NOVEMBRE DICEMBRE 2014
Anno XXXVII - n.53 del 21/10/2014. Mensile
PARMA
Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46), art. 1 comma 1, DCB Po - Dir. Resp. Maurizio Collina - Reg. Trib. BO n° 4686 del 23/11/78 - Dir. e Amm.: soc. Editoriale Artigianato e Piccola Impresa dell’Emilia R. Via Rimini,7 - 40128 Bologna Tel. 051.2133100 - Parma - Via Spezia, 52/a - Tel. 0521.227211 copia: € 1,50 - stampa: Rindi - con I.R.
ASSEMBLEA ANNUALE 2014: NEL CUORE DELL’IMPRESA
Un capannone completamente ricostruito dopo il terremoto del 2012, quale simbolo della volontà di ripresa di artigiani e piccoli imprenditori B9981014
PRIMO PIANO
focus
L’impresa del mese
il bilancio sociale 2013 di CNA Parma
Il grande macigno della burocrazia
Untype: creatività e condivisione
Dati e iniziative in un contesto di trasparenza. La vita da imprenditore e i buoni consigli di Gian Paolo Dallara
Un sodaggio su 2.400 Pmi la considera tra i più determinanti fattori responsabili della decrescita del Paese
L’originale esperienza di un gruppo di professionisti autonomi, ma partecipi e creativi alla realizzazione di un unico progetto
EDITORIALE 4
Primo piano Il bilancio sociale 2013
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speciale Assemblea annuale
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focus 1 Sondaggio: per le Pmi la burocrazia è la “bestia”
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focus 2 Le dieci regole per liberare l’Italia
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news Regione ER: le priorità dettate da CNA Alluvione: le iniziative a favore delle imprese Il successo di “Operazione Bellezza”
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CREDITO
Osservatorio dei tassi
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L’IMPRESA DEL MESE Untype
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agenda
Bilancio Sociale 2013 Anno XXXVII - n.53 del 21/10/2014 Mensile
Poste Italiane s.p.a. - Sped.abb.post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46), art. 1 comma 1, DCB Po - Dir. Resp. Maurizio Collina - Reg. Trib. BO n° 4686 del 23/11/78 - Dir. e Amm.: soc. Editoriale Artigianato e Piccola Impresa dell’Emilia R. Via Rimini,7 - 40128 Bologna - Tel. 051.2133100 Parma - Via Spezia, 52/a - Tel. 0521.227211 Comitato di Redazione Per CNA: Domenico Capitelli, Maura Marmiroli, Andrea Mareschi. Giornalisti: Fabrizio Furlotti, Ilaria Gandolfi redazione@cnaparma.it
Legge di stabilità: maggior attenzione per le imprese La Legge di stabilità presentata in questi giorni contiene misure d’impatto significativo per le imprese e per molti aspetti va nella direzione che da tempo Cna e Rete Imprese Italia chiedevano ai vari Governi che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del Paese, prima fra tutte l’esclusione del costo del lavoro dalla base imponibile Irap. Questa misura comporterà, dalle prime stime, una significativa riduzione della pressione fiscale sul costo del lavoro e riguarderà un considerevole numero di Piccole e Medie Imprese. Altrettanto positivo giudichiamo l’introduzione di un regime forfettario per le imprese con ridotti ricavi, con la possibilità per gli imprenditori di non versare il minimori dell’edilizia e degli impianti ancora in gravissima difficoltà. Sotto il versante occupazionale riteniamo positiva la misura che prevede decontribuzione totale per i neo assunti per i primi tre anni (altra misura da lungo tempo richiesta ai Governi da parte della nostra Associazione), così come le misure per favorire l’autoimprenditorialità, attraverso significative agevolazioni per i primi tre anni per le start up. Per quanto concerne il c.d. Tfr in busta paga, prima di esprimere un giudizio compiuto, restiamo in attesa di capire quale sarà il meccanismo individuato che lo renda neutro per la capacità finanziaria e i costi che potrebbero dover sostenere le PMI. Se cosi non fosse, il nostro giudizio, su questo provvedimento, non potrebbe che essere negativo, cosi come per qualunque intervento ipotizzato sul Tfr che sottragga liquidità alle imprese. Non va, invece, nella direzione giusta, il raddoppio dell’aliquota sulla ritenuta dei bonifici, è evidente che se si vuole favorire l’utilizzo della moneta elettronica in luogo del contante non sia questa la strada da seguire per disincentivarne l’utilizzo; cosi come siamo preoccupati per la riduzione delle agevolazioni previste per le imprese di trasporto merci. Infine, ci attendiamo che dalla riduzione dei vincoli del Patto di stabilità in capo agli Enti locali possa derivare una ripresa degli investimenti per rimettere in moto l’economia del Paese e l’attività delle moltissime imprese che la compongono. Gualtiero Ghirardi Presidente Provinciale
Progetto grafico e impaginazione: Edicta edizioni Per la pubblicità: pubblicita@cnaparma.it - 0521.227211 CNA Parma - Via Spezia 52/a 0521.227211 - www.cnaparma.it
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primo piano Presentato presso l’Hotel Parma&Congressi il Bilancio di Responsabilità Sociale 2013
La legittimazione etica del ruolo di CNA verso la comunità di riferimento immediatamente comprensibili, sottende la volontà della CNA di Parma di riaffermare, per il settimo anno consecutivo, il principio della trasparenza, rendendo pubblico il proprio operato, inquadrato e approfondito
Il documento che descrive le attività svolte per dare valore alle imprese da ogni punto di vista. In coerenza con questo principio, tutto l’elaborato, anche quest’anno riportato su chiavetta USB interattiva, è stato distribuito o inviato, oltre che agli stakeholder, agli operatori economici della provincia, agli amministratori pubblici del territorio, agli organi d’informazione.
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l Bilancio Sociale è lo strumento al quale CNA Parma, anche per il 2013, ha deciso di affidare la testimonianza del suo far parte del tessuto economico della città, del territorio e della comunità dei suoi cittadini”. Questo il concetto espresso nella slide che ha aperto la descrizione di presentazione del Bilancio di Responsabilità Sociale 2013 che la CNA di Parma ha reso pubblico lo scorso 23 ottobre presso l’Hotel Parma&Congressi. Certo, un’affermazione chiara e significativa che tuttavia, al di là del lavoro occorso alla raccolta e alla redazione di dati, nonché all’impegno per renderli
CNA Parma intende proseguire nel cammino intrapreso attraverso il bilancio sociale, ponendosi come obiettivo primario da perseguire anche per il prossimo esercizio quello di coniugare agli obiettivi strategici del Piano Strategico 2013-2016 la responsabilità sociale nei confronti dei propri stakeholder di riferimento.
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il bilancio di responsabilità sociale
I PRINCIPI E LE REGOLE Nell’introduzione il documento prende in esame i principi fondamentali e le regole da seguire per la stesura di un bilancio sociale, quindi il contesto economico del 2013 a livello nazionale e provinciale. Prima di entrare nell’analisi del bilancio sociale, particolare attenzione è rivolta all’individuazione dei portatori di interessi (gli stakeholder) della CNA di Parma (vedi slide a pag.4).
GLI EVENTI DEL 2013 La parte successiva è dedicata agli eventi che hanno caratterizzato il 2013 in casa CNA Parma: il bilancio sociale 2012, che aveva come tema “Natura, innovazione, la giornata di mobilitazione nazionale del 28 gennaio, come Rete Imprese Italia di Parma l’incontro con le coalizioni candidate alle elezioni politiche, la Va edizione di “Cioccolato vero” in tour, in piazza Garibaldi a Parma, Parmacamp, la manifestazione “Game Over” con visita al Prefetto, il concorso “Impara ad Intraprendere” giunto alla XII edizione, per arrivare all’Assemblea quadriennale elettiva del 15 giugno, la VII edizione di ARTinROCCA a Fontanellato, la prima edizione di “Incontri” Business Speed
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Sembra ieri ed era invece il 2007 quando abbiamo presentato il primo Bilancio di Responsabilità Sociale Un documento che in quegli anni poteva apparire ai più come il voler seguire una moda che aveva incominciato a diffondersi, un documento più utile a valorizzare i risultati economici di un Gruppo o di un’azienda in un periodo in cui l’economia era in continuo sviluppo e nessuno immaginava neppure lontanamente ciò che sarebbe accaduto da li a qualche anno, che la certificazione di un profilo etico, di un elemento che legittima il ruolo di un soggetto non solo in termini strutturali ma soprattutto morali agli occhi della propria comunità di riferimento. Noi, che ad assecondare la moda non abbiamo mai pensato, siamo rimasti forse gli unici a continuare a redigere questo documento con consapevolezza e con soddisfazione ci accingiamo alla presentazione del settimo Bilancio di Responsabilità sociale del Gruppo CNA Parma, ancora convinti delle potenzialità che questo documento offre per comunicare in modo volontario e trasparente gli esiti della nostra attività, a maggior ragione in un momento di grandissima difficoltà economica come quello che stiamo attraversando. Anche il nostro Gruppo in questi ultimi anni, e in particolare nell’anno di riferimento, ha dovuto fare i conti con il perdurare di una crisi economica che sembra senza fine, ma il quadro di insieme offerto dalla rendicontazione sociale dei dodici mesi trascorsi, è quello di una struttura che come traspare dai dati contenuti nella chiavetta usb, evidenziano un Gruppo che pur nelle difficoltà di una cruda contingenza continua a mantenere un importante livello di adesioni, una valida offerta di servizi, un impegno costante nell’attività di rappresentanza; che pur con inevitabili aggiustamenti organizzativi continua a mantenere un buon equilibrio economico e finanziario, che ha posto in essere ogni sforzo per mantenere i livelli occupazionali e che pur nelle difficoltà continua ad investire in strutture, competenze e conoscenze. Per l’esercizio 2013, che per il nostro Gruppo è stato anche un anno importante perché si sono rinnovati
tutti gli Organismi dirigenti, ci si era posti come obiettivo primario quello del consolidamento del Gruppo per garantire stabilità e prospettiva a tutte le strutture di riferimento, sia per coloro che all’interno vi operano quotidianamente, ma in particolare per continuare a garantire adeguata rappresentanza, validi servizi ecompetente informazione a tutte le imprese associate. Abbiamo, per questo approvato un Piano Strategico quadriennale teso a cogliere nel tempo questi obiettivi attraverso le attività di cui diamo conto in questo documento, ma anche e soprattutto attraverso il disegno di un futuro fatto di scelte importanti e condivise. Il rendiconto sociale è un documento che oltre a dare conto dell’adesione ai valori e alla mission associativa di CNA, deve essere strumento per comunicare ma anche per riflettere su tutte quelle azioni che possono produrre miglioramenti, sia nella fase organizzativa sia in quella operativa. Uno strumento che partendo dall’aggregato delle imprese associate, rendiconta l’effetto delle attività svolte complessivamente dal Gruppo, non tralasciando di lanciare un messaggio di prospettiva a tutti coloro che vogliono incamminarsi sulla via dell’adesione alle buone pratiche della responsabilità sociale. Dare valore all’impresa, è questa la nostra mission, per dar concretezza a questo obiettivo abbiamo implementato strumenti e strutture atte ad affiancarle, sia nelle fasi di consolidamento che in quelle di sviluppo, obiettivo perseguito attraverso un’organizzazione strutturata e diffusa sul territorio, un sistema di società in grado di offrire servizi integrati che spaziano dalla rappresentanza tipica, all’erogazione di servizi qualificati alle imprese attraverso la rete di strutture dedicate di CNA Servizi, Tecna e Prefina, ad attività con una connotazione più rivolta al sociale, svolte mediante l’opera del Patronato Epasa e di CNA Pensionati, per giungere ad una assistenza maggiormente indirizzata al cittadino attraverso il Caf, non dimenticando la formazione erogata da Ecipar. Quindi, non solo un’offerta qualificata di servizi, ma anche capacità di relazione con altri interlocutori per rendere possibile il coagulo di consenso attorno a obiettivi comuni e lo sviluppo di una progettualità condivisa necessaria per realizzarli. Ma il nostro Bilancio di Responsabilità sociale vuole essere anche lo strumento attraverso il quale si valorizza il lavoro di tutte quelle persone, dirigenti artigiani e dipendenti, che operano nel Gruppo, che con impegno quotidiano contribuiscono, non solo alla valorizzazione e allo sviluppo della Associazione, ma anche impegno costante per fornire risposte ed affiancamento alle imprese associate, cosi come crediamo di poter affermare senza presunzione alcuna che insieme, sono tutte azioni che concorrono alla coesione sociale e allo sviluppo dell’intero territorio. Gualtiero Ghirardi Presidente CNA Provinciale Domenico Capitelli Direttore CNA Provinciale
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primo piano Date. Nella documentazione è segnalato anche il valore complessivo degli investimenti su quest ed altri eventi svoltisi nel 2013: 52mila euro.
