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3 CASTELLO DI SCHIO • C.P. 121 • C.A.P. 36015 SCHIO (VI)

di Roberto Rizzotto

voglio fare un viaggio, arrivare a un paese che prima non ho visto mai e vedere se mi ricorda il mio se il villaggio è un villaggio e il giardino un giardino se è vero che tu come me sei partito dall’altra parte del libro per incontrarmi (Mario Mariotti)

www.italian.it/mariomariotti/

Incontri sulla fotografia digitale


Incontri sulla fotografia digitale: un approccio “concreto” 1

- Conosciamo i nostri mezzi: motivazioni e tecnologie

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- Conosciamo i nostri mezzi: tecnica di base

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- Linguaggio fotografico: scrivere con la luce

Le slide sono consultabili su http://issuu.com/circolofotograficoscledense

Ricerca, progetto grafico e immagini: Roberto Rizzotto L’attribuzione di altre immagini e di illustrazioni tecniche è indicata con il link al sito di provenienza. Il presente documento è consultabile esclusivamente in forma elettronica e non è concessa nessuna forma di duplicazione. CASTELLO DI SCHIO • C.P. 121 • C.A.P. 36015 SCHIO (VI)

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Il controllo della forma

Incontri sulla fotografia digitale <2> “Il linguaggio fotografico� a cura di Roberto Rizzotto (15:04:2009)

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Il linguaggio visivo: comunicare con le immagini Quando si decide di fare una foto, sia anche un’istantanea, in realtà si organizza una scelta più o meno consapevole. Si inseriscono determinati elementi, escludendone altri, fino al limite di costruire una vera e propria rappresentazione concettuale della realtà, come nel caso dello still life. Organizzazione della ripresa Qui entra in gioco l’apparecchio fotografico col suo linguaggio specifico. Si riduce lo spazio tridimensionale alle due dimensioni della pellicola e si organizzano gli spazi della foto in relazione a quelli reali tramite le specifiche dell’obiettivo. Si prendono in considerazione parametri come il tempo di ripresa, la messa a fuoco, il taglio della luce, si prevede quella che sarà la resa dell’immagine in funzione della pellicola usata. La fotografia lavora su una doppia spazialità. “Da un lato realizza uno spazio tridimensionale illusorio, dall’altro tratta uno spazio bidimensionale concreto: nel caso di una foto realistica, allo spazio bidimensionale dell’immagine viene associato un concetto di normalità che altri non è se non la sua capacità di rimandare allo spazio reale tridimensionale. All’opposto si situano le foto astratte, nelle quali lo spazio referente è subordinato allo spazio bidimensionale quando non sia assente del tutto. Allora, l’immagine perde ogni contatto di referenzialità. Tra questi due stadi estremi si colloca la stragrande maggioranza delle fotografie [...]” di Omar Calabrese (studioso di comunicazione) - Tratto da “Figure”, Kappa, Roma 1985

Incontri sulla fotografia digitale <2> “Il linguaggio fotografico” a cura di Roberto Rizzotto (15:04:2009)

Prima di fotografare bisogna imparare a vedere. Molti fotografano senza in realtà saper vedere e molti altri senza neanche sapere il perché... ...ma “vedere non serve a niente se non induce a pensare”

(“” Angela Vettese)

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16 giugno 2013: Adunata degli alpini a Schio 6


16 aprile 2011: Flash mob antinucleare in centro Schio. 7


L’inquadratura Cos’è una inquadratura La scelta del soggetto e dell’inquadratura sono i più soggettivamente legati al gusto e al senso artistico del fotografo. Esistono delle regole classiche da rispettare per non ottenere una foto visibilmente brutta. Concetti importanti La fotografia è una immagine generalmente rettangolare che, nei casi più comuni, ha un rapporto fra i lati 4:3 (digitali compatte) o 2:3 (digitali reflex); può essere posizionata in senso orizzontale o verticale, isolando diverse composizioni che non esistono nello spazio reale, in quanto la realtà si estende intorno a noi, orizzontalmente e verticalmente, per 360 gradi, senza limiti di sorta. Prima regola fondamentale (struttura compositiva) Il fotografo deve avere la capacità di visualizzare mentalmente l’immagine nella sua cornice rettangolare, in tutto il suo complesso (non semplicemente di concentrare la sua attenzione su un singolo particolare che attira il suo interesse), e di equilibrarla nelle sue varie parti come in un “quadro”. Senza questa maturità visiva, si rimane “cacciatori di particolari”, senza capire cosa sia una fotografia. Al centro perfetto dell’immagine realizzata dal principiante si trova sempre e immancabilmente la cosa che lo interessa di più (un volto, un oggetto, un elemento del paesaggio che intendeva riprendere). Non sembra che egli abbia scattato una fotografia, si direbbe piuttosto che ha “sparato una fucilata”... cercando di centrare un bersaglio. Incontri sulla fotografia digitale <2> “Il linguaggio fotografico” a cura di Roberto Rizzotto

