III E CASTELLO TESINO- IIIC STRIGNO Ricerca storica sulla Grande Guerra in Valsugana Orientale e nel Tesino
Soldato che si fa una foto da Pieve con dietro Castello tesino in fiamme
Tappe della ricerca ● ● ● ● ● ● ● ● ● ●
Determinazione della ricerca Definizione del metodo di ricerca e delle strategie (ricerca di fonti e procedure) Definizione di una ipotesi di relazione o di rapporto conclusivo (cosa intendiamo produrre:pubblicazione-video-cartellone) Definizione della scaletta (indice) della relazione Raccolta delle informazioni (fotocopie-immagini-interviste) Scrittura della bibliografia completa Studio ed elaborazione delle informazioni Stesura della relazione Revisione Pubblicazione
Citazioni delle fonti e dei documenti ●
Mettere sempre in nota il riferimento all’autore, alla fonte o all’opera citata. Indispensabili per rendere verificabili i risultati. Il lettore deve poter ricostruire, se lo desidera, direttamente o indirettamente, il percorso di ricerca svolto.
Come si scrive la Bibliografia N. AUTORE, Titolo del testo, Casa editrice, anno di pubblicazione, pagine da cui è tratta la citazione.
“Sfaccendato lettore, potrai credermi senza che te ne faccia giuramento, ch'io vorrei che questo mio libro, come figlio del mio intelletto, fosse il più bello, il più galante ed il più ragionevole che si potesse mai immaginare; ma non mi fu dato alterare l'ordine della natura secondo la quale ogni cosa produce cose simili a sé. Che poteva mai generare lo sterile e incolto mio ingegno, se non se la storia d'un figlio secco, grossolano, fantastico e pieno di pensieri varii fra loro, né da verun altro immaginati finora? E ben ciò si conviene a colui che fu generato in una carcere, ove ogni disagio domina, ed ove ha propria sede ogni sorta di malinconioso rumore. Il riposo, un luogo delizioso, l'amenità delle campagne, la serenità dei cieli, il mormorar delle fonti, la tranquillità dello spirito, sono cose efficacissime a render feconde le più sterili Muse, affinché diano alla luce parti che riempiano il mondo di maraviglia e di gioia. Avviene talvolta che un padre abbia un figliuolo deforme e senza veruna grazia, e l'amore gli mette agli occhi una benda, sicché non ne vede i difetti, anzi li ha per frutti di buon criterio e per vezzi, e ne parla cogli amici: come di acutezze e graziosità. Io però, benché sembri esser padre, sono padrino di don Chisciotte, né vo' seguir la corrente, né porgerti suppliche quasi colle lagrime agli occhi, come fan gli altri, o lettor carissimo, affinché tu perdoni e dissimuli le mancanze che scorgerai in questo mio figlio.” La storia di Don Chisciotte della Mancha, MIGUEL DE CERVANTES SAAVEDRA
LA GRANDE GUERRA NEL TESINO tracce storiche e testimonianze INDICE Introduzione 1. La Valsugana Orientale e il Tesino nell’Impero austroungarico 2. L’inizio del conflitto e il reclutamento dei soldati trentini 3. Soldati della Valsugana orientale 4. Soldati del Tesino durante il conflitto(Giada e Linda) 5. La guerra sul fronte della Galizia 6. La guerra sul fronte italiano:la Valsugana orientale 7. Tappe del conflitto in Tesino (Siria, Cristel, Mavi e Caterina) 8. Immagini del Tesino in guerra 9. Testimonianze del conflitto: lettere e diari (Martino e Michele) 10. Cartine storiche e mappe del Tesino in guerra (Alice e Mario) 11. Racconti e testimonianze dal Tesino: interviste(tutta la classe) 12. I profughi del Tesino (Linda e Giada) 13. articoli di giornale dell’epoca ( Luca e Mattia) 14. La donna nel Tesino durante la guerra
INTRODUZIONE
Castello Tesino dopo i bombardamenti del 1916
Questa piccola ricerca nasce dalla volontà di studiare e conoscere il territorio di residenza degli alunni di classe III E dell’anno scolastico 2014/2015. Il Tesino, oltre ad essere meta turistica, è anche un luogo ricco di storia e terra di personaggi importanti per le due guerre mondiali. La conca del Tesino, circondata dalla catena dei Lagorai, è un altopiano della zona orientale della Provincia autonoma del Trentino-Alto Adige al confine con il Veneto; proprio per la sua posizione è stata fortemente coinvolta nelle vicende della Prima Guerra mondiale come territorio immediatamente dietro il fronte. La conca, attraversata da strade di importanza strategica militare come la Via Claudia Augusta e le vie dirette verso il feltrino il primierotto e Lamon, ha subito devastazioni lutti e umiliazioni. Durante la Prima Guerra questo territorio ha vissuto la tragedia dei profughi costretti a lasciare il Trentino per rifuguarsi in altre zone d’Italia e dell’Austria. Abbiamo cercato di raccogliere materiale partendo dalle fonti facilmente reperibili con un lavoro di ricerca svolto in biblioteca, in classe e attraverso interviste presso la casa di riposo. In bibliografia sono presenti i testi da cui abbiamo ricavato informazioni, date, nomi e cartine. Ogni alunno ha scelto un argomento da appronfondire.
