8 giugno – 30 settembre 2005 - isola di San Servolo - Venezia Venice International University con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri
l’isola interiore: l’arte della sopravvivenza curatore Achille Bonito Oliva
Michelangelo Pistoletto & Cittadellarte presentano
partner Fondazione Ermenegildo Zegna
il terzo paradiso
L’ISOLA INTERIORE: L’ARTE DELLA SOPRAVVIVENZA
INNER ISLAND: ART OF SURVIVAL curated by Achille Bonito Oliva Venice International University, with the support of the Ministry of Foreign Affairs
L’isola di San Servolo, sede della mostra L’isola interiore: l’arte della sopravvivenza in occasione della 51.Biennale di Venezia / San Servolo island, location of Inner Island: Art of Survival exhibition, during 51st Venice Biennial.
L’isola non è soltanto una realtà geografica ma anche simbolica. Nell’immaginario collettivo sintetizza temi e miti che l’arte ha sempre rappresentato. Sopravvivenza, ritorno, partenza, naufragio, nostalgia e approdo costituiscono gli aspetti interiori di un’isola vagheggiata dall’arte in molteplici forme. L’isola di San Servolo costituisce il teatro dentro il cui recinto, perimetrato dalle acque della laguna veneziana, ogni anno un artista rappresenterà in maniera emblematica uno dei temi. L’arte della sopravvivenza, costituisce il tema affrontato da Michelangelo Pistoletto attraverso un’opera collettiva dal titolo: la CITTADELLARTE. L’opera è il frutto di una elaborazione corale del tema. Pistoletto chiude il cerchio della propria ricerca partita dallo specchio, che riflette la realtà, ed arrivata ora ad una conclusione radicale che implica molteplici artefici nel tentativo di modificare concretamente il sociale, attraverso nuovi modelli linguistici e comportamenti collettivi che incidono sulla vita quotidiana. L’Isola Interiore è introdotta da un’installazione di Michelangelo Pistoletto sul rimorchiatore Impetus nelle acque della laguna prospicienti ai giardini della Biennale di Venezia: un annuncio visivo che rimanda nella distanza all’isola di San Servolo. Se l’isola, nell’immaginario letterario di Defoe implica un’idea di sopravvivenza come supremazia coloniale di Robinson Crusoe sulla natura e sugli uomini, in quello di Pistoletto invece ipotizza scambio, parità, coesistenza, emancipazione dai bisogni e miglioramento degli standard della vita. Qui la sopravvivenza diventa un’arte, in quanto implica un progetto che punta sulla qualità della vita e sulla
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capacità di elaborazione formale di oggetti di uso collettivo. L‘arte della sopravvivenza diventa finalmente l’utopia praticabile che non rinvia ad un altrove impossibile, ma cerca la propria realizzazione nella fondazione concreta di linguaggi che danno statuto di realtà ai valori ideali che la permeano. Così Pistoletto sposta la collettività della sua “cittadellarte” da Biella all’isola di San Servolo, rendendola creativamente partecipe di un sogno concreto, quello di incidere non sulla quantità, cui è legato il semplice concetto di sopravvivenza, ma sulla qualità, mediante un lavoro collettivo che agisce sulle forme degli oggetti di uso quotidiano. Pistoletto accetta di assumere una nuova identità, passando da soggetto individuale a soggetto collettivo della creazione artistica, con la possibilità di fare dell’isola di San Servolo una fabbrica di idee, oltretutto in sincronia stanziale con l’università internazionale che già vi abita. L’arte così smette la sua eterna veste platonica per assumere una identità fattiva e a contatto con le cose. Come ci dimostra la produzione disseminata tra Marsiglia, Arles, Anversa, Sarajevo, Beirut, Biella ed altre città del mondo, di Pistoletto e gli altri artefici del suo collettivo. Abbiamo avuto tavoli mediterranei, cappelle multiconfessionali, porte in forma di cornice con su scritto “arte e politica”, barche di laguna con “love difference” scritto sulla vela, vetrine di gelati e divani rossi, tutte opere che ci confermano che la “cittadellarte” c’è e lotta con noi. San Servolo diventa l’isola interiore che custodisce i tesori dell’essere, dell’avere, del volere e del sapere. di Achille Bonito Oliva, critico d’arte e curatore
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Image editing L.Ogryzko
Photo A. Oitana
a cura di Achille Bonito Oliva, Venice International University, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri
M. Pistoletto (2005), Il nuovo segno di infinito, un solco tracciato nella terra, isola di San Servolo, Venezia / M. Pistoletto (2005), The New Symbol of Infinity, a furrow traced in the ground, San Servolo island, Venice.
The island isn’t simply a geographical reality, but a symbolic one as well. In the collective imagination, it synthesises the concepts and legends that art has always represented. Survival, return, departure, shipwreck, nostalgia and landfall are the principle interior aspects of an island yearnedfor by art in manifold forms. The island of San Servolo is the theatre, bounded by the waters of the Venetian lagoon, in which each year an artist gives an emblematic representation of one of these themes. The art of survival, is the theme taken on by Michelangelo Pistoletto through the collective work entitled: CITTADELLARTE, the product of a choral elaboration of the theme. Pistoletto closes the circle of his search that started out from the mirror reflecting reality, to reach a radical conclusion that implies such great involvement in the attempt to make concrete changes in society, through new linguistic models and collective behaviour that influence everyday life. The Inner Island is introduced by an installation by Michelangelo Pistoletto aboard the tug-boat Impetus in the waters in front of the Biennale gardens in Venice: a visual announcement with the island of San Servolo as the backdrop. If the island, in the imagination of Defoe, implies the concept of survival as the colonial supremacy of Robinson Crusoe over nature and men, that of Pistoletto instead proposes exchange, equality, co-existence, emancipation from need and improvement in the quality of life. Here survival becomes an art, in that it implies a project based on the quality of life and the capacity to formally elaborate objects of collective use.
The art of survival finally becomes a practicable Utopia not referred to an impossible ‘other world’, but that seeks its realisation in the concrete foundation of languages that give a statute of reality to the ideal values that permeate it. Thus Pistoletto shifts the collective of his “Cittadellarte” from Biella to the island of San Servolo, rendering it creatively part of a concrete dream, that of affecting not quantity, to which the simple concept of survival is linked, but quality, through a collective work that acts on the forms of everyday objects. Pistoletto accepts a new identity, moving from individual to collective person in artistic creation, seizing the opportunity to transform the island of San Servolo into a factory of ideas, above all in permanent synchrony with the international university already residing there. Thus art throws off its Platonic external guise to take on an active identity, in full contact with real things. As we can see through the productions disseminated scattered between Marseilles, Arles, Antwerp, Sarajevo, Beirut, Biella and other cities throughout the world, by Pistoletto and the others of his collective. We’ve seen Mediterranean tables, multi-faith chapels, doors like frames with “art and politics” written over, lagoon yachts with “love difference” written on their sails, ice-cream shop windows and red sofas, all works that confirm that Cittadellarte is here and fighting with us. San Servolo becomes the inner island that guards the treasures of being, having, willing and knowing.
by Achille Bonito Oliva, art critic and curator
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and Michelangelo Pistoletto
Photo M.Scattaro
Photo D.Paccagnella
e Michelangelo Pistoletto
interview with Achille Bonito Oliva
nell’ambito della 51.Biennale di Venezia a cura di Tiziana Ricci, giornalista di Radio Popolare 22 giugno, Venezia
during 51th Venice Biennial curated by Tiziana Ricci, journalist of Radio Popolare 22nd June, Venice
ABO: Achille Bonito Oliva MP: Michelangelo Pistoletto TR: Tiziana Ricci
ABO: Achille Bonito Oliva MP: Michelangelo Pistoletto TR: Tiziana Ricci
TR: Ci troviamo su una barca dove nel giorno dell'apertura della Biennale di Venezia si festeggia L'isola interiore: l'arte della sopravvivenza. Curatore Achille Bonito Oliva. Artista invitato, il Leone d'Oro alla carriera della scorsa edizione della Biennale, Michelangelo Pistoletto. Da soggetto individuale Pistoletto diventa soggetto collettivo presentando Cittadellarte – il progetto a cui da anni lavora a Biella – sull'isola di San Servolo, che diviene il luogo del Terzo paradiso. Diamo la parola a Achille Bonito Oliva che ha curato il progetto L'isola interiore: l'arte della sopravvivenza.
TR: We are on a boat in which, on the opening day of the Venice Biennial, the Inner Island: the art of survival is being celebrated. Care of Achille Bonito Oliva. Guest artist, the Golden Lion in the follow up of the last Biennial, Michelangelo Pistoletto. From being an individual person Pistoletto becomes a collective subject as he presents Cittadellarte – the project he’s been working on for years in Biella – on the San Servolo Island, which will become the location for the Third paradise. We hand over to Achille Bonito Oliva, who directed the project The Inner Island: the art of survival.
ABO: L'isola interiore: l'arte della sopravvivenza nasce da una mia idea di rappresentare i miti, i luoghi mentali espressi dal concetto di isola: il viaggio, il naufragio, la nostalgia, il ritorno, l'approdo, la deriva, e la sopravvivenza ovviamente. L’isola di San Servolo ci ha permesso di esprimere, attraverso l’opera di Pistoletto, quest'idea della sopravvivenza. Non è più un gesto solitario, ma, in questo caso, è un gesto collettivo che l’artista realizza con una chiamata di giovani collaboratori, giovani creativi, con i quali realizza un'arte socialmente utile, un'arte al servizio del sociale, un'arte che esprime le problematiche più attuali, come l'ecologia, le tematiche della differenza, del lassismo, della violenza. Pistoletto è un artista che esprime oggi delle esigenze o delle problematiche che appartengono alla collettività e, in quanto tali, producono comunicazione. L'arte finalmente esce dalla sua nicchia ed entra nel quotidiano. TR: Allora, sentiamo Michelangelo Pistoletto parlarci di questo Terzo paradiso, di questa isola interiore dell'arte della sopravvivenza. MP: Grazie a Bonito Oliva siamo riusciti a fare un bellissimo lavoro sull'isola di San Servolo. Non soltanto grazie a Bonito Oliva ma anche grazie alla Venice International
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ABO: The Inner Island: the art of survival is born from an idea of mine to represent myths, the mental places expressed by the concept of an island: journey, failure, nostalgia, return, landing, drifting and obviously survival. The island of San Servolo has allowed us to express, through Pistoletto’s work, this idea of survival. It is no longer a single gesture, but, in this case, it is a united gesture that the artist creates by calling on the collaboration of young people, creative young people, with which to generate an art that is socially useful, an art at the service of society, an art that expresses the most pressing issues, like ecology, difference, laxism, violence. Pistoletto is an artist who today expresses the demands or the issues that belong to the community and, as such, produce communication. Art finally emerges from its niche and becomes part of daily life. TR: So, lets hear Michelangelo Pistoletto talk to us about this Third paradise, about this interior island of the art of survival. MP: Thanks to Bonito Oliva we have been able to do a beautiful job on the San Servolo Island. Not only thanks to
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University di San Servolo, e al suo presidente, l'ambasciatore Umberto Vattani. Abbiamo trovato una grande armonia che ci ha permesso di realizzare Cittadellarte a San Servolo. Sono molto soddisfatto perché all'apertura dell’evento Il Terzo paradiso c'è stata molta gente, ci sono state persone importanti, molto vive nel mondo dell'arte e a livello dei rapporti arte e società, come Gilberto Gil, il quale non solo è venuto come responsabile del Ministero della cultura brasiliana, ma anche come musicista e ha cantato e suonato in maniera stupenda.
Bonito Oliva but also thanks to Venice International University of San Servolo, and its president, the ambassador Umberto Vattani. We have found great harmony, which has allowed us to create Cittadellarte in San Servolo. I am very satisfied because at the opening of The Third paradise event there were a lot of people, there were important people who are very alive in the world of art and at the level of art’s relation to society, like Gilberto Gil, who not only came as representative of the Ministry of Brazilian Culture, but also as a musician, and he sang and played wonderfully.
TR: Ma insomma, si riesce a dare questa voce collettiva, questa isola dell'arte che poi è un po' il suo progetto anche a Biella?
TR: So, can we produce this common voice, this island of art that is actually also kind of your work in Biella?
MP: È il progetto di Biella che abbiamo portato qui per questa occasione ed è un progetto di coinvolgimento di tutti gli ambiti del sociale da parte dell'arte. Dunque l'arte si integra nella dimensione politica, nella dimensione economica, lavora sul piano della comunicazione, della produzione e così via. Quindi l'arte è la società.
MP: It is a project from Biella that we have brought here for this occasion and it is a project that involves all aspects of society on behalf of art. Hence art integrates with politics and economics; it works at the level of communication, of production. Thus art and society.
TR: Ecco, ma quel dialogo di cui lei parlava tra le diverse culture, è possibile? MP: Tutto è possibile, non c'è niente di impossibile. Bisogna soltanto credere che sia possibile e quindi renderlo possibile.
TR: Yes, but the exchange you spoke of between different cultures; is it possible? MP: Everything is possible, nothing is impossible. You only have to believe it’s possible and so make it possible.
TR: Quindi questa sopravvivenza è la capacità di parlarsi?
TR: So this survival about which we’ve been talking is in fact the ability to talk to each other?
MP: Oggi il fenomeno della sopravvivenza non è più soltanto un fatto individuale, privato o un'idea bizzarra degli artisti: è una necessità reale che esiste nel mondo, è la necessità di superare situazioni che si sono venute creando attraverso l’attuale mondo artificiale che sta rovinando il pianeta Terra.
MP: Today, survival is no longer simply an individual or private issue or a bizarre idea of artists: it is a real necessity that exists in the world; it is the necessity to overcome situations that have come about through today’s artificial world that is ruining the planet Earth.
Photo M.Scattaro
intervista ad Achille Bonito Oliva
FROM IMPETUS
Photo D.Paccagnella
DALL’IMPETUS
Il rimorchiatore Impetus, varato nel 1958 ha operato per anni nel porto di Venezia prestando servizio fino al 31 agosto 2002. In occasione della 51.Biennale di Venezia, il rimorchiatore, completamente ristrutturato, ospita l’ufficio stampa dell’evento Il Terzo paradiso. Il progetto Impetus 2005, a cura di Achille Bonito Oliva con la collaborazione della Galleria Michela Rizzo di Venezia, ha la suggestiva e importante funzione di legare passato e presente di una realtà, quale quella veneziana, fatta da sempre di arte, navigazione, industria, commerci ed eventi di portata internazionale.
The towboat Impetus, launched in 1958, worked for years in Venice’s port, and remained in service until 31st August 2002. For the 51st Venice Biennial, the towboat, completely restored, hosts the press office for The Third paradise event. The Impetus 2005 project, curated by Achille Bonito Oliva with the collaboration of the Michela Rizzo Galleries of Venice, has the suggestive and important role of linking the past and present of one reality, Venetian reality, which has always been made up of art, navigation, industry, commerce, and events of international importance.
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IL TERZO PARADISO. EVENTO INAUGURALE
THE THIRD PARADISE. INAUGURAL EVENT
esperienze culturali sono i presupposti
experiences is the basis for an openess
la partecipazione e la condivisione di diverse all'apertura di nuove prospettive di civiltà
partecipating and sharing different cultural to new perspectives of civilization
8th June, Venice International University, San Servolo Island, Venice
Sull’isola di San Servolo, Michelangelo Pistoletto, Achille Bonito Oliva, Gilberto Gil, ministro della cultura del Brasile, in qualità di rappresentante del movimento free knowledge e di musicista, Juan Carlos de Martin, responsabile Creative Commons Italia, Juan Carlos Gentile, membro di Hipatia e altri importanti testimonial diffondono il messaggio del Terzo paradiso. L’evento Il Terzo paradiso esprime come la partecipazione e la condivisione di diverse esperienze culturali siano presupposti indispensabili all'apertura di nuove prospettive di civiltà. L’evento viene trasmesso in streaming sul web grazie al software libero Open Media Streaming sviluppato dal Politecnico di Torino e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e diffuso tramite RAM-Radio Arte Mobile (www.zerynthia.it).
On the San Servolo Island, Michelangelo Pistoletto, Achille Bonito Oliva, Gilberto Gil the Brazilian Minister of Culture, in the form of the free movement representative and a musician, Juan Carlos de Martin, organiser of Creative Commons Italia, Juan Carlos Gentile, member of Hipatia, and other important witnesses spread the message of the Third paradise. The Third paradise event explains how participating in and sharing various cultural experiences are indispensable prerequisites to creating new prospects for civilisation. The event was transmitted via streaming on the Internet thanks to the free software Open Media Streaming developed by Turin Polytechnic and the National Research Council. It will also be broadcast through RAM-Radio Arte Mobile (www.zerynthia.it).
