Città di Biella
2010
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Il 25-26 giugno 2010 inaugura la XIII edizione di Arte al Centro, con mostre, convegni, tavole rotonde e performance sulla dimensione dell’arte in rapporto al processo di trasformazione responsabile della società.
On 25-26 June 2010 opens the 13th edition of Art at the Centre with exhibitions, conferences and performances exploring the theme of art in the ongoing transformation of society.
Wael Shawky. Contemporary Myths 25.06.2010 - 30.04.2011
Cabaret Crusades: the Horror Show File. video still / fotogramma dal film, 2010
mostra personale a cura di / solo exhibition curated by Judith Wielander
La mostra personale di Wael Shawky Contemporary Myths è incentrata sul più recente lavoro dell’artista egiziano: Cabaret Crusades: The Horror Show File. Negli spazi di Cittadellarte - gallery sono in mostra, oltre al film realizzato, alcune tracce del complesso processo produttivo che ha avuto luogo a Cittadellarte e in Egitto nei mesi che hanno preceduto la mostra. Cabaret Crusades: The Horror Show File tematizza la storia delle Crociate ripercorrendo gli eventi di quattro anni (1096-1099) che hanno avuto un ruolo centrale nel successivo sviluppo della Storia e che hanno sconvolto, irreversibilmente, il mondo arabo e i suoi rapporti con il mondo occidentale. Il film è la traduzione in forma di immagini di uno scontro storico rappresentato partendo dalla narrazione degli accadimenti visti con gli occhi di chi ha subito l’invasione. Shawky descrive gli eventi del passato ricostruendo con accurate scenografie alcuni ambienti dell’Asia Minore e del Mediterraneo orientale, teatri delle prime crociate. Attori degli eventi sono le marionette della collezione bicentenaria Lupi. Le marionette, fortemente espressive e mosse da fili ben visibili, rappresentano i personaggi coinvolti nel conflitto fra eserciti cristiani europei ed eserciti musulmani. Anche se il soggetto è basato su eventi e documentazioni storiche, il risultato che ne consegue ha un’atmosfera surreale e mitica; un misto di dramma e cinismo permea fatti lontani quanto mai attuali. Fonte principale di ispirazione del lavoro è il saggio Le crociate viste dagli arabi scritto
da Amin Maalouf nel 1986, in tempi lontani dalle attuali recrudescenze di odio. Il saggio di Maalouf, libanese che vive in Francia, ha innovato la storiografia delle Crociate attraverso gli scritti di storici arabi, per lo più non considerati in Occidente, senza trascurare le fonti e gli studi occidentali più accreditati sull’argomento. Il quadro storico che ne deriva è nello stesso tempo forte ma pacato, politico ma non di parte. Il saggio ha aperto, sia nel mondo arabo che occidentale, degli squarci su una crudeltà storica perpetrata in nome di un vago sentimento religioso offeso, ma più oggettivamente nata da motivi socio-economici complessi, primo fra tutti la reazione alla regressione economica e sociale causata dalla peste che inizia a dilagare nei territori dell’impero bizantino tra il 541 e 543 d.C. Il film di Shawky si apre proprio con la scena della peste: una delle cause principali del crollo della civiltà urbana nei territori appartenuti all’impero romano all’epoca ancora controllati da Costantinopoli, territori già fortemente indeboliti dalle precedenti vicende belliche ed economiche. Da quella tragica condizione di miseria umana si dipanano massacri, battaglie, tradimenti e assedi, che hanno segnato la successiva storia delle Crociate. Abituati a vedere raccontate le crociate come una gloriosa corsa alla liberazione di Gerusalemme nel nome di dio, può lasciare stupiti la presa di coscienza dei fatti avvenuti realmente. Non la liberazione del sacro sepolcro, ma la conquista di territori che, già appartenuti all’Impero Romano, la chiesa cattolica cerca nei secoli di porre sotto il proprio dominio.
