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mm Maintenance and Facility Management Anno 3 Numero 2 Marzo Aprile 2015
Rivista del CNIM - Comitato Nazionale Italiano
per la Manutenzione
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003 EDITORIALE: L’ITALIA E LA CURA CHE NON C’E 04
VENETO LE ALLUVIONI E LA DIFESA DEL SUOLO
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VENEZIA LA MANUTENZIONE DEL TERRITORIO LAGUNARE E LA SALVAGUARDIA DELLA CITTÀ
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IL PASSANTE DI MESTRE LA TUTELA DEL TERRITORIO CIRCOSTANTE
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VENETO LE ALLUVIONI E LA DIFESA DEL SUOLO
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NOTIZIE
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LA “PANACEA” CONTRO IL DISSESTO IDROGEOLOGICO L’importanza dell’Agricoltura nel prevenire il degrado del suolo in Veneto
CONSIGLIO DIRETTIVO COMITATO NAZIONALE ITALIANO PER LA MANUTENZIONE Presidente On. Prof. Ing. Aurelio MISITI Presidente Onorario Prof. Ing. Francesco Paolo BRANCA Vice Presidenti Geom. Adriano BIRAGHI Dott. Ing. Francesco PITTONI Rappresentante del MISE Dott.ssa Eliana Daniela SOVIERO Consiglieri Onorari Prof. Ing. Onorato HONORATI Dott. Ing. Giuseppe COSTA Dott. Ing. Enrico COMELLINI Probiviro Dott. Ing. Duccio GHIDETTI
2 • Maintenance and Facility Management
EDITORIALE L’ITALIA E LA CURA CHE NON C’È
È sotto gli occhi di tutti e in special modo sotto gli occhi dei milioni visitatori che, richiamati dagli antichi splendori, vogliono vedere anche le “grandi bellezze” del bel Paese.
Purtroppo le bellezze naturali ci sono, le bellezze artistiche e archeologiche anche; manca la buona tenuta del nostro territorio a causa di una carenza che diviene sempre più drammatica della manutenzione e del restauro di quanto realizzato dalla fondazione di Roma al giorno d’oggi.
Diamo uno sguardo ai vari luoghi della nostra vita quotidiana:
-Il territorio italiano, caratterizzato da una orografia particolare (91% della superficie risulta montuosa o collinare) soggetto a subire le azioni di assestamento macroscopico dovuto ai venti, alle piogge, ai terremoti e, non meno importante, alla dissennata urbanistica nostrana, ha bisogno di una manutenzione continua ed efficace tecnicamente e scientificamente, per ridurre e guidare le trasformazioni naturali evitando i disastri, che invece periodicamente ci tocca affrontare. È urgente comprendere che questo enorme problema va risolto grazie ad una nuova politica della prevenzione. Le frane, i letti dei fiumi e dei torrenti, vanno osservati e gestiti come fossero quadri da restaurare. I piani urbanistici non devono interessare territori sottoposti a tali fenomeni naturali. Per non parlare di quanto è necessario fare per prevenire gli effetti dei terremoti sulle costruzioni che realizziamo per la vita quotidiana, sapendo che il fenomeno sismico non provocherebbe in generale alcun effetto negativo sull’uomo se non ci fosse presente nel territorio alcuna costruzione magari mal realizzata e mal gestita.
-le strade comunali, provinciali e nazionali, anche se costruite con la migliore tecnica, con la cattiva gestione quotidiana diventano quasi sempre vie da terzo o quarto mondo. Basterebbe dare un’occhiata alle strade della vicina Francia o Svizzera o Austria o Germania per rendersi conto della qualità assolutamente migliore rispetto alle nostre. Chi sono i responsabili? L’ANAS in primis, i Comuni, le Provincie e le Regioni.
-Gli edifici di pregio delle nostre città antiche e moderne, una volta costruiti anche bene, vengono abbandonati senza un minimo di programma manutentivo nel tempo. Essi così appaiano “appannati” e scarsamente attrattivi per un visitatore moderno, che considera il bello un richiamo fondamentale per affrontare un viaggio di studio o semplicemente turistico.
I prodotti industriali e tra questi le nostre bandiere costituite dalle automobili più note al mondo presentano gli stessi difetti: se si percorre un’autostrada tedesca, francese o svizzera non si incontrano macchine non perfette dal punto di vista estetico, mentre da noi è permesso guidare un’automobile anche se parzialmente incidentata.