CAPITOLO 1 TESTI SAGGI E RACCONTI (Siria, Mavi, Cristel, Caterina) La Grande Guerra nel Tesino Dopo l’assassinio a Sarajevo la situazione si aggrava in tutto il mondo. La valle del Tesino entra subito in guerra dato che fa parte dell’Impero austro-ungarico. Il 2 agosto gli uomini della conca del Tesino che hanno meno di 42 anni, vengono richiamati alle armi. Solo da Castello partono 420 uomini e giovani per combattere per l’Imperatore Francesco Giuseppe.1 A pochi giorni dall’inizio della guerra la conca del Tesino viene occupata dall’esercito italiano. Inizia la costruzione dello stradone per Grigno per rifornire rapidamente il fronte lungo le rocce del Murelo. Per la realizzazione hanno lavorato circa 1500 operai2 per 7 mesi congiungendo la nuova strada con quella iniziata dagli austriaci nel 1912. Il 16 settembre Sua Maestà Vittorio Emanuele III si ferma a Castello Tesino per visionare le truppe e contemplare la zona di guerra. Nel 1916 il paese viene quasi completamente distrutto da bombardamenti e incendi. 600 profughi circa vengono inviati in località dell’Italia settentrionale, Sicilia, altri presso Roma. Il bombardamento da parte degli austriaci era già iniziato il 6 giugno. Essi occuparono la valle del Tesino il 10 novembre 1917. Negli scontri favorevoli alle truppe italiane sono prese alcune mitragliatrici e si fanno 253 prigionieri dei quali nove ufficiali.3 Nel settembre 1917 avviene il tragico fatto di Carzano, azione che avrebbe consentito alle truppe Italiane di dilagare in Valsugana e forse reggiungere Trento, come previsto dal maggiore Pettorelli Lalatta, ma una mal condotta dei generali fece fallire l’operazione facendo prigionieri più di 300 uomini.
La Grande Guerra in Trentino La prima guerra in Trentino fu come un ciclone: di 60 mila4 trentini arruolati nell’esercito austriaco circa 35 mila morirono, vennero imprigionati e vennero feriti. Gli austriaci ebbero a disposizione 15 mila5 uomini (minorenni e adulti sopra i 45 anni) per il fronte con l’Italia (attuali confini trentini), ma gli italiani riusciriono solo a sfondare in Valsugana, nel Tesino e nel Primiero. Il 25 maggio 1915 (prima della dichiarazione di guerra dal re d’Italia) i bersaglieri e gli alpini travolsero i confini sud-orientali .Il Tesino fu bombardato: gli edifici furono distrutti e gli abitanti
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AA. VV., 2007/2008, p. 246 AA. VV., 2007/2008, p. 219 AA. VV., 2007/2008, p. 231 4 A. Giovannini, 1996, p. 78 5 A. Giovannini, 1996, p. 78
dovettero evacuare. Con la “Strafexpetition”, nel 1916, gli austriaci riconquistarono i territori precedentemente persi fino a Valstagna. Il 3 novembre 1918 fu firmato l’armistizio. “Ma qui fu una guerra spesso contraddistinta da episodi di toccante umanità”6 La prima fase della battaglia sul Monte Ortigara Il 10 giugno gli italiani si indirizzarono verso M. Ortigara ,M. Campigaletti attaccarono con 29 battaglioni su un fronte di 2 km; tra le 16.00 e le 17:00 grazie alla nebbia e al temporale furono occupati M.Ortigara e Passo Agnella. L’ala sinistra del XX Feldjäger fu quasi totalmente sterminata. Mentre gli italiani si dirigevano verso M. Castelnuovo si avvicino metà dell’ 11a compagnia del III/59o fanteria, pochi sopravvissero; l’altra metà fermò l’avanzata vero il Passo di V. Caldiera contrapponendo una discreta resistenza. Fra l’11 e il 14 giugno gli italiani furono respinti consecutivamente per quattro volte; fino all’ 15 giugno quando gli austro-ungarici attuarono un contrattacco, vennero riconquistate le terre perdute ma poi ricaddero in mano agli avversari per la scarsità di munizioni e uomini. A fine giornata i confini rimasero gli stessi del giorno precedente. fra il 18 ed il 19 giugno ci fu una cruenta battaglia sul M. Ortigara. Quando il 19 ritennero che le posizioni avversarie fossero distrutte assaltarono ma vennero respinti, anche se, sulla cima, essendo colti di sorpresa pochi sopravvissero. Altri progressi furono bloccati mentre gli italiani rafforzavano le loro nuove postazioni, per questo il colonnello brigadiere Slonika rimase sorpreso dalla loro mancata avanzata verso Cima Undici dove avrebbero ottenuto una sicura vittoria. Secondo alcune pubblicazioni italiane l’avanzata non avvenne a causa di alcuni artiglieri austro-ungarici. Nel pomeriggio del 19 venne ordinata a conquista dei territori; mentre gli italiani rafforzavano le posizioni iniziò l’offensiva e la sua direzione fu affidata a Slonika con tre battaglioni. Avvenne di notte e di sorpresa dai Kaiserschützen e da mezzo battaglione d’assalto seguiti dalla 57a fanteria. Le truppe “utilizzate” sulle cime provenivano dai reggimenti Landesschützen di Ternto, Bolzano e San Candido. Assieme al 27o fanteria carinziano dovevano difendere il confine sud-ovest. Nel gennaio del 1917 ricevettero dal Kaiser in merito ala guerra il titolo di Kaiserschützen. Durante la battaglia del giugno del’17 due dei reggimenti riconquistarono il M.Ortigara che costituì uno dei massimi successi di questi schieramenti. Sull’Ortigara venne impiegato uno dei migliori reggimenti dell’ impero. I Kaiserschützen erano autonomi e non erano parte indissolubile del reggimento; erano quindi considerati mobili. Erano molto forti nei combattimenti anche perché si conoscevano bene tra di loro.