LA MISSION, I VALORI Per consentire a tutti gli Stakeholder e in generale a tutti i lettori del Bilancio, di conoscere l’Associazione e di formarsi un giudizio sul suo operato, il successivo capitolo è dedicato alla identità stessa dell’associazione, a partire dalla definizione della missione (CNA Parma contribuisce alla crescita economica e al progresso sociale del Paese, attraverso lo sviluppo e la qualificazione delle imprese, degli imprenditori e di tutte le forme di imprenditorialità, rappresentando i valori, le esigenze e le proposte del sistema imprenditoriale in tutte le sedi istituzionali, amministrative, nel confronto con le altre parti sociali e verso l’opinione pubblica. Rappresenta e tutela le imprese artigiane, gli imprenditori e le PMI, nei rapporti con le istituzioni, la pubblica Amministrazione, le organizzazioni politiche, economiche, sociali a livello nazionale, europeo ed internazionale e a tutti i livelli territoriali; definisce le strategie per il settore dell’artigianato e delle PMI nella Provincia di Parma, affiancando le imprese nel processo di sviluppo e di crescita qualitativa e dimensionale) dei valori e della visione strategica cui fa riferimento, passando dall’assetto organizzativo e dal sistema di governo, per arrivare a descrivere il ”Sistema CNA Parma”, con le società ad essa collegate o partecipate, sino ad arrivare ai numeri che la caratterizzano.
gli obiettivi del piano strategico pluriennale 2013-2016 1.
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Rafforzare il sostegno alle imprese a stare sul mercato aiutandole a conquisare nuovi spazi Accrescere l’impegno sull’attività di rappresentanza per rispondere meglio alle mutate esigenze dell’impresa e dell’imprenditore Rendere più vicina la presenza dei funzionari all’impresa e alle sue esigenze Promuovere forme di sostegno al credito alle imprese da parte di Istituzioni pubbliche e private Iniziative di solidarietà a sostegno di imprenditori in difficoltà Investire sull’imprenditoria femminile, dei
L’IDENTITà Al 31 dicembre 2013 CNA Parma conta 3.446 Associati, pari a 5.194 tra imprenditori, titolari e soci (oltre ai 269 collaboratori), con 8.137 dipendenti sul territorio, oltre ai 3.261 iscritti a CNA Pensionati. Ha 17 tra sedi e uffici territoriali distribuiti in modo capillare sul territorio provinciale, dove operano 111 tra dipendenti e collaboratori. La Direzione Provinciale di CNA Parma è composta da 42 imprenditori.
LA VISIONE STRATEGICA Evidenziati nel capitolo riservato all’identità, gli strumenti con cui CNA Parma intende perseguire i suoi obiettivi strategici nei prossimi anni che sono di natura sia relazionale che economica e di investimento sul territorio. Gli 11 obiettivi individuati fanno riferimento al “Piano strategico 2013 - 2016”, presentato ed approvato dall’Assemblea
giovani imprenditori e dei nuovi cittadini Adeguare l’offerta dei servizi alle più attuali esigenze delle imprese 8. Agevolare il passaggio generazionale nelle PMI 9. Accrescere la possibilità di relazione tra imprese mediante l’adesione a reti 10. Riconfigurare la struttura operativa nel senso previsto dalla conferenza regionale d’organizzazione (seguendo la fase di riordino degli enti locali) 11. Attivare azioni di contrasto all’illegalità e all’abusivismo 7.
Elettiva del giugno scorso (vedi box).
IL RENDICONTO ECONOMICO Nel capitolo che segue si può prendere atto del rendiconto economico, sia consolidato di sistema che dell’Associazione. Di particolare rilievo, nel contesto di questo bilancio sociale, è la segnalazione del valore aggiunto prodotto dalla CNA di Parma nel 2013 (6.240.200 euro) che esprime in sintesi la capacità dell’associazione di creare “ricchezza” e di ripartirla tra i diversi stakeholder in questo modo: 84,4% in risorse umane di CNA Associazione e CNA Servizi, 12,8% per il sistema CNA - comprendendo i contributi erogati e le liberalità (4,8%), l’autofinanziamento generato (5,0%), e la comunicazione e promozione a favore del sistema (3,0%) - , 0,8% capitale di credito (remunerazione ai finanziatori per il capitale di credito), 1,2% pubblica amministrazione (imposte e tasse), 0,8% territorio (erogazioni destinate alla collettività nel territorio di riferimento).
LE RISORSE UMANE Uno spazio importante è riservato alle politiche verso le risorse umane. Al di là dei numeri che vedono nel 2013 una forza lavoro di 111 persone di cui 90 donne e 35 part-time, vi si sottolinea con chiarezza la parte contrattuale che vede l’assunzione a tempo indeterminato per la quasi totalità del personale, le agevolazioni, la formazione.
GLI STRUMENTI DI RELAZIONE Altro capitolo di particolare rilievo è quello riservato agli strumenti di relazione che CNA Parma ha messo in campo
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il bilancio di responsabilità sociale
per i suoi stakeholder diretti (dipendenti, associati, Sistema CNA Parma, Sistema CNA Nazionale) e indiretti (territorio, individui, organizzazioni e sistemi di riferimento). In questo capitolo sono segnalati: Io l’impresa, la rivista mensile che nel 2013 ha superato la tiratura media di 6.500 copie per numero (10 mensilità) grazie alla distribuzione non più solo su abbonamento postale, ma anche negli uffici pubblici ed istituzionali e nei principali punti di aggregazione della città. La presenza online: il sito internet (nel 2013 si sono registrate 112.210 visite al sito con 172.137 visualizzazioni di pagina), i social network (fortemente consolidata la presenza di CNA Parma su Facebook, Twitter, Instagram, You-
tube, LinkedIN, ISSUU), la rete intranet INDIKA, le newsletter (oltre l’80% delle imprese oggi viene puntualmente raggiunta dalle newsletter per diversi servizi) e comunicazioni, SMS (Relativamente all’organizzazione di eventi, viene inviato agli associati un “Sms alert” in prossimità dell’evento per ricordare l’appuntamento. Vengono inoltre effettuati invii di Sms per breaking news o notizie particolarmente importanti), Free WIFI (accesso ad internet garantito in tutto il perimetro della sede provinciale), Artigiani, think dream, make (è il nuovo programma tv prodotto da CNA Parma, ideato e condotto da Andrea Mareschi e Federica Gambetta con la regia di Gianmaria Pacchiani), Coworking (spazio di lavoro condiviso all’interno della sede
provinciale - vedi slide).
LE ATTIVITà E I PROGETTI 2013 Con una lunga serie di slide, sempre inerenti al capitolo delle relazioni sociali, vengono quindi descritte le attività e i progetti principali di CNA Parma svolte nel corso del 2013 che hanno interessato trasversalmente tutti i settori, finalizzati alla rappresentanza, alla promozione, all’aggiornamento, alla formazione o all’informazione delle imprese associate. Il valore complessivo dell’investimento sulle principali attività formative e informative per gli associati nel 2013 è stato di 34mila euro. IL SISTEMA CNA PARMA Il lavoro si chiude con il capitolo che descrive nei particolari il “Sistema CNA Parma e le Società partecipate”, costituito da società e organizzazioni che vi aderiscono, con le quali ha instaurato rapporti di collaborazione e confronto diretti, al fine di costruire un sistema sinergico di servizi in vari ambiti di specializzazione. L’Ecipar per la formazione, CNA Servizi Parma per offrire i servizi tradizionali, nuovi e differenziati, CNA Innovazione per promuovere l’innovazione gestionale nelle PM, CNA World per favorire l’integrazione di cittadini stranieri, CNA Patronato EPASA per la tutela sociale degli artigiani e delle loro famiglie, CAF Imprese come centro di assistenza fiscale, Prefina società di consulenza creditizia e finanziaria, agenzia di Unifidi, Tecna per la consulenza ambiente, sicurezza, qualità e medicina del lavoro.
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primo piano
Da artigiano a impresa internazionale Territorio, relazioni con l’Università per intraprendere la via dell’innovazione, fiducia verso i giovani, i temi sviluppati nel corso della conversazione con l’ingegner Gian Paolo Dallara
L’
obiettivo più importante che ogni anno la CNA di Parma si propone di cogliere con la presentazione pubblica del proprio bilancio sociale, è quello di testimoniare e avvalorare la propria presenza nel tessuto economico e sociale del territorio sul quale opera, mettendo in evidenza, oltre la ricaduta economica sul territorio, eventi, momenti di informazione e formazione e iniziative, tutte finalizzate alla valorizzazione delle imprese associate. In tale contesto è stata quanto mai coerente e interessante la seconda parte della giornata, improntata sulla testimonianza dell’ingegnere Gian Paolo Dallara, fondatore della “Dallara Automobili”, pensata come una conversazione, stimolata da Maurizio Morini, docente di Cultura d’impresa e Gestione della qualità presso l’Università di Bologna, presidente di Best Advance, la società che fin dalla prima edizione cura la stesura del Bilancio Sociale di CNA Parma, partendo da una “canovaccio” che come titolo aveva “Artigianalità e innovazione, la ricetta di una nuova rivoluzione industriale”. Temi che l’ing. Dallara ha arricchito con diversi approfondimenti e preziosi suggerimenti, ma partendo dalla storia della sua azienda e dalle proprie esperienze personali. Dallara.«Voglio chiarire subito che io parto come artigiano. In un mercato dove c’erano già aziende e marchi prestigiosi
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come Lamborghini e Ferrari, ma che richiedeva più di quanto fosse l’offerta. Tutto allora era più facile, non c’era burocrazia o era quasi inesistente; quando facevi qualcosa, c’era già qualcuno a cui andarla ad offrire, il mercato era essenzialmente quello italiano. Ma non potevo dire di essere diventato un imprenditore. Ho cominciato facendo tutti gli errori che normalmente fanno tutti all’inizio: ci si preoccupa di fare il prodotto e si valuta l’efficienza dell’azienda attraverso il conto in banca alla fine dell’anno. Debbo dire che fino ad un certo periodo della vita mia e dell’azienda, l’indirizzo è stato quello: far tornare i conti, ma a fare davvero l’imprenditore ho imparato dopo che mia figlia mi ha obbligato a frequentare un corso alla Bocconi per la gestione delle piccole imprese. Sono state lezioni sufficienti prima di tutto per capire che non sapevo, poi per capire quello che avrei dovuto fare da lì in avanti e infine che avrei dovuto circondarmi di persone capaci. Tutte cose che negli anni
sono successe: dall’introduzione del controllo di gestione, che consentì una programmazione anche a medio termine, al passaggio di mano scegliendo persone di comprovate capacità. Due gli elementi che non bisogna dimenticare nel corso della vita di un’impresa come indispensabili: la fortuna, come per noi, all’inizio, fu il contratto con la Lancia e il saper trarre profitto dagli errori che, più spesso di quanto non si creda, si fanno, senza cercare in ogni modo un responsabile, ma cercare di rimediarli tutti insieme, coinvolgendo tutti i settori dell’azienda». Morini. Siamo nella terra, da Bologna a Sant’Agata, da Modena a Parma, culla dell’automobilismo sportivo. Quale vantaggio competitivo è stato essere a Parma? Col territorio ha trovato collaborazione, pur essendo un’impresa che oggi ha stabilimenti anche ad Indianapolis e quindi di dimensioni internazionali? Dallara «Io ho avuto la fortuna di crescere in un territorio in cui conoscevo tutti quelli che hanno cominciato a lavorare con me, oggi quasi tutti padri dei nuovi assunti. Persone per bene, che hanno voglia di far bene, coi quali c’è reciproca fiducia e voglia di rimboccarsi le maniche per superare insieme gli ostacoli. Altro elemento importante è che c’è
il bilancio di responsabilità sociale
sempre stata presente sul territorio una rete di piccoli imprenditori già in grado di fare tutto ciò che sembrava esclusività di altri territori, a condizioni altrettanto convenienti e della stessa qualità. C’era quindi già una consapevolezza, una competenza di produzione meccanica che ha agevolato molto noi e il territorio, e ancora oggi ci sono condizioni ideali per collaborare, insomma è un territorio favorevole … è il mio territorio. Con la possibilità di programmare anche nel medio termine, oggi possiamo garantire al territorio una presenza solida e continua, facendo tante cose, basandoci sui fornitori del territorio stesso e impegnandoci in corsi di formazione, con grandi soddisfazioni per tutti. Pensi cosa potrà essere il nostro territorio se saremo capaci anche di dare valore al lavoro manuale tanto quanto al lavoro intellettuale, pensi quando non ci sarà più nessuno che dice
“studia perché se no ti mando a lavorare”, ma lavorare e studiare sono due cose che devono stare insieme». Morini. Ci dia un consiglio come far accedere il piccolo artigiano a quei centri di ricerca, a quei meccanismi che lo possano aiutare nel processo d’innovazione. Dallara «Parto affermando che secondo me l’Università italiana è una delle migliori al mondo per creare laureati che magari non sanno tutto sulle nuove tecnologie, ma hanno basi solidissime per rimanere aggiornati o per apprenderle facilmente in seguito. Però la collaborazione fra i due mondi in effetti è ancora troppo carente e la responsabilità va ricercata da entrambe le parti. Ultimamente forse qualcosa si sta muovendo da parte dell’Università, ma molto può fare anche da parte sua l’Associazione. Nel frattempo l’artigiano, proprio in questo momento difficile, deve puntare, anche nella sua nicchia, a lavora-
re bene, nel senso di essere puntuale nelle consegne, deve sapersi programmare e gestire costi, dipendenti e commesse, deve creare una rete, perché rimanere soli, senza confrontarsi, si rischia l’isolamento e la perdita d’occhio del mercato, il tutto per confermare che l’Italia ha l’artigianato più competitivo al mondo». Morini. Cos’è e come viene messo in pratica dalla sua impresa, il concetto di responsabilità sociale? Dallara «La mia azienda non sarebbe così se non avessi tenuto presente il concetto di responsabilità sociale che deve avere un’impresa. Se l’azienda servisse solo per creare profitto, non andrebbe da nessuna parte. Io ho fatto in modo che la crescita dell’azienda sul territorio fosse di beneficio al territorio stesso, ai dipendenti, alle loro famiglie, ai giovani che venendo da
lontano, si stabiliscono qui, facendosi una famiglia o magari accendendo un mutuo importante con una banca, insomma ho cercato di estendere i benefici del successo della mia azienda a quanti più possibile dei miei collaboratori o fornitori, in una parola ai portatori d’interesse o stakeholeder, come li chiamano adesso. Personalmente ho provveduto affinché dieci giovani italiani potessero seguire uno stage ad Indianapolis e dieci giovani americani potessero venire in Italia con lo stesso scopo, per uno scambio culturale che permetta di aprirsi al mondo e di avvicinare anche due comunità. Quello che vorrei è che nel medio, ma possibilmente anche nel lungo termine, ciò che abbiamo fatto fosse non ragione di preoccupazione, ma di continua positività e che anche collaboratori esterni ed interni avessero una crescita economica e sociale giusta».
