P o s t e I t a l i a n e S. p. a . - S p e d i z i o n e i n a b b o n a m e n t o p o s t a l e - 4 5 % a r t . 2 c o m m a 2 0 / b l e g g e 6 6 2 / 9 6 - D C B C a g l i a r i
FM formulamotori MAGAZINE
NUMERO 37
formulamotori
settembre - ottobre Anno 2008 - € 2,90
MAGAZINE
80037 9 771970 191005
in copertina: Chiara Fanti
Magazine dei motori in Sardegna: auto, moto, gare e personaggi
BMW X6
Primo Sport Actvity Coupé
MiTo super
La nuova sportiva dell’Alfa
Omar Magliona Titolo italiano più vicino
Sergio Farris Pilota emergente
Gare in Sardegna Auto e Moto
NUMERO 37 settembre - ottobre Anno 2008
ess Rubrica di Fitn
ti e salute gi, sport, even egna: personag e Moda in Sard
e Inserto special settembre - ottobre Anno 2008
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i e salute personagg
s Caima Paolo
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Poetto lon e Aquath nte inata vince Una comb
Carta Luca ipe sardo Il princ
Thai Boxe della Muay
letti ano Gal Stef Tsun del Wing L’arte
fluida danza ara : una di Sard Terme Watsu e delle acqu oci nelle Immergiam
con Brasile ra: dal africani Capoei schiavi
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cura del corpo, della salute, della da tempo palestre-santuari sta dilagando in Sardegna: no” sociale che delle palestre lontani (non per o. Un “fenome viaggio nel “pianeta” sovente restano stress quotidian Donatella che spesso e continua il lungo allontanano dallo Sara Gregorio, gi straordinari FM Formula Motori o in forma e ci collaboratrici e di personag delle fisici che ci rimetton Sardegna “ricca” di realtà la pretesa di fare . Noi, con le nostre degli esercizi . Non abbiamo stampa in generale sembrare anche nella nostra televisione o con servizi e interviste costume significativo. Può in tutto il mondo, dei “media”, di non è fantastico mondo dai grandi riflettori o” di un fatto e istruttori, ma scoperta di questo “spaccat palestre alla loro volontà) di uno offrire si occupi Vallascas, andiamo e sereni, specie l’intenzione di auto e delle moto, Rossi e Vanessa meglio, tranquilli proprie, solo motori, delle li per guidare iche” vere e sul fronte dei ottime credenzia “inchieste giornalist un periodico specializzato rappresentano vista, che sfuggire allo stress strano, a prima degli altri. (gia.pi.) di ottima salute, anche per il bene forma, godere in ma bene, essere così: il nostro a di riflessi. Per grande prontezz
Un viaggio entu
con
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gia e ma ritmo
e degli ancestral La lotta
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GHIANI
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formulamotori
MAGAZINE Anno VI - Numero 37 - Bimestrale settembre/ottobre 2008 www.formulamotori.com Direttore editoriale Direttore responsabile Gianni Piras gianni.piras@formulamotori.com Redazione Gabriele Piras (gabriele@formulamotori.com) Nicola Piras (nicola@formulamotori.com) Raffaella Piras (raffaella@formulamotori.com) Collaboratori nazionali Piero Abrate, Giorgio Cerbai, Bruno Tonidandel, Emiliano Marziali, Sebastiano Pugliese, Corrado Canali Marco Cecchinelli, Annibale Falaschi Gian Luca Gafforio, Gianni Sandri, Carlo Valente Collaboratori regionali Sara Gregorio, Donatella Rossi, Francesca Savona, Vanessa Vallascas, Federico Fonnesu, Marco Pisano, Alessandro Manca, Luca Serra, Andrea Pruneddu, Luciano Zanda Art Director Grafica e impaginazione Alessandro Cirina (a.cirina@tiscali.it)
Editoriale L’auto e le tasse: chi corre di più? Cara auto, ma quanto mi costi! Soldi, soldi, benedetti euro che escono a ripetizione dalle nostre tasche, sacrificati sull’altare delle quattro ruote. Primo dato: in Italia, stando all’ANFIA, si aggira su 81,5 miliardi di euro l’entità del prelievo fiscale sul fronte delle auto nel 2007, con una crescita di oltre 10 miliardi in 5 anni. Secondo dato, stando all’ACI: lo scorso anno tra assicurazione, bollo, benzina e pedaggi sono “volati via” 4.700 euro a vettura di cui ben 1.380 (poco più di un terzo) sono finiti nella voragine delle tasse. Dettaglio complessivo: 21.797,30 euro per i carburanti; 1.146,76 per pneumatici; oltre 4.000 euro per manutenzioni e riparazioni; 1.327 per parcheggi; 664 per pedaggi autostradali; 4.763 euro per la tassa automobilistica; 3.159 per le assicurazioni e premi di competenza; 8.518 per l’IVA sugli acquisti; 1.130 circa per la IPT, l’imposta provinciale di trascrizione. Per dare un’idea: nel capitolo “spesa delle famiglie” l’auto è al terzo posto assoluto, subito dopo la casa e l’alimentazione. Torniamo alle stime elaborate dall’ANFIA: la cifra di 81,5 miliardi di euro relativa al prelievo fiscale rappresenta quasi un quinto di tutte le entrate
Fotografie Luciano Zanda, Giampiero Ragatzu, Nicola Manunta
tributarie nazionali con un incremento di oltre 2 miliardi rispetto al 2006
Distributore per la Sardegna Servizi Stampa Sardegna (CA-Olbia) Sammarco (OR-NU) Cherchi Aldo& C (SS) Agenzia Piras (Alghero)
forte crescita del gettito fiscale totale del Paese, per cui l’incidenza del
Responsabile della distribuzione Giuseppe Zolfino (giuseppezolfino@formulamotori.com)
del 2007, stimata in 53,8 miliardi di euro (+1,2% rispetto al 2006), è quella
Stampa Grafiche Ghiani Strada Statale 131, KM. 17.450 09023 Monastir (CA)
proveniente dal comparto. Segue la quota di contribuzione al momento
(+ 2,7%). Si tratta di un aumento lievemente più contenuto rispetto alla comparto sul totale delle entrate tributarie risulta del 19,5% (rispetto al 19,9% del 2006). La quota di tassazione relativa all’uso dell’auto nel corso che incide maggiormente – per oltre i tre quarti – sul totale del gettito dell’acquisto, data dal versamento dell’IVA e dell’IPT, per un ammontare di 10,4 miliardi (+6,7%). L’IPT, tassa esistente solo in Italia, da sola ha genera-
Editore Formulamotori Soc. Coop.Va arl www.formulamotori.com
to una spesa di 1,32 miliardi, con un incremento del 3% rispetto al valore
Sede Legale Vico II Orazio,2 09042 Monserrato (CA)
anno considerando il mercato del nuovo e quello dell’usato. Significativa,
Sede amministrativa e uffici Via Santa Maria Chiara 118/a 09100 Cagliari Tel. e Fax: 070 513184 - Tel.: 070 8564560 e-mail: info@formulamotori.com Pubblicità nazionale Gabriele Piras (gabriele@formulamotori.com) Pubblicità regionale Stefania Asquer (stefaniaasquer@formulamotori.com) Paolo Piga (paolopiga@formulamotori.com) Alessandro Spiga (alessandrospiga@formulamotori.com)
del 2006 in virtù dei quasi 6 milioni di transazioni effettuate lo scorso infine, la quota di gettito derivante dal possesso (mediante il pagamento del cosiddetto bollo auto): 6,21 miliardi di euro (+5,3%). L’aumento dell’incidenza di questa voce si giustifica, almeno in parte, con la modifica delle aliquote introdotta dalla Finanziaria 2006 per quanto riguarda gli autoveicoli maggiormente inquinanti facenti parte del parco più anziano. Scorporando dal prelievo complessivo l’IRE – l’imposta applicata a salari e stipendi di tutti gli addetti del settore, la cui stima ammonta a circa 11 miliardi di euro – la cifra sfiora 70,5 miliardi, dunque un valore ancora molto alto, che equivale al 4,6% del PIL. Una percentuale, quest’ultima,
Il materiale redazionale e fotografico non viene restituito se non espressamente richiesto. Vietata la riprduzione, anche parziale, priva di autorizzazione dell’Editore. Il contenuto dei testi, anche se accuratamente verificato, non comporta specifiche responsabilità nel caso di involontari errori o inesattezze. Gli articoli firmati esprimono esclusivamente il pensiero personale del redatore dell’articolo. I vari argomenti e in generale quanto espresso dai singoli autori di ogni articolo non comporta responsabilità per l’Editore. Formula Motori: registrato presso il Tribunale di Cagliari in data 09-06-2003 al n° 15/03
che è rimasta stabile rispetto al 2006 e rappresenta un’incidenza record al confronto con quella dei maggiori Paesi europei: nel 2006 era del 2,9% in Spagna, del 3,4% in Germania e del 3,5% nel Regno Unito e in Francia, tutti valori in calo rispetto a quelli del 2005 eccezion fatta per la Francia dove l’incidenza è rimasta invariata. Gianni Piras
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Sommario
AUTO
In questo numero: GLK Mercedes
Omar Magliona
Supermoto mondiale
42
71
79
Chiara Fanti, fotomodella di Monserrato
5
La Bmw X6: il primo Sport Activity Coupé
8
Alfa MiTo, la nuova star del Biscione
10
Le “magie” di Michelin Primacy HP
16
C5 Tourer, un’ammiraglia “familiare”
18
Lo Scorpione ci riprova con la 500 Abarth
25
Aveo Chevrolet: alla conquista dell’Europa
28
Mercedes Classe B: look più moderno
35
Dacia Sandero, la berlina “low cost”
39
GLK Mercedes: “Mid Luxury Suv”
42
L’ammiraglia Skoda “Superb”
47
Auto Opel e sistema Eye
61
A6, l’auto Premium dell’Audi
64
Partner Tepee Peugeot
67
Fiorino Qubo, “free space” firmato Fiat
70
Omar Magliona alla ribalta
71
Sergio Farris protagonista
74
MOTO
Fitness e Moda
87
Scooter Kymco People S
77
Supermoto: tappa mondiale a Olbia
79
Hard Race nel segno di Luca Manca
81
Minienduro: si impone ancora Mainas
83
Il fascino del kart a Villanovafranca
85
fitness e moda Sport, personaggi, eventi, gare e salute
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BMW X3 xDrive20i xDrive25i xDrive20d xDrive30i xDrive30d xDrive35d www.bmw.it
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. Incontro al vertice della tecnologia. Consumi (litri/100km) ciclo urbano/extraurbano/misto: da 8.2(8.3)/5.5(5.8)/6.5(6.7) (2.0d) a 13.4(13.3)/7.3(7.6)/9.5(9.7) (3.0si). Emissioni CO2 (g/km): da 172(178) (2.0d) a 229(233) (3.0si).
Questo sarà il tuo unico problema.
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Speciale | Ragazza copertina
Chiara Fanti
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Chiara Fanti, fotomodella di Monserrato A vincere la selezione di Ragazza Copertina in questo numero di FM e a rappresentare il nostro magazine in tutte le edicole (e non solo) della Sardegna è una giovane fotomodella di 21 anni: Chiara Fanti, nata a Cagliari e residente a Monserrato. Diplomata al liceo psico-pedagogico, è iscritta al primo anno della facoltà di medicina e chirurgia (indirizzo infermieristica). Oltre allo studio, una delle grandi passioni di Chiara riguarda gli animali: infatti in casa alleva sei cani, tutti salvati dalla strada. Spesso va in giro alla ricerca di cani smarriti o abbandonati e il più delle volte è riuscita a trovare il loro padrone. Chiara Fanti aspira ad affermarsi - anche nel mondo della moda, ma anche come miss - per avere i fondi necessari e potersi occupare dei cani adeguatamente: il suo sogno è quello di riuscire un giorno ad allestire una sorta di rifugio per accogliere i più bisognosi. Appassionata del mondo della moda e dello spettacolo, Chiara Fanti ha praticato danza per tanti anni. Tra i suoi “sogni nel cassetto” c’è quello di fare un calendario e per questo si è affidata alla Dream Agency di Daniele Desogus , una delle agenzie di moda più importanti a livello regionale. 4 2008 settembre | ottobre FM5
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Qualche mese fà, a partire dal numero 34 (marzo-aprile 2008) di FM Formula Motori è stata lanciata un'iniziativa che ha riscosso un buon successo. La prima ragazza a conquistare la copertina di FM è stata Ilaria Mura, una bella ventunenne aspirante modella, di Quartu Sant’Elena, con l’hobby della pittura. Successivamente è stata Federica Deiana, un’altra modella ventunenne, di Villacidro, con l’hobby della danza e del teatro, a vincere la selezione (numero 35 di FM Formula Motori) delle “ragazze copertina”. Il primo tris (numero 36) porta la firma di Valentina Caruso, una bella archeologa di Quartu Sant’Elena, salita più volte alla ribalta della cronaca con articoli su quotidiani e riviste specializzate. Senza dimenticare Silvia Albiani e Carla Peluffo, le ragazze copertina per eccellenza, le cui foto sono apparse nella prima pagina del primo numero di Formula Motori pubblicato nel dicembre 2003. La storia continua. FM Formula Motori è alla ricerca della "cover girl" , la ragazza copertina FM. In realtà sono centinaia le foto che ogni mese arrivano alla nostra posta elettronica della redazione e che impongono una severa la selezione.
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Chiara Fanti
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Auto | Le novità
di Nicola Piras
La Bmw X6 va alla conquista dell’Europa: è il primo Sport Activity Coupé al mondo Brescia. E’ sbarcata in Europa alla fine di maggio proveniente dagli Usa e in poco tempo ha conquistato tutti per la sua originalità e per la sua spiccata personalità: X6 , un’altra “perla” BMW che crea una nuova categoria automobilistica. E’ il primo Sport Activity Coupé (SAC), una novità di assoluto rilievo: un’auto “mix” tra SUV (altezza da terra tipica degli Sport Utility Vehicle e parafanghi sporgenti) e coupé (tetto basso che scende verso la coda come il casco di un ciclista impegnato in una prova a cronometro). Per la prima volta, insomma, si “sposano” due concetti automobilistici dall’impronta sportiva: la X6 mette in campo la forza e la funzionalità di uno Sport Activity Vehicle (SAV, in pratica la X5 lanciata tredici anni fa) e la grinta di un coupé. In sintesi: equilibri perfetti di un crossover. Bella fuori, ma soprattutto dentro: un abitacolo curatissimo, perfettamente in linea con lo stile Premium classico della Bmw.
Molti punti in comune con la X5 Sul piano estetico a molti punti in comune (muso e parte bassa delle fiancate) con la X5 da cui deriva. Rispetto alla X5 – però - è più bassa di 9 centimetri, più lunga di 3 centimetri. Come da immagine BMW, le linee esterne si alternano con giochi di curve concave e convesse. Il muso è massiccio, si notano il cofano bombato, i fari che si allungano sulla carrozzeria e i fendinebbia incorporati nelle prese d’aria inferiori. Di lato, passaruota pronunciati e la linea del tetto che scende verso il posteriore, creando così un lunotto fortemente inclinato che conferisce a BMW X6 un’immagine da vera coupé. Materiali di alta qualità, volante sportivo con le levette del cambio incorporate, abbinate al cambio automatico, di serie su tutte le versioni, numerosi vani portaoggetti e gli originali appoggi per le ginocchia inseriti sulla parte bassa della plancia.
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BMW X6 Tecnologia Xdrive e motore V8 Design unico (eleganza sportiva dei coupé e immagine robusta dei modelli X “oof road” della Casa bavarese) esaltato da “giochi di linee” concavi e convessi che regalano un’immagine dinamica a questa auto capace di viaggiare con estrema agilità nonostante una massa superiore alle 2 tonnellate. Tra i punti di forza, prestazioni senza precedenti nel campo dei motori (c’è anche l’inedito propulsore a benzina Twin Turbo V8 di 4.4 litri, potenza di 407 cavalli e due turbocompressori alloggiati tra le due bancate: un capolavoro di ingegneria), tecnologia xDrive con Dynamic Performance Control (il sistema di trazione integrale più agile del mondo) e programma EfficientDynamics (distribuisce la coppia tra le due ruote posteriori privilegiando quella esterna nelle curve). Prodotta negli Usa, la Bmw X6 (prezzi che partono da 60.000 euro per la “30d” e arrivano a 82.500 euro per la “50i”) è lunga 4,87 metri, è larga 198 centimetri ed è alta 169 centimetri. Spazio a volontà, per i quattro passeggeri e per i bagagli (da 570 a 1.450 litri): i sedili della fila posteriore offrono due comodi posti separati da un generoso vano portaoggetti. Nonostante l’inclinazione del tetto c’è uno spazio sufficiente per la testa di passeggeri abbastanza alti.
Il test in pista nell’aeroporto di Ghedi Motori tutti esuberanti: oltre all’inedito V8 di 4.4 litri della “50i”, anche il 3 litri benzina 6 cilindri Twin Turbo della 35i (306 cv), più i turbodiesel 3 litri della 30d (235 cv) e della 35d Vtt (286 cv) tutti con cambio automatico a 6 marce e levette a volante. Così, spinti dalla curiosità ma soprattutto per dovere di cronaca, noi di FM Formula Motori, con taccuino e telecamera, siamo scesi in pista nell’aeroporto militare di Ghedi – vicino a Brescia – per un test approfondito su un percorso tortuoso che alla fine ha promosso a pieno voti la Bmw X6. Un bell’effetto davvero vedere la X6 accanto ai “Tornado”, i cacciabombardieri biposto supersonici del sesto Stormo dell’Aeronautica militare. E accanto ai “Tornado” – scusateci il paragone (improponibile, del resto) - la Bmw X6 non ha sfigurato. Abbinamento, comunque, logico: del resto, la Casa di Monaco all’inizio del secolo scorso era nata proprio per produrre motori per gli aerei e la X6 è costruita con leghe speciali e materiali aeronautici. Ci ha colpito, in modo particolare, la tenuta di strada delle X6, soprattutto in curva: merito, sicuramente, del nuovo differenziale posteriore DPC che ripartisce perfettamente la spinta tra le ruote. La Bmw X6 è possente, sportiva, agile ed elegante.
Dynanic Performance Control La spinta a terra viene tutta dalla trazione integrale xDrive abbinata per la prima volta al sistema Dynamic Performance Control che distribuisce la coppia tra le due ruote posteriori, privilegiando la ruota esterna alla curva. Facile come un bicchiere d’acqua affrontare anche ad alta velocità le curve più insidiose che rappresenterebbero un vero problema per altri Suv di questa stazza. Notevole la potenza del motore 4.4 litri, ma anche il propulsore 3 litri diesel con doppio turbo è sorprendente: fa schizzare la X6 da ferma a 100 orari in 6”9 secondi.
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Auto | Le grandi sportive
Alfa MiTo, la nuova star del Biscione Una sportiva “figlia� della supercar 8C di Gianni Piras
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Alfa Romeo MiTo
Milano. Quando scende in campo l’Alfa Romeo il pensiero corre subito al mito dell’italico Biscione. E ha le credenziali giuste per diventare un mito anche (scusate il gioco di parole) la “MiTo”, la nuova sportiva dalle grandi prestazioni: o meglio, la <compatta più sportiva> della storia del Biscione ideata per creare una nuova generazione di “alfisti”
con i giovani e – soprattutto – con molte donne. E’ l’auto della svolta in Casa Alfa, <l’inizio di un nuovo corso, la prima tappa di un grande rilancio internazionale in attesa del primo centenario che sarà festeggiato alla grande il 24 giugno 2010>, come ha precisato Luca De Meo, il giovane e dinamico capo del Brand. L’Alfa, così, ritorna in un segmento in
cui era assente da tempo e lo fa ripartendo dalle origini storiche. Sì, perché MiTo (sono le iniziali di Milano e di Torino) ha un forte significato evocativo, scelto come segno del profondo legame tra passato e futuro dell’Alfa: tra Milano (città dove è nato il Marchio e dove l’auto è stata “disegnata”) e Torino (città dove l’auto viene prodotta, a Mirafiori).
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Auto | Le grandi sportive
Quel filo diretto tra Milano e Torino
Un concentrato di valori Alfa
E non a caso, MiTo è stata “battezzata” nel suggestivo Castello Sforzesco di Milano dove (si narra) che quasi 100 anni fa un giovane disegnatore trovò l’ispirazione per creare il logo dell’Alfa Romeo, osservando il biscione scolpito proprio sulla torre del Filarete. Dal Castello Sforzesco alla magica atmosfera dell’autodromo di Monza per il primo test su strada e poi verso le rampe dello Stelvio, la montagna che è stata teatro delle epiche imprese del “campionissimo” Fausto Coppi al Giro d’Italia. E lì, MiTo ha dimostrato in pieno di essere “figlia” autentica della supercar 8C Competizione, <la matrice tecnica e stilistica su cui verranno forgiate tutte le Alfa del futuro>, l’auto <che rappresenta nel migliore dei modi lo spirito Alfa>: stile impeccabile (quasi sensuale), ma anche tanta grinta viste le prestazioni dei motori, agilità ed eccellenza tecnica finalizzata al piacere di guida.
Ma andiamo ad “esplorare” in rapida sintesi questa affascinante MiTo che è un “concentrato” dei valori Alfa Romeo. Un’auto trendy (studiata appositamente per i neopatentati c’è la versione Junior da 78 cv), lunga solo 4 metri (4,063), bassa (l’altezza, infatti, è di 1,446 metri) e filante, carreggiate larghe, parabrezza allungato che dà il suo contributo a un ottimo coefficiente aerodinamico (Cx=0,29), fiancate slanciate, coda anch’essa elegante con luci circolatori a Led. <Il sereto dello sile>, ha spiegato De Meo, <è la sua fonte ispiratrice, la 8C, una supercar che ci ha fatto rivivere il vero mito dopo 40 anni e che la MiTo ripropone in dimensioni ridotte. E alla MiTo abbiamo dedicato la stessa cura e le stesse attenzioni della fantastica 8C>. Uno spettacolo, insomma: e non solo per gli occhi. Salotto all’insegna dell’hi-tech E lo spettacolo si replica anche all’interno, in un “salotto” spazioso all’insegna dell’hi-tech che può essere anche da cinque posti, con una “cabina di pilotaggio” che ti invoglia a guidare sempre e comunque (sul cruscotto si può montare un navigatore portatile), l’espressione più evoluta dello stile “made in Italy”, accogliente e al tempo stesso sportivo, con alta qualità dei materiali e ricercata cura dei dettagli.
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Alfa Romeo MiTo Avanzati sistemi di sicurezza E poi tanta tecnologia sopraffina, come il dispositivo Alfa DNA (primizia assoluta nel segmento), il controllo elettronico della Trazione Q2, sospensioni con molle di rimbalzo, il sistema DST (Dynamique Steering Torque) che descriviamo più dettagliatamente in un altro articolo. Meccanica, insomma, in grado di gestire in totale sicurezza anche manovre improvvise. Come abbiamo potuto constatare nel test su strada: una “MiTo” equilibrata, agile, incollata alla strada, aggressiva.
Junior, Progression e Distinctive Il debutto ufficiale è stato celebrato il 27 giugno scorso con tre proposte (prime consegne a settembre): Junior 1.4 benzina da 78 cv (15.350 euro: 16.150 con il Pack Sport); Progression (17.950 euro col turbo benzina 1.4 litri; 18.950 euro con il Multijet 1.6 JTD) e Distinctive (19.550 turbo benzina 1.4 litri e 20.550 euro Multijet 1.6 JTD). Un’auto che può essere personalizzata con vari optionals (pacchetti Sport e Premium): a disposizione climatizzatore bi-zona, comandi al volante per il lettore cd-mp3, interni in pelle Frau, cinque tipi di cerchi in lega, hi-fi Bose. E presto anche un ampio tetto panoramico. Tutto, insomma, dice in modo evidente che si tratta di una vera sportiva.
Tre potenti motorizzazioni E motori deliziosi, potenti, come si addice a un’Alfa. Un “trio delle meraviglie”: a benzina turbo 1.4 litri da 155 cavalli e 1.4 da 78 cavalli destinato ai neopatentati che – grazie al Blue&Me NAV - possono risparmiare sull’assicurazione; a gasolio il Multijet 1.6 JTD da 120 cavalli. Motore 1.4 turbo: coppia di 230 Nm a tremila giri, cambio a 6 marce, 215 all’ora, da 0 a 100 orari in 8”; in media 6,5 litri di benzina per 100 chilometri. Motore 1.4 da 78 cv: coppia di 120 Nm a 4.750 giri, cambio a marce, 165 all’ora, da 0 a 100 orari in 12”3; in media 5,9 litri di benzina per 100 chilometri. Multijet 1.9: coppia di 320 Nm a 1.750 giri, cambio a 6 marce, 198 all’ora, da 0 a 100 orari in 9”9; in media 4,8 litri di gasolio per 100 chilometri.
Teconologia Multiair e cambio DDCT Piacere di guida significa anche poter contare su motori brillanti e affidabili. Quelli della MiTo sono lo stato dell’arte nel campo dell’ingegneria motoristica per tecnica, prestazioni e rispetto dell’ambiente. Al lancio sono disponibili i motori 1.4 Turbobenzina da 155 CV, 1.6 JTDM da 120 CV e, per i giovani neopatentati, un 1.4 aspirato a potenza limitata (78 CV) con cambi meccanici a 6 marce. In particolare, il 1.6 JTDM da 120 CV è il miglior motore della categoria in termini di coppia specifica (arriva a una coppia massima di 320 Nm a soli 1.750 giri), vanta l’80% in meno di emissioni di particolato e il 20% in meno di emissioni di Co2 rispetto ai propulsori della generazione precedente. Il motore 1.4 turbobenzina da 155 CV offre prestazioni straordinarie per questa cilindrata (velocità massima di 215
orari e accelerazione da 0 a 100 orari in appena 8 secondi) e una riduzione del 30% di consumi ed emissioni di CO2 rispetto ai motori della generazione precedente. Successivamente è previsto un ulteriore ampliamento della gamma motori con potenze ancora maggiori e l’introduzione di altre novità quali il sistema di alzata valvole a controllo elettronico Multiair e l’innovativo cambio automatico a doppia frizione DDCT. La tecnologia Multiair è un innovativo sistema per il controllo elettronico delle valvole di aspirazione che, attraverso la regolazione dell’aria in entrata ad ogni ciclo di combustione e senza dover utilizzare la tradizionale farfalla, permette una notevole riduzione dei consumi e un significativo miglioramento della risposta del motore e del fun-to-drive. 4
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Auto | Le grandi sportive
Alfa Romeo MiTo 4 In dettaglio, il sistema Multiair si basa sull’interposizione, tra la camma e la valvola di aspirazione motore, di un volume d’olio che può essere variato attraverso l’utilizzo di una valvola a solenoide di tipo on-off controllata da una apposita centralina elettronica. In tal modo il profilo di alzata valvola può essere variato in infiniti modi in funzione della richiesta di aria del motore dipendente dal punto di funzionamento dello stesso. Il cambio DDCT (Dual Dry Clutch Transmission) è concettualmente composto da due cambi in parallelo ognuno con la sua frizione, consente la selezione e l'innesto della marcia successiva mentre quella precedente è ancora innestata. Il cambio marcia viene quindi effettuato con un semplice scambio graduale delle corrispondenti frizioni garantendo la continuità di erogazione di coppia e, quindi, di trazione. Il risultato è un comfort di guida ed un feeling di sportività superiori a quelli offerti dai cambi automatici convenzionali ma con una migliore efficienza e con una riduzione dei consumi.
Tre tipi di dinamica come sulle Ferrari
Alfa Romeo MiTo è un’auto forte e compatta, padrona della strada e con una spiccata personalità. Sfoggia le ultime novità nel campo dell’elettronica. Ad iniziare dal nuovissimo dispositivo “Alfa D.N.A.” che la compatta Alfa Romeo propone per la prima volta nel suo segmento, in pratica un comando che agisce su motore, freni, sterzo, sospensioni e cambio, consentendo tre diversi comportamenti dell’auto, in base allo stile di guida più adatto alla situazione o ai desideri del cliente: super sportivo (Dynamic), urbano (Normal), di massima sicurezza anche in condizioni di difficile aderenza (All weather). Sulla consolle, vicino al cambio, c’è un “manettino” (quasi simile a quello delle Ferrari) col quale si può inserire la “dinamica di guida” desiderata: si accende una spia e sulla plancia per qualche istante compare la scritta della “funzione” scelta. Altro contenuto innovativo adottato dall’Alfa Romeo MiTo è il sistema Q2 elettronico che, agendo solamente sui freni, assicura l’effetto di un differenziale autobloccante. Infatti, sulle normali auto, accelerando in uscita da una curva, la ruota interna perde aderenza e la traiettoria si allarga: invece, grazie al Q2 elettronico, il traction control frena la ruota interna e
ridistribuisce la coppia, applicandola alla ruota esterna che ha maggiore aderenza. Così si mantiene la traiettoria desiderata esaltando la motricità: l’accelerazione laterale con questo sistema si attesta a 1g contro il valore di 0,95 g ottenuto senza Electronic Q2. Infine, Alfa Romeo MiTo adotta un altro dispositivo elettronico di ultima generazione per il massimo handling: il sistema DST (Dynamic Steering Torque) che integra il servosterzo elettrico nel Vehicle Dynamic Control. In dettaglio, il DST consente di applicare una leggera coppia allo sterzo per “suggerire” al guidatore la manovra giusta. Questo avviene in casi ben precisi come per compensare il sovrasterzo o per rendere lo sforzo al volante proporzionale all’angolo di sterzata, oppure per mantenere la traiettoria in caso di aderenza differenziata tra i due lati. Tanta elettronica, ma anche tantissima meccanica. La MiTo viaggia con molle di rimbalzo e una traversa posteriore ad alta rigidità che riducono il rollo senza penalizzare il comfort di guida. Il rapporto di sterzo è diretto e le traiettorie neutre. Grande sicurezza anche per merito dei freni (4 a disco): la MiTo lanciata a 100 orari si blocca nello spazio di 34 metri.
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SEAT
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Michelin, grazie alla propria capacità d’i
Le 5 prestazioni fondamentali del Auto | Pneumatici
Quando rotola, il Migliorare il pneumatico si deforma pneumatici c sotto l’effetto del carico, del terreno e determinando delle Mobilità sostenibile. E’ la parola d’ordine sul fronte del- Tre grandi innovazioni Michelin le auto dove tutte le Case sono impegnate a ridurre conperdite di energia: sumi ed emissioni nocive: fondamentale è anche il ruolo All’origine di questi risultati, tre grandi innovazioni. Priè la resistenza al degli pneumatici. In primo piano soprattutto la Citroen ma innovazione: il metodo di progettazione, denominato rotolamento e la Michelin che ancora una volta hanno ribadito la loro A.S.M. (A sta per Architettura, S per Scultura e M per Matestorica alleanza ecologica con l’ormai tradizionale rito riali). Indica che Michelin ha lavorato contemporaneamenche influenza il “Week End Verde” celebrato quest’anno nel suggestivo te sui tre fattori chiave dell’equilibrio delle prestazioni di consumo di carburante resis scenario del castello di Pollenzo. I due “colossi” france- uno pneumatico. Seconda innovazione: è di tipo tecnologitenz si hanno calato altri due assi per migliorare ambiente co; deformabile-rigida: a a l ro pneumatico con un’architettura che dei veicoli. t o la e sicurezza: la C5 Tourer (wagon) equipaggiata con gli
Le “magie” di Michelin Primacy HP
Migliori prestazioni sul Come mercato migliorare
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si deforma facilmente per garantire la pneumatici Michelin Primacy HP (la gamma “Alte maggiore superficie d’impronta al Prestazioni” che dura il 25% in più rispetto alla suolo e per la massima aderenmedia, ha una bassa resistenza al rotolaza, associata a una scultura del mento e riduce sensibilmente lo spazio di battistrada estremamente riSinonimo di sicurezza, frenata sul bagnato). In pratica, siamo di gida, per un’usura più omol’aderenza è necessaria fronte a un’evoluzione tecnologica nel genea e una maggior sicampo degli pneumatici: la Michelin lenziosità della di rotolamento. per il mantenimento non ha lesinato risorse per la ricerca Terza innovazione: riguartraiettoria del veicolo,dain partie lo sviluppo (4,5% del fatturato ani materiali impiegati nuo del Gruppo). in particolare in frenata ed nel inbattistrada, curva. colare la nuova mescola di gomma che combinando ElastoSPORT e 100% silice, garantisce una migliore tenuta di strada e una migliore capacità di frenata sul bagnato.
tutte le prestazio
La durata dei suoi pneumatici è da sempre una priorità per la Michelin che produce pneumatici con le migliori prestazioni sul mercato. E’ il caso del nuovo Primacy HP, destinato alla auto Oltre 200 di gamma alta, che può “appunomologazioni tarsi” sul suo battistrada tre meEsempio Frenata su daglie d’onore. 1) Maggiore duraMichelin Primacy HP è ta chilometrica: percorre il 25% disponibile sia in verdi strada inPer più rispetto alla media massiccia frenare meglio su asciutto, + sione standard sia (per al co dei suoi principali concorrenti; in alcune misure) nella + rigida la scultura deve essere: sintesi, può essere utilizzato per sei versione che consenmesi in più. 2) Maggiore sicurezza te all’auto di continuare sul bagnato: Primacy HP riduce lo Queste pres a viaggiare anche con due lo spazio di frenata sul bagnato, fino a pneumatico sgonfio. Costi-una scu Perchè non studiare 2 metri in meno rispetto al suo predetuisce la gamma alte prestacessore. 3) Minori consumi e più rispetzioniLa preferita dai costruttori, tecnologia Mich to dell’ambiente. con oltre 200 omologazioni. Nel 1992 Michelin ha introdotto gli pneuma-in caso di forti sollecitazioni rigidità (frenata s Primacy HP: nella versione stantici « verdi » che, grazie all’impiego della silice, dard può equipaggiare la maggior offrono una minore resistenza al rotolamento, contri- parte delle vetture d’alta gamma più vendute. buendo a ridurre i consumi di carburante. HP Z: pneumatici costruiti con la tecnologia Zero Pressure, Con una maggiore durata e con minori consumi, si ot- hanno fianchi rinforzati per sostenere il carico del veicolo tengono sia benefici individuali che collettivi: per l’au- a pressione nulla ed assicurare la guida con pneumatico tomobilista, meno pneumatici da sostituire e maggior sgonfio per 80 chilometri a un’andatura di 80 orari. risparmio di carburante; per la collettività, un impatto ambientale più favorevole, meno gas serra e pneumatici usati da smaltire.
Ottimizzare separatamente ciascuna presta è più difficile farne progredire due o più si
Grazie ad un costante lavoro di ricerca e svilu l’insieme delle prestazioni, senza mai degrad
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lla tàpropria d’innovazione, capacità d’innovazione, è riuscita è riuscita a vincere a vincere questa sfida! questa sfida!
ii fondamentali del pneumatico del pneumatico Pianeta Michelin
ndo rotola, orare il ilcomfort Migliorare significa il comfort significa studiare studiaredei dei o si deforma matici che assorbono pneumatici che assorbono le irregolarità le irregolarità Week end Verde o del carico, rreno e che del emettono terreno e che emettono minore minore rumore. rumore. 20 - 22 giugno 2008 inando delle e di energia: Il Il comportamento comportamento del pneuma- del pneumaesistenza al tico tico è unaèquestione una questione di ergonodi ergonootolamento Sviluppare dei pneumatici più ecologici mia, mia, di piacere di piacere di guida, di predi guida, di pree influenza il o o t t e più sicuri: unaensfida vinta! stazione stazione pura o dipura reazione onelle di reazione nelle resis en iiscarburante tenz tenz rtam portam o p a a a m l rot situazioni situazioni di emergenza. di emergenza. com ol co l dei veicoli.
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Unapneumatico è un insieme di prestazioni antagoniste tra loro. E’ la ragione per la men to quale Michelin lavora costantemente per farle progredire simultaneamente. Michelin, grazie alla propria capacità d’innovazione, è riuscita a vincere questa sfida!
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16°
è la resistenza al rotolamento che influenza il consumo di carburante dei veicoli.
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Il comportamento del pneumatico è una questione di ergonomia, di piacere di guida, di prestazione pura o di reazione nelle situazioni di emergenza.
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nataEsempio su suolo Frenata asciutto su suolo asciutto e frenata e frenata su su neve neve Come migliorare tutte le prestazioni simultaneamente?
Per frenare Per frenare meglio meglio su neve, su èneve, asciutto, + massiccia Ottimizzare separatamente + intagliata ciascuna prestazione del pneumatico relativamente semplice; al contrario al contrario + rigida la progredire scultura la scultura deve essere: essere: e: è più difficile farne due o piùdeve simultaneamente. + morbida Esempio
Frenata su suolo asciutto e frenata su neve
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ia Michelin La tecnologia Michelin unisce: Queste dueunisce: prestazioni sono antagoniste. Perchè non studiare una scultura nel contempo morbida e rigida? enata i forti sollecitazioni su asciutto) (frenata su /asciutto) morbidezza / morbidezza e egrip grip per l’aderenza per l’aderenza su neve. su neve. La tecnologia Michelin unisce: rigidità in caso di forti sollecitazioni (frenata su asciutto) / morbidezza e grip per l’aderenza su neve.
e te lavoro sviluppo, di ricercaGrazie eMichelin sviluppo, Michelin è riuscita è riuscita a far a progredire far progredire simultaneamente simultan ad un costante lavoro di ricerca e sviluppo, Michelin è riuscita a far progredire simultaneamente egradarne azioni, senza mai degradarne alcuna. alcuna. l’insieme delle prestazioni, senza mai degradarne alcuna.