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A. Giovannini, 1996, p. 81
CAPITOLO 2
Lettere e diari dal fronte (Martino e Michele)
Partenza dalla stazione di Trento per il fronte in Galizia7 In questo capitolo abbiamo raccolto le lettere e i diari e cartoline scritte da persone del Tesino e delle zone limitrofe. Alcuni di loro scrivono dal fronte di guerra, nella maggior parte dei casi dalla Galizia. Altri scrivono dai campi per i profughi. Spesso le lettere contengono errori di ortografia che attestano un uso della lingua diverso dal nostro; le motivazioni sono da riferirsi al livello di istruzione e all’estrazione sociale di provenienza di chi scrive. Spesso sono persone umili che hanno una forte esigenza di comunicare nonostante le difficoltà nello scrivere. I documenti trovati sono stati trascritti fedelmente. Compare di continuo il nome del maestro Pietro Sordo perchè delegato del Comitato centrale per i profughi del Sud costituito fin dal luglio del 1915 a Vienna (presieduto dal barone Beck), facevano capo numerosi comitati locali ed anche il Segretariato per richiamati e profughi. La sezione Segretariato per richiamati che dal settembre 1914 svolgeva a Vienna la sua attività quale filiale della Croce Rossa di Trento, nel luglio 1915 venne aggregata al Comitato Profughi8. http://www.labstoriarovereto.it/ Laboratorio di storia di Rovereto http://beniculturali.ilc.cnr.it:8080/Isis/servlet/Isis?Conf=/usr/local/IsisGas/InsmliConf/Insmli.sys6.file&Obj=@I nsmlid.pft&Opt=get&Type=Doc&Id=035783 7 8
documento 1 Questa lettera è stata scritta da Ernesto Costa nel 1916 e trovata nel libro “Aiutaci o Signore” in cui racconta della vita al fronte in Galizia. Ora viene il brutto Ci shieravano, ha destra e sinistra, con lunghissime marce, qualche volta dormivammo un piedi, sempre in sttato d’allarme, senza sapere dove fosse il polo Nord o Sud, ecc. ecc. Ora scade 18 Agsoto Festa Nazionale la così detta Festa del’Imperatore per tutti coloro che apartenevano alla monarchia Austro Ungarica. In Tale riccorenza nei pressi di Leopoli - Galizzia - fu cellebrata una Santa Messa di vero campo, tutti somersi ed avelliti, pensando alle nostre famiglie così lontane. E’ trascorso ancora dieci giorni in statto d’allarme accampati il giorno 28 agosto fu apperto il fuoco di offensiva contro hi Russi trincerati che attendevano. Le nostre artiglierie accelleravano hi colpi, le fanterie un po’ di corsa un po’ strisciare il ventre; alle ore 18 in quel punto abbiamo preso la posizione hai Russi. In quel giorno per fortuna non fui ferrito. In vece in quel punto fu ferrito e poi morto mio cugino Lenzi Elia di Samone. Sull’imbrunire ci sciamo trovati in sei convaligiani. Ho i nomi: il sottoscritto, Carraro Pietro, Rinaldi Erminio di Strigno, Cescatto Giovanni di Villa, Dallamaria Ferdinando di Bieno,Costa Livio (Nicola), Girardelli Romano, e certo Ropelato di Scurelle.La situazione era pessima; piccole coline e lacune, pochissima acqua potabile; anche se ce ne fosse non ci lasciavano bere temendo che fosse avellenata. Dopo cinque giorni sii scatenò un altro atacco hai Russi in località Benza, vicino al Zan. In quel punto preparavano la sacca. Su un fianco rispondevano al nostro fuocco, da staltra parte da staltra parte piano piano indetregiavano. documento 2 Questa lettera è stata trovata nel libro, Aiutaci o Signore, in questa un ragazzo di nome Carraro scrive, raccontando dell’operazione che aveva subito. Era il 20 -10 -1918 Andai in sala d’operazione. Il Professore mi disse: “non avilirti Carraro. Vedrai che entro un mese la guerra sarà finita”. Io risposi: “magari, Dio volesse!”. E mentre parlava, mi dava l’indormia e preparava per l’operazione. Mi ha estratto dalla spalla una scheggia di osso che mi pungeva nella Carne. Mi hanno portato in Sala e, visto che dormivo, più del previsto, l’infermiera mi ha svegliato con qualche solenne schiaffo. Rimasi ingessato per un mese e il Prof. veniva tutti i giorni a vedermi e mi incoraggiava con le parole: “presto ritorna la pace, Carraro”. Io rispondevo: “lo volesse Iddio”. In tanto passavano i giorni e proprio il 3 novembre ci fu comunicata la disfatta dell’Impero Austro Ungarico. In quelle sale si sentivano grida di gioia in tutte le lingue: Italiano, Tedesco, Ungherese, Slavo, Rutteno, Boemo e Slovacco. Parevano tutti impazziti per la gioia e gridavano tutti assieme. “evviva la pace, evviva la pace!
