Gazzettino Maggio/Giugno 2021

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distribuzione gratuita anno 19 - n. 3/2021 Maggio / Giugno

Melatonina

sinfonia del nostro sistema Focus: Long COVID Arteterapia: La cura anima e corpo

Test: Autodiagnosi in farmacia Benessere: Emozioni e salute


distribuzione gratuita anno 19 - n. 3/2021 Maggio / Giugno

sommario focus

long covid

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Beatrice Spagoni

Nelle farmacie Club Salute

Test autodiagnostici

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In collaborazione con Rosanna Martino

Nelle farmacie Club Salute

Drena ogni eccesso

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In collaborazione con Gabriele Ghirardelli

equilibrio Melatonina

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In collaborazione con Pierpaoli

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Salute

Arteterapia

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Intervista a Eleonora Secchi e Marta de Rino

Benessere

Emozioni e salute

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Patrizia Mantoessi

in cucina Le fave

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Numero chiuso in redazione il 9 Aprile 2021

Bimestrale di informazione al pubblico di Club Salute S.p.A. Anno 19, n° 3 Maggio/Giugno 2021 Reg. Trib. Lecco N. 10/03 del 22/09/2003 Direttore responsabile Stefania Antonetti Coordinamento redazionale Beatrice Spagoni Comitato Scientifico Valentina Guidi, Rosanna Martino Hanno collaborato Gabriele Ghirardelli, Patrizia Mantoessi Impaginazione Sergio Muratore, Federico Serra Moretti Editore - www.morettieditore.com Stampatore I BODONIANI – Vicolo Maurizio e Lazzaro 7 – 20814 Varedo (MB) Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata Socio Effettivo

Pronti per sonni tranquilli? Il pensiero e l’augurio è di lasciarci alle spalle al più presto la pendemia di Covid-19 che minaccia le nostre vite. Per questo abbiamo pensato a chi ne è già uscito vittorioso. Per alcuni di loro, però, nonostante la negativizzazione, certi sintomi della malattia pare non passino mai. È la LONG-Covid, una sindorme che può perdurare anche diversi mesi nel nostro organismo, trascinando alcune problematiche subite durante la malattia vera e propria. I medici di tutto il mondo stanno studiando, analizzando e confrontando le esperienze dei loro pazienti per poter tracciare un profilo a questa sindrome e trovare dei rimedi. In aiuto a questa situazione, ma anche per capire tante altre comuni patologie o eventuali semplici deficit del nostro organismo, i Farmacisti propongono uno strumento pratico, veloce ed economico che può diagnosticarli in pochi minuti. Sono i Test Autodiagnostici Profar disponibili nella vostra Farmacia Club Salute di fiducia. Siccome poi l’arrivo dell’estate è vicino, dare una mano al nostro metabolismo è ancora più importante. Presentarsi al sole in forma smagliante è il desiderio di ciascuno, quindi oltre ad uno stile di vita sano, vi consigliamo l’aiuto di un integratore alimentare che permette il corretto controllo del peso attraverso il drenaggio metabolico. Stiamo parlando del PolyDrain che sfrutta i principi attivi di estratti vegetali selezionati come tarassaco, finocchio e verga d’oro. Anche la melatonina integra il nostro benessere, potremmo dire addirittura a 360°. Ve ne parliamo presentandovi gli studi scientifici affascinanti del professor Pierpaoli compiuti in una vita di ricerca e sintetizzati nella produzione dell’integratore di melatonia Melatonina Zinco Selenio Pierpaoli®. Con i sonni tranquilli arrivano poi i bei sogni, abbiamo voluto quindi parlarvi anche di arteterapia un’esperienza che vuole aiutare con l’abbraccio tra il sogno dell’arte e il nostro intimo più profondo, una cura per anima e corpo. Due esperte arteterapeute ci hanno raccontano la loro esperienza. Dall’arteterapia al rapporto tra emozioni e salute il passo è breve. Così, la dott.ssa Mantoessi ha condiviso con noi la sua esperienza, spiegando quanto lo stato emotivo può influenzare la salute e quindi come gestirlo, suggerendo strategie mentali e rimedi naturali per un approccio olistico alla nostra salute, che comprende naturalmente anche l’alimentazione. Arriviamo dunque al cibo e a qualche idea per goderci le fave in tutta la loro sana bontà. B.S.

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Focus

Long COVID

Long COVID Passata la grande paura per la fase acuta della malattia, si insinua il timore per i suoi postumi, che possono durare anche per mesi. È la “Long COVID”, la sindrome post-COVID-19

anche nei bambini? Beatrice Spagoni

molteplici manifestazioni fisiche, neurologiche e psichiatriche in una sindrome a cui hanno dato il nome di Long-COVID.

I sintomi osservati

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uperata la fase acuta della COVID-19, con tutto il suo carico di incertezze e dolore, è possibile finalmente tirare un respiro di sollievo. Purtroppo, però, non sempre si riesce a tornare subito alla vita di sempre. Stanchezza e insonnia, dolori muscolari e articolari, fame d’aria e tanti altri sintomi alle volte tardano a sparire, lasciando un residuo della malattia, anche dopo mesi dalla negativizzazione. I medici hanno radunato queste

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Secondo il dottor Sandro Iannaccone, primario dell’unità di riabilitazione disturbi neurologici cognitivi motori dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, «dopo un anno di pandemia, possiamo affermare che la maggior parte delle persone si porta dietro uno strascico di questa malattia per diverso tempo». Anche l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, sostiene che “in alcune persone i sintomi possono permanere anche per diversi mesi”. Non solo si tratterebbe di disturbi fisici ma anche neurologici o psi-

chiatrici, tra cui perdita della memoria e difficoltà di concentrazione, fino ad arrivare ad una vera e propria sindrome post-traumatica da stress, come quella che ha colpito gli operatori sanitari, messi a dura prova fisica e psicologica dopo un anno di pandemia.