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speciale Si è svolta a Mirandola nel capannone della PTL, ricostruito dopo il terremoto del 2012, l’Assemblea Annuale della CNA. Il messaggio del Presidente del Consiglio Matteo Renzi
Nel cuore dell’impresa P
er la prima volta nella sua ultrasessantenne storia, la CNA porta l’assemblea annuale fuori dalla capitale. E mai scelta fu più azzeccata, perché ad ospitare delegati, invitati e autorità è stato, a Mirandola, il capannone della PTL, oggi interamente ricostruito e dotato delle più avanzate tecnologie e strutture antisismiche, completamente distrutto dal terribile terremoto del 2012. Una scelta che ha subito assunto un significato ben preciso: la dimostrazione concreta della volontà, della passione, dell’ottimismo, della determinazione ad andare comunque avanti, oltre ogni contrarietà e difficoltà, che la piccola e media impresa di CNA deve quotidianamente mettere in campo. Ad aprire i lavori è stata la splendida reinterpretazione dell’Inno di Mameli da parte della violinista ucraina Anastasiya Petryshak. Negli intenti degli organizzatori avrebbero dovuto presenziarvi be quattro Ministri:
Maria Elena Boschi, Gian Luca Galletti, Giuliano Poletti e Andrea Orlando, oltre al neoeletto Governatore della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Vi hanno presenziato, quali interlocutori alla tavola rotonda che ha seguito la relazione di Vaccarino, il Ministro del Lavoro Poletti e il Ministro all’ambiente Galletti, ma a compensare, e in un certo senso a giustificare, l’assenza del Ministro per le riforme costituzionali e rapporti con il Parlamento e del Ministro della Giustizia, è intervenuto, in videoconferenza, lo stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi il cui saluto, non certo formale, è stato assai apprezzato dalla platea. (vedi box nella pagina a fianco). Dopo gli interventi del titolare della PTL, Luigi Mai, vice presidente di CNA Nazionale e del Presidente della CNA di Modena Umberto Venturi, ha preso la parola Daniele Vaccarino, Presidente di CNA Nazionale per la sua relazione. La storia di un luogo, metafora dell’intero Paese
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Questo luogo narra una storia che vorremmo fosse metafora dell’intero Paese. Un paese che oggi è ferito nel corpo e nell’anima. Stordito dal ritmo dei profondi cambiamenti impressi dalle trasformazioni dell’economia globale. Sferzato da una crisi violenta e duratura il cui risultato complessivo è recessione, stagnazione, disoccupazione, aumento del divario tra Nord e Sud. Contro la crisi: più eticità, meno particolarismi I numeri della nostra economia rimangono impietosi. Giorno dopo giorno ci ricordano l’urgenza di rimuovere le cause che la impoveriscono. Cause complesse che richiedono uno Stato che funzioni. Classi dirigenti competenti e responsabili. Cura del territorio, investimenti in scuola e ricerca, soluzioni radicali a problemi endemici: divari territoriali, criminalità organizzata, corruzione e illegalità diffusa che richiedono meno particolarismi, molto senso civico, eticità.
assemblea annuale
La delegazione di Parma
Un antidoto all’ortodossia tecnocratica Questa è la sfida, individuale e collettiva, che abbiamo davanti. Una sfida che ci impone uno sforzo comune straordinario, radicali mutamenti di prospettiva, modalità nuove di azione, scelte coraggiose. In Italia e in Europa. È sotto gli occhi di tutti l’inefficacia delle ricette dell’ortodossia tecnocratica. È finito il tempo ordinario dei piccoli aggiustamenti, dei decimali da negoziare, quando è in gioco la sopravvivenza della stessa Unione europea. Servono scelte politiche orientate alla crescita e agli investimenti. Riformistico e finanziario, i deficit pa-
renzi: dateci una mano a cambiare l’italia! Cari amici della CNA, intanto, di cuore, un augurio di buon lavoro. Sono desolato che né io né alcuni membri del governo e del parlamento che erano previsti, possano essere lì con voi in questa asssemblea nazionale. Ci avremmo tenuto tanto, però come sapete queste sono le ore del voto della legge di stabilità alla Camera, al Senato stiamo chiudendo finalmente il jobs Act e contemporaneamente stiamo portando avanti la riforma del fisco, la riforma costituzionale,la riforma elettorale;insomma il Parlamento sta lavorando e per chi come voi è abituato a lavorare, per voi imprenditori lavoratori della CNA abituati a svegliarvi la mattina presto e spesso non conoscendo nemmeno la traduzione della parola week end perché si lavora anche il sabato e la domenica, può essere un buon messaggio che il Parlamento è a lavorare sulla stabilità. È un momento difficile per il Paese, in cui è forte il sentimento di rassegnazione,di stanchezza,in quanti dicono“non ce la fremo mai”? Invece noi ce la faremo perché siamo più forti della crisi, siamo più forti della paura, siamo più forti anche delle debolezze che il sistema paese ha. Questo non significa negare i problemi; quelli che dicono che bisogna nascondere la polvere sotto il tappeto, sbagliano e sbagliano tanto anche chi punta sulla rassegnazione, sul pessimismo, chi dice tanto non ce la faremo mai.Ciascuno di voi è un artigiano, un imprenditore, un lavoratore e sa benissimo che partire la mattina con il grido tanto non ce la faremo mai, non è soltanto frustrante, ma rende impossibile l’impresa, chi si alza la mattina e prova a fare il suo mestiere e lo fa mettendosi in gioco tutto, è un eroe dei tempi nostri, un eroe della quotidianità, ed è a queste persone che io rivolgo il mio saluto e anche l’appello:“Dateci una mano a cambiare l’Italia”. Io lo so cosa pensate:“Renzi inizia tu a fare quello che devi fare!” ed è quello che stiamo facendo. Una riduzione di 18 miliardi di tasse; non soltanto gli 80 euro per i lavoratori dipendenti pubblici e privati, ma anche un abbassamento dell’IRAP, la semplificazione delle procedure, la possibilità per chi produrrà posti di lavoro a tempo indeterminato,di non pagare contributi per i primi tre anni: un investimento sul domani del nostro Paese e per la prima volta uno Stato che dimagrisce anziché ingrassare. La riduzione delle tasse come inizio di un processo rivoluzionario.
Questo è il nostro obiettivo, quindi la nostra parte la facciamo, semplificando il sistema fiscale, a renderlo più semplice, anche perché vorrei vedere come si fa a renderlo meno semplice, più complicato, modificando il sistema della giustizia civile, con il tribunale delle imprese senza farla troppo lunga. Intervenendo sulla burocrazia – vi parla l’ex sindaco- che stritolerebbe anche un leone, tutte cose che possiamo fare. Ma accanto a questo c’è la passione l’energia la determinazione, il coraggio, l’impegno di chi come voi oggi sceglie un luogo che era stato distrutto dal terremoto e che voi avete rimesso in piedi. Gli emiliani romagnoli, certo saluto il mio amico e nuovo presidente della Regione Stefano Bonaccini a cui faccio un grosso in bocca al lupo e un abbraccio; lui sa cosa deve fare e lo farà perhè è un tenace e convinto politico che pensa che la parola politica sia con la P maiuscola, ma accanto alla tenacia degli emiliani romagnoli, quelle terre sono state ricostruite dalla passione e dal coraggio degli artigiani, degli imprenditori e dei lavoratori e allora a tutti e a ciascuno, l’augurio da palazzo Chigi di buon lavoro, noi siamo a lavorare anche noi,meno male dirà qualcuno,era ora dirà qualcun altro, in ogni caso, ciò che caratterizza noi e voi è molto semplice, è l’idea che insieme stavolta ce la facciamo, non è un problema di gufi o di pessimisti è il problema che l’Italia oggi è divisa tra chi pensa che di fronte a un problema si debba urlare più forte, alimentare il problema, creare ancora più tensioni, e chi invece, rimboccandosi le maniche, facendo il proprio pezzo di strada, questo Paese lo rimette in gioco. Quelli siamo noi, quelli siete voi. Quella è l’Italia che porterà il paese fuori dalle sabbie mobili, fuori dal pantano. In bocca al lupo alla CNA.
