Arte al Centro 2017

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V i a S e r r a l u n g a 2 7 - 1 3 9 0 0 B i e l l a - I t a l y - t e l . + 3 9 0 1 5 2 8 4 0 0 - f o n d a z i o n e p i s t o l e t t o @ c i t t a d e l l a r t e . i t - w w w. c i t t a d e l l a r t e . i t

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l programma di Cittadellarte può sembrare un alveare con mille api. A prima vista forse appare piuttosto caotico. Ma ogni elemento, come ogni individuo, è concatenato e finalizzato a un preciso obiettivo. Che non è il miele, anche se si potrebbe pensare così. Piuttosto è la crescita della colonia. Anche a Cittadellarte ogni cosa sembra essere orientata al miele, che sarebbe l’arte: la raccolta del polline, i viaggi delle api, la cura dei fuchi, la comunicazione tra gli individui... Se il miele è l’arte, dunque, qual è il fine ultimo dell’alveare Cittadellarte? è il Terzo Paradiso. “Una terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura” e tra ogni altra opposizione di elementi diversi.

Da quando è nata, Cittadellarte è sempre stata primariamente una scuola, con l’Università delle Idee. La scuola è la forma che le organizzazioni devono assumere per generare innovazione; un ambiente costantemente sintonizzato sulla lunghezza d’onda dell’imparare. Straordinaria facoltà del vivente. Oggi Cittadellarte sviluppa un corso di diploma accademico (SOCIAL INNOVATION DESIGN) il cui titolo è equiparato a quello delle istituzioni universitarie tradizionali. Iniziammo nel 2014 a ripensare la nostra Università delle Idee, attraverso workshop, ricerche e confronti con esperti e practitioner tra i più interessanti del mondo; quindi abbiamo raccontato queste ricerche nella mostra “Politics of Affinities” (la politica delle affi nità) e nella connessa pubblicazione, mentre la nuova UNIDEE arriva oggi alla sua terza completa annualità. La scuola è il formato più idoneo a esplorare e sperimentare. A L’Avana, chiamo i partecipanti del Forum e Cantiere Rebirth i miei “companeros... de escuela”. E a Melbourne l’ambasciata Rebirth/ Terzo Paradiso è costituita da un’associazione che riunisce 220 scuole indipendenti. A Milano, il secondo Forum Rebirth si è tenuto in due delle principali istituzioni educative di arte (Accademia di Brera e NABA). Quando i paradigmi e le visioni del mondo passati sono insufficienti o addirittura alla radice del problema, è naturale che occorra produrre nuova cultura. Le scuole del Terzo Paradiso, dunque, sono già una realtà. Spesso sono realmente istituti scolastici, ma sempre più frequentemente sono anche organizzazioni diverse: imprese, istituzioni, cooperative, associazioni... L’asse portante del programma di questa nuova scuola è definito nel manifesto Ominiteismo e Demopraxia che Michelangelo Pistoletto pubblica quest’anno (2017), scritto con il contributo di molti di noi fortunati cittadinidellarte a Biella o in altre città. La demopraxia è la materia su cui maggiormente ci concentriamo oggi. Nei Forum, nella scuola, nei laboratori di ricerca, nelle mostre, nei workshop, nelle pratiche: da Let Eat Bi a Cittadellarte Fashion B.E.S.T., dalle collaborazioni con il BOZAR e gli altri partner europei alle residenze connective e le collegate attività espositive e di startup, dalle Terme Culturali alla piattaforma di Visible... Tornando alla metafora dell’alveare, potrei paragonare la demopraxia alla forma esagonale: un principio ordinatore, una formula geometrica, anzi: demo-metrica, cioè di misurazione del grado di demos che una comunità raggiunge, attraverso l’esercizio diretto della possibilità compiuta di fare, più che del potere. La geometria mi permette di visualizzare e misurare lo spazio di un piano che separa i rappresentati dai rappresentanti, così come separa i consumatori dai produttori; esso si ritrova persino esattamente ripetuto nel rapporto tra i capitalisti contemporanei e i loro capitali fi-

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Performance del Terzo Paradiso in collaborazione con il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli durante il Forum Rebirth nell’ambito di “Arts Learning Festival”. Independent Schools Victoria, Melbourne (4-7 maggio 2017). Foto: Andrew Craig. / Third Paradise performance in collaboration with the Education Department Castello di Rivoli in the course of the Rebirth Forum on the occasion of “Arts Learning Festival” - Independent Schools Victoria, Melbourne (May 4-7, 2017). Photo: Andrew Craig.

lA scuolA e lo sPAzio trA noi the school and the sPace b e tw een us

nanziari. è uno spazio che nasce con la rivoluzione francese e la democrazia liberale moderna. Nasce sul fondamento della fiducia e della delega. Non si poteva perseguire l’utopia dell’Enciclopedia. Occorreva delegare gli esperti, i professionisti. E tra costoro e i cittadini si sarebbe rispettato un saldo patto di fiducia. La distanza che si è interposta invece è cresciuta fino a determinare lo spazio del tradimento. è un fenomeno studiato dall’economia compor tamentale: aumenta la distanza tra soggetti, e aumenta il tasso di truffa. Si tratta allora di ri-abitare quello spazio: il rappresentato, il consumatore, il capitalista si alzino dalla poltrona in cui sono sprofondati e investano tempo ed energia per... imparare; per conoscere, sapere e giudicare; quindi per agire. In questo modo si riduce automaticamente la distanza tra di essi e i loro rappresentanti, i produttori, la finanza. La demopraxia comincia così dallo studio e dall’apprendimento (quindi dalla scuola!). La forma di questo procedere mi appare così un esagono che si ripete e dall’accostamento di uno all’altro vedo formarsi la struttura solida, piena, sana, di un alveare laborioso e in qualche modo felice. Non vanno spesso in vacanze le api, non delegano. Lavorano. Al loro alveare. Costruiscono, ognuna con una conoscenza e coscienza di quello che fa. Fare e sapere. Demopraxia e scuola. Ci stiamo attrezzando, a Cittadellarte. Non si sente il brusio? Provate a sfogliare questo giornalino... Paolo Naldini, Direttore Cittadellarte - Fondazione Pistoletto

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ittadellarte’s programme might seem a beehive with a thousand bees. At first sight it appears rather chaotic, but each element, like each individual, is linked to the next and has a specific aim, which – contrary to what you might think – is not the honey, but the growth of the colony. In Cittadellarte, everything seems to be oriented towards the honey, i.e. art: the pollen gathering, the bees’ journeys, the care of the drones, the communication between individuals… If the honey is art then, what is the ultimate goal of Cittadellarte’s beehive? It’s the Third Paradise. “A third phase of humanity which realizes itself as a balanced connection between nature and artifice” and between any juxtaposed elements. Since it was born, Cittadellarte has always been mainly a school, thanks the University of Ideas. The school is the form that organizations have to assume to generate innovation; an environment constantly tuned to learning, an extraordinary faculty of the living beings. At the moment, Cittadellarte is developing an academic diploma programme (SOCIAL INNOVATION DESIGN), offering a qualification comparable to one from traditional universities. In 2014, we started rethinking our University of Ideas through workshops, researches and exchanges with the most engaging experts and practitioners in the world; we then illustrated these investigations in the exhibition “Politics of Affinities” and in its relative publication, while the new UNIDEE is about to complete its third year. The school is the most suitable format to explore and experiment. In Havana, I call the participants in the

Rebirth Forum and Working Site my “companeros... de escuela”. And in Melbourne, the Rebir th/ Third Paradise embassy consists in an association representing 220 independent schools. In Milan, the second Rebirth Forum was held in two of its main art schools (Brera Academy and NABA). When the paradigms and visions of the past are inadequate or even lie at the root of the problem, we naturally need to produce more culture. The Third Paradise schools are therefore already a reality. They are often actual schools, but more and more frequently they are organizations of a different kind: companies, institutions, cooperatives, associations, etc.

The bearing axis of the programme of this new school is defined in the manifesto Hominitheism and Demopraxy, which Michelangelo Pistoletto will publish later this year (2017), written with the contributions of many of us lucky cittadinidellarte from Biella or other places. Demopraxy is the subject we focus on, in the Forums, the school, the research workshops, the exhibitions, the practices: from Let Eat Bi to Cittadellarte Fashion B.E.S.T., from the collaborations with BOZAR and the other European partners to the connective residencies and the related exhibitions and startup activities, from the Terme Culturali to the Visible platform, etc. Going back to the metaphor of the beehive, I could compare demopraxy to a hexagonal shape: an ordinating principle, a geometric formula, in fact: demo-metric, i.e. for measuring the degree of demos a community reaches through the direct practice of the accomplished possibility of doing, rather than of power. Geometry allows me to visualize and measure the space of a surface separating the represented by the representatives, the

way it separates the consumers from the producers; it can actually be found exactly replicated in the relationship between contemporary capitalists and their fi nancial capitals. It is a space generated by the French revolution and by the modern liberal democracy, on the basis of trust and proxy. The dream of the Encyclopedia could not be pursued. Experts and professionals had to be delegated. And between them and the citizens the pact of trust would be honoured. The intervening distance has grown to the point of determining the space of betrayal. It is a phenomenon investigated by behavioural economics: the more the distance between subjects grows, the more the fraud rate grows. We therefore have to repopulate that space: the represented, the consumer, the capitalist must leave their comfort zones and invest time and energy… to learn; to know and evaluate; then to act. This way, the distance between them and their representatives, producers and finances automatically reduces itself. Demopraxy star ts therefore from studying and learning (i.e. the school!). The form of this development seems to me like a hexagon repeating itself, and as the hexagons place themselves one next to the other, I see them forming the solid, full, healthy structure of an industrious and somehow happy beehive. Bees don’t often go on holiday, they don’t delegate. They work. At their beehive. They build, each fully aware of what they are doing. Doing and knowing. Demopraxy and school. At Cittadellarte we are equipping ourselves. Can’t you hear the buzz? Try and leaf through this publication… Paolo Naldini, Director Cittadellarte - Fondazione Pistoletto

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cittadellarte fasHion b.e.s.t. p.16


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forum rebirth

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er chi frequenta da anni Cittadellarte e segue il lavoro di Michelangelo Pistoletto il termine “Forum Rebirth” è diventato famigliare. Chi invece si affaccia per la prima volta in questi luoghi e in questi mondi potrebbe aver bisogno di qualche informazione in più. Riepiloghiamo quindi brevemente le “puntate precedenti”, rimandando ai siti di Cittadellarte per approfondimenti ulteriori. “Il simbolo della mela – afferma Michelangelo Pistoletto – attraversa tutta la storia che abbiamo alle spalle, partendo dal morso, che rappresenta il distacco del genere umano dalla Natura e l’origine del mondo artificiale. La mela reintegrata [opera dello stesso Pistoletto] rappresenta l’entrata in una nuova era, nella quale mondo artificiale e mondo naturale si ricongiungono generando nella società un equilibrio esteso a dimensione planetaria”. è giunta quindi l’epoca del Terzo Paradiso. Riportiamo ancora le parole di Pistoletto: “Il Terzo Paradiso è la fusione fra il primo e il secondo paradiso. Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia. Questo paradiso è fatto di bisogni artificiali, di prodotti artificiali, di comodità artificiali, di piaceri artificiali e di ogni altro genere di artificio. [...] Il Terzo Paradiso è la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura. […] Il Terzo Paradiso è il grande mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità nella

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stralia – si è celebrato un altro incontro importantissimo. Il quarto Forum Rebirth, infatti, è stato organizzato a Melbourne. La coordinatrice, Chiara Tinonin, ha affermato in proposito: “Verrebbe da dire che nulla accade a caso! L’Australia, infatti, è una parte di Occidente completamente ad Oriente, ed è quindi in grado di costruire un ponte tra questi due mondi. E – ‘guarda caso’ – dopo i Forum di Milano e Cuba ci è ‘capitato’ questo Forum in Australia e nei prossimi mesi – sempre ‘per caso’ – ci saranno una serie di eventi analoghi in molte importanti località asiatiche”. Ha poi aggiunto: “Questo Forum è incentrato sull’education. Il contesto in cui si muove è lo stato di Victoria (promotore è l’Independence School of Victoria, con la sua dinamicissima presidente, Michelle Green, neoambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso). È stato lanciato un appello, un invito a proporre progetti educativi, modelli nuovi, a tutte le duemila realtà scolastiche dello Stato. Con innovazione non intendiamo solo un nuovo modo di fare le cose nell’ambito dell’insegnamento, ma ci rivolgiamo ad un orizzonte molto più ampio che include – ad esempio – idee sugli spazi di apprendimento o le attività culturali e di integrazione”. Paolo Naldini ha aggiunto: “Due sono state le linee guida lungo le quali si è declinato il lavoro: il tema della riconciliazione degli opposti nell’equilibrio armonico del Terzo Paradiso e della Trinamica e il tema della demopraxia come paradigma di pensiero, espresso da un termine che significa… Una visione? Una filosofia? Un approccio? Un programma? Un progetto epocale”.

F o ru m R e b i r t h

t h e T h i rd Pa r a d is e il terzo paradiso non conosce confini kn o w s n o li m i t s visione globale. Il termine paradiso deriva dall’antica lingua persiana e significa “giardino protetto”. Noi siamo i giardinieri che devono proteggere questo pianeta e curare la società umana che lo abita”. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo reintegrare la mela originaria, riparare il morso, cercando però una via nuova, moderna, contemporanea. Una grande visione, un sogno forse? Non solo. Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, infatti, ha deciso di andare oltre. “Cercavamo un modo per condividere questa visione – ci ha spiegato Paolo Naldini, direttore della Fondazione – traducendola in attività concrete e così innestare quei processi di trasformazione sociale che da anni cerchiamo di raccontare e in qualche modo stimolare con il nostro lavoro sulla Geografia della Trasformazione, ma soprattutto con la scuola dell’Università delle Idee” . Da qui l’idea di organizzare dei Forum: incontri finalizzati ad attivare un territorio attraverso il confronto e la collaborazione tra pensatori, attivisti, artivisti, accademici, politici, rappresentanti delle istituzioni, imprenditori, progettisti... La chiamata è aperta: chi vuole lavorare per una vera innovazione sociale e per una trasformazione sociale responsabile può, quindi, prendere parte a questo grande progetto/processo. Sì processo, perché i Forum non sono un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Ad essi seguono i cantieri, percorsi lunghi un anno attraverso i quali rendere concrete le intenzioni e le visioni emerse dai tavoli di lavoro realizzati in quei primi giorni di confronto. Dal primo incontro sono passati solo due anni, eppure moltissima strada è stata fatta da quello storico novembre 2015 in cui Raul Castro incontrò Obama proprio il giorno dopo la performance che Laura Salas, Galleria Continua, l’artista Kcho e decine di collaboratori realizzarono portando più di 70 barche a dare forma al simbolo del Terzo Paradiso nelle acque davanti al Malecon, il lungomare de L’Avana. Qui, infatti, partì un cantiere e l’anno seguente fu organizzato un secondo Forum. Tra un incontro e l’altro ci fu un primo Forum anche in Italia, a Milano. Fu tra il 17 e il 19 marzo 2016 presso il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci: i risultati furono davvero notevoli e i partecipanti autorevoli e variegati (dai Ministri Italiani fino a rappresentanti dell’Onu). Proprio in quei giorni, inoltre, di fronte alla Stazione Centrale di Milano fu installata l’opera di Pistoletto La Mela Reintegrata. Al centro del dibattito l’innovazione responsabile e sostenibile. “Il secondo Forum Rebirth – si legge in una lettera pubblica scritta in quei giorni da Paolo Naldini – è un format, un dispositivo, che Cittadellarte attiva a Milano per condividere strategie e unire le forze con soggetti pubblici e privati, individui e istituzioni che si impegnano in una quotidiana pratica della sostenibilità nei più diversi ambiti, dall’energia al cibo, dalla produzione al dialogo interculturale, dal design all’agricoltura, dalla cultura alla politica, e ancora. È un’iniziativa che nasce dall’arte, nel segno del Terzo Paradiso che significa congiunzione e sintesi tra opposti, armonia ed equilibrio al posto del conflitto e della prevaricazione. Questo vale nel rapporto tra artificio e natura, ma anche in ogni altra contrapposizione apparentemente senza soluzione. È una terza via – continua Naldini – che tutti i partecipanti (e non solo loro, naturalmente) praticano, spesso senza una dichiarazione esplicita, ma di fatto, in modi specifici e irriducibili, cioè sviluppando singolarità e autonomia. Questa costellazione di soggetti (ciascuno già nodo di reti complesse) può trovare una inedita espressione che connetta le storie individuali in un ‘cantiere’ di lavoro comune, variegato, ma coordinato, sintonico e consapevole. L’obiettivo finale – conclude – è di definire una specie di programma, delle linee guida, ma soprattutto una sorta di intesa di fondo tra operatori attivi, al fine di tenersi in contatto e sintonia, nell’arco di un anno, ciascuno nel proprio campo, ma con la curiosità di attraversare ponti, sconfinare in altri territori, anche solo per stringere alleanze e rinfrancare i cuori, o stimolare i neuroni laterali”. Fortunato D’Amico, già protagonista di queste giornate, ha poi coordinato anche il quinto Forum Rebirth, che si è svolto, poche settimane fa, sempre a Milano presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera e la NABA, grazie all’attivazione delle ambasciatrici Paola Salvi e Manuela Gandini; le tre giornate sono state aperte dalle parole di Pistoletto che ha affermato di volere portare “una nuova visione e una nuova attività che unisca la capacità spirituale, come dinamica del pensiero, e la capacità politica dell’arte, come strumento in grado di favorire la realizzazione di una nuova società”. Il Forum si è concluso nel modo più ispirato quando il Presidente della Fondazione Bassetti, Piero Bassetti, ha lanciato la proposta di fare de La Mela Reintegrata il simbolo di Milano. Un particolare rilievo, in questo incontro, è stato dato alle “stazioni creative”, scelte dagli stessi partecipanti come progetto da sviluppare per realizzare iniziative localizzate e intergenerazionali, che lavorino sull’educazione e la creatività per la trasformazione sociale (sul Journal di Cittadellarte si può trovare la cronaca delle tre giornate di incontri e di quelli che verranno citati nel proseguo di questo articolo). Tra il primo e il secondo Forum milanese, però, lo scorso maggio – in Au-

In tutti i Forum un ruolo fondamentale è stato svolto dai facilitatori. Nel caso dell’Australia il ruolo è stato svolto egregiamente da cinque facilitatrici messe a disposizione dall’ISV Independent Schools Victoria (ISV) partner nell’organizzazione dell’evento. La partecipazione di insegnanti e studenti ha reso l’evento particolarmente emozionante. “Questi due giorni – ha affermato Naldini – mi sono sembrati risolversi in una sintesi che solo il simbolo del Terzo Paradiso riesce a comunicare. Mi hanno fatto pensare che la demopraxia possa veramente dispiegarsi, svilupparsi, verificarsi e avverarsi. Sapete qual è l’enzima che permette che questo avvenga? L’arte!”. Il direttore prosegue spiegando un aneddoto che l’ha colpito e lo racconta servendolo al cronista in un cocktail di soddisfazione, gioia ed energia: “Durante l’evento, un ragazzino, in un misto di lucidità e ingenuità, mi ha detto: a me interessano i fatti, prima di partecipare al Forum pensavo che l’arte fosse una cosa che si faceva e restava nel suo mondo, invece ho capito che l’arte è il significato di tutte le cose”. Notevole, no? Ma il resoconto di questi due anni non è ancora terminato! In Albania, infatti, si è appena svolto il “Forum Rebirth Tirana 2017. Love difference - I Mediterranei”, sesto evento dell’ormai “celebre” format. Tra il 26 e il 28 maggio, presso il Museo Storico della capitale albanese, è andato in scena un cantiere sociale della demopraxia, nel contesto di Mediterranea 18, Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo – BJCEM, organizzato in collaborazione con il Ministero della Cultura Albanese, con il sostegno della Regione Puglia e l’Istituto Italiano di Cultura a Tirana. L’appuntamento è stato introdotto da Driant Zeneli, direttore artistico di Biennale Mediterranea 18 svolta fra Tirana e Durazzo, e coordinato da Valentina Bonizzi, artista e alumna UNIDEE. Tutti i partecipanti hanno lavorato accomodati nelle sedie che fanno parte dell’opera di Juan Sandoval e Michelangelo Pistoletto “Sedie Love Difference – Mar Mediterraneo”. L’obiettivo del Forum era innescare il lavoro concreto con delle azioni dirette e partecipate da chi ha voluto questo percorso. La proposta, emersa dai partecipanti, è stata creare uno spazio indipendente in Albania, che possa mantenere un dialogo con le istituzioni e la società civile senza dipendere dalla politica. Partendo dalla rigenerazione della periferia, si sono creati e collegati tre “rami”: attivismo, impresa sociale e arte contemporanea. Il Forum si è quindi concluso? No! Quello di Tirana è stato solo l’inizio di un grande progetto. Un avvio di un percorso che ha visto l’incoraggiamento e l’invito a proseguire le attività anche da parte del sindaco della capitale albanese e del Ministro alla Cultura. I cantieri sociali della demopraxia non si fermano, anzi puntano a proseguire il loro sviluppo. Il 2017 vedrà l’organizzazione di molti altri eventi in diverse località del mondo. L’appuntamento, quindi, è al prossimo Forum Rebirth per una nuova rinascita. Seguiteci sul Journal di Cittadellarte per saperne di più. Daniel Tarozzi, Direttore Responsabile Journal (testata giornalistica di Cittadellarte)

