VerdEtà 73 - Febbraio 2020

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LA RIVISTA PER I SOCI CHE TI INFORMA E TI CONSIGLIA

Pensionati

n° 73 | Bimestrale | Febbraio 2020 www.pensionati.cna.it

n° 73

I NONNI, "SALVEZZA" PER SETTE MILIONI DI FAMIGLIE SANITÀ, ECCO LE QUATTRO COSE DA FARE ARRIVANO GLI ESOSCHELETRI: SI LAVORA DI PIÙ, SI FATICA DI MENO

MA DAVVERO FINIREMO TUTTI SUI CARBONI ARDENTI? VERDETÁ n° 73 | 1


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n° 73 | Bimestrale | Febbraio 2020

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Sommario EDITORIALE Paginatre di Filippo D'Andrea 3

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SINDACALE Quando i mestieri artigiani erano di moda 4 L'INTERVISTA "Sanità, ecco le quattro cose da fare" Intervista a W. Ricciardi 6 FOCUS ISTAT: i nonni "salvezza" per oltre sette milioni di famiglie 10 INCHIESTA - MA DAVVERO FINIREMO TUTTI SUI CARBONI ARDENTI? Riscaldamento globale 12 Intervista a Mario Tozzi: "Ognuno di noi responsabile di sette tonnellate di emissioni l'anno" 15

Edizioni CNA

Sede ed amministrazione Piazza Mariano Armellini, 9A - 00162 Roma Tel. 06441881 - 0644188800 www.pensionati.cna.it

SINDACALE Piattaforma programmatica CNA Pensionati 18

Direttore responsabile

ATTUALITÀ L'acufene, una patologia da non sottovalutare 22

Direttore Editoriale

LE NOSTRE RICETTE Sugo di cicale 24

Pietro Romano

Filippo D'Andrea (verdeta@cna.it)

Redazione Coordinamento Livia Pandolfi Comitato di redazione Filippo D'Andrea, Giovanni Giungi, Pietro Romano, Livia Pandolfi, Jacopo Basili, Maria Rosa Battan, Andrea Battistoni, Giulio Cesare Brandini, Mario Filippello, Valter Marani, Antonio Mecca, Elena Pezzetta, Maria Francesca Picchio. Progettazione grafica e impaginazione Tiziana Barone (Albavision Srl) www.albavision.eu - info@albavision.it Photo Editor: Adolfo Brunacci (Albavision Srl) Stampa: Postel SpA Via Campobello 43 - 00071 Pomezia (RM)

ATTUALITÀ Arrivano gli esoscheletri 20

SPAZIO DONNA La rivoluzione grigia 26 SPAZIO EPASA Gli ultimi interventi di politica sociale 28 IL RACCONTO Le mani di mia nonna 30 SALUTE PSICOLOGIA - Benefici e scoperte a portata di zampa GERIATRIA - Le cure domiciliari in Italia DIETOLOGIA - Dinner cancelling: moda o scienza? ERBORISTERIA - Come aiutare il cervello ad invecchiare bene

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DAL TERRITORIO 40 LETTERE AL DIRETTORE 46 IL LIBRO DEL MESE 48 RELAX 49 PANTERE GRIGIE 50

Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 405/2006 dell’08/11/2006

2 | VERDETÁ 73 Din°questo numero sono state diffuse 204.900 copie - Stampato su carta riciclata


PAGINATRE

di Filippo D'Andrea

Care Lettrici e Cari Lettori, superata da tempo la pausa natalizia, di questi tempi si comincia a programmare le ferie primaverili e spesso anche quelle estive. Questo, naturalmente ci aiuta da un punto di vista psicologico a superare la stagione più fredda ma serve anche a cogliere migliori opportunità di mercato programmando con largo anticipo i nostri viaggi. Nell’anno in corso abbiamo previsto la realizzazione di un progetto strategico che riguarda proprio il turismo e non solo: Silver Italia. Quella che viene definita l’economia d’argento, infatti, attira ormai sempre più numerosi commentatori. Vogliamo, con il nostro progetto, partecipare alla discussione e dare un contributo concreto per offrire nuovi ed adeguati servizi ai nostri associati. Certo, la silver economy è un tema complesso che riguarda beni e servizi vari: spesso viene ridotta al turismo, ma un’analisi più approfondita ci porta a considerare tutti gli aspetti che coinvolgono una popolazione anziana in aumento. Partiamo da alcuni dati statistici secondo i quali l’Istat ci dice che la popolazione over 65 in Italia è circa il 23% della popolazione totale. Mentre in Europa il dato della Commissione utilizza un parametro diverso, quindi non comparabile: gli over 50 sono il 39% della popolazione della UE. Quindi una prima questione è relativa alla difformità di definizione che riscontriamo a livello europeo alla quale andrebbe data una risposta in termini di armonizzazione. In secondo luogo è evidente che questo fenomeno impone un ripensamento dei meccanismi sui quali si basa la stessa economia. Se è vero, come

scrive la Commissione della UE, che il volume di affari in beni e servizi supera i 4 miliardi di euro sostenendo 78 milioni di posti di lavoro in Europa, ci troviamo di fronte ad un fenomeno con trend di crescita inesorabile. Quindi, è interessante analizzare i due aspetti del fenomeno che più ci interessano: i bisogni degli anziani in termini di servizi legati alla salute, alla non-autosufficienza, all’assistenza domiciliare e secondo aspetto legato invece all’invecchiamento attivo sia dal punto di vista delle attività lavorative sia per la fruizione del tempo libero. Alla luce di queste considerazioni appare del tutto anacronistico il divieto di cumulo tra pensione ed il proseguimento dell’attività lavorativa. Diversi studi dimostrano la longevità delle imprese avviate da over 55 che sono sempre più in aumento. Tuttavia, ci concentreremo in questa prima fase del progetto Silver Italia, sulla fruizione del tempo libero. La Commissione UE indica che nel 2030 saranno 140 milioni gli over 60 che viaggeranno in Europa con domanda di servizi idonei ai loro bisogni: il nostro progetto mira a costruire pacchetti turistici da offrire ai nostri associati su una piattaforma dedicata. In particolare ci riferiremo al turismo esperienziale per godere del nostro territorio, dei sapori e delle tradizioni di cui l’Italia è ricca. Vogliamo lanciare una proposta dedicata a questo mondo per offrire un’alternativa di sistema facendo incontrare domanda ed offerta che sono presenti nell’Associazione nel suo complesso nel quadro di una visione strategica ed onnicomprensiva del ruolo che deve avere CNA pensionati nel futuro prossimo. La sfida è partita. Filippo VERDETÁ n° 73 | 3


SINDACALE

QUANDO I MESTIERI ARTIGIANI ERANO DI MODA E PER ODIARE MANCAVA IL TEMPO Colloquio con il Presidente Nazionale di CNA Pensionati, Giovanni Giungi, alle soglie del nuovo decennio

LIVIA PANDOLFI Tutto si sarebbero aspettati meno che questo. Dopo una vita di lavoro, fatta spesso e volentieri di fatica, notti insonni, preoccupazione, ma anche successi e, poi più tardi, tranquillità finanziaria. Chi poteva immaginare di ritrovarsi alle soglie del 2020 con un mondo carico di odio? Un mondo, insomma, da lasciare più povero ai propri nipoti. “E poi perché?”. Proprio non lo capiscono i pensionati del lavoro autonomo (e non solo per la verità) che si esprimono attraverso le parole del Presidente nazionale della CNA Pensionati Giovanni Giungi. Perché loro sono quelli che hanno sperimentato la solidarietà operaio – padrone, un tutt’uno in azienda a rispettare la consegna, il titolare a sporcarsi le mani come e più dei suoi dipendenti mandati a casa spesso prima di lui con una pacca sulla spalla e un grazie per il lavoro fatto.

Giovanni Giungi 4 | VERDETÁ n° 73

Erano piccoli loro, anche poveri, talvolta, all’inizio. Piccole le aziende. Poco più di botteghe o botteghe nel vero senso della parola. Fatte grandi anche grazie ai pagherò concessi ai clienti, vicini di quartieri, amici di amici, la parola


a garanzia. Fatturati tirati su con gli anni anche con l’ingrediente della solidarietà e il successo raggiunto con la gratitudine degli operai che una mano la ricevevano sempre al momento del bisogno, anche se non si chiamava welfare aziendale. “E adesso? Dove si va adesso con tutto questo livore, con la parola cattiva sempre in tasca, il giudizio stroncante pronto per il prossimo e la vita vista sempre con il bicchiere mezzo vuoto?”. Giovanni Giungi fa fatica a darsi delle risposte in questo inizio decennio carico di scommesse e però già funestato da un’epidemia globale, il Coronavirus, che in fondo suona come un avvertimento a reindirizzarsi verso la cooperazione collettiva e l’aiuto al prossimo. Che il mondo, alla fine della fiera, resta sempre uno solo. 2020 dicevamo. Nuovo decennio. Quello delle intelligenze artificiali, della domotica e della robotica, del Big Data, delle auto elettriche e delle smart city. Quello anche, almeno nel nostro Paese, che non riesce più a fare figli e si appoggia a quei nonni che pensavano di meritarsi una vecchiaia serena senza altre preoccupazioni. Quello che invecchia, con una popolazione italiana che ingrassa le fila degli ultrasessantacinquenni e i pensionati destinati a vivere sempre più a lungo. “Il problema però – chiarisce Giungi – è che non basta vivere più a lungo ma occorre anche vivere dignitosamente, in salute e senza oltrepassare la soglia della povertà, come purtroppo succede oggi troppo spesso”. “Le pensioni minime sono basse - aggiunge - e con il mondo del lavoro così precarizzato e connotato da bassi salari (e quindi contributi) la situazione non è destinata a migliorare. A queste persone, quelli che vivono con un reddito minimo, va dato un aiuto. Va bene sostenere con sgravi fiscali il lavoro dipendente, ma non bisogna dimenticare che ci sono anche i pensionati. Questi ultimi vanno sostenuti con una estensione della quattordicesima sia nella platea dei beneficiari che nell’entità dell’assegno.

Basta? Non del tutto. “Credo sia giusto – continua Giungi - equiparare la no tax area dei pensionati a quella del lavoro dipendente, quindi da 8 a 10mila euro. E, infine, ma non per ultimo, i pensionati devono essere messi al centro del dibattito politico, anche regionale, dove si gestisce la sanità. Noi, numericamente sempre più di peso, saremo gli attori principali della cosiddetta silver economy ovvero siamo e saremo sempre di più una grossa fetta di consumatori sui cui orientare i consumi e quindi la produzione di beni e servizi”. Tutto questo, però, e il Presidente di CNA Pensionati Giovanni Giungi ci tiene a precisarlo, non va mica fatto in conflitto e a scapito delle nuove generazioni. “La cattiveria di oggi fra uomo e uomo, razze diverse, generazioni o semplicemente appartenenti a l'una o l’altra parte politica proprio non la capisco – dice – noi sì che abbiamo passato nel dopoguerra periodi neri ma mai ci siamo abbandonati a un tale disprezzo reciproco fra chi la pensa diversamente da se stessi. Il modo migliore per andare avanti, crescere, migliorare, invece, è sempre stata la cooperazione”. Sembra facile. Provare per credere aprendo un social qualunque. “Questa storia dell’odio, che si sta trasformando di nuovo in odio sociale e raziale, è stata lasciata andare sin troppo – insiste Giungi – sono convinto che noi pensionati artigiani dovremmo piuttosto farci promotore di un’azione forte per far dialogare giovani e anziani con un recupero culturale dei nostri mestieri”. “Fare il meccanico come me, il pizzaiolo, l’idraulico, la sarta, il calzolaio non è affatto male – conclude - io dico: molto meglio che consegnare pizze in bicicletta. Il recupero del valore dei mestieri artigiani e la loro appetibilità agli occhi dei ragazzi, dovrebbe essere una missione da portare avanti dalle famiglie, dalle istituzioni, dalle scuole e anche dalle organizzazioni come CNA Pensionati, magari con una Legge nazionale che aiuti allo scopo. Oggi più che mai bisogna tornare a darsi una mano l’un l’altro”.

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L'INTERVISTA

SANITÀ, ECCO LE QUATTRO COSE DA FARE L’esperto Walter Ricciardi: “Basta chiacchiere e buoni propositi: servono azioni concrete e 13 miliardi di euro in investimenti pubblici. Va pensato un nuovo welfare”

LIVIA PANDOLFI Quaranta miliardi di spesa sanitaria privata. E’ questa la sirena d’allarme che ci indica un Sistema sanitario nazionale ormai malato. Non ancora terminale ma certamente sotto blanda e insufficiente terapia, dal momento che anche quest’anno, seppure con una inversione di tendenza dal passato, i soldi impiegati per il Grande Malato Nazionale sono solo 2 miliardi in più. Non molto, se si considera che negli ultimi 10 anni sono stati tolti a ospedali, ambulatori, medici e personale sanitario ben 36 miliardi di euro.

mondiale della Sanità nel triennio 2017-2020 e Presidente del Mission Board for Cancer, istituto della Commissione europea.

Oggi manca tutto: medici, infermieri, nuovi macchinari. Qualche volta persino garze e siringhe. Soprattutto al Sud. Perché la sanità italiana è una sanità a macchia di leopardo con il Meridione totalmente in bianco. Attualmente, per dirne urna, è il Policlinico Gemelli di Roma ad ospitare i malati calabresi, detenendo il singolare primato di primo ospedale della Calabria per numero di degenze.

Risposta. Questa è una fotografia che confermo, anzi aggiungo che il nostro SSN è carente anche nella gestione della cronicità, ossia per le malattie croniche di cui sono protagonisti soprattutto gli anziani.

La diagnosi del Grande Malato la chiediamo perciò a un vero e proprio luminare in materia: Walter Ricciardi Professore ordinario di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica all’Università Cattolica. Già presidente dell'istituto Superiore di Sanità, Ricciardi è anche rappresentante per l’Italia nell’Executive Board dell’Organizzazione 6 | VERDETÁ n° 73

Domanda. Il sistema sanitario italiano sembra funzionare a intermittenza. E’ ancora efficiente solo per la fase acuta delle malattie e invece non regge più per la diagnostica e la prevenzione, tanto che gli italiani sono costretti a rivolgersi ai privati per esami come la mammografia o la colonscopia. Le risulta?

D. E come se ne esce? R. Se ne esce non soltanto a parole ma con atti concreti. Intanto bisogna rimetterci i soldi. In 10 anni sono stati tagliati al SSN ben 36 miliardi di euro. Inoltre sono usciti, perché non rimpiazzati, 50mila addetti, ossia personale sanitario. In alcune regioni l’esodo è stato massiccio: la Campania ne ha persi 10mila, il Lazio 9mila. Servono, quindi nuovi investimenti, subito.


D. Mancano i medici in Italia? R. No i medici ci sono. Anzi sono giovani e bravi. Tuttavia in passato una cattiva programmazione e scarsi finanziamenti hanno impedito loro di accedere alle specializzazioni. Ad esempio oggi ci sono 17mila giovani medici che si trovano in un vero e proprio imbuto formativo. Serve un Piano straordinario.

varare provvedimenti utili solo dal punto di vista elettorale. Mi riferisco a Quota 100, molto costosa e a vantaggio di poche migliaia di persone e poi al reddito di cittadinanza che distribuisce risorse senza neanche creare un posto di lavoro, per altro abituando malamente i più giovani ad avere un reddito destinato prima o poi a finire perché se il paese fallisce non avremo più nulla da dare. Non è così che si costruisce il futuro di una Nazione.

