Rivista mm 3 2015

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mm Maintenance and Facility Management Anno 3 Numero 3 maggio giugno 2015

Rivista del CNIM - Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione


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2 • Maintenance and Facility Management

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EDITORIALE: ALLUVIONI: I RESPONSABILI GLI UOMINI I N C O LT I ! F O R M A Z I O N E NECESSARIA DI AURELIO MISITI

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LIGURIA LE ALLUVIONI E LA DIFESA DEL SUOLO DI A.M.

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SOLUZIONE PER SALVAGUARDARE GENOVA DALLE ALLUVIONI -LA REDAZIONE

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IMPIANTI ELETTRICI: LA PROGETTAZIONE PERMANENTE DI GIUSEPPE PARISE

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MANUTENZIONE DI UN IMPIANTO DI TRATTAMENTO MECCANICO-BIOLOGICO-TMB DI GIUSEPPE RUBRICHI

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NOTIZIE

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I SOCI DEL CNIM


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IL PASSANTE DI MESTRE LA TUTELA DEL TERRITORIO CIRCOSTANTE

ALLUVIONI: I RESPONSABILI? GLI UOMINI INCOLTI! FORMAZIONE NECESSARIA Siamo alle solite, ogni volta che si verifica un evento alluvionale i soloni pontificano: la causa è la cementificazione, che qualche volta è definita “selvaggia”. Dal 1951, 1953, 1966, e via via fino alle più recenti alluvioni di Calabria, Sicilia, Piemonte, Toscana e Liguria si è recitato lo stesso copione, salvo dimenticarsi dopo qualche settimana e non parlarne più fino alla successiva alluvione, incoraggiando di fatto la continuità. Cosa fare invece? Non è facile contrastare questa errata e distorta interpretazione della realtà. Tuttavia noi insistiamo nella nostra visione culturale. L’aumento del tenore di vita negli ultimi 150 anni è dovuto in Occidente a tanti fattori, il principale però è l’industrializzazione, che ha portato alla urbanizzazione di vasti territori, comprendente sia gli edifici che i collegamenti tra essi e le città. Ciò è stato possibile grazie al cemento, così come gli antichi romani si sono sviluppati con l’uso della pozzolana. Quindi grazie al cemento e ad altri simili elementi si è affermata la civiltà occidentale. Ma allora diciamo che l’uso del suolo non abbia influito sulle alluvioni? Assolutamente no. 
 Quindi va detta tutta la verità.
 Le trasformazioni urbanistiche incidono e come sui fenomeni idrologici. Essi però vanno studiati e di conseguenza vanno adeguati gli strumenti.
 I fiumi e i torrenti vanno rispettati e non violentati, altrimenti essi non rispettano noi. Quindi mai costruzioni nei letti e nelle golene, da mantenere sempre puliti, nessun fiume o torrente venga intubato dentro i centri abitati e se ciò è avvenuto siano ripristinati i loro letti e le relative casse di espansione. A Genova il Bisagno o si libera o si scolma altrimenti punirà la città ogni volta che piove più del normale. E questo vale per Genova, per Messina, Reggio Calabria e tutti i centri abitati dove si sono intubati i torrenti. In definitiva la causa dei disastri alluvionali non è la “cementificazione”, ma l’uso scriteriato e speculativo del cemento. Gli esperti veri non mancano a Genova e in tutta Italia.
 Allora istruiamo i politici di nuova generazione e andiamo avanti! Come spesso avviene la struttura gracile del Ministero dell’Ambiente non è in grado di dare buoni consigli ai nuovi Ministri, i quali recitano sempre lo stesso copione. Non si sottrae nemmeno l’attuale che annuncia come se fosse una novità: da adesso in poi agiremo insieme ai geologi.
 Evidentemente nessuno lo ha informato che i geologi applicati sono solo una parte del corpo tecnico che si deve occupare della difesa idrogeologica. Essi, e solo gli applicati, possono collaborare con gli ingegneri progettisti e direttori dei lavori. Ma il Ministro e il Ministero, nonché i media insistono a far parlare qualche geologo ambientalista, che tutto può sapere del fenomeno ma nulla del sistema difensivo da mettere in atto. Io stesso negli anni 2000 mi sono adoperato, da Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, per accrescere le competenze specifiche del geologo applicato nella realizzazione delle opere strutturali e infrastrutturali. Il C.N.I.M. ha come missione principale la manutenzione del territorio e la difesa degli attori che su di esso operano. Pertanto per statuto ha preso l’impegno di formare i tecnici per accrescere così la cultura della manutenzione in ogni campo, come è ampiamente dimostrato dal successo ottenuto con la partecipazione diretta al Master della Sapienza sugli impianti ecologici e la realizzazione dei primi quattro corsi di formazione e aggiornamento sui temi di grande attualità: la manutenzione degli impianti per l’illuminazione stradale, delle reti elettriche e degli impianti elettrici, nonché la manutenzione degli impianti di trattamento dei residui liquidi e solidi urbani e industriali. Aurelio Misiti

RIVISTA DEL COMITATO NAZIONALE ITALIANO DI MANUTENZIONE N. 3/2015 Anno 9 Direttore Aurelio Misiti Direttore Responsabile Lorenzo Fedele

Comitato scientifico Francesco Paolo Branca (Presidente)

Maria Rosaria Boni Maurizio Del Re Biagio Eramo Giovanni Fiscon Francesco Gallerano Giuseppe Parise Marco Ranieri Mauro Raschielli Massimo Tronci Michele Migliarese Caputi segretario e redattore Amministrazione e redazione Via Barberini 68 00186 Roma Tel. 06 42010534 - Fax 06 4745512 info@cnim.it www.cnim.it Autorizzazione del tribunale di Roma n. 5/2007 del 19.01.2007

Maintenance and Facility Management• 3


LIGURIA

LE ALLUVIONI E LA DIFESA DEL SUOLO

Vengono qui riportati gli eventi alluvionali degli ultimi 60 anni dal 1945 al 2014, comprendenti per quest'ultimo le riparazioni e i piani di mitigazione

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La Liguria è una Regione soggetta ad alluvioni periodiche che hanno provocato lutti e distruzioni di notevole dimensione. Tali eventi hanno riguardato sopratutto la città di Genova. Tutto questo ha richiesto in passato e ancora più al presente che le Autorità si ponessero il problema delle ricostruzioni ma anche delle preventive azioni di manutenzione per tutelare l’intero territorio e in particolare Genova. Appare sufficientemente chiara l’influenza sugli effetti delle alluvioni dell’opera sconsiderata dell’uomo, che non si è limitato solo a occupare gli argini e le golene dei


torrenti con manufatti vari, ma ha

secondo mentre la piena del

intubato i tratti terminali di alcuni

Bisagno venne valutata in 437 metri

di essi, limitando la sezione

cubi al secondo a Staglieno. Danni

trasversale a tal punto da non poter

meno gravi furono prodotti

più reggere la portata di massima

dall’evento del 25 gennaio 1951

piena, che ha trovato

sbocco

sempre nel centro di Genova, dove

ovviamente nei quartieri sovrastanti.

furono colpite le zone basse

Dall’ottimo saggio del collega prof. ing. Renzo Rosso: - Bisagno. Il fiume nascosto-

-Marsilio editori

Spa Venezia-2014, vengono tratti brani relativi agli eventi più importanti dal dopoguerra al 1970. Secondo il segretario del PCI, Palmiro Togliatti, “è evidente che quando piove la colpa non è del Governo checché ne dica un ironico detto popolare. Ma quando si ripete a distanza di uno due anni, a

prospicienti l’antico greto del torrente, ossia via Martiri della Libertà, corso Buenos Aires, fino a corso Torino, Via Casaregis e piazza Tommaseo. Il 24 gennaio 1952 la pioggia caduta di 118 mm in sette ore riversatasi su tutta la zona centro meridionale del