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he term “Rebirth Forum” is by now familiar to anybody who has known Cittadellarte and Michelangelo Pistoletto’s work for years, but whoever enters these worlds for the first time might need some more information. Let’s therefore summarize the “previous episodes”, recommending a visit to Cittadellarte’s websites to delve deeper. “The symbol of the apple – says Michelangelo Pistoletto - crosses the entire history we have behind us, starting from the bite, which is the detachment of mankind from nature and the origin of the artificial world. The Apple Made Whole Again [a work by Pistoletto himself] represents the entry into a new era in which the artificial world and the natural world reunite producing a new planetary balance.” The time has come for the Third Paradise. Quoting Pistoletto again: “It is the fusion between the first and second paradise. The first is the paradise in which humans were fully integrated into nature. The second is the artificial paradise, developed by human intelligence through a process that has now reached global proportions. This paradise is made of artificial needs, artificial products, artificial commodities, artificial pleasures and every other form of artifice. [ ] The Third Paradise is the third phase of humanity, which realizes itself in a balanced connection between nature and artifice. [ ] The Third Paradise is the great myth that leads everyone to take personal responsibility in the global vision. The word paradise derives from the ancient Persian for “protected garden”. We are the gardeners who must protect this planet and heal the human society inhabiting it. In order to reach this objective, we have to reintegrate the original ap-

ple, to repair the bite, searching for a new, modern, contemporary path. Can this be a vision, a dream? Not only. Cittadellarte-Fondazione Pistoletto has in fact decided to go beyond. “We were looking for a way to share this vision – explains Paolo Naldini, director of the Foundation – translating it into concrete activities and this way triggering those processes of social transformation we have been talking about for years, trying to favour them with our work on the Geography of Transformation and, above all, with the school of the University of Ideas”. Hence the idea of organizing forums: meetings aiming at activating a specific territory through dialogue and collaboration among thinkers, activists, artivists, academics, politicians, representatives of institutions, entrepreneurs, planners, etc. The call is open: anybody who wants to work towards responsible social innovation can take part in this big project/process. A process indeed, because the Forums are not finishing lines, but starting points. They are followed by working sites, one-year-long programmes to concretely realize the intentions and the visions expressed at the work tables carried out on those first days of exchange. It has been only two years since the first meeting, and yet we have come a long way since that historical November 2015, when Raul Castro met Obama on the day after the performance realized by Laura Salas, Galleria Continua, the artist Kcho and dozens of collaborators featuring 70 boats arranged in the shape of the Third Paradise in front of the Malecon, the Havana boardwalk. That was in fact the beginning of a working site, and the following year a second Forum was organized. Between the two organized in Cuba, there was a Forum also in Milan. It was held at the National Museum of Science and Technology Leonardo da Vinci from 17th to 19th March 2016: the results were outstanding and the participants diverse and very influential (from Italian ministries to UN representatives). On those very days Pistoletto’s work The Apple Made Whole Again was installed in front of Milan’s Central Station. Focal point of the debate was responsible and sustainable innovation. “The second Rebirth Forum – we read in a public letter written by Paolo Naldini at the time – is a format, a device Cittadellarte has activated in Milan to share strategies and join forces with public and private subjects, individuals and institutions committed to daily practices of sustainability in the most diverse sectors, from energy to food, from production to intercultural dialogue, from design to farming, from culture to politics, and more. It is an initiative stemming from art, in the sign of the Third Paradise, meaning a meeting and synthesis of the opposites, harmony and balance instead of conflict and prevarication. This applies to the relationship between nature and artifice, but also to any other juxtaposition apparently without a solution. It is a third option – continues Naldini – which all the participants (and not only them, of course) put into practice, often without explicitly declaring it, in specific and unshakeable ways, that is developing singularity and autonomy. This constellation of subjects (each already a knot in more complex networks) can find a new expression connecting the individual stories in a “working site” of diversified but coordinated, syntonic and conscious common work. The final objective – he concludes – is to define a programme and a few guidelines, but above all a sort of basic understanding among active operators, with the aim of keeping in contact and in sync with one another, in the span of a year, each in their own field, but with the inquisitiveness of crossing bridges, deviating into other territories, even just to establish alliances and cheer ourselves up, or to stimulate the lateral neurons”. Fortunato D’Amico, already a protagonist of those days, then coordinated the fifth Rebirth Forum, which took place in Milan a few weeks ago, this time at the Brera Academy of Fine Arts and the NABA, thanks to the intervention of the ambassadresses Paola Salvi and Manuela Gandini. The three-day event was opened by a speech by Pistoletto, who claimed to want to spread “a new vision and a new activity connecting the spiritual ability, as a dynamics of the thought, and the political ability of art, as an instrument able to favour the realization of a new society”. The Forum closed on a very inspirational note with the president of the Bassetti Foundation, Piero Bassetti, proposing to make The Apple Made Whole Again the symbol of Milan. On this occasion, a prominent role was given to the “creative stations”, chosen by the participants themselves as a project to develop in order to carry out local and inter-generational initiatives working on education and creativity for a social transformation (you can find an account of this meeting and the following mentioned in this article on Cittadellarte’s Journal). Between the first and the second of Milan’s Forums, another extremely important meeting was celebrated in Australia last May. The fourth Rebirth Forum was in fact organized in Melbourne. Its coordinator, Chiara Tinonin, said: “You could say that nothing happens by chance! Australia is in fact a part of the Western world in the Eastern hemisphere, therefore in a position to build a bridge between the two worlds. And – “what a coincidence” – after the Forums in Milan and Cuba this forum in Australia “happened” and in the next few months – another “coincidence”? – another series of similar events will take place in many important Asian cities”. She then added: “This Forum focused on education. Its context was the state of Victoria and it was promoted by the Independence School of Victoria through the person of its president, the extremely dynamic Michelle Green, new ambassadress Rebirth/Third Paradise. An appeal was launched to all the two thousand scholastic institutions of the state, inviting them to present new educational models and projects. By innovation we mean a new way of doing things not only in the educational sector, but also in a wider horizon which includes ideas on the spaces for learning or cultural and integrative activities”. Paolo Naldini told us: “Two have been the guidelines along which the work proceeded: the theme of the reconciliation of the opposites in the harmonic balance of the Third Paradise and the principles of trinamics, and the theme of demopraxy as a thought paradigm, expressed with a word meaning... a vision? a philosophy? an approach? a programme? An epochal programme”. In all the Forums a fundamental role is played by the facilitators. In the case of Australia, the five facilitators were from ISV (Independent School of Victoria), partner in the organization of the event. The participation of teachers and students made the occasion particularly emotional. “Those two days – said Naldini – seemed to resolve into a synthesis that only the symbol of the Third Paradise can convey. It made me think that demopraxy can indeed unfold, develop, truly happen. Do you know what is the enzyme which will allow that? Art!”. The director continued reporting an anecdote which struck him and which he told with a mix of satisfaction, joy and energy: “During the event, a young boy, with both lucidity and ingenuity, said to me: I am interested in facts, before participating in the Forum I thought that art was something you did and stayed its own world, now I’ve understood that art is the meaning of everything instead”. Amazing, isn’t it? But the account of these two years hasn’t finished yet! We have in fact just had the “Forum Rebirth Tirana 2017. Love Differen-


forum rebirth

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a n a v Ha Rebirth Forum The Third Paradise

Melbourne

e n r u o b l e M Forum Rebir th - L’Avana, 22-24 novembre 2016 / Rebir th For um - Havana, November 22- 24, 2016. Photo: Paola Mar tinez Fiterre.

ces – The Mediterranean Seas” in Albania, sixth event of the by now “popular” format. From 26 th to 28th May, a social working site of demopraxy took place in the Historical Museum, in the Albanian capital, in the context of Mediterranea 18, Biennale of Young Artists from Europe and the Mediterranean – BJCEM, organized in collaboration with the Albanian Ministry of Culture, and with the support of Regione Puglia and the Italian Institute of Culture in Tirana. The event was introduced by Driant Zeneli, artistic director of the Biennale Mediterranea 18, held between Tirana and Durazzo and coordinated by Valentina Bonizzi, artist and UNIDEE alumna.

All the participants worked whilst sitting on the chairs composing Juan Sandoval and Michelangelo Pistoletto’s work “Love Difference Chairs – Mediterranean Sea”. The objective of the forum was to start the concrete work with actions directed and participated in by the people who wanted this process. The proposal, elaborated by the participants, was to create an independent space in Albania able to keep a dialogue open with the institutions and the civil society without being subjected to politics. Starting from the regeneration of the suburbs, three interconnected branches were created: activism, social enterprise and contemporary art.

F o r u m R e b i r t h - M i l a n o , 17-19 m a g g i o 2 0 17 / R e b i r t h F o r u m - M i l a n , M a y 17-19 , 2 017. P h o t o : S o r o o s h A b o l h a s s a n z a d e h .

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Forum Rebir th - Melbourne, 3-7 maggio 2017 / Rebir th Forum - Melborune, May 3-7, 2017. Photo: Andrew Craig, Armona Pistoletto.

Has the Forum therefore come to an end? No, it didn’t! The event in Tirana was only the beginning of a big project. The beginning of a process who has had the support and the encouragement of the Mayor of the city and the Ministry of Culture. The social working sites of demopraxy won’t stop, on the contrary, they aim at a continuous development. 2017 will see the organization of many other events all over the world. The appointment is therefore for the next Rebirth Forum for a new rebirth. Follow us on Cittadellarte’s Journal to know more. Daniel Tarozzi, Chief Editor of the Journal (Cittadellarte’s online newspaper)

Fo r u m R e b i r t h - T i r a n a , 26 -28 m a g g i o 2017 / R e b i r t h Fo r u m - T i r a n a , M ay 26 -28 , 2 017. Ph o to: L u c a D e i a s , Va l e n t i n a B o n i z z i.

a n a r i T


Ambasciate Rebirth/Terzo Paradiso

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L e a m b a s c i at e Rebirth/ Terzo Par adiso A

bbiamo visto in un altro articolo di questo giornale (vedi pagina 2) cosa sono i Forum Rebirth e come funzionano. È giunto ora il momento di approfondire il tema delle ambasciate Rebirth/Terzo Paradiso e dei relativi ambasciatori. Questi ultimi sono un numero sempre maggiore e stanno contribuendo a diffondere il segno/simbolo del Terzo Paradiso e il pensiero che esso racchiude e rappresenta nel mondo.

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The Rebirth/Third Paradise embassies art can really change the world na a v a H

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Ma chi sono, da dove vengono e cosa fanno questi ambasciatori? La figura venne istituita il 21 dicembre 2012 in occasione del primo Rebirth-day. L’obiettivo fu fin da subito quello di diffondere nel mondo un cambiamento attraverso un simbolo vivo, vitale e vissuto di un nuovo inizio: rebirth - rinascita. L’ambasciatore, quindi, rappresenta sul territorio a lui prossimo l’idea stessa del Simbolo: una prospettiva che l’arte offre alla società, dal punto di vista culturale, politico, economico, civile, spirituale. Un’assunzione di responsabilità nella trasformazione della società nel mondo. Il progetto Rebirth/Terzo Paradiso è a basso impatto, sostenibile e attento alle questioni ambientali; promuove un modello di sviluppo indirizzato alle pratiche del minor consumo di risorse ed è basato sulla libera collaborazione di individui e comunità di tutto il mondo, proponendo il ruolo dell’ambasciatore come catalizzatore di energie, aiuto, riferimento. Continuità, crescita, evoluzione: queste sono le tre parole che Francesco Saverio Teruzzi, coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso, indica come quelle più rappresentative del percorso svolto in questi cinque anni. “Continuità, perché dal 21.12.2012 Cittadellarte si è prodigata ancora una volta per rendere concreta un’utopia, trasformando teorie in buone pratiche, momenti unici in ricorrenti. Crescita, perché non c’è settimana in cui non vengano organizzati eventi, ricevute richieste, prodotti materiali, sviluppati percorsi, e i numeri, come gli indicatori sociali, ne sono ampia testimonianza. Evoluzione, perché il progetto Rebirth/Terzo Paradiso non si è mai fermato un attimo. Ha conosciuto nuove realtà, è stato inserito in diversi itinerari sociali, ha avuto modo di confrontarsi con tutti i continenti, ed essendo portatore di innovazione è anche stato capace di ascoltare e far proprie quelle istanze che rimandano, in una maniera o nell’altra, ai 17 punti di sviluppo sostenibile indicati dall’ONU”.

“Il motto del Rebirth-day è ‘Coming Together to Create a Global Artwork’ – continua Teruzzi – e in queste parole ritrovo tutti i giorni l’attività degli ambasciatori: creativi da tutto il mondo che hanno trovato e trovano nel triplo cerchio del Terzo Paradiso una direzione, un punto di svolta, un orizzonte che in molti casi ha permesso loro di non sentirsi soli in quella che sembra una vera e propria battaglia contro i mulini a vento”.

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Le prospettive Il lavoro fatto in questi anni dagli ambasciatori è davvero notevole. Sono stati coinvolte istituzioni e attivisti, scuole e associazioni, con risultati difficili da immaginare. L’arte sta dimostrando di poter davvero influire concretamente sul mondo. Per questo, l’auspicio ora è che ogni ambasciata possa sviluppare dei “cantieri Rebirth” immediatamente successivi ai Forum, innescando così il processo della demopraxia nel proprio territorio. Daniel Tarozzi, Direttore Responsabile Journal (testata giornalistica di Cittadellarte)

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ou have seen on page 2 of this publication what the Rebirth Forums are and how they work. It’s now time to delve into the subject of the Rebirth/Third Paradise embassies and the relative ambassadors. They are both growing in numbers, contributing to spreading all over the world the sign/symbol of the Third Paradise and the thought it conveys and represents. The ambassadors: who are they, where do they come from and what do they do? This figure was established on 21st December 2012, on the occasion of the first Rebirth-day. From the very start, the objective was to spread change throughout the world through a vital, dynamic and experienced symbol of a new beginning: rebirth. The ambassadors represent the idea itself of the Symbol on the territory they live in: a perspective art offers society, from a cultural, political, economical, civil and spiritual point of view. An assuming of responsibility in transforming society at a global level. The Rebirth/Third Paradise project is low impact, sustainable and concerned with environmental issues; it promotes a development model dedicated to low consumption practices and it is based on the free collaboration of individuals and communities from all over the world, relying on the role of the ambassador as a catalyst of energies, support and assistance.

Continuity, growth, evolution: these are the three words that Francesco Saverio Teruzzi, coordinator of the Rebirth/Third Paradise ambassadors, mentions as most representative of the activity carried out in the last five years. “Continuity. Since 21.12.2012 Cittadellarte has once again done its best to materialize a utopia, turning theories into good practices, unique occasions into regular ones. Growth. There’s no week in which we don’t organize events, receive requests, produce materials, develop paths, and the numbers – as the social indicators – give ample testimony. Evolution. The Rebirth/Third Paradise project has never stood still. It has met new realities, has been inserted into social itineraries, has opened dialogues in all the continents, and – as bearer of innovation – has been able to listen to and assume those instances somehow related to the UN’s 17 Sustainable Development Goals”. “The Rebirth-day motto is ‘Coming Together to Create a Global Artwork’ – continues Teruzzi – and it accurately reflects the activities the ambassadors carry out every day: creatives from all over the world who have found in the triple circle of the Third Paradise a new direction, a turning point, a horizon which in many cases has made them feel they were not alone in what seemed a battle against windmills”. The prospect The work done by the ambassadors over the years is really remarkable. They have involved institutions and activists, schools and associations, with results difficult to imagine. Art is proving able to really influence the world. Hence the wish that each embassy can develop “Rebirth working sites” immediately following the Forums, this way triggering a demopractic process on its territory. Daniel Tarozzi, Chief Editor of the Journal (Cittadellarte’s online newspaper)


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kids’ guernica for peace • harvard e progetto rebirth

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Savina Tarsitano, Ambasciatrice Rebirth / Terzo Paradiso

Savina Tarsitano, Rebirth / Third Paradise Ambassadress

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IDS’ GUERNICA è un progetto internazionale per la pace. I protagonisti dell’iniziativa sono bambini, ragazzi e adulti che, sotto la guida di artisti e insegnanti, esprimono la loro idea di pace su una tela delle stesse dimensioni di “Guernica” (3,5 x 7,8 metri), il capolavoro di Picasso realizzato nel 1937 per protestare contro il bombardamento dell’omonima cittadina basca. Il progetto nasce nel 1995, nell’anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. L’idea nacque dal professor Toshifumi Abe – Osaka Women’s college Giappone – e dal professor Tom Anderson – Florida State University USA – grazie al sostegno di Art Japan Network. Fino a oggi sono state realizzate più di trecento tele provenienti da tutto il mondo: Algeria, Australia, Bangladesh, Brasile, Cambogia, Canada, Cile, Corea, Giappone, India, Indonesia, Kuwait, Nepal, Papua Nuova Guinea, Sri Lanka, Stati Uniti d’America, Taiwan, Palestina, Martinica e molti altri. La collaborazione decennale dell’ambasciatrice e artista del Terzo Paradiso Savina Tarsitano e dell’ambasciatore e professor Takuya Kaneda – Otsuma Women’s University Tokyo – coordinatore internazionale di Kids’ Guernica, ha portato alla nascita delle tele cooperative del Terzo Paradiso, grazie al sostegno e alla collaborazione dell’ambasciatore Saverio Teruzzi. Kaneda visita Cittadellarte con una delegazione giapponese durante l’inaugurazione di Arte al Centro 2017; per l’occasione è organizzata una mostra con le tele provenienti da tutto il mondo – in vista dell’80esimo anniversario del bombardamento di Guernica – e un workshop a tema per realizzare una nuova tela, successivamente esposta a Nagasaki e Hiroshima. I due progetti Kids’ Guernica e Rebirth si sono, così, uniti, per un messaggio di cambiamento, pace, rispetto, solidarietà e condivisione.

Tela del Terzo Paradiso / Third Paradise canvase - Kids’ Guernica, Nagasaki.

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l Forum Rebirth di Melbourne ci ha portato una nuova interessantissima (e prestigiosa) collaborazione: grazie alla Presidente di Independent School Victoria (ISV), Michelle Green, ambasciatrice Rebirth di Melbourne, sono stato invitato a Cambridge, presso la Harvard Graduate School of Education. Ho potuto così conoscere e sviluppare una collaborazione con uno dei più interessanti e duraturi progetti di ricerca sui rapporti tra l’arte e l’apprendimento al mondo: Project Zero. Fondato nel 1967 dal filosofo Nelson Goodman in seno alla Harvard Graduate School of Education, l’obiettivo del progetto è di studiare e migliorare l’educazione all’arte e l’apprendimento attraverso l’arte. Ho incontrato uno degli altri due fondatori iniziali, David Perkins, brillante harvardiano doc che ha dimostrato grande interesse per le ricerche e le attività di Cittadellarte e della rete delle Ambasciate Rebirth. Ho passato alcune ore con l’attuale direttore del Progetto, Daniel Wilson, e soprattutto ho lavorato, sempre insieme a Michelle, con Marga Biller, la direttrice del progetto della piattaforma Project Zero, che si chiama L.I.L.A. Learning Innovations Laboratory. L.I.L.A. è un Laboratorio per l’Apprendimento dell’Innovazione (LILA); è un consorzio di ricercatori ed esperti leader nel campo dell’apprendimento e del cambiamento organizzativo. Attraverso la creazione di connessioni sociali, l’elaborazione di visioni e il conseguimento di un impatto concreto, LILA cerca di saperne di più sulle sfide di oggi nel campo dell’innovazione e della formazione al cambiamento. LILA è composto da membri provenienti da tre settori: leader di organizzazioni private, pubbliche e no-profit; studiosi e accademici; ricercatori di Project Zero e studenti universitari di Harvard. Marga Biller è quindi venuta a Melbourne a maggio e con lei abbiamo realizzato il Forum, insieme naturalmente a Chiara Tinonin, che ha avviato e curato il rapporto e il progetto con ISV e Cittadellarte (e anche con il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli, che ha realizzato altri percorsi di collaborazione con ISV e che Project Zero ha studiato come case study), e insieme a Anne Smith, Fiona Tracey e Liliana Casale di ISV.

elbourne’s Rebirth Forum led us to a very interesting and prestigious new partnership: thanks to the president of the Independent School Victoria (ISV), Michelle Green, Melbourne’s Rebirth/Third Paradise ambassadress, I was invited to the Harvard Graduate School of Education in Cambridge, where I had the opportunity to get to know and develop a collaboration with one of the most fascinating and long-lasting research projects on the relationships between art and learning in the world: Project Zero. Co-founded in 1967 by the philosopher Nelson Goodman within the Harvard Graduate School of Education, the project aims at studying and improving art education and learning through art. I also met the other co-founder, David Perkins, a brilliant proper Harvardian who showed a great interest in Cittadellarte’s researches and activities and in the network of Rebirth/Third Paradise embassies. Above all Michelle and I worked and planned with Marga Biller, the project director leading LILA - Learning Innovations Laboratory, which is part of the platform Project Zero, currently directed by Daniel Wilson, whom we also met. LILA is a consortium of leading researchers and practitioners in the field of organizational learning and change. Through creating social connections, crafting insights, and having a practical impact, LILA strives to learn more about today’s challenges in the field of innovation and education to change. LILA is composed of members from three areas: organizational leaders from private, public and nonprofit sectors; faculty scholars; and Project Zero researchers and Harvard graduate students. In May, Marga Biller then joined us in the realization of the Forum in Melbourne, of course together with Chiara Tinonin, who started and curated the partnership and the project with ISV and Cittadellarte (and also with the Educational Department of Castello di Rivoli, who also collaborates with ISV and Project Zero, being in fact one of their case studies); and with Anne Smith, Fiona Tracey and Liliana Casale from ISV.

Naturalmente, le cose non finiscono con i Forum, se mai incominciano! Infatti, stiamo sviluppando il Cantiere di Melbourne, con le scuole (insegnanti e allievi) ma anche con l’Università di Melbourne, grazie a Malcolm Angelucci, Coordinatore del programma di italiano della School of Languages and Linguistics, che ha conosciuto il Terzo Paradiso a Roma durante un periodo di lavoro artistico al MAAM, con l’Ambasciatore Rebirth Giorgio de Finis. Stiamo anche progettando il Forum dei Forum! É infatti importante ormai che si confrontino i vari e diversi Cantieri e si scambino le pratiche e le prospettive per dare forma e forza alla costruzione della demopraxia, che è il vero grande obbiettivo della nostra impresa.

Of course things don’t end with the Forums, that’s where they actually start! We are in fact developing Melbourne’s Working Site, with schools (teachers and students), but also with Melbourne University, thanks to Malcolm Angelucci, coordinator of the Italian studies programme of the School of Languages and Linguistics, who came across the Third Paradise in Rome, in the course of an artistic work at the MAAM, created by the Rebirth/Third Paradise ambassador Giorgio de Finis. We are also planning the Forums’ Forum! It has now become important to create a dialogue between the different Working Sites, to exchange practices and perspectives in order to give form and strength to the construction of demopraxy, the true objective of our endeavours.

Paolo Naldini, Direttore Cittadellarte - Fondazione Pistoletto

Paolo Naldini, Director Cittadellarte - Fondazione Pistoletto

IDS’ GUERNICA is an international project for peace. The protagonists of the initiative are children, youths and adults who, under the supervision of artists and teachers, express their idea of peace on a canvas of the same dimensions as “Guernica” (3,5 by 7,8 metres), Picasso’s masterpiece realized in 1937 as a protest against the bombing of the Basque town of that name. The project started in 1995, the 50th anniversary of the end of the Second World War, and was conceived by Toshifumi Abe – Osaka Women’s College, Japan – and professor Tom Anderson – Florida State University, USA – thanks to the support of Art Japan Network. So far, the project has seen the realization of over three hundred canvases all over the world: Algeria, Australia, Bangladesh, Brazil, Cambodia, Canada, Chile, Korea, Japan, India, Indonesia, Kuwait, Nepal, Papua New Guinea, Sri Lanka, United States, Taiwan, Palestine, Martinique and many others. The ten-year long collaboration between artist and ambassadress of the Third Paradise Savina Tarsitano and the professor and ambassador Takuya Kaneda – Otsuma Women’s University, Tokyo –, international coordinator of Kids’ Guernica, has led to the creation of the cooperative canvases of the Third Paradise, thanks to the support and collaboration of the ambassador Saverio Teruzzi. Professor Kaneda visits Cittadellarte with a Japanese delegation on the occasion of the openning of Arte al Centro 2017, which features an exhibition of canvases from all over the world, in view of the 80th anniversary of the bombing of Guernica, and a themed workshop to realize a new canvas, later on display at Nagasaki and Hiroshima throughout the summer. This way, the two projects – Kid’s Guernica and Michelangelo Pistoletto’s Rebirth – have joined forces for a message of change, peace, respect, solidarity and sharing.

nuovo compagno di strada del progetto Rebirth Project Rebirth’s new travelling companion


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PrimA dello sPecchio • missione vitA • sPAc3

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PrimA dello before the mirror sPecchio le priMe opere di MicHel angelo pistolet to e la ricerca sUll’aUtoritratto

miChelanGelo pistoletto’s first works and his researCh on the self- portrait

Michelangelo Pistoletto con/with Autoritratto / Self-portrait (1961). Photo: Pierluigi Di Pietro.

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al 1° luglio 2016 la collezione permanente delle opere di Pistoletto in mostra a Cittadellarte si arricchisce di alcuni lavori realizzati dall’Artista all’inizio della sua carriera. Le opere sono collocate in un nuovo spazio espositivo restaurato nella primavera 2016. Con un autoritratto Pistoletto ini-

zia la sua attività espositiva, nel 1955, presso il Circolo degli Artisti di Torino, dove il padre presentava abitualmente i propri lavori. Tra il 1956 e il 1958 dipinge autoritratti di grandi dimensioni, fra l’astratto e il materico, in cui il viso occupa l’intera superficie della tela. In questo periodo Pistoletto affitta una soffitta

in via Bava a Torino per dipingere e si concentra sullo studio di artisti contemporanei, soprattutto sulla necessità di trovare una risposta personale alle questioni esistenziali che vede espresse nelle diverse correnti artistiche. Nel 1957 realizza due autoritratti, Sacerdote e Il santo, sempre di grandi dimensioni, ma in

cui il volto non occupa più tutta la tela e che presentano evidenti riferimenti all’iconografia cristiana. Negli autoritratti del 1958 i soggetti sono dipinti a figura intera e dimensioni reali. Il rapporto del soggetto con lo spazio circostante porta l’artista a confrontarsi con la realizzazione del fondo; nello stesso anno Pistoletto ha il suo primo contratto con una galleria, la Galatea di Torino. Nel 1960 dipinge alcuni autoritratti in cui si raffigura a dimensioni reali, sempre più immobile e inespressivo, come un prototipo di comune essere umano, su fondi monocromi in oro, argento e rame. L’anno seguente su una tela dipinta di nero stende uno spesso strato di vernice trasparente e apprestatosi a dipingervi il suo volto, si accorge improvvisamente di potersi specchiare direttamente sulla tela, senza più bisogno di usare uno specchio per osservarsi. “L’uomo dipinto”, commenta Pistoletto, “veniva avanti come vivo nello spazio vivo dell’ambiente, ma il vero protagonista era il rapporto di istantaneità che si creava tra lo spettatore, il suo riflesso e la figura dipinta, in un movimento sempre “presente” che concentrava in sé il passato e il futuro tanto da far dubitare della loro esistenza: era la dimensione del

Michelangelo Pistoletto

MISSION Expedition 52/53

MISSION Third Paradise

V.I.T.A.