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Auto | Le novità
C5 Tourer, un’ammiraglia “familiare” con numerosi “gioielli” tecnologici di Gianni Piras
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Citroen C5 Tourer
C5 Tourer Citroen e Michelin Primacy HP: accoppiata di lusso per la sedicesima edizione di “Week End Verde”. Tourer, ossia station wagon, ossia la versione familiare della C5 che è un’autentica “ammiraglia” della flotta Citroen: un’auto elegante e spaziosa, già in vendita dal maggio scorso con prezzi compresi tra 25.800 euro e 38.700 euro. In pratica un’auto “Premium” con un prezzo da “generalista”, all’insegna del comfort e della qualità, versatile, con un “sapiente” equilibrio tra dinamismo e volume. Proporre volumi più generosi rispetto alla berlina ma in modo raffinato: questo è stato l’ambizioso obiettivo della Citroën. Centrato in pieno.
Comfort a piene mani e grandi prestazioni, il tutto sperimentato per l’ennesima volta nel test su strada da Pollenzo a Torino e ritorno. Una conferma perché già in precedenza avevamo messo sotto esame la C5 Tourer. E allora, riassumemdo, è un quadro di eccellenza quello firmato Tourer: una gamma completa di funzioni di assistenza alla guida, volante con comandi centrali fissi (il pilota accede a tutte le funzioni tenendo ferme le mani sul volante e può restare concentrato sulla guida a vantaggio della sicurezza), fari bi-Xeno ad “orientamento intelligente”, sistema ASL (avvisa il pilota se si supera involontariamente la linea di carreggiata), freno di stazionamen-
to elettrico per agevolare le partenze in salita), assistenza al parcheggio, il sistema NaviDrive. Con tutti questi”gioielli” tecnologici la C5 Tourer, al pari della berlina, non poteva che stupire: su tutti i fronti. Ma andiamo con ordine, partendo dall’estetica. La C5 Tourer sfoggia uno stile esterno elegante e dinamico: frontale raffinato, identico a quello della berlina, e una “coda” dal look intrigante. Il profilo è fluido e perfettamente equilibrato: con 4,83 metri di lunghezza, 1,86 metri di larghezza e 1,48 metri di altezza, offre proporzioni generose, senza alterare il dinamismo globale della linea.
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Auto | Le novità
Anche i fari bi-xeno “intelligenti” E poi una ricca gamma di equipaggiamenti di assistenza alla guida, a partire dai fari performanti, abbinati a fari diurni di serie, che rendono la C5 Tourer più visibile durante il giorno. I fari diurni, situati nella parte inferiore dei fari, sono celati dietro uno schermo oscurato azzurrognolo, a forma di boomerang, e costituiscono una reale connotazione stilistica del modello. Sono disponibili inoltre due tipi di fari: di serie, i fari alogeni sono associati all’illuminazione supplementare in curva. Questo nuovo sistema d’illuminazione intelligente consente una fonte di luce supplementare, per aumentare la visibilità (e quindi la sicurezza) in curva o agli incroci. Secondo l’angolo volante, questa fonte va ad aggiungersi al flusso principale del faro (anabbagliante) e permette di illuminare fino a 75 gradi l’angolo destro o sinistro del veicolo. La C5 Tourer può essere equipaggiata anche con fari bi-Xeno ad orientamento intelligente che, pilotati da un sistema di asservimento elettronico, garantiscono un’illuminazione ottimale in curva. L’illuminazione dinamica è abbinata ad una luce angolare, a completamento del fascio direzionale, quando si affrontano curve molto strette o durante le manovre di parcheggio, con velocità inferiore a 40 orari. L’angolo coperto a bassa velocità arriva quindi a 105 gradi.
Freno di stazionamento elettrico automatico Per maggiore confort e sicurezza, le versioni Idrattiva III+ sono equipaggiate di serie di freno di stazionamento elettrico e automatico, che regola automaticamente la forza di serraggio necessaria a immobilizzare il veicolo, e si utilizza con un comando ergonomico posto sulla console centrale. S’inserisce automaticamente allo spegnimento del motore, e si disinserisce automaticamente quando il conducente accelera per ripartire. Il freno di stazionamento elettrico è completato da un sistema di partenza assistita su pendenza, disponibile con tutti i cambi. Questo sistema entra in funzione con pendenze superiori al 3%, immobilizzando l’auto per 2 secondi, per permettere un riavviamento in totale tranquillità.
Il sistema ASL avverte il pilota Con l’ASL, la Tourer C5 propone uno dei primi dispositivi al mondo in grado di rispondere al problema del calo d’attenzione al volante. Questo sistema di assistenza alla guida rileva, con indicatore di direzione non inserito, i cambi di carreggiata non intenzionali (superamento della linea di delimitazione al suolo), in autostrada o su vie a scorrimento veloce, a partire da 80 orari. Il conducente viene avvisato con una vibrazione nel cuscino del sedile, sul lato che corrisponde al superamento della linea, ed è quindi in grado di correggere la traiettoria.
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Citroen C5 Tourer
Assistenza al parcheggio anteriore e posteriore Gli equipaggiamenti di assistenza al parcheggio sono sempre più indispensabili, particolarmente in ambiente urbano. Su C5, dei captatori ad ultrasuoni, ubicati nei paraurti anteriore e posteriore, rilevano gli ostacoli vicini all’auto secondo tre zone di rilevazione. Un segnale sonoro intermittente emesso dagli altoparlanti e una rappresentazione grafica sullo schermo multifunzione del cruscotto, informano con precisione sulla vicinanza di un ostacolo in una delle zone di rilevazione.
L’Easy Parking System Abbinato all’assistenza anteriore al parcheggio, l’Easy Parking System informa il conducente dello spazio libero disponibile per la manovra di parcheggio; se è sufficiente, indica il livello di difficoltà della manovra da effettuare. La misurazione è possibile quando lo spazio disponibile si colloca tra 3 e 8 metri e se la velocità è inferiore a 20 chilometri orari.
Nuova CITROËN C5 Tourer: i modelli i motori e le prestazioni MODELLO
C5 1.8i 16V
C5 2.0i 16V
C5 2.0i 16V
C5 3.0i V6
C5 HDi 110 FAP
C5 HDi 138 FAP
C5 HDi 138 FAP
C5 HDi 173 FAP
C5 V6 HDi 208 FAP
Carburante
Senza piombo
Senza piombo
Senza piombo
Senza piombo
Gasolio
Gasolio
Gasolio
Gasolio
Gasolio
CM5
CM5
CA4
CA6
CM5
CM6
CA6
CM6
CA6
Euro IV
Euro IV
Euro IV
Euro IV
Euro IV
Euro IV
Euro IV
Euro IV
Euro IV
4 - 16
4 - 16
4 - 16
6 en V - 24
4 - 16
4 - 16
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4 - 16
6 a V - 24
CAMBIO MOTORE Livello antinquinamento cilindri - valvole Cilindrata (cm3) Potenza DIN: cv-giri/min
1749
1997
1997
2946
1560
1997
1997
2179
2721
127 - 6000
143 - 6000
143 - 6000
215 - 6000
110 - 4000
138 - 4000
138 - 4000
173 - 4000
208 - 4000
DIMENSIONI / VOLUMI Lunghezza - Larghezza (mm)
4829 - 1860
4829 - 1860
4829 - 1860
4829 - 1860
4829 - 1860
4829 - 1860
4829 - 1860
4829 - 1860
4829 - 1860
Passo (mm)
2815
2815
2815
2815
2815
2815
2815
2815
2815
Lunghezza abitabile (mm)
1756
1756
1756
1756
1756
1756
1756
1756
1756
Larghezza bagagliaio (mm)
1115
1115
1115
1115
1115
1115
1115
1115
1115
PRESTAZIONI Velocità massima (km/h)
196
206
202
222
188
200
198
216
222
da 0 a 100 km/h (s)
11,3
10,1
12,0
9,4
12,5
10,9
12,1
9,4
9,1
CONSUMI / EMISSIONI Urbano (l/100km)
11,1
12,1
12,8
15,7
7,4
8,0
10,0
8,9
11,9
Extra urbano (l/100 km)
6,3
6,4
6,8
7,6
4,8
5,0
5,6
5,3
6,5
Misto (l/100 km)
8,1
8,5
9,0
10,6
5,7
6,1
7,2
6,6
8,5
CO2 (g/km)
192
200
214
250
150
160
191
175
225
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Auto | Le novità
Citroen C5 Tourer
Listino Prezzi della Citroën C5 Tourer
Sistema NaviDrive di ultima generazione La C5 Tourer si avvale di un sistema telematico di ultima generazione, molto funzionale, che riunisce le prestazioni telefono GSM, audio (funzioni radio, CD MP3, memorizzazione di brani musicali su hard disk) e navigazione GPS con schermo a colori da 7 pollici. L’accesso alle principali funzioni è molto semplice, con i comandi posti sul volante a comandi centrali fissi, che permettono anche di attivare il riconoscimento e la sintesi vocale. Il NaviDrive integra un hard disk di 30 giga byte di capacità, destinato alla memorizzazione della cartografia (30 Paesi europei) e dei brani musicali. Una funzione Juke Box permette di memorizzare fino a 180 ore di musica, mediante copia parziale o totale di CD audio o MP3. Insomma, un’ammiraglia impeccabile.
modello
Normativa
CV fisc.
KW
Euro
2.0 16v 143cv DYNAMIQUE 2.0 16v 143cv EXCLUSIVE
Euro 4
20
103
25.200
Euro 4
20
103
27.900
2.0 16v 143cv BUSINESS
Euro 4
20
103
29.800
2.0 16v 143cv c.a. EXCLUSIVE
Euro 4
20
103
28.900
2.0 16v 143cv c.a. BUSINESS
Euro 4
20
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30.800
3.0 V6 24v 215cv c.a. EXCLUSIVE
Euro4
26
155
32.400
3.0 V6 24v 215cv c.a. BUSINESS
Euro4
26
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34.300
1.6 HDi FAP 16v 110cv
Euro 4
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1.6 HDi FAP 16v 110cv DYNAMIQUE
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17
80
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2.0 HDi FAP 16v 138cv DYNAMIQUE
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27.800
2.0 HDi FAP 16v 138cv EXCLUSIVE
Euro 4
20
100
30.500
2.0 HDi FAP 16v 138cv BUSINESS
Euro 4
20
100
32.400
2.0 HDi FAP 16v 138cv c.a. DYNAMIQUE
Euro 4
20
100
29.500
2.0 HDi FAP 16v 138cv c.a. EXCLUSIVE
Euro 4
20
100
31.700
2.0 HDi FAP 16v 138cv c.a. BUSINESS
Euro 4
20
100
33.600
2.2 HDi FAP BI-TURBO 16v 173cv DYNAMIQUE
Euro4
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Auto | I debutti
Fiat 500 Abarth
È passato poco più di un anno dall’annuncio e l’Abarth ha mantenuto la promessa: riprendere e modernizzare tutte le attività che ne avevano fatto la storia. Per sottolineare l’autenticità del progetto, le attività del Brand si sono indirizzate da subito verso il richiamo, in chiave moderna, a tutte le attività svolte nel passato dalla Abarth a partire dalla partecipazione diretta alle competizioni nazionali ed internazionali, l’organizzazione di trofei monomarca e la preparazione di vetture per i clienti, per poi passare alle vetture stradali e ai kit di trasformazione, fino ad arrivare ad accessori e capi di abbigliamento che riflettono lo stile Abarth. Insomma, intorno al marchio Abarth è rinato un vero e proprio mondo, imperniato su un nucleo di valori che ne ha determinato la grande fortuna: innovazione nel design, utilizzo di materiali d’avanguardia e cura del dettaglio. Alla base di tutto, la più autentica passione per l’automobilismo, senza dimenticare il patrimonio umano e tecnologico. I tecnici di Abarth hanno puntato sin dall’inizio su una peculiarità che da oltre mezzo secolo contraddistingue il mondo Abarth: trasferire l’esperienza del mondo racing sul mercato delle vetture stradali. Del resto, da sempre sinonimo di auto grintose, di sfide, di passione e di grandi emozio-
ni, Abarth è tornata con l’intenzione di far sognare tutti gli amanti dell’automobilismo sportivo: lo scorso settembre è stata la volta della prima interpretazione Abarth con la Grande Punto, ora tocca alla nuovissima 500 Abarth porre un altro tassello a questo ambizioso progetto di Fiat Group Automobiles. Dunque, un approccio chiaro e forte che fu prima di Carlo Abarth e che oggi si ritrova sia nella progettazione e nella elaborazione dei nuovi modelli sia nello sviluppo di tutte le attività del brand. Ma la nuova Abarth è innanzitutto una vera e propria azienda, con un’organizzazione articolata (guidata dal CEO Luca De Meo), con una sede e un’officina di produzione propri, con una gamma di prodotti e una rete di distribuzione dedicata e articolata in quattro livelli: flagship store, concessionarie, preparatori specializzati e officine di assistenza. L’organizzazione di questa rete commerciale racchiude tre importanti valori del marchio: sportività, autenticità e relazione con il cliente. Le cifre indicano una crescita formidabile: in Europa si contano oltre 80 concessionarie che saliranno a 100 entro il 2008, l’ampliamento toccherà anche i mercati extra Europa a cominciare dal Giappone già dall’inizio del 2009.
La lunga marcia dello Scorpione
Lo Scorpione ci riprova con la 500 Abarth La baby-Fiat entusiasma in pista a Balocco Torino. Due “icone” storiche che vanno a braccetto, su strada e in pista: la 500 Fiat e l’Abarth provano a scrivere un’altra pagina esaltante nel grande romanzo popolare delle auto. Lo “scorpione” così campeggia sulla piccola “compatta” della Fiat, una sportiva tutta “pepe”, con tanta grinta addosso come ha dimostrato nel test specifico sul circuito di Balocco, spinta dai 135 cavalli del motore turbo1.4 T-Jet che le regala uno spunto eccezionale (da ferma a 100 orari in 7”9) e può farla “volare” anche a 205 chilometri all’ora. Un autentico “gioiellino” (debutto a settembre. costa 18.500 euro, 2.500 in più rispetto alla 500 normale in versione Sport), un’auto esclusiva, che gli estimatori non possono lasciarsi sfuggire anche perché la 500 Abarth viaggia con equipaggiamenti e contenuti tecnologici impareggiabili. E anche perché entra già nella storia, visto che nasce esattamente a 50 anni di distanza dalla prima “500 Derivazione Abarth”, auto elaborata dall’ingegner Carlo Abarth. Speciale davvero. <Un’auto da amare>, come sostiene Luca De Meo big del Gruppo Fiat, <tutta da gustare al volante>. Non solo: <Adesso con la 500 abbiamo un jolly in grado di far decollare definitivamente l’Abarth>. Insomma, c’è profumo di sfida, c’è la “voglia matta” di rilanciare alla grande un’Azienda che è rinata nell’arco di appena 15 mesi e ora propone un quadro esaltante: una rete di distribuzione su tre livelli, concessionari (in Sardegna brilla per efficienza l’Automax), preparatori specializzati e officine d’assistenza ad alto livello. 2008 settembre | ottobre FM25
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Auto | I debutti
Abitacolo da auto da corsa E l’abitacolo è una delizia per gli occhi con quei cristalli posteriori e lunotto scuri: sembra di essere a bordo di un’auto da corsa per via dei sedili (logicamente sportivi) ad alto contenimento, pedaliera in alluminio, pomello del cambio rivestito in pelle, quadro-strumenti arricchito con un manometro per la misurazione della pressione turbo, navigatore GPS con telemetria per il rilevamento delle prestazioni in pista (tempi, velocità, giri, marcia), persino un “tutor” (GSI) che suggerisce al pilota il cambio di marcia più adeguato, in pratica con le modalità Normal o Sport. E ancora: volante in pelle specifico Abarth,sedile-pilota e volante regolabili in altezza, sedile del passeggero con memoria meccanica, servosterzo elettrico dual drive con funzione SPORT (l’attivazione della funzione SPORT modifica l’assistenza dello sterzo e la mappatura della centralina di gestione del motore con un incremento della coppia da 180 a 206 Nm), alzacristalli elettrici anteriori, climatizzatore manuale con filtro antipolline, spoiler, minigonne, sistema audio hi-fi (autoradio con lettore CD e MP3), sistema vivavoce Blue&Me TM con tecnologia Bluetooth (riconoscimento vocale, comandi al volante e lettore file audio digitali con porta USB), specchi elettrici esterni in tinta con la carrozzeria (con disappannamento e sensore della temperatura esterna), telecomando per apertura e chiusura delle porte, kit di riparazione o gonfiaggio pneumatici Fix&Go.
Un “gioiellino” da 18.500 euro Per scoprire, in dettaglio, questa “miss” (parola che, in questo caso, potrebbe essere l’abbreviazione di “missile”, anche se un mini-missile), davvero intrigante, siamo scesi in pista a Balocco che con le sue curve e i suoi rettilinei è un banco di prova ineccepibile. Prima di metterci al volante, restiamo colpiti dal suo look chiaramente più aggressivo di quello della
“sorellina” lanciata un anno a dalla Fiat: frontale più slanciato, per necessità più che per virtù (ospita, come ci spiegano i tecnici, lo scambiatore di calore del turbo), fiancate contraddistinte dal lungo fregio rosso con la scritta Abarth, spoiler sul retro del tetto, ruote vistose (da 16 oppure da 17 pollici), doppio terminale di scarico che è quasi un sigillo all’impronta sportiva.
Normal e Sport
E allora, accendiamo il motore: il primo rombo è già delizia per le orecchie, il secondo ci invoglia a partire, non resta che scegliere – con un pulsante sulla plancia – la modalità Normal (consumi al risparmio) o Sport (prestazioni più sportive). Chiaramente, essendo in pista, scegliamo la modalità Sport anche perché così, grazie all’overboost, la coppia sale da 180 a 206 Nm dando più “pepe” al turbo 1.4 T-Jet di 1.368 cc votato all’ecologia (Euro 5). Guida divertente, in pieno relax grazie anche alle ottime sospensioni e al cambio a 5 rapporti: riprese brillanti, grande accelerazione, ottima tenuta di strada, frenata potente.
La 500 Abarth infonde allegria ma anche tanta sicurezza: ABS con ripartitore di frenata EBD, quattro freni a disco (anteriori autoventilanti), ESP (controllo elettronico della stabilità), ASR (antislittamento), sette airbag. Con questi “angeli custodi” diventa persino facile entrare nelle curve ed uscirne ad andatura sostenuta, sorretti anche dal dispositivo TTC che trasferisce in modo ottimale la coppia motore alle ruote. In rettilineo allentiamo la “briglia” ai 136 cavalli che non demordono mai. Lo “Scorpione”, almeno a Balocco, dimostra di essere “velenoso” (nel senso buono della parola) ma all’occorrenza docile e amabile.
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E l’Abarth torna in pista con la 500 Assetto Corse Abarth torna alle competizioni su pista con la nuova 500 Abarth Assetto Corse, prodotta in edizione limitata (49 esemplari), disegnata dal Centro Stile Fiat Group Automobiles ed elaborata dal team di Engineers e Designers di Abarth. La versione Assetto Corse della piccola 500 Abarth raccoglie il testimone della sua progenitrice, la “595” che a partire dal 1963 ha collezionato numerosi successi e grandi vittorie, e ha permesso di coniare il famoso detto “piccole ma cattive”: si presenta in pieno stile racing con carreggiate allargate, cerchi ultraleggeri specifici racing da 17” di colore bianco, assetto ribassato, specchietti sportivi da competizione e predisposizione numerica sulle fiancate. Disponibile in grigio pastello, con bande laterali Abarth di colore rosso,
la 500 Abarth Assetto Corse sfoggia un frontale aggressivo che ospita il badge con il logo Abarth e, al di sotto di questo, il paraurti allargato e completo di spoiler aerodinamico e di griglie serigrafate che sostituiscono le mascherine di plastica della versione di serie. Sul cofano, oltre ai classici ganci “ferma-cofano”, si trovano le due prese d’aria in carbonio che ospitano lo Scorpione. La parte posteriore è caratterizzata dallo spoiler alare di colore bianco, il badge con logo Abarth e il doppio scarico. In piena identity Abarth, sulle fiancate campeggia il logo con saetta che rappresenta l’immagine racing del brand. Appariscente il tetto, con la banda rosse e quattro scacchi bianchi, proprio come sulla vincente versione Abarth 850TC degli anni 60.
Internamente la 500 Abarth Assetto Corse ha un roll-bar omologato per le competizioni, completamente svuotata, per renderla più leggera e veloce: pesa circa 180 chili in meno rispetto alla versione stradale. I sedili anatomici, il volante (specifici racing) e i pannelli porta in carbonio, rendono la 500 Abarth Assetto Corse una vera sportiva, piccola e dal carattere grintoso. Inoltre, Abarth ha pensato di realizzare il “kit” di abbigliamento per il pilota, che verrà consegnato in un’originale borsa di pelle marchiata Abarth: a disposizione dei possessori della 500 Abarth Assetto Corse ci saranno tuta, casco, guanti e scarpe tutti rigorosamente brandizzati con il nuovissimo logo “Assetto Corse” realizzato per l’edizione limitata della vettura.
Anche due versioni speciali La 500 Abarth viene proposta anche con due versioni speciali: la Opening Edition e la Assetto Corse. Un look tutto particolare e ancora più intrigante per la Opening Edition (edizione limitata, soltanto 100 esemplari, già tutti venduti): il motore turbo 1.4 T-Jet ha una potenza di 160 cavalli a 5.700 giri, una coppia massima di 230 Nm a tremila giri e arriva a una velocità massima di 211 chilometri orari. Accelerazione: da 0 a 100 orari in 7”4. Equipaggiamento esclusivo: all’esterno la 500 Abarth Opening Edition si contraddistingue per le pinze dei freni di color rosso e vetri privacy”; all’interno selleria in pelle, targhetta col numero dell’esemplare posta sul tunnel centrale, volante personalizzato con inserti e mirino in pelle rossa, pomello del cambio in alluminio anodizzato lucido con incisione marce rosse, tappetini barth con banda in pelle. La 500 Abarth Assetto Corse ha una potenza di 200 cavalli, un cambio a 6 marce e roll-bar, carreggiate allargate assetto ribassato, cerchi ultraleggeri. Il prossimo anno parteciperà con ambizione al Trofeo 500 Abarth Challenge unito a quello della Ferrari.
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Auto | I debutti
Lâ&#x20AC;&#x2122;Aveo alla conquista dellâ&#x20AC;&#x2122;Europa per far crescere ancora la Chevrolet di Gianni Piras
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Aveo Chevrolet
Breslavia. Kalos, ciao. Saluta l’“icona” (ex Daewoo) con un record prestigioso (la Chevrolet più venduta in Europa) e se ne va in pensione dopo una brillante carriera passando il “testimone” alla nuova Aveo – anch’essa compatta e spaziosa – ideata espressamente per i gusti e le esigenze degli europei. Il passaggio delle consegne avviene in uno scenario suggestivo, a Breslavia, una delle più antiche e belle città della Polonia, ricca di storia e di personaggi famosi, eretta ai piedi dei Monti Sudeti, su 12 isole che sorgono tra i numerosi canali e affluenti del fiume Oder alle quali è collegata da ben 112 ponti: e tutto si celebra vicino alla Piazza del Mercato dominata da oltre 600 case patrimonio dell’ Unesco e dal municipio in stile gotico. Insomma, un omaggio tangibile alla Polonia, non solo perché l’Aveo viene prodotta a Varsavia, ma anche perché è la “patria” di Papa Woytila sta vivendo un boom economico ed è diventata una delle zone più dinamiche del mondo al pari di tutti i Paesi dell’Europa centro-orientale: il settore automobilistico, ad esempio, in questi Paesi è fortemente in crescita, dal 2001 le immatricolazioni sono passate da 2,5 milioni a quasi 6 milioni all’anno. E la Chevrolet ha conquistato una quota di mercato del 4 per cento in soli 4 anni.
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Auto | I debutti
Un grande potenziale La Aveo apre nuovi orizzonti per la Chevrolet in Europa centro-orientale dove approda con un grande potenziale: <molta sostanza e dotazioni di spicco a un ottimo prezzo>, dicono i big della Chevrolet, <a partire da 10.400 euro addirittura con la versione Eco Logic con doppia alimentazione benzina-GPL 1.2 litri da 84 cv>. Non a caso, nel 2005, è stata la “piccola” più venduta negli Usa. Potenziale garantito dalla Chevrolet (realizza i volumi maggiori di vendita nel Gruppo General Motors) che – non a caso – è il terzo marchio automobilistico al mondo dopo Toyota e Ford: nel 2007 ha collezionato 4,5 milioni preferenze “iridate” con l’Italia al primo posto nell’Europa Occidentale.
Propulsori: adesso dodici cavalli in più E l’Aveo si presenta bene, con linee rinnovate e suadenti. A tratti più Kalos (frontale e coda), a tratti fortemente somigliante alla Kalos (abitacolo), a tratti decisamente innovativa (motori a benzina ancora più efficienti, doppio albero a camme in testa, ora con 12 cavalli in più, come il generoso 1.2 litri da 84 cavalli e il più potente 1.4 da 101 cavalli). Non più tre volumi ora ma due, tre e cinque porte, cinque posti discretamente comodi, maneggevole (raggio di sterzata di 5,03 metri), pratica e funzionale, piacevole da guidare, abbastanza spaziosa (bagagliaio da 220 a 980 litri) considerata la lunghezza complessiva (3,92 metri). E in Polonia abbiamo personalmente constatato che quattro persone viaggiano comodamente anche nella Aveo tre porte: spazio a sufficienza tra i due passeggeri posteriori (di altezza media) a dimostrazione che se ne può ospitare anche un altro senza compromettere il comfort, spazio discreto (809 millimetri) per le gambe di chi viaggia nei sedili posteriori, bagagliaio più che sufficiente per quattro borsoni da viaggio.
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Aveo Chevrolet
Una Chevrolet a tutti gli effetti La nuova Aveo si presenta come una Chevrolet a tutti gli effetti. Un’auto di sostanza, elegante e graziosa, che sfoggia qualità con i suoi tre allestimenti (L disponibile solo a 3 porte, LS e LT). E’ il presidente e amministratore delegato di Chevrolet Italia, Federico Sanguinetti, a presentarla così: <spicca il frontale: la calandra è di grandi dimensioni separata in due parti da una sezione in tinta con la carrozzeria che sostiene il logo Chevrolet. Il bordo cromato che incornicia la parte superiore della calandra si congiunge con la linea del cofano motore e attraverso i vistosi gruppi ottici anteriori si unisce idealmente alla nervatura sottostante agli ampi cristalli laterali. Questa nervatura si spinge fino alla parte posteriore della carrozzeria e si immerge nei gruppi ottici posteriori che delimitano il portellone>. Abitacolo dall’aspetto sobrio, ma di sicuro impatto: volante tipicamente Chevrolet, cruscotto armonico con strumentazione ben visibile e chiara anche all’imbrunire, assemblaggi accurati e colori dei rivestimenti “mirati” in modo da eliminare fastidiosi riflessi per il guidatore. Sostanza che si tocca con mano già nella versione L a tre porte: airbag anteriori e laterali (disattivabile quello lato-passeggero), cinture di sicurezza anche nei sedili posteriori, autoradio con lettore CD compatibile con MP3 e l’ingresso i-Pod, alzacristalli elettrici anteriori, chiusura centralizzata, tergicristalli con intermittenza variabile.
La Chevrolet e la frontiera del GPL In Italia la Chevrolet ha la leadership assoluta sul fronte delle auto a doppia alimentazione benzina-GPL: nel primo trimestre 2008 ha collezionato 7.367 preferenze pari a una quota del 55,4 per cento del totale. <Un risultato significativo>, spiega Federico Sanguinetti presidente e amministratore delegato di Chevrolet Italia, <se si considera lo sviluppo di questo carburante che nel primo trimestre 2008 è cresciuto del 151%, quasi il triplo del metano>. GPL, dunque, asso vincente nella strategia Chevrolet: nel 2007, ad esempio, Matiz e Kalos hanno ottenuto l’omologazione della Fase 2, sono state vendute 21.898 Chevrolet alimentate a GPL con una percentuale sul totale (45.052) pari al 48,6%. E le versioni Eco Logic vanno a gonfie vele anche nel 2008: a quota 10.099 nei primi quattro mesi (48,6%). Anche l’Aveo sfoggia l’abito Eco Logic col motore 1.2 benzina-GPL da 84 cavalli dotato delle più moderne tecnologie per questo tipo di alimentazione: consumi ridotti ed emissioni di Co2 limitate a 116 g/km. Il GPL – va ricordato – è una miscela di gas per autotrazione che si sta diffondendo rapidamente: in Europa sono oltre 10 milioni i veicoli a GPL in circolazione (un quarto, circa, nella sola Polonia), oltre 20.000 le stazioni di rifornimento. Oltre alle ridotte emissioni nocive, il GPL vanta notevoli vantaggi economici, comprese le detassazioni (fino al 31 dicembre 2018 in Germania dove un modello Chevrolet su dieci va a GPL).
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Auto | Idebutti
Aveo Chevrolet
I prezzi della Aveo Sul fronte della benzina si va da 10.500 euro (1.2 L tre porte) sino a 13.400 euro (1.4 LT tre porte). Eco Logic GPL: da 10.400 euro (1.2 L tre porte) a 13.150 euro (1.2 LT cinque porte) incluso il contributo governativo previsto per questo tipo di alimentazione che può arrivare a 2.800 euro in caso di rottamazione. Prevendita ampia, da giugno fino al 10 settembre: in questo periodo climatizzatore gratis sulle Aveo LS o sconto di 850 euro per la versione LT che ha il condizionatore di serie.
Chevrolet, ossia la storia di Chevrolet, escalation mondiale Cina: 12 fusi orari, 30 lingue diverse, 4 religioni, 25 milioun successo mondiale sotto in Europa nel 2003: e in quattro anni la ni di chilometri quadrati, 84 le insegne della General Motors. Un marchio leggendario, presti- quota di mercato nell’Europa centro- milioni di veicoli circolanti. gioso, protagonista di una escalation orientale è cresciuta al 4 per cento. IN ITALIA – Il mercato italiano è il Nel 2007 è cresciuta del 33,6 per cento primo per Chevrolet nell’Europa ocmemorabile. NEL MONDO -La Chevrolet nel 2007 (450.000 auto vendute) con una quota cidentale. Dal 2004 al 2007 le vendite è stata la terza marca automobilistica di mercato pari quasi al 2%: la cresci- sono passate da poco più di 30.000 a più importante al mondo dopo Toyo- ta più rapida registrata da un marchio oltre 45.000, la quota di mercato è salita e Ford: 4 milioni e mezzo di nuove non di nicchia in Europa. Gran parte ta dall’1,31% a 1,74%. Nei primi quatimmatricolazioni. Le vendite sono della crescita viene registrata nell’Eu- tro mesi di quest’anno la Chevrolet ha cresciute del 4 per cento (oltre il 40% ropa centro-orientale dove i principa- venduto in Italia circa 17.000 auto con al di fuori degli Stati Uniti). E’ il mar- li mercati sono Russia, Ucraina, Italia, un aumento del 2,66 per cento rispetchio GM che realizza i volumi più im- Spagna e Germania. Secondo la “geo- to al 2007 nonostante la flessione del ponenti: da solo supera tutti gli altri grafia” di GM, l’Europa centro-orien- mercato (meno 8,25%): quota salita a tale inizia a est della Germania e arriva 1,95%, cioè vicino all’obiettivo primamarchi del colosso General Motors. IN EUROPA- La Chevrolet è sbarcata fino al nord, a ovest e a est di India e rio (2% superato, però, a maggio).
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Auto | Le novità
Mercedes Classe B
La nuova Classe B ora va anche a metano Vocazione ambientale e look più moderno Berlino. Cambia look anche la Classe B rinnovata nel design e nella tecnica dopo tre anni di onorata carriera. Un'altra “bandiera” della Mercedes che sventola nel “pianeta verde” delle auto: c’è anche qui la funzione ECO start-stop per il contenimento dei consumi, come abbiamo già spiegato per la Classe A, ma la novità più rilevante proposta dalla nuova Classe B è la doppia alimentazione benzinametano (versione 170 NGT Blue Efficiency) davvero molto efficace. Così la Classe B ha un’autonomia di mille chilometri (300 con il solo metano), come dire – tanto per dare un’idea - che possiamo an-
dare da Cagliari a Sassari e tornare per ben cinque volte con un pieno di carburanti: a benzina o a metano, fate voi, basta premere il tasto multifunzioni posizionato al volante. Nessun problema per i bagagli anche se si viaggia in cinque perché il serbatoio del metano è stato sistemato al posto della ruota di scorta senza intaccare la capacità del bagagliaio. Il prezzo? Occorrono 29.650 euro, oppure – se si vuole il massimo con l’allestimento Chrome – 30.870 euro. In generale i prezzi della Classe B vanno da 23.860 euro (B 150 da 95 cv e B 150 BlueEfficiency) a 30.800 euro (B 200 CDI Sport). 2008 settembre | ottobre FM35
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Auto | Le novità
Auto a vocazione ambientale Una Classe B “bifuel”, dunque, per rilanciare un messaggio forte della Mercedes: carburanti alternativi su auto a vocazione ambientale (135 g/km di C02 in questo caso) ma di grande impatto estetico sia nella versione Chrome (cerchi in lega da 16” e inserti interni in legno) che nella versione Sport (cerchi da 17”, sport pack, sistemi di intrattenimenti Audio 20 con vivavoce Bluetooth). Al di là del “fattore metano” c’è da precisare che le motorizzazioni della nuova Classe B, ottimizzate nei minimi dettagli, consumano fino al 7% in meno con livelli di emissione estremamente contenuti (fino al 90% al di sotto dei valori limite imposti attualmente dall'UE). Per i modelli di maggior successo (B 150 e B 170), Mercedes-Benz – come detto - ha sviluppato una nuova funzione ECO start-stop che spegne automaticamente il motore - ai semafori o nelle soste forzate - consentendo un effettivo risparmio di carburante pari al 9%. Altra novità il Park Assist attivo: assiste il guidatore nella ricerca di un parcheggio delle dimensioni adeguate all’auto ed esegue le manovre necessarie.
Un’auto con doti sportive Bella da vedere anche la Classe B, elegante e ben rifinita. Il nuovo frontale rafforza ulteriormente la personalità dell’auto tedesca: spicca la mascherina con tre lamelle orizzontali in grigio metallizzato con listelli cromati e la Stella al centro. Nuovi anche il paraurti e il cofano motore che evidenziano le doti sportive di Classe B; fiancate esaltate da alloggiamenti dei retrovisori esterni, maniglie delle porte e rivestimenti dei sottoporta ora in tinta con la carrozzeria su tutti i modelli. La linea dinamica del frontale e del profilo laterale prosegue armoniosamente anche nella coda. I gruppi ottici posteriori catturano l'attenzione sull'ampio portellone che ora è dotato di un'impugnatura cromata più ergonomica.
La Classe B sulla via del Natural Gas
Un'importante novità nella nuova gamma di Classe B è la versione “NGT”. Questa sigla, posta sulla destra del portellone posteriore, significa “Natural Gas Technology” e identifica un modello particolarmente parsimonioso ed ecologico dalla propulsione bivalente: è la B 170 NGT BlueEFFICIENCY che, a parità di potenza (85 kW/116 CV), può essere alimentato sia a metano che a benzina. Oltre al serbatoio per la benzina, sull’auto sono montati altri cinque serbatoi per il metano che presentano un volume complessivo di 16 chili e garantiscono un'autonomia di oltre 300 chilometri. Con un consumo di 7,3 litri di benzina nel ciclo di marcia europeo e di 4,9 chilogrammi di metano per 100 chilometri, la nuova B 170 NGT BlueEFFICIENCY ha quindi un'autonomia
complessiva di oltre 1.000 chilometri. È il guidatore stesso a scegliere il tipo di propulsione, semplicemente premendo un tasto sul volante multifunzione, mentre la centralina elettronica esegue automaticamente una commutazione perfettamente fluida, anche durante la marcia. Il quattro cilindri Mercedes-Benz è stato modificato con iniettori supplementari sulla parte inferiore del condotto di aspirazione. Un regolatore di pressione montato in prossimità del motore e dotato di un'elettrovalvola di interruzione controlla l'alimentazione del metano, mantenendo costante la pressione all'interno del sistema. Con il montaggio dei serbatoi per il gas, siste-
mati sotto il vano bagagli e sotto il vano piedi lato passeggero, il volume del bagagliaio di Classe B è pari a 422 litri (-128 rispetto alla versione benzina, secondo il metodo di misurazione VDA) e offre lo spazio necessario per i bagagli di un'intera famiglia. Grazie alle basse emissioni di biossido di carbonio ed ai moderati costi del carburante, il metano è un'interessante alternativa alla benzina e al diesel sia sul piano ecologico che economico. Con 135 grammi al chilometro nel ciclo di marcia europeo, le emissioni di Co2 si riducono del 17% rispetto ai valori della B 170 benzina. Se si converte nell'equivalente energetico della benzina il consumo della nuova B 170 NGT BlueEFFICIENCY il prezzo al chilometro risulta ridotto del 50% rispetto al costo della benzina.
