Asiya Wadud
San Francisco, California. www.forageoakland.blogspot.com
Lives and works in Oakland, California (San Francisco Bay Area). Interested in the redistribution of common resources in order to explore the possibility of self-sustained neighborhood economies. Forage Oakland is a backyard barter network whereby residents of Oakland and Berkeley (San Francisco Bay Area), California barter surplus backyard fruit with their neighbors’ surplus fruit. Many residential units are graced with fruit trees, but often harvesting said fruit falls by the wayside as other ‘chores’ take precedence. One can literally walk around Oakland neighborhoods and pass heaps of fruit rotting in front yards simply because the residents do not have time to harvest the fruit. Forage Oakland wasin part- borne out of this reality. A Santa Rosa plum can be bartered for a white nectarine; a white nectarine can be bartered for Adriatic figs; and Adriatic figs can be exchanged for fuyu persimmons. As Forage Oakland grows, the number of requests for ‘How To’ information has increased. Inquiries range from ‘How do I approach my neighbors when requesting surplus fruit?’ to ‘How, practically speaking, did you begin your neighborhood barter project?’. I thought it could be useful to compile this information into a ‘How To’ guide. While at Fondazione Pistoletto, I have begun work on a guide that will hopefully be a useful tool for other Bay Area communities as they establish their own neighborhood fruit barter networks, and it can serve as a framework for establishing similar projects. The guide contains a profile of all fruits found in North Oakland neighborhoods, and includes associated memories. The creation of this guide has been a community affair where anyone who has experienced the delight of Oakland’s backyard fruit bounty was invited to participate by sharing insights and experiences. The work presented here are reflections from residents of Oakland and it represents a wide collection of tales of 2:00 am olive harvests; Berkeley mulberry harvests; and the unforgettable puckering of the mouth that follows eating an unripe persimmon, just to name a few. In addition to presenting the guide, maps charting Biella fruit trees will be available for take away, as well as jams made from locally foraged fruit. The maps are a visual representation of the fruit cultivated here, and represent the possibilities that could exist if this fruit were used to serve the greater community. In addition, all guests have been invited to bring their jams and marmalades and barter with their neighbors’ locally foraged backyard jams. Thank you to the Unidee staff for their help throughout the residency and the University of Gastronomic Science in Bra for generous use of their library.
10213 km from biella
Forage Oakland: an Instructional Guide
NOCINO OLIVE OIL CAKE
10213 km from San Francisco to Biella Here is the recipe for the olive oil cakes I’ve been making as of late: Batter: 1 cup all purpose flour 1 tablespoon baking powder 4 eggs at room temperature 1/2 teaspoon salt 1 1/2 cups sugar 2/3 cup olive oil 4 tablespoons marmalade of your choice 2 teaspoons nocino 3 teaspoons orange syrup Glaze: 1. 1/2 cup marmalade + 1/4 cup orange syrup + 1 teaspoon nocino for glaze. 2. Preheat the oven to 350 degrees. 3. Sift the flour and the baking powder together in a bowl and set aside. 4. In a large bowl, combine the eggs and the salt. Beat until foamy; gradually beat in the sugar. 5. G ently fold in the flour and baking powder mixture. Stir in the marmalade, nocino, orange syrup, and olive oil just until incorporated. Do not overmix. 6. P our into a 10” springform pan and bake between 40 minutes and 1 hour, depending on your oven’s settings. 7. Test to see if the cake is set by inserting a toothpick into the center. If the toothpick comes out clean, the cake has baked. 8. Let cool completely on a wire rack, then unmold. 9. Drizzle the nocino + orange syrup + marmalade glaze over the cake. Voilà.
Forage Oakland: an Instructional Guide Asiya Wadud vive e lavora a Oakland, California (Baia di San Francisco). È interessata alla ridistribuzione delle risorse comuni per esplorare la possibilità di economie di quartiere autosufficienti. Forage Oakland è una rete del baratto attraverso la quale gli abitanti di Oakland e Berkeley (la Baia di San Francisco), in California, scambiano l’eccesso dei propri alberi da frutta con quelli dei loro vicini. Molti complessi residenziali sono abbelliti con alberi da frutta, ma spesso i frutti maturi cadono sul ciglio della strada perché “faccende quotidiane” hanno la precedenza. Passeggiando nei quartieri di Oakland si attraversa letteralmente mucchi di frutta in decomposizione semplicemente perché i residenti non hanno il tempo di raccoglierli. Forage Oakland è stato in parte creato a partire da questa realtà. Una susina Santa Rosa può essere barattata con una nettarina bianca; una nettarina bianca con i fichi adriatici; e i fichi adriatici con i cachi. Man mano che Forage Oakland è cresciuto, è aumentato il numero delle richieste di informazioni sul come fare: “Come mi rivolgo ai miei vicini per richiedere i frutti in eccesso?”; “Come hai iniziato il tuo progetto di baratto nel vicinato?”. Ho pensato così che sarebbe stato utile raccogliere queste informazioni in una guida per il “fai-da-te”. Ho cominciato a lavorare alla guida durante la mia residenza alla Fondazione Pistoletto; mi auguro che esso diventi uno strumento utile per le altre comunità della Bay Area, nel momento in cui vogliano creare reti di baratto di quartiere. Spero, inoltre, che possa servire come modello per l’avvio di progetti simili. La guida contiene una descrizione di tutti i frutti presenti nei quartieri del North Oakland e include i ricordi associati a essi. L’opuscolo è stato creato per questa comunità. Inizialmente, ogni persona con esperienza di frutti da cortile è stata invitata a condividere opinioni e storie. Il lavoro presentato è una raccolta di riflessioni dei residenti di Oakland. Come una raccolta di olive fatta alle due di mattina o una raccolta di more o, ancora, l’indimenticabile smorfia che si forma sulla bocca dopo aver assaggiato un caco acerbo. Insieme alla guida saranno disponibili mappe che evidenziano le posizioni degli alberi da frutto di Biella e marmellate fatte con i prodotti locali. Le mappe sono la rappresentazione visiva dei frutti coltivati in questa zona e presentano le possibilità esistenti nel caso in cui i frutti venissero coltivati da una comunità più ampia. Inoltre, il pubblico della mostra è invitato a portare le proprie marmellate per barattarle con quelle che i vicini fanno con la frutta dei loro alberi. Grazie allo staff di UNIDEE, per l’aiuto durante la mia residenza e dell’Università di Scienze Gastronomiche, per la possibilità di attingere generosamente alla sua biblioteca.
This is a modification of a recipe originally found in “Sonoma: A Food And Wine Lovers’ Journey,” by Jennifer Barry. Published by 10 Speed Press, 2003.
La torta all’olio d’oliva
10213 km da San Francisco a Biella Ecco la ricetta per le torte all’olio d’oliva che ho cucinato recentemente. La Pastella: 1 tazza di farina 1 cucchiaio di lievito 4 uova a temperatura ambiente 1/2 cucchiaino di sale 1 1/2 tazza di zucchero 2/3 tazze di olio d’oliva 4 cucchiai di marmellata a tua scelta 2 cucchiaini di nocino 3 cucchiaini di sciroppo d’arancia La glassa: 1. 1 /2 tazza di marmellata + 1/4 tazza di sciroppo d’arancia + 1 cucchiaino di nocino per la glassa. 2. Scaldare il forno a 350C. 3. Setacciare la farina e il lievito insieme in una scodella e metterla da parte. 4. In una scodella grande, unire le uova e il sale. Sbattere finché non si forma una schiuma; aggiungere gradualmente lo zucchero. 5. Miscelarla delicatamente alla farina ed al lievito. Mescolare la marmellata, il nocino, lo sciroppo d’arancia e l’olio d’oliva finché non sono amalgamati. Non mescolare troppo. 6. V ersare l’impasto in una tortiera di 25 cm, e cuocere al forno da 40 minuti a un’ora, a seconda del forno. 7. Guardare se la torta è pronta, inserendo un stuzzicadenti nel centro. Se lo stuzzicadenti rimane pulito, la torta è pronta. 8. Lasciarla raffreddare completamente su un vassoio, poi toglierla dalla tortiera. 9. Mettere la glassa di nocino + sciroppo d’arancia + marmellata sulla torta. Voilà. Questa ricetta è una variante di quella originale trovata in “Sonoma: A Food and Wine Lover’s Journey” di Jennifer Barry. Pubblicato da 10 Speed Press, 2003.
Korean, lives and works in London and Seoul. Coreana, vive e lavora tra Londra e Seoul. www.bonapark.co.uk
The Missing
La scomparsa
I came here, to Biella, to find a woman who has been missing. She used to work in one of the local textile factories and disappeared one day when the factory shut down as a result of foreign competition, with most of the production lines of many industries moving to China or India for cheaper labour. This was what I knew about her and Biella before coming here.
Sono venuta qui, a Biella, per cercare una donna scomparsa. Lei lavorava in una delle fabbriche tessili locali ed è scomparsa il giorno in cui l’industria chiuse per effetto della competizione straniera a causa della quale gran parte della produzione si spostò in Cina o in India, dove la manodopera è più economica. Questo è tutto ciò che sapevo di lei e di Biella, prima di venire qui.
Once I had arrived in Biella, I looked for her for about 2 months. However, here, they insist that nobody is missing in Biella. People say that although Biella has very high divorce rate, a relatively high suicide rate, and drug abuse problems, there is nobody missing in the city. People also say that although people are generally depressed, there is nobody missing in Biella. A commander with two gold stars on his shoulder kindly explained me that Italian women do not usually go missing, but rather it is East European women or African women, often associated with the sex trade, who disappear. After a month, what I discovered was not my missing woman, but the ‘missingness’ of my missing women. She is absent. She is not from Biella. She is not Italian.
Sono arrivata a Biella. L’ho cercata per circa due mesi. Comunque la gente insiste che non c’è nessuna persona scomparsa a Biella. La gente dice che, sebbene Biella abbia un tasso di divorzi molto elevato, uno relativamente alto di suicidi e problemi di uso di droga, nessuno è scomparso a Biella. La gente dice anche che, sebbene le persone siano in genere depresse, nessuno è scomparso a Biella. Un comandante con due stelle d’oro sulla spalla mi ha spiegato con gentilezza che le donne italiane normalmente non scompaiono, ma sono piuttosto le donne dell’Est Europa o africane, spesso associate al mercato del sesso, a scomparire. Dopo un mese, ciò che ho scoperto è stato che non c’è nessuna donna scomparsa, ma la scomparsa delle mie donne scomparse. Lei non c’è. Lei non è di Biella. Lei non è italiana.
I came here, to Biella, because Jean de Dieu Minani, an artist from Rwanda, could not as he could not get an Italian visa since he could not provide proper documentation to prove he was qualified to enter Italy. Though he was awarded the UNESCO-Aschberg Bursary for Artists, the Italian government did not allow him to come to Italy. As a result, his scholarship came to me. I came here, to Biella, and not Minani. In Biella, there is no missing Italian woman, but there is an absent African artist – Minani – and there is a Korean artist – me – who is taking his place, who can stay in Italy for 90 days. I have replaced Minani for 57 days looking for the missing woman in Biella and have 33 more days left until I have to leave Biella. The final presentation of the UNIDEE program will be after 42 days. I am missing 9 days.
Io sono venuta qui, a Biella, perché Jean de Dieu Minani, un artista del Ruanda, non è potuto venire. Lui non ha ottenuto il visto italiano perché non poteva fornire la documentazione corretta per verificare che la sua situazione economica era sufficientemente buona per entrare in Italia. Nonostante avesse vinto il premio UNESCO-Aschberg Bursary for Artists, il governo italiano non gli ha permesso di venire in Italia. Di conseguenza, la sua borsa di studio è stata data a me. Sono stata io a venire qui, a Biella, e non Minani. A Biella, non c’è una donna italiana scomparsa, ma c’è un artista africano assente – Minani – e c’è un’artista coreana – io – che sta prendendo il suo posto, che può stare in Italia per 90 giorni. Io ho sostituito Minani per 57 giorni alla ricerca di una donna scomparsa a Biella e ho 33 giorni prima di lasciare Biella. La presentazione finale del programma di UNIDEE sarà tra 42 giorni. Io perderò 9 giorni.
Special thanks to Jean de Dieu Minani and Marco Danasino.
Mille grazie a Jean de Dieu Minani e Marco Danasino.
8907 km from biella
Bona Park
visual artist
Korean instant noodles A Recipe from Seoul, 8907 km from Biella ingredients:
A pack of Korean instant noodles Several pieces of dried fish 1/4 tablespoon of chopped garlic 1/4 sliced onion 1/2 salad spring onion 1 egg 1 spoonful of milk
direction:
Immigrants waiting for entry to Immigrant of Questura di Biella. Immigranti che aspettano per entrare nell’ufficio immigrazione della Questura di Biella.
1. P our 500cc of water into a saucepan and add the dried fish. 2. Start to boil the dried fish in the water over a strong heat. 3. W hen the water comes to the boil, lower the heat to a simmer and remove dried fish. 4. P ut the soup powder and flakes from the pack of instant noodles into the water (they are separately packaged). Then add 1/4 tablespoon of chopped garlic. 5. Add the sliced onions and the noodles from the packet. Be careful not to split the noodles into smaller pieces when you put them into the water. 6. After 10 seconds of cooking the noodles, crack an egg directly into the pan (without stirring it), trying not to break the yolk. 7. Boil the contents of the pan, with a lid on, for 30 seconds. 8. After the 30 seconds, add 1/2 a chopped spring onion and turn off the heat, but keep the lid on the pot for 3 minutes to cook it. 9. After 3 minutes, the dish is ready. If you want to make it milder, add a spoonful of milk.