V.I.T.A.

Vitality, Innovation, Technology, Ability

Vision, Interaction, Transformation, Art

APP SPAC3

SCIENCE AND TECHNOLOGY

VITA

ART AND SOCIETY

Elena Rosina, Responsabile Didattica Cittadellarte

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rom 1st July 2016 the permanent collection of Pistoletto’s works on display at Cittadellarte acquires a few works realized by the artist at the beginning of his career. The works are displayed in a new exhibition space restored in Spring 2016. With a self-portrait Pistoletto began his exhibition career, in 1955, at the Circolo degli Artisti in Turin, where his father had been accustomed to present his works. Between 1956 and 1958 Michelangelo painted large-scale self-portraits in a thick, abstract idiom. In these paintings the face occupied the entire surface of the canvas. In this period Pistoletto rents an attic in via Bava in Turin to paint and to study contemporary artists, focusing on his need to find a personal answer to existential questions he sees expressed in the different artistic trends. In 1957 he made two self-portraits, Priest and Saint, large works in which the

Elena Rosina, Cittadellarte Didactics Office

missione vitA

vita mission

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Il logo della missione VITA ha al suo centro il simbolo del Terzo Paradiso nei cui cerchi laterali sono rapresentati il DNA e un libro; nel cerchio centrale il Pianeta Terra, simbolo dell’intera umanità.

VITA’s logo has at its centre the Third Paradise symbol; in its side circles are represented the DNA and a book. In the central circle, the Earth, symbol of the whole humanity.

L’acronimo VITA può essere anche interpretato a indicare i campi d’interesse di Michelangelo Pistoletto e Cittadellarte: Visione, Integrazione, Trasformazione e Arte. In questo modo la dimensione scientifica e la dimensione artistica della missione VITA si fondono in un unico concetto rappresentato dal simbolo del Terzo Paradiso.

The acronym VITA can also be interpreted to express Michelangelo Pistoletto’s and Cittadellarte’s concerns: Vision, Integration, Transformation and Art. In this way the scientific and artistic dimensions of the VITA mission blend into a single concept as represented in the Third Paradise symbol.

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ITA sta per Vitalità, Innovazione, Tecnologia e Abilità, elementi che caratterizzano la missione Expedition 52/53 dell’astronauta Paolo Nespoli sulla Stazione Spaziale Internazionale. La missione si svolge sotto gli accordi tra NASA, ESA (European Space Agency) e ASI (Agenzia Spaziale Italiana).

Paolo Nespoli

tempo”. L’opera è del 1961 e la vernice nera lucida è il punto di svolta: l’anno successivo Pistoletto realizza i primi quadri specchianti.

canvas was no longer filled by the face, but also bore references to Christian iconography. The subjects of the 1958 self-portraits are painted full-figure and life-size. The relationship between the subject and the surrounding space compelled the artist to come to grips with the making of the background. In this same year Pistoletto had his first contract with a gallery, Galatea in Turin. In 1960 Pistoletto painted some selfportraits in which he represented himself life size, still and inexpressive, as a prototype of a common human being, on monochromatic gold, silver and copper backgrounds. The following year he laid a thick layer of transparent varnish over a black-painted canvas. As he approached it to paint his face, he suddenly realized he could see his reflection on the canvas itself, without having to use a mirror. “The figure of the man”, comments Pistoletto, “seemed to come forward, as if alive, in the space of the gallery; but the true protagonist was the relationship of instantaneousness that was created between the spectator, his own reflection, and the painted figure, in an ever-present movement that concentrated the past and the future in itself to such an extent as to cause one to call their very existence into doubt: it was the dimension of time itself”. The work is from 1961 and the glossy black varnish is the turning point: the following year Pistoletto realizes his first mirror paintings.

ITA – Italian for “life” – stands for Vitality, Innovation, Technology and Ability, elements characterizing the mission Expedition 52/53 of astronaut Paolo Nespoli to the International Space Station. The mission is organized under the agreements between NASA, ESA (European Space Agency) and ASI (Agenzia Spaziale Italiana).

Un’app cHe diffonde il an appliCation Messaggio di “vita” e del terzo whiCh will spread the vita paradiso a livello globale messaGe at a Global level a luglio 2017 a dicembre 2018 Paolo Nespoli è a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Nelle pause dal programma di lavoro scatta immagini della Terra e le trasmette alle stazioni terrestri ESA/ASI. Le fotografie di Nespoli sono accessibili on line attraverso l’app “Space Three” (Spac3), un’applicazione di facile uso disponibile per smartphone IOS and Android. L’app Spac3 è stata sviluppata dall’ESA e da RAM radioartemobile con l’ASI e Cittadellarte con l’obiettivo di coinvolgere il pubblico nella creazione di un’opera collettiva, ma soprattutto di stimolare i partecipanti ad assumere un ruolo attivo nel passaggio epocale del Terzo Paradiso. In linea con i temi proposti (associati ai 17 obiettivi globali di sviluppo sostenibile lanciati dall’ONU), gli utenti hanno la possibilità di combinare all’interno del simbolo del Terzo Paradiso le immagini scattate dallo spazio da Nespoli con le loro fotografie. Le immagini così generate, una volta condivise sui social più popolari (Twitter, Facebook e Instagram) usando l’hashtag #spac3, sono inserite on line in un grande mosaico interattivo [www.space3.earth] a forma di Terzo Paradiso. Partecipare a questa opera d’arte permette, come una chiave di accesso, di attivarsi per il grande mito rappresentato dal Simbolo.

rom July 2017 to December 2018, Paolo Nespoli is on board of the International Space Station. During the breaks from his working schedule, he shoots pictures of planet Earth, and transmits them to ESA/ASI facilities. Pictures by Paolo Nespoli are made accessible to web users through the «Space Three» app – Spac3 – an easy-to-use application available for iOS and Android smartphones. The Spac3 app has been developed by ESA and RAM radioartemobile with ASI and Cittadellarte with the objective of engaging the audience in the creation of a collective artwork, but even more in order to stimulate the participants to take on an active role in this epochmaking transition represented by the Third Paradise. Following the proposed themes (associated with 17 Global Sustainable Development Goals launched by United Nations), the users have the possibility to combine the space photos by Nespoli with their own Earth images within the symbol of the Third Paradise. The images generated with this combination, once shared on the most popular social media (i.e. Twitter, Facebook and Instagram) with the use of the #spac3 hashtag, are displayed in a large, interactive mosaic [www.spac3.earth] in the shape of the Third Paradise. Participating to this artwork allows, as an access key, everyone to get active for the great myth represented by the Symbol.


opere di pistoletto

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a mostra si apre con una serie di quadri specchianti che rappresentano a tutti gli effetti il fondamento dell’opera di Pistoletto. Elaborato definitivamente nel 1962, il metodo di realizzazione consiste nel riportare una fotografia a dimensioni reali con la tecnica serigrafia su lastre di acciaio inox lucidate a specchio. La fotografia viene utilizzata per ottenere oggettività e al tempo stesso la superficie specchiante include tutto ciò che il mondo presenta davanti al quadro, facendo trovare lo spettatore all’interno dell’opera. Se la fotografia rappresenta il passato, lo specchio racconta il presente: il quadro specchiante diventa così il luogo d’incontro di questi due momenti realizzando una compresenza di staticità e dinamicità, unicità e molteplicità, presenza e assenza. In molti casi i quadri specchianti poggiano direttamente sul pavimento: questa soluzione fa sì che essi aprano un varco attraverso il quale l’ambiente in cui sono esposti si prolunghi nello spazio virtuale dell’opera. Con lo specchio si apre una duplice prospettiva, frontale e retrovisiva, che ingloba interamente lo spettatore, il quale diviene il vero protagonista dell’opera. La collezione continua con l’opera Gabbia Specchio (1973-1992); l’istallazione, composta da cinque coppie di specchi, nasce dalla constatazione che la superficie specchiante può riflettere qualsiasi cosa tranne se stessa. Affinché lo specchio possa auto-riflettersi occorre dividerlo in due parti: riducendo progressivamente l’angolo che si genera sull’asse della divisione degli specchi, all’interno dell’opera si moltiplicano le superfici specchianti che continuano a crescere verso l’infinito e che testimoniano come la moltiplicazione derivi in realtà da un’originaria divisione. Al centro della sala è collocata la Venere degli stracci (1967): l’opera esprime un incontro e al contempo un contrasto tra due opposti. Da un lato troviamo i canoni della bellezza neoclassica, dell’equilibrio e dell’armonia rappresentati dalla dea, dall’altro la massa multicolore e disorganizzata degli stracci diventa metafora dello scarto, del consumismo (anzi, di un “consumismo consumato” come lo descrive Pistoletto) e più in generale dell’epoca contemporanea e dei suoi continui mutamenti. Stracci e Venere sono due realtà distinte provenienti da epoche e storie diverse, ma insieme formano un terzo elemento che si esprime proprio nella complessità del mondo in cui l’Artista decide di intervenire con un impegno etico e sociale. Proseguendo nella collezione si incontra il Segno Arte: il simbolo dell’Arte che per Pistoletto si genera dall’unione di due triangoli equilateri e che è realizzato in diversi oggetti quotidiani come un tavolo, una panca, un armadio, una porta, un tavolo da ping pong. La forma del simbolo ricalca quella di un essere umano con braccia e gambe nella loro massima estensione; l’attenzione dell’osservatore si concentra nel punto in cui i due triangoli che formano il simbolo si incontrano: l’ombelico. L’essere umano è caratterizzato da una parte “alta”, dominata dal cervello e dalla razionalità, e da una parte “bassa” strettamente legata al sesso, all’impulso e all’istinto. Come avviene della Venere degli stracci, anche in questo caso due realtà opposte danno vita a un terzo elemento: l’unicità della dimensione umana caratterizzata dalla più preziosa delle sue facoltà, quella di creare. Conclude la collezione Luogo di raccoglimento multiconfessionale e laico, omonima istallazione progettata per la prima volta da Pistoletto nel 1998 a Marsiglia all’interno dell’Istituto oncologico Paoli-Calmettes. Si tratta di uno spazio ripartito in cinque piccole cappelle che dal centro condiviso si aprono come petali di un fiore; quattro di questi ambienti sono dedicati a religioni, mentre il quinto è riservato al pensiero laico. Nella zona centrale si trova l’opera

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opere di pistoletto’s works p is t o l e t t o

Cittadellarte’s historic collection l a co l l e z i o n e storica di Cittadell arte

Metro cubo d’infinito realizzata nel 1966 e composta da sei specchi con la parte riflettente rivolta all’interno, in modo che si generi un’infinita moltiplicazione di cubi specchianti. Non è un caso che Pistoletto abbia deciso di inserire un’opera d’arte al centro di un luogo condiviso da varie religioni monoteiste: il suo percorso artistico, variegato eppure lineare, lo ha condotto a teorizzare che l’arte abbia la facoltà di porsi al centro della dimensione sociale, culturale e anche spirituale dell’uomo e che l’artista debba assumersi la responsabilità di farsi portatore di un cambiamento in ogni ambito della società. Elena Rosina, Responsabile Didattica Cittadellarte

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he exhibition opens with a series of mirror paintings, essentially representing the foundation of Pistoletto’s work. Finalized in 1962, the realization technique consists in reproducing a life size photograph on a sheet of polished stainless steel through silk printing. Photography is used to obtain objectivity, at the same time the reflective surface includes anything the world presents in front of the mirror, the spectators find themselves within the work. If the photograph represents the past, the mirror reflects the present: the mirror painting therefore becomes the meeting point of these two moments, simultaneously presenting stillness and dynamism, uniqueness and multiplicity, presence and absence. In many cases the mirror paintings stand directly on the floor: this solution allows for the exhibition space to extend into the virtual space of the work. With the mirror, a double perspective opens itself, forwards and backwards, which entirely encloses the spectator, who becomes the real protagonist of the work. Next we find the work Mirror-Cage (1973-1992). This installation, made of five pairs of mirrors, was born from the consideration that a mirror can reflect anything but itself. In order for the mirror to be able to reflect itself, it needs to be divided into two: progressively reducing the angle of divergence of the mirrors, within the work the reflecting surfaces multiply themselves growing to infinity, showing how multiplication is in fact the result of a process of division. In the middle of the room stands the Venus of the Rags (1967): the work represents a meeting and at the same time a contrast between two opposites. On one hand, we have the aesthetic canons of neoclassical beauty, balance and harmony embodied in the goddess; on the other, the colourful and disorganized heap of rags becomes a metaphor for wastage, for consumerism (or for a “consumed consumerism”, as Pistoletto describes it) and more generally for the contemporaneity and its continuous changing. Rags and Venus are two distinct realities coming from very different contexts, but together they form a third element which expresses itself in the complexity of the world in which the artist decides to act with ethical and social commitment. Further on through the collection we find the Segno Arte: the symbol of Art, which, for Pistoletto, is generated by the joining of two equilateral triangles and realized as ordinary objects like a table, a bench, a wardrobe, a door, a ping pong table. The form of the symbol traces the shape of a human being with stretched arms and legs; the observer is drawn to the point where

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1. Michelangelo Pistoletto, Venere digli stracci / Venus of Rags, 1967. Michelangelo Pistoletto, Cinque Pozzi / Five Wells, 1966. Photo: Enrico Amici. 2. Michelangelo Pistoletto, Segno Arte, 1976-1993. Photo: Pierluigi Di Pietro. 3. Michelangelo Pistoletto, Gabbia Specchio / Mirror-Cage, 1973-1992. Photo: Pierluigi Di Pietro. Michelangelo Pistoletto, Autoritratto / Self-portrait, 1962-2008. Photo: Pierluigi Di Pietro.

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the two triangles meet: the navel. The human being is defined by an upper half dominated by the brain and rationality, and a lower half dominated by the sexual organs, impulse and instinct. As with the Venus of the Rags, two opposites create a third element: the uniqueness of the human dimension characterized by the most precious of its faculty, the ability to create.

The collection concludes with the Multiconfessional and Secular Place of Meditation, an installation originally devised by Pistoletto in 1998 for the Oncological Institute Paoli-Calmettes in Marseille. It consists of five little chapels arranged around a shared centre like petals of a flower; four of these spaces are dedicated to a religion, while the fifth represents the laic

thought. In the central area we find the work Cubic Metre of Infinity, realised in 1966 and composed of six mirrors with their reflective surfaces facing inward, in order to generate an endless multiplication of mirroring cubes. It is not by chance that Pistoletto decided to inser t a work of ar t in the middle of a space shared among different monotheist reli-

gions: his diverse but linear artistic development has led him to theorize that art has the faculty to place itself at the centre of the social, cultural and even spiritual dimension of the human being, and that the artist must assume the responsibility of bringing change into every sector of society. Elena Rosina, Cittadellarte Didactics Office


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la didattica per il cambiamento • unidee a new york

2017

La didattica per il c ambiamento

progetti e azioni dell’Ufficio didattica di Cittadellarte

UNIDEE A NEW YORK

TRA LE 60 PIù INNOVATIVE ART SCHOOLS

La ricerca che Cittadellarte ha intrapreso nel 2014 sul rapporto tra l’arte e l’apprendimento ci ha portati all’invito a Brooklyn (Red Hook) in occasione della prima Fiera della Scuola d’Arte Alternativa, un evento che ha coinvolto 60 organizzazioni selezionate dai suoi curatori (Catherine Despont di Pioneer Works, l’artista Dylan Gauthier e il direttore della Biennale di Parigi Alexandre Gurita) a partecipare e presentare le sperimentazioni più innovative nel campo dell’arte contemporanea come motore per ridefinire la vita sociale. Cittadellarte è stata invitata in particolare per UNIDEE-Università delle Idee, uno dei progetti più conosciuti e riconosciuti dalle oltre mille persone che hanno visitato i bellissimi spazi di Red Hook nel corso della due giorni. Un’opportunità preziosa per aprire un dialogo e per fare rete, la nostra partecipazione è stata anche il contesto ideale per un gremito seminario in cui ho discusso di arte ed educazione artistica nel contemporaneo. Paolo Naldini, Direttore Cittadellarte - Fondazione Pistoletto

UNIDEE in New York

among the 60 most innovative art schools

The research on the relationship between art and learning that Cittadellarte has been conducting since 2014 has led to us being invited to Brooklyn (Red Hook) on the occasion of the 1st Alternative Art School Fair, an event involving 60 organizations selected by its curators (Pioneer Works’s Catherine Despont, artist Dylan Gauthier, and Paris Biennale director Alexandre Gurita) to participate and present the most innovative experimentations in the field of contemporary art as a driving force to redefine social life. Cittadellarte was invited in particular for UNIDEE-University of Ideas, one of the projects most well-known and acknowledged by the over thousand people who visited the beautiful Red Hook spaces during the two-day event. A precious opportunity to open a dialogue and to network, the participation was also the ideal context for a (fully booked) seminar where I discussed art and art education in the present world. Paolo Naldini, Director Cittadellarte - Fondazione Pistoletto

Didactics for change

projects and actions of Cittadellarte’s Didactic Office

L

’anno scolastico 2016/2017 ha visto oltre 5000 studenti provenienti da tutta Italia protagonisti di attività, laboratori e workshop proposti dall’Ufficio Didattica di Cittadellarte; l’offerta è stata pensata per coniugare l’arte e l’attività creativa con l’ecologia e la cura dell’ambiente, dedicando particolare attenzione ai temi dell’interculturalità e della comunicazione senza frontiere. I progetti che hanno caratterizzato le attività sono stati: il coinvolgimento di circa 500 studenti delle scuole di Biella che grazie alle giornate FAI per le scuole sono diventati “ciceroni” per un giorno e hanno accompagnato i loro coetanei alla scoperta di Cittadellarte; i laboratori di Muse alla Lavagna promossi dalla Fondazione CRB che hanno coinvolto 17 classi delle scuole del territorio; il progetto Rebirth students change the world promosso dall’ambasciatrice del Terzo Paradiso Denise De Rocco, oltre alla realizzazione di attività di alternanza scuola - lavoro con gli istituti superiori del territorio e, nel mese di marzo, di un’intera classe del liceo artistico “V. Cardarelli” di La Spezia che ha trascorso una settimana di residenza a Cittadellarte. Nel mese di settembre, si conclude il progetto Periferie urbane: pratiche di demopraxia e ricerca del bene comune in partnership con Fondazione Zegna. Questo progetto è supportato dal Mibact – Ministero per i beni e le attività culturali – e nasce nell’ambito della partecipazione di Cittadellarte al Comitato Fondazioni Italiane Arte Contemporanea. I partecipanti sono gli studenti delle classi terze e quarte dell’Istituto alberghiero di Trivero che attraverso quattro incontri approfondiscono il concetto di demopraxia, ovvero alla “democrazia in prima persona”,

Studenti del liceo “V. Cardarelli” di La Spezia a Cittadellarte. Students from the art institute “V. Cardarelli” in La Spezia at Cittadellarte.

operazione necessaria per costituire un processo di cittadinanza attiva e partecipativa. Questo è un concetto chiave per la definizione e lo sviluppo di un’identità territoriale e di una linea progettuale che intende dare valore alle realtà periferiche, la diffusione di buone pratiche e la crescita di responsabilità verso il territorio. Elena Rosina, Responsabile Didattica Cittadellarte

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he school year 2016/2017 saw over 5000 students from all over Italy taking part in activities and workshops created by Cittadellarte’s Didactic Office; the offer has been conceived in order to connect art and creativity with ecology and the care for the environment, giving particular attention to the themes of interculturality and communication without borders.

Giornata di Rifugiato 2016 / Refugee Day 2016. Photo: Loris Bellan

The projects characterizing the activities were: the involvement of about 500 students from Biella who – thanks to FAI (the Italian National Trust) days for schools – became “cicerone” for a day, guiding their peers around Cittadellarte; the workshops of Muse alla Lavagna (Muses at the blackboard) promoted by CRB Foundation, with the participation of 17 local classes; the project Rebirth students change the world from an idea of the Ambassadress of the Third Paradise Denise De Rocco; besides a collaboration of job placement for students from local superior institutes and, in March, for a whole class of the artistic institute “V. Cardarelli” in La Spezia, who spent a whole week in residency at Cittadellarte. September sees the conclusion of the project Periferie urbane: pratiche di demopraxia e ricerca del bene comune (Urban suburbs: practices

of demopraxy and research of a common good) in partnership with Zegna Foundation. The project is supported by Mibact – the Ministry for cultural heritage and activities – and stems from Cittadellarte’s participation into the Commitee of Italian Foundations of Contemporary Art. The participants are students from the third and fourth years of the Catering Institute in Trivero, who – in the course of four meetings – are delving into the concept of demopraxy, i.e. “democracy in first person”, a process necessary to constitute an active and participative citizenship. This is a key concept for the definition and development of a territorial identity and a line of action aiming at enhancing suburban realities, the diffusion of good practices and the rise in responsibility towards the territory. Elena Rosina, Cittadellarte Didactics Office

Giornata dell’Arte 2016 / Art Day 2016. Photo: Loris Bellan

Forum: la Giornata del Rifugiato

Forum: Refugee Day

Giornata dell’Arte Art Day

Il 18 giugno 2016 Caritas e molte organizzazioni della società civile di Biella hanno organizzato con Cittadellarte la Giornata del Rifugiato, che non è stata soltanto una celebrazione delle diversità che arricchiscono il nostro territorio, ma una giornata di lavoro, un vero e proprio forum co-organizzato da una cooperativa fondata dagli stessi migranti (MigrAction) secondo le modalità sperimentate da Cittadellarte nei Forum Rebirth: tavole di lavoro su tematiche specifiche come le problematiche inerenti il lavoro, la tratta, le rimesse. In mezzo alla riunione plenaria è stata allestita un’istallazione che rappresentava il mare Mediterraneo, così tragico e così simbolico come spazio di incontro tra mondi diversi, ma anche terribile frontiera portatrice di sogni e di disgrazie. Il motto dell’incontro, mutuato dal Movimento Artistico per una Politica Intermediterranea fondato da Cittadellarte nel 2002, è stato “Love Difference”.

On 18th June 2016, Caritas and many other civil society organizations from Biella – together with Cittadellarte – organized a Refugee Day, which was not only a celebration of the diversity enriching our territory, but also a day of work, an actual forum co-organized by a cooperative created by migrants (MigrAction) and carried out according to the modalities Cittadellarte has experimented with in the course of the Rebirth Forums: work tables on specific themes like issues related to jobs, negotiations, remittances. In the middle of the plenary meeting was an installation presenting the Mediterranean Sea, such a tragic and symbolic meeting point of different worlds, but also a terrible boundary line bearer of dreams and misfortunes. The motto of the event, adopted by the Artistic Movement for an Intermediterranean Politics, founded by Cittadellarte in 2002, was “Love Difference”.

Il laboratorio permanente di progettazione eventi della Consulta degli studenti della Provincia di Biella, dedicato alla Giornata dell’Arte, che vede una partecipazione di 5/8 mila giovani alla “due giorni” organizzata da un team di 50 ragazzi che si ritrovano ogni venerdì da gennaio a giugno con l’accompagnamento di Cittadellarte.