Contemporary Myths, an exhibition by Wael Shawky, focuses on his latest work: Cabaret Crusades: The Horror Show File. On this occasion Cittadellarte - gallery is the venue not only for the film but also for a display that illustrates some aspects of the complex production process that took place in Cittadellarte and Egypt during the months leading up to the show. Cabaret Crusades: The Horror Show File offers a view on the history of the Crusades, retracing events which unfolded over a period of four years (1096-1099) and which played a key role in subsequent historical developments, shaking to the core the Arab world and its relations with the West. The film is a translation of causes and effects of the religiously sanctioned military campaigns in form of images based on a reconstruction of events seen through the eyes of those who had to confront the invasion. Shawky provides a precise description of the places in Middle East and Europe which formed the backdrop for the early Crusades. To bring these episodes alive, he uses highly expressive 200-year-old marionettes from the Lupi collection in Turin. They are moved by clearly visible strings and don the costumes by the characters who were present in the Christian armies of Europe and in the Muslim armies during the conflicts. Though the subject is based on historic documents and facts, what emerges is a surreal and mythical atmosphere which blends drama and cynicism, telling a story of remote events that could hardly be more topical today. The main source of inspiration for this work is The Crusades Through Arab Eyes by Amin Maalouf, written in 1986, and thus long be-
fore today’s recrudescence of hatred. The book by Maalouf, a Lebanese who lives in France, re-examines the history of the Crusades by going back to Arab historians and their writings, most of which have never been taken into consideration in the West, though he does also turn to some of the most acknowledged Western sources and studies. The historical picture that emerges is at once powerful but level-headed, political but unbiased. The essay gives some insight into the historical cruelties perpetrated in the name of a vague feeling of religious humiliation, but more objectively one that was carried out for complex socio-economic reasons, the most important of which was a reaction against the misery and desperation caused by the plague which struck the lands of the Byzantine Empire between 541 and 543 AD. Shawky’s film starts with the scene of the plague, one of the main reasons of the fall of urban civilisation in the territories of Constantinople. These lands were still under the control of Constantinople and had already been considerably weakened by war and economic decline. Such a tragic view of human misery subsequently leads on to massacres, battles, betrayals, and sieges that was to be the story of the Crusades. Accustomed as we are to seeing the Crusades as a glorious race to free Jerusalem in the name of God, we may well be astonished by the events that actually took place. It was not the liberation of the Holy Sepulchre, but the conquest of the lands that had formerly been part of the Roman Empire, on which for centuries the Catholic Church attempted to
La conquista di popoli e risorse economiche da parte di un’Europa che a quel tempo sopravvive a stento. I fili con cui si muovono i personaggi della storia subiscono sempre una manipolazione, più o meno evidente. In questo senso il lin-
guaggio marionettistico scelto dall’artista egiziano ben si presta a raccontare anni cruenti della storia umana. Le immagini evocate attraverso il film di Shawky danno spunto per riflettere su errori passati che ciclicamente si ripetono. JW
exert its control. This was to be the conquest of peoples and economic resources for a Europe that was barely managing to survive. The strings that are used to move people in history have always been a visible form of manipulation. In this context, the string puppets
proved to be the ideal means for the Egyptian artist to narrate the story of some of the most terrible years in human history. Calm and collected reflections on these matters might help us meditate on past errors, which crop up again and again in a never-ending cycle. JW
Cabaret Crusades: The Horror Show File è prodotto da Cittadellarte in collaborazione con il Festival Theater der Welt di Essen. è il primo film di una serie che Wael Shawky produrrà sul tema delle crociate utilizzando le marionette a filo. La produzione di Cabaret Crusades: The Horror Show File ha visto la collaborazione e la valorizzazione della preziosa collezione bicentenaria di marionette appartenenti alla famiglia Lupi: un gioiello della tradizione locale piemontese per dare vita ad una rivisitazione in chiave contemporanea e internazionale.
Cabaret Crusades: The Horror Show File is produced by Cittadellarte in collaboration with the Festival Theater der Welt of Essen. This is the first film of a series focusing on the subject of the Crusades that Wael Shawky will be producing with string puppets. Cabaret Crusades: The Horror Show File was produced with the collaboration and promotion of the precious 200-year-old collection of marionettes belonging to the Lupi family of Piedmont. This gem of local Piedmontese tradition is perfectly suited for a contemporary and international reinterpretation of events.
Amin Maalouf è anche autore del libro intitolato L’identità (titolo originale: Les Identités meurtrières) che fa parte della selezione dei Trenta Libri di Svolta, esposti a Cittadellarte nella mostra Living Library, in occasione della VII edizione di Arte al Centro 2004.
Amin Maalouf is also author of the book In the Name of Identity, which is part of the selection Thirty Turning Point Books, exhibited at Cittadellarte in the show Living Library, in occasion of Arte al Centro, VII edition, 2004.
