Cooperazione in Agricoltura #6

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Focus vino

Un ritorno tanto atteso: il vino sfuso

Continua a pagina 18

Focus olio

«Extravergine toscano: non c’è eccellenza senza innovazione» Continua a pagina 23

Periodico trimestrale a cura di Terre dell’Etruria Società Cooperativa Agricola tra Produttori



Sommario Settembre Novembre 2018

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Periodico trimestrale a cura di Terre dell’Etruria Società Cooperativa Agricola tra Produttori Presidente Massimo Carlotti Autorizzazione Tribunale di Livorno n°664 del 10 novembre 1999

Pagina 4 Ortofrutta, biologico: i prossimi cinque anni saranno fondamentali Di Camilla Micheletti Direttore editoriale Cooperazione in Agricoltura

Pagina 7 Massimo Carlotti guida l’agroalimentare di Legacoop Toscana A cura della redazione Pagina 10 Consigli di lettura A cura della redazione Pagina 12 I numeri difficili della raccolta cereali 2018 Di Gianpiero Botrini Responsabile settore cerealicolo Terre dell’Etruria Pagina 18 Un ritorno tanto atteso: il vino sfuso Di Alberto Del Bono Editor e consulente letterario

Direttore Editoriale: Camilla Micheletti

Pagina 23 «Extravergine toscano: non c’è eccellenza senza innovazione» Intervista a Giampiero Cresti Direttore Olivicoltori Toscani Associati Di Camilla Micheletti

Direttore Responsabile: Filippo Martinelli

RUBRICHE:

Redazione: Azzurra Meucci Foto: Archivio Terre dell’Etruria Barescar90/Pixabay GutundTasty /Pixabay Cnippato78/Pixabay Steve_LF/Pixabay Chrini/Pixabay

Art Direction Ossia Furbo di Fabio Russo - Torino Grafica: Timeout Adv Agency - Cecina Stampato da: Grafiche 2000 - Ponsacco Contatti: redazione@terretruria.it Chiuso in redazione il 28/08/2018

Direttore editoriale Cooperazione in Agricoltura

Pagina 32 L’angolo dello Chef Cristiano Ferri Osteria del Ghiotto, Canneto - Monteverdi M.mo (Pi) A cura della redazione Pagina 34 Il prodotto: la pasta Antico Borgo Buona da gustare, bella da sognare A cura della redazione Pagina 36 La difesa delle colture dei mesi di settembre - ottobre - novembre 2018 A cura dell’Ufficio Agronomico Terre dell’Etruria Pagina 40 Approfondimento Il mal dell’esca della vite nel 2018 Di Paolo Granchi Dott. Agronomo Terre dell’Etruria

Pagina 42 Consigli per la concimazione delle colture Settembre - ottobre - novembre 2018 A cura dell’Ufficio Agronomico Terre dell’Etruria Pagina 47 Approfondimento I disciplinari di produzione dei cereali Di Leonardo Lulli Dott. Agronomo Terre dell’Etruria

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Pagina 50 Le offerte di Terre dell’Etruria


Settembre - Novembre 2018

L'editoriale Come è nato il Progetto Ortofrutta Grosseto e qua-

L'editoriale

li soggetti sono coinvolti?

‫«‏‬Ortofrutta, biologico: i prossimi cinque anni saranno fondamentali» Una chiacchierata con ‫‏‬Paolo Simonelli ‫‏‬responsabile del settore ortofrutticolo di Terre dell’Etruria sul ‫‏‬nuovo progetto dedicato all’ortofrutta a Grosseto

‫‏‬Il Progetto Ortofrutta Grosseto è ufficialmente partito a luglio 2018 ed è ancora in fase embrionale: circa un anno fa si è creata la possibilità di andare in Maremma, subentrando a una realtà già esistente – Ortofrutta Grosseto – tramite una rete d’impresa che ha coinvolto, oltre a Terre dell’Etruria, anche Toscana & Sapori e Orti in Maremma. ‫‏‬Una compagine interessante e competente che intende ripensare la funzione di una struttura nuova, costruita nel 2012 e quindi all’avanguardia dal punto di vista dei macchinari e delle attrezzature, che negli ultimi tempi era andata un po’ in declino. ‫‏‬La struttura che abbiamo preso in affitto è la più grande di tutto il grossetano: si trova nel Comune di Roccastrada, precisamente a Braccagni, e rappresenta uno snodo strategico per la produzione di ortofrutta locale e un ulteriore presidio sul territorio che si va a sommare allo stabilimento di Venturina, dove attualmente vengono lavorate le produzioni di Terre dell’Etruria. Proprio per questo, forti dell’esperienza del Progetto Integrato di Filiera dedicato all’ortofrutta bio, abbiamo deciso di destinare la maggior parte della produzione proprio al biologico. ‫‏‬Che cosa cambierà nell’organizzazione produttiva di Terre dell’Etruria con la nascita del nuovo spazio produttivo? Il punto di Grosseto ha grandi potenzialità ed è strutturato per raggiungere un obiettivo di produzione che si aggira intorno ai 4/5 milioni di fatturato, contro i 7 milioni della struttura di Venturina, che rimarrà comunque il magazzino

A cura di Camilla Micheletti

principale.

Direttore editoriale Cooperazione in Agricoltura Dobbiamo però considerare che a Grosseto stiamo partendo da zero: la prima produzione introdotta è stata quella delle cipolle a partire da luglio. ‫‏‬Abbiamo preso una scatola vuota – nel linguaggio contemporaneo potremmo quasi de-

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n° 52

finirla una start-up – con l’idea di trasformarla nel nuovo

Integrato di Filiera della Regione Toscana “Valorizzazio-

polo dell’ortofrutta bio della costa toscana.

ne della produzione ortofrutticola biologica della Toscana”, un piano triennale che terminerà a ottobre 2018, a cui

‫‏‬Quali sono i prodotti che saranno lavorati nel nuo-

stanno dando operatività Vivitoscano e Apofruit Italia, in

vo stabilimento?

sinergia con Terre dell’Etruria e C.S. dell’Etruria. ‫‏‬In questo caso Vivitoscano e Apofruit erano i capofila, mentre Ter-

‫‏‬La struttura di Venturina ha sempre avuto una parte di pro-

re dell’Etruria ha rappresentato il collettore dei produttori

duzione dedicata al biologico, ma con il nuovo progetto Or-

biologici della Toscana, attraverso i propri soci.

tofrutta a Grosseto ci aspettiamo di fare un ulteriore salto di qualità, sia a livello di quantitativi, sia a livello commer-

‫‏‬Con la messa in opera della struttura di Grosseto Terre

ciale.

dell’Etruria diventa un soggetto attivo sul territorio anche dal punto di vista della produzione e della trasformazione.

tano una panoramica della produzione che il territorio può

‫‏‬Quali sono le criticità e le prospettive del settore

offrire: dai pomodori datterini alle zucchine, dal finocchio

biologico in Toscana?

al porro, fino al cavolfiore, al broccolo e alle patate. ‫‏‬Il biologico ha ampi margini di sviluppo, soprattutto nel Il lavoro che abbiamo in mente rappresenta la naturale pro-

nostro territorio. La diffusione dell’agricoltura biologica

secuzione di quanto iniziato a Venturina, con un’impronta

nel nostro Paese è diversa da Nord a Sud: mentre nel nord

prettamente dedicata al settore biologico.

Italia e nel nord Europa negli ultimi anni le vendite di ortofrutta biologica sono cresciute in maniera esponenziale,

‫‏‬Il progetto Ortofrutta si inserisce nel solco di al-

nel centro Italia e al Sud c’è ancora molto da lavorare per

tre iniziative legate al settore a cui ha partecipato

arrivare a quei livelli. Come in molti altri settori di mercato,

Terre dell’Etruria?

le “novità” arrivano nelle nostre zone con 4/5 anni di ritardo rispetto alla media dei Paesi del Nord. ‫‏‬I prossimi anni

‫‏‬Uno dei progetti più importanti a cui abbiamo dato il nostro

saranno quindi cruciali per lo sviluppo del biologico: dob-

contributo sul tema del biologico è il sopracitato Progetto

biamo essere pronti a affrontare le sfide del futuro, e credo

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L'editoriale

‫‏‬I prodotti che possiamo lavorare sono diversi e rappresen-


Settembre - Novembre 2018 che il Progetto Ortofrutta sia il primo passo per cogliere questa sfida. Dalla nostra abbiamo anche le testimonianze e gli esempi di chi è arrivato prima di noi: dobbiamo ispirarci e imparare, mantenendo salda la nostra identità locale. Quindi il biologico è sempre la scelta migliore? ‫‏‬Per quanto riguarda le criticità che possono investire il settore dell’ortofrutta biologico nella nostra zona, credo che la questione più grande sia sempre quella dell’inquinamento. ‫‏‬ Quando si parla di biologico non si può fare a meno di soffermarsi sul tema dei metalli pesanti, che come nell’agricoltura convenzionale lasciano residui nella frutta e nella verdura. ‫‏‬L’obiettivo, sempre più difficile, è trovare zone non troppo inquinate o effettuare bonifiche dei terreni coltivati – ancora lunghe e costose – per avviarsi verso un’agricoltura più

L'editoriale

sana e sostenibile, che rispetti gli ecosistemi naturali ma che non lasci gli agricoltori in balia del clima e delle annate sfavorevoli. ‫‏‬ Una bella sfida per i prossimi anni: associare a un brand forte come quello del “prodotto toscano” l’etichetta del biologico.

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n° 52

[TE RRE N EWS ]

Massimo Carlotti

Presidente Terre dell'Etruria

‫ ‏‬uove sfide e una nuova N carica per il Presidente di Terre dell’Etruria

‫‏‬Un’associazione che raccoglie un centinaio d’imprese, con 600 milioni di ricavi complessivi, oltre duemila addetti e 36.500 soci da un lato, un uomo che conosce la cooperazione e il settore agroalimentare dall’altro. Un unico obiettivo: farsi trovare pronti all’innovazione e alle nuove sfide del mercato. Al termine dell’assemblea tenutasi il 29 giugno nella sede di Le Chiantigiane, dal titolo evocativo di «Innovativi per tradizione», Massimo Carlotti – presidente di Terre dell’Etruria – è stato eletto presidente dell’agroalimentare di Legacoop Toscana. Raccoglie il testimone di Sara Guidelli, che ha retto il timone negli anni passati e ora è stata nominata coordinatrice dei Settori di Legacoop Toscana. ‫«‏‬Dobbiamo sempre guardare alle sfide senza paura – ha affermato Carlotti – perché in un mondo che cambia velocemente la cooperazione deve farsi trovare pronta. Anche con i suoi problemi, portando avanti la sua visione, ma deve sempre farsi trovare pronta all’innovazione. Deve imparare

A cura della redazione

a interpretare i cambiamenti più velocemente di quello che fa ora.» ‫‏‬Già dalle prime dichiarazioni emerge chiara e forte la sua visione della rotta da tenere nei prossimi anni: costruire accordi nelle filiere, rafforzando il lavoro di squadra tra cooperative per diventare sempre più competitivi in un mondo globalizzato. Un occhio al mercato internazionale e uno al prodotto locale, per trovare e mantenere il miglior posizionamento per le eccellenze della regione. R ‫ ‏‬iguardo alle sfide per il futuro e la direzione nella quale si sta muovendo l’agroalimentare, nessun dubbio: «Deve andare verso la salvaguardia dei propri produttori, patrimonio inestimabile dell’Italia e della nostra regione. Deve andare verso una sempre maggior tutela delle produzioni agroalimentari, le nostre eccellenze, della tutela del lavoro e della tutela della vera cooperazione.»