The permanent laboratory of event planning of the students’ council of the province of Biella dedicated to the Art Day, which sees the participation of 5/8.000 youths in a two-day event organized by a team of 50 young people meeting every Friday from January to June in association with Cittadellarte.


social innovation design

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SOCIAL INNOVATION DESIGN

Corso di Diploma Acc ademico Bachelor of Art Pro gr am La nuova scuola di Cittadellarte per facilitatori di innovazione responsabile

Cittadellarte new school for responsible innovation facilitators

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ittadellarte, in collaborazione con l’esperienza progettuale dello IAAD di Torino e l’autorevolezza nel campo delle discipline sociali dell’università di Milano Bicocca, propone un corso per innovatori e facilitatori di innovazione, destinati a operare in imprese, istituzioni e organizzazioni pubbliche in grado di interpretare la contemporaneità e progettare le trasformazioni alla luce dei nuovi fenomeni economici e sociali, ambientali e culturali. Il corso triennale di diploma accademico in SOCIAL Innovation Design (SID) partirà nel settembre 2018 ed è una nuova esperienza di formazione unica in Europa, in grado di interpretare le esigenze di innovazione sostenibile e responsabile delle organizzazioni pubbliche e private, profit e no-profit. Si rivolge in particolare ai fabbisogni di recruitment delle imprese, istituzioni e organizzazioni che intendono innescare importanti processi di cambiamento, disegnare modelli di business e di organizzazione più adeguati ai sistemi competitivi attuali. Le organizzazioni innovative saranno, infatti, alla guida dei processi di riformulazione dell’idea stessa di benessere economico e sociale, sperimentando e implementando forme di sviluppo e di imprenditorialità creativa, giovane e consapevole. SID sarà un luogo di apprendimento e scambio che unirà design e management, la dimensione teorica con quella pratica, lo sviluppo di capacità tecniche con una visione umanistica e sistemica, l’approccio artistico e creativo con il metodo della progettazione, ponendo l’attenzione sulla crescita personale di ogni studente, per uno sviluppo armonico e integrato. Tre anni di studi durante i quali ogni studente può soprattutto trovare e scoprire le proprie capacità e dare voce alle proprie passioni e attitudini, nella convinzione che per generare cambiamento bisogna partire da se stessi. L’approccio artistico e creativo di Cittadellarte sarà la base metodologica per aiutare gli studenti a dare corpo a ciò che studiano e realizzare idee imprenditoriali e progetti di trasformazione sociale e culturale, attraverso il pensiero laterale e il design thinking. Gli ingredienti che accompagneranno questi tre anni formativi unici saranno, insieme alla visione e all’approccio artistico al problem solving, la cultura del dialogo e della mediazione, una forte propensione al servizio dell’altro oltre che di sé, la cultura dell’autonomia nel quotidiano (saper riparare, costruire, cucinare, lavorare la terra) e la pratica dell’osservazione e dell’ascolto. Con le competenze disciplinari e queste capacità gli studenti saranno pronti ad affrontare e anticipare le richieste di un mercato sempre più in trasformazione e una società sempre più bisognosa di persone integrate dotati di visione e previsione oltre che di iper-specialisti esecutori.

OBIETTIVI FORMATIVI Il corso triennale per il Diploma Accademico di primo livello in Social Innovation Design ha l’obiettivo di fornire allo studente strumenti, conoscenze, competenze ed esperienze per svolgere l’attività di facilitatore dei processi e dei progetti di innovazione nelle organizzazioni. Gli obiettivi formativi sono orientati a: • c oniugare le potenzialità di innovazione radicale insite nella pratica artistica con metodologie e competenze di gestione al fine di far incontrare le capacità degli individui/gruppi e i bisogni delle organizzazioni; • creare un ponte tra le organizzazioni e le esigenze di innovazione

COMPETENZE FACILITATORE DEI PROCESSI DI INNOVAZIONE Il SOCIAL Innovation Designer (SIDer) è un facilitatore dei processi di innovazione responsabile, una figura professionale capace di innescare, accompagnare e coordinare l’innovazione responsabile in ogni tipo di organizzazione. PROBLEM SOLVING - PROBLEM SETTING Il SIDer possiede competenze e attitudini non solo al problem solving, ma anche al problem setting, ossia alla capacità di farsi domande, costruire scenari e immaginare contesti e azioni responsabili. AUTONOMIA E TEAMWORK Il SIDer è anche capace di proporre pensiero e visioni laterali grazie alla familiarità con i processi e i metodi della creazione propri dell’arte contemporanea e del design, fondati sulla congiunzione di autonomia e responsabilità del singolo verso il gruppo, verso il contesto sociale o organizzativo in cui opera e verso il progetto in sé. METODI E TECNICHE DI ORGANIZZAZIONE E INNOVAZIONE Il SIDer possiede un’adeguata padronanza di metodologie e teorie dell’innovazione e dei più innovativi modelli di organizzazioni responsabili oggi esistenti, primi tra tutti i modelli delle nuove economie inclusive che si basano su positività, circolarità, condivisione (sharing), partecipazione e sulla coniugazione tra high-tech e low-tech.

SKILLS INNOVATION PROCESSES FACILITATOR SOCIAL INNOVATION DESIGNer (SIDer) is a facilitator of the processes of responsible innovation, a professional figure able to trigger, follow and manage responsible innovation in every type of organization. PROBLEM SOLVING - PROBLEM SETTING SIDer has the relevant competences and a predisposition not only to solve, but also to set problems. i.e. the ability to question, build scenarios and imagine responsible contexts and actions. AUTONOMY AND TEAMWORK SIDer is also able to offer lateral thinking and vision thanks to their familiarity with the processes and the methods of contemporary art and design, founded on the combination of autonomy and responsibility of the individual towards the group, the social and organizational context they work in, and the project itself. METHODS AND TECHNIQUES OF ORGANIZATION AND INNOVATION SIDer has an adequate command of the methodologies and theories of innovation and of the most innovative existing models of responsible organization, and in particular the models of new inclusive economies based on positivity, circularity, sharing, participation and a fusion of high tech and low tech.

rese necessarie dai cambiamenti profondi della contemporaneità; •o ffrire un programma di studi, di esperienze e di attività laboratoriali che forma figure professionali esperte di organizzazione, di processi di sviluppo locale economico-sociale, delle industrie culturali e della gestione delle risorse umane capaci di favorire processi innovativi responsabili all’interno di organizzazioni private e pubbliche; • sviluppare intelligenza emotiva e relazionale necessaria per governare processi di innovazione sociale in gruppi ad alto tasso di diversità culturali, sociali, scientifiche, metodologiche.

PECULIARITà ARTE, DESIGN E ORGANIZZAZIONI Il modello formativo è fondato sull’incontro tra l’arte (che è innovazione radicale), la cultura del design e l’importanza della gestione e dell’organizzazione. Il modello trasferisce una profonda visione umanistica che sta alla base della comprensione dei comportamenti degli individui e delle organizzazioni in una società complessa. RETE INTERNAZIONALE A Cittadellarte e nelle sedi dei suoi partner internazionali si svolgono laboratori innovativi su progetti. In col-

laborazione con istituzioni (es. ONU e ILO); imprese di eccellenza (es. Illy, Zegna, FCA); enti governativi (es. Min. Cultura di Cuba); università internazionali (es. Harvard-ProjectZero, Copenhagen Business School, Antwerp University); organizzazioni no-profit (Slow Food, Camera della Moda, FAI). TRA TORINO, BIELLA E MILANO Il corso propone esperienze con aziende e organizzazioni e ha una stretta relazione con Biella, sede principale del corso; Torino, dove si svolgono lezioni e seminari; Milano, dove si svolgono workshop, seminari, e incontri con autorevoli testimonial. Il corso si svolge a Torino, negli spazi dello Iaad ristrutturati da Cino Zucchi, e a Biella, negli spazi postindustriali di Cittadellarte. UNIVERSITà DELLE IDEE Criterio di ammissione a SID sono le passioni più che le conoscenze. Nei tre anni le idee, i sogni, le ipotesi di business o di carriera degli studenti vengono in-formati attraverso un percorso di tutoraggio che porta a incubare e realizzare le migliori idee di innovazione sociale. Al centro sono le idee, che come spina dorsale del corso vengono fatte crescere e sviluppare. Valeria Cantoni (Coordinatrice) e Michele Cerruti But (Vice Coordinatore) Corso SID

ittadellarte, in collaboration with IAAD planning experience and the University Bicocca’s authority in the field of social science, offers a course for innovators and innovation facilitators destined to work in companies, institutions and public organizations, who will be able to understand the contemporaneity and to plan the changes in the light of the new economic, social, environmental and cultural phenomena. The three-year BA program in SOCIAL Innovation Design (SID) will start in September 2018 and it is a new formative experience unique in the whole Europe, able to understand and meet profit and nonprofit organizations’ needs for sustainable and responsible innovation. It is particularly addressed to the recruitment demands of companies, institutions and organizations meaning to trigger important processes of change and to define business models more adequate to the current competitive systems. Innovative organizations will, in fact, be driving the processes of reformulation of the idea itself of economic and social well being, experimenting and implementing forms of development and of creative, fresh and conscious entrepreneurship. SID is a place of learning and dialogue linking design and management, the theoretical and the practical dimensions, the development of technical skills and a humanistic and systemic vision, an artistic and creative approach and a planning method, concentrating on the personal growth of each student, for a harmonic and integrated development. During a three-years program students discover their own skills and give voice to their passions, in the belief that in order to generate change you have to start from yourself. Cittadellarte’s artistic and creative approach is the methodological base helping the students to materialize what they study and realize entrepreneurial ideas and projects of social and cultural transformation, through lateral and design thinking. Together with the artistic approach and vision for problem solving, other ingredients of this three-years program will be: dialogue and mediation culture, a strong inclination at being at the service of others, autonomy in everyday experience (intended as DIY, repairing, cooking, building, farming), observation and listening practice. Through expertises and capabilities students will be able to cope with the needs of a more and more transforming market and with a society claiming more individuals with visions and people able to foresee the future than overspecialized executors.

GOALS BA Social Innovation Design has the objective of supplying students with tools, knowledge, skills and experience to work as facilitators of processes and projects of innovation in the organizations. The formative objectives aim at: • combining the potential for radical innovation intrinsic to the artistic practice with management skills, in order to match the abilities of a person/group with the needs of an organization; • bridging the gap between organizations and the requirements of innovation made necessary by the deep changes of the contemporaneity; • offering a programme of studies,

Le iscrizioni apriranno in autunno 2017 / Enrollment from Autumn 2017. Per informazioni / For any information: Michele Cerruti But, Vice Coordinatore del corso / SID Vice-Coordinator m.cerruti@cittadellarte.it

experiences and workshops developing professional figures expert in organization, in processes of local socio-economic development, in cultural enterprises and in human resources, and therefore able to facilitate responsible innovative processes within private and public organizations; • developing the emotional and relational intelligence necessary to govern processes of social innovation in culturally, socially, scientifically and methodologically highly diversified groups.

SPECIFICITIES ART, DESIGN AND ORGANIZATIONS The formative model is based on the meeting of art (which is radical innovation), design culture and the importance of management and organization. The model conveys the deeply humanistic vision which is at the basis of the understanding of the behaviour of individuals and organizations in a complex society. INTERNATIONAL NETWORK The innovative workshops on projects are held in Cittadellarte and on the sites of our international partners. In collaboration with institutions (e.g. ONU e ILO); companies of excellence (e.g. Illy, Zegna, FCA); govern-

ment bodies (e.g. the Cuban Ministry of Culture); international universities (e.g. Harvard-ProjectZero, Copenhagen Business School, Antwerp University); non profit organizations (Slow Food, National Chamber of Fashion, FAI – National Trust of Italy). BETWEEN TURIN, BIELLA AND MILAN The course offers experiences within companies and organizations and is strictly connected to Biella, main site of the course; Turin, where lessons and seminars will be held; Milan, where workshops, seminars and meetings with influential testimonials will be held. The course will be carried out in Turin, in the IAAD spaces remodelled by Cino Zucchi, and in Biella, in Cittadellarte postindustrial spaces. UNIVERSITY OF IDEAS Criteria for admission to SID are based on passion rather than knowledge. In the course of the three years, students’ ideas, dreams, business and career opportunities are informed through a process of tutoring leading to the incubation and the realization of the best ideas in social innovation. At the centre are the ideas, grown and developed as backbone of the course. Valeria Cantoni (SID Coordinator) and Michele Cerruti But (SID Vice-Coordinator)

IL CORSO

THE PROGRAM

AREA DEL DESIGN Basic Design e Metodologia. Design del prodotto. Design dei servizi. Analisi e Design dei sistemi. Design management. Design degli ambienti e del territorio. Innovazione tipologica e tecnologica.

DESIGN Basic Design and Methodology. Product design. Service Design. Systems Analysis and Design. Design management. Interior and Public space Design. Types and Tech Innovation.

AREA ECONOMICO-GESTIONALE Economia aziendale, Microeconomia. Economia e marketing della moda. Scienza dell’organizzazione, Innovazione organizzativa, Organizzazioni complesse. Leadership inclusiva, Team work, Gestione dell’attività professionale. Project management. Circular, Positive, Sharing, Social Economies.

ECONOMY AND MANAGEMENT Economy, microeconomy. Fashion economy and marketing. Science of organization, Organizational innovation, Complex organizations. Inclusive Leadership, Team work. Job management. Project management. Circular, Positive, Sharing, Social Economies.

AREA DELLE SCIENZE UMANE Antropologia, Sociologia dei Consumi e Psicologia. Storia delle idee e Storia dell’arte. Teorie urbane, Cultura Economica. Comunicazione e Gestione dei conflitti.

HUMANITIES Anthropology, Sociology of Consumption and Psychology. History of ideas and history of Art. Urban Theory, Economic Culture. Communication and Conflicts management.

PROFESSIONALIZZAZIONE Laboratori e sviluppo di progetti con imprese e organizzazioni. Organizzazione di eventi e performance. Testimonianze di imprenditori ed esperti. Seminari tematici e virtual classroom. Tirocinio formativo presso imprese e istituzioni internazionali.

JOB SKILLS LAB Workshops and development of projects with companies and organizations. Event and performance organization. Meetings with entrepreneurs and experts. Thematic seminars, Virtual classrooms. Work placements within international companies and institutions.

La faculty è composta da accademici delle discipline umanistiche, delle scienze sociali ed economiche, dai massimi esperti di processi di innovazione sociale e nuove economie, oltre che da artisti, designer e professionisti di progettazione dei sistemi.

The faculty is composed of humanities, economics and social science scholars, social innovation processes and new economies top experts, artists, managers and system designers.


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unidee

www.cittadellarte.it/unidee |

2017

Unidee University of Ideas |

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rmai al terzo anno e avendo alle spalle la lunga storia di residenza per artisti internazionali (2000-2013) avviata dal Maestro Michelangelo Pistoletto, il nuovo formato di UNIDEE-Università delle Idee di Cittadellarte propone un modello educativo basato su “altre” modalità per fare esperienza dell’incontro tra teoria critica, attivismo e pratica artistica, non secondo rapporti di subordinazione ma piuttosto attraverso livelli di interazione, scambi, interferenze reciproche. In rapporto di continuità metodologica e di relazione semantica con le parole chiave scelte per il 2015 e per il 2016, nel corso del 2017 si esamineranno con un approccio interdisciplinare altri tre macro-temi, quali rivoluzione, desiderio e mediazione, centrali sia nel dibattito socio-politico contemporaneo sia nelle pratiche dei numerosi attori operanti nella sfera pubblica. Il termine rivoluzione in origine era astronomico e indicava il moto degli astri, dunque un movimento ricorrente e ciclico. La parola viene dal latino revolvere, composta da re-ancora e volvere-volgere, e significa letteralmente “voltare di nuovo” e non solo “rovesciare”, come si è diffusa nell’uso comune. Re-volvere, riferendosi all’azione di girare due volte lungo una curva per ritornare al punto di partenza, svela così un senso ambivalente e di cambiamento apparente. Se applicata alla politica, la parola rappresenterebbe un eterno ripresentarsi di forme di governo note, il che, da una parte, è molto lontano dall’idea di tutti i rivoluzionari di agire per la caduta di un vecchio ordine e l’instaurazione di uno completamente nuovo, ma dall’altra, è purtroppo molto vicino agli esiti reali di questi fenomeni, dalla rivoluzione francese a quella russa fino ad arrivare alle recenti rivoluzioni arabe. Conseguentemente e in linea con la Scuola delle Annales, alla rivoluzione preferiamo la sua antitesi “evoluzione”, ovvero il manifestarsi quotidiano, lento e continuo di cambiamenti strutturali della società (in questo senso, le rivoluzioni industriali rappresenterebbero un’evoluzione plurisecolare che avvia un lungo processo di trasformazione economica mondiale). Il termine rivoluzione è usato per la prima volta nella sfera politica nel XVII secolo, a indicare quando, nel 1660, in Inghilterra fu restaurata la monarchia dopo che fu rovesciata la dittatura di Cromwell; quindi, appena il concetto entrò nella sfera politica, significò “restaurazione” (H. Arendt, Sulla rivoluzione, 1963). Il momento in cui la rivoluzione assunse una forma definitiva e fece la sua comparsa concreta è in occasione della rivoluzione francese e americana, anche se entrambe ebbero inizio sotto la guida di uomini che credevano che il loro compito fosse restaurare un antico ordine: avevano quindi un preciso progetto in mente. Nel concetto di desiderio (dal latino de-siderium, derivato di de-siderare nel senso di “allontanare lo sguardo dalle stelle”) è contenuto il movimento della volontà verso qualcuno o qualcosa che manca, che piace, per cui si prova affetto. Pertanto, nell’origine semantica della parola sono compresenti sia il “desiderio dell’altro” (in senso soggettivo e oggettivo) sia il “desiderio d’altro” (in senso impersonale e personale). Jacques Lacan nel suo VII seminario sull’etica della psicoanalisi (1986) afferma che per il soggetto è più etico agire in conformità con il proprio (inconscio) desiderio che modificare il proprio comportamento agli occhi del grande “Altro” (società, famiglia, leggi). Il filosofo francese collega questa posizione etica alla figura di Antigone la quale, quando il fratello muore, infrange la legge per sedere vicino al suo corpo fuori dalle mura della città. Antigone è il soggetto che non rinuncia al proprio desiderio perseverando in ciò che sente di dover fare. Tuttavia, una tale concentrazione sui bisogni individuali non implica un’esclusione del sociale ma, al contrario, avviene sullo sfondo delle regole e degli obblighi della società. Dare potere al desiderio significa porsi la questione dell’altro in termini critici e non conformistici o buonisti, e implica la possibilità della produzione di una frattura tra il soggetto e la collettività. Il “desiderio d’altro” è la forma di eccesso dell’identità precaria che ha il bisogno reale e simbolico di nutrirsi, “aumentarsi”, alterarsi come forme di alienazione. “Quanto più l’energia dell’essere umano viene investita nell’attività produttiva, tanto più egli accresce la potenza del suo nemico, il capitale, e tanto meno gli resta per se stesso” (F. Berardi, L’anima al lavoro, 2016). Il progresso tecnico-scientifico gioca in questo caso un ruolo essenziale, in quanto la mutazione tecnologica consente al vivente – e tanto più all’essere umano, date le doti particolari del proprio linguaggio/ pensiero – di desiderarsi sempre altro da sé per essere più potentemente se stesso. è questa dimensione “siderale” che l’Internazionale Situazionista ha circoscritto nella definizione di “società dello spettacolo” (G. Debord, 1967), e che le scienze sociali hanno “ristretto” nella categoria di capitalismo. L’attuale sistema di produzione e consumo ci impedisce di affrontare un qualsiasi argomento che possa esser svincolato dal presente: tutto rimanda al presente, tutto riguarda il presente, il presente va prodotto continuamente e continuamente consumato, in un vortice che diventa sempre più veloce, nel cambiare forma e sostanza. Tale “ideologia del presente” sembra paralizzare ogni sforzo teso a pensare “altro”, il diverso, le alterazioni. Si attribuisce alla parola mediazione un significato in genere “mediocre”, “moderato” e, quindi, un po’ negativo. Invece, ciò che sta nel “medio” tra due polarità e ciò che il “medium” rappresenta sono aspetti assai interessanti oggi, poiché viviamo in un’epoca intrisa di “mediazione” (con rispetto ai mezzi attraverso cui le cose del mondo ci arrivano), che è penetrata in ogni ambito della vita quotidiana, dell’esperienza, dell’immaginazione e del racconto. Secondo processi e livelli diversi che passano dal discorso artistico alla pratica politica, si va dall’artista che media la realtà attraverso l’opera, al curatore che ha la funzione di mediatore con le istituzioni,

I mentori e gli ospiti per il 2017 sono / The mentors and guests for 2017 are: Etcetera (Loreto Soledad Garin Guzman and Federico Zukerfeld) with Franco “Bifo” Berardi; Ayreen Anastas and Rene Gabri with Carla Bottiglieri; Riccardo Fassone and Juan Sandoval with Gabriele Ferri; Diego del Pozo Barriuso with Julia Morandeira Arrizabalaga; Andrea Caretto | Raffaella Spagna with Ernst Zürcher; Gianluca and Massimiliano De Serio with Luigi Fassi; Attila Faravelli and Enrico Malatesta with Adam Asnan; Aria Spinelli for the EU project “Trauma & Revival”; Adrian Paci with Leonardo Caffo and Zef Paci; Assemble (John Bingham-Hall and Amica Dall) with Efrosini Protopapa; Rick Lowe with Elpida Rikou.