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Mercedes Classe B
Una abitabilità da salotto L’abitacolo non è da meno: allestimenti pregiati con nuovi tessuti e inserti all’insegna della qualità, massima attenzione per i dettagli, design sportivo e un’abitabilità degna del miglior salotto. E comfort a piene mani con i sedili rialzati che regalano ai passeggeri un’ottima visuale. I designer Mercedes hanno ulteriormente valorizzato l'atmosfera accogliente con un nuovo rivestimento in tessuto caratterizzato da un nuovo motivo per la superficie di seduta. Per chi sceglie Classe B versione SPORT, i cuscini laterali dei sedili sono disponibili in pelle sintetica ARTICO, mentre la superficie centrale è rivestita in tessuto. Un nuovo tipo di rivestimento è stato adottato anche per i pannelli interni delle porte. Classe B è disponibile con sei motorizzazioni: due diesel a iniezione diretta (da 109 CV e 140 CV e una coppia massima di 300 Nm) e quattro motori benzina (potenza massima di 193 CV e coppia massima di 280 Nm). Mercedes-Benz ha perfezionato i quattro cilindri nei minimi dettagli ottenendo un'ulteriore riduzione dei consumi. Per i quattro motori a benzina consumi compresi tra 6,6 e 8,1 litri per 100 chilometri nel ciclo di marcia europeo, in base al modello e alla potenza del motore. Ancora più efficienti sono i modelli BlueEFFICIENCY, B 150 e B 170, disponibili a partire dall'autunno 2008 con la nuova funzione ECO start-stop. Si tratta di un dispositivo che spegne automaticamente il motore quando il guidatore mette il cambio in folle a velocità ridotta, azionando contemporaneamente il pedale del freno. Se esistono i presupposti per lo spegnimento automatico del motore, il guidatore viene informato con una speciale segnalazione visualizzata sul display della strumentazione. Meglio di così!
Cosi parcheggia la Classe B
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Auto | Le novità
Mercedes Classe B
I prezzi della nuova Classe B Modello
Versione
B 180 CDI
B 200 CDI
27.430,00 Chrome
28.650,00
Sport
29.580,00
Chrome
29.471,00
Sport
30.800,00
B 150
23.860,00 Chrome
25.350,00
Sport
26.180,00
B 150 BIueEFFICIENCY
23.860,00 Chrome
25.350,00
Sport
26.180,00
B 170
25.420,00 Chrome
26.910,00
Sport
27.739,00
8 170 BIueEFFICIENCY
25.420,00 Chrome
26.910,00
Sport
27.739,00
B 170 NGT
29.650,00 Chrome
B 200
30.870,00 27.370,00
Chrome B 200 Turbo
Prezzi
28.590,00
Sport
29.520,00
Chrome
29.280,00
Sport
30.610,00
Un’auto presa a modello Dal debutto internazionale nell'estate del 2005, la Classe B è stata presa a modello come concetto completamente nuovo, in grado di racchiudere in sé i vantaggi di diverse tipologie di auto: la quattro porte offre il design dinamico di una berlina sportiva, le dimensioni esterne di una compatta, l'abitabilità di una station-wagon, la versatilità di una monovolume e la tipica sicurezza Mercedes-Benz. La Casa tedesca ha colpito nel segno, realizzando un’auto che risponde alle esigenze di un pubblico moderno. Il bilancio positivo quello finora registrato dallo Sports Tourer: dalla metà del 2005 oltre 350.000 automobilisti hanno scelto Classe B.
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Auto | Gruppo Renault
Dacia Sandero
di Gianni Piras
Dacia Sandero, la berlina “low cost” Spalato. Sale alla ribalta una berlina moderna che punta all’essenziale e costa poco, ma dinamica e robusta, compatta e spaziosa, con la garanzia di un Gruppo prestigioso. Sotto la bandiera della Renault la Dacia allarga la sua vetrina internazionale: dopo il poker Logan (berlina, MCV, Van e Pick-up) ecco sotto i riflettori la Sandero, berlina due volumi e 5 porte, che eredita le qualità fondamentali della Casa rumena. La Dacia così pianta un altro vessillo sul terreno delle auto “low cost”, a basso prezzo (rapportato a contenuti e prestazioni): la Sandero (lunga 4,02 metri) entra di diritto nel segmento B, quello della Grande Punto (concorrente più diretta la Fiesta) ma è da catalogare nel segmento A per i prezzi che partono da 7.350 euro. Tutto questo dovuto al “design to cost” per la progettazione dell’auto (progetto pilotato in funzione di un obiettivo di costo iniziale), al “carry over” (riutilizzati componenti di altri modelli del Gruppo Renaul) e alla progettazione digitale (così si evita la realizzazione di costosi prototipi).
Due motori a benzina e GPL In Italia (debutto ufficiale nelle concessionarie sabato 20 settembre) si presenta con due motori a benzina (1.4 da 75 cv e 1.6 da 90 cv, quasi 18 chilometri a litro in media) già collaudati nella gamma Renault e con tre abiti diversi: base (Sandero, la più semplice, quasi spartana), Ambiance (8.350 euro, per famiglie che vogliono un’auto semplice ma affidabile, con alcuni equipaggiamenti essenziali per il comfort a bordo) e Lauréate completa a tutti i livelli (l’unica con il motore 1.6 litri: 9.550 euro; 9.050 euro col motore 1.4). Ma la grande novità è che la Sandero è disponibile anche con l’alimentazione GPL (prezzi da 9.050 a 10.750 euro) abbinata al motore 1.4 litri a benzina da 75 cv: quindi più economica e più ecologica.
Prezzi (in euro chiavi in mano): gamma al lancio 1.4 175 cv SANDERO
7.350
AMBIANCE
8.350
LAUREATE
9.050
1.6 190 cv
9.550
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Auto | Gruppo Renault
Passerella spettacolare in Croazia Dacia-Renault stavolta hanno voluto esagerare con una mega-presentazione in Croazia: clou nello scenario suggestivo dell’isola Hvar brulicante di turisti che hanno potuto ammirare un’auto dalla linea graziosa, all’altezza di una berlina moderna che punta all’essenziale. Piace il frontale che sfoggia il nuovo logo Dacia e gruppi ottici particolarmente espressivi, conquista a prima vista il design delle fiancate a forma di onda capovolta. Compatta, ideale per la città ma anche per le gite con gli amici o per i lunghi viaggi con la famiglia al completo. Comoda per 5 passeggeri (dietro possono viaggiare tre passeggeri : altezza libera a filo di padiglione di 878 millimetri, raggio alle ginocchia di 145 millimetri e larghezza ai gomiti di 1.425 millimetri). E spaziosa (bagagliaio da 320 a 1.200 litri ribaltando il divanetto posteriore).
Abitacolo comodo e spazioso A bordo si respira un’aria da salottino, la Dacia non si è risparmiata nelle rifiniture e nella cura dei particolari: risalta il design dei pannelli delle porte con inserti chiari, plancia moderna, quadro-strumenti razionale con informazioni ben visibili e chiare. Si viaggia bene con la Sandero: con un’altezza libera dal solo (155 millimetri) si può affrontare qualunque tipo di strada, compresi gli sterrati grazie anche alle protezioni sottoscocca. Guida sicura e tranquilla anche perché la Sandero si avvale della tecnologia e dell’esperienza del Gruppo Renault: 4 airbag, sistema ABS Bosch 8.1 di ultima generazione con ripartitore elettronico di frenata (EBV) e – autentica novità per la gamma Dacia – l’assistenza alla frenata d’emergenza (AFE). Promossa su strada: anzi, Lauréate.
Dimensioni Dacia Sandero Volume vano bagagli (dm3 norma iso) Volume vano bagagli
320
Con panchetta ripiegata
1200
Dimensioni quotate Passo
2588
Lunghezza fuori tutto
4020
Sbalzo anteriore
781
Sbalzo posteriore
651
Carreggiata anteriore
1480
Carreggiata posteriore Larghezza fuori tutto senza / con retrovisori
1489 1746 / 1990
Altezza a vuoto
534
Altezza libera dal suolo sotto carico
155
Raggio alle ginocchia posteriore
145
Larghezza al gomiti anteriore
1414
Larghezza al gomiti posteriore
1425
Larghezza alle fasce anteriore
1388
Larghezza alle fasce posteriori
1400
Distanza tra articolazione dell’anca e padiglione, posti anteriori
892
Distanza tra articolazione dell’anca e padiglione, posti posteriori
878
Larghezza interria tra passaruota
1006
Lunghezza di carico (dal bagagliaio alla panchetta posteriore ripiegata)
818
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Dacia Sandero
Abbinato a un cambio maPer la Sandero la prima promozione è arrivata su Il test su strada da Spalato a Trogir nuale a 5 rapporti, il motostrada, dall’aeroporto di re 1.6 litri a benzina ha una Spalato sino a Trogir , lungo un percorso di 210 chilometri coppia di 128 Nm a tremila giri, raggiunge i 174 chilometri che ha messo in risalto le qualità della Sandero, soprattutto all’ora, accelera da 0 a 100 orari in 11”50. Consumi per 100 quella equipaggiata con il motore 1.6 che sembra “tagliata” chilometri: 10 litri di benzina in città; 5,5 litri nel percorso su misura per la Sardegna. Sui rettilinei la Sandero 1.6 si è extraurbano; 5,2 nel misto. Emissioni di Co2: 170 g/km. distesa bene come un purosangue in un Gran Premio, ad Il motore 1.4 litri a benzina, 75 cavalli, ha una coppia di ampie falcate, dando ampie garanzie nei sorpassi con otti- 112 Nm a a tremila giri, raggiunge i 161 chilometri all’ora, me accelerazioni: e anche se i 90 cavalli hanno tirato un po’ accelera da 0 a 100 orari in 13 secondi. Consumi per 100 il fiato sulle salitelle reclamando un po’ di coppia in più, la chilometri: 9,6 litri di benzina in città; 5,4 nell’extraurbano marcia è stata positiva e per niente faticosa. e 7 litri nel misto. Emissioni di Co2: 165 g/km.
Dacia Sandero Optional Sandero
Ambiance
Laureate
Prezzi Iva Inclusa
Pack Comfort 1 (Climatizzatore + Radio 4x15w Cd)
-
0
0
1.000
Pack Comfort 2 (Climatizzatore + Radio 4x15w Cd Con Lettura Mp3)
-
0
0
1.050
Pack Elettronico (Chiusura Centralizzata Con Telecomando + Alzacristalli Anteriori Elettrici)
-
0
S
250
Opzioni
Airbag Laterali Anteriori
0
0
0
200
Alzacristalli Posteriori Elettrici
‑
-
0
110 400
Cerchi In Lega Da 15”
-
-
0
Climatizzatore Manuale
-
0
0
850
Fari Fendinebbia
-
0
S
150
Radio 4x15w Cd
-
0
0
300
Radio 4x15w Cd Con Lettura Mp3
-
0
0
350
Vernice Metallizzata
0
0
0
350
Dada Service (5 Anni + 100.000 Km.)
0
0
0
255
0 = optional S = di serie
- = non disponibile 2008 settembre | ottobre FM41
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Auto | Le novità
GLK, un maestoso “Mid Luxury Suv” Grande sfida tra i colossi di Germania Dusseldorf. Dopo la passerella al Salone dell’Auto in Cina, ad aprile, eccolo qui, nella sua patria, nel suo ambiente naturale, il maestoso GLK, il SUV compatto di medie dimensioni, quello protagonista nel film “Sex & the City”. Un “Mid Luxury Suv”, così lo definiscono nella Mercedes-Benz, con contenuti tecnologici all’avanguardia che giustificano la sua ambizione: lanciare la sfida alle grandi tedesche, in particolare alla Bmw X3 e all’Audi Q5. E in effetti, questo versatile GLK si distingue dalle sue rivali per la linea della carrozzeria, riuscendo ad armonizzare caratteristiche fino ad oggi considerate inconciliabili.
Spiccata personalità (linea della carrozzeria spigolosa ma accattivante ed elegante al tempo stesso), sospensioni selettive AGILITY CONTROL, trazione integrale permanente 4MATIC in combinazione con i sistemi elettronici di controllo della stabilità di marcia, cambio automatico 7G-Tronic di serie. Un SUV destinato ad un uso stradale, ma con una forte indole fuoristradistica, come sottolineato dalla lettera "G" del nome, che richiama alla mente l'originaria Classe G: nello stile ricorda la grande GL, per le dimensioni (è lungo 4,53 metri, 10 centimetri in meno della Audi Q5) è decisamente più compatto della Mercedes Classe M.
I propulsori (quattro e sei cilindri) vantano brillanti prestazioni, consumi contenuti ed emissioni ridotte, a vantaggio di una maggiore tutela ambientale: a benzina 3 litri da 231 cv e 3.5 litri da 272 cv; a gasolio il noto diesel 3.2 litri da 224 cv e (arriverà a novembre) il 2 litri da 170 cv. In Italia quattro versioni: base, Chrome, Sport ed Edition 1 (tiratura limitata: i sedili in pelle bicolore bianco-nero, volante sportivo AMG, vetri oscurati).
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Mercedes GLK
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Auto | Le novità
Uno schieramento su quattro fronti
E’ la gamma di SUV più ricca
Lo schieramento è su quattro fronti, decisamente consistenti per dotazioni e prestazioni: GLK 280 4Matic (prezzi da 47.060 euro); GLK 350 4Matic (prezzi da 49.500 euro); GLK 320 CDI Matic (prezzi da 49.500 euro); GLK 220 CDI Matic Blue Efficiency (da aprile 2009): prezzi da 39.900 euro). A richiesta (708 euro) il “pacchetto off road” per agevolare le prestazioni su terreni difficili (neve o fango) con un sistema di controllo della trazione elettronico e di velocità in discesa. <Noi arriviamo in questo segmento>, sostiene Eugenio Blasetti Responsabile Prodotto di Mercedes-Benz Italia, < con un’auto dalle linee un po’ anticonvenzionali, un’auto che si distanzia da tutta la concorrenza. In un mercato dove le auto tendono ad assomigliarsi, noi introduciamo un’auto completamente nuova. Abbiamo a disposizione 6.000 GLK, ma dal 2010 – considerando il primo anno pieno con il 4 cilindri Diesel 2 litri da 170 cv – forse arriveremo al raddoppio>.
Mercedes-Benz è la Casa che offre la gamma di SUV più ricca del segmento Premium. GLK è la quinta Serie di questo segmento in continua crescita. Accogliendo le richieste dei clienti, la Casa ha inizialmente ampliato la gamma in parallelo e poi verso l'alto con Classe R, Classe M, Classe GL e Classe G, e ora completa questa gamma di successo con un Mid-Luxury SUV, il GLK. Classe R è la Serie più ricca di versioni e convince in particolare per lo straordinario comfort sui lunghi tragitti e per gli interni eccezionalmente generosi e versatili, in grado di trasportare fino a sette persone. Lo Sport Utility Vehicle Mercedes-Benz più venduto al mondo (circa 950.000 esemplari) è Classe M, che entusiasma per lo straordinario equilibrio. Questa Serie ha debuttato dieci anni fa con grande successo e può essere considerata il pioniere di tutti i moderni SUV di categoria superiore. Con Classe GL, Mercedes-Benz si posiziona al vertice dell'intero segmento dei SUV dal 2006. Classe GL garantisce ai passeggeri massimi livelli di comfort in tutte le condizioni di marcia, sia su strada che nel fuoristrada. L'originaria "G" festeggerà nel 2009 i suoi 30 anni e si fa apprezzare in particolare per le sue doti fuoristradistiche. Ad oggi, Classe G rimane uno dei migliori fuoristrada al mondo.
Dati tecnici del Suv GLK Mercedes-Benz N. cilindri Cilindr.cm
Potenza kw(CV) giri/min
Coppia Nm a giri/min
Velocità massima km7h
Consumo medio I/100km
GLI< 280 4MATIC
V6/2996
170 (231) 6000
300 2500-5000
210
10,4-10,5
GLK 350 4MATIC
V6/3498
200 (272) 6000
350 2400-5000
230
10,7-10,8
4/2143
125 (170) 3200-4800
400 1400-2800
205
6,9
V6/2987
165 (224) 3800
540 1600-2400
220
7,9-8,4
Modello
GU( 220 CDI 4MATIC Blue EFFICIENCY GU( 320 CDI 4MATIC
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Mercedes GLK
GLK l’analisi di FM a Dusseldorf Così, spinti dalla novità, noi di FM Formula Motori siamo andati a Dusseldorf, per osservare da vicino questo maestoso Mid Luxury Suv. Compatto con i suoi 4,53 metri di lunghezza, linee muscolose tipiche dei fuoristrada ma allo stesso tempo sportive. Anche all'interno domina la sensazione di robustezza, classe, comodità: lo si nota dalla plancia massiccia e dal volante sportivo, dal climatizzatore bi-zona e dalla regolazione elettrica dei sedili, navigatore satellitare, lettore DVD, telecamera per le manovre di parcheggio. La voglia di guidare il Suv GLK ti assale in un attimo: pronti, via e subito noti l’agilità degna di un camoscio anche sui fondi sconnessi: sterzo sensibilissimo e sospensione anteriore che facilita tutto in curva. Ma il “bello della diretta” sta nell’Agility Control, un “gioiellino” supertecnologico, in pratica ammortizzatori che cambiano taratura in base allo stile di guida e alla velocità. Stabile sempre e comunque il GLK. E sicuro, con i suoi sette airbag e l’infinita gamma di sistemi di protezione. La carrozzeria estremamente robusta e rigida garantisce una sicurezza passiva all'avanguardia, silenziosità ed abitabilità elevate e un elevato mantenimento del valore nel tempo. L'eccezionale livello di dotazioni e gli interessanti pacchetti contribuiscono a distinguere GLK dagli altri SUV compatti. Inoltre, per la prima volta nel segmento, sono disponibili i più moderni sistemi elettronici di assistenza alla guida come, ad esempio, l'innovativo PRE SAFE e l'Intelligent Light System (ILS). GLK, infine, è l'unica auto nel segmento ad offrire il cambio automatico 7G-Tronic di serie. Insomma, eccellente su strada, convincente sullo sterrato. Ideale per la Sardegna
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Auto | Le novità
Mercedes GLK: versione Chrome
Gli optional del GLK
La versione Chrome è caratterizzata esteticamente dal Pacchetto Styling Offroad con 2 lamelle sulla calandra anteriore, cerchi in lega da 19'', inserti Offroad sui paraurti anteriore e posteriore e dalle pedane laterali cromate. Il Pacchetto Chrome per gli esterni ed i Roofrails in nero completano la dotazione estetica, pensata per un utilizzo "off-road" di GLK. All'interno, invece, l'ambiente semplice e funzionale è impreziosito dal volante in pelle e dal display multifunzione. Principali equipaggiamenti di serie: cerchi in lega da 19 pollici; Chrome Pack con terminali di scarico rettangolari cromati, protezione del bordo di carico interna ed esterna con inserti in acciaio legato, fendinebbia con cornici cromate e listello cromato sulla linea di cintura; pedane laterali in alluminio: roof rail di colore nero opaco; grembialatura anteriore e posteriore con offroad pad neri effetto granulato; mascherina con due lamelle cromate; protezione antincastro anteriore e posteriore nera effetto granulato; volante in pelle; display multifunzione.
Mercedes GLK: versione Sport
Climatizzazione automatica a 3 zone COMFORTMATIC Cerchi in lega da 20 pollici a 7 razze o a 5 doppie razze con pneumatici anteriori 235/45 R 20 e posteriori 255/40 R 20 (di serie nella Sport e Edition1) riconoscimento automatico della presenza del seggiolino per bambini AKSE leva del cambio automatico in pelle con inserto cromato COMAND APS (di serie per versione Edition1) con schermo centrale da 7,5 pollici al centro della plancia, autoradio integrata, lettore CD/ DVD, navigazione su hard disk DVD con registrazione della rotta in caso di abbandono di zone digitalizzate, azionamento telefono, e menu off road, abbinabile con il sintonizzatore TV e la telecamera per la retromarcia assistita rivestimenti in vera pelle inserti in legno di pino marrone o in radica di noce Rear Seat Entertainment System con 2 schermi, telecomando radio, 2 cuffie, presa Aux-In per impianti multimediali come play station, lettore DVD portellone posteriore EASY-PACK elettoidraulico azionabile a distanza (di serie per versione Edition1) Intelligent Light System con 5 funzioni di illuminazione che si attivano a seconda delle condizioni di guida e meteo (luci di svolta, modalità strade extraurbane, modalità autostrada, fari attivi e modalità fendinebbia ampliata di serie per versioni Sport e Edition1).
La versione Sport ha un aspetto più aggressivo e stradale. E’ più bassa di 20 millimetri ed è caratterizzata esteticamente dalle 3 lamelle sulla calandra anteriore, dai cerchi in lega da 20'', dai fari Bi-Xeno ILS e dal Parktronic. Il Pacchetto Chrome per gli esterni ed i Roofrails in alluminio le conferiscono un aspetto ancora più elegante e distintivo. Gli interni in pelle sintetica Artico e tessuto e gli inserti in alluminio caratterizzano l'ambiente interno, insieme al volante multifunzione a 3 razze con bilancieri, pedaliera sportiva in alluminio e quadro strumenti sportivo. L'ambiente interno è esaltato dal pacchetto luci. Principali equipaggiamenti di serie: cerchi in lega da 20 pollici; Chrome Pack con roof rail in alluminio, terminali di scarico rettangolari cromati; protezione del bordo di carico interna ed esterna con inserti in acciaio legato, fendinebbia con cornice cromata e listello cromato sulla linea di cintura; fari Bi-Xenon; parktronic; grembialatura posteriore con inserti cromati: mascherina con tre lamelle cromate; modanatura di protezione laterale cromata; assetto sportivo ribassato di 20 millimetri; sottoporta in tinta con la carrozzeria; interni in Pelle sintetica Artico; volante Multifunzione con bilancieri; pedaliera e strumentazione sportiva in alluminio; pacchetto luci abitacolo.
VOICETRONIC, sistema di comando vocale per navigazione, autoradio, telefono, lettore CD/DVD e CD/DVD-Changer Media Interface tetto Panorama scorrevole ad azionamento elettrico PARKTRONIC (di serie per versioni Sport e Edition1) PRE-SAFE¨ Vetri oscurati "privacy" (di serie per versione Edition1) Sidebag posteriori Sedili anteriori riscaldabili Regolazione elettronica del sedile in 10 posizioni con funzione Memory
Mervedes GLK: versione Edition1 GLK Edition1 è un'esclusiva versione a tiratura limitata e rappresenta il top di gamma, per clienti più attenti alle caratteristiche estetiche. Edition1 nasce dalla versione Sport, impreziosita da importanti dettagli come gli interni AMG ed i sedili in Nappa Design. Principali equipaggiamenti di serie aggiuntivi rispetto alla Sport: volante sportivo AMG; interni in Pelle Nappa designo; apertura elettrica vano bagagli; vetri posteriori oscurati; Comand APS (codice 527); personalizzazione Edition1 I prezzi della Mercedes GLK Modello GLK 280 4MATIC
GLK 350 4MATIC
GLK 220 CDI 4MATIC Blue EFFICIENCY *disponibile da aprile 2009 GLK 320 CDI 4MATIC
Versione
Prezzi
GLK 280 4MATIC Chrome
47.060
GLK 280 4MATIC Sport
49.920
GLK 280 4MATIC Edition 1
56.238
GLK 350 4MATIC Chrome
49.496
GLK 350 4MATIC Sport
52.356
GLK 350 4MATIC Edition 1
58.674
GLK 220 CDI 4MATIC Blue EFFICIENCY
39.900
GLK 220 CDI 4MATIC Blue EFFICIENCY Chrome
44.000
GLK 220 CDI 4MATIC Blue EFFICIENCY Sport
46.860
GLK 320 CDI 4MATIC Chrome
49.500
GLK 320 CDI 4MATIC Sport
52.360
GLK 320 CDI 4MATIC Edition 1
58.678
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Auto | Le novità
Skoda Superb
di Raffaella Piras
Arriva una Skoda davvero “Superb”: sfida alle ammiraglie più lussuose Sfiora i 5 metri di lunghezza e lancia la sfida alle ammiraglie più lussuose nel pianeta delle auto. E’ un debutto molto atteso (a settembre) quello della nuova Superb di Casa Skoda, una “superba” (in tutti i sensi) berlina, che torna nel 2008 decisa a replicare il successo del modello che l’ha preceduta (oltre 130.000 unità vendute dalla fine del 2001 a oggi). Il suo nome, del resto, rimanda con la memoria a un passato glorioso: sinonimo negli anni ’30 e ’40 di berline suntuose e ricche di tecnologia, con una linea a quei tempi d’avanguardia. Ma è nel 2001 che la Casa ceca rilancia la Superb dopo una lunghissima assenza dal segmento delle “medie”. Oggi l’ammiraglia della Skoda è lunga 4,83 metri (35 millimetri in più rispetto alla precedente versione) ed
è larga 181 centimetri (+40 mm). Il suo design, raffinato, è espressione del nuovo linguaggio stilistico della Skoda, un autentico salto di qualità: forme perfette, nel frontale nuovo disegno tridimensionale della calandra, parafanghi anteriori sporgenti e muscolosi, immagine solida e sicura. Inedito anche lo stile della parte posteriore con il portatarga inserito nel paraurti, non più nel portellone del bagagliaio. Le luci posteriori restano fedeli ai principi del design Škoda. Al centro del cofano spiccano il logo della Casa e la “firma” Superb. Le nuove dimensioni rendono l’abitacolo ancora più spazioso: nei sedili posteriori lo spazio per le gambe è aumentato di 19 millimetri, consentendo così un comfort di viaggio incomparabile quasi da limousine.
Bella, raffinata e tecnologica Gli interni, studiati per soddisfare i clienti più esigenti, sono contrassegnati da finiture eleganti e raffinate: spiccano anche i finestrini con cornici cromate. Tutti i dispositivi principali sono concentrati attorno al volante che ha i comandi multifunzione per il sistema audio, computer di bordo e il telefono cellulare. La consolle centrale ospita il nuovo sistema di navigazione Columbus con touch screen e disco fisso da 30 GB, e il climatizzatore automatico bi-zona. Nuova la forma cilindrica del tachimetro e del contagiri. 2008 settembre | ottobre FM47
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Motori a benzina e diesel
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Al lancio l’ultima nata in Casa Skoda sarà equipaggiata con motori a benzina e diesel tutti a iniezione diretta e con ridotti consumi ed emissioni e con cambi manuali o automatici da 6 oppure da 7 rapporti. Disponibile negli allestimenti Comfort, Ambition ed Elegance e nella super ecologica versione Green Line, la nuova Skoda Superb sarà in vendita da settembre con prezzi che partono da 21.840 euro (per il 1.4 TSI da 125 cavalli), salgono a 23.740 per la 1.8 TSI Comfort da 160 cavalli e arrivano sino ai 33.990 per la versione Elegance della 2.0 TDI DSG FAP. La versione equipaggiata con il motore 3.6 litri, invece, uscirà entro fine anno ma la Skoda non ha ancora svelato il prezzo.
Il pratico sistema TwinDoor La nuova berlina della Skoda sfoggia il massimo della tecnologia: si chiama TwinDoor il nuovissimo e pratico sistema di apertura multifunzionale del bagagliaio che consente di aprire esclusivamente il cofano per caricare oggetti di piccole dimensioni o di sollevare tutto il portellone, compreso il lunotto posteriore per caricare oggetti più ingombranti. L'apertura del bagagliaio così raddoppia. La sua capienza passa da 565 litri con il sedile posteriore in posizione verticale (oltre 85 litri in più della precedente versione) a 1.670 litri con il sedile ribaltato. Il telaio della nuova Superb è basato fondamentalmente sui moduli delle piattaforme delle Volkswagen Golf e Passat e della Skoda Octavia. Con la nuova Superb debutta nel Gruppo Volkswagen il sistema di “luci intelligenti” AFS (Adaptive Frontlight System) che migliora notevolmente l'illuminazione della carreggiata. 48FM settembre | ottobre 2008
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Auto | Le novità
Skoda Superb
Anche l’abitacolo è “superbo” Gli interni soddisfano le più esigenti aspettative grazie a una precisa selezione di materiali e alle eccellenti lavorazioni. Il quadro-strumenti, dalla forma ondulata, raggruppa in modo logico gli elementi di comando in distinte unità funzionali. Tutti i dispositivi principali sono concentrati attorno al volante, in modo da consentirne un accesso veloce. Il volante è un’autentica centrale: a seconda degli allestimenti, comandi multifunzione per sistema audio, computer di bordo e telefono cellulare; gli inserti cromati, al centro del nuovo volante in pelle, rimandano alla pronunciata forma a V della parte anteriore. A questo filo conduttore stilistico fa riferimento la forma della consolle centrale, dove spiccano il nuovo
sistema di navigazione Columbus, dotato di touch screen e disco fisso da 30 GB, e le unità di comando del climatizzatore automatico a due zone, accanto al quale è situato uno spazioso cassetto portaoggetti. Molteplici sono i vani all’interno dell’abitacolo: il cassetto richiudibile posizionato a sinistra del volante, le tasche sulle portiere e il portabottiglie nello spazio centrale e le tasche situate sulla parte posteriore dei sedili anteriori. Una delle novità è costituita dalla forma cilindrica del tachimetro e del contagiri che al momento dell'accensione effettuano un controllo di funzionamento ruotando, dalla posizione di riposo verticale, lungo la scala valori evidenziata in bianco, per poi tornare allo zero.
Motori a BENZINA • 1.4 TSI 125 cv. Velocità: 201 chilometri all’ora. Accelerazione: da 0 a 100 orari in 10”5. Consumi per 100 chilometri: in media 6,6 litri di benzina. • 1.8 TSI 160 cv (cambio manuale o automatico DSG 7 rapporti). Velocità: 220 chilometri all’ora. Accelerazione: da 0 a 100 orari in 8”6. Consumi per 100 chilometri: un media 7,6 litri di benzina. • 3.6 FSI V6 da 260 cv (disponibile a fine 2008 solo con il cambio automatico DSG a 6 rapporti e trazione integrale permanente). Velocità: 250 all’ora.
Motori DIESEL • 1.9 TDI 105 cv, FAP, cambio manuale a 5 rapporti. Velocità: 190 all’ora. Accelerazione: da 0 a 100 orari in 12”5 secondi. Consumi per 100 chilometri: in media 5,7 litri di gasolio. • 2.0 TDi 140 cv, FAP, cambio manuale o automatico DSG a 6 rapporti. Velocità: 207 chilometri all’ora. Da 0 a 100 orari in 102”. Consumi per 100 chilometri: in media 5,9 litri di gasolio. 2.0 TDi 170 cv, FAP, iniezione diretta common rail, cambio manuale o automatico DSG a 6 rapporti. Velocità: 222 all’ora. Da 0 a 100 orari in 8”8.
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Auto | Sportive speciali
Hyperion, la nuova fuoriserie Pininfarina Hyperion: dedicata ad Andrea Pininfarina, Presidente e Amministratore Delegato della Pininfarina SpA, vittima di un tragico incidente stradale. Una fuoriserie (esemplare unico), su base Rolls Royce Drop Head Coupé, svelata in prima mondiale al Concorso d’Eleganza di Pebble Beach (USA), il più importante concorso per auto storiche e fuoriserie americano, uno degli appuntamenti più prestigiosi del mondo. Il nome, Hyperion, deriva da Iperione, uno dei titani della mitologia greca, e vuole sottolineare l’imponenza architettonica e figurativa della fuoriserie Pininfarina. Una fuoriserie fortemente radicata nei valori dei brand Pininfarina e Rolls-Royce, con forme e dimensioni difficilmente riscontrabili nelle vetture del Duemila. Storicamente, l’Hyperion raccoglie il lascito ideale delle Rolls-Royce firmate Pininfarina, come la Silver Dawn del 1951 o la coupé Camargue del 1975. Sul fronte dello stile, la prima intuizione è venuta pensando ad alcune auto degli Anni Trenta con il frontale maestoso, regale, e una carrozzeria che circonda il guidatore e un solo passeggero. Tratti distintivi di una vettura che, grazie alla sua forza e alla sua eleganza, non ha bisogno di muoversi per attirare gli sguardi. Come per tutte le “creazioni” firmate Pininfarina, anche Hyperion ha la sua chiave di lettura nell’assoluta armonia fra masse e volumi, nell’equilibrio perfetto di ogni proporzione.
Romantico e nobile. In due parole questo è lo stile di Hyperion. Nell’abitacolo regna quell’atmosfera perfetta di high luxury che distingue la vettura d’origine. Un dettaglio prezioso della strumentazione enfatizza l’unicità dell’ambiente: l’orologio realizzato appositamente da Girard-Perregaux per Hyperion, che può essere estratto dalla plancia e indossato fissandolo al polso con il cinturino.
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Hyperion Pininfarina
L’automobile come espressione artistica Non è la prima volta che la Divisione Progetti Speciali Pininfarina realizza un esemplare unico derivato da un’auto di produzione. Nel passato più recente sono state reinterpretate meccaniche Ferrari, come la P4/5 del collezionista Jim Glickenhaus o la Scaglietti K di Peter Kalikov. Nel caso di Hyperion, il collezionista Roland Hall, proprietario di una Rolls Royce Drop Head Coupé, ha chiesto alla Pininfarina di realizzare una fuoriserie che evocasse il fascino delle grandiose auto degli Anni Trenta. Potrebbe sembrare paradossale, ma oggi più che mai si avverte il desiderio da parte di fasce molto elitarie di clientela, di ritornare all’idea di automobile come espressione artistica. Esattamente come negli anni Cinquanta. L’archetipo della vettura speciale, un opulento roadster capace di esprimere ai livelli figurativi e architettonici più elevati il lusso della Rolls Royce Drophead Coupè, da cui deriva. Tutto questo strizzando un occhio al passato, alle auto del periodo prebellico che oggi popolano i più prestigiosi concorsi d’eleganza del mondo. Per recuperare le proporzioni di quelle auto indimenticabili (coda raccolta e imponente “gettata” in avanti del cofano) si è dovuto allungare il tetto e accorciare il posteriore. Per bilanciare i volumi, i designers Pininfarina hanno ricercato superfici morbide e raccordate con fluidità. Il frontale sfoggia la classica calandra Rolls-Royce, che è stata però inclinata. Un piano trapezoida-
le garantisce, inoltre, un cruscotto più aerodinamico, mentre i fanali integrati Bixenon e la tecnologia LED esprimono sportività ed eleganza. La presenza scenografica del cofano è enfatizzata dai fianchi muscolosi e tesi, mentre la linea che abbraccia la ruota anteriore è tirata indietro fino a scomparire verso il copricapote, dando un senso di movimento anche quando l’auto è ferma. Questo tratto è controbilanciato da un leggero dente sotto la porta che scorre verso la ruota posteriore. Il volume di coda è plasmato secondo la tradizione Pininfarina delle leggendarie “berlinette” sportive a coda tronca degli anni Cinquanta e Sessanta, con una forte inclinazione verso il basso e una chiusura piana, soluzione invece mutuata dalla nautica.
Il concetto in sintesi Strutturalmente è stato arretrato il posto guida (400 mm) e sono stati eliminati i sedili posteriori. La capotte è stata completamente riprogettata e si ripiega dietro i sedili sotto un cover rivestito in legno. Davanti al parabrezza sono stati creati due vani in cui riporre piccoli oggetti oppure attrezzature sportive, come i fucili da caccia del signor Hall. La carrozzeria è in fibra di carbonio, mentre per i dettagli è stata applicata la tecnologia utilizzata per produrre le imbarcazioni. Gli sportelli esterni sono realizzati in legno massello da artigiani specializzati nel realizzare componenti per barche di lusso. Anche questo è nello spirito del programma di vetture speciali Pininfarina: offrire al cliente soluzioni stilistiche e tecniche uniche e non realizzabili sulle vetture di produzione.
Citroen: arriva anche la C3 Picasso La Citroden cala il poker sul fronte delle monovolume dove è leader in Italia e in Europa (quota del 23%): dopo il tris Picasso (Xsara, C4 e Grand C4), è pronta al debutto anche la C3 col nome del grande pittore. Sarà presentata al Salone di Parigi, sarà in vendita all’inizio del 2009. Con C3 Picasso la Citroen esce ancora una volta dagli schemi presentando un’auto chiamata a cimentarsi nel segmento B2 delle monovolume. Frutto della creatività della Casa francese, C3 Picasso si distingue per il suo stile audace, la struttura innovativa e la spiccata ingegnosità. Fa molto di più che esaltare le qualità di una monovolume: l’altezza dei sedili e la visibilità sono studiate apposta per il massimo comfort dei passeggeri, la sua modularità completa e intuitiva semplifica l’uso quotidiano. Forme arrotondate e squadrate, forza e simpatia, modernità e fascino retrò, volume e fluidità. Interni spaziosi: la C3 Picasso è lunga 4,8 metri, è larga 173 cm ed è alta 162 cm. Frontale compatto, parte posteriore che si sviluppa verticalmente. Volume del bagagliaio: fino a 500 litri sotto la cappelliera e in configurazione 5 posti.
