oro rosso Il libro della piemontese
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
Sulla
carne
voltiamo pagina
�occ� i �ens�
Oro rosso
Bocca, occhi e mani per conoscere i sapori,
Questo libro racconta e illustra, comunica e sperimenta.
apprezzare i colori e scoprire la tenerezza dell’Oro
Con sobrietà racconta il lavoro degli
Rosso, la carne dei bovini di Razza Piemontese.
agricoltori, che poi è lo stesso degli operai,
Questo lavoro si può spiegare con queste
degli impiegati, degli artigiani: onesto.
poche parole.
Con le immagini ci illustra i paesaggi del Piemonte,
Il suo intento è quello di emozionare
le forme arrotondate degli animali,
utilizzando le armi della creatività, che poi è
i tagli di carne come quelli di preziosi tessuti.
sublimazione della realtà, sogno ad occhi aperti,
Con i contenuti ci comunica il pragmatismo
umana illusione del bello, sorriso della vita.
dell’agricoltura che è elogio della semplicità
L’oggetto delle attenzioni di questo libro non
e della chiarezza di intenti.
era facile: la carne bovina, anche se di Razza
Con gli approfondimenti scientifici sperimenta per
Piemontese e di origine italiana, anche se con
parlare alla ragione e non toccare solo i sensi.
un nome e con un marchio già consolidati, è
Comunicare è sempre una magia.
pur sempre un prodotto dell’agricoltura, difficile
Bella quando riesce a emozionare.
da raccontare ed ancor più da fotografare.
Bella come l’Oro Rosso, quando tocca i sensi.
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Oro rosso
“Il Piacere della carne”. Così si chiamava la prima edizione del libro realizzato dal Consorzio di Tutela della Razza Piemontese per descrivere il gusto e i sapori unici della carne di Razza Piemontese. In un momento in cui il marketing dei sensi coinvolge sempre di più aziende e consumatori è sembrato giusto riprendere questo concetto per esaltare un prodotto unico nel suo genere …in tutti i sensi.
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Oro rosso
Il viaggio nel marketing dei sensi è ormai iniziato e l’analisi sensoriale è lo strumento che utilizziamo abitualmente per fare le nostre scelte, dal piatto preferito, ai profumi, ai vestiti. Per questo motivo dentro questo libro troverete immagini e racconti che parlano di profumi di campagna o di piatti prelibati. Sentirete tutto il buono di una storia preziosa come quella della carne di Razza Piemontese.
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Oro rosso
Quando si vuole convincere qualcuno sulla preziosità di un prodotto, lo si invita a “toccare con mano”. Nelle pagine che seguono avrete la possibilità di farlo e di sentire la veridicità di una storia fatta di uomini e passione. E non avrete bisogno di un “sesto senso” per capire quanto di prezioso ci sia in quello che da tantissimi anni amiamo definire: “ORO ROSSO”.
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Il
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MONDO il toro
della Piemontese
Il toro è il protagonista della Razza Piemontese nel mondo. In particolare i tori da riproduzione che producono il seme idoneo alla fecondazione artificiale di mandrie in Paesi anche molto lontani. Le riconosciute caratteristiche da carne della Razza Piemontese risultano utili al miglioramento delle popolazioni bovine poco selezionate per questo carattere. Si usa il seme del toro di Razza Piemontese sulle vacche autoctone ottenendo una generazione di bovini con forme più arrotondate, migliore sviluppo muscolare, migliore qualità della carne, sia come resa al macello sia come qualità