Pagina 7

L'editoriale

‫ ‏‬assimo M Carlotti guida l’agroalimentare di Legacoop Toscana


Settembre - Novembre 2018

Punti Vendita

LEGENDA

Carrara Massa Pistoia Prato

Viareggio

Lucca

ARENA METATO Pisa

Firenze Empoli

CASCINA Livorno

CASTELNUOVO M.DIA Rosignano Marittimo

CHIANNI Arezzo

CASINO DI TERRA

CECINA

L'editoriale

CASTELNUOVO BERARDENGA Loc. Colonna del Grillo

RIPARBELLA

SIENA

DONORATICO VENTURINA

MASSA MARITTIMA

CASTIGLIONE D'ORCIA Via del Colombaio Fraz. Gallina

Piombino

RIOTORTO

GROSSETO

MONTIANO MAGLIANO IN TOSCANA

CAMPAGNATICO MANCIANO Loc. San martino MANCIANO Loc. Sgrillozzo MANCIANO Loc. Marsiliana

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n° 52

Settembre, Ottobre, Novembre I NOSTRI CONSIGLI

Avicoli

(Polli, Anatre Oche, Tacchini, Faraone) Si esce dalla stagione calda, occorre dare nuova vita ai pollai. Dopo le prime piogge dissodare il terreno battuto, dove gli animali vivono giornalmente. Qualora si disponesse di un prato-pascolo eseguire un’arieggiatura per eliminare il vecchio feltro sarebbe ottimale. Gli animali adoreranno razzolare dove ci saranno giovani germogli. Monitoriamo la presenza di pidocchi o acari nei ricoveri interni, e, se pervenuti, disinfettare accuratamente. Ovunque ce ne sia la possibilità, pitturare le pareti dei ricoveri di bianco e favorire l’illuminazione.

Orto

L'angolo del mercato

Per favorire l’eziolatura (imbianchimento) dei sedani e della scarola occorre rincalzare. Per piante che sviluppano maggiormente in altezza (cardo) conviene avvolgere l’intera pianta in un foglio di cartone abbastanza spesso e legare ben stretto. In previsione del freddo si allestiscono piccoli tunnel per le nuove semine. Si trapiantano: cavoli di vario tipo, cipolle, asparagi e carciofi. Si trapiantano: piselli, fave, spinaci, bietole, prezzemolo, ravanelli. Si andranno a dissodare i terreni nudi, specialmente i più argillosi, per far si che siano esposti all’azione disgregante del freddo. È consigliato l'apporto di a sostanza organica.

Frutteto Appena terminata la raccolta di mele, pere, uva, noci e fichi, si preparano i terreni. Per eventuali nuovi impianti dopo la caduta foglie, si procede ai trattamenti contro la bolla del Pesco.

Giardino Non oltre settembre, se si necessita, si proceda con la trasemina, previa arieggiatura del cotico erboso. Prima dell’arrivo del freddo, per irrobustire il prato e renderlo meno vulnerabile a questo, si renderà utile una concimazione potassica.

Terre dell'Etruria siete voi!

Segnalateci gli articoli, le storie e gli approfondimenti che vorreste leggere su Cooperazione in Agricoltura alla mail redazione@terretruria.it

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Settembre - Novembre 2018

Consigli di lettura A cura della redazione Per affrontare il lungo autunno che cosa c’è di meglio di un

esperienze di cooperazione.Le prime associazioni, a Castagneto

buon bicchiere di vino e un bel libro in cui immergersi?

come in molte altre zone d’Italia, raccoglievano commercian-

In questo numero vi consigliamo due libri molto diversi tra

ti, agricoltori o piccoli possidenti, proponendosi però soltanto

loro ma che ci sono piaciuti moltissimo: il primo racconta la

l’obiettivo di «offrire ai propri membri le merci al prezzo più bas-

storia della cooperazione nel nostro territorio, mentre il se-

so possibile». Le prime cooperative in senso moderno nacquero

condo è un romanzo ambientato in Kentucky, negli Stati Uniti, che racconta la vita agricola di un luogo sospeso tra passato e presente.

LA STORIA

Storie della cooperazione in Toscana

Tendenze

L’Italia ha una ricca tradizione di cooperative e associazioni di categoria, un mondo che continua a ricoprire un’importanza fondamentale a livello economico e sociale. Le sfide che si presentano oggi sono diverse da quelle del passato ma non meno impegnative: se un tempo bisognava costruire una storia e un metodo, oggi bisogna dimostrarsi all’altezza di quella storia, ed essere in grado di coniugare bisogni dei soci, aspetti economici e politici. Il volume di Marco Gualersi, Un’isola cooperativa. Cent’anni di cooperazione a Castagneto Carducci ricostruisce un secolo di storia del territorio attraverso documenti e testimonianze. Racconta un territorio con una tradizione di associazionismo fortemente radicata nel locale ma che soprattutto negli ultimi anni segue con occhio attento le tendenze nel settore, diventando a sua volta un punto di riferimento per le nuove

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n° 52 due secoli più tardi, all’ombra dei grandi cambiamenti in atto

ria – dalla crisi del ’29 alla seconda guerra mondiale, al Viet-

dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale: cresceva la mobi-

nam, agli anni ’80 – costruendo una trama forte e umana.

lità sociale, molti lavoratori si spostavano e si andavano sempre

In un luogo dove il tempo è ancora scandito dal ritmo delle sta-

più differenziando i bisogni di ogni professione. La tendenza al

gioni e dal lento scorrere del fiume, la comunità di Port William

mutuo soccorso e alla cooperazione (a Castagneto e nel resto

ha visto minacciati da guerre, avidità e consumo dissennato i

del Paese) non accennò però a diminuire: fiorivano cooperative

suoi delicati equilibri ecologici, economici e umani.

e associazioni, che al netto di iniziali «errori e ingenuità» come

In questo grande romanzo corale Wendell Berry non tesse lodi

li definisce con un’elegante perifrasi Enrico Mannari nella sua

nostalgiche del passato, ma ripropone temi cruciali per defini-

prefazione, erano il segno di quel diffuso sentimento di solida-

re l’identità della nostra società: l’effetto disgregante dell’indu-

rietà e unione che non ha mai abbandonato i lavoratori italiani.

strializzazione agricola e la distruzione della natura, l’elogio

IL ROMANZO

Wendell Berry. Jayber Crow

della lentezza, il rispetto per la terra, il senso di solidarietà delle piccole comunità.

Wendell Berry, classe 1934, è un ex professore universitario americano che al culmine di una brillante carriera ha lasciato la sua cattedra per tornare a coltivare la terra di Lane’s Landing, in Kentucky, dove la sua famiglia vive da generazioni. In America è considerato il profeta dell’agricoltura sostenibile, dell’ecologia, della comunità e del rapporto uomo-natura. Lo chiamano il po-

Tendenze

eta contadino, un uomo che non ha paura di sporcarsi le mani d’inchiostro e di terra. E la cosa più bella è che parla da uomo che conosce quello che sta dicendo, che descrive e tratta argomenti che poi andrà a mettere in pratica nel suo campo. Non solo il campo d’indagine: il campo vero, quello fatto di terra da arare. Jayber Crow è stato il barbiere di Port William, un piccolo centro agricolo del Kentucky, per oltre trent’anni. Tutti sono passati dal suo negozio, affidandogli, insieme ai capelli e alla barba, pensieri e speranze, sogni e delusioni. Ormai anziano ci racconta le loro vicende, e alle piccole storie degli abitanti di Port William si intrecciano gli avvenimenti della Sto-

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Focus Cereali

Settembre - Novembre 2018

I numeri difficili della raccolta cereali 2018 L’analisi della campagna appena trascorsa Di Gianpiero Botrini

Responsabile settore cerealicolo

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AvversitĂ climatiche e pressioni estere rendono sempre piĂš necessari piani di coltivazione ragionati e basati sulla reale vocazione aziendale


Focus Cereali

n° 52

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Settembre - Novembre 2018 La qualità e quantità dei prodotti cerealicoli raccoltaa

si sono abbattuti almeno il 60% di mm. di pioggia in

nel 2018 è stata caratterizzata dall’andamento

più, rispetto al pari periodo di gennaio - luglio

climatico particolarmente piovoso nel peri-

2017.

odo tardo invernale e primaverile. La difficoltà di entrare nei campi, che Le piogge continue e copiose che

nella maggior parte dei casi, non ha

hanno interessato tutto il territorio

permesso il corretto apporto delle

nazionale ed europeo hanno determi-

concimazioni primaverili e degli ade-

nato l’insorgenza di malattie e anche

guati interventi per la difesa e diserbo delle colture non ha consentito l’otti-

l’allettamento delle colture.

male raggiungimento delle quantità e

In particolare in Toscana analizzando

qualità produttive.

anche i dati delle stazioni Meteo del SIR,

RILEVAMENTO PIOGGIA IN TOSCANA DALLO STORICO DI ALCUNE STAZIONI METEROLOGICHE DELLA RETE REGIONALE Centro idrologio della Regione Toscana SIR - www.sir.toscana.it/ricerca-dati

Focus Cereali

Periodo pioggia mm. Area

Gennaio Gennaio Gennaio Dicembre Luglio Luglio 2017 2018 2017

Stazione meteo di riferimento

Differenza in più su periodo anno precedente

in più

%

Toscana Nord

Pisa (Fac. Agraria) [TOS01000544] Pisa (PI)

792

285

565

279

49%

Toscana Centro litorale

Vecchia SS Aurelia [TOS01005489] Campiglia Marittima (LI)

390

157

403

246

61%

Toscana Sud litorale

Acquisti [TOS10002580] Grosseto (GR)

403

153

522

369

71%

Tosca Centro Sud interno

Rigomagno [TOS03000715] Sinalunga (SI)

429

177

572

395

69%

504

193

515

322

63%

media totale

In questo scenario particolarmente difficile le rese del grano

Questo a dimostrazione che l’input dei mezzi tecnici può

duro sono risultate più basse del previsto con medie anche

fare sicuramente la differenza quando la stagione è partico-

inferiori ai 25/30 ql/ha e con pesi specifici tendenzialmente

larmente contraria e avversa.

sotto lo standard. La responsabilità verso questa resa scadente va a essere

In questi casi si è potuto osservare che è stato positivo il com-

prevalentemente attribuita all’andamento climatico, ma nel

portamento di alcune varietà rispetto ad altre usando seme

complesso delle varie aree, si sono riscontrati anche casi con

certificato, l’apporto di concimi azotati in più fasi, l’impiego

risultati soddisfacenti dove si è comunque riusciti a interve-

di fungicidi e diserbanti appropriati e non ultima una buo-

nire con la tecnica colturale in modo opportuno, riscontran-

na preparazione dei terreni e pulizia dei canali di sgrondo in

do talvolta pesi specifici 79/80 con proteine 13/14 ed anche

vari casi hanno fatto la sostanziale differenza.

superiori.

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n° 52

GRANO DURO Stima produzioni 2018

Focus Cereali

su base dati Istat - elaborazione Comitato Tecnico Commerciale ANB - ISA

GRANO TENERO Stima produzioni 2018 su base dati Istat - elaborazione Comitato Tecnico Commerciale ANB - ISA

MERCATI

12% così che la produzione complessiva di prodotto in Italia,

In Italia la stima dei dati di produzione delle cerealicole è

risulterebbe inferiore di circa 500mila/tn, passando a 3,7 mi-

ancora in elaborazione, ma i primi dati elaborati dal Comi-

lioni di tn, rispetto ai 4,2 del 2017, dato che risulta probabil-

tato Tecnico Commerciale Cooperativo stimati nelle aree

mente il più basso degli ultimi 10 anni. Per il grano tenero il

Nord, Centro e Sud, indicano per il grano duro una resa me-

calo di resa risulterebbe calcolato in poco più dell’ 8%, ma la

dia alla raccolta inferiore rispetto allo scorso anno di circa il

qualità sembra avere tenuto meglio.