Quanto possono durare?

I disturbi che lamentano le persona guarite da COVID-19 solo in alcuni casi risultano diminuire nel giro delle prime settimane, in molti altri casi, invece, possono durare anche per sei mesi. Questo è la Long COVID, il protrarsi nel paziente di uno o più sintomi della malattia dopo due mesi dalla negativizzazione. In questo periodo, la persona soffre ancora dei

Secondo uno studio degli specialisti del Policlinico Gemelli di Roma, i sintomi della Long COVID possono perdurare anche nei bambini che sono stati affetti dalla malattia. Pare, infatti, che più della metà di coloro che hanno partecipato allo studio, ha osservato la persistenza di almeno un sintomo anche dopo 120 giorni dalla guarigione, ovvero dalla negativizzazione. Le sintomatologie più frequenti, anche in bambini che non sono stati ricoverati durante l’infezione del virus, erano dolori muscolari o articolari, cefalea, disturbi del sonno, dolore toracico o sensazione di costrizione toracica e palpitazioni, a causa delle quali, molti di loro hanno riscontrato delle limitazioni durante le normali attività della giornata.

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sintomi della malattia, ma non è più infettiva. Nel 60 -70 % dei casi pare che i disturbi siano legati soprattutto a dolori e debolezza muscolari o articolari, ma non demordono neanche stanchezza persistente, mal di testa, mancanza di respiro, anosmia, febbre, tachicardia, disturbi intestinali e manifestazioni cutanee. Uno dei primi sintomi e campanello di allarme d’infezione del virus, come la perdita di olfatto e di gusto, persiste in modo ridotto, intorno al 10% dei pazienti. Sono invece le manifestazioni di tipo neurologico e psichiatrico ad essere le più lente ad andarsene. Stiamo parlando di difficoltà di concentrazione e attenzione, perdita di memoria, disfunzione cognitiva o brain fog (nebbia mentale), e la sindrome post-traumatica da stress a cui accennavamo.

Iniziative

Cause

Ma quali possono essere le cause che scatenano questa catena di reazioni a lungo termine? L’ipotesi più probabile è la reazione infiammatoria del nostro fisico all’attacco della malattia, con i conseguenti fenomeni di trombosi, che possono “lasciare il segno”, compromettendo gli organi colpiti. Ma anche la reazione autoimmune che scatena il virus SARS-CoV-2, è una grande imputata. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, infatti, «il virus può presentare alcune similitudini con componenti dell’organismo e far generare anticorpi che possono reagire anche contro i nostri organi o tessuti». Tra i bersagli più probabili, oltre ai polmoni, ci sarebbero il cuore, i reni, il cervello e l’apparato muscolo-scheletrico. L’ipotesi autoimmune potrebbe giustificare anche un altro fattore tipico della sindrome Long COVID, ovvero la maggior incidenza nelle donne, che, per fattori genetici e ormonali, hanno una risposta immune più forte rispetto agli uomini.

Probabili fattori di rischio

Come dicevamo, le donne hanno maggiori probabilità di sviluppare la Long COVID. Fino ai 60 anni, hanno, addirittura, ben il doppio delle probabilità rispetto agli uomini di sviluppare la sindrome. “Essere donna” è dunque un grande fattore di rischio, e le cose peggiorano se l’età è avanzata o l’indice di massa corporea è più alto. L’obesità e l’età avanzata diventano quindi altri pericoli piuttosto importanti, come l’essere asmatici. Un primo studio dei ricercatori del King’s College di Londra, (ancora da sottoporre a revisione paritaria), ha poi osservato che i pazienti con almeno cinque sintomi nella prima settimana di malattia, quali tosse, affaticamento, mal di testa, diarrea, perdita dell’olfatto, sarebbero maggiormente suscettibili di sviluppare la sindrome Long COVID.

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per il trattamento I sistemi sanitari di alcuni paesi, tra cui la Gran Bretagna, stanno cercando di reagire a questa situazione creando cliniche specializzate proprio per il trattamento della sindrome Long COVID, investendo parecchie risorse economiche. Pensano di valutare le condizioni fisiche, psicologiche e cognitive di gruppi di pazienti, seguendo linee guida cliniche comuni, per fornire loro cure specialistiche, anche attraverso un servizio di riabilitazione online.

Cosa fare allora?

È ancora presto per sviluppare terapie o comportamenti che possano aiutare ad uscire da questi sintomi. Dopo solo un anno di osservazione della malattia, i medici non sanno ancora se potrà lasciare segni permanenti, ma sono d’accordo sul fatto che una risposta di riabilitazione precoce e rapida aiuti molto una buona ripresa. Un altro aiuto potrebbe arrivare anche dai vaccini che, secondo i ricercatori della Columbia University di New York City, darebbero una spinta al sistema immunitario ad espellere il virus dall’organismo. Ne è testimone il 30-50% di persone affette da Long COVID che, dopo avere fatto il vaccino, afferma di aver riscontrato un miglioramento dei sintomi.