D. In che consiste?

D. E come allora?

R. Bisogna assumere i medici già specializzati, rimpiazzando i vuoti enormi che ci sono nel servizio sanitario nazionale. I nostri medici già specialisti molto spesso lavorano in condizioni di precariato o sono all’estero. Ogni anno ne perdiamo 2.000, professionisti che tornerebbero di corsa in Italia, soprattutto coloro che lavorano in Inghilterra in virtù della situazione spiacevole della Brexit.

R. Prima tutelando i giovani, investendo sul sistema di istruzione, poi gli anziani difendendo il Sistema sanitario nazionale.

D. Questa è la priorità? R. E’ una delle quattro necessarie: abbiamo bisogno di finanziare adeguatamente il SSN, poi di assumere personale e infine gestirlo adeguatamente. Del resto è successo molto spesso che le strutture pubbliche non siano state gestite in maniera meritocratica, anzi la gestione manageriale è stata affidata a persone che erano molto più fedeli politicamente che capaci.

D. Il modello di welfare in Italia non regge più. La popolazione invecchia con gli over 65 in avanzata dal 22% attuale verso il 30% fra 10-15 anni. Cambia la struttura delle famiglie: pochi figli fatti in età matura e non accuditi da nonni che ancora lavorano e anziani sempre più esposti alla non autosufficienza. Che si fa? R. Il modello di welfare va rimesso al centro delle decisioni politiche, cosa che non succede più da 50 anni. C’è una diminuzione epocale della fertilità e contemporaneamente un aumento epocale

D. La quarta? R. Avviare un ammodernamento delle strutture sanitarie italiane, a partire dalle mura, per poi passare alle attrezzature, oggi molto spesso diventate obsolete e non più adeguate dal punto di vista tecnico. D. Professore quanto serve per finanziare questo Piano di ammodernamento o forse di salvataggio del SSN? R. Per cominciare servono 13 miliardi di euro, ma nei prossimi 3-5 anni. Soldi assolutamente disponibili soprattutto se si inizia a evitare di

Walter Ricciardi VERDETÁ n° 73 | 7


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CORONAVIRUS, ALLARME O PANICO? Mentre scriviamo dilaga in Cina la terribile epidemia di Coronavirus, al momento lasciandoci al riparo con una manciata di casi. La speranza è che la pandemia, che per sua natura farà il giro del mondo (perché nella storia è sempre successo e non c’è aeroporto chiuso che tenga), arriverà qui depotenziata magari da una primavera precoce nemica del virus o da un farmaco efficace, scoperto tale nelle prossime settimane mentre questo numero è, prima in stampa, poi in viaggio verso i lettori di VerdEtà. L’auspicio è proprio questo perché altrimenti il nostro SSN sarà sottoposto a un’onda d’urto fortissima e senza precedenti, sia per impiego di sanitari che per necessità di posti letto, oggi assai esigui soprattutto nelle regioni del Sud. “Al momento, e spero si continui così – spiega Ricciardi - l’epidemia da Coronavirus è sotto controllo Tuttavia siamo ancora nel mese di febbraio e il virus da noi praticamente non è arrivato, se non in casi sporadici che lo hanno trasportato dalla Cina. Quello che ho consigliato nelle scorse settimane agli anziani è di fare il vaccino antinfluenzale, dal momento che si ha solo al 50% della copertura fra gli ultra sessantacinquenni. Un consiglio, questo che resta valido anche più avanti. Il motivo è semplice: non si potranno confondere i sintomi, febbre alta, malessere generale e problemi respiratori. Per il resto occorre intensificare le misure di igiene personale: lavarsi le mani e evitare, se possibili, viaggi a lungo raggio”.

delle aspettative di vita. Il problema è che di tutto questo non si parla. L’unica cosa fatta in Italia è stata garantire la spesa pensionistica. Ma mi chiedo: che senso ha avere una buona pensione se poi la debbo spendere tutta in assistenza? D. Già che senso ha? R. Nessuno. E allora o gli italiani decidono di cambiare le cose votando per forze politiche che vogliono affrontare questi problemi o essi si riverseranno sulle classi sociali più deboli, anziani stessi in primis. Occorre un’alleanza fra cittadini e politica. D. Quindi va pensato un welfare nuovo? R. Necessariamente. Ma va pensato con un Patto intergenerazionale che da una parte consenta ai

giovani di lavorare di più e meglio, producendo ricchezza, e dall’altra garantisca agli anziani di essere assistiti. D. Il mondo delle rappresentanze come CNA Pensionati può svolgere un ruolo attivo da questo punto di vista? R. Ma certo. Anzi, le parti sociali devono dare delle spinte positive cercando di appoggiare coloro che vanno nella direzione di queste scelte. La priorità è la messa al centro della persona e delle sue esigenze nelle diverse fasce di età: per i giovani dare prospettive di lavoro, crescita, creazione di una famiglia e per le persone anziane stare tranquille affinché le tasse che hanno pagato per una vita vengano restituite loro sotto forma di servizi. Ma se questo non succede allora non potrà che determinarsi un aumento enorme delle disuguaglianze.

LISTE D’ATTESA, ECCO CHE FARE “Investire, assumere, gestire, riqualificare le infrastrutture edilizie e sanitarie riduce anche le liste di attesa. In fondo esse sono frutto anche e soprattutto di quella cattiva gestione che rimane un nostro forte tallone d’Achille. Molto spesso le liste sono controllate a livello regionale, spesso anche locale, con criteri diversi. Il risultato è quello di avere una vera e propria ‘arlecchinata’ su tutto in territorio che penalizza le zone più deboli. Il problema, secondo me, dovrebbe essere affrontato a livello nazionale e solo dopo localmente evitando assolutamente la frammentazione. Infine c’è anche la questione delle eccessive o sbagliate prescrizioni mediche che intasano gli ambulatori e allungano le liste stesse, anche qui si può agire con maggiore efficacia”. VERDETÁ n° 73 | 9


FOCUS

ISTAT, I NONNI ‘SALVEZZA’ PER OLTRE SETTE MILIONI DI FAMIGLIE

ANDREA PALAZZO

Per oltre 7 milioni di famiglie in Italia sono le pensioni dei nonni a rappresentare più dei tre quarti del reddito familiare disponibile. Un aiuto indispensabile che si traduce in un vero e proprio paracadute nel 21,9% dei casi laddove le prestazioni previdenziali dei Pensionati sono l'unica fonte monetaria di reddito. La testimonianza degli over 65 come ‘ancora di salvezza’ arriva dal Rapporto Istat “Condizioni di vita dei pensionati anni 2017-2018”. Si legge nel Rapporto, inoltre, che “la presenza di un pensionato all’interno di nuclei familiari vulnerabili (genitori soli o famiglie in altra tipologia) consente quasi di dimezzare l’esposizione al rischio di povertà . Quanti sono e dove vivono. I Pensionati nel nostro Paese sono circa 16 milioni. Più di un terzo vive in coppia senza figli e il 27,4% da solo. È invece più contenuta la percentuale di Pensionati che vivono in coppia con figli (18,8%) o in altra tipologia (9,5%), cioè in famiglie con membri isolati o composte da più nuclei, oppure in famiglie di genitori soli (8,8%). Il tasso di pensionamento più elevato al Nord (262 Pensionati ogni 1.000 abitanti), scende nel Mezzogiorno (257) ed è in assoluto più basso al Centro (253). Per uno su tre meno di mille euro al mese. L’importo medio lordo dei singoli trattamenti nel 2018 non supera i 500 euro mensili per le pensioni assistenziali e ammonta a quasi 1.469 euro per quelle di vecchiaia. Tuttavia più di un pensionato su tre, il 36,3% del totale, riceve ogni mese meno 10 | VERDETÁ n° 73

di 1.000 euro lordi. Addirittura per il 12,2% non si superano assegni da 500 euro. Un pensionato su quattro si colloca, invece, nella fascia di reddito superiore ai 2.000 euro. Il divario di genere è a svantaggio delle donne che sono la maggioranza sia come percettrici di pensioni (55,5%) sia come pensionate (52,2%) ma ricevono il 44,1% della spesa complessiva. In meno continuano a lavorare. I pensionati che percepiscono anche un reddito da lavoro diminuiscono anche nel 2018, soprattutto nelle regioni centro-meridionali. Si tratta di uomini in quasi otto casi su dieci. La metà dei pensionati occupati ha al massimo la licenza media, uno su quattro è in possesso di un diploma. Il segmento dei laureati, oltre un quinto del totale, è l’unico in aumento rispetto sia all’anno precedente sia al 2011. I pensionati che lavorano sono più spesso impiegati in agricoltura - con un’incidenza quattro volte superiore rispetto al totale degli occupati e nel commercio. Nel settore istruzione e sanità e nell’industria in senso stretto, al contrario, l’incidenza è invece minore.


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l'inchiesta MA DAVVERO FIN RISCALDAMENTO GLOBALE, TUTTA LA VERITÀ SULL’ALLARME CAMBIAMENTO CLIMATICO LIVIA PANDOLFI

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NIREMO TUTTI SUI CARBONI ARDENTI? Ce lo siamo chiesto in tanti. Stiamo davvero infilzando la terra su uno spiedo? Greta Thumberg ce lo ha gridato in faccia con tutta la veemenza dei suoi 16 anni. Secondo la moderna vikinga, paladina del Friday for future, sì stiamo bruciando proprio come ha dimostrato plasticamente l’immagine dell’Australia letteralmente al rogo. Poi però ci siamo sentiti rassicurati quando Donald Trump, il colorito Presidente USA, lo ha ribadito fuori dei denti: “La terra brucia? Fesserie…”. Alcuni commentatori, o anche gente comune, infatti, sono propensi a pensare che si tratti di un’esagerazione, che il clima terrestre cambi in base a tanti fattori non controllabili (non ultima l’attività del sole), che ci sono state piccole glaciazioni persino nel vicino XVI secolo e che l’uomo poco può fare per cambiare la faccenda clima terrestre. Ma come stanno veramente le cose? Innanzitutto c’è da dire che è molto difficile modificare i propri comportamenti. E che negare la realtà, in una situazione di grande difficoltà, è e rimane sempre molto umano. La storia è piena di Titanic diritti verso l’Iceberg senza fare una piega, pur avvistando il pericolo. La buona notizia è che il nostro timone, la scienza

moderna, è in grado di fare due conti, di prevedere cosa verosimilmente succede se l’uomo non smette di intasare l’atmosfera di emissioni e a cosa corrisponde una crescita della temperatura globale nei prossimi decenni di 1°, 2° persino di 3° o 4° tondi. La cattiva notizia è che i capitani coraggiosi in grado di virare rotta, ovvero i governi della terra, non hanno al momento alcuna intenzione di farlo. O almeno non sembrano muoversi affatto. Ma andiamo per ordine. Un fatto sicuro è che l’attività dell’uomo sulla terra inquina. Genera Co2 la combustione di carbone, petrolio e gas, ma anche il metano. In questo modo si altera il cosiddetto bilancio energetico del pianeta, si produce un aumento ingente di gas serra nell’atmosfera e si altera inesorabilmente la temperatura terrestre. Generiamo Co2 per produrre materie prime e per scaldarci, per muoverci, produrre cibo e fare attività agricole. Persino gli allevamenti intensivi sono responsabili di emissioni di metano e protodossido di azoto. Nell’ultimo prospero secolo dell’uomo le temperature sono aumentate di 1 grado. Tanto ci è costata la terza rivoluzione industriale. Il mondo occidentale, e poi recentemente anche una parte di quello orientale, ha conosciuto

CLIMA, SENZA VINO CON QUATTRO GRADI IN PIU’ Lo assicurano i ricercatori della National Accademy of Science: con un serio riscaldamento globale le terre da vigneto si estingueranno. Sono state 11 le varietà esaminate di uva e vino dagli scienziati. Risultato? Con un riscaldamento globale di 2 gradi andranno in malora il 56% dei terreni adatti alla coltivazione vitivinicola. Con 4 gradi in più invece potremmo scordarci l’85% delle terre da vigneto. La soluzione sarebbe, secondo lo studio, adattare la viticoltura al riscaldamento, il che permetterebbe di perdere solo il 24% del buon vino che noi conosciamo. Insomma di questo passo finiremo arrosto e per di più del tutto sobri o al limite con la sola compagnia di qualche porcheria poco differente dall’aceto

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l'inchiesta MA DAVVERO FIN sviluppo e benessere. Ci siamo industrializzati, siamo andati sulla luna prima e nello spazio poi, abbiamo affrontato il consumismo di massa. Ci siamo viziati, impigriti, superalimentati, coccolati in ogni modo possibile. A quale prezzo? Abbiamo gettato le basi, continuando così, per l’aumento di 3 o 4 gradi della temperatura terrestre di qui al 2050. Il che comporterà desertificazione, ondate di calore e siccità, disastri climatici, aumento del livello del mare con conseguente scomparsa di km di coste e quindi di città che noi oggi conosciamo. Un esempio? La nostra Venezia diventerebbe una città sottomarina, altro che Mose. Fra un mezzo grado e l’altro c’è una differenza sostanziale tipo l’estinzione o meno di una specie animale. Non è tutto. L’organizzazione mondiale della sanità stima che nei prossimi 10 anni i cambiamenti climatici causeranno oltre 250mila morti per patologie varie. Alte temperature, ad esempio, sono correlate all’aumento di insetti, spesso veicoli di malattie infettive. Le grandi siccità nella storia, infine, hanno da sempre causato, oltre che morti, grandi flussi migratori. La Banca mondiale conta che entro il 2030 il riscaldamento globale potrebbe far spostare fino a 100 milioni di persone. E allora che si fa? Al momento, sfuriate di Greta a parte, si è deciso ben poco. La scienza, appunto, è in grado di spiegarci cosa si dovrebbe fare. Che poi in una parola è smettere di inquinare. Il che non è affatto semplice perché si tratta di fermare le emissioni globali cercando di non far superare l’aumento della temperatura terrestre, da qui al 2050, di 1 grado, 1 grado e mezzo. In buona sostanza bisogna evitare sempre di più di usare i combustibili fossili fino a azzerane quasi l’uso. Ne saremo capaci? Risposte buone non ce ne sono. Come per tutte le faccende della vita 14 | VERDETÁ n° 73

tutt’è prenderne coscienza davvero, accettarne il sacrificio, l’impegno e infine incominciare. Le soluzioni nuove e le rivoluzioni radicali, molti studi lo testimoniamo, potrebbero tuttavia portare anche grandi benefici al momento non del tutto quantificabili. Un Rapporto del Global center of adaptation, per la verità, stima che se investissimo 1,8 trilioni di dollari a livello globale da qui al 2030 per misure di adattamento al cambiamento climatico, avremmo un ritorno fenomenale: 7,1 trilioni di dollari in termini di benefici netti totali. Come si dice allora. Avanti tutta che la terra scotta sotto i nostri piedi.

L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO, ANCHE A BASSI LIVELLI, NUOCE ALLA SALUTE DEGLI ANZIANI Lo ha fatto sapere un recente studio dell’Università di Sidney pubblicato sulla celebre rivista The Lancet: a bassi livelli di inquinamento ci si può ammalare lo stesso. A soffrirne sarebbe il cuore, soprattutto negli anziani. Sembra che l’esposizione alle polveri sottili aumenterebbe la probabilità di arresto cardiaco. I risultati dello studio sono stati desunti da una osservazione lunga due anni dei dati medici di emergenza in Giappone correlati ai registri sull’inquinamento atmosferico da particolato dello stesso paese. Il particolato è fatto di polvere, sporco, fuliggine e fumo che viaggia in aria attraverso goccioline e che va infilarsi diritto nei polmoni creando danni non da poco. Si è scoperto che ogni 10 microgrammi per aumento di metro cubo di PM2.5 (un particolato molto sottile) c’è un aumento di 1-4% di arresti cardiaci. Per i pazienti over 65 esiste inoltre, per i ricercatori, una correlazione fra esposizione al PM2.5 e l’arresto cardiaco.


