Libro A&D Artigianato e Design

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A&D ARTIGIANATO E DESIGN A&D CRAFTS AND DESIGN



A&D ARTIGIANATO E DESIGN A&D CRAFTS AND DESIGN

A CURA DI CURATED BY

ELENA AGOSTI


TESTI ELENA AGOSTI ALBERTO CAVALLI CINZIA FABRIS ARDUINO ZAPPATERRA TRADUZIONI GIULIA GALVAN

PER INFO

artigianatoedesign@cnavenetovest.it

CURATELA ELENA AGOSTI

Finito di stampare a settembre 2021 da Grafica Metelliana © 2021 - Grafica Metelliana Edizioni per Grafica Metelliana SpA Mercato San Severino (SA) — Italy Tutti i diritti riservati Ogni riproduzione, anche parziale, è vietata ISBN 9788895534572 Pubblicazione fuori commercio

ORGANIZZAZIONE MARCO TRONCON

Prima edizione italiana settembre 2021 © 2021, Elena Agosti

FOTO BIBO CECCHINI PROGETTO GRAFICO MOTIVE.INK

PROMOSSO DA

www.cnavenetovest.it CON IL CONTRIBUTO DI

foto di copertina: SIBANIA foto 2a di copertina: SIBANIA foto 3a di copertina: NICOLA TESSARI foto pag. 3: BOTTEGANOVE foto pag. 10: SBITTARTE

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CINZIA FABRIS

PRESIDENTE CNA VENETO OVEST PRESIDENT CNA VENETO OVEST

L’artigianato artistico è un mondo affascinante tanto quanto complesso. Ciascun manufatto cela, dietro al proprio valore estetico, un universo di esperienze e ispirazioni che non raccontano solo una professione: comunicano l’essenza stessa dell’intera vita di chi l’ha creato. In altre parole, l’artigiano diventa artista quando è capace di essere una cosa sola con la sua opera, quando ogni particolare dell’una trasmette un piccolo pezzo della storia dell’altro. Ed è dalla somma di tante piccole storie come questa che nasce la nostra storia come territorio e come comunità, fondati sulla ricchezza culturale unica che sempre contraddistingue il miglior saper fare. Ma è una storia che rischia di perdersi nel tempo se non impara a rinnovarsi, sempre uguale e sempre diversa, attraverso le generazioni. E il viaggio in immagini raccontato nelle pagine che seguono ha proprio questo preciso scopo. Attraverso gli scatti di Bibo Cecchini il prodotto d’arte viene restituito alla sua natura più vera, riscoprendosi non più come materia inerte da esporre e ammirare da lontano, ma come chiave per aprire la porta su un intero mondo di rituali antichi eppure mai così vivi. Grazie a queste pagine, e in generale in tutte le iniziative promosse da Artigianato e Design, non ci accontentiamo di guardare l’artigianato artistico dal buco della serratura, ma abbattiamo metaforicamente i muri di ciascuna bottega portando fuori tutto questo sapere che torna a splendere nel suo pieno vigore perché di nuovo interpretato alla luce del sole. Si scopre così che gli artigiani sono tanti ma il loro linguaggio è unico e universale, la loro vitalità è grande e il loro valore incommensurabile. Si scopre insomma che in questa storia non esistono spettatori, ma siamo tutti protagonisti. E insieme possiamo renderla immortale.

The realm of artistic craftsmanship is both fascinating and complex. Behind the aesthetic value of each piece lies a wealth of experience and inspiration that reveal more than just a profession: they uncover the very essence of the whole life of the maker. In other words, artisans become artists when they become at one with their work, when each detail tells a part of their history. And when so many stories like these come together, they form our local history as a community, founded on the unique cultural wealth that has always defined the finest know-how. But this history risks becoming faded through time if it fails to reinvent itself through the generations, unchanging yet adapting at the same time. The journey through the images on the pages ahead has this very purpose. Thanks to the photography by Bibo Cecchini, the art product is returned to its truest nature, rediscovering itself, no longer as spiritless substance to exhibit and admire from a distance, but as the key to a world of rituals that are ancient but more alive than ever. Thanks to these pages, and in general to all the initiatives promoted by Artigianato&Design, we don’t settle for looking at artistic craftsmanship through the keyhole, but we break down the walls and bring these workshops back into the light of the sun where they can shine in all their splendour. We see then that there are so many artisans, but their language is one and the same, their vitality is immense and their value immeasurable. We see that there are no spectators in this story, but we all have a part to play. And together we can make it last forever.


ARDUINO ZAPPATERRA

PRESIDENTE ARTISTICO E TRADIZIONALE CNA VENETO OVEST PRESIDENT ARTISTIC AND TRADITIONAL CRAFTSMANSHIP CNA VENETO OVEST

Le tradizioni uniche dell’arte artigiana oggi vengono riconosciute come parte della cosiddetta eredità intangibile – intangible heritage è l’espressione utilizzata dall’Unesco –, anche se nel caso dell’artigianato artistico raccontato dal progetto A&D è una definizione che può risultare quasi riduttiva, da un certo punto di vista. Sì, perché qui di tangibile ce n’è eccome. È vero infatti che il valore di ogni manufatto non è nell’opera in sé ma nel processo della sua creazione, ma non si può negare che l’intero patrimonio di conoscenze di un artista artigiano della ceramica, dell’oro, del legno, dei tessuti o della carta viva soltanto nell’esatto momento in cui riesce a dare nuova forma alla materia. Se il saper fare appare quindi come un concetto astratto, le sue declinazioni sono infinitamente concrete. Questo rende oggi ogni bottega una vera “fabbrica” di cultura, nel senso più pragmatico e letterale del termine: qui nascono dalla notte dei tempi pezzi che raccontano interi luoghi, con un approccio che anticipa di secoli il moderno storytelling territoriale. Attenzione però a non farsi limitare da confini lessicali soltanto presunti: l’artigianato è per definizione tradizionale, ma ciò non vuol dire che viva soltanto nei limiti di un glorioso passato. Le immagini che ci emozionano in queste pagine ci dicono infatti tutt’altro. Sono manufatti che nascono nel solco della tradizione, ma crescono tra sperimentazione continua, intuizioni, tentativi. Cioè tutto ciò che avviene nei più evoluti laboratori di ricerca e innovazione. Per questo crediamo sia arrivato il momento di cambiare registro, nel raccontare le opere d’ingegno del nostro patrimonio artigiano, cominciando a considerare ogni maestro un vero operatore della cultura. Capace di preservare e rinnovare ogni giorno un’eredità più che tangibile, di un Made in Italy con il dna unico e distintivo della nostra manifattura.

The unique traditions of artisan art are identified by UNESCO as intangible heritage, although from a certain point of view this definition becomes reductive when talking about the artisan craftsmanship that features in the Crafts and Design Project ‘Artigianato&Design’. Indeed, these arts are in fact the very definition of tangible. Yet it is true that the value of each piece lies not in the piece itself but in the process of its creation, although we cannot deny that in the realms of ceramics, gold, wood, textile, or handmade paper, the whole heritage of the artisan-artist’s knowledge only comes to life when something new is shaped with these materials. So even if this know-how is an abstract concept, the infinite ways it manifests itself is very much concrete. As a result, each and every workshop today is a true manufactory of culture, in the most literal and practical sense: since time immemorial they have been the birthplace of pieces that reflect their local areas, with an approach that preempts modern regional storytelling by centuries. But let’s not restrict ourselves to the presumed confines of lexis: artisanship is by definition traditional, but that does not mean that it lives only within a glorious past. In fact, the poignant images on these pages tell a very different story. These are artisan products that derive from tradition but that take shape through ongoing experimentation and perception, just like in the most advanced laboratories of research and innovation. This is why we think the time has come to change the record when it comes to telling the story of the ingenious works of our artisan heritage, starting by regarding each master as a true operator of culture. They continue to safeguard and renew a heritage that is more than tangible, products that are manufactured in Italy with a unique and distinct DNA.

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IL SEGRETO DEL FARE BENE THE SECRET OF DOING THINGS WELL ALBERTO CAVALLI

DIRETTORE GENERALE DELLA FONDAZIONE COLOGNI DEI MESTIERI D’ARTE DIRETTORE ESECUTIVO MICHELANGELO FOUNDATION FOR CREATIVITY AND CRAFTSMANSHIP GENERAL DIRECTOR COLOGNI FOUNDATION FOR THE MÉTIERS D’ART EXECUTIVE DIRECTOR MICHELANGELO FOUNDATION FOR CREATIVITY AND CRAFTSMANSHIP

Nel 1995 Franco Cologni, all’apice di una carriera leggendaria nel mondo del lusso, dell’editoria e della cultura, decide di entrare in un settore che le istituzioni leggevano con fatica, che la letteratura non celebrava adeguatamente, che la cultura scientifica osservava da lontano: l’artigianato, appunto. E crea la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, scegliendo come simbolo una delle più meravigliose, preziose e geniali creazioni dell’arte orafa: la celeberrima Saliera di Benvenuto Cellini, la cui storia è stata raccontata da Claudio Castellacci e Patrizia Sanvitale nel volume “Lo Spettacolo della Bellezza” (Marsilio Editori). Un testo che permette di comprendere come, dopo una generazione, l’artigianato artistico non sembri più la curiosa passione di un colto signore poliglotta, quanto il vero vantaggio competitivo che sostiene il miglior Made in Italy, come le istituzioni (anche le più refrattarie al cambiamento) riconoscono. Merito di un profondo cambiamento nel paradigma culturale: ma anche, ci piace pensare, delle energie spese con impegno per perseguire, sostenere e promuovere l’amore per la bellezza fatta a mano, fatta con cura, fatta con amore e competenza. Una bellezza che nasce dal dialogo tra fare e sapere, certamente; ma anche dallo scambio acuto e interlocutorio tra lo spirito dei tempi e il genius loci dei nostri territori, tra i sogni di chi persegue una bellezza “à la carte” e i progetti di chi trasferisce un’idea in un’azione, Per i suoi 25 anni di attività, la Fondazione Cologni ha pubblicato con Marsilio uno speciale libro d’arte che racconta la storia della celebre Saliera di Benvenuto Cellini. Il libro è corredato dalle splendide immagini realizzate ad hoc da Laila Pozzo con la Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli di Milano. To commemorate 25 years of work, the Cologni Foundation has produced a special art book published by Marsilio that tells the history of the famous Salt Cellar by Benvenuto Cellini. The book contains splendid images photographed by Laila Pozzo in collaboration with the famous marionette theatre of Milan, the Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli.