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ralleli Per convincere l’Europa, lo sappiamo tutti, abbiamo una sola arma efficace: colmare quel deficit riformistico che condiziona, tanto quanto il deficit finanziario, la nostra reputazione nel mondo. Molto, dunque, deve fare l’Europa ma altrettanto, forse di più, deve fare l’Italia. In questo, un ruolo fondamentale lo svolgono i soggetti della rappresentanza, nella loro funzione di aggregazione e mediazione di interessi. Senza il ruolo di sintesi dei corpi intermedi, la nostra società diventa sempre meno governabile. Indubbiamente, il dialogo e il rapporto tra politica e forze sociali va rinnovato nelle forme e nella sostanza, abbandonando le liturgie del passato e sterili poteri di veto. Ma anche abbandonando pregiudizi negativi, come, ad esempio, quelli nei confronti delle Camere di Commercio che vanno, sì, ripensate, riformate, ridotte di numero, rese più efficienti, ma non possono essere cancellate con un tratto di penna. Ingovernabilità & malaburocrazia a braccetto è indispensabile che l’Italia abbia certezze. Certezza su chi la governa, in primo luogo. Vorremmo che la legge elettorale possa garantire, finalmente, al paese di avere governi stabili e ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti. Riteniamo utile il progetto di riforma costituzionale proposto dal Governo. Il superamento del bicameralismo perfetto, va nella direzione da noi auspicata di coniugare insieme democrazia, rapidità delle decisioni, riduzione dei costi. Come
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molto resta da fare per rendere moderni ed efficienti tutti gli ambiti in cui si esercita l’azione pubblica, sconfiggendo il mostro della cattiva burocrazia. “Prima pensa al piccolo” Nell’Italia che vogliamo imprese e cittadini non devono fare i conti con ottomila diversi regolamenti edilizi! Ci dia, finalmente, le premesse costituzionali, per un’amministrazione pubblica efficiente, altamente informatizzata e
digitalizzata, capace di adeguare le sue richieste alle dimensioni delle imprese, trasferendo il fondamentale principio dello Small Business,“Prima Pensa al Piccolo” dal regno delle astrazioni, alla realtà delle sue azioni quotidiane. Premesse fondamentali per liberare le imprese da un burocrazia asfissiante. La giustizia lenta, palla al piede dell’impresa Nell’Italia che tutti vogliamo la giustizia civile è rapida e prevedibile! Una giustizia lenta compromette la propensione all’investimento, all’allargamento dei mercati, alla crescita dimensionale delle imprese, distorce il mercato del credito, agisce sulla effettività dei contratti e comporta costi gravosi per le imprese. Il concordato spesso viene utilizzato in modo opportunistico quando non fraudolento, con grave danno soprattutto per le piccole imprese fornitrici. Il concordato va concesso solo a condizione di continuare l’attività e va accompagnato da rigorose misure di allerta e prevenzione. Ambiente e cultura, patrimoni da valorizzare La credibilità del paese passa anche attraverso la sua capacità di tutelare e difendere non solo l’ambiente sociale ma anche l’ambiente fisico, il patrimonio storico culturale. La cura e tutela del territorio e dei beni culturali è nutrimento vitale per la miriade di piccole imprese che operano nel settore del turismo, del restauro, della
le priprità del neo governatore stefano bonaccini Per la sua prima uscita ufficiale da Governatore della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini ha scelto ll’Assemblea Annuale di CNA Non una presenza di circostanza, ma con la disponibilità ad affrontare il confronto con la giornalista di SKY Federica De Santcis e la classica domanda sulle priorità da mettere in agenda nei primi cento giorni di governo. Bonaccini prima di affrontare l’argomento ha voluto ricordare il grande sforzo e il grande lavoro svolto dagli imprenditori e dalla Regione stessa, in particolar modo dall’allora Governatore Vasco Errani, per la ricostruzione post terremoto «Un terremoto che definirei economico - ha sottolineato - in quanto oltre la popolazione ha colpito centinaia di attività produttive. La prima cosa che faremo con la nuova Giunta sarà la sobrietà: azzereremo completamente il rimborso ai gruppi politici oltre un taglio notevole a compensi e vitalizi. Quindi già nei prossimi giorni convocherò Sindaci e amministratori locali per riscrivere con loro un nuovo patto per il lavoro. Seguendo la traccia indicata
dal Governo improntata sulla rinascita del Paese andremo ad agevolare le imprese là dove ci sarà consentito, soprattutto nella lotta alla burocrazia, dal momento che in Emilia Romagna abbiamo tutte le potenzialità, fatte di imprese e imprenditori, in settori di assoluta eccellenza e unicità, dal cibo al turismo, dall’alta tecnologia al manifatturiero che rappresentano in assoluto il made in Italy più conosciuto ed apprezzato. In questo contesto sarà nostro impegno primario spendere con estrema accuratezza i fondi che arrivano dall’Unione Europea»
assemblea annuale manutenzione, del commercio, dei servizi, della riqualificazione delle aree urbane e degli immobili. A tale proposito, valutiamo molto positivamente la conferma delle detrazioni fiscali, concesse sugli investimenti per ristrutturazioni ed efficienza energetica. L’affare Sistri La protezione ambientale e la green economy se adeguatamente valorizzati, sono una potente leva per l’occupazione e la crescita incentrata sulle micro e piccole imprese. Evitando di trasformare queste opportunità in costose, pesanti e inutili procedure. Esempio emblematico è quello del SISTRI, un sistema, inutilmente complesso, ingestibile, opaco. è giunto il momento di cancellarlo una volta per tutte e di configurare un sistema di tracciabilità totalmente nuovo, insieme alle Associazioni di rappresentanza. Senza credito non c’è ripresa né impresa Le banche danno sempre meno credito soprattutto a noi piccoli imprenditori nonostante i finanziamenti della BCE e l’abbondante liquidità. Non si fidano più dei Confidi dopo averli utilizzati per anni! E stanno trasformando la garanzia pubblica, rilasciata dal Fondo centrale che è nato come aiuto alle piccole imprese, in strumento funzionale alla loro attività. Le severe regole sui patrimoni bancari e l’accresciuta rischiosità degli impieghi non possono giustificare quello che sta accadendo al credito. Per questo, è necessario limitare l’adozione di norme sempre più stringenti per l’esercizio del credito che finiscono per penalizzare l’economia reale. È necessario porre un argine a questa situazione! Perché senza credito non c’è né ripresa né impresa! La grande diffidenza del fisco verso le nostre imprese Le nostre imprese sentono da sempre la grande diffidenza che il fisco riserva loro. Una diffidenza che si è manifestata, anche da ultimo, nei provvedimenti del Governo. Penso all’esclusione dei lavoratori autonomi, dei nostri pensionati, dal beneficio della misura degli “80 euro”. Penso al raddoppio, dal 4% all’8% della ritenuta sui bonifici che concedono detrazioni, obbligando le imprese ad anticipare al fisco ben 920 milioni di euro l’anno. Penso alla differente tassazione del reddito personale dei lavoratori autonomi rispetto ai lavoratori dipendenti. Penso alle nubi che si stanno addensando sugli Studi di Settore! La pressione fiscale sulle imprese ha, ormai, raggiunto livelli incompatibili con lo
sviluppo del paese. La sua riduzione deve diventare una priorità assoluta dell’azione di Governo. èinconcepibile che in tre anni, il prelievo Imu sugli immobili strumentali, sia raddoppiato. Forse, qualcuno, in questo paese, ha scambiato i nostri capannoni per case di villeggiatura! Abbiamo, invece, apprezzato molto l’eliminazione del costo del lavoro dalla base imponibile Irap (ma chiediamo che ne venga elevata la franchigia, per includere anche i 3 milioni di imprese oggi non ammesse alla misura) e la decontribuzione per tre anni per i nuovi assunti. Il “cambioverso” vero si misura sulle piccole imprese è sempre con un sentimento misto di rabbia e incredulità che noto quanto sia radicata nella politica, nella cultura economica e giuridica e nei media, la tendenza a non riconoscere la centralità del nostro mondo di impresa. Quanto sia radicata l’abitudine a non impegnarsi in modo continuativo nella costruzione di strumenti, di misure, di politiche funzionali ad un sistema di oltre 4 milioni di micro e piccole imprese che contribuiscono, in modo decisivo, alla ricchezza del Paese, al suo benessere sociale. Una forza operosa, dinamica, vitale, aperta ai giovani imprenditori, alle donne imprenditrici, ai professionisti che con passione e dedizione mettono sé stessi, le loro qualità, le loro buone e nuove idee alla prova del mercato. Una forza che assume su di sé doveri, responsabilità, rischi. La riforma del lavoro non penalizzi i “piccoli” Condividiamo i punti salienti della riforma volti a modernizzare e semplificare il mercato del lavoro e le forme contrat-
tuali nonché a rispondere alle esigenze di flessibilità poste all’organizzazione del lavoro dall’economia contemporanea. Bisogna, tuttavia, scongiurare il rischio che si introducano nelle imprese, con meno di 15 dipendenti, oneri nuovi e difficilmente sostenibili. Speriamo in rassicurazioni su questo ed altri punti, quali la riduzione dei fondi destinati ai patronati; gli strumenti di tutela basati sul principio della bilateralità; l’emanazione del decreto che autorizza ad operare il Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato. Tutelare l’apprendistato, cerniera tra giovani e occupazione Vorremmo essere certi che il riordino dei contratti di lavoro non finisca col penalizzare l’apprendistato. Per il nostro comparto, infatti, il contratto di apprendistato rappresenta uno strumento identitario, essenziale, per creare quelle competenze delle quali hanno bisogno le nostre imprese che non sono garantite dal sistema di istruzione. Le piccole imprese danno identità economica all’Italia L’economia del futuro, come quella del passato, ha bisogno dell’artigianato e delle piccole imprese italiane, dei loro prodotti belli e ben fatti. I mercati cercano il Made in Italy, amano il Made in Italy!! Lo sanno bene le nostre piccole imprese leader, con i loro prodotti, in tanti settori nel mondo! Occorre fare di più in Europa e in Italia per tutelare e valorizzare le nostre produzioni e sfruttare al meglio la vetrina, unica e irripetibile, di EXPO 2015. Sono queste imprese, questi prodotti a dare identità economica all’Italia. È da essi che L’Italia deve trarre forza e solidità per ritrovare nel mondo, il posto che merita.
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Lavoro e ambiente, le leve per la rinascita Nel corso di una tavola rotonda i Ministri Poletti e Galletti hanno illustrato i prossimi provvedimenti
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a seconda parte dell’Assemblea Annuale ha visto il confronto diretto della CNA, attraverso le domande della giornalista di Sky Federica De Sanctis, coi Ministri Poletti e Galletti. La De Santics, dopo aver enunciato le drammatiche cifre, in costante aumento, sulla disoccupazione in Italia, ha chiesto a Poletti in che termini nel 2015, attraverso le riforme previste, potranno essere invertiti questi dati. Poletti «Il tutto si poggia su di un più profondo cambiamento che deve riguardare tutti e tutto ed è solo dentro a questo grande disegno che si può parlare del tema occupazione o disoccupazione. Oggi noi stiamo operando alla fine di oltre sette anni di una crisi terribile che ha colpito il nostro Paese. Ma sappiamo benissimo che i posti di lavoro li fanno le imprese, non le leggi, non i ministri, non i decreti, per cui è chiaro che l’unica strada che ci porterà a far crescere l’occupazione è la crescita delle imprese. è su questo concetto che concentreremo la nostra azione». Gli oneri per le imprese con meno di 15 dipendenti è
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dunque un pericolo scongiurato? «Assolutamente sì, noi ragioniamo su far crescere le imprese e addossare loro ancora imposte non è certamente la via giusta. Io ho poi una mia opinione in più: bisogna evitare al massimo gli incentivi. Perché quando inventiamo un incentivo, automaticamente ci siamo creati una burocrazia, un ostacolo: allora meno incentivi, più libertà, meno incentivi e meno ostacoli. Non è possibile che per ottenere una licenza occorra fare venti domande, bisogna arrivare a decidere che ne occorrono al massimo due e così salvaguardiamo anche la nostra onestà e quella di tutti. Quindi niente balzelli ulteriori e appesantimenti. Dobbiamo trovare la maniera di costruire un ponte che aiuti le imprese a crescere e se c’è un gradino lo dobbiamo limare e non crearne un altro che impedisce di andare più in là». Ci può dare qualche ulteriore delucidazione rispetto alla decontribuzione sui neoassunti? «La decontribuzione è solo per i contratti a tempo indeterminato. Punto. Poi stiamo lavo-
rando sulla tutela crescente. Il tutto legato all’approvazione della legge delega sul lavoro e all’emanazione dei decreti attuativi. Nostro obiettivo è che il Senato la prossima settimana approvi la legge delega e nel giro di 15 – 20 giorni ci sia il decreto che approvi il contratto a tutele crescenti. A questo punto le imprese saranno libere di scegliere il contratto più consono. Sottolineo che questa è una delle scelte fondamentali che questo governo ha fatto che si rapporta con la detassazione IRAP per i contratti a tempo indeterminato. Abbiamo fatto questa scelta coscienti che tutta la contrattualistica aveva bisogno di un netto cambiamento dal momento che oggi in Italia su 100 avviamenti al lavoro, solo 15 sono a tempo indeterminato, 85 sono a termine, con tutte le più svariate forme che tutti conosciamo». C’è preoccupazione anche per i contratti di apprendistato. Cosa ci può dire in proposito? «Non ci devono essere preoccupazioni. Abbiamo fatto un decreto di semplificazione per l’apprendistato e oggi i numeri ci dicono che i con-
tratti di apprendistato sono aumentati. Ma dobbiamo affrontare ancora un punto delicato che investe l’assetto istituzionale del nostro Paese. L’apprendistato si poggia sugli strumenti di formazione regionali e non possiamo trovarci di fronte a 20 diverse tipologie di apprendistato. Dobbiamo quindi costruire un meccanismo di semplicità e di costo compatibile. C’è poi aperta la questione dell’alternanza scuola lavoro che noi auspichiamo fattibile a breve, capace di innescare una modalità dinamica nel rapporto tra scuola e aziende. Abbiamo bisogno dei giovani dell’informatica e dell’innovazione all’interno delle imprese di oggi e non solo nelle imprese di pura informatica. Questa è una funzione oggi essenziale e non più rinviabile in tutte le imprese artigiane italiane. Perché l’innovazione non si fa solo in dieci nuove imprese, ma innovando il milione di imprese che abbiamo». La De Sanctis passa dunque al Ministro Galletti chiedendogli quanto l’incertezza delle regole sul piano ambientale incida negativamente sulla vita delle imprese. Galletti «Devo esordire con
ASSEMBLEA ANNUALE un’affermazione che dovrebbe davvero far riflettere: si è sempre creduto che tutte le regole per l’ambiente tutelassero l’ambiente, ebbene è esattamente il contrario. L’esempio che tutti abbiamo davanti, anche in modo drammatico in questi giorni, è che 2,3 miliardi di euro destinati ad interventi sul dissesto idrogeologico del nostro Paese sono bloccati causa burocrazia, Quindi non è vero che mancano le risorse, mancano regole chiare che impediscono di intervenire. Ma è bastato togliere qualche piccola regola e riorganizzare il sistema perché circa la metà di quegli euro siano già oggi a cantiere. è bastato nominare commissario lo stesso presidente della Regione, in grado di assumersi tutte le responsabilità e così abbiamo bypassato tutti i veti possibili immaginabili. Sia chiaro che io sono per il processo amministrativo ed il rispetto dei diritti delle imprese, ma se non si passa ad una nuova etica non si va da nessuna parte. La stragrande maggioranza delle imprese si comportano bene, ma alcune pensano che un ricorso al TAR non si nega mai Il ricorso si fa quando ci sono ragioni serie per far valere i propri diritti e non per altri fini, aziende che hanno più avvocati che progettisti non sono più tollerabili perché fanno anche il male delle aziende sane. Non mi farò intimidire da coloro che definisco ambientalisti da salotto che ogni volta che
grazie all’accordo tra cna e amazon, google, seat pagine gialle e cnr nasce digitaly per la digitalizzazione delle pmi In occasione dell’Assemblea Nazionale di CNA, si è stretta un’importante intesa tra la stessa CNA, Amazon, Google, Seat Pagine Gialle e la partecipazione del CNR. DigItaly, il progetto al centro dell’intesa, che definisce un percorso di digitalizzazione per le micro e piccole imprese tradizionali, prevede una serie di incontri sul territorio, in stile BtoB, con le aziende cosiddette digitali.Gli incontri organizzati da CNA, in accordo con gli importanti partner dell’iniziativa, mirano a fornire skills formativi, indicazioni e suggerimenti per aiutare le piccole imprese a meglio posizionarsi nel mondo del web e affrontare i mercati esteri. Il sesto continente, quell’universo di utenti, sempre crescenti, che utilizzano le nuove tecnologie per acquistare prodotti di qualità, è sempre più in cerca di Made in Italy. Dai dati di Google emerge che nell’ultimo anno le ricerche mondiali su web di Made in Italy sono aumentate del 15% rispetto all’anno precedente. La piccola impresa italiana ha dei margini di crescita elevati, soprattutto in termini di internazionalizzazione delle produzioni va sostenuta in un processo di sviluppo che puó produrre enormi benefici per l’intero paese. DigItaly va in questa direzione, nel supportare la digitalizzazione dell’impresa italiana, quella meno orientata ai nuovi strumenti e processi, attraverso l’incontro con grandi player internazionali pronti a sostenerle in tali obiettivo. CNA è felice di annunciare questo importante intesa e l’avvio delle attività previsto per i primi mesi del prossimo anno. L’ambizione è quella di realizzare 50 eventi di contaminazione e business match su tutto il territorio nazionale.