Questi sono dei frammenti presi da una lettera scritta da Paolo Monelli nel giugno 1917. Paolo Monelli è un alpino che ha combattuto nella zona della Valsugana. La sua testimonianza è raccolta nel libro “Le scarpe al sole” di cui la museo della Prima Guerra di Borgo è conservata una bozza originale. “ (...) La lotta contro gli elementi non fece dimenticare...che in primavera l’attività bellica...sarebbe ripresa più intensa e febbrile. Quindi doveva trovarci preparati. Si attese perciò allo scavo di lunghe e profonde gallerie nella roccia. Col lavoro continuo di giorno e di notte, solo illuminato dalla luce dell’acetilene, furono forati come alveari il Castelletto, Cima Ravetta ed il Tombolin... Ai primi di Febbraio, nonostante la neve, che scompare completamente soltanto in agosto, ricominciava regolare il servizio di pattuglie e di colonne mobili sia da parte nostra che del nemico (...)”. “ (...) Conteneva un oridine, che in quel momento , su quelle fortissime e pressochè inviolabili posizioni, suonava assai strano: “V.S. studi l’occupazione successiva di tre posizioni intermedie per un ipotetico arretramento da quelle attuali alla linea. Asolone-Solarolo. Lo studio, che ha scopo puramente teorico, deve essere trasmesso al più presto” (...)”. “ (...) Le prime nevi caddero in Settembre. Da quel momento il terreno si coperse di un candido lenzuolo, che andò man mano aumentando di spessore coll’inoltrarsi della stagione, fino a raggiungere l’altezza di parecchi metri… le valli, viste dall’alto, davano l’impressione di vie larghe e piane. I sentieri scomparvero. Quelli che ogni tanto comparivano, segnavano il passaggio di qualche valanga. I ricoveri costruiti dai soldati...furono avviluppati,coperti dalla neve. Per non restare bloccato il fante doveva aprirsi giornalmente un passaggio con le pale di cui ogni riocovero era abbondantemente fornito (...)”. “(...) Giornalmente centinaia di soldati, col fucile a tracolla, per essere pronti a combattere in caso di bisogno, in lunghe file indiane spalavano, con qualunque tempo, la neve caduta durante la notte… Un giorno, il caporal maggiore Sbrana, nel 2° Battaglione dell’83° , camminando lungo un sentiero di cresta del Castelletto, si sentì improvvisamente trascinare da un enorme blocco di neve e, senza aver coscienza di ciò che realmente avveniva, precipitò seduto sulla neve sino in fondo alla val Rava, e si trovò inculume davanti al posto di medicazione presso la strada di La Bella dopo aver fatto una discesa di circa 500 metri. Il fante un po’ stordito, si levò, guardò l’altezza del suo tragico volo, accese con tutta calma la sua vecchia pipa e s’incamminò per ritornare ai suoi baraccamenti...Le comunicazioni telefoniche erano sempre le prime ad essere interrotte, e così i reparti restavano completamente isolati (...)”. “(...) E’ crollata la baracca scomponibile del 115° reparto someggiato di Sanità, dislocato al Castelletto, seppelendo gli uomini in essa ricoverata. Si sono avuti 12 morti, dei quali 11 del reparto ed 1 dell’84° Fanteria. Mancano due soldati dell’84° che non si è ancora riusciti a ad estrarre dalle macerie. E’ rimasta sepolta nella stessa località anche la baracca dei muli della 116^ Compagnia Genio (...)”. documento 3-
Questo diario di guerra è stato scritto da Mons. V. Grandi e tratto dai bollettini di Castello Tesino nel libro “Un castèlo de ricordi” alle pagine: 104-105-106-107 1916 “27 marzo: Dall’8 settembre 1915 di frequente si vide qualche aeroplano austriaco volare sopra la conca di Tesino, ma in questo giorno furono ben 27. Lanciarono qualche bomba senza causare danni. 19 maggio: Straordinario rombo del cannone in Valsugana e Asiago. (integrazione tratta da: I Racconti di Casteltesino di E. Pasqualini: Dal 15 al 20 maggio passarono per Castello tristi e angosciati tutti gli abitanti di Telve, Carzano, Strigno, Scurelle, Spera e Samone; con i bimbi più piccoli e pochi fagottelli sulle spalle si avviavano alla volta di Grigno. Le loro case stavano bruciando. Passavano di qui perché la linea ferroviaria e la strada dalla Barricata a Ospedaletto era ormai sotto il fuoco dei cannoni e delle mitragliatrici austriache che si erano spostate sui fianchi di Cima Undici). 26 maggio: S’era tutto preparato per solennizzare l’anniversario dell’occupazione. Sarebbe stato meglio che le Autorità avessero pensato al pericolo imminente dello sgombero, il cui ordine giunse verso mezzodì. Dapprima si diceva che bisognava partire per Celado, a piedi, che montando in ferrovia a Feltre non si sarebbero potuti portare più di sei chilogrammi di bagaglio. 13 giugno: Giunge la notizia che Castel Tesino è già abbruciata. Si seppe poi che l’incendio avvenne per bombardamento il 6 giugno 1916 alle 2 pom.” Fotocopie di cartoline raccolte presso la casa di riposo La posta nel periodo di guerra La spedizione di posta militare in partenza e in arrivo avveniva attraverso gli uffici postali civili TRIENT 1- TRIENT 2- BONDONE- AMBULANTE-TRIENT MALE’. Dal 1915 viene attivata la Feld-postamt. L’ufficio di posta più importante e attivo per tre anni è il n° 224 assegnato al Comando del Quartier Generale dell’11a Armata. Durante il periodo della Prima Guerra funzionavano 16 Feldpostamt a Trento. La posta militare godeva di franchigia postale quindi non era tassata. Il primo ufficio aperto è il n° 607 per il Comando di difesa del Tirolo nel maggio del 1915. Molta posta è stata spedita anche dagli ospedali militari disolocati in città senza timbro degli Uffici postali civili e militari ma con la dicitura “VON DER ARMEE IM FELDE” (dall’Armata in campo) La Feldpost n° 224, attiva dal luglio 1915 fino al novembre 1918, era posizionata presso il Castello del Buon Consiglio. La Feldpost n° 500, attiva presso la stazione ferroviaria per la 11a Armee sulla tratta Trento/Insbruck, è stata chiusa nel novembre del 1918. La Feldpost n° 607 ha funzionato fino al gennaio 1917. Nella zona di Gardolo era attiva la Feld post 510 della compagnia area militare 17/D. Inoltre era attivo un servizio messaggeria per l’invio di dispacci militari attraverso l’utilizzo di piccioni viaggiatori “Militar-Brieftauben”.