RIVISTA DEL COMITATO NAZIONALE ITALIANO DI MANUTENZIONE N. 2/2015 Anno 9 Direttore Aurelio Misiti Direttore Responsabile Lorenzo Fedele Comitato scientifico Paolo Bernardi Maria Rosaria Boni Maurizio Del Re Biagio Eramo Giovanni Fiscon Francesco Gallerano Marco Ranieri Mauro Raschielli Massimo Tronci Michele Migliarese Caputi segretario e redattore Amministrazione e redazione Via Barberini 68 00186 Roma Tel. 06 42010534 - Fax 06 4745512 info@cnim.it www.cnim.it Autorizzazione del tribunale di Roma n. 5/2007 del 19.01.2007
Insomma, c’è arretratezza, ma di che natura? Si tratta prima di tutto di carenza culturale; per questo il CNIM farà di tutto per far crescere la cultura in questo settore
Aurelio Misiti Maintenance and Facility Management• 3
VENETO
LE ALLUVIONI E LA DIFESA DEL SUOLO
Vengono qui riportati gli eventi alluvionali negli ultimi 150 anni dal 1882 al 2010, comprendenti per quest'ultimo le riparazioni e i piani di mitigazione
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Il Veneto è una Regione soggetta ad alluvioni periodiche che hanno provocato lutti e distruzioni di notevole dimensione. Spesso tali eventi hanno coinvolto pesantemente la stessa città di Venezia, fortunatamente senza conseguenze disastrose sui tesori principali della città. Tutto questo ha richiesto in passato e ancora più al presente che le Autorità si ponessero il problema delle ricostruzioni ma anche delle preventive azioni di manutenzione per tutelare l’intero territorio e in particolare Venezia. Limitandoci agli ultimi 150 anni ricordiamo:
Alluvione del 1882. Dopo l’unità d’Italia è la prima alluvione del Veneto per la quale i cittadini di allora coniarono il termine di “diluvio universale”. È pur vero che in passato vi erano state numerose alluvioni analoghe citate da varie fonti (17 ottobre 589, 11 9 5 ,
1239,1512,
1568,1835,1868) ma certamente quella del 1882 risulta essere stata la più disastrosa. Il 17 settembre di quell’anno intorno alle ore 3:30 l’Adige ruppe gli argini a circa 100 Km dall’Adriatico invadendo il sistema idraulico del Polesine e la campagna circostante. L’alluvione interessò le provincie di Verona, Rovigo e marginalmente di Venezia, in quanto i veneziani tagliarono gli argini della fossa Polesella, facilitando il deflusso verso il mare.
Grandi opere sono state
Alluvione del 1951. Questa
Magistrato alle Acque di
realizzate dal Ministero dei
alluvione invece è stata
Venezia e del Ministero dei
Lavori Pubblici, frenate
provocata dalla rotta del fiume
Lavori Pubblici non sono stati
purtroppo dalla carestia
Po ad Occhiobello. Le due
all’altezza della situazione
conseguente al disastro. Il
provincie interessare sono state
eccezionale verificatasi, in
colpevole venne individuato nel
Rovigo e Venezia, dove si sono
quanto è stata sottostimata
fiume Adige, senza tener conto
avute 84 vittime e centinaia di
l’entità della piena e delle sue
allora della responsabilità
migliaia di senzatetto. In quel
conseguenze nel territorio
principale dell’uomo che, con le
tempo non vi erano sistemi di
Ovviamente sono state
sue scelte costruttive, aveva
preallarme efficaci come quelli
realizzate numerosi lavori in
costretto il fiume in un alveo
odierni ma certamente non
regime di somma urgenza per
artificiale più stretto di quello
furono usati con competenza
circa settecentosessantasette
naturale.
quelli esistenti. I comportamenti
milioni di lire. (Continua a
del Genio Civile di Rovigo, del
pagina 10)
Maintenance and Facility Managementt• 5
Il quotidiano La Stampa annuncia il viaggio del Presidente Alcide De Gasperi verso le zone colpite dall'alluvione del Polesine del 1951.