in Italia si fa un intervento inerente l’ambiente dicono si danneggia l’ambiente. Non è così. Bisogna smettere di utilizzare l’ambiente come alibi contro la crescita. L’ambiente è il miglior amico della crescita economica e dell’occupazione di questo Paese».
Quali azioni avete messo in campo? «Stiamo preparando un piano nazionale sul dissesto idrogeologico dove i presidenti di Regione entro il 4 dicembre ci segnaleranno le criticità, quindi firmeremo un accordo di programma: abbiamo a disposizione sette miliardi in sette anni Certo non sono sufficienti, ma bisogna pur partire. Poi abbiamo già deliberato: mai più condoni edilizi e divieto assoluto a Regione e Comuni di concedere concessioni edilizie in certe condizioni». Ci può aggiornare sul SISTRI? «è definitivamente archiviato. Entro giugno 2015 faremo un nuovo bando per un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti che andrà a sostituire il SISTRI e che andrà ad essere
operativo col gennaio 2016». La green economy è al centro delle azioni di Governo? «Il mio Ministero diventerà per le imprese il miglior amico perché offrirà opportunità economiche migliori di altri Ministeri che oggi sono considerati più utili per le imprese di tutti i settori. Stiamo già lavorando per il futuro, per arrivare quando ci sarà la ripresa, per portare le imprese ad un grado di competitività pari al livello europeo e mondiale. Dobbiamo fare un grande piano strategico per il Paese per arrivare con una filiera produttiva pronta per immettere sul mercato i prodotti idonei e all’avanguardia. Ciò che sulle energie rinnovabili è stato fatto in passato è sbagliato: abbiamo incentivato il fotovoltaico senza avere una filiera
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produttiva per cui grandissima parte degli incentivi sono andati praticamente a beneficio di produttori di altri Paesi. Noi sappiamo che nel 2030 dobbiamo ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera del 40%, dobbiamo incrementare le energie alternative fino al 27% ed aumentare l’efficienza energetica del 27%: questo è un accordo legale e vincolan-
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te. Su questi presupposti vogliamo insieme costruire una filiera produttiva? Io vi dico dove voglio arrivare con voi, e voi cominciate a costruire una filiera produttiva su questi obiettivi. Altrimenti verremo travolti da altri Paesi che nel frattempo si sono adeguati tecnologicamente, investendo cifre enormi in ricerca e sviluppo».
L’ultima domanda, la De Sanctis la pone ad entrambi. Cosa si può fare per aiutare le imprese a livello di fisco? Poletti: «Sappiamo che le imprese hanno bisogno di certezze e semplicità e che per natura devono prendere decisioni su tutta una serie di materie. E questo è normale. Ciò che non è normale è che sia lo Stato a mettere loro addosso altre incertezze attraverso continue nunove regole su fisco o lavoro. C’è allora la necessità di togliere almeno questi tipi di incertezze, nonché peso fiscale e rendere chiare e semplici le norme. Abbiamo una legge delega che metteremo alla prova, ma la questione non è semplice dato che ci troviamo di fronte ad una regolamentazione complicatissima e confusissima che rende il percorso per la semplificazione a sua volta
complicato, pur essendo iil nostro orientamento molto chiaro». Galletti «Aggiungo che dovrà anche essere costante nel tempo, perché il cambio continuo delle regole fa male quanto il fisco stesso. Per l’ambiente vorrei che non ci sia più “chi inquina paga” e se la cava così, vorrei che chi inquina andasse in galera e chi si comporta bene sia agevolato in termini fiscali». L’ultima parola spetta al Presidente Vaccarino che sottolinea come l’attuale ruolo della CNA sia sempre più rivolto ad assecondare le richieste delle associate per ottenere gli strumenti che oggi occorrono per rinascere dalla crisi. Strumenti che si devono tradurre in riforme per le quali la CNA si sente pronta a collaborare, passando «dalla protesta alla proposta».
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focus 1 Centro Studi CNA ha reso noti i risultati di un’indagine condotta su 2.400 micro, piccole e medie imprese
Per la PMI la burocrazia è la “bestia” Q
uanto “pesa” la burocrazia italiana sulle spalle delle piccole e medie imprese in termini di costi, di perdita di tempo e tanto altro? E che responsabilità ha avuto, e ha tuttora, nel mancato rilancio dell’economia italiana? Quali sono in realtà gli effetti negativi che la “bestia” - come ha definito la burocrazia Sergio Silvestrini, Segretario Generale della CNA - ha provocato in questi ultimi anni? A queste e ad altre questioni ha dato le relative risposte un’indagine (Le PMI alle prese con la burocrazia) che il Centro Studi di CNA ha condotto su 2.400 micro, piccole e medie imprese, nella seconda metà dello scorso settembre. Prima di scendere nei particolari è giusto riportare un concetto che ha attraversato trasversalmente tutte le risposte: è arrivato il momento di ridisegnare il sistema burocratico e l’apparato amministrativo del nostro Bel Paese, dal momento che la ripartenza economica passa anche attraverso una più alta qualità della legislazione ed un significativo snellimento del carico burocratico che grava sul sistema produttivo. Certo, considerazioni più che condivisibili, ma non è stato così da parte dei nostri governanti dal momento che, sino ad oggi, per ogni 10 norme abrogate dall’ordinamento, ne sono state introdotte 13! I risultati dell’indagine si snodano su
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diversi piani, a partire dalla valutazione del rapporto tra burocrazia e decrescita del Paese. Secondo il 75% delle imprese, la burocrazia è tra i principali fattori responsabili della decrescita economica dell’Italia degli ultimi sette anni. Gli adempimenti
sono complessi, ripetitivi e costosi. In più, in barba ai principi contenuti nello Statuto delle Imprese, essi non sono pensati e realizzati su misura delle imprese più piccole: il 75,7% delle micro imprese (meno di dieci addetti) ritiene che la burocrazia sia tra i principali fattori di freno allo sviluppo della loro attività. Tale percentuale scende di otto punti, al 68%, nel caso delle imprese con più di dieci addetti. Ma qual è il principale difetto della burocrazia? Il 72% degli interpellati dal Centro studi CNA è convinto che la complessità degli adempimenti costituisca il principale difetto della burocrazia, oltre a sottrarre tempo prezioso all’attività. Al 41,8% delle imprese “ruba” fino a 24 ore lavorative al mese, al 30,7% addirittura fino a 40 ore. In queste condizioni, diventa inevitabile affidarsi a soggetti specializzati. Ma anche il ricorso agli specialisti non evita “calvari” agli imprenditori. È il caso, in primis, del SISTRI, ritenuto molto problematico dal 61% delle imprese obbligate ad osservarlo, e della Responsabilità Solidale negli Appalti estesa alle ritenute fiscali, che
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è un vero e proprio rompicapo per una impresa su due. I Governi che si sono succeduti negli ultimi sette anni hanno adottato (sic!) azioni di semplificazione del sistema. che percezione ne hanno derivato le imprese? Bocciati senz’appello gli interventi di semplificazione amministrativa tentati
imprese da circa il 53% di esse. L’inadeguatezza del livello di informatizzazione della Pubblica Amministrazione si evince anche dalla capacità di interagire online con l’operatore pubblico: in media, solo un’impresa su tre (quasi il 30%) riesce a sbrigare più della metà delle pratiche per via telematica. Gli imprenditori sono concordi nel ritenere che la riforma della
a) risposte più chiare e tempestive da parte dell’operatore pubblico(30,8%); b) maggiore certezza nei tempi di conclusione dei procedimenti amministrativi (27,4%). Alla luce di quanto emerso dall’indagine, è urgente ridisegnare il sistema burocratico e l’apparato amministrativo secondo tre linee di azione: 1. Adempimenti meno ripetitivi e più comprensibili. 2. Proporzionalità delle richieste. Non più norme a “taglia unica” ma calibrate sulla dimensione delle imprese nel rispetto del principio statuito nello Small Business Act “think small first”. 3. Innalzamento del livello dell’informatizzazione della PA, attraverso una rapida attuazione dell’Agenda Digitale (che permetterebbe di realizzare benefici stimati in 25 miliardi per il sistema delle imprese).