Mittente: Sordo Riccardo Betribs komp. 8 Destinatario: Sordo Pietro (​cercate informazioni in paese su questa persona) Data: 24 ottobre 1918
Luogo da cui è stata spedita: Feldpostkarte 224/1 Innsbruck Destinazione: Viedn_ _hamptstrasse 55 profugo a Mitterburg Mittente: Militar Arbeiter Destinatario: Menguzzato Tranquillo(cercate informazioni in paese su questa persona) Data:19 agosto 1915 Luogo da cui è stata spedita: Feldpostkorrespondenzkarte Innsbruck Destinazione: Sud Tirol 223 Mittente: Tullio Zotta Destinatario: Narciso Sordo(cercate informazioni in paese su questa persona) Data: --Luogo da cui è stata spedita: inf. reg. 53, IX Com/I Zug, Feld post 44 Destinazione: Borgo Campagni, n.2, Feld post 223
Lettere
Mittente: Ruggero Braus(cercate informazioni in paese su questa persona) Destinatario: suo zio
Data: 27 agosto 1915 Caro zio. Li 27 agosto 15 Con queste poche righe vengo col farvi sapere la perfetta mia salute come di voi sto sperando. Qui siamo in 7, cioè io Giorgio Balduzzo Giuseppe Moranduzzo Moranduzzo Massimino Antonio Zampiero, Boso Domenico Giacomo e Franceschini Antonio Baretolo (?) Ce qui Giuseppe Mzo Canova che vi pregheria un favore. Desidera di sapere se ci fosse suo zio Paolo Marigheto Manorota ch’era finanza alle Tezze e che se potete farglielo sapere più presto che è possibile. Per intanto vi saluto di cuore assieme ai miei compagni e sono vostro nipote Rugero Braus Salutate i patrioti se cene sono addio addio caro zio Luca e Martino cl. 3E 29/03/2015
1.Lettera. Salvini 09/11/1915 Amico caro Da lungo non ho tue nuove spero non vi sia niente di male ne di te ne di tuo padre. Quando mi scrivi fammi sapere se sono tutti vivi e quanti ne restano feriti in quelle posizioni. Che cosa fanno i Bersaglieri immatrilareti? Saluta tuo padre e tutti i parenti scrivi di spesso. Ciao mille baci . tuo amico Tullio
2.Lettera. Carissimo estate 21/10 Oggi ricevetti notizie da Giorgio che fin ora sta bene. Da Saverimo ebbi la notizia che son pochi i giovani mi dice come il solito. Come va con Serafino. Entro la settimana mi partirò a Innsbruck perla visita e secondo le circostanze andrei a visitar i nostri a Wels. Come il solito tuo padre.
Sordo Narciso St. Sch. Komp. Borgo Feldpost 223 Palai P.Postale 169/I Lamsturm Baon 52 Haldtesigate 16 ardeiterkamp. Carissiimo Narciso, 9 novembre . Da parecchio tempo manco di tue notizie ne non so cosa pensare: scrivi di pegnente, che vedi che io pure li piaccio gniamme lo permttono le mie diciotto, venti ore di lavoro vegni giamo. Lui nulla di nuovo. Il maestro Fomedi ti saluta, la mia povera io invece anche se fischia non mi trovo sempre calmo come se fossi a casa a giocare nella corte. Baci fissi Giovanni.
Mittente: Giorgio Sordo- progioniero di guerra a Kirsanoff- Russia Destinatario: Pietro Sordo (segretariato richiamati trentini) Data: 26 maggio 1917 Carissimo papà, da lungo tempo non ricevo notizie tue e di Narciso. A casa stanno tutti bene. Speriamo di rivederci presto; come t’ho già scritto parecchie volte ogni c’è anche Zotta e Fortunato. Bacioni dal tuo Giorgio. Saluti e baci affettuosi, Fortunato. G. Sordo.- prisoinnier de guerre Kirsanoff, Tambovskaja Gub, Russia.
Kirsanoff, Tambovskaja Gub-località da dove arriva la cartolina
Altra toccante tesìtimonianza Mittente: G.T. Destinatario: Agostino Franceschini Data:18/giugno 1916 Luogo da cui è stata spedita: Friburgo Svizzera Destinazione: I Reg. D.T.K. I. Hilfdienst Tropia
18/06/1916 Caro cugino, Ricevuto con piacere latua cartolina sei sento la buona salute che giovi così noi. Purtroppo e vero del miserabile sorte che tocco ai nostri poveri disgraziati parenti amici ecc. i tuoi non so dove sono rifugiati povera gente chi gira chi la sempre male dover abbandonare per forza casa sua e con la speranza di ritrovare un casolare neavremo la grazia e quando? Ti scrivero sericevo così lori li avertiro che sei sono così dirai gli amici la moglie e la famiglia di Fort. Franzaschini scritto da Parma sono li tutti dispongo ogi stesso saluti a tutti i nostri cola coragio sempre tuo cugino.
CAPITOLO 3 Foto del paese -disegni e ritratti dei soldati del periodo della guerra INTRODUZIONE
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Foto presa da “un Castelo de’ ricordi” foto presa da “Un Castelo de’ ricordi”
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Castello Tesino, Chiesa di San Giorgio11
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Foto presa dall’archivio della biblioteca di Castello Tesino
Il paese di Castello Tesino visto dalla zona di San Ippolito- Pochi edifici rimangono in piedi.
La chiesa di San Giorgio- Castello Tesino12
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Foto presa dall’Archivio della biblioteca di Castello Tesino
Soldati Organizzazione dell’esercito I trentini mobilitati “negli eserciti”dell'Impero furono inquadrati nei quattro reggimenti Kaiserjäger dell'esercito comune K.u.k Heer; nei tre reggimenti da montagna dell'esercito austriaco K.k Landwehr (Landesschützen, poi dopo il 1917, Kaiserschützen) e nei due reggimenti della milizia territoriale austriaca Tiroler Landsturm. L'esercito austro-ungarico si divideva in 3 eserciti separati: esercito comune Kaiserlich und koniglich Heer che comprendeva sia truppe ungheresi che austriache; esercito unghrese Honved composto da sole truppe ungheresi, creato in seguito del Compromesso tra Regno d'Ungheria e Impero Austriaco nel 1867; esercito austriaco K.k Landwehr composto di sole truppe austriache analogamente a quello ungherese13 . La chiamata alle armi che, al 29 luglio 1914 era rivolta alle 14 classi dal 1872 al 1893, nel corso della guerra si allargò fino a comprendere tutti gli uomini abili dai 18 ai 50 anni (1900-1862). In totale furono circa 55.000 i soldati trentini che prestarono servizio nell'esercito austro-ungarico . Una volta ricevuto l'ordine di mobilitazione, tutti gli interessati ebbero 24 ore per recarsi ai rispettivi depositi reggimentali.