nutrizionali ed organolettiche. Centinaia di tori selezionati negli anni sono disponibili per la fecondazione artificiale e garantiscono un’ampia possibilità di scelta ai tecnici delle nazioni straniere per ottimizzare i risultati degli incroci verso l’obiettivo desiderato. Le Associazioni della Piemontese nel mondo ARGENTINA CRIAPI Asociacion Criadores Argentinos Bovinos raza Piemontesa AUSTRALIA The Australian Piedmontese Cattle Association BRASILE ABCP Associação Brasileira de criadores Bovinos raza Piemontesa CANADA Canadian Piedmontese Association CINA Chinese Piemontese Association COSTA RICA ACORAPI Asociación costarricense de criadores de bovinos raza Piemontese DANIMARCA Avlforeningen for Piemontese kvaeg i Danmark GERMANIA Verband Deutscher Piemonteser-Züchter und Halter IRLANDA Irish Piedmontese cattle society MESSICO AMECRI Asociacion mexicana criadores razas italianas NICARAGUA Asociacion Nicaraguense Criadores de Piemontese NUOVA ZELANDA Piedmontese Society of New Zealand OLANDA Nederlands Piemontese Stamboek QUEBEC Association des eleveurs de Piemontese du Quebec REGNO UNITO British Piedmontese cattle society STATI UNITI NAPA North American Piedmontese Association STATI UNITI PAUS Piedmontese Association United States SVIZZERA Piemontese is Svizzera
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italia
della Piemontese
Le vacche
Le vacche sono le protagoniste della Razza Piemontese in Italia. Solo in questa terra di vitelli (Vitalia), le vacche di Razza Piemontese si trovano in purezza genetica. Per questo l’Italia può essere considerata la terra madre della Razza Piemontese. Per questo la carne, anche sull’etichetta emessa dal Consorzio di Tutela della Razza Piemontese, può fregiarsi della dicitura “Origine Italia” che può essere utilizzata solo da carni che possano dimostrare che: nascita, allevamento, macellazione e sezionamento siano avvenuti sul territorio nazionale. Ecco perché sulla carne etichettata dal Consorzio di Tutela della Razza Piemontese è presente una costruzione grafica che unisce al nome del Consorzio la scritta “Origine Italia” con una bella bandiera italiana. LE ASSOCIAZIONI DELLA PIEMONTESE IN ITALIA
Consorzio di Tutela della Razza Piemontese (Coalvi) con sede a Cuneo in Via Torre Roa 13, Telefono 0171.411468, info@coalvi.it, www.coalvi.it Associazione Nazionale Bovini di Razza Piemontese (Anaborapi) con sede a Carrù (Cn) in Strada per Trinità 32/A, Telefono 0173.750791, info@anaborapi.it, www.anaborapi.it Associazione Italiana Allevatori (Aia) con sede a Roma in Via Tomassetti 9, Telefono 06.854511, info@aia.it, www.aia.it. L’AIA è stata fondata nel 1947 a Roma. Ad essa sono associate tutte le Associazioni Nazionali, Regionali e Provinciali Allevatori. Il suo compito è quello di coordinare, su mandato del Ministero delle Politiche Agricole, l’attività di selezione delle diverse specie animali di interesse zootecnico offrendo una gestione centralizzata dei servizi e delle attività tecniche di interesse comune. Elabora i dati dei controlli funzionali effettuati dalle APA sugli animali iscritti nei rispettivi Libri Genealogici di specie e di razza e detiene i Libri Genealogici e i Registri Anagrafici. Svolge attività di divulgazione tecnico-professionale e di sensibilizzazione delle istituzioni e dell’opinione pubblica anche attraverso la pubblicazione della rivista ” l’Allevatore”. Con il progetto “Italialleva” l’Aia intende porre al centro della filiera produttiva l’allevatore facendolo diventare garante del processo e della qualità del prodotto finale.