6 • Maintenance and Facility Management
VENEZIA LA MANUTENZIONE DEL TERRITORIO LAGUNARE E LA SALVAGUARDIA DELLA CITTÀ La zona costiera adriatica che va
quantità di materiale solido
da Ravenna a Trieste è stata
apportato dal mare e dai fiumi e
interessata per alcuni millenni
quella asportata dall'azione
dalla formazione e dalla
erosiva delle onde e dalle maree;
successiva scomparsa di vaste
a seconda che prevalga l'uno o
lagune; dopo l'anno 1000 ne
l'altro fenomeno, una laguna
sono rimaste soltanto tre:
continua a esistere o scompare.
Venezia, Marano e Grado.
L'attuale laguna di Venezia è in
Q u e l l a d i Ve n e z i a , l a p i ù
crescita, in quanto nei secoli il
importante e la più vasta laguna
Governo della Repubblica
esistente nella penisola italiana,
veneziana ha fatto tutto il
è stata conservata grazie a
possibile per mantenere in vita
periodici interventi di
quel territorio. La leggenda vuole
salvaguardia. Normalmente una
che la fondazione di Venezia
laguna segna la transizione tra
risalga al mezzogiorno del 15
mare e terraferma e si trova in
marzo dell’anno 421 d.C. nel bel
uno stato di costante instabilità:
mezzo delle imprese sanguinarie
nel senso che la sua morfologia
di Alarico e Attila.
dipende dal rapporto tra la
(Continua a pag 15)
La formazione della città di Venezia e la sua dipendenza storica dalle vicende evolutive della sua laguna.
Mai Maintenance and Facility Management • 7
IL PASSANTE DI MESTRE LA TUTELA DEL TERRITORIO CIRCOSTANTE Il cosiddetto passante di Mestre si inserisce nel tratto autostradale della A4 lungo 32,3 Km e consente di baypassare il vecchio tratto dell’A4 oggi denominato tangenziale di Mestre con la sigla A57. Come è noto la A4, che collega Torino con Trieste e fa parte di uno dei principali corridoi europei, in alcuni tratti del suo percorso risulta l’autostrada più trafficata d’Italia raggiungendo punte di 150000 unità al giorno. Le file chilometriche di autocarri provenienti dall’Est europeo caratterizzavano in particolare il tratto urbano di Mestre della A4. Quindi le autorità interessate, Regione Veneto e Anas, fin
8 • Maintenance and Facility Management y
dagli anni novanta si adoperarono per sensibilizzare il Ministero dei Lavori Pubblici al fine di procedere alla realizzazione di una variante al tratto urbano di Mestre, che ormai fungeva da tangenziale della città. Sono stati così avviati gli studi di fattibilità per la sua costruzione. Un’accelerazione importante per la realizzazione dell’opera fu la dichiarazione dello stato di emergenza per il traffico di Mestre emanata il 28 febbraio 2003 dal Presidente del Consiglio dei Ministri di allora. Il 19 marzo 2003 è stato nominato il commissario
delegato per curare la costruzione dell’infrastruttura. I n g . S i l v a n o Ve r n i z z i . I l commissario ha svolto con efficacia il suo compito e il 20 settembre 2004, approvando in data 20 settembre 2004 il progetto definitivo e quindi l’11 dicembre 2004 ha consegnato i lavori al General Contractor denominato “Passante di Mestre S.C.p.A.”. Il passante è stato aperto al traffico alla fine dell’anno 2008. La ricerca delle autorità interessate, prima dell’approdo al progetto definitivo appaltato,
Il passante di Mestre in esercizio e durante l'esecuzione
è stata finalizzata al minore impatto territoriale dell’opera, in particolare fin dal 1999 si prospettò l’alternativa “tunnel”, che poi venne accantonata per diverse ragioni tra cui la principale quella dei lunghi tempi di costruzione.
Un’ autostrada lunga 32,3 Km che attraversa 12 Comuni in una pianura fertile e ricca di beni ambientali e culturali presenta criticità notevolissime che sono state superate con metodi flessibili e moderni.
A tale scopo il commissario Vernizzi, di intesa con A.N.A.S. e Autovie Venete, nominò una commissione nazionale di esperti in vari settori culturali e sociali per superare le suddette criticità. La commissione si trovò sul tavolo circa trecento contenziosi, promossi dai proprietari dei terreni interessati dal tracciato, che opponevano
solide ragioni alla costruzione dell’opera.