Photo J.E.Sandoval
8 giugno, Venice International University, Isola di San Servolo, Venezia
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Terzo paradiso. Il primo paradiso è quello terrestre che era regolato dall’intelligenza della natura. Il secondo paradiso è quello sviluppato dall’intelligenza umana che con il tempo è diventato un paradiso artificiale. Questo secondo paradiso è fatto di necessità artificiali, di comodità artificiali, di piaceri artificiali e di ogni altro artificio. Il Terzo paradiso è un progetto globale che consiste nel trovare un equilibrio tra l’intelligenza umana e l’intelligenza della natura. Il Terzo paradiso non è inteso con finalità religiose, è assunto sul piano simbolico per dare senso ad un nuovo mito che ci accompagni ad un passaggio evolutivo in cui la creatività distruttiva ceda il passo alla creatività responsabile. Cittadellarte invita sull’isola di San Servolo alcuni rappresentanti del movimento della conoscenza libera. L’incontro è basato sulla radice di una linea comune: la tensione verso una trasformazione sociale responsabile.
adise is the earth, which was regulated by nature’s intelligence. The second paradise is that developed by human intellect, which in time has become an artificial paradise. This second paradise is made up of artificial commodities, artificial pleasures, and every other kind of artificiality. The Third paradise is a global project that consists in finding a balance between human intelligence and nature’s intelligence. The Third paradise does not have a religious purpose, it is only used in the symbolic sense to give meaning and a new goal to accompany us in an evolutionary step in which destructive creativity gives way to responsible creativity. Cittadellarte has invited a few representatives of the free knowledge movement to San Servolo Island. The meeting is based on a common root: tension towards a responsible transformation of society.
Juan Carlos de Martin:
Juan Carlos de Martin:
Juan Carlos Gentile:
Juan Carlos Gentile:
Gilberto Gil:
Gilberto Gil:
Esiste una possibilità molto grande di riconciliazione con la tecnologia digitale che ci circonda che passa per il software libero. Il software libero dà la possibilità – per il momento ad un’élite tecnologica, ma potenzialmente a tutti – di capire come funziona una determinata macchina e di modificarne il contenuto per rispondere a specifiche esigenze. Questa riconciliazione con la tecnologia tramite la tecnologia del software, che è diventata una tecnologia della conoscenza, potrebbe essere uno degli elementi in cui possiamo riconoscere la speranza di un Terzo paradiso, di riconciliazione tra mondi diversi tramite la tecnologia. Creative Commons, associazione per offrire un copyright dal volto umano, che permetta agli autori di rilasciare le loro opere in maniera più libera, guarda all’opportunità del World Summit a Tunisi come ad un’opportunità per portare l’esigenza della diffusione della conoscenza, soprattutto digitale, ma non solo, in maniera tale che venga presa in considerazione nel momento in cui si progetta e si pensa ad una società del futuro e dell’informazione.
Desidero che il Peer to Peer sia legalizzato e che tutti noi scambiamo i nostri archivi, la nostra musica attraverso il Peer to Peer.
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1. Achille Bonito Oliva, Gilberto Gil. 2. Michelangelo Pistoletto. 3. Juan Carlos de Martin. 4. Marco Ciurcina, Juan Carlos Gentile.
Michelangelo Pistoletto:
Il vecchio simbolo d’infinito disegnava con una sola linea due anse, il nuovo simbolo d’infinito disegna non due ma tre anse: quella centrale rappresenta un ventre gravido prodotto dall’accoppiamento delle due anse che costituivano il vecchio simbolo. Questo ventre rappresenta la generazione del
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Michelangelo Pistoletto:
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The old symbol for infinity drew two loops with a single line, the new symbol draws not two but three loops: the central one represents a pregnant womb produced by the mating of the two loops that made up the old symbol. This womb represents the generation of the Third paradise. The first par-
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Si preparano qui una serie di cose per il futuro. La nuova possibilità che la tecnologia moderna sta dando all’uomo è una possibilità straordinaria, ma allo stesso tempo presenta molte difficoltà, perché diventa universale, democratica, condivisa, orizzontale. Quello che viene fatto qui è preparare una serie di nuovi incontri, iniziative ed eventi che cercano di rendere più forte la dimensione propriamente umanistica delle nuove tecnologie, delle nuove forme di conoscenza, dei nuovi strumenti di lavoro che l’umanità sta scoprendo e che devono essere definitivamente disponibili per tutti o per la maggioranza delle persone del pianeta. Questo incontro prepara un incontro a Tunisi, che in novembre discuterà i parametri della questione della condivisione di queste nuove forme di conoscenza e di sapere. E in quarto luogo quest’incontro ci propone la musica, che è una delle forme più straordinarie di comunicazione diretta tra gli uomini. È anche per questo che io, come musicista, mi sento riconoscente, commosso, soddisfatto, contento di stare qui per la musica, attraverso la musica.
There is a very real possibility of reconciliation with the digital technology that surrounds us which passes for free software. Free software gives the possibility – at the moment only to users of an elite technology, but potentially to everyone – to understand how a particular machine works and modify its contents to respond to specific demands. This reconciliation with technology through software technology, which has become a technology of knowledge, could be one of the elements in which we can find hope for a Third paradise, of reconciliation between different worlds with the use of technology. Creative Commons, an association that offers a more human kind of copyright and allows its authors to leave their work in a more open way, looks on the opportunity at the Summit in Tunis as an opportunity to present the need for the diffusion of knowledge, especially digital, but not only, in such a way that it be taken into consideration when plans and thoughts are directed towards future society and information.
I would like for the Peer to Peer to be legalised and that we all exchange our archives, our music, through the Peer to Peer.
We are here preparing a series of things for the future. The new possibility that modern technology is giving to man is an extraordinary possibility, but at the same time it presents many difficulties, because it becomes universal, democratic, shared, horizontal. What is done here is the preparation of a series of new meetings, initiatives and events, which aim to increase the strength of the human aspects of these new technologies, of the new work tools that humanity is discovering; whose availability has to be assured for all or the majority of the people on the planet. This meeting prepares for the meeting in Tunis, which in November will discuss the parameters of the issue of the sharing of these new forms of knowledge and knowing. In the fourth place this meeting gives us music, which is one of the most extraordinary methods of direct communication between men. It is also for this that I, as a musician, feel grateful, moved, satisfied, and happy to be here for music, through music.
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Photo A.Oitana
Photo D.Paccagnella
ART CULTURE KNOWLEDGE AND DEMOCRACY
Isola di San Servolo, Venezia, 8-9 giugno 2005
San Servolo Island, Venice, 8th-9th June 2005
Modera: Giuliana Carusi Setari, Presidente Dena Foundation for Contemporary Art e Presidente Cittadellarte - Fondazione Pistoletto Interventi: Ambasciatore Umberto Vattani, Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri Achille Bonito Oliva, critico d’arte Michelangelo Pistoletto, artista Juan Carlos Gentile, membro di Hipatia Gilberto Gil, Ministro della Cultura del Brasile e musicista Paula Le Dieu, Direttore di Creative Commons International Juan Carlos De Martin, Public Lead Creative Commons Italia Claudio Prado, coordinatore per le politiche digitali del Ministero della Cultura del Brasile Senatore Fiorello Cortiana, delegato per il Senato della repubblica al World Summit on Information Society dell’ONU Marco Ciurcina, avvocato, Hipatia
Moderator: Giuliana Carusi Setari, President of the Dena Foundation for Contemporary Art and President of Cittadellarte - Fondazione Pistoletto Speakers: Ambassador Umberto Vattani, Secretary General to the Ministry of Foreign Affairs Achille Bonito Oliva, art critic Michelangelo Pistoletto, artist Juan Carlos Gentile, member of Hipatia Gilberto Gil, Brazilian Cultural Minister and musician Paula Le Dieu, Director of Creative Commons International Juan Carlos De Martin, Public Lead Creative Commons Italy Claudio Prado, co-ordinator of digital policies of the Brazilian Cultural Ministry Senator Fiorello Cortiana, Senate delegate to the United Nations World Summit on Information Society Marco Ciurcina, lawyer, Hipatia
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8 1. Intervento musicale di Gilberto Gil, Ministro della Cultura del Brasile e musicista, nello spazio delle Porte-Uffizi di Michelangelo Pistoletto & c a l c. 2-5, 7. Nel corso della serata si esibiscono gruppi musicali interpreti di una partecipazione multiculturale: i Mamafrica (musica e danza africana), gli Shlomo Bar & Habrera Hativeet (musica ebraico araba). 6. Performance musicale di Cameron Sinclar (compositore scozzese che scrive partiture originali per la partecipazione e l'esecuzione collettiva). Voce: Maria Pioppi. Testo
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di Michelangelo Pistoletto. 8-9. Slow Food organizza momenti gastronomici presentando la propria filosofia attraverso i prodotti dell’Arca e il progetto Terra Madre. 10. L’evento viene diffuso tramite RAM-Radio Arte Mobile. 1. Musical piece by Gilberto Gil, Brazilian Minister of Culture and musician, in Michelangelo Pistoletto & c a l c’s Porte-Uffizi space. 2-5, 7. During the course of the evening, musical groups who are interpreters for the multicultural participants per-
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Photo D.Paccagnella
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meeting around the Love Difference Table
Photo D.Paccagnella
tavola rotonda intorno al Tavolo Love Difference
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ARTE CULTURA CONOSCENZA E DEMOCRAZIA
9 form: Mamafrica (African music and dance), Shlomo Bar & Habrera Hativeet (Arabic Hebrew music). 6. Musical performance by Cameron Sinclar (Scottish composer who has written original pieces for everyone to participate in and execute together). Voice: Maria Pioppi. Text by Michelangelo Pistoletto. 8-9. Slow Food organises gastronomic moments, presenting their philosophy through the products of Arca and the Terra Madre project. 10. The event was transmitted by RAM-Radio Arte Mobile.
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Di seguito alcuni estratti delle due giornate di workshop in occa-
This article offers a few excerpts from the two days of workshop
Servolo (Venezia).
Servolo Island (Venice).
Ambasciatore Umberto Vattani: E’ molto bello ritrovarsi intorno a questo tavolo che presenta il Mar Mediterraneo come qualcosa di unico. Se si guarda il confine terrestre si vede chiaramente la posizione relativa di ciascuno e quindi anche la distanza. Unendolo, viene rappresentato – e dobbiamo questo a un’intuizione geniale di Michelangelo Pistoletto – il mare che unisce e non quello che separa. Credo che il dibattito di oggi sia importante perché l’uomo scopre nell’arte l’elemento riconciliatore nei rapporti con i suoi simili, nel rapporto uomo a uomo, nei rapporti interpersonali; nel rapporto con la natura, spesso oggetto di sfruttamento e degrado senza limiti; nel rapporto con la politica, perché anche nella politica deve esistere il rispetto dell’altro; nel rapporto con il sistema economico, perché l’uomo non diventi soltanto il mezzo della produzione. Tutti questi concetti e idee sono il fondamento di una ricerca che Michelangelo Pistoletto e i suoi collaboratori hanno avviato a Cittadellarte e con cui vorremmo confrontarci.
Ambassador Umberto Vattani: It’s good to find ourselves around this table that presents the Mediterranean Sea as something unique. Looking at the terrestrial confines we can clearly see the relative position of each, and so the distance. Uniting it – and this we owe to a genial intuition of Michelangelo Pistoletto – represents the sea that unites and not the sea that divides. I believe the question today is important so that man can discover the reconciliatory element in his relations with others, in man-to-man relations, interpersonal relations, relations with nature, so frequently the object of exploitation and limitless degradation; in relations with politics, because in politics, too, there has to be mutual respect; in relations with the economic system, so that man does not simply become the means of production. All these concepts and ideas form the basis of the research that Michelangelo Pistoletto and his collaborators have begun at Cittadellarte, and with whom we are here to talk.
Achille Bonito Oliva: Il Ministero degli Esteri è un Ministero che va oltre i confini e che lavora obiettivamente sul riconoscimento del nomadismo, cercando di gestirlo secondo i canoni di una buona educazione diplomatica, riconoscendo l’incontro con il diverso, con l’altro, con lo straniero. L’isola è il concentrato di questo. L’isola interiore è un modello interiorizzato da qualsiasi individuo, perché l’uomo è un’isola, nomade, che si muove, con un perimetro corporale entro cui si agitano parecchie istanze, paure e desideri, ma anche dei topos, comportamenti inevitabili: il viaggio, la nostalgia e il ritorno dal naufragio, la deriva e l’approdo. Allora, l’arte mi sembra che sia proprio la protesi, attraverso l’uso del linguaggio, capace di far viaggiare l’uomo, di spostarlo in una dimensione paradossale, in un non-luogo. D’altra parte le avanguardie storiche ci avevano insegnato ad usare il termine utopia, che significa appunto non-luogo. Le avanguardie storiche cioè hanno organizzato il proprio fallimento per poter, in qualche modo, riconoscere all’arte un ruolo impossibile: l’impossibilità di superare la metafora, l’impossibilità di transitare nelle cose, ma solo appunto la possibilità di nominarle e di rappresentarle attraverso le immagini. Qual è il salto che ha fatto e che fa Pistoletto e che abbiamo voluto, con l’ambasciatore Umberto Vattani, documentare e ospitare sull’isola di San Servolo? Non a caso, un’isola: dove prima c’era un ospedale psichiatrico, uno spazio dove veniva normalizzato e controllato tutto ciò che era eccentrico, fuori dalla regola; il comportamento di un artista: che pensa di poter incidere sulla realtà, di uscire dalla metafora, di uscire dall’allegoria e di entrare a contatto reale con le cose. In che modo? Passando da un’identità di soggetto individuale, Michelangelo Pistoletto, a soggetto collettivo, la Cittadellarte di Biella. Pistoletto ha alle spalle una storia molto chiara, che non poteva non portare a questa sorta di alienazione felice, spossessamento dell’”io” a favore di un “noi”. Ha lavorato sempre sullo specchio, una dimensione entro cui l’uomo si riproduce, si raddoppia.
Achille Bonito Oliva: The Foreign Office is a Ministry that goes beyond borders and that works objectively on the recognition of nomadism, trying to manage it according to the cannons of good diplomacy, recognising the meeting with the different, the other, the foreigner. The island is the concentrate of this. The inner island is a model interiorised by each individual, because man is an island, nomadic, who moves, with a corporeal perimeter agitated by so many demands, fears and desires, but also topos, inevitable behaviours: travel, nostalgia and the return from shipwreck, the drifting and the landing. So then, art to me seems to be precisely the prosthesis, through the use of language, capable of making man move, shifting him into a paradoxical dimension, into a non-place. Then again, the historical avant-garde has taught us to use the term utopia, that means, for the precision non-place. The historical avant-garde this way organised its own failure in somehow acknowledging art an impossible role: the impossibility of going beyond the metaphor, the impossibility of transiting in the material, but only the possibility of nominating it and representing it through images. What is the leap that makes Pistoletto and that Pistoletto has made and that we here, with ambassador Umberto Vattani, document and host on the San Servolo Island? Not by chance, an island: where once stood a psychiatric hospital, a place where all that was eccentric, outside the rules, was normalised and controlled; the behaviour of an artist: who thinks to be able to influence reality, to come out of metaphor, allegory and to enter into real contact with things. How? Passing from an individual identity, Michelangelo Pistoletto, to collective identity, Cittadellarte in Biella. Pistoletto has a clear history behind him, that couldn’t possibly not have led to this sort of happy alienation, this ousting of the “I” in favour of a “We”. He has always worked on the mirror, a dimension in which man reproduces, doubles himself. Then again, Aristotle said that art is mimesis, reproduc-
sione dell’evento Il Terzo paradiso, 8-9 giugno, isola di San
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during The Third paradise event, 8th-9th June, at the San
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D’altra parte Aristotele diceva che l’arte è mimesis, è riproduzione. Pistoletto crea attraverso lo specchio il ritratto e l’autoritratto, il doppio, e poi capisce che più ci si allontana rispetto allo specchio, più noi ci impossessiamo della realtà. La realtà si avvicina, allontanandosi dallo specchio. Questo è l’ossimoro dell’arte. Ecco che, allora, Pistoletto si è portato più vicino entrando in contatto con altri soggetti e passando da un’arte metaforica a un’arte socialmente utile, che incida sulla realtà, che si metta al servizio della collettività, che celebri i valori dell’esistenza delle differenze. Love Difference: la differenza come portato del riconoscimento dell’altro, come sconfinamento riconosciuto e non penalizzato, come attratto ad una diversità – se vogliamo – conflittuale, ma non bellicosa. L’arte è un massaggio al muscolo atrofizzato della sensibilità collettiva. La sensibilità collettiva, assopita sotto i colpi della televisione e della telematica, viene massaggiata da un sistema d’allarme che è dell’arte, viene potenziata per diventare muscolo collettivo, che non si faccia guerra ma che si nutra della coesistenza delle differenze.
tion. Through the mirror, Pistoletto creates the portrait and the self-portrait, the double, and then understands that the more we distance ourselves from the mirror, the more we take possession of reality. Reality draws nearer as the mirror moves away. This is the oxymoron of art. So here, Pistoletto has brought himself nearer, coming into contact with other subjects and passing from a metaphorical art to an art with social utility, that affects reality, that puts itself at the service of the collective, that celebrates the values of the existence of differences. Love Difference: difference like recognition of the other, as a trespass acknowledged rather than penalised, as if attracted to a diversity – if we like – conflictual, but not bellicose. Art is a massage for the atrophied muscle of the collective sensitivity. Collective sensitivity, numbed by the constant hammering of television and telematics, is massaged by the warning system that is art, and strengthens to become collective muscle, not nurtured by war but by the coexistence of differences.