Nelle farmacie Club Salute

Test autodiagnostici

Tante risposte alla domanda di salute In collaborazione con

Rosanna Martino • Farmacista

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n uno scenario come quello che stiamo vivendo, assediati dalla pandemia di COVID-19, il ricorso alla medicina del territorio, ovvero i medici di famiglia, e alle strutture pubbliche è sempre più limitato sia per l’accesso sia per l’esecuzione di esa-

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mi di screening non urgenti e demandati quindi a poliambulatori privati o a situazioni ambientali migliori. Inoltre, la diminuzione della spesa pubblica e il rispetto del budget di prescrizione, induce i medici di Medicina Generale a prescrivere il meno possibile esami considerati “non necessari” e a differirli nel tempo, se non strettamente urgenti. Per cercare di arginare questa situazione la Farmacia si fa ancora più vicina ai pazienti e alle loro necessità, proponendo un sistema di test auto-

diagnostici facili da usare, grazie anche al pratico sistema pungidito, affidabili, per il dispositivo medico diagnostico in vitro, ed anche rapidi, perché il risultato si fa attendere solo 10 minuti, se non meno. Stiamo parlando dei test autodiagnostici Profar, disponibili nelle Farmacie Club Salute, che riescono a rispondere agilmente a molte domande importanti di salute, comuni a tanti pazienti. Quali? Sapere se si è affetti da Celiachia, se si è carenti di Ferro o Vitamina D, o, ancora, se abbiamo sviluppato anticorpi contro SARS-CoV-2, oppure scoprire se lo Streptococco si nasconde nel nostro mal di gola. Quali sono gli altri test? L’Helicobacter Pylori e il Colon Retto, Multidrugs, PSA e Tiroide TSH. È un arsenale adatto a combattere tante battaglie in snellezza e velocità, riducendo così l’ansia e lo stress delle prenotazioni, dell’attesa o dei costi delle prestazioni, grazie anche al loro prezzo contenuto. Tra questi test soffermiamo l’attenzione su alcuni in particolare. Il test autodiagnostico Ferro, per esempio. Considerando che, secondo l’Istituto di Ematologia dell’Università La Sapienza di Roma, il 23% degli italiani risulta essere anemico, un test che in 5 minuti rileva la proteina ferritina in modo semplice e di facile lettura, può essere di grande aiuto. Lo stesso ragionamento vale per il test Vitamina D, una vitamina di cui è carente ben l’80% della popolazione. È considerato un “test di screening medicalmente necessario” per controllare e mantenere nell’organismo livelli sufficienti di questa vitamina indispensabile per la salute delle ossa e per il benessere generale. In 10 minuti il test rileva la quantità di 25-idrossivitamina D, stabilendo la necessità o meno di integratori di vitamina D. Per lo Streptococco, invece, il self test rapido, rilevando l’omonimo batterio di gruppo A nelle infezioni faringee, come in quelle della pelle, serve a sapere se la causa di un mal di gola è proprio questo batterio o sono altri germi che non richiedono trattamento antibiotico, evitando così eventuali inutili somministrazioni di quest’ultimi ai più piccini. Basta raccogliere un campione di mucosa della gola, servendosi del tampone fornito nella confezione. Arriviamo dunque all’argomento principe da un anno a questa parte: la COVID-19. COVID-19 SEROLOGICAL TEST, è un test di autodiagnosi immunocromatografico rapido su sangue umano per la rilevazione qualitativa delle Immunoglobuline G (IgG) e Immunoglobuline M (IgM) contro SARSCoV-2. In parole povere, è un test rapido per la rilevazione qualitativa degli anticorpi IgG e IgM contro il virus SARS-CoV-2. È consigliato a coloro che vogliono verificare la presenza di anticorpi di tipo

I test autodiagnostici

PROFAR Facili da usare Grazie al pratico sistema pungidito. Rapidi nel risultato Risultato disponibile in 10 minuti, 5 minuti per il Test Autodiagnostico per la rilevazione di livelli di ferritina in campioni di sangue umano intero. Affidabili Dispositivo medico diagnostico in vitro.

IgG e IgM nel proprio organismo, ma non serve per misurare gli anticorpi generati dal vaccino anti COVID-19, e non sostituisce il tampone. Ha la capacità di identificare correttamente i soggetti sani pari al 98,3% per le IgG, del 99,4% per le IgM e del 98,3% in combinazione. Ma per approfondire poi tutte le altre caratteristiche di questo esercito di test rapidi a disposizione della nostra salute, basta fare un salto in farmacia, chiedere consiglio al vostro farmacista di fiducia e, in caso di positività, consultare il vostro medico.

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Nelle farmacie Club Salute

Drena ogni eccesso La strategia vincente per un sano controllo del peso

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on l’arrivo dell’estate i nostri occhi sono tutti puntati alla bilancia, quindi al controllo del peso. Ma come coniugare controllo del peso e salute? Come per tanti altri aspetti il segreto è in uno stile di vita sano ed equilibrato, obiettivo assoluto delle attenzioni di chi ama il proprio benessere. Quali sono allora i comportamenti da seguire? Concetti che spesso si sentono, ma che sono molto importanti: dieta sana, varia, equilibrata. Praticare un po’ di attività fisica, anche blanda, basta che abbia una certa regolarità: passeggiata, bicicletta, nuoto, oppure semplicemente fare un po’ di scale in casa. Evitare inoltre il fumo e l’eccesso

In collaborazione con

Gabriele Ghirardelli • Farmacista • Responsabile dei prodotti a marchio Club Salute > clubsalute.it

di alcolici. Tutto questo apporta benefici anche alla eubiosi intestinale, cioè alla regolarità e alla salute dell’intestino, e favorisce l’eliminazione delle scorie metaboliche che altrimenti potrebbero accumularsi nel nostro organismo. È questo il contesto in cui le caratteristiche del PolyDrain sviluppano i benefici dimostrati dagli studi coordinati da dott. Gabriele Ghirardelli, farmacista responsabile dello sviluppo dei prodotti a marchio Club Salute.* “Il PolyDrain è un integratore alimentare a base di estratti vegetali come il tè verde che oltre a svolgere un’azione tonica e