Seconda regola fondamentale (no al centro immagine) Raramente il particolare che ci interessa di più, nell’immagine, deve essere collocato proprio al centro. Ciò può anche capitare ma, il più delle volte, si troverà in una posizione decentrata. Per sviluppare una maturità visiva, si facciano due cose: si osservino spesso le fotografie dei fotografi famosi, per capire come sono costruite le immagini, e ci si liberi dalla suggestione irresistibile “del centro”. Un trucco: per allenarci a “pre-vedere” l’effetto di un’inquadratura, possiamo utilizzare il telaietto vuoto di una diapositiva e quindi isolare il rettangolo di interesse rispetto l’ambiente circostante. Più concretamente, possiamo incrociare gli indici e i medi di entrambi le mani (#) improvvisando una cornice di ritaglio “bidimensionale” che ci consente di “isolare le forme”. 8


Composizione: l’inquadratura

Orizzontale - verticale L’inquadratura orizzontale (panorama) è statica e suggerisce calma, tranquillità e dà una sensazione di grandi spazi. L’inquadratura verticale è più dinamica e aggressiva e sottolinea la profondità della scena. La linea dell’orizzonte separa gli elementi di un paesaggio (persone, architettura, alberi, rocce...), ma senza di essi perde di significato. Un orizzonte perfettamente centrale, o privo di particolari “forti”, dà un effetto statico e spesso non interessante. Luce ambientale Le condizioni di luce ambientale condizionano la tridimensionalità e la saturazione della scena: bisogna saperla interpretare in modo da controllare il risultato. Incontri sulla fotografia digitale <2> “Il linguaggio fotografico” a cura di Roberto Rizzotto

La luce di tre-quarti - o quasi in controluce, esalta i profili delle forme, ma desatura i colori. La luce radente accentua i rilievi. La luce frontale appiattisce i rilievi ma satura i colori. La luce morbida porta a bassi contrasti e a bassa saturazione dei colori, ma rende la scena piacevolmente soffusa. 9


Composizione: punti di vista Il punto di vista: il “punto” da dove si guarda La fotografia è fatta di tecnica e meccanica e regole compositive “condivise” (regola dei terzi). Quando entriamo in pieno nel mondo della fotografia, ci troviamo però nella difficile situazione di introdurci nel mondo soggettivo del gusto personale, della ‘quasi arte’ e delle regole... e della maniera di violarle. Scattare una foto non è soltanto conoscere la fotocamera e la luce dei flash; è conoscere le regole che l’occhio umano usa per vedere e guardare, quelle che usa per assimilare e ricordare, quelle che usa l’uomo per osservare e fotografare. Il punto di vista diventa quindi uno strumento per esaltare l’immagine in un modo meno scontato e più personale. Quando ci sentiamo attratti da una scena, oltre alla scelta dell’obiettivo e dell’esposizione, possiamo spostarci in avanti o indietro, a destra o a sinistra, in alto o in basso, fino a trovare la massima forza di quanto stiamo per raccontare.

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Composizione: prospettiva

La prospettiva Le distanze fra gli oggetti sono regolate dalla prospettiva, che è la chiave di lettura di un’inquadratura e dipende dal punto di ripresa e dalla lunghezza focale utilizzata. Da essa dipendono le proporzioni dei soggetti: in una foto di paesaggio, gli elementi familiari di scala nota permettono di stabilire le distanze o le dimensioni del soggetto. Nel fenomeno della prospettiva aerea i toni si affievoliscono con l’aumento della distanza (es. colline in successione), mentre la convergenza di linee parallele è legato al diminuire delle dimensioni apparenti con l’aumento della distanza. Le linee di fuga guidano lo sguardo a studiare tutta la scena. Incontri sulla fotografia digitale <2> “Il linguaggio fotografico” a cura di Roberto Rizzotto

