V i a S e r r a l u n g a 2 7 - 1 3 9 0 0 B i e l l a - I t a l y - t e l . + 3 9 0 1 5 2 8 4 0 0 - f o n d a z i o n e p i s t o l e t t o @ c i t t a d e l l a r t e . i t - w w w. c i t t a d e l l a r t e . i t
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uesta pubblicazione accompagna le visite in Cittadellarte oppure è distribuito nei molti incontri, conferenze, programmi e iniziative a cui partecipiamo, al fine di consegnare una sintetica presentazione che racconti che cosa siamo e che cosa facciamo insieme alla rete sempre più articolata nel mondo del Terzo Paradiso/Rebirth. Che cos’è Cittadellarte? È la sede originaria del progetto del Terzo Paradiso; il luogo dove fare esperienza di un modo di vivere fondato sulla visione rappresentata da questo simbolo, cioè: la costante ricerca di un equilibrio trinamico tra opposti, che assuma le ragioni di entrambi i fenomeni di partenza, diversi o contrari (dunque, non si parte dall’uno, ma per lo meno dal due) e le rielabori in un nuovo fatto, che prima non esisteva. Rimandiamo al testo “Omniteismo e Democrazia” di Michelangelo Pistoletto per un’articolata trattazione del tema e continuiamo a rispondere al quesito di partenza su che cosa sia Cittadellarte. Ogni attività a Cittadellarte fa parte di un laboratorio di ricerca e di pratica della Trinamica. Sia a Biella, sia nei nodi delle reti che generiamo o a cui partecipiamo, nasce spontaneamente la domanda: come poter contribuire e prendere parte a questo movimento? Coinvolgendosi direttamente in prima persona, in forme e modi diversi, praticando una o più delle seguenti attività, in ordine di intensità crescente: • visite guidate di breve durata finalizzate a un primo contatto con Cittadellarte, le sue radici, i suoi luoghi e le sue attività, in vista di ritornarvi per praticare una delle altre forme di coabitazione e partecipazione, • s oggiorni brevi di uno o alcuni giorni dedicati a conoscere e sperimentare direttamente nella pratica alcune declinazioni e applicazioni dei principi del Terzo Paradiso partecipando ai programmi delle Terme Culturali, i cui trattamenti sono finalizzati a risvegliare ed esercitare sensibilità e facoltà connesse alla creazione intesa come funzione dell’equilibrio tra opposti (vedi Trinamica), • l a partecipazione a una scuola articolata per moduli residenziali settimanali che possono comporre un percorso di studi pluriennale autodefinito dallo studente stesso secondo i propri specifici bisogni e interessi, • forme di coworking che implicano il domicilio della propria attività lavorativa, oppure, infine, per chi opera altrove, • diventare Ambasciatori di Cittadellarte e del Terzo Paradiso nel proprio territorio, portandone la visione di fondo e sperimentando come possa svilupparsi nell’implicazione con le specificità locali. Quest’articolazione permette di incontrare tutte le attività e i progetti di Cittadellarte, alcuni dei quali sono oggetto degli articoli nelle pagine di questa pubblicazione, ma, scegliendo di raccontare che cosa sia Cittadellarte attraverso i modi di prendervi parte, poniamo l’accento sui concetti di ospitalità radicale e organizzazione della partecipazione. In particolare, prima di concludere e lasciare i lettori ad approfondire gli argomenti nelle pagine seguenti, non posso evitare di spendere due parole sul tema dell’organizzazione. Il primo decennio del nuovo millennio ha visto la tensione ad affrontare lo smarrimento e l’angoscia della “fine dell’illusione del progresso senza limiti”, attraverso la diffusione delle attività di mappatura delle buone pratiche. Oggi, acquisita la consapevolezza di quanto numerose e quanto portatrici di effettivi valori siano queste esperienze in atto, dobbiamo rispondere alla sfida di come connettere e organizzare il patrimonio e il potenziale che esse rappresentano. Uso spesso la metafora del cervello per descrivere questo momento storico: le diverse buone pratiche sono come dei neuroni, singolarmente capaci di un’attività di grandissima qualità; ma il corpo sociale necessita di un
rebirth forums p.2
Cittadellarte il cervello sociale e le vie immanenti dell’ospitalità radicale
sistema interconnesso e funzionante. Occorre stabilire connessioni, sinapsi. Le idee fanno proprio questo, nel nostro cervello. Nello stesso modo, al corpo sociale occorrono idee che permettano alla “chimica dei neuroni” di svilupparsi. Queste idee, però, possono svanire, e le sinapsi costitutive possono perdersi. Un modo per ritenere le idee è caricarle di portato emozionale, ossia della nostra vita psichica profonda e complessa; quale può essere, dunque, al livello sociale l’elemento corrispondente all’emozione individuale che fissa le sinapsi e le trasforma in strutture neuronali e circuiti acquisiti, ottenendo così l’aumento dell’intelligenza e del potenziale del soggetto? Io penso che un’interessante ipotesi sia quella che stiamo sperimentando a Cittadellarte con i Forum e i Cantieri Rebirth, attivati a Cuba, Milano, Parma e, con tutte le specificità, nella stessa città di Biella. I Forum e i Cantieri, che nascono dall’esperienze fatte nei decenni passati da Cittadellarte, creano connessioni tra best practices individuali, i “neuroni”. Proseguendo nella metafora, ciò che corrisponde al portato emozionale nel singolo, si promuove nel corpo sociale attraverso il Simbolo e le sue narrazioni, all’idea del Terzo Paradiso/ Rebirth e della Trinamica e, ancora più praticamente, attraverso i Tavoli di lavoro dei Forum e i loro strumenti (format di progetto, pubblicazioni, app attualmente allo studio e altri). Si tratta di una grammatica della demopraxia (come abbiamo accennato su queste stesse colonne negli anni precedenti) che rappresenta il fulcro della ricerca e dell’attività di sperimentazione di Cittadellarte. Infine questa grammatica, diventata il linguaggio con cui esprimere e comunicare l’idea, si consolida come circuito neuronale plastico acquisito in modo permanente al corpo sociale, soprattutto attraverso le vie di un’ospitalità radicale che genera l’atmosfera in cui le attività trovano luogo: queste vie sono le pratiche immanenti della Spazialità1, dell’Ascolto, della Convivialità, del Rispetto, dell’Accoglienza, del Lavoro, dell’Innovazione, della Trasformazione e dell’Arte. Paolo Naldini, Direttore Cittadellarte - Fondazione Pistoletto*
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his publication accompanies the visits to Cittadellarte and the many meetings, conferences, programmes and initiatives we participate in, in order to deliver a synthetic introduction telling what we are and what we do together with the more and more globally articulated network of the Third Paradise/Rebirth. What is Cittadellar te? It is the original seat of the Third Paradise project; the place where to experiment a way of living founded on the vision represented by this symbol, i.e. the constant research for a trinamic balance between opposites which assumes the reasons of both the starting phenomena, different and opposite (we don’t therefore begin from one, but at least from two), and elaborates them into a new fact, which didn’t exist before. Please refer to Michelangelo Pistoletto’s essay “Omnitheism and Demoracy” for a complete dissertation on the theme, while we carry on answering the initial question of what Cittadellarte is. Every activity in Cittadellarte is part of a laboratory of research and practice of Trinamics. Both in Biella and in the nodes of the networks we generate or participate in, the question arises spontaneously: how to contribute or be part of this movement? Getting directly involved in first person, in dif ferent forms and ways, practising one or more of the following activities, in order of increasing intensity: • s hort guided tours establishing a first contact with Cittadellarte, its roots, its spaces and its activities, in view of returning to practice one of the other forms of cohabitation and participation; • short stays of one or a few days dedicated to familiarize oneself with and directly experimenting in practice some of the declinations and applications of the principles of the Third Paradise taking part in the programmes of the Terme Culturali, whose treatments aim at awakening and exercise sensibilities and faculties connected to a creation intended as function of a balance between opposites (see Trinamics);
1. Treccani, vocabolario on line. Spazialità s. f. [der. di spaziale]. – 1. Il fatto, la caratteristica di essere spaziale, ossia posto, collocato nello spazio. 2. Nel linguaggio della critica d’arte, l’insieme degli effetti di spazio dell’architettura e delle arti figurative, che presentano caratteri proprî nelle diverse epoche e correnti artistiche: per es., la rappresentazione di uno spazio indefinito (per es., s. bizantina) o di uno spazio illusorio (s. barocca), con particolare riferimento alle rappresentazioni di carattere pittorico (per es., s. atmosferica, s. luminosa), più che a quelle fondate sulla misura e la valutazione oggettiva dello spazio.
Foto: Performance del Terzo Paradiso. Milano, piazza Duca D’Aosta, 21 marzo 2016. Photo: Third Paradise performance. Milan, piazza Duca D’Aosta, 21st March 2016.
• t he participation in a school structured in weekly residential modules which can be combined into a mult y-year course of studies defined by the students themselves according to their specific needs and interests; • forms of coworking implying one’s actual or official place of work; • becoming Ambassadors of Cittadellarte and of the Third Paradise in one’s own territory, spreading its basic vision and experimenting how it could develop in implications with the local specifities. This diversification creates access to all Cittadellarte’s activities and projects, some of which are the topics of the articles in this publication, but, having chosen to tell what Cittadellarte is through the ways of participating in it, we stress the concept of radical hospitality and organization of participation. In par ticular, before concluding and leaving the reader to delve into the topics on the following pages, I can’t help saying something on the theme of organization. The first decade of the new millennium saw the tension in facing the sense of loss and the anxiety associated with the “end of the illusion of a limitless progress”, through the diffusion of the activity of mapping good practices. Today, having gained awareness of how many and how ef fective in generating values these ongoing experiences are, we have to accept the challenge of how to connect and organize the heritage and the potential they represent. I often use the metaphor of the brain to describe this historical moment: the different good practices are like neurons, individually capable of an activity of the highest quality; but the social body needs an interconnected and functioning system. It is essential to establish connections, synapses. That’s exactly what ideas do in our brain. In the same way, the social body needs ideas allowing the “neuronal chemistry” to develop. These ideas can however vanish, and
the social brain and the immanent paths of radical hospitality the constitutive synapses can be lost. A way to retain ideas is to charge them with emotional significance, i.e. with our deep and complex psychic life; on a social level, what is then the element corresponding to the individual emotion which fixes the synapses and transforms them in neuronal structures and set circuits, thus increasing the intelligence and the potential of the subject? I think that one interesting hypothesis is the one we are experimenting in Cittadellar te, with the Forums and the Rebirth Working Sites activated in Cuba, Milan, Parma and, with its specificity, in Biella itself. The Forums and the Working Sites, born from the experiences Cittadellarte has had in the past decades, create connections between individual best practices, the “neurons”. To carry forward the metaphor, what corresponds to the emotional range of the individual is enhanced in the social body, thr ough the S ymbol and its narrations, to the idea of the Third Paradise/Rebir th and of Trinamics and even more concretely, through the Work Tables of Forums and their instruments (project formats, publications, apps currently being studied and others). It is a grammar of demopraxy (as we mentioned on the pages of this same publication from the recent years) which represents the focus of Cittadellarte’s research and experimental activity. Finally, this grammar, become the language with which to express and communicate the idea, consolidates itself as a plastic neuronal circuit permanently acquired by the social body, mainly through the paths of a radical hospitality that generates the atmosphere in which the activities take place: these paths are the immanent practices of Spatiality1, Attention, Conviviality, Respect, Acceptance, Labour, Innovation, Transformation and Art.
ambasciate terzo paradiso/ rebirth p.4
la mela reintegrata p.5
unidee p.8
POLITICS OF AFFINITIES p.9
Paolo Naldini Director Cittadellarte - Fondazione Pistoletto*
1. Treccani,
on line vocabulary. Spatiality n. f. [der. of spatial] – 1. The fact, the characteristic of being spatial, i.e. located, situated in the space. 2. In the language of art critique, the group of space effects of architecture and figurative arts, which present specific features in different historical periods and artistic trends: e.g. the representation of an indefinite space (e.g. Byzantine s.) or of an illusory space (Baroque s.), with particular reference to the representations of a pictorial nature (e.g. atmospheric s., bright s.), rather than the ones based on measurement and objective evaluation of the space.
cittadellarte fashion b.e.s.t. studios
er info sugli autori e i contributi vedi pagina 15. *P
p.13
For info about authors and contributors see page 15.
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1st Rebirth forum - GEOGRAFIAS DE LA TRASFORMACIÓN
2016
Rebirth Forums
The 1st Rebirth Forum. GEOGRAFIAS DE LA TRASFORMACIÓN
realizzato da / realized by Cittadellarte - Fondazione Pistoletto (Biella, Italy ) in collaborazione con / in collaboration with Cuban Rebirth Embassy - Galleria Continua
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l 1° Rebirth Forum, dal titolo Geografias de la Transformación, si è tenuto a Cuba dal 24 al 26 novembre 2015. Il 16 dicembre 2014 era stato realizzato dall’Ambasciata Cubana Rebirth - Galleria Continua, il simbolo di Rebirth - Terzo Paradiso sul mare di Cuba grazie alle barche dei pescatori schierate a formare il simbolo del triplo cerchio di fronte a Malecon. Il giorno successivo, il 17 dicembre, veniva annunciata l’intesa tra il Presidente degli U.S.A. Barak Obama e il Presidente di Cuba Raul Castro, su una ripresa delle relazioni fra i due Paesi. Questa è la premessa che ha condotto Cittadellarte a progettare e realizzare all’Avana un cantiere di arte e politica aperto a tutti i cittadini, coinvolgendo scuole, università e istituzioni pubbliche. Cuba è stata per sessant’anni all’attenzione del mondo come punto nevralgico e specchio di una contrapposizione socio-economico-politica e culturale che ha diviso il Pianeta attraverso la Guerra Fredda. Proprio in un momento in cui avviene il riallacciamento dei rapporti con gli Stati Uniti, Cuba assume una posizione centrale nel contesto mondiale in ragione di quella che può essere la sua evoluzione. Si è resa perciò urgente la necessità di sviluppare un inedito equilibrio che prenda il posto della precedente contrapposizione. Alla luce di questi fatti, un’attività in cui arte e politica lavorano insieme è diventata essenziale al fine di sviluppare una prospettiva di sostenibilità a livello globale. Arte e politica sono infatti due elementi che si possono unire a formare un terzo elemento che costituisca una realtà completamente nuova a cui l’intero mondo auspica. In particolare questo nuovo incontro tra gli Stati Uniti e Cuba potrebbe avviare i due paesi su un cammino verso soluzioni innovative ed equilibrate che si diffondano al di là di tutti i confini ispirando pratiche sostenibili e ri-evoluzionarie. In tale prospettiva il concetto di Rebirth unisce due elementi essenziali: l’arte come facoltà creativa e la politica come arte del governare, che coinvolge tutti i settori della vita sociale.
Secondo il principio della Trinamica enunciato da Michelangelo Pistoletto il triplo cerchio rappresenta la generazione di un nuovo equilibrio (cerchio centrale) che avviene nell’interazione di forze contrapposte (i due cerchi esterni). “La Trinamica è la dinamica del numero tre. È la combinazione di due unità che dà vita a una terza unità distinta e inedita. Il triplo cerchio è simbolo di nascita e rinascita, che avviene per composizione fortuita o voluta di due soggetti, oggetti o concetti, come il polo positivo e il negativo che producono l’elettricità, come il maschile e il femminile che generano una nuova persona, come ossigeno e idrogeno che producono l’acqua e come il totalitarismo e l’anarchia tra cui si sviluppa la democrazia.” (Michelangelo Pistoletto) Nel simbolo trinamico il cerchio centrale è il grembo procreativo della nuova società e a Cuba questo simbolo può rappresentare la nazione come culla di una rinascita. Con il 1° Rebirth Forum si è inaugurato dunque un workshop di arte e politica (Cantiere) a L’Avana che, partendo da specifiche caratteristiche e necessità locali, indirizzerà i vari conflitti e tensioni verso potenziali soluzioni attraverso un concreto gioco di equilibri. La lista dei Development Goals delle Nazioni Unite ha costituito l’asse degli argomenti affrontati ed è stata considerata la base di un possibile impegno di sviluppo futuro nella collaborazione tra l’Ambasciata Rebirth, il Governo e la cittadinanza di Cuba, mantenendo un costante dialogo con istituzioni universitarie e governative e interazioni con UNIDEE - Università delle Idee di Cittadellarte. É previsto un secondo incontro del Forum nell’autunno 2016 (22-24 novembre) finalizzato a un confronto sull’operato del Cantiere e all’aggiornamento del programma, anche in connessione con la rete delle altre Ambasciate Rebirth nel mondo. Paolo Naldini, Direttore di Cittadellarte - Fondazione Pistoletto
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he 1st Rebirth Forum, called Geografias de la Transformación, was held in Cuba from 24th to 26th November 2015. On 16th December 2014, fishermen’s boats arranged to create a triple circle had outlined the symbol of Rebirth - Third Paradise on the sea off the coast of Malecon, a project by the Cuban Rebirth Embassy - Galleria Continua. The following day, 17 th December, the agreement between the president of the USA Barak Obama and the president of Cuba Raul Castro on a resumption of diplomatic relations between the two countries was announced. This is the premise which led Cittadellarte to plan and realize a working site of art and politics open to all citizens in Havana, involving schools, universities and public institutions. For sixty years Cuba attracted the world’s attention as a hotspot and mirror of a social, economic, political and cultural conflict that divided the planet in what was known as the Cold War. At a moment in which a resumption of relations with the United States is taking place, Cuba assumes a central position on the world stage because of the possible evolution of the situation. There is an urgent need to develop a completely new balance that will replace the previous juxtaposition. In the light of this facts, an activity in which art and politics work together has become essential in order to develop a perspective of sustainability at a global level. Art and politics are in fact two elements which can be joined to form a third element constituting a completely new reality the whole world is hoping for. In particular, this new encounter between the United States and Cuba could start the two countries on a path towards innovative and balanced solutions spreading beyond all borders inspiring sustainable and re-evolutionary practices. In this perspective the concept of Rebirth joins two essential elements: art as a creative power and politics as the art of governing, which involves all sectors of social life. According to the principle of Trinamics as stated by Michelangelo Pistoletto, the triple circle represents the generation of a new equilibrium (the central circle) that emerges from the interaction of opposing forces (the two outer circles). “Trinamics is the dynamics of the number three. It is the combination of two units that gives rise to a third new and distinct unit. The triple circle is a symbol of birth and rebirth, which takes place through the fortuitous or deliberate combination of two subjects, objects or concepts, like the positive and negative poles that produce electricity, like the male and female that come together to generate a new person, like the fusion of oxygen and hydrogen to produce water and like the extremes of totalitarianism and anarchy between which democracy has developed.” (Michelangelo Pistoletto) In the trinamic symbol, the central circle is the procreative womb of the new society and in Cuba this symbol can represent the nation as a cradle of rebirth. The 1st Rebirth Forum has therefore opened a workshop of art and politics (Working Site) in Havana, which, starting from the specificity of the local traits and needs, will lead conflicts and tensions towards potential solutions through a concrete play of balance. The United Nations’ list of Sustainable Development Goals forms the main axis of the subjects that will be tackled, and has been considered as the basis for a possible commitment to future development through a collaboration between the Rebirth Embassy and the government and citizens of Cuba, keeping a constant dialogue with university and government institutions and an interaction with Cittadellarte’s UNIDEE - University of Ideas. There will be a second meeting of the Forum in Autumn 2016 (22nd to 24th November) with the view of discussing the work of the Working Site and updating the programme, even in connection with the network of the other Rebirth Embassies in the world. Paolo Naldini, Director of Cittadellarte - Fondazione Pistoletto
Development goals delle Nazioni Unite:
United Nations’ Development goals
1. Sconfiggere la povertà 2. Sconfiggere la fame 3. Buona salute 4. Istruzione di qualità 5. Parità di genere 6. Acqua pulita e servizi
1. No poverty 2. Zero hunger 3. Good health and well-being 4. Quality education 5. Gender equality 6. Clean water and sanitation 7. Affordable and clean energy 8. Decent work and
igenico-sanitari rinnovabile e accessibile 8. Buona occupazione e crescita economica 9. Innovazione e infrastrutture 10. Ridurre le diseguaglianze 11. Città e comunità sostenibili 12. Utilizzo responsabile delle risorse 13. Ridurre le problematiche sul clima 14. Utilizzo sostenibile del mare 15. Utilizzo sostenibile della terra 16. Pace e giustizia 17. Partnership per lo sviluppo sostenibile 7. Energia
economic growth innovation and infrastructure 10. Reduced inequalities 11. Sustainable cities and communities 12. Responsible consumption and production 13. Climate action 14. Life below water 15. Life on land 16. Peace, justice and strong istitutions 17. Partnerships for the goals 9. Industry,
2° Rebirth forum - LA MELA REINTEGRATA
2016
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Il 2° Forum Rebirth. The 2nd Rebirth Forum. LA MELA THE REINTEGRATED REINTEGRATA APPLE Al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano tre giorni di confronto e dibattito sull’innovazione responsabile e sostenibile