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antiossidante, favorisce l’equilibrio del peso corporeo e la normale funzione intestinale. Completano la formula il guaranà che stimola il metabolismo e Elimreal®, un complesso brevettato di estratti vegetali selezionati come tarassaco, finocchio e verga d’oro, per favorire il drenaggio dei liquidi corporei.” Proprio attraverso il drenaggio metabolico si evitano gli scompensi generati dalle altre strategie spesso utilizzate per mantenere sotto controllo il peso, come, per esempio, l’utilizzo di sostanze che limitano l’assorbimento dei nutrienti o ne aumentano la metabolizzazione. In questi casi, il rischio è di non permettere all’organismo di usufruire della corretta energia necessaria per le sue funzioni biologiche, utili anche per bruciare i grassi. Senza energia non è possibile sicuramente migliorare il controllo del proprio peso corporeo. Anche qui entra in gioco il PolyDrain che, rispetta le funzionalità dell’organismo, stimolando il metabolismo dei lipidi grazie all’azione tonica dell’estratto di guaranà. Inoltre viene associata l’importante funzione antiossidante, quella del tè verde Mountain Matcha: “una varietà pregiata, coltivata all’ombra, tra montagne alberate, quindi più ricca di aminoacidi, polifenoli e altre sostanze attive che noi preserviamo con un processo specifico di liofilizzazione a freddo”. In questo modo abbiamo un supporto per fronteggiare la stanchezza psicofisica, messa a dura prova in questo periodo. Il mix di principi attivi è completato da Colina, per il mantenimento della funzione epatica, Vitamina C, che contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo, e Bromelina, un enzima proteolitico ad alta

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POLYDRAIN

Tre funzioni in un unico integratore alimentare. Tarassaco, finocchio e verga d’oro promuovono il drenaggio dei liquidi corporei, mentre la guaranà ha un effetto tonico. L’azione antiossidante è affidata al tè verde della selezionata varietà Mountain Matcha. PolyDrain è disponibile in una pratica bustina da sciogliere in almeno 150 ml d’acqua e da assumere subito la mattina. Il ciclo base dura 28 giorni e, se necessario, può essere prolungato. > clubsalute.it

attività enzimatica derivato dal gambo dell’ananas. Tutto questo per accompagnarci in una splendida corsa a tutta energia, verso un’estate piena di sole e vitalità. *farmacie Club Salute aderenti all’iniziativa su > clubsalute.it


equilibrio

Melatonina Sinfonia del nostro sistema In collaborazione con

Pierpaoli® > pierpaoli.ch “Aver capito l’importanza di mantenere l’adattamento e la sincronizzazione ai ritmi del Cosmo è il primo passo verso la tutela della nostra salute e longevità” W. Pierpaoli

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a melatonina è una molecola naturale prodotta principalmente dalla ghiandola pineale. Svolge un ruolo importante nella regolazione dei cicli biologici e nei ritmi circadiani, ma ha anche funzioni antiossidanti e cronobiotiche, e come tale contribuisce a regolare i principali processi fisiologici, incluso il ciclo sonno-veglia. Per conoscere le caratteristiche e i segreti che custodisce questa molecola ci siamo affidati all’esperienza dell’azienda Pierpaoli. Le sue formulazioni sono il frutto di cinquant’anni di ricerca

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scientifica, esperimenti e studi clinici, documentati da pubblicazioni su prestigiose riviste scientifiche internazionali e descritti in libri divulgativi che hanno permesso di dimostrare la funzione della melatonina in tutto il mondo. La ricerca scientifica di Pierpaoli, con sempre l’uomo al centro dell’interesse, si è concentrata soprattuto sulle cause e gli effetti dell’invecchiamento. La rivoluzione è nella dimostrazione di una correlazione tra sistema nervoso, endocrino e ormonale, e nel ruolo regolatore della ghiandola pineale, che interviene nella regolazione dell’orologio biologico attraverso la produzione di melatonina notturna. Secondo gli studi di Pierpaoli, l’invecchiamento è un programma, ed è la ghiandola pineale a dettare il ritmo del ciclo vitale, contribuendo a determinare l’equilibrio delle funzioni ormonali, metaboliche e immunitarie, e a mantenere quindi delle buone condizioni metaboliche, sincronizzando i cicli fisiologici dell’organismo come il sistema neuro-endocrino-immunitario. A partire dai 35 anni, però, la produzione notturna di melatonina – il “messaggero” attraverso il quale la ghiandola pineale impartisce i suoi “ordini” alle varie funzioni dell’organismo – diminuisce significativamente con l’avanzare dell’età. La funzionalità della ghiandola pineale, infatti, a causa dell’invecchiamento, comincia ad alterarsi, diminuendo la sua “direzione d’orchestra”. È per questo che l’apporto di melatonina può contribuire a far ripartire la “sinfonia” di tutto il nostro sistema, ristabilendo e riattivando il nostro ciclo vitale. Negli USA la melatonina è utilizzata anche come anti-age, perché il sonno è la chiave della vita, e l’insonnia è uno dei primi sintomi che la nostra ciclicità viene meno. Come sostiene Pierpaoli “Il sonno è uno dei programmi ciclici dei ritmi circadiani, in quanto si ripete nelle ventiquattro ore, durante il buio. Mentre la durata ottimale del sonno è una condizione individuale e variabile da persona a persona, l’aspetto più importante è la sua qualità. Il sonno profondo ha una funzione positiva sul metabolismo e riparatrice sul corpo che si riflette sul miglioramento dell’umore e il ripristino dell’energia, con effetti positivi anche sulle prestazioni sportive”. Ma per capire più in dettaglio di cosa stiamo parlando, abbiamo posto qualche domanda al professor Pierpaoli. Che cos’è la melatonina e che funzioni svolge? Nell’evoluzione delle specie sul pianeta Terra si è costituito un sistema naturale in cui il funzionamento del nostro organismo si è adattato all’alternanza giorno/notte; quello che conta nell’alternanza è la sincronizzazione di tutti i fattori che regolano il corpo, e la ghiandola pineale ne è la regina. Di notte produce la melatonina, una molecola che sincronizza tutti gli ele-

