palazzo dello Spagnuolo


Palazzo Sanfelice


Palazzo Sanfelice


Palazzo di Via Mezzocannone 8


Palazzo di Via Mezzocannone 8


Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr’occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue. E. Montale, Xenia II, 1967


Francesco J. Bocchino Cinzia Didonna Valentina Solano

fjbocchino@libero.it c.didonnacinzia@gmail.com solanovalentina@libero.it


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