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l 17 marzo 2016 è stato inaugurato a Milano il 2° Rebirth Forum, che dà avvio a un Cantiere operativo della durata di un anno, il cui obiettivo è contribuire allo sviluppo delle pratiche di cambiamento della società, già in atto nel territorio, in connessione con le Nazioni Unite e di concerto con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci e Fondazione Feltrinelli, Comune di Milano, FAI, Italia che Cambia, Unicef, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Università degli Studi di Milano Bicocca, Politecnico di Milano, Accademia delle Belle Arti di Brera, N.A.B.A. “Il lavoro su scienza e società in cui è impegnato il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia – dichiara il direttore generale del Museo Fiorenzo Galli – trova nell’opera di Michelangelo Pistoletto e Cittadellarte un ideale compagno di viaggio per un immediato e futuro impegno. Infatti, il pianeta sta affrontando la più grave e complessa crisi della sua storia riferita all’uomo. La popolazione mondiale è in continuo aumento e, nonostante squilibri di opportunità, l’aggressione alle risorse naturali è grave e senza precedenti. La ricomposizione fra ritmi naturali e sviluppo delle conoscenze deve trovare un nuovo e indispensabile equilibrio, pensando anche a nuovi modelli sociali.” Sono state tre giornate di confronto e dibattito tra i rappresentanti delle istituzioni pubbliche, docenti e ricercatori universitari, insegnanti, associazioni della società civile e altri soggetti impegnati in pratiche di innovazione responsabile e sostenibile nei diversi ambiti: dall’agricoltura alla salute, dalla tecnologia all’economia, dalla produzione alla politica, dall’architettura alla moda. Si è trattato del tentativo di innestare un vero e proprio cantiere sociale che veda protagonista la città di Milano come laboratorio di un modello poi replicabile ovunque e che ha come obiettivo portare una vera e propria rinascita nel Paese attraverso una presa di responsabilità per sé e per il mondo. Questa responsabilità si fonda sulla ricerca di un nuovo equilibrio tra culture, politiche, economie e comunità sociali. Per realizzare tale obiettivo i lavori hanno preso il via a partire dalla cultura, specificatamente dall’arte intesa come facoltà creatrice. Grazie all’aiuto di mediatori esperti sono stati creati diversi tavoli di discussione e lavoro che hanno riguardato sette tematiche: formazione, natura e cultura, economia e governo, antropologia e sociologia del contemporaneo, spiritualità, urbanistica, attività produttiva. “È un’iniziativa che nasce dall’arte, nel segno del Terzo Paradiso che significa congiunzione e sintesi tra opposti, armonia ed equilibrio al posto del conflitto e della prevaricazione – afferma Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte – Questo vale nel rapporto tra artificio e natura, ma anche in ogni altra contrapposizione apparentemente senza soluzione. È una terza via che tutti i partecipanti (e non solo loro, naturalmente) praticano, spesso senza una dichiarazione esplicita, ma di fatto, in modi specifici e irriducibili, cioè sviluppando singolarità e autonomia. Questa costellazione di soggetti (ciascuno già nodo di reti complesse) può trovare un’inedita espressione che connetta le storie individuali in un “cantiere” di lavoro comune, variegato, ma coordinato, sintonico e consapevole.” Sono stati raggiunti accordi di cooperazione con la Fondazione Feltrinelli, il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università Milano - Bicocca, la Scuola del Design del Politecnico di Milano, l’Unicef per progetti di collaborazione nelle scuole di Milano e il M.A.P.P. Museo d’Arte Paolo Pini dell’Ospedale Niguarda di Milano. Da registrare, durante la prima giornata del Forum, anche la visita inaspettata del Ministro Franceschini. Molti e importanti sono stati i contributi degli ospiti invitati intervenire. Nella
At the National Museum of Science and Technology Leonardo da Vinci in Milan three days of dialogue and debate on responsible and sustainable innovation
giornata di apertura, oltre all’intervento di Michelangelo Pistoletto, quelli di Fiorenzo Galli, direttore del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, Filippo Raffaele Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano, Giulia Maria Crespi, presidente onorario del FAI Fondo Ambiente Italiano, Giuliana Carusi Setari, presidente della Fondazione Pistoletto, Massimo Tarantino, segretario generale della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fiammetta Casali, presidente dell’Unicef Milano e Daniel Tarozzi, fondatore di Italia che Cambia. Le iniziative nate da questo incontro sono proseguite nelle settimane a seguire: il 5 maggio si è tenuto a Parma il “Forum Parma 360: La Rigenerazione Urbana – Cantiere Permanente Arte Società: Abitare.” Come già realizzato a Cuba, questi cantieri hanno avuto come punto di partenza le specificità e le necessità locali per portare le differenti tensioni a risolversi in un effettivo equilibrio che la società necessita a dimensione globale. Fortunato D’Amico, Curatore del 2° Rebirth Forum
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n 17 th March 2016, the 2nd Rebirth Forum opened in Milan, starting a year long operative Working Site, whose objective is to contribute to the development of the practices of change in society already ongoing on the territory, in conjunction with the United Nations and in concert with the National Museum of Science and Technology Leonardo da Vinci and
the Feltrinelli Foundation, the City of Milan, FAI, Italia che Cambia, the Unicef, Association for Biodynamic Agriculture, the University of Milan Bicocca, Milan’s Polytechnic, Brera Academy of Fine Arts, N.A.B.A. “The work on science and society the National Museum of Science and Technology is carrying out – says the general director of the Museum Fiorenzo Galli – finds an ideal travelling companion for an immediate and future commitment in the activity of Michelangelo Pistoletto and Cittadellarte. In fact, the planet is facing the most serious and complex crisis of its history in relation to man. The world population is constantly increasing and, despite the imbalances of opportunities, the aggression to the natural resources is serious and without precedents. The recomposition between natural rhythms and development of knowledge must find a new and necessary balance, thinking about new social models as well.” It was three days of dialogue and debate among the representatives of public institutions, university professors and researchers, teachers, civil society associations and other subjects working on practices of responsible and sustainable innovation in different sectors: from agriculture to health, from technology to economy, from production to politics, from architecture to fashion. It was an attempt to start a real social working site with the city of Milan as a prototype of a model replicable anywhere and with the objective of leading to a real rebirth of the Country through the assumption of responsibility for oneself and for the world. This responsibility is based on the search for a new balance between cultures, politics, economies and social communities. In order to realize this objective, works have started from culture, and specifically from art intended as a creative power. Thanks to the help of expert mediators, different tables of work and discussion about seven different topics were set up: education, nature and culture, economy and government, anthropology and sociology of the contemporary, spirituality, urbanism, productive activity. “It is an initiative starting from art, in the name of the Third Paradise, which means conjunction and synthesis between opposites, harmony and balance in place of conflict and prevarication, – claims Paolo Naldini, director of Cittadellarte – this applies to the relationship between artifice and nature, but to any other juxtaposition without apparent solution too. It is a third option all the participants (and not only they, of course) practice in facts, often without an explicit declaration, in specific and unshakeable ways, developing singularity and autonomy. This constellation of subjects (each already a node in complex networks) can find an innovative expression connecting individual stories in a “working site” of common work, varied but coordinated, harmonic and conscious.” Agreements of cooperation were reached with the Feltrinelli Foundation, the Department of Sociology and Social Research of the University of Milan Bicocca, the School of Design of Milan’s Polytechnic, Unicef for projects of collaboration in Milan’s schools and the M.A.P.P. Art Museum Paolo Pini in Milan’s Niguarda hospital. Notable, during the first day of the Forum, was the unexpected visit of Minister Franceschini. The contributions of the guests invited to participate were many and important. On the opening day, besides Michelangelo Pistoletto’s, we had speeches by Fiorenzo Galli, director of the National Museum of Science and Technology Leonardo da Vinci; Filippo Raffaele del Corno, assessor to Culture of the City of Milan; Giulia Maria Crespi, honorary president of FAI - Fondo Ambiente Italiano; Giuliana Carusi Setari, president of the Pistoletto Foundation; Massimo Tarantino, secretary general of the Giangiacomo Feltrinelli Foundation; Fiammetta Casali, president of Unicef Milan and Daniel Tarozzi, founder of Italia che Cambia. In the following weeks the initiatives born from this meeting developed into the Forum “Parma 360: Urban Regeneration – Permanent Working Site Art Society: Inhabiting”, held in Parma on 5th May. As it happened in Cuba, these working sites have started from local specificities and necessities to lead to the resolution of different tensions into an actual balance that society needs at a global level. Fortunato D’Amico, Curator of 2nd Rebirth Forum
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Ambasciate Rebirth/Terzo Paradiso
2016
Ambasciate Rebirth/Terzo Paradiso Rebirth / Third Paradise Embassies
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l 21 dicembre 2012 in occasione della celebrazione del Rebirthday prende evidenza la figura dell’Ambasciatore Rebirth - Terzo Paradiso. L’Ambasciatore rappresenta sul territorio a lui prossimo l’idea stessa del simbolo del Terzo Paradiso, assumendosi la responsabilità nella trasformazione della società a partire da dove lei/lui abita. Il progetto Rebirth promuove un modello di sviluppo indirizzato alle pratiche del minor consumo di risorse ed è basato sulla libera
collaborazione di individui e comunità di tutto il mondo, proponendo il ruolo dell’Ambasciatore come catalizzatore di energie, aiuto, riferimento. Le Ambasciate del Terzo Paradiso/ Rebirth sono una rete di progetti e istituzioni dedicate a perseguire uno sviluppo sociale e umano attraverso un profondo impegno etico e, da ormai un anno, sono impegnate anche nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (ODS) dell’ONU. Concetto chiave del lavoro delle
Ambasciate è l’artivazione, termine coniato a Cittadellarte nei primi anni 2000, definibile come “la promozione, diffusione e interazione dell’arte e della cultura negli ambienti sociali attraverso la creatività per una trasformazione civile responsabile”¹. Grazie al lavoro degli artivatori, questa rete di scambio e di esplorazione delle possibilità di lavoro collettivo, favorisce gli approcci culturali multi-inter-trans-disciplinari in tutti i diversi ambiti pratici della vita. Gli Ambasciatori Rebirth costi-
roma / rome
bali
L’Avana / Havana
L amezia Terme
tuiscono la prima generazione di un movimento demopratico² di avanguardia del XXI secolo, iniziato il 21 dicembre 2012, che sta realizzando un nuovo genere di arte condivisa con l’intento di sperimentare azioni concrete in relazione alla opportunità locali, secondo quella che è la visione di Cittadellarte. Ogni Ambasciatore esercita la libertà “del fare” e si avvale della responsabilità come strumento indispensabile. Utilizzare la responsabilità individuale per arriva-
re a quella collettiva è la base per creare una nuova realtà sociale. Le varie attività Rebirth costituiscono un grande cantiere che cerca di condividere valori per generare “una terza fase dell’evoluzione umana”, per citare le parole di Michelangelo Pistoletto. Il 21 dicembre 2012 è nata una fiamma che ciascuno di noi deve continuare a mantenere viva, ma oltre questa data le Ambasciate funzionano come un cantiere permanente, incoraggiano e promuovono attività durante tutto l’anno, sono “un grande laboratorio, un generatore di energia creativa che sviluppa processi di trasformazione responsabile nei diversi settori della cultura, produzione, economia e politica”³. Nell’ultimo anno sono stati realizzati importanti workshop e progetti educativi grazie all’artivazione di insegnanti di scuole di ogni ordine e grado. A questi risultati – che devono essere considerati come punti di partenza per sviluppi futuri – si aggiunge il proposito di incrementare tramite i social media una corretta divulgazione dei principi del progetto Rebirth. In veste di coordinatore degli Ambasciatori sono impegnata nel seguire le varie attività e la comunicazione, creare i ponti e connessioni interdisciplinari tra le Ambasciate, oltre a divulgare il messaggio Terzo Paradiso/Rebirth in altri paesi con l’intenzione di promuovere la filosofia di Michelangelo Pistoletto e di Cittadellarte attraverso mostre, workshop, forum ed eventi in collaborazione con le Geografie della trasformazione. A seguito di numerosi progetti e attività condotte dagli Ambasciatori, Cittadellarte realizza una mostra sulla Ambasciate del Terzo Paradiso, visibile ai visitatori dal 1 luglio 2016. La mostra si compone di istallazioni costituite da strutture modulari con fotografie che illustrano i lavori delle varie Ambasciate. Per l’anno 2016 sono da menzionare i progetti realizzati dagli Ambasciatori Savina Tarsitano e Saverio Teruzzi con le scuole di Lamezia Terme, i progetti Visioni di Suoni e Come mi nutro del Terzo Paradiso dell’Ambasciatrice Iole D’Agostino ad Albano Laziale, il Terzo Paradiso realizzato a l’Avana in occasione della XXII Biennale e la nascita dell’Ambasciata di Cuneo grazie all’impegno dell’Ambasciatrice Sonia Barale. Laura Salas Redondo, Coordinatrice Ambasciate Rebirth 1. www.artivazione.it
2. Paolo Naldini, Direttore di Cittadellarte
3. www.terzoparadiso.org/embassies.php
Marrakech
biell a
Pal azzolo sull’Oglio
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h e f i g u r e o f t h e R e b i r t h/ Third Paradise Ambassador emerges on 21st December 2012, on the occasion of the celebrations for the Rebir th-day. The Ambassadors represent the idea itself of the symbol of the Third Paradise on their local territories, assuming responsibility for the transformation of society starting from where they live. The project Rebirth promotes a development model focused on practices of minimum consumption of resources, and is based on free collaboration of individuals and communities all over the world, proposing the role of the Ambassador as a catalyst for energies, help and reference.
The Rebirth/Third Paradise Embassies are a network of projects and institutions dedicated to pursuing a social and human development through a deeply ethical commitment and, for a year now, the UN’s Objectives of Sustainable Development (ODS). Artivation is the key concept of the work of the Embassies, a term forged in Cittadellarte at the beginning of the 2000’s. It can be defined as “the promotion, diffusion and interaction of art and culture in social environments through a creativity for a responsible social transformation”1. Thanks to the work of the artivators, this network of exchange and exploration of the possibilities of a collective action favours a multi-inter-transdisciplinary approach in all different practical sectors of life. The Rebirth Ambassadors represent the first generation of an avantguard demopractic 2 movement of the 21st century, started on 21st December 2012, which is creating a new kind of shared art with the intent of experimenting concrete actions in relation to local opportunities, according to Cittadellarte’s vision. Each Ambassador exercises the freedom of “doing” and exerts responsibility as an essential instrument. Using individual responsibility to arrive at a collective one is the foundation of a new social reality. The different Rebirth activities constitute a big working site trying to share values to generate “a third phase of human evolution”, to quote Michelangelo Pistoletto’s own words. On 21st December 2012 a flame was lit which each of us must keep alive, but beyond this date the Embassies work as a permanent working site, encouraging and promoting activities throughout the year. They are “a great laboratory, a generator of creative energy which develops processes of responsible transformation in the different sectors of culture, production, economy and politics3”. In the last year important workshops and educational projects have been realized thanks to the artivation of school teachers of every order and grade. Besides these results, which must be considered as starting points for future developments, the objective is to increase the correct divulgation of the principles of the project Rebirth. In my role as coordinator of the Ambassadors, I follow all the activities and communication and I create bridges and interdisciplinary connections among the Embassies, besides divulging the message Rebirth/Third Paradise into other countries with the aim of promoting the philosophy of Michelangelo Pistoletto and Cittadellar te through exhibitions, workshops, forums and events in collaboration with Geographies of transformation. As a follow-up to the many projects and activities carried out by the Ambassadors, Cittadellarte will display an exhibition on the Third Paradise Embassies, open to visits from 1st July 2016. The exhibition is composed of modular installations with pictures illustrating the works of the different Embassies. For the year 2016, worth mentioning are the projects realized by the Ambassadors Savina Tarsistano and Saverio Terruzzi with schools in Lamezia Terme, the projects Visioni di suoni (Visions of sounds) and Come mi nutro del Terzo Paradiso (How I feed on the Third Paradise) by the Embassadress Iole D’Agostino in Albano Laziale, the Third Paradise created in Havana on the occasion of the 12th Biennal and the birth of Cuneo’s Embassy thanks to the commitment of the Embassadress Sonia Barale. Laura Salas Redondo, Rebirth Ambassies Coordinator 1. www.artivazione.it
2. Paolo Naldini, Director of Cittadellarte
3. www.terzoparadiso.org/embassies.php
LA MELA REINTEGRATA
2016
LA MELA REINTEGRATA
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mil ano / milan
due grandi opere a milano e roma per celebrare l’impegno verso un nuovo equilibrio planetario “Il simbolo della Mela Reintegrata rappresenta la ricomposizione degli elementi opposti: natura e artificio. La mela significa natura; il morso della mela significa artificio, così come lo vediamo utilizzato in un marchio di computer mondialmente diffuso posto a emblema della tecnologia che sostituisce integralmente la natura. Con la Mela Reintegrata l’artificio assume il compito di ricucire la parte asportata dal morso e ricongiungere l’umanità alla natura, anziché continuare ad allontanarla da essa.” Michelangelo Pistoletto
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a Mela Reintegrata è un’opera di grandi dimensioni – 11 tonnellate di peso, 8 metri di altezza e 7 di diametro – costituita da una struttura di metallo interamente modellata da un intonaco argilloso mescolato a polvere di marmo. Dopo l’esposizione dal 3 al 18 maggio 2015 in Piazza Duomo a Milano che l’ha vista interamente rivestita di tappeto erboso, l’opera è stata ricollocata per tutta la durata di Expo 2015 presso Parco Sempione di fronte alla Palazzina Appiani, dal 2010 sede della Presidenza Regionale FAI Lombardia e della Delegazione FAI di Milano. Quest’operazione è stata resa possibile grazie al sostegno di Ferrarelle che ha dimostrato una sensibilità nei confronti delle espressioni artistiche e culturali d’eccellenza del nostro Paese. Dal 21 marzo 2016 la Mela è collocata definitivamente in un luogo cardine della città: piazza Duca D’Aosta, di fronte alla Stazione Centrale. La Mela Reintegrata è un’opera simbolica che si apre al mondo, così come la stazione ferroviaria, anche simbolicamente, apre la città al mondo. “Il simbolo della mela attraversa tutta la storia che abbiamo alle spalle, partendo dal morso, che rappresenta il distacco del genere umano dalla Natura e l’origine del mondo artificiale che si è sviluppato fino a raggiungere le dimensioni totalizzanti di oggi. La Mela Reintegrata rappresenta l’entrata in una nuova Era nella quale mondo artificiale e mondo naturale si ricongiungono producendo un nuovo equilibrio planetario” – spiega Pistoletto. L’opera è stata presentata alla cittadinanza in un evento al quale hanno preso parte l’artista, il sindaco Giuliano Pisapia e gli assessori Carmela Rozza e Filippo Del Corno, il direttore e molti rappresentanti di Cittadellarte. Durante la cerimonia è stata realizzata una performance da parte del Circolo Love Difference di Palazzolo sull’Oglio rappresentata da un gruppo di ragazzi e adulti in maglietta bianca, che girando intorno alla Mela hanno formato il simbolo dei tre cerchi. Il disegno, raffigurato anche sulle loro mani, rappresenta il Terzo Paradiso, nel quale la separazione tra uomo e natura si sarà ricomposta generando nella società un equilibrio di dimensione planetaria. Per il Sindaco Pisapia, “la Mela è il simbolo dello sviluppo”, e di un avvicinamento a un “mondo più giusto dove ci siano cibo e risorse per tutti”. In relazione al significato artistico-sociale di questo lavoro Pistoletto e Cittadellarte hanno deciso di intitolare il 2º Forum Rebirth proprio “La Mela Reintegrata” e l’inaugurazione dell’opera è seguita ai tre giorni di incontri svolti al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci. Oltre a Milano, anche la città di Roma ospita dal 24 maggio al 25 settembre la Mela Reintegrata. Il progetto, a cura di Achille Bonito Oliva in collaborazione con RAM radioartemobile, è promosso dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma con Electa e nasce dall’idea di riflettere sul significato della mela nella storia, dai miti greci passando per la tradizione biblica e l’immaginario fiabesco, per arrivare ai giorni nostri e proiettarsi in scenari futuri. Installata nei sotterranei delle Terme di Caracalla, la nuova opera condivide e integra il senso del Terzo Paradiso, presente nel complesso archeologico e realizzato con i frammenti di marmi e mosaici antichi propri del sito archeologico, creando uno stretto legame tra le rovine, l’architettura del passato e l’arte contemporanea, per una riflessione tesa verso il divenire. La Mela Reintegrata è scolpita in un blocco di marmo puro di Carrara. La scultura dal diametro di 2,5 metri entra in dialogo con l’oscurità dei sotterranei, profondi e labirintici, e con la tradizione classica rappresentata dalle antiche Terme che diventano con quest’opera promessa di continuità. La Mela delle Terme di Caracalla si diversifica per consistenza fisica, dimensioni, rapporto con l’ambiente circostante, da quella inaugurata di recente a Milano, sulla piazza della Stazione Centrale. “La Mela di Milano è molto leggera, è una pelle, ha una forma poco rotondeggiante. È una mela che somiglia più a un cuore. È quasi un manifesto, un simbolo per chi arriva e riparte dalla stazione. È un punto di transito ma anche, oggi come oggi, il luogo conflittuale di frontiera. A Roma ho voluto che la Mela fosse fatta come mille anni fa e l’ho pensata di marmo pieno di Carrara. Doveva essere scolpita in un blocco perfetto e non con mille venature. Mi sono comportato come gli antichi, come Michelangelo che voleva il marmo perfettamente bianco”, chiarisce l’artista. Achille Bonito Oliva, curatore dell’evento, precisa: “L’opera si sottrae a ogni sforzo di contaminazione che appartiene all’idea dell’avanguardia e afferma la propria classicità, celebrando la capacità dell’arte di progettare il passato, riportare i materiali aulici della storia dell’arte nel nostro presente, occupare uno spazio della grande storia romana, le Terme di Caracalla, e proporsi nella sua grande dimensione a un incontro con la società del nostro tempo. La Mela Reintegrata è l’avvertimento che ci possiamo avviare verso il Terzo Paradiso.”