@Unidee2017 |

@UNIDEE2017 |

alle persone intese come medium e materiale artistico fondamentale nei lavori partecipativi (C. Bishop, Inferni Artificiali, 2012), alla mostra che è dispositivo di mediazione per il pubblico, al dipartimento educativo del museo che ha il compito di mediare con comunità specifiche, al museo stesso che ri-media i propri contenuti in forma digitale, fino ad arrivare in un senso più ampio al ruolo sostanziale di mediazione svolto dalla politica che va “oltre” la protesta, facendola “agire” in concreto attraverso la ricreazione di ponti e relazioni tra le parti in gioco. Nel 1954 Marshall McLuhan sosteneva che un medium è un ambiente e non un canale comunicativo neutro: “gli effetti dei mass media sono dei nuovi ambienti, per la maggior parte subliminali, e tanto impercettibili quanto lo è l’acqua per i pesci” (Counterblast). Trentacinque anni dopo Bolter e Grusin, riprendendo una famosa riflessione del sociologo canadese: “il contenuto di un medium è sempre un altro medium” e applicandola ai media digitali, coniano il neologismo “rimediazione” inteso come appropriazione di tecniche, forme e significati sociali da parte di un medium nuovo rispetto a quello precedente “al fine di competere con quest’ultimo o di rimodellarlo nel nome del reale” (Remediation: Understanding New Media, 1999). Tale integrazione tra medium vecchio e nuovo determina un ribaltamento del concetto di “medio/mediocre”: per esempio, nel caso della rimediazione digitale implica un’alterazione che non è una riduzione ma piuttosto un potenziamento della comunicazione, della relazionalità, delle connessioni della nostra società. I media sono quindi strumenti di trasformazione dei territori su cui intervengono e che ri-territorializzano nella forma di habitat comunicativi espansi a livello spazio-temporale. Ne L’invenzione del quotidiano (1990) Michel De Certeau evoca un’immagine estremamente concreta: nella Grecia di oggi i trasporti pubblici si chiamano metaphorái. Per muoversi nella città di Atene, per tornare a casa si prende una “metafora”, ovvero un autobus o un treno. Letteralmente, essa è un “medium” che trasporta in un altro luogo. Tenendo ben stretti i dispositivi poetico, artistico, mediale e politico, si ha a che fare con un’operazione di mediazione che assomiglia alla traduzione, nel senso proprio di trasferimento, di spostamento di senso da una parte a un’altra, mescolando la dimensione spaziale (con flussi in entrata e in uscita da quella fisica a quella elettronica senza soluzione di continuità) con un’azione performativa, da agire con il corpo in un campo comune di produzione, assemblaggio e comunicazione di parole, immagini, forme, tempi, cose e mondi. (J. Rancière) Cecilia Guida, Direttrice e Curatrice di UNIDEE

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ow into its third year, and with a long history of residency programs for international artists (2000-2013) initiated by Michelangelo Pistoletto, the new UNIDEE - University of Ideas’ format proposes an educational model based on ‘other’ ways of gaining experience in the meeting of critical theory, activism and artistic practice, not through subordinate relationships but rather through levels of interaction, exchanges and reciprocal interference. In a relationship of methodological continuity and semantic connection with the key words selected for 2015 and for those in 2016, the 2017 course will use an interdisciplinary approach to examine three more macro-themes. They will be Revolution, Desire and Mediation, which are central to contemporary social-political debates as well as in the practices of many actors operating in the public sector. The origin of the term ‘revolution’ was astronomical and indicated the movement of the stars, therefore, a recurring and cyclical motion. The word comes from the Latin revolvere, composed of re-again and volvereturn, literally meaning ‘to turn again’ and not only ‘turn over’ or ‘spill’ as it is commonly meant today. Re-volvere, referring to an action of turning twice along a curve to return to the starting point, reveals a sense of ambiguity and apparent change. If applied to politics, the word would mean that known forms of government represent themselves in an endless procession, which on one hand is very far from the idea held by all of the revolutionaries to bring about the fall of an old order to establish a completely new one, but on the other hand, it is unfortunately very close to the real results of these phenomena, from the French Revolution to the Russian one and onwards to the recent Arab revolutions. Consequently, and in accordance with the École des Annales, instead of revolution we prefer its antithesis ‘evolution’, or the daily manifestation of slow and continuous structural changes to society (in that sense, the industrial revolutions would represent a multi-century evolution beginning a long process of worldwide economic transformation). The term ‘revolution’ was used for the first time in a political sphere in the XVII century to indicate the time, in 1660, in which the Monarchy was re-established in England after overthrowing Cromwell and his dictatorship; therefore, when the concept made its way into the political sphere it meant ‘restoration’ (H. Arendt, On Revolution, 1963). The moment in which revolution assumed a definitive form and made a concrete entrance was in the French Revolution and the American Revolution, even though both began under men who believed their task was to restore an ancient order: therefore, they had a precise project in mind. The concept of desire (from the Latin ‘de-siderium’, derived from ‘de-siderare’ in the sense of “removing one’s gaze from the stars”) contains the movement of will towards someone or something that is missing, which is liked, for which affection is felt. Therefore, in the semantic origin of the word we find both the presence of the ‘desire of another’ (in a subjective and objective sense) as well as the ‘desire for other’ (in an impersonal and personal sense). Jacques Lacan in his ‘VII Seminar on the Ethics of Psychoanalysis’ (1986), stated that for the subject it is more ethical to act in conformity with one’s (subconscious) desire than to modify one’s behaviour in the eyes of the great “Other’ (society, family, law). The French philosopher connected this ethical position to the figure of Antigone who, on the death of his brother, broke the law to sit next to the body beyond the city walls. Antigone is the subject that does not renounce his own desire, persevering in what he feels he has to do. However, such concentration on individual needs does not implicate an exclusion of the social but, on the contrary, plays out against the background of society’s rules and obligations. Giving power to desire means thinking about the other in critical terms and not as a conformist or ‘do-gooder’ and implies the pos-

unideevideo |

unidee | unidee@cittadellarte.it

sibility of creating a fracture between the subject and the collective. The ‘desire for other’ is the form in excess of a precarious identity that has the real and symbolical need to nourish itself, ‘increase itself’, change itself, as a form of alienation. “The greater the human energy invested in the productive activity, the greater the increase of power in his enemy, the capital, and so much less is left for himself” (F. Berardi, L’anima al lavoro - The Soul at Work, 2016). In this case, the technical-scientific progress plays an essential role, as the technological mutation allows the living – and more so for the human being, given the particular talents of one’s own language/ thought – to always desire other than what one is to be more powerfully one’s self. This is the ‘sidereal’ dimension that the Situationist International defined as ‘The Society of the Spectacle’, (G. Debord, 1967), and that social science ‘restricted’ to the category of Capitalism. The present system of production and consumption prevents us from dealing with any topic that can be unhampered by the present: everything connects back to the present, everything involves the present, the present has to be continually produced and continually consumed, in a vortex that grows faster and faster, in changing shape and substance. An ‘ideology of the present’ like this would seem to paralyse any effort aimed at thinking ‘other’, different, alterations. Mediation is attributed with a meaning of ‘mediocre’, ‘moderate’ and, therefore, is a bit negative. However, that which is in the ‘middle’ between two polarities and what the ‘medium’ represents are very interesting aspects today, as we live in an age full of ‘mediation’ (with respect to the ways through which things of the world reach us), that has penetrated into every aspect of daily life, experience, imagination and narrative. According to different processes and levels that pass from an artistic proposition to political practice, we go from the artist who mediates reality through his work, to the curator who has the job of mediator with institutions, to the people seen as mediums and fundamental artistic material in participatory works (C. Bishop, Artificial Hells: Participatory Art and the Politics of Spectatorship, 2012), to the exhibition that is the mediation apparatus for the public, to the education department of the museum that has the task of mediating with specific communities, to the museum itself that remediates its own contents in a digital format, until we reach an even wider sense of the substantial role of mediation carried out by politics that goes ‘beyond’ the protest having it ‘act’ concretely through the re-creation of bridges and relationships between the involved parties. In 1954, Marshall McLuhan stated that a medium is a habitat and not a neutral communicative channel: “the eff ects of the mass media are new habitats, for the larger part subliminal, which are as imperceptible to us as water is to fi sh” (Counterblast). Thirty-five years later, Bolter and Grusin went back to a famous thought of the Canadian sociologist, “the content of a medium is always another medium”, and applied it to digital media thus coining the neologism of ‘re-mediation’ intended as the appropriation of social techniques, forms and meanings by a new medium compared to the previous one “with the aim of competing with the old one or to remodel it in the name of reality” (Remediation: Understanding New Media, 1999). This integration, between the old and new mediums, determines and overturns the concept of ‘medium/mediocre’: for example, in the case of digital remediation, it implies an alteration that is not a reduction of but rather gives more power to communications, the relational nature, of the connections of our society. Therefore, the media are instruments of transformation for the territories on which they intervene and re-territorialize in the form of expanded communicative habitats on a spatial-temporal level. Michel de Certeau in ‘Invention Du Quotidien’ - The Practice of Everyday Life’, (1990), evoked an extremely concrete image: in Greece today, public transport is called metaphorái. To travel around the city of Athens or to return home, you take a ‘metaphor’, that is a bus or a train. Literally, it is a ‘medium’ that transports you to another place. Bearing in mind the poetic, artistic, medial and political apparatus, we are dealing with an operation of mediation that resembles the translation, in the true sense of transfer, of moving of sense from one part to another, mixing the spatial dimension (with an in and out flow from the physical to the electronic without a solution of continuity) with a performative action, to act with the body in a common field of production, assembly and communication of words, images, shapes, times, things and worlds. (J. Rancière) Cecilia Guida, Director and Curator of UNIDEE

UNIDEE - University of Ideas, the educational residential programme developed by Cittadellarte - Fondazione Pistoletto Onlus’ Education Office, is made possible thanks to the support of: PATRONS Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Creative Europe, Fondazione Zegna, illycaffè S.p.A. PRODUCTION RESIDENCY COLLABORATIONS & SCHOLARSHIPS RESÒ Network, Qattan A. M. Foundation (Palestina), Inlaks Shivdasani Foundation (India). INSTITUTIONAL COLLABORATIONS & SCHOLARSHIPS ZKM Zentrum für Kunst und Medientechnologie Karlsruhe (D); kim? Contemporary Art Centre, Rīga (LV); Minister of Culture of the Republic of Albania (AL); Jyvaskylan Yliopisto, Jyväskylä (FIN); Austrian Culture Forum Moscow (RUS); École cantonale d’art du Valais – ECAV, Sierre (CH); Fundación Universitaria Bellas Artes, Medellín (CO); Instituto Superior de Arte-ISA, La Habana (CU); École supérieure d’art et design – ESAD, Grenoble (FR); Università degli Studi di Torino (IT); Università IUAV, Venice (IT); Accademia di Belle Arti di Brera, Milan (IT); Accademia di Belle Arti di Bologna (IT); Accademia di Belle Arti di Roma (IT); Accademia di Belle Arti di Firenze (IT); ISIA-Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Faenza (IT); IULM-Istituto Universitario di Lingue Moderne, Milan (IT); SACI Studio Art Centers International, Florence (IT); Fondazione Bevilacqua La Masa, Venice (IT); Queens Museum, New York (US); Center for Fine Arts (Bozar), Brussels (B); Galeria Sztuki Wspolczesnej Bunkier Sztuki, Krakòw (PL); HYDRO, Biella (IT).


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3 Moduli Unidee / UNIDEE modules: 1. “Which language will I speak to you? Collective voice after the end of protest”, mentore / mentor Luigi Coppola, 2016. 2-3. “Unmaking: Subverting The EveryDay”, mentori / mentors Expodium (Nikos Doulos & Bart Witte), 2016. 4. “The Encounter. Reclaiming the potentiality of affection”, mentore / mentor Adrian Paci, 2016. 5. “LudoCity. Designing a site-specific game”, mentori / mentors Riccardo Fassone and Juan Sandoval (el puente_lab), 2017.

6. Proposal for Schizoanalytical Seminar II”,

mentori / mentors Ayreen Anastas and Rene Gabri, 2017.

7. “Carving out the spaces for our com-

moned life: a training ground”, mentori / mentors STEALTH.unlimited (Ana Džokić and Marc Neelen), 2016.

Pagina a lato / on the left page:

“The Shifting Place. Aesthetic, spatial and temporal fractures of transitional territories a project co-funded by the Creative Europe Programme of the EU”, mentore / mentor Giusy Checola, 2016. Photo: UNIDEE.

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OPEN STUDIO | Murari Jha | 23.06.2017 International Network for Art Residencies and Educational Programs Prosegue per l’anno 2017 il coordinamento di Cittadellarte per RESÒ, programma di residenze per artisti internazionali sul territorio piemontese, promosso dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT. Attiva dal 2010, la piattaforma RESÒ vive grazie ad una stretta sinergia tra le maggiori istituzioni di arte contemporanea del Piemonte, tra cui Accademia Albertina delle Belle Arti, a.titolo, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Città di Torino GAI, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, PAV – Parco Arte Vivente, con la collaborazione di istituzioni estere, come lugar a dudas (Cali, Colombia), Artport (Tel Aviv, Israele), CAIRN art center (Digne-les-Bains, Francia), Biruchiy contemporary art project (Ucraina) e altri. Il programma RESÒ è articolato attraverso residenze reciproche IN e OUT, per promuovere la mobilità internazionale e la ricerca artistica come scambio culturale e sociale. Nella sua settima edizione, RESÒ presenta oltre alle residenze lunghe (6-9 settimane), anche residenze più brevi (3-4 settimane) nella forma di RESÒ LAB, per stimolare l’incontro e l’avvicinamento con le realtà locali. All’interno del programma, Cittadellarte - Fondazione Pistoletto ospiterà nel periodo autunnale un artista colombiano e un artista ucraino per un periodo di ricerca sul territorio piemontese. The year 2017 confirms Cittadellarte’s coordination for RESÒ, the residency programme for international artists in the Piedmont territory, promoted by the Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT. Since 2010, the RESÒ platform has been based on a close synergy between the major institutions of contemporary art in Piedmont, including Accademia Albertina delle Belle Arti, a.titolo, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Città di Torino GAI, Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, PAV - Parco Arte Vivente, with the collaboration of foreign institutions, such as lugar a dudas (Cali, Colombia), Artport (Tel Aviv, Israel), CAIRN art center (Digne-les-Bains, France), Biruchiy contemporary art project (Ukrain) and others. The RESÒ programme is articulated through reciprocal residencies IN and OUT, to promote international mobility and artistic research as a cultural and social exchange. At its seventh edition, besides the longer residencies (6-9 weeks), RESÒ also features shorter residencies (3-4 weeks) in the form of RESÒ LAB, to stimulate the encounter and approach to local realities. Within the programme, in the autumn Cittadellarte - Fondazione Pistoletto will host a Colombian artist and a Ukrainian artist for a period of research in the Piedmont territory.

UNIDEE – Università delle Idee in collaborazione con Inlaks Shivdasani Foundation / UNIDEE – University of Ideas in collaboration with Inlaks Shivdasani Foundation.

Rinnovando la collaborazione con Inlaks Shivdasani Foundation per il 2017, UNIDEE – Università delle Idee ha ospitato l’artista indiano Murari Jha per una residenza della durata di due mesi presso Cittadellarte - Fondazione Pistoletto. Murari Jha (1988, Bihar/India) è un giovane artista indiano la cui pratica si basa sulla performance, sull’esplorazione delle politiche del corpo e delle possibilità di abitare lo spazio secondo narrative personali e collettive. I suoi lavori sono spesso immateriali, azioni di lunga durata che implicano l’uso del suo corpo all’interno di spazi riconfigurati attraverso la propria azione nel corso del tempo. Il suo progetto di ricerca, presentato in occasione della XX edizione di “Arte al Centro”, consiste negli oggetti, risultati ed effetti nello spazio prodotti da una performance suddivisa in due momenti. Il primo momento è stato dilatato nel corso di dieci giorni in cui Jha ha vissuto all’interno del suo atelier; il secondo invece si è concentrato in tre giorni consecutivi in una piccola stanza. “La maniera in cui realizzo la performance è collegata alla storia dello spazio, alla migrazione e alla rivoluzione. Allo stesso tempo, si riferisce all’ansia del lavoro, del desiderio e della meditazione del corpo. La trasformazione dello spazio e del corpo consiste in un’attività culturale, sociale e visiva. Attraverso la mia performance, voglio esplorare i molti strati della politica del corpo.” (Murari Jha) Durante il periodo di permanenza presso Cittadellarte, nei mesi di maggio e giugno 2017, l’Artista ha potuto incontrare diverse realtà locali e sviluppare la sua ricerca grazie alla partecipazione a due moduli settimanali del programma UNIDEE 2017, curati dagli artisti Ayreen Anastas e Rene Gabri, nel caso di “Proposal for Schizoanalytical Seminar II” (dall’8 al 12 maggio), e Diego Del Pozo Barriuso, con il modulo “Touch, Don’t Dominate” (dal 5 al 9 giugno). Jha ha avuto la possibilità di incontrare la scena artistica italiana ed internazionale a Torino, Milano e Venezia assecondando i propri interessi e confrontandosi con progetti partecipativi, come il “Laboratorio di autocostruzione” tenuto dall’architetto Mattia Paco Rizzi con un gruppo di rifugiati, richiedenti asilo e ragazzi italiani residenti a Biella. Il dialogo instaurato con i diversi mentori, ospiti, artisti e curatori ha permesso a Jha di mettere in discussione le conoscenze acquisite, i processi culturali incarnati e di ampliare il proprio orizzonte di ricerca. Renewing its collaboration with Inlaks Shivdasani Foundation for the year 2017, UNIDEE – University of Ideas has welcomed the Indian artist Murari Jha for a two-month residency at Cittadellarte - Fondazione Pistoletto. Murari Jha (1988, Bihar, India) is a young Indian artist whose artistic practice is based on performance, the exploration of the politics of the body and the possibilities of inhabiting space, carried out according to personal and political narratives. His works are often immaterial, long

Murari Jha, Borrow, performance e installazione / durational performance and installation, Adil Shah Place, Goa (India), curata da / curated by HH Art Space.

lasting actions entailing the use of his body within spaces reconfigured through his presence in a certain span of time. His research project, presented at Cittadellarte as a work in progress in an Open Studio on the occasion of the exhibition “Arte al Centro XX”, is a long lasting performance divided in two phases: the first has been expanded into ten days in which Jha has continually lived within his studio, the second has consisted in three consecutive days spent in a little room. “The way I want to perform is connected with the history of the space, migration and revolution. At the same time, it relates to the anxiety of the body’s labour, desire and meditation. The transformation of the space and the body consists of cultural, social and visual activity. Through my performance I want to explore many layers of the politics of the body.” (Murari Jha) During his stay in Cittadellarte (May-June 2017), the artist has had the opportunity to get to know different local realities and to develop his research thanks to the participation in two weekly modules of the UNIDEE programme, curated by prominent artists like Ayreen Anastas and Rene Gabri (“Proposal for Schizoanalytical Seminar II”, 8th -12th May), and Diego Del Pozo Barriuso (“Touch, Don’t Dominate”, 5th -9th June). Jha has also had the chance to experience the Italian artistic scene in Turin, Milan and Venice, following his interests and dialoguing with participatory projects like the “Workshop of self-construction” held by Mattia Paco Rizzi with a group of asylum seekers and Italians residing in Biella. The dialogue opened with different mentors, guests, artists and curators has led Jha to question the knowledge acquired and the embedded cultural processes, and widen his horizons.


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politics of affinities

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P OLITICS OF A FFINITIES sperimentazioni tra arte , educazione e politica

Experimentations bet ween Art, Education and Politics Mos tr a a cur a di / exhibition cur ated by Silvia Fr a nceschini

The Politics of Affinity. Sperimentazioni tra Arte, Educazione e Sfera Sociale. Edito da Silvia Franceschini La pubblicazione si focalizza su programmi pedagogici sperimentali in cui pensiero e critica, performatività e sperimentazione sono diventati un modo per influenzare la realtà secondo ciò che Donna Haraway definisce la “politica dell’affinità”. Il volume consiste in una serie di conversazioni con i direttori e i fondatori di tali programmi come: Frédérique Aït-Touati e Donato Ricci (Sciences Po Programma Sperimentale d’Arte Politica, Parigi), Jesus Carillo (Centro Studi Museo Reina Sofia, Madrid), Vasyl Cherepanyn (The School of Kyiv, Kyiv Biennial, 2015), Maria Hlavajova (BAK basis voor actuele kunst, Utrecht). Michy Marxuach e Sofia Gallisà Muriente (Beta Local’s Ivàn Illich, San Juan) e Dmitry Vilensky (Chto Delat’s School of Engaged Art, San Pietroburgo). Il testo introduttivo di Pascal Gielen sottolinea il valore educativo dell’arte nel contesto civile, mentre i testi di Federica Martini e Ian Alden Russell sono stati commissionati in occasione del laboratorio “Socially Engaged Art Practices and Education in Contemporary Discourse” (Pratiche Artistiche Socialmente Impegnate ed Educazione nel Dibattito Contemporaneo) tenutosi a Cittadellarte. Il laboratorio ha segnato un passo importante nella riconcettualizzazione dei programmi residenziali ed educativi di UNIDEE, avviata nel 2014 da un percorso di ricerca di Paolo Naldini, Juan Sandoval e numerosi artisti e attivisti da tutto il mondo. Da queste premesse nel 2015 Cecilia Guida sviluppa un programma dinamico e modulare in cui gruppi sempre diversi di partecipanti e tutor interagiscono intensamente mentre discutono le relazioni tra arti visive e la sfera sociale, partendo da pratiche diverse e generando connessioni con altre discipline. Silvia Franceschini, Curatrice e Ricercatrice (PhD, Politecnico di Milano)

The Politics of Affinity. Experiments in Art, Education and the Social Sphere. Edited by Silvia Franceschini

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gni momento di crisi richiede una ridefinizione degli strumenti di conoscenza e di educazione. L’educazione non è uno spazio neutrale e invisibile tra i processi di riproduzione sociale, ma il terreno principale in cui iniziare una metodologia ibrida di saperi subalterni e di pratiche di emancipazione. Lo spazio pedagogico si è costruito nella modernità come spazio di normalizzazione del corpo e della soggettività, secondo una logica di relazioni di potere e gerarchie culturali. Le esperienze presenti in mostra illustrano programmi pedagogici sperimentali in cui pensiero e critica diventano un’unica forma di azione diretta sulla realtà. Attraverso metodologie di pedagogia radicale, ricerca militante e attivismo istituzionale, il concetto di aula viene ridefinito come “spazio democratico”. L’aula si converte in un laboratorio in

cui riscrivere il contratto sociale. Teorie e pratiche di liberazione e di decolonizzazione del pensiero introdotte da intellettuali ed educatori radicali come Bertold Brecht, John Dewey, Ivan Illich o Paulo Freire tornano ad essere fondamentali in un momento storico che necessita l’emancipazione del soggetto e il rinnovamento delle politiche educative e culturali. Diversi per scala, geografia e specificità dei contesti locali, gli esperimenti educativi in mostra sfruttano il potere dell’arte di immaginare nuovi scenari in cui operare secondo quelle che il filosofo Donna Haraway definisce politiche delle affinità, utilizzando la teatralità, la performance, la collaborazione e allo stesso tempo l’antagonismo come possibili forme di dialogo e di negoziazione. Secondo Haraway, un’organizzazione politica per affinità è

un organismo in grado di riconoscere identità permanentemente parziali e punti di vista contraddittori. Questo rende l’affinità un modello adatto ad una pedagogia basata sulla partecipazione consapevole e sulla scelta di strategie condivise. L’obiettivo comune sembra essere quello di elaborare collettivamente una grammatica che ci aiuti a decodificare il dizionario della crisi globale. Silvia Franceschini, Curatrice e Ricercatrice (PhD, Politecnico di Milano)

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very moment of crisis requires a redefinition of the instruments of knowledge and education. Education is not a neutral and invisible space among the processes of social reproduction, but the main ground on which to start a hybrid methodology of subaltern knowl-

2 1. Mattia Paco Rizzi, Reading Room, 2016. Photo: Pierluigi Di Pietro. 2. S ubtramas (Diego del Pozo, Montse Romaní, Virginia Villaplana),

Usefulness), 2016. Photo: Pierluigi Di Pietro.