Wael Shawky is living and working in Alexandria. He has received numerous international awards and honours for his work, among others including the International Commissioning Grant, the Lower Manhattan Cultural Council, New York, 2005, the International Award of The Islamic World Arts Initiative, Arts International, New York, 2004, the American Center Foundation Grant, Philadelphia, 2004, the Honorary Award, Rita Longa International Symposium, Bayamo, Cuba, 2001. In 1996 he won the Grand Nile Prize for 6th Cairo Biennial and in 2009 won the Grand Prize for 25th Alexandria Biennale. He took part in the 50th Venice Biennial, the 9th Istanbul Biennial, the 2nd Riwaq Biennale, Palestine, the 3rd Marrakesh Biennale, the 2nd Moscow Biennial and Santa Fe Biennale NM (2008); he has held exhibitions in important contemporary-art institutions such as: New Museum of Contemporary Art, Artists Space and Queens Museum, New York; Musée d’Art Contemporain de Montréal; Musée d’Art Contemporain de Nîmes; ZKM Museum, Karlsruhe; Kunstmuseum, Bonn; Kunstmuseum Thun; Focus Istanbul; Martin-Gropius-Bau, Berlin; Kunsthalle Fridericianum, Kassel; MACRO, Rome; Bunkier Sztukim, Krakow; Platform Garanti of Contemporary Art, Istanbul; Tate Modern, London and Townhouse Gallery, Cairo.
Wael Shawky Cabaret Crusades: the Horror Show File written and directed by Wael Shawky
Photo: Andrea Macchia
photography and camera operator Fabrizio La Palombara lightening and camera operator assistant Andrea Micaroni editing and color design Claudio Cavallari sounds Said Abdel Naim Said al Amrousy Elly Reyad Mohamed Khamis Peter Malak Salma Emara Mark Lotfy Hesham el Shazly Wael Shawky additional music Florent Ghys sound engineer Samir Nabil rumorist Federico Del Pozzo production manager Judith Wielander production assistant Benedetta Mottino executive producer Luigi Coppola puppet players Daniele Lupi Alessandra Odarda Chiara Codazabetta Floriano Negri Francesca Zoccarato Paola Plebani Roberta Correale scenographers Antonio Marzulli Paola Sommaruga Barbara di Domizio scenographer assistants Marta Daina Paolo Peroni Marco De Barba Nicola Mancon Günther Wielander costume designers Sara Conforti Mara De Matteis Stefania Bonsignore exhibition installation Juan Esteban Sandoval Murad Hrnjic José Roberto Farneda Loris Bellan facilities Abdelhah Errioui Cristina Mirandola Andrea Bertoli Davide Freguglia Loris Borri Oluwatoyin Omodayo Luciana Friaglia Annalisa Marchioro Andrea Ciurcina Dario Zordan Alessandro Lacirasella thanks to Daniele Lupi for lending marionetts of the Lupi collection of Piedmont Lanifico Guabello Divisione della Marzotto S.p.a Lanificio Subalpino Srl di Nicolò Zumaglini special thanks to Michelangelo Pistoletto Maria Pioppi Frie Leynsen Paolo Naldini Cabaret Crusades: the Horror Show File was produced by Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, Biella in collaboration with Theater der Welt, Essen.
Città di Biella
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Practicing Memory identità grafica di / graphic identity by Chiara Figone, a partire da / after Watching over the Reichstag, 2010, di / by Société Réaliste.
Il 25-26 giugno 2010 inaugura la XIII edizione di Arte al Centro, con mostre, convegni, tavole rotonde e performance sulla dimensione dell’arte in rapporto al processo di trasformazione responsabile della società.