Paolo Naldini, Direttore di Cittadellarte - Fondazione Pistoletto
roma / rome
THE REINTEGRATED APPLE Two big works in Milan and Rome to celebrate the commitment towards a new planetary balance “The symbol of the Reintegrated Apple represents the recomposition of opposite elements: nature and artifice. The apple means nature; the bite of the apple means artifice, as we see it in a globally widespread computer logo set as the emblem of a technology wholly replacing nature. With the Reintegrated Apple artifice assumes the task of resewing the part removed by the bite and rejoining mankind to nature, instead of keeping driving it away from it.” Michelangelo Pistoletto
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he Reintegrated Apple is a big size work – 11 tonnes heavy, 8 meters high and 7 meters wide – modelled in clay plaster mixed with marble dust on a metallic structure. After being on display from 3rd to 18th May 2015 in Milan’s Piazza Duomo, where it was entirely covered in a grass coat, throughout Expo 2015 the work was relocated in the Parco Sempione, in front of the Palazzina Alpiani, since 2010 the headquarters of FAI Lombardy Regional Presidency and Milan’s FAI delegation. This operation was made possible by the support of Ferrarelle, which has shown sensitivity towards artistic and cultural expressions of excellence in our country. Since 21st March 2016 the Apple has permanently been placed in a key space of the city: Piazza Duca D’Aosta, in front of the Central Station. The Reintegrated Apple is a symbolic work open to the world, in the same way as the railway station, also symbolically, opens the city to the world. “The symbol of the apple runs through all of our history, starting from the bite, which represents the detachment of mankind from Nature and the origin of the artificial world that has developed to reach today’s all-encompassing dimensions. The Reintegrated Apple represents the entrance into a new Era when artificial and natural worlds rejoin producing a new balance” – explains Pistoletto. The work was presented to the citizenry in an event which saw the participation of the artist, the mayor Giuliano Pisapia and the councillors Carmela Rozza e Filippo Del Corno, the director and many representatives from Cittadellarte. During the ceremony a performance by the Circolo Love Difference from Palazzolo sull’Oglio presented a group of teenagers and adults in white t-shirts forming the symbol of the three circles moving around the Apple. The drawing, also depicted on their hands, represents the Third Paradise, where the gap between man and nature will be bridged generating a balance in society of planetary dimensions. According to the mayor Pisapia “the Apple is the symbol of development”, and of an approach to a “fairer world with food and resources for everybody”. In relation to the artistic and social meaning of this work, Pistoletto and Cittadellarte have decided to also call the 2nd Rebirth Forum “The Reintegrated Apple”, and the unveiling of the work immediately followed the three days of meetings held at the National Museum of Science and Technology Leonardo da Vinci. Besides Milan, Rome will also be home to the Reintegrated Apple from 24th May to 25th September. The project, curated by Achille Bonito Oliva in collaboration with RAM radioartemobile, is promoted by the Special Superintendence for the Coliseum and the archaeological area of central Rome with Electa, and is born from the idea of contemplating the meaning of the apple in history, from the Greek myths, through the biblical tradition and the fairy tale imagery, to the present and projected future scenarios. Installed in the subterraneans of the Caracalla Baths, the new work shares and completes the sense of the Third Paradise, also present in the archaeological complex realized with the fragments of ancient marbles and mosaics from the site itself, creating a tight link between the ruins of architecture from the past and contemporary art, for a reflection focused on what is to come. The Reintegrated Apple is carved in a block of pure Carrara marble. The 2.5 metres wide sculpture enters into a dialogue with the darkness of the deep and maze like subterraneans, and with the classical tradition represented by the ancient Baths which this work turns into a promise of continuity. The Apple at the Caracalla Baths is different in texture, dimensions and relationship with the surrounding environment from the one recently unveiled in Milan, in the square of the Central Station. “Milan’s Apple is very light, a skin, of a not very rounded shape. It is an apple looking rather like a heart. It is almost a manifest, a symbol for people arriving at and leaving from the station. It is in an area of passage which today is also a conflictual border line. I wanted Rome’s Apple to be made as a thousand years ago and I conceived it in solid Carrara marble. It had to be carved in a perfect block without thousands of veins. I behaved like the ancients, like Michelangelo, who wanted a perfectly white marble”, clarifies the artist. Achille Bonito Oliva, curator of the event, points out that “the work avoids any effort of contamination proper to the idea of the avant-garde to claim its classical nature, celebrating the talent of art to design the past, to bring noble materials from the history of art into our present, to occupy a space of great Roman history, the Caracalla Baths, and to offer itself – in its big dimensions – to meet the society of our times. The Reintegrated Apple is a warning that we can head towards the Third Paradise.” Paolo Naldini, Director of Cittadellarte - Fondazione Pistoletto
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prima dello specchio • 500 per 1000
2016
PRIMA DELLO BEFORE THE MIRROR SPECCHIO le prime opere di michel angelo pistolet to e la ricerca sull’autoritratto
MIchelangelo Pistoletto’s first works and his research on the self- portrait
Michelangelo Pistoletto, Autoritratto / Self-portrait (1960), Autoritratto / Self-portrait (1961).
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al 1° luglio 2016 la collezione permanente delle opere di Pistoletto in mostra a Cittadellarte si arricchisce di alcuni lavori realizzati dall’Artista all’inizio della sua carriera. Le opere sono collocate in un nuovo spazio espositivo restaurato nella primavera 2016. Con un autoritratto Pistoletto ini-
zia la sua attività espositiva, nel 1955, presso il Circolo degli Artisti di Torino, dove il padre presentava abitualmente i propri lavori. Tra il 1956 e il 1958 dipinge autoritratti di grandi dimensioni, fra l’astratto e il materico, in cui il viso occupa l’intera superficie della tela. In questo periodo Pistoletto affitta una soffitta
in via Bava a Torino per dipingere e si concentra sullo studio di artisti contemporanei, soprattutto sulla necessità di trovare una risposta personale alle questioni esistenziali che vede espresse nelle diverse correnti artistiche. Nel 1957 realizza due autoritratti, Sacerdote e Il santo, sempre di grandi dimensioni, ma in
cui il volto non occupa più tutta la tela e che presentano evidenti riferimenti all’iconografia cristiana. Negli autoritratti del 1958 i soggetti sono dipinti a figura intera e dimensioni reali. Il rapporto del soggetto con lo spazio circostante porta l’artista a confrontarsi con la realizzazione del fondo; nello stesso anno Pistoletto ha il suo primo contratto con una galleria, la Galatea di Torino. Nel 1960 dipinge alcuni autoritratti in cui si raffigura a dimensioni reali, sempre più immobile e inespressivo, come un prototipo di comune essere umano, su fondi monocromi in oro, argento e rame. L’anno seguente su una tela dipinta di nero stende uno spesso strato di vernice trasparente e apprestatosi a dipingervi il suo volto, si accorge improvvisamente di potersi specchiare direttamente sulla tela, senza più bisogno di usare uno specchio per osservarsi. “L’uomo dipinto”, commenta Pistoletto, “veniva avanti come vivo nello spazio vivo dell’ambiente, ma il vero protagonista era il rapporto di istantaneità che si creava tra lo spettatore, il suo riflesso e la figura dipinta, in un movimento sempre “presente” che concentrava in sé il passato e il futuro tanto da far dubitare della loro esistenza: era la dimensione del
tempo”. L’opera è del 1961 e la vernice nera lucida è il punto di svolta: l’anno successivo Pistoletto realizza i primi quadri specchianti. Elena Rosina, Responsabile Didattica Cittadellarte
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rom 1st July 2016 the permanent collection of Pistoletto’s works on display at Cittadellarte acquires a few works realized by the artist at the beginning of his career. The works are displayed in a new exhibition space restored in Spring 2016. With a self-portrait Pistoletto began his exhibition career, in 1955, at the Circolo degli Artisti in Turin, where his father had been accustomed to present his works. Between 1956 and 1958 Michelangelo painted large-scale self-portraits in a thick, abstract idiom. In these paintings the face occupied the entire surface of the canvas. In this period Pistoletto rents an attic in via Bava in Turin to paint and to study contemporary artists, focusing on his need to find a personal answer to existential questions he sees expressed in the different artistic trends. In 1957 he made two self-portraits, Priest and Saint, large works in which the
canvas was no longer filled by the face, but also bore references to Christian iconography. The subjects of the 1958 self-portraits are painted full-figure and life-size. The relationship between the subject and the surrounding space compelled the artist to come to grips with the making of the background. In this same year Pistoletto had his first contract with a gallery, Galatea in Turin. In 1960 Pistoletto painted some selfportraits in which he represented himself life size, still and inexpressive, as a prototype of a common human being, on monochromatic gold, silver and copper backgrounds. The following year he laid a thick layer of transparent varnish over a black-painted canvas. As he approached it to paint his face, he suddenly realized he could see his reflection on the canvas itself, without having to use a mirror. “The figure of the man”, comments Pistoletto, “seemed to come forward, as if alive, in the space of the gallery; but the true protagonist was the relationship of instantaneousness that was created between the spectator, his own reflection, and the painted figure, in an ever-present movement that concentrated the past and the future in itself to such an extent as to cause one to call their very existence into doubt: it was the dimension of time itself”. The work is from 1961 and the glossy black varnish is the turning point: the following year Pistoletto realizes his first mirror paintings. Elena Rosina, Cittadellarte Didactics Office
artis ta sponsor del pensiero A rt is t s p o n s o r of thought
Mostra a cura di ufficio arte di cittadellarte exhibition curated by cittadellarte art office
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00per1000 - Artista sponsor del Pensiero” è un progetto espositivo nato all’interno di Manydee, la rete degli ex-residenti del programma formativo, attivo dal 1999, UNIDEE-Università delle Idee e, recentemente anche di Resò (sviluppato in collaborazione con un ampio partenariato piemontese). Gli artisti che partecipano alla mostra hanno deciso di impegnare le proprie opere per sostenere UNIDEE, non solo come mentori per le future attività, ma anche rendendosi disponibili a garantire una borsa di studio per la partecipazione al programma stesso. Tale impegno si sviluppa attraverso 500per1000, le cui opere in esposizione sono state affidate a Cittadellarte perché ne proponga l’acquisto al pubblico, facendo sì che metà degli introiti (il 500 per 1000 o 50%) siano attribuiti all’artista che ha realizzato l’opera, mentre l’altra metà sia destinata a un fondo che copra i costi di partecipazione al programma. Per l’edizione 2016 saranno in mostra le opere degli artisti Caretto | Spagna, Mariangela Aponte, Juhikadevi Bhanjdeo e Mary Zyguori. Falsi Frutti è un’installazione di Caretto | Spagna che presenta la riproduzione in cera di 105 mele di antiche varietà tradizionali piemontesi, sia autoctone sia importate, realizzate dal ceroplasta biellese Davide Furno. Mariangela Aponte, partendo dall’esplorazione del territorio biellese, ha lavorato sul tema dell’acqua, elemento predominante e punto comune con il paesaggio di Cali (sua città di provenienza), per rilevare le prossimità, per interrogarlo come spazio comune d’interazione umana, come esperienza. L’opera Confluence di Juhikadevi Bhanjdeo nasce dalla collezione delle tovagliette dei pranzi dei commensali della Cafeteria luogoComune di Cittadellarte; dopo averli raccolti e arrotolati l’artista li espone come testimoni di differenti storie. Mary Zygouri ha realizzato con Michelangelo Pistoletto una versione della Venere degli stracci in transito, incarnando il cortocircuito tra antichità e contemporaneità. Posta su un carretto, la dea ripercorre alcuni tratti ideali dell’antica Via Sacra di Eleusi frequentata dagli iniziati ai misteri, transitando come fosse in processione tra i luoghi più degradati e impersonali della 1 superstrada che ha sostituito l’ex Via Sacra.
Cecilia Guida, Direttrice e Curatrice di UNIDEE
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00per1000 – Artist sponsor of Thought” is an exhibition project born within the Manydee, UNIDEE and Resò programmes’ former residents’ network, with the aim of facilitating the development of connections among the different editions (developed in collaboration with many Piedmontese partners). The artists taking part in the exhibition have decided to pledge their works to support UNIDEE, not only as mentors for future activities, but also making themselves available to guarantee grants to participate in the programme itself. Such a commitment is carried out through 500per1000, whose works are entrusted to Cittadellarte to be displayed and offered for sale to the public, half of the selling price (500 per 1000, or 50%) is then conferred to the artist who realized the work, while the other half is destined to a fund which covers the costs of participating in the programme The 2016 edition will exhibit works by the artists Caretto | Spagna, Mariangela Aponte, Juhikadevi Bhanjdeo and Mary Zyguori False Fruits is an installation by Caretto | Spagna presenting the wax reproduction of 105 apples of ancient traditional Piedmontese varieties, both local and imported, realized by the Biellese wax sculptor Davide Furno. Mariangela Aponte, starting from the exploration of the Biellese territory, has worked on the theme of water, a dominant element and feature in common with the landscape of Cali (her birth place), to identify the proximities, to question it as a common space for human interaction, as experience. The work Confluence by Juhikadevi Bhanjdeo originates from the collection of the place mats from the lunches of the customers of Cittadellarte’s Cafeteria luogoComune: after gathering them and rolling them up the artist displays them as witnesses of different stories. Mary Zygouri has realized, with Michelangelo Pistoletto, a version “in transit” of the Venus of the Rags, embodying the short circuit between ancient and contemporary. Positioned on a cart, the goddess travels along a few ideal stretches of the Sacred Way in Eleusis frequented by mystery initiated, transiting as if in procession among the most degraded and impersonal areas of the motorway which has replaced the former Sacred Way. Cecilia Guida, Director and Curator of UNIDEE
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1. Mary Zygouri, Il viaggio della dea / The Journey of the Goddess, 2014.
2. Caretto | Spagna, Falsi Frutti / False Fruits, 2015.
BANCA DEL GERMOPLASMA MIGRANTE
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BANCA BANK OF THE MIGRATING GERMPLASM DEL GERMOPLASMA MIGRANTE Mostra di / exhibition by Leone Contini a cura di / curated by Cecilia Guida, Juan Esteban Sandoval in collaborazione con / in collaboration with Let Eat Bi
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o scopo dell’associazione Let Eat Bi è aggregare, promuovere e contribuire a organizzare le risorse e le attività (saperi, azioni, progettualità) operanti sul territorio biellese il cui denominatore comune sia la cura della terra, del paesaggio sociale e naturale e di partire da tali risorse per favorire un meccanismo virtuoso di solidarietà e di inclusione sociale attraverso la partnership con associazioni, cooperative, imprese sociali e comunità territoriali. Anche quest’anno la Residenza Connettiva di UNIDEE ha deciso di “connettere” la rassegna Arte al Centro 2016 con il progetto Let Eat Bi, il Terzo Paradiso in Terra Biellese, grazie al lavoro dell’artista Leone Contini. La cooperazione tra Let Eat Bi e la progettualità di Leone Contini è consistita nel realizzare incontri e scambi di saperi con il territorio e alcuni soci dell’associazione. Da queste esperienze sono nate le connessioni per il suo progetto artistico con alcuni dei partner Let Eat Bi: associa-
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a Residenza Connettiva è un programma residenziale nato nel 2015 della durata di sei mesi rivolto ad artisti internazionali, con l’obiettivo di stimolare e generare connessioni tra le ricerche e le pratiche degli artisti ospiti e i progetti sviluppati dagli Uffici di Cittadellarte. Leone Contini è l’artista che abbiamo invitato per la seconda edizione del programma. Il suo progetto, di tipo collaborativo e processuale, si è nutrito delle relazioni e dei momenti discorsivi con i soggetti e operatori locali, e in particolare con l’associazione Pacefuturo attraverso gli scambi avuti con i migranti richiedenti asilo ospitati nel centro di accoglienza di Pettinengo; con gli agricoltori e produttori della rete Let Eat Bi tramite la condivisione delle attività di tutela della biodiversità delle specie orticole locali e conseguentemente dei paesaggi sociali ed economici connessi; e con la Cafeteria luogoComune dove l’artista ha organizzato eventi costituiti da cene con performance e descrizioni di ricette e ingredienti “particolari” per effetto dei flussi migratori. Nato dal desiderio di proteggere la biodiversità agricola, Banca del germoplasma migrante è un vero e proprio spazio che accoglie a Cittadellarte un archivio in progress di semi migranti all’interno dell’Italia, punto di arrivo di una residenza artistica fondata sul coinvolgimento di specifiche comunità locali e, allo stesso tempo, punto di partenza di nuovi scambi con comunità sempre più estese. Luogo di storie, incontri e pratiche di sopravvivenza, Banca del germoplasma migrante raccoglie germi di possibilità di vita non ancora immaginate e modificate in un circuito di coevoluzione. Cecilia Guida, Direttrice e Curatrice di UNIDEE
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he Connective Residency is a six–month residency programme created in 2015 and conceived for international artists, with the objective of stimulate and generate connections among the researches and practices of other guest artists and the projects developed by Cittadellarte’s Uffici. Leone Contini is the artist we have invited for the second edition of the programme. His project, of a collaborative and procedural type, has fed on the relationships and the moments of dialogue with local subjects and operators, and in particular with the association Pacefuturo, through exchanges with migrants asking for political asylum residing in a shelter in Pettinengo; with farmers and producers of the Let Eat Bi network, through sharing the activities of safeguard of the biodiversity of the local horticultural species, and subsequently of the connected social and economic panorama; and with Cafeteria luogoComune, where the artist has organized events constituted of dinners with performances and descriptions of “particular” recipes and ingredients results of migratory fluxes. Born from the desire to protect agricultural biodiversity, Bank of the Migrating Germplasm is an actual space in Cittadellarte housing an archive in progress of seeds migrating across Italy, the outcome of an artistic residency based on the involvement of specific local communities and, at the same time, the starting point of new exchanges with more and more extended communities. A place of stories, encounters and surviving practices, Bank of the Migrating Germplasm gathers germs of life possibilities not yet imagined and modified in a circuit of coevolution.
zione PaceFuturo quale luogo di accoglienza dei rifugiati; Gemma dell’Azienda Agricola VegaGè; Marco Maffeo della Cascina Bossola; Fioretta e i ragazzi della Polisportiva Handicap Biellese di Lessona; Alfredo Sunder per la Casa Circondariale di Biella; Azienda Agricola Manenti; Cooperativa Tantintenti con la Cooperativa Maria Cecilia e il Consorzio Filo da Tessere quale Centro di accoglienza rifugiati. La connessione è interessante e utile poiché dà origine a sviluppi ideativi e pratici sia per il lavoro dell’artista, sia per Cittadellarte come fucina di pensiero e pratiche di innovazione sociale responsabile, sia per i partner del progetto Let Eat Bi che, da una parte, acquisiscono la status di “esperti e maestri” di un lavoro di “avanguardia” e, dall’altra, sono esposti alla profondità, complessità e originalità di pensiero, sensibilità e intelligenza che l’artista esprime come autentico contributo al consesso sociale in cui porti il suo impegno creativo e realizzativo. Armona Pistoletto Presidente Let Eat Bi
Cecilia Guida, Director and Curator of UNIDEE
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’è un paradossale settore economico in crescita in Italia: quello dell’accoglienza temporanea ai richiedenti asilo. L’indotto di questa attività crea una ricaduta di denaro comunitario su territori altrimenti inariditi. Il motore di questa nuova economia sono i corpi dei migranti, accolti e nutriti fino al verdetto delle commissioni: per i pochi a cui viene riconosciuto lo status di rifugiati scattano le procedure di inserimento, in caso di risposta negativa i migranti diventano automaticamente clandestini. Durante un lasso di tempo che talvolta si protrae per mesi la mera esistenza di questi “ospiti” determina una situazione paradossale: mentre la loro “sospensione” produce un vero e proprio indotto, la loro “agency” è annullata in questo essere-perl’attesa. Le contro-strategie che ho messo in atto per tentare di (ri) costruire un “testo” insieme all’Altro scaturiscono dall’immagine-archetipo di un seme proveniente da una geografia lontana che riattiva il proprio potenziale vitale in una terra straniera, e dalla conseguente costellazione di sotto-racconti che segnano un sovvertimento nelle relazioni di potere “date”: il migrante si prende un pezzo di terra, lo semina (con semi quasi sempre importati informalmente), ne raccoglie il frutto e lo processa attraverso le proprie tradizioni culinarie. Forse non è un caso che in alcuni dei centri di richiedenti asilo stiano fiorendo attività agricole, e che molti dei migranti già stabilizzati sul territorio “pratichino” un orto della
nostalgia, la cui forma minima è spesso un vaso in terrazza con una pianta aromatica del “Paese”. La Banca del germoplasma migrante, attorno a cui ho articolato il mio progetto per la Residenza Connettiva di Cittadellarte, è una raccolta di semi migranti presenti sul territorio nazionale. La finalità di questo archivio vivente è la patrimonializzazione di un capitale di biodiversità che, nel sentire comune come nelle “politiche agro-culinarie”, viene percepito in termini tendenzialmente negativi, in contrasto con le presunte “nostre” antiche varietà. Questa mia insofferenza è entrata in una fase “generativa” dopo una recente visita alla banca del germoplasma di Lucca dove mi sono imbattuto nel Fagiolo Fico di Gallicano, un pilastro dell’arte culinaria locale, tuttavia importato illegalmente dentro il cappello da un migrante di ritorno dagli Stati Uniti all’inizio del ’900. Qual è il tempo minimo che deve intercorrere per la “naturalizzazione” di un nuovo ortaggio? Ovvero per la sua piena integrazione nel patrimonio agro-culinario della collettività? Immagino il futuro prossimo e il profumo del risotto ai fiori di bamja1, orgoglio biellese, protetto da un presidio Slow Food. Leone Contini, Artista 1. La Bamja è un ortaggio che fa parte della famiglia delle Malvacee. I suoi baccelli sono un tipico ingrediente nelle cucine orientali ed africane, ma sono arrivati di recente nei campi coltivati in Italia.