«Non ci sono alternative: o strangoliamo la “bestia” o le piccole e medie imprese sono condannate ad una morte lenta e dolorosa». Sergio Silvestrini, Segretario Generale di CNA Nazionale dai Governi che si sono succeduti negli anni della crisi (per il 75% ritenuti poco incisivi), ciò nonostante, il 50% delle imprese intervistate concede un’apertura di credito all’attuale Governo, ritenuto in grado di ridurre significativamente il carico burocratico che grava sul sistema produttivo. PRIORITà E PROPOSTE La seconda parte dell’indagine ha voluto prendere in esame in che segmenti individuare le priorità cui intervenire con maggior urgenza per accrescere l’efficienza dell’Italia, nonché le proposte per intervenire in modo strutturale su tutto l’impianto della burocrazia italiana. Per le imprese sino a 10 addetti la priorità su cui intervenire è il Fisco, sopra i 10 addetti l’obiettivo è il Lavoro. Anche tra le proposte uscite dall’indagine emergono alcune priorità. Prima di tutto informatizzare, davvero, la Pubblica amministrazione per renderla agile e tempestiva, cominciando dalla efficace connessione tra tutte le banche dati. Il livello di informatizzazione delle Pubbliche Amministrazioni è giudicato del tutto inadeguato rispetto alle necessità delle
Pubblica Amministrazione sia tra gli obiettivi da perseguire prioritariamente nei prossimi mesi e che l’innalzamento del livello di informatizzazione non sia rinviabile. Maggiore informatizzazione della Pubblica Amministrazione è sinonimo di agilità e tempestività: oltre a permettere una riduzione dei costi operativi, essa consentirebbe alle imprese di avere:
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focus 2 La semplificazione al centro del confronto tra il Presidente Vaccarino e il Ministro Marianna Madia
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ieci proposte che hanno per obiettivo far risparmiare ai quattro milioni e mezzo di piccole imprese italiane una parte cospicua dei cinque miliardi di costi burocratici: un euro ogni dieci minuti, sei euro l’ora, 48 euro ogni giorno lavorativo, 11mila euro l’anno. Con questa affermazione si è aperto il confronto tra il Presidente di CNA Daniele Vaccarino e il Ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione Marianna Madia organizzato da CNA Nazionale in occasione della presentazione del decalogo per modernizzare e rendere più efficiente la Pubblica Amministrazione. Un documento assai circostanziato, che non si limita a riportare mere richieste, ma che si avvale di un approfondimento fatto di confronti specifici sulle relative situazioni in essere in altri Paesi, di considerazioni sulla legislazione italiana nei confronti della Pmi, di prese d’atto dei provvedimenti legislativi tentati, riusciti e falliti, ma soprattutto di proposte, argomentate, articolate, molto chiare e dirette. Per chi ha orecchie per sentire, occhi per vedere e la possibilità di fare, si tratta di un vero e proprio taccuino di lavoro da cui trarre indicazioni argomentate per partire davvero ad impostare una seria politica di semplificazione della PA, per di più coniugata al sostegno del settore che rappresenta il 98% del tessuto produttivo del nostro Paese e che occupa 8 milioni
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di addetti: la Pmi. Ad illustrare le dieci proposte di CNA è stato il Segretario generale Sergio Silvestrini, partendo dai dati più significativi del sondaggio “Le Pmi alle prese con la burocrazia” che esprimono, solo in parte, le ragioni del PERCHè IN ITALIA è NECESSARIO SEMPLIFICARE Innazi tutto perché a oltre 4,5milioni di Pmi costa ogni anno 5miliardi di euro. Poi perché, come si evince dal sondaggio, per il 76% delle imprese, la burocrazia è un freno allo sviluppo dell’attività; il 72% individua nella complessità degli adempimenti il principale difetto della burocrazia; perché il rapporto “Doing Business” della Banca Mondiale per il 2014 ci colloca al 65° posto nella classifica dei Paesi in cui è più facile fare attività d’impresa, con un chiaro gap nei confronti di Paesi a noi vicini come la Gran Bretagna (10° posto), la Germania (al 21° posto) e la Francia (al 38° posto); perché per ogni 10 norme che escono dall’ordinamento, ne entrano 13; perché l’Italia si colloca all’81° posto nella classifica che misura la qualità delle norme; perché nelle PA esistono 82 sistemi informatici di grandi dimensioni e 27 mila sistemi informatici intermedi; perché 564 giorni è la durata media di un processo civile di primo grado; perché
nel solo campo della sicurezza sul lavoro possono effettuare controlli: ispettorato del Ministero, vigili del fuoco, INPS, INAIL, ARPA, ASL, Polizia e Carabinieri. Tutto ciò è facilmente riscontrabile, nonostante i vari tentativi di riforma attuati dai diversi Governi succedutisi, sfociati nel contesto di una scarsa efficacia o di un sostanziale fallimento, causati perlopiù da difetti di coordinamento, di sistematicità, di organicità e di implementazione. LA RIVOLUZIONE COPERNICANA A fronte di tale situazione la CNA ha sentito l’obbligo di sintetizzare in un decalogo le proposte introdotte dalle parole di Silvestrini «è pertanto necessario mettere in campo politiche generali, che intervengano trasversalmente in tutti i settori dell’attività pubblica, nelle Amministrazioni dello Stato, nelle Regioni, negli Enti Locali per rafforzare la competitività del Paese e nutrire la fiducia delle imprese nella Pubblica Amministrazione. è necessaria, dunque, una sorta di “rivoluzione copernicana” che metta al centro la micro e piccola impresa e con essa l’attuazione di un sistema di regolazione meno complesso e ripetitivo; una pubblica amministrazione efficiente, altamente informatizzata e digitalizzata, in grado
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di operare forme di governance efficace dei processi e delle azioni amministrative. Capace di adeguare le sue richieste alle dimensioni delle imprese! “Prima pensa al piccolo” non è un principio generale da confinare nel regno degli ideali astratti. Deve essere un orientamento che giorno dopo giorno informa di sé compiutamente le scelte normative e l’agire politico e amministrativo. In questa direzione, la CNA ha elaborato una proposta organica di Semplificazione, articolata in dieci mosse, con un solo vero obiettivo: “Liberare l’Italia” dal piombo che pesa sulle ali delle imprese». LIBERARE L’ITALIA è POSSIBILE SE... 1. Liberare l’Italia è possibile innanzitutto
se riformiamo il Titolo V della Costituzione. Riducendo i livelli di Governo, superando le distorsioni e le sovrapposizioni che si creano nelle materie oggetto di legislazione concorrente Stato-Regioni; definendo livelli essenziali di semplificazione e informatizzazione della pubblica amministrazione, che riducano la disomogeneità territoriale negli adempimenti e nelle procedure amministrative. 2. Liberare l’Italia è possibile se miglioriamo le funzioni di coordinamento, monitoraggio e valutazione, per garantire qualità alla produzione legislativa. E per realizzarlo riteniamo essenziale l’istituzione di un’Agenzia preposta al controllo di qualità della regolazione, con funzioni consultive vincolanti e funzioni di
valutazione di impatto delle norme, con il pieno coinvolgimento degli stakeholders. Come del resto avviene in tutti i principali paesi del mondo sviluppato. 3. Liberare l’Italia è possibile se operiamo una revisione dello stock legislativo, adottando testi unici e codici sulla base di principi di chiarezza, semplicità, completezza delle norme relative ad ogni singola materia, per rendere il quadro normativo più semplice e certo. 4. Liberare l’Italia è possibile se le nuove norme riguardanti le imprese siano concentrate nelle tre sessioni legislative annuali, peraltro già presenti nel nostro ordinamento (legge di semplificazione, legge sulla concorrenza; legge per le piccole imprese). Garantendo, così, unitarietà e omogeneità alle nuove disposizioni. Ponendo fine alla attuale frammentazione, dispersività e mancata attuazione delle norme. 5. Liberare l’Italia è possibile se realizziamo una riforma radicale delle ispezioni e dei controlli per renderli più efficaci e insieme meno gravosi per le imprese. L’OCSE cita le duplicazioni, le sovrapposizioni e la mancanza di coordinamento dei nostri controlli come cattivo esempio a livello internazionale. Oggi, per fare solo un esempio, il controllo sulla sicurezza nel lavoro è affidato “solamente” a: Ispettorato del Ministero del Lavoro, Vigili del Fuoco, INPS e INAIL, ARPA, ASL, polizia e carabinieri. Ognuno di questi soggetti è legittimato a chiedere all’impresa di controllare qualcosa!! Per rimediare a tutto ciò serve un’Agenzia dedicata che elimini le duplicazioni, coordini le ispezioni secondo criteri di efficienza, rendendoli meno frequenti per le imprese a basso rischio. 6. Liberare l’Italia è possibile se imple-
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27 mila sistemi informatici intermedi, che i diversi livelli dell’Amministrazione non sono ancora interconnessi e spesso non comunicano tra loro. Peraltro, la piena attuazione dell’Agenda Digitale produrrebbe potenziali benefici per le imprese pari a 25 miliardi di euro l’anno, così come ha evidenziato un bellissimo studio del Politecnico di Milano. 9. Liberare l’Italia è possibile se viene garantita una Giustizia Efficiente. Il sistema giudiziario italiano non riesce a rispondere in tempi certi alla richiesta di Giustizia di imprese e cittadini (564 giorni è la durata media di un processo civile in primo grado). Ciò rappresenta un potente freno alla competitività e all’attrattività degli investimenti nel nostro Paese. Per ridurre drasticamente i tempi del con-
mentiamo l’AGENZIA PER LE IMPRESE. L’agenzia ha introdotto un nuovo e positivo paradigma culturale, di collaborazione sinergica tra settore pubblico e settore privato, nell’interesse generale di cittadini ed imprese. Una collaborazione rafforzata, oggi ancora solo in via di principio, dalle recenti disposizioni normative che equiparano i controlli, le asseverazioni e le attività istruttorie dell’Agenzia, ai controlli e attività delle Pubbliche amministrazioni. 7. Liberare l’Italia è possibile se rafforziamo e diamo efficacia agli Sportelli unici per le attività produttive. L’idea innovativa di promuovere un unico punto di contatto obbligatorio tra imprese e pubblica amministrazione risale al lontano 1997. Tuttavia gli Sportelli unici per le attività produttive non sono riusciti, in questi anni, a raggiungere un grado di operatività omogeneo su tutto il territorio nazionale. Tutte le fasi del procedimento non sono state informatizzate, le modulistiche sono rimaste diverse in presenza di sistemi informatici diversi, compromettendo l’interconnessione e l’interoperabilità tra gli Sportelli unici per le attività produttive. è necessario, allora, procedere velocemente verso la piena standardizzazione dei sistemi informatici e della modulistica. 8. Liberare l’Italia è possibile se si realizzano concretamente le misure previste dall’Agenda Digitale in modo da colmare il ritardo dell’Italia nella integrazione dei sistemi informatici da parte della Pubblica amministrazione. Oggi operano 82 sistemi informatici di grandi dimensioni e
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tenzioso civile, basterebbe agire su tre piani: - potenziare gli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie, quali la mediazione; - ottimizzare le sezioni specializzate per le imprese, includendo tra le competenze anche le controversie relative alle società di persone; - estendere il processo civile telematico (PCT) in tutto il territorio nazionale e in tutte le materie del contenzioso civile. 10. In ultimo, liberare l’Italia è possibile se individuiamo le misure per compensare il costo degli oneri amministrativi impropriamente scaricati sulle imprese, chiamate a supplire funzioni proprie dell’amministrazione. Una richiesta condivisa anche dal Garante per le PMI anche per scoraggiare il legislatore dall’adozione di atti normativi ingiustificatamente onerosi.
la necessità di una serie di riforme per facilitare la vita delle imprese e dei cittadini
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Appare inspiegabile che anche alle imprese più piccole, vengano chiesti gli stessi adempimenti di imprese con centinaia di dipendenti Daniele Vaccarino Presidente Nazionale CNAi Alla presentazione delle “Dieci proposte per la semplificazione” è seguito il confronto diretto tra il Presidente di CNA Daniele Vaccarino e il Ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione Maddalena Madia. Il Presidente Vaccarino ha posto in particolare l’accento su alcuni dei punti già presi in esame dal decalogo, a partire dai troppi adempimenti richiesti alle Pmi, per arrivare a casi limite come per la sicurezza sul lavoro «Esistono otto diversi enti cui spetta
il controllo e che sono legittimati ognuno a chiedere qualcosa. Serve un’Agenzia dedicata che elimini le duplicazioni e coordini le ispezioni, diminuendole per le imprese a basso rischio». Per Vaccarino è anche inspiegabile che «l’unico invito arrivato dall’Unione europea a non essere stato accolto dall’Italia, sia quello della legislazione e degli appalti a misura di piccole imprese». Ha quindi sottolineato come le Camere di Commercio, proprio su input della Cna, abbiano cominciato un percorso di autoriforma. «Ma nessuno può pensare – ha precisato - di trasferire alcune funzioni svolte dal sistema camerale agli enti locali prima che questi si siano attrezzati adeguatamente. Lo Sportello Unico, nato nel ’97 e rimasto sulla carta, è l’esempio di come servizi disponibili in teoria poi, nella pratica quotidiana, non funzionano per niente». Il Ministro Madia, a sua volta, ha sottolineato come la semplificazione sia uno degli obiettivi principali del Governo.«Entro Natale – ha promesso –approveremo le norme relative all’Agenda Semplificazione che, già entro fine novembre, andrà in conferenza unificata». Per quanto riguarda il tasso di riformismo della politica, ha sottolineato come, a suo parere, non sia determinato dal numero ingente di leggi approvate, ma al contrario dal numero ingente di leggi eliminate: «Su questo punto, però, il nostro orizzonte non può essere che il 2018, la scadenza naturale dalle legislatura». Infine, il Ministro Madia ha spiegato che tutta una serie di norme, comprese i tagli alle Camere di Commercio, vanno lette in chiave di unificazione della Pubblica amministrazione. Lo scopo è quello di far sentire le diverse amministrazioni parte di un tutto «nell’ambito di una grande riforma della presenza pubblica sul territorio, che faciliti la vita dei cittadini e delle imprese».