I MINISTRI TAVIANI E MERLIN (SOTTO)

comune di Genova, ha gonfiato paurosamente i torrenti Bisagno e Sturla, rigurgitato le fognature, otturato le bocchette stradali.

distanza di qualche mese, a

Tra l’alba e il mezzodì del 19

distanza di tre settimane, il fatto che

settembre 1953 Genova e dintorni

precipitazioni tempestose, di una

furono battuti da intense piogge: In

notte o di alcune giornate, danno

circa 4 ore si registrarono su

luogo a catastrofi sterminate, è

Genova città 205 millimetri

allora evidente che ci si deve porre

preceduti da 9 giorni di insistente

il problema di quelle cause

piovosità. Poiché l’impeto delle

profonde, che non stanno soltanto

acque aveva asportato l’idrometro di

nella Natura, ma nell’azione degli

Staglieno, reinstallato dopo il 1951

uomini e nell’ordinamento della

ma mai tarato, la portata fu valutata

società”. Il nostro saggista

solo per via indiretta con una stima

commenta: anche se il comunismo

del colmo pari a 755 metri cubi al

è fuori moda il buon senso ancora

secondo, assai superiore ai 437

no. Già all’indomani della

della piena del 1945. L’onda di

Liberazione, il 29 ottobre 1945 si

piena tracimò in più punti e,

registrarono 510 mm di pioggia in

naturalmente, incontrò l’ostacolo

24 ore al passo dei Giovi, stabilendo

finale della copertura, con il

un nuovo record per la Liguria, se

prevedibile effetto di rigurgito, che

trascuriamo la misurazione

provocò l’esondazione del corso

contestata del prof. Pagani. La

d’acqua e produsse vasti

piena più rovinosa fu del torrente

allagamenti nelle consuete zone del

Polcevera, quasi 1500 metri cubi al

centro di Genova. Maintenance and Facility Managementt• 5


Insomma, il capoluogo andò sott’acqua e il Bisagno allagò perfino la zone di Brignole: Il 21 settembre il Secolo XIX pubblicò una bella foto della centrale via Galata allagata. Nel cimitero di Staglieno moltissime tombe sono state scoperchiate e le bare strappate alla terra si sono viste galleggiare lungo la strada tramutata in fiume. Già il giorno successivo, il Ministro della Difesa Paolo Emilio Taviani, genovese di nascita e di elettorato, accorreva in visita alle zone colpite assicurando immediati e urgenti soccorsi. A sua volta il Ministro del Lavori Pubblici, Umbero Merlin, annunciava che funzionari del suo Dicastero avrebbero provveduto rapidamente a valutare i danni subiti dalle opere essenziali alla vita delle popolazioni in modo da tornare presto alla normalità. Nulla comunque, al confronto con le alluvioni del mese successivo in Calabria già colpita due anni prima (1951). Quasi 100 morti 3500 profughi, un miliardo di lire di danni solo alla coltura del bergamotto. Il 26 ottobre 1966 si verificarono nuovamente numerosi allagamenti in val Bisagno. A Molisana l’acqua nei pian terreni è salita a un metro e mezzo; molto colpita è pure la zona di San. Gotardo. Ma l’opinione pubblica di tutto il mondo si commosse per un’altra alluvione; anzi, per le catastrofiche alluvioni che colpirono Firenze e Venezia, il Veneto e il Trentino Alto Adige. Queste alluvioni segnarono il confine tra l’Italia post bellica e l’Italia del pieno sviluppo e del ritrovato riconoscimento internazionale. La catastrofe indusse la politica a considerare in modo un pò più serio la questione della difesa del suolo ormai diventata una questione nazionale. Alluvione del 1970. Il 7 e l’8 ottobre del 1970 caddero sulla Liguria e in particolare su Genova piogge molto intense che accumularono più di 900 millimetri d’acqua in 24 ore. La conseguenza più immediata è stata lo straripamento dei torrenti Bisagno, Polcevera, Leira, Chiaravagnia e Cantarena. Genova in particolare subì pesantissimi danni materiali e numerose vittime che, insieme a quelle di altri venti piccoli comuni, assommarono a quarantaquattro morti di cui otto dispersi. Alluvioni del 22 e 27 settembre 1992 con due morti a Genova e tre a Savona e provincia. Alluvione del 23 settembre 1993 con cinque morti a Genova.

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Alluvione del 4 ottobre del 2010 In questa data a Sestri Ponente cadderò 400 millimetri di pioggia in poche ore, 350 a Pegli 310 a Varazze, 300 a Genova Bolzaneto e Genova Ponte decimo. Strariparono così i torrenti Chiaravagna, Cantarena, e Molinassi. Si registrarono danni ingenti e un morto.

Alluvione del 4 novembre 2011 Questo evento ha riguardato sostanzialmente il capoluogo Genova, investita da un forte nubifragio che in cinque ore ha provocato cinquecento millimetri di pioggia, investendo la parte est del bacino del Bisagno, provocando una piena disastrosa del torrente-fiume e degli affluenti minori, tra cui il principale Fereggiano. La zona di ponte Carrega fino a piazzale Adriatico venne sommersa da due metri d’acqua. Le piogge eccezionali, ebbero inizio la sera

precedente;

continuarono poi per tutta la notte,

provocando un innalzamento del livello dell'acqua del Bisagno che superò ben presto il livello di guardia. Il torrente Fereggiano, affluente di sinistra del Bisagno, ha alzato il proprio livello passando da 1 a 4 a metri di altezza entro le ore tredici. Nel primo pomeriggio venne sommerso il quartiere di Marassi grazie all’ulteriore innalzamento del livello del torrente Fereggiano, a seguito delle incessanti piogge che in quel momento raggiunsero un cumulativo di 500 mm.

Mai Maintenance and Facility Management • 7


Il quotidiano “IL SECOLO XIX” riporta le notizie sull’alluvione di Genova del 10 ottobre 1970

8 • Maintenance and Facility Management Management


Si verificò infatti una portata di piena improvvisa dilagando così nella via detta Fereggiano che in pochi i minuti si trasformò in un vero e proprio fiume con oltre un metro di altezza, trascinando a valle tutto ciò che si trovava sulla strada e causando sei vittime. L’onda di piena raggiunse corso Sardegna dove nello stesso modo travolse altre decine di automobili sino alla confluenza con il Bisagno, che nel frattempo, intorno alle 13:50, esondò in sponda destra presso Borgo Incrociati, nel punto precedente il suo tratto di corso coperto di Viale Brigata Bisagno. Successivamente il Bisagno tracimò anche a sinistra invadendo la zona residenziale con altezza d’acqua superiore ai due metri.

Cornigliano, Coronata, Sestri Ponente, Multedo, Pegli, Voltri. L'entroterra di Genova venne anch’esso colpito da piogge intense in particolare a Campo Ligure, dove esondò il torrente Ponzema, affluente dello Stura. Nelle prime ore del mattino successivo un altro nubifragio, con forti raffiche di vento si abbattè sul centro di Genova, in particolare nella valle del Bisagno. Successivamente esondarono il Torbella e il rio Noce. Il temporale, col passare delle ore, ha colpito sempre più il Levante. Prima quello genovese: Foce, Sturla, Nervi e poi quello ligure, il Golfo Paradiso, il Golfo del Tigullio e il loro entroterra. Il tributo di vite umane nei tre giorni di piogge torrenziali ammontò a tre vittime.