menti del corpo. Si parla solo di ormoni ma in realtà non c’è cellula che non dipenda dalla sincronizzazione e l’uomo è dipendente da una sincronizzazione centrale costante di ogni cellula. Lo stile di vita, la luce, i rumori alterano il sistema di vita, la medicina allora cerca di mantenere i ritmi biologici, favorendo il corretto funzionamento della ghiandola pineale, proprio attraverso la melatonina. Quali sono le sue indicazioni, ovvero, per cosa viene usata? La melatonina serve per mantenere sana la ghiandola pineale, perché, assumendo la melatonina, la ghiandola di notte può dedicarsi ad altre attività, risparmiandosi il gravoso compito di doverla produrre e tutelare. E i suoi benefici? Sono di varia natura. Alcuni studi hanno dimostrato benefici per chi soffre di maculopatie. Test contro la degenerazione maculare hanno evidenziato infatti una significativa regressione e un riassorbimento della patologia dopo la somministrazione di melatonina. Uno studio clinico ha dimostrato anche che le donne in menopausa con l’assunzione di melatonina hanno un’attenuazione della maggior parte dei sintomi correlati a questo complicato periodo, con anche un miglioramento della funzionalità della tiroide. Il suo rapporto con il jet lag e con tutte le professioni che sviluppano l’attività di notte? In tutti questi casi, la ghiandola pineale che dovrebbe attivarsi di notte non si attiva perché non percepisce il buio. Agevolandola con l’apporto di melatonina, l’aiutiamo a mantenere alto il “volume” del segnale dei ritmi circadiani corretti. Il mal di fuso, sentirsi fuori ritmo e altri scompensi sono espressione della “rottura” della ciclicità, della mancanza di sincronizzazione con i ritmi naturali. Ha effetti collaterali o controindicazioni e può interagire con altri farmaci? La melatonina è una molecola innocente. È fisiologica perché già prodotta dal nostro organismo, perciò non ha effetti collaterali di particolare rilievo, e quella prodotta in eccesso viene smaltita naturalmente. Ovviamente si raccomanda sempre il consiglio medico, soprattutto in presenza di patologie specifiche. La melatonina si trova in natura? È presente nel riso, nell’avena, nelle mandorle e nel mais, ma bisognerebbe mangiarne davvero grandi quantità per riuscire ad integrare il fabbisogno neces-

Botta e risposta

I suggerimenti di Pierpaoli®

A che ora devo assumere Melatonina Zinco Selenio Pierpaoli®? Melatonina Zinco Selenio Pierpaoli® va sempre assunta di sera, tra le 22:00 e le 00:00, mezz’ora prima di dormire. È preferibile rispettare questa fascia oraria anche nel caso in cui si vada a dormire dopo la mezzanotte. Si consiglia di assumere Melatonina Zinco Selenio Pierpaoli® a orari regolari. Si può somministrare Melatonina Zinco Selenio Pierpaoli® ai bambini? Nella maggior parte dei casi bambini e adolescenti sani, con uno stile di vita che non pregiudichi i ritmi circadiani biologici (sonno-veglia), non presentano carenza di melatonina. Se non esistono disturbi specifici e in presenza di uno stile di vita che rispetta i ritmi circadiani biologici, salvo diversa valutazione specialistica, bambini e ragazzi non hanno bisogno di integrazione con la melatonina. Posso assumere Melatonina Zinco Selenio Pierpaoli® insieme all’alcol? L’assunzione di alcol inibisce la funzione della ghiandola pineale e la secrezione endogena di melatonina. Assumere alcolici potrebbe influire sugli effetti di Melatonina Zinco Selenio Pierpaoli®, riducendo l’azione fisiologica della melatonina sul sonno. La Melatonina Zinco Selenio Pierpaoli® fa effetto da subito? I tempi di efficacia possono variare in base alla condizione di partenza del proprio ritmo biologico e dallo stile di vita condotto negli anni. Per favorirne gli effetti benefici si consiglia di evitare l’assunzione di caffè e alcolici nelle ore serali, di dormire nel buio completo e di astenersi dal mangiare nelle ore notturne. Comunque, nella maggior parte dei casi, gli effetti dell’assunzione regolare di Melatonina Zinco Selenio Pierpaoli® sono verificabili entro ventuno giorni dall’inizio dell’assunzione.

sario. Un valido aiuto per integrarlo potrebbe dunque essere il consumo di melatonina, anche associata a zinco e selenio, il cui fabbisogno cresce con l’età a causa delle loro proprietà sinergiche e di protezione da stress ossidativo e sostegno alla funzione tiroidea.