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Settembre - Novembre 2018 Anche per il resto dell’Europa le prime stime sulla produ-

questi risentito di una minore resa, ma anche di un calo delle

zione del grano duro vedono la produzione della Grecia in

superfici a coltivazione così come per il favino zootecnico.

calo con difficoltà qualitative come in Francia e in parte della

Nel complesso per il grano duro la minore possibile disponi-

Spagna.

bilità di prodotto nel bacino europeo, non ha però vivacizzato

Per il resto dei cereali minori come avena e orzo hanno anche

le prime quotazioni di mercato:

PRIME QUOTAZIONI MERCATO GRANO DURO CAMPAGNA 2018

Focus Cereali

Riferimenti primo mercato di luglio 2018

2017

variazione

Bologna ( Fino Centro) - ps 79 prt 13

225/230

240/245

-15

Foggia ( fino ) ps 80 prt 12,5

225/230

230/235

-5

Milano ( Fino Centro )

230/235

240/245

-10

Gli stock finali e i riporti della scorsa compagna pare che ab-

questo mix di situazione i prezzi non sembrano al momento

biano influito a calmierare la domanda. Da Oltreoceano le

destinati a salire. Considerando i propri costi di produzione

notizie di agenzie ufficiali canadesi, come già noto da questa

aziendali e le possibili rese, occorrerà riflettere nel prende-

primavera, riportano un incremento delle semine a grano

re la decisione di coltivare ponendo attenzione al criterio

duro, e anche se il clima risulta essere particolarmente sic-

di destinabilità del prodotto e con l’obiettivo di raggiungere

citoso si prevede una buona quantità di prodotto di qualità

un giusto rapporto di qualità e quantità di produzione per la

esportabile che sicuramente farà pressione su i nostri mer-

collocabiltà del prodotto e nell’ambito di possibile (calcolato)

cati europei e in particolare nel nostro Paese .

reddito. Secondo queste considerazioni nell’intraprendere una semi-

Considerazioni per la prossima campagna

na di cereali dovremo sempre più confrontarci con la reale

e sul grano duro

vocazione aziendale, evitando di affrontare coltivazioni in

In questo scenario apparentemente di calma piatta, per la

avventura con tecniche mediocri tese al risparmio estremo

coltivazione del grano duro occorrerà comunque fare i con-

che non contribuiscono a migliorare la situazione e indeboli-

ti con le prossime semine in autunno, consapevoli che in

scono ancora di più la nostra competitività sul mercato.

STAZIONI METEO RIFERIMENTO DATI REGIONE TOSCANA – sistema idrologico regionale –SIR -

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Toscana Nord Pisa fac agraria:


n° 52

STAZIONI METEO RIFERIMENTO DATI REGIONE TOSCANA Sistema idrologico regionale - SIR Toscana Nord Pisa fac agraria:

Focus Cereali

Toscana Centro Litorale : Campiglia M.ma

Toscana Sud Litorale : Grosseto

Toscana Centro sud Interna : Sinalunga Siena

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Focus Vino

Settembre - Novembre 2018

Un ritorno tanto atteso: il vino sfuso ‫‏‬I sapori della vigna ritornano in tavola ‫‏‬Di Alberto Del Bono ‫‏‬Editor e consulente letterario

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Focus Vino

n° 52

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Settembre - Novembre 2018 ‫‏‬Immaginatevi la scena: una vecchia osteria, un pergo-

e finché c’era posto ci si stringeva intorno al tavolo. Beato chi

lato, una fresca giornata di settembre. L’oste, gioviale, una

ha vissuto quell’epoca d’oro delle nostre osterie, e goduto di

pancia imponente portata con orgoglio, scortato da un lieve

quei vini che se peccavano in perfezione avevano tante più

profumo di cucina si avvicina al tavolino e racconta i piatti

storie da raccontare. Poi è venuto il tempo degli sfusi chimici

(pochi, rigorosamente del giorno e rigorosamente a voce).

e industriali, tagliati con sapori morbidi a mascherare difetti

Mentre ordinate, si avvicina guardingo un giovane maître con

e acidità. Come signore troppo imbellettate, per esser sicuri

i capelli impomatati, che vi porge la carta dei vini. Duecento

di aver ben nascosto odori e sapori sgradevoli si finiva per

pagine ordinatissime: bianchi, rossi, rosati, bollicine, vini na-

annullare qualsiasi sapore diverso, qualsiasi nota particola-

zionali vicini e lontani, vini esteri, vini dolci e vini del nuovo

re. Scottati da bevute troppo anonime abbiamo smesso di or-

mondo. Non che ci sia nulla di male ad avere una bella carta

dinare vino sfuso in osteria, in bottega, cercando nella fredda

dei vini, soprattutto in un periodo in cui molti stanno risco-

precisione di una bottiglia refrigerio per nasi e gole in cerca

prendo la gioia di capire cosa stanno bevendo (o di fingersi

di sapori autentici.

Focus Vino

intenditori). Forse, però, questa scena avrebbe meritato una continuazione più coerente: un quartino di vino della casa,

E oggi?

appoggiato con poca grazia sulla tovaglia a quadri insieme

Dalla vigna e dalla cantina ricominciano a uscire vini veraci,

all’acqua e al pane. Chi storce il naso solo a sentire pronun-

che raccontano un territorio e le storie di chi li produce. Sa-

ciare «sfuso» forse ha avuto poca fortuna le ultime volte che

lutiamo il ritorno alla passione per il bere sincero, con i suoi

l’ha ordinato: certo è che per un Paese che ha tanti vini quan-

difetti ma anche le sue particolarità, quelle che ti fanno rico-

te vigne – ognuno con le sue particolarità e i suoi aromi che lo

noscere un vino da un’altro, e perché no, scegliere un’osteria

rendono unico – lo spazio che abbiamo lasciato al vino «della

rispetto a un’altra.

casa» è ben poco.

Se dalla vigna ricominciano a uscire vini ottimi e intriganti, è ancora difficile trovarli proposti come meritano. Come po-

‫‏‬Lo abbiamo dimenticato, lo abbiamo abbandonato,

trebbe essere?

lo abbiamo rovinato?

‫‏‬Com’era: possiamo lasciare che la storia di una terra sia rac-

‫‏‬Chi ordina oggi il vino sfuso in osteria o dal vinaio? Qualche

contata da uno dei suoi ottimi vitigni autoctoni, diversi re-

turista, chi comunque non capirebbe quello che sta bevendo,

gione per regione e campo per campo, spillati dalla botte e

chi vuole spender poco ma placare la sete. C’è stato un tempo

portati in tavola nelle misure (da un quarto, da mezzo, da un

in cui lo sfuso era l’unico vino disponibile, quello prodotto nel

litro, a seconda del numero e della sete dei convitati). V ‫ ‏‬ini

campo vicino, dal vignaiolo di cui l’oste sapeva il nome e la

intimi, spesso poco impegnativi (pensate al ciliegiolo, bevu-

storia. Il tempo in cui all’osteria ci si andava per bere, il cibo

to fresco nelle serate estive), che si possono conservare nel

si portava da casa e si condivideva la mensa con chi capitava,

frigo di casa in pratici bag in box (un nome abbastanza brutto

Pagina 20


n° 52 per un oggetto utilissimo): apri, bevi quello che vuoi. Le ri-

importanti, che hanno deciso di non imbottigliare che una

metti in frigo, pronto per i prossimi ospiti. ‫‏‬Un vino capace,

parte – la migliore ovviamente – della propria produzione

come recitava in apertura un bell’editoriale uscito nel 2007

vinicola. E non a caso. Pensate ai vantaggi che si porta dietro

sulla rivista indipendente a tema vino Porthos, «di farvi sen-

il vino sfuso: nel farlo e nel venderlo si possono evitare com-

tire a casa». Oltre dieci anni fa si ribadiva già con forza la

promessi «commerciali» e godendone si ha l’inequivocabile

necessità di tornare a un vino sfuso di qualità, che sapesse

percezione che sia meno costruito.

evocare il sapore di casa tanto caro ai nostri nonni e ai no-

I produttori si sono già mossi, da consumatori dovremo im-

stri genitori, quello che chiamiamo “il vino del contadino”.

parare (o meglio ricominciare) a pagarlo il prezzo che merita,

Un vino discreto, sincero, con una evidente e tenera connota-

riconsegnandogli la dignità che un mercato senza regole gli

zione locale. Metterlo in bottiglia non gli porterebbe qualità,

aveva portato via.

ma le regole dell’imbottigliamento lo porterebbero a confondersi con altri, limandone gli spigoli e gli appigli che ne permetterebbero una qualche – seppur moderata – evoluzione.

Focus Vino

‫‏‬Eppure in Italia ci sono tanti produttori, in regioni vinicole

‫ ‏‬ptimus Potor *‫‏‬: O gli eccellenti sostenitori del vino sfuso «*Grandi bevitori». Scuserete un po’ di latinorum, ma

sophari; e le economie non le fa sul mangiare».

per trovare chi ha descritto e cantato come merita il

Un altro grande bevitore e non meno grande cantore di

vino sfuso bisogna rispolverare bevitori del secolo scor-

storie di cibo e vino, Mario Soldati, così descriveva le

so. Gole portentose capaci di buttare dentro vino a fiotti

differenze tra i vini italiani e quelli francesi:

e tirare fuori versi magnifici, ma che non disdegnavano

«Fanno pensare alle mummie regali d’Egitto, qualche

qualche citazione più colta del necessario. N ‫ ‏‬el suo ma-

volta, le perfettissime dame, i perfettissimi grands vins;

gnifico Il Ghiottone errante, Paolo Monelli rac-

e allora, a contrasto, paiono più grati certi vini nostri

conta attraverso la tavola l’Italia del primo Dopoguerra

di buon ceppo, meno illustri tuttavia e meno curati, ma

che trovava nel cibo, nel vino, nelle osterie un motivo

che hanno in compenso una maggiore vivacità, un che

resistente e orgoglioso di unità nazionale. Un libro che è

di ribelle e di imprevisto».

una dichiarazione d’amore verso la cultura gastronomi-

Una descrizione che si adatta a questa peregrinazione

ca popolare. Come dice Monelli «Il popolo. Egli sa, anche

tra vini in bottiglia e vini sfusi, anche se possiamo ben

se non lo sa in latino, che primum vivere, deinde philo-

lasciare «le mummie regali d’Egitto» ai cugini d’Oltralpe.

Pagina 21


Settembre - Novembre 2018

‫‏‬E ORA QUALCHE DATO: IL VINO COMMERCIALIZZATO DA TERRE DELL’ETRURIA NELL’ANNATA 2017 Riepilogo vino sfuso venduto nei negozi dal 01/01/2017 al 31/12/2017 DENOMINAZINE

QUANTITA lt.

VINO SFUSO BIANCO IGT TOSCANA

20.170

VINO SFUSO BIANCO IGT TOSCANA VERMENTINO

10.938

VINO SFUSO BIANCO

15.136

VINO SFUSO ROSSO IGT TOSCANA SANGIOVESE

38.538

VINO SFUSO ROSSO IGT TOSCANA

17.566

VINO SFUSO ROSSO IGT TOSCANA CILIEGIOLO

32.773

VINO SFUSO ROSSO

5

TOTALE VINO SFUSO

135.126

Focus Vino

Riepilogo vino imbottigliato della cantina della Cooperativa venduto nei negozi dal 01/01/2017 al 31/12/2017 DENOMINAZINE

QUANTITA lt.