TAGLIATELLE ESPRESSE COREANE Una ricetta di Seoul, 8907km da Biella ingredienti:
Un pacco di tagliatelle espresse coreane Parecchi pezzi di pesce essiccato 1/4 cucchiaio di aglio spezzettato 1/4 una cipolla affettata 1/2 cipollotto 1 uovo 1 cucchiaio di latte
istruzioni:
1. V ersare 500cl d’acqua in una pentola e aggiungere il pesce essiccato. 2. Far bollire il pesce nell’acqua ad alta temperatura. 3. Q uando l’acqua inizia a bollire, ridurre la temperatura per far bollire più a lungo e togliere i pezzi di pesce. 4. M ettere la minestra in polvere e i fiocchi del pacco di tagliatelle espresse nell’acqua (sono impacchettati separatamente). Poi aggiungere 1/4 di cucchiaio da tavola di aglio spezzettato. 5. Aggiungere la cipolla affettata e le tagliatelle del pacco. Fare attenzione che non si rompano in pezzi più piccoli quando vengono messi in acqua. 6. Dopo 10 secondi di cottura, rompere un uovo direttamente nella pentola senza sbatterlo, cercando di non rompere il tuorlo. 7. F ar bollire il contenuto della pentola, coperta, per 30 secondi. 8. Dopo 30 secondi, aggiungere 1/2 cipollotto e spegnere il fuoco, ma tenere il coperchio sulla pentola per 3 minuti. 9. Dopo 3 minuti, il piatto è pronto. Se si vuole renderlo più dolce, aggiungere il latte.
Il dialogo casuale
As part of my residency at Cittadellarte, I have created an installation featuring a series of experimental videos inspired by French artist Anne Calas’ work, which will be projected on different screens as if in a random audiovisual dialogue.
All’interno della mia residenza a Cittadellarte ho creato un’installazione composta da una serie di video sperimentali ispirati al lavoro dell’artista francese Anne Calas, proiettati su schermi differenti, come in un dialogo audiovisivo casuale.
In January 2008, Anne Calas started “How to get out or the snail’s logic”, a travelling art project based upon the movement from oneself to another, from the interior to the exterior, achieved through written, visual and sound correspondence between the artist and 20 correspondents. Starting from Paris and moving all over Europe according to the scheme formed by the spiral of the 20 Parisian administrative neighbourhoods, Anne develops a correspondence and a dialogue between herself and 20 correspondents whose response is needed for her to move to the next step of the spiral.
Nel gennaio 2008 Anne Calas ha iniziato “Comment sortir ou la logique de l’escargot”, un progetto artistico itinerante basato sul movimento da sé all’altro, dall’interno all’esterno, attraverso la corrispondenza scritta, visiva e sonora tra l’artista stessa e venti persone. Partendo da Parigi e viaggiando per tutta l’Europa sulla base di uno schema a forma di spirale, che propone la struttura dei venti quartieri parigini, Anne ha tenuto una corrispondenza e un dialogo con le venti persone coinvolte: le risposte di ciascuno di loro sono state necessarie per il passaggio al punto successivo della spirale.
Basing my installation on 20 brief anonymous and mystic descriptions of Anne Calas’ correspondents, I intend to create a visual and sensory parallel of the artist’s spiral. The installation features 20 non-realistic and surrealistic videos portraits. Each video, called “Element”, carries a passport number as a tool of identification, an evocation of borders, and symbol of movement. Based upon images and sound captured in Biella, Europe and the United States, the videos are randomly projected on different screens, thus acting as a reflection of those 20 mysterious people and reversing the direction of the spiral by shaking the cornerstone of the process in an audiovisual dynamic. It is no longer about the correspondence between one person and the others, but rather the communication between 20 videos/elements/correspondents, whose relationships are now extended.
Partendo dalle venti descrizioni brevi, anonime e mistiche dei corrispondenti dell’artista, io cerco di creare un parallelo visivo e sensoriale della sua spirale. L’installazione si compone di venti video-ritratti non-realisti e surreali. Ogni video, chiamato “Elemento”, ha un numero di passaporto: strumento di identificazione, di evocazione delle frontiere e simbolo di movimento. I video utilizzano immagini e suoni registrati a Biella, in Europa e negli Stati Uniti e, proiettati in ordine casuale su schermi diversi, funzionando come il riflesso dei venti misteriosi corrispondenti e invertono la direzione della spirale attraverso il movimento del processo, con una dinamica audiovisiva. Così il lavoro non è più incentrato sulla corrispondenza tra le persone, bensì sulla comunicazione tra venti video/elementi/corrispondenti, i cui rapporti si sono estesi.
(Performance) Biella and Cittadellarte have been a stop on Anne Calas’ route, along with choreographer François Veyrunes and musician Alain Lafuente. Together and with all the residents of Cittadellarte we created a performance “Traveller of the chaos run the element is inside”. This sentence and performance have been the starting point of my 12 elements/videos.
Biella e Cittadellarte sono state una fermata del viaggio di Anne Calas con il coreografo François Veyrunes e il musicista Alain Lafuente. I tre, insieme ai residenti di Cittadellarte, hanno realizzato la performance “Viaggiatori del Caos. Corri l’uscita è dentro”. Questa frase e l’azione sono stati il punto di partenza dei miei elementi/video n.12.
(www.annecalas.com)
(www.annecalas.com)
from biella
Random Dialogue
www.light-house-films.com www.camilledegalbert.com French born, living and working in New York, USA. Nata in Francia, vive e lavora a New York, USA
187 km
Camille de Galbert
video artist. videoartista .
Gratin Dauphinois
A recipe from Grenoble, France. 187 km from Biella ingredients:
1 garlic clove, crushed butter nutmeg 450g/1lb potatoes, thinly sliced (such as Desirée, Golden Wonder or King Edward) 300ml/1/2 pint double cream salt and freshly ground black pepper
method: 1. Preheat the oven to 170°C/325°F/Gas 6). 2. Rub a gratin dish liberally with the garlic and butter. 3. Layer the potatoes into the dish, making sure each layer is seasoned. 4. Pour over the cream and nutmeg. Cook in the oven for 1 1/4 hours. 5. Turn up the heat to 200C/400F/Gas 6 and cook for a further 15 minutes until the top is golden. Serve.
Gratin di patate dauphinois
Una ricetta da grenoble, france. 187 km da biella ingredienti:
1 spicchio d’aglio burro noce moscata 450g di patate affettate finemente (come Desirée, Golden Wonder o King Edward) 300ml di panna liquida sale e pepe.
istruzioni:
1. Scaldare il forno a 170°C/325°F/Gas 6 2. Mettere liberamente il burro e l’aglio su un piatto 3. Mettere le patate a strati sul piatto, assicurandosi che ogni strato sia insaporito 4. Versare la panna liquida e grattugiare la noce moscata sulle patate. Far cuocere nel forno un’ora e un quarto. 5. Aumentare la temperatura del forno a 200°C/400°F/Gas 6 e far cuocere ancora per 15 minuti finché la superficie non diventa dorata. Servire.
Archive of Forgotten Ideas
L’archivio delle idee dimenticate
Curated by Cecilia Guida
A cura di Cecilia Guida
Sometimes we have ideas that we like, but for whatever reason – rational, emotional or practical – we think they don’t work out or we aren’t able to develop them at that moment. Consequently we keep them apart, “hide” them somewhere, in a peripheral and a little attended side of the memory. We use some of them whereas, through the passage of time, we forget others. “Archive of forgotten ideas” is the custodian of what is destined for oblivion. It is the place for a return of the utopian, forgotten, postponed, impossible or rejected. A repertory of the potential, of that which has not been but might be. The project focuses on the remembering process, or better still, gives to someone the opportunity to dig into the memory in order to remember something that they had once rejected; it proposes the analysis of the way in which the creative process works in order to explore difficulties, second thoughts and modifications; it intends to reflect about the relationship between the meaning of the idea and the value system, stereotypes and the “historised” interpretations of the social context where we live.
A volte abbiamo delle idee che ci piacciono, ma che per motivi diversi, di tipo razionale, emotivo o pratico, pensiamo che non funzionino oppure che non siamo in grado di sviluppare in un dato momento. Per questo le mettiamo da parte, le “nascondiamo” in qualche posto periferico e poco frequentato della memoria. Alcune le usiamo, mentre altre con il tempo le dimentichiamo. “L’archivio delle idee dimenticate” custodisce ciò che è destinato all’oblio. È il luogo di un ritorno dell’utopico, del dimenticato, del posticipato, dell’impossibile o del rimosso. Un repertorio del potenziale, di qualcosa che non è stato ma che forse sarà. Il progetto mette a fuoco l’atto di ricordare, o meglio di dare a qualcuno la possibilità di scavare nella memoria per riportare alla mente qualcosa che aveva rimosso; si propone di analizzare le modalità di funzionamento del processo ideativo per esplorarne le difficoltà, i ripensamenti e le modifiche; intende riflettere sul rapporto tra il senso dell’idea e il sistema valoriale, gli stereotipi, le interpretazioni “storicizzate” del contesto sociale in cui viviamo.
Artists, intellectuals, writers, scientists, economists, etc. have been asked to remember – within a communicative exchange – an apparently forgotten idea that will be part of the network of the collective memory to be shared. The archive is a book where partial, incomplete ideas and mere intentions are presented according to chronological order – relative to the day when they have been remembered – and a classifying principle. At the same time we can mark the physical shift of the place within the memory, and the idea itself, from private to public, from the sphere of the secret to that of non-secret. To realise this, besides each idea, the e-mail contact or telephone number of its author is recorded so that, every time the archive will be exhibited and shown, exchanges of opinions can happen and new collaborations to turn not-used ideas into real projects can be created.
Thanks to the residents of Unidee 2009 and also to Francesco Bernabei, Charlie Cole, Marco Danasino, Micolaj Lozinski, Linda Mercadino, Alexandra Parrado, Armona Pistoletto, Emilia Telese, Margarita Vasquez Ponte, Jason Waite and Jacub Wrzesniewski. Special thanks to Hani Amra for the photos.
Artisti, intellettuali, scrittori, scienziati, economisti eccetera, sono stati invitati a ricordare, all’interno di uno scambio comunicativo, un’idea apparentemente dimenticata che entrerà nel reticolo della memoria collettiva per essere condivisa. L’archivio ha la forma di un libro nel quale idee parziali, incomplete e pure intuizioni vengono presentate secondo un ordine cronologico – relativo alla data in cui sono state ricordate – e un principio classificatorio. È insieme il supporto e il luogo che segna il passaggio delle idee dal privato al pubblico, dalla sfera del segreto a quella del non-segreto. Per questo, accanto a ogni idea è indicato il contatto email o telefonico del suo autore, in modo che, ogni volta che l’archivio sarà esposto e mostrato, possano avvenire scambi di opinioni e nascere nuove collaborazioni per far diventare le idee non usate dei progetti reali.
Si ringraziano i residenti Unidee 2009 e, inoltre, Francesco Bernabei, Charlie Cole, Marco Danasino, Micolaj Lozinski, Linda Mercadino, Alexandra Parrado, Armona Pistoletto, Emilia Telese, Margarita Vasquez Ponte, Jason Waite e Jacub Wrzesniewski. Un ringraziamento particolare a Hani Amra per le foto.
from biella
Italian. Lives and works between Milan and Rome. Italiana. Vive e lavora tra Milano e Roma. cecilia_guida@yahoo.it
687 km
Cecilia Guida
independent curator and ph.d. candidate at the iulm university of milan. curatrice indipendente e dottoranda di ricerca all’università iulm di milano
THREE-COLOURED BUTTERFLIES
From Rome, 687 km from Biella
4 people: 400 g pasta (butterfly shape) 1 carrot 2 zucchini 100 g peas 100 g spinach 1 onion 1 scamorza (smoked cheese) 200 g cream butter salt pepper ingredients for
method:
1. Boil the carrots and the spinach. 2. Melt 50 g of butter in a pan, add the peas, the zucchini, the chopped carrot, the onion and the chopped spinach. 3. B rown the vegetables, add salt, add pepper, moisten with the cream and cook for 15 mins. 4. B oil the pasta and then mix with the cooked and buttered vegetables. 5. Pour the pasta into a buttered pan, alternating it with slices of smoked cheese. 6. Cover with aluminium foil and bake at 220 for 10 mins.
FARFALLE TRICOLORE
Di Roma, 687 km da Biella
ingredienti per 4 persone: 400 g pasta tipo farfalle 1 carota 2 zucchine 100 g piselli 100 g bietole 1 cipolla 1 scamorza 200 g panna da cucina burro sale pepe istruzioni:
1. Lessate la carota e gli spinaci. 2. S ciogliete 50 g di burro, unite i piselli, le zucchine, la carota a dadini, la cipolla e gli spinaci tritati. 3. F ate rosolare la verdura, salatela, pepatela, bagnatela con la panna e cuocete per 15 minuti. 4. Lessate la pasta e conditela con il burro e la verdura. 5. Versate la pasta in una pirofila imburrata, alternandola con fettine di scamorza. 6. Coprite con alluminio e infornate a 220° per 10 minuti.