L'alluvione di Genova del 9,10 e 11 ottobre 2014 Il 9 ottobre si verificarono esondazioni di torrenti nella periferia di Genova senza danni rilevanti alle persone. Le precipitazioni continuarono nella città per tutta la notte e puntualmente intorno alle 23:30 esondò il torrente Bisagno. Interi quartieri di Genova vennero0 sommersi, mentre, oltre metà della città rimase priva di energia elettrica. Ovviamente il torrente Fereggiano, non trovando sbocco nel Bisagno, esondò anch’esso e invase la via omonima e corso Sardegna. Successivamente anche il torrente Sturla esondò, invadendo la zona di Brignole, dove venne trovato un uomo morto per annegamento nel tunnel che collega la stazione ferroviaria di Brignole a Canevari. I danni materiali sono stati enormi. L’11 ottobre un nubifragio colpì Genova in particolar modo

Alluvione del 15 novembre 2014. Questo evento interessò le città di Genova, Savona e Imperia in Liguria nonché il sud della provincia di Alessandria in Piemonte e il Nord della stessa metropoli milanese. Nell’occasione esondarono quasi tutti i torrenti liguri con gravi danni sia nei centri abitati che nelle zone agricole. In particolare esondarono il rio Busalletta e il rio Migliarese, nel comune di Busalla, che ha travolto negozi e case trascinando, qualunque cosa, dalle auto ai cassonetti. Sono stati censiti fino a 238 millimetri di pioggia nell’arco della giornata. Vi è stata anche qui una vittima. A.M.

Maintenance and Facility Management y • 9


Immagini delle alluvioni di Genova fino al 2014

Le immagini impressionanti della città di Genova e della campagna circostante danno piena dimostrazione della n e c e s s i t à improcrastinabile di realizzare lo scolmatore del Bisagno, risolvendo così almeno il 50% dei problemi indotti dalle alluvioni liguri. Gli altri torrenti richiedono una manutenzione straordinaria annuale degli alvei naturali, demolendo il più possibile le superfetazioni urbanistiche come le coperture degli alvei.

Immagini di Genova sommersa dalle acque.

10 • Maintenance and Facility Management


SOLUZIONE PER SALVAGUARDARE GENOVA DALLE ALLUVIONI La scuola Idraulica di Genova

della copertura del torrente

si è attivata per cercare

da Brignole alla foce, figura la

soluzioni tecniche plausibili

costruzione di uno

per dare tranquillità ai

scolmatore in galleria, di cui

cittadini. I Governi nazionali e

vennero presentati due

i sindaci di Genova più volte

tracciati: uno cittadino sotto i

hanno interpellato gli esperti.

corsi Sardegna e Torino e

In particolare il Ministero dei

uno

Lavori Pubblici costituì una

Quest’ultimo costituiva

commissione presieduta dal

indubbiamente la migliore

professore Supino, ordinario

soluzione per mitigare il

di idraulica nell’ateneo di

rischio alluvionale della piana

Bologna, che redasse uno

del Bisagno. La Commissione

studio, pubblicato il 31

Supino ha messo al primo

ottobre 1971 dal Poligrafico

posto questa soluzione,

dello Stato. La relazione

suggerendo

Supino ha dato 7 indicazioni

dimensionamento generoso

conclusive, tra queste la più

dell’ordine di 800 metri cubi al

disattesa è stata la settima:”I

secondo. A tutt'oggi non sono

ponti sui corsi d’acqua minori

state ancora completate le

dovranno essere realizzati

opere previste. I Genovesi

con un’unica campata per

sperano che i nuovi

evitare che la presenza delle

amministratori e il Governo

pile a breve distanza tra loro

nazionale completino le

provochi l’arresto dei

incompiute come lo

materiali di trasporto specie

scolmatore oggi progettato in

ramagli, arbusti e simili”. Tra

due gallerie: Fereggiano e

le

della

Bisagno, per salvaguardare

commissione Supino, avendo

la salute dei cittadini e la

scartata perché poco

bellissima città di Genova.

proposte

sub-collinare.

un

praticabile la demolizione MaiMaintenance and Facility Management • 11


FORMAZIONE CONTINUA IL CNIM “PROVIDER” DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI Il C.N.I.M. è autorizzato dal

l’illuminazione non solo nelle

C.N.I., su parere conforme del

vie dei centri abitati ma anche

Ministero di Grazia e Giustizia, a organizzare e svolgere attività di formazione professionale

per illuminare i monumenti e molte tratte di strade di grande

continua, ai sensi e per gli effetti

comunicazione.

del D.P.R. numero 137 del 7

I pali e quindi i lampioni

agosto 2012.

possono essere disposti su un

I primi quattro corsi sono stati

solo lato della carreggiata o al

organizzati con la collaborazione dell’Università di Roma “Sapienza” e in termini più limitati

centro tra due carreggiate in presenza di spartitraffico

con le Università di Tor Vergata e

oppure in entrambi i lati della

Firenze. Il primo corso è stato

carreggiata stessa.

dedicato all’illuminazione stradale

Gli impianti di illuminazione

e vi hanno partecipato i docenti,

elettrica, come del resto tutti

coordinati dai professori Aurelio Misiti e Onorato Honorati, professore Giuseppe Parise,

FACOLTÀ DI INGEGNERIA IN SAN PIETRO IN VINCOLI

gli altri tipi di impianti compresi quelli produttivi, necessitano di

LA MANUTENZIONE E IL R I S PA R M I O E N E R G E T I C O NELL’ILLUMINAZIONE STRADALE CORSO SVOLTO PRESSO LA SALA DEL CONSIGLIO DI

Professore Luigi Martirano,

manutenzione ordinaria e

FACOLTA’ IN SAN PIETRO IN

nonché il dottore Maddalena di

straordinaria, da programmare

VINCOLI

Acea S.p.A. .

in fase progettuale.

Dal 1878, quando Edison ideò

Una manutenzione efficace

la prima lampada a

riduce gli sprechi sia durante

i n c a n d e s c e n z a ,

la produzione, aumentando il

l’illuminazione elettrica si è

rendimento, sia nell’utilizzo

andata diffondendo in tutto il

dell’energia per illuminazione.

nostro Paese. A partire dal

Ciò è indispensabile ai fini del

1980 vengono usate lampade

risparmio energetico, la cui

più efficienti rispetto a quelle a

necessità viene ormai

incandescenza, che hanno

considerata indispensabile.

c o n s e n t i t o d i d i ff o n d e r e

12 • Maintenance and Facility Management

FACOLTÀ DI INGEGNERIA, “IL CHIOSTRO”


Il corso ha contribuito a formare la figura professionale dell’esperto in manutenzione e gestione degli impianti elettrici, capace di analizzare e prevenire i rischi e di controllare la gestione degli impianti. Sono state date informazioni sui piani di manutenzione che devono prevedere, pianificare e programmare l’attività di manutenzione anche come gestione dell’impianto nell’ambito dell’attività complessiva dell’esercizio.

Nel corso sono stati illustrati dettagliatamente i contenuti delle normative europee e italiane sulla sicurezza del lavoro. Si è fatto cenno alle normative in essere negli U.S.A. ed è stato affrontato il tema della manutenzione pianificata degli impianti per l’esecuzione delle ispezioni e verifiche. Nell’ambito della sicurezza sul lavoro sono stati trattati i rischi elettrici nonché le norme relative ai quadri elettrici di media e bassa tensione.