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Salute

Arteterapia La cura anima e corpo

Intervista a

Eleonora Secchi Marta de Rino • Arteterapeute • Atelier Cenisio > www.ateliercenisio.it di Beatrice Spagoni

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er prenderci cura di noi stessi, anima e corpo, abbiamo cercato un filo rosso che unisse i sogni, le emozioni, i sentimenti, i ricordi e tutto il nostro mondo interiore, sciogliendoli e rielaborandoli attraverso il contatto magico con l’arte. Le arteterapeute Eleonora Secchi e Marta de Rino ci hanno accompagnato in questa avventura. Cosa si può intendere per magico contatto con l’arte? “È un’esperienza, un tempo, da dedicare a noi stessi

per la crescita del nostro benessere, senza bisogno di conoscenze o cultura particolari ma solo attraverso la liberazione e l’ascolto di noi stessi. L’arte è intesa come risorsa per trovare tempo per sé, esplorare materiali e tecniche, rielaborare vissuti, attivare risorse creative, percorrere strade inattese, immaginare possibilità, acquisire un nuovo linguaggio”. Da anni prendete per mano e “curate” le persone, con o senza patologie, che si rivolgono a voi, conducendole alla sintesi magica dell’incontro tra se stessi e l’arte. Come l’arte può aiutarci a “guarire” o semplicemente a farci stare meglio? “Non è necessario essere artisti, o creare, per entrare in contatto con il benessere che stimola l’arte. La scienza ha dimostrato che anche la sola osservazione di un’opera d’arte o del gesto di chi la compie provoca la stessa empatia che proviamo vedendo ridere qualcuno. Gli studi del neuroscienziato Vittorio Gallese (docente di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica all’Università degli Studi di Parma) hanno infatti so-

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stenuto l’esistenza dei neuroni specchio, cellule motorie del cervello che si attivano sia durante l’esecuzione di un compito (per esempio creativo), sia osservando i gesti altrui. È una reazione spontanea alla base dell’empatia, del linguaggio e dell’esperienza estetica. Una sintesi magica, ma dimostrata scientificamente, tra la persona (nella sua interezza, psichica e fisica) e l’arte, intesa come osservazione e partecipazione al gesto artistico, estetico o osservazione dell’opera d’arte stessa”. L’arte quindi non può lasciarci indifferenti? “Esatto. L’arte, letteralmente, non può lasciarci indifferenti. La sua fruizione attiva in noi stessi flussi neuronali, “scariche elettriche”, che ci stimolano fisicamente. Quindi alla base di questa sintesi magica tra l’arte e noi stessi, c’è la possibilità di un effetto di rispecchiamento che l’arteterapeuta favorisce durante la terapia artistica, dando anche solo piccole indicazioni o suggerimenti per la creazione di collegamenti profondi con la propria storia personale. È questa la magia dell’arte, un’elaborazione naturale, una palestra per creare immagini in cui poi trovare dei significati. Ed essendo ricca di possibilità, l’arte aiuta a trovare ampio margine di completezza di espressione di sé. È un meccanismo che ci permette il contatto e il dialogo con le parti più profonde di noi stessi, curandoci dal profondo”. In che modo può avvenire questo contatto? “Prima ancora di parlare o di comunicare con la scrittura, l’uomo si è espresso e si esprime con segni, o meglio con “ghirigori”, “scarabocchi”, proprio perché collegati direttamente con la nostra interiorità. È un linguaggio che diventa condivisione di espressione, un percorso che l’arteterapia ripercorre con la magia dell’arte e attraverso il quale ognuno può ritrovare la propria strada. La generosa offerta di stili e tecniche, i colori e i segni con cui sviluppare il proprio dialogo interiore, permettono poi di esprimere la sensibilità personale di ciascuno. Per questo l’arte fa bene a tutti, nonostante limitazione fisiche o mentali di qualsiasi tipo, perché è un linguaggio multiforme”. Bisogna avere delle nozioni artistiche per poter “godere” di questa magia? “Ci hanno fatto credere per troppo tempo che l’arte fosse, un mondo per pochi eletti. La scienza invece dice il contrario, ovvero che è alla portata di tutti e può diventare un mezzo meraviglioso per prenderci per mano, accompagnarci verso noi stessi e guarirci, se necessario. I miei malati di Alzheimer difronte ad opere d’arte importanti, ma di cui non avevano cognizione, esclamavano con entusiasmo la loro meraviglia o il

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Il primo contatto è con l’arte Il primo contatto dell’essere umano con l’espressione è l’arte. Prima di parlare o scrivere si esprime con segni, perché collegati direttamente con la nostra interiorità. Come ricorda l’educatore tedesco Arno Stern: “Tutti gli esseri umani, lasciati liberi di esprimersi con pennelli e colori, attingono a segni e a forme che rappresentano una sorta di alfabeto espressivo che prescinde dal luogo o dal contesto culturale in cui si manifesta, ma che induce il bambino, o l’adulto che riscopre la propria dimensione di bambino, a contattare le dimensioni più profonde della propria anima, provando un senso di intimo benessere e una migliore disposizione al rapporto con gli altri e con il mondo esterno”. Perché, come sostiene anche A. De Gregorio: “L’arte, con tutta la sua ricchezza di tecniche e codici (linea, forma, colore, spazio, luce ed ombra) è proposta e utilizzata come strumento per la creazione di manufatti che veicolano significati, pensieri ed emozioni”.

fastidio nell’osservarla, perché la bellezza dell’arte o il disagio nei suoi confronti arriva in modo diretto, senza bisogno di particolari conoscenze in merito. L’importante è lasciarsi trasportare, senza troppe spiegazioni che altererebbero il confronto diretto con noi stessi”. Un piccolo suggerimento per iniziare a sperimentare la gioia e il benessere dell’arte? “Quando andate nei musei, non esagerate. Meglio poche opere ma vissute bene, lasciandosi trasportare dal loro al vostro mondo più profondo. È importante veicolare il proprio sentimento. Il concetto di bello e brutto è relativo”. Come sostiene la neuroscienziata Cinzia di Dio, dell’Università Cattolica, “la percezione della bellezza in ambito scientifico cattura un solo aspetto, ma in realtà è un’esperienza composita, complessa, basata su più livelli che posso lavorare in modo gerarchico o in partnership. Secondo ciò che si cerca si trovano attivazioni specifiche. L’interazione tra l’intento dell’artista dietro un’opera d’arte e predisposizione a catturarla da parte di chi lo osserva può forse definire l’estetica di quell’opera d’arte”.