Michelangelo Pistoletto: Noi siamo qui sull’isola, ci stiamo imbarcando in un viaggio alla scoperta di una nuova terra. La meta è il Terzo paradiso. Non un paradiso fuori dal pianeta. Non è un’idea religiosa, ma mitica: l’idea di un nuovo mito che ci conduce insieme, ciascuno con i propri mezzi e le proprie capacità, alla conquista di una terra, che non è poi così lontana. All'inizio vivevamo nel primo paradiso terrestre dominato dalla natura, poi ci siamo staccati da quella terra e siamo passati al secondo paradiso, quello della creatività umana che nell'era moderna è divenuto il paradiso artificiale. La modernità ha creato cose meravigliose come la scienza e la tecnologia, ma sta corrodendo, ammorbando e inquinando la natura. La creatività è l’elemento attraverso il quale l’essere umano ha staccato l’uomo dalla natura portandolo alle conseguenze attuali. Ora non è più possibile operare creativamente dimenticando che la creatività può essere produttiva quanto distruttiva: la creatività deve oggi assumere una responsabilità che non ha precedenti. Gli artisti sono i primi a doversi assumere questa responsabilità in quanto totalmente dediti alla creatività. Oggi dobbiamo creare tutti insieme la civiltà del Terzo paradiso. Nella quale l'artificio cioè la scienza, la tecnologia, l'economia e la politica trovino un nuovo equilibrio con la natura. Ormai ciò che l'artificio toglie alla natura, lo toglie alla possibilità di sopravvivenza dell'uomo stesso sul pianeta. Ma la tecnologia deve aiutarci a compiere questo passaggio. E lo può fare soltanto attraverso la scoperta di valori basati sulla reciprocità sia sul piano umano sia su quello dell'uomo con la natura. Il mito del Terzo paradiso deve essere messo in rete. Il software e la tecnologia hardware permettono la comunicazione planetaria. Tutti quanti devono partecipare alla realizzazione di questa nuova civiltà. Tutti. L'arte è al centro di tutto questo, perché la creatività, che ha prodotto la vita artificiale, deve portare alla ricomposizione con la natura. Questo richiede un profondo cambiamento di mentalità a livello spirituale.
Michelangelo Pistoletto: Here we are on an island, embarking on a voyage to discover a new land. The destination is the Third paradise, and not a paradise outside our planetary confines. It is not a religious, but a mythical concept: the concept of a new myth that leads us together, each with their own means and abilities, toward the conquest of a land that, in the end, isn’t that far away. In the beginning we lived the earthly first paradise dominated by nature, then we detached from that land and moved on to the second paradise, that of human creativity in the modern era that has become the artificial paradise. Modernity has created wonderful things like science and technology, but is corroding and polluting nature. Creativity is the element through which being human has detached man from nature, leading to the consequences we see. Now, it is no longer possible to work creatively without the awareness that creativity can be as productive as destructive: creativity today bears a responsibility that has no precedent. Artists are the first to assume this responsibility, because they are totally dedicated to creativity. Today we all have to create the civilisation of the Third paradise together. Where artifice, meaning science and technology, economics and politics find a new balance with nature. At this point in time, that which is artifice degrades nature, and by so doing removes the very possibility of survival for humankind on the planet. But it is to technology we turn to aid us in making this passage. But it can only do this through the discovery of values based on reciprocity, both on a human level and on the level of mankind with nature. The myth of the Third paradise has to be diffused on the net. Software and hardware today permit planetary communication. Everyone has to take part in the realisation of this new civilisation. Everyone. Art is the centre of all this, and since creativity has produced artificial life, then it must lead to a re-composition with nature. And this demands a deep change in mentality, above all at a spiritual level.
Juan Carlos Gentile: Ci troviamo qui grazie a Michelangelo che – manipolato-
Juan Carlos Gentile: We find ourselves here thanks to Michelangelo who –
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re di codici – ha capito che il codice è arte. Grazie al suo impulso artistico noi programmatori recuperiamo e comprendiamo la bellezza che c’è nella conoscenza, che c’è nel codice. Il codice è bello. Quello che sta avvenendo oggi è molto importante perchè rappresenta il primo contatto reale: il codice informatico visto dal punto di vista artistico. Per arrivare al codice che abbiamo oggi ci siamo dovuti basare su altri codici. Chiudere il codice attuale, sarebbe come nascondere tutte le opere di arte visiva del mondo e mostrarne solo delle minuscole parti attraverso un piccolo foro. Michelangelo Pistoletto: Nella Rete tutte le combinazioni sono aperte in contemporanea: così come lo specchio non consumerà mai la realtà, così il software libero non consumerà mai la conoscenza, c'è l'equilibrio perfetto, l’elemento tra la totalità e la particolarità. Come nello specchio, tutto è sempre presente. Cambia l'idea stessa di consumo d'energia. È come se il concetto di entropia venisse superato da Internet. Gilberto Gil: La mia agenda politica, il mio territorio, il mio movimento, tutto quello che io considero contemporaneo e che secondo me è davvero una sfida, è contenuto nella prospettiva delle nuove opportunità date dalla cultura digitale di creare delle strategie di trasformazione che si concentrino sul “qui e ora”. La cultura digitale è un movimento che oggi combatte per divulgare l'etica degli hacker, di condivisione delle informazioni e delle conoscenze a favore di un processo fondato sulla collaborazione per la costruzione di un nuovo concetto di cittadinanza. Ed è così che è stato costituito Internet ed è così che è stato costituito il software libero. Io sono un sostenitore entusiasta del software libero e dell'uso esteso di Internet come di democratizzazione dell'accesso all'informazione attraverso un processo interattivo di scambio e condivisione, che ritengo sia il più intenso, il più radicale, il più innovativo nell'ambito della manifestazione della libertà del pensiero e dell'espressione della creazione. La cultura digitale è una importante battaglia politica da combattere nel campo della tecnologia, dell'economia, della vita sociale e culturale. Questa si mette in relazione a un'altra battaglia fondamentale dei nostri tempi: quella della diversità culturale, che attraverso i nuovi mezzi digitali, attraverso Internet trova un habitat che permette di tutelarsi e svilupparsi, invertendo la minaccia del consumo di cultura globalizzata e pastorizzata. Lo scenario odierno della cultura digitale può significare un vero cambiamento per quanto riguarda le forme di produzione e distribuzione della soggettività umana che è in grado così di trasformare il concetto stesso di civilità e di sviluppo utilizzato fino ad oggi. La domanda che ci poniamo qui è: “Può esserci un impatto più profondo e più libertario di questo?”. Ciò che è veramente affascinante del movimento della cultura digitale è che essa trae le sue origini dalla società stessa e non dal governo, dalle aziende, dai partiti politici, dalle associazioni o da altre forme di rappresentazione sociale tradizionale. Giuliana Carusi Setari: Ma come questa libertà del sapere può essere ricono-
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manipulator of codes – has understood that the code is art. Thanks to his artistic impulse we programmers recover and comprehend the beauty that’s in the conscience, that’s in the code. The code is beautiful. What is happening today is extremely important because it represents the first real contact: the computer code seen from and artistic point of view. To arrive at the code we have today we’ve had to base ourselves on other codes. To close the actual code would be like hiding all the works of visual art in the world, and only showing miniscule parts of them through a tiny hole. Michelangelo Pistoletto: On the Net, all the combinations are open contemporarily: so just as the mirror doesn’t consume realty, so software will not consume the conscience, there’s perfect balance, the element between the totality and the particularity, just as in the mirror everything is always present. The very idea of energy consumption changes. It’s as if the concept of entropy were surpassed by the Internet. Gilberto Gil: My political agenda, my territory, my movement, all that I consider contemporary, and that I really feel is a challenge, is contained in the prospect of the new opportunities offered by digital culture to create strategies of transformation concentrated on the “here and now”. The digital culture is a movement fighting to divulge the ethic of the hacker, that of sharing information and knowledge to promote a process based on collaboration in the construction of a new concept of citizenship. That is how Internet was established, and that is how free software was established. I’m an enthusiastic supporter of free software and the extended use of the Internet, as well as the democratisation of access to information through an interactive process of exchange and sharing, that I feel is the most intense, the most radical and the most innovative in the context of the manifestation of freedom of thought and the expression of creation. That of the digital culture is an important political battle to fight in the field of technology, economics and the social and cultural life. This struggle relates to another fundamental battle of our times: that of cultural diversity, which through the new digital media, through the Internet, finds a protected habitat where it can thrive, inverting the threat of the globalised and pasteurised consumption of culture. The contemporary scenario of the digital culture can imply a real change regarding the forms of production and distribution of human subjectivity that is thereby capable of transforming the very concept of civility and development applied up until now. The question we ask here is: can there be a deeper and more libertarian impact than this? What is truly fascinating about the digital culture movement is that it originates from within society itself, and not from any government body, corporation, political party, association or other traditional form representation of sociaty. Giuliana Carusi Setari: But how can this freedom of knowledge be recognised in an institutional context, and constructed in the context
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sciuta in ambito istituzionale e costruita nell’ambito di una politica strutturata da un Ministero?
of a political structure like a Ministry?
Gilberto Gil: In Brasile abbiamo già accumulato una vasta esperienza nel tema del free software, dell'inclusione digitale e della creazione di territori autonomi per la riflessione e per la produzione. Questa mobilitazione di intelligenze e sensibilità sta penetrando anche nello stesso governo. È un'esperienza veramente affascinante: non solo il governo federale, ma alcuni governi locali stanno rendendo la cultura digitale una politica strategica. Mi riferisco al free software, ai collegamenti gratuiti e ai servizi informatici gratuiti. Il pieno uso della distribuzione digitale dei contenuti multimediali ha risvegliato in qualche modo una questione molto importante, quasi esplosiva: quella della proprietà intellettuale e dei diritti d'autore. La dichiarazione universale dei diritti umani adottata dalle Nazioni Unite stabilisce nell'art. 27 che: "Ognuno ha il diritto di accedere alla conoscenza universale attraverso la cultura, l'arte e la scienza. Ogni autore ha il diritto di trarre il beneficio morale e materiale dalla propria proprietà intellettuale, artistica e scientifica". Il contenuto di questi due paragrafi è contenuto a sua volta in quasi tutte le costituzioni degli stati occidentali. La contraddizione esistente in questi due paragrafi è stata resa più visibile dalla nuova distribuzione digitale della proprietà intellettuale. È innegabile che la distribuzione digitale sia un mezzo eccezionale per democratizzare l'accesso. Uno degli aspetti della distribuzione digitale della creatività intellettuale e che essa è in grado di distribuire tutto quello che è o che può essere prodotto. La diversità culturale, una specie in via d'estinzione nel ventesimo secolo, potrà non solo sopravvivere ma verrà addirittura stimolata. Ogni produzione culturale locale sia in parole, immagini o suoni può essere resa disponibile nel cyberspazio in pochi click e per tutti i cybercittadini in qualunque luogo del mondo. Ci domandiamo: non è questo quello per cui tutti i governi al mondo hanno lottato? Tuttavia oggi la distribuzione digitale della proprietà intellettuale è praticamente impossibile perché in questo modo si violerebbe la legge. Le leggi di tutti quei Paesi liberi che impediscono ciò che dovrebbero incoraggiare: l'accesso democratico alle conoscenze. Per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale, abbiamo dato il nostro appoggio attivo alla diffusione delle licenze creative commons in Brasile. Creative commons è un modo semplice per dare in licenza i diritti d'autore rendendo più flessibile il vecchio e inadeguato copyright. All’interno del Ministero della Cultura stiamo lavorando in primo luogo per portare le questioni della cultura digitale all'attenzione pubblica, con la società e il governo, sia a livello nazionale che internazionale. Questo perché il cyberspazio è una questione internazionale dove le frontiere nazionali non hanno più senso. Ritengo che portare queste questioni all'attenzione del pubblico sia una funzione determinante del nostro Ministero.
Gilberto Gil: In Brazil we have already gained a great deal of experience with regard to free software, digital inclusion and the creation of autonomous territories for reflection and production. This mobilisation of intelligence and sensitivity is even beginning to penetrate the government itself. It is a truly fascinating experience: not just the federal government, but even some local governments are making digital culture their strategy. By this I mean free software, free connection and free information technology services. The full use of the digital distribution for multimedia content has somehow raised a highly important, even explosive question: that of intellectual property and copyright. Article 27 of the universal declaration of human rights adopted by the United Nations states that "Everyone has the right to freely participate in the cultural life of the community, to enjoy the arts and to share in scientific advancement and its benefits. The author has the right to the protection of the moral and material interests resulting from any scientific, literary or artistic production of which he is the author". The content of these two paragraphs is in turn contained in almost all the constitutions of the Western states. The contradiction in these two paragraphs is rendered even more visible by the new media for the digital distribution of intellectual property. It is undeniable that digital distribution is an exceptional medium for democratising access. One particular aspect of the digital distribution of intellectual creativity is that it is capable of distributing everything that is or that can be produced. Cultural diversity, a species in danger of extinction in the twentieth century, could not only survive through this, but even thrive. Each local cultural production whether it be words, images or sounds can be distributed in cyberspace with just a couple of clicks to all cyber citizens in any corner of the globe. We ask: isn’t this what all the governments of the world have always fought for? Notwithstanding this, the digital distribution of intellectual property is practically impossible because it is in violation of the law. The laws of all those free countries impeding what should really encourage: democratic access to knowledge. To this regard, in Brazil we have given our active support to the diffusion of Creative Commons licenses. Creative Commons is a simple way of licensing rights to intellectual property that is far more flexible than the old, outdated copyright system. At the Ministry of Culture we’re working first and foremost to focus public attention on the questions raised by the digital culture, directly within society and with the government, both at national and international level. This is because cyberspace is an international space where national frontiers no longer have any sense. I feel that a determining function of our Ministry is to bring these questions to public attention.
Paula Le Dieu: Ci troviamo di fronte a un nuovo dominio creativo: il mare è l’origine del tutto, dove gli organismi si sono combinati per dare origine alla vita. Da questa riflessione virtuale sul tavolo a forma di Mare Mediterraneo,
Paula Le Dieu: We find ourselves before a new creative domain: the sea is the origin of everything, where organisms combined to originate life. From this virtual reflection on a table in the shape of the Mediterranean Sea, what we have to do
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quello che dobbiamo fare è ricombinare, ricreare – così come è stato in origine – questi nuovi domini creativi. Creative commons è un dominio digitale, è una cassetta degli attrezzi che ci permette di ricombinare le nuove tecnologie e ricreare partendo da nuove ispirazioni. Quello che si deve fare è unire tre linguaggi: il primo è quello della legge, il secondo è quello del creatore della Rete, il terzo è il linguaggio comprensibile da tutti. Cerchiamo di assicurare le persone che sono in grado di comprendere e cerchiamo di essere creativi per poter ricreare, così come ha fatto il mare.
is recombine, recreate – just as it was in the beginning – these new creative domains. Creative commons is a digital domain, a toolbox that allows us to recombine new technologies and recreate starting out from new inspirations. What we have to do is combine three languages: the first is the language of the law, the second that of the creator of the Network, the third is the language understood by all. We try to assure people that they are able to understand, and we try to be creative to be able to recreate, just as the sea did.
Juan Carlos De Martin: Creative commons nasce nel 2002, quindi nel pieno dell’esplosione della rete e delle tecnologie digitali, per offrire uno strumento giuridico che facilitasse la ricombinazione e il riutilizzo di materiale creativo. Cioè l’autore, su base volontaria, decide di rilasciare i suoi contenuti digitali o fisici e lasciarli con una licenza che consente l’utilizzo con dei limiti scelti dall’autore, ma sostanzialmente libero. Quindi l’opera, anziché entrare nel dominio del diritto d’autore nelle modalità tradizionali, quindi con forti limiti alla sua diffusione e alla sua copia, diventa un common, che in inglese significa bene pubblico. In ambito creativo rappresenta il patrimonio culturale a cui tutti possono attingere per creare nuova creatività. In questo momento storico, Creative Commons ha pensato che fosse particolarmente importante rafforzare il ruolo di questi commons creativi perché la rivoluzione digitale ha prodotto, quasi come un effetto secondario, il movimento che tende a restringere l’accesso al patrimonio culturale. Creative commons cerca, offrendo licenze, quindi attraverso uno strumento giuridico, di incoraggiare almeno una parte di creatori a rilasciare i propri contenuti in modo che altri possano, senza temere di fare atto illecito, riutilizzarli liberamente. Le opere licenziate secondo le Creative commons, così, circolano sulla rete in maniera crescente, possono essere copiate legalmente, secondo quanto specificato dalla licenza.