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here is a paradoxical economical sector growing in Italy: temporary accommodation for asylum seekers. The complex of this activity generates an injection of EU money on territories otherwise withering. Motors of this new economy are the bodies of the migrants, housed and fed till the verdict of the panels: the integration process starts for the few recognised as refugees, the ones receiving a negative response automatically become “clandestines”. In a span of time sometimes lasting for months, the mere existence of these “guests” determines a paradoxical situation: while their “uncertainty” produces a real economy, their “agency” is nullified by their being kept “on hold”. The counter-strategies I have implemented to try and (re)build a “text” together with the Other originate from the archetype image of a seed coming from a distant geography which reactivates its own vital potential in a foreign land, and from the subsequent constellation of sub-stories marking a subversion of the “given” relationships of power: the migrant occupies a plot of land, they sow it (with seeds almost always informally imported), they reap the fruits and process them through their own cooking traditions. It might not be by chance that agricultural activities are thriving in some of the shelters, and that many migrants already settled on the territory “practice” a garden
of nostalgia, whose minimal form is often a simple vase on the balcony with an aromatic plant from “the Country”. The Bank of the Migrating Germplasm, around which I have structured my project for Cittadellarte’s Connective Residency, is a collection of migrating seeds present on the national territory. The aim of this living archive is the heritage of an asset of biodiversity that is generally perceived in negative terms both by ordinary people and in “agro-culinary politics”, in contrast with the ancient varieties presumed “ours”. My impatience entered into a “generative” phase after a recent visit to the bank of the germplasm in Lucca, where I came across the Gallicano ficus bean, a pillar of the local gastronomy, illegally imported in the hat of a migrant returning from the US at the beginning of the 20th century. What is the minimum time for a new vegetable to be “naturalized” (i.e. for its full integration in the agro-culinary heritage of the community)? I imagine a near future and the perfume of okra1 flower risotto, pride of the Biellese, protected by a Slow Food stronghold. Leone Contini, Artist Okra is a vegetable belonging to the family of the Malvaceae. Its seed pods are a typical ingredient of Oriental and African cuisines, but have only recently started being cultivated in Italy. 1.
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he aim of the Let Eat Bi association is to aggregate, promote and contribute to organize the resources and the activities (knowledge, actions, projects) of the Biellese territory whose common denominator is the care for the land and the social and natural landscape, and to rely on these resources to start a virtuous mechanism of solidarity and social inclusion through the partnership with associations, cooperatives, social organizations and territorial communities. This year UNIDEE’s Connective Residency has again decided to “connect” the event Arte al Centro 2016 to the project Let Eat Bi, the Third Paradise on the Biellese territory, thanks to the work of the artist Leone Contini. The cooperation between Let Eat Bi and Leone Contini’s project has consisted in realizing meetings and exchanges of knowledge with the territory and a few members of the association. These experiences generated connections for his artistic project with some of the Let Eat Bi partners: the PaceFuturo association, as a shelter for
refugees; Gemma from Azienda Agricola VegaGè; Marco Maffeo from Cascina Bossola; Fioretta and the youths from the Polisportiva Handicap Biellese in Lessona; Alfredo Sunder for Biella’s district prison; Azienda Agricola Manenti; Cooperative Tantintenti and Cooperative Maria Cecilia and Consorzio Filo da Tessere as shelter for refugees. The connection is interesting and useful to the work of the artist since it originates creative and practical developments, to Cittadellarte as a forge of thought and practices of responsible social innovation, and to the partners of the project Let Eat Bi who, on one hand, acquire the status of “experts masters” of an avantgarde work and, on the other, are exposed to the depth, complexity and originality of the thought, the sensibility and the intellect the artist expresses as authentic contribution to the social community into which he takes his creative and practical commitment. Armona Pistoletto President of Let Eat Bi
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2016
WEEKLY MODULES
ISCRIVITI / SIGN UP AT
18 / 22 APRIL 2016 MENTORS Expodium (Nikos Doulos and Bart Witte) Unmaking: Subverting The Every-Day
6 / 10 JUNE 2016 Martino Gamper with Visible (Matteo Lucchetti and Judith Wielander) Designing while Walking, Walking while Designing
25 / 29 APRIL 2016 MENTOR Jason Waite with Adelita Husni-Bey (Over) Worked Bodies, Care and Maintenance
20 / 24 JUNE 2016 MENTOR Giusy Checola with ‘Italia che Cambia’ and ‘Transition Town Biella’ The Shifting Place. Aesthetic, spatial and temporal fractures of transitional territories a project co-funded by the Creative europe Programme of the eU
9 / 13 MAY 2016 MENTOR Lara Almarcegui with Marco Giardino Mineral Rights. Site exploration: Biella Guide Tours 23 / 27 MAY 2016 MENTOR Cesare Pietroiusti with Aldo Spinelli Girotondo
MENTOR
4 / 8 JULY 2016 MENTOR Maddalena Marciano with Claudia Losi and in collaboration with Cittadellarte Fashion B.E.S.T. Fabricarte. Storie di tessuti tra arti e moda
www.cittadellarte.it/unidee
11 / 15 JULY 2016 Attila Faravelli and Enrico Malatesta with Nicola Ratti Sound, Space, Body MENTOR
10 / 22 OCTOBER 2016 Adrian Paci with Edi Muka and Tea Çuni The encounter. Reclaiming the potentiality of affection MENTOR
19 / 23 SEPTEMBER 2016 MENTOR Luigi Coppola with Daniel Blanga Gubbay Which language will I speak to you? Collective voice after the end of protest 26 / 30 SEPTEMBER 2016 MENTOR Antoni Muntadas with Alessandra Messali Personal Imaginary Museum 3 / 7 OCTOBER 2016 MENTOR Daria Filardo with Fatma Bucak Practicing the object. Give me an (art) object so I can find my position and continue to move
7 / 11 NOVEMBER 2016 MENTOR Aria Spinelli with Nuria Güell Elapsing time in expanded artwork. Practices of the unconscious through means of activism 14 / 26 NOVEMBER 2016 MENTORS STEALTH.unlimited/ Ana Džokić and Marc Neelen with Piet Vollard and Erik Jutten Carving out the spaces for our commoned life: a training ground
PROGRAMME DIRECTOR AND CURATOR: Cecilia Guida, PROGRAMME COORDINATOR: Roberta Bernasconi, DIRECTOR AND CURATOR ASSISTANT: Giulia Crisci
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Unidee University of Ideas |
el 2015 UNIDEE - Università delle Idee, ereditando la lunga esperienza di residenza per artisti internazionali (2000-2013), ha lanciato nel contesto unico e peculiare di Cittadellarte – sia centro di ricerca, sia spazio espositivo, sia opera d’arte che è coniugazione tra arte e vita – la sperimentazione di un prototipo o “modello” educativo che combina la teoria con la pratica, che fonda i processi di apprendimento sul fare e sulla scoperta, che favorisce l’esercizio dell’immaginazione attraverso l’incontro delle differenze e la pluralità dei linguaggi, e che risponde al desiderio e al bisogno di approfondire fenomeni e storie attraverso la relazione, il dialogo e il confronto tra i partecipanti. UNIDEE, attraverso le dinamiche residenziali, intende la formazione come un’esperienza di vita e un processo sociale caratterizzati dalla particolare intensità cognitiva e affettiva dello scambio da parte dei membri della comunità spontanea che si crea ogni settimana all’interno del modulo. Nel 2016 il programma – concepito in collaborazione con Juan Esteban Sandoval, sotto la direzione generale di Paolo Naldini – è incentrato sulla disamina di tre macro-temi: ricerca, dono e alterazione, considerati centrali sia nella riflessione teorica sia nelle pratiche degli artisti operanti nella sfera pubblica. Con un approccio interdisciplinare e articolando questi tre concetti secondo il principio della Trinamica di Michelangelo Pistoletto, che fonda il processo cognitivo sulla combinazione del distacco di uno sguardoanalitico con l’implicazione di chi è profondamente coinvolto nelle situazioni, le tre aree semantiche sono intese nelle loro interrelazioni come luoghi di generazione di forme di resistenza, di inedite possibilità di senso e di trasformazione sociale. La parola ricerca contiene l’atto del “cercare di nuovo” che rimanda all’azione del “cerchiare” qualcosa, un oggetto di studio, un campo disciplinare, un territorio, e ci riporta a quello che è un aspetto del metodo di studio, ovvero alla condizione del perdersi mentre si ricerca, all’impressione di muoversi in un labirinto per riprendere quindi il filo, ritrovare la direzione. Oltre alla disponibilità al perdersi sono propri della ricerca la fatica dell’approfondimento intellettuale e poetico, gli atteggiamenti di cura e dedizione, la capacità di entrare nelle pieghe, nei cerchi delle cose e di scoprire i dettagli nascosti attraverso la curiosità e lo stupore. Oggi è quasi un privilegio, per quanto è difficile, prendersi una pausa di studio, non sottraendo nulla al lavoro, pensare secondo il tempo lento della ricerca che favorisce le attività della riflessione, impossibili sotto la pressione del progetto. Quest’ultimo, già usato dagli artisti concettuali nei tardi anni ’60 (in particolare dalla galleria Art and Project di Amsterdam) per denotare una proposta per un’opera d’arte, dagli anni ’90 è diventato un termine in grado di comprendere vari tipi di arte sociale (pratiche collettive, gruppi di attivisti auto-organizzati, arte partecipativa e impegnata socialmente e sperimentazioni curatoriali), nelle quali la durata e il processo sono privilegiati rispetto alla soluzione estetica. Nell’attuale fase del capitalismo cognitivo dominata dalle reti e dai progetti la nostra vita lavorativa è descritta da una successione di “progetti”, basati su efficaci connessioni il cui valore sta nel fatto che ci consentono di generare o entrare in un successivo progetto, spesso molto diverso per contesto e contenuto (L. Boltanski e E. Chiapello, Il nuovo spirito del capitalismo, 2005). Liberato lo spazio ristretto della tela e metabolizzati i processi e i dispositivi secondo cui la vita entra nell’arte e viceversa, la sfida per gli artisti oggi è non abbandonare il proprio campo d’indagine ma occuparsene, prendersene cura approfondendo le potenzialità e coltivando nuove possibilità. Con dono si fa riferimento a un tipo particolare di dono, il munus, allineato alla semantica del dovere. Il munus, contenuto nell’etimologia latina del termine “comunità” da communitas, è iscritto nella dinamica dell’obbligo: una volta accettato, richiede un’azione adeguata per disobbligarsi (R. Esposito, Communitas, 1998). Si tratta di un dare reciproco, il quale mette in moto uno scambio continuo, che fa sì che gli individui siano legati tra loro da un impegno comune. Considerando il munus come punto di partenza si ricava una valenza inedita della comunità e della relazione in contrapposizione con il donum armonicum, fatto cioè in conformità con l’autonomia del soggetto e la spontaneità del gesto. Con il munus si interrompe il progetto della modernità e dell’individualismo moderno consegnando gli uomini al dovere che li vincola gli uni agli altri e stabilendo tra loro il “contagio della relazione”. Il dono produce un’asimmetria determinata dall’impegno a dare, come se pretendesse di venir restituito o che qualche altra cosa fosse restituita al suo posto. Così il dono, di per sé leggero, è in realtà più duro del contratto, è anzi una forma di contratto non cristallizzato. E proprio per questo crea legami sociali, alleanze. La promessa è un’altra variante del dono, è implicita, sottintende che ci dobbiamo fiducia e lealtà l’uno l’altro. Il riconoscimento è invece la figura del dono che stabilisce la dipendenza,
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@UNIDEE2016 | unidee@cittadellarte.it @
l’asimmetria, il debito di gratitudine verso l’altro. L’intento è di indagare quei segni, sperimentazioni ed esperienze artistiche che, unendo le dimensioni dell’obbligo e della libertà, della dipendenza e dell’indipendenza, dell’interesse e del disinteresse, generano nuovi modelli di vita in comune e di sostenibilità, fuori dai meccanismi economici riguardanti invece ogni attività umana, fondati su legami sociali che si stabiliscono attraverso il dono e la generosità. Nel concetto di alterazione sono contenuti sia l’azione che fa diventare una cosa “altra” da sé, sia il suo risultato, ovvero il mutamento, la modifica, il cambiamento avvenuti attraverso il contatto, il contratto (il dono, appunto) la relazione, il confronto. Occuparsi di alterazione significa compiere una riflessione sulle diverse modalità, forme e metodi per l’attivazione di processi trasformativi. Attraverso la scelta di questa parola si intende parlare anche del delicato, ma sempre più evidente, rapporto tra arte e politica. Con la crisi delle grandi forme di mediazione sociale sembra tornare al centro dell’attenzione la funzione di alcuni di questi modi storici della mediazione e, tra questi, il ruolo dell’arte per la creazione di un “altro” senso delle cose e per la progettazione di situazioni possibili a fianco o in alternativa alle categorie dominanti. Le azioni, le forme materiali e immateriali, simboliche ed estetiche, politiche e sociali possono alterare, trasfigurare i sistemi di valori istituiti e risignificare i termini, generando “altri” modelli e nuovi immaginari istituenti. Si tratta di processi sociali che, esplorando le fessure delle categorie semantiche e funzionali e ampliando la sfera del possibile, in certi casi rappresentano fonti di disturbo e determinano luoghi e momenti di crisi, di resistenza e di conflitto (J. Rancière). Circoscritta l’indagine e attivati i dispositivi relazionali (coniugando così i due temi precedenti) è inevitabile parlare dell’etica: la responsabilità degli artisti sta nell’impegnarsi a intervenire sulle condizioni per le azioni e a dare continuità alle dinamiche che coinvolgono lo spazio pubblico e i rapporti sociali in modo che diventino parte della vita quotidiana e, seppur senza garanzie, possano contribuire al cambiamento e al “miglioramento” del territorio e del modo di abitarlo. Durante Arte al Centro l’artista Sarasija Subramanian (1992, India) presenterà la sua ricerca e il lavoro svolto durante i due mesi di residenza UNIDEE - Università delle Idee a Cittadellarte, resa possibile grazie al supporto di Inlaks Shivadasani Foundation. Cecilia Guida, Direttrice e Curatrice di UNIDEE
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n 2015, UNIDEE - UNIVERSITY OF IDEAS, inheriting a long experience of residency for international artists (2000-2013), launched within the unique and special context of Cittadellarte – research centre, exhibition space, work of art blending art and life – the experimentation of an educational prototype or ‘model’ that combines theory with practice, which bases the processes of learning on doing and discovery, favouring the exercising of imagination through a meeting with the differences and plurality of languages, and that responds to the desire and need to delve more deeply into things, phenomena and stories through relationships, dialogue and the exchanging of views of the participants. Through residential dynamics, UNIDEE sees education as a life experience and social process characterised by the particular cognitive and emotional intensity of the exchange by members of the spontaneous community that is formed each week within the module. In 2016 the programme – conceived in collaboration with Juan Esteban Sandoval, within the general direction by Paolo Naldini – is based on a close examination of three macro-topics: research, gift and alteration considered central to both theoretical reflection and the practice of artists operating in the public sphere. With an interdisciplinary approach articulating these three concepts according to the Trinamic principle of Michelangelo Pistoletto, that bases the cognitive process on the combination of detachment of an analytical approach with the implication of who is profoundly involved in the situations, the three semantic areas are considered in their inter-relationships as sites for generating forms of resistance, new possibilities in meaning and social transformation. The word ‘research’ contains the act of ‘searching anew’ that refers back to semantic proximity, as well as for assonance, in the action of ‘encircling’ something, a study object, a disciplinary field, a territory and leads us back to that which is an aspect of the study method, in other words to the condition of losing one’s self while researching, with the impression of moving in a labyrinth to regain the thread, relocate direction. Besides the willingness to lose one’s self, the research also includes the strain of intellectual and poetical in-depth analysis, attitudes of care and dedication, the ability to enter into the crevices, into the circles of things and
discover hidden details due to curiosity and amazement. Today, this is nearly a privilege, as it is so difficult, to take a break from study, without taking anything away from work, to think according to the slow time of research that favours activities of reflection, impossible under the pressures of a project. The latter, already used by conceptual artists in the late 1960s (in particular by the Art and Project Gallery in Amsterdam) to denote a proposal for an artwork, from the 1990s became a broad term used to include various types of social art (collective practices, groups of self-organised activists, participatory art and socially involved and curatorial experiments), in which duration and process are more privileged compared to the aesthetic solution. In the present phase of cognitive capitalism dominated by networks and projects our working life is described by a succession of ‘projects’, based on efficient connections the value of which lies in the fact that they allow us to generate or enter into a following project, often very different in context and content (L. Boltanski and E. Chiapello, The New Spirit of Capitalism, 2005). Having liberated the restricted space of the canvas and metabolised the processes and dispositifs through which life enters art and vice-versa, the challenge for artists today is to not abandon their own field of research but to occupy themselves with it, taking care to examine any potential in depth and to cultivate new possibilities. By gift a particular kind of gift is meant, the munus, aligned with the semantics of duty. The munus, contained in the Latin etymology of the term ‘community’ from communitas, is written into the dynamics of obligation: once accepted, it requires a suitable action to be released from that obligation (R. Esposito, Communitas, 1998). It involves making an exchange, which puts into motion a continuous exchange, and this creates a bond between the individuals based on a common commitment. Considering the munus as a starting point, a new added value is found for the community and the relationship in juxtaposition with the donum armonicum, carried out in conformity with the autonomy of the subject and spontaneity of the gesture. With the munus the project of modernity and modern individualism is interrupted thus handing people the duty that binds them to each other and establishing between them a ‘contamination of relationship’. The gift produces an asymmetry determined by the obligation to give, as though it expected to be given back or that something be returned in its place. Therefore the gift, while on its own light, is in truth harder than the contract, in fact, it is a kind of non-crystallised contract. This is why it creates social ties and alliances. The promise is another variation of the gift, it is implicit, and means we owe trust and loyalty to each other. Recognition is the aspect of the gift that establishes dependence, asymmetry, a debt of gratitude towards another. The intent is to investigate those signs, artistic experimentation and experiences that, uniting the dimensions of duty and freedom of dependency and inter-dependency as well as interest and disinterest, generate new life models in common and sustainability, outside of economic mechanisms that instead involve every human activity, based on social ties that are formed through the gift and generosity. The concept of alteration contains both the action that makes one thing ‘more’ than itself, as well as its result, or rather the mutation, modification or change that occurs through contact, relationship and comparison. The term ‘modification’ and the verb ‘modify’ come from ‘modo / modus’ and ‘to do / facere’, and indicate the introduction of acts that generate ways of being and doing for the other and in virtue of the other. Dealing with alteration means carrying out a reflection on different modalities, forms and methods to active transformative processes. The choice of this word carries the intent to speak of the also delicate, but increasingly more evident, relationship between art and politics. Facing a crisis of the big forms of social mediation, it seems that attention regarding the functions of some of these historic models of mediation are returning to centre stage and, among these, the role of art in the creation of ‘another’ meaning of things and for the projecting of possible situations next to or in alternative to the dominant categories. Actions, material and immaterial forms, symbolic and aesthetic, political and social, can alter and transfigure the value systems of institutions and re-signify the terms thus generating ‘other’ models and new institutional imaginaries. This involves social processes that, exploring the cracks of semantic and functional categories and broadening the sphere of what is possible, in certain cases represent sources of disturbance and determine the place and time of a crisis, resistance and conflict (J. Rancière). Having defined the investigation and activated the relational mechanisms (thus combining the two previous terms), it becomes inevitable to talk about ethics: the artist’s responsibility lies in his commitment to intervene in conditions through action and grant continuity to the dynamics that coinvolve the public space and social relationships so that they become a part of daily life and, though without any guarantees, can contribute to the change and ‘improvement’ of the territory and way of living in it. On the occasion of Arte al Centro Sarasija Subramanian (1992, India) will present her research and work carried out over her two-month residency UNIDEE - University of Ideas at Cittadellarte, made possible by the support of the Inlaks Shivadasani Foundation. Cecilia Guida, Director and Curator of UNIDEE
UNIDEE - University of Ideas, the formative residential programme developed by Cittadellarte - Fondazione Pistoletto Onlus’ Education Office is made possible thanks to the support of: PATRONS PRODUCTION RESIDENCY COLLABORATIONS & SCHOLARSHIPS
INSTITUTIONAL COLLABORATIONS & SCHOLARSHIPS: Università degli Studi di Torino; Università IUAV, Venezia; Accademia di Belle Arti di Brera, Milano; Accademia di Belle Arti di Roma; Accademia di Belle Arti di Firenze; ISIA-Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Faenza; SACI Studio Art Centers International, Firenze; Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; Ecole supérieure d’art et design – ESAD, Grenoble (FR); École cantonale d’art du Valais – ECAV, Sierre (CH); Fundación Universitaria Bellas Artes, Medellín (CO); Instituto Superior de Arte-ISA, La Habana (CU); Queens Museum, New York (US).