le reazioni emotive agli stimoli sono più estreme, perché la percezione stessa degli stimoli è alterata e a fatica si distingue uno stimolo di pericolo da uno simile ma innocuo. È per questo che gli stimoli sono importanti così come lo è l’efficienza del nostro sistema di ricezione, il corpo, attraverso il quale ci arriva ciò che conosciamo e che, per alcuni scienziati, è parte della mente. Tutte le emozioni che proviamo, infatti, coinvolgono anche il corpo, come quando, in situazione di pericolo, sia esso reale o percepito, si modificano il ritmo respiratorio e quello cardiaco.

Benessere

Ma quanto le emozioni e gli stati d’ansia si riflettono sullo stato di salute?

Emozioni e salute Quanto lo stato emotivo può influenzare la salute Patrizia Mantoessi • Farmacista a Monza

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ansia fa parte della vita, è un aspetto ricorrente e consueto per noi umani così come per gli animali. Ma in realtà ci sono differenze sostanziali da individuo ad individuo: mentre vi sono soggetti ipersensibili, che si preoccupano per tutto, altri sono decisamente più freddi e sembrano affrontare qualsiasi situazione con distacco. Sicuramente le nostre emozioni, i nostri stati di maggiore o minore ansia, così come la paura di affrontare o non affrontare un impegno, influenzano le nostre scelte e i nostri comportamenti. È possibile definire ed elencare le varie forme di paura e ansia nella vita di tutti i giorni ed è altret-

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tanto possibile distinguerle da quelle che invece sono manifestazioni patologiche. Ben diverso, per esempio, è essere preoccupati per la mancanza di lavoro o per le tasse da pagare, rispetto ad avere preoccupazioni costanti e prive di fondamento che causano un importante disagio o addirittura interferiscono con la vita quotidiana. Secondo alcuni studiosi del comportamento, psicologici e neurobiologi, l’ansia e la paura sono innate e istintive e sono probabilmente da considerare come strategie evolutive che ci hanno garantito la sopravvivenza sul pianeta.

Come gestire le reazioni emotive

Qualora sia necessario, per gestire le reazioni emotive si può ricorrere sia a cure psicoterapiche sia farmacologiche, per contro, episodi di ansia con lieve o moderata entità possono essere gestiti con tecniche di rilassamento, meditazione e rimedi naturali. Quando viviamo in un stato d’ansia

L’ attività fisica è invece importante perché innesca un profondo cambiamento sia sul corpo che sulla mente. Sul corpo agisce abbassando i livelli di glicemia, migliora la circolazione e aiuta a controllare il peso corporeo. Sulla mente aiuta a ritrovare calma e lucidità. È sufficiente infatti anche solo una camminata di 20 minuti al giorno, perché il corpo produca dopamina, un neurotrasmettitore che migliora il tono dell’umore e riduce ansia e insonnia. Inoltre la dopamina è indispensabile nel controllo dei movimenti e, poiché produce un senso di gratificazione, contrasta anche l’insorgenza di depressione e declino cognitivo. L’altro aspetto interessante indotto dall’attività fisica è il fatto che stimola la voglia di cibi freschi e crudi, ricchi di vitamine, antiossidanti e minerali, proprio quelli di cui si ha bisogno dopo l’attività fisica.

Un innalzamento dei livelli di colesterolo, così come alcuni prolungati stati di insonnia più o meno lievi, dipendono certamente dall’età, dall’alimentazione, dalla genetica, ma anche dal modo in cui affrontiamo la vita. Anche una prolungata condizione di stress e costanti livelli di tensione implicano non solo un aumento dei livelli degli ormoni, che influenzano il metabolismo dei grassi, ma anche un aumento dei radicali liberi. Questo determina l’ossidazione dei grassi, concorrendo alla formazione delle placche aterosclerotiche che ostacolano il normale flusso sanguigno. Il quadro di reazioni a catena può quindi aumentare la pressione e le malattie cardiovascolari. È dunque importante capire che una molecola come il colesterolo, importante costituente delle membrane cellulari e utile forma di energia, quando è in eccesso diventa dannosa. Allo stesso modo, uno stato di infiammazione e dolore, che in fase iniziale è un segnale di allerta per attivare le nostre difese, se cronico diventa, invece, una minaccia. Questo accade perché viene persa la capacità di autoregolazione: l’equilibrio e l’omeostasi dell’organismo vengono meno.

Qualche aiuto?

Strategie mentali e rimedi naturali

Per armonizzare stato emotivo e di salute con un approccio olistico, anche la musica può essere protagonista. È in grado di distoglierci da alcuni pensieri, ci aiuta a ritrovare armonia e regolarizza ritmo cardiaco e respiratorio, sia durante l’attività fisica sia a riposo. Infine, non dimentichiamo l’aromaterapia. Gli oli essenziali opportunamente scelti e diffusi nell’ambiente domestico o lavorativo possono rapidamente favorire calma e relax. Imparare a riconoscere e gestire i segnali che il corpo ci invia, vuol dire rispettare il nostro bioritmo e salvaguardare così salute fisica e benessere mentale.

Come agire allora? Una diagnosi di colesterolo elevato deve essere considerato il segnale e l’occasione per rimettere in discussione il proprio stile di vita e per ritrovare equilibrio e salute. La prima azione da compiere è prendere atto di un’eventuale familiarità, quindi predisposizione, ad avere un colesterolo alto. In tal caso, sarà fondamentale modificare l’alimentazione e fare attività fisica. Una scelta utile è anche assumere alimenti ricchi di antiossidanti, come la vitamina C che contrasta l’ossidazione dei lipidi.