VINO MORELLINO DI SCANSANO DOCG MARIANNA

60

VINO BIANCO BAG IGT TOSCANA LT. 5

13

VINO BIANCO BAG SENZA DOP O IGP LT.20

15.136

VINO BIANCO BAG IGT TOSCANA LT. 3

672

VINO ROSSO BAG IGT TOSCANA LT. 5

1.431

VINO ROSSO BAG IGT TOSCANA LT.20

106

VINO IGT TOSCANA SANGIOVESE LT 0,75

976

VINO ROSSO BAG IGT TOSCANA LT. 3

742

VINO MORELLINO DI SCANSANO DOCG MARIANNA

2.036

VINO MORELLINO DI SCANSANO DOCG VIVESCO

746

VINO IGT TOSCANA CILIEGIOLO LT 0,75

2.281

VINO BIANCO IGT TOSCANA LT.0,75

686

VINO IGT TOSCANA VERMENTINO LT.0,75

3.036

VINO IGT TOSCANA ANSONICA LT. 0,75

1.074

VINO IGT TOSCANA MERLOT LT 0,75

944

VINO GIOGO MORELLINO DI SCANSANO LT.0,75

833

VINO BRIGLIA IGT TOSCANA CILIEGIOLO LT.0,75

980

VINO MARMATO VERMENTINO LT.0,75

1.233

VINO UGOLINO BOLGHERI ROSSO LT.0,75

648

VINO BRIGLIA IGT TOSCANA CILIEGIOLO LT.1

21

VINO BIANCO VERMENTINO ANTICO BORGO CL.7

10

TOTALE VINO IMBOTTIGLIATO

Pagina 22

33.664


n° 52

Focus Olio

«Extravergine toscano: non c’è eccellenza senza innovazione» Intervista a Giampiero Cresti

Direttore Olivicoltori Toscani Associati

A cura di Camilla Micheletti

Direttore editoriale Cooperazione in Agricoltura

Consorzio Nazionale degli Olivicoltori

Campagna finanziata con il contributo dell'Unione Europea e dell'Italia

Pagina 23


Settembre - Novembre 2018 Terre dell’Etruria è capofila del Progetto Integrato di Filiera

per il fatto che produrre olio in Toscana è molto più costoso

(PIF) “TOSCANO PER DAVVERO” nel settore olivico-

che in molte altre parti d’Italia e del mondo. P ‫ ‏‬er ammoderna-

lo. Grazie a questo progetto saranno impiantati, nei pros-

mento si intende rendere gli oliveti più produttivi e più gesti-

simi anni, circa 400 ettari di nuovi oliveti nelle province di

bili, in modo da ottenere, con l’aumentare della produttività,

Grosseto e Livorno, con varietà rigorosamente toscane. Allo

maggiori ricavi. ‫‏‬

stesso tempo, saranno effettuati investimenti all’interno dei nostri frantoi al fine di migliorarne l’efficienza e la competiti-

La Toscana, territorio in cui per motivazioni ambientali e

vità, di razionalizzare i costi e di incrementare la qualità del

orografiche è più costoso produrre olio extravergine di oli-

nostro olio.

va, ha però anche la necessità di mantenere viva la propria identità – un’identità forte che si riconosce nella tradizione

‫‏‬Abbiamo intervistato Giampiero Cresti, direttore di Olivi-

e nel gusto – che fa riconoscere il nostro olio in tutto il mon-

cotori Toscani Associati e attivo nel settore dell’olio extra-

do. Trovandosi a coltivare un prodotto per forza di cose più

vergine di oliva dell’inizio degli anni Ottanta, per capire me-

costoso, un’olivicoltura come la nostra può sopravvivere solo

glio prospettive, potenzialità e criticità.

offrendo un olio diverso dagli altri.

‫‏‬A che punto è il settore olivicolo in Toscana?

‫‏‬Come portare innovazione senza rinunciare alla

In quale direzione deve muoversi per rimanere

qualità, e cosa serve per farlo?

ai vertici?

Focus Olio

‫‏‬Siamo già in ritardo per il processo di rinnovamento delle ‫‏‬Sicuramente è una necessità quella di rinnovare il settore,

nostre olivete: la riduzione della produttività è la diretta

necessità che viene da lontano perché l’olivicoltura attuale

conseguenza dei metodi di gestione attuale dell’oliveta, che

toscana non è assolutamente competitiva. ‫‏‬Gli impianti sono

senza una corretta strategia agronomica risulta in balia degli

di vecchia concezione e non sono in grado di reggere il con-

eventi climatici. N ‫ ‏‬ella maggior parte dei casi la meccanizza-

fronto con altri mercati, sia per l’arretratezza effettiva, sia

zione resta un lontano miraggio. Alcuni oliveti risalgono a

Pagina 24


n° 52 due secoli fa, mentre altri tra i più recenti sono stati piantati

‫‏‬Quando ci si trova di fronte a un impianto vecchio stile, l’ele-

minimo 50 anni fa, quando i campi si coltivavano ancora a

mento di meccanizzazione è spesso rappresentato dagli ab-

mano o al massimo con l’aiuto dei buoi. ‫‏‬La struttura produt-

bacchiatori, evoluzione degli antichi rastrelli usati nella rac-

tiva, quindi, limita la raccolta delle olive, soprattutto nelle

colta manuale.

zone più interne.

‫‏‬Tali strumenti, pur velocizzando la raccolta delle olive, creano danni consistenti sia al frutto, che viene sbattuto e am-

Nel corso degli anni, inoltre, gli eventi climatici avversi come

maccato, sia alla pianta, con microferite al tronco e ai rami

le gelate hanno determinato interventi sulle piante che a

che possono essere facilmente attaccate da parassiti.

lungo andare le hanno rese meno produttive e meno adatte a una raccolta con sistemi meccanici, aumentando quindi

Oltre alle macchine scavallatrici, che possono essere usate

i costi di produzione. I‫ ‏‬n questo tipo di olivicoltura un altro

solo in particolari occasioni e laddove gli impianti siano stati

elemento di difficoltà, inoltre, è la necessità di reperire una

costruiti appositamente, una valida alternativa meccanica

grande quantità di personale specializzato, fondamentale

che preserva la salute delle olive e delle piante è rappresen-

durante i giorni della raccolta. ‫‏‬La raccolta, infatti, è l’opera-

tata dallo scuotitore, una pinza vibrante che può essere usata

zione più complicata, quella che determina la qualità finale

in impianti in cui gli alberi siano stati coltivati a tronco unico.

dell’olio extravergine di oliva.

‫‏‬Con l’uso dello scuotitore 6/8 persone – più due trattori –

‫‏‬Quanto può influire un macchinario sulla qualità

li di olive, mentre con l’abbacchiatore una persona riesce a

e la quantità di olio prodotto e sulla salute

raccogliere al massimo 300 kg al giorno, per un totale di 24

dell’oliveto?

quintali per un team di 8 persone: meno della metà delle oli-

‫‏‬Una moderna gestione delle olivete oggi imporrebbe l’utiliz-

ve raccolte con lo scuotitore.

zo di macchine scavallatrici a raccolta in continuo, che permettono una raccolta molto più veloce, con la possibilità di

‫‏‬Tuttavia anche in questo caso sono necessarie alcune parti-

far arrivare le olive in frantoio in breve tempo dalla raccolta.

colari caratteristiche per l’utilizzo del macchinario, tra cui

Pagina 25

Focus Olio

sono in grado di raccogliere in una giornata 60/70 quinta-


Settembre - Novembre 2018 un’altezza del tronco compresa tra 1 m e 1,20, una potatura

frutti sbattono su un ramo o su un tronco prima di finire nella

che tenga la pianta abbastanza raccolta, oltre al sopracitato

rete. ‫‏‬A parità di varietà, quindi, piante vecchie che necessi-

tronco unico. ‫‏‬Se prendiamo a esempio la viticoltura, uno dei

tano una raccolta manuale e piante giovani in cui la raccolta

settori più importanti per l’agricoltura del nostro Paese, ci

viene effettuata tramite lo scuotitore, produrranno un olio sì

rendiamo subito conto di come l’olivicoltura sia uno dei po-

diverso, ma la cui qualità propende più verso l’olio del nuovo

chi sistemi agricoli in cui la gestione è rimasta come una vol-

impianto.

ta. ‫‏‬Le vecchie vigne maritate all’acero, coltivazioni dall’enorme valore paesaggistico ed estetico, sono scomparse, perché

‫‏‬La sostituzione di vecchi impianti potrebbe rappre-

non più funzionali a una viticoltura moderna e produttiva.

sentare un problema a livello paesaggistico?

‫‏‬È possibile che i nuovi oliveti producano un olio ex-

‫‏‬A questa domanda si può rispondere sia no – a livello locale

travergine di oliva meno interessante a livello qua-

– che sì, se andiamo a guardare alcuni contesti in cui gli olivi

litativo e gustativo rispetto alle produzioni dei vec-

sono diventati pezzi di storie del paesaggio, come in Salento

chi impianti?

dove si possono ancora trovare piante ultrasecolari.

Focus Olio

‫‏‬Il ragionamento, per essere proficuo, deve quindi procedere ‫‏‬L’età della pianta di olivo non influisce sul gusto dell’olio ex-

su due binari, considerando l’obiettivo finale, che è quello di

travergine di oliva: quello che determina la qualità è una cor-

effettuare un passaggio da una fonte di reddito accessoria,

retta gestione in frantoio – il frutto deve essere mantenuto

come è ancora in molti casi l’olivicoltura in Toscana, ad at-

sano e integro –, mentre l’influenza sul gusto è data dalla cul-

tività economica redditizia e produttiva. ‫‏‬Teniamo sempre

tivar. ‫‏‬In questo caso innovazione vuol dire meccanizzazione,

presente che il paesaggio agricolo è un paesaggio artificia-

ma anche qualità. ‫‏‬Anche con il rastrello a mano (il metodo di

le creato dall’uomo e in continua trasformazione: come nel

raccolta usato una volta) le olive venivano ammaccate, men-

caso della già citata viticoltura maritata, a lungo andare se

tre con lo scuotitore le olive si staccano per forza autonoma

un metodo di coltivazione non è più sostenibile – per quanto

grazie alla vibrazione del ramo e del picciolo e al massimo i

affascinate possa essere – o cessa, oppure si modifica. ‫‏‬

Pagina 26


n° 52 Nelle nostre campagne, a parte qualche caso circoscritto, ci

sistemazione idraulico agraria risale ai tempi dei Medici,

sono pochi impianti dall’alto valore storico e culturale: l’oli-

quando l’agricoltura si faceva a piedi. In territori del genere,

vo è una presenza importante come macchia di colore, con il

dal grande valore storico e paesaggistico, abbiamo un enor-

suo grigio argentato che svetta sulla terra rossa, e in questo

me problema di sostenibilità, dal momento che oltre il 30 %

caso l’età delle piante passa forse in secondo piano.

del territorio sta andando in malora.

‫‏‬Non possiamo infatti pretendere che un sistema economicamente non sostenibile si mantenga solo per il potenziale

‫‏‬Il paradosso è che numerose regole di tutela del paesaggio

estetico. ‫‏‬La percentuale di abbandono in un settore come

impediscono la costruzione di strade o infrastrutture che

l’olivicoltura infatti è altissima e in costante aumento.

possano consentire di lavorare dignitosamente: per questo motivo chi abita e lavora sul territorio sta progressivamente abbandonando

Il problema dell’accessorietà della pro-

questo sistema non più sostenibile. S ‫‏‬e

duzione olivicola nelle aziende agri-

prendiamo d’esempio il Monte Pisano,

cole può essere risolto solo con im-

si tratta di una zona che in passato si

portanti investimenti che intendano

è sempre sostenuta con la produzione

ammodernare la produzione toscana,

di olio extravergine di oliva, castagne

a favore di una migliore gestione e di

e cesti intrecciati in inverno.

una crescita di produttività. P ‫ ‏‬er fortudi investire per uscire dalla complementarietà e di riportare in produzione alcuni vecchi oliveti.