I sedili posteriori (reclinabili) sono frazionati e scorrono indipendentemente per 15 cm per alloggiare oggetti anche lunghi: sono facilmente richiudibili a scomparsa con una mano sola e un solo gesto grazie ai comandi di ribaltamento posti nella parte superiore dello schienale. La superficie vetrata totale può raggiungere i 4,52 metri quadrati con il tetto panoramico: una delle più ampie del segmento. Due motori a benzina di nuova generazione: 1.4 litri VTi da 95 cv e 1.6 Vti da 120 cv. Diesel 1.6 HDi da 90 cv e 1.6 HDi da 11 c con FAP. Sulle versioni diesel la C3 Picasso si fregia del marchio ambientale Airdream, una sorta di oscar, riconosciuto ai veicoli della gamma Citroen più rispettosi dell’ambiente.
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Direttore Responsabile Gianni Piras
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Brevi dal mondo
La Volkswagen svela la nuova Golf, la numero 6 della storia. L’ultima generazione dell’auto europea di maggiore successo, con oltre 26 milioni di unità vendute, si presenta perfezionata sotto tutti gli aspetti. In Europa le consegne inizieranno nel mese di ottobre. Il design (chiaro e dinamico) svela l'indirizzo stilistico che la Volkswagen seguirà in futuro. Una veste nuova, come spiega Walter de' Silva, responsabile del design del Gruppo Volkswagen: <Abbiamo disegnato la Golf con un'architettura nuova, più precisa. La Golf è un’icona, un punto di riferimento in tutto il mondo dell'automobile. Ed è per questo che anche il nuovo modello
Arriva la Golf numero 6 è una vera Volkswagen: semplice, universale e inconfondibile>. Tante novità: è la prima Golf disponibile con i sofisticati sistemi ACC (regolazione automatica della distanza di sicurezza) e DCC (regolazione adattiva dell'assetto). C’è anche il Park Assist per facilitare il parcheggio soprattutto negli spazi ristretti. Per garantire il massimo livello di sicurezza, la nuova Golf ha di serie un nuovo sistema ESP più preciso nella risposta, 7 airbag (incluso l'airbag per le ginocchia), speciali appoggiatesta (WOKS) per evitare i colpi di frusta, divano posteriore completo di sensori
per verificare se le cinture sono allacciate (debutto sulla Golf) e luci diurne. I motori (benzina e diesel Euro 5) e i cambi, frutto della tecnologia più avanzata, permettono di ridurre i consumi fino al 28%. Turbodiesel common rail (TDI) particolarmente silenziosi e usati per la prima volta su questo modello: al debutto la nuova Golf verrà proposta con due turbodiesel di 2 litri da 110 CV e e 140 CV con filtro antiparticolato di serie. Quattro i propulsori benzina con potenze di 80, 102, 122 e 160 CV. A eccezione delle versioni “base”, tutti i motori possono essere abbinate al cambio a doppia frizione DSG della Volkswagen a 6 marce oppure a 7 marce.
C’è anche il Suv Audi Q5 L’Audi sale ancora alla ribalta con un Suv (Sport Utility Vehicle) speciale che sfoggia la firma prestigiosa di Walter de’ Silva: il Q5, di dimensioni medie (è lungo 4,63 metri), stile elegante, Classe Premium, un mix tra berlina sportiva e wagon multiuso. Così l’Audi, a novembre (ma prevendita a settembre), debutter in un segmento importante (D) in cui è sinora assente affiancando la Q5 al più poderoso Q7 (lungo 5,09 metri) che marcia in un altro settore. Motori a iniezione diretta: uno a benzina 2 litri TFSI turbo da 211 cv (222 chilometri all’ora); due a gasolio (2 litri TDI da 170 cv e 3 litri V6 da 240 cv). Sistema di trazione integrale Quattro, cambio S Tronic a 7 marce e doppia frizione, Audi DRive Select per scegliere una guida più sportiva. Principali concorrenti: BMW X3, Mercedes GLK e Volvo XC60. Prezzi a partire da 41.000 euro circa.
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Auto | Brevi dal mondo
Insignia, l’ammiraglia della Opel scende sul Tamigi Debutto spettacolare per la Insignia, la nuova “ammiraglia” della Opel esposta in anteprima mondiale al Salone Internazionale di Londra sino a domenica 3 agosto: l’erede della Vectra è stata calata sul Tamigi da un elicottero. Arriverà a febbraio in Italia nella versione 4 porte/ tre volumi (lunga 4,83 metri) e con 5 motorizzazioni omologate Euro 5 (tre a benzina con potenze comprese tra 130 e 220 v; due nuovi turbodiesel di 2 litri da 130 e 160 cv), abbinabili a cambi manuali a 6 marce (per il 2.0 turbo benzina e i 2 turbodiesel disponibili cambi automatici a 6 marce). Linea elegante e forme sportive da coupé, tecnologie d’avanguardia (c’è anche l’Opel Eye che avverte il pilota se l’auto sta uscendo di corsia), ottima aerodinamica (Cx 0,27) che influenza
positivamente l’economicità, la dinamicità e l’acustica della vettura. Prezzi (indicativi) da 22.00 euro. Sospensioni sofisticate, inediti sedili di forma ergonomica e molti scomparti porta-oggetti fanno di questa nuova Opel un’auto fatta apposta per affrontare viaggi anche lunghi in modo sempre confortevole e piacevole. Con la nuova Insignia la Opel presenta molte innovazioni tecnologiche d’avanguardia. Il sistema Opel Eye è in grado, ad esempio, di leggere e di memorizzare i cartelli stradali e di avvertire il guidatore se esce involontariamente dalla corsia di marcia. Il sistema Hot Shot riscalda il liquido lava-vetro risolvendo molti problemi tipici della guida invernale. Un’ulteriore evoluzione dei fari anteriori adattabili
(AFL) contribuisce a sua volta a migliorare la sicurezza stradale. Dotata di un autotelaio completamente inedito, la nuova Insignia è subito disponibile in versione a trazione anteriore ed integrale. Il sofisticato sistema attivo Adaptive 4X4 ripartisce immediatamente la coppia motrice, assicurando al tempo stesso ottima tenuta di strada e trazione ed un comportamento brillante e sicuro. L’autotelaio FlexRide della versione a trazione integrale si avvale del sistema Adaptive Stability Technology che permette alla vettura di adeguarsi continuamente alle condizioni di guida prevalenti e al guidatore di selezionare le regolazioni più idonee per adattarsi ad esse. Il sistema FlexRide è disponibile anche sulle versioni a trazione anteriore.
Arriva l’auto anfibia: sQuba Si chiama “sQuba”: è l’ultimo prototipo a emissioni zero di Rinspeed, in pratica il primo veicolo “anfibio” al mondo in grado di marciare su terra, a pelo d’acqua e persino di immergersi a una profondità di 10 metri. Lo presenterà in anteprima in Italia, al Salone nautico di Genova, la VDO, azienda del Gruppo Continental, che ha progettato un quadro-strumenti particolare (riunisce in un unico pezzo tutti gli indicatori più importanti). La VDO si è ispirata all'eleganza della manta, progettando un cockpit dal design ricercato e dalle linee fluide che sembrano fare letteralmente galleggiare gli strumenti. I quadranti, le luci e i display digitali sono incorporati in un unico alloggiamento di alluminio impermeabile ma anche resistente all'acqua di mare fino a 10 metri di profondità. Il “gruppo” è illuminato e coperto da un vetro protettivo dal suggestivo effetto fisheye. I pulsanti sono coperti da un film plastico e possono essere facilmente premuti anche con spessi guanti da sub.
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Brevi dal mondo
Coupé SL 65 Black Series: l’AMG mai così potente Look spettacolare, prestazioni senza paragoni, struttura leggera e massima esclusività in un numero limitato di esemplari: il nuovo Mercedes-Benz SL 65 AMG Black Series è un Coupé con raffinata tecnologia derivata dal Motorsport che apre agli appassionati di sportive purosangue nuovi orizzonti dal punto di vista della dinamica di guida. Le prestazioni di riferimento sono garantite dal V12 biturbo AMG
da 6.0 litri con una potenza massima di 493 kW/670 CV e 1.000 Nm di coppia. Il potente biposto è stato progettato dall’AMG Performance Studio e rinnova il successo della strategia Black Series di AMG, il Marchio “ad elevate prestazioni” della divisione Mercedes-Benz Cars. Anche da fermo, lo straordinario dinamismo di questo Coupé riesce a trasmettere grande emozione. In-
cisivi ed ampi parafanghi, spoiler posteriore a scomparsa e paraurti posteriore con diffusore aerodinamico rivelano la provenienza dal Motorsport, caratteristica della filosofia costruttiva Mercedes-AMG da più di quarant’anni. Esteriormente, il nuovo SL 65 AMG Black Series ricorda i successi delle vetture da corsa AMG, come l’attuale Classe C del DTM o la CLK-GTR del 1997 della serie FIA-GT.
Motori europei per la Kia Soul Kia Motors Corporation ha annunciato ufficialmente che il suo rivoluzionario modello Soul sarà commercializzato in Europa a partire dal mese di febbraio 2009 e sarà equipaggiato con moderni ed efficienti motori 1.6 litri che rispondono nel migliore dei modi alle esigenze dei nostri mercati. Si tratta dei quattro cilindri diesel e a benzina con distribuzione bialbero e 16 valvole, appartenenti alla più recente famiglia di propulsori che hanno portato al successo il modello Kia cee’d nelle versioni berlina, wagon e coupé. Kia Soul: carrozzeria a due volumi, cinque porte e trazione anteriore. Lunghezza: 4,105 metri; altezza: 1,610 mtri; larghezza (esclusi i retrovisori laterali): 1,785 metri; passo 2.550 millimetri. Anteprima mondiale il 2 ottobre al Salone di Parigi. <Kia Soul è un'auto completa-
mente nuova>, sostengono i big della Casa coreana, <non sostituisce alcun modello esistente ed è destinata a giocare un ruolo a sé nel panorama del marchio Kia; per questo motivo può permettersi di essere fuori dagli schemi. Kia Soul sfida le classificazioni tradizionali e il suo aspetto e la sua personalità stimoleranno un rapporto particolare ed eccitante con i suoi acquirenti>. La produzione di Kia Soul sarà avviata in Corea nel mese di novembre e il nuovo modello sarà distribuito in tutto il mondo come un'auto dalla forte personalità, ma con ampi spazi di caratterizzazione che ciascun cliente potrà personalizzare e allestire in base ai propri gusti e alle proprie esigenze.
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Auto | Brevi dal mondo
Panda Eco amica dell’ambiente Alla ribalta anche la Panda ECO più che mai “amica” dell’ambiente: emette 119 g/km di Co2 (anidride carbonica) e consuma l’11 per cento in meno rispetto alla versione da cui deriva (5 litri per 100 chilometri) grazie a interventi su motore e aerodinamica. Fiat Panda ECO è equipaggiata con un propulsore 1.1 da 54 CV e viene proposta a un prezzo che parte da 8.830 euro: ma col contributo governativo di 800 euro (100 euro in più rispetto alla versione 1.1 Actual di Panda) e con uno sconto del 6 per cento può essere acquistata a 7.550 euro. Panda ECO ha un cambio con rapporti allungati, utilizza un olio meno viscoso all’interno della trasmissione che produce minor attrito, il tutto associato a una revisione della centralina di controllo motore. Inoltre, adotta pneumatici “verdi” a basso indice di rotolamento (consentono consumi ed emissioni inferiori) e ripari specifici per diminuire la resistenza aerodinamica. Fiat Panda è dal lancio la vettura più venduta in Europa nella sua categoria e, nelle sue diverse serie, è stata commercializzata in oltre 5 milioni di esemplari dal 1980 a oggi.
La nuova Ford Ka: debutto a Parigi Ka, dodici anni dopo. Si rinnova la piccola della Ford, presentata nella sua prima veste a Porto Cervo: la vedremo a ottobre col suo nuovo look al Salone dell'Auto di Parigi, ma intanto ve la proponiamo in anteprima attraverso le foto. Design audace, trendy ed elegante: la nuova Ford ripropone lo spirito giovanile dell’attuale versione, mantiene tutte le qualità che hanno portato Ka al successo (linea compatta, profilo gradevole, dinamica vivace e personalità divertente), riproposte però in una versione più fresca e innovativa. I progettisti Ford hanno dotato la nuova Ka di una linea moderna e trendy incentrato sullo stile del kinetic design. Una serie di spunti visivi riportano alla Ka originale, ma il nuovo modello ha una sua personalità, grazie al muso distintivo e alla linea bombata. Anche gli interni della nuova Ka hanno un design elegante e dinamico, che combina contrasti audaci e colori espressivi. Il nuovo modello è destinato a proseguire il notevole successo della Ford Ka originale, universalmente ritenuta un'icona del design automobilistico. Lanciata al Salone dell'auto di Parigi nel 1996, la Ka era stata fin da subito celebrata per il suo design "New Edge" e per la dinamica di guida, leader nella categoria di riferimento. Per tutti i suoi 12 anni di vita la Ka è rimasta straordinariamente popolare tra gli acquirenti di citycar: complessivamente ha superato quota 1,4 milioni di unità per quanto riguarda la produzione.
La berlina Chevrolet Cruze Prima foto dell’inedita Chevrolet Cruze che a ottobre sarà presentata in anteprima mondiale al Salone di Parigi: una berlina a 4 porte con un profilo da coupè il cui arrivo sul mercato europeo è previsto per marzo 2009. Una spettacolare reinterpretazione della berlina tradizionale, in linea col nuovo linguaggio stilistico globale Chevrolet che sta diventando la firma di tutti i nuovi modelli della marca del “cravattino d’oro”. Il suo tetto arcuato, che si estende dal bordo superiore del parabrezza fino agli slanciati montanti posteriori del tetto e al corto cofano portabagagli, conferisce a questa berlina compatta proporzioni simili a quelle di una coupè. L’originale profilo di Cruze è completato da un frontale molto personale, da una linea di cintura concava, mascherina anteriore e ruote a filo della carrozzeria. All’interno ritroviamo il tema stilistico della “doppia plancia”, introdotto per la prima volta su quell’autentica icona delle Granturismo che è Corvette. Al lancio sul mercato europeo, Chevrolet Cruze sarà disponibile con due motori a benzina a 16 valvole - un 1.600 da 112 CV e 1.800 da 140 CV (103 kW) – dotati entrambi di fasatura variabile (VVT) delle valvole di aspirazione e di scarico, per contenere consumi ed emissioni. Consumi ancora più limitati saranno garantiti da un nuovo 2.000 turbodiesel da 150 CV. Cambio manuale a 5 marce e una trasmissione automatica a 6 rapporti offerta per la prima volta su un modello Chevrolet.
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Brevi dal mondo
Mercedes Viano Narnia e la magia del mondo Disney Mercedes-Benz Viano si veste della magia del mondo Disney in una nuova “Limited Edition”: Viano Narnia. Nel fantastico universo parallelo di Narnia i bambini giocano un ruolo centrale nella storia del reame incantato, dove gli animali parlano, la magia è alla portata di tutti ed il bene trionfa sul male. In anteprima per il segmento, Viano Narnia “Limited Edition” sviluppa il nuovo concetto di “car rear entertainment”: l’esperienza a bordo di Viano diventa una fantastica avventura. Viano Narnia “Limited Edition” offre un sistema di intrattenimento coinvolgente, ideale per divertire i ragazzi e perfetto per supportare nella guida il conducente, affin-
ché il viaggio a bordo di Viano si riveli un’esperienza da ricordare. Grazie alla possibilità di avere fino a 3 schermi indipendenti, cuffie infrarossi e presa aux con predisposizione per il collegamento a console da gioco, iPod e lettore multimediale, il “car rear entertainment” di Viano Narnia, derivato dall’affermato “home entertainment”, soddisfa le più elevate esigenze dei passeggeri in termini di comfort ed intrattenimento multimediale a bordo. I due ampi monitor da tetto Alpine PKG-2000P da 10,2’’ che equipaggiano i Viano Narnia “Limited Edition” sono completi di lettore DVDVideo, cuffia senza fili e telecomando. Un sistema ideale per il divertimento ed
il relax dei passeggeri della seconda e terza fila di Mercedes-Benz Viano. Grazie al nuovissimo dispositivo Visual Eq è possibile regolare la qualità dell’immagine in base alla tipologia di film ed alla luce presente nell’abitacolo, per una qualità dell’immagine ai massimi livelli. La semplicità d’uso lo rende particolarmente adatto ai bambini. La console centrale di Viano Narnia “Limited Edition” è impreziosita con il monitor Alpine IVA - W505R, un sistema di elevata qualità in grado di racchiudere in dimensioni ridotte numerose funzioni quali, ad esempio, musica, DVD, iPod controller, navigazione e kit Bluetooth per viva - voce.
Mahindra, la grande impresa in India Stando alll’indagine dell’autorevole The Wall Street Journal, anche quest’anno il gruppo Mahindra & Mahindra è tra le 200 migliori imprese del Continente asiatico: in particolare, al nono posto tra le aziende indiane che mostrano maggiori capacità innovative e al decimo tra le più apprezzate in assoluto. Per realizzare la sua indagine, il quotidiano ha raccolto quest’anno le opinioni di 2.477 dirigenti e professionisti di 12 Paesi dell’area Asia-Pacifico che hanno valutato 5 caratteristiche delle imprese: capacità innovativa a fronte delle richieste del pubblico, reputazione aziendale, lungimiranza della dirigenza, qualità dei prodotti, solidità finanziaria. Mahindra è uno dei dieci maggiori gruppi industriali indiani e l’unica impresa indiana inserita tra i dieci maggiori produttori mondiali di trattori agricoli. Sul mercato automobilistico indiano (dove è prima nel segmento dei veicoli multi-utility), Mahindra - 4x4 e pick-up per il lavoro e il tempo libero - è entrata recentemente con il modello Logan. Il gruppo ha una presenza importante in settori chiave dell’economia indiana come quelli dei servizi finanziari, della logistica, della componentistica per auto, dell’informatica e delle infrastrutture.
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Auto | Brevi dal mondo
Alla Playa in Sardegna le Fiat 500 più originali Presentata lo scorso anno, la Fiat 500 è ormai diventata uno status symbol. E il trend generale è stata l’alta richiesta di personalizzazioni, dai colori agli optional più disparati. Per andare incontro a questa tendenza e sancire il suo stretto legame con il mondo del design, per la prima volta, sono state esposte le quattro Fiat 500 Special Edition al Fiat Playa, la spiaggia situata a Punta Marana, in uno degli angoli più suggestivi della Sardegna, nel golfo di Marinella, a pochi chilometri da Porto Rotondo. Tra le bouganville e il mare cristallino della Costa Smeralda, per la prima volta insieme la “Fiorucci Love Therapy”, l’auto personalizzata da Arik Levy (EDIDA Best designer 2008), quella realizzata da Alessandro Ciffo ed esposta al Salone del Mobile e la vettura dedicata a Cristoforo Colombo nata dalla collaborazione con Collezioni Numismatiche ed esposta in occasione della mostra evento “Una bella storia italiana”. La spiaggia targata Fiat si e rinnovata per accogliere queste originalissime 500, esponendole come delle vere e proprie opere artistiche all’interno degli spazi della Playa, luogo suggestivo, ricercato, elegante e non convenzionale per questo tipo di eventi. Giunta alla quarta stagione, Fiat Playa offre un’atmosfera rilassante, semplice e informale. Come sempre sono molte le comodità e i servizi a disposizione degli ospiti, dal ristorante alla piscina di 400 mq, dalla palestra a un “kids corner” dedicato ai più piccoli. Non solo località balneare, ma anche punto di incontro per un aperitivo sulla spiaggia.
ZRL, la Corvette più veloce Entrata in produzione a giugno nello stabilimento di Bowling Green, in Kentucky, la ZR1 segna una tappa importante nel segmento delle supercars. Quest’anno solo 50 unità arriveranno in Europa dal Kentucky. La Corvette ZR1 col motore V8 LS9 da 647 cavalli supera i 330 chilometri orari, una velocità che giustifica ampiamente il titolo di “Corvette più veloce di sempre”, ma soprattutto ne fa una delle auto più performanti oggi in produzione al mondo, con uno straordinario ed imbattibile rapporto di controvalore prezzo/prestazioni. Confermati i dati delle prestazioni, decisamente impressionanti: accelerazione 0-100 orari in 3”4; accelerazione 0-160 km/h in 7”0; accelerazio-
ne sui 400 metri con partenza da fermo in 11”3 con velocità finale di 211 km/h. In arrivo in Italia entro la fine dell’anno, il prezzo di listino ufficiale per questa autentica supercar è di 137.490 euro. Le rilevazioni ufficiali e omologate hanno rivelato un consumo di 16,8 litri/100km nel ciclo urbano e di soli 11,7 litri/100km in quello extra-urbano. Per una corretta comparazione: la Ferrari 599 “Fiorano” consuma 21,4 e 15,7 litri, rispettivamente, la Lamborghini “Murcielago” 29,4 e 18,1 litri, la molto meno potente Aston Martin V8 “Vantage” 19,6 e 12,4 litri. I consumi della ZR1 sono comparabili con quelli della Dodge “Viper” (18,1 e 10,7 litri) e della Porsche 911 GT3 (15,7 e 10,7 litri).
Defender per l’Ambiente Land Rover Italia ha consegnato 53 Defender (15 Defender 90 Station Wagon e 38 Defender 110 Crew Cab) al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che ha destinato queste auto al Corpo Forestale dello Stato per il servizio di controllo degli incendi boschivi nei Parchi Nazionali (dal Gran Paradiso all'Appennino tosco-emiliano, dal Gargano,alle Cinque Terre, dall'Arcipelago toscano ai Monti Sibillini). Negli ultimi anni sono state consegnate al Corpo Forestale dello Stato più di 1.000 unità con lo scopo specifico della Tutela dell'Ambiente. Ancora una volta, con questa consegna, viene sottolineato il forte impegno di Land Rover per la Collettività e l'Ambiente e la sua grande valenza in condizioni di soccorso ed emergenza.
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Brevi dal mondo
La Hyundai lancia il primo veicolo ibrido GPL-elettrico
Nella foto Luca Filippi, il giovane pilota italiano di GP2 e collaudatore di Honda in F1
Civic Type S “Fireblade Replica” Tecnologia Honda a due e a quattro ruote. Un’auto essclusiva: la Civic Type S “Fireblade Replica” rispecchia le vincenti caratteristiche della moto CBR1000RR Fireblade, la supersportiva più venduta in Italia, vincitrice del Mondiale Superbike 2007 e del Masterbike 2008 riservato alle moto di serie: dimensioni compatte, fulminea risposta del motore a ogni input, caratteristiche tecniche d’avanguardia. Disponibile in Italia in edizione limitata e numerata, la Civic Type S Fireblade Replica è estremamente sportiva, grazie all’adozione di profili estrattori anteriori e posteriori (con finitura Graphite opaco), alla verniciatura Graphite opaco per maniglie, specchietti e tappo del serbatoio e ai cerchi in lega da 18” dal design speci-
fico e colorazione bicolore opaco nero/ Graphite. All’interno spiccano tappetini dedicati con cuciture Graphite e logo Fireblade, oltre all’esclusiva targhetta a forma di “Blade” con la denominazione della versione e il numero progressivo limitato. Colori: Nero, Rosso e Argento, tutti abbinati ai particolari verniciati in Graphite opaco e ai cerchi da 18” nero/Graphite opachi. La base di partenza della Civic Type S Fireblade Replica è la versione Type S 2.2 i-CTDi Absolute DPF, ulteriormente arricchita da particolari esclusivi: propulsore i-CTDi, realizzato interamente in alluminio con una potenza di 140 CV a 4.000 giri e una coppia massima di 340 Nm già a 2.000 giri. Prezzo: 25.190 euro chiavi in mano.
Arriva la Toyota iQ: è lunga 2,98 metri Con la nuova piccola citycar “iQ”, Toyota ha aperto una nuova strada andando incontro alle esigenze cittadine: un’auto ultra-compatta, agile nel traffico, economica nei consumi, con un elevato livello di sicurezza e “amica” dell’ambiente. Una formula assolutamente innovativa, con una nuova interpretazione del concetto di automobile. E’ stata superata la limitazione dei due posti, ne vengono proposti 4 restando sotto la fatidica soglia dei 3 metri: la “iQ”, in appena 2.98 metri, vuole ridefinire i normali canoni di costruzione delle automobili. Da lunedì 7 luglio ha iniziato a farsi conoscere dagli italiani. Nelle strade delle principali città (Roma, Milano, Torino, Napoli, Firenze, Palermo, Genova, Bologna) è stata attivata un’operazione di “guerrilla marketing”, statica e dinamica, per informare che c’è una grande novità in arrivo: Toyota iQ, un’auto con 4 posti lunga soltanto 2,98 metri. La statica con la funzione di diffondere i messaggi di iQ in maniera originale attraverso l’uso di cartellini con le caratteristiche rivoluzionarie di iQ; la dinamica condotta da squadre di “misuratori” che, metro alla mano, hanno calcolato la lunghezza delle auto in sosta indicando dove termina la iQ attraverso un’etichetta esplicita ( “Toyota iQ arriva qui”.
Conto alla rovescia per il primo veicolo ibrido GPL-elettrico: lo lancerà la Hyundai nel luglio del 2009, inizialmente solo nel mercato coreano. Proposto con il marchio Avante, si chiama Elantra LPI Hybrid Electric Vehicle (HEV): è il primo veicolo ibrido al mondo alimentato dal GPL (Liquid Petroleum Gas) e il primo ad adottare batterie avanzate al LitioPolimero (Li-Poly), è alimentato da un motore della serie Gamma LPI (Liquefied Petroleum Injected) da 1.6 litri abbinato a un motore elettrico da 15kW, è dotato di una trasmissione variabile. Paragonando i costi operativi tra le diverse tipologie di veicoli ibridi attualmente disponibili sul mercato, Elantra LPI HEV si appresta ad essere la più economica di tutta la schiera: avrà costi operativi inferiori del 40% rispetto alle concorrenti sul mercato e del 50% rispetto al modello Elantra convenzionale alimentato solo a benzina. Avrà un costo superiore rispetto a una Elantra convenzionale, dovuto all’hardware supplementare (batteria al litio-polimero, motore elettrico e sistema di controllo): ma, grazie ai ridotti consumi di carburante, gli acquirenti di Elantra LPI HEV potranno, con una percorrenza media, ammortizzare i costi extra del veicolo nel giro di due anni. In più, Elantra LPI HEV emette solo 103g/Km di Co2 e il 90% in meno di gas inquinanti rispetto a una Elantra alimentata a benzina, e questo la qualifica come Super Ultra Low Emission Vehicle (SULEV). Elantra LPI HEV sarà il primo veicolo al mondo ad utilizzare batterie ricaricabili al litio-polimero che offrono vantaggi significativi rispetto alle batterie litio-ionio, fra i quali una più alta densità di energia, costi di produzione più bassi, maggiore durata, con possibilità di essere sottoposte a un maggior numero di cicli di ricarica prima che la loro capacità cominci a degradare.
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Immagina qualcosa di completamente diverso.
Kuga. The Ford Crossover. Perché accontentarsi della realtà così com’è? Oggi puoi cambiarla, a partire dalla tua auto. Kuga. La nuova dimensione del crossover. Scoprila in tutti gli showroom.
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Auto | Tecnologia
Sistema Opel Eye
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La nuova Opel Agila
Adesso le auto Opel possono anche “vedere”: Eye legge i segnali aumentando la sicurezza “Miracoli” della tecnologia, auto sempre più evolute. Ora le auto Opel possono anche “vedere”, ossia leggere i segnali e i cartelli stradali, aumentando la sicurezza con il sistema Eye che addirittura segnala al guidatore eventuali limiti di velocità e lo avverte se esce dalla corsia di marcia. Il sistema, montato sulla nuova Opel Insignia presentata in anteprima al Salone di Londra (ne parliamo nella pagina delle notizie brevi dal mondo), il prossimo anno è destinato anche ad altri modelli della Casa tedesca del Gruppo General Motors. Opel all’avanguardia, dunque: cinque anni fa è stata la prima Casa automobilista a proporre fari anteriori adattabili su un modello di classe media con un dispositivo in grado di illuminare le curve in modo dinamico e gli incroci con angolo di 90 gradi; sempre nel 2003 ha proposto sull’ Astra la taratura elettronica continua degli ammortizzatori, una soluzione che prima era riservata ad automobili di lusso e a costose granturismo.
Opel Corsa opc
Ora la Opel lancia una novità assoluta: una macchina fotografica che aiuta il guidatore in due modi differenti. La funzione Riconoscimento Segnali Stradali legge i cartelli stradali che indicano limiti di velocità e divieto di accesso e li riproduce sul quadro strumenti. La spia del Cambio della Corsia di Marcia avverte il guidatore se abbandona involontariamente la corsia di marcia. I due sistemi migliorano la sicurezza della guida, riducono l'affaticamento e possono evitare costose multe. Il sistema Opel Eye, sviluppato dagli inge-
gneri GM/Opel che lavorano nel centro tecnico di Rüsselsheim in collaborazione con gli specialisti della società Hella, consiste in una macchina fotografica dotata di un obiettivo grandangolo ad alta risoluzione e di una serie di processori. Inserita tra il parabrezza e lo specchietto retrovisore, inquadra i cartelli stradali e la segnaletica orizzontale. Poco più grande di un telefono cellulare, è in grado di scattare 30 fotografie al secondo. Due processori, che utilizzano uno speciale software sviluppato da GM, provvedono poi a filtrare ed a leggere le fotografie.
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Auto | Tecnologia
Attenzione: c'è un nuovo limite di velocità! La funzione Riconoscimento Segnali Stradali legge i cartelli che indicano limiti di velocità e divieto di accesso e avverte il guidatore quando finisce il tratto a velocità limitata. A seconda delle condizioni di luminosità, il sistema inizia a individuare e a leggere ripetutamente i segnali a 100 metri. Dapprima si concentra sui cartelli rotondi, poi identifica i numeri indicati al loro interno, confrontandoli con quelli memorizzati. Se la foto corrisponde a quella dell'immagine di un segnale stradale presente nel software della vettura, il cartello viene mostrato sul quadro strumenti. Il sistema evidenzia sempre le informazioni più importanti ai fini della sicurezza stradale, filtrando tutti quei segnali che potrebbero confondere il guidatore. Se rileva due cartelli stradali molto vicini tra loro, indicazioni particolari (come un “divieto di transito”) hanno priorità rispetto ad un eventuale limite di velocità. Nel giro di pochi secondi le informazioni sono rappresentate tramite simboli al centro del cruscotto tra i grandi strumenti circolari. Come se non bastasse, il guidatore può richiamare l'immagine in qualsiasi momento, premendo un pulsante sul volante. La funzione Riconoscimento Segnali Stradali può essere attivata attraverso una sotto-pagina del menù del computer di bordo. Il sistema Opel Eye fornisce informazioni più precise di quelle dei normali navigatori portatili con limiti di velocità in memoria, perché la sua macchina fotografica funziona in tempo reale.
Opel Eye si accorge, ad esempio, se i limiti di velocità sono cambiati a causa di lavori lungo la strada. I processori sono in grado di riconoscere i segnali stradali poiché la maggior parte di loro sono realizzati secondo le indicazioni della Convenzione di Vienna sui Cartelli ed i Segnali Stradali che nel 1968 ha fissando uno standard adottato in oltre 80 Paesi.
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Sistema Opel Eye
Spia del cambio della corsia di marcia La macchina fotografica del sistema Opel Eye controlla anche se il guidatore mantiene l’auto nella corsia di marcia di un'autostrada, prevenendo così gli effetti di pericolosi colpi di sonno al volante. La funzione Spia del Cambio di Corsia di Marcia può essere attivata tramite un pulsante. Se attiva, avverte il guidatore con un messaggio sonoro e con il lampeggiare di una spia sul quadro strumenti. Quando l’auto supera i 50 chilometri all’ora, questa funzione utilizza un processore di segnale e un software per filtrare la segnaletica orizzontale trasversale. Specifici algoritmi, che definiscono le condizioni nelle quali scatta l'allarme e controllano i movimenti del volante e lo stato degli indicatori di direzione, fanno in modo che il sistema entri in funzione solo al momento opportuno.
Un'automobile capace di vedere quanto c'è lungo la strade e di segnalare in anticipo al guidatore potenziali situazioni di pericolo è un'altra tappa importante della strategia a lungo termine per la prevenzione degli incidenti stradali avviata da GM Europe che sta lavorando anche sulla comunicazione tra veicoli in movimento, ossia sulla possibilità che questi possano scambiarsi informazioni sulle rispettive posizioni e velocità. In questo caso gli automobilisti potranno essere avvertiti in anticipo se un altro veicolo li procede in un punto fuori dalla loro vista, se è fermo dove è difficile oppure impossibile vederlo o ancora se sta impegnando lo stesso incrocio.
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Auto | Anteprima
di Emiliano Marziali (Motorsport.it)
A6: cambia look l’auto Premium dell’Audi C’è anche la “supercar” con dieci cilindri Arriverà nel prossimo autunno sul mercato italiano la rinnovata Audi A6. L'elegante berlina di Ingolstadt sottolinea i propri punti di forza e presenta tante novità su tutta la gamma, composta dalla berlina, dalla spaziosa Avant, dalla sportiva S6 (anche questa Avant e berlina) e dalla familiare multiuso Allroad. Novità anche per l'ipersportiva RS6, sempre più "supercar per tutta la famiglia". Sotto il cofano nuovi motori ad elevata efficienza abbinati a nuovi cambi, tutti caratterizzati da tecnologie innovative per la diminuzione dei consumi di circa il 12% su tutta la gamma. Nuove le sospensioni, migliorate, unite ad un nuovo sistema di assistenza tecnologicamente avanzato per assicurare il massimo divertimento alla guida e sicurezza al top. Grandi novità anche nell'intrattenimento a bordo, per viaggi sempre più rilassanti. La Audi A6 è leader nel segmento Premium E, ovvero quello delle "berline businness", sia in Europa che nel resto del mondo. Nel 2007 sono state vendute circa 234.000, per lo più equipaggiate con motori a 6 o 8 cilindri, trazione integrale permanente 4 e numerosi optional di lusso.
Pacchetto S Line per gli sportivi Per chi ama le linee e le sensazioni sportive è sempre disponibile il pacchetto S line: cerchi da 18” e le sospensioni ribassate (-30 mm da terra), i sedili maggiormente avvolgenti, nuove modanature e rivestimenti per gli interni. Nella gamma sei motori a benzina e quatto turbodiesel a iniezione diretta con la possibilità di scegliere tra quattro, sei o otto cilindri. Il motore benzina entry level è il 2.0 TFSI, un quattro cilindri con turbocompressore da 170 CV. Il più potente invece è il 4.2 FSI, un motore V8 della potenza di 350 CV. I modelli Audi V6 possono essere equipaggiati con i due nuovi motori 2.8 FSI: la versione da 190 CV o quella da 220 CV. Particolarmente interessante il nuovo 3 litri TFSI da 290 CV dotato di un compressore meccanico, quindi non un tradizionale turbo come per il resto della gamma. La potenza si sviluppa anche a bassi regimi: da 2.500 a 4.850 giri, la curva della coppia è ampia, mentre a 420 Nm è piatta. Il motore 3.0 TFSI è associato a un cambio tiptronic e alla trasmissione quattro. Con questo propulsore la A6 berlina passa da 0 a 100 orari in 5”9 secondi raggiungendo la velocità massima, limitata elettronicamente, di 250 orari.
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Audi A6
Un’auto Premium con tanta tecnologia Ora la A6 si rinnova nel look con una serie di elementi che ne incrementano ulteriormente l'immagine premium: la griglia single-frame, i paraurti, le prese d’aria e i fendinebbia sono stati ristilizzati, luci di marcia diurne xeno plus con tecnologia LED (disponibili come optional) riprogettate e poste su fasce orizzontali. Molti i nuovi optional disponibili, tra cui l’“Audi adaptive light”, un sistema dinamico delle luci in curva, e l’assistente per le luci abbaglianti, un dispositivo che, quando necessario, passa automaticamente dalle luci abbaglianti alle anabbaglianti. Della stessa taglia: le dimensioni non variano di molto: ora la Audi A6 è lunga 4,93 metri, larga 1,86 e alta 1,46 metri. In “coda” spiccano nuove linee e diversi particolari. Il vano bagagli guadagna un profilo addolcito. Sul paraurti c'è una modanatura cromata, un ampio diffusore dell'aria e più in bassa spuntano i terminali di scarico con le uscite diritte. Stretta e allungata la forma dei nuovi gruppi ottici posteriori. Completano le novità estetiche i 5 colori in più disponibili per la carrozzeria. Poche novità negli interni, sempre all’insegna del lusso. Nuovi appoggiatesta a forma di L per una maggiore visibilità posteriore, e, optional, divano posteriore a due posti. Più comfort, inoltre, grazie a dotazioni tecnologicamente sofisticate che consentono pressoché di dimezzare il livello di rumorosità, soprattutto nella gamma di frequenze critica. Il quadro-strumenti presenta una grafica con risoluzione superiore, mentre la nuova cornice mette in risalto il display (a colori nel sistema di navigazione MMI, disponibile come optional). Gli inserti sono disponibili con finiture in alluminio o in legno pregiato.