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https://alebergiaromal.files.wordpress.com/2011/05/tesi-da-stampare.pdf
Qui smisero gli abiti civili e indossarono quelli militari, in preparazione ad un viaggio massacrante che li avrebbe condotti, dopo circa 7 giorni in treno, ammassati in vagoni adibiti al trasporto di bestiame, fino in Galizia.
Soldati del Tesino progionieri in Russia
CAPITOLO 4 Articoli di giornale dell’epoca ( Luca e Mattia) !ATTENZIONE! Quello che state per leggere è successo realmente ed è stato preso da giornali dell’epoca. queste persone hanno sofferto e hanno avuto paura realmente. Documento 1Dal “Bollettino”, stampato il 9 novembre 1918, “Del Segretario per Richiami e Profughi 1. AI PROFUGHI ! In questo articolo di giornale si parla del rimpatrio dei profughi della Grande Guerra, si ordina ai profughi di rimanere nelle attuali dimore e di aspettare l’ordine di ritornare al paese di origine. 2. PER IL RIMPATRIO DEI PROFUGHI. In questo articolo di giornale si parla del vicino rimpatrio dei profughi ed è consigliato aspettare l’ arrivo dei mezzi di trasporto internazionali.
3. ANAGRAFE DEI PROFUGHI. In questo articolo di giornale si parla del numero dei profughi dispersi in Tirolo e Trentino erano 24616 di cui 78 di Castello Tesino, 50 di Cinte Tesino e 25 di Pieve Tesino. 4. PROFUGHI, STATE TRANQUILLI. In questo articolo di giornale si parla della paura dei profughi di non poter ritornare a casa, si cerca di mantenere la calma nei rifugiati e dei mezzi di trasporto per il rimpatrio,
CAPITOLO 5 Cartine storiche e mappe del Tesino in guerra (Alice e Mario)
L’immagine rappresenta la posizione geografica di Castello Tesino all’interno del conflitto in Trentino. Si trova molto vicino al confine italo-austriaco e dista meno di 25 km dai confini dei Rayon (fortificazioni austriache) e dalla linea di massima avanzata austriaca (1916). Solo 10 km separa il paese dalla linea difensiva austriaca (1916). Il forte austriaco più vicino è distante 70 km circa.
Ricercando cartine e informazioni sul Tesino in guerra, abbiamo trovato le seguenti descrizioni: -MONTE LEFRE: utilizzato nella prima guerra mondiale dall’esercito italiano per osservaL’re la Valsugana. Nel periodo di guerra la rete di sentieri che saliva dai territori valsuganotti vennero usate dalle truppe italiane che costruirono una strada ex novo che doveva consentire il trasporto di artiglierie medie e pesanti. -LE STRADE MILITARI ITALIANE: “Murèlo” congiunge Castello Tesino con Grigno. E’ stato costruito fra il 1915 e il 1917, dopo che l’Italia ebbe occupato il paese. -LA STRADA CASTELTESINO-ROA PONTE DELLA SERRA: la strada della Roa congiungeva Ponte della Serra con la strada del Broccon al Col delle Bàgole. Costruita fra il 1915 e 1917 serviva ai collegamenti militari. -LE POSTAZIONI DI DIFESA DEGLI AUSTROUNGARICI: La prima linea scendeva dal Monte Panarotta fino a Selva di Levico e proseguiva verso Cima Vezzena. Un’altra trincea si trovava a Monterovere e un’altra ancora si collegava con il Lago di Caldonazzo, ottimo ostacolo contro gli italiani. Se questi fossero avanzati si sarebbero trovati bombardati a Novaledo.
-VAL DI FASSA: La Val di Fassa venne coinvolta nel conflitto tra italiani ed austro-ungarici anche se non in prima linea. Fu innanzitutto una zona di retrovia e passaggio per merci e truppe dirette sul fronte a Livinallongo. -MONTE PANAROTTA: Sulla cima di questo monte erano piazzate le artiglierie austriache e tutto il fondovalle era dominato dalla batteria germanica del Leibsregiment. Dal Panarotta la prima linea austriaca disseminata di postazioni di mitragliatrici scendeva fino a Selva di Levico.
L’immagine rappresenta il monte Panarotta vista da Pergine Valsugana.
-PASSO BROCON: Il fronte fra il 1915 e il 1917, occupato dalle truppe italiane nell’estate del 1915 e divenendo per due anni solo una sicura seconda linea, era inchiodato sulle vicine cime del Lagorai e perciò toccò le nostre vette solo marginalmente.
Posizione del forte Spitz Verle dominatore della media Valsugana
6-Racconti e testimonianze dal Tesino: interviste agli anziani della casa di riposo di Castello Tesino Soldi (Martino e Linda) Le famiglie Tesine, che prima della prima guerra mondiale facevano parte del territorio Austro-Ungarico, lavorando accumulavano dei risparmi in corona austriaca in modo tale da poterle spendere per acqusitare una pecora, una mucca o un maiale. Dopo la guerra il territorio diventò italiano e la corona austriaca perse valore e nessuno le accettava o le cambiava in lire, le famiglie si trovarono quindi nella miseria piÚ totale e dovettero rimboccarsi le maniche e partire da zero.