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Il
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piemonte i vitelli
della Piemontese
I vitelli sono i protagonisti della Razza Piemontese in Piemonte. Questa regione è da sempre la culla della Razza Piemontese e d’estate, negli alpeggi, si può ammirare lo spettacolo delle vacche al pascolo con i vitellini color fromentino. LE ASSOCIAZIONI DELLA PIEMONTESE IN PIEMONTE • Associazione Regionale Allevatori Piemonte (Arap) Torino Via Livorno 60 c/o Parco Tecnologico, 011.2258451, arap.info@envipark.com, www.arapiemonte.net. L’Arap coordina le attività delle Apa nei confronti della Regione, di organi pubblici, privati, di enti ed organizzazioni. Gestisce il laboratorio Centro Latte al Parco Tecnologico di Torino, punto di riferimento regionale per le analisi sul latte, sui prodotti lattiero caseari, sugli alimenti zootecnici e sull’acqua. Per la Piemontese, si occupa delle mostre provinciali della razza, collabora per la mostra nazionale e cura l’organizzazione di manifestazioni zootecniche a carattere regionale, interregionale ed internazionale. •A pa Cuneo: Via Torre Roa 13, 0171.410800, apacuneo@apa.cn.it, www.apa.cn.it. •A pa Torino: Via Pianezza 115, 011.4530059, info@apa.to.it, www.apa.to.it. •A pa Asti: Via Guttuari 41, 0141.530690, segreteria@apaasti.it. •A pa Alessandria: Via Alessandria 13, 0131.219358, segreteria@apa-al.it, www.apa-al.it. •A pa Vercelli: Via Viotti 24, 0161.257560, apavc@tin.it, www.apavc.135.it. •A pa Novara - V.C.O.: C.so Vercelli 120, 0321.453140, info@apanovco.it, www.apanovco.it. Ogni Apa (Associazione Provinciale Allevatori) svolge come compito istituzionale e per delega del Ministero delle Politiche Agricole (legge 30/91), la gestione dei libri genealogici ed i controlli della produttività, operando nel campo della selezione genetica e dell’assistenza tecnica di interesse zootecnico. Lo scopo è di migliorare le produzioni dal punto di vista quantitativo e qualitativo con attenzione alla sicurezza delle produzioni e al benessere degli animali. Promuove inoltre la formazione, l’approfondimento e la diffusione di tecniche di allevamento innovative. •O rganizzazione Produttori Carne del Piemonte (Asprocarne) Carmagnola Via Silvio Pellico 10, 011.9715308, asprocarne@asprocarne.com, www.asprocarne.com. L’Asprocarne è un’organizzazione di produttori con il compito di qualificare, promuovere, commercializzare e valorizzare le carni. Dispone di un disciplinare di etichettatura volontario approvato dal Ministero delle Politiche Agricole. Offre assistenza tecnico contrattuale e commerciale per la realizzazione di contratti di vendita di bovini da macello e assistenza tecnico specialistica ai suoi associati. •F ederazione Regionale Coltivatori Diretti del Piemonte (Coldiretti) Torino, Piazza San Carlo 197, 011.5622800, piemonte@coldiretti.it, www.piemonte.coldiretti.it. La Coldiretti è una forza sociale che rappresenta le aziende agricole e valorizza l’agricoltura come risorsa economica, umana e ambientale. È costituita da 18 Federazioni regionali, 98 Federazioni provinciali, 765 uffici di zona e 9.812 sezioni periferiche. Il suo obiettivo è garantire alle imprese agricole opportunità di sviluppo in un quadro di piena integrazione dell’agricoltura con gli interessi economici e sociali del paese. Ha due progetti: Impresa Verde (rivolto alla crescita competitiva delle imprese agricole) e Campagna Amica (per costruire un dialogo tra produttori e consumatori). • Confederazione Italiana Agricoltori del Piemonte (Cia) Torino Via Francesco Da Paola 22, 011.5628892, www.cia.it. La Cia è una delle più grandi organizzazioni professionali agricole europee. Opera per il progresso dell’agricoltura e per la difesa dei redditi e la pari dignità degli agricoltori nella società. La CIA si articola in associazioni di categoria, istituti e società che operano per la sicurezza alimentare e la salvaguardia dell’ambiente, nel campo dell’assistenza previdenziale, sociale, sanitaria, fiscale e tributaria, della consulenza tecnica, della formazione, dell’assicurazione, dell’agriturismo, dell’agricoltura biologica e per la tutela degli anziani, delle donne e dei giovani. • Federazione Regionale Agricoltori del Piemonte (Confagricoltura) Torino, C.so Vittorio Emanuele II 58, 011.5170085, info@confagricolturapiemonte.it, www.confagricolturapiemonte.it. La Confagricoltura, è l’organizzazione di rappresentanza e di tutela dell’impresa agricola italiana. Persegue lo sviluppo imprenditoriale, il progresso tecnico scientifico e sociale del territorio agricolo. Ha una presenza capillare su tutto il territorio nazionale, con un’organizzazione che si articola in 18 federazioni regionali, 95 sedi provinciali e centinaia di sedi comunali. Supporta le imprese che si proiettano sul mercato, crede nella libera iniziativa, tenace e creativa.