L'avanguardia Diesel I due motori V6 TDI, il 2.7 litri190 CV e il 3 litri 240 CV, hanno rispettivamente una coppia massima di 380 e 450 Nm. Il motore base della gamma a gasolio è il quattro cilindri 2.0 TDI, disponibile in due versioni: da 170 CV e da 136 CV. La versione base è il modello 2.0 TDIe (“e” sta per efficienza), con cambio manuale a sei marce o con cambio automatico multitronic, in grado di trasferire fino a 320 Nm di coppia alle ruote anteriori. Con il Multitronic passa da 0 a 100 orari in 9”9 secondi raggiungendo una velocità massima di 204 orari. Nonostante queste prestazioni, il consumo medio con cambio manuale è di soli 5,3 litri ogni 100 chilometri, con un’emissione di circa 139 grammi di Co2 per chilometro.
Protegge ai fianchi e guarda le spalle La Audi ha integrato nuovi sistemi di assistenza tecnologicamente avanzati. Il nuovo “Audi side assist”, ad esempio, supporta il guidatore nelle manovre di cambio corsia a una velocità superiore a 60 orari, assicurando così una guida più piacevole e priva di stress. Grazie ai sensori radar, infatti, l’“Audi side assist” è in grado di rilevare la presenza di altri veicoli fino a 50 metri di distanza.
Al cambio di corsia, quindi, si accende una spia luminosa posta sullo specchietto retrovisore esterno. L’“Audi lane assist” aiuta il guidatore a mantenere la corsia di marcia, l’“Adaptive cruise control” aiuta a mantenere costante la distanza dal veicolo che precede, il sistema di ausilio al parcheggio, l’“Audi Parking System advanced”, utilizza una telecamera posteriore.
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Auto | Anteprima
Assetto intelligente La A6 può essere dotata di sospensioni pneumatiche adattive che consentono al guidatore di scegliere tra 3 diverse tarature. I motori ad alte prestazioni sono abbinati a un impianto frenante maggiorato. L’auto può anche essere equipaggiata con un sistema di monitoraggio della pressione degli pneumatici, completamente esente da usura e manutenzione. Il cliente può decidere di montare pneumatici Runflat che, in caso di calo della pressione di gonfiaggio, consentono di proseguire la marcia per un massimo di 50 km.
Tutto con un comando Sin dal suo debutto nel 2002, il sistema Audi Multi Media Interface (MMI) ha dettato gli standard in questo ambito, grazie al controllo perfetto di tutte le funzioni. La A6 è dotata del sistema MMI di ultima generazione, compreso il sistema di navigazione MMI plus, il top della gamma. La costruzione di base non è cambiata. La manopola di comando è sempre posizionata nella consolle centrale, tra i sedili anteriori, e il suo funzionamento è affidato agli ampi pulsanti. Il nuovo joystick infine, posto sopra l’attuatore, consente un comando ancora più intuitivo del sistema. Il dispositivo di navigazione MMI plus offre un’ampia gamma di elementi high-tech e standard innovativi. Tra le caratteristiche speciali che lo contraddistinguono vi è anche un lettore combinato CD/DVD/Navigazione con un disco rigido da 40 GB, che può essere utilizzato per memorizzare file Mp3 e fino a 2.000 indirizzi. Come optional è possibile avere anche un sintonizzatore TV per ricevere programmi digitali.
Fuoristrada Per un utilizzo sempre più a 360°, l'A6 si rinnova anche in versione Allroad quattro. La versatile "integrale" beneficia degli stessi miglioramenti apportati al resto della gamma e può essere equipaggiata anche con il nuovo motore 3.0 TFSI 290 CV, oltre ai due potenti propulsori Diesel V6 TDI (2.7 e 3.0 TDI).
Dieci cilindri Si rinnova anche la sportiva S6: la superberlina da 435 cavalli. Per la "dieci cilindri", berlina e Avant, modifiche limitate solamente all'estetica e agli interni, in linea con il resto della gamma.
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Auto | Gamma Peugeot
Partner Tepee
di Francesco Cassioli
Partner Tepee con vista sullo “Zenith” Multispazio evoluto per il tempo libero Parigi. Il glorioso Ranch non va in pensione ma trova il suo successore. Si chiama Partner e può essere un capiente veicolo commerciale o una comodissima vettura per la famiglia (Tepee). La gamma dei piccoli commerciali Peugeot, ossia i “multispazio” (categoria creata appunto nel 1996 dal Ranch, prodotto poi in oltre 600.000 esemplari) si è evoluta nel tempo attraverso il Ranch (due porte laterali scorrevoli, il tetto Zenith e il restyling nel novembre 2002), il compatto Bipper (“cugino” del Fiat Fiorino e del Citroen Nemo) e l’Expert. Ora sale alla ribalta (è stato presentato a Parigi) il Partner Teepe, un nuovo multispazio per il tempo libero, comodo, con tre sedili posteriori e nuovo tetto Zenith: insomma un’altra grossa evoluzione in questo segmento in crescita in Europa, una soluzione ideale per chi cerca un’inarrestabile auto per la famiglia, dalle dimensioni compatte, dal prezzo contenuto (a partire da 14.990 euro con la versione Comfort 1.6 benzina 16V da 90 cavalli) ma che può contenere tanti bagagli quanto uno Sport Utility Vehicle. Tre versioni (Comfort, Premium e Outdoor), motori a benzina 1.6 (da 90 e da 110 cv) e diesel (1.6 HDi da 75, 90 e 110 cv, quest’ultimo con filtro antiparticolato FAP).
Tetto Zenith con grandi vetrate Parner Tepee si presenta con la bella proposta del tetto “Zenith”: quattro grandi vetri che permettono di guardare il cielo e di illuminare ulteriormente l’abitacolo, oltre ad offrire addirittura uno spazio “supplementare” di 80 litri grazie al vano portaoggetti longitudinale, ai vani laterali e a un vano posteriore accessibile anche dal bagagliaio.
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Auto | Gamma Peugeot
Abitabilità e spazio da SUV Dalla sua, il Partner Tepee ha dimensioni compatte: 4,38 metri di lunghezza, 1,81 di larghezza e un metro e ottanta di altezza. Al tempo stesso offre un’abitabilità da far invidia a molte “grandi”. Cinque passeggeri viaggiano comodi: chi siede davanti ha a disposizione una larghezza ai gomiti di 148 centimetri e una distanza dal padiglione superiore di oltre un metro, mentre la fila posteriore (tre posti) lascia uno spazio per le gambe di 245 millimetri in corrispondenza delle ginocchia. Partner Tepee ha molti vani portaoggetti (anche sotto i sedili anteriori): quasi 90 i litri di spazi aperti o chiusi per riporre vari oggetti, dalle bottiglie d’acqua ai videogiochi per i bambini, dalle bottiglie d’acqua alle latine. Versatile con il divano posteriore a tre posti che, a seconda della versione, può essere frazionabile, ripiegabile a portafoglio o totalmente rimovibile: addirittura è possibile scegliere la configurazione che prevede per i passeggeri posteriori tre sedili singoli, reclinabili, ripiegabili a portafoglio, e completamente rimovibili. Ai bagagli è riservato molto spazio (505 litri sotto il ripiano posteriore) che può arrivare fino a 3.000 litri! Sicurezza attiva e passiva Abs + Ref + Afu Airbag Conducente e Passeggero Appoggiatesta Posteriori Regolabili (tre) Ruota di scorta di dimensioni normali Servosterzo ad assistenza variabile
Visibilità, linea e stile Parabrezza stratificato Rivestimento pianale bagagliaio Vetri azzurrati Porta laterale destra scorrevole Tergilavalunotto
Comfort Chiusura automatica delle porte a inizio movimento Chiusura centralizzata Coprivanobagagli rigido Vano portaoggetti sotto il padiglione anteriore Finestrini seconda fila apribili a compasso
Motori diesel e a benzina Molte proposte anche in fatto di motorizzazioni: sono ben sei, due a benzina e quattro Diesel (uno arriverà a fine 2008). Sul fronte della benzina il Partner Tepee propone il motore 1.6 16 valvole nella versione accreditata di 90 cavalli oppure di 110 cavalli. Sul fronte del diesel c’è invece il “triplice” 1.6 16v HDi da 75 Cv e da 90 Cv, più la “versione” da 110 cv con filtro antiparticolato FAP. A fine anno sarà disponibile anche il diesel 1.6 16v HDi 90 Cv con FAP. 68FM settembre | ottobre 2008
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Partner Tepee
Comfort, Premium e Outdoor Il Partnert Tepee, a partire dalla versione Comfort, ha di serie gli alzacristalli elettrici, la porta laterale destra scorrevole e il divano posteriore frazionabile. Il climatizzatore manuale è disponibile con l’allestimento Premium, insieme ai fendinebbia, i retrovisori riscaldabili e regolabili elettricamente, il paraurti in tinta con la carrozzeria e la porta laterale scorrevole anche sulla fiancata sinistra. Per un Partner Tepee maggiormente “sport utility” c’è la versione Outdoor (stile personalizzato e collegamenti al suolo specifici rialzati per agevolare la guida su strade o sentieri dissestati): oltre agli airbag laterali, la radio con lettore di Cd e Mp3 e i sedili posteriori separati, ha le barre sul tetto, le sospensioni rialzate, il paraurti bicolore, le fasce paracolpi e cerchi in lega da 16 pollici. Bene anche sul fronte della sicurezza con l’ESP, il rilevatore di ostacoli, l’indicatore della pressione dei quattro pneumatici. VERSIONE 6 PORTE
ALIM.
POT. MAX kW/(CV) (giri/min.)
COPPIA MAX Nm (giri/min.)
DIMENSIONI (Lung./ Larg./H.) mt.
VELOCITA’ max. km./h.
ACCELERAZ. 0/100 km./h. (secondi)
CONSUMI (I/100 km) urb./extra urb./misto
EMISSIONI CO2 (g./km.) misto
PREZZO
Comfort 1.6 16V 90 CV
B
66 (90) 5800
132(2500)
4,38/1,81/1,8
159
15,3
10,8/6,8/8,2
195
14.990
Comfort 1.6 16V HDi 75 CV
TD
55,2 (75) 4000
185 (1750)
4,38/1,81/1,8
152
17,1
7/5/5,7
150
16.340
comfort 1.6 16V HDi 90 CV
TD
66,2 (90) 4000
215 (1750)
4,38/1,81/1,8
161
14,3
7/5/5,7
150
16.890
Premium 1.6 16V 110 CV
B
80 (110) 5800
147 (4000)
4,38/1,81/1,8
169
13,5
10,8/6,8/8,2
195
17.170
Premium 1.6 16V HDi 90 CV
TO
66,2 (90) 4000
215 (1750)
4,38/1,81/1,8
161
14,3
7/5/5,7
150
18.370
Premium 1.6 16V HDi 110 CV FAP®
TD
80 (110)4000
240 (1750)
4,38/1,81/1,8
173
12,5
6,8/4,9/5,6
147
19.470
Outdoor 1.6 16V 110 CV
B
80 (110) 5800
147 (4000)
4,38/1,81/1,8
169
13,5
10,8/6,8/8,2
195
18.630
Outdoor 1.6 16V HDi 90 CV
TD
66,2 (90) 4000
215 (1750)
4,38/1,81/1,8
161
14,3
7/5/5,7
150
19.830
Outdoor 1.6 16V HDi 110 CV FAP®
TD
80 (110)4000
240 (1750)
4,38/1,81/1,8
173
12,5
6,8/4,9/5,6
147
20.930
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Auto | Le novità
Fiorino Qubo, “free space” firmato Fiat Tutti pronti a salire sul Fiorino Qubo, il nuovo veicolo “free space” firmato Fiat: nato dalla collaborazione tra la Casa italiana e PSA (Gruppo Peugeot-Citroen) arriverà nel nostro Belpaese subito dopo l’estate per mostrare la sua versatilità. Agile e maneggevole come una city-car, utilizzabile per svariati impieghi (anche lavoro e tempo libero), si propone con un motore 1.3 MultiJet da 75 cavalli (abbinato a un cambio manuale a 5 marce o robotizzato a 6 marce: 155 chilometri all’ora, 4,5 litri di gasolio per 100 chilometri, mille chilometri di autonomia con un pieno) e 1.4 a benzina da 73 cv. Costo: circa 13.000 euro. La scelta (originale) della lettera Q richiama la personalità spiccata e i profili “bombati” della linea esterna. Il nuovo Fiorino Qubo nasce da un concept semplice ma al tempo stesso rivoluzionario: infatti, supera il concetto di MPV (Multi Purpose Vehicle) per approdare all’idea di auto “free space”, capace di soddisfare diverse esigenze di mobilità. Un veicolo molto funzionale per la famiglia ma anche l’auto per i giovani e per chi cerca un mezzo divertente con un occhio di riguardo all’ambiente e ai consumi. Un’auto spaziosa e confortevole come un monovolume, rispetto al quale offre, a un prezzo vantaggioso, uguale versatilità ma dimensioni esterne più compatte - è lungo 3,959 metri, alto 1,735 e largo 1,716 metri – e un diametro di sterzata inferiore a 10 metri. Originale e razionale lo stile esterno (frontale grintoso e robusto), linee fluide e nette che richiamano il dinamismo. Ma è all’interno che il nuovo Fiorino Qubo si dimostra una vettura unica nel suo segmento. Merito di un originale concept – denominato “free space” – che combina sei diverse configurazioni dei sedili con la razionalità e la regolarità delle forme degli interni. Bagagliaio: da 330 litri a 2.500 litri.
Disponibile nella configurazione a “5 posti”, Fiorino Qubo propone due allestimenti (Active e Dynamic) e può essere personalizzato a piacere. In più, Fiorino Qubo si adatta a qualunque contesto (urbano ed extraurbano) assicurando un notevole risparmio grazie ai consumi contenuti (grazie al 1.3 multijet da 75 CV) e ai ridotti costi di gestione (30.000 chilometri per il primo tagliando). Originale e razionale, lo stile esterno di Fiat Fiorino Qubo si contraddistingue anche per specifici trattamenti della fiancata e del posteriore che gli conferiscono un’impronta sofisticata. Motori affidabili e rispettosi dell’ambiente. Per esempio, il 1.3 16v Multijet abbinato a un cambio manuale a 5 marce o a un cambio robotizzato a 6 marce, assicura performance eccellenti e i consumi migliori del segmento: la velocità massima è di 155 chilometri orari, nel ciclo combinato consuma 4,5 litri per 100 chilometri (mille chilometri di autonomia con un pieno di gasolio di 45 litri). Ottime anche le performance del motore 1.4 8v da 73 CV abbinato a un cambio meccanico a cinque marce: raggiunge una velocità massima di 155 orari, consuma nel ciclo combinato 7 litri di carburante in 100 chilometri. Fiorino Qubo propone due allestimenti (Active e Dynamic), nove colori di carrozzeria e due tipologie di rivestimenti. Può essere personalizzato con i cerchi in lega da 16” dal design elegante, le barre longitudinali in alluminio dal design moderno, il climatizzatore, il volante e il cambio in pelle, il sistema Blue&Me, i comandi al volante, il bloccaporte “dead-lock” e i sensori di parcheggio.
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Auto | I protagonisti
Omar Magliona
Omar Magliona svetta anche sul Terminillo e domina nella cronoscalata del Reventino Omar Magliona, ancora lui. Il pilota sassarese colleziona un’estate da favola sul fronte del campionato italiano di velocità in salita (CIVM) dimostrando di essere l’uomo da battere nel Belpaese di questo affascinante sport automobilistico e soprattutto di poter imporre il suo personalissimo sigillo sul titolo tricolore. Dopo la vittoria nella 58ma Trento-Bondone, Omar Magliona vive un altro momento magico imponendosi nella 45ma Rieti-Terminillo e successivamente (22 luglio) nella decima cronoscalata del Reventino, suc-
cesso che gli consente di balzare provvisoriamente in testa alla classifica prototipi CN. Un tris spettacolare, d’alta classe, che non si è trasformato in un esaltante poker per pura sfortuna: all’inizio di agosto, infatti, nella 51ma Coppa Selva di Fasano, problemi al motore hanno fermato l’escalation di Omar Magliona che si è dovuto accontentare della terza piazza costringendolo a cedere il primato in classifica a Giulio Regosa. Lotta appassionante per il tricolore: Regosa 156 punti dopo nove prove, Magliona 154. 2008 settembre | ottobre FM71
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Auto | I protagonisti
Rieti-Terminillo: una gara perfetta Nella 45ma Coppa Carotti svoltasi (domenica 6 luglio scorso) sulle pendici del monte Terminillo, alle porte di Rieti, e valida come settima prova del Campionato italiano di Velocità in Montagna (CIVM), Omar Magliona con la solita grinta sui 15,100 chilometri del percorso ha sbaragliato l’agguerrita concorrenza fin dalle prove ufficiali della vigilia: due prove perfette, utili a livello di settaggiovettura per l’unica manche di gara della domenica. Su un percorso velocissimo, reso infido dall’olio a causa delle numerose uscite di strada che hanno bloccato più volte la gara, il campione sassarese, al volante dell’Osella Pa/21s motorizzata Honda 2000 ha rispettato i pronostici della vigilia imponendosi nella categoria del gruppo prototipi CN: ha preceduto il siciliano Alberto Chinnici e il marchigiano Filippo Marozzi. Con questa vittoria il driver della “Magliona Motorsport” ha ridotto lo svantaggio nella classifica nazionale del CIVM, portandosi a “sole” 18 lunghezze dal leader, il “sempre verde” pilota bresciano Giulio Regosa.
CLASSIFICA GRUPPO CN 1. Omar Magliona (Osella PA 21/S Honda), in 6'05” 48 2. Chinnici (Osella PA 21/S Honda), in 6'08”43 3. Marozzi (Osella PA 21/S Honda), in 6'11” 65; 4. Regosa (Osella PA 21/S Honda), in6'12”16; 5. Irlando (Osella PA 27 Honda) in 6'18”90 6. Zerla (Osella PA 21/S Honda) in 6'25.48
CLASSIFICA C.I.V.M. 2008 Gruppo CN 1. Regosa (132) 2. Magliona (114) 3. Chinnici (105) 4. Marozzi (100) 5. Zerla (71)
Cronoscalata del Reventino: doppia impresa Una determinazione disarmante, legata al perfetto settaggio della fida Osella PA/21 S motorizzata Honda 2000, ha permesso a Omar Magliona conquistare una nuova vittoria, la terza consecutiva battendo i rivali più accreditati alla vittoria finale di gruppo CN, ossia il pugliese Pasquale Irlando e il siciliano Alberto Chinnici. Con la vittoria nella decima Cronoscalata del Reventino, ottava prova del Campionato Italiano Velocità Montagna con validità FIA, organizzata dal Racing Team Lamezia, il pilota sassarese è balzato in vetta della classifica di campionato di gruppo CN, grazie anche al ritiro dello sfortunato bresciano Giulio Regosa. Omar Magliona è stato fin dalla prima manche di prove protagonista assoluto: sui 6 chilometri del difficile tracciato in asfalto, ha sfoderato la solita grinta conquistando il primo posto di classe e il sesto assoluto nella graduatoria generale, preceduto solo dalle più potenti vetture formula. Il “sardo volante”, come viene curiosamente soprannominato dagli addetti ai lavori per i continui successi in campionato, al rientro in terra sarda era chiaramente estasiato. <Sono enormemente felice>, ha detto, <di questo ennesimo successo, che mi gratifica di alcune delusioni patite a inizio campionato. Con la vittoria del “Reventino” faccio un ulteriore balzo in avanti nella graduatoria di campionato. Il percorso molto tecnico e con un manto stradale scivoloso in alcuni punti, mi è piaciuto fin da subito. Mi sento particolarmente motivato, soprattutto per il confronto con i piloti della penisola, uno stimolo nuovo anche per capire i miei limiti e quelli della mia Osella. Nella scuderia Magliona Motorsport il team lavora sodo, e l’affiatamento tra tutti è la “medicina” migliore che ci consente di fare bene in ogni gara>.
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Omar Magliona
Coppa Selva di Fasano Ci si aspettava l’allungo in campionato, un’ulteriore impresa, ma per Omar Magliona la trasferta pugliese per la Coppa Selva di Fasano è stata avara di soddisfazioni. La sfortuna ha bloccato l’Osella, fin dalla seconda manche di prove, per un guasto al cambio: così il pilota sassarese non ha potuto ben figurare in questo nuovo appuntamento del campionato italiano montagna 2008 piazzandosi al terzo posto che resta – comunque – un ottimo risultato. Ma all’interno della “Magliona Motorsport” non si danno affatto per vinti. <Fin dalla seconda manche di prove>, ha dichiarato Magliona, <un problema al cambio ha compromesso il risultato definitivo della gara. Abbiamo lavorato fino alla tarda sera di sabato per risolvere l’inconveniente meccanico, pensando di aver trovato la soluzione, ma nella partenza della prima manche di gara, la domenica, la nostra sicurezza è svanita. Il cambio della mia Osella ha continuato a fare le bizze, portandomi a guidare nervosamente con innesti di marcia indecisi e imprecisi. Non mi sento di recriminare, le gare purtroppo sono anche legate alla fortuna che nell’occasione ci ha completamente voltato le spalle>. Altro appuntamento tricolore il 23 e 24 agosto con il 43mo Trofeo Luigi Fagioli nello splendido scenario delle strade di Gubbio, proprio mentre FM Formula Motori va in stampa.
CLASSIFICA GRUPPO CN
CLASSIFICA DEL C.I.V.M. 2008:
1. Regosa Giulio (Osella PA 21/S Honda), in 4’ 49”.29
Gruppo CN
2. Irlando Pasquale (Osella PA 27/S Honda), in 4’ 50”.21
1. Regosa (156)
3. Magliona Omar (Osella PA 21/S Honda), in 4’ 51”.103
2. Magliona (154)
4. Zerla Adriano (Osella PA 21/S Honda), in 5’ 00”. 255
3. Marozzi (126)
5. Marozzi Filippo (Osella PA 21/S Honda), in 5’ 02”.37
4. Chinnici (121) 5. Zerla (86)
Autosalone Roberto Bruni L’Autosalone Roberto Bruni con i due punti vendita in Via Kennedy 56 e in via Diaz 126 offre una vasta gamma di auto per soddisfare ogni tipo di vostra scelta. Nella sua vasta esposizione troverete infatti auto nuove, usate, km zero e aziendali di tutte le marche, dall’utilitaria alla familiare, dall’auto sportiva al fuoristrada. L’Autosalone Roberto Bruni è dunque il plurimarche che cercate sia per la varietà di vetture a di-
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Auto | I protagonisti
Sergio Farris, sassarese, figlio d’arte: un talento della velocità in montagna E’ un figlio d’arte, un talento autentico nel campo dell’automobilismo, specificatamente nel Trofeo Italiano di Velocità in Montagna: Sergio Farris, ventidue anni, sassarese, pilota emergente della scuderia “Magliona Motorsport” ha messo in vetrina un campionario di coppe suggellando la prima parte dell’estate con un tris da incorniciare. Allora, atto primo: cronoscalata delle Rocche Aquilane (primo di Classe, primo nella Under 25, terzo di Gruppo E2/M, undicesimo assoluto. Secondo atto, cronoscalata dell’Alpe del Nevegal nel bellunese: primo di Gruppo, decimo assoluto. Terzo atto, cronoscalata Svolte di Popoli (PE): primo di Gruppo, ottavo assoluto. Nella cronoscalata delle Rocche Aquilane, quinta prova del Trofeo Italiano Velocità Montagna, Sergio Farris alla guida della monoposto Gloria C7P Suzuki, con suoi risultati ha posto una
seria candidatura per la conquista del titolo di categoria E2M. Farris e l’intero team Gloria sono arrivati alle Rocche Aquilane con il preciso intento di ottenere un risultato positivo utile anche per il morale: un undicesimo posto assoluto che suona come una vittoria in una classifica che ha visto al primo posto Simone Faggioli al volante della Osella PA 27 Bmw (6’30”293) davanti a Pasquale Irlando (6’53”719) e Tiziano Ferrais (6’54”92). Sergio Farris ha chiuso le due manches in 7’28”718. <L’intento era di far bene>, ha dichiarato Farris, <fin dalle prove del sabato insieme al mio entourage ho cercato di settare la macchina al meglio. Gara dopo gara raggiungo un buon feeling, e questo è importante per ottenere maggiori risultati possibili. Sono giovane, per me questa rappresenta una stagione di rodaggio per maturare e fare più esperienza possibile>.
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Sergio Farris Cronoscalata delle Rocche Aquilane - Trofeo Italiano Velocità Montagna Auto Moderne - Classifica Assoluta PILOTA
VETTURA
CLASSE
1ª manche
2ª manche
TEMPO
1
1 FAGGIOLI Simone
Osella Pa 27 Bmw
AUTOCLUB
E2/M 3000
3:16.105
3:14.188
6:30.293
DISTACCO 125.72
2
32 IRLANDO Pasquale
Osella Pa 27 Honda
CN 2000
3:27.076
3:26.643
6:53.719
+23.426
3
21 FERRAIS Tiziano
Ferrais Cn2 2500
Car Racing
E2/B 2500
3:25.503
3:29.089
6:54.592
+24.299
4
34 PERONI Fabrizio
Lucchini Honda
Team Pomozzi
CN 2000
3:27.673
3:28.901
6:56.574
+26.281
5
33 MAROZZI Filippo
Osella Pa 21/s Honda
Emmeeffe Racing Team
CN 2000
3:29.009
3:30.498
6:59.507
+29.214
6
36 CALDANI Gianluca
Osella Pa 21/s Honda
CN 2000
3:31.165
3:32.078
7:03.243
+32.950
7
38 DEL COTTO Maurizio
Osella Pa 21/s Honda
CN 2000
3:31.849
3:35.367
7:07.216
+36.923
8
28 LASIA Franco
Osella Pa 20/s Bmw
CN 3000
3:34.489
3:33.507
7:07.996
+37.703
Biesse Corse
9
35 CHIAVAROLI Roberto
Osella Pa 21/s Honda
Star Service
CN 2000
3:34.088
3:35.361
7:09.449
+39.156
10
5 DE PAOLI Omar
F. Renault 2000
Gs Ac Ascoli
E2/M 2000
3:43.495
3:44.516
7:28.011
+57.718
11
9 FARRIS Sergio
Gloria C7-P 1300
Magliona Motorsport
E2/M 1600
3:44.911
3:43.759
7:28.670
+58.377
Cronoscalata delle Rocche Aquilane - Trofeo Italiano Velocità Montagna Auto Moderne - Classifica E2/M PILOTA
VETTURA
AUTOCLUB
1
1 FAGGIOLI Simone
Osella Pa 27 Bmw
2
5 DE PAOLI Omar
F. Renault 2000
Gs Ac Ascoli
3
9 FARRIS Sergio
Gloria C7-P 1300
Magliona Motorsport
CLASSE
1ª manche
2ª manche
TEMPO
DISTACCO
E2/M 3000
3:16.105
3:14.188
6:30.293
125.72
E2/M 2000
3:43.495
3:44.516
7:28.011
+57.718
E2/M 1600
3:44.911
3:43.759
7:28.670
+58.377
Cronoscalata Alpe del Nevegal
Passo in avanti di Sergio Farris, decimo assoluto sulle pendici della cronoscalata bellunese Alpe del Nevegal, sesto appuntamento del Trofeo Italiano Velocità Montagna 2008: il pilota sassarese si è presentato con alcune nuove soluzioni motoristiche per rendere la performante vettura monoposto Gloria CP7 Suzuki ancora più veloce e agile nei 5.500 metri del percorso veneto. Seguito direttamente dalla Casa costruttrice, il portacolori della
Magliona Motorsport si è battuto da leone, conquistando il successo nella classifica di Gruppo: nell’assoluta si è imposto Matteo Moratelli (5’20”19) che ha preceduto nell’ordine Gianluca Caldani (5’30”57), Uberto Bonucci, Fulvio Giuliani, Beniamino Ghidini, Graziano Manprin. Sergio Farris ha chiuso in 5’56”17. <Il risultato della cronoscalata Aquilana mi ha ridato
fiducia e ambizione>, ha detto Sergio Farris subito dopo la gara, <l’inizio di campionato è stato abbastanza sfortunato per un susseguirsi di problemi meccanici che finalmente sono stati risolti. I risultati ottenuti mi fanno sperare in un finale di stagione positivo soprattutto in vista dei prossimi impegni con le gare di Iglesias S. Angelo e Alghero Scala Piccada entrambe valide per l’assegnazione del Trofeo Italiano Montagna 2008 girone nord>.
Alpe del Nevegal AUTO MODERNE Classifica assoluta 1
PILOTA
VETTURA
AUTOCLUB
CLASSE
1ª manche
2ª manche
TEMPO
Baldi David
Lola B02/50
Ateneo
E2M 3000
2'39.69
2'40.50
5'20.19
DISTACCO
2
Moratelli Matteo
Breda BMW
Etruria
E2B 3000
2'45.05
2'45.52
5'30.57
10.38
3
Caldani Gianluca
Osella PA 21/S
Faggioli Team
CN 2000
2'48.30
2'46.98
5'35.28
15.09
4
Bonucci Uberto
Lola Zytec
Sq. Piloti Senesi
E2M 3000
2'50.47
2'52.42
5'42.89
22.70
5
Giuliani Fulvio
Lancia Delta Evoluzi
A.B. MotorSport
E1I >3000
2'52.86
2'52.40
5'45.26
25.07
6
Ghidini Beniamino
Ghipard Frabosk
BCN Team
E2M 1000
2'53.72
2'53.81
5'47.53
27.34
7
Manprin Graziano
Osella PA20/S
E2B 3000
2'54.30
2'54.75
5'49.05
28.86
8
Nalon Marietto
Lola Zytec
Friuli
E2M 3000
2'56.75
2'54.80
5'51.55
31.36
9
Forato Antonio
Ferrari F430
Rubicone Corse
GT4 >3000
2'57.08
2'56.36
5'53.44
33.25
10
Farris Sergio
F.Gloria C7-P
Magliona Motorsport
E2M 1600
2'59.62
2'58.55
5'58.17
37.98
Alpe del Nevegal AUTO MODERNE Classifica assoluta Under 25 PILOTA
VETTURA
1
Farris Sergio
2
Glorioso Federico
F.Gloria C8F
3
Benvenuti Daniel
Renault Clio Cup
F.Gloria C7-P
AUTOCLUB Magliona Motorsport
Hawk Racing Club
CLASSE
1ª manche
2ª manche
TEMPO
DISTACCO
E2M 1600
2'59.62
2'58.55
5'58.17
E2M 1600
3'04.19
3'00.17
6'04.36
6.19
E1I 2000
3'26.94
3'31.53
6'58.47
1'00.30
2008 settembre | ottobre FM75
_IMPAGINATO_N37_(settembre-ottobre)_16.indd 75
26/08/2008 18.43.50
Auto | I protagonisti
Cronoscalata Svolte di Popoli
Svolte di Popoli, altra cronoscalata che esalta le potenzialità di Sergio Farris: primo di Gruppo, primo nell’Under 25 e ottavo assoluto. Nel Trofeo Italiano Velocità Montagna 2008 (settimo appuntamento stagionale), il pilota sassarese alla guida della Gloria C7 P motorizzata Suzuki 1300 cc, non ha deluso le attese sul fronte
del campionato riservato alle vetture monoposto della categoria E2 M fino a 1600 cc. Ancora una volta Farris ha dimostrato una notevole crescita e un continuo miglioramento, manche dopo manche. <Potevo fare meglio>, ha detto Farris, <perché nella prima
manche un problema alla frenata mi ha deconcentrato nel primo tratto di strada. Ma va bene così, perché ho rischiato di finire la mia gara nella seconda manche: la catena di trasmissione si è rotta a soli a circa 50 metri dal traguardo. Non ho niente da recriminare, la fortuna stavolta è stata dalla mia parte>.
Svolte di Popoli - Classifica Assoluta - Farris all’ottavo posto As.
Gr.
Cl.
No.
Pilota
Gr./Cl.
manche 1
manche 2
Tempo
1
1
1
1
CINELLI FRANCO
E2/M-3000
3:19.378
3:23.179
6:42.557
2
2
1
3
PICCHI ANDREA
E2/M-2000
3:22.978
3:25.216
6:48.194
5.637
3
1
1
25
PERONI FABRIZIO
CN-2000
3:26.231
3:30.601
6:56.832
14.275
4
1
1
18
SAMBUCO LUIGI
E2/B-2000
3:28.489
3:29.185
6:57.674
15.117
5
2
2
27
DEL COTTO MAURIZIO
CN-2000
3:36.288
3:35.476
7:11.764
29.207
6
3
3
26
MAIONE ENRICO
CN-2000
3:36.632
3:36.464
7:13.096
30.539
7
2
2
19
PALMA CLAUDIO
E2/B-2000
3:41.926
3:44.060
7:25.986
43.429
8
3
1
6
FARRIS SERGIO
E2/M-1600
3:45.306
3:42.644
7:27.950
45.393
9
3
1
21
GULLO CLAUDIO
E2/B-1300
3:45.410
3:52.081
7:37.491
54.934
10
1
1
37
GIULIANI FULVIO
E1 ITA->3000
3:50.508
3:47.094
7:37.602
55.045
11
4
4
28
SILVERI FRANCESCO
CN-2000
3:45.710
3:52.698
7:38.408
55.851
12
4
2
4
PAONE ANTONIO
E2/M-2000
3:49.635
3:51.454
7:41.089
58.532
Distacco
Svolte di popoli - Gruppo E2/M - Farris terzo assoluto As.
Gr.
Cl.
No.
Conduttore
Gr./Cl.
manche 1
manche 2
Tempo
1
1
1
1
CINELLI FRANCO
E2/M-3000
3:19.378
3:23.179
6:42.557
Distacco
2
2
1
3
PICCHI ANDREA
E2/M-2000
3:22.978
3:25.216
6:48.194
5.637
8
3
1
6
FARRIS SERGIO
E2/M-1600
3:45.306
3:42.644
7:27.950
45.393
12
4
2
4
PAONE ANTONIO
E2/M-2000
3:49.635
3:51.454
7:41.089
58.532
13
5
1
7
CUSI CORRADO
E2/M-1000
3:55.261
3:48.732
7:43.993
1:01.436
14
6
3
8
POMPEI ELIO
E2/M-2000
3:54.577
3:57.240
7:51.817
1:09.260
18
7
2
2
INCALZA ORONZO
E2/M-3000
3:59.935
3:59.448
7:59.383
1:16.826
34
8
4
5
BAZZUCCHI LUCA
E2/M-2000
4:10.810
4:20.597
8:31.407
1:48.850
76FM settembre | ottobre 2008
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Scooter | Le novità
Kymco Peaple S
Kymco People S: stile-chic italiano Kymco People S: ecco uno scooter ideale per muoversi nel traffico caotico delle grandi città: ora si presenta con la nuova cilindrata 300i e con un plus di potenza che torna utile specie nei piacevoli week-end fuori porta. Innovativa motorizzazione caratterizzata da un nuovo gruppo termico Euro 3, monocilindrico orizzontale 4 tempi, e da un nuovo albero motore a corsa maggiorata: modifiche che portano la cilindrata a un valore effettivo di 270 cc con incremento della potenza di quasi il 20%. Il sistema di alimentazione ad iniezione “made in Japan'” by KEIHIN con sonda lambda è stato appositamente ritarato per i nuovi componenti. L'erogazione è ora più lineare e più corposa. Potenza massima di 17,9 kW (24,4 CV) a 7.500 giri e coppia massima di 24,7 Nm a 6.500 giri. Prezzo: 3.695 euro. Contributo Kymco di 300 euro; in caso di rottamazione si può aggiungere il contributo statale arrivando così a detrarre sino a 600 euro. La sapiente mano dei designers italiani ha regalato un'iniezione di stile a un mezzo solido ed affidabile come da tradizione Kymco: linee tese, spigoli vivi e dettagli originali, che corrispondono all'esigenza di avere un mezzo di trasport sempre attuale. Nell'ampio scudo frontale spicca il radiatore che respira tramite l'ampia griglia. Il cupolino con parabrezza integrato è arricchito dalla linea del faro a doppia lampada alogena (eccellente qualità del fascio luminoso). In coda gruppo ottico a led originale in sintonia col disegno del portapacchi.