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POLITICS OF AFFINITIES • Esplorazioni progettuali
P OLITIC S OF AFFINITIES sperimentazioni tra arte , educazione e politica
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Esplorazioni progettuali
tra nuove forme di vita e nuove forme del vivere
Project explorations
between new forms of life and new forms of living
Experimentations bet ween Art, Education and Politics Mos tr a a cur a di / exhibition cur ated by Silvia Fr a nceschini collettivamente una grammatica che ci aiuti a decodificare il dizionario della crisi globale. Silvia Franceschini, Curatrice della mostra
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gni momento di crisi richiede una ridefinizione degli strumenti di conoscenza e di educazione. L’educazione non è uno spazio neutrale e invisibile tra i processi di riproduzione sociale, ma il terreno principale in cui iniziare una metodologia ibrida di saperi subalterni e di pratiche di emancipazione. Lo spazio pedagogico si è costruito nella modernità come spazio di normalizzazione del corpo e della soggettività, secondo una logica di relazioni di potere e gerarchie culturali. Le esperienze presenti in mostra illustrano programmi pedagogici sperimentali in cui pensiero e critica diventano
un’unica forma di azione diretta sulla realtà. Attraverso metodologie di pedagogia radicale, ricerca militante e attivismo istituzionale, il concetto di aula viene ridefinito come “spazio democratico”. L’aula si converte in un laboratorio in cui riscrivere il contratto sociale. Teorie e pratiche di liberazione e di decolonizzazione del pensiero introdotte da intellettuali ed educatori radicali come Bertold Brecht, John Dewey, Ivan Illich o Paulo Freire tornano ad essere fondamentali in un momento storico che necessita l’emancipazione del soggetto e il rinnovamento delle politiche educative e culturali.
Diversi per scala, geografia e specificità dei contesti locali, gli esperimenti educativi in mostra sfruttano il potere dell’arte di immaginare nuovi scenari in cui operare secondo quelle che il filosofo Donna Haraway definisce politiche delle affinità, utilizzando la teatralità, la performance, la collaborazione e allo stesso tempo l’antagonismo come possibili forme di dialogo e di negoziazione. Secondo Haraway, un’organizzazione politica per affinità è un organismo in grado di riconoscere identità permanentemente parziali e punti di vista contraddittori. Questo rende l’affinità un modello adatto ad una pedagogia basata sulla partecipazione consapevole e sulla scelta di strategie condivise. L’obiettivo comune sembra essere quello di elaborare 1. Pavel Althamer, The Draftmen’s Tent of Ghosts, The School of Kyiv, Kyiv Biennial 2015, Kyiv. Foto di / photo by Lyuba Knorozok.
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2. The Dates, Documentazione della performance di Chto Delat’ School of Engaged Art, Da video, 2015, per gentile concessione degli artisiti. / The Dates, Documentation of the performance of the Chto Delat’ School of Engaged Art, Still from the video, 2015, Courtesy the artists.
very moment of crisis requires a redefinition of the instruments of knowledge and education. Education is not a neutral and invisible space among the processes of social reproduction, but the main ground on which to start a hybrid methodology of subaltern knowledge and emancipatory practices. In modernity the pedagogical space has built itself as a space of normalization of the body and of the subjectivity, according to a logic of relationships of power and cultural hierarchies. The experiences present in the exhibition illustrate experimental pedagogical programmes in which thought and critique have become a single form of direct action on reality. Through methodologies of radical pedagogy, militant research and institutional activism, the idea of classroom is redefined as a “democratic space”. The room turns into a laboratory in which to rewrite the social contract. Theories and practices of liberation and decolonization of the thought introduced by radical intellectuals and educators like Bertold Brecht, John Dewey, Ivan Illich and Paulo Freire are back to being fundamental in a historical moment in need of an emancipation of the subject and a renewal of educational and cultural politics. Different in their scales, geography and specificity of local contexts, the educational experiments in the exhibition exploit the power of the art of imagining new scenarios where to operate by what the philosopher Donna Haraway defines politics of affinities, using theatre, performance, collaboration and at the same time antagonism as possible forms of dialogue and negotiation. According to Haraway, a political organization by affinities is an organism able to recognize permanently partial identities and contradictory points of view. This makes the affinity model suitable to a pedagogy based on a conscious participation and a choice of shared strategies. The shared objective seems to be the one of collectively elaborating a grammar helping us to decode the dictionary global crisis.
Silvia Franceschini, Exhibition Curator
Nel centro della mostra uno spazio disegnato da Mattia Paco Rizzi servirà ad approfondire le tematiche trattate attraverso una raccolta di volumi speciali e internazionali a disposizione del pubblico e dei residenti. At the centre of the exhibition designed by Mattia Paco Rizzi will give general public and residents the opportunity to delve into the relevant topics through a collection of specialised international books. Politics of Affinities. Sperimentazioni tra Arte, Educazione e Politica è un progetto di ricerca che parte dall’omonima pubblicazione composta da conversazioni con (tra gli altri) Jesús Carrillo, Vasyl Cherepanyn, Bruno Latour con Frédérique Aït-Touati e Donato Ricci e i collettivi Beta-Local e Chto Delat. Politics of Affinities. Experimentations between Art, Education and Politics is a research project starting from the homonymous publication composed of conversations with (among others) Jesús Carrillo, Vasyl Cherepanyn, Bruno Latour with Frédérique Aït-Touati and Donato Ricci, and the collectives Beta-Local and Chto Delat. La ricerca si situa all’interno di un’indagine a lungo termine avviata da Cittadellarte a partire dal 2014, che ha visto importanti momenti di confronto come il workshop Socially engaged art practices and education in contemporary discourse e proseguita nel 2015 con la riformulazione della “storica” residenza per artisti internazionali UNIDEE - Università delle Idee in un programma di alta formazione artistica per addetti al settore e non solo, con il fine di confrontarsi con i cambiamenti in corso nel campo dell’educazione e avviare sperimentazioni nella sfera pedagogica e artistica contemporanea. The research places itself within a long term investigation started by Cittadellarte in 2014, which has included important opportunities for a dialogue like the workshop Socially engaged art practices and education in contemporary discourse and has led to the reformulation, in 2015, of the “historical” residency for international artists UNIDEE - University of Ideas into a programme of high artistic education for operators in the sector and not only, with the aim of debating the changes in progress in the education field and starting experimenting in the contemporary pedagogical and artistic sphere. In mostra: Pavel Althamer e Artur Zmijewski con The School of Image and Evidence per The School of Kyiv. Kyiv Biennial 2015 (Kiev), The School of Engaged Art di Chto Delat (San Pietroburgo), La Ivan Illich di Beta Local (San Juan), SPEAP SciencesPo Programme d’Expérimentation en Arts et Politique con un film di David Bornstein (Parigi), Subtramas (Madrid). In the exhibition: Pavel Althamer and Artur Zmijewski with the School of Image and Evidence for the School of Kyiv, Kyiv Biennial 2015 (Kiev), Chto Delat’s School of Engaged Art (Saint Petersburg), Beta Local’s Ivan Illich (San Juan), SPEAP SciencesPo Programme d’Expérimentation en Arts et Politique with a film by David Bornstein (Paris), Subtramas (Madrid).
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Fortunato D’Amico, Curatore del 2° Rebirth Forum
Fortunato D’Amico, Curator of 2nd Rebirth Forum
l laboratorio di Sintesi Finale del Corso Design degli Interni, tenuto alla Scuola del Design del Politecnico di Milano presso il Campus Bovisa, ha sviluppato quest’anno un lavoro di ricerca con gli studenti del terzo anno fondato sulle esplorazioni progettuali tra nuove forme di vita e nuove forme del vivere. I partner del corso, curato da Giulio Ceppi, Francesco Samorè, Massimo Facchinetti, Fortunato D’Amico, sono stati la Fondazione Giannino Bassetti e Cittadellarte - Fondazione Pistoletto. Il laboratorio si pone come momento di riflessione radicale sul rapporto tra tecnologie e abitare, partendo dalla considerazione che prima di tutto “abitiamo” un corpo, anzi siamo noi stessi un abito e un ambito. Le tecnologie e le scienze della vita, genomica, biotecnologie, nanotecnologie, stanno modificando il nostro corpo nella forma in cui lo percepiamo, trasformando profondamente sul piano culturale e sociale il significato di vita stessa, ridefinendo i confini tra ciò che è natura e ciò che è progetto. Una parte degli studenti, in sintonia con gli obiettivi di attivare processi di trasformazione sociale sostenibile di Cittadellarte Fondazione Pistoletto, si è impegnata in progetti di rigenerazione e cambio destinazione di edifici abbandonati all’incuria del tempo, che da qualche decennio costellano la geografia territoriale del nostro Paese e dell’Europa. Sono costruzioni ex-industriali, oppure destinate ad altri usi e mai completate, residui di esperienze esaurite e simboli di inquinamento ambientale. Nelle loro tesi gli studenti hanno presentato interventi perseguendo finalità sociali, economiche, di salvaguardia delle risorse ambientali. Lo hanno fatto analizzando i bisogni dei luoghi e delle città in cui sono stati collocati. Materiali sostenibili, moduli costruttivi non invasivi da integrare agli edifici, attività di coinvolgimento sociale e di promozione della sostenibilità, rapporto con la natura: sono alcuni degli elementi che caratterizzano queste proposte.
his year, the Final Synthesis Laboratory of the Interior Design course, held at the Design School of Milan’s Polytechnic at the Bovisa Campus, has developed a work of research with the third year students based on project explorations between new forms of life and new forms of living. Fondazione Giannino Bassetti and Cittadellarte - Fondazione Pistoletto are partners of the course, curated by Giulio Ceppi, Francesco Samorè, Massimo Facchinetti and Fortunato D’Amico. The laboratory intends to be a moment of radical reflection on the relationship between technologies and inhabiting, starting from the consideration that first of all we “inhabit” a body, we are actually ourselves a dress and a context. Technologies and life sciences, genomics, biotechnologies and nanotechnologies are modifying our body into the form we perceive it in, deeply transforming the meaning of life itself on a cultural and social level, redefining the boundaries between what nature is and what project is. A part of the students, in harmony with Cittadellarte - Fondazione Pistoletto’s objectives of activating processes of sustainable social transformation, has engaged in projects of regeneration and change of use of buildings left in total neglect, which have studded the territorial geography of our Country and Europe for the last few decades. They are former factories or structures never completed for other uses, remainders of exhausted experiences and symbols of environmental pollution. In their theses, students have presented interventions in pursuit of social or economic purposes, or in safeguard of natural resources, and they have done so analysing the needs of the areas and cities in which they have been placed. Sustainable materials, non-invasive building modules to be integrated to buildings, activities of social involvement and promotion of sustainability: these are just a few of the elements characterizing their proposals.
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Arte, giornalismo e attivismo locale
Arte, giornalismo e attivismo locale
2016
Local art, journalism and activism
u n i t i p e r u n a t r a s f o r m a z i o n e p o s i t i v a d e l l a s o c i e t à united for a positive transformation of society Mostr a a cur a di / exhibition curated by Roberto Viet ti ( Piemonte che cambia)
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Roberto Vietti, Curatore della mostra
Roberto Vietti, Curator of the exhibition
eografie della trasformazione è un progetto nato nel 2003 con l’obiettivo di disegnare una nuova geografia di luoghi ove organizzazioni di diversa natura e origine hanno avviato e stanno portando avanti pratiche di vera sostenibilità nei più diversi campi e settori della collettività. È una geografia in estensione e trasformazione, che rileva la diffusione di nuovi valori umani, sociali, politici, economici e ambientali. Analizza le tendenze, le idee e i progetti che stanno attualmente e concretamente apportando cambiamento nel senso della responsabilità nei propri contesti e territori. Il progetto si costituisce di una web-platform (www.geographiesofchange.net) dove si possono condividere progetti per il cambiamento; inoltre, a Cittadellarte, trova luogo una mostra permanente che presenta una selezione dei progetti facenti parte della rete, offrendo laboratori e interazione in forma di presentazioni e incontri rivolti sia ai visitatori in genere, sia a gruppi e comunità territoriali (compresa naturalmente quelle pertinenti al biellese) che utilizzano lo spazio, la mostra stessa e il progetto come occasione e ispirazione per procedere nel proprio lavoro. Dal 1° luglio 2016 la mostra Geografie della trasformazione si arricchisce del racconto di un percorso realizzato proprio nel biellese: il viaggio nella geografia del cambiamento di Biellese in transizione e Italia che cambia. La Transizione è un movimento culturale impegnato nel traghettare la nostra società industrializzata dall’attuale modello economico profondamente basato su una vasta disponibilità di petrolio a basso costo e sulla logica di consumo delle risorse a un nuovo modello sostenibile non dipendente dal petrolio e caratterizzato da un alto livello di resilienza e connessione tra persone. Italia che cambia è un’associazione formata da un gruppo di giovani giornalisti e professionisti di comunicazione e web marketing. Il team è composto da persone con la passione per l’informazione e la consapevolezza che il cambiamento non può che partire da noi, dalle nostre pratiche quotidiane, dalle migliaia di esperienze tangibili di cui l’Italia è piena. Italia che cambia nasce per raccontare, mappare e mettere in rete le esperienze virtuose che già esistono sul territorio italiano e per facilitare le sinergie sia a livello locale che a livello tematico. L’obiettivo della collaborazione tra Cittadellarte, Italia che cambia e Biellese in transizione, avviato da diversi anni, è approfondire le connessioni tra l’artivismo e l’attivismo, al fine di elevare il grado di organizzazione dei sistemi di intelligenza collettiva territoriali. Dal 1° luglio 2016 nello spazio espositivo dedicato a Geografie della trasformazione è presente una mostra fotografica dal titolo Volti del cambiamento. Le fotografie coinvolgono fortemente l’osservatore in modo da metterlo in connessione con i volti dei protagonisti del cambiamento biellese: lo sguardo dei protagonisti delle immagini, infatti, è direzionato in un unico punto, quello dove si posiziona l’osservatore della mostra. L’intento è che l’osservatore, attraverso questo gioco prospettico, osservi i volti di fronte a lui chiedendosi: “Cosa sto facendo nella mia vita per cambiare in meglio la società?”. Le immagini proposte sono state raccolte nel viaggio svoltosi la scorsa estate all’interno del progetto Biellese che cambia, organizzato da Italia che cambia con il gruppo Biellese in transizione, un viaggio in bicicletta durato cinque settimane mirato a incontrare, intervistare e mappare svariate decine di realtà del territorio biellese che si adoperano quotidianamente per un cambiamento concreto verso modelli di sviluppo sostenibili ed etici.
eographies of change is a project born in 2003 with the objective of drawing a new geography of places where organizations of different nature and origin have started and are carrying out practices of real sustainability in the most diverse fields and sectors of the collectivity. It is a geography in extension and transformation, which detects the diffusion of new human, social, political, economic and environmental values. It investigates trends, ideas and projects that are truly changing the world in a responsible way in their own contexts and territories. The project is constituted of an online platform (www.geographiesofchange.net) where the projects for change can be shared; there is also a permanent exhibition in Cittadellarte that presents a selection of projects from its network, offering opportunities for workshops and interactions in forms of presentations and meetings conceived for both general visitors and territorial groups and communities (obviously including local ones), who use the space, the exhibition itself and the project as a chance and inspiration to continue with their work. From 1st July 2016 the exhibition Geographies of Change is enriched by the narration of a path carried out in the Biellese itself: Biellese in transitione and Italia che cambia’s journey in the geography of change. The Transition is a cultural movement engaged in ferrying our industrialized society out of the current economic model deeply based on a vast availability of low cost oil and on the logics of consumption of the resources to a new sustainable model not depending on oil and characterized by a high level of resilience and connection among people. Italia che cambia is an association formed by a group of young journalists and professionals in communication and web marketing. The team is composed of people with a passion for information and for the awareness that change can only start from us, from our daily practices, from the thousands of tangible experiences Italy is packed with. Italia che cambia wants to tell, map and connect the virtuous experiences already existing on the Italian territory and to favour synergies both on a local and thematic level. The objective of the collaboration among Cittadellarte, Italia che cambia and Biellese in transizione, started a few years ago, is to strengthen the connections between artivism and activism, in order to raise the degree of organization of the territorial systems of collective intelligence. From 1st July 2016 the exhibition space dedicated to Geographies of Change also hosts a photographic exhibition called Faces of Change. The photographs strongly involve the observer so as to put them in connection with the faces of the protagonists of change on the Biellese territory: the protagonists of the images, in fact, all gaze into the same direction, which is where the observer is. Through this play of perspective, the observer is prompted to behold the faces in front of him and wonder: “What am I doing in my life to change society for the better?”. The images on display were gathered during the journey travelled last summer within the project Biellese che cambia, organized by Italia che cambia with the group Biellese in transizione, a five-week bicycle journey aimed at meeting, interviewing and mapping dozens of realities on the Biellese territory striving for a concrete change towards models of sustainable and ethical development on a daily basis.
ART FOR SMART SUSTAINABLE CITIES
2016
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ART FOR SMART SUSTAINABLE CITIES
Mostra a cura di / exhibition curated by Juan E. Sandoval (Cittadellarte - Fondazione Pistoletto) progetto di ricerca di / research project by STEALTH.unlimited (Ana Dzokic e Marc Neelen) in collaborazione con / in collaboration with United Nations Economic Commission for Europe Housing and Land Management Unit
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rte e città, secondo la ricerca condotta da Cittadellarte da quasi un decennio, sono in un rapporto senza fine e inscindibile. La città è un luogo in cui le diverse culture ed economie si incontrano e si scontrano ed è lo specchio vivente delle diverse realtà umane e dei loro valori. In questo periodo di cambiamento epocale della società a livello mondiale, un’attività in cui arte e politica lavorino insieme è diventata essenziale allo sviluppo di una prospettiva di sostenibilità di proporzioni globali. Arte e politica sono infatti due elementi che possono essere uniti per produrre un terzo elemento, che rappresenta la realtà completamente nuova di cui il mondo intero è in attesa. Questo è il significato della parola demopraxia, che richiede un coinvolgimento diretto della facoltà creativa nelle strutture e nelle forme della vita che condividiamo. La mostra Art for Smart Sustainable cities presenta ai visitatori sia opere concrete che ricerche sulle esperienze urbane e sul rapporto tra la cultura, la politica e l’arte. Sono proposte varie sperimentazioni pratiche applicate in differenti contesti urbani attraverso foto, manifesti, installazioni e altri esempi di come l’arte e la cultura possano ridefinire e reinventare una città e la vita dei suoi cittadini, in aspetti come l’abitare, l’economia, le risorse – quali cibo ed energia, o la politica della città. É stata presentata per la prima volta in occasione del World Habitat Day, il 5 ottobre 2015, al Palais des Nations a Ginevra e sarà visibile a Cittadellarte dal 1 luglio e nel quadro di Habitat III nel mese di ottobre, primo vertice globale delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile. “Cittadellarte si dedica alla ricerca nell’ambito delle attuali e innovative esperienze attraverso cui le città affrontano le loro sfide più urgenti, concentrandosi sulle pratiche artistiche impegnate nella trasforma-
zione urbana e nel con-vivere. Questa mostra dà conto della varietà e della rilevanza delle pratiche artistiche come enzimi di trasformazione urbana, come motori per l’attivazione della partecipazione dell’individuo nella comunità. In questa mostra, mobile, leggera e flessibile che seguirà le attività di Habitat III nel mondo, proponiamo alcuni dei progetti mozzafiato, audaci, a volte provocanti, sempre immaginativi, originati, scatenati o ispirati da artisti e attivisti in varie comunità, al fine anche di stimolarci a capire come noi stessi possiamo diventare attivi. Attivi nel ri-definire la nostra città, in termini di modo di vivere (l’abitare), modo di produrre (l’economia), risorse che abbiamo a portata di mano (cibo, energia, acqua), la nuova civitas (azione dei cittadini), politica della città (processi decisionali collettivi) – e di tutto quanto probabilmente verrà.” (Paolo Naldini) La mostra include alcune delle ricerche che Cittadellarte ha invitato STEALTH.unlimited a sviluppare negli ultimi anni, divenute parte essenziale delle attività che Cittadellarte ha dedicato a tali questioni incrementando un programma di studio e ricerca, di intervento, di sperimentazioni onsite, e di condivisione e presentazione in tutto il mondo. Paolo Naldini, Direttore Cittadellarte - Fondazione Pistoletto
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ccording to a research carried out by Cittadellarte for almost a decade, art and city are in an endless and unbreakable relationship. The city is where different cultures and economies meet and clash, and is the living mirror of the different human realities and their values. At this time of momentous change in society worldwide, an activity in which art and politics work together has become essential in order to develop a prospect of sustainability on a global scale. Art and politics are, in fact, two elements that can be united to produce a third element, one that constitutes a completely new reality for which the whole world is waiting. This is the meaning of the word demopraxis that calls for a direct engagements of the faculty of creation into the structures
and forms of our life together. The exhibition Art for Smart Sustainable cities offers visitors both actual works and researches on urban experiences and on the relationship between culture, politics and art. Various practical experimentations applied to different urban contexts are presented through photos, posters, installations and other examples of how art and culture can redefine and reinvent a city and the life of its citizens, in aspects like inhabiting, economy, resources such as food and energy or the politics of the city.