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Composizione: la scelta del ritaglio Obiettivi e percezione della realtà La normale visione dell’occhio comprende un ampio campo visivo, pur se in ambito fotografico si è definito che la “concentrazione visiva” dell’occhio corrisponde circa ai 45° di un obiettivo “50 mm”. Minore è la lunghezza focale dell’obiettivo, ad es. con un grandangolo, maggiore è l’effetto visivo di allontanamento dello sfondo dal soggetto. Viceversa per i teleobiettivi, con i quali lo sfondo sembra comprimersi a ridosso del soggetto. ISO: 100 - 1/240” - 50mm f 8

ISO: 100 - 1/1000” - 300mm f 4.3 Incontri sulla fotografia digitale <2> “Il linguaggio fotografico” a cura di Roberto Rizzotto

Cantalice (Rieti)

Nel caso di una foto realistica, allo spazio bidimensionale dell’immagine viene associato un concetto di “normalità” che altri non è se non la sua capacità di rimandare allo spazio referente che è quello reale tridimensionale. Ogni deviazione da questa normalità sarà detta errore, se non intenzionale, o effetto, se intenzionale. All’opposto si situano le foto astratte, nelle quali lo spazio referente è subordinato allo spazio bidimensionale quando non sia assente del tutto. Allora, l’immagine perde ogni contatto di referenzialità.

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Composizione: rapporto tra i piani Obiettivi e rapporto tra i piani Grandangolo, medio oppure teleobiettivo: la lunghezza focale non significa solo il rapporto di ingrandimento, ma anche l’importante variazione prospettica del soggetto inquadrato. Grandangolo (<=28 mm) L’ampia visuale evidenzia la dimensione dei soggetti in primo piano rispetto a quelli sullo sfondo, sottolineandone la distanza nello spazio, mentre, nei soggetti ravvicinati (ritratti), deforma in modo esagerato il rapporto tra le forme. Il grandangolo offre una grande “profondità di campo” garantendo ampi margini di corretta messa a fuoco del soggetto. Il grandangolo è “indispensabile” nei paesaggi e nella “street photography”, dove la messa a fuoco deve essere preventivamente valutata. L’ampia visuale corrisponde anche ad una “migliore cattura della luce” quindi spesso i grandangolari sono più luminosi dei medi e teleobiettivi. La profondità di campo è ampia. Teleobiettivo (>=200 mm) Il ridotto campo visivo porta alla riduzione dei rapporti di ingrandimento tra i soggetti in primo piano e lo sfondo. I piani di composizione risultano “schiacciati” riducendone le distanze, facendoli sembrare vicini. Per la riduzione del campo visivo, i teleobietivi dispongono di una “ridotta cattura della luce” quindi sono “meno luminosi” dei grandangoli. Anche la profondità di campo è ridotta. Incontri sulla fotografia digitale <2> “Il linguaggio fotografico” a cura di Roberto Rizzotto

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Composizione: la profondità di campo

f/8

1/125”

1/60”

f/11

f/16

+TEMPO

+DIAFRAMMA

Nella composizione dell’immagine, i piani di messa a fuoco (profondità di campo) sono fondamentali per evidenziare un soggetto rispetto altri livelli dell’immagine. Fattori che regolano l’ampiezza della profondità di campo Lunghezza focale: Obiettivi con lunghezza focale maggiore hanno una PdC minore, e viceversa. Distanza dal soggetto: A parità di tutto il resto, la messa a fuoco di un soggetto lontano risulta in una maggiore PdC rispetto a quella di un soggetto vicino. Apertura del diaframma: Maggiori aperture del diaframma 1/500” corrispondono a minori PdC, e viceversa. Nella maggior parte dei casi, gli obiettivi danno i migliori risultati ad aperture intermedie. Incontri sulla fotografia digitale <2> “Il linguaggio fotografico” a cura di Roberto Rizzotto

1/250”

1/30”

1/15”

f/2.8

f/2.8

f/4

f/5.6

+DIAFRAMMA

f/5.6

CORRETTA ESPOSIZIONE

f/4

MA

f/2.8

f/4 1/500”

f/5.6 1/250”

f/8 1/125”

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Distanza iperfocale

La distanza iperfocale o semplicemente iperfocale è la distanza di messa a fuoco che permette di estendere la profondità di campo dall’infinito alla metà di tale distanza ed è sempre riferita ad una precisa lunghezza focale e ad una precisa apertura relativa di diaframma.