Juan Carlos De Martin: Creative commons was born in 2002, and so right in the middle of the Internet and digital technology explosion, to offer a juridical instrument that facilitated the recombination and re-utilisation of creative material. It meant that authors, on a voluntary basis, could decide to release digital or physical material under a license that permitted use within the limits chosen by the authors themselves, but substantially free. So the work, rather than entering the domain of copyright in the traditional sense, and so with heavy limitations to diffusion and duplication, became common, that in English law defines the public heritage. In the creative context it represents the cultural heritage from which everyone can draw to create new creativity. In these historic times, Creative commons thought it especially important to bolster the role of these creative commons because the digital revolution itself has produced, almost as a secondary effect, a movement that tends to restrict access to the cultural heritage. By offering licenses, and so through a juridical instrument, Creative commons is trying to encourage at least some creators to release their material so that others can freely reuse it without the fear of breaking the law. So, like this, increasing amounts of works licensed under Creative commons can be distributed on the net, and can be legitimately copied according to the license specifications.
Giuliana Carusi Setari: Vorrei chiedere a Claudio Prado, che coordina le politiche digitali del Brasile, che cosa è stato fatto, si fa e si desidera fare per cercare di realizzare questo sogno di accesso democratico all’informazione?
Giuliana Carusi Setari: I would like to ask Claudio Prado, who co-ordinates digital policies in Brazil, what has been done, is being done and is planned to be done to realise this dream of democratic access to information?
Claudio Prado: In Brasile stiamo lavorando a un progetto chiamato pontos de cultura (punti di cultura), dei veri e propri laboratori il cui obiettivo è dare avvio a processi di accesso alla tecnologia da parte di persone che non ne hanno mai avuto modo. Il digital divide (il divario digitale) erige due grandi barriere che escludono dall’accesso alle tecnologie: la prima riguarda la mancanza di formazione sull’utilizzo delle macchine, la seconda il loro prezzo. Quando arriviamo presso comunità escluse dall’accesso tecnologico, insegnamo a smontare e ad assemblare i computer, trasformando i cosiddetti “rifiuti digitali”, cioè le macchine che non utilizziamo più, in strumenti altamente tecnologici. Il governo si impegna a fornire un kit multimediale, l'accesso alla banda larga ed un finanziamento annuale. L’obiettivo è di utilizzare la banda larga associata a Internet per creare un processo interattivo con altri strumenti, quali testo immagini, suoni, audiovisivi e progetti software. Questo perché riteniamo che, affinché vi
Claudio Prado: In Brazil we’re working on a project called pontos de cultura, real workshops aimed at starting up processes for access to technology by people that have never had the chance before. The digital divide puts up two large barriers that exclude access to technology: the first regards the lack of training on use of the necessary machines, and the second the price of these machines. When we arrive in communities excluded from technology, we teach how to dismantle and assemble computers, and so to transform so-called “digital waste”, meaning the machines we no longer use, into useable computers. The government has undertaken to provide a multimedia kit, broad band access and annual financing. The aim is to use broad band with the Internet to create an interactive process with other instruments, like text, images, sound, audio-visual and software projects. This is because we feel that digital inclusion doesn’t simply mean having computers, but utilising all the oppor-
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sia l'inclusione digitale, non si può considerare solo il computer, ma l’utilizzo di tutte le opportunità date dal digitale. All'interno del programma abbiamo anche avviato un progetto che permette la creazione autonoma e indipendente di piattaforme comuni, che collegano tutti i punti di cultura tra loro, permettendo l’interazione e lo scambio di informazioni. E' già in corso una prima verifica sulla prima fase del progetto. Ma, in prospettiva, l'idea del Ministero è proporre questa sperimentazione anche nei paesi del Mediterraneo, in collaborazione con Love Difference, e di parlarne al prossimo World Summit on Information Society di Tunisi. Juan Carlos De Martin: Vorrei riflettere sul tema del Terzo paradiso, che ci unisce su quest’isola. La tecnologia ha prodotto macchine dalle quali siamo sempre più distanti, che non riusciamo a comprendere e con le quali abbiamo un rapporto conflittuale, spesso alienato, perché non comprendiamo il loro funzionamento. Sempre di più le macchine che ci circondano sono digitali, operano cioè grazie a conoscenza tramutata in software. Esiste però una grande possibilità di riconciliazione con la tecnologia, che passa attraverso il software libero. Questo infatti offre la possibilità - per il momento solo a una élite tecnologica, ma potenzialmente a tutti - di capire come opera una determinata macchina e di modificarne il contenuto per venire incontro alle esigenze specifiche. Una riconciliazione con la tecnologia tramite la tecnologia, dunque, perché la tecnologia è diventata tecnologia della conoscenza, tecnologia del software. Questo forse potrebbe rappresentare uno degli elementi in cui riconosciamo un Terzo paradiso di riconciliazione di mondi diversi attraverso la tecnologia.
tunities offered by digital technology. Within the program we’ve also started a project to allow the autonomous and independent creation of shared platforms, that connect all points of culture to permit interaction and information exchange. Analysis of the project’s first phase is already underway, and another idea of the Ministry is that of proposing this kind of experiment in the countries of the Mediterranean as well, in collaboration with Love Difference, and to speak about this at the next World Summit on the Information Society in Tunis. Juan Carlos De Martin: I would like to reflect on the concept of the Third paradise, which brings us together on this island. Technology has produced machines from which we are increasingly removed, that we can’t manage to understand and with which we have a conflicting, often alienated relationship, basically because we don’t understand how they work. More and more, the machines that surround us are digital, meaning to say they work thanks to knowledge transmuted into software. However, there is great hope of reconciliation with technology, that offered by free software. This indeed offers the possibility – for the moment only to a technological elite, but potentially to all – of understanding how a given machine works and to modify its content to meet certain specific needs. So, a reconciliation with technology through technology, because technology has become technology of the conscience, technology of software. This could, perhaps, represent one of the elements in which we can see a Third paradise of reconciliation between different worlds through technology.
Marco Ciurcina: Hipatia promuove la libertà della conoscenza: il software libero innanzi tutto, ma anche la libertà delle opere creative, della scienza, del sapere. Secondo noi il software libero è la prova concreta del fatto che si può costruire sapere e conoscenza in un modo diverso, fondato sui valori di altruismo, solidarietà e non sull’appropriazione esclusiva come unico incentivo alla produzione di sapere. Voglio raccogliere la suggestione del Terzo paradiso: un sogno che l’umanità ha sempre rincorso è quello della conoscenza e del sapere accessibile nella stessa misura a tutti. Oggi siamo arrivati a un punto di rottura, perché la rivoluzione digitale e Internet finalmente lo consentono. Tuttavia contro la realizzazione di questo sogno stanno una serie di costruzioni legali, nate nell’era industriale e adatte a quella, che però sta terminando. L’attuale era della conoscenza, invece, ha bisogno di nuovi paradigmi, nuovi modelli di diritto. Oggi esiste un nuovo modo di costruire l’informazione, più inclusivo, più partecipativo e democratico che ci chiama tutti ad assumere la responsabilità della costruzione del Terzo paradiso.
Marco Ciurcina: Hipatia promotes freedom of conscience: free software above all, but also the freedom of creative works, science, knowledge. From our point of view, free software is the concrete proof of the fact that knowledge can be constructed in a different way, based on the values of altruism, solidarity and not on exclusively appropriation as the sole incentive for the production of knowledge. I would like to take up the suggestion offered by the Third paradise: a dream that humanity has always pursued is that of knowledge and wisdom accessible in the same measure to all. Now we have arrived at a breaking point, because the digital revolution and the Internet finally allow this to happen. However, against the realisation of this dream there are a series of legal structures, born in the industrial era and suited to an era that is now drawing to a close. The current era of information, on the other hand, needs new paradigms, news models of law. Today there is a new, more inclusive, more participated and democratic way of constructing information that calls us all to assume the responsibility for building the Third paradise.
Fiorello Cortiana: Io credo che non a caso siamo qui in Europa a discutere con alcuni rappresentanti del Governo Brasiliano, Gilberto Gil e Claudio Prado, così come, non a caso, dieci giorni fa eravamo in India a discutere con Brasile e Venezuela sull’Information Tecnology. Sembra che tutte le storie, tutti i linguaggi si incontrino in questo inizio di millennio attraverso la Rete, che libe-
Fiorello Cortiana: I believe that it’s not by chance we’re here in Europe talking with some representatives of the Brazilian Government, Gilberto Gil and Claudio Prado, just as, not by chance ten days ago we were in India discussing Information Technology with Brazil and Venezuela. It seems like all histories, all languages meet at the start of this new millennium through the Net, that at its
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full potential frees the dimension of interactive connection through digital language. The more that knowledge is exchanged and shared, the less it is consumed. Rather, sharing is a condition that enriches it. The support of digital networks offers us a great opportunity: that of taking part in the sharing of knowledge as a great equal opportunity for all. You speak of the Third paradise: the November appointment in Tunis thus becomes a decisive occasion, because either we begin, in all our differences – engineers, architects, artists – an arduous battle to demand a constitution for knowledge, or it is evident that before this extraordinary potential for dialogue and liberating globalisation, we will witness the reaction of a system that tends toward stasis and a regressive state. For these reasons the appointment in Tunis will be extremely important.
Marco Ciurcina: Il software libero ci abilita delle possibilità di comunicazione nuove non solo per le modalità, ma soprattutto per le possibilità di partecipazione che offre. Ieri abbiamo inaugurato la mostra L’isola interiore: l’arte della sopravvivenza qui sull’isola e l’evento è stato trasmesso con software libero su Internet in streaming. Chiunque ha potuto ascoltare l’evento, da ogni parte del mondo. Quello che è stato fatto qui, lo può fare chiunque. Le tecnologie oggi non richiedono più un filtro professionale, non richiedono più infrastrutture professionali che accumulano capacità di controllo. Nel futuro la comunicazione sarà molto più democratica, molto più partecipativa. Internet e il software libero ci consentiranno di generare segni, simboli, quindi realtà, in modo libero. Questo è il segno che vorremmo dare all’appuntamento di Tunisi: costruire un evento nel quale le tecnologie dell’informazione consentano di dimostrare che c’è un nuovo modo di costruire l’informazione, più inclusivo, più partecipativo, democratico, che ci chiama tutti ad assumere la responsabilità della costruzione del Terzo paradiso.
Marco Ciurcina: Free software enables new comunicational possibilities not only in terms of media, but above all for the possibility of participation that it offers. Yesterday we inaugurated the exhibition: The inner island: the art of survival here on this island and the event was streamcast on the Internet using free software. Anybody, anywhere in the world could have watched the event. What we did to achieve this is within the grasp of anybody. Technology today no longer requires a professional filter, nor profession infrastructures that accumulate capacities for control. In the future communication will be far more democratic, far more participated. The Internet and free software will allow us to generate signs, symbols, and so reality, in a free manner. This is the sign we want to give to the appointment in Tunis: to construct an event in which information technology allows us to demonstrate that there is a new way of constructing information, more inclusive, participated and democratic, that calls us all to assume the responsibility of constructing the Third paradise.
Michelangelo Pistoletto: A me interessa portare il concetto del Terzo paradiso il più lontano possibile. Credo che con il software libero si possa arrivare realmente a una moltiplicazione e diffusione del messaggio in maniera capillare. C’è bisogno di far arrivare questo mito del nuovo mondo in cui noi vogliamo andare alla gente che in qualche maniera può partecipare e sentire come cosa propria questa soluzione, non soltanto una necessità. Perché le necessità ci sono, ma sono le soluzioni che servono. E le soluzioni non possono essere date dall’alto, ma devono essere stimolate a grande dimensione. E qui ognuno deve poter arrivare con i propri mezzi, con la propria sensibilità, con la propria individualità e con le proprie capacità, a creare i passaggi necessari per arrivare a questo terzo stadio dell’umanità, che abbiamo chiamato Terzo paradiso. C’è bisogno di far circolare nella maniera più ampia possibile le stesse idee, perché tutti possano non rubare ma entrare in dialogo, non prendere ma rispondere, reagire, collaborare, quindi, far crescere le idee in modo vantaggioso per tutti. È sempre la condivisione che deve essere la ricchezza, non l’accumulo e la concentrazione. Quello che noi dobbiamo fare non è di creare delle situazioni chiuse, definitive: la soluzione è mobile e trasparente ed è fatta dalla quantità di possibilità che vengono a incontrarsi.
Michelangelo Pistoletto: I am interested in taking the concept of the Third paradise as far as possible. I believe that with free software there is a real possibility of achieving the multiplication and diffusion of the message in the most widespread manner possible. We need to communicate this myth of the new world, in which we go to the people who in some way can participate and feel this solution as their own, and not just a necessity. Because there are necessities but it’s solutions that help. And solutions cannot be handed down from on high, but have to be stimulated at a more fundamental level. And here each of us has to be able to arrive with their own means, their own sensitivity, individuality and capacities, at creating the passages necessary for reaching this third stage of humanity that we have called Third paradise. There’s a need to circulate these same ideas in the broadest possible way so that everyone can rather than steal, enter into dialogue, not take but respond, react, collaborate, and so nurture ideas in the most advantageous way for all. It is always sharing that has to create the wealth, not accumulation and concentration. What we have to do is not create closed, definitive situations: the solution is mobile and transparent and made up of all the possibilities that come to meet.
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LA MOSTRA
THE EXHIBITION
Michelangelo Pistoletto & Cittadellarte
Michelangelo Pistoletto & Cittadellarte
a cura di Achille Bonito Oliva con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri
curated by Achille Bonito Oliva with the support of the Ministry of Foreign Affairs
8 giugno-30 settembre, Venice International University, Isola di San Servolo, Venezia
8th June-30th September, Venice International University, San Servolo Island, Venice
Il Terzo paradiso
The Third paradise
“Che cos’è il Terzo paradiso? E' la fusione tra il primo ed il secondo paradiso. Il primo è il paradiso in cui la vita sulla terra è totalmente regolata dall'intelligenza della natura. Il secondo è il Paradiso Artificiale, quello sviluppato dall'intelligenza umana attraverso un processo lentissimo che ha raggiunto nel corso degli ultimi secoli una dimensione sempre più invadente. Questo paradiso è fatto di bisogni artificiali, di comodità artificiali, di piaceri artificiali e di ogni altra forma di artificio. Si è formato un vero e proprio mondo artificiale che continua a crescere consumando e deteriorando il pianeta naturale. Il pericolo di una tragica collisione tra queste due sfere è ormai annunciato in ogni modo. Di fronte all'universale bisogno di sopravvivenza del genere umano si concepisce il progetto globale del Terzo paradiso che consiste nel condurre l’artificio, cioè la scienza e la tecnologia, insieme all’arte, a restituire vita alla Terra. Questo non può che realizzarsi attraverso un passaggio evolutivo nel quale l'intelligenza umana trova il modo di sviluppare una creatività responsabile per convivere con l'intelligenza della natura. Il Terzo paradiso è il nuovo mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità in questo passaggio epocale. Il riferimento biblico non ha finalità religiose, ma è assunto come messaggio per dare senso e forza al concetto di trasformazione sociale responsabile e per motivare un grande ideale che unisca in un solo impegno le arti, le scienze, l'economia, la spiritualità e la politica”.
“What is the Third paradise? It is the fusion between the first and the second paradise. The first is the paradise in which terrestrial life is completely regulated by nature’s intelligence. The second is an Artificial Paradise; that which is developed by human intellect via a very slow process, which in the last few centuries has reached increasingly invasive dimensions. This paradise is made up of artificial needs, artificial commodities, artificial pleasures, and of every other form of artificiality. A world that is completely and utterly artificial has been created, which continues to grow, consuming and deteriorating the natural planet. The danger of a tragic collision between these two spheres is by now very obvious. Along side the universal need for the survival of the human species, the global project of the Third paradise is conceived, which consists in leading everything that is artificial; that is science and technology together with art; to give back life to Earth. This can only happen through an evolutionary step, in which human intelligence finds a way to develop a responsible creativity to co-inhabit with nature’s intelligence. The Third paradise is the new goal that leads everyone to take on personal responsibility in this revolutionary passage. Biblical references are not intended in a religious sense, but are used to give meaning and strength to the concept of responsible social transformation, and to motivate a great ideal, which in a single step unites the arts, the sciences, the economy, spirituality and politics”.
di Michelangelo Pistoletto, 2005
by Michelangelo Pistoletto, 2005
Conferenza Stampa, Venice International University, Isola di San Servolo, Venezia. Partecipano: Rocco BUTTIGLIONE, Ministro per i Beni Culturali; Gilberto GIL, Ministro della Cultura del Brasile; Davide ZOGGIA, Presidente della Provincia di Venezia; Ambasciatore Umberto VATTANI, Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri; Achille Bonito OLIVA, Critico d’Arte; Michelangelo PISTOLETTO, Artista; Stefano MICELLI, Associate Dean Venice International.