NIREMO TUTTI SUI CARBONI ARDENTI?

CLIMA, OGNUNO DI NOI RESPONSABILE DI SETTE TONNELLATE DI EMISSIONI L’ANNO ANDREA PALAZZO Andare a piedi e lasciare qualche volta al supermercato le nostre amate bistecche. Abbandonare la comodità dell’aereo e viaggiare, qualche volta, con il caro vecchio treno. Magari quello ad alta velocità. Potrebbe essere questa la nostra buona azione quotidiana per dare una mano al mondo in cui viviamo. E a non contribuire, nel nostro piccolo, al riscaldamento globale. Ci sembrerà incredibile ma è così. I piccoli gesti potrebbero fare la differenza e anche una buona cultura sul tema. Cosa sta succedendo al nostro pianeta e come intervenire per salvaguardarlo lo spiega a VerdEtà Mario Tozzi, geologo e saggista italiano, volto noto al grande pubblico per il suo ruolo di divulgatore scientifico nelle trasmissioni televisive. Domanda. Dopo aver faticato per entrare nell’agenda dei media, oggi - per fortuna - si parla molto del tema ambiente, soprattutto in virtù dei recenti fatti di cronaca: dall’Amazzonia all’Australia. E poi c’è il fenomeno Greta Thunberg, bandiera di una rinnovata coscienza ambientalista dei giovani, che segnala la necessità di un cambiamento e una scarsa risposta da parte dei Governi. Prof. Tozzi, secondo Lei come stanno davvero le cose e siamo in emergenza? E se sì, cosa si sta facendo a livello internazionale?

Mario Tozzi VERDETÁ n° 73 | 15


l'inchiesta MA DAVVERO FIN Risposta. L’emergenza c’è, se qualcuno non lo percepisce è chiaramente un problema di comunicazione. Il problema numero uno è il cambiamento climatico, un problema prettamente scientifico che di conseguenza va affrontato da un punto di vista scientifico. Tutti gli studiosi del settore sono concordi: il clima sta cambiando in maniera anomala e accelerata rispetto al passato e questo dipende dalle azioni degli uomini. Purtroppo non si sta facendo proprio nulla. Tutto quello che si prospetta sono soltanto tentativi di soluzione a lungo termine, con accordi su base volontaria che contano come l’aria che passa: zero. C’è un grande piano dell’Unione Europea per la riconversione ecologica ma dobbiamo vedere quando entrerà in campo. Il nostro Governo fa il suo ma sono palliativi. Non si fa nulla di quello che si dovrebbe fare: un accordo obbligatorio internazionale per contrastare le emergenze come il cambiamento climatico. La colpa è anche dei mezzi di comunicazione che inducono a pensare che ci siano posizioni diverse tra gli scienziati. In verità gli scienziati competenti in materia dicono che è anche troppo tardi per perdere tempo. D. Assodata l’emergenza, come mai i Governi non fanno nulla? R. Perché agire in tal senso costerebbe in termine di consenso. Sarebbe necessario prendere provvedimenti impopolari. Pensi invece che da noi si protesta già se si chiudono i centri storici al transito delle auto. D. Venendo proprio all’Italia, quali sono le emergenze ambientali di cui dovremmo preoccuparci maggiormente oggi nel nostro Paese?

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R. Sono le stesse che sono presenti a livello globale. Il nostro Paese, trovandosi a metà strada tra le fasce di desertificazione e al di fuori della zona del caldo nell’area di tropicalizzazione del nord, si trova in una posizione di cerniera. Se parliamo di clima l’Italia subisce più degli altri Stati rischiando di vedersi spaccata in due. Anche qui da noi la registrazione più sintomatica del cambiamento climatico la abbiamo nelle perturbazioni metereologiche che sono diventate tutte più frequenti e più violente, fuori stagione e fuori dalle zone dove avvenivano un tempo. D. Secondo il Rapporto Eurispes 2020 la tutela dell’ambiente è la terza preoccupazione degli italiani (dietro disoccupazione e tasse). Cosa possiamo fare allora nella vita di tutti i giorni, nel nostro piccolo, per la salvaguardia dell’ambiente? R. Si tratta di dati e preoccupazioni che, purtroppo, non vediamo tradotti in comportamenti virtuosi. In ambito climatico ogni italiano emette circa 7 tonnellate di anidride carbonica all’anno. Se abbandonasse l’automobile, evitasse un viaggio areo intercontinentale all’anno ed eliminasse la carne dalla sua alimentazione ridurrebbe di circa la metà le emissioni. Basterebbe fare questo. Certamente c’è una buona prassi di piccole azioni quotidiane da rispettare, come la chiusura dei rubinetti dell’acqua o spegnere la luce, che però non risolvono il problema di fondo. Più che piccoli gesti servono grandi gesti. Costruiamo dappertutto senza tener conto di quello che dice il territorio e poi ci lamentiamo se arriva un’alluvione: semplicemente non concedendo condoni edilizi o decidendo di non costruire abusivamente avremmo risolto la metà dei nostri problemi. L’Italia è talmente costruita che il problema più grave, a mio avviso, è proprio l’uso del territorio.


NIREMO TUTTI SUI CARBONI ARDENTI? D. Per concludere, qual è secondo Lei l’apporto che il mondo associativo può dare in Italia per una maggiore sensibilizzazione sul tema della tutela ambientale? E in particolare organizzazioni come CNA Pensionati, dal punto di vista culturale in riferimento al proprio target di persone over65, come possono agire in positivo sul tema?

Ognuno poi può decidere autonomamente come comportarsi ma è essenziale che le realtà associative facciano sapere al maggior numero possibile di persone che il cambiamento climatico dipende da noi e porta a queste conseguenze.

R. Intanto direi che gli over 65 e i Pensionati rappresentano la fascia con capacità di spesa più limitata rispetto ad altre fasce anagrafiche, sono meno responsabili del degrado anche perché spesso privi di un’educazione ecologica che invece solo oggi è presente nelle scuole. Proprio per questo il ruolo del mondo associativo e di realtà come CNA Pensionati può essere importantissimo nel fare informazione. Può aiutare a scegliere le notizie vere da quelle false. Deve dire ai propri Associati dove prendere le informazioni: solo da siti certificati e da coloro che hanno una realtà di fatto dietro le opinioni.

LE CATASTROFI PIÙ RECENTI Amazzonia. Quasi 100mila gli incendi nella foresta amazzonica del Brasile, causati anche da una massiccia opera di disboscamento per una perdita di 12 milioni di ettari di verde. Australia. A causa degli spaventosi roghi che hanno colpito il paese nel 2019 sarebbero deceduti 1 miliardo di animali e aumentato drasticamente il rischio estinzione per i koala. Giappone. Lo scorso ottobre la regione di Kanto in Giappone è stata spazzata dal tifone Hagibis: il più potente degli ultimi 60 anni. Terribile il bilancio con 74 morti accertati. Mozambico. Dal ciclone Idai a Kenneth, in Mozambico hanno perso la vita più di 1000 persone e i cicloni sono costati, secondo una stima, circa 2 miliardi di dollari di danni. Stati Uniti. Dalla California all’Arizona, anche gli USA a fine 2019 sono stati colpiti da una serie di incendi (Easy Fire - Getty Fire - Kincade Fire) con migliaia di persone evacuate.

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SINDACALE

PIATTAFORMA PROGRAMMATICA CNA PENSIONATI E LEGGE DI BILANCIO 2020: PRIMI RISULTATI OTTENUTI Diverse misure della Legge di Bilancio 2020, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre scorso, ricalcano in pieno alcune proposte avanzate nella Piattaforma Programmatica di CNA Pensionati (che potete consultare sul sito www.pensionati.cna.it)

JACOPO BASILI Quelli che trovate nella tabella affianco sono i provvedimenti più incisivi presenti nella Legge di Bilancio 2020 e che riguardano il mondo dei pensionati. Ma per le famiglie composte o in cui sono presenti pensionati è solo un primo passo, infatti devono continuare ad essere tutelate. Tutte le statistiche confermano come i nuclei in cui è prevalente il reddito da pensione contrastino efficacemente la povertà e siano un baluardo della coesione sociale. Proprio per questo, lo scorso 27 gennaio è stato aperto al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il tavolo di confronto con i corpi intermedi sul tema della riforma del sistema previdenziale e della spesa pensionistica. Sono state istituite diverse commissioni tecniche, che lavoreranno parallelamente al tavolo di confronto con le parti sociali, insieme ad un nucleo di esperti.

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Le priorità definite sono le seguenti: • Pensione di garanzia per i giovani per limitare gli svantaggi del sistema contributivo • Reddito dei pensionati: analisi della questione fiscale anche per i pensionati • Flessibilità in uscita: definire tempi e modalità • Pensione complementare Anche il tema della non-autosufficienza e della necessità di una legge organica verrà affrontato in concerto con il Ministero della Salute. In questo scenario, la piattaforma programmatica di CNA Pensionati continuerà ad essere la “cornice” che contestualizza le proposte dell’Associazione e la “bussola” che orienta le priorità da perseguire. Vi terremmo sicuramente aggiornati sugli esiti di questo confronto con i prossimi numeri di VerdEtà.


PROBLEMA

RISULTATO

RIFERIMENTO

RINCARO GENEREALIZZATO DELLA SPESA PER CONSUMI

STERILIZZAZIONE DELLE CLAUSOLE IVA E DELLE ACCISE PER CIRCA 23 MILIARDI DI EURO

ART. 1, comma 2 “Legge di Bilancio 2020”, Legge 27 Dicembre 2019, n. 160 Pubblicata in G.U. 30 Dicembre 2019 [entrata in vigore il 31/12/2019]

MANCATA COPERTURA TOTALE DEGLI ASSEGNI PENSIONISTICI RISPETTO ALL’ANDAMENTO DELL’INFLAZIONE

ESTENSIONE DELLA RIVALUTAZIONE AUTOMATICA DEI TRATTAMENTI PENSIONISTI AL 100% FINO A PENSIONI 4 VOLTE LA MINIMA, OVVERO CIRCA 2.052 EURO MENSILI

ART. 1, comma 477 e 478 “Legge di Bilancio 2020”, Legge 27 Dicembre 2019, n. 160 Pubblicata in G.U. 30 Dicembre 2019 [entrata in vigore il 31/12/2019]

INSUFFICIENZA DI RISORSE PER LA DISABILITÀ E LA NON AUTOSUFFICIENZA

ISTITUZIONE DI UN NUOVO FONDO DENOMINATO “FONDO PER LA DISABILITÀ E LA NON AUTOSUFFICIENZA” CON UNA DOTAZIONE PARI A 29 MILIONI DI EURO PER L’ANNO 2020, A 200 MILIONI PER IL 2021 E A 300 MILIONI A DECORRERE PER IL 2022. INCREMENTO DI 50 MILIONI DI EURO PER L’ANNO 2020 DEL “FONDO PER LE NON AUTOSUFFICIENZE”

ART. 1, comma 330 e 331 “Legge di Bilancio 2020”, Legge 27 Dicembre 2019, n. 160 Pubblicata in G.U. 30 Dicembre 2019 [entrata in vigore il 31/12/2019]

COSTO ECCESSIVO DEI SERVIZI E DELLE PRESTAZIONI DEL SSN

ABOLIZIONE DEL SUPERTICKET DAL 1 SETTEMBRE 2020, PER UN COSTO DI 185 MILIONI € NEL 2020 E 554 MILIONI € A REGIME

ART. 1, comma 446 e 447 “Legge di Bilancio 2020”, Legge 27 Dicembre 2019, n. 160 Pubblicata in G.U. 30 Dicembre 2019 [entrata in vigore il 31/12/2019]

ARRETRATEZZA E SCARSITÀ DELLE STRUMENTAZIONI MEDICHE

INVESTIMENTI PER ACQUISTO APPARECCHIATURE UTILI PER LE PRESTAZIONI DEI MEDICI DI BASE E DI MEDICINA GENERALE, COME ECOGRAFI, ELETTROCARDIOGRAFI, SPIROGRAFI E ALTRE DOTAZIONI PER 235 MILIONI €

ART. 1, comma 449 e 450 “Legge di Bilancio 2020”, Legge 27 Dicembre 2019, n. 160 Pubblicata in G.U. 30 Dicembre 2019 [entrata in vigore il 31/12/2019]

RIQUALIFICAZIONE EDIFICI OSPEDALIERI E SANITARI

SBLOCCO RISORSE PER INVESTIMENTI IN EDILIZIA SANITARIA PER 1.5 MILIARDI €

ART. 1, comma 81 e 82 “Legge di Bilancio 2020”, Legge 27 Dicembre 2019, n. 160 Pubblicata in G.U. 30 Dicembre 2019 [entrata in vigore il 31/12/2019]

SOTTOFINANZIAMENTO SSN

INCREMENTO DELLE RISORSE DEL FONDO NAZIONALE SANITARIO DI 2 MILIARDI DI EURO PER IL 2020 E 1.5 PER IL 2021

P. 8 CSR Rep. N. 209 18Dic2019, “PATTO PER LA SALUTE 2019/2021”, 18 Dicembre 2019

COSTO ECCESSIVO DEL CANONE RAI

CONFERMA DELL’ESENZIONE DEL CANONE RAI PER GLI OVER 75 NON CONVIVENTI SE IN POSSESSO DI UN REDDITO INFERIORE AGLI 8.000 EURO ANNUI, CIRCA 635 € MENSILI (COMMA 355)

ART. 1, comma 335 “Legge di Bilancio 2020”, Legge 27 Dicembre 2019, n. 160 Pubblicata in G.U. 30 Dicembre 2019 [entrata in vigore il 31/12/2019]

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ATTUALITÀ

ARRIVANO GLI ESOSCHELETRI: SI LAVORA DI PIÙ MA SI FATICA MENO VITTORIO DI GUILMI

L’età media e quella pensionabile si allungano sempre più, non solo in Italia, e allora arrivano gli esoscheletri. Introdotto per la volta in ambito militare nel 1965, si tratta di un apparecchio cibernetico esterno (da qui il prefisso eso) in grado di potenziare le capacità fisiche di chi lo utilizza. Una sorta di “muscolatura artificiale”, per capirci meglio, un “aiutino” che ci permette di 20 | VERDETÁ n° 73

lavorare di più (più a lungo, è bene specificare) faticando di meno. Negli ultimi anni il dispositivo si sta diffondendo soprattutto nel mondo dell’industria, supportando l’operatore e migliorando la qualità del lavoro. Nel 2018 sono state vendute oltre 7 mila unità in ambito manifatturiero, ma il


potenziale di richiesta del mercato sarebbe di 60 mila unità per tutte le tipologie, con un tasso di crescita previsto di oltre il 50% dal 2019 al 2024. Secondo le proiezioni dell’Ifr (la federazione internazionale della robotica), entro quest’anno gli esoscheletri arriveranno a toccare le 10 mila unità. In Giappone il governo sta pensando di spostare a 70 anni l’età per andare in pensione, attualmente fissata a 65. Questo perché il Paese del Sol Levante da qualche anno fa i conti con un drastico invecchiamento demografico, con gli “over 65” che rappresentano circa il 28,4% della popolazione (primato mondiale) e secondo le previsioni raggiungeranno addirittura il 40% entro il 2060. Così, con la forza lavoro che invecchia e il ridotto ricambio generale, entra in gioco la tecnologia e in particolare l’affascinante e un po’ inquietante mondo della robotica. Sempre più fabbriche in Giappone, da sempre all’avanguardia sul tema, utilizzano infatti gli esoscheletri per migliorare le prestazioni dei lavoratori più avanti con gli anni. Le attrezzature, che non sono neanche troppo costose, supportano gli sforzi degli operai e ne semplificano i movimenti. Più nello specifico, gli esoscheletri sono di particolare aiuto per il sollevamento pesi, la camminata, la mobilità generale e l’equilibrio.

che si sostituisce all’uomo, dunque, ma lo “guida” nelle mansioni più pesanti oppure in quelle in cui la sua precisione e reattività sono ancora insuperabili da qualsiasi cervello elettronico. In Italia l’utilizzo dell’esoscheletro è diffuso soprattutto nel campo della riabilitazione, permettendo il recupero motorio in caso di ictus, Parkinson e sclerosi multipla ma anche per lesioni midollari e traumi cranici. Nell’industria è Comau, società del gruppo Fca specializzata in robotica, ad aver sviluppato, ad inizio 2019, un esoscheletro che riduce l’affaticamento muscolare a livello delle spalle. Sentiremo parlare di esoscheletri sempre di più nei prossimi anni? Assai possibile.