Effettuando la messa a fuoco sulla distanza iperfocale si ottiene la massima profondità di campo possibile con quella data lunghezza focale e quel dato diaframma, che si estende dalla metà della distanza di messa a fuoco fino all’infinito.

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Penso che la composizione in fotografia sia molto simile al ritmo in musica. Se si dispone di grande ritmo si ha anche un grande senso della composizione. (Rodney Smith)

composizione grafica Incontri sulla fotografia digitale <2> “Il linguaggio fotografico� a cura di Roberto Rizzotto

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La divisione dello spazio: la "tradizionale" regola dei terzi e l'ordine geometrico.

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Composizione: regola dei terzi

La regola dei terzi Questa regola, importantissima in fase di realizzazione compositiva, esige che l’immagine venga divisa in tre parti uguali e che gli elementi dell’immagine rientrino in questi riquadri. Immaginate di tracciare due linee verticali equidistanti dai margini laterali e due linee orizzontali equidistanti dai margini superiore ed inferiore dell’inquadratura, in modo da formare una specie di griglia che divide l’immagine in tre colonne verticali uguali e tre righe orizzontali uguali. Nell’inquadratura, bisognerà fare in modo che il soggetto principale della fotografia venga collocato nel primo terzo del margine inferiore o superiore, oppure in quello alla destra o alla sinistra del margine laterale. Incontri sulla fotografia digitale <2> “Il linguaggio fotografico” a cura di Roberto Rizzotto

Nel paesaggi, sarà opportuno far rientrare la linea dell’orizzonte nel terzo inferiore, se si vuol dare maggiore risalto al cielo, o in quello superiore se vorremo lasciare più spazio a ciò che sta in basso In presenza di un cielo sereno e senza nuvole, spostate la vostra attenzione verso il basso; le superfici uniformi prive di particolari interessanti, fotograficamente parlando risultano alquanto “noiose” alla vista. Sul display di molte fotocamere digitali è possibile visualizzare diverse informazioni sull’esposizione, tempi, diaframmi, automatismi ecc... Se tra queste c’è anche la “griglia di terzi”, avrete un grande aiuto sia per la composizione delle immagini, sia per evitare che le linee d’orizzonte siano inclinate. 19


Composizione

La Regola Aurea La Regola Aurea afferma che la parte più importante di una immagine deve essere collocata vicino all’angolo in basso a destra dell’inquadratura, sostanzialmente perché, in teoria, noi “leggiamo” le immagini allo stesso modo in cui leggiamo un testo scritto: da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso. Dal momento che la nostra “lettura” termina nell’angolo in basso a destra, allora questa è proprio la zona in cui noi concentreremo la nostra attenzione per un periodo di tempo maggiore, oppure dove ci soffermeremo maggiormente prima di girare pagina.

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Le linee guida Le linee che “guidano” l’occhio nella composizione, e quindi all’interno dell’immagine, rappresentano un altro metodo classico di comporre una fotografia. Una strada, dei binari della ferrovia, un fiume, un filare di alberi o addirittura una serie di massi o di cespugli disposti in fila, “guidano” letteralmente il nostro occhio verso l’orizzonte. Le linee guida così realizzate attirano e conducono il nostro occhio in profondità dentro l’immagine, catturando notevolmente la nostra attenzione. Per acquisire una buona pratica, è necessario scattare più fotografie, provando di volta in volta le più svariate combinazioni e sperimentando sul campo regole, consigli e suggerimenti avuti. 20


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la composizione grafica - il piacere inconscio dell'equilibrio la suddivisione dello spazio

la piacevolezza di una composizione viene spesso determinata dall'equilibrio del suo contenuto con la disposizione degli elementi grafici secondo schemi "invisibili". Nel momento della lettura il movimento dell'occhio stimola in modo diverso l'interesse del lettore. Si tratta di un'argomento vastissimo e complicato perchè "il peso" di ogni singolo elemento cambia a seconda del colore, del contenuto, delle relazioni tra gli elementi (anche la direzione di uno sguardo determina una linea di lettura), di ciò che viene riconosciuto dalla cultura del lettore e quindi, almeno nella parte semantica, non può venire generalizzato. In fotografia l'adottare delle composizioni "non casuali" ci aiuta ad ottenere dei risultati "non banali" (come la classica immagine dove il soggetto si trova al centro della scena). Abituarsi a vedere e leggere le forme della composizione è il miglior esercizio per ottenere delle fotografie piacevoli.