In 1995, at the height of his acclaimed career in publishing, culture, and the luxury sector, Franco Cologni decided to enter into a field that was almost ignored back then, that literature didn’t give full credit to, and that academic culture looked upon from a distance: craftsmanship. And so it was that he decided to set up the Cologni Foundation for the Métiers d’Art, choosing for its logo one of the most brilliant, extraordinary and precious creations of goldsmithery: Benvenuto Cellini’s Salt Cellar. The story behind this hugely renowned piece is told by Claudio Castellacci and Patrizia Sanvitale in their volume ‘Lo Spettacolo della Bellezza’ (The Spectacle of Beauty) published by Marsilio Editori. The text illustrates how, a generation on, artistic craftsmanship now seems to be more than just the curious interest of a cultured and polyglot gentleman, but is in fact the true competitive advantage that underpins the best of Italian-made products, as the mainstream - even those institutions most resistant to change - has now come to recognise. Certainly, this is partly due to a general shift in the cultural paradigm, but also, we like to think, thanks to the energy and efforts employed in pursuing, supporting, and promoting a love for the beauty of all things made by hand, with the utmost care, love, and skill. Without a doubt, this beauty is born from the connection between knowledge and the act of making; but also from the open and perceptive exchange between the spirit of the times and the genius loci of our regions, between the dreams of those who pursue made-to-order beauty and projects that translate ideas into actions, between the ancient knowledge of the masters and the bold and radical force of new makers. The importance of these connections is clear throughout all the Cologni Foundation projects during its 25 years: effective action

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tra gli antichi saperi dei maestri e la forza propulsiva dei nuovi makers. La forza del dialogo pervade tutti i progetti portati avanti dalla Fondazione Cologni nei suoi 25 anni di vita: perché un’azione efficace non può che nascere da un’attitudine all’ascolto, all’attenzione per le esigenze degli artigiani, alle evoluzioni dei gusti. Lo scambio tra cultura del progetto e saper fare d’eccellenza ha portato, nel corso degli anni, a sviluppare idee che si sono poi affermate come riferimenti di successo (Homo Faber, Doppia Firma…) e a investire su un potenziale che, come ricorda Platone nel Filebo, non può che nascere dalla contemplazione della bellezza. E dalla sua continua reinvenzione. Da qui nasce l’invito di Franco Cologni a lavorare per suscitare nuove ed entusiastiche vocazioni nel mondo dei mestieri d’arte, che si è via via concretizzato intorno a due assi fondamentali: la promozione delle migliori scuole italiane di arti e mestieri, e il finanziamento di tirocini formativi per giovani di talento che desiderano imparare il mestiere a fianco di un grande maestro. Ogni anno, grazie al sostegno della Fondazione Cologni, e di molti altri generosi mecenati, alcune decine di ragazze e ragazzi, diplomatisi presso le più prestigiose scuole italiane di arti e mestieri, hanno la possibilità di trascorrere sei mesi di tirocinio formativo remunerato presso la bottega, l’atelier o l’impresa di un maestro artigiano: il loro stipendio viene coperto dalla Fondazione Cologni, e le loro storie vengono raccontate su un portale dedicato. Prima di andare “a bottega”, ai tirocinanti viene offerto un prestigioso mini-master della durata di un mese ideato dalla Fondazione Cologni, ed erogato da importanti istituzioni milanesi: la Scuola Corsi Arte, il Politecnico, la SDA Bocconi, la IULM. Lezioni, laboratori e visite pensati per offrire alle ragazze e ai ragazzi degli strumenti trasversali e imprescindibili, per arricchire la loro formazione e sostenere lo sviluppo delle botteghe artigiane dove saranno impiegati. Botteghe i cui capolavori trovano finalmente un luogo espositivo d’eccezione presso Triennale Milano, grazie al ciclo di mostre che investe la Quadreria per ben dodici mesi, e che concretizza un sogno da lungo coltivato da Franco Cologni – quello di far sentire i mestieri d’arte “a casa”, all’interno di un’istituzione museale prestigiosa. Botteghe che spesso sono gestite da maestri artigiani eccezionali, che la Fondazione Cologni riconosce come “MAM – Maestro d’Arte

can only come about through listening, paying attention to the needs of craftspeople and the evolution of tastes. Over the years, the exchange between the culture of design and skilful expertise has led to the development of ideas that have shown themselves to be a success (such as Homo Faber, Doppia Firma) and to the investment in the potential that, as Plato reminds us in Philibeus, can only come from the contemplation of beauty. And from its ongoing reinvention. From this comes Franco Cologni’s invitation to work towards nurturing new and exciting vocations in the world of the métiers d’art, a project that is slowly taking shape around two key points: promoting Italy’s best schools of arts and trades, and financing apprenticeships and training for young talents who want to learn their trade alongside an acknowledged master. Each year, thanks to the support provided by the Cologni Foundation, and by many other generous patrons, dozens of young people, graduates from Italy’s most prestigious schools of arts and trades, have the chance to complete a six-month paid apprenticeship at a workshop, studio, or atelier of a master artisan: their wages are paid by the Cologni Foundation, and their experiences are shared on a dedicated portal. Before starting to work as apprentices, they have the chance to complete a prestigious one-month mini Masters course created by the Cologni Foundation and provided by important institutes in Milan: the Corsi Arte School, the Politecnico University, the SDA Bocconi School of Management and the IULM University. The lectures, workshops, and visits are chosen and designed to provide essential across the board tools to enhance their training and support the development of the artisan workshops, where they will complete their placements. The great works of Italian craftspeople are promoted, for one year, in an exceptional exhibition space at the Triennale Milano, thanks to the 12-month cycle of exhibitions in the Quadreria, the fulfilment of a long-held dream of Franco Cologni: enabling the métiers d’art to feel at home in a prestigious museum environment. Many of these ateliers are managed by exceptional master artisans who the Cologni Foundation has identified as Master of Arts and Crafts (MAM), a title developed in collaboration with the International School of Italian Cuisine (ALMA) and assigned every two years to a limited selection of highly-skilled masters. The idea of creating an official and symbolic title of this kind was born from a conversation


e Mestiere”: un titolo assegnato ogni due anni a una ristretta selezione di grandi maestri e sviluppato in partnership con ALMA, la Scuola internazionale di cucina italiana. Proprio da un dialogo tra Franco Cologni e Gualtiero Marchesi, allora rettore di ALMA, nasce infatti l’idea di creare anche in Italia un titolo ufficiale e simbolico, estendendolo non solo a tutte le categorie delle arti applicate legate ai mestieri artigiani ma anche alle arti dell’ospitalità, della tavola, dell’enogastronomia. Grazie al lavoro paziente e competente di numerose giurie di esperti, che ogni due anni presentano le candidature dei futuri MAM, una commissione generale è poi in grado di analizzare il ricchissimo dossier e di selezionare i nomi che diventeranno ufficialmente Maestri: un lavoro non certo facile, basato sulla matrice di valutazione dell’eccellenza artigiana che la Fondazione Cologni ha creato nel 2014 e che comprende, come si diceva, tutti i valori che sempre devono contraddistinguere l’opera e la figura del vero MAM. Competenza e originalità, creatività e adeguata formazione, disponibilità alla trasmissione e legame col territorio, autenticità e spirito di interpretazione, conoscenza della tradizione e desiderio di innovazione. Questa è la memoria che la Fondazione Cologni, dopo venticinque anni, consegna al futuro, e questa è la sintesi del messaggio inciso con pazienza sulla pietra preziosa del Made in Italy: il desiderio di una bellezza che nasce dalla felicità del fare, e che – come già insegnava San Francesco, cui Franco Cologni è ovviamente assai legato – ricorda costantemente a chi ricerca se stesso che il segreto per stare bene è uno solo, ovvero fare bene. Franco Cologni sa che ogni passo è importante per giungere a questa vetta (non per nulla è un appassionato alpinista), ma sa anche che risuona ancora, sinistra e un po’ inquietante, la risposta che la sentinella di Isaia dava a chi chiedeva a che punto fosse la notte: verrà il giorno, ma è ancora buio. Un buio tuttavia rischiarato dalla consapevolezza che le risorse impiegate, le idee profuse, le energie liberate, le parole scritte e pronunciate, le decisioni prese, hanno costituito una costellazione che non solo illumina, ma guida e orienta verso la ricerca della bellezza: e forse anche consola, come le stelle sanno sempre fare.

between Franco Cologni and Gualtiero Marchesi, the then Dean of ALMA. The title not only applies to the categories of applied art and artisan crafts, but also the art of hospitality, dining, food and wine. A list of candidates of the future MAMs is skilfully and patiently put together by various expert committees, which is presented to a general commission every two years. The panel analyses this detailed report to select the names of those who will become official Masters: it certainly isn’t an easy job, following the assessment guidelines for artisan excellence created by the Cologni Foundation in 2014, comprising all the values that must characterise the work and figure of a true Master of Arts and Crafts: expertise and originality, creativity and adequate training, willingness to share their knowledge and a connection with their region, authenticity and spirit of interpretation, knowledge of tradition and desire for innovation. After 25 years of activity, this is the legacy that the Cologni Foundation gives to the future. Carefully and patiently shaping the values instilled in all that is made and produced in Italy: a desire for beauty that is born from the joy of doing. A message that echoes the teachings of Saint Francis, who was an inspirational figure for Franco Cologni, and that acts as a constant reminder to those who hope to find themselves that the secret to happiness is to simply do things well. Franco Cologni knows that each step on the path to the summit is important (it’s no coincidence that he’s also a passionate mountaineer), but he also still hears the echo, foreboding and unsettling, of the watchman’s reply in Isaiah when asked what is left of the night: morning cometh, but also the night. Night – darkness – illuminated by the knowledge that together, the resources used, the ideas shared, the forces set in motion, the words written and spoken, and the decisions made have created a constellation that not only lights up the darkness, but guides towards beauty, offering comfort, like the stars always do. The night comes, says the watchman. But the promise is there: the day too will also come.

È ancora buio, dice la sentinella. Ma la promessa è: verrà il giorno. 11



UN MUSEO DIFFUSO PER RACCONTARE IL PATRIMONIO DELL’ARTIGIANATO ARTISTICO DISCOVERING THE HERITAGE OF ARTISAN CRAFTSMANSHIP THROUGH A MUSEUM WITHOUT WALLS ELENA AGOSTI

CURATRICE DEL PROGETTO PROJECT MANAGER

A&D nasce nel 2019 da un’idea di CNA Veneto Ovest, in occasione del ViOff, come un’esposizione dell’eccellenza manifatturiera italiana nelle vetrine del centro storico. Dal tessile al gioiello, tante storie da scoprire attorno al simbolo cittadino del saper fare artigiano: la Basilica Palladiana. Nel 2020 il progetto cresce grazie ad un bando FSE della Regione del Veneto “Atelier aziendali. Il lavoro si racconta - Botteghe e Atelier aziendali. Itinerari di scoperta dei patrimoni d’impresa – 2020”. Inizia così un lavoro corale con alcune imprese artigiane con la finalità di aiutarle a valorizzare il proprio Heritage e di porre le basi per un museo diffuso virtuale della cultura artigiana. Il progetto è stato condotto da Ecipa e CNA Veneto Ovest con alcuni partner di rete: AiCC Associazione Italiana Città della Ceramica, l’Associazione Nove Terra di Ceramica, il Comune di Bassano del Grappa, il Comune di Malo con Musei Alto Vicentino, il Comune di Nove, Corart Consorzio Artigianato Artistico Vicenza, la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, il Liceo Artistico G. De Fabris di Nove e l’Università Ca’ Foscari. A&D ha creato occasioni di dialogo e di formazione favorendo il trapasso generazionale del saper fare alle nuove generazioni e favorendo l’innovazione tecnologica. L’Artigianato Artistico del nostro territorio costituisce un patrimonio culturale unico e prezioso, le imprese artigiane sono il frutto di una tradizione artistica e produttiva secolare, sono depositarie di conoscenze materiali e immateriali, ed essendo radicate nei territori d’appartenenza sono difficilmente replicabili altrove. Sono portatrici di valori culturali universali in quanto attente al design, al progetto, alla storia e al contemporaneo. Inoltre sono degli ottimi attrattori turistici, ed è per questo fondamentale valorizzarle creando un circuito, un percorso di rete, in un’ottica di reciproca valorizzazione e