2725 km from biella
David Behar-Perahia
French-Israeli ar t ist , living in Jaf fa, Israel. studio@davidbehar.net Ar tista franco-israeliano. Vive a Jaf fa, Israele. www.davidbehar.net Couscous Soup
From Jaffa, 2725 Km to Biella
The soup is the part of the dish that gives the couscous its splendid taste, especially when the couscous is cooked using the steam created by the soup (with the use of the special pot - ‘the couscousiere’). ingredients:
alf a cup of cornflower H 5-7 carrots 2-3 Courgette 1 onion One large chunk of pumpkin 2-3 stalks of celery 1 cup of cooked chickpeas 2 potatoes 3-4 chicken wings (optional) half a spoon of kurkum (spice) Black pepper Salt according to taste
method:
Molding Out Fear
Modellare la paura
In collaboration between David Behar - Perahia and Camille de Galbert
Una collaborazione tra David Behar - Perahia e Camille de Galbert
Who is the person walking in the shade? Why is she dressed differently? In the centre of meeting and facing the other, approaching and encountering the person whose culture is different than your own, stands the dilemma whether there exists an openness to accept the possibility of sharing more than one perspective.
Chi è la persona che cammina nell’ombra? Chi è la donna vestita in modo diverso? Nell’incontro e nel confronto con l’altro, avvicinando e conoscendo una persona la cui cultura è diversa dalla tua, c’è il dilemma se esiste un’apertura per accettare la possibilità di condividere più di una prospettiva.
For example, if we will imagine culture as a crystal that through its multiple facets many colors and hues exist, the challenge we face today is whether two or more crystals can equally acknowledge the existence of different crystals with their beauty and rich complexity. This challenge requires a continuous active relationship taken by all sides, an action that reflects a responsibility to meet, listen and share. This action has the potential to form a new enriching arena of constructive cultural dialogue.
Se, per esempio, immaginiamo la cultura come un cristallo dalle molteplici sfaccettature di diverso colore e tonalità, la sfida che affrontiamo oggi è se due o più cristalli possano riconoscere allo stesso modo l’esistenza di cristalli differenti per bellezza e complessità. Questa sfida richiede un continuo rapporto attivo da tutti i lati, un’azione che considera la responsabilità di incontrarsi, ascoltare e condividere. Tale azione ha la possibilità di creare una nuova arricchente arena per un dialogo culturale costruttivo.
Choosing a passive stance means an avoidance to take responsibility, thus planting the seeds of non-acceptance of the other, which later on can lead to fear and to the birth of anxiety. The potential of active and sensible dialogue can lead to a symbiosis towards the birth of a new expressive language. Through the action of art, this challenge can find communicative forms.
Scegliere una posizione passiva significa evitare di assumersi la responsabilità, piantare così i semi di un rifiuto dell’altro che può portare, in seguito, alla paura e alla nascita di ansia. Un dialogo attivo e ragionevole può condurre a una simbiosi per la creazione di un nuovo linguaggio espressivo. Attraverso l’arte, questa sfida può trovare delle forme di comunicazione.
Through a set of site specific performances we expose the self as an object reflecting the other. This will be done through the use of textile as material, with the strategy of testing different gender situations and documenting with the use of hidden cameras to research modes of public interaction.
Con una serie di performance site specific presentiamo il sé come oggetto che riflette l’altro. Questo sarà fatto attraverso l’uso di stoffe, con una strategia volta a sperimentare differenti situazioni di gender e a documentare con videocamere nascoste la ricerca di modi di interazione pubblica.
The target is to communicate through our work that articulation of difference is valuable, that we have the ability to have and share two opinions and finally to suggest that different modes of cultures can be possible frames for active fusion.
L’obiettivo è di comunicare, attraverso il nostro lavoro, che l’elaborazione della differenza è utile, che abbiamo la capacità di avere e condividere due opinioni e, infine, di suggerire che diverse modalità culturali possono essere possibili strutture di una fusione attiva.
1. Peel and cut the vegetables into large pieces 2. P ut all ingredients into a big pot full of water along with the chicken and the chickpeas and bring the soup to the boil 3. After it has come to the boil, add the spices and cook at a simmer for an hour 4. W hen finished - serve the couscous and moisten it with the soup 5. Serve and place the vegetable and meat on top 6. BETEHAVON! - bon Appétit!
La minestra di couscous Di Jaffa, 2725 Km da Biella
La minestra è il piatto che dà al cous cous il suo splendido sapore, specialmente quando il cous cous viene cucinato usando i vapori della minestra (con l’uso di una speciale pentola - la couscoussiera). ingredienti:
M ezzo fiordaliso 5-7 carote 2-3 zucchino 1 cipolla Un grosso pezzo di zucca 2-3 foglie di sedano 1 tazza di ceci cotti 2 patate 3-4 Ali di pollo (facoltativo) Mezzo cucchiaio di kurkum (spezia) Pepe nero Sale a seconda dei gusti
istruzioni:
1. Pelare e tagliare in pezzi grossi 2. Mettere tutti gli ingredienti in una grossa pentola piena d’acqua insieme al pollo e alla cece e far bollire la minestra 3. Dopo che a cominciato a bollire, aggiungere le spezie e far cuocere lentamente per un’ora 4. Q uando ha finito– Servire il cous cous serve e bagnarlo con la minestra 5. Servire e mettere le verdure e la carne sopra. 6. BETEHAVON! - Buon Appetito!
bedaForager – gioco di raccolta > Biella
bedaForager – gioco di raccolta > Biella
So what is the point? Firstly, sustainability is a wider concept of social responsibility than traditional green issues such as recycling and renewable energy, and for Bonetto as with other contemporary artists, creating sustainable alternatives takes form through grass roots democracy, institutional critique, the dematerialisation of the art object, and in making radical shifts in the role of artist and audiences. But as the word ‘sustainable’ can prefix anything from art to artichokes, understanding Diego Bonetto’s art means looking to the overlooked. (J. Skinner)
Ma allora, qual è il punto? In primo luogo, la sostenibilità è un concetto di responsabilità sociale più ampio delle tradizionali questioni ambientali, come il riciclaggio o le energie rinnovabili e, per Bonetto come per gli altri artisti contemporanei, la creazione di alternative sostenibili prende forma attraverso la democrazia dal basso, la critica istituzionale, la smaterializzazione dell’oggetto d’arte e realizzando cambiamenti radicali sul ruolo dell’artista e del pubblico. Ma dal momento che la parola “sostenibile” può indicare qualsiasi cosa, dall’arte ai carciofi, capire l’arte di Diego Bonetto significa soffermarsi su ciò che viene trascurato. (J. Skinner)
Project description I programmed a virtual tour of the local spontaneous flora, available to visitors via a Pocket Pc. “bedaForager” is an educational game that encourages younger (and young-hearted) audiences to familiarise themselves with their local bio-region and learn about existing plant species. This project originates from my growing interest about the need to re-address the way modern societies acknowledge the environment in which they live. In an attempt to focus on the relationship between production and consumption (the supermarket-shelves syndrome), “bedaForager” presents a plethora of pluricultural uses for the plants we disregard the most: spontaneous flora. Banking on the attraction provided by technological platforms, the ‘players’ wander through an environment and ponder on the amount of forgotten and downtrodden resources. Presenting various cultural-specific interactions then, the bedaForager players would discover ancient and contemporary ethno botanical practices. With this project I collaborated with writer and visual designer Philippa Barr, with local expert Bianca Rosa Zumaglini, agronomist Francesco Bernabei and with the engineers cluster Elios (Università di Genova) for the technical and programming aspects.
Il progetto Ho programmato un tour virtuale della flora locale spontanea, e l’ho messo a disposizione dei visitatori attraverso un palmare. “bedaForager” è un gioco educativo che vuole stimolare nel pubblico giovane (e in coloro che si sentono giovani dentro) un processo di familiarità con la biodiversità locale, venendo a conoscenza delle specie di piante che vi crescono. Il progetto nasce dal mio interesse verso la necessità di riconsiderare il modo attraverso il quale le società moderne si rapportano all’ambiente in cui vivono. Nel tentativo di focalizzare il rapporto tra produzione e consumo (la sindrome “scaffalida-supermercato”), “bedaForager” presenta una serie di usi pluriculturali delle piante che, in genere, ignoriamo: come le malerbe. Utilizzando l’attrazione generata dalle piattaforme tecnologiche, i giocatori vagano in un ambiente e contemporaneamente riflettono sulla quantità di risorse dimenticate e calpestate. Presentando varie relazioni culturali, i giocatori “bedaForager” hanno la possibilità di scoprire pratiche di etno-botanica antiche e contemporanee. Con questo progetto ho collaborato con la scrittrice e visual designer Philippa Barr, l’esperta locale Rosa Bianca Zumaglini, l’agronomo Francesco Bernabei e con il team di ingegneri Elios dell’Università di Genova per gli aspetti tecnici e di programmazione.
from biella
Italian born, living and working in Sydney, Australia. Nato in Italia, vive e lavora a Sydney, Australia. www.weedyconnection.com
120 km
Diego Bonetto
culture criticism - cross media pr actitioner - social initiator . critico tr anscultur ale - pr aticante mediatico - iniziatore sociale
Dandelion salad From Turin, 120 km from Biella
At the end of winter, past the days of the Blackbird, when the fields are still resting, or just awakening, you can gather the tenderest dandelion, which is a reddish colour because of the frost and hasn’t yet developed the sour taste characteristic of wild chicory. Take a good bunch, enough for all, clean the little plant cutting away the root and the dry leaves, roughly, put in a salad bowl and add two boiled eggs chopped in pieces. Clean a salted anchovy, strip the bones, and, working it on a plate with a fork and the blade of a knife, reduce it into a paste. Peel a clove of garlic and chop it in slices on a chopping board, then work it to a paste. Put it on the anchovy plate, add oil, vinegar and a little salt, mix it well, pour on the dandelion, mix and serve on the table. From: spaciafojòt arsetari piemonteis amatorial ricettario piemontese amatoriale Guido Vergnano Edicher
Insalata di Tarassaco Torino, 120 km da Biella
Verso la fine dell’inverno, passati i giorni della merla, quando i prati riposano ancora o cominciano appena a risvegliarsi, si può raccogliere il tarassaco più tenero, che è di un colore rossastro per il gelo e non ha ancora preso il sapore amaro caratteristico delle cicorie selvatiche. Fatene un bel mucchietto, che ce ne sia per tutti, pulite le piantine tagliando via la radice e le foglie secche d’intorno, grossolanamente, mettete in un’insalatiera e aggiungete due uova sode tagliate a pezzetti. Pulite un’acciuga sotto sale, diliscatela, e, lavorandola in un piatto con una forchetta e la lama di un coltello, riducetela in poltiglia. Pelate uno spicchio d’aglio e tagliatelo a fettine su un tagliere, metteteci su un bel pizzico di sale fino e con la lama di un coltello lavoratelo fino a farne una cremina. Mettetela nel piatto con l’acciuga, aggiungete olio, aceto e poco sale, amalgamate bene, versate tutto sul tarassaco, mescolate e servite in tavola. Da: spaciafojòt arsetari piemonteis amatorial ricettario piemontese amatoriale Guido Vergnano Edicher
Artist and cultural producer, he develops projects about the social production of the body and identity. He also works with artistic group C.A.S.I.TA. (www.ganarselavida.net).
Artista e produttore culturale, sviluppa progetti sulla produzione sociale del corpo e dell’identità. Lavora anche con il gruppo artistico C.A.S.I.TA. (www.ganarselavida.net).
EXPIRED MONEY
Soldi scaduti
The proposed project is an installation with drawings, banknotes and a video. These banknotes have special stamps indicating their expiration on a certain date. The video shows different reactions of diverse people about a fictional situation where All our money will expire in five years; like food or medicine. These persons explain what they will do in this particular situation. Some of them express their doubts about this new system to the audience.
Il progetto proposto è un’installazione di disegni, banconote e un video. Sulle banconote uno speciale timbro indica la data di scadenza. Il video mostra le differenti reazioni di persone diverse riguardo una situazione immaginaria in cui tutti i nostri soldi scadranno entro cinque anni, come il cibo o i medicinali. Nel video le persone dicono cosa farebbero in questa particolare situazione. Alcune di esse espongono al pubblico i loro dubbi su questo nuovo sistema. Nel nostro sistema economico una piccola minoranza ha il potere di stabilire la proprietà e i sistemi di potere del denaro e anche il suo valore culturale.
In our economic system a small minority have the power to dictate the ownership and power systems of money and also its value in our culture. I would like to create a space to illustrate our monetary system and the contradictions of democracy therein. Many limiting situations in our life are assumed to be natural. History and fictitious stories are fundamental vehicles in the elaboration of my works. I would like to create new ‘fictions’ in order to visualize alternative economic networks that think and work towards constructing a more just economic system. My works reflect the concept of exchange as well as the existing relationships between economy and subjectivity (personal or collective, ideological and emotional). Amongst other things, I am interested in production methodologies and how the overall logic of the production system might model our emotions and identity; furthermore I am interested in how these systems are actually able to regulate interpersonal relationships, especially concerning affection (in both in the personal and professional spheres). PD. I would like to give my thanks to Francesco Bernabei due to his help concerning the topics of my project; and Linda Mercandino, Marga Vázquez-Ponte, Camille de Galbert, Bona Park; Cecilia Guida, Natalia Gil Medina and all people that have collaborated in the process of the prodution of the project.
Vorrei creare uno spazio per illustrare l’attuale sistema monetario e le contraddizioni della democrazia stessa. Molte situazioni limitanti della nostra vita sono assunte come naturali. Le storie e le finzioni sono strumenti fondamentali nell’elaborazione dei miei lavori.
pozobarriuso@yahoo.es Works and lives in Madrid (Spain). Vive e lavora a Madrid (Spagna)
1100 km from biella
Diego del Pozo Barriuso
artist and cultural producer. artista e cultural producer.