MERCATO ELETTRICO, RETI E MANUTENZIONE IMPIANTI ELETTRICI CORSO SVOLTO IL 15 MAGGIO 2015 PRESSO LA SALA DELLE LAUREE DI PALAZZO BALEANI CORSO VITTORIO EMANUELE

Impianti elettrici: la progettazione permanente

II° 244 ROMA

di Giuseppe Parise Ordinario “Sapienza” Roma

Integrità dell’impianto e sistemi complessi La progettazione di un impianto non si limita alla fase iniziale della ideazione di un impianto, ma deve essere permanente con le necessarie attività di esercizio e di manutenzione per il conseguimento delle prestazioni ottimali durante il ciclo di vita. La configurazione dell’impianto, la sua esecuzione, gestione e manutenzione devono costituire le fasi di un'unica e coordinata strategia progettuale nella vita dell'impianto. La progettazione esecutiva ed i successivi adeguamenti vanno corredati del più completo stato di informazione sulle caratteristiche costitutive e sulle scelte funzionali, perché gli operatori possano avere la

più completa comprensione dell’impianto per gestirlo in sicurezza a rischio ridotto. Un impianto elettrico, come tutti gli impianti, non basta realizzarlo, ma occorre mantenerlo; la sua progettazione deve essere permanente per tutto il ciclo di vita con una programmazione generale degli sviluppi prevedibili e che si rendono necessari (road map). Una gestione della continuità del servizio richiede di applicare in modo completo per la progettazione permanente, l’esercizio e la manutenzione la nota regola del '--Check-Act Plan Do' (PDCA) ciclo (Business continuity managemment). La progettazione globale di un impianto elettrico richiede studi mirati a valutare le prestazioni del sistema, l’affidabilità, la sicurezza, l’economia dei costi.

L’ESERCIZIO E LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI ELETRICI

Maintenance and Facility Management• 13


L’esigenza di non avere la perdita della continuità di servizio (Loss of Service Continuity) ovvero di elevata disponibilità e “integrità” dei carichi, o parte di essi, è soddisfatta da una struttura che consente di superare situazioni di guasto (fault cracking) utilizzando: - più sorgenti (distributore pubblico e alimentazioni di emergenza, quali gruppi elettrogeni locali e UPS), - modellando opportunamente la configurazione della distribuzione. La complessità del sistema elettrico può divenire grande e i problemi di gestione possono richiedere più tempo e attenzione dal personale addetto all’esercizio. Load flow, corto circuito: assetti delle sorgenti. Documentazione e certificazione. Nella fase progettuale iniziale dell’impianto, gli studi devono identificare ed evitare eventuali disfunzioni nel sistema prima che sia messo in esercizio. Il piano di manutenzione, previsto nella normativa italiana, è il documento complementare al progetto esecutivo, che deve prevedere, pianificare e programmare oltre l’attività di manutenzione anche la gestione dell’impianto, ovvero l’attività complessiva dell’esercizio. Tale documento evidentemente può essere aggiornato e perfezionato tutte le volte che si rende necessario. I sistemi elettrici di potenza hanno procedure di esercizio che devono essere analizzate e definite, così come tutte le sorgenti di alimentazione ed i dispositivi di sezionamento principale (interruttori di sorgente) per tutte le aree e zone di lavoro. Tutti gli ammissibili assetti di sorgenti e le relative procedure di integrità devono essere progettate, includendo quelle capaci di fronteggiare e risolvere le condizioni di emergenza, quali la perdita di un generatore, di

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una linea di connessione, di un trasformatore, di un carico. L’ a n a l i s i d i r i s c h i o p e r ciascun’emergenza comporta la simultanea determinazione delle conseguenze dell'evento considerato e della probabilità associata al suo verificarsi, per valutare l’opportunità di un assetto d’impianto che neutralizza l’emergenza stessa risolvendola (fault cracking). Per prevenire un esercizio inammissibile, sovraccarichi delle apparecchiature o abbassamenti di tensione, tutti gli assetti di sorgenti devono essere esaminati in coordinamento con il load flow e l’analisi del corto circuito. Il load flow contribuisce a definire il dimensionamento ottimale, l’allocazione dei componenti e la configurazione del sistema. Si fa rilevare che il progettista deve analizzare gli assetti di sorgenti, con una duplice finalità: individuare i casi critici estremi, perché la struttura sia dimensionata in modo adeguato; definire tutti gli assetti ammissibili che garantiscono una gestione degli operatori del sistema in sicurezza. Come indice del grado di definizione e attendibilità, deve essere il più completo possibile lo stato di informazione delle scelte e decisioni messe in atto a livello previsionale esecutivo e per ogni possibile revisione successiva. La progettazione deve documentare e permettere di inquadrare in modo organico i criteri generali adottati in riferimento alle norme vigenti, il significato delle assunzioni specifiche e funzionali fatte e dei fattori di sicurezza scelti. Si consente così di confrontare le evoluzioni successive e determinarne la rispondenza agli obiettivi prestabiliti, di valutare in ogni momento del ciclo di vita la completezza ed adeguatezza delle specifiche del progetto attuale. Analogamente la documentazione e certificazione a corredo dei subsistemicomponenti non deve limitarsi alla definizione della responsabilità di costruzione e

della garanzia di qualità, ma deve essere esplicativa della struttura, composizione e funzionalità dei subsistemi stessi, certamente come base inderogabile, nelle funzioni di ingresso ed uscita e, come elemento addizionale di maggiore qualità del sistema, del dettaglio dei singoli componenti. Procedure di esercizio E’ stato proposto un programma il cui obiettivo principale è quello di rendere possibile l'applicazione di un metodo ai processi e procedure di esercizio dei sistemi complessi, con particolare riguardo ai problemi della loro sicurezza e della loro affidabilità, disponibilità e manutenibilità. Una finalità del metodo per l’incremento della sicurezza è un contributo alla riduzione del rischio al valore minimo ottenibile nel contesto entro cui si opera. La riduzione del rischio si traduce essenzialmente in un’azione di compressione del tempo di realizzazione, che è riducibile ad un minimo legato al contesto specifico dell’impianto, alle risorse disponibili ed alle singole situazioni contingenti, senza forzature che porterebbero a un imprevedibile incremento del rischio stesso. Le procedure di esercizio analizzate sono di due tipi: procedure di messa in sicurezza di una zona di lavoro WZ, procedure di integrità. Le procedure di messa in sicurezza prevedono numerose fasi operative per sezionare la zona di lavoro, che è la zona del sistema che l’operatore di manutenzione deve mettere in sicurezza.