The Crafts and Design Project ‘Artigianato & Design’ (A&D) came about thanks to an idea by CNA Veneto Ovest as part of Vicenza’s VIOFF event, and began in 2019 as an exhibition of Italian excellence in artisan manufacturing throughout shop windows in the old town. From textiles to jewellery, the project showcased many fascinating stories around the city’s symbol of artisan knowhow: the Basilica Palladiana. In 2020 the project grew thanks to the Veneto Region’s grant from the European Social Fund: Workshop enterprise. The tale of work - Enterprise in workshops and studios. Itineraries to discover the heritage of business 2020. A collaborative project was set up with a group of artisan enterprises, working towards the goal of promoting their traditions and laying the groundwork to create a museum without walls of artisan culture. The project was managed by the service and training agency Ecipa and CNA Veneto Ovest, with the following network partners: Italian Association of Cities of Ceramics (AiCC), the town of Nove’s Terra di Ceramica association, the municipality of Bassano del Grappa, the municipality of Malo with the Musei Alto Vicentino, the municipality of Nove, the Artisan and Arts Consortium in Vicenza (Corart), the Cologni Foundation for the Métiers d’Art, the Giuseppe De Fabris Art School in Nove, and the Ca’ Foscari University. A&D has created opportunities for dialogue and professional development by promoting the teaching of skills from one generation to the next and encouraging innovation and the use of technology. The artistic craftsmanship of our region is part of its valuable and unique cultural heritage, and the artisan enterprises are the result of centuries of artistic tradition and production, a mine of both tangible and intangible knowledge, and being so rooted in the local area, it is almost impossible to replicate these arts elsewhere. These arts and traditions are the bearers of universal cultural values that apply to design through the ages. What’s more, they are of great appeal to tourists and visitors,

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sviluppo. La provincia di Vicenza offre un assortimento di lavorazioni unico nel suo genere e molte di esse hanno origini antichissime. Al Museo Archeologico di Santorso sono raccolti diversi reperti databili tra il 3000 e il 500 a.C. ritrovati nella fascia pedemontana che testimoniano la presenza di insediamenti abitativi e la loro capacità di lavorare diversi materiali: la ceramica, la selce e l’osso. Sono presenti manufatti ceramici dell’età del bronzo (XIV-X sec. a.C.) e un’ampia raccolta di manufatti in bronzo, ferro, corno di cervo ed ancora ceramica della seconda età del ferro. In epoca romana Vicenza fu uno dei centri di maggior importanza commerciale, l’organizzazione professionale era basata sui collegia, istituti che raggruppavano per categorie gli artigiani. Importanti i collegi dei fabri, dei centonarii (lavoratori della lana) e dei dendrophori (falegnami), ai quali se ne affiancarono poi altri, come i coriarii (conciatori di pelli), i calceolarii (calzolai), o anche i navicularii (barcaioli). Durante il periodo longobardo si sviluppò la lavorazione lapidea e dei metalli preziosi. Nel 1311 nel nuovo Statuto cittadino oltre alle otto fraglie già nominate in quello del 1264, troviamo anche la fraglia dei falegnami (fratalia marangonum), dei fabbricanti di tini e mastelli (fratalia mastellariorum), dei pellicciai (fratalia pellipariorum) e dei fabbri (fratalia fabrorum), con una sempre maggior valenza della figura dell’artigiano nella vita sociopolitica ed economica. Di particolar rilievo è la lavorazione dell’oro e dei materiali preziosi di cui troviamo tracce nel territorio vicentino già in epoca paleoveneta (300 – 400 a.C.). Nel 1339 nasce la Fraglia degli Orefici, anche se la testimonianza più sicura ci arriva dai primi documenti medioevali riguardo alla registrazione del suo statuto nel 1352. Un grande impulso avvenne fra il XV e il XVI secolo d.C. ad opera di Valerio Belli, uno dei più importanti incisori di medaglie, placchette e di pietre dure e preziose, tanto che fu lodato anche dal Vasari. La stampa venne invece introdotta da tipografi transalpini nella seconda metà del XV secolo. Giovanni de Reno e lo svizzero Leonardo Achatas si trasferirono da Padova a Santorso sulle pendici del Monte Summano e lì fondarono la loro attività. La scelta fu probabilmente dettata dalla presenza della vicina cartiera di Torrebelvicino, operante già nel ‘400. A Bassano la tipografia dei Remondini, sorta nel 1660, divenne in brevissimo tempo il punto di riferimento per la diffusione in Europa di stampe a carattere popolare e religioso. Oggi la maggior parte delle lavora-

which is why it’s so important to enhance them by creating a network to nurture mutual promotion and development. An array of unique production techniques can be found in the Province of Vicenza, many of which have ancient origins. The Archeological Museum of Santorso is home to pieces that date back to between 3000 and 500 BC, which were found in the foothills and provide evidence of the presence of settlements and the ability to work with various materials including pottery, flint, and bone. They include ceramics that date back to the Bronze Age (14th-10th century BC) and a wide range of objects in bronze, iron, deer antler, and more pottery from the late Iron Age period. Vicenza was one of the most important commercial hubs in Roman times, and professional artisans working in different fields were grouped into categories officially known as collegia or colleges. The most important colleges were the fabri, or blacksmiths, the centonarii who worked with wool, and the carpenters (dendrophori), followed by leather workers (coriarii), cobblers (calceolarii), and even shipowners (navicularii). During the period of the Lombards, there was growth in stonemasonry as well as the use of precious metals. In addition to the eight fraglie, or guilds, that were formally recognised in the 1264 city statute, others were added to the city’s new statute in 1311, including the guilds of carpenters (fratalia marangonum), of makers of vats and tubs (fratalia mastellariorum), of furriers (fratalia pellipariorum), and of blacksmiths (fratalia fabrorum), with growing importance given to the figure of artisans in social, political, and economic terms. Of particular interest is the evidence of gold and precious metal work found in the Vicenza area dating back to the Paleovenetian era (300-400 BC). The Guild of Goldsmiths (Fraglia degli Orefici) was established in 1339, although the most reliable record dates from the first medieval documents showing the registration of the guild in the 1352 Statute. Between the 15th and 16th centuries AD, goldsmithery rapidly grew in importance thanks to the work of Valerio Belli, one of the most notable engravers of medals, plaques and precious hard stones, so much so in fact that he was even praised by Vasari. Printing, on the other hand, was introduced by transalpine typographers in the late 15th century. Giovanni de Reno and the Swissman Leonardo Achatas moved from Padova to Santorso on the slopes of Monte Summano where they set up their workshop. Their decision was probably motivated by the presence of the nearby paper mill in Torrebelvicino which was already operating in the 15th century. The Remondini press, which originated in Bassano in 1660, soon became a reference point for the development of popular and religious printing in Europe. Nowadays the majority of these forms of manufacturing are still active and


zioni citate sono attive seguendo i parametri dell’eccellenza, difatti se parliamo di Vicenza pensiamo subito all’oro, ma pensiamo anche alla pietra tenera dei Colli Berici tanto amata dal Palladio nei suoi esordi da scalpellino, e punto di riferimento in tutte le sue architetture. La lavorazione tessile e conciaria si è evoluta soprattutto in ambito industriale nella zona di Schio, Valdagno ed Arzignano, ma non mancano esempi di lavorazione artistica. Molteplici sono i fattori che hanno favorito la nascita e lo sviluppo dell’arte ceramica tra Bassano del Grappa e Nove: la presenza nel sottosuolo di argilla plastica, saldame e caolino, e la possibilità di sfruttare il fiume Brenta sia per trasportare i prodotti finiti che il legname per i forni, sia per azionare i mulini per miscelare gli impasti e macinare i ciottoli reperiti nel fiume stesso. Il periodo di massimo splendore per la ceramica di Bassano è il Seicento, con la manifattura dei Manardi, che dal 1669, e per i successivi 50 anni, ricevette dal Senato veneziano l’esclusiva per la produzione di maiolica, distinguendosi per la finezza dell’impasto, la ricchezza del decoro e la brillantezza dello smalto. Nel XVIII secolo la crescente richiesta e la diffusione in Europa delle preziose porcellane cinesi indusse i ceramisti olandesi ad imitarne la lavorazione invadendo anche i mercati della Serenissima. Il Senato tentò di porvi rimedio stimolando la produzione interna con agevolazioni fiscali per chi fosse riuscito a migliorare le maioliche e a produrre porcellane. Giovanni Battista Antonibon aprì la sua manifattura nel 1727 a Nove, e già nel 1732 ottenne il privilegio di esenzione dai dazi per i vent’anni a seguire. Nel 1762 riuscì a produrre la porcellana, e nel 1768 la terraglia ad uso inglese con Giovanni Maria Baccin. Questa manifattura è tutt’oggi attiva grazie alla famiglia Barettoni. Nasce sempre a Nove nel 1875 la Regia Scuola d’Arte ad indirizzo ceramico, oggi Liceo Artistico Giuseppe De Fabris, un punto di riferimento per la formazione Artigiana. Promuovere, tutelare e dare nuova linfa all’eredità di queste eccellenze è un dovere civico, nelle prossime pagine vogliamo offrirvi, tramite le foto di Bibo Cecchini, un viaggio in alcune tra le più importanti botteghe del nostro territorio, un percorso fisico e virtuale anche grazie a Wellmade, il portale e l’App di Fondazione Cologni, che ci ha riconosciuto come circuito dei virtuosi: https://www.well-made. it/circuito/ad-artigianato-e-design/; qui si possono creare itinerari personalizzati alla scoperta del saper fare italiano.

continue to pursue excellence. In fact if we mention Vicenza, we immediately think of gold, but also the soft stone of the Berici Hills, much loved by Palladio in his early days as a stonecutter and who went on to become an influential figure in architecture. Textile and leather production mostly developed industrially in the area of Schio, Valdagno, and Arzignano, although there are also examples of artistic production. There are numerous factors which contributed to the birth and development of ceramic art between Bassano del Grappa and Nove: the presence in the subsoil of plastic clay, a siliceous sand called saldame, and kaolin, and the opportunity provided by the river Brenta to transport the finished products and the wood needed for the kilns, as well as acting as an energy source for the mills to mix the clay and to grind the stones found in the river itself. The golden age for pottery in Bassano was the 17th century: for 50 years from 1669 the Manardi workshop received exclusive rights from the Venetian Senate for the production of majolica, gaining renown for the quality of the clay, the exquisite decoration, and the brilliant shine of the glaze. In the 18th century the growing demand and popularity in Europe of precious Chinese porcelain led to Dutch ceramicists imitating its production and introducing their work to the Venetian markets. The Senate tried to counter this invasion by boosting local production with tax incentives for those who managed to improve the production of majolica and produce porcelain. In 1727 Giovanni Battista Antonibon opened his workshop in Nove and by 1732 was rewarded with exemption from excise duty for the following 20 years. In 1762 he successfully produced porcelain and in 1768 he made English style pottery with Giovanni Maria Baccin. Their production still continues today thanks to the Barettoni family. In 1875 the Royal Art School specialising in pottery was set up in Nove, which is now the Giuseppe De Fabris Art School, a reference point for artisan training. We have a civil duty to promote, protect, and continue the legacy of these skills and trades of excellence. Thanks to the photos by Bibo Cecchini on the following pages we want to take you on a journey through some of our area’s most important workshops, a physical and virtual itinerary made possible also thanks to Wellmade, the portal and App by the Cologni Foundation which has listed us as part of its Circuito dei Virtuosi:https://www. well-made.it/circuito/ad-artigianato-e-design/; here you can create your own itinerary to discover Italian know-how.