Practicing MeMory in a tiMe of an all-encoMPassing Present
Francesco Arena Rossella Biscotti Beatrice Catanzaro Chto Delat / What is to be done? Michelangelo Consani Danilo Correale Dora Garcia André Guedes Shilpa Gupta Rabih Mroué Wendelien Van Oldenborgh Mirko Smerdel Société Réaliste Stefanos Tsivopoulos Vangelis Vlahos
Practicing Memory – in a time of an all-encompassing present é un progetto espositivo a cura di Matteo Lucchetti, che nasce in occasione della XIII edizione di Arte al Centro, negli spazi del Museo del Presente presso Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, Biella. In uno scenario in cui le narrazioni nazionali e l’ancoramento di queste al presente sono stati sostituiti da supposte costruzioni globali di memoria, fatte di eventi mediatici e relative sollecitazioni emozionali collettive, quale valore può assumere l’intervento da parte degli artisti sulle dinamiche che corrono tra oblio e memoria? Con quali modalità è possibile creare dei corto circuiti nei flussi storiografici contemporanei, dominati da quella rimozione necessaria alla cecità con cui si legge il presente? Le pratiche legate alla memoria si costituiscono parte in causa all’interno di un processo in corso, dove il valore che assumono é quello di “sistemi di memoria”, così come Leonardo Sciascia definisce – nel suo Teatro della Memoria – il modo in cui Giordano Bruno concepiva il metodo di creazione di codici visivi legati al ricordo. Ed è sempre Sciascia che descrive come un tempo nel quale non si pratichi la memoria sia un tempo destinato ad un presente “totalizzante e totalitario”. Il tempo presente, a cui gli spazi espositivi sono dedicati, ed il suo rapporto con il passato rappresentano il momento iniziale della riflessione sul concetto di ‘pratica della memoria’ attorno a cui la mostra si sviluppa. La costruzione di memoria, individuale e collettiva, in uno scenario contemporaneo dove la retorica del presente occupa gran parte dei flussi di comunicazione, si propone qui come una pratica necessaria, all’interno di quel costante processo sociale e politico che avviene tra ricordo ed amnesia. Practicing Memory intende indagare le possibilitá discorsive aperte dalle pratiche artistiche nei confronti di tale processo, problematizzando alcuni dei concetti chiave appartenenti a qualsiasi discorso sulla memoria. Lo sfondo comune sul quale una buona parte
On 25-26 June 2010 opens the 13th edition of Art at the Centre with exhibitions, conferences and performances exploring the theme of art in the ongoing transformation of society.
exhibition curated by Matteo Lucchetti
25.06.2010 - 30.09.2010
dei lavori in mostra proietta la propria ricerca é riconducibile ad un contesto europeo, da intendersi non soltanto in senso geografico ma anche per ció che riguarda gli scenari in oggetto: ereditá postcoloniali, la dimensione post sovietica, le grandi narrazioni nazionali ed i processi di monumentalizzazione del ricordo verso una cosiddetta ‘‘perdita pianificata della Storia’’. Il continente europeo e le sue ereditá storiche, sociali e culturali vengono quindi ripetutamente citati e messi in discussione nella dimensione storiografica entro cui sono iscritti. Parallelamente a questo, un altro genere di riflessioni fa da contrappunto alla circolaritá della concatenazione di macro e micro narrative, attraverso l’inserimento di alcune analisi che evidenziano le criticitá presenti all’interno del processo di creazione di memoria. Emergono cosí l’idea di accessibilitá e partecipazione alla scrittura della memoria pubblica, direttamente connessa al lavoro antagonista delle contro memorie, il concetto di ripetizione come dinamica fondante della pratica del ricordo e, ancora, le storie individuali dei molti, masse mai soggetto della storia, fragili come fili di paglia e mai presenti al proprio tempo storico, per dirlo con Masanobu Fukuoka. Le opere scelte variano dal video all’installazione, dal wallpainting alla performance, fino all’intervento sul display espositivo da parte del collettivo francese Société Réaliste. Il progetto di mostra si articola sul lavoro di quindici artisti di livello internazionale che contano partecipazioni a importanti eventi espositivi quali, tra gli altri, São Paulo Biennial 2010, Manifesta 8 – Murcia e Nord Africa, 11° Biennale di Istanbul, 10° Biennale di Lione, Triennale di Aichi 2010 e la 2° Biennale di Atene; e l’esposizione in istituzioni come, tra le altre, Centre Pompidou, Parigi; Kunstverein Friedericianum, Kassel; Vanabbe Museum, Eindhoven; Haus der Kulturen der Welt, Berlino; Palais de Tokyo, Parigi; Muhka, Anversa. Matteo Lucchetti