It was presented for the first time on the occasion of the World Habitat Day, on 5 th O ctob e r 2015, at the Palais des Nations in Geneva, and will be visible at Cittadellarte on 1st July and in the context of Habitat III, the United Nations’ first global summit for a Sustainable Development, in October 2016. “Cittadellarte researches into current experiences of innovative ways of tackling the most urgent challenges cities are going to deal with, focussing on artistic practices engaged in urban transformation and co-living in the third millennium. This exhibition gives account of the variety and relevance of artistic practices as enzymes of urban change, as engines for the activation of participation of the individual in the community. In this travelling, light and flexible exhibition set-up that will follow Habitat III workings around the world,
we bring forward some of the breathtaking, daring, sometimes provoking, and always imaginative cases originated, sparked or inspired by artists and activists in communities that can trigger us to understand how we can take action ourselves. Action to redefine our city, in terms of how we live (housing), how we produce (economy), the resources we have at hand (food, energy, water), the new civitas (citizens action), and the politics of the city (collective decision making) – with likely more to come.” (Paolo Naldini)
The exhibition includes some of the researches that Cittadellarte has invited STEALTH.unlimited to develop in the last few years, now become an essential part of the activities that Cittadellarte has dedicated to these issues intensifying a programme of study and research, intervention, on-site experimentations and of sharing with the rest of the world. Paolo Naldini, Director Cittadellarte - Fondazione Pistoletto
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amacarium • porte - uffizi
Amac arium un luogo esperienziale e di riflessione nelle terme culturali
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e Terme culturali, inaugurate nel mese di giugno 2015, hanno costituito l’apertura totale e integrale di Cittadellarte alla cittadinanza. Da questa data, infatti, Cittadellarte è diventata a tutti gli effetti un luogo dove chiunque, in base ai propri interessi e alla disponibilità di tempo, può trascorrere momenti di formazione (grazie a UNIDEE e alle attività dell’Ufficio Didattica), lavorare (come coworker), conoscere l’arte di Michelangelo Pistoletto e infine fare esperienze creative e profonde con i trattamenti delle Terme. Visitare le Terme Culturali significa immergersi come ospite partecipante nello spirito vivo di questo centro di produzione artistica contemporanea, diventato negli anni modello, a livello globale, di una pratica culturale impegnata sulle urgenze epocali e nello sviluppo sociale ed economico del territorio: l’incontro e lo scontro di civiltà come i modelli di sviluppo economico-sociale alternativi sono indagati, presentati e praticati in questo laboratorio eutopico, aperto e pratico. La proposta di Terme culturali significa dunque un’immersione nel cuore della sorgente di questo progetto: laboratori e presentazioni guidate alle diverse attività specifiche si alternano a momenti di riflessione. Dal mese di luglio le Terme culturali si dotano anche di un nuovo spazio in cui vivere un’esperienza di ascolto e profonda riflessione: l’Amacarium. I coloni spagnoli notarono l’uso dell’amaca da parte dei nativi d’America, in particolare nei Caraibi, durante il periodo di conquista del Continente. La parola nasce
an experiential and contemplative space in the Terme Culturali
da arawakan, che nella lingua di Haiti significa “rete da pesca”. All’inizio, infatti, le amache erano intrecciate con cortecce d’albero ma successivamente il materiale fu sostituito con la fibra di agave perché più abbondante nella zona. L’agave ha proprietà antibatteriche ed è utile nell’allontanare serpenti e insetti nocivi per l’uomo; per questo motivo amaca divenne sinonimo di “luogo protetto”1. Lo stesso significato ha l’etimologia persiana del del termine paradiso; si stabilisce così una connessione diretta e forte tra la vision del Terzo Paradiso e l’installazione centrale delle Terme Culturali nel cuore di Cittadellarte: uno spazio protetto, oggetto di attenzione e cura, di progetto e investimento di valori, un luogo dove conoscersi e riconoscersi, dove abitare nel presente con massima consapevolezza e presenza. Mentre i visitatori abbandonano gradualmente il corpo al gioco della sospensione dell’amaca, al senso della gravità che tutto attira e accoglie, uniformando ogni esistenza a una grande legge che tiene e tende alla terra (madre), mediatori delle Terme culturali leggono testi e narrazioni su Cittadellarte, sui concetti di demopraxia e trinamica; la luce soffusa e un sottofondo musicale creano un’atmosfera che favorisce l’ascolto e la riflessione. La neurologia insegna quello che il senso comune ha sempre saputo: mantenere uno spirito curioso, pronto a interessarsi, disposto a stupirsi, disponibile a sperimentare per conoscere e a conoscere per giudicare, tutto questo mantiene e sviluppa il nostro spirito e la nostra intelligenza. L’Amacarium è dun-
que una palestra in cui esercitare le proprie facoltà di riflessione, sensibilità e analisi, dedicandosi alla cura di se stessi come principio per la cura del mondo (parafrasando la celebre frase di Gandhi). Elena Rosina, Responsabile Didattica Cittadellarte, Paolo Naldini, Direttore Cittadellarte - Fondazione Pistoletto
2016
project: laboratories and guided presentations of the different specific activities alternate with moments of meditation. From July, the Terme Culturali will acquire a new space in which to live a listening and deeply contemplative experience: the Amacarium. The Spanish colonisers noted the use of the hammock by the native Americans, particularly in the Caribbean, during the conquest of the Continent. The word “hammock” comes from arawakan, which in Haitian means “fishing net”. At the beginning, in fact, the hammocks were woven with tree bark, which was subsequently replaced with agaves fibres, because even largely available in the area. The agave has antibacterial properties and is useful in keeping away snakes and insects harmful to men; for this reason hammock became a synonym of “protected place”1, the same meaning of the Ancient
Persian for paradise; which establishes a direct and strong connection between the vision of the Third Paradise and the central installation of the Terme Culturali in the heart of Cittadellarte: a protected space, object of care and attention, of a project and of an investment of values, a place where to get to know and recognize oneself, where to live the present with maximum awareness and presence. While visitors slowly abandon their bodies to the suspension game of the hammock, to the gravity that attracts and accepts everything, making every existence uniform to a big law which holds and tends to the earth (mother), the Terme Culturali’s mediators will read texts and narratives on Cittadellarte, on the concepts of demopraxy and trinamics; the suffused lightening and a musical background create an atmosphere favouring the listening and the reflection.
Neurology teaches what common sense has always known: to keep our spirit inquisitive, ready to get interested, open to amazement and experimentation to know and to know in order to judge; all this maintains and develops the spirit itself and our intelligence. The Amacarium is therefore a gym in which to exercise one’s reflective, sensitive and analytical skills, reserving time to take care of oneself as a first step in taking care of the world (paraphrasing Gandhi’s famous sentence). Elena Rosina, Cittadellarte Didactics Office, Paolo Naldini, Director Cittadellarte - Fondazione Pistoletto
1. Enciclopedia della lingua italiana Treccani, 2013.
Encyclopaedia of Italian Language Treccani, 2013.
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he Terme Culturali, launched in June 2015, have represented Cittadellarte’s definitive and complete opening to the citizenry. From that date, in fact, Cittadellarte has become to all extents a place where anyone, depending on their interests and availability, can spend formative time (thanks to UNIDEE and the activities of the Didactic Office), work (as a coworker), get to know the art of Michelangelo Pistoletto and, finally, have creative and deep experiences with the treatments of the Terme. Visiting the Terme Culturali means immersing oneself as a participant guest in the live spirit of this centre for contemporary artistic production which, throughout the years, has become a globally recognized model of cultural practice engaged in epochal urgencies and in the social and economic development of the territory: the meeting and clash of civilizations, as well as alternative models of social-economic development, are investigated, presented and practiced in this eutopic, open and practical laboratory. The proposal of the Terme Culturali means therefore an immersion in the heart of the source of this
al comportamento, in breve tutte le istanze del tessuto sociale”. (M. Pistoletto, Manifesto Progetto Arte, 1994) Al Museo Luigi Pecci di Prato, nel 1997, viene realizzata la mostra Habitus, Abito, Abitare. Progetto Arte: analogamente a Le Porte di Palazzo Fabroni vengono realizzate delle stanze, ma in questo caso gli spazi sono “abitati” da diversi artisti operanti in vari campi artistici e culturali, scelti per l’interdisciplinarietà del loro lavoro1. Da queste esperienza nasce la mostra Porte Uffizi, realizzata la prima volta nel 2003 a MuhKa di Antwerpen e successivamente allestita per la Biennale di Venezia del 2005 sull’isola di San Servolo. In quell’occasione le scritte sulle porte mettevano in relazione differenti discipline artistiche, economiche e politiche. Gli Uffici attualmente presenti a Cittadellarte si occupano di Arte, Educazione, Ecologia, Economia, Politica, Spiritualità, Produzione, Lavoro, Comunicazione, Architettura, Moda e Nutrimento e il nuovo allestimento della mostra prevede l’aggiunta di porte, che, grazie a scritte bifrontali, interconettono tra loro i diversi ambienti. Il visitatore può così attraversare una rappresentazione spaziale della filosofia di Cittadellarte che da 18 anni porta operativamente l’intervento artistico in ogni ambito della società civile, per contribuire a indirizzare responsabilmente e proficuamente le profonde mutazioni epocali in atto. Elena Rosina, Responsabile Didattica Cittadellarte
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PORTE - UFFIZI
Mostra a cura di ufficio arte di cittadellarte exhibition curated by cittadellarte art office
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a mostra Porte - Uffizi, visibile dal 1° luglio, è allestita in uno degli spazi più suggestivi e particolari di Cittadellarte: l’ex stenditoio del sottotetto. Durante il periodo di attività del Lanificio Trombetta questo luogo era utilizzato per l’asciugatura della lana a seguito del processo di lavorazione e del lavaggio finale; ancora oggi è possibile ammirare la spettacolare architettura ottocentesca realizzata con assi in legno di castagno. L’opera in mostra si articola in cornici di stanze e di porte di legno che riportano il nome dei vari Uffici di Cittadellarte. Ogni Ufficio conduce una propria attività rivolta ad un’area specifica del sistema sociale e le finalità di ciascuno consistono nel produrre un cambiamento etico e sostenibile, agendo sia su scala globale sia locale. Il percorso che conduce alla nascita di Porte - Uffizi inizia nel 1995: la mostra Le porte di palazzo Fabroni, curata da Bruno Corrà e Michelangelo Pistoletto, proponeva già una suddivisione dello spazio in 16 stanze attraverso porte che riportavano una scritta per indicare il tema della stanza successiva: al visitatore veniva offerta sia la possibilità di muoversi in un percorso non lineare – data la presenza di più porte in alcune stanze – attraverso le varie tappe dell’attività di Pistoletto documentate nelle singole stanze, sia una presentazione di come tali tappe costituissero già le diverse istanze articolate all’interno del Progetto Arte: “Il Progetto Arte si fonda sull’idea che l’arte è l’espressione più sensibile e integrale del pensiero ed è tempo che l’artista prenda su di sé la responsabilità di porre in comunicazione ogni altra attività umana, dall’economia alla politica, dalla scienza alla religione, dall’educazione
he exhibition Porte - Uffizi, opening on 1st July, is set up in one of the most suggestive and special spaces in Cittadellarte: the former drying area in the attic. During the time of activity of the Trombetta wool mill, this place was used to hang the wool to dry after the processing and the final wash; today, it is still possible to admire the spectacular 19 th century architecture made of planks of chestnut wood. The work on display is articulated in frames of rooms and wooden doors showing the names of the different Cittadellarte’s Offices. Each Office carries out its own activity concerning a specific area of the social system and they all aim at triggering an ethical and sustainable change, acting both on a global and local scales. The path leading to the origin of Porte - Uffizi starts in 1995, when the exhibition Le porte di Palazzo Fabroni, curated by Bruno Corà and Michelangelo Pistoletto, already proposed a partition of the space into 16 rooms through the installation of doors, each providing a writing indicating the theme of the following room: the visitor was offered both the possibility to move along a nonlinear route – given that some rooms had more than one door – through the various stages of Pistoletto’s activity documented in each room, and the presentation of how these stages already constituted the different instances mentioned within the Progetto Arte: “The Progetto Arte is based on the idea that art is the most sensitive and complete expression of human thought, and that the time has come for artists to take on the responsibility of establishing ties among all other human activities, from economics to politics, science to religion, education to behaviour – in a word, among the threads that make up the fabric of society”. (M. Pistoletto, Manifesto Progetto Arte, 1994) In 1997, the Luigi Pecci Museum in Prato hosted the exhibition Habitus, Abito, Abitare. Progetto Arte: similarly to Le porte di Palazzo Fabroni, rooms were set up, but these spaces were “inhabited” by different artists operating in various artistic and cultural fields, chosen for the interdisciplinarity of their work1. This experience led to the exhibition Porte - Uffizi, realized for the first time in 2003 at the MuKHA in Antwerp and subsequently installed on the island of San Servolo in the context of the 2005 Venice Biennale. In that occasion the writings on the doors put in relationship different artistic, economic and political disciplines. The Offices currently active in Cittadellarte are Art, Education, Ecology, Economics, Politics, Spirituality, Production, Work, Communication, Architecture, Fashion and Nourishment, and the new setup of the exhibition will include doors which, thanks to double faced writings, interconnect the different rooms. The visitor can therefore walk across a spatial representation of the philosophy of Cittadellarte, which in the last 18 years has been operatively bringing the artistic intervention into every sector of civil society, with the aim of contributing in responsibly and effectively directing the profound and momentous changes in progress. Elena Rosina, Cittadellarte Didactics Office 1. 1.
M. Farano, M. C. Mundici, M. T. Roberto, Michelangelo Pistoletto. Il varco dello specchio. Azioni e collaborazioni, 2005. M. Farano, M. C. Mundici, M. T. Roberto, Michelangelo Pistoletto. Il varco dello specchio. Azioni e collaborazioni, 2005.
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cittadellarte fashion b.e.s.t. studios
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CITTADELLARTE FA SHIO N B.E.S.T. S TUDIOS short term courses in art sustainabilit y and fashion
Corsi residenziali per artisti, fashion e textile designer dal profilo tecnico e creativo finalizzati a condividere un percorso sostenibile attraverso nuovi immaginari e profili professionali Residential courses for artists, fashion and textile designers with a technical and creative focus aimed at sharing a sustainable path through new imaginaries and professional profiles
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ittadellarte Fashion B.E.S.T. - Bio Ethical Sustainable Trend – ma la B sta anche per Biella, come per “brave”, coraggioso, poiché il coraggio è ciò che anima l’impegno a seguire una visione realmente innovativa – è l’officina operativa che dal 2009 si dedica allo sviluppo della sostenibilità nell’ambito del settore tessile. B.E.S.T. riunisce in una piattaforma decine di aziende produttrici di tessuti, filati e accessori ecosostenibili, progetta insieme a giovani fashion designer collezioni basate sulla sostenibilità e realizza eventi di sensibilizzazione al consumo responsabile. A Biella, nel cuore di uno dei comparti tessili lanieri tra i più importanti al mondo, Cittadellarte Fashion B.E.S.T. ha collaborato nel 2009 e nel 2010 con Franca Sozzani e ha ospitato designer del calibro di Mary Katranzou, Sandra Backlund, Silvio Betterelli, Mark Fast, Camo, Matthew Ames, Marco de Vincenzo, Kathrin Lugbauer e Nora Berger. Queste esperienze hanno gettato le basi per la creazione di un ambizioso progetto in risposta a un bisogno reale avvertito in primis dai professionisti del settore: realizzare un laboratorio di ricerca culturale e progettazione di moda con un fitto programma di corsi di formazione che intreccino in una trama a più dimensioni arte - moda - sostenibilità, attraverso residenze d’artista, progetti interdisciplinari e la possibilità di condividere un atelier di moda contemporaneo impegnato in un ruolo di responsabilità sociale attraverso la pratica della sostenibilità nel settore del fashion. Il progetto B.E.S.T. Studios short courses, a cura di Silvio Betterelli e coordinato da Olga Pirazzi, nasce nel maggio 2015 e ha già ospitato gli studenti del Fashion Institute of Technology di New York, gemellati con il Politecnico di Milano, con il progetto Paper Visions_visioni di carta in cui i partecipanti hanno lavorato sulla creazione di un capo di moda attraverso un processo creativo libero, ma vincolato ai parametri tecnici del materiale che ha sempre accompagnato le fasi più ideative e sperimentali della moda. A tale esperienza è seguito un doppio modulo che ha visto la partecipazione degli studenti dell’Istituto Moda Oksana Tsareva di Mosca, rinomato per la qualità del lavoro tecnico di modellistica e sartoria. Il modello didattico, sviluppato in un ambiente di lavoro orizzontale, aperto e multidisciplinare, si incentra sulla grammatica della creazione come processo di generazione del nuovo a partire da diversi o opposti elementi esistenti (ispirato al teorema della Trinamica di Pistoletto): il contesto geografico locale (con le emergenze delle sue specificità estetiche, storiche, paesaggistiche, culturali ed economiche) e lo scenario globale/globalizzato in cui la moda si muove come potente driver di trasformazioni e stili di vita, di produzione di simboli e rimodulazione dei rapporti tra filiere produttive, media, economie, culture, politiche. Le attività si strutturano in moduli formativi declinabili in diverse soluzioni logistiche e temporali e hanno come mentori alcuni dei più influenti creativi, ricercatori, professionisti che a più livelli si occupano dell’universo design e fashion. Le fasi delle residenze sono suddivise in: • ricerca tendenze, costruzione di un moodboard di ispirazione; • p rogettazione e sviluppo attraverso diverse tecniche di elaborazione grafica; • selezione dei materiali e tessuti attraverso la piattaforma B.E.S.T. con visite in aziende convenzionate; • sviluppo di un cartamodello e conseguente confezione di un outfit con i tessuti delle aziende sponsor; • shooting con fotografi, modelli, hair e makeup artists. I partecipanti ai B.E.S.T. short courses durante la residenza interagiscono con tutti i dipartimenti e i progetti di Cittadellarte e le principali realtà delle aziende tessili del territorio, vivendo così un’esperienza unica in cui fare ricerca nell’arte e nella moda in contatto diretto con artisti, designer e architetti.
Olga Pirazzi, Cittadellarte Fashion B.E.S.T.
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ittadellarte Fashion B.E.S.T. - Bio Ethical Sustainable Trend, but the B also stands for Biella – and for “brave”, since bravery is what animates the commitment to follow a truly innovative vision – it is the operative workshop which, since 2009, has been devoted to the development of sustainability within the textile sector. B.E.S.T. gathers in a platform dozens of companies producing textiles, yarns and eco-sustainable accessories, creates collections based on sustainability together with young fashion designers and organizes events aimed at promoting a responsible consumption. In Biella, at the heart of one of the most important wool weaving districts in the world, Cittadellarte Fashion B.E.S.T. saw the collaboration of Franca Sozzani in 2009 and 2010, and has welcomed guest designers of the calibre of Mary Katranzou, Sandra Backlund, Silvio Betterelli, Mark Fast, Camo, Matthew Ames, Marco de Vincenzo, Kathrin Lugbauer and Nora Berger. These experiences have laid the foundations for the creation of an ambitious project in response to an actual need first perceived by the professionals of the sector: to realize a lab for cultural research and fashion creation with an intense programme of formative courses which intertwine art – fashion – sustainability in a multidimensional weave by means of artist’s residencies, interdisciplinary projects and the opportunity to share a contemporary fashion atelier committed to a role of social responsibility through the practice of sustainability in the fashion sector. The project B.E.S.T. Studios short courses, curated by Silvio Betterelli and coordinated by Olga Pirazzi, was born in May 2015 and has already welcomed the students from New York’s Fashion Institute of
Technology, twinned with Milan’s Polytechnic, for the project Paper Visions_visioni di carta, in which the participants worked on the creation of a garment through a free creative process, yet limited by the technical parameters of the material that has always accompanied the most innovative and experimental phases of fashion. This experience was followed by a double module that saw the participation of the students from the Fashion Institute Oksana Tsareva in Moscow, renown for the quality of its technical work of pattern making and tailoring. The didactic model, developed in a horizontal, open and multidisciplinary work environment, is centred on the grammar of the creation as a generative process of the new, starting from different and opposite existing elements (inspired to Pistoletto’s principle of Trinamics): the local geographical context (with its aesthetic, historical, scenic, cultural and economic specificities) and the global/globalized panorama in which fashion moves as a powerful driver of transformations and life styles, of production of symbols and remodulation of relationships between supply chains, media, economies, cultures and politics. The activities are structured in formative modules variable in logistics and duration and have some of the most influent creatives, researchers and professionals as mentors, who work on different levels of the design and fashion world. The phases of the residencies are divided in: • trend research, creation of an inspirational moodboard; • p lanning and development through different techniques of graphic elaboration; • selection of materials and textiles through visits to companies part of the B.E.S.T. platform; • development of a pattern and subsequent tailoring of an outfit made with the fabrics from the sponsor companies; • photo shoot with photographers, models and hair and makeup artists. In the course of their residency, the participants in B.E.S.T. short courses interact with all Cittadellarte’s departments and projects, and the main textile companies of the territory, therefore living a unique experience in which to carry out research in art and fashion in direct contact with artists, designers and architects. Olga Pirazzi, Cittadellarte Fashion B.E.S.T.
CITTADELLARTE FASHION B.E.S.T. STUDIOS short term courses Fashion Design prêt-à-couture: woman Il corso fornisce gli elementi per realizzare un progetto di collezione donna e un mini portfolio.
Fashion Design prêt-à-couture: woman The course provides the elements to realize a project of woman’s collection and a mini portfolio.
Fashion Design: man Il corso fornisce gli elementi per realizzare un progetto di collezione uomo e un mini portfolio.
Fashion Design: man The course provides he elements to realize a project of man’s collection and a mini portfolio.
Styling and image creation Il corso fornisce gli elementi per realizzare un progetto di immagine e costruzione dei look per un editoriale, un lavoro commerciale, un lookbook, una campagna pubblicitaria.
Styling and image creation The course provides the elements to realize a project of image and look creation for an editorial, a commercial work, a lookbook, an advertising campaign.
Modello e confezione: uomo/donna Il corso introduce al mondo della sartoria e della modellistica. Livelli: • introduzione base per principianti, • medio per studenti, •a vanzato per professionisti e laureati.