news Nuovo servizio gratuito gestito dalla CCIAA per compilare, trasmettere e conservare la documentazione
Verso le PA la fattura è elettronica è
online dal 22 ottobre scorso all’indirizzo https://fattura-pa. infocamere.it il servizio base di fatturazione elettronica, espressamente dedicato alle piccole e medie imprese iscritte alle Camere di commercio che abbiano rapporti di fornitura con le Pubbliche Amministrazioni. Dal 6 giugno scorso, tutte le Pubbliche Amministrazioni centrali sono tenute per legge a ricevere fatture solo ed esclusivamente in formato elettronico e, a partire dal mese di aprile del prossimo anno, l’obbligo sarà esteso a tutte le Pubbliche Amministrazioni. Il nuovo strumento, messo a disposizione dal Sistema Camerale in collaborazione con l’Agenzia per l’Italia digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Unioncamere, si rivolge a tutti i piccoli fornitori della Pubblica Amministrazione, iscritti alla Camera di Commercio e consente loro la gestione completa della FatturaPA: compilazione del documento contabile, l’individuazione della PA destinataria, la firma digitale, l’invio e relativa conservazione a norma, senza alcun onere per l’impresa. Obiettivo del servizio è agevolare le imprese ad adeguarsi alle nuove regole di fatturazione e favorire una rapida e completa transizione verso l’utilizzo delle tecnologie digitali, in una strategia pubblica di inclusione digitale. A fare da “ponte” e da volano sul territorio continueranno ad essere le Camere di commercio; dai cui siti web sarà possibile
connettersi direttamente con la piattaforma che fornisce contenuti informativi sulla fatturazione elettronica. Il numero di fatture elettroniche che le imprese potranno gestire gratuitamente grazie al nuovo servizio ammonta a 24 fatture annue. Le PMI possono così adeguarsi alla nuova realtà digitale, semplicemente collegandosi al portale di servizio segnalato sulle home page delle Camere di commercio e dell’Unioncamere, senza dover scaricare alcun software. Al servizio si accede previo riconoscimento del titolare dell’impresa tramite la Carta Nazionale dei Servizi (CNS), strumento introdotto dal Codice dell’amministrazione Digitale (CAD) per l’accesso telematico ai servizi della pubblica amministrazione. Sarà quindi sufficiente collegarsi on line all’indirizzo https://fattura-pa.infoca-
mere.it, senza la necessità di scaricare alcun software. Sin dall’avvento dell’obbligo delle fattura elettronica verso le pubbliche amministrazioni (6 giugno 2014) la CNA ha da sempre evidenziato il gravoso onere imposto alle PMI fornitrici della pubblica amministrazione che dovevano farsi carico di importanti costi aggiuntivi per la gestione della FatturaPA a fronte di un obbligo imposto dalla norma. L’impegno della CNA è sempre stato quello di evidenziare l’assoluta necessità di introdurre un sistema di gestione della FatturaPA che, almeno per le imprese che emettono poche fatture l’anno verso la PA, evitasse loro ulteriori costi. L’iniziativa del sistema Camerale e dell’Agenzia per l’Italia Digitale va nella direzione auspicata, offrendo una risposta concreta alle esigenze delle imprese
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news
Regione ER: le priorità della CNA Insediato il nuovo governo regionale in grado di adottare provvedimenti utili al rilancio della Pmi
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i è ormai spenta l’eco delle elezioni del Presidente della Giunta e dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna del 23 novembre, con i relativi commenti e considerazioni non tanto in merito ai risultati in quanto tali, ma soprattutto al dato, per certi versi inquietante, dell’astensionismo che le ha caratterizzate. Un dato che certamente ha un
grande significato anche politico, ma che già è stato infinite volte analizzato e che non compete certo a noi riproporlo. Quello che ora importa è che l’Emilia Romagna oggi ha un governo regionale con tutte le facoltà in essere per governare e per prendere quei provvedimenti necessari a far sì che il tessuto produttivo regionale, fatto per la quasi totalità da Pmi, torni ad essere il volano dell’econo-
le nostre priorità per la nuova giunta regionale dell’emilia romagna •
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Garanzia di un impegno a tutto campo, da parte della Regione, contro illegalità, abusivismo, corruzione, elusione, infiltrazioni mafiose, nell’economia, nella società, nella politica. Conferma del modello di costruzione condivisa delle scelte di politica economica e sociale. Riconoscimento di CNA Emilia Romagna come soggetto rappresentativo generale delle imprese (di manifattura, servizi, turismo, commercio e cultura) e quindi accreditato a tutti i tavoli degli Assessorati di riferimento. Impegno per la semplificazione e l’efficientamento della Pubblica Amministrazione. Assunzione di un impegno prioritario per la tutela del territorio dai rischi sismici, di dissesto idro-geologico, di erosione delle coste, di impermeabilizzazione e spreco del terreno.
CREDITO: garantire100 milioni in 5 anni per il sistema dei Confidi. MERCATO: assicurare alle micro e piccole imprese un percorso specifico per l’accesso agli appalti pubblici. BUROCRAZIA: allargare al massimo possibile la procedura del silenzioassenso nel rapporto con la Pubblica Amministrazione. OCCUPAZIONE: affidare alle Parti Sociali ruoli di intermediazione e gestione delle attività di collocamento e formazione. PRODUTTIVITà: utilizzare i fondi strutturali per finanziare interventi di sviluppo e innovazione (tecnologica, di prodotto, organizzativa e manageriale) nelle piccole imprese.
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mia e del progresso sociale che da sempre ha caratterizzato il nostro territorio. Con l’intento di sollecitare a queste azioni positive coloro che ambivano alla presidenza della Regione, CNA Emilia Romagna lo scorso 27 ottobre ha incontrato i sette candidati alla carica di Presidente in un consesso riservato ai componenti l’Assemblea regionale e ad alcuni invitati, per illustrare loro le proposte, le priorità e le esigenze del mondo CNA dell’Emilia Romagna. A portare in evidenza le istanze della CNA Emilia Romagna è stato il suo presidente Paolo Govoni, di recente nominato anche presidente della Camera di Commercio di Ferrara, che ha esordito con una considerazione e un dato di fatto. «Il nostro modello di sviluppo è stato l’emblema dell’Italia, dei suoi celebrati sistemi produttivi locali di piccola impresa diffusa, di un’economia che ha saputo combinare efficienza ed equità, crescita e coesione sociale. è proprio grazie alle nostre imprese che l’Italia si è affermata come il secondo produttore manifatturiero d’Europa. E’ grazie alle nostre imprese che abbiamo costruito uno dei distretti turistici più attrattivi d’Europa. Ogni loro debolezza, ogni loro fragilità, è debolezza e fragilità
del Paese». Dopo aver messo in luce le enormi potenzialità del nostro territorio, oggi soffocate dalla crisi, o non ancora espresse, Govoni ha proposto ed auspicato una nuova stagione di relazione con la Regione che dovrà vedere la CNA e le altre parti sociali come interlocutori attivi nella progettazione degli interventi. La seconda parte dell’intervento Govoni lo ha riservato ad esplicitare un concetto: «Sappiamo quali sono le esigenze delle nostre imprese e le vogliamo riassumere in 5 richieste concrete, esemplificative dei bisogni che quotidianamente arrivano alla nostra organizzazione.».Un vero e proprio memorandum (che riportiamo in modo schematico nel box) per chiunque sarebbe andato a governare la nostra Regione. Oggi, dal responso delle urne, sappiamo che la responsabilità passa al Presidente Stefano Bonaccini, ai membri della Giunta ai quali deciderà di affidare gli incarichi di assessore, ai consiglieri regionali tutti. Ed in particolare a quelli che la provincia di Parma ha voluto portare a Bologna: Massimo Iotti, Barbara Lori e Alessandro Cardinali per il PD e Fabio Rainieri per la Lega Nord.
news Associazioni, banche e istituzioni hanno attivato iniziative a sostegno di imprese e privati
Alluvione: tra solidarietà e interventi concreti
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l 13 ottobre 2014 sarà a lungo ricordato dai parmigiani come il giorno della disastrosa esondazione del Baganza. Oltre il gran lavoro deivolontari,diverse istituzioni hanno attivato iniziative per aiutare privati e aziende colpite dall’alluvione. La CNA di Parma ha immediatamente messo a disposizione
un punto di ascolto (0521.227211), per raccogliere segnalazioni e per dare i primi consigli, e i propri spazi di coworking.La Direzione provinciale ha poi erogato un contributo per dimezzare il costo dei servizi e la quota associativa. UNICREDIT ha messo a disposizione speciali linee di finanziamento a tasso agevolato e una moratoria di 6 mesi sulle rate di mutuo in essere presso la banca. Cariparma Crédit Agricole ha messo a disposizione dei clienti privati e aziende, finanziamenti
a condizioni agevolate destinati a opere di ricostruzione e riparazione dei manufatti Per le aziende l’importo massimo è 30mila euro, tasso fisso IRS +1%, variabile E3 + 1%, nessuna spesa istruttoria, durata 60 mesi. La Camera di Commercio ha attivato un punto d’ascolto (0521.210430) e un indirizzo e-mail (alluvioneimprese@ pr.cam.com.it) dove ricevere le segnalazioni dei danni subiti. Successivamente ha istituito un bando per la concessione di contributi a fondo perduto a favore delle imprese che presenteranno l’apposita domanda con scheda di segnalazione dei danni subiti. Il contributo verrà calcolato dalla CCIAA di Parma
a copertura dei danni segnalati dall’impresa riguardo a beni immobili e mobili, anche scorte, fino alla misura massima del 100% (esclusa IVA), sino ad un massimo di 10.000 Euro. Il Governo ha promulgato un apposito decreto in cui si specifica la sospensione dei termini per adempimento degli obblighi tributari a favore dei contribuenti colpiti dagli eventi meteorologici del 13 ottobre 2014. Il riferimento è a tutti i tributi, anche locali, oltre che gli adempimenti tributari. La sospensione, opera per i versamenti e gli adempimenti tributari scadenti nel periodo compreso fra il 10 ottobre e il 20 dicembre 2014.