La commissione tenne oltre sessanta riunioni in cui vennero ascoltati i proprietari alla presenza dei legali di fiducia.
Le discussioni e i confronti sostenuti nelle sedute della commissione hanno consentito, sulla base di procedure e metodologie stabilite da un accordo stipulato dalla Regione Ve n e t o , d a l C o m m i s s a r i o delegato e dalle organizzazioni agricole della regione, di concordare con i singoli e con i comitati costituitisi allo scopo le soluzioni, che hanno superato tutte le criticità p re s e n t i c o n c o n s e g u e n t i rinunce alle azioni legali risarcitorie.
progettuali, ha portato alla realizzazione della grande opera nei tempi previsti e nel rispetto rigoroso delle prerogative degli abitanti e delle imprese agricole e zootecniche presenti nel territorio. Inoltre sono state salvaguardate le dimore di carattere storico e artistico disseminate nei pressi del tracciato autostradale. Tutto questo ha suggerito alle varie associazioni anche ambientaliste di denominare il passante di Mestre, oggi divenuto parte integrante dell’autostrada A4, come “passante verde”, con piena soddisfazione dei cittadini veneti.
A. M.
L’opera della commissione, attraverso suggerimenti e m o d i fi c h e a l l e p r e v i s i o n i
MaiMaintenance and Facility Management • 9
VENETO LE ALLUVIONI E LA DIFESA DEL SUOLO
Vengono qui riportati sinteticamente gli interventi di ripristino e manutenzione del territorio colpito dall'alluvione
Mentre per la sistemazione completa del territorio,
cm in poche ore e la disastrosa mareggiata che
in particolare per il risanamento delle “rotte”
sfondò i “murazzi” in più punti provocarono una
furono appaltati lavori per oltre due miliardi e
elevata persistenza dell'acqua alta, con la marea
centottanta milioni di lire. Questi ultimi lavori
che rimase per 22 ore sopra quota 110 cm e per
consegnati il 5 gennaio 1952 furono ultimati il 6
circa 40 ore sopra i 50 cm Alle ore 18:00 a Punta
settembre dello stesso anno. Tuttavia le opere di
della Salute si raggiunsero i 194 cm, di acqua
manutenzione e sviluppo di quei territori furono
alta.
proseguite fino al febbraio 1956 in regime commissariale. Anche in questo caso, come già era avvenuto nel 1882, la popolazione del Polesine si ridusse drasticamente di ottantamila unità e il trend negativo continuò fino all’anno duemilauno da quando la popolazione è divenuta numericamente stabile con piccoli incrementi. Alluvione del 4 novembre 1966. Questa ha interessato direttamente il capoluogo della Regione: Venezia.In quell’anno si è verificato l’evento più rilevante di acqua alta mai registrato nella città.Il 4 novembre 1966 è giorno tristemente noto anche per le alluvioni in molte città del Centro-Nord Italia, in primo luogo a Firenze. A Ve n e z i a i f o r t i s s i m i v e n t i s c i r o c c a l i , l’impressionante contributo della pioggia di 185
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IL GAZZETTINO riporta il bilancio dei danni dell'alluvione disastrosa del 1966
Questi eventi portarono a decisioni importanti in
I contributi finanziari, per fare fronte ai danni
termini di legislazione relativa alla difesa
dell’alluvione, sono stati notevoli sia di parte
idrogeologica dei territori.
pubblica che privata.
Alluvione del 2010. Questa è stata causata da
È stato previsto infine un piano per la mitigazione
piogge intense e persistenti verificatesi dal 31
del rischio idraulico e geologico per la riduzione
ottobre al 2 novembre, con punte massime nelle
degli effetti dei fenomeni alluvionali. Tale piano è
diverse stazioni di misura variabili tra 313 e 463
stato commissionato a un gruppo di alto livello
mm in ventiquattrore.
professionale composto dal Prof. Ing. Luigi
Questo evento alluvionale ha interessato duecentosessantadue Comuni con danni subiti da privati e imprese ammontanti a quattrocentoseimilioni di euro.