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La divisione dello spazio: la spirale aurea

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La divisione dello spazio: la spirale aurea La Spirale Aurea è un arco infinito che segue tutta l'inquadratura. Aiuta colui che visione lo scatto nel portare la visione verso l'azione o il punto desiderato del soggetto, aiutandone la comprensione.

Le regole sono fatte per essere superate, per cui ben vengano fotografi che non scattano seguendo sempre e solo queste regole. Tuttavia, se non avete idea di come comporre l’immagine ma siete sicuri sulle potenzialità del soggetto che avete davanti, la regola dei terzi o la regola della sezione aurea possono essere un buon punto di partenza.

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Istagram

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Temi fotografici

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Immagini astratte

Composizioni pittoriche...

“Qualche volta è interessante abbandonare la fotografia tradizionale per sperimentare nuovi accostamenti di forme, colori e materiali. Per ottenere fotografie astratte basta solo guardare il mondo che ci circonda in modo diverso, con un pizzico di fantasia” Pensare una foto astratta vuol dire fare un notevole passo avanti nella propria percezione visiva, allenando l’occhio a scrutare con attenzione il soggetto che gli sta dinanzi ed osservarlo non tanto nella sua globalità ma come insieme di singole parti, ognuna delle quali potrebbe essere una foto diversa che, mancando la vista del tutto, godrebbe di propria autonomia. Non è il classico giochino del “indovina cos’è?”, ma un arricchimento della propria fantasia, uno stimolo per creare nuove immagini, per non fermarsi alle “viste globali” e studiare accostamenti di forme, colori e materiali. Incontri sulla fotografia digitale <2> “Il linguaggio fotografico” a cura di Roberto Rizzotto

...virtuali

...metafisiche 29


La fotografia ravvicinata L’approccio alla macrofotografia riserva spesso grandi sorprese, nella scoperta dei “grandi paesaggi” nascosti dalle piccole dimensioni dei soggetti. Molte fotocamere digitali nelle categorie “compatte” e “bridge” tra le molteplici funzioni comprendono delle modalità di ripresa “Macro”, che corrisponde ad una capacità di messa a fuoco quasi a distanza “0” dal soggetto. Questa possibilità non può essere paragonata alla qualità che altrimenti si ottiene su macchine reflex con obiettivi specifici, ma, seguendo alcuni consigli, non tarderà a darci grandi soddisfazioni: • Avvicinandosi molto al soggetto, stare attenti a non metterlo parzialmente in ombra; eventualmente coprirlo completamente per avere almeno una luce diffusa. I risultati migliori si ottengono con immagini in controluce. • Controllare attentamente la messa a fuoco. • La minima distanza di messa a fuoco corrisponde ad una piccolissima profondità di campo; chiudere il diaframma per aumentare il campo di nitidezza.

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Il paesaggio Uno dei principali motivi che avvicina le persone alla fotografia, è il desiderio di fissare l’emozione che si prova di fronte a paesaggi talvolta spettacolari. Quando portiamo l’occhio sul mirino o sul display, si pone il primo problema: cosa inserire e cosa escludere del paesaggio affinché l’emozione si trasmetta anche alla fotografia? Molto spesso e soprattutto con paesaggi molto vasti ed imponenti, l’immagine fatta così come i nostri occhi vedono risulta dispersiva ed insignificante. Perché? Nella foto di paesaggio, in particolar modo con l’uso di obiettivi grandangolari, è importante trasmettere il senso prospettico della composizione, magari inserendo dei particolari vicini (un albero, una roccia ecc...) con i piani successivi che si perdono all’orizzonte. In questo modo lo spazio prende forma. Con i teleobiettivi invece la composizione è schiacciata, quindi diventa indispensabile utilizzare gli elementi a disposizione (cielo, terra, acqua, nuvole, orizzonte) per comporre l’immagine con la “regola dei terzi”.