A Political Re-enactment (Four Questions on a Yet-To-Come

edge and emancipatory practices. In modernity the pedagogical space has built itself as a space of normalization of the body and of the subjectivity, according to a logic of relationships of power and cultural hierarchies. The experiences present in the exhibition illustrate experimental pedagogical programmes in which thought and critique have become a single form of direct action on reality. Through methodologies of radical pedagogy, militant research and institutional activism, the idea of classroom is redefined as a “democratic space”. The room turns into a laboratory in which to rewrite the social contract. Theories and practices of liberation and decolonization of the thought introduced by radical intellectuals and educators like Bertold Brecht, John Dewey, Ivan Illich and Paulo Freire are back to being fundamental in a historical moment in need of an emancipation of the subject and a renewal of educational and cultural politics. Different in their scales, geography and specificity of local contexts, the educational experiments in the exhibition exploit the power of the art of imagining new scenarios where to operate by what the philosopher Donna Haraway defines politics of affinities, using theatre, performance, collaboration and at the same time antagonism as possible forms of dialogue and negotiation. According to Haraway, a political organization by affinities is an organism able to recognize permanently partial identities and contradictory points of view. This makes the affinity model suitable to a pedagogy based on a conscious participation and a choice of shared strategies. The shared objective seems to be the one of collectively elaborating a grammar helping us to decode the dictionary global crisis. Silvia Franceschini, Curator and Researcher (PhD, Politecnico di Milano)

The publication focuses on experimental pedagogical programmes in which thought and critique, performativity and experimentation have become a way to influence reality according to what Donna Haraway defines as “politics of affinity”. The book consists of a series of conversations with directors and founders of such programmes: Frédérique Aït-Touati and Donato Ricci (Sciences Po Experimental Programme in Political Arts, Paris), Jesus Carillo (Museum Reina Sofia Study Center, Madrid), Vasyl Cherepanyn (The School of Kyiv, Kyiv Biennial, 2015), Maria Hlavajova (BAK basis voor actuele kunst, Utrecht). Michy Marxuach and Sofia Gallisà Muriente (Beta Local’s Ivàn Illich, San Juan), and Dmitry Vilensky (Chto Delat’s School of Engaged Art, Saint Petersburg). An introductory text by Pascal Gielen emphasizes the educational value of art in the civil domain, while texts by Federica Martini and Ian Alden Russell were commissioned on the occasion of the workshop held at Cittadellarte “Socially Engaged Art Practices and Education in Contemporary Discourse”. This workshop marked an important step in the re-conceptualization of the residential and educational programmes of UNIDEE, initiated in 2014 from a dialogue between Paolo Naldini, Juan Sandoval and several artists and activists around the world. Starting from this background Cecilia Guida in 2015 developed a dynamic modular programme where ever-changing groups of participants and tutors interact intensely as they discuss relationships between visual arts and the social sphere, starting from different practices and going through connections with various disciplines. Silvia Franceschini, Curator and Researcher (PhD, Politecnico di Milano)

Nel centro della mostra uno spazio disegnato da Mattia Paco Rizzi servirà ad approfondire le tematiche trattate attraverso una raccolta di volumi speciali e internazionali a disposizione del pubblico e dei residenti. At the centre of the exhibition designed by Mattia Paco Rizzi will give general public and residents the opportunity to delve into the relevant topics through a collection of specialised international books. Politics of Affinities. Sperimentazioni tra Arte, Educazione e Politica è un progetto di ricerca che parte dall’omonima pubblicazione composta da conversazioni con (tra gli altri) Jesús Carrillo, Vasyl Cherepanyn, Bruno Latour con Frédérique Aït-Touati e Donato Ricci e i collettivi Beta-Local e Chto Delat. Politics of Affinities. Experimentations between Art, Education and Politics is a research project starting from the homonymous publication composed of conversations with (among others) Jesús Carrillo, Vasyl Cherepanyn, Bruno Latour with Frédérique Aït-Touati and Donato Ricci, and the collectives Beta-Local and Chto Delat. La ricerca si situa all’interno di un’indagine a lungo termine avviata da Cittadellarte a partire dal 2014, che ha visto importanti momenti di confronto come il workshop Socially engaged art practices and education in contemporary discourse e proseguita nel 2015 con la riformulazione della “storica” residenza per artisti internazionali UNIDEE - Università delle Idee in un programma di alta formazione artistica per addetti al settore e non solo, con il fine di confrontarsi con i cambiamenti in corso nel campo dell’educazione e avviare sperimentazioni nella sfera pedagogica e artistica contemporanea. The research places itself within a long term investigation started by Cittadellarte in 2014, which has included important opportunities for a dialogue like the workshop Socially engaged art practices and education in contemporary discourse and has led to the reformulation, in 2015, of the “historical” residency for international artists UNIDEE - University of Ideas into a programme of high artistic education for operators in the sector and not only, with the aim of debating the changes in progress in the education field and starting experimenting in the contemporary pedagogical and artistic sphere. In mostra: Pavel Althamer e Artur Zmijewski con The School of Image and Evidence per The School of Kyiv. Kyiv Biennial 2015 (Kiev), The School of Engaged Art di Chto Delat (San Pietroburgo), La Ivan Illich di Beta Local (San Juan), SPEAP SciencesPo Programme d’Expérimentation en Arts et Politique con un film di David Bornstein (Parigi), Subtramas (Madrid). In the exhibition: Pavel Althamer and Artur Zmijewski with the School of Image and Evidence for the School of Kyiv, Kyiv Biennial 2015 (Kiev), Chto Delat’s School of Engaged Art (Saint Petersburg), Beta Local’s Ivan Illich (San Juan), SPEAP SciencesPo Programme d’Expérimentation en Arts et Politique with a film by David Bornstein (Paris), Subtramas (Madrid).


terme culturali • visible

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terme culturali è giunto il tempo di massaggiare la mente! it’s time to massage the mind!

Molte località turistiche italiane vivono oggi grazie ai bagni termali. Nella “Cittadellarte” non potevano mancare delle “Terme Culturali”! Luoghi in cui “massaggiare la mente” e arricchire lo spirito attraverso mostre, laboratori creativi e visite approfondite guidate da esperti massaggiatori della cultura con l’obiettivo di sviluppare il muscolo più importante in tempi di “crisi” e cambiamenti: quello della creatività e della sensibilità. Il tutto senza dimenticare il corpo. Il benessere della nostra mente, infatti, si riverbera sulla nostra salute fisica e ci porta a vivere più in armonia con noi stessi e con gli altri.

Un luogo dove passare qualche ora o qualche giorno

L’offerta delle Terme Culturali è diretta a un pubblico molto ampio e variegato, che va dai tre ai cento anni! Si va infatti dai progetti inerenti la didattica, che coinvolgono bambini di tre anni come adolescenti di diciotto, fino alle visite classiche che sono vissute da un pubblico realmente senza età. Molti visitatori scoprono Cittadellarte attratti dalle opere di Michelangelo Pistoletto, ma dopo il tour negli spazi si sentono arricchiti al di là delle loro più rosee aspettative e rimangono stupiti della complessità e della varietà dell’offerta che “abita” questi spazi.

I trattamenti

I trattamenti delle Terme Culturali, pertanto, consistono sia in laboratori di creazione, sia nella possibilità di “fare la conoscenza” con opere e pensieri, progetti e pratiche, presentati dal racconto di persona dei mediatori, con l’aiuto delle installazioni, della documentazione e, naturalmente, delle opere stesse. Le terme possono essere vissute attraverso una visita guidata, una mostra o un breve soggiorno. Si può scegliere già dal sito, prima della visita, quali ”trattamenti” seguire. Alcuni sono sempre disponibili, altri solamente su prenotazione oppure in date specifiche. Possono essere seguiti in gruppo oppure, in alcuni casi, anche da soli: per saperne di più, consultare il sito oppure contattare termeculturali@cittadellarte.it o 015-28400.

La Visione

I trattamenti delle Terme Culturali sono come dei massaggi operati sulla nostra capacità di vedere, di sentire, di comprendere. Sulle nostre facoltà sia intellettive che emotive. La neurologia insegna quello che il senso comune ha sempre saputo: mantenere uno spirito curioso, pronto a interessarsi, disposto a stupirsi, disponibile a sperimentare per conoscere e a conoscere per giudicare, tutto questo mantiene e sviluppa il nostro spirito e la nostra intelligenza. Esercitare la mente, la sviluppa. Allenare la sensibilità, la potenzia. Curare lo spirito, lo espande. “L’arte è l’espressione più sensibile e integrale del pensiero ed è tempo che l’artista prenda su di sé la responsabilità di porre in comunicazione ogni altra attività umana, dall’economia alla politica, dalla scienza alla religione, dall’educazione al comportamento, in breve tutte le istanze del tessuto sociale”. (M. Pistoletto, Manifesto Progetto Arte, 1994). Dunque, esercitare la facoltà artistica (che ogni persona possiede) è in se stesso un modo di operare le proprietà del pensiero.

L’amacarium

Dal mese di luglio 2016 le Terme Culturali si dotano anche di un nuovo spazio in cui vivere un’esperienza di ascolto e profonda riflessione: l’Amacarium. I coloni spagnoli notarono l’uso dell’amaca da parte dei nativi d’America, in particolare nei Caraibi, durante il periodo di conquista del Continente. La parola nasce da arawakan, che nella lingua di Haiti significa “rete da pesca”. All’inizio, infatti, le amache erano intrecciate con cortecce d’albero ma successivamente il materiale fu sostituito con la fibra di agave perché più abbondante nella zona. L’agave ha proprietà antibatteriche ed è utile nell’allontanare serpenti e insetti nocivi per l’uomo; per questo motivo amaca divenne sinonimo di “luogo protetto”. Lo stesso significato ha l’etimologia persiana del termine paradiso; si stabilisce così una connessione diretta e forte tra la vision del Terzo Paradiso e l’installazione centrale delle Terme Culturali nel cuore di Cittadellarte: uno spazio protetto, oggetto di attenzione e cura, di progetto e investimento di valori, un luogo dove conoscersi e riconoscersi, dove abitare nel presente con massima consapevolezza e presenza. Mentre i visitatori abbandonano gradualmente il corpo al gioco della sospensione dell’amaca, al senso della gravità che tutto attira e accoglie, uniformando ogni esistenza a una grande legge che tiene e tende alla terra (madre), mediatori delle Terme Culturali leggono testi e narrazioni su Cittadellarte, sui concetti di demopraxia e trinamica; la luce soffusa e un sottofondo musicale creano un’atmosfera che favorisce l’ascolto e la riflessione. L’Amacarium è una palestra in cui esercitare le proprie facoltà di riflessione, sensibilità e analisi, dedicandosi alla cura di se stessi come principio per la cura del mondo (parafrasando la celebre frase di Gandhi).

Photo: Pierluigi Di Pietro

installations, documentation and obviously the works themselves. The Terme can be experienced as a guided tour, an exhibition or a short stay. You can choose on our website, before your visit, the “treatments” to follow. Some of them are always available, others only by booking in advance or on specific dates; some are for groups, others can be enjoyed on you own: please see our website or contact us at termeculturali@cittadellarte.it or 015-28400 to know more.

The vision

The treatments of the Terme Culturali are the equivalent of massages carried out on our ability to see, feel, understand; on our intellectual and emotional faculties. Neurology teaches what common sense has always known: keeping our spirit inquisitive, ready to get interested, open to amazement and experimentation to know and to know in order to be able to evaluate maintains and develops the spirit itself and our intelligence. Exercising the mind develops it. Training the sensibility strengthens it. Taking care of the spirit expands it. “Art is the most sensitive and complete expression of human thought, and the time has come for artists to take on the responsibility of establishing ties among all other human activities, from economics to politics, from science to religion, from education to behaviour – in a word, among the threads that make up the fabric of society”. (M. Pistoletto, Progetto Arte manifesto, 1994). Exercising the artistic faculty (which each of us is endowed with) is therefore in itself a way of operating the properties of thought.

The Amacarium

Many Italian tourist resorts thrive thanks to their spas. At Cittadellarte, we couldn’t not have the “Terme Culturali”! Places where to “massage the mind” and enrich the spirit through exhibitions, creative workshops and in-depth tours guided by expert masseurs of culture, with the objective of developing the most important muscle in times of “crisis” and changes: the one of creativity and sensitivity. All this without forgetting the body. The wellbeing of our minds, in fact, reverberates on our physical health and allows us to live in harmony with ourselves and with the others.

A place where to spend a few hours or a few days

The offer of the Terme Culturali is addressed to a wide and diverse public, from three to a hundred years olds! It ranges from didactic projects involving children as young as three as well as teenagers, to the more traditional guided tours enjoyed by literally anybody. Many visitors are attracted to Cittadellarte by Michelangelo Pistoletto’s works, but they end up getting much more than they expected, amazed by the complexity and the variety of activities “inhabiting” these spaces.

The treatments

The treatments of the Terme Culturali consist therefore of both creative workshops and opportunities to “get to know” works and thoughts, projects and practices, presented through the narration of the mediators, with the help of

Since July 2016, the Terme Culturali have acquired a new space in which to live a listening and deeply contemplative experience: the Amacarium. The Spanish colonisers noted the use of the hammock by the native Americans, particularly in the Caribbean, during the conquest of the Continent. The word “hammock” comes from arawakan, which in Haitian means “fishing net”. At the beginning, in fact, hammocks were woven with tree bark, which was subsequently replaced with agaves fibres, because even more largely available in the area. The agave has antibacterial properties and is useful in keeping away snakes and insects harmful to men; for this reason hammock became a synonym of “protected place”, the same meaning of the Ancient Persian for paradise; which establishes a direct and strong connection between the vision of the Third Paradise and the central installation of the Terme Culturali at the heart of Cittadellarte: a protected space, object of care and attention, of a project and of an investment of values, a place where to get to know and recognize oneself, where to live the present with maximum awareness and presence. While visitors slowly abandon their bodies to the suspension game of the hammock, to the gravity that attracts and accepts everything, making every existence uniform to a big law which holds and tends to the earth (mother), the Terme Culturali’s mediators read texts and narratives on Cittadellarte, on the concepts of demopraxy and trinamics; the suffused lighting and a musical background creating an atmosphere favouring the listening and the reflection. The Amacarium is a gym in which to exercise one’s reflective, sensitive and analytical skills, reserving time to take care of oneself as a first step in taking care of the world (paraphrasing Gandhi’s famous quote).

Visible. Art as Something Else

V

isible è un progetto di ricerca nell’ambito dell’arte contemporanea dedicato alle pratiche artistiche nella sfera sociale. Dal 2010 Visible opera come un’istituzione nomade e immateriale con lo scopo di produrre e sostenere pratiche artistiche socialmente impegnate a livello globale. Visible è un progetto intrapreso da Cittadellarte - Fondazione Pistoletto in collaborazione con Fondazione Zegna e diretto da Matteo Lucchetti e Judith Wielander. Dal 2011, Visible assegna il primo premio europeo per pratiche artistiche socialmente impegnate e investiga gli spazi fisici e teorici in cui queste pratiche possono influire sulle nostre società contemporanee, focalizzandosi sul sempre più comune approccio interdisciplinare all’arte all’interno dei diversi contesti sociali. Il premio viene conferito da una giuria pubblica organizzata ogni volta in un museo d’arte contemporanea diverso, dove i finalisti sono selezionati da una lista di progetti in corso raccolti attraverso un open call e nominati da un comitato internazionale di curatori, rinnovato ogni due anni. La giuria pubblica – alla sua quarta edizione – è ospitata dal Queens Museum di New York la prima settimana di novembre e prende la forma di un parlamento temporaneo presieduto da Laura Raicovich e con il design del collettivo di Londra Decorators. Essa è composta da un gruppo di esperti e parteci-

panti di progetti artistici socialmente impegnati che operano nei diversi campi della cultura, al fine di valutare i meriti dei vari progetti artistici e selezionare il vincitore del Visible Award 2017. A luglio 2017 Visible lancia il suo nuovo sito web, che funziona come piattaforma per un dibattito internazionale sulle pratiche artistiche socialmente impegnate e il loro coinvolgimento a lungo termine con le comunità di tutto il mondo. In quanto istituzione nomade, Visible è stato ospitato – in diversi formati e collaborazioni – da un grande numero di istituzioni artistiche quali Tate Liverpool; Van Abbemuseum, Eindhoven; Kunsthaus, Graz; Kadist Art Foundation, San Francisco; Center for Historical Reenactments, Johannesburg; The Serpentine Gallery, Londra e altri. Visible è parte dell’ENPAP, una rete di produttori d’arte pubblica di cui hanno fatto parte istituzioni come Situations (Bristol, Regno Unito) e Statens Konstråd/Public Art Agency (Stoccolma, Svezia). Matteo Lucchetti e Judith Wielander, direttori artistici Visible

V

isible is a research project in contemporary art devoted to art work in the social sphere operating since 2010 as an immaterial insti-

tution that aims at producing and sustaining socially engaged artistic practices in a global context. Visible is a project undertaken by Cittadellarte - Fondazione Pistoletto in collaboration with Fondazione Zegna, directed by Matteo Lucchetti and Judith Wielander. Visible has produced the first European award for socially engaged artistic practices since 2011, researching on the physical and theoretical spaces in which these practices can affect our contemporary societies, focusing on the expanding interdisciplinary approach to art and its practitioners within diverse social contexts. The award is assigned through a public jury organized within a different contemporary art museum every time, where a shortlist is selected from a long-list of ongoing projects coming from an open call and the nominations of an international advisory board of curators, renewed every second year. At its fourth edition, the jury session is hosted by the Queens Museum in New York on the first week of November and takes the shape of a temporary parliament, chaired by Laura Raicovich and designed by London based collective Decorators. It is composed of a group of experts and users of socially engaged artistic projects operating in different fields of culture, in order to assess the merits of the artistic projects and select the winner of the 2017 Visible Award.

Karrabing Film Collective, Salt, 2015. Visible Award winner, courtesy of the artists

In July 2017, Visible launches its new website, which functions as a new platform for an international debate around socially engaged artistic practices and their long term engagement with communities across the world. As a nomadic institution, Visible has been hosted – in different formats and collaborations – by a large number of art institutions, such as Tate Liverpool; Van Abbemuseum, Eindhoven; Kunsthaus, Graz; Kadist Art Foundation, San Francisco; Center for Historical Reenactments, Johannesburg; The Serpentine Gal-

lery, London and others. Visible is part of ENPAP, a network for public art producers which has featured institutions such as Situations (Bristol, United Kingdom) and Statens Kon-

www.visibleproject.org

stråd/Public Art Agency (Stockholm, Sweden). Matteo Lucchetti e Judith Wielander, Visible artistic directors


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manymani

2017

Ma n y Ma n i

Mostra del Laboratorio di autocostruzione condotto da / Exhibition of the Workshop of Self-construction led by Mattia Paco Rizzi A cura di / Curated by Cecilia Guida e / and Juan Sandoval Programma “Residenza Connettiva” / Programme “Connective Residency” Progetto in collaborazione con la cooperativa sociale / Project in collaboration with the social cooperative Tantintenti, Biella Con la partecipazione di / With the participation of Malik Agachi e / and Yousuf Karim (CUCULA)

“T

utti dovrebbero progettare per evitare di essere progettati”, diceva Enzo Mari nel 1999 e continua a ripeterlo oggi. Queste parole del noto designer italiano rappresentano lo spunto di riflessione per il Laboratorio di autocostruzione tenuto per tre settimane a Cittadellarte da Mattia Paco Rizzi, con l’assistenza di Grazia Amendola, di cui l’esposizione “ManyMani” presenta i risultati, ovvero gli oggetti di design immaginati, costruiti, testati dai partecipanti, e quindi esposti in mostra per l’eventuale vendita. Il Laboratorio è stato indirizzato a rifugiati e richiedenti asilo, provenienti principalmente dall’Africa Occidentale e dal Medio Oriente, ospitati nella cooperativa Tantintenti di Biella, e a giovani residenti nel territorio. L’idea alla base del workshop era di dare loro la possibilità di comprendere e sviluppare, attraverso un approccio artistico, le diverse fasi che compongono la metodologia progettuale di un oggetto di design (ideazione, prototipo, realizzazione, commercializzazione e vendita), al fine di disegnare e costruire “con le loro stesse mani” i propri mobili (sedie, tavoli, librerie, scaffali, etc) con il semplice utilizzo di colla, chiodi e tavole di legno. Pensare “con le proprie mani” per rendere i propri pensieri più chiari, offrire un’opportunità di formazione con gli strumenti dell’arte, stimolare la conoscenza dell’altro attraverso un fare specifico e comune sono stati gli obiettivi principali del Laboratorio. Il progetto è ispirato, ma con delle differenze, all’esperienza di “CUCULA – The Refugees Company for Crafts and Design”, società di design nata a Berlino nel 2013 su iniziativa del designer Sebastian Däschle e dell’organizzazione “JugendKunst und Kulturhaus Schlesische 27”, con l’obiettivo di creare insieme a un gruppo di migranti e richiedenti asilo una proposta concreta di una “differente realtà”, che permetta loro di sfuggire al circolo vizioso della necessità di possedere un permesso di soggiorno per ottenere un permesso di lavoro. Mattia Paco Rizzi è l’architetto artista invitato per la terza edizione della “Residenza Connettiva”, programma residenziale rivolto ad artisti internazionali con l’obiettivo di generare connessioni tra le pratiche degli artisti ospiti e i progetti sviluppati da Cittadellarte in stretta collaborazione con organizzazioni e associazioni locali. Cecilia Guida, Direttrice e Curatrice di UNIDEE e Juan Sandoval, Direttore Ufficio Arte Cittadellarte

“E

verybody should design to avoid being designed” said Enzo Mari in 1999, and he keeps repeating it. These words by the famous Italian designer prompted the reflection for the Workshop of Self-construction held for three weeks at Cittadellarte by Mattia Paco Rizzi with the assistance of Grazia Amendola, of which the exhibition “ManyMani” puts on display (and potentially on sale) the results, i.e. the design objects created, built and tested by the participants. The Workshop was addressed to refugees and asylum seekers mainly coming from West Africa and the Middle East, housed by the cooperative Tantintenti in Biella, and to local youths. The basic idea of the Workshop was to give them the opportunity to understand and develop the various phases of the methodology of planning a design object (conception, prototype, realization, marketing and sale) through an artistic approach, so that they could design and build their own pieces of furniture (chairs, tables, bookcases, shelves, etc.) “with their own hands”, with the simple use of glue, nails and wood boards. Thinking “with one’s hands” to clarify the thoughts, offering an educational opportunity with the instruments of art, favouring a knowledge of the other through a specific “making” practice were the main objectives of the Workshop. The project was inspired – but with a few differences – by the experience of “CUCULA – The Refugees Company for Crafts and Design”, a design company created in Berlin in 2013 on the initiative of the designer Sebastian Däschle and of the organization “JugendKunst - und Kulturhaus Schlesische 27”, with the objective of producing – together with a group of migrants and asylum seekers – a concrete proposal of a “different reality” which allowed them to escape the vicious circle of needing a permit of stay in order to get a work permit. Mattia Paco Rizzi is the architect artist invited for the third edition of the “Connective Residency”, a programme addressed to international artists with the aim of generating connections between the practices of the guest artists and the projects developed by Cittadellarte in close collaboration with local organizations and associations. Cecilia Guida, Director and Curator of UNIDEE and Juan Sandoval, Cittadellarte Art Office Director

Fondo pagina / At the bottom of the page:

ManyMani, oggetti in mostra / ManyMani, objects in the exhibition. Photo: Nicholas Ferrara

Sotto / below: Laboratorio di autocostruzione /

Workshop of Self-construction. Photo: Nicholas Ferrara

Una conversazione con Mattia Paco Rizzi, a cura di Cecilia Guida / A conversation with Mattia Paco Rizzi, curated by Cecilia Guida Cecilia Guida: Quale metodologia hai usato nel rispondere al nostro invito a svolgere il ruolo di tutor/ guest artist del Laboratorio di autocostruzione? Mattia Paco Rizzi: Il disegno come strumento di comunicazione universale per superare le barriere linguistiche. Non vincolare l’immaginario attraverso referenze tecniche e progettuali ma proporle gradualmente per preservare l’autenticità. Disegnare il reale: facilitare l’ingresso nel mondo del disegno. Disegnare il sogno, il desiderio: svelare la fantasia. Ricerca di forme e funzioni. Reali o utopiche. L’equivoco come valore, la contraddizione come forza. Emulsione. Maquettes, prototipo. Test. Oggetto finale. C.G.: Il Laboratorio è ispirato a “CUCULA - Refugees Company for Crafts and Design” (Società di rifugiati per le arti e il design) di Berlino, in cosa si differenzia da questa impresa? M.P.R.: In ManyMani, il principio viene ribaltato. I partecipanti sono inventori e disegnatori dell’oggetto che costruiscono, creano un soliloquio di idee dando vita ad un manufatto nella più totale libertà. Il movente è che chiunque possa, se seguito, progettare e costruire un buon arredo. Tramite il processo del Laboratorio e il suo dispositivo d’esposizione, il partecipante mostra le pure potenzialità del suo immaginario, annullando il pregiudizio benevolo dello spettatore. L’oggetto per quello che è. C.G.: Si è trattato di un’esperienza molto complessa: migranti di diverse nazionalità che parlano lingue differenti per la prima volta alle prese con la

progettazione e la costruzione di oggetti, quali sono gli aspetti critici e gli aspetti positivi del workshop secondo te? M.P.R.: Positiva è stata la possibilità di svelare il potenziale di persone così distanti dal mondo del design e il fatto di far dialogare tra loro persone provenienti da continenti diversi, creando una mescolanza unica. Vedere per credere. Critica è stata la comunicazione, non sempre è stato semplice trasmettere un messaggio. In seguito, è stato duro emozionalmente gestire lo sfasamento tra gli obiettivi artistici del workshop e le aspettative lavorative di alcuni partecipanti.

ing as a universal instrument of communication to overcome linguistic barriers. Not limiting the imagination through technical and planning references, but introducing them gradually to preserve the authenticity. Drawing what’s real: facilitating the approach to the drawing world. Drawing a dream, a wish: revealing the imagination. Research of forms and functions. Whether real or utopic. The misunderstanding as a value, the contradiction as a strength. Emulsion. Maquettes, prototype. Test. Final object.