D’Alpaos, dal Prof. Ing. Marco Marani e dal Prof. Ing. Alberto Mazzucato, i quali hanno svolto il proprio lavoro a titolo gratuito. Essi hanno previsto interventi di manutenzione straordinaria sui corpi arginali, di adeguamento degli alvei alle portate
Purtroppo anche in questo evento si contano 3
massime, di moderazione dei colmi di piena fino a
morti e numerosi feriti. Vi sono stati dissesti
ridurli a valori compatibili con lo stato attuale degli
idraulici geologici e idraulico-forestali soprattutto
alvei dei fiumi.
in provincia di Vicenza dove si contano cinquecentosedici frane, undici allagamenti estesi e quattro principali “rotte arginali”. In provincia di Belluno centodiciotto frane, in quella di Verona centododici frane, in provincia di Treviso settantatre frane oltre a tredici “rotte arginali”.
Il costo di tali interventi è stato valutato dai tecnici oltre due miliardi e settecento milioni di euro. La realizzazione delle opere relative risulta essere avviata dalle Autorità regionali. A.M.
Mainten Maintenance and Facility Management• 11
VENEZIA LA MANUTENZIONE DEL TERRITORIO LAGUNARE E LA SALVAGUARDIA DELLA CITTÀ I primi abitanti della laguna vengono perseguitati e inseguiti dai barbari, che trovano però nel mare un ostacolo insuperabile, perché non sanno né nuotare né navigare. Anche per questo motivo, nei secoli passati l'unica potenza marinara o terrestre che non abbia subito invasioni e saccheggi è stata la Repubblica di Venezia, senza torri né bastioni, ma protetta dal mare. Nel primo periodo, i centri abitati (Eraclea, sede del Governatore bizantino, Grado, sede del Patriarcato,e Torcello, dove avvenivano i Gli altri 116 Dogi, succeduti a Orso fino all'annus horribilis di Napoleone (1797), hanno considerato la laguna il bene più prezioso della città. La città nasce grazie all'opera di tre «ingegneri costruttori»: Nicolò Ardisonio, che fortifica le difese a mare dei lidi; Lorenzo Alimpato, che scava i canali, puntella le isole e appronta i siti edificabili; e Pietro Tradonico, che progetta il primo piano regolatore.
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Un quarto uomo - un
conto del suo progressivo,
capomastro il cui nome non è
inesorabile interramento,
riportato dalle cronache - inventa
accolgono le proposte
le fondazioni su palafitte,
dell'idraulico Marco Cornaro,
formate da tronchi di legno che,
fatte proprie nel 1515 dal
infilati gli uni accanto agli altri nel
matematico Cristoforo
terreno limo-sabbioso,
Sabbadino, il quale - utilizzando.
costituiscono piattaforme solide
la Magistratura delle acque nata
e resistenti quanto la roccia.
nel 1501, sotto il governo del
Così Venezia si fa grande,
doge Leonardo Loredan - traccia
utilizzando il mare come mezzo
il ciclopico progetto di deviazione
per sviluppare la sua
dei tre fiumi principali (Brenta,
temutissima potenza militare e la
Sile e Piave) al di fuori della
sua straordinaria potenza
laguna. Il progetto sarà
commerciale. Di questo mare la
realizzato in due secoli. Senza
laguna è la parte più preziosa e
quest'opera lungimirante dei
chiunque non rispetti la sua
governanti della Repubblica, la
integrità, compresa la natura, va
natura si sarebbe appropriata
affrontato e sconfitto. Quando le
della laguna facendola
autorità di Venezia si rendono
scomparire per sempre.
Un ritratto di Marco Polo
Il ponte di Rialto durante un evento di "acqua alta" eccezionale
Maintenance and Facility Management• 13
Una paratoia mobile del Mo. S.E.