Le procedure di integrità prevedono numerose fasi operative per trasferire una sorgente da un circuito ad un altro, per trasferire il sistema o parte di esso da una sorgente ad un’altra. Il miglior piano di manutenzione deve valutare i vantaggi di un sistema ridondante e deve fronteggiare le condizioni di fuori servizio, occasionali o per manutenzione, attraverso un idoneo assetto di sorgenti, evitando il fuori servizio totale o limitandolo a porzioni del sistema. Nelle procedure di messa in sicurezza, l’operazione di rialimentazione del sistema può presentare alcune difficoltà per le mutate condizioni di assetto delle sorgenti. Lord Kelvin diceva che una cosa può essere conosciuta con sufficienza se definita con numeri: è stato così proposto un modello matematico per la definizione delle procedure. A tal fine è stata introdotta una “logica” e una rappresentazione grafica nello spazio degli stati delle procedure di esercizio, con la definizione di alcuni principi di base, quello di esclusività, priorità e parità (programma Parise). Gli eventi-manovre assumono il ruolo di punti all’ interno dello spazio degli stati. Essi hanno, rispetto ai punti, la caratteristica di poter essere infinitamente suddivisi e di costituire sempre quindi una suddivisione ultima solo ai fini del problema trattato: la suddivisione in eventi ulteriori si arresta quando non più utile ai fini di una soddisfacente descrizione del problema da trattare. Gli eventi sono soggetti ad operazioni logiche che li mettono in relazione tra loro, dando luogo ad una struttura logica interconnessa paragonabile ad un reticolo o, meglio, in una visione più completa e dinamica, ad una struttura aperta a traliccio. Consideriamo un sistema elettrico base costituito da un generatore V ed un carico Load

connettibile tramite un dispositivo di interruzione SM: il carico di è la zona di lavoro elementare WZ , V è il generico simbolo, identificazione logica ID della sorgente. Lo stato della zona di lavoro elementare WZ, mostrata nella figura può essere definita: connessa alla sorgente” (simbolo +1), che equivale allo stato della condizione energizzata o in tensione; “aperta, disconnessa o stato zero” (simbolo 0), che equivale allo stato della condizione di reset, ”connessa aterra” ovvero connesso alla sorgente negativa (simbolo -1). La condizione chiuso/aperto/ messo a terra (1,0,-1) del dispositivo di interruzione IS conferma lo stato di energizzato/ aperto/messo a terra della zona di lavoro WZ e la corrispondente identificazione logica ID della WZ è ottenuta come il prodotto dei codici logici: logico (WZ) = IS[+1,0, -1]·V. Se il dispositivo di interruzione IS è vicino all’operatore di manutenzione MO, lo stato di aperto di IS può essere supervisionato e controllato a vista. Questa condizione può essere definita come una supervisione (solo) logica : “aperto controllato a vista”, simbolo 0v. La soprascritta v mostra lo stato verificato di aperto, assumendo un significato operativo: 0 è un simbolo matematico 0v assume il significato di valore verificato, certo. E’ definibile una matematica operativa, vettori e matrici operative, per la definizione delle procedure. Sono introdotti valori logici operativi Xa (Tabella I): - X mostra uno stato, libero se è senza soprascritta; - l’esponente a blocca lo stato X come verificato e certo. L’esponente a blocca lo stato X in modo certo e la lettera a è una chiave-password logica o fisica. Infatti, se il dispositivo IS è lontano dall’operatore di manutenzione MO, lo stato aperto potrebbe essere in modo effettivo bloccato elettricamente o/e meccanicamente, per esempio con lucchetto di cui K è

la chiave. Lo stato è definito “aperto lucchettato” simbolo 0K e la soprascritta K mostra la sigla della chiave che ha bloccato lo stato in aperto. Occorre notare, inoltre, che si introduce nella zona di lavoro WZ: - lo stato di messa a terra G; - il lato WZ del dispositivo SM, lato dove esso viene connesso a terra G; - il dispositivo di messa a terra GS. Si osservi che la terra G = -V o sorgente “negativa” deve essere inclusa tra le sorgenti (antisorgente: capace di passivare qualsiasi sorgente). Il “nuovo linguaggio” introdotto richiede la definizione di una “grammatica” e di un “vocabolario”: come un codice logico per gli stati dei componenti (X) con indirizzopassword (a) (Tabella I), nodi di sorgente e di carico, interruttori di sorgente §, transizioni in bianco ed in rosso (con e senza blackout), “taglia e cuci. Conclusioni Per un sistema complesso e quindi vulnerabile, lo sviluppo e la diffusione di metodologie e strumenti di definizione e identificazione diviene una necessità vitale. La metodologia proposta, implementabile su software, ha il compito di aiutare il progettista nel lavoro meccanico di sviluppo delle procedure di esercizio, che spesso contemplano casistiche numerose e di assistere l’operatore nella messa in atto delle operazioni non automatizzate o non automatizzabili La decisione della scelta della procedura, l’attuazione e la verifica della regolare esecuzione rimangono attributi propri della capacità e della responsabilità dell’operatore. Il mantenimento e miglioramento nel tempo delle prestazioni funzionali e di sicurezza possono essere garantiti con una costante di verifica e messa in opera di tutte le azioni correttive progettuali, che risultano necessarie, durante tutto l'arco di vita del sistema.

Maintenance and Facility Management• 15


II problema della sicurezza intesa come corretta e consapevole gestione del rischio, è, quindi, un problema culturale, così come quello della gestione della qualità, la cui esigenza deve essere percepita come un interesse essenziale, e che necessita lo sviluppo di metodologie, strumenti, competenze ed organizzazioni in grado di ottenerla e garantirla. Le difficoltà, che si incontrano nell’esercizio di un impianto complesso, fanno giustificare il perché la normativa europea prevede, per l’esercizio in sicurezza e le attività di lavoro sugli impianti elettrici, due livelli di personale qualificato: le persone esperte PES e le persone avvertite PAV. L’operatore PES, responsabile per tutte le attività lavorative, deve essere idoneo ad analizzare organizzare tutte le appropriate variazioni sulle procedure da applicare causate dalle differenti situazioni ed assetti di configurazione del sistema, considerando i vincoli e le interdizioni. L’operatore PAV può assistere all’esercizio in automatico del sistema o essere autorizzato ad applicare una procedura già assegnata per raggiungere un assetto specifico.

In conclusione, un sistema elettrico può essere progettato e/ o adattato per offrire più livelli di prestazione, che la competenza dell’operatore riesce a gestire e mettere in atto .

La manutenzione dell'impianto di trattamento delle acque è essenziale ai fini del mantenimento in efficienza di ogni sua componente, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista dell'impatto ambientale. Allo stesso tempo, la manutenzione è essenziale al perseguimento degli obiettivi di sicurezza previsti dal testo unico sulla sicurezza (DLgs 81/08), a tutela dei dirigenti e delle condizioni antinfortunistiche dei lavoratori.

ed economico-finanziari. Tale gestione deve essere quindi improntata alla visione unitaria del sistema tecnico, alla luce di soglie di riferimento, non sempre fissate da norme tecniche o di legge.

La gestione di un impianto di trattamento delle acque implica la considerazione di parametri di funzionamento fisici, chimici, biologici, oltre che ingegneristici 16 • Maintenance and Facility Management

Bibliografia principale CEI EN 50110 (-1,-2) (CEI 11-48, 11-49) "Esercizio degli Impianti Elettrici”. NFPA 70E-2004, Standard for Electrical Safety Requirements for Employee Workplaces. 902-1998 IEEE Guide for Operation, Maintenance and Safety of Industrial and Commercial Power Systems CEI EN 62271-200(CEI 17-6) Apparecchiatura prefabbricata con involucro metallico tensioni 1÷52 kV CEI EN 60439 (CEI 17-3) Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione ISO 22313:2012 Societal security -- Business continuity management systems -- Guidance G. Parise, E. Hesla: “Basic Concepts And AutoCheck For Clearing Procedures” 1999 IEEE-IAS ICPS Technical Conference Sparks NV USA May 2-6 G.Parise, E.Hesla “Clearing Procedures In Electrical Installations: The Electrical Status Space.” 2001 IEEE/IAS Annual Meeting Chicago September 30-October 4 2001, IEEE Trans. on Industry Applications vol. 38 May/June 2002 G.Parise, E.Hesla “A New Analytical Language For Clearing Procedures In Electrical Installations” 2004 IEEE/IAS Annual Meeting Seattle -October 3-7 2004 G.Parise, E.Hesla “A Programmable Language For Clearing Procedures” 2005 IEEE-IAS ICPS Technical Conference Saratoga Springs NY USA May 8-11 G.Parise, W. Moylan P. E. Sutherland “Electrical safety for employee workplaces in Europe and in USA”IAS A M 2002 Oct. Pittsburgh, Trans. on IA vol. 41 n.4 Jul/Aug 2005 G.Parise, E.Hesla “The Sources Sets For Operational Procedures” 2006 IEEE-IAS ICPS Tech. Conf. Dearborn, MI, April 30 – May 3, 2006 G.Parise, R.E. Nabours “A Proposal For Harmonizing Global Electrical Safety Standards” IEEE-IAS I&CPS Technical Conference 2006, Dearborn, Mi. E.Hesla, G.Parise, R. Rifaat “Comprehensive Design Of Electrical Installations By Integrating System Configuration And Operational Safety Aspects” IEEE-IAS An. Meet. 2006, Tampa, FL. G.Parise, E.Hesla “Transitions Maps for Integrity in Operational Procedures of Electrical Installations”