C.G.: È la prima volta che ti metti in gioco con un laboratorio artistico con queste caratteristiche sociali, pensi che il progetto abbia generato delle possibilità di cambiamento reale nei partecipanti? M.P.R.: Ogni persona ha la sua storia. Ogni storia un suo svolgimento. Vedremo. Durante questa esperienza, considerando anche la sua breve durata, ho cercato di trasmettere un’attitudine trasversale rispetto al progetto, più che un mero elenco di nozioni legate alla falegnameria. Trovare e seguire il filo conduttore che unisce l’idea alla sua realizzazione, attraverso tutte le diverse fasi, senza perderne di vista il significato. Onorare la propria fantasia e trasformare le criticità in punti di forza.

C.G.: The Workshop was inspired by “CUCULA - Refugees Company for Crafts and Design”, based in Berlin. How is it different from this project? M.P.R.: In ManyMani the principle is reversed. The participants conceive and draw the objects they will build, they create a soliloquy of ideas realizing the artifacts in total freedom. The starting idea is that anybody, if supported, can plan and build a good piece of furniture. Through the process of the Workshop and the device of the exhibition, the participants show the raw potential of their imaginaries, nullifying the good natured bias of the spectators. The object for what it is. C.G.: The Workshop was a very complex experience: migrants of different nationalities, speaking

Biella-Parigi, giugno 2017

Cecilia Guida: What methodology did you use to answer our invitation to play the role of tutor/ guest artist in the Workshop of Self-construction? Mattia Paco Rizzi: Draw-


terre aban-donate • Minimum PriZe

2017

Terre Abban-Donate

Aban-Don ated Lands una risposta a vecchie e nuove esigenze

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an answer to old and new needs Let Eat Bi has started a project aiming at bringing together uncultivated lands and potential farmers, laying the oundations for an Ethical Land Registry and an Ethical Farmers Registry

Da Let Eat Bi nasce un progetto che intende mettere insieme terre incolte e potenziali neo-agricoltori gettando le basi per un catasto e un anagrafe solidali

N

egli anni ’80 e ’90 i giovani lasciavano le campagne per spostarsi in città. L’agricoltura era considerata socialmente e culturalmente non desiderabile, anzi. In moltissimi sognavano posti impiegatizi e quasi nessuno lavori rurali. La corsa alla ricchezza e alla modernità era sfrenata e non lasciava spazio ad attività legate alla terra. Così, le nostre campagne e i nostri terreni destinati all’agricoltura si sono via via sempre più svuotati e l’estensione delle nostre città è cresciuta a ritmi impressionanti. In questi ultimi anni, però, stiamo assistendo ad una controtendenza: sono sempre di più, infatti, i giovani che dopo gli studi decidono di occuparsi di agricoltura e in maniera naturale. Aumentano così le imprese agricole, gli occupati nel settore e gli iscritti agli istituti agrari. Insomma, la coltivazione di terre, la salute e il lavoro sono sempre più temi di attualità e tendenza. Spesso accade, però, che chi vorrebbe iniziare ad affacciarsi a questo settore non possieda un terreno e non abbia la disponibilità economica per poterlo acquistare. Un paradosso, vista la grande quantità di terre incolte e abbandonate. Da molti anni, quindi, si ragiona su come unire domanda e potenziale offerta. Ci sono state molte proposte di legge per spingere chi non coltiva un terreno a metterlo a disposizione di altri, che hanno il tempo e/o la possibilità di farlo. In ogni caso, in attesa di un cambiamento sistemico, a Biella è nato Terre AbbanDonate, un progetto di Let Eat Bi (il Terzo Paradiso in Terra Biellese) che mira ad attivare il potenziale produttivo ed aggregativo costituito dalla terra come bene comune. Lo scopo è duplice: poter dare una seconda vita a centinaia di appezzamenti abbandonati e offrire a giovani e meno giovani che vorrebbero lavorare la terra, ma che non hanno risorse per poterlo fare, uno spazio in cui poter agire, attraverso l’adozione di un terreno. La terra viene considerata qui come bene comune anche in considerazione del suo valore relazionale, legato allo scambio di saperi tra diverse generazioni e culture, alla produzione del cibo a km 0 e alla creazione di redditi alternativi. Tra gli obiettivi del progetto, inoltre, vi sono la tutela del territorio, per contrastare il degrado attraverso la cura e la pulizia; la salvaguardia della bellezza del patrimonio paesaggistico; la diffusione di una cultura del cibo sano e accessibile; la sperimentazione della Sharing Economy e la creazione di una rete relazionale tra i diversi attori territoriali. In Italia e in Europa sono già stati sperimentati con successo progetti simili. Terre AbbanDonate vuole però andare oltre, apportando innovazione ai progetti già esistenti. Le novità sono principalmente l’area di intervento limitata data dal livello locale, la selezione non formale di chi aderirà, l’accesso anche a privati cittadini e la gratuità del terreno. Inoltre, Terre AbbanDonate vuole essere semplicemente uno strumento di connessione che mette direttamente in contatto i due attori dello scambio, che scelgono poi autonomamente le modalità di affidamento del terreno, accompagnati dagli esperti di Let Eat Bi. All’interno del sito (www.terreabbandonate.com) è già presente la sezione Catasto Terreni, dove si trova l’elenco registrato al Catasto Solidale di Let Eat Bi, e la sezione Anagrafe Coltivatori, per visionare gli aspiranti coltivatori. Si può accedere inoltre alle Storie, per poter leggere e condividere le esperienze, fatte di soddisfazioni e criticità, di chi ha partecipato al progetto. Tra questi racconti troviamo quello di Gemma, una giovane coltivatrice diretta che attraverso il catasto di Let Eat Bi viene a scoprire di un vecchio frutteto abbandonato. Oggi il frutteto è più produttivo che mai e Gemma ha deciso di condividere parte dei suoi frutti con la proprietaria. Infine, è importante sottolineare che pur trattandosi al momento di un progetto localizato Terre AbbanDonate non vuole essere un’iniziativa isolata, ma cerca di costruire una rete con altre realtà che condividono gli stessi obiettivi (ad esempio i “gruppi” locali di FAI, WWF e Slow Food), ponendo le basi per un network in espansione utile per sviluppare una “coscienza di luogo” che possa facilitare l’accoglienza e il radicamento nella società di questo tipo di progetti.

different languages, dealing with planning and building objects for the first time. In your opinion, what were the critical and the positive aspects of the workshop? M.P.R.: The positive aspect was the opportunity to reveal the potential of people so distant from the world of design, and the chance to open a dialogue between people from different continents, making them blend. You had to be there to believe it. The critical point was the communication, it wasn’t always easy to convey a message. Afterwards, it was emotionally difficult to manage the discrepancy between the workshop’s artistic objectives and the work expectation of some of the participants. C.G.: This is the first time you embark on an artistic workshop with these specific social characteristics. Do you think that the project

was able to generate an actual change in the participants? M.P.R.: Each individual has their story. Each story unfolds differently. We shall see. In the course of this experience, also considering how brief it was, I tried to display a cross-sectional attitude in regards to the project, rather than supply a mere list of carpentry notions. Finding and following the fil rouge connecting the idea to its realization running through all the different phases, without losing sight of its meaning. A celebration of one’s own imagination, turning critical issues into strengths. Biella-Paris, June 2017

Il sogno, quindi, consiste nel creare un modello replicabile anche in altri contesti territoriali, in modo che quanto sperimentato nel territorio biellese si diffonda a macchia d’olio, in Italia e non solo. Daniel Tarozzi, Direttore Responsabile Journal (testata giornalistica di Cittadellarte)

I

n the ’80s and ’90s, young people would leave the country to move to the city. Farming was considered a socially and culturally undesirable activity. The great majority dreamt of office jobs rather rural occupations. The desire for wealth and modernity was insatiable, and didn’t leave room for activities connected to the land. Our country and farms have therefore been abandoned and our cities have expanded at an impressive rate. In recent years, however, we have been witnessing a counter-trend: after finishing their studies, more and more youths have decided to dedicate themselves to agriculture, and in particular to natural farming. Farms, employees in the sector and students enrolling in agrarian institutes have therefore been growing in number. Farming, health and work are now current and trendy topics. It often happens, though, that people interested in embarking in this sector don’t own land or can’t afford it, which is a paradox, considering the amount of uncultivated and abandoned plots. For many years we have been reasoning on how to combine demand and potential supply. There has been a lot of bills to encourage people owning land but not cultivating it to put it at the disposal of someone else willing to do it. While we wait for a systemic change, in Biella we created AbanDonated Lands, a project by Let Eat Bi (the Third Paradise in the Biellese Territory) aiming at activating the productive and gregarious potential of the land as common good. It is doubly beneficial: giving hundreds of abandoned plots a second lease of life, while offering landless potential farmers a space allowing them to work, through the adoption of a plot. The land is in this instance considered a common good also because of its relational value, linked to the exchange of knowledge between generations and cultures, the production of farm-to-ta-

ble food and the creation of alternative income opportunities. Among the objectives of the project are: the protection of the territory, to counterbalance the neglect through care and cleaning out; the safeguard of the beauty of the landscape heritage; the diffusion of the culture of healthy and accessible food; the experimentation of the Sharing Economy; and the creation of a relational network among different territorial actors. Similar projects have already been successfully experimented in Italy and Europe. AbanDonated Lands wants to go further though, bringing innovation into existing projects. The originality is mainly its acting at a local level, the informal selection of adhering parties, the access open to private subjects and the gratuitousness of the land. Besides, AbanDonated Lands simply wants to be an instrument to put the two actors into contact with each other, leaving them to finalize the modalities of the lease of the land in autonomy, guided by Let Eat Bi experts. On our site (www.terreabbandonate.com), you can already find the section Land Register, with the list of plots registered as available, and the section Farmers Register, listing the potential farmers. You can also access the section Stories, to read and share experiences – with their satisfying and critical aspects – of people who have taken part in the project. Among them, the story of Gemma, a young farmer who has discovered an old abandoned orchard thanks to the Let Eat Bi Register. The orchard is now more fruitful than ever and Gemma has decided to share part of its fruits with its owner. Finally, it is important to emphasize that even if AbanDonated Land is a local ized project, it doesn’t want to be an isolated initiative, on the contrary, it is network-building with other realities pursuing the same objectives (i.e. the local branches of FAI - National Trust of Italy, WWF and Slow Food), creating the basis for an expanding network encouraging the development of an “awareness of the territory”, which can facilitate the flourishing of this type of projects. The dream is therefore the one of establishing a model replicable in other territorial contexts, so that what has been experimented in the Biellese territory can spread throughout Italy and possibly abroad. Daniel Tarozzi, Chief Editor of the Journal (Cittadellarte’s online newspaper)

Photo: Francesca Favaro

minimum prize Il Minimum Prize è un premio che si pone al minimo grado rispetto ai massimi premi destinati ai grandi personaggi che hanno dedicato la loro vita alla causa della pace o del progresso civile nel mondo. Il Minimum Prize vuole essere alla base della ricerca, lo stimolo e il movente di un processo che punta ad un traguardo di valori nelle nuove prospettive di civiltà. È un premio di partenza anziché di arrivo. È un riconoscimento che celebra chi si fa promotore di una trasformazione sociale responsabile. È inteso come rapporto primario tra le persone che, attraverso l’interazione delle differenti singolarità, produce la grande svolta della civiltà umana. Minimum come embrione, come principio generativo di nuova società, come chiave d’ingresso ad uno stadio evolutivo in cui la creatività e la scienza umana trovano i modi per convivere con l’intelligenza della natura. Giunto alla dodicesima edizione, il Minimum Prize viene assegnato quest’anno a Cucula. Motivazioni Cucula, in contrasto con il dibattito teorico sulla situazione dei

rifugiati in Germania, propone un approccio pragmatico, immediato e orientato all’azione. Il suo obiettivo è quello di ottenere qualcosa “con” i rifugiati e non semplicemente “per” i rifugiati. Lanciato come un progetto pilota, Cucula vuole dare accesso all’istruzione a persone per cui le porte della società sono chiuse. Cucula opera direttamente a livello minimum dell’interazione interpersonale e nello stesso tempo agisce su un tema globale, unendo in tal modo due opposti orizzonti in un unico progetto. Rappresenta una proposta concreta e fattiva che va al di là della critica, dimostrando come sia possibile affrontare le sfide più urgenti con un pensiero out of the box, lucido e a suo modo pienamente logico. È un prisma le cui facce sono educazione, inclusione, economia, integrazione, incontro, impegno, innovazione. Cucula è una best practice da studiare e possibilmente estendere ad altri contesti per la sua capacità di generare impatto sociale, perfetto esempio di Social Innovation Design. Paolo Naldini, Direttore Cittadellarte - Fondazione Pistoletto

The Minimum Prize is a prize placed at the minimum level compared to the ones destined to big personalities who have dedicated their lives to the peace or the civil progress cause. The Minimum Price wants to be at the basis of the research, the incentive and the motive of a process aiming at the values of new civilization perspectives as an objective. It is a starting rather than an achievement award. It is an acknowledgement celebrating who promotes a responsible social transformation. It is meant as a primary relationship among people producing a big change in human civilization through the interaction of single units. Minimum like an embryo, like a principle generating a new society, like an access key to an evolutionary stage where creativity and human science find ways to live with the intelligence of nature. This year at the 12th edition, the prize is awarded to Cucula. motivation Cucula, in contrast with the theoretical debate about the situation of refugees in Germany, strives for a pragmatic, immediate and actionoriented approach. Its aim and object is to achieve something “with” the refugees and not simply “for” the refugees. Launched as a pilot project, Cucula wants to give access to education to people for whom the doors of society are locked.

Cucula operates directly at the minimum level of personal interaction but acts on a global issue, this way joining the two opposite horizons into a single project. It represents a concrete and effective proposal that goes beyond criticism, showing how it is possible to face the most urgent issues thinking outside the box, in a clearheaded and – from its specific point of view – completely logical way. It is a prism whose faces are education, inclusion, economy, integration, encounter, commitment, innovation. Cucula is a best practice to study and possibly extend to other contexts for its ability to generate a social impact, a perfect example of Social Innovation Design. Paolo Naldini, Director Cittadellarte - Fondazione Pistoletto

MINIMUM PRIZE editions: 2001-i edition- Sislej Xhafa con/with DIAFA; 2002-II edition-Tal Adler; 2003-III edition-progettozingonia; 2004-iv edition-Jamil Hilal e/and Ilan Pappe; 2005-v editionRichard Stallman; 2006-vi editionReMida; 2009-vii edition-Dipartimento Educazione Castello di Rivoli; 2012-viii edition-Jeanne van Heeswijk; 2013-ix editionCharles Esche; 2014-x editionEmergenza Primavera; 2016-xi edition-El Puente_lab e/and Juan E. Sandoval.


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cittadellarte fashion b.e.s.t.

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CITTA DELL A RTE FA SHION B. E. S .T. Siamo l’abito che indossiamo: che vestito scegli tu? Il tema della salvaguardia del nostro pianeta è più che mai di attualità. In un mondo in cui siamo sempre più attenti a ciò di cui ci nutriamo, ai rifiuti che produciamo, ai mezzi che utilizziamo, ancor poco si parla dell’attenzione per ciò che indossiamo. Ma sappiamo quanto inquinano i nostri vestiti? Sono veloci la nostra vita, i nostri ritmi e altrettanto veloci sono i nostri consumi. Alla corsa della “fast fashion”, corrisponde un’altrettanta velocità di generazione di rifiuti, di inquinamento dei nostri mari e dell’aria che respiriamo: ogni maglia, T-shirt, pantalone, gonna, camicia che abbiamo nel nostro armadio porta con sè un percorso produttivo tutt’altro che green: una lavorazione, una tintura, un trasporto, un confezionamento con ricadute ambientali disastrose. Non per ultime, inoltre, le condizioni non umane a cui sono costrette a lavorare persone dall’altra parte del mondo: senza diritti, a salari ridicoli e in condizioni di sicurezza e sanità dell’ambiente di lavoro quasi nulle. Tutto ciò per poterci garantire abiti a costi di produzione ridotti. Dovremmo quindi rinunciare al piacere di vestirci e indossare accessori di moda per non contribuire a tutto ciò? Non è detto. Siamo sempre stati convinti che avremmo dovuto scegliere tra acquistare l’abito fashion da noi tanto desiderato, che pur essendo bellissimo nulla aveva di sostenibile da un punto di vista ambientale ed etico, e un abito in tessuti naturali che rispettava i nostri valori, ma molto lontano dal taglio, colore e modello di tendenza in questa stagione.

Ci hanno mentito! Almeno sino ad ora. Cittadellarte, attraverso il progetto B.E.S.T. (Bio Ethical Sustainable Trend), è l’officina operativa che dal 2009 si dedica allo sviluppo della sostenibilità nell’ambito del settore tessile: la B sta anche per Biella, e per “brave”, coraggioso; poiché il coraggio è ciò che anima l’impegno a seguire una visione realmente innovativa.

Come funziona? B.E.S.T. dal 2009 riunisce in una piattaforma decine di aziende produttrici di tessuti, filati e accessori sostenibili, progetta insieme a giovani fashion designer collezioni basate sulla sostenibilità e realizza incontri ed eventi di sensibilizzazione al consumo responsabile. Partecipa inoltre a gruppi di lavoro internazionali e organizza seminari e approfondimenti formativi. Attraverso le aziende del proprio network propone materiali e prodotti tessili sostenibili (in esposizioni sempre visitabili a Cittadellarte). Collaborazione, educazione e sensibilizzazione quindi sono al centro delle attività di cui B.E.S.T. si occupa.

Nascono gli “Studios” Si tratta di un laboratorio che attiva e stimola le imprese della filiera della moda (dai filatori e tessitori fino ai label protagonisti sul mercato finale) sotto il comune obiettivo di rendere il settore del fashion esempio di sostenibilità; dunque rendere massimamente attraente la moda sostenibile, non solo come trend passeggero, ma come corrente profonda e costante. Infatti il laboratorio B.E.S.T. diventa scuola, centro di produzione, di ricerca e seminari, di divulgazione e di progettazione. Nel 2015 nasce così il progetto degli “Studios”, il naturale proseguimento di Cittadellarte Fashion B.E.S.T., che dal 2009 si occupa di promuovere e sviluppare ricerca e creatività negli ambiti della moda etica e sostenibile.

Le prime edizioni di B.E.S.T., realizzate nel 2009 e nel 2010 in collaborazione con Franca Sozzani, hanno avuto come ospiti designer del calibro di Mary Katranzou, Sandra Backlund, Silvio Betterelli, Mark Fast, Camo, Matthew Ames, Marco de Vincenzo, Kathrin Lugbauer e Nora Berger. A Biella, nel cuore di uno dei comparti tessili tra i più importanti al mondo, Cittadellarte Fashion B.E.S.T. Studios attiva un ambizioso progetto in risposta ad un bisogno reale avvertito in primis dai professionisti del settore: realizzare un reale laboratorio di ricerca culturale e progettazione con un fitto programma di corsi di formazione che intreccino in una trama a più dimensioni arte - moda - sostenibilità. Residenze d’artista, progetti interdisciplinari e la possibilità di condividere un atelier di moda contemporaneo impiegato in un ruolo di responsabilità sociale attraverso la pratica della sostenibilità. I corsi, suddivisi in moduli formativi declinabili in diverse soluzioni logistiche e temporali, hanno come mentori alcuni dei più influenti creativi, ricercatori, professionisti che a più livelli si occupano dell’universo design e fashion. Il corso base si sviluppa in 76 ore e fornisce gli elementi teorici del rapporto tra arte e moda, etica ed estetica per realizzare un progetto di collezione.

Il modello didattico Dal 2015, il progetto B.E.S.T. Studios, a cura di Silvio Betterelli e coordinato da Olga Pirazzi, ha già ospitato gli studenti di diverse scuole internazionali tra le principali FIT Fashion Institute of Technology di New York gemellati con il Politecnico di Milano, Oksana Tsareva School “Kroyu.ru” di Mosca, rinominato per la qualità del lavoro tecnico di modellistica e sartoria, IAAD Torino, Bocconi University Milano e NABA Nuova Accade-

mia Belle Arti di Milano. Con quest’ultima dal 2017 è partito il programma congiunto “Fashion Advanced Professional Training articolato in tre corsi distinti: A-Gender Fashion, Textile Research Experience, Fashion Curation and Exhibit, per la durata di 8 settimane in residenza a Cittadellarte. Il modello didattico, sviluppato in un ambiente di lavoro orizzontale, aperto e multidisciplinare, si incentra sulla grammatica della creazione come processo di generazione del nuovo a partire da diversi o opposti elementi esistenti (ispirato al teorema della Trinamica di Pistoletto): il contesto geografico locale (con le emergenze delle sue specificità estetiche, storiche, paesaggistiche, culturali ed economiche) e lo scenario globale/globalizzato in cui la moda si muove come potente driver di trasformazioni e stili di vita, di produzione di simboli e rimodulazione dei rapporti tra filiere produttive, media, economie, culture, politiche. I programmi delle residenze sono suddivisi in ricerca di tendenze, con la costruzione di un moodboard di ispirazione, progettazione e sviluppo attraverso diverse tecniche di elaborazione grafica, selezione dei materiali e tessuti (attraverso la piattaforma B.E.S.T.) con visite in aziende convenzionate, sviluppo di un cartamodello e conseguente confezione di un outfit con i tessuti delle aziende sponsor, shooting con fotografi, modelli, hair e makeup artists. Insomma un percorso completo nelle diverse fasi per poter fornire ai partecipanti una preparazione più completa possibile. Inoltre i partecipanti ai B.E.S.T. short courses durante la residenza interagiscono con tutti i dipartimenti e i progetti di Cittadellarte e le principali realtà delle aziende tessili del territorio, vivendo così un’esperienza unica in cui fare ricerca nell’arte e nella moda in contatto diretto con artisti, designer e architetti. Ancora convinti che sostenibilità e moda non possano essere compatibili? Daniel Tarozzi, Direttore Responsabile Journal (testata giornalistica di Cittadellarte)

We are what we wear: what will you choose? The theme of the safeguard of our planet is nowadays more than ever relevant. In a world where we are more and more careful about what we eat, what waste we produce, how we travel, not enough attention is given to what we wear. Do we know how much our clothes pollute? Our life and our rhythms are fast, and so is our consumption. The fast-fashion rush has brought us to a fast disposal, a fast pollution of our seas and the air we breathe: every jumper, t-shirt, pair of trousers, skirt, shirt we have in our wardrobe is the result of a productive process anything but green: the manufacturing, the dying, the delivering, the packing have a disastrous environmental impact. And last, but not least, the human conditions the other side of the world is forced to work in: without any rights, at ridiculous wages and in barely existent health and safety regulations. All this to provide us with low cost clothes. Should we then give up the pleasure of buying fashion in order not to contribute to all this? Not really. We have always believed that we had to choose between the fashionable clothes we desire, beautiful but non sustainable from an environmental and ethical point of view, and clothes made of natural materials, respecting our values but far from the trendy cuts, colours and models of the season.

They’ve lied to us! At least up to now. Cittadellarte, through the project B.E.S.T. (Bio Ethical Sustainable Trend), is a creative workshop that – since 2009 – has been working on the development of sustainability in the textile sector: B is also for Biella, and for “brave”, since bravery is what animates the commitment to follow a truly innovative vision.

How does it work? Launched in 2009, B.E.S.T. has gathered in a platform dozens of companies producing sustainable textiles, yarns and accessories; creates collections based on sustainability with young designers; organizes public conferences and events aimed at promoting a responsible consumption. It also takes part in international work groups, and holds seminaries and in-depth educational courses. Through the companies participating in the project, it offers sustainable materials and textile products (permanently on display at Cittadellarte). Collaboration, education and awareness raising are therefore the focus of B.E.S.T.’s activities.