Press Conference, Venice International University, San Servolo Island, Venice. Participants: Rocco BUTTIGLIONE, Italian Culture Minister; Gilberto GIL, Brazilian Culture Minister; Davide ZOGGIA, President Of The Province Of Venice; Ambassador Umberto VATTANI, Secretary General of The Ministry of Foreign Affairs; Achille Bonito OLIVA, Art Critic; Michelangelo PISTOLETTO, Artist; Stefano MICELLI, Associate Dean Venice International.
presentano Il Terzo paradiso
present The Third paradise
Photo D.Paccagnella
ra nelle sue piene potenzialità la dimensione della connessione interattiva attraverso il linguaggio digitale. La conoscenza, più la si scambia e condivide, meno la si consuma. Anzi, la condivisione è una condizione del suo arricchimento. Abbiamo di fronte una grande opportunità attraverso il supporto di rete digitale: quella della partecipazione e della condivisione della conoscenza come grande pari opportunità per tutti. Voi parlate di Terzo paradiso: l’appuntamento di novembre a Tunisi diventa un appuntamento decisivo, perché o iniziamo tutti insieme nelle nostre diversità – ingegneri, architetti, artisti – una battaglia forte per richiedere una costituzione per la conoscenza, oppure è evidente che di fronte a questa straordinaria potenzialità di dialogo e di globalizzazione liberante assisteremo alla reazione di un sistema che tende alla stasi e a ricondursi a uno stato regressivo. Per questi motivi l’appuntamento a Tunisi sarà molto importante.
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paesi ibridi / hybrid territories (Juan Esteban Sandoval, 2004)
Bandiere di continenti fantastici disegnano una nuova pangea di territori simbolici e sincretismi culturali.
Through the flags of imaginary continents, the project outlines a new Pangaea that visualises symbolic territories and cultural syncretisms.
workoffice vedi pag. 36 see p. 36
porte - uffizi
(M. Pistoletto & c a l c [Teresa Alonso, tOmi scheiderbauer], 2003)
Lo spazio delle “Porte-Uffizi” si ispira alle “Porte di Palazzo Fabroni” (1995), opera in cui Pistoletto mette in relazione l'arte con il tessuto sociale. Le scritte sulle porte sono bifrontali e interconnettono, attraverso gli ambienti, differenti discipline artistiche, economiche, politiche eccetera.
luogo di raccoglimento / place of meditation
nuovo segno d’infinito / new infinity symbol
Reproduces the “Lieu de recuillement” realised by Pistoletto at the Paoli Calmettes Oncology Institute in Marseilles (1998-2000), showing the symbols of the various religions and one secular space around the “Cubic Metre of Infinity” (1966).
Un solco tracciato nella terra forma il A furrow traced in the ground forms “nuovo segno di infinito” che disegna the “new symbol of infinity”, which comprises not two, but three non soltanto due, ma tre cercircles. The central one chi. Quello centrale delineates a pregdescrive un ventre nant belly, product gravido, prodotto of the coupling of dall'accoppiamenthe two circles to dei due cerchi that made up che costituivano the old symbol. il vecchio simThis belly repbolo. Questo resents the ventre rappregeneration senta la generaof the Third zione del Terzo paradise. paradiso.
(M. Pistoletto, 2000-2005)
The space of the “Porte-Uffizi” is inspired by “Porte di Palazzo Fabroni” (Pistoia, 1995), a work in which Pistoletto places art in relation to the social fabric. The writing on the doors can be read from both sides and interconnect, through the various rooms, the different disciplines of art, politics, economics, etc.
Riproduce il “Lieu de recuillement”, realizzato da Pistoletto presso l'Istituto Oncologico Paoli Calmettes di Marsiglia (1998-2000), riportante i simboli delle diverse religioni e uno spazio laico intorno al “Metrocubo d’Infinito” (1966).
(M. Pistoletto, 2003)
produrre la trasformazione producing transformation
communication office vedi pag. 37 see p. 37
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geografie della trasformazione geographies of change
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vetrina bookshop bookshop showcase
La mappa dell’isola di San Servolo, distribuita in occasione della 51.Biennale di Venezia, illustra il percorso di visita della mostra il Terzo paradiso. San Servolo island map, handed out during 51th Venice Biennial, shows the visitours route for the Third paradise exhibition.
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accarezzare gli alberi caressing the trees (M. Pistoletto, 1973-82)
Quattro repliche in bronzo dell’arringatore etrusco Aulo Metelli toccano, ciascuna, con la mano destra un albero.
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Four bronze replicas of the Etruscan arringatore Aulo Metelli, each touching a tree with the right hand.
autoritratto di stelle self-portrait of stars (M. Pistoletto, 1973)
productionoffice vedi pag. 34 see p. 34
politicsoffice vedi pag. 35 see p. 35
educationoffice vedi pag. 36 see p. 36
Una fotografia su plexiglas riporta una grande porzione di firmamento all'interno della silhouette che raffigura l'artista in piedi a grandezza naturale. La persona si proietta nell'universo e l'universo si rispecchia nella persona.
A photograph on plexiglas shows a large portion of the firmament inside a full-size silhouette of the standing artist. The person is projected into the universe and the universe is reflected in the person.
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Photo L.Spolaore
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Photo L.Spolaore
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Photo D.Paccagnella
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Photo J.E.Sandoval
ufficiopolitica
La stanza virtuale politica introduce allo spazio reale in cui si presenta il progetto LOVE DIFFERENCE - Movimento Artistico per una Politica InterMediterranea. In mostra, il Tavolo specchiante Love Difference (2003) che rappresenta il Mare Mediterraneo. L’opera di Pistoletto è attorniata dalle sedute provenienti dai diversi paesi mediterranei.
politicsoffice
The politics virtual room introduces the real space that presents the project LOVE DIFFERENCE - Artistic Movement for an InterMediterranean Politic. The Love Difference mirror Table (2003), which represents the Mediterranean Sea, is on display. Pistoletto’s work is surrounded by chairs from various Mediterranean countries.
Photo C.Abate
The production virtual room introduces the real space that presents the projects ITALY IN PERSON, a collaboration between Cittadellarte and the Club dei Distretti Industriali, and BIELLA VETRINA DI ITALIA IN PERSONA, a collaboration with the Comitato di Distretto di Biella. The projects express the essential values of Italian products entirely dedicated to the person. Photo C.Abate
La stanza virtuale produzione introduce allo spazio reale in cui si presenta il progetto ITALIA IN PERSONA, nato dalla collaborazione tra Cittadellarte e il Club dei Distretti Industriali e BIELLA VETRINA DI ITALIA IN PERSONA, nato dalla collaborazione con il Comitato di Distretto di Biella. I progetti esprimono i valori essenziali del prodotto italiano interamente dedicato alla persona.
productionoffice
Photo J.E.Sandoval
ufficioproduzione
Photo D.Paccagnella
Photo C.Abate
Photo C.Abate
Photo C.Abate
Presentazione del progetto Italia in Persona / Presentation of the project Italy in Person.
Photo C.Abate
In primo piano/in the foreground: M. Pistoletto “Segno Arte – Unlimited”, 1975-1997, Tavolo con panche/table with benches. Sullo sfondo/in the background: presentazione del progetto Biella Vetrina di Italia in Persona/presentation of the project Biella Vetrina di Italia in Persona.
sopra/above: M. Pistoletto “Segno Arte – Unlimited”, 1975-1997, Cassonetto. Vasi a vite Santavase di Serralunga/Rubbish skip. Screw-like vases Santavase by Serralunga.
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a destra/on the right: M. Pistoletto “Segno Arte – Unlimited”, 1975-1997, Armadio e Tavoli/Closet, tables. In collaborazione con/in collaboration with Birra Menabrea Spa, Azienda Agricola Montenisa Franciacorta, Ermenegildo Zegna, Lauretana Spa.
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Billboard Love Difference
Dal alto/from above: M. Pistoletto (2003), Tavolo Love Difference, specchio e legno; sedute dei diversi paesi del Mediterraneo (700x900 cm) / M. Pistoletto (2003), Love Difference Table, mirror and wood; seat from the Mediterranean countries (700x900 cm). Alla parete/on the wall: M. Pistoletto
(2003), Love Difference, smalto su acciaio lucidato a specchio/work enamel on polished stainless steel (102x183 cm) – Courtesy Galleria Continua San Giminiano.
Diego Paccagnella & Cittadellarte (2004), Calcetto Love Difference / Love Difference Table.
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La stanza virtuale economia introduce allo spazio reale in cui si presenta la BANCA DEI VALORI UMANI, simulazione di un sistema bancario al cui sportello, aperto al pubblico, vengono depositati i valori umani al posto dei valori monetari.
workoffice
economicsoffice
communicationoffice
Photo J.E.Sandoval
Photo A.Lacirasella
Photo C.Abate Presentazione di UNIDEE - Università delle Idee. Presentation of UNIDEE - University of Ideas.
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The economics virtual room introduces the real space that presents the HUMAN VALUES BANK, a simulation of a banking system with counters, open to the public, at which to deposit human instead of monetary values.
Presentazione del progetto 8x5x363+1 di Raphaëlle de Groot. Presentation of the 8x5x363+1 project by Raphaëlle de Groot.
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La stanza virtuale comunicazione introduce allo spazio reale in cui si presenta Living Library - LETTERATURE DI SVOLTA, oltre al periodico JOURNAL - Progetto Arte e alle altre pubblicazioni di Cittadellarte.
The communication virtual room introduces the real space that presents the project Living Library - TURNING POINT LITERATURES in addition to the periodical JOURNAL Progetto Arte and the other publications of Cittadellarte.
Photo J.E.Sandoval
The work virtual room introduces the real space that presents the HUMAN WORKSHOP project, which forges relations between art and the world of work.
Photo J.E.Sandoval
The education virtual room introduces the real space that presents UNIDEE - University of Ideas, the workshop for young people from all over the world committed to projects for Responsible Transformation of Society.
La stanza virtuale lavoro introduce allo spazio reale in cui si presenta il progetto LABORATORIO DELL’UMANO che sviluppa il rapporto tra l'arte e il mondo del lavoro.
ufficiocomunicazione
Photo L.Spolaore
educationoffice
La stanza virtuale educazione introduce allo spazio reale in cui si presenta UNIDEE – Università delle Idee, laboratorio per giovani provenienti da tutto il mondo impegnati in progetti di Trasformazione Sociale Responsabile.
ufficioeconomia
Photo A.Lacirasella
ufficiolavoro
Photo J.E.Sandoval
ufficioeducazione
La Banca dei Valori Umani: lo sportello di banca e il tabellone delle quotazioni. The Human Values Bank: the bank terminal and the quotation board.
Letterature di Svolta espone opere letterarie che esprimono una forza critica e propositiva, capace di segnare cambiamenti e di prefigurare processi di trasformazione della società, a cura di Judith Wielander e Iris Marano. Turning Point Literatures shows literary works that express a critical and constructive force, capable of highlighting changes and prefiguring processes of responsible social transformation, curated by Judith Wielander and Iris Marano.
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WORKSHOPS
promuovere l’attivazione
promoting the activation
Arte Cittá Societá: nuove visioni e prospettive per Venezia
Art City Society: new vision and perspectives for Venice
Il workshop Arte Città Società – Nuove visioni e prospettive per Venezia, a cura di Filippo Fabbrica (coordinatore di Love Difference - Movimento Artistico per una Politica InterMediterranea) e Juan E. Sandoval (Responsabile dell’Ufficio Arte di Cittadellarte) in collaborazione con la Venice International University, nasce con il proposito di costruire una rete di attori che condividano l'idea di una trasformazione sociale responsabile del contesto veneziano. Il workshop viene condotto secondo le riflessioni e l'esperienza maturata da Love Difference e Artway of Thinking. Per la buona riuscita di un processo creativo si ritiene fondamentale il coinvolgimento diretto e programmato delle risorse umane già attive nel territorio e delle professionalità esterne da coinvolgere. Per questo la realizzazione di un gruppo operativo interdisciplinare1 è il momento fondante del percorso progettuale, il punto di snodo e di confronto, per ideare progetti di utilità sociale che, attraverso processi creativi, valorizzino le capacità delle persone e le risorse materiali della città e delle sue isole. Il riconoscimento delle potenzialità dei singoli individui e di un territorio in un contesto di relazione sono considerati, a livello metodologico, condizione imprescindibile per dare vita a dei progetti artistico-culturali che coinvolgano e stimolino l'impegno dei soggetti in un tentativo di trasformazione responsabile dell'ambiente sociale in cui vivono.
The workshop Arte Città Società – New visions and perspectives for Venice, curated by Filippo Fabbrica (coordinator of Love Difference – Artistic Movement for an InterMediterranean Politic) and Juan E. Sandoval (Manager of Cittadellarte Art Office) in collaboration with Venice International University, was born with the aim of constructing a network of participants that share the idea of responsible transformation of society in the venetian context. The workshop is conducted according to the thoughts and experience matured from Artway of Thinking and Love Difference. For the successful completion of a creative process the direct and planned involvement of human resources that are already active within the territory, as well as external professionals, is fundamental. For this reason the creation of an inter-disciplinary work group1 is the founding moment of the projects trajectory, the point of joining and confronting, to plan useful social projects that, through creative processes, value peoples ability and the material resources of cities and their islands. Recognition of the potential of individuals and of the territory in the connective context are considered at a methodological level, vital conditions for giving life to artistic-cultural projects that involve and stimulate their subjects dedication in an attempt to responsibly transform the social environment in which we live.
“Creare cultura, oggi, si potrebbe tradurre con dare spazio all'espressione individuale nel collettivo; insegnare ad esprimersi e vivere in gruppo, dialogare con le differenze dell'altro (culturali, professionali, etniche eccetera); stimolare il riconoscimento del valore che già si possiede come individui, cittadini della propria città, inseriti nel panorama globale contemporaneo” (Artway of Thinking).
“Creating culture, today, could be interpreted as creating space for individual expression within the collective; teaching people to express themselves and live as part of a group, converse with others differences (cultural, professional, ethnic etc); stimulate the recognition of the values that we already posess as individuals, citizens of our cities, inserting ourselves in the contemporary global panorama” (Artway of Thinking).
Quando rispetto ad un problema di riferimento o a un'iniziativa in generale si adotta un approccio interdisciplinare, si assume un atteggiamento volto a cogliere la complessità del reale, poiché come afferma Edgard Morin2 si tiene conto delle molteplicità degli elementi connessi in un insieme sociale. Con l'espressione “complessità all'opera” si intende che la prospettiva della complessità viene trasposta dal livello puramente concettuale (dimensione teorica) al livello operativo, quindi messa in pratica nella fase di concretizza-
When with respect to a reference mark on an initiative in general an interdisciplinary approach is adopted, a behavior aimed at taking on the complexity of reality is assumed, since as Edgard Morin2 confirms, the complexity of elements connected in a social context are taken into account. With the expression complessità all'opera it is intended that the prospect of complexity be transposed from a purely conceptual level (theoretical dimension) to the functional level, and hence put into practice in the phase in which a project
1. Hanno partecipato: Francesco Allegretto, Beatrice Barzaghi, Massimo Bullo, Lisa Castellani, Enrica Cavarzan, Sara d'Agostino, Roberta Iachini, Maria Rosa Jijon, Katia Kameli, Will Kwan, Malcom Dimitri Maso, Gaston Ramirez Feltrin, Gloria Safont-Tria, Maria Sangiuliano, Martina Stipitivich, Maria Zanchi. 2. Edgard Morin, La testa ben fatta. Riforma dell’insegnamentoe riforma del pensiero, Raffaello Cortina Editore, 2000. 3. Il termine “action research” è stato coniato da Kurt Lewin studioso tedesco di psicologia sociale che ha condotto intorno alla metà degli anni '40 negli Stati Uniti ricerche sul problema delle minoranze e dei conflitti sociali. Cfr. Kurt Lewin, La teoria, la ricerca, l'intervento, Il Mulino, Milano, 2005. In questo testo il pensiero dell'autore viene presentato in forma articolata, attraverso i suoi testi fondamentali, raccolti in un'unica edizione.