La progettazione e la realizzazione di un impianto di trattamento delle acque richiede investimenti, tempi e impegni di risorse ambientali che, inevitabilmente, richiedono l'effettuazione di uno studio di fattibilità pre-progettuale, introducendo le metodologie per l'esecuzione degli studi di fattibilità tecnico-economici e una valutazione preliminare di impatto ambientale.

IEEE-IAS I&CPS Technical Conference 2007, Edmonton, Canada. G.Parise, R.E. Nabours, B. McClung “Relevance of competence in risk reduction for electrical safety” IEEE-IAS Annual Meeting September 23-27, 2007, New Orleans LA USA G. Parise, E.Hesla, R. Rifaat “Architecture impact on integrity of electrical installations: cut&tie rule, ring configuration, floating node” 2008 IEEE/I&CPS Technical Conf., Clearwater Beach, Florida, USA, May 4-8, 2008 G. Parise, “Four color theorem explained by electrical operational procedures?” 2008 IEEE/ I&CPS Technical Conf., Clearwater Beach, Florida, USA, May 4-8, 2008 G.Parise, A.Gabelli, E.Berenato, D.Brambilla,L.Signorelli “Architecture Of Electrical Installations: The Node Double Two” IEEE-IAS Annual Meeting October 5-9, 2008, Edmonton, Alberta (Canada) G. Parise “Transitions theory for intersections/nodes and generalized euclidean kinematics in operation of electrical installations” IEEE-IAS Annual Meeting October 4-8, 2009, Houston (USA) G. Parise, E.Hesla, R. Rifaat “Genetic Code of Electrical Operational Procedures: Lockout Systems, Simulators and Training” Transactions IEEE/IAS volume 46 n.2 March April 2010 G. Parise, E.Hesla:, L..Parise “A Syntax And Semantics Of A Language For Operational Procedures IEEE IAS Annual Meeting 9 -13 Ottobre 2011 Orlando Florida USA - 2013 Industry Applications IEEE Transactions on, Vol: 49, Issue: 1 G. Parise WG, E.Hesla “User Specifications For Operational And Switching Procedures aA WG Report” IEEE-IAS ICPS Technical Conference, May 1-5, 2011 New Port Beach,California (USA) - IEEE Transactions On Industry Applications, VOL. 48, NO. 1, January/February 2012 pag 225 228 G. Parise, E.Hesla:, “Dead” Circuits Are Not Always Dead - IEEE Industry Applications Magazine, 2013 Volume:19 , Issue: 3 G. Parise, E.Hesla, L..Parise: Transitions theory in operation of electrical installations Industry Applications IEEE Transactions on, 2013 Volume: 49, Issue: 3 G. Parise : A new summary on the IEC protection against electric shock Industry Applications IEEE Transactions on, 2013 Volume: 49, Issue: 2 G. Parise, L. Parise:" Electrical Distribution For A Reliable Data Center " Industry Applications IEEE Transactions on, 2013 Vol. 49 issue 4 G. Parise, L..Parise: "Unprotected Faults Of Electrical Cords And Extension Cords In Ac And Dc Systems" , Industry Applications IEEE Transactions on, 2014 Vol. 50 Issue 1 G. Parise, E.Hesla, L.Parise, R. Pennacchia “Switching Procedures In Multiple Source Systems And The Business Continuity Management: The Flock Logic Of Multi-Set Systems” IEEE-IAS ICPS Technical Conference, 20 May - 23 May 2014 Worthington Renaissance Forth Worth Hotel Fort Worth, TX, USA

PALAZZO BALEANI ROMA

LA MANUTENZIONE LA GESTIONE E LA FATTIBILITA’ DEGLI IMPIANTI PER IL TRATTAMENTO DELLE ACQUE


I rifiuti solidi urbani sono: domestici anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli del primo punto, assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità; provenienti dalla pulitura delle strade; di

qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d’acqua; vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali.

LA MANUTENZIONE LA GESTIONE E LA FATTIBILITA’ DEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO DEI RSU CORSO SVOLTO IL 29 MAGGIO 2015 PRESSO LA SALA DELLE LAUREE DI PALAZZO BALEANI CORSO VITTORIO EMANUELE II° 244, ROMA

Manutenzione di un impianto di trattamento meccanico-biologico-TMB di Ing. Giuseppe Rubrichi Sintesi MANUTENZIONE ORDINARIA Operazioni e riparazioni su parti elettriche, meccaniche, murarie, nonché tutti gli interventi idonei previsti dallo MTBF

Addetto Amministrativo/FIR e registri

Linee Guida SGSL UNI-INAIL del 2001 e BS OHSAS 18001

Coordinatore turno

Pianificare la manutenzione in sicurezza

Palista; Manutentore elettromeccanico

M A N U T E N Z I O N E PROGRAMMATA

Manutentore meccanico

Attività manutentive eseguite con strategie predittive o preventive

Addetto sala manovra

M A N U T E N Z I O N E STRAORDINARIA Sostituzione di parti elettriche, meccaniche ed opere murarie per usura, avaria e/o per danni causati da materiali non conformi presenti nel rifiuto urbano INTERVENTI MIGLIORATIVI Nel corso del primo anno di gestione potranno essere studiati interventi migliorativi di impianto finalizzati a: aumentare la quantità del CdR recuperabile; consentire il caricamento diretto dei mezzi adibiti al trasporto degli scarti sfusi provenienti dal bypass della pressa; Realizzare un bypass del vaglio di raffinazione della frazione organica stabilizzata. ORGANICO DEL PERSONALE PREPOSTO ALLA GESTIONE E MANUTENZIONE DELL'IMPIANTO Responsabile Tecnico di Gestione; Assistente Capo impianto/Addetto controlli ambientali;

Addetto gru a base fissa (polipista)

Addetti linee di igienizzazione/ raffinazione

Scopo Individuare e valutare i rischi per i lavoratori durante le attività di manutenzione, di ispezione e di pulizia, anche in relazione ai rischi da interferenze –Risultati Attesi

Addetto linee/carrellista;

Svolgimento in sicurezza delle operazioni di manutenzione ordinaria, programmata, straordinaria

Addetto magazzino

Cosa fare?