I modernissimi dispositivi – spiegano gli esperti – generano ad esempio una riduzione del 30% dell’affaticamento dei muscoli principali della spalla. In futuro potrebbero consentire di ridurre gli incidenti, oltre a rendere meno frequenti malattie professionali tipiche di lavori usuranti, come il trasporto di materiale o l’utilizzo di attrezzi pesanti. Manco a dirlo, è proprio l’industria il settore in cui si verificano maggiormente casi di malattie professionali, con problemi per lo più al sistema osteomuscolare. Gli esoscheletri possono essere di supporto all’uomo anche in altri impieghi: dalle costruzioni agli elettrodomestici, fino all’agricoltura, ai servizi e nel settore automobilistico. Si sta valutando l’introduzione degli esoscheletri anche in odontoiatria e negli studi dentistici. Non un robot VERDETÁ n° 73 | 21


ATTUALITÀ

L'ACUFENE, UNA PATOLOGIA DA NON SOTTOVALUTARE

ELENA PEZZETTA

Un fruscio, lo scroscio di una cascata, un ronzio, un fischio continuo nell'orecchio, irritante ed insopportabile. Stiamo parlando dell'acufene, detto anche Tinnitus, un disturbo neurosensoriale che non ti abbandona mai e si manifesta in assenza di una reale sorgente sonora esterna. Si tratta di un sintomo molto diffuso in Italia, si stima siano circa il 10% le persone affette. Solo chi soffre di questo disturbo può comprendere cosa si provi: un fastidioso rumore di fondo che può colpire tutti indistintamente.

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Esistono diverse classificazioni degli acufeni, da lievi a catastrofiche. Non esiste una cura unica, in quanto le cause differiscono da persona a persona. Si tratta di un fenomeno che può derivare dai volumi alti o da stress emotivi, infezioni, allergie, difetti della masticazione, condizioni neurologiche o dall’uso di determinati farmaci. A lungo andare questo disturbo può influenzare la qualità di vita dell'individuo, in quanto può interferire con il ritmo sonno-veglia, con i livelli di attenzione, di concentrazione, provocando stati d'animo come l'ansia e la depressione.


Diverse negli anni le interrogazioni parlamentari al ministero della salute e le richieste delle associazioni che rappresentano le persone affette. Solo in Friuli Venezia Giulia 100mila le persone colpite da acufene. Il dato è emerso a Villa Manin in occasione del convegno su sordità e diritti del malato promosso dal Capla regionale (Coordinamento associazioni pensionati lavoro autonomo), cui hanno partecipato 150 lavoratori del mondo agricolo, del commercio e degli artigiani. La contraddizione, è stato sottolineato, è che l’acufene è una patologia non riconosciuta come malattia dal punto di vista invalidante e neppure compresa nei Lea (Livello essenziale di assistenza), lì dove entrano invece, tra l’altro, le ludopatie. Chi si ritrova in questo tunnel, al momento senza vie di uscita, deve spesso combattere da solo. A raccontare alcune storie Ottorino Savani, presidente dell’associazione Tinnitus-Acufene, unica in Italia ad occuparsi di vicende che in alcuni casi hanno portato purtroppo al suicidio.

commissione Sanità, ha invitato a sua volta la platea a mantenere alta l’attenzione nei confronti delle istituzioni. Anna Agrizzi, presidente dell’associazione tutela diritti del malato di Udine, ha quindi sostenuto la necessità che sul caso acufene si alzi il livello di assistenza. Sono seguite le relazioni degli esperti. David Leita, audioprotesista, ha affermato l’importanza che sul tema sordità ci sia la consapevolezza che ognuno ha bisogno di una diagnosi personalizzata. Elisa Polonia, medico legale, ha spiegato la questione sul riconoscimento e la tutela dell’ipoacusia in ambito di invalidità civile e professionale, con suggerimenti e informazioni rivolte a chi, molte volte, ha dei diritti, ma non è consapevole di possederli.

Sono seguiti gli interventi di Giuseppe Napoli, presidente di Federsanità Fvg, che ha affermato come le istituzioni debbano riappropriarsi del proprio ruolo. Simona Liguori, consigliere regionale e vicepresidente della terza VERDETÁ n° 73 | 23


CNA Pensionati

Le nostre ricette

Sugo di cicale

Ricetta a cura di Maria Grazia Bertuccelli

INGREDIENTI per 4 PERSONE 1 kg di cicale (panocchia o pannocchia) 2 spicchi d’aglio Prezzemolo qb Peperoncino qb a piacere personale 3 pomodori pelati Olio evo Sale e pepe qb

Mandateci le Vostre ricette regionali con le foto del cuoco e della preparazione. Le pubblicheremo nei prossimi numeri. 24 | VERDETÁ n° 73


Preparazione Lavate le cicale, togliete le teste, incidete i lati del ventre e aprite il sopra per togliere la polpa. Fate un battuto aglio prezzemolo e peperoncino traferite in un tegame a due manici, unite l’olio e fate rosolare a fuoco moderato. Una volta rosolato, unite la polpa di cicale (tagliata non troppo fine con la mezza luna), portate a temperatura, sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco. Evaporato il vino, aggiungete sale e pepe qb dopo di che unite pomodori (tritati con la mezzaluna) e terminate la cottura del sugo. Cuocete la pasta in abbondante acqua, salate ed unite il tutto. Per il tipo di pasta vanno bene sia spaghetti sia bavettine. Buon appetito!

VERDETà n° 73 | 25


SPAZIO DONNA

LA RIVOLUZIONE GRIGIA MARIA ROSA BATTAN, Vicepresidente Nazionale CNA Pensionati

La società invecchia, ogni giorno ci sono affermazioni che lo ricordano e quasi sempre lo fanno lasciando trasparire un disagio strisciante tendente a colpevolizzare chi non è più giovane. A seconda di chi si esprime, ci viene imputato di contribuire a far sì che gli esiti di elezioni politiche siano fuorvianti rispetto alla composizione dei successivi governi del Paese in quanto, il voto dei vecchi (che ligi al dovere in genere vanno numerosi a esprimere il loro voto) è portatore di bisogni non corrispondenti all’attualità della società tutta. È di qualche mese fa l’affermazione di un leader politico, senza pudore, che propone, come soluzione alle molteplici deficienze della politica e al bisogno di rinnovamento, di limitare il voto ai cittadini non oltre i 65 anni di età. Chiaramente si tratta di una provocazione alla quale per fortuna, considerata l’assurdità dell’affermazione, si è dato poco seguito, rimane però che il dibattito sulla vecchiaia deve diventare frutto di studi seri ed emancipati. Essere citati con grande enfasi e plauso quando rappresentiamo il baluardo dell’insostituibile e variegato mondo del volontariato ci fa piacere, rimaniamo accorati quando diventiamo l’ancora di salvataggio per le difficoltà economiche dei nostri figli e nipoti, ci sentiamo un “pelino” usati quando l’economia del benessere e tempo 26 | VERDETÁ n° 73

libero strizza l’occhio con proposte sempre più accattivanti sapendo che, in cambio di risparmi accumulati in anni di lavoro, possiamo permetterci un po' di benessere. Non ci mancano le informazioni per essere utili alla società mangiando in maniera adeguata, curare il nostro fisico per rimanere attivi a lungo e così via. La vera novità, non ancora diffusa adeguatamente che colgo e si manifesta attraverso il mondo dell’accademia (Università), è che la consapevolezza dell’inarrestabile processo di longevità diventi una opportunità e una risorsa per un tempo più lungo: basta cambiare la modalità di pensiero per restare cittadini a qualsiasi età. Come dicevo, studi accademici non solo stabiliscono questo principio ma lo affermano preparando, formando giovani ricercatori a quella che viene definita “rivoluzione grigia”, muovendosi, studiando curve di longevità e mortalità che si proiettano verso un concetto di “vita senza limiti”. Secondo lo studio infatti, dopo i 105 anni si stabilizzerebbe il rischio e la paura di morire. Uno studio della Università “La Sapienza di Roma e dell’Università San Diego della California”, relativo al benessere di 29 anziani tra i 90 e 101 anni residenti nel Cilento, risulta introdurre fattori di ottimismo, grinta, amore per la famiglia come


ingredienti essenziali per l’allungamento della vita. Sempre i dati dimostrano come l’ottimismo diventi fattore indispensabile di benessere anche nei longevi. Quando il mondo accademico si attiva con ricerca e studi specifici, in questo caso sulla longevità, mi sento molto tutelata perché, solo un serio approccio culturale al problema darà indicazioni serie e attendibili ai governi nei paesi per trovare soluzioni che non siano slogan ridicoli per una problematica che viene spesso vista solo come un problema. Proporre soluzioni all’invecchiamento, se affrontato efficacemente, deve assolutamente avere un approccio attivo che aiuti la persona anziana a sviluppare uno spirito di collaborazione, partecipazione di cura e di condivisione e comunità. Non si deve chiedere agli anziani di stare tranquilli e fermi come avessimo paura di vederli rompere, più attivi rimangono più sono utili a sé stessi ed alla società, l’attività intellettuale dell’anziano diventa sempre preziosa ancora di

più se incanalata in riferimenti di conoscenze generazionali. L’Università degli studi di Padova anche quest’anno ha predisposto un Master di studi finalizzato proprio a preparare professionisti nella psicologia dell’invecchiamento. Il master forma giovani in grado di fornire ai singoli utenti e agli Enti sanitari servizi di consulenza, di diagnosi e trattamento dei disturbi e delle patologie relative all’invecchiamento normale e patologico. Come sappiamo l’età dell’invecchiamento sta crescendo, esserne consapevoli, preparare giovani professionisti adeguati allo scopo, oltre a creare nuove professioni quindi posti di lavoro, aiuta l’intera società. Mi permetto di testimoniare come le anticipate affermazioni siano vere, ai nostri incontri di attività di gioco con gli scacchi un partecipante ha 102 anni e batte regolarmente l’avversario. Il Signore di 102 anni è quello in prima fila durante la partita di martedì 21/01/2020. Ci incontriamo ogni martedì nella libreria Goldoni con sede sotto la CNA di Treviso.

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SPAZIO EPASA-ITACO Cittadini e Imprese

GLI ULTIMI INTERVENTI DI POLITICA SOCIALE E IL CANTIERE (SEMPRE APERTO) DELLE PENSIONI ANTONIO LICCHETTA, Responsabile Area Normativa Patronato Epasa-Itaco La Legge n. 160/2019, Legge di Bilancio per l’anno 2020, in materia di politiche sociali concentra l’attenzione sul tema della genitorialità, lasciando sullo sfondo il tema delle pensioni e dei trattamenti previdenziali e assistenziali in generale. Sembra che le forze politiche di maggioranza, con questa Legge di Bilancio, intendano iniziare a cercare di arginare il fenomeno preoccupante del bassissimo tasso di natalità del nostro Paese, concentrando risorse soprattutto su questo versante, introducendo invece poche novità sul versante previdenziale e pensionistico. Quest’ultimo tema, quello pensionistico, tuttavia,

Tiziano Treu 28 | VERDETÁ n° 73

è solo rimandato. Già nel mese di gennaio 2020, infatti, il Governo ha (ri)aperto il cantiere delle pensioni, attraverso una serie di tavoli tecnici che hanno l’obiettivo di approfondire taluni temi specifici, da far poi confluire in un testo di legge di riforma complessiva. I temi sono diversi, ma tutti riconducibili alle future modalità di accesso al pensionamento e all’importo dei trattamenti: attenuazione degli effetti derivanti dalla mancata conferma di Quota 100 a partire dal 2022; pensione “di garanzia” per i giovani con carriere lavorative discontinue; correttivi al sistema di calcolo contributivo, ecc.. Sulla materia, peraltro, anche il CNEL, sotto la guida del suo Presidente, prof. Tiziano Treu, ha iniziato una serie di audizioni volte a conoscere e valutare le posizioni (anche) delle parti sociali. CNA, attraverso R.E TE. Imprese Italia, ha avuto modo di esprimere il proprio pensiero sulle tematiche della previdenza e del welfare oggetto, appunto, dell’audizione tenutasi il 3 febbraio 2020 nella sala gialla di Villa Lubin a Roma. In tale occasione, non si è mancato di rilevare come, ad esempio, gli interventi per favorire la flessibilità in uscita “devono produrre effetti trasversali tra le varie categorie di lavoratori, senza creare discriminazioni tra dipendenti e lavoratori autonomi, conferendo equità ai vari settori”.


Infatti, “troppo spesso i lavoratori autonomi sono esclusi dall’introduzione di prestazioni, condizionate da requisiti d’accesso molto specifici, alle quali hanno diritto solo i lavoratori dipendenti”. Nella citata audizione presso il CNEL, R.E TE. Imprese Italia ha espresso anche il proprio disappunto in merito alla esclusione dei lavoratori autonomi dalla classificazione delle attività gravose e usuranti e, più in generale, in merito ad ogni forma di trattamento meno favorevole ad essi riservato in materia di previdenza e assistenza sociale, ricordando come i lavoratori autonomi rappresentino la spina dorsale del mondo produttivo italiano. In attesa di capire cosa, concretamente, produrrà il cantiere delle pensioni, torniamo ai contenuti della Legge di Bilancio 2020 che, oltre alla estensione di alcune prestazioni dirette a sostenere le nascite nel nostro Paese (“Bonus bebè”, “Buoni nido”, congedi per il padre lavoratore), prevede, in materia previdenziale, sostanzialmente tre novità degne di nota: la proroga dell’APE sociale a tutto il 2020, in luogo del 2019; la estensione dell’opzione donna anche a chi matura i requisiti (58/59 anni di età e 35 anni di contributi) entro il 31.12.2019; la rivisitazione del sistema di perequazione automatica delle pensioni, e cioè dell’adeguamento degli assegni al tasso di inflazione rilevato dall’ISTAT. Tale ultimo intervento, tuttavia, appare più simbolico che concreto, poiché è limitato ad estendere la rivalutazione al 100% dei trattamenti pensionistici compresi tra tre e quattro volte il trattamento minimo (in luogo del 97% previsto dalla legge precedente). Si tratta quindi di un intervento che produrrà, per le pensioni interessate (comprese tra 1.545,21 e 2.060,28 euro), incrementi davvero poco consistenti, ma che potrebbe dare il via ad una riflessione finalmente seria e approfondita sul tema del sostegno al potere d’acquisto dei pensionati.