1. Taking part: Francesco Allegretto, Beatrice Barzaghi, Massimo Bullo, Lisa Castellani, Enrica Cavarzan, Sara d'Agostino, Roberta Iachini, Maria Rosa Jijon, Katia Kameli, Will Kwan, Malcom Dimitri Maso, Gaston Ramirez Feltrin, Gloria Safont-Tria, Maria Sangiuliano, Martina Stipitivich, Maria Zanchi. 2. Edgard Morin, La testa ben fatta. Riforma dell’insegnamentoe riforma del pensiero, Raffaello Cortina Publishing House, 2000. 3. The word “action research” has been coined by Kurt Lewin a German researcher of Social Psicology, that in the middle of the '40s in the USA researced about the problem of minorities and social conflicts. In Kurt Lewin, La teoria, la ricerca, l'intervento, Il Mulino, Milano, 2005. In this book the author’s though is presented widening through his foundamental books, collected in a unique edition.
delle energie creative del territorio
ricerca e visione condivisa con enti e istituzioni attivi sul territorio per una trasformazione sociale responsabile
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WORKSHOPS
of creative energies in the territory
around research and shared visions with bodies and institutions operating in the territory for a responsible transformation of society
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zione di un progetto. Questo avviene in pratica coinvolgendo partecipanti portatori di competenze teoriche e professionali eterogenee, favorendone l'interazione per ampliare l'ottica di osservazione e di interpretazione del fenomeno in discussione e per stimolare la collaborazione in vista di un obiettivo condiviso. Passando ad un livello di astrazione inferiore, si nota che l'approccio adottato per conseguire l'obiettivo di trasformazione sociale responsabile richiama alla mente la visione metodologica della action research3. Con action research si intende una ricerca intervento epistemologicamente orientata in maniera non normativa ma costruttiva con obiettivi trasformativi del contesto in cui opera. L'innovazione di questo tipo di ricerca si fonda sull'assunto che ogni processo di trasformazione sociale implica non solo conoscenze sul contesto di riferimento, quindi non solo l'analisi e la consulenza del ricercatore, bensì anche il coinvolgimento diretto di attori che vivono in quel contesto. L'action research ruota intorno ad azioni di riconoscimento delle potenzialità, di condivisione e di supporto di trasformazioni sociali: la si può definire una ricerca intervento partecipata che coniuga teoria ed esperienza, valorizzando quindi anche il metodo del cosiddetto learning by doing (imparare facendo). Attraverso il learning by doing i partecipanti apprendono ad ascoltare, ad adottare una visione multiprospettica su un problema, ad adattare le proprie capacità di organizzazione e di iniziativa al contesto che si va, via via, definendo. Attraverso un percorso di auto-definizione prendono forma uno o più gruppi che riflettono insieme agli artisti sul significato di innovazione, trasformazione, condivisione, partecipazione, bene comune, sostenibilità, arte, portando così alla luce dei progetti per il contesto, nel quale si vuole intervenire. Il processo artistico supporta l'attivazione di una rete di relazioni che ruotano intorno al proposito di una trasformazione sociale responsabile: non è intorno all'oggetto artistico in sé che ruota la questione. La scelta di collaborare con partecipanti del contesto pone il problema della gestione delle dinamiche di gruppo che emergono dall'interazione e che possono essere cariche di conflitti. Il concetto di dinamica di gruppo è stato introdotto in psicologia da Kurt Lewin per indicare le relazioni che interessano un gruppo e ne influenzano lo sviluppo e la condotta. Lewin inventò la tecnica del T Group (Training Group): una modalità di conduzione dei gruppi basata sull’idea che il cambiamento soggettivo possa, se adeguatamente orientato, diventare il principio di un riequilibrio delle relazioni gruppali e quindi origine di un corrispondente processo di modificazione interpersonale e del contesto circostante. Il T Group è un'esperienza residenziale condotta da trainers che hanno un ruolo di stimolo ma in nessun caso pedagogico: non è loro compito dire al gruppo cosa deve o non deve fare. I coordinatori del workshop organizzano diversi incontri con esperti per approfondire la conoscenza di Venezia nei suoi molteplici aspetti: dal turismo al rapporto con l’ambiente naturale, dalle attività produttive industriali o artigianali alle attività culturali. Partecipano lo storico Luca Pes, docente in Storia della Città e del Governo Urbano presso l’Università IUAV di Venezia; Stefano Micelli, direttore di TeDIS, centro di ricerca della Venice International University e docente di Economia e Gestione delle Imprese all’Università Ca’ Foscari di Venezia, Fabio Fornasier e Andrea Penzo, designers e imprenditori del vetro, Federica Thiene di Artway of Thinking, l'architetto Giorgio Pilla, dirigente del settore urbanistico del Comune di Venezia. Ci sono stati ulteriori incontri con esponenti del bimestrale “Venezia da Vivere”, della televisione digitale “Venice TV Channel” e altri rappresentanti di attività del terziario.
becomes concrete. In practice this occurs by involving participants with theoretical competence and heterogeneous professionals, favouring interaction to broaden the optics of observation and interpretation of the issue in question and to stimulate collaboration in view of a shared objective. Moving to a level of reduced abstraction, it is noticeable that the approach adopted to carry out the objective of a responsible transformation of society calls to mind the methodological version of action research3. With action research, a research epistemologically orientated operation is intended, aimed not in a normative way, but constructive, with transformative objectives within the context in which it operates. Innovations of this type of research are founded on the assumption that each process of social transformation implies not only knowledge on the area in question, so not just the analysis and consultancy of the researcher, although even the direct involvement of those who do live within that context is necessary. Action research revolves around the acknowledgement of the potential, of sharing, and of support for social transformations: here the search for a participated intervention can be defined, that consorts theory and experience, so attributing value even through the method of so called learning by doing. Through learning by doing participants learn to listen, to adopt a multiperspective approach to a problem, and to adapt their own organisational skills to the context that has been defined. Through an avenue of self-definition taking form, one or more groups that together relate to the artists the meaning of innovation, transformation, sharing, participation, common good, sustainability, art; in this way shedding light on projects for the issues in which intervention is desired. The artistic process supports the activation of a network of relations that are based around the issue of responsible transformation of society: but it is not around the work of art itself that the question is based. The choice to collaborate with participants of context poses the problem of managing the group dynamics that emerge from such interactions, and that can be charged with conflict. The concept of group dynamics was introduced to psychology by Kurt Lewin to indicate the relations that occur in a group and influence its development and behavior. Lewin invented the T Group technique: a method of group conduct based on the idea that subjective change can, if well orientated, become the principle of a re-balance in group relations, and so the origin of a corresponding interpersonal modification process and of the surrounding context. The T Group is a residential experience lead by trainers who have the role of stimulating but in no context pedagogical: it is not their purpose to tell the group what it does or doesn't have to do. The co-ordinators of the workshop organise various meetings with experts to deepen the knowledge of Venice’s multiple aspects: from tourism to the natural environment, from industrial or artisan productions to cultural activities. The participants are the historic Luca Pes, teacher of History of the City of the Urban Government at the university IUAV of Venice; Stefano Micelli, director of TeDIS, centre for research at Venice International University and professor of Economics and Business Management at the University Cà Foscari of Venice; Fabio Fornasier and Andrea Penzo, designers and glass contractors; Federica Thiene from Artway of Thinking; the architect Giorgio Pilla, Manager of the urban department at Venice Council. There have been other meetings with the representatives of the bimonthly “Venezia da Vivere”, of digital television “Venice TV Channel” and other representatives of tertiary activities. A day is dedicated to three participants of the workshop to the end of creating a shared vision on the themes that
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Una giornata è dedicata al confronto tra i partecipanti al workshop al fine di creare una visione condivisa sui temi emersi e poter lavorare all’ideazione di progetti di intervento sulla città. Gli argomenti attorno a cui ruota la discussione su Venezia e dintorni sono l'isolamento, la mancanza di relazioni significative, il problema della vivibilità, del turismo sostenibile, della carenza di spazi verdi. Si parla di alcuni stereotipi, come quello del turista invadente, dello straniero che vende nelle piazze e dello studente che disturba e non consuma. Dal dialogo emerge che molte istituzioni del luogo credono nel ruolo che l'arte e la cultura possono giocare per favorire una trasformazione sociale del contesto veneziano con riferimento ai suoi problemi. L'arte pubblica in particolare, poiché ispirata da un vero e profondo senso della polis, potrebbe essere la chiave di volta per modificare l'immagine di sé che Venezia offre al mondo intero, ovvero l'immagine di una città da cartolina, invasa da gondole e mascherine. In seguito ad analisi, indagini, verifiche, rettifiche, si formano tre gruppi, tre sezioni di lavoro capaci di attivare nuove relazioni con il contesto circostante, capaci di leggere il contesto e di creare nuove sinergie con il territorio. Dalle sezioni di lavoro prendono vita tre bozze di progetti artistici a partire dai seguenti problemi: la vivibilità della città, le relazioni, il recupero degli spazi verdi, il rapporto fra Venezia e le altre isole della laguna. Prendono forma i seguenti progetti: Questionpoint? Puntodidomanda?, Utopie, distopie e paradisi terrestri. Un’isola galleggiante per Venezia e Un record per Pellestrina. Tutti insieme per ricamare il merletto più lungo del mondo.
have emerged and to be able to work on the idealisation of intervention projects for the city. The topics around which the discussions on Venice and its surroundings are based are isolation, the lack of meaningful relations, the problem of livability, of sustainable tourism, and of the lack of green spaces. Some stereotypes are discussed, such as the invasive tourist, foreigners who sell in the city squares, and of students who disturb but don't consume. From the discussion it emerges that many local institutions believe in the role that art and culture can play to favour a social transformation in Venice with respect to its problems. Public art in particular, since it is inspired by a deep and true sense of Polis, could be the key turning point for the modification of the image of itself that Venice offers the rest of the world; that is the image of a postcard city, over-run by Gondolas and masks. Following analysis, investigations, checks, rectifications, three groups are formed, three sections of work able to activate new relations with the surrounding context, able to read the context and create new synergies with the territory. From these sectors of work three artistic projects have taken life, based on the following issues: the livability of the city, relations, reclamation of green spaces, the relationship between Venice and the other islands of the lagoon. The following projects take form: Questionpoint? Puntodidomanda? Utopias, distopias and terrestrial paradises. A floating island for Venice and A record for Pellestrina. All together to make the worlds longest lace.
di Milena Brentari milenabrentari@yahoo.it
by Milena Brentari milenabrentari@yahoo.it
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Utopie distopie e paradisi terrestri
Utopias distopias and terrestrial paradises
Di sogni e desideri, visioni e valori... Durante il nostro workshop siamo arrivati a riflettere sul tema “trasformazioni a Venezia”. Questo esercizio ha generato l’idea di un’isola semovente o un’imbarcazione-giardino che possa anche aiutare la gente a girare per la laguna alla scoperta degli spazi verdi, delle isole coperte di boschi e orti e dei parchi che esistono intorno a Venezia (Sant’Erasmo, Vignole, Isola della Certosa e molti altri) e che si ha raramente occasione di visitare a meno che non si possegga una barca o molto tempo per farlo. È ben noto infatti che Venezia soffre di una carenza di spazi verdi aperti al pubblico, visto che molti dei giardini rimangono chiusi dai muri e dai cancelli delle proprietà private. Abbiamo immaginato persone che raggiungono la nostra isola/barca/orto, quando hanno tempo, per coltivare con i metodi dell’agricoltura biologica per poi dividere tra loro i prodotti di questo lavoro, frutta, fiori, verdure. Proponiamo un’isola in cui la gente possa coltivare la consapevolezza e godere un po’ del proprio tempo libero in un parco verde; un’isola che unisca le persone, rallenti il tempo e allevi lo stress. Non abbiamo l’obiettivo di risolvere problemi, ma di invitare la gente a creare soluzioni, sognare un posto migliore in cui vivere, esplorare le capacità di ciascuno di creare reti e comunicare con i vicini. Venezia è il posto ideale per un sogno come questo, ci siamo detti, perchè già contiene in sè i germi di un altro stile di vita più umano e sostenibile, anche se messi a rischio e quasi soffocati dal turismo di massa che invade la città e diventata l’unica fonte di reddito per la popolazione locale: in alcuni luoghi nascosti di Venezia e della laguna è ancora possibile toccare con mano un vivere di qualità, basato su relazioni di vicinato e sul piacere del contatto con la terra e con l’acqua. Per dirlo con le parole di un veneziano che abbiamo incontrato e che forse ha ragione, “Venezia non è una città, è una disposizione d’animo”. Per questo, l’unica possibilità che abbiamo visto per il nostro lavoro è stata quella di proporre un progetto utopico che possa indurre una trasformazione nell’animo dei veneziani e dei visitatori di Venezia.
About dreams and desires, visions and values... During the workshops we came to reflect upon “transformations in Venice”. This exercise generated the idea of creating a mobile island or a boat-garden which could help people to move around the lagoon and discover its green spaces, those islands around Venice that are covered with gardens, forests and parks. Sant’Erasmo, Vignole, Isola della Certosa, to name only a few, are seldom visited, out of reach without a boat and enough free time to dedicate to their exploration. It is a common perception that Venice lacks green public sites since most of its gardens are fenced-off private properties. We imagine people using our island/garden/boat in their free time, to cultivate organic orchards and share their products - fruits, flowers, vegetables. We propose an island where people can grow some awareness and where one can spend some free time in a green park: an island that collects people and slows down their sense of time. We are not focused on particular problems, but rather on the process of solutions, of imagining an ideal notion of living space, and exploring the capability of building networks and communicating with neighbors. Venice is the perfect place for such a dream as it still contains buds of a different lifestyle, sustainable and human. Although Venice’s everyday reality is that of mass tourism as the key source of income, the city and the lagoon still offer some hidden zones where people can experience another quality of life, built around neighbourhood relations and the pleasure of being close to water. In the words of one Venetian: “Venice is not a city, it is a state of mind.” Maybe he is right. As such, the possibilities that came out of our project were utopian proposals that could induce real transformation in the minds of Venetians and the city’s visitors.
Un progetto nel sogno, obiettivi... - Creare un simbolo, una metafora, del bisogno di collegare tra loro le diverse e lontane aree di Venezia e della Laguna, soprattutto quelle verdi - Promuovere e stimolare all’apertura degli spazi verdi inutilizzati e alla creazione di giardini/orti pubblici - Stimolare all’esplorazione dell’ambiente lagunare - Dare la possibilità di fare esperienza diretta della coltivazione
A project within the dream, goals... - To create a symbol, a metaphor, of the need to connect different and far-away areas in Venice and the Lagoon, expecially green areas - To promote and foster the opening of unused green spaces and the creation of new public gardens - To favor the exploration of the lagoon’s environment - To provide the opportunity to cultivate vegetables and
un'isola galleggiante per Venezia
a floating island for Venice
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di verdure e fiori e promuovere l’autoproduzione degli alimenti. Azioni... Il progetto mira a studiare e realizzare un orto/giardino artificiale e bellissimo su di un’isola semovente e/o su di un’imbarcazione (ad esempio un vecchio vaporetto), ispirandosi alle isole galleggianti costruite da diverse popolazioni un po’ in tutto il mondo. L’isola/barca dovrebbe poter essere in grado di muoversi per la laguna trasportando persone da un giardino/parco all’altro, seguendo traiettorie stabilite. Al tempo stesso, girovagando per la laguna, i “passeggeri” potranno diventare “giardinieri” e passare un po’ di tempo a coltivare verdure e fiori.
flowers, thus promoting self-sufficiency in food production Actions... The project’s overarching goal is to design and create an artificial and inviting garden on a mobile island/boat (i.e. an old steamboat, called “vaporetto”) drawing inspiration from floating islands built by many cultures around the world. The island/boat should be able to move around, to transport people from one garden/park to another, along varying routes to be planned. While moving, the “passengers” could become “gardeners” and spend the time tending the vegetables and flowers.
Il processo, partecipativo e includente... Si vuole coinvolgere il contesto locale con le sue competenze al progetto, dalla costruzione dell’isola alla pianificazione e organizazione di iniziative con cooperative sociali che gestiscono serre e con scuole elementari per attività rivolte ai bambini.