Practicing Memory – in a time of an all-encompassing present is an exhibition project curated by Matteo Lucchetti, which forms part of the 13th Art at the Centre, in the Museo del Presente at Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, Biella. In a world in which national narratives and their links with the present have been replaced by the construction of a supposedly global memory made of collective media events, with all their emotional impact, what value can be given to work carried out by artists on the mechanisms that occur between oblivion and memory? How is it possible to create short circuits in contemporary flows of history, which are dominated by the detachment needed to ensure the blindness with which the present is understood? Practices linked to memory are part of a process that is under way. Here the value they acquire is that of “memory systems” – as Leonardo Sciascia, in his Teatro della Memoria, defines the way in which Giordano Bruno conceives his method of creating visual codes linked to memory. And it was again Sciascia who described how an age in which memory is no longer exercised is an age destined to become a “totalising and totalitarian” present. The present time, to which the exhibition spaces are devoted, and its relationship with the past constitute the initial moment of reflection on the concept of “practising memory”, around which the exhibition revolves. In a contemporary scenario in which present-day rhetoric takes up such a large part of the flow of communication, the construction of individual and collective memory is suggested as a necessary practice within the constant social and political process which takes place between memory and amnesia. Practicing Memory investigates the potential for interaction opened up by art with regard to this process, problematising some of the key concepts that form part of any disquisition on memory. The shared backdrop against which most of the works on show project their own research are
ascribable to a European context, which needs to be seen not just in geographic terms but also as regards the scenarios it involves. These include the postcolonial legacy, the post-soviet dimension, great national narratives and processes of a monumentalisation of memory towards what is referred to as the “planned loss of history”. The European continent and its historical, social, and cultural heritage is thus repeatedly quoted and brought into question within its own historiographical dimension. Running parallel to this there is another category of reflections which contrast with the circularity of the concatenations of macro and micro narratives. This takes place through the inclusion of analyses which reveal the critical aspects that emerge within the process of creating memory. This leads to the idea of accessibility and participation in drafting a public memory, directly linked to the antagonistic effect of counter-memories. The concept of repetition as a fundamental mechanism of the exercise of memory and, again, the individual stories the multitude - of the masses who are never the subject of history, and who are as fragile as straw and never present in their own historical age, as Masanobu Fukuoka puts it. The works chosen vary from videos to installations, to wall paintings and performances, all the way through to the work on the exhibition display by the French collective Société Réaliste. The exhibition project examines the works of fifteen international artists who have taken part in such important events as the 2010 Sao Paulo Biennial, Manifesta 8 - Murcia and North Africa, the 11th Istanbul Biennale, the 10th Lyon Biennale, the 2010 Aichi Triennale, and the 2nd Athens Biennale, as well as in institutions such as the Centre Pompidou, Paris; Kunstverein Friedericianum, Kassel; Vanabbe Museum, Eindhoven; Haus der Kulturen der Welt, Berlin; Palais de Tokyo, Paris; and Muhka, Antwerp. Matteo Lucchetti
Practicing Memory – in a time of an all-encompassing present OPERE IN MOSTRA/works on exhibition Francesco Arena Giornali con percorso pinelliano (12-15 dicembre), giornali/ newspapers, 2009. Collezione/ collection Giorgio Angella, Roma. Courtesy: the artist and Monitor, Roma. Foto/photo Massimo Valicchia.
Rossella Biscotti Presente!, scultura/sculpture (metallo/metal, flash, slide, lenti/lenses), 2008. Collection Maurits Hertzberger.
Dora Garcia Fahrenheit 451 (edizione/ edition 1967), 2.000 libri stampati al contrario / 2.000 books printed in reverse, 2008. Collection Juana de Aizpuru. Courtesy: Juana de Aizpuru Gallery, Madrid.
Andrè Guedes La Visita de la Ciudad, installazione/ installation, 2008.
Stefanos Tsivopoulos, Lost Monument, video, 2009. Courtesy: Prometeogallery di Ida Pisani, Milano and Jette Rudolph, Berlin
Courtesy: the artist and Galeria Trinta.
Courtesy: the artist and Wilfried Lentz, Rotterdam.
Vuurgevecht op de Dam (Shooting on the Dam), video, 2005. Courtesy: the artist and Prometeo Gallery di Ida Pisani, Milano
Beatrice Catanzaro The water was boiling at 34° 21’ 29’’S, 18° 28’ 19’’EAST, installazione/ installation, 2008.
Shilpa Gupta Memory, multiplo in distribuzione / giveaway multiple, 2008. Courtesy: the artist and Galleria Continua, San Gimignano.
Rabih Mroué Old House, video, 2006.