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Scooter | Le novità
Kymco Peaple S
Molte le novità di stile: faro anteriore e parabrezza in tonalità azzurrata, nuovo colore antracite per la protezione della marmitta, dell'ammortizzatore posteriore, del solido portapacchi, del copricarter destro, delle forcelle e dei cerchi. Cromatura piombo per le parabole del faro posteriore. Tre elementi circolari compongono il quadro strumenti: tachimetro al centro, a destra livello del carburante e a sinistra display multifunzione che funge da contachilometri e da orologio. Completano il quadro le spie abbaglianti, indicatori di direzione e spia ricarica cellulare. Importante la spia dell'iniezione che segnala eventuali guasti e anomalie dell'impianto. Il vano sottosella può contenere comodamente un casco jet; è provvisto di due comodi ganci portacasco e di una presa 12V carica-cellulare. Il nuovo blocchetto multifunzione apre sia il vano sottosella che il tappo carburante, ora meglio accessibile nel retroscudo. Tubi d'acciaio con rinforzo a ''tunnel piatto'' a garanzia di ottime prestazioni in tutte le condizioni di guida ed eccezionali standard di sicurezza. Le prestazioni e le sensazioni trasmesse sembrano quelle di una moto con ciclistica ben più raffinata, grazie alla soluzione tecnica adottata per la realizzazione del telaio.
La forcella telescopica, idraulica con steli da 37 mm, rende solido e sicuro l'avantreno che segue con precisione la traiettoria impostata. Il monobraccio oscillante, ancorato a un doppio ammortizzatore regolabile, permette di copiare scrupolosamente le asperità del terreno. I limitati spazi di arresto sono frutto del lavoro di una coppia di dischi da 260 mm che agiscono sull'avantreno. Al posteriore un solo disco sempre dello stesso diametro (260 mm). Non c’è il classico ripartitore di frenata, tipico degli scooter moderni: di conseguenza le leve agiscono in modo autonomo e su una sola ruota, come sulle ''moto vere''. I cerchi in lega, dalla nuova colorazione grigio antracite, a cinque razze da 16'', permettono di districarsi con grande facilità nei fondi stradali sconnessi. Con la nuova motorizzazione (monocilindrico orizzontale 4 tempi, nuovo albero motore a corsa maggiorata) l'erogazione è ora più lineare e più corposa. Il corpo farfallato integra i sensori dedicati a temperatura e pressione dell'aria; la centralina ECU per il controllo elettronico ottimizza le prestazioni e riduce gli sprechi dosando il carburante. La distribuzione è affidata ad un albero a camme in testa a 2 valvole mentre il raffreddamento è a liquido. Il cambio adotta un variatore continuo di velocità e lavora in simbiosi con una frizione centrifuga automatica a secco. 78FM settembre | ottobre 2008
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26/08/2008 18.43.55
Moto | Gare mondiali
Supermoto a Olbia
di Luciano Zanda
Supermoto iridate: Lazzarini e Gozzini protagonisti nel GP di Sardegna a Olbia La Sardegna ancora una volta sotto i riflettori mondiali per una manifestazione motoristica di assoluto prestigio. Il “circus” delle Supermoto è approdato a Olbia il 12 e 13 luglio per una prova valida per il campionato mondiale, un evento unico organizzato dalla società torinese DBO per conto della Youth Stream nel porto industriale di Cala Saccaia e trasmessa in diretta televisiva da Sport Italia. Piloti azzurri in grande spolvero, protagonisti d’eccezione in uno spettacolo indimenticabile: nella Classe S1 Ivan Lazzarini si è imposto nella prima manche battendo il francese Thierry Van Den Bosch che poi si è preso la rivincita nella seconda manche; nella Classe S2 bella impresa di Davide Gozzini che ha così riconquistato la vetta della classifica iridata scavalcando il francese Adrien Chareyre (secondo in entrambe le manches) dominatore assoluto della precedente prova disputata in Spagna.
IVAN LAZARINI
2008 settembre | ottobre FM79
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26/08/2008 18.44.00
Moto | Gare mondiali Grande coraggio quello di Salvatore Cassitta e i suoi collaboratori per aver avuto la forza di preparare una così grande e dispendiosa manifestazione, quarto appuntamento del mondiale (l’unico aiuto è arrivato dall’Assessorato allo Sport del Comune di Olbia capitanato da Angelo Cocciu presente nei giorni dell’appuntamento mondiale). Peccato che il pubblico non sia stato così tanto numeroso (i prezzi erano davvero popolari), ma purtroppo la promozione pubblicitaria è stata un po’ carente. Bello il circuito di 1.394 metri (1.230 di asfalto e mattonelle di cemento e 164 metri di fuoristrada).
DAVIDE GOZZINI
Entusiasmante lo spettacolo offerto dai protagonisti della derapata mondiale durante i 18 giri: Davide Gozzini, in sella a una TM del Team Racing Factory ha letteralmente dominato nella Classe S2 con due vittorie assolute davanti al momentaneo leader mondiale, il francese Adrien Chareyre (Team Husqvarna): al terzo posto l’altro italiano Massimo Beltrami (D.R.C. Supermoto Aprilia) che ha preceduto il belga Gerard Delepine (Team Husqvarna) e gli italiani Luca Minutilli (Team P.M.R.H20 Aprilia) e Attilio Pignotti (KTM Italia Team Miglio). Unico sardo in gara Lorenzo Pes: ma il pilota olbiense non è stato fortunato perché con un motore non a posto ha avuto diversi problemi, ha faticato in entrambe le manches e alla fine si è dovuto accontentare della quattordicesima posizione assoluta.
LUCA MINUTILLI
THIERRY VAN DEN BOSCH
da sinistra: OCCHINI, HLAD e GIOVANELLI
BERND HIEMER
LORENZO PES
Battaglia più appassionante nella Classe regina S1: i due piloti della D.R.C. Supermoto Aprilia, il pescarese Ivan Lazzarini e il francese Tierry Van Den Bosch lottano sempre gomito a gomito per la prima posizione infiammando le tifoserie. Un primo e secondo posto a testa a beneficio dello spettacolo: Van Den Bosch primeggia nella assoluta di Olbia precedendo Lazzarini reduce dalla bella vittoria in terra spagnola. Al terzo posto il tedesco Bernd Hiemer (KTM Italia Team Miglio) che ha consolidato la prima posizione nella classifica del campionato mondiale. Quarto un altro tedesco, Matthew Winstanley (KTM Robinson). Quinto il francese Boris Chambon (TM Racing Factory), sesto Sylvain Bidart (Cross 2R Husqvarna). Nella “due giorni” mondiale di Olbia spazio anche per altri campionati: la European Championship S3 (il belga Olivier Scheen vincitore assoluto); la Open (il francese Baptiste al primo posto); il Trofeo KTM (Mauro Negri ha preceduto Andrioletti; la Categoria Rookies con Marco Pezzimenti sul trono davanti a Mirko Cavalleri: sesto assoluto con la Yamaha il cagliaritano Niko Lussu del Team Il Centauro.
80FM settembre | ottobre 2008
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26/08/2008 18.44.17
Moto | Gare in Sardegna
Hard Race Arborea
di Luciano Zanda
Hard Race nel segno di Luca Manca Grande successo nel memorial “Fabrizio Poli” Marcia trionfale del sassarese Luca Manca, alfiere del Mc Iglesias, nel secondo atto dell’Hard Race andato in scena sabato 12 luglio ad Arborea nell’ambito del “Memorial Fabrizio Poli”. La manifestazione, organizzata dal locale motoclub, attira la curiosità di oltre mille spettatori. Gara in notturna, percorso di quasi un chilometro con tre guadi, una serie di pneumatici, traversine in cemento e salti spettacolari. Trenta i piloti che mettono a dura prova moto e fisico perché ad ogni passaggio il terreno cambia aspetto. Luca Manca, Paolo Soddu, Maurizio Argiolas, Michele Putzu e Federico Panetto si impongono nelle tre semifinali e nei due recuperi accedendo di diritto alla finalissima assieme ad altri sei piloti meglio classificati. L’illuminazione è buona, ma qualche faro in più avrebbe migliorato la scenografia. La partenza in stile Le Mans, con i motori già accesi e i piloti che de-
vono correre per balzare sulle rispettive moto verso una finale che si annuncia infuocata e… bagnata. E infatti Maurizio Argiolas (Mc Sinnai) deve fare i conti con le insidie dell’acqua nel motore: mesto ritiro al primo guado subito dopo la partenza. Federico Panetto (Mc Arborea) si ritira al secondo giro seguito dopo quattro tornate da Paolo Soddu (Mc Nuoro: miglior tempo al 5° giro) per noie meccaniche. Luca Manca è un rullo compressore e mette in grande risalto la sua esperienza in campo nazionale e internazionale portando la sua TM al traguardo dopo nove giri percorsi sempre in testa: precede con un distacco di oltre 18” Michele Putzu (Mc Sardegna) e con un distacco ancora più pesante (46”) Angelo Collura del Mc Arborea. Seguono nell’ordine Alberto Valtellino (Mc Motopoint), Paolo Fancello (Mc Dorgali), Manolo Taviani (Mc Arborea), Alessandro Pusceddu (Mc Fluminimaggiore) e Giorgio Bindelli (Mc Le Grotte Domusnovas). 2008 settembre | ottobre FM81
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26/08/2008 18.44.27
Moto | Gare in Sardegna
Alla ribalta anche i piloti del minienduro per la quarta prova del Trofeo Sardegna. Vedere ventidue piccoli protagonisti di fronte ad un grande pubblico e in notturna non è spettacolo di tutti i giorni: peccato che la gara sia stata interrotta per motivi di sicurezza dopo la caduta di un pilota (senza conseguenze) al terzo fettucciato. Valgono così i due fettucciati effettuati: il vincitore assoluto è Andrea Cadeddu seguito dalla sorprendente e irriducibile
Hard Race Arborea
Michela Farci (entrambi del Mc Sinnai) e da Riccardo Mainas (Mc Iglesias). Nella categoria Cadetti sul podio Leonardo Garau, Fabio Bozzato (Mc Iglesias) e Kevin Pinna (Mc Villacidro). La Classe Junior rispecchia in pieno l’Assoluta con Cadeddu, Farci e Mainas nell’ordine. Nella Over ennesimo successo di Luca Fanni (Mc Gonnesa). La palma del più sfortunato spetta a Claudio Spano (Mc Dorgali): frizione bruciata al momento del via.
ALESSANDRO PUSCEDDU
ALBERTO VALTELLINO
NICOLA CORAZZA
GIUSEPPE FARCI
ANDREA CADEDDU
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26/08/2008 18.44.52
Moto | Gare in Sardegna
Minienduro a Iglesias RICCARDO MAINAS
Nel Minienduro si impone ancora Mainas Michela Farci conquista la piazza dâ&#x20AC;&#x2122;onore di Luciano Zanda
2008 settembre | ottobre FM83
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26/08/2008 18.45.07
Moto | Gare in Sardegna Iglesias. Cambia il palcoscenico del Motoclub MCM Gonnesa per la terza prova del Trofeo Minienduro: la diga Punta Gennarta a Iglesias si presta bene per questo tipo di competizione. Con l’aiuto del Mc Iglesias la gara si volge nel migliore dei modi, dopo la modifica di qualche punto un po’ stretto. Diga completamente asciutta, gran caldo che ha messo a dura prova i concorrenti. Alla ribalta ancora Riccardo Mainas (Mc Iglesias) che bissa il successo di Dorgali precedendo la sempre più sorprendente (e brava) Michela Farci (Mc Ninnai) e Giovanni Cubadda (Mc Iglesias).
MICHELA FARCI
La affollata Classe junior evidenzia le doti dei centauri che con irruenza guidano le loro moto: come detto, protagonisti Riccardo Mainas, Michela Farci e Giovanni Cubadda con un’avvincente sfida. Riccardo Sanna (Mc Sorso) si piazza al sedicesimo posto assoluto alla sua prima gara direttamente negli Junior. Luca Fanni (MCM Gonnesa) è l’unico concorrente della categoria Over.
CLAUDIO SPANU
Quattro le categorie in gara: nella Classe 50 il dorgalese Claudio Spano sale sul gradino più alto del podio dopo essersi imposto con autorità davanti a Ignazio Cubadda e Gian Luca Cannas, entrambi del Mc Iglesias. Yuri Arena del MC Iglesias si impone nella Cadetti precedendo Daniele Pitzeri e Lucia Diana del Mc Gonnesa; al quarto posto Kevin Pinna del MC Villacidro.
Due Ci IGLESIAS-CARBONIA
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26/08/2008 18.45.25
Kart | Gare in Sardegna
Kart a Villanovafranca
di Luciano Zanda
ANDREA CONCAS PRECEDE CONTINI E GIORICO
Il fascino del kart a Villanovafranca Dopo un mese di pausa, nuovo atto - il 20 luglio - del Campionato Sardo di Kart nella pista San Lorenzo di Villanovafranca. Il kartodromo misura 1.007 metri, le curve a largo raggio e a gomito lo rendono molto spettacolare e anche bello da vedere nonostante manchi un po’ di verde lungo il tracciato. Leggermente in calo il numero di piloti in una assolata giornata di luglio: nella categoria baby kart addirittura non si gareggia perché si presenta un solo pilota al via. Come da programma, nove gare al mattino e nove al pomeriggio. Si comincia con la Classe 100 Junior e con il dominio di Giovanni Martinez per tut-
ti i 23 giri; secondo assoluto Alessio Chessa, terzo lo sfortunato Davide Zanda costretto al ritiro in Finale 1 per rottura. Ma Zanda si riscatta in Finale 2 con una piazza d’onore. Un po’ di bagarre nella Classe 100 Club: Maurizio Mocci e Piero Solinas conquistano una vittoria a testa dando vita a una sfida interessante e scambiandosi reciprocamente le posizioni al vertice. La palma della sfortuna spetta a Daniele Romeo: testa coda in Finale 1 e la beffa a due giri dal termine in Finale 2 quando è largamente ma viene tradito dal motore e deve poi tagliare il traguardo spingendo il kart.
GIOVANNI MARTINEZ
2008 settembre | ottobre FM85
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26/08/2008 18.45.34
Kart | Gare in Sardegna Nella Classe 100 nazionale ICA dominio assoluto del 14enne di Tortoli Enrico Cattignani (appena promosso dalla classe 100 junior) che conduce i 23 giri sempre in testa: al secondo posto assoluto Andrea Rocchi che per un solo punto supera Andrea Faedda. Un altro dominatore, con una doppietta, è Mattia Senes nella categoria 60 minikart: due piazze d’onore per il rivale Pier Paolo Faedda e due terzi posti per Fabio Mattu. Ottima anche la prova di Marina Senes che conclude al nono posto.
Nella Classe 100 TL doppia affermazione per Andrea Concas seguito da Alberto Contini e Raffaele Giorico. Esordisce nel migliore dei modi il pilota di Sutri (Viterbo) Renato Bianchini nella 125 TL con un doppio successo e miglior tempo in gara; ex equo in seconda posizione Paolo Orrù e Luca Frau. Un tocco di internazionalità nella Classe TAG Rotax con la partecipazione di tre piloti arrivati dalla Corsica: al primo posto con lo stesso punteggio (20) Anthony Cucchi, Giuseppe Santoni e Claude Magni. Seguono Nunzio Pruiti e Alain Castola.
Nella Classe 125 Club Angelino Pinna si impone dopo un’entusiasmante lotta col rivale Paolo Manca sul filo dei secondi nell’arco dei 23 giri. Ottima la prova di Massimo Pigureddu, terzo assoluto: qualche momento di suspence per il pilota oristanese che all’arrivo viene ripesato con il kart, ci sono 400 grammi in meno rispetto al peso dichiarato al mattino, ma poi tutto si risolve per il meglio.
Nella Classe 125 ICC arrivo al fotofinish tra Andrea Ciancilla e Luca Tilloca: alle loro spalle termina un battagliero Alessandro Ferreri staccato di appena 1” nella prima finale e di 4” nella seconda finale.
Kart a Villanovafranca
PAOLO MURA
ROBERTO DESCHINO
RENATO BIANCHINI
ANDREA CIANCILLA
SIMONE BOI PRECEDE FABIO MATTU
ANGELINO PINNA
LUCA TILLOCA
86FM settembre | ottobre 2008
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26/08/2008 18.45.50
Rubrica di Fitness e Moda in Sardegna: personaggi, sport, eventi e salute
Inserto speciale settembre - ottobre Anno 2008
Summer Race Event Grande show a Marina Piccola
Paolo Caimas freesurfer per pura passione
Spettacolari evoluzioni sulle onde Tavole trainate da variopinti aquiloni
Aquathlon e Poetto Una combinata vincente
Luca Carta Il principe sardo della Muay Thai Boxe
Stefano Galletti L’arte del Wing Tsun
Watsu: una danza fluida Immergiamoci nelle acque delle Terme di Sardara
Capoeira: dal Brasile con ritmo e magia La lotta ancestrale degli schiavi africani
Un viaggio entusiasmante FM Formula Motori continua il lungo viaggio nel “pianeta” delle palestre in Sardegna: palestre-santuari della salute, della cura del corpo, degli esercizi fisici che ci rimettono in forma e ci allontanano dallo stress quotidiano. Un “fenomeno” sociale che sta dilagando da tempo in tutto il mondo, anche nella nostra Sardegna “ricca” di realtà e di personaggi straordinari che spesso e sovente restano lontani (non per loro volontà) dai grandi riflettori dei “media”, televisione o stampa in generale. Noi, con le nostre collaboratrici Sara Gregorio, Donatella Rossi e Vanessa Vallascas, andiamo alla scoperta di questo fantastico mondo con servizi e interviste. Non abbiamo la pretesa di fare delle “inchieste giornalistiche” vere e proprie, solo l’intenzione di offrire uno “spaccato” di un fatto di costume significativo. Può sembrare strano, a prima vista, che un periodico specializzato sul fronte dei motori, delle auto e delle moto, si occupi di palestre e istruttori, ma non è così: essere in forma, godere di ottima salute, sfuggire allo stress rappresentano ottime credenziali per guidare meglio, tranquilli e sereni, specie con grande prontezza di riflessi. Per il nostro bene, ma anche per il bene degli altri. (gia.pi.)
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26/08/2008 18.58.41
di Sara Gregorio
Fitness e Moda summer race event
,
Summer Race Event e Jekki s Fun Club: due grandi opere di Giancarlo Todde
Giancarlo Todde e il ciclismo Nell’arena di Marina Piccola, ormai centro degli eventi sportivi e delle grandi manifestazioni estive cagliaritane, sabato 9 agosto è andata in scena la quarta edizione del Summer Race Event organizzato, diretto, coordinato e sponsorizzato dalla Jekki’s Fun Club di via Argentina a Monserrato, il cui titolare, ideatore di questo spettacolare-evento è Giancarlo Todde. Grande giornata dedicata al fitness a 360°, con svariate attività: uscite in barca con il dragon boat; esibizioni di balli latino americani, samba, danza del ventre e - una delle “chicche” - la grande Race Marathon, ossia 3 ore di maratona di spinning con istruttori d’alto livello, a ritmo di musica. Giancarlo Todde: un personaggio: diplomato nella Scuola Nazionale Maestri di Mountain Bike, con tanti anni di ciclismo alle spalle. Con lui andiamo alla scoperta della Jekki’s Fun.
Giancarlo, abbiamo assistito a uno spettacolare evento sportivo: un tuo giudizio sul Summer Race. <Sicuramente un grande evento dell’Estate Cagliaritana: a livello di fitness e di attività fisica anche quest’anno siamo stati gli unici a proporre una serata a tema, così ricca e così completa iniziata alle 9 del mattino e finita dopo le 24. Si è conclusa tra gli applausi dell’arena di Marina Piccola che si è riempita man mano dalle 20,30: poi alle 23 circa è arrivato il grande pubblico, e noi in quegli orari eravamo ancora in piena attività con la maratona di spinning, con la Ormus Force, un gruppo di sardi, campioni d’Europa di Break Dance, che hanno catturato l’attenzione, mentre noi l’abbiamo catturata nell’arena dove erano posizionate le bike. La giornata si è conclusa con i corsi di ballo, la danza del ventre, con i balli latini. Per fortuna il maestrale ha influito solamente nelle gite col dragon boat, effettuate nel Poetto, costringendoci ad annullare il giro della Sella del Diavolo. E’ andata bene la canoa polinesiana che abbiamo dato in uso gratuito ai nostri allievi e ai bagnanti>.
88FM settembre | ottobre 2008
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summer race event
Dunque, sei soddisfatto? <E’ stata una bella soddisfazione in quanto ha coronato lo sforzo, non mio, ma dei ragazzi che mi aiutano. Io mi limito a ideare e a organizzare ma chi fa sul serio sono loro, i ragazzi del mio centro, perché il Jekki’s Fun alla fine non la considero come una palestra, ma come una piazza, il centro del rione. Con i miei allievi ho un grande rapporto, si diventa una grande famiglia: sono sempre disponibili per qualsiasi collaborazione e per questo non finirò mai di ringraziarli. Mi reputo molto fortunato perché faccio un lavoro che mi piace ma soprattutto sono riuscito a creare un ambiente amichevole, di grandi rapporti umani. Tutto si è svolto come doveva svolgersi, meglio di così non potevo sperare. Siamo riusciti a creare interesse nella gente con attività non canoniche come il bodybuilding, kick boxing e altre poco conosciute come il Rowing, disciplina nata dalla fusione tra canottaggio e fitness, dove il concetto di equipaggio viene riportato per la prima volta in palestra e dove, proprio come in una barca da canottaggio, tutti remano insieme a tempo di musica con il vogatore. E poi tante attività fisiche, distensive, che danno un buon relax mentale con la musica e mantengono in forma, magari sconosciute ai più. Tutte le attività proposte sono andate bene, e hanno avuto successo, possiamo dire che abbiamo lasciato un segno>. E la maratona di spinning? <Un grande successo. E’ durata 3 ore; hanno partecipato anche allievi di altre palestre, venuti dal Just Club, dallo Skorpion Center di Cagliari e da quello di Quartu, e così via. E’ piaciuta molto l’idea di unire lo spinning alla danza del ventre, ossia usare la stessa base musicale per far ballare le ragazze intorno agli atleti che facevano la maratona; si è speciale>. Parliamo dei partecipanti della maratona. <Tra i protagonisti una ragazza di 17 anni che ha concluso le 3 ore, così come Giuseppe Scalas, un maratoneta di 74 anni. Questo per far capire che non esiste limite d’età e che tutto dipende da quanto
si è allenati. Dipende sicuramente anche da chi ti segue, perché è diversa l’intensità di lavoro che può fare un giovane rispetto a uno sportivo come Giuseppe Scalas. Lo spinning è una disciplina individuale, lo si fa tutti insieme ma sta al buon istruttore rendersi conto dell’intensità di lavoro diverso per ciascuno degli allievi. Dico sempre: non esiste un buon attrezzo se non c’è un bravo istruttore. Questo ha permesso a tutti i partecipanti alla maratona di concludere le 3 ore. Io non ho partecipato, i nostri istruttori sì; tutti provenienti da una scuola rinomata, quella di Francesco Moser, un fuoriclasse del ciclismo>. Ci sarà un’altra edizione? <Assolutamente sì. Per il prossimo anno l’idea è di fare un intero week-end, sabato e domenica, sempre a Marina Piccola dove si crea la giusta atmosfera>. Lo spinning è l’attività principale nella tua palestra? <Provengo dal ciclismo, ho alle spalle 20 anni di agonismo; quindi lo pratico perché è la mia passione. Il Jekki’s Fun nasce come palestra monotematica, come Centro Spinning, ai miei allievi voglio trasmettere la passione per il ciclismo e per lo sport. Sono stato in vari centri, ma non riuscivo a trovare in sala quello che effettivamente è il ciclismo su strada, non riuscivo ad allenarmi nel modo giusto: così ho rischiato e ho deciso di aprire il Centro per allenare solo i ragazzi della mia società. D’nverno, non potendolo fare su strada ci allenavamo in palestra, in una sala. Inizialmente quindi si praticava solo spinning; poi ho deciso pian piano di aggiornarmi e di aprirmi al fitness, e di aprire altri corsi, il total body, l’aerobica e così via. Nel tempo alcuni miei allievi sono cresciuti e sono diventati bravi, mi hanno superato, diventando poi istruttori; la maggior parte dei miei istruttori di spinning sono stati miei allievi; questa per me è una gioia immensa. In generale lo spinning come attività nelle palestre ha subìto un calo generale, a noi invece è cresciuto; abbiamo 5 turni di spinning al giorno. Questo ci differenzia >. 2008 settembre | ottobre FM89
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Manuela Mascia Istruttrice, 31 anni, di Dolianova, atleta di spicco. Parlaci un po’ della tua attività. <Sono istruttrice di spinning nella Jekki’s Fun, pratico mountain bike a livello agonistico da circa 6 anni>. Hai collezionato svariati titoli regionali, giusto? <Sono stata campionessa regionale fino all’anno scorso, ma per una brutta caduta durante una gara mi sono dovuta fermare per un anno. Gareggio col Sinnai >. Da quanti anni fai spinning? <Pratico lo spinning da ormai 7 anni, ho iniziato da Giancarlo Todde come allieva e dopo qualche anno sono diventata istruttrice sempre nella Jekki’s Fun: quelli che prima erano miei compagni ora sono diventati miei allievi>. Quanti allievi seguono i tuoi corsi? <Una trentina di allievi, a seconda dei periodi. L’età media non si può stabilire, perché ho lavorato con allievi molto giovani ma anche maturi come Giuseppe Scalas che ha 74 anni>. A chi consigli di praticare questo sport? <A chi vuole mantenersi in forma; a chi ama stare in gruppo e alle persone che hanno bisogno di staccare la spina durante la giornata, perché lo spinning permette di scaricare lo stress>.
Fitness:
Fitness club e Centro Estetico
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Aerobica Step Total Body Preparazione Atletica Fitboxe Difesa Personale (VING-TSUN) Capoeira brasiliana Taekwon-do Power Pump Ginnastica Terapeutica Metodo Pilates Easy Gim Rowing (canottaggio Indoor) Spinning (ciclismo Indoor)
La scuola di danza: • • • • • • • • • • •
Danza Classica per adulti e bambini Danza moderna Danza Jazz Danza del ventre Samba brasiliana Danza Cubana Salsa Hip hop Balli di gruppo Ballo di coppia Salsa-Bachiata-Merenghe Ballo di coppia Liscio/standard (Tango e Valzer) Servizio di personal training
Body Building: Nei nuovi locali sono aperti i corsi di tonificazione e potenziamento muscolare con nuova serie attrezzi FIT EVO della PANATTA SPORT.
Palestra Jekki’s Fun Via Argentina,92 Monserrato -CA- Tel. 070/5839465 Presso centro servizi Coop. Centro, 1° piano (con servizio ascensore) ampio parcheggio clienti gratuito
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Giuseppe Scalas, atleta intramontabile Come potevamo non parlare con l’allievo più maturo di Manuela? Ecco lo sport-pensiero di Giuseppe Scalas, pensionato di 74 anni di Monserrato, con uno spirito e un argento vivo addosso da fare invidia a molti giovani. Da quanto tempo pratica spinning o sport per essere così in forma? <Prima di arrivare alla pensione, dopo 41 anni di lavoro in una cooperativa, mi sono domandato che avrei fatto dopo. Così mi sono preparato all’evento soprattutto per non cadere in depressione, e nel momento in cui ho smesso di lavorare ho iniziato a praticare lo spinning non avendo mai fatto nulla precedentemente. Ciò che non ho fatto da ragazzino l’ho cullato a una certa età. Per non fare come molti della mia età, che non appena smettono di lavorare si fanno prendere dall’apatia, senza praticare uno sport o avere un hobby>. Molti dovrebbero prenderla ad esempio. <Ho la fede, intesa come il fondamento di ogni speranza, conquistare una meta, un traguardo, un’ idea. Ed è quello che cerco di fare praticando questo sport assiduamente>. Fino a quando continuerà ad allenarsi? <Voglio finire in bellezza, se così si può dire, non barcollando o arrancando, ma continuando ad inseguire il mio obiettivo>.
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Antonello Angius
A presiedere la maratona c’era anche l’istruttore Antonello Angius, 52 anni, di Monserrato Antonello, quali sono i tuoi trascorsi nel ciclismo? <Correvo in bicicletta su strada, ho partecipato a vari campionati italiani, varie manifestazioni internazionali, ho vinto dei titoli regionali nel ciclismo. Ho praticato ciclismo dall’età di 15 anni, fino a 35 anni a livelli amatoriali. Da quasi 5 anni mi sono avvicinato allo spinning in palestra. Inizialmente ero un po’ scettico, perché non l’avevo mai provato, poi ho constatato che è simile a quello che si pratica su strada con la bicicletta; è un buon allenamento, d’inverno soprattutto. Mi sono appassionato e ho deciso di fare il corso di istruttore. Faccio parte dello staff di Giancarlo Todde e insegno mediamente 3 volte alla settimana ad un gruppo di 20 persone>. Qual è il messaggio che vuoi lanciare? <Vorrei formare una squadra di ciclisti, di persone che ancora non credono nello spinning pensando che non possa essere un buon allenamento. La prima volta che sono venuto al Jekki’s Fun ero fermo da 5 anni, ho fatto 4 mesi di allenamento, e dopo questi mesi di spinning ho partecipato alla ciclopedalata Monserrato/Tonara insieme a Manuela Mascia, 130 chilometri circa, questo a dimostrazione che come preparazione lo spinning è ottimo. Con lo spinning si possono simulare tutte le situazioni possibili e che si ritrovano su strada, salite, discese e così via>.
Rosana Cruz: la samba brasiliana Nello staff di Giancarlo Todde insegna anche la moglie, la brasiliana Rosana Cruz, istruttrice di varie discipline, compresa naturalmente la Samba per via delle sue origini. Rosana da quanti anni sei qui? <Da tre anni circa sono arrivata in Italia, e da 2 anni lavoro nella palestra Jekki’s Fun. Sono laureata in Scienze Motorie, lavoro da tanti anni con il fitness. Insegno danza samba, latina, insegno anche total body come step, aerobica, ginnastica di correzione posturale e streching>. Il corso di samba come è stato accolto? <In Brasile la samba è una cosa naturale, ce l’abbiamo nel sangue. Ho iniziato questo corso per portare avanti una cosa nuova, diversa, una scommessa insomma. Prima che iniziasse il corso c’è voluto un po’ di tempo
per pubblicizzare questa danza e invogliare le persone a provare. Abbiamo iniziato pian piano con 3 allievi, il primo anno in 3 abbiamo fatto svariate esibizioni. Adesso gli iscritti sono arrivati una ventina, sono aumentati anche grazie alle esibizioni. A Marina Piccola si sono esibite solo alcune ragazze, molte erano in vacanza, ma sono state tutte bravissime. Consiglio di provare a tutti, perché è un’ottima attività aerobica, oltre che un momento di divertimento e di danza. Si lavora su gambe, glutei e addominali>. Anche uomini frequentano questo corso? <Si, 2 ragazzi, ancora pochi. Spero aumentino di numero perché i balli di coppia sono molto belli, e mi piacerebbe quest’anno poterlo fare con più maschietti. Abbiamo quest’anno anche un altro istruttore brasiliano che insegna lamba-aerobica, ossia una disciplina di aerobica con la lambada, e fa delle lezioni coerografate molto belle, tutte da vedere. La samb,a anche rispetto
alla lambada, è un po’ più difficile perché richiede un grande movimento di bacino e sicuramente ha un ritmo più veloce, ma si può imparare con facilità>. Saluto Rosana, che mi ha affascinato e ammaliato con il suo accento brasiliano, e ringrazio tutti per l’immensa disponibilità, ma senza niente togliere a nessuno un ringraziamento particolare va al “giovanotto” del gruppo, Giuseppe Scalas, una persona deliziosa, tanto carino e premuroso da donarmi un fiore e una pergamena con una poesia scritta in sardo. In conclusione, spero di avervi raccontato esaurientemente la realtà di questa grande famiglia del Jekki’s Fun Club, guidata dall’amore per il ciclismo in primis, ma per lo sport e il fitness in generale. Sara Gregorio
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Fitness e Moda calcetto
di Vanessa Vallascas e Luca Serra
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La squadra del Cagliari che partecipa al campionato di A2 (foto di Roberto Tronci). www.cagliaric5.com
Calcetto, dall Uruguay con passione Il gioco del calcio affonda le proprie radici nell’antica Roma, dove era assai diffuso un gioco denominato Harpastum, praticato su terreni sabbiosi da due squadre composte da uno stesso numero di giocatori. L'Harpastum ebbe grande successo tra i legionari, che contribuirono alla sua diffusione nelle varie zone dell'impero romano. In particolare, fu ad opera della colonia Florentia che prese vita, secoli dopo, il Calcio Fiorentino. Agli inizi del Medioevo, il calcio si era talmente diffuso che i giovani fiorentini lo praticavano quotidianamente in ogni strada o piazza della città. Fu proprio su ispirazione del calcio fiorentino che nacque in all’Inghilterra, a metà del XIX secolo, il calcio inteso in senso moderno. Praticato principalmente nei college, aveva i connotati di uno sport d’élite: i giovani delle scuole più ricche e delle università giocavano al football in squadre composte da dieci alunni più i rispettivi maestri. Questo è il motivo per cui, ancora oggi, le squadre sono composte da undici giocatori. Il calcio a 5, conosciuto anche come calcetto, trova, invece, le sue origini in Uruguay nel 1930, quando il professor Juan Carlos Ceriani Gravier, spinto dall'esigenza di far giocare a pallone i propri studenti in una piccola palestra o sui campi di basket, ne ideò la formula. L’obiettivo era quello di creare un gioco di squadra che potesse es-
sere praticato sia all'aperto che in strutture coperte e che ricordasse da vicino il gioco del calcio, che in quegli anni godeva di una smisurata popolarità dopo le vittorie uruguaiane dei Mondiali del 1930 e delle Olimpiadi del 1924 e del 1928. Da allora, calcio e calcetto si sono sparsi a macchia d'olio su tutto il pianeta, coinvolgendo mille popoli diversi per usanze e culture, ma tutti uniti dalla medesima passione: il pallone. Ogni giorno centinaia di amici, studenti, colleghi d’ufficio, giovani e non più giovani si riversano sui campi di gioco per cimentarsi in questo sport. Ma, per divertirsi senza rischiare infortuni e incidenti di percorso, sarebbe utile attenersi a semplici regole durante una partita.
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Fitness e Moda calcetto Il dottor Marco Scorcu
Divertirsi senza rischiare infortuni: i consigli del dottor Marco Scorcu Per avere consigli utili, abbiamo intervistato il dottor Marco Scorcu, responsabile del Servizio Medicina dello sport Azienda USL 6 Sanluri, responsabile sanitario del Cagliari Calcio e presidente regionale della Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI). A che età si può iniziare a giocare e fino a che età è possibile proseguire? <Il calcio si può praticare a tutte le età, se non ci sono controindicazioni di tipo medico (cardiopatie o gravi lesioni osteocartilaginee). Già all’età di 5 anni si tirano i primi calci a un pallone nelle scuole calcio e per finire mai porre limiti>. Quali muscoli lavorano in particolare? <Fondamentalmente i muscoli più interessati nel gesto tecnico specifico del calcio sono i muscoli anteriori e posteriori della coscia (estensori e flessori) e i muscoli della gamba. Soprattutto in giovane età, ma comunque sempre, è consigliato far lavorare tutti i distretti muscolari per uno sviluppo organico del fisico>.
In una partita di calcetto si verificano più infortuni rispetto a una partita di calcio? Per quali motivi ? <E’ vero che proporzionalmente c’è un’incidenza maggiore di infortuni nel calcio a 5. Ciò è dovuto al terreno di gioco (erba sintetica o cemento o asfalto o fondi sintetici da palasport) che è più a rischio per il tipo di presa che dà sulle scarpe da gioco. Ma anche il gesto tecnico, rispetto al calcio, è più veloce e fatto in spazi più ristretti, con continui arresti e ripartenze>. Quali sono gli infortuni più ricorrenti nel calcio a 5? <Sicuramente i traumi distorsivi a carico del ginocchio e della caviglia e i traumi muscolari. Da tenere in considerazione i microtraumi ripetuti che a lungo termine provocano tendinopatie>. L'importanza del riscaldamento pre-gara? <Il riscaldamento pre-gara è fondamentale anche nella semplice partita tra amici. Infatti, un buon riscaldamento di almeno 20 minuti, tra messa in moto, stretching, allunghi e lavoro con la palla, previene le lesioni muscolari>. Se un giocatore cade per infortunio, cosa è consigliabile fare? <Se la caduta è legata a un fatto traumatico, non bisogna assolutamente immobilizzare l’arto infortunato a maggior ragione se è interessata la colonna vertebrale. Si chiama il 118.