GAZPACHO
From Madrid, 1100 km from Biella A cold Spanish tomato soup which is the perfect starter to a summer meal. ingredients:
S tale bread: 100 grams Red mature Tomatoes: 800 grams Green Peppers: 2 units Cucumber: 1 big one Garlic clove: 1 peeled one Virgin Olive oil: 1 DL. Vinegar: 4 soup spoonfuls Water: 75 CL. Salt: 1 pinch.
directions:
1. Fill a bowl with water, and soak the bread. 2. N ext, wash and strain/sieve (optional but advisable) the tomatoes, the cucumber and the peppers to get rid of any seeds. 3. O nce clean, cut into small pieces and blend them in the mixer. 4. W hen the blended vegetables are ready add a peeled garlic clove and blend again. 5. Put oil, vinegar, and salt on the bread that was soaking, to season it. Blend it into the soup mixture. 6. B eat again until the mixture is well blended. Add the water little by little until it is at the desired consistency (Between watery and a loose paste) 7. Add salt if required. 8. P ut the Gazpacho in the freezer for at least 4 hours to chill sufficiently. If it is to be served as a drink, ice cubes can be added. 9. Serve in ice cold glasses or bowls.
Gazpacho
Vorrei creare finzioni nuove per visualizzare come le reti economiche alternative pensano e lavorano per la costruzione di un sistema economico più giusto.
Di Madrid, 1100 km da Biella
Le mie opere riflettono sul concetto di scambio e sui rapporti esistenti tra economia e soggettività (personale o collettiva, ideologica ed emotiva). Tra le altre cose, mi interessano la produzione di metodologie e il modo attraverso cui le logiche generali del sistema produttivo possono modellare le nostre emozioni e le nostre identità. Mi interesso, inoltre, a come questi sistemi sono effettivamente in grado di regolare le relazioni interpersonali, soprattutto quelle che riguardano l’affetto (nella sfera personale e in quella professionale).
ingredienti:
Vorrei ringraziare Francesco Bernabei per il suo aiuto; e Linda Mercandino, Marga Vázquez-Ponte, Camille de Galbert, Bona Park; Cecilia Guida, Natalia Gil Medina e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del progetto.
Zuppa di pomodoro fredda spagnola, antipasto ideale per un pasto estivo. P ane del giorno precedente: 100 grammi Pomodori maturi: 800 grammi Peperoni verdi: 2 Cetriolo: 1 grande Spicchio d’aglio: 1, pelato Olio vergine d’oliva: 1 dl. Aceto: 4 cucchiai Acqua: 75 cl. Sale: 1 pizzico
indicazioni:
1. Riempire una ciotola d’acqua e immergere il pane. 2. Lavare e schiacciare i pomodori, il cetriolo e il peperone cercando di eliminare i piccoli semi. 3. Tagliare il tutto a pezzi e ridurre in polpa con un robot da cucina. 4. Aggiungere alla miscela lo spicchio d’aglio sbucciato e battuto. 5. Aggiungere poi il pane che è stato a mollo, il sale, l’aceto e l’olio. 6. R ifrullare il tutto di nuovo fino ad una miscela omogenea e poi, a poco a poco, aggiungere l’acqua poco a poco fino a ottenere la consistenza desiderata (tra liquido e cremoso). 7. Aggiungere sale a piacere. 8. Mettete il Gazpacho nel frigorifero per almeno 4 ore. Se è preparato come bevanda, si possono aggiungere alcuni cubetti di ghiaccio. 9. Servire molto freddo in bicchieri o coppe.
haniamra@gmail.com www.youtube.com/user/haniha1 Born in Martinique, grew up in Palestine, currently lives in Paris. Nato nell’isola di Martinica, cresciuto in Palestina, attualmente vive a Parigi
A surreal language
The idea of coming to Cittadellarte was to explore new possibilities and to have the unique opportunity to exchange experiences and meet other artists and people involved in the art scene. This allows me to evolve and to progress by trying other art mediums so as to widen and develop my practice. My desire was to get out of my habitual practice of photography, and to discover new perspectives and what art can do. In this case, video was a natural and logical choice. Video offers new possibilities in movement, it liberates the movement instead of freezing it like in a photo. Also, it is interesting to have a space available for experimenting and exploring new things. The creed of Cittadellarte, “Art for social transformation,’’ was a leitmotiv throughout our workshops and discussions. But instead of keeping it vague and abstract as a concept, I use it to try and explain my working process which is far from being dogmatic or conceptual. For instance, the fabrication of my videos starts by intuitive selection of my subjects. This selection doesn’t exclude any possibilities, even amateur videos found on You Tube can be reused in the process. This process can be described as ‘’socially responsible’’ in the sense that it reuses what can be considered unusable, it’s a kind of “hand craft recycling’’. But there is also another dimension in my work which is the dialogue with the viewer. Indeed, elements of daily life are reinvented and re-arranged in my work. This game creates a form of complicity between the spectator and the author. For example, an amateur video or a news bulletin can easily be diverted and reused as long as they help me arrive at a result I will be satisfied with in the end. This proximity makes some say that my videos have an important surreal dimension...like in a dream every thing seems newly cloaked. Special thanks for their kindness and support to Linda, Jason, Marga, Alex and Charlie.
Un linguaggio surreale
L’idea che avevo legata a Cittadellarte era di esplorare nuove possibilità e di avere un’opportunità unica di scambiare esperienze e incontrare altri artisti e persone del mondo dell’arte. Tutto ciò mi ha permesso di migliorare, di fare progressi provando altri media così da allargare e sviluppare la mia pratica. Il mio desiderio era di uscire dall’abituale ricerca fotografica per scoprire nuove prospettive e nuove possibilità legate all’arte. Il video è stato, in questo caso, una scelta logica e naturale, in quanto capace di offrire nuove possibilità al movimento, liberandolo invece di congelarlo come in una foto. È interessante avere uno spazio a disposizione per sperimentare ed esplorare cose nuove. La filosofia di Cittadellarte, “Arte per la trasformazione sociale”, è stato il tema ricorrente all’interno dei nostri workshop e discussioni. Invece di lasciare il concetto vago e astratto, lo uso per provare a spiegare il mio processo di lavoro, che è lontano dall’essere dogmatico o concettuale. Per esempio, la creazione dei miei video comincia da una selezione intuitiva dei soggetti. Questa non esclude nessuna possibilità, persino i video amatoriali che si trovano su YouTube vengono riutilizzati in un processo che può essere definito come “socialmente responsabile”, nel senso che riutilizza ciò che è considerato inutilizzabile, una sorta di “riciclo del fatto a mano”. Esiste poi un’altra dimensione nella mia ricerca che è il dialogo con l’osservatore. All’interno del mio lavoro, gli elementi della vita quotidiana vengono reinventati e riordinati. Questo gioco genera una forma di complicità tra lo spettatore e l’autore. Un video amatoriale o un telegiornale, ad esempio, possono essere modificati e riutilizzati affinché mi aiutino ad arrivare a un risultato che mi soddisfi. Questa prossimità spinge qualcuno a dire che i miei video hanno un’importante dimensione surreale… come in un sogno in cui ogni cosa sembra un po’ nascosta. Grazie a Linda, Jason, Marga, Alex e Charlie per la loro gentilezza e il loro sostegno.
2307 km from biella
Hani Amra
artist, photographer . artista , fotografo .
MJADDARA
From Palestine, 2307 km from Biella ingredients:
1 cup rice 1 cup lentils 1 medium sized onion 4 cups water olive oil salt baharat cumin cardamom
1. F ry the lentils in oil for 3-4 minutes, stirring continuously, until they begin to show signs of scorching. 2. Add salt, baharat, cumin, ground cardamom. 3. Add 2 cups of water and cover. Bring to the boil, then lower to a simmer. Cook for 20 minutes or until all the water is absorbed by the lentils. 4. F ry the rice in oil for 3-4 minutes, stirring continuously, until the grains become translucent and brown slightly. 5. Add salt, black or white pepper, and ground cardamom. 6. Add 2 cups of water and cover. Bring to the boil, then lower to a simmer. After 5 minutes turn the heat off, and leave standing for another 10 minutes. 7. Cut the onion into thin strips (0,5 cm x 4 cm). 8. Fry the onion in the olive oil mixture until crisp and translucent. 9. Mix lentils and rice, top with the fried onion.
MJADDARA
Una ricetta dalla palestina, 2307 km da biella ingredienti:
1 tazza di riso 1 tazza di lenticchie 1 cipolla media 4 tazze d’acqua olio d’oliva sale Baharat cumino cardamomo
1. F riggere le lenticchie in olio per 3-4 minuti, mescolando continuamente, fino a quando i chicchi sembrano ben cotti. 2. Aggiungere sale, Baharat, cumino e cardamomo grattugiato. 3. Aggiungere 2 tazze d’acqua e coprire. Far a bollire poi abbassare il fuoco. Cuocere per 20 minuti o fino a quando tutta l’acqua viene assorbita dalle lenticchie. 4. F riggere il riso in olio per 3-4 minuti, mescolando continuamente, fino a quando i chicchi cambiano colore. 5. Aggiungere sale, pepe nero o bianco, e cardamomo grattugiato. 6. Aggiungere 2 tazze d’acqua e coprire. Far bollire poi abbassare il fuoco. Dopo 5 minuti spegnere il fuoco, e lasciar riposare per altri 10 minuti. 7. T agliare la cipolla a fettine sottili (0,5 cm x 4 cm). 8. F riggere la cipolla in olio d’oliva finché nn diventa croccante e trasparente. 9. Mescolare lenticchie e riso, e coprire con la cipolla fritta.
series of photographs
serie di fotografie
During my residency at Citadellarte I realised three series of photographs. This work is a continuation of my previous documentary practice, which was mostly devoted to themes such as city, human beings and nature.
Durante la mia residenza a Cittadellarte ho realizzato tre serie di fotografie. Queste sono la continuazione della mia pratica documentaria che riguarda principalmente temi come la città, gli esseri umani e la natura.
For the first series of photographs, I focused on Piedmonts cemeteries. I took the words of the Polish architect Oskar Hansen, in which he says ”(visiting) the cemetery is the best way to find out how the city works” as a starting point for those images (”Towards Open Form“, 2005). Inspired by the paintings of de Chirico from his metaphysic period, and also by the relation between family vault architecture and urban equivalents, I photographed the forms of graves, alleys and the orientation of local cemeteries. The second series is nude self-portraits, which I took in the arte povera collection in the Foundation. I started by documenting this collection of important art pieces (among others: the piece of the granite and the salad, by Giovanni Anselmo, Senza titolo, 1968). Whilst doing this series I also started to photograph myself. Intuitively I made a gesture to add myself as an integral element (a sculpture) among the collection, wanting to show how contemporary and alive arte povera is for me. The third is a short series of images dedicated to the disappearing nature that I photographed whilst travelling through Switzerland. There, I visited the Rhone Glacier, the source of the Rhone River. I was looking for feminine forms inside the glacier. Although those three series may not have a common theme, they are linked by the way I’m approaching the subject - they reflect my interest in sculptural forms.
La prima serie di fotografie è stata realizzata nei cimiteri piemontesi. Come punto di partenza per le immagini, mi sono ispirata alle parole dell’architetto polacco Oskar Hansen che dicono “[visitare] i cimiteri è il modo migliore per capire come funziona la città” (“Verso una forma aperta”, 2005). Ho fotografato le forme delle tombe, i vicoli e l’orientamento dei cimiteri locali, prendendo ispirazione dai dipinti metafisici di de Chirico e dalle cappelle familiari e architetture urbane simili. La seconda serie di fotografie è composta da autoritratti nudi tratti dalla collezione di Arte povera della Fondazione Pistoletto. Scattando diverse fotografie delle opere presenti nella collezione (tra le quali un pezzo di granito e una lattuga che compongono l’opera “Senza titolo” di Giovanni Anselmo, del 1968), ho iniziato a fotografare me stessa. Intuitivamente ho fatto il gesto di aggiungermi come elemento integrante (una scultura) della collezione, cercando di mostrare in che modo, secondo me, l’arte povera è contemporanea e viva. La terza serie è costituita da alcune immagini dedicate alla natura che ho fotografato durante il mio viaggio in Svizzera. Lì ho visitato il Ghiacciaio del Rodano, la sorgente del fiume Rodano, nel quale ho cercato delle forme femminili. Sebbene le tre serie possano non avere un tema comune, sono collegate tra loro dal modo attraverso cui mi avvicino al soggetto - esse riflettono il mio interesse verso le forme scultoree.
juliasta nis zewska 0 9@gmail.com Lives a n d wo rks i n Wa r s aw, Pol a n d . V ive e l avo r a a Va r s avi a , Polon i a overleaf: Self-portrait 1, Arte Povera collection, Pistoletto Foundation, 2009 [original in color] sul retro: Autoritratto 1, Collezione Arte Povera, Fondazione Pistoletto, 2009 [originale a colori]
Self-portrait 2, Arte Povera collection, Pistoletto Foundation, 2009 [original in color] Autoritratto 2, Collezione Arte Povera, Fondazione Pistoletto, 2009 [originale a colori]
0,5 km from cittadellarte
Julia Staniszewska
visual artist, curator. visual artist, curatrice.