Manutenzione su guasto:

Individuare e valutare i rischi legati a tutte attività di

Addetto pesa

•Codice identificativo della localizzazione del guasto •Data del guasto •Causale del guasto •Tipologia del guasto •Tempo di fermo macchina •Eventuali note o rapporti del guasto

Manutenzione (ordinaria,periodica e straordinaria) di mezzi,macchine,impianti,attrezzatur e e ambienti di lavoro,ivi compresi i rischi da interferenze tra lavorazioni contigue o contemporanee •Verificare l’idoneità tecnicoprofessionale del personale incaricato

La manutenzione, in linea di principio, deve essere programmata

•Analizzare e valutare le modalità di intervento e la presenza di procedure operative

Non si può programmare la manutenzione di un impianto senza tener conto che gli interventi devono essere svolti in sicurezza

•Analizzare e valutare le situazioni anomale avvenute o potenzialmente pericolose

Pertanto poterla pianificare efficacemente è necessario dotarsi di un sistema di Gestione della Sicurezza che faccia riferimento alle

•Informare e formare i lavoratori sulle modalità di intervento e sui rischi potenziali connessi all’attività

Maintenance and Facility Management • 17


NOTIZIE GLI INGEGNERI ITALIANI? OTTIMI E COSTANO LA META' DI CINESI E AMERICANI"

DAL 1 GIUGNO AGGIORNAMENTO DATI CATASTALI SONO ON LINE

Così il presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca: "Possiamo crescere del 2%." "L’Italia, insieme con la Germania, ha le carte in regola per trasformarsi nella Silicon Valley dell’industria digitale.”

Dal 1° giugno 2015 è diventato obbligatorio l'aggiornamento degli atti catastali tramite procedura online con firma digitale. I professionisti come geometri, ingegneri, architetti, dottori agronomi e periti devono obbligatoriamente effettuare l'invio dei documenti via web all'Agenzia delle Entrate, tramite i software Docfa e Pregeo. Termina così la fase di transizione in cui l'invio telematico è stato facoltativo: in caso di nuove costruzioni o se si effettuano variazioni su un immobile come fusioni, frazionamenti, ampliamenti o ristrutturazioni, i professionisti dovranno ricorrere ai software dell’Agenzia. Nella fase di avvio della procedura gli uffici provinciali dell'Agenzia del territorio forniranno supporto ai tecnici professionisti, anche per i casi di irregolare funzionamento del servizio telematico, al fine di consentire comunque la ricezione di tutti gli atti di aggiornamento, sottoscritti.

Motivi per puntare sull’Italia? "Sono numerosi. Ma partirei con questo: i nostri ingegneri costano il 40% in meno di quelli cinesi e la metà di quelli americani. E non parlo di neolaureati ma di personale specializzato. Investire da noi conviene”.

NUOVA CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI DAL 1 GIUGNO 2015 Dal 1° giugno 2015, diverranno applicabili sia il regolamento (UE) 1357/2014 che introduce molte novità in tema di classificazione dei rifiuti (come per esempio la nuova definizione HP al posto dei codici H di pericolo), sia la decisione 2014/995/Ue sull’Elenco europeo dei rifiuti, che introduce il nuovo E E R d e s t i n a t o a s o s t i t u i r e il “vecchio” CER. Contestualmente entrerà in vigore il c . d . r e g o l a m e n t o CLP (1272/2008/CE, in tema di classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze chimiche) e che segue il contestato inserimento, da parte del “Decreto Competitività” (DL 91/2014) di una nuova Premessa nell’Allegato D alla Parte Quarta del “Codice dell’Ambiente” (D.Lgs. n. 152/2006). Il regolamento (UE) n. 1357/2014 sarà direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri a decorrere dal 1° giugno 2015, contestualmente alla piena operatività del “regolamento CLP”. Il Regolamento (UE) n. 1357/2014: - detta i criteri relativi all’attribuzione delle classi di pericolo; - introduce i codici di indicazioni di pericolo che sostituiscono le frasi R; - m o d i f i c a i l i m i t i d i concentrazione per alcune classi di pericolo. 18 • Maintenance and Facility Management

Di seguito i collegamenti dove scaricare i software h t t p : / / www.agenziaentrate.gov.it/wps/ content/nsilib/nsi/home/ cosadevifare/aggiornare+dati +catastali+e+ipotecari/ aggiornamento+catasto+fabbricati +-+docfa/software+docfa+4002

LEGGE SUI DELITTI AMBIENTALI. 22 MAGGIO 2015 N°68 La gazzetta ufficiale del 28 maggio 2015 n°122 serie generale, riporta la legge intitolata “DISPOSIZIONI IN MATERIA DI DELITTI CONTRO L’AMBIENTE” formata da tre articoli. L’articolo 1 inserisce nel codice penale al Titolo VI-bis i delitti contro l’ambiente. Che in sintesi sono: -“inquinamento ambientale” punito con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa che va da 10 mila a 100 mila euro. -“Disastro ambientale” punito con la reclusione da 5 a 15 anni. Se si tratta di “Delitti colposi contro l’ambiente” le pene precedenti vengono ridotte da un terzo a due terzi. - “ Tr a f f i c o e a b b a n d o n o d i materiale a alta radioattività” è un delitto punito con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10 mila a 50 mila euro

AL VIA I LAVORI DEL NUOVO COMITATO DI INDIRIZZO STRATEGICO “COSTRUZIONI” DELL’UNI. Il nuovo Comitato di Indirizzo Strategico "Costruzioni" si è riunito per la prima volta lunedì 24 novembre con la presenza del Vice Presidente del CNIM Geometra Adriano Biraghi.

Un incontro preliminare, di presentazione, in cui si è voluto condividere con gli stakeholder del "sistema costruzioni" il percorso che si intende avviare.

E' stato quindi anche un momento aperto di dibattito, in cui sono stati raccolti suggerimenti, utili per trarre non solo una sintesi ma anche per individuare le priorità e le linee di intervento che guideranno l'attività del Comitato nei prossimi tre anni. Quello dell'edilizia si conferma un settore di fondamentale importanza, a cui il mondo della normazione guarda con necessaria attenzione. "Il sistema delle costruzioni è un sistema strategico per questo Paese", dice Brivio, vice Presidente UNI. ”L'Italia vive in questo momento un problema di dissesto idrogeologico, di rischio sismico e, ancora, di scarsa qualità dell'abitare, sia a livello di costruito che di territorio". Le linee strategiche di intervento sono dunque numerose. "E' un lavoro importante", conclude Brivio, "e sono convinto che ci sarà un'ottima partecipazione e che arriveranno ottimi risultati".

SCUOLE: DECRETO SUL MODELLO UNICO DI PREVENZIONE RISCHIO SISMICO E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 maggio 2015 il d e c r e t o d e l Pr e s i d e n t e d e l Consiglio dei Ministri (DPCM) del 2 aprile 2015 recante il titolo “Modalità per l'individuazione di un modello unico di rilevamento e potenziamento della rete di monitoraggio e di prevenzione del rischio sismico per la predisposizione del piano di messa in sicurezza degli edifici scolastici”.


Risalta l'aggettivo 'unico' che corrisponde infatti al principale obiettivo che desidera perseguire il legislatore attraverso questo decreto. Si legge, infatti, nel suo Allegato 1 (parte sostanziale del decreto) quanto segue: 'è ormai da oltre un decennio che la messa in sicurezza delle scuole italiane rispetto al rischio sismico costituisce motivo specifico di attenzione da parte del Legislatore nazionale, che ha moltiplicato nel tempo gli sforzi per dare la più efficace soluzione al problema'.

Risale infatti al 2004 una primo tentativo di mettere in sicurezza i plessi scolastici: era il 31 ottobre 2002 quando la scuola di San Giuliano di Puglia crollò a causa del terremoto e persero la vita 27 bambini e la maestra. Si mosse la macchina normativa e fu attribuito un fattore di importanza alle costruzioni, riconoscendole strategiche, rilevanti e ordinarie attraverso l'Opcm 3274/2003 e l'Opcm 3431/2005 (documento delle attuali NTC08). "L'azione pubblica che si è sviluppata in coerenza con tali indirizzi legislativi ha seguito percorsi diversi, talora utilizzando normative adottate in via specifica per lo scopo, talora operando all'interno di normative di carattere più generale nell'ambito delle quali hanno trovato corpo interventi volti alla riduzione del rischio sismico nel settore dell'edilizia scolastica."