Enrico Gonzo(sarebbe carino anche avere una foto di Enrico Gonzo, chiedete presso la casa di riposo) (Siria e Mavi) Enrico Gonzo nasce a Tezze nel 1889 dove ha una moglie e due figli. Diventa soldato austriaco a 25 anni. Un giorno, però, lui e gli altri soldati, vengono portati in un campo di concentramento in Russia. Lì passa un periodo in cui si sente triste e solo, anche perchè giunge la notizia che sarebbero stati portati in Siberia e sapevano che solo in pochi, o forse nessuno, sarebbe sopravissuto. Un giorno, incontra dei suoi compaesani e la speranza si riaccende in lui, ma quando uno di essi arriva agitato a dare la notizia che sarebbero stati portati in Siberia a lavorare come prigionieri torna lo sconforto. Nessuno di loro ci vuole andare perché significa morte certa, ma Enrico ha un piano ben preciso: si farà sparare ad una mano così non sarà più utile come lavoratore e potrà tornare a casa. Con l’aiuto di un suo amico e di una guardia corrotta si spara amputandosi tre dita. Tornato a casa però, diversamente da ciò che pensava, non trova nulla. Gli viene detto che se ne sono andati tutti, mandati profughi in qualche città italiana, i suoi figli e sua moglie sono morti. Enrico non si sconforta, si rimbocca le maniche e comincia a ricostruirsi una casa e una vita. Incontra una splendida ragazza, si sposano ed hanno cinque figli fra cui Alma Gonzo. Enrico vive felice dedicandosi alla sua famiglia con amore e generosità. 14
7-I profughi del Tesino (Linda e Giada) Nel 1910 il censimento registrava 386.437 abitanti, di questi 70.000 furono profughi trentini nell’Impero austroungarico mandati a Mittendorf, Braunau e Wagna. circa 2.000 internati di Katzenau accusati di irredentismo filoitaliano e 1.000 confinati. In seconda battuta si aggiunsero 35.000 profughi trentini mandati nel Regno d’Italia più 757 fuoriusciti. Secondo l’elenco della luogotenenza di Innsbruck i profughi dispersi in varie zone dell’Impero austrungarico provenienti dal Distretto di Borgo e di Strigno furono 3649. Furono 2.157 i profughi del Tesino dispersi in Italia in 25 province e 71 comuni; ve ne morirono 210, ne naquero 40, se ne aggiunsero 63 trasportati dalla Russia, dov’erano prigionieri di guerra. In Austria vi furono 91 profughi e ne morirono 7. La parrocchia ebbe 471 soldati richiamati sotto le armi, di questi 47 rimasero morti o dispersi, 84 prigionieri in Russia, 11 prigionieri in Italia, 26 vennero profughi o fuoriusciti in Italia, 42 invalidi, feriti di guerra o leggermente mutilati. Dal 1914 al 1919 la popolazione ebbe una diminuzione di 214 unità. Al 31 dicembre 1919 i rimpatriati a Castello Tesino erano 2.409 tra profughi e soldati.15
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Testimonianza di Alma Gonzo Da “Memorie di Tesino”
COME VISSERO I PROFUGHI. Per essi i profughi erano solo bocche in più da nutrire, tollerati solo perché imposti dalle Prefetture.Sui nostri profughi scrissi due articoli che furono pubblicati sul settimanale “La Libertà” edito a Milano. Uscirono sui numeri 84 e 86 rispettivamente del 7 e del 21 settembre 1918. Adele parte da Castello Tesino nel 1916 alla stazione di Grigno dove, prenderà un treno, per dove non si sa. Sale sul treno, ha inizio un viaggio che sembra interminabile. Sono in Calabria, devono raggiungere una certa località in Sicilia. Un uomo invita chi sa leggere e scrivere a fare un passo avanti, la massa di profughi fa un passo avanti, l’ uomo in divisa, convinto di non essere stato compreso ripete la domanda e la massa risponde nuovamente muovendo un passo avanti. Lo stupore dei presenti è enorme. Giunti a messina un altro treno li attende, destinazione Bagheria-Santa Flavia, provincia di Palermo. Adele e i suoi familiari, compresi la sorella e il cognato devono raggiungere Chiusa Sclàfani, nel cuore della Sicilia occidentale. Il caldo infernale stava diventando insopportabile, molti anziani e bambini si ammalano e poco dopo l’ arrivo a Chiusa Sclàfani muoiono. Il cibo era buono e più che sufficiente, ma non si può
uscire, le donne dovrebbero lavorare, guadagnare qualcosa, ma non si può. I profughi vengono trasferiti altrove, a Passalacqua. Li Adele ritrova parenti e amici. Finalmente la guerra è finita, si torna a casa, ma non subito. Troveranno ancora la loro casa? E le poche cose di valore che hanno nascosto saranno ancora lì? Gran parte delle case del paese sono distrutte o gravemente danneggiate. El barba Guglielmo rimette a posto la casa in piazza Trento e fa un pò da padre a Livio e Raule di otto e sette anni. Purtroppo il loro padre, Rodolfo, dalla guerra non è tornato.
Documento con cui il tenente di Modena autorizza il rimpatrio delle profughe Maria e Gisella Boso da Modena a Castello Tesino nell’aprile del 1919
-PROFUGHI CASTELAZZI Novant’anni di vita,innovazioni,mutamenti non ci permettono di dimenticare quanto costò alla nostra comunità il dover partire, o meglio fuggire, nel lontano maggio del 1916 e sopravvivere, sì,sopravvivere , ai margini di altre realtà, disseminate in più di settanta paesi d’Italia.