Elderberry Jam
Berries picked in Biella, 0,5 km from Cittadellarte 1 kg elderberries 1.3 kg sugar 1. S trip the berries from the stalks as soon as possible after picking – a fork is useful for doing so. Remove any damaged or off fruit. 2. Put the berries into a preserving pan or large pot with 500ml water. Place over a low heat and slowly bring to simmering point. Add the sugar and stir until it has dissolved. 3. Then bring quickly to a full rolling boil. Leave at boiling point for 5 minutes. 4. Remove from the heat and continue to stir gently for a couple of minutes to reduce the temperature. 5. Then put it over a very low heat once more. Heat through for 2 hours (without bringing to simmering point). 6. S tir very gently (or just shake the pan slightly) from time to time. 7. Remove from the heat and leave the jam to rest over night (now you can relax with a glass of gin and tonic). 8. Next day heat the jam for about 1 hour. Then pour the jam into hot, sterilized jam jars (the lids should also be hot). 9. Put the closed jars up side down and leave it until it cool completely. This will seal the jars. The elderberry jam recipe is inspired by the fruit enthusiasm of Asiya Wadud and the book of Pam Corbin (”Preserves“, Bloomsbury, 2008).
Marmellata di Bacche di Sambuco Bacche raccolte a Biella, 0,5 km da Cittadellarte. 1 kg di bacche di sambuco 1.3 kg di zucchero
Inside the Rhone Glacier, Switzerland, 2009 [original in color] Dentro il Ghiacciaio del Rodano, Svizzera, 2009 [originale a colori]
1. Togliere le bacche dai gambi subito dopo averle raccolte: una forchetta è utile per questo lavoro. Eliminare ogni frutto che è danneggiato o è andato a male. 2. Mettere le bacche in una padella o in una pentola grande, con 500 ml d’acqua. 3. Mettere la pentola sul piano di cottura a bassa temperatura e far bollire lentamente la miscela. Aggiungere lo zucchero e mescolare fino a scioglierlo. Poi, far bollire rapidamente la miscela per 5 minuti. 4. Togliere dal piano di cottura e continuare a mescolare lentamente per un paio di minuti per abbassare la temperatura. 5. Poi mettere a fuoco molto basso ancora una volta. Scaldare per 2 ore (senza farla bollire). 6. Mescolare ogni tanto molto lentamente (o agitare leggeremente la pentola). 7. Togliere dal piano di cottura e lasciar riposare la marmellata per tutta la notte (adesso puoi rilassarti con un gin tonic). 8. Il giorno dopo riscaldare la marmellata per un’ora. Poi versare la marmellata in vasetti caldi e sterilizzati (anche i coperchi dovrebbero essere caldi). 9. Mettere i vasetti sottosopra e lasciarli raffreddare completamente. Questo farà sigillare i vasetti. La ricetta di marmellata di bacche di sambuco è ispirata dall’entusiasmo per la frutta di Asiya Wadud ed il libro di Pam Corbin (“Preserves”, Bloomsbury, 2008).
Marcela Ceballos González
M e d e l l í n , Co l o m b i a .
Nel mio lavoro cerco di comunicare emozioni fornendo un modo più caloroso di vedere e di vivere gli ambienti. Vorrei far coincidere la conoscenza tecnica e accademica della mia disciplina con la cultura e l’esperienza delle persone.
REASSESSING OUR SENSES
RIESAMINARE I NOSTRI SENSI
There are areas where the methods of garbage disposal have been rethought, one of these places is a neighborhood in Medellin called Moravia. Moravia, a suburb with approximately 42 000 inhabitants, situated in Medellin’s northeast side, has created and consolidated a complex economic, social and productive network around garbage transformation since 1960. During 2007, particular characteristics were identified as part of my Material Culture research for my university thesis. Through this, they have transformed their basic knowledge about a recovery-based economy, in which almost all their activities are based on recuperating and reselling recycled materials. This has created a lot of aesthetic and technological processes well accepted and respected within their field. Based on these concepts, a project was developed proposing the creation of a commercial and collective trademark of handmade objects using Moravia´s technological intervention. This benefits the community itself. For this proposal to transcend the academic field and truly become a social contribution, I wanted Cittadellarte´s UNIDEE program to help me to make a more concrete methodology of what I had in mind… and here I am. Working with the Ecology Office, ReMida Biella (which is dedicated to revalorizate clean wasted products to generate an ecological and creative consciousness through pedagogical methodologies), a system of guides has been put into discussion. These guides explain how to transform wasted materials into new useful or aesthetic objects. Through a process of creative workshops with the community, the clarity of the guides is tested. Working in close partnership with ReMida and begining working in a possible Center of Creative Recycling – Moravia. A possible model will be developed in Cittadellarte that can hopefully be used as a guideline for the eventual work in Medellin. It is my intention to begin this work upon my return. This center would become a collective and interdisciplinary platform of creative production and education; it would be self-sustainable and oriented to show the community its own creative potential and the economic benefits therein. Moravia would be recognized as culturally proactive part of the city. Special thanks to Moravia´s people who helped me doing my research, to Juan Diego Sanin and Sandra Velez, to ReMida Biella, UNIDEE Staff and Pacefuturo.
Ci sono posti in cui i rifiuti sono stati riconsiderati. Uno di questi è un quartiere di Medellín che si chiama Moravia. Moravia, sobborgo di circa 42.000 abitanti, situato a nord-est di Medellín, ha creato e consolidato una complessa rete economica, sociale e produttiva intorno alla trasformazione dei rifiuti, a partire dal 1960. Durante il 2007 ho individuato delle caratteristiche specifiche come parti della ricerca sulla “Cultura Materiale” per la mia tesi di laurea. A Moravia trasformano la conoscenza empirica in un’economia basata sul riuso, in cui quasi tutte le attività sono basate sul recupero e sulla rivendita dei materiali riciclati. Ciò genera numerosi processi estetici e tecnologici che sono accettati di buon grado all’interno di questo particolare contesto. Sulla base di tali concetti ho sviluppato un progetto in cui propongo la creazione di un marchio collettivo e commerciale attraverso oggetti fatti a mano che utilizzano la tecnologia presente a Moravia. Questo recherebbe beneficio alla stessa comunità. Con la volontà di trascendere l’ambito accademico e di dare un contributo vero alla società, mi sono avvicinata al programma UNIDEE di Cittadellarte per sviluppare una metodologia più concreta per la mia creatività. Per questo motivo sono qui. Lavorando con l’Ufficio Ecologia, nello specifico con ReMidaBiella (progetto dedicato alla rivalorizzazione dei rifiuti puliti per generare una consapevolezza ecologica e creativa attraverso l’uso di metodologie pedagogiche), ho realizzato un sistema di istruzioni che descrivono il modo attraverso cui trasformare i materiali di scarto in nuovi oggetti emotivi. Durante i laboratori creativi con la comunità, ho verificato la chiarezza di tali indicazioni tramite la stretta collaborazione con il personale di ReMida e iniziando a “lavorare” in un possibile “Centro Creativo di Riciclaggio” di Moravia. Il modello sviluppato al Cittadellarte potrebbe essere la linea guida per il lavoro finale a Medellín. Ho intenzione di impegnarmi in questo, al mio ritorno. Tale Centro funzionerebbe come una piattaforma collettiva e interdisciplinare per la produzione e l’educazione creative; sarebbe autosufficiente e mirerebbe a mostrare alla comunità il suo potenziale creativo e i benefici economici contenuti in esso. Moravia sarebbe vista come una parte culturalmente proattiva della città. Vorrei ringraziare le persone di Moravia che mi hanno aiutato nella mia ricerca, Juan Diego Sanin e Sandra Velez, ReMida Biella, il personale di UNIDEE e di Pacefuturo.
9.018,36 km from biella
With my work I try to transmit emotions, providing a warmer way to see and live within people´s environments. I would like to match all the technical and academic knowledge of my discipline with other people´s knowledge and experience.
industrial designer
ma rc e ba llos@gmail.com
ARROZ CON COCO (RICE WITH COCONUT)
From Medellin, Colombia, 9.018,36 km from Biella This tropical recipe is really typical to the coastal region, but it is made in the whole country. ingredients:
1 Coconut 1 Pound Rice 4 Cups of Water 1 Spoon of Butter Raisins Sugar Salt
directions:
Spaces, materials and shapes of Spazi, materiali e forme del quarMoravia Neighborhood completely tiere Moravia completamente related with garbage relativi ai rifiuti
The first thing we must do is peel the coconut. The easiest way to do this is to put it directly over the fire on the hob of a stove for a few minutes, and then hit it with a hammer (please be cautious) until the shell loosens and falls away. Once it is separated, grate a quarter of the pulp in a traditional grater on the thickest side, then set this aside. Mix the rest of the pulp in the blender with half of the water (which should be a little bit warm). Once it has been blended, strain it well and keep it to one side. This will be the first coconut milk used later on in the recipe. Repeat the procedure with the rest of the water and coconut pulp, this will be the second lot of coconut milk. In a pot we reduce the first milk with a bit of sugar until we get a golden and greasy paste (slightly burnt). To this we add the second milk until it is well dissolved. Once dissolved incorporate the rice and season it to taste. Incorporate the raisins and cook as you would cook normal rice stirring once in a while so it absorbs the milk. In butter, brown the reserved grated coconut and serve sprinkled over the cooked rice.
ARROZ CON COCO (RISO COL COCCO) Di Medellin, Colombia, 9.018,36 km da Biella
Questa ricetta tropicale è tipica della costa, ma la si trova anche nella campagna. ingredienti:
noce di cocco 1 450 grammi di riso 4 tazze d’acqua 1 cucchiaio di burro uvetta zucchero sale
istruzioni:
Emotive and ludic proposals made of clean wastes
Proposte emotive e ludiche di rifiuti puliti
La prima cosa che dobbiamo fare è sbucciare la noce di cocco. Il modo più facile per farlo è metterla direttamente sul fuoco del piano cottura, e sbatterla con un martello (fare attenzione). Una volta sbucciata, grattugiare un quarto della polpa con una grattugia tradizionale sul lato più spesso, poi lasciarla da una parte. Mescolare il resto della polpa in un frullatore con metà acqua (che dovrebbe essere tepida). Dopo averla mescolata, scolare e lasciarla da parte. Questa miscela sarà il primo latte di cocco. Ripetere il procedimento con il resto dell’acqua e della polpa, questa miscela sarà il secondo latte di cocco. In una pentola riduciamo il primo latte con un po’ di zucchero finché non diventa una pasta dorata e unta (leggermente bruciata). A questa pasta aggiungiamo il secondo latte finché non è ben sciolto. Quando è sciolto aggiungere il riso e salare a piacimento. Aggiungere le uvette e cuocere come si cuoce il riso normalmente mescolando ogni tanto per far assorbire il latte. Rosolare il resto della noce di cocco nel burro e servire, cospargendolo sul riso.
L’arte è un mondo complesso, bello e sorprendente. È forse la sola cosa di cui sono sicura nella mia vita.
Forces Under My Hair
Le forze sotto i miei capelli
“Forces under my hair” is a long-term photographic and participative project that assumes a critical position regarding the social control mechanisms that attempt to impose stereotypes of behaviour onto women. It is mainly based on the book “Women Who Run With the Wolves” by the psychoanalyst Clarissa Pinkola Estes. The introduction suggests that women let their hair grow to hide their feelings under it. This metaphor is the springboard for my project; why are those feelings hidden? What are those deep forces that women keep suppressed under their hair for social reasons?
“Le forze sotto i miei capelli” è un progetto fotografico di tipo partecipativo che assume una posizione critica nei confronti dei meccanismi di controllo sociale che impongono alle donne comportamenti stereotipati. Si basa principalmente sul libro “Donne che corrono coi lupi” della psicanalista Clarissa Pinkola Estes. Nell’introduzione si dice che le donne si fanno crescere i capelli per nascondervi sotto i loro sentimenti. Questa metafora è il punto di partenza per il mio lavoro: perché questi sentimenti sono nascosti? Quali sono le forze profonde che le donne sopprimono sotto i capelli per ragioni sociali?
First, women are asked to reflect upon these forces and bring objects that represent those thoughts. Participants formulate a final image with printed pictures of these objects, in conjunction with other collage materials. These images are subsequently digitalised and printed on their respective head wraps. As these images are a reflection of the hidden forces, they transform these everyday or fashion accessories into meaningful objects full of psychological force. Finally, the women participate in a photo shoot where they pose wearing the head wraps, fearlessly exposing their deepest feelings and fears: the “forces under their hair”. Generated in Colombia in 2009, the project is currently developing in collaboration with the volunteers of the Cancer Foundation “Fondo Edo Tempia” in Biella, as well as its women visitors that suffer hair loss due to oncological treatments. Through this project, women that experience this physical change, will potentially reconsider stereotypes, expand notions of femininity beyond the hair, discover alternate ways of feeling and living within a woman’s body and also work on self esteem issues.
Inizialmente, si chiede alle donne di riflettere su queste forze e di portare gli oggetti che rappresentano tali pensieri. Con le stampe di questi oggetti, insieme ad altri materiali di collage, le partecipanti elaborano un’immagine finale. In seguito, queste immagini vengono digitalizzate e stampate sui loro foulard. Poiché le immagini rispondono alle riflessioni sulle forze nascoste, i fazzoletti trasformano accessori quotidiani o alla moda in oggetti significativi, pieni di forza simbolica. Infine, le donne partecipano a un set fotografico in cui si chiede loro di posare, indossando i propri fazzoletti ed esponendo coraggiosamente i sentimenti più profondi: le forze sotto i loro capelli. Iniziato in Colombia nel 2009, il progetto è stato sviluppato in collaborazione con il “Fondo Edo Tempia per la lotta contro i tumori” di Biella e con le donne che soffrono la perdita dei capelli a causa dei trattamenti oncologici. Le partecipanti al progetto che vivono questo cambiamento fisico riconsidereranno gli stereotipi, espanderanno le nozioni di femminilità oltre i capelli, scopriranno modi alternativi di sentire e vivere con il proprio corpo e lavoreranno sull’autostima.