Builders, un progetto video di / a video project by chto delat realizzato da / realised by Nikolay Oleynikov, Tsaplya and Dmtry Vilensky, 2005.
All’interno di Practicing Memory, le performance / In Practicing Memory, the performances:
Courtesy: the artist.
Francesco Arena, 18900 metri su strada. Il percorso di Pinelli, performance, 2009. Courtesy: the artist and Monitor, Roma.
Courtesy: the artist and MART - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
Chto delat/what is to be done? Perestroika Songspiel. A victory over the coup, Un film video di/a video film by chto delat realizzato da/ realized by Nikolay Oleynikov, Tsaplya, Dmtry Vilensky & Gluklya, 2008.
Vangelis Vlahos, 1981 (Allagi), 22 cartoni con fotografie e ritagli di giornale incorniciati / 22 cardboards with photographs and framed newspapers cuttings, 2007. Courtesy: the artist, Breeder gallery, Athens, and Prometeogallery di Ida Pisani, Milano. Foto di/photo by Vivianna Athanassopoulou
Danilo Correale, The Istanbul Symphony, performance, 2010. Courtesy: Galleria Raucci Santamaria, Napoli
Wendelien Van Oldenborgh Instruction, video, 2009. Courtesy: the artist and Wilfried Lentz, Rotterdam.
Practicing Memory - in a time of an all-encompassing present Con/with Francesco Arena, Rossella Biscotti, Beatrice Catanzaro, Chto Delat, Michelangelo Consani, Danilo Correale, Dora Garcia, André Guedes, Shilpa Gupta, Rabih Mroué, Nikolay Oleynikov, Wendelien Van Oldenborgh, Mirko Smerdel, Société Réaliste, Stefanos Tsivopoulos e/and Vangelis Vlahos a cura di/curated by Matteo Lucchetti
Mirko Smerdel Mille antenne ripetono:’’Addio’’, installazione / installation, 2009. Courtesy: the artist.
identità grafica/graphic identity: Chiara Figone coordinamento curatoriale/ curatorial co-ordination: Cristina Mirandola assistenti/assistants: Stefania Bonsignore, Benedetta Mottino coordinamento allestimento/installation coordination: Art Office Cittadellarte allestimento mostra/exhibition installation: Loris Bellan, Ludovica Carbotta, José Farneda, Davide Gennarino Ringraziamenti / Acknowledgements:
Michelangelo Consani Variazione da fermacarte 2010, stampe fotografiche e filo di paglia/ photo prints and straw, 2010. Courtesy: the artist.
Société Réaliste Watching over the Reichstag, due fotografie e wallpainting con 12 sfumature di grigio / two photographs and wall painting of 12 shades of grey, 2010. Courtesy: the artists.
Danilo Correale Storycrafter, video HD, 2010. Courtesy: the artist and Galleria Raucci Santamaria, Napoli.
Tribute to Courbet, contratto di acquisizione debito / debt purchase agreement, 2010. Courtesy: the artists.
Galeria Juana de Aizpuru, Madrid; BAK - Basis voor actuele kunst, Utrecht; Galleria Continua, San Gimignano; Wilfried Lentz Gallery, Rotterdam; Likovni Salon, Celje; Galleria Monitor, Roma; Prometeo Gallery di Ida Pisani, Milano; Galleria Raucci Santamaria, Napoli; Galeria Trinta, Santiago de Compostela; Uniproget, Montedivalli (Ms). Giorgio Angella, Eva Babbini, Leonardo Bianco, Lorenzo Bianco, Daniela Boccalatte, Luca Cerizza, Sara Conforti, Cosmin Costinas, Mario Commone, Lara Conte, Giordano Fumagalli, Michele Fusco, Nello Gentile, Nadia Gianfranchi, Maurits Hertzberger, Maria Hlavajova, Chiara Lucchetti, Enzo Lucchetti, Massimo Mina, Paolo Naldini, Maria Pioppi, Michelangelo Pistoletto, Vivian Rehberg, Juan Esteban Sandoval, Suzanne Tiemersma. Un ringraziamento speciale a/a special thanks to Judith Wielander e a tutti gli artisti in mostra, che hanno condiviso e reso possibile il progetto / and all the artists that have shared and made this project possible.
cittadelllarte edizioni, Biella, 2010. Stampa su carta certificata / Printed on paper certified F.S.C. Forest Stewardship Council, E.C.F. Elemental Chlorine Free