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Il viaggio e il reportage Ogni viaggio è, nella sua essenza, un movimento da un punto a un altro. Geografico, di norma, ma anche interiore. Esistono modi di viaggiare innumerevoli, quanti i piedi che li portano in giro e gli occhi che osservano il mondo. La condizione di chi viaggia è quasi equivalente alla condizione di chi fotografa perché appena si esce da casa si sta viaggiando, alla ricerca di emozioni e situazioni che possono aiutare l’occhio fotografico a esprimersi. Fotografia e il viaggio possono coesistere, essere due forme di ricerca che corrono in parallelo, sebbene l’atto di fotografare dovrebbe seguire l‘esperienza non precederla. Se la fotografia precede l’emozione, si finisce solo a collezionare immagini, spesso in mancanza di rispetto per quanto e chi si incontra. La fotografia di viaggio può essere: Descrizione - Evocazione - Racconto

La nostra destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose. Henry Miller Berna (Svizzera) - 2008

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Il viaggio: fotografare le persone Uno dei maggiori problemi per il fotografo in viaggio è quello di entrare con discrezione in un mondo nuovo. Se, da una parte, bisogna non essere aggressivi ma umili di fronte al soggetto, senza avere però troppo timidezze, dall’altra è importante mostrare più rispetto possibile, cercare di stabilire un contatto minimo, farsi addirittura scordare (quando si ha tempo), diventare invisibile. Il problema, appunto, è il tempo a disposizione; quello che abbiamo nei nostri spostamenti è in genere limitato. Consapevoli del nostro possibile impatto, si deve aumentare il rispetto davanti ai soggetti potenziali, mostrare attenzione, discrezione. A volte basta un sorriso, un gesto gentile, amichevole, magari scherzare, alzare leggermente la macchina per chiedere il permesso di fotografare rapidamente. Altre volte, se si vede che non provano fastidio, scattare discretamente e poi se è il caso sviluppare un rapporto. Se si è capaci di diventare invisibili, i soggetti possono essere fotografati nella massima naturalezza, l’importante è non mancare mai di rispetto nei loro confronti. Turchia - 1987 India - 2011

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L’attimo fuggente La luce varia ad ogni istante, le cose si muovono spostandosi nello spazio: la visione di un momento è già diversa nel momento successivo. Tutto scorre. Fotografare “l’attimo fuggente” significa essere concentrati sulla vita che ci circonda, coglierne dei momenti unici ed irripetibili. Per fotografare così “al volo” bisogna essere però bene allenati. Esiste un trucco per realizzare comunque delle buone foto: quando troviamo una scena particolarmente interessante, possiamo scegliere il punto di ripresa, preparare la corretta esposizione e metterci in attesa (nei limiti della nostra pazienza/speranza) che qualcosa “di magico” entri nell’inquadratura; allora saremo pronti a “cogliere l’attimo”. Riassumendo, affinchè ci siano i presupposti per realizzare una buona foto bisogna - avere fortuna - attendere le condizioni - creare le condizioni

Schio - 2005

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Helsinki (Finland) - 1986

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Tutti i colori del grigio

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Il racconto fotografico: il linguaggio delle immagini

Dopo aver affrontato i non trascurabili problemi tecnici dettati dalle difficili condizioni di luce presenti nelle più varie situazioni concertistiche è opportuno porsi degli obiettivi da raggiungere. Maggiore è la consapevolezza da parte di chi li elabora, maggiori sono le corrette possibilità di interpretazione da parte di chi li osserva, al di là di ogni spiegazione a corredo. Attrezzatura e tecnica sono solo l' inizio. È il fotografo che conta più di tutto. (John Hedgecoe)

In fotografia ci sono tre domande “guida” che ci aiutano nella composizione delle immagini facilitandone anche la lettura e la comprensione: Cosa - Come - Perché Incontri sulla fotografia digitale <2> “Il linguaggio fotografico” a cura di Roberto Rizzotto

cosa è tutto ciò che si pone davanti all’obiettivo al momento dello scatto. In questa operazione dobbiamo stare attenti a non cadere nelle cosiddette “integrazioni psicologiche”, vale a dire che dobbiamo essere il più oggettivi possibile e leggere ciò che è effettivamente leggibile senza farci fuorviare dalle sensazioni. ndr... a rischio di lettura, “cosa” è anche il riconoscimento di figure ampiamente condivise (chi), quindi di musicisti simbolicamente importanti.

come è tutto l’insieme delle scelte tecniche ed espressive dell’autore. È in esse la chiave della lettura. Se ci chiediamo il perché l’autore ha ripreso quel cosa in quel certo modo, siamo vicini alla lettura dell’idea. Integrando il cosa ed il come si può giungere al perché. perché è quindi il significato della foto, il suo contenuto comunicativo. 39


“La fotografia non mostra la realtà, mostra l’idea che se ne ha. (Neil Leifer)

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Ricerca, progetto grafico e immagini:

Roberto Rizzotto

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Riproduzione vietata

Incontri sulla fotografia digitale UN APPROCCIO “CONCRETO”


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