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ANTONIO BONALDI Diplomato Maestro d’Arte Ceramica nel 1984 a Nove, si specializza nella lavorazione al tornio e nel 1986 apre il suo laboratorio a Bassano del Grappa. La sua naturale predisposizione al dialogo e alla continua crescita professionale lo spinge ad intraprendere diverse esperienze di didattica ceramica: dal Carcere femminile in Giudecca all’Istituto d’Arte di Nove, nel 1995 ottiene l’abilitazione all’insegnamento di Laboratorio di tecnologia ed Arti della Ceramica e tiene un corso di restauro fittile a Mantova e di nuovo è docente a Nove nell’ambito del progetto CerTA. La sua passione sono i materiali ed il loro limite, le superfici, le texture. Non vede la foggiatura come la creazione di una base da decorare, ma come l’elaborazione della materia, della sua superficie, del colore del suo impasto cercando il non visto, la naturalezza, l’assoluto. Tornisce ad occhi chiusi, così da lasciare alle mani e alla loro sensibilità la possibilità di plasmare le forme, talvolta asimmetriche seppur lavorate al tornio, suggellate poi dal processo irreversibile del fuoco. Ama definirsi un piromane per la sua passione di progettare forni a legna ad alte temperature. Non usa la fibra ceramica come isolante dei suoi forni sperimentali per tutelare l’ambiente, se stesso e tutte le persone che lavorano con lui, ma ama progettare e costruirsi fornaci con mattoni ed altri supporti, spesso disegnati e trafilati da lui stesso. Predilige legno di pino con molta essenza per garantire fuoco vivo ai forni, le braci di legni più duri bloccherebbero la temperatura a 950°, mentre il suo obbiettivo sono almeno i 1250°! Definisce le sue cotture opere punk, estemporanee, talvolta possono sembrare violente per gli shock termici che subiscono i pezzi e tutti i ceramisti che lo guardano, ma tutti i passaggi, compresa la smaltatura a cenere, sono una scelta consapevole che porta un altissimo valore aggiunto alle sue opere. Le sue sperimentazioni sono planetarie, ha acceso forni in Ungheria, Turchia, Korea, Cina e chissà dov’altro lo porterà la sua piromania!

Strada dei Pilati, 26 Bassano del Grappa, VI +39 0424 504052 +39 346 079 0329 antoniobonaldi@libero.it

A 1984 Ceramic Art Master graduate in Nove, he specialised in work on the wheel and in 1986 he opened his workshop in Bassano del Grappa. His natural propensity for dialogue and continuous professional growth convinced him to undertake various ceramic academic experiences. From the women’s prison in Giudecca to the Nove Institute of Art, in 1995 he achieved qualification to teach Technology Laboratory and Ceramic Arts and held a clay restoration course in Mantua; he also taught in Nove in the CerTA project area. His passion is with materials and their limit, surfaces and textures. He does not see shaping as the creation of a base to decorate, but as the processing of the material, of its surface, of the colour of its compound seeking the concealed, the naturalness, the absolute. He works the wheel with his eyes closed in order to leave his hands and their sensitivity the opportunity to forge the shapes, sometimes asymmetric, despite their being worked on the wheel, then completed by the irreversible firing process. He loves to define himself as a pyromaniac for his passion of designing high-temperature wood-burning kilns. He does not use ceramic fibre as insulation in his experimental kilns in order to protect the environment, himself, and everyone who works with him, but he loves to design and build kilns with bricks and other material, which he often designs and extrudes himself. He favours high-quality pine with to guarantee open fire for the kilns. Harder wood embers would block the temperature at 950°C, whereas his goal is at least 1250°C! He defines his firings as punk works, extemporaneous, that can sometimes seem violent due to the thermal shock the pieces and all the ceramicists watching him must withstand, but all the steps, including the ash glazing, are an informed choice that leads to an extremely high added value for his works. His experimentations are global as he has access to kilns in Hungary, Turkey, Korea, and China, and who knows where else his pyromania will take him!

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ARBOS Via Torre, 40 Solagna, VI +39 0424 558110 commerciale@arbos.it www.arbos.it

Sergio Paolin e Oriella Guarise, dopo aver imparato il mestiere in una storica cartiera della zona, fondano nel 1988 Arbos, a Solagna in provincia di Vicenza, specializzandosi subito nella produzione di articoli da regalo, per l’ufficio e il tempo libero in carta e materiali riciclati. Racconti, prima ancora che prodotti, dove scrivere, creare e raccogliere le idee. I valori che ispirano l’azienda sono: qualità, made in Italy, creatività, design e saper fare della tradizione artigianale, senza dimenticare la sostenibilità. E ancora passione per la carta, difesa dell’ambiente e ancora ricerca di bellezza: una filosofia che ha portato Arbos ad essere fra le pochissime manifatture di settore ad ottenere la certificazione B Corp. Arbos collabora con artisti e designer per creare prodotti ecosostenibili con un altissimo valore estetico e dal gusto contemporaneo. La ricerca è sempre in continua evoluzione grazie anche alle molteplici collaborazioni con l’Università Ca’ Foscari di Venezia ed altri atenei. La lavorazione artigianale della carta nel territorio vicentino ha origini antichissime che ha visto il suo massimo sviluppo nel Bassanese grazie all’imprenditoria dei Remondini e agli slanci commerciali favoriti dal Senato della Serenissima nel corso del ‘700. Oggi il nostro territorio è costellato da antiche cartiere, divenute nel tempo musei o laboratori dove apprendere quest’antica arte, di cui Arbos è erede e innovatore di questo ricchissimo patrimonio.

Sergio Paolin and Oriella Guarise, after learning the trade in a historic local paper mill, founded Arbos in 1988 in Solagna (Vicenza province), specialising straight away in the production of gift items, office products, and articles for leisure time made of paper and recycled materials. Stories, even before being products, where you can write, create, and gather your ideas. The driving values of the company are quality, ‘Made in Italy’, creativity, design, and crafting tradition expertise, as well as sustainability. Not to mention, passion for paper, protecting the environment, and the search for beauty: a philosophy that has led Arbos to be one of the very few manufacturers in the segment to obtain B Corp certification. Arbos collaborates with artists and designers to create eco-sustainable products with extremely high aesthetic value and a modern style. Research is evolving continuously, thanks in part to multiple lines of collaboration with Venice’s Ca’ Foscari University and other universities. The paper craft in the Vicenza territory has ancient origins with its maximum development in the Bassano area, thanks to the entrepreneurship of the Remondini family and the commercial impetus favoured by the Senate of the Venetian Republic during the 1700s. Ancient paper mills are now scattered all over our territory, over time becoming museums or laboratories where this ancient art is learned and Arbos is both heir and innovator of this extremely rich heritage.

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BARBARA UDERZO Barbara Uderzo è un’orafa e designer di gioielli, lavora tra Creazzo e Milano, dove ha fondato lo studio “The Blob House”, ma i suoi gioielli scultura sono presenti nei più importanti musei del design: al Museo degli Argenti a Firenze, a Palazzo Zuckermann a Padova, al Museo Nazionale di Zurigo e al Museo Casabianca di Malo, collezione privata di GioBatta Meneguzzo. Ha esposto alla Triennale di Milano, al Museo delle Arti decorative di Berlino, al Victoria & Albert Museum di Londra ed infine anche al Museo del Gioiello di Vicenza. Dal 1990 progetta e realizza gioielli contemporanei, sperimentando materiali, forme e tecniche diverse. Tra ricerca e innovazione, ricorrendo a tecniche artigianali o tecnologie industriali, e attingendo ad anni di esperienza nel settore, crea gioielli innovativi e inaspettati, come gli anelli da annaffiare “succulent rings” o la linea “blob” realizzata con materiali plastici di riciclo, utilizza polimeri colorati come leganti per i suoi objet trouvé, pietre ed altre miniature, giustappone colori e forme, ridà vita ad oggetti iconici della nostra infanzia inserendoli in paesaggi surreali e fantastici. Lavora come una sarta, dal modello alla calzata: ogni gioiello deve essere bilanciato e comodo da indossare, rigorosamente in metalli preziosi. Unica nel suo genere e nella sua poliedricità di materiali, sfiziosa la sua linea in cioccolato e foglia oro, da indossare e degustare prima che si sciolga!

Via Rivella, 15 Creazzo, VI +39 338 1724510 barbara@uderzo-designer.it www.uderzo-designer.it

Barbara Uderzo is a goldsmith and jewellery designer who works in Creazzo and Milan, where she founded “The Blob House”, but her sculpture jewellery is featured in the most important design museums: the Silver Museum in Florence, Palazzo Zuckermann in Padua, the National Museum of Zurich, and the Casabianca Museum in Malo – a private collection owned by GioBatta Meneguzzo. She has exhibited at the Milan Triennial, at the Berlin Museum of Decorative Arts, at the Victoria & Albert Museum in London and, last but not least, in the Vicenza Museum of Jewellery. Since 1990 she has been designing and creating modern jewellery, experimenting with different materials, shapes and techniques. Between research and innovation, using crafting techniques or industrial technologies, and drawing from years of experience in the sector, she creates innovative and unexpected jewellery such as “succulent rings” or the “blob” line, made with recycled plastic materials. She uses coloured polymers as binding agents for her objets trouvés, stones, and other miniatures, she juxtaposes colours and shapes and breathes life back into iconic items from our childhood, placing them in surreal and fantastical settings. She works like a seamstress, from the model to the garment: each piece of jewellery must be well-balanced and comfortable to wear, strictly in precious metals. Unique in its kind and in its versatility of material, her chocolate and gold leaf line is rather tasty, to be worn and savoured before it melts!

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BOTTEGANOVE Via Molini, 88 Nove, VI +39 0424 590110 info@botteganove.it www.botteganove.it

Dalla visione moderna di Christian Pegoraro è nata Botteganove nel 2016, un’azienda specializzata nella realizzazione di mosaici e piastrelle in ceramica e porcellana. Recuperando una tecnica antica tipica della zona di Nove, risalente al XVIII secolo, ha saputo innovarla grazie al suo approccio progettuale svincolato e dinamico. La loro rivoluzione è stata quella di riuscire a trasformare la tessera in un nuovo concetto di rivestimento, portando il mondo naturale nell’ambiente domestico. Iconiche le collezioni con Cristina Celestino: Plumage, ispirata al piumaggio degli uccelli, e Rose, dedicata alle donne artigiane di Nove. Boiserie artistiche, mosaici in ceramica ed eleganti texture, decorate con preziosi lustri cangianti e lamine d’oro, trasformano gli ambienti creando scenari contemporanei ricchi di storia e significato. Christian ha avuto l’intuizione e la capacità di trasformare il genius loci del territorio in qualcosa di ancor più pregiato ed unico, le sue linee, realizzate grazie alla collaborazioni con diversi designer, sono caratterizzate da armonia cromatica e forme eleganti, la preziosità del piccolo dettaglio si moltiplica nell’affiancarsi delle forme creando superfici di grande equilibrio formale e luminosità.

Founded in 2016 out of Christian Pegoraro’s modern vision, Botteganove is a company that specialises in the creation of mosaics and tiles in ceramic and porcelain. Bringing back an ancient technique typical of the Nove area that dates back to the 18th century, he skilfully innovated it with his independent and dynamic design approach. Their revolution resulted in being able to transform the tessera into a new cladding concept, bringing the natural world into the domestic environment. The collections with Cristina Celestino are iconic: Plumage, inspired by bird plumage, and Rose, dedicated to the craftswomen of Nove. Artistic panelling, mosaics in ceramic, and elegant textures, decorated with precious iridescent lustres and gold plating, transform every environment by creating contemporary sceneries that are full of history and meaning. Christian had the intuition and skill to transform the genius loci of the territory into something even more valuable and unique. Its lines, created thanks to the collaboration with various designers, are characterised by chromatic harmony and elegant shapes. The value of tiny details is multiplied as shapes are combined, creating surfaces characterised by great formal balance and brightness.