Successivamente, nel 1840, il
progetto di massima,
Brenta viene reimmesso in
comprendente le opere di
laguna, ma viene definitivamente
regolazione delle maree in
estromesso nel 1896, dopo
laguna, viene esaminato dal
avere sottratto alla laguna, in soli
Consiglio Superiore dei Lavori
56 anni, ben 28 chilometri
Pubblici nel 1994. . Non c'è
quadrati di specchio d'acqua. Il
dubbio che l'intervento più
1966 segna una svolta molto
delicato e controverso sia la
importante per per Venezia: il 4
realizzazione del Modulo
novembre si verifica un evento
Sperimentale Elettromeccanico,
eccezionale di acqua alta di 1,94
o MoSE, che ha lo scopo di
metri rispetto allo zero
impedire l’acqua alta in laguna.
idrometrico di Punta della Salute,
Le “insulae” sono completate
riferito, come noto, al medio
mentre il MoSE subisce le
mare del 1897, già depresso di
peripezie di una grandissima
0,23 metri nel 1959 per
opera (sei miliardi di Euro), per la
subsidenza ed eustatismo.
quale non essendoci esperienze
L'evento del 1966 è classificato
pregresse, si è proceduto,
tra quelli che possono ripetersi
all’assegnazione senza gara a
mediamente una volta ogni 200
un consorzio di imprese detto
anni. Dopo l'eccezionale
“Venezia Nuova”, non chiedendo
fenomeno del 1966 prendono
il parere al CSLLPP. Nei primi
corpo studi e approfondimenti
anni il consorzio, guidato dal
sugli aspetti essenziali delle
capofila Impregilo, ha svolto il
maree e sullo stato generale
proprio lavoro con competenza e
della laguna. I risultati e le
serietà. Negli ultimi anni invece
conclusioni del primo ciclo di
tale consorzio ha subito
studi indicano chiaramente che
numerosi cambiamenti di
solo con opere mobili bocche di
“governance”, che hanno favorito
porto si potrebbero controllare le
la corruzione, denunciata dagli
maree, salvaguardando il
inquirenti.
normale rapporto di scambio. Un
14 • Maintenance and Facility Management
Lo Stato, la Regione e il
NOTIZIE
Comune dovranno però
I CONVEGNI TECNICO-SCIENTIFICI DI PRIMAVERA DEL CNIM
necessariamente risolvere in tempi brevi:
Il CNIM, d’ intesa con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri e l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Roma, avvia un programma di convegni tecnico-scientifici al fine di diffondere la cultura della manutenzione tra i tecnici italiani, secondo il seguente calendario:
il transito delle grandi navi da
•
venerdì 10 aprile 2015 la manutenzione e la gestione dell’illuminazione stradale;
crociera e di quelle al servizio
•
venerdì 17 aprile 2015 procedure e manutenzione degli impianti elettrici;
•
venerdì 24 aprile 2015 la manutenzione la gestione e la fattibilità degli impianti per il trattamento delle acque;
•
venerdì 8 maggio 2015 la manutenzione la gestione e la fattibilità degli impianti per il trattamento dei rifiuti solidi urbani.
del sistema industriale di Marghera. AURELIO MISITI P.S. Gran parte dei contenuti, nonché alcune illustrazioni sono state tratte da un lavoro dello stesso autore pubblicato dalla rivista “Le Scienze” n° 367, marzo 1999, a cui va il nostro
Ai partecipanti regolarmente iscritti verranno riconosciuti otto crediti formativi per ciascun convegno. I convegni si terranno presso la sala del Consiglio di Facoltà in San Pietro in Vincoli e presso la sede del CNIM in via Barberini 68 Roma. I docenti impegnati saranno professori ordinari della Facoltà e dirigenti esperti di aziende pubbliche e private. Tra i relatori vi sono i professori: Aurelio Misiti, Onorato Honorati, Giuseppe Parise, Luigi Martirano, Maria Rosaria Boni, Massimo Tronci, Lorenzo Fedele, Michele Migliarese Caputi Ph.D. Segreteria organizzativa CNIM
ringraziamento e la nostra
Telefono 3288353182
gratitudine.
Fax 064745512 e-mail a.misiti@cnim.it L'istat ha pubblicato i dati sulla disoccupazione in Italia di gennaio 2015 che risulta essere di 12,6 per cento rispetto al 12,9 per cento di dicembre 2014. Questi dati e gli altri connessi costituiscono lievi segnali di ripresa del mercato del lavoro. Il ministro Poletti annuncia che nel 2015 potrebbero esserci centocinquantamila occupati in più. Noi riteniamo che essi sono l'effetto della diminuzione del costo del petrolio e della svalutazione dell'euro rispetto al dollaro. Manca il contributo dell'aumento dei consumi interni. Consigliamo al Governo di investire fondi disponibili e annualmente ripetitivi non per aiutare chi ha già un salario ma per creare nuovi posti di lavoro, che significa manutenzione straordinaria nel settore delle costruzioni e dei trasporti: ponti stradali e ferroviari obsoleti e manutenzione nel settore edile e urbanistico. Ciò porterebbe a mantenere stabile il nostro territorio e a creare il milione di posti di lavoro perduto nel settore delle costruzioni.