Pattern making and tailoring: man/woman The course introduces to the world of pattern making and tailoring. Levels: • basic introduction for beginners, • intermediate for students, • advanced for professionals and graduates.
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il terzo ParadiSo a Parma 360
il t er zo Pa ra diS o a Parma 360
the third Paradise at Parma 360
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Photo: courtesy PARMA 360
i è svolto a Parma dal 2 aprile al 15 maggio 2016 Parma 36 0, festival della Creatività contemporanea. L’evento, ideato e diretto da Camilla Mineo, Chiara Canali, Simona Manfredi e Federica Bianconi, è stato organizzato dalle associazioni 360° Creativity Events, Art Company, Made in Art, Kontainer, con la co-organizzazione del Comune di Parma. La rassegna ha fatto il punto sul sistema culturale e creativo che anima oggi il nostro Paese e, attraverso i numerosi eventi programmati dai curatori, ha incoraggiato la partecipazione attiva dei cittadini ai processi di trasformazione responsabile del territorio. Oltre 200 le mostre presenti in tutta la città, allestite all’interno di negozi, circuiti off e luoghi pubblici, con un intenso palinsesto di workshop, conferenze e incontri. Cittadellarte - Fondazione Pistoletto è stata invitata a portare nella città di Parma il progetto Terzo Paradiso; dopo un primo incontro a Biella con le curatrici dell’evento, il processo ha seguito un metodo di artivazione diretta del contesto in
cui Cittadellarte opera: prendendo spunto dall’esperienza della direzione artitica della Biennale di Arte Urbana di Bordeaux, curata da Cittadellarte nel 2011, Paolo Naldini ha chiesto di incontrare le associazioni culturali della città che, secondo le curatrici stesse, avrebbero avuto inclinazione a contribuire con la loro esperienza a declinare il simbolo del Terzo Paradiso come un intervento partecipativo nello spazio pubblico. Ne è seguito un processo dal basso, endogeno, in cui l’intelligenza collettiva, depositata e attiva in un territorio, ha avuto modo di esercitarsi su uno specifico tema. Le associazioni hanno così coinvolto soci e comitati di cittadini volontari. Da questi incontri è nata l’idea di rigenerare il Piazzale della Pace, un “non luogo” al centro della città, sotto l’imponente Palazzo della Pilotta, sentito da gran parte di cittadini come abbandonato a se stesso, che negli ultimi anni ha visto l’insediarsi di una diffusa microcriminalità.
Da questi incontri è emersa l’idea di riconsegnare ai cittadini un giardino condiviso, un luogo di coinvolgimento e di partecipazione, realizzando collettivamente un grande Terzo Paradiso composto da centinaia di pallet usati e recuperati per questa occasione. Il progetto, che ha visto la partecipazione di centinaia di soggetti, è stato diretto e coordinato da Manifattura Urbana in collaborazione con le associazioni Fruttorti, Food Forest, Sodales e MDF (Movimento decrescita felice). All’inaugurazione dell’installazione, il 2 maggio 2016, erano presenti Michelangelo Pistoletto e l’Assessore alla Cultura Laura Ferraris; l’evento è stato accolto dai cittadini con una straordinaria partecipazione che li ha resi protagonisti e la giornata si è conclusa con una Cena Bianca organizzata all’interno del segno del Terzo Paradiso. Nella stessa data al Teatro Regio si è tenuto il Forum “La Rigenerazione Urbana”, dove sono intervenute centinaia di persone e molti studenti provenienti da diverse scuole del territorio, oltre a nume-
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rosi ospiti, come il segretario del GAi - Giovani Artisti italiani, Luigi Ratclif, l’architetto Mario Botta e Michele Alinovi, Assessore all’Urbanistica del Comune di Parma. Grazie alle iniziative e agli interventi realizzati, oggi Piazzale della Pace è ritornato da essere un luogo d’incontro, rigenerato e vissuto dai tutti i cittadini. Fortunato D’Amico, Curatore del 2° Rebirth Forum
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rom 2nd April to 15th May 2016 Parma hosted Parma 360, Festival of contemporary creativity. The event, conceived and directed by Camilla Mineo, Chiara Canali, Simona Manfredi and Federica Bianconi, was organized by the associations 360° Creativity Events, Art Company, Made in Art and Kontainer, with the coorganization of the City of Parma. The festival took stock of the cultural and creative system currently animating our country and, through the many events programmed by the curators, encouraged the active participation of the citizens in the processes of responsible transformation of the territory. Over 200 were the exhibitions across the city, inside shops, in fringe areas and public spaces, with an intense schedule of workshops, conferences and meetings. Cittadellarte - Fondazione Pistoletto was invited to bring to Parma the project Third Paradise; after a first meeting, held in Biella, with the curators of the event, the process followed a method of direct artivation of the context in which Cittadellarte operates: taking the cue from the experience of the artistic direction of Bordeaux Biennal of Urban Art, curated by Cittadellarte in 2011, Paolo Naldini asked to meet the cultural associations of the city that, according to the curators, would be interested in contributing with their experience to declining the symbol of the Third Paradise as a participatory intervention in the public space. An endogenous bottom up process followed, in which the collective intelligence, established and active on the territory, had the opportunity to be put into practice on a specific theme. The associations have therefore involved members and committees of volunteers. These meetings raised the idea of regenerating the Piazzale della Pace, a “nonplace” in the heart of the city, in front of the imposing Palazzo della Pilotta, perceived by the citizens as abandoned to itself, which in recent years had seen the settling of a diffused micro-criminality. The other idea discussed was to provide the citizens with a shared garden, a place of involvement and participation, collectively realizing a big Third Paradise made of hundreds of pallets salvaged for the occasion. The project, which saw the participation of hundreds of subjects, was directed and coordinated by Manifattura Urbana in collaboration with the associations Fruttorti, Food Forest, Sodales e MDF (Movimento decrescita felice). Michelangelo Pistoletto and the assessor to culture Laura Ferraris were present at the opening of the installation, on 2nd May 2016; the event was welcomed by the citizens with an extraordinary participation that made them protagonists, and the day was concluded with a White Dinner organized within the sign of the Third Paradise. On the same day the Forum “Urban Regeneration” was held at the Teatro Regio, attended by hundreds of people and many students from different schools of the territory, besides numerous guests, like the secretary of GAi – Italian Young Artists, Luigi Ratclif; the architect Mario Botta and Michele Alinovi, assessor to urban planning of the City of Parma. Thanks to the initiatives and the interventions carried out, today Piazzale della Pace is back to being a social place, regenerated and lived by all the citizens. Fortunato D’Amico, Curator of 2nd Rebirth Forum
SelvatiCa SCieNtifiCa la mela reintegrata dialoga con dieci progetti di trasFormazione responsabile The reiNTegraTed apple iN dialogue wiTh TeN proJecTs of respoNsible TraNsforMaTioN
La Mela Reintegrata, Cittadellarte e Fondazione Zegna (2007), è stata scelta come simbolo della mostra Selvatica Scientifica
The Reintegrated Apple, Cittadellarte and Fondazione Zegna (2007), has been chosen as the symbol of the exhibition Selvatica Scientifica
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n occasione della rassegna Selvatica la natura in festival – organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella con il patrocinio della città di Biella – la Mela Reintegrata di Michelangelo Pistoletto, in mostra nel nuovo spazio espositivo di Cittadellarte di via Cernaia, accoglie la presentazione di dieci progetti scientifici impegnati a tradurre in realtà concreta il simbolo che essa stessa rappresenta. Come voluto dai suoi ideatori, il Festival intende celebrare la natura in tutta la sua meraviglia attraverso l’interpretazione di diverse espressioni d’arte visiva: fotografia, pittura, cinema. In un’efficace operazione di sistema le sedi della rassegna sono diffuse sul territorio biellese: Palazzo Gromo Losa, Palazzo Ferrero, Museo del territorio biellese, Fondazione Sella ONLUS, Biblioteca civica di Biella, Biblioteca di Città Studi e Cittadellarte. Il programma comprende anche un fitto calendario di laboratori didattici, poiché “il Festival non vuol essere solo una vetrina, ma vuole lasciare un segno ai suoi visitatori, soprattutto ai più giovani.” Il senso di tutta l’operazione è quello di andare oltre la semplice scelta di artisti di qualità che nella loro poetica abbiano inserito la natura, cercando di dare un senso più ampio a un tema sempre attualissimo e più che mai urgente. La mostra a Cittadellarte è stata ideata nell’ambito del 2° Forum Rebirth – La Mela Reintegrata (vedi articolo a pag. 3), costituendone quindi una ricaduta e uno sviluppo in territorio biellese e auspicabilmente un collegamento permanente con il “Cantiere Rebirth” che si svolgerà per la durata di un anno come seguito del Forum stesso. La Mela Reintegrata presente nel nuovo spazio espositivo di via Cernaia è stata realizzata da Pistoletto e Cittadellarte, in collaborazione con la Fondazione Zegna nel 2007 rivestita di lana, fibra che rappresenta perfettamente la visione di un equilibrio sostenibile tra natura e industria, poiché la pecora svestendosi veste gli uomini che le procurano sopravvivenza cosicché essa stessa si rivesta alimentando così un ciclo sostenibile e rinnovabile. La mostra intende porre enfasi sull’aspetto scientifico dei progetti esposti, progetti che spaziano in ambiti molto diversi, ma tutti connessi alle tematiche della sostenibilità e del risparmio energetico che necessariamente devono diventare obiettivi primari nella ricerca scientifica; i progetti sono stati selezionati da Francesco Bernabei, esperto di pratiche innovative sociali e sostenibili, da lungo tempo una delle menti più ispirate e innovative che costituiscono la vasta rete “neuronale sociale” di Cittadellarte. Selvatica Scientifica intende anche offrire uno spunto di riflessione non tanto sulla necessità di cambiamento, quanto sulla sua effettiva
selvatica scientifica
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praticabilità già attualmente, attraverso alcuni esempi di soggetti pubblici e privati impegnati a proporre tecnologie innovative e soluzioni efficaci per far fronte ai problemi urgenti del nostro pianeta. Si tratta di una selezione quantitativamente minima di un panorama di grande vastità e varietà che, coerentemente con lo spirito del progetto presentato in altri spazi di Cittadellarte Geografie della Trasformazione, rappresenta un potenziale reale di cambiamento rispetto al quale nessuno può più onestamente sostenere che non ci siano alternative allo status quo e al destino di distruzione insito nei modelli di vita ereditati dal passato, ma orfani di futuro. La mostra si pone primariamente l’obbiettivo di richiamare ad alta voce (con simbologia crediamo assai efficace) la funzione e la responsabilità straordinaria della scienza, in questo frangente epocale di transizione critica, di generare strumenti e percorsi di reale sostenibilità. La reintegrazione della mela, infatti, non può avvenire senza l’aiuto della straordinaria intelligenza, genialità, intuizione, ma anche rigore, onestà e sistematicità che la scienza ha offerto all’umanità nel nostro cammino, avviato fin dalla preistoria, verso uno stato di equilibrio tra noi e la natura, nella piena espressione del nostro potenziale di sviluppo oggi ancora per gran parte da raggiungere. Elena Rosina, Responsabile Didattica Cittadellarte
Selvatica la natura in festival, dal 21 maggio al 3 luglio 2016. La mostra Selvatica Scientifica, rimarrà in esposizione fino alla primavera 2017.
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n the occasion of the exhibition Selvatica, nature in festival – organized by the Cassa di Risparmio di Biella’s Foundation with the support of the City of Biella – Michelangelo Pistoletto’s Reintegrated Apple, on display in Cittadellarte’s new exhibition space in via Cernaia, welcomes to its space the presentation of ten scientific projects committed to translating into concrete reality the symbol it represents. As per intention of its creators, the festival wants to celebrate nature in all its magnificence, interpreting it through different expressions of visual art: photography, painting, cinema. In an effective system operation, the sites of the festival are spread throughout the Biellese territory: Palazzo Gromo Losa, Palazzo Ferrero, the Museum of the Biellese Territory, the Sella ONLUS Foundation, Biella’s civic library, Città Studi’s library and Cittadellarte. The festival also includes a packed programme of didactic workshops, as the event doesn’t want to be only a showcase, but intends to leave a mark on its visitors, especially the younger ones. The sense of the operation is to go beyond a mere selection of quality artists whose poetics deals with nature, in an attempt to give a wider scope to a topic now more relevant and urgent than ever. The exhibition in Cittadellarte has been conceived within the context of the 2nd Rebirth Forum – The Reintegrated Apple (see on page 3), therefore representing an outcome and a development on the Biellese territory and hopefully a permanent link to the “Rebirth working site”, which will take place for a year following the Forum itself. The Reintegrated Apple in the new exhibition space in via Cernaia has been realized by Pistoletto and Cittadellarte, in collaboration with the Zegna Foundation in 2007. It is clad in wool, a fibre which perfectly embodies the vision of a sustainable balance between nature and industry, since sheep “undress” themselves in order to dress mankind, who in turn ensures their survival so that they produce their coats again in a sustainable and renewable cycle. The exhibition means to highlight the scientific aspect of the projects on display, projects ranging among very different contexts, but all relating to topics of sustainability and energy saving, which must necessarily become the main objectives of scientific research; the projects have been selected by Francesco Bernabei, an expert in social and sustainable innovative practices, for a long time one of the most inspired and innovative minds constituting the “social neuronal” network of Cittadellarte. Selvatica Scientifica also means to prompt a reflection not so much on the need for change, as on its present effective applicability, through a few examples of public and private subjects working on innovative technologies and effective solutions to tackle the urgent problems our planet is facing. It is a quantitatively minimal selection in an enormously vast and varied panorama which, coherently with the spirit of the project presented in other spaces of Cittadellarte, Geographies of Transformation, represents a real potential for change in front of which nobody can still honestly claim that there are no alternatives to the status quo and to the destructive pattern intrinsic in the life models inherited from the past but orphans of a future. The exhibition has the main objective of drawing strong attention (through a symbolism we deem very effective) to the function and extraordinary responsibility of science to generate tools and processes of actual sustainability in these momentous times of critical transition. The reintegration of the apple, in fact, cannot occur without the help of the extraordinary intelligence, geniality, intuition, but also rigour, honesty and order science has offered humanity in the course of our progress, starting from prehistory, towards a state of balance between us and nature, in the full expression of our development potential yet mainly to achieve. Elena Rosina, Cittadellarte Didactics Office Selvatica, nature in festival, from 21st May to 3rd July 2016. The exhibition Selvatica Scientifica runs until Spring 2017.
I dieci progetti esposti:
The ten projects on display:
• Un panno di lana per ripulire il mare – Progetto woolres, wool recycle ecosystem (Italia) • Il piatto fatto di riso – Piatti Vipot (Italia) • La luce ad acqua e sale – Green House co. (Giappone) • Edifici che producono energia pulita – Sunerg Solar (Italia) • La plastica da rilasciare nell’ambiente – BioPlastica PLA (USA) • Petrolio dalle discariche – Sistema P2P (Irlanda/India) • Trasporto aereo senza rischi e senza impatto ambientale – Skycat (USA/UK) • La barca più ecologica del mondo – Turanos PlanetSolar (Germania) • L’auto del futuro – Tesla Motors Inc (USA) • Carta, sasso, ma niente forbice – Repap Ogami (Europa)
• Cloth of wool to clean the sea – Project woolres, wool recycle ecosystem (Italy) • Plate made of rice – Vipot Plates (Italy) • S alt and water fed light – Green House co. (Japan) • B uilding producing clean energy – Sunerg Solar (Italy) • Plastic to be released into the environment – BioPlastica PLA (USA) • O il from the dumping site – Sistema P2P (Ireland/India) • No risks and no environmental impact aerial transport – Skycat (USA/UK) • The greenest boat in the world – Turanos PlanetSolar (Germany) • The car of the future – Tesla Motors Inc (USA) • Rock, paper, but no scissors – Repap Ogami (Europe)
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Autori e contributi
Authors and contributors
Silvio Betterelli (1979) è uno dei talenti emergenti più proficui e attivi nel campo della moda italiana. Il suo lavoro spazia fra arte, moda e design. Da 14 anni vive e lavora a Milano. Ha studiato arte del tessuto a Sassari, fashion and textile design a Milano e fine art and textile design all’Università di Plymouth in Inghilterra. Nel 2006 è selezionato come unico italiano finalista al Fashion Gran Prix di Tokyo in Giappone. Nel 2007, dopo essersi aggiudicato il premio speciale della giuria al Who’s on Next, concorso organizzato da Vogue Italia e AltaRoma, firma una capsule collection di scarpe e borse prodotte e distribuite dalla Fondazione Furla per il progetto Talent Hub. Dal 2007 al 2013 collabora anche con il mondo universitario con una cattedra presso l’accademia Naba a Milano e una allo IUAV a Venezia nella facoltà di Design e Architettura, come docente di progettazione tessile e moda. Nel 2009 comincia la collaborazione con Cittadellarte.
Silvio Betterelli (1979) is one of the most productive and active of the emerging talents in Italian fashion. His work ranges from art, fashion and design. He has been living and working in Milan for 14 years. He studied textile art in Sassari, fashion and textile design in Milan and fine art and textile design at Plymouth University, England. In 2006 he is selected as the only Italian finalist in the Fashion Gran Prix in Tokyo, Japan. In 2007, after being awarded the judges’ special prize at the Who’s on Next, a contest organized by Vogue Italy and AltaRoma, he signs a shoe and bag capsule collection produced and distributed by the Furla Foundation for the project Talent Hub. From 2007 and 2013 he also collaborates with the university world with a post at the Naba academy in Milan and at the IUAV in Venice, in the Faculty of Design and Architecture, as a professor of textile designing and fashion. In 2009 he starts his collaboration with Cittadellarte.
Leone Contini (1976) ricerca il margine di contatto tra pratiche creative e lavoro etnografico. Gli ambiti della sua ricerca ineriscono il conflitto, la frizione interculturale e le relazioni di potere e le sue pratiche spesso includono lecture-performances, interventi nello spazio pubblico, narrazioni testuali e audio-visuali. Negli ultimi tre anni ha tenuto mostre o realizzato interventi presso: Triennale di Tbilisi, Georgia; Mart, Rovereto; Bienniale D-0 Ark Underground, Bosnia; Delfina Foundation, Londra; Kunstraum, Monaco; Khoj, Nuova Delhi; Galleria Civica, Trento; Kunstverein, Amsterdam; Tirana Art Lab, Tirana; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Frigoriferi Milanesi, Milano.
Leone Contini (1976) researches the margin of contact between creative practices and ethnographic work. The areas of his research are inherent to conflict, intercultural frictions and relationships of power, and his practices often include lecture-performances, interventions in the public spaces, textual and audio-visual narrations. In the last three years he has exhibited or intervened at: Tbilisi Triennale, Georgia; Mart, Rovereto; Bienniale D-0 Ark Underground, Bosnia; Delfina Foundation, London; Kunstraum, Monaco; Khoj, New Delhi; Civic Gallery, Trento; Kunstverein, Amsterdam; Tirana Art Lab, Tirana; Centre for Contemporary Art Luigi Pecci, Prato; Frigoriferi Milanesi, Milan.
Fortunato D’Amico (1959) è laureato in Architettura e da sempre interessato alla multidisciplinarietà e multiculturalità dei linguaggi. Scrive saggi e cura la stesura di cataloghi pubblicati da diverse case editrici internazionali. Per la televisione ha prodotto alcune trasmissioni andate in onda sulle reti SKY. Ha curato le ultime due edizioni del premio e della mostra Vergilius d’Oro di Mantova. Tra le manifestazioni realizzate di recente sono da ricordare: Urban Solutions, Milano, 2009; Laboratorio di Architettura, Milano 2010; Think Green, Milano, 2010; Chiara Dynys: Labirinti di memoria - Più luce su tutto, Roma 2010; Culture_Nature, evento collaterale della Biennale di Architettura di Venezia 2010. è stato tra i curatori di Arte Accessibile Milano 2011. Insegna Design al Politecnico di Milano.
Fortunato D’Amico (1959) is an architect and has always been interested in the multidisciplinarity and multiculturality of languages. He writes essays and curates the drafting of catalogues for different international publishing houses. He has produced a few TV programmes broadcasted on the SKY network. He has curated the last two editions of the award and of the exhibition Vergilius d’Oro in Mantua. Among the events he recently realized we remember: Urban Solutions, Milan, 2009; Laboratorio di Architettura, Milan, 2010; Think Green, Milan, 2010; Chiara Dynys: Labirinti di memoria - Più luce su tutto, Rome, 2010; Culture_Nature, collateral event to Venice Architecture Biennale, 2010. He was one of the curators of Accessible Arte Milan 2011. He teaches Design at Milan’s Polytechnic.
Silvia Franceschini (1985) è ricercatrice e curatrice indipendente. Nel 2015 è stata membro del team curatoriale della School of Kyiv, Kyiv Biennale 2015. È co-autrice della pubblicazione Global Tools. When Education Coincides with Life, dedicata all’omonimo programma di educazione sperimentale (Archive Books, 2016). Attualmente sta conducendo un dottorato presso il Politecnico di Milano ed è membro del laboratorio curatoriale SYNAPSE presso la Haus der Kulturen der Welt di Berlino. I suoi progetti curatoriali includono: Time of Reasonable Doubts (5th Moscow International Biennale for Young Artists, Mosca, 2016); Sources Go Dark (Futura Centre for Contemporary Art, Praga, 2015); Global Tools 1973-1975: Towards an Ecology of Design (SALT, Istanbul, 2014); The Way of Enthusiasts (Casa dei Trei Oci, V-A-C Foundation,13th Biennale di Architettura, Venezia, 2012).