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Le
Città cuneo
della Piemontese
27ª Mostra Nazionale Bovini di Razza Piemontese
Da Cuneo, nell’età giolittiana, partì il moderno indirizzo dell’ “industria zootecnica” del Piemonte. Ne è testimonianza un evento storico: il V° Congresso Zootecnico degli Allevatori del Piemonte, svoltosi l’8 e il 9 agosto 1909. Organizzato dal Comizio Agrario di Cuneo, ebbe come Presidente del Comitato d’onore Giovanni Giolitti, Presidente del Consiglio dei Ministri. Per l’occasione si svolse anche la famosa Esposizione Zootecnica, progenitrice della odierna Mostra Nazionale della Razza Piemontese. Al Congresso parteciparono i più illustri protagonisti della zootecnia di quel tempo per dare un contributo utile a combattere “quel fatalismo che inceppa il cammino all’applicazione dei grandi postulati della scienza”. L’argomento più convincente erano sicuramente i soggetti di Razza Piemontese. Il Comizio Agrario di Cuneo presentò a proposito della Razza Piemontese, un “Progetto di Regolamento di una Stazione di riproduttori bovini”, un primo esempio di selezione genetica. Fino alla fine del secolo scorso, i bovini di Razza Piemontese erano esposti durante il mercato
EVENTO
Quando
Mostra Zootecnica di Quaresima
2ª domenica di Quaresima
bre, allestita nello scenario del Foro Boario in stile liberty. Quindi
Fiera d’estate
Fine Agosto - inizio settembre
proprio nel cuore storico di Cuneo, nel suo centro caratterizzato
Fiera del Marrone
1° settimana di ottobre
Mostra Nazionale della Razza Piemontese
dai singolari bassi portici di via Roma, che sfocia nell’aristocratica
Primi fine settimana di novembre
Piazza Galimberti contornata da bellissimi palazzi neoclassici,
Sapori della Carne
In concomitanza con la Mostra Nazionale della Razza Piemontese
animata da antichi caffè dove si poteva sostare per respirare un po’
settimanale e nel corso dell’annuale Mostra Nazionale di novem-
di quell’aria, provinciale sì, ma culturalmente ricca. Era un vero abbraccio tra la città e la campagna, tra i cittadini e gli allevatori, che i tempi moderni, date le mutate esigenze, hanno cancellato. Oggi il mercato settimanale e la Mostra Nazionale della Razza Piemontese, insieme alla manifestazione Sapori della Carne, si tengono presso l’area mercatale del Miac, fuori dal centro abitato di Cuneo.
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Le
Città CAVOUR
della Piemontese
Situata sul confine delle Province di Torino e di Cuneo, deve la sua notorietà anche a personaggi come Giovanni Giolitti e Camillo Benso conte di Cavour che vi hanno soggiornato e che in qualche modo sono legati al suo sviluppo e al suo prestigio. Famosa da un punto di vista gastronomico fin dagli anni cinquanta per il pranzo dei “grassoni”, Cavour può essere considerata oggi la patria della Razza Piemontese in provincia di Torino. Qui, infatti, si concentra il più alto numero di allevamenti e di capi di Razza Piemontese dell’intera provincia. Qui è stata ideata e organizzata una manifestazione, giunta ormai alla 9° edizione, denominata “La settimana della Carne” durante la quale, nel mese di aprile, convegni, degustazioni ed esposizione di bovini concorrono ad alzare il sipario sulle indiscusse qualità organolettiche della carne di Razza Piemontese. Cavour è una cittadina molto caratteristica, posta ai piedi della Rocca, enorme masso granitico che si erge per 200
EVENTO
Quando
Settimana della Carne
Aprile
Tuttomele
2° settimana di novembre
metri sulla pianura del Pinerolese con attorno una ordinatissima campagna dove vengono allevati principalmente bovini di Razza Piemontese e coltivate le famose e gustose mele che trovano il momento della valorizzazione nell’annuale manifestazione “Tuttomele”.