‫‏‬In quel territorio si possono trovare tra i più interessanti esempi di muri a secco, come nella zona di Buti dove i muretti disegnano, sul versante del Monte, un’aquila, simbolo donato da Ottone II al popolo butese e ancora presente nello stemma

‫‏‬Quindi lei è sempre a favore di un totale rinnova-

comunale. Se poi andimo ad analizzare le strutture dei mu-

mento dei vecchi impianti?

retti ci rendiamo conto che si tratta di un sofisticato ed ingegnoso sistema di regimazione delle acque che le portano a

‫‏‬Ci sono alcune situazioni in cui non è possibile intervenire,

valle impedendo ruscellamenti.

come tutte quelle in cui gli impianti sono posti in territori terrazzati. Parlo per esempio di alcune zone del Monte Pi-

L’abbandono della terra in queste zone sta causando la perdi-

sano, di Cortona, Fiesole eccetera. In questi casi spesso la

ta di opere dal grande valore storico, oltre al rischio di frane

Pagina 27

Focus Olio

na anche tra i privati c’è chi sta pensando


Settembre - Novembre 2018 e smottamenti dovuti allo sgretolamento di un sistema agri-

‫‏‬Per quanto riguarda il PIF, quali sono secondo

colo che per secoli ha tenuto in piedi la collina.

lei le priorità?

‫‏‬In questo caso la situazione del Monte Pisano è l’eccezione che conferma la regola: dovremmo concentrarci sul rendere

Posta l’esigenza di una ventata di rinnovamento, è fondamen-

produttiva tutta l’olivicoltura, in modo da essere in grado di

tale stare attenti a che cosa verrà fatto e soprattutto a come

affrontare con maggiore consapevolezza – e maggiori risorse

le innovazioni verranno portate avanti. C ‫ ‏‬ome dicevo, l’unica

– situazioni che davvero meritano i nostri sforzi per preser-

strada per mantenere l’olio toscano ai vertici della qualità è

vare il valore storico di un determinato contesto. ‫‏‬

mantenere le caratteristiche che negli anni l’hanno reso unico e inimitabile. ‫‏‬L’uso di varietà autoctone è fondamentale

La retorica del “vecchio è bello” non dovrebbe influenzare

per mantenere il parametro della riconoscibilità. ‫‏‬Sarebbe

troppo l’agricoltura: per quanto riguarda il vino sono stati

facile impiantare le varietà che vanno per la maggiore nel

fatti enormi passi avanti e in un arco di tempo relativamente

mondo – e che si portano dietro un apparato di statistiche,

breve si è passati dal “vino dei contadini” a produzioni soste-

casi di studio ed esempi –, ma sarebbe anche la fine per l’olio

nibili e di qualità, in grado di essere competitive sul mercato

toscano. ‫‏‬Le varietà più diffuse negli impianti super intensi-

mondiale.

vi, come l’arbequina di origine spagnola che si può trovare

Focus Olio

soprattutto nella coltivazione super intensiva a spalliera: le Purtroppo nel settore olivicolo siamo ancora a “l’olio dei

olive vengono raccolte con macchine simili alle vendemmia-

contadini”. ‫‏‬Ben vengano iniziative che intervengano in modo

trici, in tutte le aree interessate da nuovi impianti semplifi-

nuovo nel settore: mettendo mano a diverse produzioni ci

cando notevolmente il lavoro. Tuttavia questo tipo di colti-

potrebbe essere un rafforzamento del settore e sarebbe pos-

vazione con molte varietà autoctone non è possibile, forse si

sibile concentrarsi anche sulla sostenibilità delle operazioni

prestano a coltivazioni altamente intensive solo un paio di

di reimpianto.

varietà su 80 che abbiamo in Toscana, una biodiversità incredibile che è stata negli anni analizzata a certificata.

Pagina 28


n° 52 Quali sarebbero i rischi legati all’introduzione di

‫‏‬Quanto si investe oggi nella ricerca sul settore oli-

cultivar importate?

vicolo?

‫‏‬In alcune zone della costa rappresenterebbe forse un’oppor-

‫‏‬In un settore dal potenziale così grande manca una costante

tunità economica impiantare le varietà internazionali: non

attività di ricerca varietale. Oggi le cultivar più diffuse, quelle

potrebbero rientrare nella denominazione toscana ma con

di cui conosciamo meglio le caratteristiche e le risposte ai

la poca conoscenza che c’è sul tema di etichettatura dell’olio

diversi tipi di allevamento, sono poche, tra cui frantoio, lecci-

extravergine di oliva, inizialmente l’olio avrebbe un prezzo

no, maurino, moraiolo e leccio del Corno.

maggiore perché prodotto in Toscana. Già queste, da sole, costituiscono maggiore biodiversità riA lungo andare, però, la svalutazione di un prodotto venduto

spetto ad altre aree produttive, quantitativamente molto più

e fatto pagare come tradizionale causerebbe enormi danni

importanti della Toscana, la cui produzione è realizzata con

all’intero comparto. ‫‏‬Andremmo infatti verso la massificazio-

una o due varietà.

ne pur essendo già consapevoli dei maggiori costi di produzione rispetto ad altre parti d’Italia e del mondo.

‫‏‬La ricerca più seria e completa fatta sul campo è quella sul germoplasma dell’olivo in Toscana, guidata dal dott. Antonio Cimato del CNR. Il lavoro, svolto circa 25 anni fa, ha coin-

nostro territorio non saremmo mai in grado di vendere il no-

volto tecnici da tutta la regione, a contatto con olivicoltori e

stro olio sotto i 2 € al chilo, come già accade in altre parti del

aziende, ed è stato un’operazione fondamentale per iniziare a

mondo in cui vengono coltivate varietà internazionali.

fare ordine tra i diversi nomi regionali e tra le varianti locali.

Focus Olio

Per le condizioni agronomiche, pedologiche e orografiche del

Pagina 29


Settembre - Novembre 2018 ‫‏‬Un lavoro che necessita di tempo e studi: probabilmente con

impiantate nel campo collezione Santa Paolina di Follonica.

il nuovo PIF molti di coloro che impianteranno nuovi oliveti

È un patrimonio incredibile che necessita di un lavoro di in-

si avvarranno delle 4-5 varietà più conosciute in Toscana.

dagine per una maggiore conoscenza delle singole varietà e

‫‏‬La speranza è quella che il settore dell’olivicoltura diventi fi-

di attività di miglioramento varietale per poter offrire agli

nalmente competitivo, in modo da spingere una ricerca acca-

olivicoltori che decidono di investire in olivicoltura l’oppor-

demica che possa migliorare la qualità delle nostre produzio-

tunità di una sempre maggiore caratterizzazione della pro-

ni e il fatturato degli olivicoltori, come già accade in diversi

duzione regionale.

settori come viticoltura, frutticoltura e orticoltura.

Focus Olio

‫‏‬I risultati si sono attestati su un numero di circa 80 varietà,

Pagina 30


n° 52

da Pisa a Grosseto

Focus Storia

la Banca c’è!

Una SOLIDA Banca che cresce INSIEME A VOI Pagina 31


Settembre - Novembre 2018

Arrampicata sulle curve che da Monteverdi portano a Canneto, nello splendido scenario delle colline pisane, l’Osteria del Ghiotto nasce nel 1998 con l’intento di proporre una cucina “di casa” usando prodotti locali e stagionali della tradizione toscana. Pasta casalinga, sughi alla vecchia maniera, cacciagione, pollame, carni alla brace e dolci fatti in casa vengono proposti con passione da Cristiano Ferri, un oste all’antica, che fa dell’accoglienza e dell’ospitalità la propria

Un mondo di ricette

cifra stilistica.

L'angolo dello chef

Tagliolini all’uovo trafilati al bronzo al coniglio Cristiano Ferri Osteria del Ghiotto, Canneto (Pi)

IN OGNI NUMERO UNO CHEF DEL NOSTRO TERRITORIO SI LASCIA ISPIRARE DAI PRODOTTI DI TERRE DELL’ETRURIA E CI REGALA UNA RICETTA DA PROVARE ANCHE A CASA

Ingredienti per 4 persone Mezzo coniglio Una carota Un ciuffo di prezzemolo Una costa di sedano Mezza cipolla Un bicchiere di vino bianco locale 2 cucchiai di concentrato di pomodoro 320 g di tagliolini all’uovo laminati al bronzo Antico Borgo Olio extravergine di oliva IGP Toscano qb Sale qb Pepe qb

Pagina 32


n° 52

Preparazione:

‫ ‏‬ersare l’olio extravergine di oliva in un’ampia padella, agV giungere gli aromi e lasciare insaporire qualche minuto. ‫‏‬Aggiungere il coniglio, regolare di sale e pepe, far cuocere a fiamma moderata fino a quando il coniglio è ben rosolato. Sfumare con il vino bianco e lasciare che l’alcol evapori.

‫ ‏‬ciogliere un paio di cucchiai di concentrato di pomodoro S in un bicchiere di acqua calda e versarlo sul coniglio. Proseguire la cottura a fuoco bassissimo per circa 30 minuti, finché il sugo non si è ristretto. A cottura ultimata togliere il coniglio dalla padella, spolparlo e tritarlo con l’aiuto di una mezzaluna. ‫ ‏‬uocete i tagliolini in acqua bollente salata, scolarli e salC tarli per qualche minuto in padella con il sugo, considerando due cucchiai di condimento per 80 grammi di tagliolini.

Un mondo di ricette

‫ ‏‬ciacquare il coniglio sotto l’acqua corrente fredda, quinS di asciugarlo perfettamente e tagliarlo a pezzi non troppo piccoli con un coltello. Sbucciare la carota, la cipolla ed eliminare i filamenti più legnosi del sedano; tritare finemente carota, sedano e cipolla e un ciuffo di prezzemolo.

Pagina 33


Settembre - Novembre 2018

Il prodotto ‫‏‬Buona da gustare, bella da sognare

La pasta Antico Borgo, l’immagine della nostra terra e dei nostri contadini

Focus Prodotto

A cura della redazione

Dire che la nostra pasta è buona non ci costa molto: è la terra

zioniamo e conserviamo con cura fino al momento della pa-

toscana e quest’angolo in particolare, che garantisce per noi.

stificazione. ‫‏‬In questa fase viene usata solo acqua e semola

‫‏‬Vogliamo però dirvi che la nostra pasta è fatta con il gra-

di grano duro. L’impasto ottenuto viene lavorato con vecchie

no, appositamente selezionato, che nasce nei campi dei no-

trafile in bronzo, come facevano i nostri nonni, permettendo

stri agricoltori.

così alla pasta di trasmettere quei valori e quelle tradizioni contadine che solo in pochi riescono oggi ad assaporare.

‫‏‬Ogni anno 700 aziende agricole consegnano ai nostri centri

‫‏‬La trafilatura in bronzo infatti è facilmente apprezzabile al

di stoccaggio oltre 200.000 quintali di grano duro che sele-

palato dato che la pasta, essendo più rugosa, trattiene meglio

Pagina 34


n° 52

il sugo. Proprio per la sua superficie irregolare, durante la

Da provare anche gli spaghetti e i fusilli della linea in-

fase di essiccamento, che avviene con un processo naturale e

tegrale, prodotti con farina ottenuta dalla macinatura dei

con tempi lunghi, si ha una maggiore fermentazione superfi-

grani con tutto il loro rivestimento, così come si trova in na-

ciale dell’impasto che mantiene quasi inalterati i sapori e le

tura, e pensata per chi segue un regime alimentare vegano e

caratteristiche organolettiche del grano duro.

vegetariano: la farina integrale, infatti, apporta circa il 12% in più di proteine rispetto alla farina bianca.

‫‏‬La nostra pasta è l’immagine dei nostri contadini, rudi e pun-

‫‏‬Tra i formati speciali si possono trovare i cenci, quadrati di

tigliosi, gelosi ma anche affabili e orgogliosi. È l’immagine

pasta dal sapore autentico e genuino della terra toscana, un

della nostra terra, straordinaria da vedere, buona da gustare,

tempo diffusi soprattutto nella zona del pisano, oggi quasi

bella da sognare. B ‫ ‏‬iologica, convenzionale, integrale, all’uo-

impossibili da trovare sugli scaffali di botteghe e supermer-

vo e nei vari formati tradizionali: molte tipologie di farina e

cati.

formati di pasta per avere ogni giorno un primo piatto differente e fantasioso.