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IL RACCONTO

LE MANI DI MIA NONNA ROSY GALLERANI Maria Imelde Nespoli ha capelli corti e ricci, già brizzolati. Mani magre e nervose, scurite dal sole e indurite dalla campagna. In quest’ottobre del ‘62 se le porta spesso al viso, a coprire gli occhi, poi prende una punta del grembiule scuro che indossa per fare i lavori in casa e, furtivamente si asciuga le lacrime. In certi momenti sembra che non riesca a trattenersi, e di colpo, abbandona tutto e corre in campagna, in mezzo al frutteto, e lì dà libero sfogo al suo dolore con singulti che squassano il suo corpo ossuto. Guardo il dolore di mia nonna senza capire, un tentativo di indagine, prontamente tacitato. Sono venuta a vivere con i miei nonni, perché la mia famiglia sta di nuovo per traslocare; dalla Toscana alla Romagna o dove mio padre troverà lavoro; io frequenterò la prima media e gli insegnanti avevano detto ai miei genitori che sarebbe stata buona cosa non farmi interrompere l’anno scolastico. Mi hanno portato qui in occasione del matrimonio di uno zio, Giovanni; poi lui e la moglie sono andati in viaggio di nozze in Toscana, assieme al resto della mia famiglia che li avrebbe ospitati. Mi mancano le mie sorelle, mi manca mia mamma e il sorriso di mio babbo e forse è proprio questa mancanza che mi porta a capire. Giovanni è il figlio prediletto di mia nonna, un bel ragazzo, espansivo e allegro, ha frequentato una scuola professionale di meccanica e trovato subito lavoro in un vicino mulino; apprezzato e stimato, per molti anni sarà lui il fautore di tutti i processi di innovazione. Ma nell’ottobre del ‘62 è il figlio che se ne è andato di casa, a vivere non solo con la moglie ma anche con la suocera vedova e questo per mia nonna deve essere insopportabile. Lo vede raramente, è diventato proprietà di quelle due donne che non sono per niente simpatiche, la vecchia, poi, un’arpia acida e tirchia. 30 | VERDETÁ n° 73

L’atmosfera in casa non è allegra, lo zio ancora scapolo, chiuso e taciturno, è anche troppo bravo a sopportare l’evidente parzialità di sua madre e io sono come un pesce fuor d’acqua, non so come fare. Donna generosa, mia nonna; a casa sua, a qualunque ora, trovi un piatto di minestra ed un letto in cui dormire; ma Maria Imelde Nespoli ha un carattere tutt’altro che facile, va da sé che se può essere generosa è anche perché mio nonno Giuseppe, detto Josef o anche Jusfin, non trova nulla da eccepire; lui sembra accorgersi del mio sperdimento e a modo suo mi fa compagnia. Mi mostra i suoi esperimenti di innesto sugli alberi da frutto, con una lente di ingrandimento che si apre come un cubo a tre facce, mi fa vedere animaletti infestanti, piccoli ragnetti rossi che non si vedono ad occhio nudo. Il suo regno, uno stanzone adibito a officina meccanica, di cui ricordo ancora il pungente odore di nafta; tutto intento a mettere assieme i più svariati pezzi di un vecchio sidecar abbandonato dai tedeschi in fuga al passaggio del fronte o a tentare di riparare il suo vecchio trattore, allora non c’è per nessuno, soprattutto per mia nonna che lo chiama con la voce aspra e lo accusa di perdere tempo, per me il tempo lo trova, sembra il solo a capire che sono una bambina. Una bambina spaventata che un pomeriggio scopre di avere le mutandine sporche di sangue e ne parla con la nonna pensando che sia colpa di qualcosa che ha mangiato. La nonna, nervosa, quasi indispettita, non spiega, non rincuora dice solo che accadrà tutti i mesi; mi fornisce un sottile elastico bianco e rosso come quelli che si usano negli orli delle mutande, due spille da balia ed un pacchetto di pezze di stoffa bianca, mi fa vedere come piegarle e come mettermele fra le gambe agganciandole, con le spille, all’elastico stretto in vita. Mamma mia come


farò per andare a scuola, per salire in bicicletta con quella cosa ingombrante e presto bagnata? Per fortuna vado volentieri a scuola, gli insegnanti sono gentili e la mia compagna di banco che si chiama Nerina, la più brava della classe, è una bimba tranquilla; spesso facciamo un pezzo di strada assieme, all’uscita della scuola. Quando titubante le dico quello che mi è successo lei non si stupisce, ancora a lei non è arrivato, ma sua mamma le ha spiegato che prima o poi le succederà e che è una bella cosa; un momento di passaggio fra essere bambine e diventare signorine, ed è anche una cosa importante perché così, da grandi, potremo avere dei bambini. Cosa c’entri questo sanguinare tutti i mesi con avere dei bambini e poi come facciano a entrare e uscire dalla pancia della mamma, neppure lei lo sa, ma a me basta così, ora so che è una cosa che avranno tutte, non è problema solo mio. Intanto siamo arrivati a dicembre; da quando, qualche anno fa siamo andati via dal nostro paese, per le vacanze di Natale siamo sempre tornati dai nonni ed anche quest’anno, fra pochi giorni, arriverà la mia famiglia. È un periodo molto bello, si mangiano cose buone, si incontrano parenti e amici, si fa festa; se nevica ed è meglio stare in casa al caldo, mio nonno porta in cucina i suoi vecchi strumenti da ciabattino e cuce o risuola e trova sempre qualcosa da raccontarci, di quando era più giovane e dei tanti mestieri che si è inventato o di quando andò in Africa, sperando di portare a casa qualche soldo. Ci parla di foreste, alberi strani e giganteschi, di meravigliosi uccelli multicolore che erano la passione del suo comandante per il quale doveva catturarli vivi. Sono iniziate le vacanze ed un mattino, mia nonna mi dice: “oggi facciamo i tortellini” ha un’aria contenta; traffica con carne macinata, uova e parmigiano, sta preparando il ripieno. Nel pomeriggio comincia a fare la sfoglia e mi spiega quale sarà il mio compito: prendere un pizzico di ripieno, non troppo, né troppo poco e porlo al centro dei quadretti di sfoglia, proprio al centro! Intanto le sue mani veloci impastano e, ad un tratto, accendono la grande radio posta sulla vetrina dove stanno i bicchieri e i piatti della festa, con le alzatine in vetro per la frutta ed anche per i dolci, se mai ce ne fossero.

Le brillano gli occhi, quando, ripreso il lavoro, mi dice che ascolteremo un’opera lirica: “L’Otello”; eh già…la lirica, la sua grande passione; di tanti figli e nipoti, nessuno che sia stato capace di esaudire il suo desiderio di andare all’Arena di Verona ad assistere dal vero ad un’opera. “Ma nonna, non capisco quello che dicono” provo a dire con voce piagnucolosa. “Non importa, ascolta la musica e le voci, sai è la grande Tebaldi che fa Desdemona, sentirai che voce d’angelo”. L’annunciatrice elenca gli interpreti, racconta brevemente la trama e la musica comincia. Silenzio assoluto, solo il rumore del matterello che mia nonna usa anche sul bordo della sfoglia con piccoli, ritmici colpetti; poi taglia strisce e quadretti ed ora comincia il mio lavoro: un pizzico di ripieno, non troppo, né troppo poco, al centro; mi impegno, sono concentrata. Veloci le mani di mia nonna chiudono il quadretto a triangolo, lo avvolgono al dito indice e ne rovesciano il vertice, un piccolo ombelico giallo rosato, disposto in file parallele tutte uguali. Mi rendo conto che la musica mi piace davvero e mi chiedo come sia possibile cantare in quel modo, da suoni dolci, quasi sussurrati ad impennate di voce altissime e con acuti infiniti. Si è fatto buio, il lavoro procede veloce, saremo orami alla fine, forse anche dell’opera lirica. La voce femminile canta a lungo da sola, sussurra melodiosa, ma mi sembra triste, mi viene da piangere; sta pregando, Ave Maria, ripete e non stacca mai, al terzo lunghissimo Ave Maria, mia nonna smette di lavorare, apre le mani e, di scatto se le porta al viso: “Basta” urla “Smetti, tieni quel fiato, tienilo che fra poco ne avrai bisogno!”.

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SALUTE

Psicologia

BENEFICI E SCOPERTE A PORTATA DI ZAMPA

CHIARA VOLPICELLI, Psicologa

Una benefica tribolazione. L’etologo Konrad Lorenz iniziava L’anello di Re Salomone con un capitolo intitolato «Quando gli animali combinano guai», precisando di voler cominciare da questo aspetto della nostra convivenza con gli animali perché «il nostro amore per loro si misura proprio dai sacrifici cui siamo disposti a sobbarcarci». E se da questo amore noi possiamo trarre un beneficio è proprio perché ci obbliga ad affrontare degli impegni più o meno gravosi. Come sappiamo, con l’invecchiamento dobbiamo spesso fare i conti con la solitudine e le relative sensazioni spiacevoli. La prima conseguenza è 32 | VERDETÁ n° 73

quella di impostare la propria giornata su attività che è possibile svolgere in autonomia e che ci portano a ritirarci nell’ambiente casalingo. Farsi carico dell’accudimento di un animale domestico significa invece spezzare questa routine e favorire le relazioni: anzitutto quella con l’animale, il cui contatto fisico è già di per sé terapeutico; ma ad essere incoraggiate sono anche le relazioni con le persone, ad esempio gli altri proprietari di animali incontrati al parco o sulla via che si percorre durante la passeggiata con il proprio compagno a quattro zampe. Oltre alla solitudine, la presenza di un animale


allevia il senso di inutilità che talvolta emerge nella persona anziana. Infatti l’animale ti cerca, ti fa capire che ha bisogno del tuo aiuto e che ripone il suo benessere nelle tue mani. Così l’anziano può sentire di essere nuovamente responsabile per qualcun altro, con un conseguente incremento di autostima e dell’affettività percepita.

assumere la funzione di compensatori affettivi. Prendere consapevolezza di questi processi relazionali permetterebbe all’uomo di ritrovare la sua parte inconscia riflessa nell’animale. Ecco allora che osservando il proprio animale domestico possiamo farci raccontare da lui qualcosa di noi stessi.

L’illusione antropomorfica. Certo è che, quando ci rapportiamo con un animale, dobbiamo stare attenti ai significati che attribuiamo ai suoi comportamenti. L’apparato emozionale e cognitivo dell’animale è chiaramente molto diverso da quello dell’uomo ed ogni emozione, intenzione o conoscenza che vediamo in lui dovrebbe prescindere dall’applicazione di schemi tipicamente umani. Sapere cosa veramente prova il proprio animale domestico è per questo impossibile, così come per lui è impossibile capire esattamente ciò che proviamo noi umani. Eppure la comunicazione tra l’animale e l’uomo funziona e col tempo si arriva addirittura a “capirsi al volo”: paradossalmente, i due si comprendono perché si fraintendono. Ognuno interpreta l’interazione a proprio modo, ma a proprio modo si allinea al comportamento dell’altro. Acquisita questa impossibilità di comprendersi in maniera profonda, resta in ogni caso interessante sapere ciò che l’animale rappresenta per noi. Potremmo infatti chiederci: cosa scopriamo di noi stessi interagendo con l’animale?

La riscoperta dell’istinto. Indipendentemente dalla specifica relazione che si instaura tra il padrone e il suo animale, prendersi cura ed interagire con quest’ultimo permette all’uomo di riscoprire la sua natura istintuale. In una società regolata e strutturata sui comportamenti formali, l’uomo sopprime ciò che in lui vi è di impulsivo, spontaneo, sanguigno. L’animale invece, seppur addomesticato, preserva tutta una serie di comportamenti che rappresentano qualcosa che l’uomo pensava d’aver perso, rappresentano cioè la sopravvivenza dell’animalità nell’umano. Il padrone ritrova all’esterno di sé una parte di lui che continua ad esistere al suo interno, ma che non manifesta. Nel caso della persona anziana, il richiamo all’istintualità generato dall’animale evoca anche i connessi significati della giovinezza e di quelle sue caratteristiche che l’anziano credeva tramontate, in primis l’aggressività e la sessualità. Queste ultime, in realtà, sono due tratti che non invecchiano mai nell’uomo: ciò che cambia col tempo è soltanto il tipo di investimento che si compie su di essi. Vivere con un animale domestico può offrire alla persona anziana un incentivo anche per riconsiderare questi aspetti del proprio sé.

La relazione inconscia. Quella che si instaura tra padrone e animale è una relazione soprattutto inconscia. Senza saperlo, infatti, il padrone imprime sull’animale i moti della sua psiche, siano essi gioia o tristezza, euforia o ansia. L’animale è in apertura totale: accoglie tutto ciò che il padrone gli suggerisce inconsciamente, gioendo o soffrendo con lui. Anzi, in certi casi dovremmo dire “per” lui. Alcune ricerche dimostrano come molte malattie degli umani vengano introiettate dall’animale che in qualche modalità si immola per il padrone. La conseguenza di ciò è che da un lato gli animali domestici diventano dei veri e propri scarichi di sofferenze per mezzo dei quali il padrone viene sollevato, quasi rigenerato; dall’altra vengono ad

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SALUTE Geriatria

LE CURE DOMICILIARI IN ITALIA: I BENEFICI PER I SOGGETTI ANZIANI, FRAGILI O AFFETTI DA MALATTIE CRONICHE E DISABILITÀ

DOMINGA SALERNO, Geriatra

L’Italia, uno dei Paesi con la popolazione più longeva d’Europa, sta vivendo le conseguenze sociali ed economiche di una significativa rivoluzione demografica. Il fenomeno dell’invecchiamento è legato all’insorgenza di malattie croniche che spesso 34 | VERDETÁ n° 73

evolvono in disabilità cognitiva o fisica con peggioramento della qualità di vita. Per tali ragioni sono stati identificati diversi fattori che possono causare una condizione di perdita di autonomia: uno dei più frequenti risulta essere


l’ospedalizzazione acuta del soggetto anziano. La letteratura scientifica ci mostra come sia proprio il declino funzionale conseguente al ricovero ospedaliero una delle conseguenze negative più comuni e di vasta portata per il paziente e le famiglie. I fattori psicosociali, dell’organizzazione ospedaliera e personali concorrono allo sviluppo di disabilità: la limitazione della mobilità fisica, l’iponutrizione, l’utilizzo di molti farmaci con diversi effetti collaterali, lo stesso ambiente ospedaliero, i ritmi delle attività sanitarie, la carenza di personale rispetto al numero di pazienti degenti, risultano essere fattori che si sommano determinando scompensi psicofisici che possono trasformare la vita del paziente e dei familiari. Per ridurre o prevenire tali disabilità, già nel 1992 con il decreto legislativo “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza” l’assistenza domiciliare integrata (ADI) è stata considerata dal Ministero uno dei servizi fondamentali della rete di assistenza per l’anziano fragile. Le Cure Domiciliari rappresentano una modalità assistenziale che si avvale di servizi sanitari e sociali tra di essi integrati, destinata al cittadino che per condizioni di salute o fragilità sociali ha sviluppato uno stato di non autosufficienza che gli impedisce di usufruire dei servizi sanitari ambulatoriali, ma per il quale, allo stesso tempo, l’utilizzo dei servizi ospedalieri può risultare controindicato. I provvedimenti garantiscono trattamenti medici, infermieristici e riabilitativi al domicilio con lo scopo di stabilizzare il quadro clinico, limitare il declino funzionale e migliorare la qualità della vita. Le Cure Domiciliari vengono erogate in modo continuo ed integrato da parte del Medico di Medicina Generale, del Pediatra di Libera Scelta e di altri operatori sanitari e sociosanitari, con differenti modalità a livello distrettuale e regionale. Il bisogno clinico, funzionale e sociale è accertato

attraverso idonei strumenti di valutazione multidimensionale che consentano la presa in carico della persona e la definizione del Progetto di Assistenza Individuale sociosanitario integrato. In relazione al bisogno di salute dell'assistito ed al livello di intensità, complessità e durata dell'intervento assistenziale, si articolano in cure domiciliari di livello base, costituite da prestazioni professionali in risposta a bisogni sanitari di bassa complessità anche ripetuti nel tempo, di I^, II^ e III^ livello e sono attivate con le modalità definite dalle regioni e dalle province autonome anche su richiesta dei familiari o dei servizi sociali. Il Medico di Medicina Generale assume la responsabilità clinica dei processi di cura, valorizzando e sostenendo il ruolo della famiglia. La presenza del caregiver è un requisito fondamentale per poter attivare servizi di presa in carico domiciliare. Il termine caregiver si riferisce a colui che si prende cura direttamente della persona che necessita delle cure. È un ruolo centrale in quanto costituisce il ponte tra il paziente, gli altri familiari e gli operatori professionali in modo che tutti coloro che si prendono cura della persona malata abbiano le stesse informazioni e possano condividere i piani e gli obiettivi di intervento. Alcuni studi controllati hanno dimostrato che l’assistenza domiciliare riduce il consumo di risorse in termini di ospedalizzazione/ istituzionalizzazione, migliora la qualità della vita degli assistiti e, confrontata con altri setting assistenziali, viene preferita dal cittadino. I sentimenti che spesso accompagnano il soggiorno ospedaliero degli anziani sono il senso di inutilità, la solitudine, la paura e la sensazione di mancanza del controllo delle pratiche mediche a cui vengono sottoposti. La possibilità di ricevere cure adeguate al proprio domicilio, in un ambiente familiare dove poter seguire i propri ritmi, circondati da persone conosciute e di fiducia, rappresenta quindi la scelta ottimale, proprio come diceva il professor Fabris “per l’anziano la casa è meglio, quando si può ....”. VERDETÁ n° 73 | 35