M e d e l l í n , Co l o m b i a . natigil25@gma il.c om
9.031,89 km from biella
Art is a complex, beautiful and surprising world. It is perhaps the only thing I’m sure of in my life.
Collages made by the women as part of the process to make the foulard. Collages creati dalle donne come parte del processo nella realizzazione dei foulard
Natalia Gil Medina
visual artist
ARROZ CON LECHE (RICE PUDDING) From Colombia, 9.031,89 Km from Biella Rice pudding is one of my favorite Colombian desserts. It’s sweet and creamy. ingredients:
( 6 to 8 servings ) 1 cup long-grain white rice, washed 4 cinnamon sticks 2 cups water 4 cups milk Pinch salt 2 tablespoon butter 1,5 tablespoons vanilla extract 1,5 cups sugar 1 (12 oz) can sweetened condensed milk
directions: 1. In a small pot, add the water and cinnamon sticks, bring to a boil and cook for 10 minutes. Set aside and discard cinnamon sticks. 2. Place the rice and the cinnamon water in a large saucepan, and cook for 5 minutes over medium heat. 3. A dd the salt, butter, vanilla extract, 2 cups of milk, and sugar. Stir well and cook uncovered for approximately 15 minutes. 4. Reduce to a medium/low heat. Add the remaining milk and the condensed milk. Stir with a wooden spoon. Cook for 1 hour and 15 minutes, or until the rice pudding thickens to the desired consistency. 5. Stir well and remove from heat. Now the “arroz con leche” is ready. You can have it hot or let it cool at room temperature and refrigerate it over night.
RISO CON IL LATTE (ARROZ CON LECHE) Di Colombia, 9.031,89 Km da Biella
Il riso con il latte è uno dei miei dolci colombiani preferiti. È dolce e cremoso. ingredienti:
( 6-8 porzioni) 1 tazza di riso a chicco lungo, lavato 4 gambi di cannella 2 tazze d’acqua 4 tazze di latte Un pizzico di sale 2 cucchiai di burro 1,5 cucchiaio di estratto alla vaniglia 1,5 tazza di zucchero 1 scatola di latte condensato, addolcito.
istruzioni:
1. In una piccola pentola, aggiungere l’acqua e i gambi di cannella, far bollire e cuocere per 10 minuti. Metterla da parte e separare la cannella. 2. Mettere il riso e l’aqua con la cannella in una grande pentola, e far cuocere per 5 minuti, a media temperatura. 3. Aggiunge il sale, il burro, l’estratto di vaniglia, 2 tazze di latte e lo zucchero. Mescolare bene e far cuocere senza coperchio per circa 15 minuti. 4. Abbassare a una temperatura medio/bassa. Aggiungere il resto del latte e il latte condensato. Mescolare con un cucchiaio di legno. Far cuocere per un’ora e un quarto, finché il riso non raggiunge la consistenza desiderata. 5. Mescolare bene e togliere dal fuoco. Adesso il “arroz con leche” è pronto. Si può mangiare caldo o lasciar raffreddare a temperatura ambiente. Conservarlo in frigorifero per tutta la notte.
B i l b a o, S p a i n . B i l b a o, S p a g n a . w w w.id e atomic s.c om
DESIRES
DESIDERI
The keystones of my art projects are social issues and collaborative strategies. I am interested in themes such as gender roles, branding and identity in relation to larger community sentiments and the collective construction of History. Examples: “The Rides are Back” is related to the culture of entertainment; “Wiki-histories”, “Optikak” and “Cocktellations” are investigations of art and gender; “Euskadi Trademark” explores identity and immaterial value and “Emancipator Bubble” references youth and emancipation.
I punti chiave dei miei progetti artistici sono le questioni sociali e le strategie collaborative. Sono interessata a temi come i ruoli di genere, il branding, l’identità culturale e la costruzione collettiva della Storia. Tra questi: “Le giostre sono tornate” è legato alla cultura dell’intrattenimento; “Wiki-storie”, “Optikak” e “Cocktellations” sono ricerche sull’arte e sul genere; “Euskadi Trademark” esplora l’identità e il valore immateriale e “Emancipator Bubble” riguarda i giovani e l’emancipazione.
You have come this far to pay attention to this section of the catalogue. What has driven you to this point? Curiosity? Chance? Maybe, a passion for art? Do you believe that your actions are led by your desires? Have you been moved to read this catalogue by an intellectual or an emotional desire? Is reading this publication an aim unto itself or simply an instrumental desire to get to something else? The end point of our chain of desires is mostly linked to feeling good. Desiring is a skill acquired through evolution that links feeling fine with survival based actions. How do we connect the process of formulating desires with the intentions for making socially responsible changes in our society? Will knowing about the psychology of desires make us more efficient when interacting with collective motivations, dynamics and aspirations? During Unidee I have researched the ways in which desires are formulated (by conducting personal interviews) and the mechanisms of desiring (through academic research). Working with desires is a first step to formulate work about possible future scenarios that people might consider desirable.
Sei arrivato in questa parte del catalogo. Che cosa ti ha portato a questo punto? La curiosità? Il caso? Forse la passione per l’arte? Pensi che le tue azioni siano dirette dai tuoi desideri? È stato un desiderio intellettuale oppure emotivo a spingerti a leggere questo catalogo? La lettura di questa pubblicazione è fine a se stessa o è finalizzata semplicemente al desiderio di raggiungere qualcos’altro? Il punto ultimo della catena dei desideri è legato principalmente al sentirsi bene. Desiderare è un’abilità acquisita con l’evoluzione che unisce il sentirsi bene alle azioni che ci permettono la sopravvivenza. Come unire il processo di formulazione dei desideri con gli obiettivi del cambiamento sociale responsabile nella nostra società? La conoscenza della psicologia dei desideri ci rende più efficienti quando interagiamo con le motivazioni, le dinamiche e le aspirazioni collettive? Durante UNIDEE ho intrapreso una ricerca sulle modalità con cui si formulano i desideri (realizzando interviste personali) e sui meccanismi dell’atto del desiderare (con una metodologia di tipo accademico). Lavorare sui desideri è il primo passo per occuparsi dei possibili scenari futuri che le persone potrebbero considerare desiderabili.
Desires are the motors of our actions and are therefore relevant in finding out why we want what we want and what influences it.
Questa ricerca si materializza con due azioni di strada e un gioco partecipativo. In “Bolle dei Desideri” si chiede alla gente di Biella, nel momento in cui le si fa fare delle bolle di sapone di grandi dimensioni, che cosa desiderano. In “Atterraggio di Desideri” le persone sono invitate a creare piccoli giocattoli a forma di paracadutisti, a scrivervi sopra i personali desideri e a lanciarli da una certa altezza verso un obiettivo. Infine “Dissotterrare i Desideri dalla Casa del Mago” è un gioco attraverso le stanze dell’omonimo edificio – la Casa del Mago di Biella – in cui ciascun partecipante, in seguito a scelte personali determinate da desideri differenti, viene condotto in situazioni diverse. I desideri sono i motori delle nostre azioni, perciò sono rilevanti per scoprire perché vogliamo ciò che vogliamo e che cosa influenzale nostre scelte.
These projects and residency are possible due to support from the Cultural Department of the Basque Government.
Questi progetti e la residenza sono stati possibili grazie al supporto del Dipartimento Culturale del Governo Basco.
This research materializes into two street actions and a participative game. “Bubbling Desires” is an activity in which people from Biella are questioned about their desires while making big soap bubbles. “Landing Desires” is another action where people are invited to write down desires on small toy parachutes and throw them from a height towards a certain target. Finally “Digging for Desires in La Casa del Mago” is a game proposed within the rooms of this building in which participants make different choices according to their wishes. These desires then lead them to several situations in various rooms throughout the building.
1276 km from biella
Saioa Olmo Alonso
artist. artista
RECIPE FOR MAKING GIGANT SOAP BUBBLES From Bilbao, 1276 Km from Biella
mixture: -5 measures of water (with hard water add more soap, with very soft water use less soap. If the water in the region is not good, use distilled water). -1 measure of dishwasher soap (fairy is not bad, but Joy or Ivory are better. May work also with baby bubble bath liquid) - 1 measure of glass sugar - 1 measure of glycerin -1 measure of special concentrate for bubbles (some people don’t use it) advices:
- Humid conditions are very favorable. -V ery high temperatures, very hard sun and high winds reduce effectiveness. - Dust and any kind of grass can break the bubbles. - Try not to create bubbles when stirring the mixture. -M ixture works better 24 h later. Glycerin last for 7 days. - Warming the water a bit before mixing may help. devices: - Two sticks with a cotton string from one to the other forming a hole. - Wire covered with gauze (to soak the soap up).
RICETTA PER FARE GIGANTI BOLLE DI SAPONE Di Bilbao, 1276 Km da Biella miscela:
-5 unità d’acqua (con acqua “dura” aggiungere più sapone, con acqua molto pura usare meno sapone. Se l’acqua della zona non è adatta , usare l’acqua distillata). -1 unità di detersivo (Fairy non è male, ma Joy o Ivory sono meglio. Si può usare anche il sapone per bambini) - 1 unità di zucchero ghiacciato - 1 unità di glicerina -1 unità di un concentrato speciale per bolle (alcune persone non lo usano) consigli: - L’umidità è molto favorevole. - Temperature molto alte, sole molto caldo e forte vento riducono gli effetti. - La polvere e ogni tipo di erba sono ostacoli. - Mescolare lentamente la miscela per non formare schiuma. - La miscela è migliore 24 ore dopo. La glicerina dura per 7 giorni. - Riscaldare l’acqua un po’ prima di mescolare può aiutare. strumenti:
- Due bastoni legati l’uno all’altro con un elastico di cotone formando un buco. -U n fil di ferro coperto con una garza (per assorbire il sapone).
Lives and works in Chicago and New Delhi. Abita e lavora a Chicago e New Delhi.
www.sumakshi.com sumakshi.singh@gmail.com
MEMORY THREADS
I fili della memoria
At Cittadellarte, I have been accumulating material for a long-term project to be realized in 2010. Layered drawings and 3 dimensional sketches in space, related to the textile industry will be displayed along with a video. What is real and how do we recognize it? What is constant and unchanging? Most of us have experienced losses and changes – in our friends and family, finances and things we own. Some of us have experienced drastic cultural, political and historic changes we formerly deemed impossible. Sometimes, economies collapse. Our familiar environments become strange and beg a re-thinking on our part. We start considering alternate ways of processing these events, changes and more importantly begin to pry open our fixed perceptions of reality. I will be working with retired/ current employees from the textile industry in Biella/ Trivero. Conducted as a series of workshops and a final installation we share and choose objects/ images/ stories that signify change to us. The final installation will be the creation of a woven illusion using these layered histories, done in a former/ current Textile factory. From the entrance viewers will look at a space seemingly full of these “real”, three-dimensional objects from peoples’ pasts. This illusionary space is designed, drawn and eventually woven by us on top of portions of the found objects and architecture (floor, walls, columns, steps etc.) of the chosen space. Only from this one fixed Vantage point (the entrance) these perceptual, historic objects obliterate the actual, contemporary objects. From here the carefully calculated woven shapes, in various parts of the space align to generate a believable image. As the viewers walk in, the illusion shatters. Objects begin to distort and break free into strange shapes stubbornly fighting the architecture and retaining the angles of a nowinaccurate perspective. Times start to clash and the knowledge of what we are looking at doesn’t match up to our ever-changing perceptions. Viewers will watch themselves in a live video projection, walking through and over the concrete seeming objects that are a part of the textile History, challenging the boundaries of form, space and time. This mediated, virtual view (where the image lines up) becomes more graspable than the direct interaction with the space as viewers see themselves at times completing and at other times disrupting this fixed, one-point view of a cumulative history. Special thanks to the Foundation Zenga for supporting my project, particularly Anna e Laura Zegna, Matteo Ferrario, Matteo Loro and all the archivists in Casa Zegna. Michaelangelo Pistoletto, Margarita Vazquez Ponte, Judith Wielander, Linda Mercandino, Davide Barbi, Emanuele Bottigella, Loris Bellan, Roberto Barrigozzi, several staff members of Cittadellarte, and the UNIDEE residents for their time sharing their stories, helping my research, taking me to locations and clarifying my ideas.