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CRISTINA BUSNELLI Diplomata in Industrial Design alla Scuola Politecnica di Design di Milano, Cristina Busnelli comincia la sua attività di tessitrice realizzando inizialmente arazzi, progettati per essere riprodotti in più esemplari, decorati con motivi geometrici; una ricerca di tridimensionalità al principio unicamente “ottica”, ma che poi diventa materica. La sua creatività la spinge a sperimentare l’accostamento di tecniche e materiali diversi: le trame diventano curve, i motivi si intrecciano e si arricciano, la scelta polimaterica differenzia gli spessori e le aggettanze arricchendo l’esperienza, che da visiva diventa anche tattile. I suoi arazzi sono composizioni cromatiche, sinfonie musicali, emozioni tattili: a sfiorarli con i polpastrelli riconosci i diversi materiali utilizzati, gli intrecci della trama sull’ordito; sembra quasi di percepire i colori del filato come in un messaggio Braille, e poi, ritornando con lo sguardo, la realtà supera l’aspettativa e ci si lascia trasportare in questi paesaggi surreali. Cristina è una donna dolce e riservata, esprime il suo carisma attraverso il telaio e i più disparati materiali che le sue mani incontrano. Attraverso lei tutto può diventare arte, anche dei minuscoli bijoux. Ogni pezzo è unico, realizzato a telaio a mano e frutto di un processo di cui Cristina segue tutte le fasi di lavorazione.

Via Sant’Antonio da Padova, 16 Bassano del Grappa, VI +39 347 5509339 cristinabusnelli@live.it www.cristinabusnelli.it

A graduate in Industrial Design from the Milan Polytechnic School of Design, Cristina Busnelli began her business as a weaver, initially making tapestries designed to be reproduced in multiple numbers, decorated with geometric patterns - a search for three-dimensionality which was initially only “optical”, but which then became materic. Her creativity pushed her to experiment with combining different techniques and materials. The textures became curves, the patterns intertwined and curled, the selection of multiple materials resulted in varying thickness and the overhangs enriched the experience, which went from visual to tactile. Her tapestries are chromatic compositions, musical symphonies, and tactile emotions. Running your fingertips over them, you can recognise the various materials used and the interweaving of the pattern on the warp. You can almost perceive the colours of the thread as if reading a message written in Braille. And then, returning to it visually, reality surpasses all expectations and sweeps you away to these surreal landscapes. Cristina is a sweet and reserved woman who expresses her charisma through the loom and the vast range of different materials that her hands encounter. Through her, everything has the potential to become art, down to the tiniest pieces of jewellery. Each piece is unique, made by hand on the loom and the result of a process of which Cristina follows each and every phase.

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DANIELA VETTORI BOTTEGA ORAFA E MAGAL

Piazza dei Signori, 35 Vicenza +39 0444 323855 info@danielavettori.com www.danielavettori.com

Daniela Vettori è un’artista orafa, nata a Roma da una famiglia di creativi e trasferitasi a Vicenza negli anni Settanta per avviare la sua bottega che quest’anno raggiunge i 40 anni di attività! Ubicata ai piedi della Basilica Palladiana, realizza gioielli preziosi plasmati sulla base di una continua ricerca del bello, con un approccio diretto ed emotivo nella modellazione di oro giallo 750 e argento 925. Creazioni uniche che nascono dalla fantasia dell’artista o assieme al cliente; delle volte rinascono dalla trasformazione di gioielli antichi. Le sue creazioni sono apprezzate per la grande originalità: ha esposto in mostre e fiere di gioielleria artistica in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone. Da una decina di anni anche la figlia Margherita ha seguito le sue preziose orme, entrando a far parte dell’azienda di famiglia con una linea tutta sua: Magal. La sua è una linea di gioielli simbolici, esplora i simboli archetipici e astratti perché il gioiello sia non solo un ornamento piacevole da indossare ma anche veicolo dell’intangibile. Innovativa la sua linea ispirata al Kintsugi, l’antica tecnica giapponese che valorizza le rotture degli oggetti in ceramica riparandole con lacca urushi e polvere d’oro. La storia della sua sperimentazione comincia da un errore: un bracciale d’argento che a pochi giorni dalla consegna si rompe, me c’è l’innata capacità dell’essere umano di ricomporre le sue fratture, fisiche, emotive e spirituali, ed è così che Margherita in maniera creativa ed artistica costruisce un nuovo gioiello, più autentico del precedente inquanto ricomposto con amore e preziosità.

Daniela Vettori is a goldsmith artist. She was born in Rome in a creative family and moved to Vicenza in the seventies to open her shop which has now been in operation for 40 years! Located at the foot of the Basilica Palladiana, she creates precious jewellery, moulded based on her constant search for beauty, with a direct and emotion-oriented approach to shaping 750 yellow gold and 925 silver. Unique creations born out of the artist’s imagination or together with the customer; sometimes they are reborn from the transformation of antique jewellery. Her creations are popular because of their great originality. She has exhibited at artistic jewellery trade fairs all over the world, from the United States to Japan. For about the last ten years, her daughter Margherita has been following in her footsteps, joining the family business with her own line: Magal. Hers is a line of symbolic jewellery that explores archetypal and abstract symbols because jewellery is more than just a nice ornament to be worn - it is also a vehicle of the intangible. She has an innovative line inspired by Kintsugi, the ancient Japanese technique that exploits the breakage of ceramic objects, repairing them with urushi lacquer and gold dust. The story of her experimentation began with a mistake: a silver bracelet broke just a few days after delivery, but human beings have an innate ability to recompose physical, emotional, and spiritual fractures, so Margherita creatively built a new piece of jewellery, more authentic than the previous one since it had been recomposed with love, restoring its inherent value.

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DELTA CERAMICHE L’azienda è stata fondata nel 1978 dai fratelli Grego, dal 1982 la conduce Ezio, che si occupa personalmente della progettazione e della realizzazione di ogni articolo. Oggi è il figlio Elvio che ne prosegue l’attività, continuando a garantire la qualità del prodotto grazie all’uso di materiali pregiati e procedimenti esclusivi. L’azienda è famosa per le decorazioni con oro, platino, bronzo e madreperla, esse richiedono una terza cottura a 680°. Usano solo oro liquido puro a 24 carati (999‰), una lega che non contiene rame e che è molto più ricca in oro rispetto a quella utilizzata nel settore orafo per riuscire ad ottenere una fusibilità sufficiente a farla aderire all’oggetto. Ogni articolo è realizzato e decorato esclusivamente a mano con particolare attenzione alla finitura. Ma la ricerca di Elvio non si limita a quanto appreso dalla storica famiglia di ceramisti, a lui piace sperimentare l’uso di diversi materiali e cotture, dai bracieri in grés graffito ai pezzi raku, con una particolare attenzione all’arredo giardino. Ha saputo rinnovare il suo linguaggio ceramico grazie alla collaborazioni a cotture sperimentali a legna, e, in particolare vorrei ricordare La porta, performance di fuoco progettata con Mirko Marcolin nel 2020. Il progetto, realizzato in collaborazione con i ragazzi di MADEinNOVE, ha previsto la realizzazione di un grande forno in fibra ceramica e rete elettrosaldata poggiante su una base in mattoni refrattari con due bocche di fuoco; la forma iconica è quella di una casa stilizzata con una parete apribile, la porta appunto, simbolo della rinnovata libertà dopo le restrizioni pandemiche e vetrina privilegiata per le sculture zoomorfe poste al suo interno e poggianti su un doppio castello trafilato, supporto ed esso stesso scultura fischiante, un omaggio alla grande tradizione dei cuchi nel nostro territorio.

Via Rivarotta, 82 Bassano del Grappa, VI +39 0424 82.84.84 info@deltaceramiche.it www.deltaceramiche.it

The company was founded in 1978 by the Grego brothers and Ezio took over running it in 1982, personally handling the design and creation of each item. Today, his son Elvio continues the business, still guaranteeing product quality thanks to the use of high-quality materials and exclusive processes. The company is famous for decorations with gold, platinum, bronze, and mother of pearl, which require a third firing at 680°C. They use only 24 carat pure gold (999‰), a copper-free alloy with a much higher gold content than what is used in the goldsmith segment, so sufficient melting properties can be obtained for it to adhere to the object. Each item is created and decorated strictly by hand with particular attention to the finish. But Elvio’s research is not limited to what he has learned from his historic family of ceramists. He also likes to experiment with using different materials and firing methods, from porcelain stoneware braziers to Raku pieces, with particular attention to garden décor. He has skilfully renewed his ceramic language thanks to experimental wood firing collaborations and particularly worth a mention is La porta, a fire performance designed with Mirko Marcolin in 2020. The project, achieved in collaboration with the MADEinNOVE staff, involved the creation of a large kiln in ceramic fibre and electro welded mesh resting on a base in refractory bricks with two fire mouths. The iconic form is that of a house stylised with an openable wall: a door, a symbol of renewed freedom after the pandemic restrictions, providing a privileged showcase window for the zoomorphic sculptures placed inside it and resting on a drawn two-tier structure, support and a whistling sculpture itself, a tribute to the great tradition of cuchi in our territory.

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DIEGO POLONIATO Diego Poloniato è un maestro ceramista specializzato nella creazione dei tipici cuchi ed arcicuchi di Nove, ossia dei fischietti di terracotta, simbolo del risveglio della natura ed un messaggio d’amore dell’amato all’amata. Galletti, ussari a cavallo, pagliacci, pinocchi ed altri animali bizzarri o iperrealistici sono i suoi soggetti prediletti, insieme a complesse scene epiche o religiose. Entrare nel laboratorio di Diego è un’esperienza unica ed immersiva, in qualsiasi direzione in cui volgi lo sguardo ci sono mille occhioni di fischietti zoomorfi ed antropomorfi che ti guardano, a volte t’innamori subito e sai che non potrai tornare a casa senza quel cuco, altre volte la scelta è ardua ed infiniti sono gli attimi per capire qual è quello che più ci piace! Le sue creazioni possono essere piccolissime e racchiudibili nel palmo della mano, fino alle macro opere che a fatica escono dal laboratorio. Il file rouge è il suono, ognuna di loro può essere animata con un soffio, anemos, ognuna ha una sua tonalità differente dovuta alla dimensione e alla forma della cassa di risonanza, insomma tutti i cuchi e gli arcicuchi hanno una loro identità che si esprime non solo attraverso la forma e il colore, ma anche grazie al suono, rigorosamente bitonale! Tutti i pezzi sono realizzati interamente a mano con semirefrattari policromi cotti ad alte temperature, greificati e trattati con ossidi puri. Ogni pezzo è unico, frutto della fantasia e dell’estro creativo di Diego. Nel 2020 gli è stato conferito dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte il Premio MAM – Maestro d’Arte e Mestieri, un riconoscimento alle sue grandi capacità plastiche e al preziosissimo lavoro di formazione che ha svolto negli anni.

Via Astronauti, 3 Nove, VI +39 347 729 6504 poloniato@alice.it www.diegopoloniato.it

Diego Poloniato is a master ceramist specialised in the creation of cuchi and arcicuchi typical of Nove, in other words, natural earthenware whistles, a symbol of the reawakening of nature and a message of love from a lover to his beloved. Roosters, hussars on horseback, clowns, Pinocchio, and other bizarre or hyper-realistic animals are his favourite subjects, along with complex epic or religious scenes. Entering Diego’s workshop is a unique and immersive experience. No matter which direction you look, there are thousands of zoomorphic and anthropomorphous eyes of these whistles looking back. Sometimes you fall in love straight away and you just know that you can’t leave without that cuco, whereas other times it is such a hard choice and it seems to take forever before you figure out which one you like best! His creations can be so small that they fit in the palm of your hand, all the way up to the macro-works that can barely make it out of the workshop. The common thread is the sound. By blowing a breath of life (anemos), you can make each one of them come alive, each with its own different tone due to the size and shape of the resonance chamber. In short, all the cuchi and arcicuchi have their own identity that is expressed, not only through shape and colour, but also through the sound, strictly bi-tonal! All the pieces are made entirely by hand with polychrome semi-fireclay, fired at high temperatures, vitrified, and treated with pure oxides. Each piece is unique, the fruit of Diego’s imagination and creative inspiration. In 2020, the Cologni Foundation for the Métiers d’Art presented him with the MAM award – Maestro d’Arte e Mestieri (Master of Arts and Crafts) in recognition of his great plastic capacity and the invaluable training he has conducted over the years.