Silvia Franceschini (1985) is an independent researcher and curator. In 2015 she was a member of the curating team of the School of Kyiv, Kyiv Biennale 2015. She is co-author of the publication Global Tools. When Education Coincides with Life, dedicated to the homonymous programme of experimental education (Archive Books, 2016). She is currently studying for a doctorate at Milan’s Polytechnic and she is a member of the curatorial lab SYNAPSE at the Haus der Kulturen der Welt in Berlin. Her curatorial projects include: Time of Reasonable Doubts (5th International Biennale for Young Artists, Moscow, 2016); Sources Go Dark (Futura Centre for Contemporary Art, Prague, 2015); Global Tools 1973-1975: Towards an Ecology of Design (SALT, Istanbul, 2014); The Way of Enthusiasts (Casa dei Trei Oci, V-A-C Foundation,13th Architecture Biennale, Venice, 2012).
Cecilia Guida (1978) è Dottore in Comunicazione e Nuove Tecnologie dell’Arte (Università IULM di Milano, 2011). Si occupa delle relazioni tra pratiche artistiche partecipative, nuove tecnologie e spazio pubblico contemporaneo. Docente di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti (L’Aquila, 2011-2014; Roma, 2004-2007), allo IUAV (Venezia/Treviso, 2008-2009) e a La Sapienza (Roma, 2004-2007). Membro dell’IKT - International Association of Curators of Contemporary Art, ha curato mostre in musei, spazi pubblici e non profit in Italia e all’estero.
Cecilia Guida (1978) is Doctor in Communication and New Technologies of Art (IULM, University of Milan, 2011), specializing in relations among participative art practices, new technologies and contemporary public space. She is Professor of Contemporary Art History at the Academy of Fine Arts (Florence). She has taught at the Academy of Fine Arts (L’Aquila, 2011-2014; Rome, 2004-2007), at IUAV University (Venice/Treviso, 2008-2009) and at La Sapienza University (Rome, 2004-2007). Member of the IKT International Association of Curators of Contemporary Art, she has curated exhibitions in museums as well as public and independent spaces in Italy and abroad.
Paolo Naldini (1970) è il direttore di Cittadellarte a partire dal 2000. Nel 1996 ha conseguito la laurea in Economia presso l’Università di Torino con una tesi sugli edifici abbandonati urbani, in collegamento con l’Università di Architettura. Dal ’94 al ’97 ha lavorato come account manager presso F. & T. Srl Consulting di Torino, in seguito si è trasferito in Inghilterra (West Country); dal ’97 al 2000 ha lavorato per Westland Helicopters Ltd, Yeovil, nel dipartimento delle finanze, come account officer e trend analysist, una grande esperienza di vita, ma sicuramente non la sua passione. Scrive testi e spesso interviene in conferenze su arte e società. La sua vocazione per il linguaggio lo ha recentemente portato a creare la parola demopraxia “una tensione verso una nuova e pulsante declinazione del concetto di democrazia lungo le linee della sperimentazione concreta, del coinvolgimento diretto e dell’impegno operativo, aperto e continuo” o, per dire più chiaramente, la democrazia in prima persona, ciò che si riferisce a tutte quelle pratiche e metodi che in primo luogo non si concentrano sul potere del popolo, ma piuttosto su ciò che le persone fanno e sullo spazio pubblico, e le cose che creano praticamente come risposta urgente e de-ideologizzata all’espropriazione in atto in tutti i campi della nostra vita.
Paolo Naldini (1970) is Director of Cittadellarte since 2000. In 1996 he got his degree in Economics at Turin University with a dissertation on urban derelict buildings and lands, in connection with the University of Architecture. From ’94 to ’97 he worked as an account manager at F.&T. Srl Consulting, Turin then moved to England, West Country; from ’97 to 2000, he worked for Westland Helicopters Ltd, Yeovil, in the finance department, as Accounts Officer and Trend Analysis Researcher. Paolo writes texts and often talks in conferences on Art and Society. His thing with words has recently brought him to create the word demopraxy, “a tension toward a new and pulsating declination of the concept of democracy along the lines of concrete experimentation, of direct and working commitment, open and ongoing involvement” or, to say it more plainly, democracy in first person which refers to all those practices and methods that focus primarily not on the power of the people, but rather on what people do in and of public space, the things they create practically as urgent and de-ideologised responses to expropriation in all fields of life.
Olga Pirazzi (1963) si specializza nel 1990 in modello, figurino e disegno del tessuto. Negli anni successivi matura una lunga esperienza nell’industria tessile operando come consulente di imprese, associazioni imprenditoriali, centri ricerca e aziende produttrici di abbigliamento. Dal 2000 è sostenitrice e promotrice di progetti di ricerca e sviluppo tessili con particolare attenzione alla sostenibilità. Nel 2009 comincia la collaborazione con Cittadellarte e il progetto moda Fashion B.E.S.T. , un’officina operativa che dedica la sua attività allo sviluppo della sostenibilità nell’ambito del settore tessile. Appassionandosi al modo autentico di operare di Cittadellarte, cresce il suo interesse personale per tutto ciò che riguarda la sostenibilità e sviluppa successivamente all’interno dell’Ufficio Moda di Cittadellarte un nuovo progetto di formazione dedicato a giovani artisti e designer: “Gli Studios”, un laboratorio di progettazione, sviluppo, produzione, distribuzione di idee e prodotti tessili.
Olga Pirazzi (1963) specializes in pattern making, costume and textile design in 1990. In the following years she matures a long experience in the textile industry acting as a consultant for companies, entrepreneurial associations, research centres and clothes manufacturers. Since 2000 she has supported and promoted research and textile development projects with particular attention to sustainability. In 2009 she starts collaborating with Cittadellarte and the project Fashion B.E.S.T., an operative workshop dedicated to the development of sustainability within the textile sector. Passionate about Cittadellarte’s authentic way of operating, her personal interest in sustainability grows, so that she develops a new formative project within Cittadellarte’s Fashion Office dedicated to young artists and designers: the “Studios”, a lab of design, development, production, distribution of ideas and textile products.
Armona Pistoletto (1971) nasce gemella a Torino, dove frequenta Architettura al Politecnico. Nel 2000 si laurea in Achitettura vivendo in Inghilterra dove nasce la prima di tre figli. Si trasferisce in Italia, a Biella nel 2001 lavorando a Cittadellarte - Fondazione Pistoletto diventando responsabile dell’Ufficio Produzione seguendo nello specifico alcuni progetti di arte/design/artigianato/produzione. Progetta e realizza lo Store di Cittadellarte e i prodotti in vendita legati a progetti della Fondazione stessa. Si avvicina per suo interesse personale al mondo dell’alimentazione sana e locale sviluppando successivamente il progetto all’interno dell’Ufficio Nutrimento di Cittadellarte: Let Eat Bi, il Terzo Paradiso in terra biellese, diventando presidente dell’associazione.
Armona Pistoletto (1971) was born a twin in Turin, where she reads Architecture at the Polytechnic. He graduates in 2000, while living in England, where the first of her three children is born. She moves back to Italy, Biella, in 2001 to work for Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, where she is in charge of the Production Office, specifically following a few projects of art / design / craftsmanship / production. She plans and realizes Cittadellarte Store and the products for sale linked to the projects of the Fondazione itself. Her personal interests draw her into the world of healthy and local food, subsequently developing a project within Cittadellarte’s Nourishment Office: Let Eat Bi, the Third Paradise on the Biellese territory, becoming the president of the association.
Elena Rosina (1984) è laureata in gestione dei Beni Culturali e Dottore in Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale. È bibliotecaria e ha scritto articoli e saggi per diverse riviste di arte e storia. Ha collaborato con la Biblioteca del Dipartimento di Studi Umanistici di Vercelli, il Museo del Territorio biellese e la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. Nel 2012 ha collaborato con la Biblioteca dell’Università di Città Studi di Biella per la realizzazione del Centro di documentazione Europea. È responsabile dell’Ufficio Didattica e delle visite guidate di Cittadellarte.
Elena Rosina (1984) has graduated in Cultural Heritage Management with a specialization degree in History of Art from the University of Eastern Piedmont. She is a librarian and she has written articles and essays for various art and history magazines. She has collaborated with the library of the Department of Humanistic Studies in Vercelli, the Museum of the Biellese Territory and the Fondazione Cassa di Risparmio in Biella. In 2012 she contributed to the realization of the Centre for European Documentation at the library of Biella’s Città Studi University. She is in charge of Cittadellarte’s Didactic Office and guided tours.
Laura Salas Redondo (1988), nata a l’Avana, è storica dell’arte e nel 2013 ha conseguito il Master Degree in Art History, Contemporary Art speciality, presso la Sorbona a Parigi. È curatrice indipendente e dal 2014 è Ambasciatrice del progetto Terzo Paradiso/Rebirth per Cuba e ha collaborato con vari progetti d’arte contemporanea con la Galleria Continua a Cuba compresi per la XII Biennale di Avana. Da settembre 2015 coordina le Ambasciate del Terzo Paradiso/Rebirth per Cittadellarte e ha curato il 1° Forum Rebirth “Geografias de la transformacion”.
Laura Salas Redondo (1988), born in Havana, is an art historian. In 2013 she gained a Master’s degree in History of Art from the Paris-Sorbonne University, specializing in Contemporary Art. She is an independent curator and, since 2014, she has been Ambassadress of the project Rebirth/Third Paradise for Cuba, and has collaborated with different projects of contemporary art with Galleria Continua in Cuba, in the context of the 12th Havana Biennale. Since September 2015 she has been coordinating the Rebirth/Third Paradise Embassies for Cittadellarte and she has curated the 1st Forum Rebirth Geografias de la transformacion.
Roberto Vietti (1990) è giornalista e fotografo. È laureato in Economica Aziendale e inizia a collaborare con la testata giornalistica Italia che cambia nel progetto Biellese che cambia, in stretta collaborazione con il gruppo Biellese in transizione: un viaggio in bicicletta per intervistare e mettere in connessione le realtà del territorio biellese che si adoperano per un cambiamento concreto verso modelli di sviluppo sostenibili. Diventa così responsabile della redazione regionale piemontese di Italia che cambia (Viaggio nel Piemonte che cambia). Scrive articoli di interesse nazionale pubblicati su Italia che cambia ed è autore del libro “Un barbone in Costa Azzurra”.
Roberto Vietti (1990) is a journalist and a photographer. He graduates in Business Economics and starts collaborating with the newspaper Italia che cambia in the project Biellese che cambia, in strict collaboration with the group Biellese in transizione: a bicycle journey to interview and create connections among the realities on the Biellese territory striving for a concrete change towards models of sustainable development. He then becomes chief editor of the Piedmontese edition of Italia che cambia (Viaggio nel Piemonte che cambia). He writes articles of national interest published on Italia che cambia and he is the author of the book “Un barbone in Costa Azzurra”.
Le immagini di questa pubblicazione sono di / Photo credits for this publication to: Enrico Amici, Federico Avanzini, Max Botticelli, Giovanni Colosio, Leone Contini, Giulia Crisci, Pierluigi Di Pietro, Roberto Iannello, Paola Martinez Fiterre, Maxim Samovich, Juan E. Sandoval. Team editoriale / Editorial team: Elena Rosina (coordinamento e revisione testi / coordination and revision of texts), Elena Pasquali (traduzioni / translations), Liudmila Ogryzko (progetto grafico / graphic design)
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Minimum Prize
2016
minimum prize
I
l Minimum Prize è un premio che si pone al minimo grado rispetto ai massimi premi destinati ai grandi personaggi che hanno dedicato la loro vita alla causa della pace o del progresso civile nel mondo. Il Minimum Prize vuole essere alla base della ricerca, lo stimolo e il movente di un processo che punta ad un traguardo di valori nelle nuove prospettive di civiltà. È un premio di partenza anziché di arrivo. È un riconoscimento che celebra chi si fa promotore di una trasformazione sociale responsabile. È inteso come rapporto primario tra le persone che, attraverso l’interazione delle differenti singolarità, produce la grande svolta della civiltà umana. Minimum come embrione, come principio generativo di nuova società, come chiave d’ingresso ad uno stadio evolutivo in cui la creatività e la scienza umana trovano i modi per convivere con l’intelligenza della natura. Giunto alla undicesima edizione, il Minimum Prize viene assegnato quest’anno a El Puente_lab e Juan E. Sandoval. Motivazioni El Puente_lab è un laboratorio di attivazione culturale, una piattaforma di produzione artistica attiva a Medellin (Colombia), il cui obbiettivo è creare ponti di comunicazione tra l’arte e gli abitanti e insieme affrontare le problematiche concrete che essi vivono quotidianamente. I progetti sviluppati utilizzano la creazione artistica come strumento per attivare dinamiche culturali che contribuiscano all’educazione attraverso la partecipazione diretta, alla comunicazione tramite condivisione e alla contitolarità consapevole dei processi di trasformazione urbana e sociale.
El Puente_lab. Installazione di Katia Meneghini ¿Què Pasa? (“Come stai?”) El Puente_lab. Installation by Katia Meneghini ¿Què Pasa? (“How’s things”)
El Puente_lab è formato da artisti che hanno partecipato all’Università delle Idee ed è stato fondato da Juan E. Sandoval, artista e direttore dell’Ufficio Arte di Cittadellarte. El Puente_lab, fin dal suo nome che significa connessione e congiunzione, corrisponde pienamente allo spirito insito nel principio della Trinamica: l’arte di mettere in interazione due elementi diversi, anche opposti, e generare un terzo inedito fenomeno, risultante dall’equilibrio armonico, ancorché dinamico ed energeticamente vibrante, tra i due elementi di partenza. Paolo Naldini, Direttore Cittadellarte - Fondazione Pistoletto
T
he Minimum Prize is a prize placed at the minimum level compared to the ones destined to big personalities who have dedicated their lives to the peace or the civil progress cause. The Minimum Price wants to be at the basis of the research, the incentive and the motive of a process aiming at the values of new civilization perspectives as an objective. It is a starting rather than an achievement award. It is an acknowledgement celebrating who promotes a responsible social transformation. It is meant as a primary relationship among people producing a big change in human civilization through the interaction of single units. Minimum like an embryo, like a principle generating a new society, like an access key to an evolutionary stage where creativity and human science find ways to live with the intelligence of nature. This year at the 11th edition, the prize is awarded to El Puente_lab and Juan E. Sandoval. motivation El Puente_lab is a laboratory of cultural activation, a platform for artistic production operating in Me-
Cittadellarte – Fondazione Pistoletto della contemporaneità: il rapporto tra individuo e consesso sociale, tra libertà e responsabilità, tra autonomia e appartenenza, tra appropriazione e condivisione, la sostenibilità dei sistemi economici, l’etica dei modi della convivenza, la formazione e la motivazione all’impegno diretto per il cambiamento portato in ogni ambito della vita sia a livello individuale, sia nelle dimensioni organizzate e collettive, da quelli più profondi come il campo della spiritualità e della politica a quelli più pratici come l’economia, la moda, l’architettura, l’alimentazione.
In un complesso industriale otto- e novecentesco, al centro del distretto laniero biellese, ancora di rilievo mondiale per qualità ed eccellenza, Michelangelo Pistoletto (massimo artista italiano vivente secondo la pubblicazione L’arte contemporanea italiana nel mondo: analisi e strumenti / Pier Luigi Sacco, Walter Santagata, Michele Trimarchi, Milano: Skira, 2005 promossa dal Ministero dei Beni Culturali, Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia 2003 ed insignito del Premio Imperiale del Giappone “Nobel per le Arti” nel 2013) ha avviato negli anni ’90 e realizzato, insieme a un gruppo di ricercatori ed esperti, un laboratorio collettivo; un’organizzazione dove confluiscono non solo artisti, ma anche promotori della sostenibilità nel mondo della moda, imprenditori sociali che sviluppano filiere di economia solidale partendo dalla terra e dall’agricoltura, architetti impegnati nella progettazione e realizzazione di moduli abitativi sostenibili e altri brillanti operatori impegnati in ogni campo in cui l’intelligenza umana sia chiamata ad interagire con la saggezza della natura. A Cittadellarte i diversi campi di conoscenza e attività si connettono per affrontare le grandi sfide
In a 19th and 20th century industrial complex, at the centre of the Biellese wool district, still globally relevant for quality and excellence, Michelangelo Pistoletto (the major living Italian artist according to the publication L’arte contemporanea italiana nel mondo: analisi e strumenti / Pier Luigi Sacco, Walter Santagata, Michele Trimarchi, Milano: Skira, 2005 promoted by the Ministry for Cultural Heritage, Leone d’oro to the career at the 2003 Venice Biennale and awarded Japan’s Praemium Imperiale “Nobels for Arts” in 2013) has realized, starting in the ’90s and with the help of a group of researchers and experts, a collective laboratory: an organization which gathers not only artists, but also promoters of sustainability in the fashion world, social entrepreneurs who develop supply chains of ethical economy starting from the earth and agriculture, architects engaged in planning and building sustainable housing modules, and other brilliant operators engaged in every field in which human intelligence is called to interact with nature’s wisdom. In Cittadellarte the different fields of knowledge and activity connect to face jointly the great challenges of contemporaneity: the relationship between individual and society, between freedom and responsibility, between autonomy and belonging, between appropriation and sharing, the sustainability of the economical systems, the ethics of the ways of coexisting, the education and motivation to contribute to generate a change in every sector of life both in its individual and in its organized and collective dimension, from the deepest spheres like spirituality and politics to the most practical ones like economics, fashion, architecture, food.
ORARI terme culturali / terme culturali opening time: venerdì / Friday dalle 14:00 alle 17:00 / from 2 pm to 5 pm sabato e domenica dalle 11:00 alle 19:00 / Saturday and Sunday from 11 am to 7 pm. (+39 015 0991461; +39 015 28400) cafeteria: aperto tutti i giorni a pranzo. serate su prenotazione e “a progetto” / open every day for lunch, only on reservation and for projectual events in the evenings
Per contatti / Contact us: fondazionepistoletto@cittadellarte.it - +39 015 28400 - www.cittadellarte.it
President Giuliana Carusi Setari Vice President Maria Pioppi Artistic Director Michelangelo Pistoletto Director Paolo Naldini Art Office Director Juan Esteban Sandoval Assistant of the Director Grazia Amendola Exhibition setting up assistant Valerio Manghi Exhibition Project Manager Alessandro Lacirasella Production & Design Office and Nourishment Office Armona Pistoletto, Enrico Rey Press and Communications Office Margherita Cugini Assistant Giulia Marostica Translations Elena Pasquali Proof Reader Elena Rosina Graphic Design Liudmila Ogryzko Web Daniele Garella System Administration Leonardo Buffa
cittadellarte edizioni, Biella, 2016. Stampa su carta certificata / Printed on paper certified: F.S.C. Forest Stewardship Council, E.C.F. Elemental Chlorine Free
Architecture Office | n.o.v.a.civitas Emanuele Bottigella, Armona Pistoletto Museum Mediator and Community outreach / engagement Elena Rosina Guides and Mediators Elena Rosina, Alice Sandolera, Filippo Vinci, Alessandro Baroni, Carola Scudellaro Didactics Elena Rosina Workshops Assistant Alice Scandolera
MINIMUM PRIZE editions: 2001 i edition S islej Xhafa con / with DIAFA
2002 ii edition Tal Adler
2003 iii edition progettozingonia
2004 iv edition Jamil Hilal e / and Ilan Pappe
2005 v edition Richard Stallman
2006 vi edition ReMida
2009 vii edition Dipartimento Educazione Castello di Rivoli 2012 viii edition Jeanne
van Heeswijk
2013 ix edition Charles Esche 2014 x edition Emergenza Primavera
dellin (Colombia), whose objective is to create communication bridges between art and the inhabitants, to face together the concrete problems they experience in everyday life. The projects developed use artistic creation as an instrument to activate cultural dynamics contributing to education through a direct participation, to communication through sharing and to a conscious responsibility of the processes of urban and social transformation. El Puente_lab is formed by artists who have participated in the residency programme UNIDEE – University of Ideas and was founded by Juan E. Sandoval, artist and director of Cittadellarte’s Art Office. El Puente_lab, starting from its name meaning connection and conjunction, fully responds to the spirit proper of the principle of Trinamics: the art of creating an interaction between two different, even opposite, elements generating a third original phenomenon, which results from a harmonic, yet dynamic and energetically vibrant, balance between the two initial elements. Paolo Naldini, Director Cittadellarte - Fondazione Pistoletto
Via Serralunga 27 13900 Biella - Italy
Strategic Advisor Roberto Mollica Social media communication Socializers Strategic Communication Daniel Tarozzi Rebirth /Third Paradise Ambassadors’ Coordinator Laura Salas Redondo Milan Rebirth Forum Coordinator and Network Developer Fortunato D’Amico Assistant Andrea Abate Rebirth Web Media Coordinator Francesco Saverio Teruzzi
Education Office | Unidee Programme Director and Curator Cecilia Guida Programme Coordinator Roberta Bernasconi Director and Curator Assistant Giulia Crisci
Administration Roberto Melis, Luciana Friaglia, Annalisa Marchioro
Cittadellarte Fashion b.e.s.t. Olga Pirazzi Assistant Filippo Vinci Advisor Silvio Betterelli
Archive Marco Farano
Geographies of Change Francesco Bernabei Coworking Armona Pistoletto, Enrico Rey Cafeteria luogoComune Cooperativa L’altromercato
Management Planning and Coordination Emanuela Sabidussi Store Elena Pasquali Library Elena Rosina Facilities Salvatore Falcone, Sandra Ottino
In partnership with Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Fondazione CRB