L'art. 2 dell'Opcm 3274/2003 stabiliva che entro i successivi cinque anni fossero condotte le verifiche sismiche sui plessi scolastici esistenti. Ferma restando la responsabilità riguardo al mancato svolgimento di suddette verifiche entro il 31 dicembre 2010 (proroga alla scadenza del 2008, art. 2 legge 31/2008), il DPC (Dipartimento di Protezione Civile) aveva richiesto il censimento di tutte le opere di interesse strategico e rilevante (scheda di livello 0) e la redazione di cronoprogrammi per il completamento delle verifiche qualora non concluse. Suddetta scadenza fu poi prorogata al 31 marzo 2011 (art. 1 del decreto legge n.225 del 29 dicembre 2010), al 31 dicembre 2011 (Legge 26 febbraio 2011, n.10 e decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 marzo 2011 – gazzetta ufficiale n.74 del 31 marzo 2011). In ultimo ai sensi dell'art.3 - "Proroghe in materia di verifiche sismiche" del decreto legge n. 216 del 29 dicembre 2011 (il cosiddetto "milleproroghe"), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.302 del 29 dicembre 2011, il termine risulta prorogato al 31 dicembre 2012. Con la circolare n. 31471 del 21 aprile 2010 il dipartimento di Protezione civile indicò la necessità di effettuare almeno un censimento di tutte le opere che dovevano essere sottoposte a verifica (attraverso la compilazione della scheda livello 0) e di

programmare contestualmente, con prospettive temporali realistiche, il completamento delle verifiche di tutte le opere strategiche e rilevanti (compilazione scheda livelli 1 e 2). Suddetta ricognizione ha avuto una grande rilevanza ed è stata finalizzata alla puntuale conoscenza dello stato di rischio delle opere più importanti in caso di terremoto, o perché fondamentali per le operazioni di protezione civile, o perché suscettibili di creare gravi danni o molte vittime in caso di collasso. Attraverso un dettagliato rilievo del rischio sarebbe stato quindi possibile condurre un'efficace programmazione di interventi mirati e prioritari di mitigazione, che sfruttino al meglio le risorse disponibili. La realizzazione delle attività di monitoraggio e prevenzione del rischio sismico spetterà al Centro di Geomorfologia per l'area del Mediterraneo (CGIAM), che dovrà stipulare una convenzione triennale con il DPC, avvalendosi dei Centri di competenza previsti dal decreto del Capo del Dipartimento della protezione civile 24 luglio 2013, n. 3152, stabilendo tra l'altro la durate e la successione temporale delle stesse. 'Il quadro degli interventi che ne è risultato appare pertanto estremamente composito ed articolato, risentendo fortemente dei diversi contesti procedurali ed istituzionali d'origine. Ne è derivata una dispersione delle conoscenze che non ha consentito di far progressivamente tesoro delle esperienze realizzate per affinare criteri, metodi e parametri di intervento in vista delle successive iniziative. E' proprio la consapevolezza di questa situazione che ha indotto il Legislatore a riconoscere, con l'art. 18, comma 8-bis, del decreto-legge 21 giugno 2013 n. 69, convertito con modificazioni dalla legge 9 agosto 2013 n. 98. l’esigenza di pervenire alla realizzazione di un modello unico di rilevamento e potenziamento della rete di monitoraggio e di prevenzione del rischio sismico nel settore dell'edilizia scolastica, con l'evidente obiettivo di porre le basi per un processo di crescita delle basi conoscitive dell'azione pubblica e, quindi, di miglioramento in prospettiva dell'efficacia delle politiche di riduzione del rischio sismico nel settore.' Non è un caso che le 'Istruzioni per la valutazione affidabilistica della sicurezza sismica di edifici esistenti' (CNR DT 212/2013) prendano in considerazione un plesso scolastico per redigere un esempio di verifica di vulnerabilità sismica per un edificio in cemento armato e uno in muratura (tipologie riscontrate tra le più ricorrenti, poiché molte volte trattasi di strutture che hanno subito un cambio di destinazione d'uso).

X SIMPOSIO INTERNAZIONALE DI INGEGNERIA SANITARIA AMBIENTALE L’ A N D I S , A s s o c i a z i o n e Nazionale di Ingegneria Sanitaria Ambientale, annuncia che il prossimo Simposio Internazionale di Ingegneria Sanitaria Ambientale (SIDISA 2016) si terrà a Roma il prossimo anno e sarà organizzato dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (DICEA) della Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Roma La Sapienza. All’interno della manifestazione si terrà, come avvenuto in passato, il Workshop Italo/Brasiliano (SIBESA) organizzato dall’Associacão Brasileira de Engenharia Sanitaria e Ambiental (ABES). La partecipazione attiva alla manifestazione sia del Gruppo Italiano di Ingegneria Sanitaria Ambientale (GITISA), sia della Associación Interamericana de Ingeniería Sanitaria y Ambiental (AIDIS) darà al SIDISA2016 un ampio respiro ed una rilevante visibilità internazionale Il Simposio rappresenta un’occasione unica quale momento di incontro, riflessione e discussione tra tecnici del settore, ricercatori e rappresentanti delle istituzioni onde rendere possibile un confronto costruttivo e di aggiornamento sui temi emergenti, sull’innovazione tecnologico - scientifica e sulle prospettive future nei diversi settori dell’Ingegneria Sanitaria Ambientale. Al Simposio sono invitati il Re t t o r e d e l l a S a p i e n z a Università di Roma, il Preside della Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale, il Direttore del DICEA, Il Sindaco di Roma, il Presidente della Regione Lazio e i Professori de Fraja Frangipane, Misiti, Urbini, Boari, D’Antonio, Napoli, Past President di ANDIS. Maintenance and Facility Management • 19


SOCI DEL CNIM RFI Rete Ferroviaria Italiana GRUPPO FERROVIE DELLO STATO ANAS Geoconsult

CONSIGLIO DIRETTIVO DEL COMITATO NAZIONALE

Romeo Gestione

ITALIANO PER LA

InarCassa

MANUTENZIONE

Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati ASSISTAL Associazione Italiana Prove non distruttive MAPEI DAIKIN TESTO UNI-CEI Vitrociset Consiglio Nazionali degli Ingegneri

Presidente On. Prof. Ing. Aurelio MISITI Presidenti Onorari Dott. Ing. Marcello MAURO Prof. Ing. Francesco Paolo BRANCA Vice Presidenti Geom. Adriano BIRAGHI Dott. Ing. Francesco PITTONI

ENI Collegio Nazionale Agrotecnici e Agrotecnici Laureati Consiglio Nazionale dei Periti e dei Periti Laureati Collegio della provincia di Varese dei Periti e dei Periti Laureati FINCO Federazioni Industrie Prodotti Impianti Servizi ed opere specialistiche per le Costruzioni ITS Istituto Tecnico Superiore Tirreno Fuscaldo (CS)

Maintenance and Facility Management • 20

Rappresentante del MISE Dott.ssa Eliana Daniela SOVIERO Consiglieri Onorari Prof. Ing. Onorato HONORATI Dott. Ing. Giuseppe COSTA Dott. Ing. Enrico COMELLINI Probiviro Dott. Ing. Duccio GHIDETTI


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