Questa fu l’epopea di oltre 2000 castelazzi, in maggioranza donne, anziani e bambini (gli uomini erano già stati chiamati al fronte), che forgiarono ulteriormente di tenacia e d’orgoglio la personalità che ancor’oggi è propria della nostra popolazione. il pensiero è dedicato a coloro che mantennero viva l’immagine,in quei difficili anni di lontananza e sacrifici, in un luogo, il paese natio, che significò radici, identità e prospettive per il futuro. a Castello ritornarono, dopo oltre 4 anni di forzato esilio, per ricostruire ciò che rimase impresso nei loro cuori, distrutto dalla furia della guerra,che lacerò le case e ancor più gli effetti e le sicurezze. A coloro, più di 230, cui il destino avverso non permise il ritorno sperato, è dedicato questo ricordo, carico di affetto e altrettanta gratitudine, perchè rimanga segno di fiera appartenenza, radice delle verdi speranze che nutrono il nostro futuro
- DOVE VENIVANO MANDATI I PROFUGHI PROVENIENTI DAL TESINO? (Alice) Dal Tesino, la gente prendeva il treno a Strigno con destinazione a loro sconosciuta. Le mete erano per lo più Firenze, Milano, Napoli, Pavia e alcuni paesi in provincia di Avellino. Ora una testimonianza: una donna partì profuga con la madre e i figli. Purtroppo i giovani e la nonna furono spediti in un posto completamente diverso da quello della madre (lei a Milano e loro a Firenze). La donna fu costretta a vivere un anno senza notizie ne dei figli ne della madre. Ciò ci spiega le terribili condizioni che dovevano vivere le famiglie. L’insieme di case di questi profughi erano detti Campi di Raccolta. Le strutture erano fatte di legno, percui le persone, non abituate, avevano freddo. Molti morirono per questo e per la fame.
CAPITOLO 6no IL RUOLO DELLE DONNE NEL TESINO. Intervista agli anziani della casa di riposo di Castello Tesino (Cristel e Giada) Prima della partenza dei mariti le donne lavoravano in casa,facevano lavori domestici e accudivano i figli. Al momento dello schieramento alle donne vengono affidati compiti e lavori nuovi, ad esempio: il lavoro in fabbriche di metallurgia,meccanica,trasporti e mansioni di tipo amministrativo. Dovevano prendersi cura degli anziani e svolgere il ruolo di farmaciste curando attraverso le erbe, sorvegliare il bestiame che solitamente tenevano sott'occhio gli uomini, e lavorare nei campi nel ruolo maschile, spostare mucchi molto pesanti di fieno o arare i campi con la bestia. Inoltre si dovevano occupare di questioni burocratiche come acquisti e vendite di prodotti, come manufatti o stampe, e gestire problemi di natura legale. Donne con lunghi capelli raccolti, con i vitini da vespa, guidano tram, lavorano al tornio facendo proiettili, montano fucili, si occupano dei raccolti. Le signore lasciano i loro larghi cappelli e i loro boa per vestire la divisa da infermiere e le ragazze lavorano nelle fabbriche di esplosivi. Quando gli uomini tornarono dalla guerra, le
stampe raffiguravano le donne mentre lavoravano nei loro tradizionali ruoli, e questo le spinse quindi a ritornare alle loro vecchie abitudini16.
8-Bibliografia sulla battaglia dell’Ortigara Lussu Emilio - Un anno sull’Altopiano - 4a ed., Torino, 1970 Malagodi Olindo - Conversazioni sulla guerra - vol.III: dal Piave a Versailles - Milano, Napoli 1960 Pieropan Gianni - Ortigara 1917 - Il sacrificio della 6a Armata - 3a ed., Milano, 1976 Herzfeld Hans - Der erste Weltkrieg (div. - Weltgeschichte des 20. Jarhunderts) - Monaco, 1968. Jedlicka Ludwig - Vom alten zum neuen Oesterreich - St. Pölten - Wien - 2a ed., 1977. Langes Gunther - Die Front in Fels und Eis - 7a ed., Bolzano, 1979. v. Lichem Heinz - Der einsame Krieg - Monaco, 1974. v. Lichem Heinz - Spielhahnstoss und Edelweiss - Die Geschichter der Kaiserschützen - graz, Stoccarda, 1977. Lützow Ferdinand - Die Ortigara-Kämpfe - Hall, 1922. v. Mörl Anton - Standschützen verteidigen Tirol - Innsbruck, 1958. Muhr Josef - Die deutsche-italienische Bezlehungen in der Ara des Ersten Weltkrieges Göttingen, 1977. Peball Kurt - Führungsfragen der oesterreicische-ungarn Südtiroleroffensive in jahre 1916. In Mösta 31 (1978), S.418. Regele Oskar - Gericht uber Habsburgs Wehrmact - Vienna, Monaco, 1968. Regele Oskar - Feldmarschall Conrad - Vienn, Monaco, 1955. schaumann Walther - Die Materialischlacht in alpinen Gelände Ortigara (10-27.6.1917) - in: Die Gebirgstruppe, Heft 1, vol. II: Pellegrinopass - Pasubio. Cortina d’Ampezzo, 1978. Slonika Adolf v. holodow - Die Kämpfe um dieOrtigara - Lepozze - Stellung im Juni 1917 Innsbruck, 1927. Wallach Jehuda L. - Des Dogma der Vernichtungsschlacht. Hrgs. vom Arbeitskreits für Wehroforschung - Francoforte, 1967 (zitiert nach dtv, Bd. 701, Monaco, 1970).
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Sitografia Riportare i link da cui è stata presa l’informazione http://www.brocon.it/Storia.htm http://www.valsuganacultura.it/news/ggvalsugana.pdf http://www.accademiamontagna.tn.it/sites/default/files/OPUSCOLO%20SENTIERI%20VAL SUGANA.pdf http://www.itinerarigrandeguerra.it/it/25603/Val-di-Fassa http://www.brocon.it/Storia.htm https://alebergiaromal.files.wordpress.com/2011/05/tesi-da-stampare.pdf