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NEWS Acconciatori, barbieri, estetiste e maghi del make up al lavoro per un grande successo di pubblico
Operazione Bellezza: look, benessere e valori D
ecine di persone si sono messe in fila per rinnovare il proprio look o per beneficiare dei trattamenti estetici naturali dei più qualificati parrucchieri, barbieri, acconciatori, maghi del make-up, estitisti della città (... ma tutti vanno intesi, ovviamente declinati anche al femminile), in occasione della prima edizione di “Operazione Bellezza”,con il sottotitolo“Per essere belli
bisogna soffrire?” svoltasi al Tcafé domenica 7 dicembre. Oltre che mettere in mostra e a disposizione il proprio talento,fatto di creatività,manualità ed esperienza, tutti gli operatori hanno voluto trasmettere i valori che il gruppo CNA ha condiviso con il progetto “Operazione Bellezza”: cultura d’impresa, tutela del lavoro regolare contro abusivismo e illegalità, valo-
rizzazione del lavoro artigiano, offerta di un servizio alla comunità unico e completo. Da sempre, scegliere un parrucchiere, un’estetista o un barbiere professionista rappresenta una garanzia di competenza, formazione, capacità, passione, manualità imparate nel corso degli anni attraverso duro
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lavoro,corsi di aggiornamento e formazione continua, doti che tutti coloro che si sono sottoposti a qualsivoglia trattamento,hanno potuto e saputo apprezzare per tutta la durata di questa prima edizione di“Operazione Bellezza”,decretandone un successo davvero entusiasmante sotto tutti i punti di vista.
muove i primi passi la nuova provincia In ottemperanza al nuovo ordinamento previsto per le Province, in seguito ai risultati delle elezioni cui hanno partecipato solo gli amministratori dei Comuni della provincia, è stato nominato il nuovo Presidente e si è comosta la nuova giunta. Presidente è stato nominato Filippo Fritelli, Sindaco di Salsomaggiore Terme il quale ha scelto in qualità di assessori: Paolo Bianchi, Sindaco di Collecchio con delega al Bilancio e Personale; Michela Canova, Sindaco di Colorno, all’Ambiente e Patrimonio; Gianpaolo Cantoni, consigliere comunale di Medesano ai Parchi, Attività Produttive, Energie, Fonti Rinnovabili; Andrea Censi, Sindaco di Zibello, con delega alla Pianificazione, Infrastrutture, Attività Estrattive, Trasporti, Statistica; Andrea Massari, Sindaco di Fidenza alle Politiche Socio-sanitarie; Claudio Moretti, Sindaco di Monchio
Filippo Fritelli
all’Agricoltura, Gianpaolo Serpagli, assessore al Comune di Bedonia per Scuola e Viabilità, Maurizio Vescovi, consigliere comunale di Parma con delega al Lavoro e Formazione Professionale. . Il presidente ha anche le funzioni che prima spettavano alla Giunta, mentre i consiglieri delegati opereranno solo a supporto del presidente. Inoltre è stata istituita una Commissione per la Montagna, di cui fanno parte Gianpaolo Cantoni, Gianpaolo Serpagli, Claudio Moretti e Giuseppe Conti, tutti i consiglieri provenienti dal territorio montano.
rinnovate le cariche della camera di commercio La Camera di Commercio di Parma ha rinnovato i propri organismi, per cui secondo il regolamento in vigore, è stato il Governatore della Regione Emilia Romagna a nominare i 28 componenti che faranno parte del Consiglio camerale sino al 2019. Gli stessi consiglieri in una seduta successiva hanno quindi provveduto a nominare il Presidente dell’Ente Camerale. Per la quarta volta è stato confermato al vertice della Camera di Commercio di Parma, Andrea Zanlari. Sono ben 23 i consiglieri di prima nomina, segnale di un nuovo ruolo che il territorio richiede all’ente camerale di Parma: a differenza delle ultime composizioni, in pochi sono funzionari attivi all’interno delle associazioni di categoria. Si tratta piuttosto di imprenditori e personalità direttamente impegnate nel contesto economico parmense, che consentiranno un collegamento diretto e immediato tra le esigenze delle imprese e l’istituzione camerale. Da segnalare che per conto della CNA sono stati nominati in Consiglio Eleonora Bersellini e Gian Paolo Gatti (riconfermato nella Giunta) per il settore artigianale e Gualtiero Ghirardi per il settore Servizi alle Imprese.
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credito Osservatorio dei tassi DICEMBRE 2014 EURIBOR TASSO DI RIFERIMENTO EUROPEO
1,44%
EURIBOR 3 MESI (m.m.p.) 365 g.
0,082%
EURIBOR 3 MESI (m.m.p.) 360 g.
0,081%
EURIBOR 6 MESI (m.m.p.) 365 g.
0,185%
EURIBOR 6 MESI (m.m.p.) 360 g.
0,183%
TASSO UFF. SCONTO B.C.E.
0,05%
commissione disponibilità fondi Fascia 1 0,20% Fascia 3 0,40%
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Tasso trimestrale Fascia 2 0,30% Fascia 4 0,50%
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convenzione cna-banche: tassi a DICEMBRE 2014 Vi aderiscono: Cariparma Credit Agricole – Banca Popolare dell’Emilia-Romagna – Credem – Banca Popolare di Lodi – Monte Paschi Siena - Banche di Credito Cooperativo. Scoperto di c/c Smobilizzo
Fascia 1 4,482% 3,082%
Fascia 2 5,432% 3,782%
Fascia 3 6,832% 4,782%
Fascia 4 8,382% 5,482%
Fascia 2 5,232% 2,982% 3,782%
Fascia 3 6,432% 4,782% 4,782%
Fascia 4 8,432% 5,482% 5,482%
Fascia 2 5,232%
Fascia 3 6,832%
Fascia 4 8,382%
3,082%
4,782%
5,482%
Vi aderisce: Unicredit Scoperto di c/c Effetti s.b.f. Anticipo fatture
Fascia 1 4,332% 2,482% 3,082%
Vi aderiscono: Banca Monte Parma - Carisbo Fascia 1 Scoperto di c/c 4,332% Smobilizzo (tutte le 3,082% forme tecniche
Le imprese che non hanno ancora aderito alla “convenzione per fasce di merito creditizio” usufruiscono, in attesa di entrarvi, delle seguenti condizioni: Cariparma CREDIT AGRICOLE Scoperto di conto corrente Effetti salvo buon fine Anticipo fatture 5,357% 3,632% 4,232% Banca Monte Parma Scoperto di conto corrente 4,2577%
Effetti salvo buon fine 2,632%
Anticipo fatture 3,232%
L’impresa del mese
Untype, dove la creatività è condivisa Ogni appartenente al gruppo ha la sua partita IVA, i propri clienti e il proprio computer, ma tutti partecipano alla realizzazione e alla buona riuscita di un progetto. Garantita la visibilità a giovani artisti locali nello spazio espositivo
S
e oggi il problema più drammatico che opprime il nostro Paese è la pressoché impossibilità di trovare un’occupazione equiparata al proprio “curriculum studi” per un numero impressionante di giovani, anche se laureati o dotati di comprovato talento creativo, una buona fetta di responsabilità è da imputare alla burocrazia vigente nel nostro Paese, ai suoi costi e alle sue lungaggini, segnatamente per coloro che vogliono diventare imprenditori e affrontare l’impegnativa fase di startup. Anche per questa ragione, un po’ da tutto il mondo, sono venute avanti esperienze e proposte per ovviare almeno in parte a questo intoppo iniziale. Tra quelle che più di altre stanno trovando consensi anche il Italia, c’è il co-working (opportunità che la CNA di Parma già da tempo ha messo a disposizione nei propri locali), vale a dire la
condivisione di un ambiente di lavoro, mantenendo l’indipendenza di chi ci lavora. A Parma c’è chi ha ideato una sua evoluzione: Nicola Gatti, fotografo, web master, art director di “Untype” di strada San Nicolò. «A differenza di un co-working dove possono operare professionalità estremamente diverse fra loro, qui possiamo definirci una co-creative in quanto tutti in qualche modo siamo legati alla comunicazione e alla creatività, quindi grafici, fotografi, programmatori web, esperti in comunicazione. Ognuno di noi ha la sua partita IVA e ognuno ha i suoi clienti, il suo computer, la sua postazione, la sua indipendenza.“Untype” è solo un nome legato a questo posto col quale ci presentiamo come gruppo: il punto di forza è appunto la condivisione.
Di solito i professionisti come noi sono abituati a lavorare chini sul computer, invece qua si alza la testa, si condividono le cose e si confrontano le idee. Inoltre Co-creative vuol dire anche che il metodo di lavoro è un po’ differente rispetto alle comuni agenzie pubblicitarie, che bene o male offrono gli stessi servizi che offriamo noi, perché noi non abbiamo figure intermedie come gli account o i project manager, ma spingiamo i nostri clienti a sedersi fisicamente di fianco a chi gli fa il lavoro, quindi a partecipare alla creazione di ciò che ha bisogno». Il termine co-crative è dunque stato creato perché il cliente partecipa al lavoro o perché nell’ambiente esistono più soggetti capaci di arricchire l’offerta creativa per raggiungere l’obiettivo, quindi accontentare il cliente? «Entrambi, ma soprattutto perché il cliente non ha figure intermedie e partecipa al processo creativo di ciò di cui ha bisogno». Quanti siete? «Attualmente siamo in sei e ognuno ha una professionalità diversa che si complementa con quelle degli altri, ognuno ha i suoi clienti, ma si tenta di completare l’offerta con le professionalità delle altre persone che collaborano qua dentro. In un periodo in cui sarebbe follia creare concorrenza fra di noi, abbiamo pensato di metterci insieme e collaborare». Mi vuoi presentare i ragazzi con le relative competenze e professionalità? «Tommaso Meli grafico e fotografo, Silvana Erasmi che si occupa di grafica e direction, oltre ad essere promotrice di eventi e progetti, Chiara Cupezza che fa la programmatrice, Mattia Mattini, l’ultimo entrato, che si occupa di video e di grafica, il sottoscritto che, oltre tirare un po’ le fila di tutto, faccio dal web master, al grafico, al fotografo; infine Stefania Esposito, è un’account, ma si occupa soprattutto di comunicazione per aziende farmaceutiche e qui ha trovato un gruppo che le può dare una mano a seguire questi suoi clienti, nell’ambito di una comunicazione a 360°». L’idea come è nata? «Al tavolino di un bar, qualche anno fa.Tutti
CARTA D’IDENTITà NOME: Untype - Co-creative gallery DIRETTORE: Nicola Gatti Dove si trova: Parma - Strada San Nicolò 7 Tel. 0521.206076 sito: www.untype.it e-mail: info@untype.it
stavamo lavorando per agenzie pubblicitarie senza soddisfazioni e gratificazioni. Io avevo questo spazio, a due passi da Piazza Duomo, che era la tipografia di mio nonno, l’antica “Tipografia Gatti”. Tutti insieme abbiamo deciso di ristrutturarla. Al tempo c’era con noi Federica Bocchi, architetto, che ci ha dato un grosso aiuto. Il risultato finale, la posizione strategica, il fatto che tutti avevamo amici fotografi, pittori, artisti, ci ha poi indotto a ricavarne uno spazio espositivo che oggi sta funzionando alla grande». Al di là dei progetti che ognuno sta seguendo, ce n’è stato qualcuno totalmente condiviso? «Più di uno. Attualmente, grazie a Silvana, stiamo portando avanti, da soli, il progetto commissionato a suo tempo dalla Provincia “Abili allo sport”. Attraverso un sito web mettiamo in contatto quelle realtà sportive di Parma che offrono opportunità e servizi per disabili e per coloro che presentano diversi tipi di inabilità. Parma è, in Italia, una delle città più all’avanguardia da questo punto di vista perché ci sono diverse società che operano in questi settori e diversi atleti che hanno guadagnato anche importanti risultati nello sport adattato. All’interno di questo progetto ne è nato un altro: “Portiamoli a Rio”con cui stiamo raccogliendo fondi per sostenere questi ragazzi affinché possano partecipare alle Paraolimpiadi di Rio nel 20016, considerando che di Parma potrebbero essere ben nove».
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agenda
Il nuovo nasce solo dove ci sono idee Una ricetta per fermare la fuga di cervelli e rilanciare l’Università
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nrico Moretti, economista, 45 anni, docente a Berkeley che è una delle migliori università del mondo, con il suo libro suLa nuova geografia del lavoro uscito negli Stati Uniti un anno fa, è diventato un testo celebre, non solo recensito ma continuamente citato sul New York Times e il Wall Street Journal. Negli Stati Uniti l’economia postindustriale, basata sul sapere e sull’innovazione, sta cambiando profondamente il mercato del lavoro, sia per la tipologia dei beni prodotti sia per le modalità e, soprattutto, le località in cui vengono realizzati, creando enormi disparità geografiche in termini di istruzio-
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ne scolastica, aspettativa di vita e stabilità famigliare. Per alcune regioni e città, infatti, la globalizzazione e la diffusione di nuove tecnologie vogliono dire aumenti nella domanda di lavoro, più produttività, più occupazione e redditi più alti. Per altre, chiusura di fabbriche, disoccupazione e salari sempre più bassi. E poiché questa radicale ridistribuzione di impieghi, popolazione e ricchezza è un processo destinato a diffondersi nei prossimi decenni in ogni angolo del Vecchio continente, Italia compresa, le dinamiche in atto oltreoceano offrono importanti lezioni anche per i paesi europei. Di questa “nuova geografia del lavoro” Enrico Moretti traccia una mappa dettagliata: visita città in ascesa, che vedono fiorire un virtuoso intreccio di buoni impieghi, talento e investimenti, e città in declino; passeggia per le vie di Pioneer Square, quartiere trendy di Seattle, e per quelle di Berlino, la capitale più attraente d’Europa, ma anche una metropoli sorprendentemente povera; e scopre che ogni posto di lavoro creato in centri di eccellenza dell’innovazione ne genera almeno cinque in altri settori produttivi, e tutti retribuiti meglio che altrove.
la nuova geografia del lavoro di Enrico Moretti Mondadori - Collana Saggi 270 pagine. 19 euro
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