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EVA DESIGN Via Strada Muson, 1 Asolo, TV +39 328 4195600 info@evadesign.it www.evadesign.it

Eva Design è un brand di manufatti artigianali in ceramica. Nasce da un idea di William Zanotto che, nel 2016, voleva creare un oggetto funzionale e di design, una “musina”, ma anche un complemento d’arredo decorativo. Un’idea semplice e geniale, un salvadanaio iconico che richiama, tramite la sua forma, l’oggetto simbolo del desiderio: la mela. Dal mito delle tre grazie ad Eva, la mela è un dono divino, simbolo di eleganza e di perfezione, ma anche di amore e di passione. Ed è proprio la passione di Raffaella e William, cresciuti in un territorio ricco di arte e di artigianato, che ha trasformato quest’oggetto di design in un vero e proprio veicolo di promozione territoriale. Nelle loro collezioni si possono trovare mele decorate dai migliori maestri artigiani e da artisti, ma anche dai giovani ragazzi che hanno deciso di fare di quest’arte il lavoro della loro vita, come ad esempio i ragazzi di CerTA, il progetto di formazione del Liceo Artistico De Fabris, che ha visto una collaborazione proprio con Eva Design, che ha messo a disposizione i propri “biscotti” per far sperimentare la tecnica del decoro contemporaneo alle nuove leve del distretto ceramico di Nove e Bassano del Grappa. Ed è proprio la personalizzazione il tocco d’arte che rende ogni mela unica e preziosa, seppur nata dal medesimo stampo. La loro galleria è un connubio tra passato e presente della tradizione ceramica decorata. Ogni mela è un desiderio, e tu, quanti desideri hai?

Eva Design is a brand of handmade ceramics. It was born out of an idea by William Zanotto who, in 2016, wanted to create a functional and designer item, a “musina” (the regional word for “piggy bank”), but also a decorative furnishing complement. A simple and ingenious idea, an iconic piggy bank which is reminiscent in its shape of the object that symbolises desire: the apple. From the legend of the three Graces to Eve, the apple is a divine gift, symbol of elegance and perfection, but also of love and passion. And it is precisely Raffaella and William’s passion, who grew up in a territory rich with art and artisanship, which transformed this object of design into a true vehicle of territorial promotion. In their collections, you can find apples decorated not only by the best handcrafting masters and artists, but also by young people who have decided to make this art their lives’ work, such as, for example, the young people of CerTA, the De Fabris Artistic High School training project that collaborates specifically with Eva Design, which has provided their “biscuits” so the new students in the Nove and Bassano del Grappa ceramic district can experience the technique of modern decorating. And personalisation is precisely the touch of art that makes each apple unique and precious, despite being born out of the same mould. Their gallery is a blend of the past and present of decorated ceramics tradition. Every apple is a desire. What about you? What do you desire?

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IL PESCE ROSSO CERAMICHE Tutti i lavori di Chiara Raccanello sono il frutto di un paziente processo di lavorazione artigianale: la foggiatura a mano o al tornio, la rifinitura e la decorazione. Tra le sue linee produttive troviamo la bambina scarabocchio®, un lavoro di decoro sottocristallina, sono i disegni che la ceramista faceva fin dall’infanzia: la bambina scarabocchio nasce in un foglio di carta che diventa barchetta o aeroplano per attraversare le bianche ceramiche, proprio come se fossero le pagine di un libro. Nelle Collinette invece lavora su pezzi ideati e foggiati da lei stessa, il segno che graffia l’argilla a durezza cuoio le permette di delimitare le zone da colorare con campiture di ingobbio. Alberi e animali popolano paesaggi naturali scandendo il ritmo delle stagioni, non di rado si intravvede il fiume Brenta ed il su caratteristico ponte vecchio del Palladio. Gli oggetti più piccoli vengono prodotti in piccole serie mentre quelli più grandi sono pezzi unici impossibili da riprodurre. Dal 2016 ci propone una nuova linea di design in grès lavorato al tornio e smaltato ad alte temperature, nonché finissime porcellane. Dopo la laurea in Architettura inaugura la sua bottega a Bassano nel 2002; ad oggi il laboratorio è in continua crescita: ha aperto uno showroom in Via Angarano, sempre a Bassano, e tiene corsi regolarmente sul Lago di Garda. Nel 2012 vince il Concorso Nazionale di Artigianato Artistico e Design MATERIE a Roma, nel 2015 espone all’Italian Makers Village per Expo a Milano, nel 2016 Rai 3 sceglie il suo laboratorio per raccontare l’evoluzione della produzione ceramica a Bassano dal periodo romano ad oggi e nel 2019 vince il Premio Portoni a Nove con una grande ciotola in grés e piccole barchette in origami imbevute di porcellana liquida e cotte ad alta temperatura.

Via Campo Marzio, 14 e Via Angarano, 10 Bassano del Grappa, VI +39 347 7881943 labpescerosso@gmail.com

All of Chiara Raccanello’s works are the result of a patient handcrafting process: hand forming on the wheel, finishing, and decoration. Her production lines include the bambina scarabocchio®, an underglaze decorating work. They are the drawings that the ceramist created from childhood. The bambina scarabocchio originates in a sheet of paper that becomes a boat or an aeroplane to go across the ceramic whites, just as if they were the pages of a book. For the Collinette, on the other hand, she works on pieces that she has conceived and shaped herself. The mark that scratches the leather-hard clay lets her define the area to be coloured with engobe backgrounds. Trees and animals populate natural landscapes, marking the rhythm of the seasons with frequent glimpses of the Brenta River and its characteristic old bridge by Palladio. The smaller items are produced in small series, whereas the larger ones are one-off pieces that cannot be reproduced. A new designer line in porcelain stoneware worked on the wheel and glazed at high temperatures was added in 2016, as well as extremely fine porcelain. After earning her Architecture degree, she opened her shop in Bassano in 2002 and the workshop is still growing every day. She opened a showroom in Via Angarano, also in Bassano, and she regularly holds courses at Lake Garda. In 2012, she won the MATERIE National Competition of Artistic Crafting and Design in Rome, in 2015 she exhibited at the Italian Makers Village for Expo in Milan, in 2016 the Italian Rai 3 television network chose her workshop to tell about the evolution of ceramic production in Bassano from the Roman period to the present, and in 2019 she won the Portoni Award in Nove with a large porcelain stoneware bowl and small origami boats soaked in liquid porcelain and fired at high temperature.

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LINEASETTE Via Luca della Robbia, 2 Marostica, VI +39 0424 75487 info@lineasette.com www.lineasette.com

Lineasette è una manifattura storica di Marostica, nata nel 1977 dalla visione innovativa di due maestri ceramisti: Giuseppe Bucco e Flavio Cavalli. Grazie ad un team di progettisti ed artigiani, Lineasette idea, progetta e realizza da oltre 40 anni sculture in grès porcellanato, un materiale ceramico resistente e impermeabile che dona preziosità ed eleganza ad ogni creazione. Complementi d’arredo, arte sacra, oggetti decorativi e d’uso vengono realizzati a mano secondo le regole dell’antica tradizione ceramica artigianale, ma con un gusto attuale. La lavorazione, seppur supportata da matrici in gesso e colaggio, rimane totalmente manuale, fino al tocco finale di una sottile barbottina ad aerografo che rende la superficie porosa al tatto una volta cotta ad alte temperature. La linea è pulita, sinuosa ed elegante, facilmente riconoscibile nel mercato del design contemporaneo per la pulizia dei dettagli e le forme slanciate. Ogni opera è il frutto di un lavoro che unisce cuore, mente e mano, e della ricerca della qualità in ogni dettaglio, per offrire una garanzia di bellezza inalterata nel tempo e una buona funzionalità, rendendo il quotidiano un momento di ispirazione e armonia rigeneranti. Oggi l’azienda è condotta da Emanuele, seconda generazione della famiglia Bucco, e, grazie alla sua visione giovane e moderna e alla collaborazione con la giovane designer Laura Pelosio, la loro fama si è riconfermata nel mercato internazionale.

Lineasette is a historic Marostica manufacturer, founded in 1977 out of the innovative vision of two master ceramists: Giuseppe Bucco and Flavio Cavalli. Thanks to a team of designers and artisans, for over forty years, Lineasette has been conceiving, designing, and creating sculptures in porcelain stoneware, a resistant and waterproof ceramic material that gives every creation value and elegance. Décor, sacred art, decorative objects, and practical items are made by hand in accordance with the rules of ancient handcrafting ceramic tradition, but with a modern flavour. The process, although supported by plaster and casting moulds, remains entirely manual, all the way to the final touch of a thin spray-gun slip that makes the surface porous to the touch once fired at high temperatures. The line is clean, sinuous, and elegant, easy to recognise in the modern design market because of its clean details and slender shapes. Each work is the result of work that combines heart, mind, and hand, as well as the quest for quality in every detail in order to guarantee beauty that will remain unaltered over time and good functionality, making everyday life a time of inspiration and revitalising harmony. The company is now run by Emanuele, the second generation of the Bucco family and, thanks to his youthful and modern vision, as well as collaboration with young designer Laura Pelosio, their fame has been reconfirmed on the international market.

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NICOLA TESSARI Dopo una laurea in ingegneria elettronica e 15 anni nel settore industriale, Nicola Tessari ha deciso di seguire la sua vera passione: la lavorazione artigianale del legno massello. Progetta e realizza interamente ogni pezzo, collaborando talvolta con architetti e designer. Nel suo laboratorio di Schio, sulle pendici del Monte Novegno, impiega utensili e tecniche della falegnameria tradizionale, rifinendo le forme manualmente facendosi guidare dalla sua sensibilità creativa. L’idea che lo ispira è quella di costruire oggetti dotati di un’anima, lontani dalle logiche del mercato globale, pensati con amore e creati con dedizione per durare e distinguersi. Sulle loro superfici è possibile scorgere il segno imperfetto lasciato prima dalla natura e poi dalla mano umana, rimasto non velato per raccontare la genesi e il senso autentico di ciascun prodotto. Usa solamente legni autoctoni, è una sorta di legame ancestrale con i boschi che circondano il suo laboratorio. Tutto il suo lavoro è incentrato sul rispetto per il pezzo di legno che sta lavorando, pertanto il progetto può essere modificato in corso d’opera ascoltando i suggerimenti del materiale che impugna: una venatura, un nodo, una variazione cromatica possono far differire il lavoro della mano rispetto all’idea iniziale, il legno è esso stesso parte della creazione, non è un materiale inerte da lavorare, è vivo, e in quanto tale dialoga con l’artigiano. Il suo design è estremamente contemporaneo, l’esecuzione è a regola d’arte!

Località Coste Pelose, Bosco di Tretto Schio, VI +39 370 3155500 nicola@nicolatessari.it www.nicolatessari.it

After earning his degree in electronic engineering and gaining fifteen years of experience in the industrial sector, Nicola Tessari decided to follow his true passion: handcrafting solid wood. He designs and creates each piece in its entirety, sometimes collaborating with architects and designers. In his workshop in Schio, on the slopes of Monte Novegno, he uses traditional wood working tools and techniques, refining the shapes manually and following his creative instinct. The idea that inspires him is that of constructing objects with a soul, far from the logic of the global market, conceived with love and created with devotion in order to last and stand out. The mark of imperfection can be seen on the surface of these object, left first by nature and then by the human hand, left unconcealed in order to reveal their origins and the authentic nature of each product. He only uses local wood as a sort of ancestral bond with the forests that surround his workshop. All of his work is focused on respect for the piece of wood being worked, so the design may change as work progresses, depending on what the material he has in hand suggests to him: a grain, a knot, or a chromatic variation can guide the hand to create something different from the original idea. The wood is, in and of itself, part of the creation and not an inert material to be processed. It is alive and, as such, it speaks with the artisan. His design is extremely contemporary and his execution is state of the art!