SALUTE

Dietologia

DINNER CANCELLING: MODA O SCIENZA? LUCA LOTITO, Biologo Nutrizionista

dinner CANCELLING 16 ore

digiuno

La “Dinner Cancelling” è una forma di dieta che ha subito un forte impatto mediatico negli ultimi tempi. In realtà è stata chiamata così dal suo ideatore Dieter Grabbe, ma si tratta di una modalità di effettuare un digiuno controllato. È una forma di digiuno 16:8 ovvero in tale regime dietetico le persone mangiano quello che vogliono per 8 ore e digiunano per le restanti 16. Si è visto che tale modalità è in grado di aiutare la perdita di peso in persone obese e di ridurne la pressione sanguigna. È uso comune attribuire al digiuno una connotazione negativa, perché da sempre, nel campo dell’alimentazione e della nutrizione, si è predicata la buona regola di non saltare i pasti e 36 | VERDETÁ n° 73

8

ore

cibo

di frazionare l’alimentazione in 3 pasti principali e 2 spuntini. All’idea del digiunare si associa la sensazione di stanchezza, di debolezza, di offuscamento mentale, ma ci si dimentica che i nostri antenati erano sicuramente adattati ad uno stile alimentare che prevedeva un consumo di cibo molto più rarefatto di quello a cui noi siamo abituati. In realtà quando si mangia meno o meno frequentemente, si attivano una serie di meccanismi metabolici in grado di aumentare la forza e la capacità di resistere alla fatica e allo stress fisico; si attivano le cosiddette molecole heat shock che permettono alle strutture proteiche del corpo di funzionare al meglio.


A livello di organismo il digiuno sembra possa essere in grado di proteggere il Sistema Nervoso Centrale da patologie acute e croniche, di stabilizzare i livelli di glicemia, aumentare la sensibilità all’insulina, di ridurre lo stress a livello epatico e determinare una riduzione della massa grassa. Va però ricordato che questo meccanismo basato sul digiuno controllato funziona solo finché si alterna a periodi di normalità, perché se la carenza di energia da acuta diventa cronica allora può trasformarsi in fonte di malattia. Questo è il motivo per cui si raccomanda l’intermittenza del digiuno, i cui effetti sono ben diversi dal digiuno prolungato. I possibili effetti collaterali riguardano disturbi del sonno, umore, ansia, disidratazione, sonnolenza diurna. Importante è dunque bere molta acqua in questo tipo di regime dietetico. L’intervallo di tempo in cui è consigliato evitare di assumere cibo è la sera a partire dalle 17 circa e subito prima di digiunare è bene consumare uno snack energetico in modo da resistere meglio alle successive ore senza cibo. Naturalmente nel resto della giornata è necessario

assumere tutti i nutrienti indispensabili all’organismo. Questo risulta essere un aspetto molto importante e non trascurabile. Durante la fase di assunzioni di cibo è necessario che tutti i nutrienti siano ben bilanciati fra di loro affinché non si creino eccessi o carenze che, associati al digiuno successivo, sarebbero più dannosi che benefici. Questa dieta si consiglia di seguirla per due o tre volte alla settimana e ripetere la pratica ciclicamente per alcuni mesi. È consigliata a chi vuole mantenersi in forma e perdere peso gradualmente. Vi sono però numerose varianti di tale protocollo che andrebbero valutate per ogni singolo individuo da parte di un esperto. Il consiglio è di non seguire il “fai da te” ma affidarsi sempre a persone competenti e che siano in grado di adattare i vari protocolli alla salute di ciascuno. Inoltre, non va dimenticato di associare una giusta dose di movimento e non bisogna scordarsi che non ci sono scorciatoie per raggiungere la condizione ideale, ma bisogna seguire una costante e continua ricerca di un corretto e sano stile di vita.

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SALUTE

Erboristeria

COME AIUTARE IL CERVELLO A INVECCHIARE BENE UN AIUTO DAL MONDO VEGETALE GENNARO SPORTIELLO, Fitopreparatore

“Quando ero giovane avevo una memoria di ferro. Ora invece non mi ricordo dalla bocca al naso”. Quante volte ho sentito questi discorsi, prima da parte dei miei nonni, poi dei miei genitori e ora che ho raggiunto le sessanta primavere e mi avvio verso mete inesplorate sono io stesso a ripeterli. Ma perché avviene tutto questo. In che modo il cervello si logora con l’avanzare dell’età? Cervello e invecchiamento I neuroni, cellule presenti nel nostro encefalo, dopo i 30 anni cominciano a ridursi. Un tempo si credeva che non si riproducessero e che calassero soltanto. Oggi si è propensi a ritenere che in parte si rigenerino, ma senza dubbio il saldo è negativo. 38 | VERDETÁ n° 73

Basta pensare che a 75 anni il peso del nostro cervello è inferiore del 10% rispetto a quando ne avevamo 30. La perdita di sangue irrorato è ancora superiore, pari al 20%. Il risultato è un indebolimento della memoria a breve termine. Si continuano a ricordare distintamente avvenimenti di un passato anche remoto, ma si fatica a rammentare episodi, vicende, fatti, molto più attuali. Inoltre, diventa difficile accettare i cambiamenti, affrontare e risolvere nel migliore dei modi situazioni nuove e prima sconosciute. Che fare, arrendersi al destino avverso senza reagire? No di certo. Il mondo vegetale è a nostra disposizione


per combattere e vincere la nostra battaglia personale. Ginkgo biloba, l’usato sicuro Se il nostro corpo fosse una macchina il ginkgo biloba potrebbe essere definito ‘usato sicuro’. Insieme con alghe, equiseto e felci è tra le piante più antiche, comparso sulla Terra 250 milioni di anni fa. Originario dell’Oriente e scomparso in Europa da tempo immemorabile è stato reintrodotto negli ultimi secoli. Resiste a siccità, freddo intenso e inquinamento. In Oriente è considerata la pianta del buon funzionamento cerebrale. Il ginkgo biloba rende il sangue più fluido, in grado di scorrere meglio. Si evita così la possibilità di ischemia, cioè una diminuzione della circolazione del sangue. É noto che quest’ultimo trasporta l’ossigeno a tutti gli organi, cervello compreso. Con poco ossigeno le cellule nervose possono correre pericoli non indifferenti. I sintomi sono noti. Vertigini, depressione, ronzii alle orecchie, riduzione di memoria a breve termine. Il ginkgo interviene e aiuta il sangue a recuperare l’originaria scioltezza. Ma questa pianta antica non è priva di controindicazioni. A volte provoca mal di testa e problemi digestivi. Bisogna fare attenzione ai farmaci anticoagulanti come l’aspirina, vitamina E, aglio. Evitare tutti i preparati che possono influire sulla coagulazione del sangue. Sconsigliato per le donne in gravidanza e durante l’allattamento.

degenerative. La curcuma favorisce le nostre funzioni cerebrali, ne potenzia le prestazioni. Una ricerca ha messo in luce che le capacità della memoria a breve termine e la prontezza della mente siano risultati migliori in persone che fanno uso frequente di ‘curry’ rispetto a chi non l’ha mai consumato. Non ci sono ancora dati attendibili ma si sta studiando la possibilità di impiegare la curcuma per contrastare malattie degenerative come l’Alzheimer. Il bizzarro principio delle Segnature Altre piante ci sostengono nella strenua lotta contro il calo delle capacità cognitive. Per esempio le noci. Un tempo esisteva una curiosa teoria, detta delle “Segnature” secondo la quale una pianta che somiglia una parte del nostro corpo è utile per curare proprio quell’organo. Nel caso del cervello le noci ne ricordano la forma e l’aspetto in modo sorprendente. Studi recenti hanno messo in luce che gli acidi grassi contenuti in questa frutta secca bloccano l’operato di molecole ossidanti e aiutano a conservare il nostro cervello attivo e dinamico. Come dire prevenire prima ancora che curare. Ma il mondo vegetale non smette mai di aiutarci nella ricerca di cure per i nostri disturbi. Vi sono altri rimedi come l’avena per esempio e perfino la farina di pesce che pianta non è a dire il vero. Ma di questo ce ne occuperemo un’altra volta!

La Curcuma, le nuove prospettive In questo caso se il nostro organismo fosse una macchina, la curcuma sarebbe una nuova prospettiva. Negli ultimi anni si stanno scoprendo nuove possibilità per una pianta molto nota. È un rizoma (fusto orizzontale simile a una radice) che cresce in India, giallo, usato come colorante. Molto conosciuta come spezia, questa pianta è alla base del “curry”, condimento dell’India stessa, ma anche ottima come digestivo, stimolante del fegato e diuretica. In particolare le proprietà della ‘curcumina’, uno dei componenti della pianta, sono antinfiammatorie. Inoltre è antiossidante in grado di combattere i radicali liberi alla base dell’invecchiamento dei tessuti e delle malattie VERDETÁ n° 73 | 39


DAL TERRITORIO

CAMPANIA SORRENTO LA CNA PENSIONATI REGIONALE DEDICA DUE GIORNATE ALLA PREVENZIONE OSSEA La CNA Pensionati Campania, ha organizzato a Sant’Agnello di Sorrento in provincia di Napoli un incontro, nell’ambito dell’Assemblea Annuale, con il supporto della Clinica Bianchi di Portici (NA) per sottoporre gli associati al test di densitometria ossea anche chiamato Mineralometria ossea computerizzata (MOC). Il check è stato effettuato mediante MOC Densiometria ossea del Tallone, esame ultrasonometrico che si effettua a livello del calcagno, sensibile ai cambiamenti di natura fisiologica, patologica o iatrogena, rispecchiando il metabolismo osseo sistemico e risultando perciò efficace nella predizione delle fratture osteoporotiche, in particolare a livello dell’anca. Gli strumenti ultrasonometrici misurano la velocità di trasmissione e l’attenuazione degli ultrasuoni attraverso al calcagno al fine di fornire una misura clinica nota come Indice Stiffness: rappresenta il rischio di frattura osteoporotica ed è paragonabile alla densità minerale ossea (BMD) misurata mediante assorbimetria a raggi X della colonna vertebrale o dell’anca. La CNA Pensionati regionale Campania, ha poi promosso un incontro-dibattito per conoscere meglio l’artrosi. Il dottor Antonio Vitale, attraverso la proiezione di diapositive, ha spiegato cos’è l’artrosi e fornito consigli e dove possibile, indicazioni terapeutiche sulla patologia, anche consultando i risultati l’esame MOC, fatto il giorno precedente a cura di un tecnico della Clinica Bianchi. L’Artrosi è una delle principali cause di dolore 40 | VERDETÁ n° 73

cronico e di disabilità e colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Si prevede un marcato aumento della prevalenza nei prossimi anni a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’incremento dell’obesità.


DAL TERRITORIO

MARCHE PESARO I PENSIONATI PESARESI TRA I SUONI E I “MILLE CULURE” DI NAPOLI Dopo Torino, la Puglia, St. Moritz e Lago di Como; Viterbo e Civita di Bagnoregio, i pensionati pesaresi hanno scelto di far visita a Napoli. Una gita baciata dal sole quella organizzata dalla CNA Pensionati di Pesaro e Urbino nella città partenopea. Un folto gruppo di artigiani a riposo ha visitato nei giorni scorsi la città di San Gennaro e Pulcinella; di Giovanni Boccaccio e Benedetto Croce; di Eduardo De Filippo e Totò; di Mario Murolo e Pino Daniele. Un mini tour di due giorni che ha portato i pensionati della CNA nel cuore di Napoli per ammirare le tante bellezze offerte dalla città campana. Il gruppo ha così fatto visita al Maschio Angioino, Galleria Umberto I passando poi per il Teatro San Carlo, Piazza del Plebiscito e Palazzo Reale. Tappa obbligata ai quartieri Spagnoli, Spaccanapoli, Piazza del Gesù, Monastero di Santa Chiara. Secondo giorno di nuovo per le affollatissime vie del centro storico con tappa al Duomo, la

Cattedrale di Santa Maria Assunta dedicata a San Gennaro e alla caratteristica via di San Gregorio Armeno nel quartiere di San Lorenzo, la famosa strada del centro storico celebre turisticamente per le botteghe artigiane di presepi e per le riproduzioni di statuette dei personaggi famosi. Una parte del gruppo ha poi raggiunto Castel Sant’Elmo e la Certosa sulla collina del Vomero per ammirare dall’alto la città e le bellezze del Golfo. Una visita emozionante per il gruppo della CNA che nella città campana ha trovato il calore della gente, le emozioni, i suoni e quei “mille culure” che Pino Daniele cantava in una sua celebre canzone. “Questa è la quinta escursione del 2019 – dice il presidente di CNA Pensionati e organizzatori dei tour, Giancarlo Sperindio – un anno che ci ha visto particolarmente attivi e che è stata anche l’occasione nel mese di ottobre per ospitare nella nostra Urbino pensionati della CNA provenienti da tutta la Regione. Quello di visitare luoghi, città d’arte e bellezze dell’Italia non è solo un modo per conoscere meglio il nostro Paese ma anche per rendere più viva e stimolante la terza età”.