‫‏‬Il matrimonio perfetto di tanti sughi della tradizione è quello

‫‏‬Il marchio Antico Borgo si divide così in tante linee diver-

ni all’uovo laminati al bronzo, frutto di una tradizione

se: si parte dai formati classici realizzati con grano coltivato

semplice, di tipo casalingo, che dona alla pasta una consi-

in convenzionale – che comprendono spaghetti, rigatoni,

stenza corposa al palato, gustosa, leggera e digeribile.

linguine, ma anche le paste da minestra come i vaporini e i paternostri –, fino alla line biologica con penne e ca-

In ogni fase della produzione la temperatura è bassa e con-

serecce.

trollata, permettendo così un’essiccazione lenta e il mantenimento dei principi nutritivi propri della semola di grano duro

‫‏‬Anche i formati della tradizione trovano spazio in una linea

che restano inalterati. Le uova usate per l’impasto provengo-

apposita in cui si possono assaggiare i pici senesi e i paccheri,

no da galline allevate a terra, in un appezzamento posto ai

formato di pasta diffuso nel sud Italia che negli ultimi anni

confini tra la Toscana e l’Emilia Romagna. ‫‏‬

sta prendendo sempre più piede anche nei nostri ristoranti.

Tutte toscane, tutte garantite da noi!

Pagina 35

Focus Prodotto

con la pasta all’uovo: per questo abbiamo creato i taglioli-


Settembre - Novembre 2018

LA DIFESA DELLE COLTURE DEI MESI DI SETTEMBRE - OTTOBRE - NOVEMBRE 2018 A cura dell' Ufficio Agronomico Terre dell'Etruria

Colture arboree: OLIVO (olivete convenzionali) Avversità

Fase fenologica

Fumaggine cercosporiosi, Occhio di pavone, Lebbra delle olive Inizio invaiatura pre-raccolta (settembre - ottobre)

Mosca delle olive

Prevenzione deposizione mosca olivo

Rogna dell’olivo Occhio di pavone

Difesa e Nutrizione

Post- raccolta

Nome commerciale

Dose Ha o hl di acqua

POLTIGLIA DISPERS

800 gr/hl

oppure

800 ml/hl

BORDOFLOW NEW SYLLIT 35 EC

150 ml/hl

ROGATOX 40 ST MEDIATOR PLUS DELTACOM

100 ml/hl 60 ml/hl 50 ml/hl

SURROUND

4 kg/hl

oppure

MANISOL

4 kg/hl

COBRE NORDOX 75 WG

200 gr/hl

Colture arboree: OLIVO (olivete in agricoltura biologica) Avversità

Fase fenologica

Fumaggine cercosporiosi, Occhio di pavone, Lebbra delle olive Inizio invaiatura pre-raccolta (settembre - ottobre)

Mosca delle olive

Nome commerciale

Dose Ha o hl di acqua

POLTIGLIA DISPERS

800 gr/hl

oppure

BORDOFLOW NEW COBRENORDOX 75 WG

200 gr/hl

SPINTOR FLY NATURALIS

100 ml/hl 2 Lt/Ha

SURROUND

4 kg/hl

oppure

Post- raccolta

Rogna dell’olivo Occhio di pavone

MANISOL

5 kg/hl

COBRE NORDOX 75 WG

200 gr/hl

MONITORAGGIO MOSCA DELLE OLIVE I bollettini settimanali sull’andamento dell’infestazione della mosca delle olive sono consultabili sul sito: www.terretruria.it/monitoraggio

Pagina 36

800 ml/hl


n° 52

Colture arboree: PESCO e FRUTTIFERI Fase fenologica Caduta foglie Riposo vegetativo

Avversità

Nome commerciale

Dose Ha o hl di acqua

Bolla e corineo

ZIRAMIT 76 WG

Gr 300/hl

Batteriosi, bolla, corineo

POLTIGLIA DISPERS

Gr 2000/hl

Avversità

Nome commerciale

Dose Ha o hl di acqua

Tignoletta

AFFIRM

Kg 1,5/Ha

PROLECTUS 50 WG

Kg 1/Ha

AMYLO-X

Kg 2/Ha

Colture arboree: VITE Fase fenologica Pre raccolta (SETTEMBRE)

Botrite

Fase fenologica

Avversità

Nome commerciale

Dose Ha o hl di acqua

Pre raccolta (SETTEMBRE)

Tignoletta

DELFIN

Gr 0,75/Ha

Botrite

AMYLO-X

Kg 1,5/Ha

Oidio

AQ 10

Gr 30/Ha

Post raccolta (OTTOBRE)

N.B.: 1) per quanto riguarda gli insetticidi e i fungicidi, la dose per Hl di acqua prevede una distribuzione di 10 Hl di acqua a ettaro. Anche impiegando volumi ridotti si consiglia di rispettare il quantitativo di prodotto per ettaro consigliato in etichetta. 2) Le dosi consigliate dei diserbanti sono riferite a 1 ettaro di superficie.

Pagina 37

Difesa e Nutrizione

Colture arboree: VITE (produttori di uve biologiche)


Settembre - Novembre 2018

Colture orticole: SPINACIO Fase fenologica Pre-emergenza

Accrescimento pianta

Avversità

Nome commerciale

Dose Ha o hl di acqua

Erbe infestanti

VENZAR + GOLTIX 50 WG

500 g/ha 2 kg/ha

Altica

TREBON UP

500 mL/ha

Nottue defogliatrici

KARATE ZEON oppure ALTACOR

125 mL/ha 100 g/ha

Tripidi

TRACER 120

800 mL/ha

Peronospora

ARPEL DUO

2,5 kg/ha

Colture orticole: BIETOLA DA FOGLIE E DA COSTA Fase fenologica

Avversità

Nome commerciale

Dose Ha o hl di acqua

Pre-emergenza

Erbe infestanti

GOLTIX 50 WG

2 kg/ha

Altica

TREBON UP

500 mL/ha

Nottue defogliatrici

KARATE ZEON oppure ALTACOR

125 mL/ha 100 g/ha

Tripidi

TRACER 120

800 mL/ha

Peronospora

FLOWBRIX

2 L/ha

Difesa e Nutrizione

Accrescimento pianta

Colture orticole: CICORIE, LATTUGHE, RADICCHI Dose Ha o hl di acqua

Fase fenologica

Avversità

Nome commerciale

Post-trapianto

Erbe infestanti

KERB 80 EDF

2 kg/ha

Nottue e tripidi

TREBON UP

500 mL/ha

Botrite e sclerotinia

SIGNUM

1,5 kg/ha

Peronospora

FLOWBRIX

2 L/ha

Accrescimento pianta

Colture orticole: CARDO Fase fenologica

Avversità

Nome commerciale

Dose Ha o hl di acqua

Pre-trapianto

Erbe infestanti

MOST MICRO

2,5 L/ha

Nottue

XEN TARI CONFIDOR O-TEQ

500 g/ha 500 mL/ha

FLOWBRIX

2 L/ha

Accrescimento pianta

Afidi Peronospora

Colture orticole: CARCIOFO Fase fenologica

Avversità

Nome commerciale

Dose Ha o hl di acqua

Pre-trapianto o Pre-emergenza infestati

Erbe infestanti

KERB 80 EDF

2 kg/ha

Erbe infestanti

GRIZZLY EC

600 mL/ha (sottochioma)

Erbe infestanti graminacee

AGIL

1,2 L/ha

Nottue

AFFIRM

1,5 kg/ha

Post-emergenza infestati

Accrescimento pianta

Pagina 38

Afidi

CONFIDOR 200 SL

500 mL/ha

Peronospora

ARPEL DUO

2,5 kg/ha

Oidio

LUNA DEVOTION

300 mL/ha

Lumache e limacce

METAREX INOV

5 kg/ha


n° 52

Colture orticole: FINOCCHIO Fase fenologica

Avversità

Nome commerciale

Dose Ha o hl di acqua

Post trapianto

Erbe infestanti

STOMP AQUA

2 L/ha

Tripidi

TRACER 120

800 mL/ha

Accrescimento pianta

Ramularia

SCORE 25 EC

500 mL/ha

Sclerotinia

SWITCH

800 g/ha

Avversità

Nome commerciale

Dose Ha o hl di acqua

Erbe infestanti

LENTAGRAN

1 kg/ha

Erbe infestanti graminacee (post-emergenza)

STRATOS ULTRA

2 L/ha

Tripidi

TRACER 120 + PREV-AM PLUS

800 mL/ha 3 L/ha

Ragnetto rosso

VERTIMEC PRO

800 mL/ha

Peronospora e ruggine

ORTIVA

1 L/ha

Fase fenologica Post-trapianto

Accrescimento pianta

Colture orticole: CAVOLI Fase fenologica

Avversità

Nome commerciale

Dose Ha o hl di acqua

Post-trapianto

Erbe infestanti (no cavolo nero)

SULTAN

1 L/ha

Nottue

DECIS EVO

500 mL/ha

Nottue e Cavolaia (no cavolo nero)

AFFIRM oppure ALTACOR

1,5 kg/ha 100 gr/ha

Alternaria

FLOWBRIX

2 L/ha

Alternaria (solo cavolfiore, cavolo cappuccio, cavoli di Bruxelles)

ORTIVA

1 L/ha

Accrescimento pianta

Colture orticole: FRAGOLA Fase fenologica

Avversità

Nome commerciale

Dose Ha o hl di acqua

Post-trapianto

Afidi e tripidi

DECIS EVO

500 mL/ha

Oidio

ORTIVA

1 L/ha

Oidio

PREV-AM PLUS

3 L/ha

Batteriosi

FLOWBRIX

2 L/ha

Accrescimento pianta

Colture orticole: FAVA Fase fenologica

Avversità

Nome commerciale

Dose Ha o hl di acqua

Pre-emergenza

Erbe infestanti

OKLAHOMA

2,5 L/ha

Afidi e nottue

KARATE ZEON

125 mL/ha

Peronospora e ruggini

FLOWBRIX

2 L/ha

Botrite

TETRASOL LIQUIDO

3 L/ha

Accrescimento pianta

Pagina 39

Difesa e Nutrizione

Colture orticole: PORRO


Settembre - Novembre 2018

Approfondimento IL MAL DELL’ ESCA DELLA VITE NEL 2018: dannosità e possibili strategie di prevenzione nel progetto di Terre dell’Etruria di Paolo Granchi

Difesa e Nutrizione

Dott. Agronomo Terre dell’Etruria

L’annata 2018, oltre che per la elevata pressione delle malattie crittogamiche più comuni (peronospora, oidio, botrite) causata dalle avverse condizioni climatiche del periodo primaverile, sarà ricordata in alcuni areali come quello bolgherese e laddove siano diffusi vitigni quali Cabernet (Sauvignon e Franc), Sangiovese e Merlot come un anno in cui il mal dell’esca della vite, altrimenti nota come malattia delle foglie tigrate della vite (esca giovane), ha provocato le maggiori perdite di piante. In alcuni impianti, come nel bolgherese, si contano perdite fino al 25-30% e seppur in alcuni casi la pianta è riuscita a riemettere polloni o a ripartire, la perdita di produzione dell’annata a causa del disseccamento degli acini e del grappolo è ormai certa. Non esageriamo, quindi, se affermiamo che oggi questa malattia è quella che maggiormente preoccupa i viticoltori di tutta Europa. Il danno economico causato nel 2018 da mal dell’esca Al momento della stesura del business plan per gli impianti di nuovi vigneti solitamente si ipotizza che una pianta debba produrre una bottiglia di vino, equivalente a 7/8 grappoli. Il valore di tali bottiglie, per vini ottenuti dalle uve sopra menzionate (Cabernet in particolare) si attesta in media a partire da 10 euro. I maggiori danni nell’annata 2018 si sono avuti in impianti dai 12 ai 20 anni di età, per cui si ipotizza una perdita di produzione per i successivi 10 anni, pari a 10 bottiglie di vino non più vendibili. Secondo questi calcoli il conto del danno economico diventa impressionante, arrivando a essere compreso per le perdite subite nella sola annata corrente tra i 100 e i 150 mila euro/ettaro. Cause della malattia La malattia, la cui pressione aumenta in concomitanza di primavere piovose (2012, 2014, 2016, 2018) è dovuta ai seguenti funghi: Phaeomoniella clamidospora, Phaecremonium aleophilum – agenti della tracheomicosi e a diffusione aerea che colonizzano i vasi linfatici – e Fomitoporia mediterranea, agente della carie del legno.