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PICTOOM Via Vivaldi, 81 Zanè, VI +39 0445 314124 info@pictoom.it www.pictoom.it

Pictoom è il brand di un’azienda artigianale che, da tre generazioni, progetta e realizza mobili e complementi d’arredo. L’attività è stata fondata alla fine degli anni ‘20 da Mario Marogna, maestro ebanista, proseguendo poi con il figlio Cesare che sviluppa ed ingrandisce l’azienda, ora è gestita dai nipoti Magda e Flavio, che da oltre 30 anni mantengono alto il valore artistico ed artigianale dei pezzi prodotti. Tavoli, madie e altri arredi in legno vengono realizzati a mano, su misura e con possibilità di personalizzazione. La linea Pictoom vanta la collaborazione con famosissimi illustratori ed artisti: Francesco Poroli, Riccardo Guasco, Van Orton, Ale Giorgini, Jonathan Calugi, Mauto Gatti, Cinzia Zenocchini, Camilla Falsini, Tiziano Sartori, Massimo Ballardin e molti altri. I loro disegni vengono applicati sui mobili tramite la stampa digitale. Pictoom mira a creare arredi che siano veri protagonisti del loro tempo e dello spazio: il risultato sono delle vere opere d’arte e di design, espressione di passione, creatività e ricerca, e sono inoltre mobili funzionali in grado di valorizzazione ogni ambiente. Non si tratta solo di arredamenti, si tratta di una moderna filosofia produttiva, l’amore per il legno e di un’identità giovane e fresca. Il loro punto di forza è l’equilibrio, e il superamento di sé stesso, tra tecnologia ed esperienza. Loro non vogliono realizzare mobili omologabili, ma veri e propri protagonisti del tempo e dello spazio. Per questo è nata Pictoom, l’evoluzione moderna di Marogna Arredamenti, mantenendo inalterata la classe, lo stile e la perfezione, ma con un carattere cangiante e ben identificabile.

Pictoom is the brand of an artisan company which has been designing and creating furniture and furnishing complements for three generations. The business was founded in the late ‘20s by Mario Marogna, a master cabinetmaker, and then continued with his son Cesare who developed and expanded the company. It is now managed by his grandchildren, Magda and Flavio, who have been holding high the artistic and handcrafted quality of the pieces produced for more than 30 years. Tables, cupboards, and other wood furniture is handmade to measure and with the possibility of customisation. The Pictoom line boasts collaboration with extremely famous illustrators and artists: Francesco Poroli, Riccardo Guasco, Van Orton, Ale Giorgini, Jonathan Calugi, Mauto Gatti, Cinzia Zenocchini, Camilla Falsini, Tiziano Sartori, Massimo Ballardin, just to name a few. Their art is applied on the furniture using digital printing. Pictoom aims to create furnishings that are true protagonists of their time and space. The result is true works of art and design, an expression of passion, creativity, and research, as well as functional furniture capable of enhancing any environment. It is not just furniture. It is a modern production philosophy, a love for wood, and a young and fresh identity. In addition to consistently outdoing themselves, their strong point is the balance between technology and experience. They do not want to create standard furniture, but rather true protagonists of time and space. This is why Pictoom was established, the modern evolution of Marogna Arredamenti, maintaining style and perfection unaltered, but with a changing and easily identified character.

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RENATA BONFANTI Il laboratorio di Renata Bonfanti ha origine a metà degli anni ’50 a Bassano del Grappa, dopo i suoi studi di tessitura all’Istituto d’Arte di Venezia e ad un corso di perfezionamento ad Oslo. Collabora con il padre, l’Arch. Francesco Bonfanti, per la produzione di tele a doppia trama plastificate usate in diversi arredi tra cui le ante degli armadi. Approfondisce il disegno industriale, una ricerca che la porta a progettare arazzi e tappeti tessuti a mano in cui le fibre artificiali vengono intrecciate con quelle naturali, anche se in seguito userà soprattutto lana, lino e cotone. Produce tessuti per lampade ed altri oggetti disegnati da Bruno Munari e dal 1956 inizia a produrre, oltre ai tappeti a mano, tessuti per tende e tappezzeria con lavorazione a telaio meccanico. Nel 1960 apre uno show-room a Milano e collabora con diversi architetti, tra i quali Giò Ponti, Alessandro Mendini e Mangiarotti; disegna i tappeti per La Rinascente. Nel 1962 riceve il prestigiosissimo Premio Compasso d’oro per la sua produzione ed in particolare per il tessuto per tende “JL”. Espone alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano, alla Biennale de la Tapisserie di Lausanne e alla Triennale Tkaniny in Polonia. Le sue opere sono esposte a Santiago del Cile, Losanna, Philadelphia, in Nigeria e al Museo Casabianca di Malo. Nel 1995 vince il Premio Cultura della Città di Bassano del Grappa e, nello stesso anno, inizia a collaborare con lei il nipote Alessandro Bonfanti. Il suo apporto progettuale comprende un’invenzione tecnica che permette di realizzare su telaio industriale con un’unica orditura tappeti di varia misura e disegno che, pur essendo tessuti a telaio industriale, mantengono inalterate le caratteristiche della lavorazione artigianale: la versatilità del disegno, la varietà delle soluzioni cromatiche e la possibilità di un’esecuzione su misura. L’ispirazione nasce dall’architettura e dal contesto in cui si andrà a collocare l’arazzo, ridefinito da Alessandro opera d’arte. I disegni sono attuali, le tecniche di lavorazione antichissime.

Via Piana d’Oriente, 52 Mussolente, VI +39 0424 577008 info@renatabonfanti.com www.renatabonfanti.com

The origins of Renata Bonfanti’s workshop date back to the mid-fifties in Bassano del Grappa, after she completed her studies in weaving at the Venice Art Institute and an advanced course in Oslo. Collaborating with her father, architect Francesco Bonfanti, she produced double-pattern laminated canvases used in various furniture articles, including wardrobe doors. The industrial design was expanded by research that led her to design tapestries and handwoven rugs where artificial fibres were woven with natural ones, although she would subsequently use primarily wool, linen, and cotton. She produced fabrics for lamps and other items designed by Bruno Munari and from 1956, she began to produce, in addition to handwoven rugs, fabrics for curtains and upholstery with work on a mechanical loom. In 1960, she opened a show room in Milan and collaborated with various architects, including Giò Ponti, Alessandro Mendini, and Mangiarotti, as well as designing the rugs for the La Rinascente shops. In 1962, she received the highly prestigious Compasso d’Oro Award for her production, particularly for the fabric for “JL” curtains. She has exhibited at the Venice Biennial, the Milan Triennial, the Lausanne Biennale de la Tapisserie, and the Tkaniny Triennial in Poland. Her works are displayed in Santiago de Chile, Lausanne, Philadelphia, in Nigeria, and at the Casabianca Museum in Malo. In 1995, she won the Bassano del Grappa Culture Award and, in the same year, she began collaborating with her nephew, Alessandro Bonfanti. His design contribution includes a technical invention that allows for creation of various size and design rugs on an industrial loom with a single frame which, despite being industrial loom fabrics, maintain the characteristics of handcrafting: the versatility of the design, the variety of the chromatic solutions, and the possibility of custom execution. The inspiration is drawn from the architecture and setting where the tapestry will be placed, redefined by Alessandro as a work of art. Modern designs and age-old crafting techniques in one company.

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SBITTARTE DI LEONARDO COLLANEGA Leonardo Collanega è un giovane ceramista, erede del saper fare dell’antica tradizione vasaia del distretto di Nove e Bassano del Grappa, un territorio rinomato per la lavorazione dell’argilla fin dai tempi antichi. Classe 1995, Leonardo inizia l’attività di vasaio nel 2015, nel suo laboratorio Sbittarte a Marostica, realizza soprattutto vasi, ma anche oggetti decorativi e per l’arredo. Tornisce qualsiasi tipo di terra, dalle basse alle alte temperature, dalla comune terra rossa al grès, fino alla pregiata porcellana buscuit lavorata all’osso, riuscendo a tornire piccole ciotole dai bordi sottili fino a grandi vasi che richiamano la tradizione degli orcioli. Produce anche semilavorati ed oggettistica su commissione; ha collaborato con Stefano Bertoncello Collanega alla creazione delle caraffe zoomorfe dette Regaline e al Pescecanter. Nel 2016 ha vinto il Premio Speciale al Campionato Mondiale Tecnico Maestri Giovani “Mondial Tornianti” a Faenza. Nel 2020 ha vinto il Premio Portoni alla Festa della Ceramica di Nove, concorrendo con un grande vaso tornito a mano in grès bianco cotto a legna con un processo di smaltatura a cenere, una cottura sperimentale in un anagama, ossia un forno a galleria, acceso ed alimentato grazie alla collaborazione di un nutrito gruppo di fuochisti coordinato da Antonio Bonaldi, mastro fornaciaio di Bassano.

Via Ponte Quarello, 39 Marostica, VI +39 327 860 6733 leonardo.collanega@gmail.com

Leonardo Collanega is a young ceramist, heir to the secrets of the age-old tradition of potters in the Nove and Bassano del Grappa district, a territory that has been known for working clay since ancient times. Born in 1995, Leonardo began working as a potter in 2015 in his Sbittarte workshop in Marostica, making primarily vases, but also decorative items and décor. He turns almost any type of clay, from low to high temperatures, from common red clay to porcelain stoneware, all the way to the prestigious and finely smoothened biscuit porcelain, managing to turn anything from small bowls with thin edges all the way to large vases reminiscent of traditional jugs. He also produces made-to-order semi-finished products and knick-knacks. He has collaborated with Stefano Bertoncello Collanega in creating zoomorphic carafes called Regaline, and the Pescecanter. In 2016, he won the Special Award at the Young Masters Technical World Championship “Mondial Tornianti” in Faenza. In 2020, he won the Portoni Award at the Nove Ceramics Festival, competing with a large vase hand-turned on the wheel in wood-fired white stoneware with an ash glazing process, an experimental firing in an anagama or “cave” kiln, lit and fuelled thanks to the collaboration of a healthy group of stokers coordinated by Antonio Bonaldi, a master kilnman from Bassano.

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SIBANIA Via Croce, 44/46 Castelnovo, VI +39 0444 975421 mail@sibania.com www.sibania.com

Si dice che siamo nati da un soffio divino sull’argilla tenera, e forse da questo aneddoto trae ispirazione la produzione di Sibania, una collezione di figure rigorosamente in porcellana dallo sguardo penetrante, le guance color pesca, i capelli intrecciati o sciolti e talvolta mossi dal vento, le mani che, sempre graziose, accennano un tenero movimento, come se stessero per raccontarti qualcosa attraverso il movimento del corpo. Le loro sculture sono vive: ti guardano, si muovono nello spazio e sorridono complici tra di loro. La tecnica della resa plastica del pizzo e dei vestiti, realmente indossati, trae ispirazione dall’antica lavorazione di Capodimonte, motivo per cui tutti gli articoli ne riportano il marchio, oltre a quello di Sibania ovviamente. Le figure si distinguono per la dolcezza e la morbidezza delle linee, i dettagli elaborati e l’espressività dei volti, il tocco di pennello che conferisce una luce diversa a ogni singolo sguardo e personalità ai soggetti. Ogni pezzo è unico, pur rispettando i canoni dei prototipi originali: la creazione è complessa, prevede un diverso stampo per ogni parte del corpo, gli elementi ancora crudi vengono assemblati manualmente, rifiniti e spugnati, ogni dettaglio viene curato ad arte. Tramite la cottura ad alta temperatura, e la conseguente reazione chimica dei pigmenti e degli ossidi, i colori prendono vita e diventano cangianti o delicati a seconda del carattere e della personalità del soggetto ritratto. La musica e la danza sono le muse ispiratrici storiche, ma Chiara, seconda generazione della ditta fondata dal padre Paolo Frigo nel 1980, ha introdotto nuovi soggetti, abbracciando il mondo delle favole e dei segni zodiacali.