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DAL TERRITORIO

UMBRIA BASCHI ASSEMBLEA CNA PENSIONATI, PARTE DA ELLERA DI CORCIANO IL PROGETTO "NONNI PER LE CITTÀ" Dopo l'Emilia Romagna, l'Umbria è la seconda regione d'Italia a far partire il progetto nazionale "Nonni per le città". Da gennaio infatti, sei pensionati Cna hanno cominciato la manutenzione e il presidio del parco di Ellera di Corciano. È questa una delle notizie più importanti emerse nel corso dell'Assemblea annuale di Cna Pensionati Umbria. "Si tratta di un progetto pilota - ha detto Giancarlo Fucili, vice presidente nazionale Cna Pensionati, aprendo l'incontro - ora dobbiamo trovare altri Comuni umbri che vogliano aderire a questa iniziativa". Parlando dell'ottima performance di questi ultimi anni, Fucili ha ricordato che "gli iscritti aumentano ogni anno sempre di più. Ad ottobre 2019 siamo arrivati a quota 6.900. Ogni anno aumentiamo di circa 250/300 unità. E di questo dobbiamo anche ringraziare le colleghe del patronato Epasa Itaco". "La Cna Pensionati Umbria - ha rimarcato anche Giuliano Sorcio, presidente regionale - fino a 10/12 anni fa era una piccola realtà: il nostro gruppo dirigente e le nostre collaboratrici hanno lavorato bene ed oggi possiamo vantare oltre 8mila tesserati, quasi 7mila pensionati, circa 2mila iscritti al 'Cna cittadini', ovvero persone che usufruiscono dei servizi senza essere tesserati con noi. Oggi rappresentiamo una realtà molto importante".

come il Ministro della Salute Roberto Speranza, che si è impegnato a portare avanti alcune nostre osservazioni". Il documento contiene alcune linee guida sulle priorità di Cna Pensionati come la "certezza di un reddito pensionistico dignitoso e la garanzia dell'accesso universalistico ad una sanità di qualità". Da qui, in base alla piattaforma, sono state elencate una serie di proposte per riportare l'equità sociale nel mondo dei pensionati del lavoro autonomo quali, ad esempio, l'estensione della no tax area fino a 8.125 euro e l'aumento della 14esima per i trattamenti pensionistici medio-bassi. "Lavoreremo - ha detto D'Andrea anche su altri versanti. Invieremo ai nostri iscritti, per esempio, un questionario sul tesseramento per cercare di capire cosa si può migliorare e sarà Giancarlo Fucili a seguire questo progetto". Il segretario nazionale ha citato infine "Nonni per le città" e "Silver Italia", due progetti in via di partenza.

Subito dopo ha preso la parola Filippo D'Andrea, segretario nazionale Cna Pensionati, che ha illustrato la Piattaforma programmatica di Cna Pensionati, già presentata "ad alcuni parlamentari,

Monia Burani, direttore provinciale Perugia e coordinatore regionale Patronato Epasa Itaco, invece, ha parlato dell'importanza del supporto dei pensionati nella vita di tutti i giorni. "Ormai gli

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DAL TERRITORIO

over 65 non sono più vecchi - ha spiegato - perché stiamo invecchiando più lentamente. Solo dopo i 75 anni, statistiche alla mano, una persona può considerarsi anziana. Quindi i nostri pensionati devono essere visti come una risorsa per la società. Il nostro obiettivo principale, quindi, deve essere quello di creare un nuovo modello di vivibilità ed inclusione sociale, da applicare nella fase intermedia tra il pensionamento e la non autosufficienza. Ed il progetto 'Nonni per le città', che partirà ad Ellera di Corciano il mese prossimo, ha proprio questo fine. Vuole riconquistare il valore della solidarietà, le virtù del saper fare stando insieme ed il fare comunità". Manola Martellotti, direttore provinciale Epasa Itaco Terni, infine, ha ripercorso la storia del patronato che ad oggi, in Umbria, registra in media ogni anno la compilazione di 10mila dichiarazioni dei redditi ed 8mila utenti serviti.

VERDETÁ n° 73 | 43


DAL TERRITORIO

VENETO PADOVA GLI ARTIGIANI PENSIONATI CNA IN CRESCITA Pronti ad un salto qualitativo e quantitativo per dare sempre più peso al ruolo svolto come “forza sociale”. E’ questo l’impegno con il quale si è conclusa, a Padova, una partecipata e propositiva Assemblea regionale di CNA Veneto Pensionati. L’intenzione è di mantenere ed anzi implementare il trend di crescita registrato negli ultimi tre anni, fino al superamento di quota 10 mila associati, ed al bacino di potenziale crescita costituito da oltre 5 mila pensionati non ancora iscritti che hanno usufruito nel 2019 dei servizi di CAF CNA e del Patronato EPASA-CNA. “Questi risultati ci danno il necessario coraggio per continuare nella strada intrapresa, nonostante le difficoltà di alcune province, compensate dalle altre hanno solidarizzato mettendo più energie a disposizione. Devo ringraziare per il risultato tutti i Presidenti e gli attivisti dei territori provinciali per il lavoro svolto e il nostro segretario Regionale per il supporto che ci da, e per le iniziative messe in campo, sia sul piano della formazione che della comunicazione, cosa che dovrà essere sempre più efficace”, ha affermato nel suo intervento la Presidente regionale Bruna Vincenzi. Il peso dei pensionati anche in una confederazione artigiana come Cna si fa sentire sia dal punto della presenza numerica sia da quello economico, garantendo un flusso di risorse vicino al mezzo milione che vengono distribuite territorialmente ed utilizzate per far crescere servizi e adesioni. “Abbiamo affrontato un anno impegnativo ma con la soddisfazione dei risultati ed ora siamo pronti per un salto di qualità oltre che di quantità se ci sarà la collaborazione e il sostegno convinto del Sistema Cna. Noi, come pensionati, ci siamo”, ha affermato il Segretario regionale Giuseppe 44 | VERDETÁ n° 73

Signori nel suo intervento. Un sostegno, quello di Cna Veneto, che non tarderà a palesarsi, sentire le parole di Matteo Ribon, neo Segretario regionale di Cna Veneto, il quale ha sottolineato con convinzione che Cna Pensionati è parte integrante della Cna e con Epasa, Cna cittadini e CAF rappresenta l’area sociale della Cna, una vera e propria forza sociale. “Noi vogliamo esercitare il nostro ruolo di forza sociale. Nel paese oggi si coglie l’esigenza della rappresentanza sindacale utile a mediare gli interessi e ridurre così le disuguaglianze che la globalizzazione ha portato. La saggezza di cui noi pensionati siamo depositari ci suggerisce di esercitare questa riscoperta con più forza, attraverso l’arte dell’umiltà, ovvero la capacità di mettere in campo proposte che abbiano sostanza e che siano voce corale delle centinaia di migliaia di persone e storie d’impresa che rappresentiamo” - ha affermato ancora Bruna Vincenzi. Il Vicepresidente regionale Nino Scale ha illustrato la strategia che l’associazione vuole adottare per crescere intercettando una parte di quel 58 per cento di pensionati che oggi non risulta essere iscritto ad alcuna sigla.


DAL TERRITORIO

“Abbiamo bisogno di maggiore comunicazione tra i vari settori del sistema Cna per consentire un maggiore contatto con gli artigiani pensionandi che al CAF si rivolgono per le pratiche pensionistiche o con molti altri pensionati non iscritti, che sono una risorsa per la nostra organizzazione. Va creato un coordinamento dell’Area Sociale, dal nazionale ai territori, per avere una maggiore forza lavorando assieme, e vanno valorizzati gli attivisti che abbiamo sparsi nel territorio e sono la nostra vera forza di contatto e di comunicazione con i pensionati”, ha affermato Scale. Oltre a questi interventi, ci sono stati quelli del Presidente Cna Padova Luca Montagnin che ha espresso la soddisfazione di ospitare l’Assemblea regionale dei Pensionati e il sostegno al lavoro sociale, culturale e sindacale di Cna Pensionati di Flavio Pianegonda, Mariarosa Battan, Renato Piovesan, Gianluigi Chiappin, Daniela Guagliumi, Primo Slaviero e Maffeo Businari. L’Assemblea è stata anche occasione per la presentazione del libro “Senza memoria non c’è futuro”, scritto da Ferdinando Marchioro, classe 1929, artigiano gommista in pensione, tra gli storici soci fondatori di Cna Vicenza. Marchioro ha parlato della sua vita e delle sue memorie, trascritte nel libro, intervistato dalla giornalista Francesca Nicastro. Marchioro ha raccontato non solo la storia della sua intensa vita, dagli anni della giovinezza come staffetta partigiana, all’esperienza come imprenditore artigiano, dalla politica locale, all’impegno nel mondo delle associazioni, ma soprattutto ha voluto ribadire che se si vuole costruire qualcosa, in termini politici e sociali, ma anche nel concreto lavoro di tutti i giorni, è indispensabile essere consapevoli della propria storia e del proprio passato. Il volume è stato prodotto con il sostegno di Cna Pensionati Veneto, in collaborazione con l’A.N.P.I. VERDETÁ n° 73 | 45


LETTERE AL DIRETTORE

G

entile Direttore, sono passati 25 anni dall’emanazione della Legge in oggetto e nonostante i sindacati la dichiarano ingiusta, nessuno ha fatto nulla per abolirla e quantomeno modificarla. Sono pensionato con una pensione mensile € 2700,00 per cui la pensione di reversibilità di mia moglie deceduta il 31.12.2018 di € 1300,00, mi è stata ridotta del 60% e successivamente del 50% e aggiunta alla mia pensione mi ha fatto scattare anche l’aliquota IRPEF tanto da quasi azzerare la reversibilità. Mia moglie ha lavorato per 40 anni versando i contributi. Da 25 anni viene dichiarata ingiusta da voi ma nessuno a fa nulla. Poi abbiamo chi chiede i vitalizi percependo €15.000,00 mensili. Colgo l’occasione per far notare che ho dovuto fare anche il passaggio dell’auto di mia moglie pagando €386,00 la macchina era della famiglia. Desidererei una risposta. Cordiali saluti. Tonelli Paolo (Pesaro) ----------------------------------------Egregio Signor Tonelli, come lei giustamente sottolinea si tratta di una norma di 25 anni fa. A parte le dichiarazioni di principio sulla correttezza della norma, ci scontriamo ogni volta che proponiamo una modifica con le esigenze del Bilancio dello Stato ed in particolare con quello dell’Inps. Poiché è ripartita la discussione sulla riforma della previdenza, terremo sicuramente conto della sua segnalazione ai tavoli con il Governo ai quali saremo chiamati. Cordiali saluti.

46 | VERDETÁ n° 73

G

entile Direttore, sono un pensionato di 68 anni. Ho lavorato per oltre 40 come autonomo e ho versato all’INPS, attraverso i contributi dovuti, una discreta parte dei miei guadagni. La mia pensione, tuttavia, è piuttosto bassa ma, chiacchierando con un amico pensionato, mi ha parlato dei cosiddetti ‘diritti inespressi’ che consentono, se ci sono i termini di legge, di ottenere qualche soldo in più. Io però non ho capito molto. Mi sa dire cosa sono? Carlo Pastore da Benevento ----------------------------------------Caro Carlo, si tratta di somme o prestazioni che non vengono concesse se non richieste direttamente dall’interessato. La legge, infatti, prevede alcune somme in più rispetto alla pensione erogata: l’integrazione al trattamento minimo e la cosiddetta maggiorazione sociale, l’assegno al nucleo familiare, l’importo aggiuntivo all’assegno pensionistico. Si tratta di somme in molti casi non altissime e comunque legate ai bassi redditi. Per alcune di esse va fatta tuttavia domanda e vanno verificati i requisiti. Può recarsi alla sede di Cna Pensionati più vicina a casa sua dove le sapranno indicare lo sportello del nostro Patronato Epasa-Itaco che verificherà se ha diritto a una di queste prestazioni o integrazioni e, nel caso, le dirà se può fare domanda. Se il suo assegno è basso le conviene verificare. Cordiali saluti.


VERDETÁ n° 73 | 47

71 T A M I G I ■ V O ■ P

E R E D E ■ C E R T O

L A T I ■ P U N T A ■

E T A ■ M E S T O L O

F O ■ M A N C A ■ I R

I ■ V E S T I T O ■ A

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B A R Z E L L E T T A

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R E ■ M A R I A ■ A I

E ■ D A M O C L E ■ T

S C A N A L A T U R A

REBUS: Faretre K K in G = Fare trekking - Unte star D U O = Un test arduo.

SOLUZIONE DEI GIOCHI 72PAG. 49 DI B ■ C A L I G O L A ■ S M A S H

A G A ■ I ■ I R I S ■ C E ■ C ■

C O M P E R A T A ■ T O N F O ■

I M P A V I D O ■ M O R T A L I

A M E R I C A ■ F E S T I V A L

T A R A T O ■ C O N T A T O R E

O T ■ C O M M E N T A T O R I ■

■ E P A ■ P O N D E R A R E ■ E

■ ■ O R N E T T E ■ E ■ I V A N

■ P E R E N T O R I ■ E ■ O U T

R I M O R S I ■ I S A B E L L E

S U A ■ I E ■ L A T T E R I A ■

REBUS: Chiesa G - Giove D E - lama L - A P ara - T aperte - M Po = Chi è saggio vede la mala parata per tempo.

73 R M O S C A S T I R A T A

A I S P A C C O N I V E N

M E T I C C I M O D E N A

I I R E C A T O D E L I A

N S A L I N I P O L L A I

G A R B A T A O R L I E D

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C A P R O N I F U R O R E

E M A G R A L I S C I A S

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I N T E S A S T I R I A R

R C O D A R D O A D A M O

A I R A T I I L M U L I T

G A E T A N O L O T I N T

74

E S I O D O R O M A N I A

B ■ M A R C E L ■ V I ■ B

LA SEQUENZA: L’ordine in cui sono state scattate le foto è il seguente: 1, 4, 2, 3. La vignetta completa è infatti la numero 3. Nella 2 manca il profilo destro della cornice, nella 4 manca anche la macchia sulla pancia del cane, nella 1 manca in più una cocca del bavaglio del cane.

75 ■ P A V E S E ■ G O L

S I ■ A L E ■ R A S O

R A L L E N T A R E ■

■ N I C O T I N A ■ E

R O M A N I N A ■ P V

L A T O R E ■ A R E S

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L A S C I A R E ■ S N

A L I A S ■ I O N I E

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S P A S S O ■ B U D A

I ■ S P A C C A R E ■

T O T ■ M A R S I N A

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■ ■ C E N O N I ■ C E

O P A C A ■ C A S E R M A

T E R A M O ■ B A R R E S

A L I G I ■ ■ A R D I R E

N O M I ■ G U T T U S O ■

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C R A ■ R O G A R E ■ P I

A E ■ P A R I G I ■ ■ R U

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S T A Z I O N A M E N T O

L I N Z ■ D O D O N A ■ L

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M A O ■ S C I L T I A N ■

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C I S ■ F I E G ■ ■ S P A

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■ M U R R I N A ■ A U L A

A ■ E L I C O N A ■ P E R

G A R A ■ O ■ O R B I T A

A M O R E ■ B ■ N A T A L

V E ■ E ■ F A C I L O N I

E N D ■ C O R T E I ■ I A

in merito alla pensione di reversibilità nessuna novità è stata introdotta da questo governo e da quello precedente. La quota di pensione di reversibilità che è incumulabile con i redditi del pensionato, infatti, è disciplinata da una legge del 1995, quindi di 25 anni fa. Contrariamente a quanto ormai periodicamente si legge sui giornali, nessuna novità è intervenuta in merito. È evidente che, in questo contesto, potremo solo chiedere un miglioramento della norma in occasione di un prossimo provvedimento legislativo, tenendo conto dei prossimi indirizzi in materia pensionistica. Cordiali saluti. S O C I A L E ■ D E L

U M I L T A ■ S I T A

P I O ■ O R A T O R I

E N ■ T R I N I D A D

R O S S I ■ D E I ■ E

LA SILHOUETTE: Alla numero 2. Le altre si escludono per i seguenti particolari: 1 capelli nuca, 3 suola scarpa sinistra, 4 parte posteriore camice, 5 legaccio scarpa sinistra.

sono una vostra iscritta dal 2013 e vi sarei grata se poteste darmi qualche informazione esatta sugli eventuali tagli reversibilità 2020, posso fornirvi tutti i miei dati sensibili a vostra risposta, e vorrei sapere anche se sindacalmente parlando state pensando ad una eventuale azione contro questo governo in merito alla richiesta, attendo risposta, e ringrazio Susanna Rossetti. ----------------------------------------Gentile Signora Rossetti,