Pagina 40

Tali funghi compromettono la traslocazione dei nutrienti dalle radici alla parte aerea della pianta con conseguente deperimento e disseccamento. I sintomi sono il risultato dell’ emissione di tossine nel circolo linfatico della pianta oltre che dell’occlusione di vasi xilematici e floematici per la presenza del micelio del fungo stesso. Sono 5 le sindromi ascrivibili ai funghi su citati: 1) malattie delle venature brune delle barbatelle, visibile nella sezione delle barbatelle; 2) malattia di Petri che provoca sviluppo stentato e deperimento di giovani viti; 3) malattia della carie bianca che provoca la degradazione e disfacimento del legno; 4) esca giovane caratterizzata da presenza di foglie tigrate; 5) esca vera e propria caratterizzata da presenza contemporanea di foglie tigrate e carie del legno. Favoriscono la diffusione della malattia i seguenti fattori: a. Utilizzo di materiale vegetale infetto di incerta provenienza vivaistica b. Sensibilità varietale c. Danneggiamenti alle piante con utensili lavoranti d. Esecuzione di potature con tagli di diametro eccessivo soprattutto sui cordoni permanenti e. Mancato rispetto dei flussi linfatici f. Mancata applicazione sui tagli di potatura di prodotti ad azione preventiva (Trichoderma app.) g. Impiego di portinnesti predisponenti h. Eccesso di fertilizzazioni azotate e concentrate nel periodo primaverile i. Impiego di macchinari quali prepotatrici, vendemmiatrici j. Mancato recupero del legno di potatura La gestione delle fallanze Una pianta mancante è stimato che causi una perdita di PLV di 100 euro/cad più il costo sottoindicato per l’eventuale ripristino, se considerato su 10 anni di mancata produzione. Per questo motivo quando la vite dissecca per effetto della malattia si adottano solitamente due tipi strategie per tentare di recuperare la pianta. La prima strategia è cercare di rinnovare la pianta se alla base o lungo il fusto sono presenti polloni o ricacci, che diventano sempre meno frequenti quando si superano i 20 anni di età. Talvolta la malattia può ripresentarsi a distanza di 2/3 anni poiché può rimanere latente negli organi lignificati e le tossine emesse dal fungo possono tornare a manifestarla anche nei nuovi tralci.


Fig. 1 - Ricacci di piante colpite da mal dell’esca Luglio 2018

Fig. 2 - Primi sintomi - Luglio 2018

L’altra alternativa è effettuare il rimpiazzo delle fallanze: il costo stimato per tale operazione è di circa 20 euro a pianta. Bisogna mettere a preventivo che la pianta potrà tornare a produrre solo dopo 5/6 anni dalla rimessa in campo, oltre a valutare il costo delle necessarie cure colturali mirate alla barbatella. La gestione della fallanza richiede: • la predisposizione di tutori di protezione alla barbatella, per prevenire danni meccanici o chimici per l’ uso di diserbanti; • previsione di eventuali irrigazioni di soccorso; • previsione di eventuali concimazioni localizzate. Dalle considerazioni sopra esposte Terre dell’Etruria nel mese di novembre 2018 al fine di trattare organicamente il problema ha deciso di organizzare un workshop cui tutti gli operatori del settore – viticoltori, tecnici, ricercatori, fornitori di mezzi tecnici – saranno chiamati a partecipare. L’iniziativa fa parte di un progetto più ampio di durata pluriennale di cui la cooperativa intende farsi promotrice che coinvolgerà • viticoltori associati; • tecnici e consulenti aziendali; • istituti di ricerca italiani e stranieri all’avanguardia nella lotta alla malattia; • fornitori partner (vivaisti, produttori di sostanze ad azione sulla pianta);

Fig. 3 - Pianta completamente disseccata Luglio 2018

• società fornitrici di servizi o tecnologie e/o sensoristica per il rilievo e la gestione in campo della malattia se possibile anche predittivamente; • scuole di potatura per formare il personale delle aziende vitivinicole verso la prevenzione e la cura della malattia; • istituzioni pubbliche che possano attraverso appositi bandi supportare i maggiori costi sostenuti dalle aziende; • organizzatori di workshop a cadenza biennale per informare sullo stato dell’arte e delle conoscenze acquisite. Riteniamo che scarne polemiche volte ad attribuire la colpa della malattia a cause sulle quali ancor oggi non abbiamo sufficienti certezze scientifiche siano motivo di inutili perdite di tempo, oltre che dannose. Secondo il nostro modo di vedere e la nostra esperienza, solo facendo fronte comune e unendo le forze si potrà combattere un’avversità come il male dell’esca della vite, che è causa di ingenti danni economici alle aziende vitivinicole. A differenza delle comuni avversità (peronospora, oidio, tignole, botrite) che possono provocare danni costanti ma più contenuti e che anche quest’anno siamo stati chiamati a contrastare, la lotta al male dell’esca ha invece bisogno di uno sforzo sinergico. Solo così facendo nell’arco di qualche anno potremmo riuscire a migliorare le condizioni di coltivazione dei vigneti, ad allungarne la loro vita e a far crescere il reddito dei viticoltori.

Pagina 41

Difesa e Nutrizione

n° 52


Settembre - Novembre 2018

CONSIGLI PER LA CONCIMAZIONE DELLE COLTURE SETTEMBRE - OTTOBRE - NOVEMBRE 2018 A cura dell' Ufficio Agronomico Terre dell'Etruria

Colture orticole: ORTAGGI A FOGLIA (spinacio, bietola, cicoria, lattughe, radicchi) Epoca/fase

Concime

Tipo

Dose a ettaro

n° interventi

Pre - semina o Pre - trapianto

CAROSELLO

Organico in pellet

1000 kg

1

SUPERALBA MAX

Organo - minerale granulare

600 - 800 kg

1

Copertura

AZOTOP 30

Organo - minerale granulare

200 - 300 kg

1

Tipo

Dose a ettaro

n° interventi

Colture orticole: FINOCCHIO, PORRO, CARDO

Difesa e Nutrizione

Epoca/fase

Concime

Pre-semina o Pre - trapianto

CAROSELLO

Organico in pellet

1000 kg

1

SUPERALBA MAX

Organo - minerale granulare

600 - 800 kg

1

Copertura

AZOTOP 30

Organo - minerale granulare

200 - 300 kg

1

Tipo

Dose a ettaro

n° interventi

Colture orticole: FRAGOLA Epoca/fase

Concime

Trapianto

NEWFERSTIM 6-12

Organo - minerale per fertirrigazione

25 kg

2

Accrescimento pianta

MASTER 20-20-20

Minerale per fertirrigazione

25 kg

2

ALTA VELOCITÀ LUNGA PERSISTENZA

Prolectus 50 WG è un fungicida a base di Fenpyrazamine (esclusiva Sumitomo Chemical) ad ampio spettro d’azione e molto efficace contro Botrite e le diverse specie di Monilia.

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Agrofarmaci autorizzati dal Ministero della Salute; per relativa composizione e numero di registrazione si rinvia alle schede dei prodotti disponibili anche in internet; usare i prodotti fitosanitari con precauzione. Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta e le informazioni sul prodotto. Si richiama l’attenzione sulle frasi e simboli di pericolo riportati in etichetta. È obbligatorio l’uso di idonei dispositivi di protezione individuale e di attrezzature di lavoro conformi (D. Lgs. 81/2008 e ss. mm.)

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Registrato su Vite, Pesco, Nettarine, Albicocco, Susino, Ciliegio, Fragola e Orticole in coltura protetta (Pomodoro, Melanzana, Peperone, Cetriolo e Zucchino)


n° 52

Colture orticole: CAVOLI (cavolfiore, cavolo verza, cavolo cappuccio, cavolo nero, ecc. ) Epoca/fase

Pre - trapianto

Sarchiatura

Tipo

Dose a ettaro

n° interventi

CAROSELLO oppure BIOSULF 50

Organico in pellet

1000 kg

1

SUPERALBA MAX

Organo - minerale granulare

600 - 800 kg

1

AZOTOP 30

Organo - minerale granulare

200 - 300 kg

1

Concime

Colture orticole: CARCIOFO (nuovo impianto) Epoca/fase

Concime

Tipo

Dose a ettaro

n° interventi

Trapianto

NEWFERSTIM 6-12

Organo-minerale per fertirrigazione

25 kg

2

Accrescimento pianta

MASTER 20-20-20

Idrosolubile

25 kg

2

Concime

Tipo

Dose a ettaro

n° interventi

Rincalzatura

NITROPHOSKA SPECIAL 12-12-17

Minerale granulare

700-800 kg

1

N.B.: lNota: le raccomandazioni riportate nelle precedenti tabelle hanno valore indicativo per colture in buon equilibrio vegeto-produttivo e devono necessariamente essere adattate alle specifiche condizioni di utilizzo, quali le caratteristiche del terreno, le condizioni climatiche, le varietà ed altri fattori. Il servizio agronomico di Terre dell’Etruria rimane a disposizione per eventuali analisi fogliari e del suolo che si rendessero necessarie. Per informazioni: Daniele Raggi - raggi@terretruria.it.

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Pagina 43

Difesa e Nutrizione

Colture orticole: CARCIOFO (vecchio impianto) Epoca/fase


Settembre - Novembre 2018

Colture cerealicole autunno-vernine: FRUMENTO TENERO e DURO, ORZO, AVENA E FARRO Epoca/fase

Concime

Tipo

Dose a ettaro

n° interventi

Pre-semina

NUTRIGRAN TOP S 10-20-0

Organo-minerale

250 - 300 kg

1

In alternativa: UMOSTART CEREALIS (microgranulare) 30-40 kg/ha alla semina localizzato sulla fila.

Colture cerealicole autunno-vernine: FRUMENTO TENERO e DURO, ORZO, AVENA E FARRO (in agricoltura biologica) Epoca/fase

Concime

Tipo

Dose a ettaro

n° interventi

Pre-semina

CAROSELLO oppure BIOSULF 50

Organico in pellet

1.000 - 1.500 kg

1

In alternativa: UMOSTART BIOS (microgranulare) 30-50 kg/ha alla semina localizzato sulla fila.

Difesa e Nutrizione

N.B.:le raccomandazioni riportate nelle precedenti tabelle hanno valore indicativo per colture in buon equilibrio vegeto-produttivo e devono necessariamente essere adattate alle specifiche condizioni di utilizzo, quali le caratteristiche del terreno, le condizioni climatiche, le varietà ed altri fattori. Il servizio agronomico di Terre dell’Etruria rimane a disposizione per eventuali analisi fogliari e del suolo che si rendessero necessarie. Per informazioni: Leonardo Lulli - lulli@terretruria.it.