The process: participatory and inclusive... Local skills could be consulted at different stages of the project, from the building of the island to the planning and organization of initiatives with cooperatives that run greenhouses, and with primary schools for initiatives for children.
di Sara d'Agostino, Maria Rosa Jijon, Katia Kameli, Will Kwan, Maria Sangiuliano
by Sara d'Agostino, Maria Rosa Jijon, Katia Kameli, Will Kwan, Maria Sangiuliano
Un record per Pellestrina
A record for Pellestrina
tutti insieme per ricamare il merletto più lungo del mondo
all together to make the worlds longest lace
fonda sul tipico ricamo “ad ago” che, ci informiamo, deve essere eseguito da sette ricamatrici, ognuna capace di realizzare un punto diverso. Siamo interessate alle modalità di aggregazione che il ricamo favorisce, mentre si lavora per realizzare un unico, comune merletto. L’esperienza di Burano può diventare la chiave per valorizzare la memoria storica di Pellestrina, se pensiamo al ricamo come ad una “rete” di collegamento, non più tra le isole, ma tra le sapienze individuali delle ricamatrici di tombolo. Immaginiamo di creare un evento in cui il ricamare diventi un momento di vita sociale, capace di coinvolgere anche gli abitanti dell’isola non dediti al tombolo. Leggiamo sulla mappa la lunghezza di Pellestrina; immaginiamo una striscia di ricamo lunga quanto l’isola… L’identità di una comunità si fonda sulla memoria e la creazione di atti che le siano propri. Vogliamo costruire, assieme agli abitanti di Pellestrina, un evento pubblico: la produzione del merletto più lungo del mondo; un’azione che sia contemporaneamente nuova e specifica, capace di rappresentare la storia del luogo e l’abilità dei suoi abitanti. Ogni abitante può partecipare all’evento realizzando un pezzo di tombolo della larghezza e lunghezza che preferisce. L’obiettivo é quello di costruire, unendo tutti i pezzi prodotti, un unico merletto le cui estremità vadano da un capo all’altro dell’isola: questo potrà diventare il merletto più lungo del mondo. Si darà così visibilità ad una identità-abilità poco valorizzata e che si sta perdendo a Pellestrina.
a fortune out of production and trade of lace. Burano’s commercial and touristic identity is based upon the typical “needle” lace, that requires the work of seven embroiders, working simultaneously on a different pattern. We were interested in finding out the modalities of aggregation favoured by an embroidering group working on a common project. Burano’s experience can become an opportunity to build up on Pellestrina’ historical memory, if we consider lace-making as a network among individual skills rather than islands. The proposal that came out of all this is an event in which lacing becomes a moment of social life, that would involve the entire population of the island. We cross-checked Pellestrina’s length on a map, and imagined a lace strip of the same length… The identity of a community is based on its memory and the creation of their own actions. We would like to build a public event, together with the people of Pellestrina: the world’s longest lace; an action that at the same time is new and explicit, that can correspond to the place’s history and its people’s skills. Each Pellestrinian will be invited to participate in the event by making a piece of lace, as long and as wide as they prefer. By putting together all the pieces, we aim to build a one - piece lace. Each rim of the lace is going to be placed at the beginning and at the end of the Island of Pellestrina: this will make it the worlds longest lace ever made. With this action intend to raise awareness about an identity-ability (traditional lace making) that has not been properly acknowledged and that is starting to disappear in Pellestrina.
di Lisa Castellani, Enrica Cavarzan, Gloria Safont-Tria, Maria Zanchi
by Lisa Castellani, Enrica Cavarzan, Gloria Safont-Tria, Maria Zanchi
Questionpoint? Puntodidomanda?
Questionpoint? Puntodidomanda?
E’ questo un periodo critico per Venezia, città in bilico tra futuro e passato. La crescente volontà di non abbandonarla al suo già segnato destino, l’intenzione di dare voce ai cittadini che si rendono conto del disagio della città e che desiderano migliorarla, la sentita esigenza di vivere Venezia: tutti questi aspetti ci hanno portato ad analizzare la città che cambia, che deve e vuole cambiare. Dopo una serie di riflessioni, il nostro gruppo è giunto a evidenziare la mancanza, a Venezia, di un partecipe dialogo sociale. Una lacuna che si può a sua volta ricollegare a fattori quali: l’incomunicabilità, la scarsità di informazioni, l’isolamento, la mancanza di canali di relazione, la differenza di codici di comunicazione. Tale analisi ci ha portato a individuare un possibile modello di comunicazione che può servire come struttura di base nella realizzazione di soluzioni e progetti concreti per la città. E’ un modello che abbiamo deciso di chiamare Questionpoint? Puntodidomanda? Un’ opera creativa per introdurre i veneziani in un processo artistico coinvolgente, che apporti una forma di cambiamento in termini di partecipazione e scambio. Uno spazio di incontro e di passaggio per incanalare informazioni e scambiarle tra i cittadini e i fruitori della città. Un punto di raccolta di domande e risposte, che si manifesti laddove si renda necessario evidenziare i problemi legati a questa fragile città, analizzarli e tentare di risolverli. La proposta creativa del gruppo si concretizza nell’allestimento di un vero e proprio Ufficio incubatore di domande, problemi, richieste e,
This is a critical time for Venice, a city teetering between the past and the future. There is an increasing desire not to abandon it to its fate. The aim is to give a voice to its inhabitants, who are all too aware of the city’s problems and want to resolve them, and who strongly feel the need to enjoy living in Venice and not just put up with it: each of these aspects led us to analyse a city undergoing change, a city that has to and wants to change. After a series of refl ections, our group decided to highlight the absence of active social dialogue in Venice. This absence can be divided into the following factors: Incommunicability, lack of information, isolation, a dearth of communication channels, different communication codes. This analysis enabled us to identify a possible communication model to act as a base structure for finding concrete solutions and projects for the city. We decided to call this model Questionpoint? Puntodidomanda?. It is a creative design to introduce Venetians to an artistic process that both involves them and introduces a form of change in terms of participation and exchange. It is a place where inhabitants and users of the city can meet or drop in to channel or exchange information. It is a place where questions and answers are accumulated, appearing where necessary to highlight the problems of this fragile city and then to analyse and solve them. The group’s creative model was in the form of an office, acting as an incubator of questions, problems, requests
uno spazio di incontro e di passaggio per incanalare informazioni e scambiarle tra i cittadini e i fruitori della città
La città di Venezia si compone di molte isole, collegate tra loro da canali il cui unico mezzo di attraversamento è l’imbarcazione. Si vengono così a creare delle zone di margine, terreni di risulta al di fuori delle rotte più battute. A partire da questa analisi abbiamo cercato di definire quali siano i "terrains vagues" di Venezia. Il primo input è venuto da una visita all’isola di Pellestrina, guidata dall’architetto Raul Pantaleo di Tam associati. La nostra ricerca comincia con alcune uscite sulle isole della laguna, per poter verificare la nostra tesi parlando con i residenti e percorrendone i luoghi. A Pellestrina ci rendiamo conto che la difficile relazione con la città non ne preclude una vivace vita sociale. Dall’incontro con alcuni anziani abbiamo ascoltato la preoccupazione che la memoria delle tradizioni venga velocemente dimenticata dalle nuove generazioni, insieme ad un’identità, legata soprattutto alla pesca, poco sostenibile nel prossimo futuro. Ma le tradizioni di Pellestrina sono anche legate ad una scuola di ricamo a tombolo. Colpite dalle storie delle “ricamatrici”, discutiamo sulla possibilità di creare una rete di collegamento tra le isole, sfruttando il ricamo come azione comune, condivisione di cultura, metodo di misurazione spazio-temporale tra un’isola e l’altra. La nostra meta successiva non può che essere Burano; isola dei merletti per eccellenza che, a differenza di Pellestrina, ha fatto della produzione e del commercio del ricamo la propria fortuna. L’identità commerciale e turistica di Burano si
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Venice is made of many islands, linked to each other by a web of canals, crossed by the only transportation means possible – a boat. Hence, border areas set up, marginal lands out of the beaten tracks. These sites, having no relation with the outside, have lost their identity and still have to get a new one in a constantly changing urban landscape. On the basis of this analysis we have attempted to define what Venice’s "terrains vagues" are. The first input came from a visit to Pellestrina Island, under the guidance of Raul Pantaleo, an architect with Tam associati. Our research began with some visits to the lagoon’s islands, in order to substantiate our thesis by speaking with residents and exploring their sites. First of all we went back to Pellestrina, where we soon realized that the difficult relation with the city does not rule out a lively social interaction. The elderly conveyed us their concern about new generations quickly forgetting memories and traditions. The same could happen with their identity, tightly linked to fishing activites doomed to turn unsustainable in a close future. However, Pellestrina’s traditions are also connected to a laboratory of lace-making, now closed due to a lack of enrollments. Therefore, we discussed the possibility of setting up a network linking the islands, whereas laceembroidering becomes common action, and a method to measure the space-time relations between islands. Our next destination could not but be Burano, the island of lace par excellence, that, differently from Pellestrina, made
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a place where inhabitants and users of the city can meet or drop in to channel or exchange information
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perché no, risposte, caratterizzato da un canale in entrata e uno in uscita, da un costante contatto tra chi la città la vive e chi la fruisce per breve tempo. Le problematiche principali si declinano secondo queste direttive: la viabilità, gli spazi inutilizzati, la casa, i prezzi, il futuro, i sogni. Il Questionpoint? Puntodidomanda? si propone come un avamposto in prima linea, itinerante, presente sulla strada e perciò a stretto e reale contatto con le persone e con le problematiche che quotidianamente si vivono nella città.
and – why not – answers thanks to constant contact between those living in the city and those merely visiting. The main problems are delineated according to these directives: people traffic, unused space, housing, prices, the future, dreams. The Questionpoint? Puntodidomanda? is an itinerant frontline outpost, present on the street and thus in close and real contact with the people and the problems they face on a daily basis in this city.
di Francesco Allegretto, Beatrice Barzaghi, Massimo Bullo, Roberta Iachini, Malcom Dimitri Maso, Martina Stipitivich
by Francesco Allegretto, Beatrice Barzaghi, Massimo Bullo, Roberta Iachini, Malcom Dimitri Maso, Martina Stipitivich
“Partendo dalla valorizzazione della creatività del singolo, i partecipanti hanno adattato al contesto le proprie capacità d'organizzazione e di gestione d'iniziative culturali. Attraverso un percorso di auto-definizione il gruppo ha preso forma: creando una reciproca fiducia, determinato un proprio linguaggio, riflettendo sul significato di innovazione, trasformazione, condivisione, partecipazione, bene comune, sostenibilità, arte. Operando, sia unito in Venezia che a distanza, si è auto-strutturato dandosi compiti in funzione delle proprie abilità, competenze e limiti” (Filippo Fabbrica).
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“Starting with increasing the value of creativity, the group then put into practice its organization and management skills regarding cultural initiatives within a social context. Through a process of self-definition the group developed a mutual trust and created their own language, reflecting on the meaning of innovation, transformation, sharing, participation, public goods, support and art. The group structured itself working both in and out of Venice, allocating tasks according its own abilities and limits” (Filippo Fabbrica).
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Italia in Persona: la missione culturale del prodotto italiano
Italy in Person: the cultural mission of the italian product
a cura degli Uffici Produzione e Economia di Cittadellarte in collaborazione con VIU 20-24 giugno; 11-15 luglio; 28-30 settembre 2005, Venice International University, Isola di San Servolo, Venezia
curated by the Production and Economics Offices of Cittadellarte in collaboration with VIU 20th-24th June; 11th-15th July; 28th-30th September 2005, Venice International University, San Servolo Island, Venice
Il workshop Italia in persona: la missione culturale del prodotto italiano si inserisce all’interno delle attività del progetto Italia in Persona con lo scopo di riflettere sulla situazione attuale del prodotto italiano, indagando e individuando i fattori della nuova competitività globale, unendo i punti di vista del mondo della produzione e della cultura. Per un periodo di due settimane, creativi, artisti, soggetti provenienti dal mondo delle imprese venete (imprenditori, manager, responsabili prodotto, designer) e studenti delle università veneziane1 sono stati coinvolti in un percorso di riflessione sul rapporto fra creatività, arte e mondo dell’industria al fine di sviluppare nuove aree di sperimentazione a sostegno dell’innovazione per le imprese. Il Made in Italy si trova attualmente ad affrontare una difficile fase sociale ed economica sia a livello nazionale che internazionale. Come riappropriarsi e rilanciare i valori alla base del successo del prodotto italiano? Quali le strade da percorrere per rinnovare la competitività e l’innovazione delle piccole e medie imprese e dei distretti industriali? Quali i fattori su cui si gioca la partecipazione al mercato globale? E’ stata condotta un’esplorazione dei possibili percorsi delle risorse creative per il Made in Italy, focalizzando l’attenzione non tanto sugli aspetti tecnologici, ma sull’uomo e sui nuovi valori legati al rapporto con gli altri e con lo spazio vissuto e percepito.
The workshop Italy in Person: the cultural mission of the Italian product is part of the activities of the Italy in Person project with the purpose of reflecting on the actual situation of the Italian product, researching and identifying the determining factors of new global competition, combining the viewpoints of the world of production and that of culture. For a period of two weeks, creatives, artists, people from the industry of the Venice region (entrepreneurs, managers, product managers, designers) and students from Venetian universities1 were involved in a series of reflections on the relationship between creativity, art and the industrial world, with the scope of developing new areas of experimentation to support innovation in industry. Made in Italy is currently going through a difficult social and economic phase both at national and international level. How can we get back and re-launch the values at the basis of the success of the Italian product? What steps can we take to rejuvenate the competitiveness and innovation of the small medium industries of our industrial districts? What are the factors on which participation in the global market plays? The workshop conducted an exploration of the potential creative resources for Made in Italy, focusing attention not simply on technological aspects, but on people and on new values linked with relations with others and with space as lived and perceived.
un workshop per elaborare una strategia di rilancio del Made in Italy
a workshop to elaborate a strategy for re-launching Made in Italy
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Il futuro della produzione non può prescindere dal rispetto della persona e dell’ambiente nel quale questa si muove, inteso come ambiente ecologico, come luogo di lavoro, come comfort domestico. Una produzione finalmente rispettosa dell’individuo, visto non solo come destinatario passivo di prodotto, sia esso produttore o consumatore, deve avvalersi della cultura e della creatività per rispondere alle esigenze concrete di un consumo coerente e responsabile. Sulla base di queste premesse, il gruppo di lavoro identifica alcuni possibili obiettivi per uno sviluppo reale del prodotto italiano superando gli stereotipi legati al Made in Italy. Risulta necessaria da parte degli imprenditori l’apertura alla cultura e alla promozione dei valori umani, l’impegno in obiettivi extraeconomici, legati allo sviluppo culturale e al benessere reale, così come il tentativo di ridefinire creativamente l’azione di acquisto, rendendo attiva la funzione dell’acquirente. In questo modo si delinea una nuova accezione del consumatore che da massa comincia ad emergere come persona, un essere sensibile e pensante con il quale il produttore, anch’esso persona, può stabilire un’interfaccia di scambio per idee e opinioni. Si conviene, infine, sulla necessità di trasformare il bene di consumo prima di tutto in un “bene”, ossia qualcosa che soddisfi esigenze profonde senza arrecare danni all’ambiente o a chi lavora per crearlo. Tutte queste riflessioni hanno portato all’elaborazione di una proposta che riguarda una trasformazione profonda del Made in Italy e che definisce il nuovo concetto di Made How o How Italy che supera le limitative logiche territoriali e di marchio e che avvia un nuovo sistema di valutazione del prodotto, fondato sul rispetto dell’ambiente, della salute del consumatore e del produttore; su un ambiente di lavoro determinato dai rapporti umani; su obiettivi extraeconomici dell’attività dell’impresa; sulla qualità del prodotto e sulla tracciabilità del processo di produzione.
The future of industrial production cannot depart from respect of the person and the environment in which this exists, intended as ecological environment, workplace, domestic comfort. Production that finally respects the individual, and considers the individual, whether producer or consumer, not just as the passive target for products, has to make use of creativity and culture in order to respond to the concrete demands of a coherent and responsible consumption. Based on these ideas, the work group identified a number of potential targets for a real development of the Italian product, surpassing the stereotypes associated with the term Made in Italy. Entrepreneurs have to open up to culture and the promotion of human values, commitment to targets not simply economic but linked to cultural development and real well-being, and attempt to creatively redefine the act of consumption, giving the consumer an active function. This tends to define a new way of accepting the consumer, who from faceless mass begins to emerge as individual, a sentient being with which the producer, likewise sentient, can establish and interface for exchanging ideas and opinions. From this the workshop went on to agree on the need to transform consumer goods first and foremost simply into “goods”, meaning something that satisfies fundamental needs without causing damage either to the environment or the people working to create them. All these reflections led to the development of a proposal regarding a profound change in Made in Italy and that defines a new concept of Made How or How Italy that goes beyond the logical limitations of territory and trademark, and that initiates a new system of product appraisal, based on respect for the environment, the health of both consumer and producer, the working environment determined by human relations, the pursuit of non-economic objectives, the quality of product and the traceability of the production process itself.
1. Il workshop è stato coordinato da Francesco Bernabei, responsabile dell’Ufficio Economia di Cittadellarte. Hanno partecipato al workshop: Stefano Calligaro, artista; Massimo Premuda, artista; Maria Morganti, artista; Dario Paccagnella, artista e designer; Matteo Ferrario, dottore in economia per l’arte, la cultura e la comunicazione; Margarita Vazquez Ponte, artista scozzese; Marco Bettiol, ricercatore TeDIS alla VIU; Silvia Vergani, ricercatrice TeDIS della VIU; Lorenzo Cinotti, presidente di Fnv S.r.l.; alcuni rappresentanti delle aziende LAGO, Morbid Line, Rudy Project, Up Design. Gli studenti: Danilo Marello, Anna Longo, Thanos Zakopoulos, Katia Meneghini, Isabella Nobili, Mario Martinazzi, Andrea Franceschini.