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Calcetto
Oppure personale sanitario che sa immobilizzare l’arto infortunato prima del trasporto al pronto soccorso per gli accertamenti del caso. Anche in caso di trauma della colonna, aspettare sempre il 118 con le barelle adeguate. Se vi è perdita di coscienza, subito allertare il 118 e avviare le procedure di rianimazione cardiopolmonare in attesa di personale specializzato con il defibrillatore>. Per quali patologie calcio e calcetto sono sconsigliati? <In assoluto le cardiopatie a rischio di morte improvvisa. A seguire le patologie osteoarticolari che impediscono o che potrebbero peggiorare con l’attività come lesioni tendinee, legamentose e cartilaginee>. E’ meglio giocare a digiuno? Quali alimenti vanno privilegiati? <Il digiuno è assolutamente sconsigliato. Il pasto pre-gara, almeno tre ore prima, deve comprendere una razione di zuccheri a lento assorbimento (pasta o riso in bianco o al pomodoro e/o una fetta di crostata alla frutta) e acqua per una adeguata idratazione pre-gara, soprattutto d’estate o con climi caldo umidi>. Durante una partita cosa e quanto bere? <Durante una partita è altrettanto opportuno bere, soprattutto in relazione al caldo e all’umido. L’acqua è la bevanda più indicata, solo
a fine partita e in sfavorevoli condizioni climatiche è suggerito assumere reintegratori idrosalini, anche se la frutta o dei succhi di frutta non zuccherati possono supplire benissimo al reintegratore>. Quante partite settimanali? <Le condizioni di allenamento sono fondamentali per poter reggere più partite, ma il buonsenso e il saper gestire le partite non pongono limiti a più partite settimanali>. Varianti del calcetto: in spiaggia o su campi saponati ? <Il lavoro sulla sabbia è molto più impegnativo perché si esercita molta forza nella corsa e nel gesto tecnico, ma non ha controindicazioni. Il gioco sui terreni saponati introduce un rischio traumatico superiore per l’elevata probabilità di cadute senza possibilità di protezione>. La classica sigaretta post-partita? <Il fumo di sigaretta fa danni sempre e comunque. Specificato questo, a fine partita in dispnea (fame d’aria) per lo sforzo effettuato il fumo è assolutamente da sconsigliare>.
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r urfe s e e fr mas, i a C Paolo ne assio p a r u per p
di Donatella Rossi
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Paolo Caimas
Uno sport antichissimo Il surf da onda è uno sport antichissimo che ha le sue origini nelle isole Hawaii. “He’e nalu” in hawaiano significa “scivolare sulle onde” e infatti questo affascinante sport consiste nel cavalcare le onde usando una tavola da surf. FM Formula Motori ha incontrato Paolo Caimas, alias Peio, un giovane cagliaritano che della tavola da surf ha fatto la sua passione…
A quanti anni hai iniziato a praticare il surf da onda? <La data non è ben definita, ma possiamo inquadrarla verso i 19 o 20 anni. Perciò sono ormai quindici anni che pratico il surf>. Com’è nata la tua passione per il surf? <E’ nata senz’altro dalla passione per il mare, anche se può sembrare alquanto strano il fatto che anni fa non avevo assolutamente preso in considerazione l’idea di fare uno sport acquatico. Infatti il mio approccio al surf deriva dallo skate, sport da me praticato in passato dal quale poi è stato naturale il passaggio al surf, soprattutto per la similitudine dei movimenti. La realtà è che ho iniziato a praticare il surf da onda per caso, seguendo gli amici con cui facevo skate i quali però si dedicavano anche al surf. All’inizio andavo con loro ma non entravo in acqua con la tavola, godevo soltanto della compagnia del mio gruppo e mi dedicavo al kitesurf come alternativa al surf. Poi ho iniziato da autodidatta>. 2008 settembre | ottobre FM97
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Fai una preparazione atletica particolare? <Durante la stagione invernale, quando appunto è possibile trascorrere meno tempo in acqua, pratico lo yoga seguendo esercizi mirati che ho imparato grazie all’insegnamento di un’amica>. Quante ore passi in acqua mediamente? <Dipende dalla stagione. In inverno si può stare due, tre ore consecutivamente durante una giornata: ma in estate anche sette ore. E’ più facile surfare nella stagione invernale perché la frequenza delle onde è maggiore rispetto alla stagione estiva. L’inverno per me rappresenta la vera palestra del surf>. Come sono le onde in Sardegna? <Le migliori del Mediterraneo e sono descritte così da tutti coloro che hanno surfato in questo mare>. Hai partecipato a competizioni? <Non ho mai partecipato a competizioni regionali o nazionali, ho fatto solo gare di club: ma la competizione non mi stimola perché è riduttiva per chi è abituato a vivere il mare col suo surf tante ore durante la stessa giornata. Le competizioni sono suddivise in microgare di 15 minuti ciascuna e devi dare il meglio di te in un tempo
molto breve. Nel migliore dei casi durante una competizione puoi stare in acqua al massimo un’ora sommando le micro-gare. Mi ritengo un freesurfer e come tale faccio questo sport per pura passione e divertimento>. Quali sono le coste sarde che meglio si adattano a questo sport? <Secondo me sono la costa sud del cagliaritano e quella occidentale dell’oristanese>. Hai preferenze? <No, ci sono posti bellissimi e adatti al surf in entrambe le coste che, comunque, sono molto diverse tra loro. Per surfare è utile seguire sempre le previsioni meteo e… i suggerimenti degli amici pescatori che fungono da informatori delle condizioni climatiche locali in tempo reale>. Quanto tempo occorre per imparare ad andare in surf? <Circa tre anni. All’inizio è dura ed è facile scoraggiarsi perché è maggiore il tempo che si passa in acqua che sulla tavola da surf. Bisogna essere tenaci e tener conto che i primi periodi sono molto faticosi. La passione e la costanza vengono premiate solo col tempo>.
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Paolo Caimas impegnato in un difficile passaggio tra le onde
A chi consigli questo sport? <Non lo consiglio certamente a chi ha paura del mare. Solo chi è tenace può praticarlo, chi ha buon equilibrio e praticità e chi può avere una buona base economica per gli spostamenti e l’acquisto di una tavola che va cambiata spesso nel tempo perché può rompersi>. Come sono le tavole da surf? <Sono diverse. Si inizia con tavole grandi da sette, otto piedi (2,10 metri) che sono le stesse che usano le scuole, per passare successivamente a quelle più piccole da 1,70/1,80 metri>. Il tuo giudizio sul surf in Sardegna? <Non si dà una grande importanza a questo sport e anche se viviamo in un’isola siamo in pochissimi a praticarlo. Ci sono solo quattro surf club e due o tre scuole surf in tutta l’Isola e ciò denota quanto non venga incentivato, sia per la pigrizia dei sardi, sia per le difficoltà economiche cui ho accennato prima. Comunque le cose stanno cambiando e oggi si sponsorizza sempre più questo sport anche grazie alla costruzione di tavole più economiche che quindi si possono comprare più facilmente>. Pratichi il surf da solo? <Si. Non sono legato ad alcuna scuola, non lo sono mai stato. Lo faccio perché mi diverte e mi piace condividere questa passione con gli amici>.
Hai surfato in altre parti del mondo? <Sono stato in Brasile, Spagna e Francia del Nord, Marocco e Canarie per quanto riguarda l’Oceano Atlantico; per l’Oceano Pacifico posso menzionare l’Indonesia che è la vera Mecca del surf, invece da molti identificata nelle isole Hawaii dove effettivamente questo sport è nato secoli fa. Se ne ha già traccia nel diario del Capitano Cook, nel quale gli hawaiani vengono descritti come persone che provavano un’immensa gioia a farsi trasportare dalle onde su rudimentali tavole da surf. Oserei dire che il mare della Sardegna non ha niente da invidiare a questi posti incantevoli>.
<A volte gli uomini cercano un tesoro in luoghi lontani e non si accorgono che esso è già in loro possesso…>. Non vi sembra che queste straordinarie parole del profeta dell’anima Khalil Gibran si adattino perfettamente a coloro che hanno avuto, hanno e avranno l’immenso privilegio di vedere e vivere il meraviglioso mare della Sardegna? Donatella Rossi
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Luca Marcis
e e ond i sull n o i z evolu olari c ni a t quilo Spet nti a i p o i var te da a n i a tr avole con t di Sara Gregorio
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Kitesurfing dalle Hawaii a Capoterra Andiamo a Capoterra stavolta, per farvi conoscere una realtà sportiva tutta mare, sole e anche tanto vento tipico della nostra Isola. Parliamo del Kitesurfing, chiamato anche kitesurf o kiteboarding, una disciplina relativamente recente, nata verso la fine degli anni 90 nelle calde, ventose e paradisiache acque delle isole Hawaii. È in assoluto lo sport acquatico che si sta diffondendo più rapidamente. Si pratica con un'apposita tavola trainata da un aquilone (kite o ala) comandato con una barra di controllo collegata da cavi lunghi e sottili in fibra sintetica. Le condizioni di vento ideali per praticare il kitesurf sono comprese tra i 12 e i 30 Kts (nodi), e a differenza del windsurf si può normalmente praticare anche con venti deboli. Ovviamente in tali condizioni si useranno aquiloni di dimensioni maggiori. Con le condizioni ideali è possibile praticare lo sport in maniera sicura, planando semplicemente (freeriding), compiendo svariate evoluzioni o tricks (freestyle). E' possible usare il kite sia sulle onde (wavestyle) che su acqua piatta (wakestyle). Una caratteristica di questo sport è la velocità con cui si può imparare a planare e in seguito a compiere evoluzioni. Un buon corso fornisce le basi per una pratica sicura ed autonoma di questo sport. Seguire un corso non è obbligatorio ma assolutamente consigliato. Il kitesurf, infatti, è uno sport definito estremo e benché i moderni materiali siano più sicuri, le insidie in mare sono numerose; ecco perché si consiglia un corso, per minimizzare i pericoli. Eccoci qua, in questa spiaggetta isolata e senza bagnanti, uno dei tanti punti di ritrovo, o spot, come si usa in gergo; di questo gruppo di amanti del mare. Di volta in volta a seconda del vento cambiano luogo, 2 o 3 telefonate ed ecco che arrivano tutti. Il nostro staff è arrivato abbastanza presto, ci sono 4 o 5 persone intente a portare giù l’attrezzatura ed a preparare gli aquiloni; ma in poco tempo diventano numerosi. Avvistiamo Luca Marcis, 25 anni, volto ormai noto nell’ambito: campione italiano di kite, del Wave Muster disputato ad Oristano. 2008 settembre | ottobre FM101
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Fitness e Moda kitesurf
Luca Marcis, kite tricolore Da quanto tempo pratichi questo sport? <Sono surfista, windsurfista e kitesurfer da quasi 9 anni; uno dei primi insieme a Dario Piras, il fondatore della nostra associazione sportiva che si chiama “Hyper Island”. Sono stato il primo che sotto le ali di Dario ha creduto in questa sfida>. Hyper Island: di cosa si occupa? <Abbiamo iniziato un po’ per passione, così, quasi per gioco, e poi man mano, è diventata una vera e propria scuola, considerata la numero uno del sud Sardegna. Gli iscritti ai corsi di Kitesurf sono abbastanza numerosi, e la cosa che ci contraddistingue sicuramente è la grande passione. Tutti i partecipanti ai corsi restano all’interno del nostro gruppo, vengono pienamente coinvolti, si diventa una grande famiglia>. Kite legato alle condizioni climatiche, giusto? <Si, naturalmente noi siamo legati al vento, e alle condizioni meteo soprattutto. A volte anche involontariamente, ci incontriamo tutti quasi nello stesso spot; nel linguaggio del surfista, lo “spot” è il luogo "ideale", quello dove si possono trovare le "onde migliori" e le migliori condizioni per uscire; quindi nella stessa spiaggia, a seconda del vento>. Gareggi solo in Sardegna? <Io viaggio parecchio perché pratico kite a livello agonistico; sono
stato in Portogallo dove si è svolta la prima tappa del mondiale del circuito kpvt. La mia specialità è il wave, ossia kite nelle onde, che si avvicina molto al surf, solo che in mano abbiamo un kite, un aquilone. E’ andata abbastanza bene anche se il vento non era fortissimo, sono tra i primi 15 al mondo, per questa prima tappa. Tendenzialmente comunque ci si sposta in tutta la Sardegna, ma cerco di pubblicizzare il Sud, in quanto ci sono degli spot splendidi>. Una bella esperienza. <Bellissima, perché ho conosciuto i rider più forti del mondo; persone alla fine molto semplici che come noi lo fanno per passione. Faccio agonismo serio da quasi 5 anni, in tutto il circuito italiano, riesco ad arrivare quasi sempre fra i primissimi del ranking italiano>. La passione per questo sport quando è nata? <Il primo articolo che hanno scritto su di me risale a quando avevo 5 anni; facevo le regate in windsurf; poi ho fatto il surf da onda e così via. E’ una passione ereditata dai miei genitori, dalla mia famiglia, anche loro sono dei velisti; ho conosciuto e amato il mare fin da piccolissimo>. Il kitesurf è difficile da praticare? <Non è difficile; tante persone che frequentano i corsi di kite non provengono da sport affini come la vela, il windsurf, e così via. Con i nostri corsi si parte da zero, quindi non è indispensabile avere già delle conoscenze; portiamo gli allievi a un buon livello di preparazione per poter praticare autonomamente kitesurf>.
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kitesurf
Bisogna acquisire buona manualità con la vela e con la tavola? <Si, la cosa importante di questo sport è la pratica, più si fa pratica più diventa semplice, e si impara. Questo naturalmente anche facendo pratica a terra, (in spiaggia con la vela), prima di entrare in acqua con la tavola, per avere maggiore dimestichezza col mezzo>. Corsi di kite solo nel periodo estivo? <I corsi sono aperti tutto l’anno; io persino il giorno di Natale e di Capodanno mi sono cimentato sul kite; l’importante è che ci sia vento. Naturalmente d’inverno i corsisti sono realmente pochi>. Parliamo di costi: sport oneroso? <Se andiamo sul “nuovo” costa abbastanza; però c’è un buon mercato dell’usato, ogni fine stagione tutti cambiano attrezzature, per cui diventa un costo accessibile per i principianti>. Quali sono i criteri di valutazione per aggiudicare i titoli e i punteggi? <Esistono varie discipline, con parametri differenti di valutazione. Esiste il Freestyle, che consiste proprio in una gara di manovre aeree, quindi nelle evoluzioni in acqua. In base alla difficoltà delle evoluzioni, dei salti, lo stile, la difficoltà della manovra e così via i giudici nei 4 minuti a disposizione per ognuno dei partecipanti stabiliscono
il vincitore. Poi c’è il Wave, dove il compito principale è surfare le onde: i parametri sono lo stile, la grandezza dell’onda e altro. Si viene valutati per le 3 migliori onde con un massimo di 10 onde da surfare in quei 6 o 8 minuti a disposizione. Nella Long-distance, gara di velocità e di resistenza, invece si ha un percorso prestabilito, si parte tutti insieme e si premia il primo al traguardo. Mentre il Race è proprio come per la barca a vela, si ha una partenza, un cancello, poi si fa una bolina, ossia si arriva ad una boa, si gira e si torna indietro, vince chi arriva primo>. Il vento è fondamentale, dunque. <Se ci fosse vento tutti i giorni sarebbe perfetto, e lo praticherei tutti i giorni. Sto cercando di fare della mia passione un lavoro, ancora sono giovane, ho 25 anni e cercherò per un po’ di inseguire il sogno; lavorare e collaborare con le aziende, con gli sponsor nell’ambito dello sport che ho sempre praticato, penso sia il massimo, ci provo>. Prossimi step ? <Penso di continuare il circuito mondiale, la prossima tappa è in Brasile a settembre, poi in Marocco a ottobre. C’è una tappa del campionato italiano nel Nord Sardegna a settembre>. 2008 settembre | ottobre FM103
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Fitness e Moda kitesurf
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Dario Piras: cosi
nato il Kite a Cagliari
Kitesurfing, bellissimo spettacolo: tante vele colorate che si muovono sinuose al ritmo delle onde. Sul bagnasciuga Dario Piras, 43 anni, gonfia la sua vela e aiuta alcuni amici.
Dario, come si è sviluppato questo sport in Sardegna? <I precursori di questo sport in Sardegna si possono dividere in zona Nord e zona Sud. Al Nord, in particolar modo a Olbia, uno dei primi è stato Renzo Mancini. A Cagliari abbiamo iniziato noi, l’idea è nata in occasione di una manifestazione organizzata dalla nostra associazione, ossia l’Hyper Island (Kite boarding Sardinia association) durante un campionato italiano di wakeboard, ossia un’attività che si svolge con una tavola come lo snowboard, appositamente zavorrata, trainata da una barca che produce un’onda atta a compiere delle acrobazie. Abbiamo invitato Renzo Mancini proprio agli albori del kite per un’esibizione. Abbiamo preso spunto proprio da lui e abbiamo iniziato nel 2000 con le prime lezioni di kite>.
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Quali sono le zone migliori? <Le zone che solitamente frequentiamo sono le più vantaggiose, sia sotto il profilo della sicurezza sia delle condizioni climatiche: ad esempio, al Poetto, alla sesta fermata dove abbiamo iniziato con le primissime lezioni. Poi col maestrale ci spostiamo verso Geremeas: in estate purtroppo, per un’ordinanza balneare, si può praticare il kite solamente se c’è una corsia di lancio apposita, oppure se non ci sono bagnanti. Nonostante le continue richieste fatte al Comune di Cagliari, all’autorità portuale, alla Regione, alla Provincia, per ottenere le autorizzazioni e creare una corsia, non ad uso esclusivo ma per tutti, i nostri appelli non sono stati esauditi e siamo costretti a cercare spot (zone) alternativi. Siamo controllati perché dobbiamo stare a 400 metri dalla costa>. E il Coni come considera il kite? <Il Kite purtroppo non è stato ancora riconosciuto dal Coni, perché non è ancora diventato sport olimpico, per cui tutte le varie associazioni sportive sono costrette ad affiliarsi ad altre Federazioni che sono a loro volta affiliate al Coni, quindi comunque sotto la sua tutela. Noi siamo affiliati alla Msp Movimento Sportivo Italia; i miei corsisti sono tutti tesserati alla Msp, quindi assicurati e in regola>. Quanto costa uno dei vostri corsi? <In media sui 300 euro. Funziona così: ci si affilia all’associazione e
si frequenta il corso; si tratta di un minimo di 6 lezioni, ma alla fine sono sempre molte di più, 10 anche 15, anche perché è impensabile imparare il kite in 5 lezioni come molti propongono. Si deve frequentare, dobbiamo conoscere gli iscritti, valutare insieme se si è predisposti a farlo, se si ha tempo libero per poterlo praticare, altrimenti è inutile. L’allievo deve diventare parte integrante del gruppo, sapere quindi che quando va a fare kite non è solo, lasciato a se stesso, ma può contare su un gruppo di persone che lo sostengono in tutto, lo aiutano nella preparazione per entrare in acqua, recuperare eventualmente la tavola e così via. Il kite è uno sport di gruppo, non individuale come si potrebbe pensare>. Norme e regole da seguire in acqua? <Per diventare un kiter esperto, ossia capace di valutare i rischi possibili, l’intensità del vento e le condizioni meteo, ci vuole qualche anno: bisogna avere esperienza, conoscere bene il mare e naturalmente conoscere una serie di regole comuni anche alla vela, parliamo di distanza e di precedenze. La regola principale, comunque, è quella del buonsenso: è importante seguire un corso per imparare e conoscere tutte le norme da rispettare. Non essendoci una Federazione di kite, non c’è una regolamentazione ferrea: ma si devono ugualmente seguire delle direttive, non ci si può improvvisare>
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Fitness e Moda Aquathlon
di Sara Gregorio
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aquathlon
Aquathlon Survival a Marina Piccola Sono le ore 12, arriviamo un po’ prima a Marina Piccola per vedere tutti i preparativi dell’evento previsto per le 15, ossia la settima edizione di Aquathlon a Cagliari, organizzata dall’associazione Survival Triathlon, diretta “dall’atleta dell’estremo” Roberto Zanda, chiamato simpaticamente il “massiccione”. 158 gli atleti al via, tra agonisti e amatoriali, alla caccia del titolo regionale assoluto. Aquathlon Survival dedicato a Guido Castorina, (2° memorial), grande amante del mare e fortissimo sportivo, scomparso due anni fa: quale modo migliore per festeggiarlo e ricordarlo se non in una gara tutta acqua e corsa? Due percorsi, una gara lunga (agonisti) e una corta (amatoriali); entrambi divisi in 3 frazioni (corsa su asfalto e sulla sabbia, nuoto). Il percorso lungo di Aquathlon classico prevede 2 giri di corsa sul lungomare del Poetto dalla prima fermata fino allo stabilimento D’Aquila, rientro verso la passeggiata di Marina Piccola nella zona adibita per il cambio dove gli atleti tolgono le scarpette per prepararsi ad entrare in acqua; 2 giri di nuoto in un triangolo contrassegnato da 3 boe in prossimità della prima fermata. E infine atri 2 giri di corsa: uno identico alla prima frazione (quindi sul lungo mare); il secondo con la suggestiva ascesa sulla Sella del Diavolo - 600 metri di salita che equivalgono a circa 3.500 gradini - e discesa verso la prima fermata di Marina Piccola sino al traguardo. La gara corta di Aquathlon sprint, invece, prevede un giro di corsa per ogni frazione: un giro dalla prima fermata al D’Aquila; rientro verso Marina Piccola, un giro di nuoto e la salita sulla Sella del Diavolo con discesa verso il traguardo posto di fronte all’arena di Marina Piccola. Una gara faticosa di circa 45 minuti. In lizza atleti giovanissimi (dai 16 anni) e meno giovani, tutti pronti ad affrontare una stimolante gara di triathlon, con entusiasmo inaspettato. Sono le 3 del pomeriggio e il sole è alto, la giornata è molto calda, ma nessuno sembra temere o soffrire l’afa, tranne gli addetti ai lavori smaniosi di fare un tuffetto. Anche se i percorsi sono stati segnati, recintati con cura, alcuni atleti agonisti hanno sbagliato percorso su suggerimenti errati; ciò ha creato un po’ di scompiglio sia per i giudici che dovevano decretare i vincitori, sia per alcuni atleti amareggiati per aver abbreviato inavvertitamente il percorso. I giudici si sono riuniti a lungo, ma alla fine il peggio è stato scongiurato, la gara non è stata annullata e si è giunti al fatidico momento della premiazione. Eccoci al podio. Agonisti, Aquathlon classico: primo Nicola Capra (campione regionale 2008), società Survival Triathlon; con un tempo totale di 47’47”. Stesso tempo del secondo classificato, Alessandro Putzolu (campione Aquathlon 2007), società Villacidro Triathlon. Al terzo posto Roberto Moro (Sardegna Karalis;) che ha preceduto Fabio Tramonte (Mensana Triathlon) e Antioco Porcu (Rari Nantes Triathlon). Tra gli amatori si è imposto Matteo Mura (Fuel Triathlon) in 28’52”; piazza d’onore per Filippo Petrucci (Survival Triathlon); terzo Stefano Cucca (Free Triathlon). Eccellente quarto posto per Elisa Porcu (G&M 3 Sport) che ha preceduto Efisio Erriu (Survival Triathlon). Così, alle 19, si è chiusa una bella giornata trascorsa sul lungomare del Poetto gremito di tifosi e curiosi. Appuntamento al 2009 2008 settembre | ottobre FM107
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Roberto Zanda
L’atleta dell’estremo: Roberto Zanda Finita la gara, la parola (per FM Formula Motori) passa all’organizzatore, l’instancabile Roberto Zanda, presidente della associazione Survival Triathlon, che non si è fermato un solo secondo durante l’evento Aquathlon al Poetto. Come è andata la manifestazione? <Complessivamente bene. Ma sono sicuramente infastidito dal fatto che alcuni agonisti abbiano sbagliato il percorso, soprattutto perché molti di loro lo conoscevano dall’anno precedente; mi spiace poi che non ammettano di aver sbagliato ma che scarichino le colpe su terzi>. Una splendida giornata e belle gare, però! <La soddisfazione maggiore è arrivata dagli atleti amatori, coloro che decidono di sfidarsi e fare una prova del genere. Per quanto riguarda la mia organizzazione, sono sempre abbastanza critico, lascio valutare agli altri; posso dire che sicuramente alcune cose potevano essere fatte e sistemate meglio, ci sono state alcune pecche>.
La prossima volta magari verranno evitati certi errori. <Certo, tutto serve per esperienza. Magari per evitare di contrapporre agonisti e amatori si poteva far partire 10 minuti prima gli agonisti, per esempio; ma è una scelta che spetta ai giudici. Io mi devo occupare della logistica, quindi di provvedere che ci sia l’ambulanza, l’assistente in mare e così via. A voi come è sembrata la gara?>. Personalmente mi è piaciuta, molto coinvolgente. C’erano anche atleti di spessore. <Sì, al via c’erano più di 150 atleti, nemmeno ai campionati italiani di Aquathlon dell’anno scorso a Stintino erano così numerosi. Come atleti di un certo livello hanno partecipato Giuseppe Tola, Gigi Murru, campione sardo di olimpico, Nicola Capra, atleta di spessore e altri>. Da quanti anni pratichi triathlon? <Non da tantissimo, da quando ho abbandonato il paracadutismo, ossia dal 2000. Poi ho incontrato la multidisciplina e mi sono appassionato. Tre anni fa, inoltre, mi sono avvicinato alla maratona estrema nel deserto>. Il Tenerè nel deserto: lo rifaresti? <Sì, il Tenerè, una maratona di 610 chilometri: probabilmente non la ripeterei. Ma mi sto preparando per un’altra gara nel deserto>.
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aquathlon
Giusto per non perdere l’allenamento, vero? <Dopo un anno di sosta e di riposo, ci vuole un’altra maratona; nel deserto a me piace tantissimo, si rimane soli e in questo momento ne ho proprio il desiderio>. Si è completamente soli? Immagino monitorato, giusto? <Si, sono solo con il GPS; ogni 40 chilometri si ha un contatto con gli organizzatori che provvedono a dare acqua, un contatto col medico per verificare che sia tutto sotto controllo>. Ma cosa ti ha spinto verso questi sport estremi? <Semplice, non voglio fare la vita normale dei miei coetanei; ho 50 anni, ma non mi ci vedo proprio in spiaggia seduto magari sfogliando un giornale di gossip sulle gambe, o a casa sul divano; io ne morirei, ho ancora tanto da fare>. Queste avventure nel deserto servono per ricercare i tuoi limiti? <Premetto che non lo faccio per sfidare me stesso, in parte sono spinto dalla voglia di stare in solitudine. Sicuramente è anche un modo per misurarsi, ma non credo ci siano dei limiti, o meglio i limiti non sono dati da una questione fisica ma totalmente mentale. Ciò che ti porta avanti per 600 chilometri non sono le gambe, ma la testa. Fisicamente sono stato molto male, ma sarei arrivato anche strisciando al traguardo per portare alto l’onore della bandiera. Sono molto patriottico>. Questo, quindi, ti fa arrivare fino alla fine? <Si, non è tanto la soddisfazione personale o gli sponsor, ma il poter dimostrare quanto valiamo, e ciò che differenzia i sardi da altri: abbiamo carattere; sventolare con orgoglio i nostri mitici Quattro Mori>. I sardi sono testardi e cocciuti, non è solo un detto popolare. <In Marocco erano rappresentati 37 paesi, in Niger 8 nazioni. Io come sardo non me la sarei mai sentita di mollare, pur arrivando ultimo, non mi sarei fermato>.
Che segno ti lascia ogni nuova sfida? <Queste avventure sportive, nella vita quotidiana ti portano a superare tante cose e ad affrontarle nel modo giusto. Sono insegnante di nuoto nella piscina comunale, insegno ai bambini ma anche agli adulti, e sento ogni giorno tante storie, tanti problemi, divento quasi una sorta di psicologo. Fare determinate esperienze mi ha insegnato ad affrontare in modo diverso qualsiasi problema, la vita è difficile per tutti, ma bisogna saper scovare una strada alternativa per andare avanti, mai darsi per vinti>. La tua vita non è stata proprio tutta in discesa. <No, per nulla, anche io ne ho passate tante; ho vissuto 10 anni in collegio e assicuro che non è stata una passeggiata. Sono originario di Via Podgora, a San Michele, e quando torno nella zona per andare a trovare i miei amici mi basta fare una passeggiata in cimitero, la maggior parte è tutta là purtroppo. Per gli abitanti della zona rappresento quasi la bandiera del quartiere, sono il loro orgoglio. Ciò mi fa piacere. Mi rattrista il fatto di non aver potuto aiutare molti di loro. Se 15 anni fa avessi avuto il bagaglio di esperienza attuale, con la cultura dello sport che ho acquisito, forse avrei potuto fare qualcosa>. Sei un emblema, insomma. <Credo di si, la cosa mi inorgoglisce, ma è triste vedere che ancora c’è tanto marciume e tanta droga in giro. Rispetto a questo non è nulla, ed è di poco peso, la sofferenza che si patisce in una gara estrema, c’è di molto peggio. Mi reputo tanto fortunato>. Alla fine tu hai fatto le scelte ben precise. <Sì. Ho deciso anni fa di dedicarmi esclusivamente allo sport>. Come ti prepari per il prossimo tour nel deserto? <Finite queste manifestazioni estive, inizio con gli allenamenti duri di corsa, in media di 3/4 ore al giorno, sulla sabbia e sotto il sole e naturalmente regolando l’allenamento con diete particolari>. 2008 settembre | ottobre FM109
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Fitness e Moda aquathlon Definisci la tua vita, se ti è possibile. <La mia vita è vivere alla giornata, una vita molto semplice, basata sullo sport. Ogni giorno è diverso dall’altro per me, questo è il pregio di chi vive senza tanti progetti né speranze. Questa è la vita che voglio, non pianificata dal sociale, dal lavoro o dalla famiglia>. Chi ha partecipato all’Aquathlon cosa ricorderà? <Penso che gli amatori, cioè coloro che partecipavano per la prima volta, circa una sessantina: si porteranno a casa un bagaglio di esperienza notevole, che sicuramente trasferiranno in qualche modo nel quotidiano. Persone che hanno una vita normale, una famiglia, e che potranno raccontare ai figli o ai nipoti di aver portato a termine una bellissima gara che ti regala adrenalina da vendere. Più che per gli agonisti, è per queste persone che è valsa la pena organizzare la manifestazione>. Quanti atleti hanno gareggiato per Roberto Zanda? <Molti l’hanno fatto perché mi conoscono e perché fanno parte della Survival, almeno una sessantina sono del mio squadrone>.
Ringraziamo Roberto per la collaborazione. Ci propone simpaticamente di partecipare in prima persona all’Aquathlon dell’anno prossimo, se lo organizzerà, per poter raccontare e sentire, in prima persona, ciò che si prova. Ci penserò vivamente, sono sicura che potrebbe essere una esperienza indimenticabile. Sara Gregorio
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Thai Box
o sard e p i nc il pri , a t Car Luca e i Box a h T Muay della
Luca Carta (a sinistra) subito dopo il match con Kaopon Lek
di Sara Gregorio
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Fitness e Moda muay hai Box
Cos’è la Muay Thai o Boxe thailandese Una data da ricordare Il 12 luglio alle ore 19, al “Palazzetto dello Sport” di via Rockfeller, si è celebrato un evento attesissimo da tutti gli amanti dello sport da combattimento: il primo Gala Muay Thai Kombat League, organizzato dal “Fight Club Sardinia Events”. Protagonisti d’eccezione in un match di boxe tailandese, che si è rivelato più emozionante del previsto, il pluricampione del mondo Kaopon Lek (31 anni) e il campione europeo Luca Carta (35 anni). Il match senza esclusioni di colpi è stato vinto per ko dal tailandese Lek, ma Carta ha tenuto alta la bandiera dei Quattro Mori. Anche nei 12 match di contorno i vari professionisti hanno entusiasmato con prestazioni ad alto livello. Siamo andati al Just Club di Pirri ad intervistare Luca Carta, reduce dall’incontro di Muay Thai, prima dell’inizio di una delle sue lezioni di arti marziali (il testo nelle pagine successive).
Nota anche come Thai Boxe o Boxe Thailandese, è uno sport da combattimento che ha le sue origini nella Mae Mai Muay Thai, antica tecnica di lotta Thailandese. La Mae Mai Muay Thai studia combattimenti con le armi e senza: era utilizzata dai guerrieri thailandesi in guerra quando perdevano le armi. Al contrario il termine Muay Thai oggi identifica prevalentemente l'aspetto sportivo dell'arte marziale. Caratteristiche di quest'arte marziale sono i micidiali colpi inferti con tibie (che anni di pratica condizionano fino a renderle durissime), gomiti e ginocchia. Del tutto particolare è la tecnica applicata alle parti impiegate per colpire: un processo lungo e piuttosto doloroso per i principianti, che devono colpire con frequenza costante sacchi di durezza via via crescente. I thailandesi usano addirittura alberi locali dotati di tronco molto flessibile e corteccia liscia, ma sembrano essere favoriti da una struttura fisica di partenza diversa rispetto a quella tipica degli occidentali. I professionisti Thai, spesso figli di famiglie poverissime, iniziano la pratica dell'arte giovanissimi, facendo i loro primi incontri da bambini, intorno ai 9 anni, per essere considerati atleti pienamente maturi già sui 20. Viale Merello 90 - Cagliari La preparazione fisica è tra www.ctcomunicazione.com le più rigorose e sfiancanti di Tel. 070-2084106 - Mob. 3493347315 ogni sport.
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muay thai box
I professionisti si allenano due-tre ore due volte al giorno per cinque-sei giorni la settimana, correndo o nuotando per chilometri, saltando la corda, eseguendo flessioni su braccia e gambe, trazioni alla sbarra, esercizi per gli addominali e i muscoli del collo. Essendo tramandate in origine oralmente, le storie legate alla Muay Thai sono spesso circondate da un alone leggendario. La Muay Thai si diffuse fin dal 1500, nei primi tempi di pace del popolo siamese, quando i cittadini organizzavano manifestazioni ed incontri: era la pratica preferita dai civili, sia per divertimento che per difesa personale (Mae Mai Muay Thai). Allora si combatteva senza regole, senza categorie di peso, senza limiti di tempo, fino alla sottomissione, all'incoscienza o, tragicamente, alla morte di uno dei contendenti. Non si usavano protezioni, a parte una conchiglia a protezione delle parti intime e una corda avvolta intorno alle nocche. A volte questa veniva intrisa in una specie di colla e in polvere di vetro, trasformando gli incontri in autentici bagni di sangue. La vera connotazione di sport come lo intendiamo noi fu data alla Muay Thai durante il regno del re Rama VI nel 1921, con l'introduzione dei guantoni e di
regole affini a quelle della boxe occidentale. Negli anni la Muay Thai si è evoluta verso la dimensione sportiva, giungendo oggi a noi come una disciplina sportiva completa, che non ha perduto le sue caratteristiche antiche, i suoi riti dai significati sociali e religiosi, arricchitasi però dell'aspetto ludico. In Thailandia quest'arte marziale è considerata sport nazionale, e gli incontri offrono notevoli possibilità di guadagno. Mentre i Thai si battono spesso, almeno agli inizi per mettere insieme pranzo e cena, gli stranieri (i cosidetti farang) che praticano la Muay Thai lo fanno, più che per i pochi soldi in palio, per la gloria. Nella maggior parte degli incontri, e particolarmente in patria, i thai hanno saputo far valere la loro superiore esperienza rispetto ai farang. Qualche combattente occidentale ha saputo però superarli anche a casa loro, come ad esempio il leggendario olandese Ramon Dekkers. In generale gli occidentali mostrano un certo vantaggio nella tecnica pugilistica rispetto ai thai, i quali appaiono invece insuperabili per mobilità, rapidità, resistenza e nell'uso sapiente e micidiale della corta distanza, dei gomiti e delle ginocchia. Ultimamente si sono cimentate anche le
donne, e con successo: dalla difesa personale all'agonismo il passo è stato breve per non poche ragazze, soprattutto in paesi come Olanda e Francia (già supremi a livello europeo nel settore maschile) e nel mondo anglosassone, ma anche in Giappone e, superando le resistenze tradizionali, in patria. Il Muay Thai è considerato tra le più dure ed impegnative specialità tra gli sport da combattimento. In Italia la Muay Thai è giunta per la prima volta nel 1979 col maestro Stefano Giannessi e oggi è in via di sviluppo. Negli anni "90 alcuni atleti italiani si sono fatti notare in campo internazionale. Una recente polemica ha contrapposto i sostenitori della versione "standard" della Muay Thai a quelli della Muay Boran. Quest'ultima, portata in Italia da Marco De Cesaris, è una sorta di summa delle tecniche tradizionali andate via via perdendosi con l'emergere di una Muay Thai inevitabilmente "occidentalizzata" dalle regole imposte dagli anni Venti in avanti e dal contatto con il pugilato. Le tecniche tradizionali ricercate nel corpus di conoscenze dei maestri thailandesi e riportate in auge sotto il nome di Muay Boran vengono poi divise in stili regionali.
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Luca Carta e la Muay Thai Cosa insegni in palestra? <Insegno da circa 2 anni Thai boxe. Muay Thai, arte da combattimento (si possono dare ginocchiate, afferrando il capo dell’avversario senza pause). L’arbitro non può fermare l’incontro, si possono sferrare gomitate. K-1, combattimento nel quale si possono utilizzare tecniche di boxe, calci su tutte le parti del corpo, comprese ginocchiate senza la presa. E anche kick boxing al Just Club di Andrea Cherchi. Oltre all’istruttore lavoro in una tipografia>. Da quanti anni pratichi questo sport? <Pratico arti marziali dall’età di 10 anni. Ho iniziato dal Taekwondo, Kick boxing, Thai, e ho fatto anche qualche match di boxe>.