Un supporto ulteriore per il controllo del colesterolo lo offrono alcuni rimedi naturali, come la monacolina K. È ottenuta dal riso rosso fermentato e ha una struttura e un’azione farmacologica simile a quella delle statine, una delle principali classi di farmaci utilizzati per controllare i livelli di colesterolo. Episodi di ansia gestibili con l’automedicazione, trovano invece alleati naturali nella griffonia. È in grado di regolare il buonumore, perché concorre ad aumentare i livelli di serotonina, un altro fondamentale neurotrasmettitore della serenità. Se poi all’ansia si associa anche l’insonnia sono molto utili la valeriana, la passiflora e l’escolzia che, in misura diversa, agiscono sulla durata e sulla qualità del sonno e sulla riduzione dell’ansia. Spesso si assumono in associazione per favorire rilassamento e addormentamento. Ma è importante ricordare che ricorrere solo all’aiuto di una pastiglia di farmaco o integratore non deve essere considerata la soluzione.

Un approccio olistico

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IN CUCiNA

Le fave preziosi gioielli in baccello Si nascondono in un tenero baccello come piccole perle verdissime. Ma basta una leggera pressione delle dita per farle sgusciare fuori dalla loro pellicina: ecco le fave, croccanti e saporite, pronte per essere gustate crude o cotte

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egume eclettico, le fave sono deliziose da gustare in più modi. Quando sono freschissime, basta eliminare la pelle per assaporarle così come sono, magari accompagnate da pecorino fresco o qualche fetta di salame. Sono

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poi disponibili congelate o secche, proprio per poterne godere tutto l’anno. Forse è questa versatilità che ha reso le fave un alimento che fin dalla notte dei tempi ha arricchito i menù, soprattuto dei Paesi meridionali del Mediterraneo.

Erano già presenti, infatti, sulle tavole dell’Antica Roma e della Grecia, e ormai sono diffuse in tutto il mondo. Appartengono alla famiglia delle leguminose e ne esistono tante varietà. Quella da consumare a tavola è la Major, che inizia a far capolino negli orti tra fine Marzo e inizio Aprile, proprio per le festività pasquali. Si consumano i grandi semi schiacciati verde brillante, sgusciati dal baccello e privati della pellicina che li custodisce uno ad uno. Le fave hanno grandi proprietà nutrizionali e salutari oltre al vantaggio di essere molto economiche. Sono generose di ferro, minerali e tante vitamine, in modo particolare se consumate crude. Ma attenzione al favismo! È una controindicazione molto grave che impone di evitare il consumo di fave (ma anche piselli e verbena) alle persone che ne sono affetti. Si tratta di un’anomalia genetica che provoca il deficit di alcuni enzimi e la conseguente compromissione del funzionamento e della sopravvivenza stessa dei globuli rossi. Per tutti quelli che non ne sono affetti, invece, vi suggeriamo di gustarle soprattutto crude, per poterne assaporare appieno il gusto e le proprietà, oppure di assaggiarle in una delle tante preparazioni che le vedono protagoniste. Possono essere un contorno fresco e ricco per formaggi più o meno cremosi e per i salumi, con cui vanno veramente a nozze. Arricchiscono anche i primi piatti, come la pasta fave e pancetta, o le orecchiette fave, asparagi e bottarga. Diventano anche parte integrante di un piatto unico, come il couscous fave e piselli e stracchino o il couscous fave e zucchine e Pecorino (ma potete anche variare il couscous con il tritello di grano, per esempio). Come dicevamo, è poi possibile approfittare delle fave anche in inverno, gustando quelle congelate, oppure quelle secche, dopo averle fatte rinvenire in acqua per una notte. In questo caso, provatele in una crema che accompagna la cicoria saltata in padella, magari il tutto su un bel crostone di pane casereccio bruschettato. Ma vi consigliamo anche di provare a gustare la cosiddetta “favata”. È un piatto tipico sardo golosissimo con le fave (quelle secche ammorbidite in acqua) brasate insieme alle puntine di maiale, le cotiche e delle salamelle. Se, invece, avete il palato più delicato (o magari siete vegetariani) non lasciatevi scappare le tante creme o vellutate di fave fresche, delicate e saporite, magari accompagnate da crostini profumati di erbe aromatiche. Qui accanto, vi suggeriamo una ricetta facile e profumata, per godere appieno della loro freschezza.

La ricetta

Crema di fave aromatica per 2 persone

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In DISPENSA 300 g circa di fave sgusciate fresche (o surgelate) 1 patata olio extravergine di oliva un ciuffo di timo maggiorana e menta freschi sale e pepe Preparazione Portate ad ebollizione 2 litri circa di acqua leggermente salata. Intanto, mondate le fave eliminando il baccello, poi scottate le fave nell’acqua bollente, scolatele (conservando l’acqua di cottura) ed eliminate la buccia di ciascuna fava. Rimettete le fave nell’acqua di cottura, aggiungete la patata pelata e tagliata a pezzetti e coprite con altra acqua, se necessario, quindi cuocete per circa 20 minuti. A cottura terminata, frullate il tutto con il mixer ad immersione fino ad ottenere una crema morbida. Aggiungete le erbe aromatiche tritate grossolanamente e cuocete per altri 5 minuti circa. Togliete dal fuoco la crema di fave, conditela con un filo di olio d’oliva, un pizzico di sale, solo se necessario, una macinata di pepe e guarnite con delle foglioline di erbe aromatiche.

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