M Maintenance and Facility Management • 15
Il dissesto idrogeologico è una
L A “ PA N A C E A ” CONTRO IL D I S S E S T O IDROGEOLOGICO
delle problematiche più attuali e, purtroppo, meglio esperite dagli italiani, spesso afflitti dai diffusi disagi come alluvioni ed allagamenti causati da nubrifagi improvvisi (oggigior no di uso comune il neologismo “bombe d’acqua”), piogge torrenziali e tutti quei processi che finiscono per erodere eccessivamente la su per fici e del su olo. L’ I talia,
L’importanza dell’Agricoltura nel prevenire il degrado del suolo in Veneto
secondo dati forniti dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), è tra i P a e s i e u ro p e i m a g g i o r m e n t e interessati da fenomeni franosi (ogni anno oltre un migliaio di frane)
16 • Maintenance and Facility Management
e con aree ad alta criticità idraulica.
A causare il dissesto idrogeologico del Paese non sono soltanto gli eventi m e t e o ro l o g i c i p i ù o m e n o imprevisti, ma vi contribuisce in gran parte l’azione dell’uomo,
Secondo dati dell’ISPRA, in Veneto sono più di 650.000 gli
che per il frequente abbandono
abitanti esposti a pericolo di alluvione. A contribuire a
di grandi appezzamenti e per
queste problematiche concorrono numerosi fattori: ad
una sempre più pronunciata
esempio, come segnala l’attento esame dell’UVB (Unione
urbanizzazione del territorio (l’impiego intensivo del cemento
Veneta delle Bonifiche, delle Irrigazioni e dei
impermeabilizza il suolo) e di
Miglioramenti Fondiari), l’associazione che rappresenta
pratiche di deforestazione
tutti i Consorzi di bonifica operanti nel settore della difesa
sembra farsi sempre più
del suolo e della gestione delle risorse idriche della
dimentico dell’importanza del
Regione, vi sono numerose zone in cui gli argini dei fiumi
giusto equilibrio che occorre mantenere con la natura ed il paesaggio al fine di preservarli.
non riescono più a svolgere una corretta funzione di difesa contro lo straripamento dei corsi d’acqua.
In Veneto sono ben consci delle
L’agricoltura svolge un ruolo fondamentale nella
problematiche che il dissesto
prevenzione del dissesto idrogeologico ed in Veneto
idrogeologico comporta,
specialmente, come sottolineano le ricerche della UVB
specialmente nella bassa
pianura della Regione ed in tutte le aree sotto il livello del mare, dove il pericolo di frane ed alluvioni aumenta esponenzialmente. Le zone maggiormente a rischio sono quelle nei pressi dei fiumi: benché il fenomeno interessi anche quelli di maggiori dimensioni (come il Brenta, l’Adige ed
dal momento che la coltivazione dei
il Piave), a risentire delle precipitazioni più
terreni più a rischio -se svolta in
copiose sono specialmente i torrenti ed i corsi d’acqua più piccoli, ad esempio il Bacchiglione,
modo adeguato e non intensivo- ha un effetto corroborante sul suolo, rinvigorendolo e proteggendolo dai
che in passato ha procurato diversi problemi nel
danni che la sua erosione
vicentino e nel padovano, ed il Tramigna nel
comporterebbe. Frane, alluvioni,
veronese.