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Le
Città carrù
della Piemontese Era il 15 dicembre 1910. Quasi cento anni fa fu istituita la prima fiera del Bue Grasso di Carrù, in provincia di Cuneo. Scopo della fiera, su iniziativa del Comizio Agrario di Mondovì, era di tornare a proporre una manifestazione dedicata esclusivamente ai bovini destinati al macello. L’idea venne accolta dai lungimiranti amministratori del Comune di Carrù (chissà se mai avrebbero immaginato così tanta gloria!) e furono istituiti dei premi, tra cui le famose gualdrappe offerte da S.M. il Re d’Italia a testimonianza dell’importanza della manifestazione, per i migliori bovini da macello. Il comune di Carrù ha dedicato al Bue di Razza Piemontese un monumento sulla piazza “balcone” che si affaccia sulle prime colline di Langa. Un vero omaggio ad un soggetto che più di ogni altro testimonia il duro lavoro dei vignaioli che per lungo tempo lo hanno utilizzato come forza motrice nelle vigne. Proprio sulla prima pagina del 10 dicembre 1910 della rivista “l’Agricoltore Monregalese”, quin-
EVENTO
Quando
Fiera Nazionale del Bue Grasso
2° giovedì di dicembre antecedente il Natale
Fiera del Manzo e della Vacca Grassa
2° giovedì antecedente la Pasqua
dicinale di agricoltura pratica, pubblicato dalla cattedra ambulante circondariale del Comizio Agrario di Mondovì, viene tessuto un elogio ai “proprietari di buoi di Langa che in ciò si sono fatti una vera specialità che cosa sapranno presentarci di bello giovedì, prossimo”. Oggi le gualdrappe non sono più offerte dal Re d’Italia, ma non per questo sono meno ambite dai macellai che affollano la fiera. La fiera del Bue Grasso di Dicembre è uno spettacolo che, almeno una volta ma non solo, il buongustaio deve poter gustare per apprezzare ancora di più la rinomata carne di bue di Razza Piemontese. A Carrù, inoltre, ha sede l’Anaborapi, l’Associazione Nazionale degli Allevatori di Bovini di Razza Piemontese.
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Le
Città
della Piemontese
moncalvo
Secondo comune del Piemonte che può vantare una fiera centenaria riservata al Bue Grasso di Razza Piemontese. Sempre a dicembre, sotto gli antichi portici della Piazza Carlo Alberto costruiti attorno al 1867 sulle rovine dell’antico castello, fin dalle prime luci dell’alba, si assiste allo scarico di sua “Maestà il Bue Grasso” in arrivo dagli allevamenti del Monferrato, alla loro disposizione secondo le diverse categorie, alle valutazioni da parte di una Commissione Zootecnica che ha il compito di proclamare i vincitori. Fin dalle prime luci dell’alba, inoltre, per gli appassionati, si può degustare la scodella di brodo di bollito e ceci. E dopo la premiazione si può ammirare la sfilata dei campioni sulla antica Piazza Carlo Alberto. La fiera di Moncalvo ha tradizioni antichissime, tanto è vero che nel 2008 si raggiunge la 371° edizione a conferma dell’importanza di Moncalvo quale centro agricolo e zootecnico della provincia di Asti. Per la sua posizione geografica, strategica perché posta sul confine tra il Monferrato e la Savoia, per la presenza del castello e della cittadella fortificata, Moncalvo è stato per molti secoli terra di continue conquiste da parte
EVENTO
Quando
Fiera del Bue Grasso
2° giovedì non festivo di dicembre
Fiera del Tartufo
Ultime due domeniche di ottobre
degli eserciti di occupazione che ne hanno in qualche modo condizionato lo sviluppo. Una curiosità. Moncalvo nell’ ‘800 divenne nota anche alla corte dei Savoia grazie a Rosina Vercellana, detta la bela Rosin, favorita e poi moglie morganatica del Re Galantuomo Vittorio Emanuele II la quale, anche se non nativa di Moncalvo, proveniva da un casato di salde radici moncalvesi. Moncalvo sorge su una collina molto panoramica dalla quale, nelle giornate limpide, si può ammirare tutto l’arco alpino, dalle Alpi Marittime al Monte Rosa. CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
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Le
Città
della Piemontese
FOSSANO