A Cittadellarte ho accumulato materiale per un progetto a lungo termine che verrà realizzato nel 2010. I disegni a strati e gli schizzi tridimensionali nello spazio, riferiti all’industria tessile, saranno mostrati in un video. Che cosa è reale e come lo riconosciamo? Che cos’è costante e immutabile? Molti di noi hanno subito perdite e cambiamenti, che hanno riguardato gli amici, la famiglia, le finanze e le cose che possediamo. Alcuni di noi hanno affrontato drastici cambiamenti culturali, politici e storici, che in passato credevano impossibili. Qualche volta, le economie crollano. Gli ambienti familiari diventano strani e necessitano di una riflessione da parte nostra. Cominciamo a considerare modi alternativi per esaminare questi eventi, questi cambiamenti e, soprattutto, cominciamo ad aprire le nostre percezioni della realtà. Lavorerò con gli impiegati, in pensione e non, nell’industria tessile di Biella e di Trivero. Conducendo una serie di corsi e realizzando un’installazione finale, condivideremo e sceglieremo gli oggetti, le immagini, le storie che significano un cambiamento per noi. L’installazione finale realizzerà un’illusione intrecciata, che utilizzerà queste storie sovrapposte, in una fabbrica tessile in uso/disuso. All’entrata gli spettatori vedranno uno spazio che sembrerà pieno di “realtà”, oggetti tridimensionali del passato delle persone. Questo spazio delle illusioni è progettato, disegnato e, infine, tessuto da noi, sopra gli oggetti trovati e gli elementi architettonici (pavimento, muri, colonne, scale eccetera) dello spazio scelto. Solo dal punto di vista sopraelevato (l’entrata) questi oggetti, percettivi e storici, possono eliminare quelli reali e attuali. Da qui, le forme tessute e studiate con attenzione, si allineano nelle diverse parti dello spazio per creare un’immagine credibile. Quando lo spettatore entra, l’illusione si frantuma. Gli oggetti cominciano a deformarsi e trasformarsi in strane figure che combattono caparbiamente contro lo spazio e conservano gli angoli di una prospettiva che, ora, sembra inesatta. I tempi cominciano a scontrarsi e la conoscenza di ciò che guardiamo non è all’altezza delle nostre percezioni in continuo mutamento. Gli spettatori si vedranno dentro una proiezione video, in diretta, mentre camminano tra e sopra oggetti che sembrano reali, che fanno parte della storia del tessile, per mettere in dubbio i limiti della forma, dello spazio e del tempo. Il punto di vista virtuale (in cui l’immagine si allinea) diventa più tangibile dell’interazione diretta con lo spazio, mentre gli spettatori vedono alcune volte completare e altre sconvolgere il punto di vista unico di una storia formata da più parti. Un ringraziamento alla Fondazione Zenga per il sostegno al mio progetto, particolarmente Anna e Laura Zegna, Matteo Ferrario, Matteo Loro e tutti gli archivisti di Casa Zegna. Michelangelo Pistoletto, Margarita Vazquez Ponte, Judith Wielander, Linda Mercandino, Davide Barbi, Emanuele Bottigella, Loris Bellan, Roberto Barrigozzi e numerosi membri del personale di Cittadellarte e i residenti di UNIDEE, per il tempo che hanno preso per avermi aiutato a condividere e ricercare le storie, le diverse posizioni e a chiarire le mie idee.
7532 km from biella
Sumakshi Singh
site specific artist, teacher at the school of the art institute of chicago. artista site-specific, docente presso la school of the art institute di chicago
CHICKEN VARUTHARACHA CURRY From the south of India, 7532 km from Biella
This is a lip-smacking, spicy chicken dish from the south of India. Serve with Boiled Basmati rice or Chapattis. 250g Small cubes of boneless chicken 1 Grated coconut 1 tbsp Coriander powder 1tsp Chilli powder 1 tsp Turmeric powder 2 Onion 6 Garlic 2 Dry whole, red Chillies 1 handful Curry leaves 3 - 4 cm of Ginger 2 Fresh, slit Green Chillies 1. P repare roasted masala : Roast and grind the coconut, red chilli, coriander powder and garlic in a hot dry pan or wok. 2. Sauté onion, ginger, green chillies and curry leaves in the oil, until the onion becomes golden brown in colour. 3. Add red chilly, turmeric powder, cook for a minute. 4. little water to make thick gravy. 5. Add chicken pieces and cook for five minutes. 6. Add the prepared roasted masala and cook till the chicken gets done. 7. Optional: Garnish with chopped coriander leaves.
Pollo al curry “Varutharacha”
Del sud dell’India, 7532 km da Biella Questo piatto piccante di pollo è del sud dell’India. Servirlo con il riso Bollito Basmati o i Chapattis.
“Peel till they Bloom”, 2008, Kashya Hildebrand gallery, Zurich. Layers of paper, painted and cut. “Peel till they Bloom”, 2008, Galleria Kashya Hildebrand, Zurigo. Strati di carta, dipinti e tagliati.
“Mapping the Studio”, Sculpture Space, Utica, New York, 2008, Video stills from the process of creating an illusion around me. “Mapping the Studio”, Sculpture Space, Utica, New York, 2008 Fermi immagine del processo di creazione di un’illusione attorno a me.
250 g pollo disossato, tagliato a cubetti 1 noce di cocco grattugiata 1 cucchiaio da tavola di coriandolo in polvere 1 cucchiaino di peperoncino in polvere 1 cucchiaino di polvere di curcumina 2 cipolle 6 spicchi di aglio 2 peperoncini 1 manciata di foglie di curry 3 - 4 cm di zenzero 2 peperoncini freschi, ancora verdi 1. P reparare la miscela: far cuocere e macinare la noce di cocco, il peperoncino in polvere, il coriandolo in polvere e l’aglio in una pentola o in una padella calde. 2. In un’altra pentola, rosolare nell’olio la cipolla, lo zenzero, i peperoncini verdi e le foglie di curry, finchè la cipolla non diventa dorata. 3. Aggiungere il peperoncino in polvere e la polvere di curcumina e far cuocere per un minuto. 4. Aggiungere un po’ d’acqua per il sugo. 5. Aggiungere il pollo e far cuocere per cinque minuti. 6. A ggiungere la miscela preparata e cucinare finchè il pollo non è pronto. 7. Variante: Guarnire con foglie di coriandolo.
S o f i a , B u l g a r i a . ya n a _ ko s tova@ ya h o o.c o m
International Curatorial School
International Curatorial School
The main idea of the International Curatorial School (ICS) is to develop the local art scene in Bulgaria as well as to foster the intercultural dialogue between the Balkan region and the rest of Europe. The structural frame of the ICS is developing on an internal and external level. In the local context ICS is aiming to develop an annual regional platform for curatorial discourse, while it is, at the same time, developing abroad as a nomadic structure. The sector based in Sofia and Plovdiv includes lectures, presentations, workshops and shows by curators from different institutional contexts such as galleries, museums, and alternative art spaces. On the other hand the nomadic part of the project is aiming to intervene and reflect the very context of various formats of curatorial practice such as biennials, fairs, private, public and cooperative collections, etc. The main priority of the ICS is the vivid collaboration with its international partners. This aims to go beyond the formal exchange of art-professionals visits to one another. Instead it challenges the unique context and diversity of each involved institution through the development of specific projects exploring opportunities for social change within the local context.
L’idea principale della Scuola Curatoriale Internazionale (ICS) è di sviluppare la scena artistica locale in Bulgaria e di incoraggiare il dialogo interculturale tra la regione dei Balcani e il resto dell’Europa. La struttura dell’ICS si compone di un livello interno e uno esterno. Nel contesto locale l’ICS punta a consolidare nell’arco di un anno una piattaforma regionale per la pratica curatoriale, che si sviluppa parallelamente all’estero come struttura mobile. La parte presente a Sofia e Plovdiv comprende conferenze, presentazioni, workshop e mostre di curatori che provengono da contesti diversi come gallerie, musei e spazi artistici alternativi. Invece la parte nomade del progetto ha lo scopo di intervenire e riflettere sulle varie forme di pratiche curatoriali come biennali, fiere, collezioni private, pubbliche, cooperative eccetera. La priorità principale dell’ICS è un’intensa collaborazione con i partner internazionali. Questo obiettivo va oltre il formale scambio di visite dei professionisti del settore, in quanto sfida il contesto unico e la diversità di ogni istituzione coinvolta, attraverso lo sviluppo di progetti specifici che esplorano le possibilità di un cambiamento sociale all’interno del contesto locale.
Special thanks to the participants of the October 2009 issue: Enrico Lunghi, Paolo Naldini, Aaron Moulton, Razvan Ion, Eugen Radescu, Felix Vogel, Irina Genova, Emil Mirazchiev, Pascal Gielen, Suzana Milevska, Maria Tsantsanoglu, Iara Boubnova, Nedko Solakov, Maria Vassileva as well as to Vessela Nozharova, Svetlana Kuymdzhieva, Jakob Racek and the ATA team for their kind collaboration. The project is supported by the European Cultural Foundation, Amsterdam. Coorganisers: Art Today Association – Centre for Contemporary Art ‘Banya Starinna’, Plovdiv, www.arttoday.org; New Bulgarian University, Sofia – Department of History of Culture, www.nbu.bg; Partners: Pavilion UniCredit – Centre for Contemporary Art & Culture, Bucharest; Museum of Modern Art (MUDAM), Luxembourg; Feinkost Gallery, Berlin.
Un ringraziamento speciale a chi parteciperà alla sessione di ottobre 2009: Enrico Lunghi, Paolo Naldini, Aaron Moulton, Razvan Ion, Eugen Radescu, Felix Vogel, Irina Genova, Emil Mirazchiev, Pascal Gielen, Suzana Milevska, Maria Tsantsanoglu, Iara Boubnova, Nedko Solakov, Maria Vassileva, Vessela Nozharova, Svetlana Kuymdzhieva, Jakob Racek e l’ATA team per la loro gentile collaborazione. Il progetto è supportato dalla European Cultural Foundation di Amsterdam. Co-organizzatori: Art Today Association – Centre for Contemporary Art ‘Banya Starinna’, Plovdiv, www.arttoday.org; New Bulgarian University, Sofia – Department of History of Culture, www.nbu.bg Partner: Pavilion UniCredit – Centre for Contemporary Art & Culture, Bucarest; Museum of Modern Art (MUDAM), Lussemburgo; Feinkost Gallery, Berlino.
1259 km from biella
Yana Kostova
curator , art critic . curatrice , critica d ’arte
ice cream cake
A dish from Sofia, 1259 km from Biella ingredients:
750 g cream 5 eggs 200 g nuts 150 g sugar 200 g fruits/jam 100 g chocolate 50 g rum
instructions: 1. Caramelise the nuts (and the chosen fruits). Allow them to cool down. 2. Divide the eggs into their yolks and whites. Whisk the egg whites until stiff. Leave them in the fridge. Beat yolk of eggs separately and leave them in the fridge as well. 3. Crush the caramelized nuts into small pieces. 4. In a large bowl, beat the cream until slightly stiff. 5. To the cream, add 1)the yolks, 2) the whites, 3) the caramelized nuts and fruits/jam and place in the freezer until frozen.
Can be served with chocolate sauce and rum for flambé variation.
TORTA GELATO Art Today Association – Centre for Contemporary Art ‘Banja Starinna’, Plovdiv
Una ricetta di Sofia, 1259 km da Biella ingredienti:
750 g di crema 5 uova 200 g di nocciole 150 g di zucchero 200 g di frutta/marmellata 100 g di cioccolato 50 g di rum
preparazione:
“Curatorial Practices as Work in Progress” lecture by Enrico Lunghi (director of MUDAM Luxembourg and IKT President) at the New Bulgarian University, Sofia “Pratiche curatoriali come lavoro in progress” lecture di Enrico Lunghi (direttore del MUDAM di Lussemburgo e presidente IKT) alla Nuova Università Bulgara di Sofia
1. Caramellare le nocciole (e la frutta scelta). Lasciarle raffreddare. 2. Dividere i tuorli e gli albumi delle uova. Frullare il bianco delle uova fino a renderlo molto spesso. Lasciarlo nel frigo. Sbattere separatamente i tuorli delle uova e lasciarli anche loro nel frigo. 3. Rompere le nocciole caramellate in piccoli pezzi. 4. In una grande scodella, sbattere la crema fino arenderla spessa. 5. Aggiungere alla crema 1) i tuorli, 2) gli albumi, 3) le nocciole caramellate e la frutta/marmellata e metterla in freezer fino a congelarla. Può essere servita con una salsa al cioccolato e rum per la variante flambé.
UNIDEE COLLABORATIONS COLLABORAZIONI UNIDEE Archplace
Archplace
A day in the river
Un giorno al fiume
“Archplace” is a space at the Pistoletto Foundation taken over by the artist-in-residence of Unidee 2009. It was once called Roggia or canale d’aqua, because through it flowed water supplying three neighboring factories. It consists of a small basement area with an arch-shaped opening, with a surface of 7 m2. Housed in the foundations of the building where the Michelangelo Pistoletto collection and arte povera are displayed, this is the one part, which has yet to be renovated. It has now become a space for art: a proposal to experiment and interact in an improvised and spontaneous way within a concrete space inside Cittadellarte. Performances, site-specific installations, collaborations by the residents and works in progress can all be found there. It is a place where the residents of Unidee can communicate, through art, with the “cittadini” and the public. Following the principle of the project-room, works are created here specific to the space. Most often, they take the form of three-day exhibits. The first “Archplace” project, Diego Bonetto’s installation “The weed one” took advantage of the situation of the space. Diego highlighted the plants growing in the space, installing labels and descriptions for them. Saioa Olmo Alonso’s “Hidden Desires” represented an outgrowth from her research into desires and plans for the future. Saioa invited participants to write down their secret desires and tie them to the metal grate. Julia Staniszewska executed an audio work, entitled “Cage”. Every hour on the hour, a donkey bleat sounded out of “Archplace”. Cecilia Guida decided to make a performance with a violin she received from her father. She removed the varnish, disassembled the instrument, repainted and then reassembled it. David Behar-Perahia work “Room with a view” was a site specific video projection, which related to the original function of the space as a water canal. It suggested a new architectural experience of that place, as seen from the courtyard. The architecture office of Cittadellarte is also currently working on a project to return that space to its original function. In the meantime, it is art which is flowing there. The “Archplace” space was initiated by Julia Staniszewska1 and David Behar-Perahia, unidee residents, who decided that it’s a democratic place run without curatorial aid.