G

entile Direttore,

LETTERE AL DIRETTORE


IL LIBRO DEL MESE

MARA, UNA DONNA DEL '900 AGNESE LOY I sogni di un'adolescente umiliati dal Ventennio. Il riscatto di una donna raccontato da Ritanna Armeni E' uscito da pochi giorni il nuovo libro della giornalista, conduttrice, saggista Ritanna Armeni intitolato "Mara, una donna del Novecento" edito dal Ponte Alle Grazie. Più di trecento pagine, anche in versione ebook, per raccontare la storia di una tredicenne immersa nell'Italia fascista. A braccetto di una vicina di casa, mussoliniana convinta, Mara segue da piazza Venezia, le parole del duce pronunciate dal popolare balcone che fu palcoscenico dei suoi proclami. Mara e gli italiani tutti ascoltano, appludiscono e si sentono al sicuro, protetti dai muscolosi discorsi di Mussolini. Sembra quasi un cinematografo: c'è spazio per sogni e vezzi tanto che Mara, come ogni adolescente, culla l'idea di diventare giornalista, scrittrice, di assomigliare nell'indipendenza e nell'eleganza a sua zia Luisa i cui cappellini alla moda la incantano per originalità e stile. Mara è una ragazza come tante nell'Italia del Ventennio, pensa alla scuola, al futuro legandolo alle aspirazioni che ogni adolescente ammanta di un pizzico di gloria. Il tempo però va veloce e le sicurezze s'incrinano sotto il passo lugubre della storia che avanza. La guerra è alle porte, un evento crudele che travolge la popolazione e cambia la vita di ogni individuo coinvolto. Dimensione pubblica e privata s'intrecciano invadendo anche la terra dei sogni di Mara. Che ne sarà di lei, dei suoi desideri e della giovinezza squassata dal regime e dalla follia bellica? Come potrà Mara disegnare un destino per se stessa nell'Italia piegata al rigido pensiero fascista, che riserva alla donna 48 | VERDETÁ n° 73

un futuro fatto principalmente di pannolini e pentole? La chance è una sola, aggraparsi alle proprie passioni come a un salvagente, lottare con determinazione per domare la tempesta e tracciare la strada sognata. Nonostante tutto. L'universo femminile è da sempre al centro della sensibilità storica e letteraria di Ritanna Armeni, popolare conduttrice di Otto e mezzo al fianco di Giuliano Ferrara, con una lunga carriera giornalistica al suo attivo che l'ha vista anche tra i fondatori del 'Manifesto'. Si è aggiudicata il Premio Comisso con 'Di questo amore non si deve sapere. La storia di Inessa e Lenin', edito nel 2015, mentre tra i suoi titoli più recenti c'è 'Una donna può tutto. 1941: volano le streghe della notte', un'inchiesta sulle donne pilota russe, che durante la seconda mondiale si sono battute contro i tedeschi con la piccola e valorosa formazione Reggimento 588.


ORIZZONTALI: 1. Salutato... con le labbra - 8. In mezzo alla corsia - 10. Munite di pneumatici - 12. Il segno dell’addizione - 13. Un veicolo per le vacanze - 14. Un’opera in versi - 16. Colonnina stradale - 18. Lo usa il panificatore - 19. Francesca attrice del cinema - 21. Somme date per lavori svolti 23. Pietra dura per intagli - 25. Sono scritti sugli stemmi - 26. Si coltiva sotto casa - 27. Numero con due zeri - 29. La Tanzi del teatro - 30. Stabilimento per colate - 32. Inizio di assedio - 33. Straordinaria quella del genio - 34. Istituto (abbrev.) - 35. Abbrustolire - 36. Iniz. di Tassoni - 37. Accompagnata e protetta - 39. La coppiera sull’Olimpo 40. Non dicono la verità - 42. Articolo romanesco - 43. Tutt’altro che contrari 45. Bambini in classe - 46. Magna all’università - 47. Isola... di Francia - 48. Istituzione anche morale.

VERTICALI: 2. Titolo turco - 3. Acquistata - 4. Ardito, coraggioso - 5. Di quella del Sud fanno parte anche l’Argentina e il Cile - 6. Regolato come lo strumento di precisione - 7. L’inizio di ottobre - 8. Possono tormentare il peccatore - 9. Né mia né tua - 11. Pancia... di vate - 12. Come gli ordini che non si discutono - 13. Il successore di Tiberio - 15. Il Coleman sassofonista jazz - 17. Espongono fatti ed esprimono pareri - 20. Alla fine delle traversie - 22. Valutare con grande attenzione - 24. Opera di Mascagni - 27. Misura il consumo di corrente o di gas - 28. Vende prodotti caseari - 30. Manifestazione canora sanremese - 31. Il nome della Adjani - 33. I salti più pericolosi - 35. Rumore di caduta in acqua - 37. La schiacciata del tennista - 38. Sigla di Caserta - 41. Il nome di Turgenev - 44. Fuori in inglese.

CRUCIVERBA 1

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REBUS:

frase: 3 1 6 4 2 4 6 3 5

SOLUZIONI DEI GIOCHI A PAG. 47 ??

GIOCHI TRATTI DA

VERDETÁ n° 73 | 49


PANTERE GRIGIE PIETRO ROMANO Un voto depotenziato. E perché no a punti, come la patente? Che via via, elezione dopo elezione, anno dopo anno, perda efficacia fino ad azzerarsi? Anche senza aver commesso infrazioni, sia chiaro. Solo per colpa di esistere. Ancora. Una follia, all’apparenza e nella sostanza. Eppure, ad averla proposta, questa follia, non è un signor nessuno. Ma Howard Dean, ex presidente del Partito democratico Usa, il primo partito del Paese, sia pure uscito sconfitto alle ultime elezioni presidenziali, dopo il doppio mandato alla Casa Bianca di Barack Obama. A parere di Dean gli anziani, avendo davanti a sé un’aspettativa di vita ridotta, dovrebbero avere quanto più leggero peso in politica possibile. Fino a non averne più per niente. Una proposta assurda, all’apparenza, aspetto della crescente visione della democrazia à la carte, secondo il menù del giorno e la discrezione dello chef di turno. E pericolosa in anni nei quali il valore della democrazia è già messo in discussione con troppa leggerezza. Una proposta che, quindi, meritava l’accantonamento immediato solo per questo motivo. E invece ha dato adito a dissertazioni dotte oltre Atlantico - a esempio sul quotidiano più noto anche da noi, il New York Times - e trovato sostenitori perfino nella nostra Europa, Italia compresa. Discussa come un argomento salottiero, anche in punta di scienza, senza che nessun difensore di minoranza oppressa (o presunta tale) abbia protestato. Questo secondo aspetto è il più interessante per noi pantere grigie. Ormai attori comici e scrittori umoristici sono imbrigliati dal rispetto altrui. Per carità, chi ricorda gli sbeffeggiamenti atroci a persone “colpevoli” solo di essere portatori di malformazioni o ritardi psichici può capire agevolmente le censure. Perché, però, alcune “categorie” sono ancora ritenute indegne di “protezione” rispetto ad altre? Mi ha profondamente addolorato, a esempio, l’intervento del deputato italiano Filippo Sensi che ha raccontato le offese alle quali, da obeso, è stato sottoposto, umiliandolo. Forse che i nuovi canoni estetici, in adorazione solo delle ossa, hanno il potere di dare il via libera a queste ingiurie? Lo stesso vale, del resto, per gli anziani e più ancora per i vecchi. Se si può impunemente minacciare di privarli del diritto elettorale perché non sbertucciarne anche le difficoltà? Di udito, di parola, di vista? Ormai comici e umoristi solo con loro (e con i ciccioni, sia detto con affetto) possono prendersela. Una reazione delle pantere grigie sarebbe d’obbligo.

50 | VERDETÁ n° 73


LE SEDI CNA PENSIONATI Sedi Regionali

Indirizzo

Cap

Tel.

Sedi Provinciali

Indirizzo

Cap

Tel.

VAL D'AOSTA-Aosta PIEMONTE-Torino LIGURIA-Genova LOMBARDIA-Milano FRIULI V.G.-Udine VENETO-Marghera EMILIA R.-Bologna TOSCANA-Firenze MARCHE-Ancona UMBRIA-Perugia LAZIO-Roma ABRUZZO-Pescara MOLISE-Campobasso CAMPANIA-Napoli PUGLIA-Bari BASILICATA-Potenza CALABRIA-Catanzaro SICILIA-Palermo SARDEGNA-Cagliari

Corso Lancieri di Aosta 11/F Via Millio 26 Via San Vincenzo 2 - 1° piano Via Marco D'Aviano, 2 Via Verona 28 int. 1 Via della Pila 3/B-1 Via Rimini 7 Via Luigi Alamanni 23 Via Sandro Totti 4 Via A. Morettini 7 Viale Guglielmo Massaia 31 Via Cetteo Ciglia 8 C.da Colle delle Api - Z.I. Via G. Porzio 4-C. Dir. ISOLA G 8-13° p. Via Nicola Tridente 2/Bis Via Isca del Pioppo 144 - Pal. Pino Via Lucrezia Della Valle 19 - II° piano Via Francesco Crispi 72 Viale Elmas 33

11020 10141 16121 20131 33100 30175 40128 50123 60124 06128 00154 65128 86100 80143 70125 85100 88100 90133 09123

0165-31587 011-19672111 010-5959171 02-36512030 0432-616911 041-921715 051-2133211 055-212121 071-286091 075-5009056 06-570151 085-4326919 0874-482021 081-7501065 080-5486931 0971-50148 0961-792484 091-582833 070-273728

Sedi Provinciali

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Cap

Tel.

Agrigento Alessandria Ancona Arezzo Ascoli Piceno Andria-BAT Asti Avellino Bari Belluno Benevento Bergamo Biella Bologna Imola Bolzano Brescia Brindisi Cagliari Iglesias Caltanissetta Campobasso Carrara-Avenza Caserta Catania Catanzaro Chieti Como Cosenza Cremona Crotone Cuneo-Borgo S. Dalmazzo Enna Bassa Fermo Ferrara Firenze Foggia Forlì Frosinone Genova Gorizia-Gradisca d'Isonzo Grosseto Imperia-Sanremo

Via Imera 223/C Via Gramsci 59/A Via Umani 1/A - Baraccola Via Carlo Donat Cattin 129 Viale Indipendenza 42 Via De Robertis 19 Corso Alfieri 412 Via Pironti 1-B Via Nicola Tridente 2/Bis Via S. Gervasio 17 Viale Mellusi 36 Via S. Antonino 3 Via Repubblica 56 Via Aldo Moro, 22 Via Pola 3 Via Milano 68 Via Orzinuovi, 3 Via Tor Pisana 102 Viale Elmas 33 Via Antonio Gramsci 1/3 Via Alcide De Gasperi 14 C.da Colle delle Api - Z.I. Viale G. Galilei 1/A Via Carlo Santagata 19 Piazza dei Martiri 8 Via Italia 19 Via Valera 22 Viale Innocenzo XI 70 V.le Giacomo Mancini-Pal. SOIMCO Via Lucchini 105 Via Firenze 34 Via Cuneo 52/I Via Emilia Romagna 3 Via Salvo D'Acquisto 123 Via Caldirolo 84 Via Luigi Alamanni 31 Viale XXIV Maggio 44 Via Pelacano 29 Via Mària 51 Via San Vincenzo 2 (Torre S.V.) Viale Trieste 31 Via Birmania 96 Via Acquasciati 12

92100 15121 60131 52100 63100 76125 14100 83100 70125 32100 82100 24122 13900 40127 40026 39100 25125 72100 09123 09016 93100 86100 54031 81100 95031 88100 66100 22100 87100 26100 88900 12011 94100 63900 44100 50123 71121 47100 03100 16121 34072 58100 18038

0922-595511 0131-253506 071-286081 0575-3291 0736-42176 0883-480171 0141-596000 0825-783345 080-5486908 0437- 954411 0824-317489 035-285111 015-351121 051-299204 0542-632611 0471-546777 030-3519/5/6/7 0831-517035 070-274681 0781-24721 0934-681382 0874-482021 0585-85291 0823-442552 095-7465294 0961-709580 0871-42371 031-276441 0984-21376 0372-442211 0962-62199 0171-268019 0935-1980109 0734-600288 0532-749111 055-3245008 0881-772070 0543-770111 0775-8228219 010-545371 0481-93335 0564-4711 0184-500309

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Corso Garibaldi 221 C. Dir. Strinella 88-via Pescara, 2/B Via Bruno Buozzi 31 Via Padre Giuliani 6 Viale P. L. Nervi 258/L Via Brunetti 8 Via Carlo Alberto 37 Via Martin Luther King 15 Via Romana 615/P-Arancio Via Zincone 20 Via L. Guerra 13 Via degli Aragonesi 26/A Via Maddalena 108 Via Marco D'Aviano, 2 Viale Corassori 72 Corso Umberto I° 109 - 2° p. Viale Dante Alighieri 37 Via Napoli 14 Zona Industriale Baccasara Via Canalis 29 Via Croce Rossa 56 Via Rosolino Pilo 20 Via La Spezia 52/a Viale Montegrappa 15 Via A. Morettini 7 Via Degli Abeti 90 Via Cetteo Ciglia, 8 Via Coppalati, 10 (Loc. Le Mose) Via Carducci 39 Via Enrico Fermi 2 Via Nuova di Corva 82 Via Isca del Pioppo 144/A Via Zarini 350/C Via Psaumida 38 Viale Randi 90 Via Nicolò Da Reggio 7 Via Mameli 15/G Piazza Cavour 54 P.le Leopoldo Tosi 4 Viale Guglielmo Massaia 31 Via Togliatti 7 Via Alleati Combattenti d'Europa 9/D Corso Vittorio Emanuele 75 Z.I. Predda Niedda Nord Str. 18 BIS Via Vittorio Veneto 15 Via Paleocapa 22/8 Via Simone Martini 18 Via Carso 33 Via Francesco Franchi 25/B Via Lungonera Savoia 126 Via Millio 26 Via De Robertis 19 Via Venere 20 Viale della Repubblica 154 Piazza Venezia 1 Via Verona 28 int. 1 Via Bonini 1 Via della Pila 3/b-1 Via San Bernardino 31/c Via Guicciardini 20 Via P.E. Murmura 56 Via G. Zampieri 19 Via I° Maggio 3 Via I° Maggio 3

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Sedi ESTERE

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Germania Colonia - Burgmauer 18 – 50667 GERMANIA (EE) - Tel 0049.221124761 Germania Mannheim - Augusta Anlage 10 - Tel. 0049.62216530968 Germania Solingen - Talstrasse 3 – 42697 GERMANIA (EE) - Tel. 0049.2123803240 Svizzera San Gallo - Unterer Graben 1 – 9000 SVIZZERA Tel. 0041.712237692 Francia Nizza - Rue Michel Ange 12 – 6100 FRANCIA Tel. 0033.981108543 Belgio Liegi - Chaussee Churchill 81 – 4420 BELGIO - Tel. 0032.42356700 Spagna Alicante - Plaza San Cristobal 2, Planta 1 , Puerta 1 03002 Alicante (Spagna). Tel. 0034.865716972

Australia Sidney Wollongong Coolatai Cescent 1 – 2176 - AUSTRALIA - Tel. 0061.287860888 Australia Melbourne - Grantham ST 57 – 3055 AUSTRALIA - Tel. 0061.393879126 Canada Toronto - 654 Bloor ST. Mississauga - Canada - Tel. 0019.058503611 USA New York - Myrtle Avenue – Glendale 65-54 – 11385 STATI UNITI - Tel. 001.7183865212 Brasile San Paolo - Av. Sao Luiz 50 - 2 Andar CJ 21-A - Brasile - Tel. 0055.1132562455 Argentina Buenos Aires - Calle 45 Uff 5 B 1068 – 1900 ARGENTINA - Tel. 0054.2214588948

VERDETÁ n° 73 | 51


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