1. The workshop was co-ordinated by Francesco Bernabei, manager of the Cittadellarte Economics Office. Taking part in the workshop:: Stefano Calligaro, artist; Massimo Premuda, artist; Maria Morganti, artist; Dario Paccagnella, artist and designer; Matteo Ferrario, doctor in economics for art, culture and communication; Margarita Vazquez Ponte, Scottish artist; Marco Bettiol, TeDIS researcher at the VIU; Silvia Vergani, TeDIS researcher at the VIU; Lorenzo Cinotti, president of tFnv S.r.l.; a number of representatives from the LAGO companies, Morbid Line, Rudy Project, Up Design. Students: Danilo Marello, Anna Longo, Thanos Zakopoulos, Katia Meneghini, Isabella Nobili, Mario Martinazzi, Andrea Franceschini.
Creatività e trasformazione sociale responsabile
Creativity and responsible transformation of society
a cura dell’Ufficio Educazione di Cittadellarte in collaborazione con VIU 22-28 agosto 2005, Venice International University, Isola di San Servolo, Venezia
curated by the Education Office of Cittadellarte in collaboration with VIU, 22nd-28th August 2005, Venice International University, San Servolo Island, Venice
Il workshop Creatività e Trasformazione Sociale Responsabile ha condotto un gruppo di artisti, curatori, docenti e studenti1, nell’esplorazione di pratiche creative di approccio al territorio veneziano. Per una settimana i partecipanti si sono confrontati con la realtà di questo luogo dalle forti contraddizioni, sospeso tra essere e apparire, tra passato e presente, tra tradizione e innovazione e sono stati invitati a ripensare al rapporto tra domanda e offerta cultu-
The Creativity and Responsible Transformation of Society workshop led a group of artists, curators, lecturers and students1 in an exploration of a creative approach to the territory of Venice. For a week the participants confronted the reality of this region, with all its contradictions suspended between being and appearing, past and present, tradition and innovation, and were invited to rethink the relationship between cultural supply and demand in
workshop di esplorazione del rapporto tra pratiche creative e il contesto pubblico
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rale nel rispetto delle specificità socio-economico-culturali. La fase teorica del workshop si è fermata a riflettere sul senso dell’arte e dell’essere artisti a Venezia: l’intervento di Cornelia Lauf intitolato Curatela e trasformazione sociale responsabile; Venezia, la storia dagli albori ad oggi dello storico Luca Pes; Essere artisti a Venezia dell’artista Maria Morganti; Il diritto alla cultura di Enza Reina, dottore in legge; infine l’incontro con Emanuele Pasqualini, direttore artistico della compagnia teatrale Pantakin da Venezia. Nella seconda fase del workshop i partecipanti sono stati divisi in 4 gruppi di lavoro e invitati a sviluppare differenti strategie per l’analisi e l’attivazione di processi di investigazione del territorio.
respect of the specific socio-economic and cultural aspects. The theoretical phase of the workshop paused to reflect on the sense of art and of being artists in Venice, and included contributions by Cornelia Lauf: Curatorship and responsible social transformation; historian Luca Pes: Venice, its history from the origins to modern times; artist Maria Morganit: Being artists in Venice; doctor in Law Enza Reina: Law and Culture; and finally a meeting with Emanuele Pasqualini, art director of the Pantakin da Venezia theatre company. In the second phase of the workshop the participants were split into 4 work groups and invited to develop different strategies for analysing and activating processes forinvestigating the territory.
Il primo gruppo2 ha attraversato Venezia alla ricerca di “veneziani doc” che lavorano con e per il turismo. Gli interlocutori sono stati i fabbricanti di maschere, i gondolieri, i pescivendoli e i venditori di souvenir. Il gruppo ha dialogato con loro per comprendere come essi si identificano con la città. L’identità è stata il fulcro della ricerca: l’identità dei veneziani, ma anche l’identità dei turisti che frequentano la città. Ne è emersa una città che da mercantile si sta trasformando sempre più in prodotto di mercato per divenire, forse, in un futuro non troppo lontano, una vera e propria città souvenir. E’ stata proprio l’idea del souvenir che ha portato a pensare al Venice copyright, per proteggere tutto ciò che viene prodotto nella città e nella laguna, tutto ciò che è souvenir, professione e tradizione.
The first group2 went around Venice in search of ‘DOC’ Venetians working with and for tourism. These people included the manufacturers of the famous Venetian masks, gondoliers, fishmongers and souvenir sellers. The group dialogued with them to get a better understanding of how they identify with the city. Identity was the fulcrum of the research: not just the identity of the Venetians, but also the identity of the tourists visiting the city. It emerged that from merchant city, Venice is becoming more and more a market product, and in the not too distant future is likely to become a real and proper souvenir city. It was precisely the concept of the souvenir that led the group to the idea of a Venice copyright, to protect all that is produced in the city and the lagoon, all that which is souvenir, profession and tradition.
research workshop on the relationship between creative practises and the public sphere
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Il secondo gruppo3 è partito dal progetto di Gregor Schneider, che prevede la realizzazione del Cubo Nero della Mecca in Piazza San Marco, ma la cui realizzazione è stata impedita per motivi di sicurezza e di natura estetica. Il gruppo si è impegnato in una definizione fisica per riconquistare lo spazio pubblico destinato all’opera, camminando lungo il perimetro immaginario di un quadrato. Il gruppo ha poi deciso di acquistare 4 chili di riso da offrire ai piccioni che affollano la piazza, al fine di farli posare lungo un disegno tracciato a terra. Ma molti turisti hanno portato via il riso a manciate per attirare i piccioni a sé e alle loro fotografie. L’operazione ha fatto emergere la superficialità e la frenesia con cui il turista assiste alle performance e ad altri eventi artistici della Biennale. Con l’obiettivo infine di destabilizzare gli spazi turistici della città, e per sottolineare la grande differenza di tempi che contraddistingue la fruizione dei suoi spazi da parte dei cittadini e dei turisti, si è voluto modificarne le modalità di occupazione, correndo velocemente lungo le calli indossando una maschera, simbolo di ciò che rimane dell’identità dei veneziani per i turisti.
Il terzo gruppo4 è partito analizzando la brochure della Biennale d’Arte, su cui è scritto “Japanese tourist in Venice”, come porta d’accesso per comprendere la relazione che intercorre fra la Biennale e il territorio. Inoltre, l’analisi di alcuni eventi collaterali alla Biennale – in particolare l’evento Esserci al Padiglione Italia, curato da Philipe Daverio e il Mars Pavillion, il Padiglione occupato all’ingresso dei Giardini – ha fatto emergere l’inesistenza di un’offerta durevole nel tempo capace di concretizzarsi in una vera alternativa. Il gruppo ha anche sperimentato un tipo di approccio relazionale, osservando e investigando i diversi modi con cui i turisti e i veneziani frequentano e si spostano a Venezia. Volendo rendere visibili le leggi non scritte a cui si attendono i veneziani nei loro spostamenti attraverso gli spazi cittadini, è stata posta una segnaletica stradale temporanea.
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The second group3 started out from the project of Gregor Schneider, foreseeing the realisation of the Black Cube of Mecca in Piazza San Marco, but this was not possible both for security and for aesthetic reasons. The group worked on a physical definition for re-conquering the public space originally destined for the work, walking around the imaginary perimeter of a square. The group then decided to buy 4 kilos of rice to offer to the piazza’s famed pigeons, to make them land and eat along a design made with the rice on the ground, but many of the tourists present took away handfuls of the rice to attract the pigeons to themselves and their photographs. This operation in itself brought to light the superficial manner in which the classic ’tourist’ perceives the performances and other artistic events of the Biennial. With the aim of destabilising the tourist spaces of the city, and to emphasise the great difference in times that distinguishes the use of the city by its residents from that of tourists, the group ran up and down the canal walks wearing masks, the symbol of that which remains of the identity of Venetians for tourists. Il quarto gruppo5 ha inscenato un evento fittizio per lanciare una finta pop star coreana, impersonata dall’artista sud coreana Enji Cho, residente Unidee. Dopo aver affisso sui muri della città una serie di manifesti e simulato la prima pagina di un quotidiano locale, il gruppo ha intervistato i passanti. Le testimonianze raccolte nelle diverse parti della città hanno restituito un’immagine complessa della relazione che esiste fra i veneziani e i grandi eventi internazionali. Sono, infatti, emerse grosse difficoltà legate al vivere quotidiano in laguna, e una diffusa sensazione degli abitanti di abbandono da parte dell’amministrazione pubblica, che sostiene e promuove solo iniziative legate al turismo internazionale. I momenti più importanti del wokshop e le pratiche creative che ha stimolato sono stati documentati in un video, proiettato al pubblico in occasione dell’evento finale, il 30 settembre, sull’isola della sopravvivenza.
The fourth group5 staged a fictitious event to launch a fictitious Korean pop star, impersonated by South Korean artist Enji Cho, one of the Unidee residents. After putting up a series of posters and simulating the first page of a local newspaper, the group interviewed passers-by. The results they obtained from these interviews returned a complex image of the relationship that exists between Venetians themselves and the grand international events held in their city. Significant problems emerged related to daily life in the lagoon, and a widespread feeling, among the inhabitants, of being abandoned by the public administration, that only sustains and promotes initiatives associated with international tourism. The most significant moments of the workshop and the ensuing creative practises were documented in a video, which was screened at the final event, on the island of survival on the 30th of September.
1. Hanno partecipato: Said Ait el Moumen, Aziz Ceho, Gayle Ching Kwan, Eunji Cho, Vered Dror, Michele Fontana, Shadi Habib Allah, Ke Jipeng, Dejan Kaludjerovic, Eden Morfaux, Victor Muñoz Martinez, Andrea Paoletti, Sigrid Pawelke, Enza Reina, Ester Ribot Cabarrocas, residenti UNIDEE 2005; Elsa Manceaux, artista; Lucia Dell’Orto, architetto; Daniele Tottle, Chiaralice Rizzi, Laura Pante, studenti IUAV. Il workshop è stato coordinato da Cristiana Bottigella, Beatrice Catanzaro, Francesca Minero Re, Ruggero Poi, dell’Ufficio Educazione di Cittadellarte. 2. Il primo gruppo è composto da Laura Pante, Dejan Kaludjerovic, Andrea Paoletti, Esther Ribot, Vered Dror. 3. Il secondo gruppo è composto da Chiaralice Rizzi, Elsa Popine, Sigrid Pawelke, Shadi Habib. 4. Il terzo gruppo è composto da Daniele Tottle, Enza Reina, Gayle Chong Kwan. 5. Il quarto gruppo è composto da Lucia dell’Orto, Victor Muños, Eunji Cho, Michele Fontana, Aziz Ceho.
1. Taking part: Said Ait el Moumen, Aziz Ceho, Gayle Ching Kwan, Eunji Cho, Vered Dror, Michele Fontana, Shadi Habib Allah, Ke Jipeng, Dejan Kaludjerovic, Eden Morfaux, Victor Muñoz Martinez, Andrea Paoletti, Sigrid Pawelke, Enza Reina, Ester Ribot Cabarrocas, all UNIDEE 2005 residents; Elsa Manceaux, artist; Lucia Dell’Orto, architect; Daniele Tottle, Chiaralice Rizzi, Laura Pante, IUAV students. The workshop was co-ordinated by Cristiana Bottigella, Beatrice Catanzaro, Francesca Minero Re, Ruggero Poi, Education Office of Cittadellarte. 2. The first group included Laura Pante, Dejan Kaludjerovic, Andrea Paoletti, Esther Ribot and Vered Dror. 3. The second group included Chiaralice Rizzi, Elsa Popine, Sigrid Pawelke, Shadi Habib. 4. The third group included Daniele Tottle, Enza Reina, Gayle Chong Kwan. 5. The fourth group included Lucia dell’Orto, Victor Muños, Eunji Cho, Michele Fontana, Aziz Ceho.
The third group4 started out by analysing the brochure of the Art Biennial, on which “Japanese tourist in Venice” is written, as a portal for understanding the relationship between the Biennial itself and the territory. Moreover, the analysis of a number of events collateral to the Biennial – in particular the Esserci event and the Italia Pavilion by Philipe Daverio and the Mars Pavillion, the pavilion occupied at the entrance to the Biennale gardens – brought to light the inexistence of a sufficiently durable offer capable of rendering a real alternative concrete. The group also experimented with a relational type of approach, observing and investigating the various ways in which tourists and Venetians use and move about the city. With the idea of rendering the unwritten laws the Venetians abide by in their daily movements visible to tourists, the group installed temporary road signs.
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Creatività e Conoscenza libera
Creativity and Free Knowledge
Sotto la radice comune del nuovo mito del Terzo paradiso la creatività incontra la conoscenza libera: entrambe protagoniste e fattori determinanti per la realizzazione del progetto di evoluzione in senso responsabile della società. In questa dimensione si collocano i due workshop sulla conoscenza libera, che si sono tenuti sull'Isola di San Servolo, e che hanno declinato il tema della libera conoscenza nei suoi due aspetti fondamentali, quello più squisitamente tecnologico e quello giuridico.
With a common root in the new myth of the Third paradise, creativity meets free knowledge: both protagonists and determining factors for the realisation of the project for the responsible evolution of society. This is the context for two workshops on the concept of free knowledge, that were held on the island of San Servolo, and that declined the theme of free knowledge in its two fundamental aspects, the first purely technological and the second juridical.
Conoscenze libere in azione: da fruitori a partecipanti.
Free knowledge in action: from users to stakeholders.
workshop a cura di Cittadellarte in collaborazione con VIU 2 luglio 2005, Isola di San Servolo, Venezia
workshop curated by Cittadellarte in collaboration with VIU 2nd July 2005, San Servolo Island, Venice
Relatori: Stefano Maffulli (Free Software Foundation Europe); Silvano Galliani (Nexlab, Milano Linux User Group); Stefano Barale (ILO); Giovanni Bonenti (Hipatia)
Speakers: Stefano Maffulli (Free Software Foundation Europe); Silvano Galliani (Nexlab, Milano Linux User Group); Stefano Barale (ILO); Giovanni Bonenti (Hipatia)
A partire dall'enorme impatto che le innovazioni della tecnologia digitale hanno apportato allo stesso tessuto sociale, sino alle applicazioni pratiche dell'uso di software libero, il workshop ha cercato di costruire un percorso che, partendo dalla concezione dell'utente-spettatore dei nuovi media, arrivasse a definire le linee guida per un utilizzo attivo e biunivoco delle nuove tecnologie dell'informazione. In questo senso la partecipazione democratica alla rivoluzione digitale è davvero possibile, e l'utilizzo dei programmi di software libero ne è il principale strumento. Da tutto ciò deriva che il medium stesso si può trasformare da semplice interfaccia comunicativa a luogo aggregativo e sociale, che può fungere anche come punto di ritrovo informale (circoli, associazioni, centri sociali). www.hipatia.info
Starting out from the enormous impact that the innovations in digital technology have brought about in the social fabric, and moving on to the practical applications of free software, the workshop aimed to build a pathway that, stating from the concept of the user-spectator of new media, leads to the definition of guidelines for an active and bi-univocal use of new information technology. In this sense, democratic participation in the digital revolution is realistically possible, and the use of free software is the main tool. From all this derives the fact that the medium itself can be transformed from simple communications interface into a place of social aggregation, that can also serve simply as an informal meeting place (clubs, associations, social centres). www.hipatia.info
Condividere la creatività e la conoscenza: le nuove forme del diritto.
Sharing creativity and knowledge: the new formulas of law.
workshop a cura di Cittadellarte in collaborazione con VIU 9 luglio 2005, Isola di San Servolo, Venezia
workshop curated by Cittadellarte in collaboration with VIU 9th July 2005, San Servolo Island, Venice
Relatori: Marco Ciurcina (avvocato ed esperto di diritto della proprietà intellettuale); Juan Carlos De Martin (responsabile Creative Commons Italia)
Speakers: Marco Ciurcina (lawyer and expert in intellectual property law); Juan Carlos De Martin (manager of Creative Commons Italia)
La rivoluzione digitale ha prodotto nel tessuto sociale profondi cambiamenti. Il laboratorio ha trattato proprio dei cambiamenti in atto nel mondo del diritto, nell'ambito delle licenze di proprietà. L'analisi del case history delle licenze Creative Commons ha permesso ai partecipanti del workshop di considerare l'applicazione pratica di un nuovo approccio legale al mondo della creatività e della comunicazione. Le licenze Creative Commons rappresentano al momento un’efficace alternativa legale alla pirateria. Esse infatti sono in grado di tutelare l'opera d'ingegno permettendone contemporaneamente ai fruitori la condivisione libera. www.creativecommons.it
The digital revolution has produced profound changes in the social fabric. The workshop dealt precisely with the changes taking place in the legal world, in terms of software licenses. Analysis of the case history of Creative Commons licenses allowed the participants to consider the practical application of a new legal approach to the world of creativity and communications. At this time, Creative Commons licenses represent an effective legal alternative to software piracy, in that they are designed to safeguard original work while allowing users the freedom to share. www.creativecommons.it
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