“Archplace” è uno spazio all’interno della Fondazione Pistoletto gestito dagli artisti in residence Unidee 2009. Un tempo era chiamato “roggia” o “canale d’acqua”, perché vi scorreva l’acqua che riforniva tre fabbriche vicine. Lo spazio consiste in un piccolo seminterrato con un’apertura a forma di arco e una superficie di sette metri quadrati. È ospitato nell’edificio della Fondazione in cui è esposta la collezione di Michelangelo Pistoletto e quella di Arte povera e si trova in una parte che deve essere ancora restaurata. È diventato un luogo per l’arte. Una proposta di sperimentazione e interazione secondo modalità improvvisate e spontanee all’interno di un nostro spazio in Cittadellarte. Qui avvengono performance, installazioni site-specific, collaborazioni tra i residenti e progetti in progress. Un luogo dove i residenti Unidee possono comunicare attraverso l’arte, con i “cittadini” e il pubblico. Seguendo il principio della project room vengono creati lavori specifici, di cui, la maggior parte, assume spesso la forma di mostre della durata di tre giorni. Il primo progetto “Archplace”: l’installazione “Quello delle erbacce” di Diego Bonetto, che utilizza ciò che era già presente nello spazio. Diego mette in evidenza le piante che vi sono cresciute, con cartelli di descrizione delle stesse. “I desideri nascosti” di Saioa Olmo Alonso, rappresentano lo sviluppo della personale ricerca sulle aspirazioni e i piani futuri. Saioa invita i partecipanti a scrivere i loro desideri segreti e a legarli alla grata di metallo. Julia Staniszewska ha presentato un lavoro sonoro intitolato “Gabbia”. Allo scoccare di ogni ora il raglio di un asino ha risuonato all’esterno di “Archplace”. Cecilia Guida realizza una performance con il violino che ha ricevuto dal padre. Ne ha rimosso la vernice, smontato, ridipinto e infine rimontato lo strumento. Il lavoro “Stanza con vista” di David Behar-Perahia è una videoproiezione site-specific legata alla funzione originale del luogo come canale d’acqua. Essa suggerisce una nuova esperienza architettonica del luogo, così come è esperito dal cortile. L’ufficio Architettura di Cittadellarte è impegnato in un progetto per restituire allo spazio la sua funzione originale. Nel frattempo l’arte l’ha occupato, fluendovi al suo interno. “Archplace” nasce da un’idea di Julia Staniszewska1 e David Behar-Perahia, residenti Unidee 2009, che hanno deciso di gestire questo spazio in modo democratico e senza aiuto curatoriale.
This was an activity which the Unidee residents volunteered to help one of their fellow residents, David Behar - Perahia with a one day performance of letting desk tables flow down the nearby Cervo river. The day started with heavy rain, causing scepticism that the shoot would take place. Once it stopped, all Unidee residents sprung into action, carrying the tables to their river destination. David directed the group, and the shoot took place - all the Unidee residents filming and documenting, while David kept herding his tables with a long stick down the stream. After a short picnic - the day ended with the big fall - throwing all the tables from the bridge into the water below. We returned from our expedition with scratched and distorted tables; a beautiful souvenir from the river project.
I residenti Unidee hanno spontaneamente aiutato, David Behar - Perahia, residente anche lui, per una performance durata un giorno, nella quale hanno lasciato scorrere nel fiume Cervo alcune tavole di legno. La giornata è iniziata sotto una fitta pioggia, che ha generato scetticismo sul fatto che il lancio potesse prendere luogo. Ma quando ha smesso di piovere tutti i residenti Unidee sono entrati in azione, portando le tavole alle loro destinazioni nel fiume. Ha avuto inizio così il lancio, in base alle indicazioni di David, che contemporaneamente teneva sotto controllo le sue tavole nel fiume con un lungo bastone. I residenti hanno filmato e documentato l’intera azione. Dopo un breve pic-nic, la giornata è finita con la grande caduta delle tavole dal ponte. I residenti felici hanno, quindi, recuperato le tavole graffiate e deformate e un bellissimo souvenir dal fiume.
The tables project, called “After Deluge” was to be exhibited in the old ghetto of Venice in a space that was used in the past as a religious studying centre.
Il progetto, intitolato “After Deluge”, è stato esibito nel vecchio ghetto di Venezia, in uno spazio che in passato è stato utilizzato come centro di studio religioso.
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Originally my project in cittadellarte was concerning research for the non-profit art space, Witryna, that I founded and curated with Agnieszka Sural (curator and art historian) in September 2007. The Witryna project-room was situated in a big ex shop-window in the center of Warsaw. It was 6m 2 on the edge of a public space, open 24 hours and available for any visitor passing by. The invited artists created site-specific projects in this space. Unfortunately and unexpectedly we were obliged to close Witryna in June 2009 because of problems with the owner of the space, a Warsaw Cultural Department employee. The director used her power to pressure us to exhibit the artists she was suggesting. We suspended our activity and made this conflict public by publishing an open letter (signed by 30 important artists, curators and critics). In August 2009 we submitted an application for a grant for a project called “Homage” (in collaboration with Polish artist Marcel Krul) which aimed at constructing a mobile replica of our space. For a week, the duplicate of Witryna would travel through the city of Warsaw. Documentation of 15 projects we organized at Witryna is available on our website: www.dobrawitryna.com
Inizialmente il mio progetto a Cittadellarte riguardava una ricerca per lo spazio non-profit “Witryna”, che ho fondato e curato, all’inizio di settembre 2007, con Agnieszka Sural curatrice e storica dell’arte. La project room “Witryna” si trovava in una grande ex-vetrina nel centro di Varsavia. Era di 6 mq e funzionava come uno spazio pubblico, aperto 24 ore e disponibile ai passanti. Gli artisti invitati vi hanno creato progetti site-specific. Purtroppo e siamo stati costretti a chiuderlo, a giugno del 2009, a causa di problemi con il proprietario dello spazio, un impiegato del Dipartimento Culturale di Varsavia. La direttrice ha usato il suo potere per spingerci a presentare gli artisti che lei suggeriva. Abbiamo sospeso l’attività e reso pubblico questo contrasto attraverso una lettera aperta (firmata da 30 importanti artisti, curatori e critici). Nell’agosto del 2009 abbiamo presentato una domanda di partecipazione per una borsa di studio per il progetto “Omaggio” (in collaborazione con l’artista polacco Marcel Krul) che mira a costruire una replica mobile del nostro spazio. L’azione avrà la durata di una settimana e potrebbe diventare il modello di una “Witryna” mobile, attraverso la città di Varsavia. La documentazione dei 15 progetti che abbiamo organizzato a “Witryna” si trova sul sito: www.dobrawitryna.com
TRAVELLERS OF THE CHAOS The performance “Travellers of the chaos” is the visible, tangible part of an endeavour to connect the art forms of writing, imagery, choreography and musical composition. This piece is in keeping with Camille de Galbert’s residence at Cittadellarte, and stems from the touring artistic project “Comment sortir ou la logique de l’escargot” initiated by Anne Calas. At the end of their day, whilst in Biella, François Veyrunes, choreographer, would create simple choreographic movements, such as ‘stillness’, ‘walking’, ‘turning around’ and ‘running’... He envisaged that within this space, each of the protagonist’s individual bodies would become as one. He strived to fuse the ‘energies’ of protagonists through their interactions to make them seem visible or palpable; a fundamental theme of “Comment sortir ou la logique de l’escargot”. Alain Lafuente, composer and musician, offered sound material that developed over the duration of the work with the residents. This week has been an opportunity to experiment with a group’s capability to listen to and consider the suggestions of another, and to explore the wealth found in these interactions within a shared space.
Viaggiatori del caos La performance “Viaggiatori del caos” è la parte visibile e tangibile del tentativo di unire la scrittura, il simbolismo visuale, la coreografia e la musica. L’azione è legata alla residenza di Camille de Galbert a Cittadellarte e scaturisce dal progetto artistico itinerante “Comment sortir ou la logique de l’escargot”, iniziato dall’artista Anne Calas. Alla fine degli scambi giornalieri avvenuti durante il soggiorno a Biella, il coreografo François Veyrunes ha creato semplici movimenti coreografici, come lo stare immobili, camminare, girarsi e correre… Ha fatto in modo che all’interno dello spazio coreografico i protagonisti fossero parte di un tutto e diventassero un solo corpo. Ha cercato di rendere visibili o palpabili le energie provenienti dalle loro interazioni, tema fondamentale di “Comment sortir ou la logique de l’escargot”. Il compositore e musicista Alain Lafuente ha presentato il materiale sonoro realizzato lavorando con i residenti. La settimana trascorsa insieme è stata un’opportunità per sperimentare la capacità del gruppo di considerare le proposte dell’altro e di esplorare la ricchezza di questo scambio in uno spazio condiviso.
http://unidee.cittadellarte.it/index.php
2009
UN I DEE I N RES I DENCE 2 0 0 9 PARTNERS : With the support of the Culture Programme of the European Union
Città di Biella
Fondation pour la Créatio n Contemporaine – I nstitut de Fran ce Grant
UNIDEE in Residence 2009 catalogue is a collaborative project by: coordination Linda Mercandino graphic design Unidee residents, Liudmila Ogryzko, Margarita Vazquez Ponte contents Unidee residents, Federica Cerutti translations Charlotte Cole, Marco Danasino Cittadellarte edizioni via serralunga 27 13900 Biella, Italy Finito di stampare ad Ottobre 2009 da TIPOGRAFIA NOVOGRAF, Biella
comune di ronco biellese
UNIDEE-UNIVERSITA’ DELLE IDEE - via Serralunga 27 – 13900 Biella Italia unidee@cittadellarte.it
UNIDEE-UNIVERSITA’ DELLE IDEE - via Serralunga 27 – 13900 Biella Italia unidee@cittadellarte.it
UNIDEE IN RESIDENCE 2010 15th June - 15th October
UNIDEE IN RESIDENCE 2010 15 giugno - 15 ottobre
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SPECIALIZATION/PROFESSION (e.g. curator / product designer) ....................................................................
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I HEREBY APPLY TO BE ADMITTED TO THE UNIDEE IN RESIDENCE INTERNATIONAL PROGRAM 2010
CON LA PRESENTE CHIEDO DI ESSERE AMMESSO A UNIDEE IN RESIDENCE INTERNATIONAL PROGRAM 2010
MOTHER TONGUE……………..……… LANGUAGES SPOKEN……...............…...………………………..............
MADRELINGUA……………..……… LINGUE PARLATE……............................…...………………………..............
HOBBIES .....................................................................................................................................................................
HOBBIES .....................................................................................................................................................................
HOW DID YOU HEAR ABOUT THE UNIDEE IN RESIDENCE INTERNATIONAL PROGRAM?
COME HAI CONOSCIUTO UNIDEE IN RESIDENCE INTERNATIONAL PROGRAM?
_ FORMER RESIDENTS (PLEASE SPECIFY) ………….............................................………………...............……. _ INTERNET (PLEASE SPECIFY WWW)………………………………………………………………..................…… _ PROMOTIONAL MATERIAL – POSTERS, BROCHURES, POSTCARDS (SPECIFY WHERE)…………....…. _ NEWSPAPER OR MAGAZINE ARTICLES (SPECIFY WHICH)…………………………………………………...... _ OTHER (SPECIFY)……………………………………................................................…………………………………
_ PRECEDENTI PARTECIPANTI AL RESIDENCE (SPECIFICARE CHI) …………............................................... _ INTERNET (SPECIFICARE WWW)….......……………………………………………………………..................…… _ MATERIALE PROMOZIONALE – POSTER, DEPLIANT, CARTOLINE (SPECIFICARE DOVE)…………....…. _ ARTICOLI SU GIORNALI O RIVISTE (SPECIFICARE QUALI)…………………………………………………...... _ ALTRO (SPECIFICARE)………………………………................................................…………………………………
DID YOU TAKE PART IN OTHER RESIDENCY PROGRAMS FOR ARTISTS OR STUDENTS? .......................
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IF YES, PLEASE SPECIFY …………………………………………………………………..........………………………
SE SI’, SPECIFICARE ………………….........………………………………………………..........………………………
THE PROJECT:
IL PROGETTO:
TITLE ......................................................................................................…….............................................................. ………………………………...………………………………................................………………………………………… SHORT DESCRIPTION............................................................................................................................................................. ………………………………...………………………………................................………………………………………… ………………………………...………………………………................................………………………………………… ………………………………...………………………………................................………………………………………… ………………………………...………………………………................................………………………………………… ………………………………...………………………………................................………………………………………… OBJECTIVES OF THE PROJECT……………………………………………………………......................................... ………………………………...………………………………................................………………………………………… ………………………………...………………………………................................………………………………………… ………………………………...………………………………................................…………………………………………
TITOLO ......................................................................................................……........................................................... ………………………………………………………………................................…………………………………...……… BREVE DESCRIZIONE............................................................................................................................................................. ………………………………...………………………………................................………………………………………… ………………………………...………………………………................................………………………………………… ………………………………...………………………………................................………………………………………… ………………………………...………………………………................................………………………………………… ………………………………...………………………………................................………………………………………… OBIETTIVI DEL PROGETTO…..........…………………………………………………………....................................... ………………………………...………………………………................................………………………………………… ………………………………...………………………………................................………………………………………… ………………………………...………………………………................................…………………………………………
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