They say that we were born out of a divine breath of life blown into soft clay and perhaps this story is the inspiration for the production of Sibania, a collection of all-porcelain figurines with a penetrating gaze, peach-coloured cheeks, braided or loose hair, sometimes windblown, and hands which, always graceful, suggest a tender motion, as if they were about to tell you a story through the movement of the body. These sculptures are alive. They watch you, they move in space, and they smile as though accomplices of one another. The plastic rendering technique of the lace and the clothing, actually worn, draws inspiration from the age-old Capodimonte processing, which is why all the items bear this brand in addition, obviously to the Sibania brand. The figurines stand out for their sweet and soft lines, elaborate details and highly expressive faces, and the light brush stroke that conveys a different light to each individual gaze, as well as personality to the subjects. Each piece is unique, whilst still observing the canons of the original prototypes. Creating them is a complex process that involves a different mould for each part of the body. The raw elements are assembled manually, refined and sponged, with painstaking attention to every detail. Through the high-temperature firing and the consequent chemical reaction of the pigments and oxides, the colours come to life and become iridescent or delicate, depending on the character and personality of the depicted subject. Music and dancing have historically been inspiring muses, but Chiara - the second generation of the company founded by her father Paolo Frigo in 1980 - has introduced new subjects, embracing the world of fables and astrological signs.

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STAMPERIA D’ARTE BUSATO Giancarlo Busato rappresenta la terza generazione di stampatori della sua famiglia. La sua stamperia ha sede in un palazzo del Cinquecento nel centro storico di Vicenza vicino a ponte degli Angeli, fondata dal nonno Ottorino nel 1946. Un punto di riferimento per artisti internazionali, dai grandi maestri del Novecento agli illustratori contemporanei, e di tutti coloro che amano collaborare assieme agli stampatori alla creazione delle loro piccole serie di opere numerate. Un laboratorio dove, grazie alla maestria acquisita negli anni, è possibile imprimere immagini con diverse tecniche artigianali: dalla puntasecca alla ceramolle, dall’acquatinta all’acquaforte, dal bulino alla maniera nera. Entrando in Stamperia Busato ci si immerge in un vero e proprio viaggio sinestetico: le stampe appese con le mollette sul filo ad asciugare, le matrici in negativo rapiscono lo sguardo e lo fanno rimbalzare da una parete all’altra; l’odore degli inchiostri permea nelle narici, ed è impossibile trattenere le mani dal desiderio di toccare gli oggetti che ci circondano: il legno del torchio e la fredda pietra litografica. E poi ci sono Giancarlo e Valerio, sempre sorridenti ed accoglienti, ed un brulichio di artisti e di scolaresche che da oltre 70 anni si susseguono imprimendo la loro arte e la loro creatività grazie alle antiche ricette custodite e praticate da questi fantastici artigiani. Giancarlo poi è riuscito ad unire la sua professione con la voglia di viaggiare e di conoscere persone nuove, ridefinendosi stampatore errante, ossia trasformando in stamperia qualsiasi parte del mondo, dagli Istituti italiani di cultura all’estero alle scuole, divulgando la meraviglia di questo antico mestiere. Nel 2020 gli è stato conferito dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte il Premio MAM – Maestro d’Arte e Mestieri, un riconoscimento alle sue grandi capacità tecniche e comunicative e al preziosissimo lavoro di magister del saper fare svolto negli anni.

Contra’ Porta S. Lucia, 38 Vicenza +39 0444 513525 info@stamperiadartebusato.it www.stamperiadartebusato.it

Giancarlo Busato represents the third generation of printers in his family. His print workshop is located in a sixteenth-century building in Vicenza’s old town near the Ponte degli Angeli, founded by his grandfather Ottorino in 1946. A point of reference for international artists, from the great masters of the twentieth century to contemporary illustrators, as well as all those who love to collaborate with printers in the creation of their small, numbered series works. A workshop where, thanks to the skills acquired over the years, images can be imprinted using various crafting techniques: from drypoint to wax engravings, from aquatint to etching, from engraving to mezzotint. When you enter the Busato Print Workshop, you immerse yourself in a true synaesthetic voyage: the prints clipped to the line, left hanging to dry, the negative dies draw your gaze and send it bouncing back and forth from one wall to the other. The smell of the ink permeates your nostrils and it is impossible to resist the temptation to touch the objects around you: the wood of the press and the cold lithographic stone. And then, there are Giancarlo and Valerio, always smiling and hospitable, and a swarm of artists and students who have come through for over 70 years, imprinting their art and their creativity thanks to the age-old recipes conserved and practised by these fantastic craftsmen. Giancarlo has also been able to combine his profession with the desire to travel and meet new people, redefining himself as a wandering printer, transforming any part of the world into a print workshop, from Italian institutes of culture abroad to schools, spreading the wonder of this ancient craft. In 2020, the Cologni Foundation for the Métiers d’Art presented him with the MAM award – Maestro d’Arte e Mestieri (Master of Arts and Crafts) in recognition of his technical and communication skills and his invaluable work as magister of knowledge conducted over the years.

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STYLNOVE CERAMICHE Nata nel 1967 come azienda specializzata nella lavorazione della ceramica artistica, Stylnove rappresenta un importante pezzo di storia nel panorama fittile mondiale, con una produzione che attinge dalla tradizione di Nove e la coniuga con un gusto di design innovativo, moderno e lussuoso. Fin dagli inizi il fondatore Giovanni Zanovello scelse la strada di fare ceramica artistica a regola d’arte, collaborando con i migliori artigiani per produrre oggetti destinati alla decorazione ed illuminazione d’interni. Oggi l’azienda è condotta dai due figli, Lorenzo e Franco, rispettivamente art director e area manager, gli obiettivi sono gli stessi: raffinatezza, maestria e cura dei minimi dettagli. Il loro lavoro vuole essere ed è sinonimo di passione e di impegno nei confronti dell’arte. Oltre alle loro linee di design collaborano con tantissimi artisti che scelgono quest’azienda e le sue competenze per creare opere uniche, diametralmente opposte al concetto di prodotto ceramico industriale. Cantiereceramico è il nome del loro progetto di residenza per artisti, designer, scultori e ceramisti, un luogo dove poter apprendere da dove la loro attività è partita: dall’arte classica, eterna e senza tempo, continuando nell’immortalità estetica rinnovata nei canoni del contemporaneo.

Via Antonio Canova, 7 Nove, VI +39 0424 829313 info@stylnove.it www.stylnove.com

Founded in 1967 as a company specialised in working artistic ceramics, Stylnove represents an important piece of history in clay-working at global level, with production that draws from the tradition of Nove and the combination with an innovative, modern, and luxurious taste in design. From the beginning, founder Giovanni Zanovello chose the path of making state-ofthe-art artistic ceramics, collaborating with the best artisans to produce items for décor and interior lighting. The company is now run by his two children, Lorenzo and Franco, respectively the art director and the area manager, but the objectives are still the same: elegance, artistry, and painstaking attention to detail. Their work is intended to be and is synonymous with passion and commitment to art. In addition to their own design lines, they also collaborate with many artists who choose this company and its skills to create unique works, diametrically opposed to the concept of the industrial ceramic product. Their residency project for artists, designers, sculptors, and ceramists is called Cantiereceramico and it is a place where one can learn the origins of their business: from classical, eternal, and timeless art, continuing in an aesthetic immortality that is renewed by contemporary canons.

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VANIA SARTORI L’atelier nasce nel 1969 per volontà di Cesare Sartori, e produce per tutti gli anni ’70 principalmente oggettistica di design in ceramica. Dal 1985 inizia la produzione di artigianato artistico: pezzi unici, oggetti in piccola serie ed elementi decorativi. Oggi Sartori Ceramiche è gestito da Vania, figlia di Cesare e maestra ceramista. Lei segue tutte le fasi di lavorazione realizzando i suoi pezzi completamente a mano, padroneggiando diverse tecniche e materiali ceramici, garantendo così la varietà di motivi, colori e decorazioni, con una sensibilità che sa mantenere la memoria del passato e interpretare le esigenze della contemporaneità. Vania ha la capacità dell’ascolto: ascolta la terra che le suggerisce forme ancestrali e moderne, ed ascolta se stessa e gli altri, riportando nelle sue ceramiche le emozioni, i sentimenti e i ricordi onirici che ci accompagnano. Spazia dal colaggio libero della terraglia per creare forme sinuose e sempre uniche alla decorazione a smalti, dalla matita ceramica ed ossido di rame sul biscotto all’oro e ai lustri sul grès. L’architettura, suo primo amore, è tanto presente quanto la femminilità, sua dote innata. Le sue mani sono guidate dall’umiltà di chi sa che ha sempre qualcosa da imparare dalla terra e dagli altri, quasi come se il lavoro fosse un preziosissimo dono da trattare con amore e rispetto. Le stesse doti le ha ereditate la figlia Elena Rausse, anch’essa s’aggira nel laboratorio nelle pause del suo lavoro al Politecnico, conducendo ricerche sull’innovazione degli impasti ceramici mescolati alle alghe, le stesse alghe che se messe tra biscotto e cristallina riescono a dare uno specchietto dell’inquinamento delle acque del fiume Brenta.

Via Manzoni, 1 Nove, VI +39 0424 590040 vania.sartori@sartoriceramiche.it www.sartoriceramiche.it

The workshop was established in 1969 at the wish of Cesare Sartori and throughout the ’70s it produced primarily designer ceramic knick-knacks. From 1985, artistic handcrafted production began: unique pieces, items in small series, and decorative elements. Sartori Ceramiche is now managed by Vania, Cesare’s daughter and a master ceramist. She looks after all the stages of the work, creating her pieces entirely by hand, mastering various techniques and ceramic materials, thereby guaranteeing a variety of patterns, colours, and decorations with a sensitivity that skilfully maintains the memory of the past and interprets modern needs. Vania has the gift of listening: she listens to the clay that suggests ancestral and modern shapes to her, and she listens to herself and others, pouring the emotions, sentiments, and dreamlike memories that accompany us into her ceramics. She ranges from free casting pottery to create sinuous shapes that are always unique to glazing decoration, from the ceramic pencil and copper oxide on the biscuit to gold and lustres on stoneware. Architecture, her first love, is just as present as femininity, her innate attribute. Her hands are guided by the humility of one who knows that there is always something to learn from the clay and from others, almost as if her work were an invaluable gift to be treated with love and respect. Her daughter, Elena Rausse, inherited these same attributes and she can also be found in the workshop when on break from her work at Politecnico University, where she conducts research on the innovation of ceramic blends mixed with algae - the same algae which, if placed between the biscuit and the frit, are able to mirror the pollution of the waters in the Brenta river.

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DELLA STESSA COLLANA

Woodfire&Pottery ISBN 9788895534510 A cura di E. Agosti, Metelliniana Edizioni, agosto 2019. Esposizione a Thiene per il Make in Italy Festival, Matera 2019 Capitale Europea della Cultura, festa della Ceramica di Nove Portoni Aperti, ViOff Vicenza. Una ricerca sulle cotture sperimentali a legna del maestro Antonio Bonaldi e sulla residenza di Angelica Tulimiero a Bassano del Grappa accompagnata dalle foto di Bibo Cecchini.



ISBN 9788895534572 MOTIVE.INK


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