Invece da quanto tempo gareggi? <Ho sempre combattuto, non mi sono mai allenato per il gusto di farlo, ma sempre in vista di una gara. Ho gareggiato in Italia, Russia, Polonia, in Jugoslavia e in altri Paesi>. Il titolo più prestigioso? <Ho concquistato il titolo di campione europeo di Thai kick nel 2006. Sono stato in nazionale per diversi anni; quindi ho partecipato a svariati campionati italiani>. Il Gala Muay Thai sei stato protagonista contro l’asso thailandese Kaopon Lek. <Ho sfidato il top in assoluto della Muay Thai, ossia Sak per chi lo conosce bene. Mi hanno proposto di fare questo match e ho accettato sapendo comunque che non sarebbe stato semplice. Non avevo mai affrontato un atleta così forte e con una preparazione simile. Sono salito sul ring sapendo che l’impresa sarebbe stata ardua>. Come si è svolto il match? <Non sono riuscito a fare praticamente nulla,
perché mi ha chiuso alle corde per cercare di lavorare in clinch, una delle sue armi migliori. Lavorare in clinch significa chiudere l’avversario e combattere a cortissima distanza con ginocchiate al tronco e al viso. Purtroppo non sono riuscito a rispondere nel giusto modo ai colpi, mi ha bloccato subito>. Un avversario fortissimo, dunque. <Si, certo, ma ero preparato. Avrei accettato in ogni caso. Sapevo che vincere sarebbe stato difficilissimo. Lek è thailandese, e lì sin da piccoli si viene instradati al combattimento. Le famiglie portano i bambini nei camp di allenamento, sperando che i figli diventino dei campioni, per poi scommettere denaro. In Thailandia è lo sport nazionale, lo praticano per vivere. Penso che Sak abbia alle spalle non meno di 250/300 incontri. Noi occidentali non ci possiamo allenare come i thailandesi, abbiamo stili di vita completamente differenti>.
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muay thai box
RISULTATI THAI KG 63 3X2 GABRIELLA CARMELITA (FIGHTCLUB SASSARI) batte per kot alla 3ª ripresa LARA PIOVANO (PANZA GYM) THAI KG 50 4X2 FLORIS SILVIA (ALIAS TEAM) batte ai punti SJOBERTA TABAKU (PANZA GYM) THAI KG 57 3X2 ARDAU ADDJ (NURAGTHAI) batte per ko alla 2ª ripresa BULLA STEFANO (JUST CLUB) THAI 63,5 KG MASALA GIANLUCA (FIGHT CLUB SASSARI) batte per ko alla 1ª ripresa
Sei comunque soddisfatto? <Non sono sicuramente contento di come è andata, però di aver gareggiato e sfidato Sak, sì tanto; è stato un grande onore. Ho avuto qualche intoppo nella preparazione di questo match, sia per problemi lavorativi del mio team sia per via del mio lavoro. Conciliare lavoro, allenamenti e famiglia con moglie e due bambini, è stato per me veramente difficile>. Chi è il tuo allenatore? <Ho iniziato a fare allenamenti Thai con Massimiliano Tuveri; in seguito ho cambiato allenatore per svariati motivi. Adesso mi segue Enrico Murgioni, detto Kikko. Inoltre di tanto in tanto, vado ad Iglesias ad allenarmi con Alessandro Alìas>. Ringraziamenti particolari? <Per primo ad Andrea Cerchi che è riuscito a realizzare uno spettacolo di assoluto rilievo in collaborazione con Antonio Alìas, Enrico Murgioni, Massimiliano Tuveri e Ivo Cappai
che hanno portato i loro atleti, Carlo Barbuto, ex campione del mondo e tanti altri. Ma soprattutto bisogna ringraziare gli atleti che hanno combattuto nei 12 match>. Quando ti vedremo nuovamente gareggiare? <Combatterò ad ottobre, credo sempre un incontro di Thai. La prossima estate, se verrà nuovamente organizzata una manifestazione simile al Kombat League, potrei combattere di nuovo>.
MASALA EMILIANO (NURAG THAI) THAI KG 60 3X2 CRIENTI ANDREA (NURAG THAI) batte ai punti RIOLA FRANCESCO (ALIAS TEAM) K-1
batte ai punti PUGGIONI DAVIDE (FIGHT CLUB SASSARI) K-1
KG 67 5X2
GIANNONI MARCO (ALIAS TEAM) batte ai punti FANTINI VALENTINO (PANZA GYM) K-1
Congediamo Luca, in calzoncini e maglietta, scalzo, pronto ad allenare i suoi atleti; gli facciamo un grosso “in bocca al lupo” per le prossime gare, augurandogli di combattere nuovamente contro il fuoriclasse della Muay Thai e magari di riuscire a strappargli il prestigioso titolo. Sara Gregorio
KG 67 3X2
MULARGIA EMANUELE (KB CAGLIARI TEAM MASALA)
KG 81 5X2
DEMONTIS FRANCESCO (JUST CLUB) batte ai punti CADINU PAOLO ( KB NUORO) THAI KG 63 5X2 NIEDDU MATTEO (NURAG THAI) batte per intervento medico MURU SAMUELE (ALIAS TEAM) THAI KG 65 5X2 KAOPON LEK batte per ko CARTA LUCA (JUST CLUB)
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Fitness e Moda luca melis
Swiss Las Vegas fight night: grande show Anche Luca Melis alla ribalta in svizzera
Tra le grandi “vedettes” c’era anche lui Luca Melis, sardo doc, unico italiano in gara. E Melis ha tenuto alto il tricolore dando spettacolo, sabato 2 agosto, a Basilea, nella terza edizione del Swiss Las Vegas Fight Night, prestigiosissimo evento europeo di thai boxe e Vale Tudo nobilitato dalla partecipazione di grandi club e team del settore e dalla presenza di numerosi Vip, politici e star dello spettacolo. Luca Melis, atleta di punta della Nova Uniao Italia (insegna e si allena alla palestra Just Club di Pirri), è tornato a combattere dopo un'assenza di oltre un anno per via di un problema al ginocchio sinistro. Per dare un’idea del suo valore e della sua quotazione internazionale, gli organizzatori hanno fatto di tutto per portarlo alla ribalta non appena hanno saputo della sua guarigione: e l’allievo diretto del Maestro Fabricio Nascimento (6 volte campione mondiale di Vale Tudo) li ha ripagati con un’esaltante prestazione.
Lo show è iniziato alle 18,30 con la presentazione degli atleti per poi proseguire con dimostrazioni e combattimenti di thai boxe. A fine serata è stata la volta dei combattimenti di Vale Tudo: è il clou ha avuto come protagonisti Luca Melis (cintura blu) e il brasiliano Marcelo Costa (cintura viola della Gracie Barra). All’inizio Costa si lancia in placcaggio su Melis che prontamente respinge e colpisce con un forte diretto; il secondo assalto di Costa è decisamente più pressante, il brasiliano riesce a chiudere e portare il combattimento al suolo. Consapevole di poter correre grossi rischi nel confronto in piedi con l’atleta sardo, il brasiliano preferisce portare il combattimento a terra, dove è più preparato, ma non ha vita facile in quanto appena proiettato al suolo, Luca Melis prontamente lo porta in mezza-guardia e attacca il braccio sinistro con “un'americana” (chiave articolare al braccio). Costa si difende con tanta forza perché la “chiave” è completamente chiusa. Melis prima di perdere la posizione esegue un “raspado” (inversione) cadendo dentro la guardia di Costa. L'atleta di casa si difende benissimo da un attacco di triangolo (strangolamento ) e di armlock (chiave di
braccio ) e subito inizia a martellare il volto dell'avversario causando una brutta ferita allo zigomo e alla arcata sopracciliare sinistra. Vedendo l'avversario in difficoltà, Luca Melis attacca subito il piede sinistro di Costa con una chiave americana, ma prontamente Costa con un'agilità fuori dal comune salta e riesce a dominare la schiena di Melis che immediatamente difende, ma si ritrova Costa in posizione montada. Costa non fa in tempo a far partire una raffica di pugni che Melis subito ribalta ma si lascia intrappolare un braccio che Costa assicura perfettamente in una chiave articolare. Melis poi si gira su se stesso per liberarsi, ma la sua posizione è troppo vicino alle corde e non gli dà la mobilità necessaria: la chiave, ormai strettissima e dolorosa, costringe il nostro atleta a battere il tatami. Vince così Marcelo Costa per sottomissione allo scadere del primo round. Ottima, comunque, la performance di Luca Melis considerato anche che appena privato del tutore al ginocchio sinistro e con meno di due settimane di preparazione è riuscito a regalare agli spettatori svizzeri un ottimo show di tecnica e di potenza.
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Fairway Magazine Sardegna Golf, Lifestyle & Pleasure Fairway nasce dall’idea di parlare e di approfondire l’argomento del golf in Sardegna. Abbiamo sposato l’idea di quanti credono che la Sardegna possa diventare in tempi brevi un polo d’attrazione per i golfisti di tutta Europa.
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di Andrea Pruneddu
Fitness e Moda wing tsun
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Stefano Galletti (a destra) durante un allenamento
Stefano Galletti, un guerriero gentile
L arte del Wing Tsun e la monaca Shaolin
A Quartu Sant’Elena, in via Botticelli, c’è una palestra il cui nome evoca furia, conflitto e un celebre libro di Chuck Palahniuk, ma ancor più il famoso film “Fight Club”: è infatti questo il nome della palestra personale, di un artista marziale, di uno dei più efficaci sistemi di combattimento: il WING TSUN. A dirigerla il maestro Stefano Galletti, classe 1974, che nonostante la giovane età vanta un considerevole curriculum “marziale”, con inizi alla tenera età di 5 anni nel Tae Kwon Do e un susseguirsi di esperienze e gradi conseguiti nella Boxe (nobile arte praticata dal padre e precedentemente da suo nonno), Pakua, Tang Lang, Jujitsu tradizionale, Jeet Kune Do, fino a giungere al Wing Tsun. Con 12 anni di esperienza nella WTOI, dove studierà con il Sifu Leung Ting, Cucciuffo, Bill Newman e altri per poi diventare il responsabile per la Sardegna presso la E.W.T.F ( European Wing Tsun Federation) del suo attuale Maestro Klaus Dingaldain, con cui ha conseguito il 3° grado tecnico superiore.
Stefano, la differenza tra la tua arte, le altre arti marziali e gli sport da combattimento. <Il Wing Tsun rientra in quell’immenso universo che prende il nome di Kung Fu e nonostante tutto si diversifica dagli altri stili per le sue origini e la sua evoluzione. Con gli sport da combattimento non ha nessun parallelo, in quanto arte marziale>. Intendi dire che le sue origini non hanno nulla a che vedere con i leggendari stili che provengono dallo studio degli animali, tipici del Kung fu? <No! Anche il Wing Tsun deve i suoi natali all’osservazione del conflitto nel mondo animale (nello specifico una Gru contro un Serpente): la sua particolarità risiede nel fatto che è uno stile di giovane ideazione, solo 350 anni di storia, ma la caratteristica più rilevante è che è stato elaborato da una donna>.
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wing tsun
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Una monaca Shaolin, se non erro. <Esattamente! Ci sono svariate leggende, quella più attendibile e che da valore di efficacia al Wing Tsun è che la monaca in questione pare abbia elaborato tale sistema per contrastare i suoi compagni monaci , durante gli allenamenti. Poiché lo Shaolin è uno stile duro, chiaramente l’impeto e la forza maschile predominavano>. C’è stata quindi un’evoluzione? <Il mondo delle arti marziali ha subito profondi cambiamenti e sono stati inventati diversi stili moderni. Anche il Wing Tsun ha dovuto rielaborare alcune delle sue metodologie in funzione di tali mutamenti>. Mi puoi fare un esempio che non sia specificatamente per addetti ai lavori? <L’esempio più attuale è l’antilotta, una necessità inserita nel sistema con la maggiore conoscenza e divulgazione del brasilian ju-jutsu>. Quindi, la modifica del sistema rispetto a altre arti marziali, o non solo? <Non propriamente, Vi è anche un analisi dell’arte nella difesa personale che avviene in strada e non necessariamente contro diverse tipologie di marzialisti, piuttosto che praticanti di sport da combattimento>.
Dalle tue parole si evince una completezza del sistema, nelle variabili del conflitto: ma il suo spirito filosofico tipico di tutte le arti marziali, in cosa risiede? <Nonostante l’amore che provo per l’efficacia del Wing Tsun, è proprio questo il lato che più ha influenzato la mia formazione come artista marziale e come uomo. I concetti Buddisti, Taoisti e Confuciani sono parte fondamentale per comprendere il Wing Tsun e per me per una maggiore consapevolezza del mio essere un marzialista, un uomo, un marito e un padre>. Con Stefano la chiaccherata è durata diverse ore, su diversi argomenti e non solo, sul panorama isolano (e non) delle arti marziali. La mia considerazione è che raramente (nonostante la mia lunga esperienza) ho trovato un maestro così giovane e pur così sereno, pacato, umile ma ancor più gentile. Una gentilezza reale e non mossa da secondi fini, merce rara in questi tempi. Non mi lascerò sfuggire l’occasione che mi ha regalato questo incontro e sicuramente inizierò una collaborazione con la mia Federazione, con questo “gentile guerriero”.
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Fitness e Moda watsu
di Sara Gregorio
Sandra Cau durante una seduta di Watsu
Immergiamoci col Watsu: una danza fluida nelle acque calde delle Terme di Sardara In questo nuovo spazio di FM Formula Motori apriamo un’altra finestra sul “giardino” variopinto del fitness, sport e benessere. Stavolta andiamo alla scoperta di un mondo totalmente acquatico, dove il benessere psicofisico la fa da padrone: e”padrona di casa” è Sandra Cau, 41 anni, insegnante esperta di nuoto e acquaticità, di ginnastica dolce anche in gravidanza. Alle Terme di Sardara, prima dell’intervista, ho il piacere di sottopormi a una seduta individuale di Watsu, ossia water shiatsu, shiatsu in acqua quindi, tra le braccia di Sandra. Cosa si intende per watsu? I movimenti del watsu riuniscono i benefici dello stretching in acqua a 34-35°C con quelli del trattamento shiatsu, un'antica arte curativa giapponese che favorisce il benessere psicofisico della persona, attraverso pressioni sui punti dei meridiani dell'agopuntura. Anche se la tecnica si esplica in modo diverso che a terra, watsu e shiatsu mantengono in comune la filosofia di fondo e gli effetti, stimolando l’energia vitale dell’organismo umano. Watsu utilizza la leggerezza che il corpo acquista in acqua per liberare le vertebre spinali, per mobilizzare le articolazioni e allungare i muscoli in modi alternativi a quelli possibili fuori dall'acqua. Movimenti ritmici, simili alla danza, sono eseguiti in armonia con il respiro, per favorire la naturale rigenerazione del corpo e della mente. Attraverso il
caldo sostegno dell’acqua riprendiamo pieno contatto col nostro corpo e torniamo ad ascoltare il nostro “io” più profondo. Mi sottopongo a una sessione di watsu anche se la giornata non è delle migliori, c’è parecchio vento fresco; siamo nella piscina esterna, pochissimo sole, e vi assicuro che l’idea di buttarmi in piscina con quel vento non mi alletta tanto. Ma la sensazione è gradevolissima entrando nell’acqua calda e, per dirla tutta, non sarei mai voluta uscire.
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watsu
Sandra Cau e il Watsu-bebé Il tuo lavoro è “stare in acqua”: da quanti anni hai iniziato? <Fin da quando avevo 5 anni, ho iniziato a nuotare e ad amare l’acqua, poi pian piano è diventato il mio lavoro. Ma soprattutto una grande passione che in più di 20 anni mi ha condotto verso la ricerca e l’approfondimento dello stare in acqua, del gioco con i bambini: ho iniziato proprio a lavorare con loro, così come un’ex agonista solitamente fa>. Hai praticato il nuoto a livello agonistico? <Si, sono un’ex agonista, ho gareggiato fino a 18 anni; sono riuscita a ottenere buoni risultati in Sardegna come ranista e delfinista. Amavo l’acqua, ma non avrei mai pensato che potesse diventare il mio lavoro>. Raccontaci la tua formazione e cos’è l’attività nello specifico. <Ho una formazione in Federazione Italiana Nuoto, sono insegnante di nuoto e di acquaticità; insegnante di ginnastica in acqua con una specializzazione per la preparazione al parto. Poi mi sono avvicinata al Watsu, quindi allo Shiatsu, perché avevo necessità di approfondire le mie conoscenze sul lavoro corporeo. Ovviamente ho portato questa mia esperienza di shiatsu e di yoga anche in acqua, in pratica tecniche di rilassamento e di stretching zen. Lavoro nel centro talassoterapico del Timi Ama Hotel a Villasimius con watsu e shiatsu; nel centro di terapia naturale Holos di Capoterra; nello “spazio piscina Himalaya” a Cagliari con una attività che promuove il watsu.
Spazio dedicato a tutti, dalle donne in preparazione al parto ai bimbi piccoli con una attività che si chiama watsu bebè dedicata ai bambini dai 3 mesi ai 4 anni in compagnia dei genitori. I bambini apprendono più velocemente tra le braccia dei genitori perché si fidano totalmente>. Una sorta di corso anche per i genitori col watsu bebè? <Si tratta di un percorso guidato; in 8 -10 lezioni i genitori sanno come tenere i bimbi in acqua; si approfondisce la relazione genitore-bambino, in quanto attraverso l’acqua migliora la comunicazione. L’acqua insegna tantissime cose, come stare con gli altri, come stare col proprio figlio. Questo, secondo me, è uno spazio bellissimo dove i genitori possono condividere il gioco con i figli, fare coccole in acqua; contemporaneamente i bambini hanno piacere di stare in acqua e apprendono più facilmente ad essere autonomi, a galleggiare da soli, ad immergersi >. Anche parto in acqua ? <No, parto in acqua no, non sono una ostetrica, mi attengo alle mie competenze. Il watsu è arrivato in Italia 20 anni fa, portato da un medico ginecologo, per la preparazione al parto, fondatore dell’associazione Watsu Italia nella quale io mi sono formata; è una “costola” del W.a.b.a., Worldwide Aquatic Bodywoork Association; organizzazione statunitense mondiale all’interno della quale il watsu è nato grazie al suo inventore Harold Dull, circa 30 anni fa. Il watsu non è destinato esclusivamente alle donne in gravidanza; va bene per tutti indistintamente>.
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Fitness e Moda watsu
Si, lo confermo! Posso dire che è stato molto piacevole. <Prima, infatti, sei stata sottoposta a una seduta di watsu individuale, un trattamento di rilassamento. Il cliente riceve passivamente dall’operatore un lavoro di stretching muscolare, di pressione sui meridiani energetici. Lavoro sull’energia; secondo la concezione orientale tutto l’universo è permeato dall’energia, compresi gli individui. L’energia passa attraverso dei canali che sono 12 principali, chiamati meridiani energetici; questo trattamento ha lo scopo di andare a rivitalizzare l’energia nei punti in cui, se così possiamo dire, si è “bloccata”; in modo che fluisca armoniosamente. Spesso accade infatti, che a causa dello stress di vita quotidiano, l’energia si blocchi in alcuni punti nel corpo; i classici punti sono le spalle, il bassoschiena, e così via. Questo tipo di lavoro attraverso pressioni particolari va a sciogliere le contratture profonde, facendo in modo che il sangue fluisca meglio, e sia in grado di portare ossigeno, quindi rivitalizzare tutti i punti del nostro corpo. Questo lavoro deve essere effettuato in acqua calda, a temperatura corporea, sui 35° circa: permette di sciogliere con le pressioni e i movimenti le contratture. Stando in acqua in questo modo lavoriamo più profondamente sul respiro, che diventa più amplificato; tutto il corpo ne beneficia, e si rilassa, lasciandosi andare. Fa bene rilassarsi, perché con un respiro più profondo, ci ossigeniamo meglio>.
Stando immersi nell’acqua, in un certo senso, ci si isola dal mondo circostante. <Si certo, e si ascolta il proprio respiro, in quanto tutto il lavoro è basato sul respiro, e dal ritmo del battito del cuore di chi opera ma anche di chi riceve. Avrai notato, ad un certo punto, che i nostri respiri andavano all’unisono, si crea proprio una empatia. Dall’unione dei respiri deriva una armonia dei movimenti, e il watsu diventa quasi una danza acquatica, perché vi è una perfetta sintonia dei movimenti dell’operatore e del cliente; naturalmente ciò avviene quando la persona è riuscita a lasciarsi andare totalmente. Il watsu può essere definito come amore fluido, amore acquatico; o anche coccole fluide, ecco perché hai avuto la sensazione di essere accarezzata e coccolata dall’acqua; l’acqua calda permette al fisico di abbandonarsi, regalando attimi di relax; permettendoci di comunicare con la parte più interna di noi stessi. Lo stress dato dalla vita frenetica che conduciamo, non è altro che un irrigidimento che si ripercuote sul nostro fisico; motivo per cui è importante rilassarsi, anche per comunicare meglio con gli altri>. E’necessaria tanta pratica per questa disciplina? <Certo, è compito dell’operatore far distendere il cliente. Tanti anni di studio e di pratica. E’ un lavoro di fiducia; ci si deve affidare nelle braccia dell’operatore che ci guida durante la seduta. Mettere la persona a proprio agio, nelle condizioni migliori per rilassarsi, questo è il nostro compito: e la pratica come la teoria è fondamentale>.
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watsu
Il watsu a livello fisico quali benefici apporta? <Va bene per tutti indistintamente, dai 3 mesi fino ai 100 anni. A livello fisico si lavora sulla mobilità articolare. La tensione si accumula nelle spalle, nel collo, a livello vertebrale; il movimento delle anche, delle ginocchia e delle caviglie è importantissimo, perché quando camminiamo il movimento si propaga dalla pianta dei piedi sino al capo, alle ultime vertebre cervicali. Ogni blocco si ripercuote sull’intero fisico a livello articolare, muscolare e viscerale. Lavorare in acqua calda apporta un beneficio a livello articolare, ma serve anche per lo stretching muscolare; se il muscolo è elastico anche le articolazioni ne giovano>. Una disciplina ancora poco conosciuta? <In Italia inizia a farsi strada, e devo dire con molta soddisfazione anche in Sardegna, perché è da 5 anni che faccio molta promozione, pubblicità. In particolare a Cagliari è da 3 anni che promuoviamo questa attività, attraverso un corso chiamato “Spazio piscina Himalaya” in una palestra con annessa piscina, a Su Planu: con le attività di cui parlavo prima per la donna in gravidanza, per l’accompagnamento al parto, i bebè con watsu bebè, e poi con l’attività chiamata watsu promotional dove tutti, a qualsiasi età, possono partecipare e provare il rilassamento acquatico; in 1 ora e mezzo di lavoro di gruppo, le persone hanno la possibilità di lasciare alle spalle stanchezza e tensione>. A Cagliari ci sono dei corsi di formazione di watsu? <A Cagliari abbiamo una scuola di formazione, per apprendere questa tecnica ci vogliono almeno 3 anni di scuola, sono 600 ore di formazione; a breve diventeranno 1.200 ore perché andiamo incontro alla normativa europea per il riconoscimento della figura del terapista bionaturale del quale il watser, ossia l’operatore di watsu, ne farà parte. In qualsiasi caso i corsi a livello nazionale sono sempre attivi, si può andare sul sito di Watsu Italia per trovare il calendario dei corsi, dove chiunque può chiedere di parteciparvi. Ho parlato di comunicazione, e di creare contatto con la parte più profonda di noi stessi, che spesso dimentichiamo di avere; perché solitamente siamo più propensi verso la parte razionale piuttosto che verso la parte sensibile, ed è di questa che abbiamo bisogno, come di una bussola che ci dà il giusto orientamento>. Hai fondato l’associazione Arcu de Chelu: di cosa si occupa? <L’ho fondata 2 anni fa, era un sogno nel cassetto che avevo da tanto tempo, perché mi premeva portare in Sardegna questo genere di esperienze. Sono sempre stata tra l’Italia e la Svizzera per studiare e frequentare vari i corsi. "Arcu de chelu" è una associazione culturale, senza fini di lucro. Promuove la conoscenza e la diffusione non solo delle attività acquatiche più note, come il nuoto o l’acquagym, ma di
tutte quelle pratiche di lavoro corporeo, sia in acqua che a terra, che stimolano l’energia vitale degli individui e ne favoriscono il benessere sotto il profilo psicofisico, in particolare la pratica di Watsu, Woga, ossia yoga in acqua. Poi una serie di attività a terra come il Tantsu, ossia la trasposizione a terra del watsu. Nel tantsu si riuniscono i principi e i benefici del Watsu (water-shiatsu) e dello stretching-zen in un massaggio nel quale il contatto, che è alla base dei più antichi metodi di guarigione, ha un’importanza fondamentale; Shiatsu, che si basa sulla pressione perpendicolare, mantenuta e costante del pollice, delle dita, del palmo, del pugno e del gomito, esercitata lungo il tragitto dei meridiani energetici o su aree specifiche del corpo; lo Yoga, attraverso stretching muscolare, consapevolezza del respiro e meditazione per raggiungere il benessere psicofisico; lo Stretching zen, con il quale si allena il corpo a sviluppare la capacità di muovere e rigenerare il Qi, la nostra energia vitale, attraverso il lavoro sulla forma (le posizioni di allungamento) e con esercizi di respirazione; infine, tecniche di Bodywork Acquatico e non, che ne sono affini. L’associazione promuove ed organizza stage e corsi di formazione e di aggiornamento per fornire i più adeguati ed efficaci strumenti di studio, ricerca e formazione tecnica, rivolgendosi a chi vuole avvicinarsi a queste pratiche. "Arcu de chelu" che in lingua sarda significa: “arcobaleno”, ha la sede sociale in Cagliari e opera in Sardegna con l'obiettivo di porsi come ponte, tra l'Isola e il resto del mondo, tra individuo e individuo, tra uomo e donna, tra gli esseri umani e il resto della natura>. In futuro cosa ti piacerebbe fare? <Mi piacerebbe possedere una piccola struttura con una piscina multifunzionale dove si possa avere acqua a temperatura corporea tutti i giorni, per accogliere le persone che desiderano ricevere watsu, persone che hanno problemi fisici e motori, perché watsu è realmente terapia in questo senso; terapia nel senso etimologico del termine, deriva dal greco e significa “prendersi cura di”; entrare in profondo contatto con l’altro e stare in ascolto. Nella mia esperienza ho potuto constatare che a volte le persone stanno male perché non hanno spazi d’ascolto>. Ci sono molti operatori watsu in Sardegna? <Non molti, io sono l’unica sarda, ci tengo a dirlo, operatrice qualificata. In Italia ce ne sono abbastanza, anche se non tantissimi. Mi preme dire ai lettori una cosa: state attenti quando richiedete sessioni di watsu, o di rilassamento in genere, anche nei centri benessere qualificati; richiedete sempre la qualifica dell’operatore e accertatevi che abbia un tesserino di riconoscimento, che sia iscritto a un albo professionale>.
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Fitness e Moda Capoeira
di Francesca Savona
Capoeira: dal Brasile con ritmo e magia
La lotta ancestrale degli schiavi africani Assistere ad una roda di Capoeira, l'antica lotta brasiliana, è uno spettacolo affascinante: due contendenti si sfidano con calci e movimenti spettacolari, incitati da persone festanti che suonano e cantano su ritmi frenetici le cui origini si perdono nel tempo. La storia di questa disciplina è difficile da tracciare con certezza: sappiamo che trae le sue origini dalla mescolanza di rituali di lotta e danza di alcune tribù africane già colonie dei portoghesi, catturate e fatte schiave in massa per essere deportate in Brasile. I colonizzatori portoghesi, per impedire qualsiasi forma di aggregazione tra i prigionieri, impedirono la pratica di questo stile di difesa rendendola illegale, ma gli schiavi continuarono a praticarla dissimulando la lotta con la danza.
I primi documenti che parlano di Capoeira risalgono al 1624; nel corso dei secoli si evolve dando vita a due scuole di pensiero distinte: la Regional e l'Angola. Il nome di quest'ultima ha origine dallo Stato africano da cui proveniva la maggior parte degli schiavi deportati. La Capoeira Regional è più legata agli aspetti originali e rituali della Capoeira: è caratterizzata, infatti, da movimenti lenti e più vicini al suolo, il “jogo” dura più a lungo ed enfatizza il dialogo fra i due corpi, l'estetica e la ritualità dei movimenti, le strategie e le tattiche. L'origine dell'Angola riprende, invece, alcune tecniche derivate dalle arti marziali orientali per restituire alla Capoeira la sua valenza specifica di lotta, introducendo tra le altre cose un metodo di insegnamento
sistematico; tutto questo enfatizza la verticalità e l'agonismo del jogo praticato a un ritmo più rapido. Attualmente è riduttivo parlare di due filoni della Capoeira: ogni gruppo, ogni Mestre, ogni palestra sviluppa un proprio peculiare stile, a favore della versatilità e delle mille sfaccettature di questa magnifica disciplina. Per capire le differenze tra i due stili è necessario citare le parole di mestre Reginaldo Veio: <nella Capoeira Angola c’è la dimensione del mistero, dei simbolismi e dei rituali, gli archetipi, la dimensione esoterica. E nella Capoeira Regional, la manifestazione più urbana e recente, più sport che filosofia di vita, c’è il lato esoterico che, sebbene sprovvisto della bellezza di molti movimenti e motivi essenziali, incanta tutti>.
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capoeira
Le regole della roda e gli strumenti Non esistono regole codificate: il berimbau, lo strumento a corda, i pandeiros (piccoli tamburi) e il mestre dettano il ritmo (più di cento differenti toques) del gioco, chiamando in causa i giocatori, interrompendo la roda se diventa troppo aggressiva o permettendo di comprare la roda, ossia di inserirsi tra i giocatori della roda prendendo il posto di uno dei due. Il contatto tra i giocatori non è regolamentato da norme precise ma esiste un codice di comportamento non scritto basato sul rispetto dell'avversario e determinato dal contesto e dall'abilità dei capoeiristi: i colpi nella maggior parte dei casi non vengono portati a segno, perciò se un giocatore viene sorpreso scoperto, il colpo viene accennato per dimostrare che in effetti era possibile colpire. Esistono anche scuole dove vengono insegnate tecniche in cui un giocatore scoperto viene
effettivamente colpito. E’ comunque molto importante rendersi conto, quando si vuole entrare nella roda, del contesto e dello stile dell’altro giocatore, nonché delle proprie possibilità di confrontarsi con lui. Molto spesso un giocatore molto più abile dell'altro si accontenta di mostrare la sua superiorità senza colpire fisicamente il compagno. Per questo motivo la Capoeira viene vissuta e praticata più come una filosofia di lotta e difesa, un'arte marziale nel pieno rispetto dell'avversario, piuttosto che uno sport orientato all'agonismo puro e al prevaricamento sull'altro. Questo aspetto emerge al termine di ciascuna roda: i giocatori che si sono appena sfidati si abbracciano e si stringono la mano in segno di stima e fair play, senza nulla togliere all'allegria o all'impegno della competizione.
Mestre Vicente Ferreira Pastinha E’ considerato il custode della capoeira Angola. Originario della città di Salvador è stato un uomo di grande talento che ha dedicato gran parte della sua vita all’insegnamento di quest’arte afro-brasiliana, fondando nel 1941 la CECA (Centro Esportivo de Capoeira Angola). Nel 1964 Mestre Pastinha pubblicò il libro “Capoeira Angola” e incise un disco con ritmi e canti tradizionali di Capoeira Angola. Diffuse il proprio gruppo di Capoeira in tutto il Brasile e nel 1966 rappresentò la sua nazione al primo Festival mondiale di arte nera in Senegal.
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Fitness e Moda capoeira
Capoeira in Sardegna: una bella realtà A Cagliari esiste un folto gruppo di giocatori nonostante la Sardegna sia stata una delle ultime regioni a dare spazio all’antica lotta brasiliana a causa della mancanza di palestre in cui praticarla. La prima scuola di Capoeira nata a Cagliari nel 2000 è Malta dos Zuavoz: l’associazione sarda è affiliata all’Associazione di Capoeira Lenço de Seda con sede in Brasile. Il gruppo pioniere di questa disciplina ha raccolto inizialmente i pochi appassionati che si allenavano sulla spiaggia del Poetto in attesa di una struttura adeguata e nell’arco di otto anni è riuscito a radicare la pratica con grandi risultati. Oggi la città conta numerosissimi giocatori: l’attività si è diffusa ampiamente in altre palestre di Cagliari e nel territorio regionale. La Capoeira in Sardegna è finalmente una realtà affermata e riconosciuta come valore culturale e storico, oltre che strettamente legata all’attività sportiva-agonistica. Diego, l’istruttore che guida con gran-
de preparazione il gruppo, è un ragazzo brasiliano, figlio di mestre, che ha iniziato da bambino a praticarla. Descrive la Capoeira come un dialogo tra due corpi che, pur non conoscendosi, potrebbero giocare una roda in qualsiasi parte del mondo e parlare attraverso la lotta: questa sintonia priva di parole si sviluppa in modo del tutto naturale tra i giocatori che praticano l’Angola. Il jogo diventa quindi una conversazione ascendente che non trova un punto d’arrivo ma è sempre in divenire, così come le parole sono un punto di partenza che mutano di continuo. Attraverso i suoi occhi leggo una passione antica e intuisco un grande amore, difficile da percepire nella sua interezza: la Capoeira non si può raccontarla, bisogna viverla. Il successo di questa atavica disciplina risiede nelle sue origini antiche e misteriose: è una dimensione ancestrale, festosa, magica.
MALTA DOS ZUAVOZ Malta Dos Zuavoz organizza corsi per principianti e bambini: uno dei progetti cardine del gruppo è proprio l’inserimento dei più piccoli nella pratica della Capoeira. L’approccio ludico caratterizza infatti un momento dedicato a loro, con una ricca pianificazione anche nelle scuole. Il giovane istruttore brasiliano Diego sostiene che una roda, per essere veramente bilanciata, deve accogliere anziani, giovani, uomini, donne e almeno un bambino!
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Fitness e Moda andrea pruneddu Arti marziali: che allievo sono? In 20 anni di studio e 10 di insegnamento nelle arti marziali, ho assistito infinite volte al dilemma nella scelta di un’arte marziale, piuttosto che di uno sport da combattimento. Tenterò di chiarire quali sono le tipologie delle persone che decidono di avvicinarsi, in funzione delle proprie esigenze, a questo fantastico mondo delle arti marziali e degli sport da combattimento. Le tipologie delle persone che decidono di apprendere un’arte marziale o uno sport da combattimento sono a grandi linee riassumibili
in tre categorie: l’ego-combattente, il filosofico-guerriero, il socialeassassino. Ma tutti e tre con un denominatore comune, il desiderio di imparare a combattere per la propria incolumità fisica, che diventa ed è in realtà il motivo più alto a prescindere dalla scelta, visto che si inizia con il desiderio di imparare a difendersi e si giunge (si spera!) a una maggiore consapevolezza di se stessi e una accresciuta sicurezza rispetto al mondo che ci circonda.
L’ego-combattente
Il filosofo-lottatore
Il sociale-guerriero
E’ un individuo che attraverso lo studio delle arti marziali e sport da combattimento, indistintamente, cercherà di dimostrare a se stesso e agli altri, che la sua arte e se stesso sono elementi di forza e di efficacia, e così via. E’ una persona le cui capacità di osservazione e di sviluppo del sistema scelto, oltre che di valutazione dell’universovita, saranno limitate alle risposte del proprio smisurato ego. Questa tipologia di allievo, in un’arte marziale o altro, non darà mai reale gratificazione a un serio e reale Maestro o Istruttore, in quanto l’uno è sempre conseguenza dell’altro e viceversa; una tragedia di pura idiozia!
Sono quasi sempre persone con un misticismo intrinseco e nella scelta di un arte marziale e quasi mai di uno sport da combattimento, saranno più interessate a tutto ciò che è complementare all’arte scelta, piuttosto che alla sua reale efficacia in combattimento. Sono persone che dicono a se stessi una bugia e che al tempo stesso danno valore e bellezza all’arte scelta. In alcuni casi, resa propria la natura spirituale dell’arte (e non perché così dice il maestro), entreranno in uno stadio di approfondimento di ciò che è un’arte marziale, ossia Arte della Guerra, diventando dei temibili guerrieri.
E’ fuor di dubbio che è il mio allievo preferito e l’ideale di individuo che consapevolmente fa la scelta di un arte marziale o di uno sport da combattimento. Si tratta semplicemente di un individuo moralmente, socialmente formato, il cui unico intento, all’origine della sua scelta, è dato solo ed esclusivamente dal desiderio di imparare a difendere se stesso e preservare l’incolumità fisica del prossimo. Sarà quell’allievo che inizierà con simile intento e che giuntovi non si allontanerà dalla disciplina ma la farà diventare la sua seconda natura in un forte sentire di appartenenza a un gruppo, con ludicità e reale spirito guerriero.
In conclusione: auspico da sempre che un giusto equilibrio e le influenze di tutti e 3 i generi siano intrinseche in chi si appresta alla difficile scelta di uno stile, una scuola ma, cosa ancor più importante, di un Maestro. A tutti gli appartenenti a una delle 3 tipologie, dico che il mondo delle arti marziali e sport da combattimento è complesso e presenta verità e menzogne, spesso fatto di cialtroni: ma se ponderato intelligentemente nella scelta, è un universo di verità e bellezza sconfinata come tutte le arti. Buon allenamento! Andrea Pruneddu
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