OLIVO CONVENZIONALE Epoca/fase

Concime

Tipo

Dose a ettaro

n° interventi 2

Inizio invaiatura (SETTEMBRE)

MC EXTRA HASCON M10 MANISOL

Biostimolante Concimazione fogliare

1 lt/ha 4 kg/ha 40 Kg/ha

Pre-raccolta (OTTOBRE)

MC EXTRA HASCON M10

Biostimolante Concimazione fogliare

1 lt/ha 4 kg/ha

1

Post-raccolta (NOVEMBRE)

BELFRUTTO oppure BIOOLIVIS oppure FERTIFIELD (4-8-16)

Concimazione autunnale

10 q.li/ha 15 q.li/ha 10 q.li/ha

1

Tipo

Dose a ettaro

n° interventi

1

OLIVO BIOLOGICO Epoca/fase

Concime

1

Inizio invaiatura (SETTEMBRE)

MC EXTRA oppure PARADE

Concimazione fogliare

1 kg/ha

Pre-raccolta (OTTOBRE)

MC EXTRA oppure PARADE

Concimazione fogliare

1 kg/ha

1

Post-raccolta (NOVEMBRE)

VERDEOLIVO Oppure DERMAZOTO

Concimazione autunnale

10-12 q.li/ha 8-10 q.li/ha

1

1

VITE CONVENZIONALE Epoca/fase

Concime

Tipo

Dose a ettaro

n° interventi

Pre-raccolta - Raccolta (SETTEMBRE)

HASCON M10 PARADE

Concimazione fogliare

1 kg/ha

1 1

Post-raccolta (OTTOBRE-NOVEMBRE)

NPK GOLD Oppure BELFRUTTO (5/10/15 +5 MG) Oppure NOVATEK CLASSIC (12-8-16 +3 MG)

Concimazione autunnale

2-2,5 q.li/ha 3-4 q.li/ha 3 q.li/ha

1

Pagina 44


n° 52

VITE BIOLOGICA Epoca/fase

Concime

Tipo

Dose a ettaro

n° interventi

Pre-raccolta - Raccolta (SETTEMBRE)

MC EXTRA

Concimazione fogliare

1 kg/ha

1

Post-raccolta (OTTOBRE-NOVEMBRE)

CAROSELLO PLUS ( 4-4-8) Oppure FERTIFIELD (5/10/15 MG)

Concimazione autunnale

12-15 q.li/ha 5-7 q.li/ha

1

POMACEE (Melo, Pero) Epoca/fase

Concime

Tipo

Dose a ettaro

n° interventi

Post-raccolta (OTTOBRE-NOVEMBRE)

NPK GOLD Oppure BELFRUTTO (5/10/15 +5 MG)

Concimazione autunnale

5-7 q.li/ha 8-10 q.li/ha

1

Epoca/fase

Concime

Tipo

Dose a ettaro

n° interventi

Post-raccolta (OTTOBRE-NOVEMBRE)

NPK GOLD Oppure BELFRUTTO (5/10/15 +5 MG)

Concimazione autunnale

5-7 q.li/ha 8-10 q.li/ha

1

N.B.: Le raccomandazioni riportate nelle precedenti tabelle hanno valore indicativo per colture in buon equilibrio vegeto-produttivo e devono necessariamente essere adattate alle specifiche condizioni di utilizzo, quali le caratteristiche del terreno, le condizioni climatiche, le varietà ed altri fattori. Il servizio agronomico di Terre dell’Etruria rimane a disposizione per eventuali analisi fogliari e del suolo che si rendessero necessarie. Per informazioni: lulli@terretruria.it

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a n u r e p LTURA

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Pagina 45

Difesa e Nutrizione

DRUPACEE (Pesco, Susino, Ciliegio)


Settembre - Novembre 2018

LEIMAY

IL NUOVO FUNGICIDA PER UNA VITICOLTURA SOSTENIBILE

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Difesa e Nutrizione

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Pagina 46


n° 52

Approfondimento I DISCIPLINARI DI PRODUZIONE DEI CEREALI Di Leonardo Lulli Dott. Agronomo Terre dell’Etruria

Una recente indagine condotta da ISMEA (Cereali - Scheda di Settore 2017, consultabile al sito http://www.ismeamercati.it/flex/cm/pages/ ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3524) ha confermato che le filiere del frumento godono per la fase agricola di alcuni punti di forza, come un diffuso ed elevato livello di conoscenza delle tecniche di coltivazione e un buon livello di specializzazione territoriale, ma sono penalizzate dalla polverizzazione produttiva e dalla elevata variabilità quali-quantitativa dei raccolti, che determina notevoli difficoltà nella gestione dello stoccaggio. La richiesta che arriva dall’industria della trasformazione e dai consumatori finali è quella di prodotti agricoli di buona qualità ottenuti attraverso pratiche “sostenibili”, in special modo nei confronti dell’ambiente, ma per gli agricoltori è necessario che la produzione di cereali sia anche e soprattutto conveniente economicamente, quindi per tenere insieme tutti questi elementi in una filiera di commodity nel contesto italiano occorre mettere in atto strategie tecnico-agronomiche e di mercato che siano razionali, pur consapevoli che le variabili ambientali - e tra queste in particolare quelle climatiche - possono produrre effetti molto negativi come è avvenuto quest’anno.

In futuro, quindi, diventerà sempre più importante per le Organizzazioni di Produttori di cereali o per chi propone contratti di filiera definire disciplinari di produzione idonei allo scopo da raggiungere e sincerarsi che gli aderenti li rispettino nell’interesse collettivo. I disciplinari di produzione sono delle prescrizioni che specificano le norme e gli obblighi che devono essere osservati per l’ottenimento di un prodotto agricolo o alimentare con determinate caratteristiche e assumono forme più o meno vincolanti a seconda del contesto per cui devono essere applicati. Talvolta oggetto di critiche, in particolare se eccessivamente rigidi e difficili da applicare, in generale però i disciplinari di produzione hanno la funzione di definire le linee guida per l’ottenimento di produzioni “sostenibili” e di qualità prendendo in esame gli aspetti tecnici fondamentali, quindi rappresentano un riferimento per tutti gli attori della filiera e sono finalizzati a incrementare il valore commerciale del prodotto. Le prescrizioni dei disciplinari di produzione, i cui principi sono quelli della buona pratica agricola, possono essere di carattere generale ma in certi casi definiscono in dettaglio la procedura da seguire. Esempio in questo senso è la scelta della varietà da utilizzare, che può essere libera oppure ristretta ad alcune in particolare. Elenchiamo nella pagina seguente le prescrizioni che normalmente vengono contemplate nei disciplinari di produzione del frumento duro e del frumento tenero, ricordando che eventuali restrizioni sono sempre finalizzate all’ottenimento di produzioni che devono trovare una particolare collocazione commerciale.

Pagina 47

Difesa e Nutrizione

La campagna di produzione di frumento tenero e di frumento duro 2017-2018 è stata una delle peggiori degli ultimi anni, caratterizzata da rese basse e qualità della granella che in molti casi è risultata scadente. Se a questo aggiungiamo il poco incoraggiante andamento dei prezzi a inizio campagna di commercializzazione, è scontato presagire che saranno poche le aziende che riusciranno a coprire le spese di produzione in queste condizioni. Per i cerealicoltori è indubbiamente una fase molto dura che persiste da tempo e proprio per questo la stagione di semine che si appresta a cominciare imporrà di fare delle scelte precise.


Settembre - Novembre 2018

Difesa e Nutrizione

CATEGORIA

PRESCRIZIONE

Areale di produzione

Individuare l’area di coltivazione su scala regionale, provinciale o su comprensori più ristretti. È importante ai fini della tracciabilità delle produzioni.

Ambiente di coltivazione e vocazionalità pedoclimatica

Scegliere le zone di coltivazione tra quelle che si collocano negli ambienti più vocati e che possono al tempo stesso dare maggiori garanzie di salubrità del prodotto.

Avvicendamento colturale

Attuare l’avvicendamento colturale con lo scopo di migliorare la fertilità del terreno e per limitare le problematiche legate alla specializzazione delle erbe infestanti, dei patogeni (funghi, batteri, virus) e degli insetti fitofagi che possono incidere negativamente sulla produzione quanti-qualitativa di granella. È consigliato coltivare il cereale in rotazione triennale o quadriennale con colture da rinnovo cerealicole o orticole, miglioratrici leguminose e oleaginose, limitando o non attuando la monosuccessione o l’avvicendamento biennale tra cereali a paglia. Inserire nell’avvicendamento colture da sovecio quando possibile.

Gestione del suolo

Condurre tutte le opportune operazioni di sistemazione idraulica del terreno con lo scopo di limitare il ristagno idrico. Finalizzare le lavorazioni principali del terreno e quelle di preparazione del letto di semina alla creazione delle migliori condizioni di crescita della coltura, quindi al mantenimento della struttura, della biodiversità e della fertilità del suolo. Eseguire la semina su sodo quando possibile e opportuno.

Scelta varietale

Scegliere la varietà da coltivare sulla base del potenziale produttivo e dell’adattabilità agronomica nei diversi ambienti (resistenza agli stress idrici, alle alte temperature, agli agenti patogeni, ecc.). Per ogni ambiente di produzione vengono individuate le varietà che meglio esprimono le caratteristiche agronomiche (resa, stabilità, ecc.) e quelle qualitative richieste per la produzione di prodotti trasformati di qualità.

Semente

Utilizzare semente certificata e conciata (anche in biologico) al fine di salvaguardare le piante nei confronti dei patogeni fungini eventualmente veicolati con la cariosside o presenti nel terreno di coltivazione, consentendo così di limitare il numero degli interventi fungicidi di pieno campo.

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n° 52

PRESCRIZIONE

Epoca di semina

Scegliere come epoca di semina della varietà scelta quella normalmente adottata nella zona di coltivazione individuata. Preferire semine precoci (ottobre) per varietà tardive negli areali più freschi e a minor rischio di carenza di precipitazioni primaverili; ricorrere invece a semine più tardive (gennaio-febbraio) di varietà precoci negli areali caratterizzati da primavere tendenzialmente poco piovose.

Semina

Adottare densità di semina che consenta un adeguato accestimento delle piante, il raggiungimento delle rese attese e il mantenimento della coltura in buono stato fitosanitario, per ridurre l’impatto della flora infestante, dei patogeni e aumentare l’efficienza dei fertilizzanti.

Fertilizzazione

Individuare la dose di nutrienti da somministrare alla coltura redigendo il piano di concimazione sulla base dei risultati dell’analisi fisico-chimica del terreno, della precessione colturale e delle caratteristiche climatiche dell’area di coltivazione. La corretta gestione della fertilizzazione consente di ottenere i migliori risultati di resa e di qualità della granella limitando le perdite di elementi nutritivi nell’ambiente, in particolare dell’azoto. Distribuire il fosforo e il potassio interamente in pre-semina; frazionare la distribuzione dell’azoto in almeno tre interventi: 1) pre-semina o in fase di accestimento; 2) inizio levata; 3) botticella. Effettuare la concimazione organica prima della lavorazione principale del terreno o prima di quelle di secondarie per interrare le matrici.

Diserbo e difesa fitosanitaria

Attuare la strategia di diserbo tenendo conto delle specie e delle dinamiche di sviluppo delle malerbe nella zona di coltivazione. È ammesso sia il diserbo di pre-emergenza che quello di post-emergenza. In biologico, attuare una corretta rotazione colturale, applicare la tecnica della “falsa semina” e procedere con passaggi di erpice strigliatore con la coltura in atto. Eseguire i trattamenti fungicidi per il controllo delle malattie che colpiscono l’apparato fogliare e per quelle che colpiscono la spiga sulla base dei monitoraggi in campo e/o delle indicazioni dei modelli agronomici DSS (Sistemi di Supporto alla Decisioni) che, in funzione dei dati meteorologici, forniscono una previsione sullo sviluppo delle malattie fungine e suggeriscono il momento di intervento più adeguato. Prestare particolare attenzione alla fusariosi della spiga e intervenire per contenere il suo sviluppo, limitando così la possibilità di accumulo di micotossine (DON) nella granella.

RaccoltaMASSOAGRO_it_180x115mm.pdf

Iniziare la raccolta quando l’umidità della granella è intorno all’10-11% e comunque non superiore al 13%.

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Difesa e Nutrizione

CATEGORIA


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