deterioramenti dovuti a determinati comportamenti di alcuni animali: oltre a poter meglio monitorare la possibilità del verificarsi di questi fenomeni, l’agricoltore assurge, per così dire, a vera e propria “sentinella” del territorio e può intervenire, a beneficio delle sue attività e della produzione delle sue coltivazioni od allevamenti, con opere di manutenzione ordinaria, (continua a pag. 18)
Maintenance and Facility Management • 17
come ad esempio il taglio dell’erba e gli spurghi dei
euro) riguardano principalmente opere di bonifica,
fossi e di zone a rischio allagamento. Rimane
sistemazione e regolazione idraulica e ripristino di
certamente necessario svolgere anche lavori di
fenomeni di dissesto idrogeologico; di questi, i
natura straordinaria: ad esempio l’innalzamento
Consorzi di bonifica hanno già provveduto a
degli argini dei corsi d’acqua che, nel tempo, si sono
proporre una lista di 105 progetti direttamente
abbassati al di sotto della soglia necessaria a
cantierabili per 217 milioni di euro. La prevenzione
garantirne l’efficacia, oppure la costruzione di nuovi
dei rischi è un punto importante anche per quanto
bacini per la raccolta di acque in eccesso da altri
riguarda la politica comunitaria di coesione, dato
corsi od in caso di forti piogge. Va poi aggiunto che
che vi rientrano i piani per l’attuazione della Direttiva
l’abbandono di molti terreni su tutto il territorio
Europea 2007/60 (che trattano della gestione del
veneto, sia come conseguenza dell’urbanizzazione
rischio
che per la mancanza delle necessarie risorse
alluvioni a livello di distretto idrografico), i quali
economiche da adibire al mantenimento di
devono essere stilati e pubblicati dagli Stati membri
coltivazioni ed allevamenti, ha contribuito ad
entro il 22 giugno 2015. La soluzione alla questione
aggravare la problematica del dissesto
del dissesto idrogeologico risiede in gran parte, in
idrogeologico (è il caso dello spopolamento di certe
effetti, nel bisogno di far proprio il detto “prevenire è
zone montane, ad esempio nel veronese).Tuttavia,
meglio che curare”: l’adozione di una mentalità di
anche in questo senso l’agricoltura funge da utile
prevenzione, attuata attraverso i numerosi
“panacea”, poiché riqualifica le aree soggette
provvedimenti che favorirebbero anche l’Agricoltura
all’incuria e permette all’agricoltore di svolgere
non intensiva, permetterebbe di evitare di dover
quella necessaria opera di vigilanza capace di
porre rimedio all’emergenza di turno, con grande
contrastare per tempo molte delle problematiche che
risparmio dei fondi poi necessari ad arginarla.
andrebbero altrimenti ad aggravarsi fino alle
Più di tutto, poi, occorre prestare forte attenzione al
disastrose conseguenze.
danno che si crea con l’impermeabilizzazione del
La UVB, durante l’incontro del 5 febbraio 2015
suolo ed il suo consumo, soprattutto con
“Manutenzione Italia: azioni per #italiasicura”
l’urbanizzazione intensiva praticata dai comuni; e
promosso dall’ANBI (Associazione Nazionale
poiché quando si copre il territorio con materiali
Bonifiche e Irrigazioni) per presentare il Piano
“impermeabili” gli si impedisce di esplicare le
Nazionale per la riduzione del rischio idrogeologico,
proprie funzioni vitali: si assisterà ad una drastica
ha evidenziato come la necessità di investimenti sul
riduzione della infiltrazione delle acque, e alla
territorio veneto per renderlo idraulicamente sicuro
sottrazione del suolo per altri scopi ed usi.
sia drasticamente aumentata negli ultimi 5 anni (ben
L’ agricoltura quindi è una vera e propria “panacea”
del 37,5%). Nel 2015 i progetti proposti (ben 685, per
verso un male che rischia altrimenti di divenire
i quali è necessario un investimento di 1,7 miliardi di
insanabile. Roberto Orlandi
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18 • Maintenance and Facility Management
L'urbanistica e la ragione dei fiumi
SOCI DEL CNIM RFI Rete Ferroviaria Italiana GRUPPO FERROVIE DELLO STATO ANAS Geoconsult Romeo Gestione InarCassa Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati ASSISTAL Associazione Italiana Prove non distruttive MAPEI DAIKIN TESTO UNI-CEI Vitrociset Consiglio Nazionali degli Ingegneri ENI Collegio Nazionale Agrotecnici e Agrotecnici Laureati Consiglio Nazionale dei Periti e dei Periti Laureati Collegio della provincia di Varese dei Periti e dei Periti Laureati FINCO Federazioni Industrie Prodotti Impianti Servizi ed opere specialistiche per le Costruzioni ITS Istituto Tecnico Superiore Tirreno Fuscaldo (CS)
Maintenance and Facility Management • 19