The creation of the “Studios” It is a laboratory that activates and motivates the companies of the fashion supply chain (from the manufacturers to the labels sold in retail) under the common objective of making the fashion sector a model of sustainability; therefore making sustainable fashion become extremely attractive, not only as a momentary trend, but as a deep and consistent inclination. The laboratory B.E.S.T. becomes school, place of production, research, debate, divulgation and planning. The project “Studios” was launched in 2015, as a natural development of Cittadellarte Fashion B.E.S.T., which has been involved in promoting


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and developing research and creativity in the field of ethical and sustainable fashion since 2009. The first editions of B.E.S.T., realized in 2009 and 2010 in collaboration with Franca Sozzani, have featured as guests designers of the calibre of Mary Katranzou, Sandra Backlund, Silvio Betterelli, Mark Fast, Camo, Matthew Ames, Marco de Vincenzo, Kathrin Lugbauer and Nora Berger. In Biella, at the heart of one of the most important textile hubs in the world, Cittadellarte Fashion B.E.S.T. Studios activates a far-reaching project in response to a need primarily felt by the professionals in the sector: to realize a real lab of cultural research and planning with a dense programme of educational courses weaving art, fashion and sustainability into a multidimensional pattern. Artist’s residencies, interdisciplinary projects and the opportunity to share a contemporary fashion atelier committed to a socially responsible role through the practice of sustainability. The courses, divided into educational modules offering diverse logistic and temporal solutions, are mentored by some of the most influential creatives, researchers and professionals with different roles in the world of design and fashion. The basic course is of 76 hours, and imparts the theoretical elements of the relationship between art and fashion, ethics and aesthetics necessary to realize a collection project.

The educational model Since 2015, the project B.E.S.T. Studios, curated by Silvio Bettarelli and coordinated by Olga Pirazzi, has already seen the participation of various international schools like FIT-Fashion Institute of Technology, New York, twinned with Milan’s Polytechnic; the Oksana Tsareva School “Kroyu.ru”, Moscow, renown for the quality of its technical work of pattern making and tailoring; IAAD, Turin; Bocconi University, Milan; and NABA-New Academy of Fine Arts, Milan. The educational model, developed in a horizontal, open and multidisciplinary work environment, is centred around the grammar of creation as a process of generating something new starting from different or opposite existing elements (inspired by Pistoletto’s principle of trinamics): the local geographical context (with its aesthetic, historical, territorial, cultural and economical peculiarities) and the global/globalized context in which fashion moves as a powerful driving force of transformations and life styles, of symbol production and remodulation of the relationships between supply chains, media, economies, cultures and politics. The programmes of the residencies are divided in trend research, with the creation of a mood board of inspiration; planning and development

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ittadellarte si muove come un hub, un punto di snodo, tra movimenti globali ed energie locali. Anche questa nuova collaborazione con la neonata associazione Better Places è il risultato di un lavoro con il territorio e con il resto del mondo.” Paolo Naldini (direttore di Cittadellarte) Cittadellarte nella sua mission promuove da sempre la creatività come legante sociale. Da alcuni anni ha attivato uno stretto rapporto con gli studenti (Consulta Provinciale Studentesca di Biella) e ha seguito e curato insieme a loro la Giornata dell’Arte, un progetto che nasce in città ed è diventato grazie alle ultime edizioni significativo a livello italiano (vedi pag. 8). Da questa esperienza si sono mossi in maniera spontanea alcune energie individuali e collettive che, insieme ad altre realtà locali, hanno creato un’associazione di soggetti diversi con competenze eterogenee che hanno trovato in Better Places e Cittadellarte il perfetto incubatore sociale. Cittadellarte si conferma un’istituzione aperta, in dialogo continuo con le forze della città: scuole, imprese, istituzioni, associazioni e

Uno spazio di sperimentazione culturale e sociale

con loro pratica l’arte come motore sociale; così ha accompagnato l’ideazione e la costruzione del progetto Hydro in ogni sua fase, condividendone le difficoltà e la sfida. Cittadellarte ha messo a disposizione gratuitamente spazi, materiali di riciclo e attrezzatura, oltre a un’attività di co-progettazione su tutta la linea (in particolare nella persona di Roberto Melis). “Di fronte all’energia e alla capacità, competenza, entusiasmo di questa nuova generazione si deve prendere atto che il nostro territorio ha importanti semi di grande valore sociale. Forse anche su di essi bisogna contare per una nuova narrazione del territorio, per costruire insieme una nuova identità e una nuova economia capace di trovare nella circolarità e nella condivisione l’alimento per sostenere l’iniziativa e l’intraprendenza.” (Paolo Naldini) Hydro, con tutte le sue attività, si integra perfettamente con le altre operazioni di Cittadellarte, in particolare con UNIDEE – Università delle Idee, con i laboratori didattici delle Terme Culturali e con i progetti territoriali come Let Eat Bi e Fashion B.E.S.T.

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A space of cultural and social experimentation

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ittadellarte operates like a hub among global movements and local energies. This new collaboration with the new association Better Places is another result of an engagement with the territory and with the rest of the world.” Paolo Naldini (director of Cittadellarte) As part of its mission, Cittadellarte has always promoted creativity as a “social glue”. For a few years, it has been in close relationship with students from the Student Council of Biella County, and has contributed to organizing and curating the Art Day, a project created in town which has become relevant at a national level thanks to its more recent editions (see page 8). This experience has favoured spontaneous individual and collective energies which – together with other local realities – have created an association of various subjects with diverse interests and skills who have found the perfect social incubator in Better Places and Cittadellarte. Cittadellarte confirms its being an open institution, in continuous dialogue with local energies: schools, companies, institutions,

associations practising art as a social driving force; it has therefore supported the conception and the realization of the Hydro project in all its phases, sharing the difficulties and the challenges. Cittadellarte has made spaces, recycled materials and equipment available for free, besides providing its planning consultancy on all aspects (espacially by Roberto Melis). “Seeing the energy, the ability, the skills, the enthusiasm of this new generation makes you realize that our territory has the prerequisites to develop a great social value. We should maybe rely on them to contribute to creating a new narrative of the territory, so as to build together a new identity and a new economy able to find in circularity and sharing a nourishment to support initiative and aspiration.” (Paolo Naldini) Hydro and all its activities are ideally suited to the context of Cittadellarte, and in particular of the UNIDEE – University of Ideas, the didactic workshops of the Terme Culturali and the territorial projects like Let Eat Bi and Fashion B.E.S.T.

Manifesto dello spazio di Better Places APS

Manifesto of Better Places (association of social promotion)

Hydro è nato dall’acqua, ispirato dal fiume, sul fiume. È un insieme di gocce, tra le altre gocce. È in continua trasformazione, resta nascosto tra le rocce umide. A volte si ingrossa, fa rumore e trascina tutto con sé. Spesso scorre libero, ogni tanto si incanala. Cresce e produce energia per creare e, se necessario, anche per distruggere. Raccoglie la forza di ciò che sta attorno, si allarga e dà spazio a quello che riesce a contenere. Tiene insieme la bellezza e le diversità. Come le gocce, che tra le altre gocce, nel fiume si sentono a casa.

Hydro was born from water, inspired by the river, on the river. It is a cluster of drops among drops. It is in continuous transformation, it hides behind the wet rocks. Sometimes it swells, makes noise and drags everything away. Sometimes it runs free, sometimes it channels itself. It grows producing energy to create and, if necessary, to destroy too. It gathers strength from what surrounds it, it widens giving space to everything it can contain. It keeps beauty and diversity together. Like drops feel at home in the river, among the other drops

• CASA. Hydro è una casa, ogni persona che la frequenta entra a far parte di una grande famiglia. Ognuno ha la responsabilità di renderla viva, bella, ma soprattutto un luogo di crescita, in cui costruire relazioni durature. Non è un locale, nessuno è cliente, ma solo membro di una comunità propositiva e accogliente.

• HOME. Hydro is a home, each person spending time there becomes part of a big family. Each one with the responsibility to make it alive and beautiful, but above all a place of growth, where to build long lasting relationships. It’s not a bar, nobody is a customer, everybody is simply a member of a propositional and welcoming community.

• ENERGIA. Vitale, culturale e sociale. Energia che scaturisce dalle relazioni che si creano all’interno di questa casa e danno vita ai progetti che animano questo spazio, pronti ad uscire per coinvolgere la città e il territorio. • CULTURA. La base su cui si fondano i contenuti di questo spazio. Una cultura non omologata che sperimenta nuove forme, in cui rivestono un ruolo importante la partecipazione, la ricerca e la contaminazione tra le arti. • RICERCA. Hydro è un luogo dove fare ricerca, dove spostare l’asticella dei contenuti culturali un po’ più in là di dove siamo abituati a trovarla. Un ambiente in cui si generano stimoli e interessi e dove si cresce attraverso il confronto e il dialogo. • PARTECIPAZIONE. Hydro è una casa per tutti, un luogo di partecipazione nel senso più nobile del termine. Un luogo in cui essere ascoltati e mettersi in gioco, creando pratiche condivise di gestione e di produzione di contenuti. • INCONTRO. Un punto di contatto tra diverse generazioni e campi del sapere che convivono e cooperano attivamente alla vita dello spazio e alla creazione delle proposte. • TERRITORIO. Hydro è fortemente legato al contesto in cui è immerso, nasce dal bisogno del territorio, della comunità di avere uno spazio dove fruire e sperimentare attività culturali. • ANTENNA. Uno spazio in grado di ricevere e accogliere gli stimoli dal mondo, in grado di trasmetterli e raccontarli alla comunità locale. Hydro nasce anche dal sogno di vedere una Biella un po’ più europea, di ridurre il ritardo con cui le novità raggiungono la nostra città.

• ENERGY. Vital, cultural and social. Energy flowing from the relationships created within this home, generating the projects that animate this space, ready to go out to involve the town and the territory. • CULTURE. The basis on which the contents of this space are founded. A non-conformist culture experimenting with new forms, in which important roles are played by participation, research and contamination between arts. • RESEARCH. Hydro is a place where to research, where to move the bar of the cultural contents a bit further than what we are used to. A motivating environment generating interests, where to grow through dialogue. • PARTICIPATION. Hydro is a home for everybody, a participatory place in its most noble sense, where to be listened to and take on challenges, creating sharing practices of content management and production. • MEETING. A point of contact between different generations and fields of knowledge, cohabiting and actively cooperating in animating the space and making proposals.. • TERRITORY. Hydro is closely connected with the context it’s immersed in, it’s an answer to the local community’s need for a space where to enjoy or experiment with cultural activities. • ANTENNA. A space able to receive inputs from the world, and to convey them to the local community. Hydro was also born from the desire to have a more European Biella, to reduce the time delay before innovation reaches our city.

Cit tadellar te Fashion B.E.S.T. Studios. Photo: Filippo Vinci, Ma xim Samovich

through different techniques of graphic elaboration; selection of materials and textiles through visits to the companies from the B.E.S.T. platform; realization of a paper pattern and subsequent tailoring of an outfit made of materials from the sponsor companies; photo shoot with professional photographers, models, hair and make-up stylists. In other words, the whole process phase by phase in order to offer the participants the best competence possible. During their stay, the participants in B.E.S.T. short courses have the opportunity to interact with Cittadellarte’s other departments and projects, and with the main textile companies in the territory, enjoying a unique experience in which to research into art and fashion in close contact with artists, designers and architects. Are you still convinced that sustainability and fashion are not compatible? Daniel Tarozzi, Chief Editor of the Journal (Cittadellarte’s online newspaper)

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1. “Campo Elettrico. SPRAWL b2b D’ARCANGELO”, lecture con/ with Pablito El Drito e presentazione del libro / and presentation of the book “Rave New World. L’ultima controcultura” (Agenzia X, 2015). 2. “Jungle Roots at Hydro”, viaggio in cui si attraversano le radici della drum’n’bass / journey around the roots of drum’n’bass. 3. “Sunday Comes Slow. Gionata Mirai live”, mercatino e musica a Hydro / market and music at Hydro. Foto: HYDRO


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cittadellarte f.a.q.

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c i t ta d e l la r t e f. a .q. Che cos’è Cittadellarte?

u n i n n ova t i vo m o d e l l o d i è istituzione artistica e culturale che implica l’arte nei diversi settori della società come enzima trasformatore fondato sul binomio autonomia/responsabilità. 2. è il luogo dove fare esperienza di un modo di vivere fondato sulla visione del Terzo Paradiso, di cui Cittadellarte è la sede originaria. 3. è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale, riconosciuta nel 1998 dalla Regione Piemonte e con essa convenzionata. 1.

Come si può partecipare?

• visite guidate di breve durata, un primo contatto con Cittadellarte, le sue radici, i suoi luoghi e le sue attività, in vista di ritornarvi per approfondire; oppure • soggiorni brevi di uno o alcuni giorni dedicati a conoscere e sperimentare direttamente nella pratica i principi del Terzo Paradiso partecipando ai programmi delle Terme Culturali, i cui trattamenti sono finalizzati a risvegliare ed esercitare sensibilità e facoltà sopite o da “allenare”; oppure • la partecipazione a UNIDEE Università delle Idee, una “scuola” articolata per moduli residenziali settimanali che possono comporre un percorso di studi pluriennale autodefinito dal partecipante stesso secondo i propri specifici bisogni e interessi; oppure • f orme di co-working che implicano di stabilire a Cittadellarte la propria attività lavorativa; oppure

•o perare ciascuno nel proprio contesto territoriale, anche molto distante da Biella, assumendo le vesti e le funzioni di ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso, sviluppandone la filosofia e le pratiche in relazione alla propria vocazione e alle opportunità locali.

Quante persone frequentano Cittadellarte all’anno?

Circa 50 mila, compresi gli studenti, i coworker, i clienti del mercatino Let Eat Bi e del Coffee Restaurant Crossquare…

Che tipo di struttura è la sede di Biella?

È un pregevole complesso di archeologia industriale, ex manifattura laniera (sec. XIX), tutelato dal Ministero dei Beni Culturali. In totale circa 20 mila metri quadrati. L’impatto urbanistico della rigenerazione attuata dalla Fondazione Pistoletto dagli anni ’90 è stato molto significativo.

della prima celebrazione del Rebirth-day nasce la figura dell’ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso. L’ambasciatore rappresenta sul territorio a lui prossimo l’idea stessa del Simbolo del Terzo Paradiso: una prospettiva che l’arte offre alla società, dal punto di vista culturale, politico, economico, civile, spirituale. Organizza il Rebirth-day (il 21 dicembre di ogni anno) e altre attività. Se riesce, organizza il Forum Rebirth e il conseguente Cantiere di un anno.

Come si diventa ambasciatori Rebirth/ Terzo Paradiso?

Prima si può diventare sostenitore del Terzo Paradiso attraverso la realizzazione di un evento collegato al progetto Rebirth, compresi quelli eventualmente organizzati in occasione del Rebirth-day. Successivamente si può ottenere la nomina ad ambasciatore, richiedendola direttamente a Cittadellarte. Un ambasciatore può anche segnalare a Cittadellarte un sostenitore proponendone la nomina ad ambasciatore.

How can you take part? • short guided tours, a first contact with Cittadellarte, its roots, its spaces and its activities, in anticipation of coming back to find out more; or • short stays of one or a few days dedicated to discovering and experimenting in practice with the principles of the Third Paradise participating in the programmes of the Terme Culturali, whose treatments aim at awakening and exercising sensibilities and faculties which are numb or in need of “training”; or • the participation in UNIDEE – University of Ideas, a “school” organized in residential weekly modules which can develop into a multi-year course of studies defined by the participants themselves according to their specific needs and interests; or • f orms of coworking implying establishing one’s business in Cittadellarte; or • operating each in one’s own territory – which might be very far from Biella – assuming the role and functions of Rebirth/Third

Paradise ambassador, developing its philosophy and practice in relation to one’s vocation and the local opportunities.

How many people spend time in Cittadellarte every year?

About 50.000, including students, coworkers, customers of the Let Eat Bi vegetable market and of the Crossquare Coffee Restaurant, etc.

What type of building does Cittadellarte occupy? Cittadellarte is located in a fine industrial archaeology complex, a 19th century wool mill under the tutelage of the Ministry of Cultural Heritage. It covers a space of about 20.000 sq. m. The regeneration of the area carried out by the Foundation in the ’90s was extremely significant in terms of its urban impact.

Why is it defined a community?

First of all because over 30 separate juridical subjects are based in Cittadellarte; not only Fondazione Pistoletto onlus then, but different organizations of social and cultural promotion, limited

companies and professionals. Besides, over 100 entities in the world have assumed the denomination of Embassies.

What are the Rebirth/ Third Paradise embassies?

The figure of the ambassador was established on 21st December 2012, on the occasion of the first Rebirth-day. The ambassadors represent the idea itself of the symbol of the Third Paradise on the territory they live in: a perspective art offers society, from a cultural, political, economical, civil and spiritual point of view. They organize the Rebirthday celebrations (on 21st December of each year) and other activities. If in a position to do so, they plan a Rebirth Forum and the subsequent one-year-long Working Site.

How do you become a Rebirth/Third Paradise ambassador? You can start by becoming a Third Paradise supporter through the realization of an event linked to the Rebirth project, possibly on the occasion of the Rebirth-day. You can then be nominated ambassador applying directly to Cittadellarte. An ambassador can also recommend somebody else for the role.

Perché si dice che sia una community?

Prima di tutto perché hanno sede a Cittadellarte piu di 30 soggetti giuridici differenti; non solo la Fondazione Pistoletto onlus, dunque, ma diverse associazioni di promozione sociale e culturale, s.r.l. e p rofe s sioni sti. Inoltre, si sono costituiti nel mondo più di 100 soggetti che hanno assunto la denominazione di Ambasciate.

Che cosa sono le ambasciate Rebirth/ Terzo Paradiso?

Il 21 dicembre 2012 in occasione

What is Cittadellarte?

i t’s an innovative model of artistic and cultural institution implying art into the different sectors of society as a transforming enzyme based on the binomial autonomy/ responsibility. 2. i t’s a place where to experience a way of life in line with the vision of the Third Paradise, which has in Cittadellarte its original seat. 3. it’s a non-profit organization recognized by and under the patronage of Regione Piemonte since 1998. 1.

journal.cittadellarte.it Journal: l’informazione con l’arte al centro information with art at the centre

Cittadellarte – Fondazione Pistoletto della contemporaneità: il rapporto tra individuo e consesso sociale, tra libertà e responsabilità, tra autonomia e appartenenza, tra appropriazione e condivisione, la sostenibilità dei sistemi economici, l’etica dei modi della convivenza, la formazione e la motivazione all’impegno diretto per il cambiamento portato in ogni ambito della vita sia a livello individuale, sia nelle dimensioni organizzate e collettive, da quelli più profondi come il campo della spiritualità e della politica a quelli più pratici come l’economia, la moda, l’architettura, l’alimentazione.

In un complesso industriale otto- e novecentesco, al centro del distretto laniero biellese, ancora di rilievo mondiale per qualità ed eccellenza, Michelangelo Pistoletto (massimo artista italiano vivente secondo la pubblicazione L’arte contemporanea italiana nel mondo: analisi e strumenti / Pier Luigi Sacco, Walter Santagata, Michele Trimarchi, Milano: Skira, 2005 promossa dal Ministero dei Beni Culturali, Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia 2003 ed insignito del Premio Imperiale del Giappone “Nobel per le Arti” nel 2013) ha avviato negli anni ’90 e realizzato, insieme a un gruppo di ricercatori ed esperti, un laboratorio collettivo; un’organizzazione dove confluiscono non solo artisti, ma anche promotori della sostenibilità nel mondo della moda, imprenditori sociali che sviluppano filiere di economia solidale partendo dalla terra e dall’agricoltura, architetti impegnati nella progettazione e realizzazione di moduli abitativi sostenibili e altri brillanti operatori impegnati in ogni campo in cui l’intelligenza umana sia chiamata ad interagire con la saggezza della natura. A Cittadellarte i diversi campi di conoscenza e attività si connettono per affrontare le grandi sfide

In a 19 th and 20 th century industrial complex, at the centre of the Biellese wool district, still globally relevant for quality and excellence, Michelangelo Pistoletto (the major living Italian artist according to the publication L’arte contemporanea italiana nel mondo: analisi e strumenti / Pier Luigi Sacco, Walter Santagata, Michele Trimarchi, Milano: Skira, 2005 promoted by the Ministry for Cultural Heritage, Leone d’oro to the career at the 2003 Venice Biennale and awarded Japan’s Praemium Imperiale “Nobels for Arts” in 2013) has realized, starting in the ’90s and with the help of a group of researchers and experts, a collective laboratory: an organization which gathers not only artists, but also promoters of sustainability in the fashion world, social entrepreneurs who develop supply chains of ethical economy starting from the earth and agriculture, architects engaged in planning and building sustainable housing modules, and other brilliant operators engaged in every field in which human intelligence is called to interact with nature’s wisdom. In Cittadellarte the different fields of knowledge and activity connect to face jointly the great challenges of contemporaneity: the relationship between individual and society, between freedom and responsibility, between autonomy and belonging, between appropriation and sharing, the sustainability of the economical systems, the ethics of the ways of coexisting, the education and motivation to contribute to generate a change in every sector of life both in its individual and in its organized and collective dimension, from the deepest spheres like spirituality and politics to the most practical ones like economics, fashion, architecture, food.

ORARI terme culturali / terme culturali opening time: sabato e domenica dalle 11:00 alle 19:00 / Saturday and Sunday from 11 am to 7 pm. (+39 015 0991461; +39 015 28400) cafeteria Crossquare: aperto da lunedì a venerdì dalle 8:30 alle 18:30 / from mondey to friday from 8:30 am to 6:30 pm, sabato e domenica dalle 10:30 alle 19:00 / Saturday and Sunday from 10:30 am to 7 pm.

Per contatti / Contact us: fondazionepistoletto@cittadellarte.it - +39 015 28400 - www.cittadellarte.it

President Giuliana Carusi Setari Vice President Maria Pioppi Artistic Director Michelangelo Pistoletto Director Paolo Naldini Assistant to the Director, Project Management Marina Maffei Art Office Director Juan Esteban Sandoval Assistant of the Director Grazia Amendola Exhibition setting up Assistant Alessandro Baroni Michelangelo Pistoletto’s Assistant Alessandro Lacirasella Production & Design Office and Nourishment Office Armona Pistoletto Assistant Francesca Favaro Press and Communications Office Margherita Cugini Assistant Giulia Marostica Translations Elena Pasquali Proof Reader Elena Rosina Graphic Design Liudmila Ogryzko Web Daniele Garella

cittadellarte edizioni, Biella, 2017. Stampa su carta certificata / Printed on paper certified: F.S.C. Forest Stewardship Council, E.C.F. Elemental Chlorine Free

Journal Editor in Chief Daniel Tarozzi Editor Luca Deias System Administration Leonardo Buffa Architecture Office | n.o.v.a.civitas Emanuele Bottigella, Armona Pistoletto Museum Mediator and Community outreach / engagement Elena Rosina Guides and Mediators Elena Rosina, Alice Sandolera, Alessandro Baroni, Veronica Ragozzi, Aurora Bellan Didactics Elena Rosina Workshops Assistant Alice Scandolera Education Office | Unidee Programme Director and Curator Cecilia Guida Programme Coordinator Clara Tosetti Director and Curator Assistant Annalisa Zegna Bachelor of Art Program in Social Innovation Design Michele Cerruti But, Valeria Cantoni Cittadellarte Fashion b.e.s.t. Olga Pirazzi Advisor Silvio Betterelli

Via Serralunga 27 13900 Biella - Italy

Geographies of Change Francesco Bernabei Coworking Armona Pistoletto, Enrico Rey Strategic Advisor Roberto Mollica Social media communication Coordinator Margherita Cugini Luca Deias Rebirth /Third Paradise Ambassadors’ Coordinator Francesco Saverio Teruzzi Milan Rebirth Forum Coordinator and Network Developer Fortunato D’Amico Assistant Andrea Abate HYDRO Better Places Administration Roberto Melis, Luciana Friaglia, Annalisa Marchioro Archive Marco Farano Store Elena Pasquali Library Elena Rosina Cafeteria Crossquare Facilities Salvatore Falcone, Sandra Ottino In partnership with Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT


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