L’unica città ad aver ospitato la Mostra Nazionale dei Bovini di Razza Piemontese, che di regola si svolge a Cuneo, è stata Fossano. Basterebbe questo per sottolineare l’importanza della città nel mondo dell’allevamento della Piemontese. La sua collocazione geografica, quasi al centro del Piemonte, dove l’occhio spazia tra un sereno teatro di collinette, e una vasta pianura ed il Monviso la rende il baricentro dell’attività di allevamento dei bovini di Razza Piemontese. A Fossano e nei comuni limitrofi, ci sono moltissimi allevamenti di pianura che rappresentano il fiore all’occhiello di tutta la produzione e sono il simbolo della competitività della Razza Piemontese, capace di esistere sui terreni della fertile pianura in vittoriosa concorrenza con altri tipi di allevamento o altre destinazioni agricole delle superfici. Il Castello degli Acaja è l’ideale luogo d’incontro per lo svolgimento di convegni, incontri e EVENTO
Quando
Fiera del Vitello Grasso
Settimana prima di Pasqua
Giornate Zootecniche Piemontesi
Primavera/BIENNALE
Palio dei Borghi e Giostra de l’oca
Giugno
tavole rotonde sulla zootecnia di qualità. Anche il vicino Foro Boario ospita spesso iniziative legate alla Razza Piemontese che fa bella mostra di sé nelle Giornate Zootecniche Piemontesi e nella Fiera del Vitello Grasso, fiere zootecniche di alto livello, sia per la qualità dei capi esposti che per la presenza di numerosi operatori del settore. Le Giornate Zootecniche grazie alla loro specializzazione sono diventate un punto di riferimento per l’intero settore zootecnico cuneese. La Fiera del Vitello Grasso presenta ben 14 categorie di bovini più altre 6 categorie riservate ad allevatori iscritti al Coalvi, il Consorzio di Tutela della Razza Piemontese.
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Le
Città BRA
della Piemontese
Bra è la città natale del Consorzio di Tutela della Razza Piemontese. Il 23 luglio del 1984 viene infatti costituito il “Coalvi - Razza Piemontese”, figlio dell’unione di due realtà operative: il “Coalvi” di Bra che operava dal 1970 ed il “Razza Piemontese” di Torino delle Associazioni Allevatori che operava dal marzo del 1984. L’idea originale è maturata proprio tra gli allevatori ed i veterinari di Bra e intendeva difendere gli interessi dei piccoli allevatori di fronte ad un mercato che non riconosceva il giusto valore ai bovini di Razza Piemontese. Bra ha poi ospitato, nel 2004, il ventennale del Coalvi. La città di Bra è anche famosa per la singolare salsiccia, che nasce come prodotto di esclusiva carne bovina, probabilmente per adeguarsi alla norma alimentare ebraica. Attualmente è composta da carne bovina magra e grasso di suino. La salsiccia di Bra, celebrata ogni anno l’8 dicembre nel contesto della Rassegna della carne di Razza Piemontese, è stata ufficializzata da un Regio Decreto,
EVENTO
Quando
Fiera di Pasquetta
Pasquetta
Rassegna della Carne di Razza Piemontese
8 Dicembre
Cheese
Biennale – 3° settimana di settembre
emanato a seguito dello Statuto Albertino, che autorizzava i macelli di Bra ad utilizzare carne bovina nella preparazione della salsiccia fresca, unico caso in tutta Italia, proibendo tale produzione in tutto il restante territorio. CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
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Le
Città
della Piemontese
CARMAGNOLA
Città fortemente votata all’attività agricola per la natura del suolo agrario favorevolmente condizionato in gran parte dal fiume Po che la lambisce, Carmagnola è nota perché per lungo tempo fu capitale della coltivazione e della commercializzazione della canapa. L’avvento delle tecnofibre e altri fattori economico-sociali portarono ad un definitivo abbandono della coltivazione e della commercializzazione della canapa. La natura dei terreni ha permesso di convertire la coltivazione della canapa con quella degli ortaggi, in particolar modo la coltura del peperone. Proprio al peperone, indiscusso prodotto tipico della cittadina, nel mese di settembre, viene dedicata una sagra che richiama moltissimi visitatori dal Piemonte e non solo. Altri prodotti tipici presenti sul territorio carmagnolese sono il porro lungo dolce e il coniglio grigio di Carmagnola. EVENTO
Quando
Fiera Primaverile (in questa occasione c’è la Mostra Provinciale della Razza Piemontese e Frisona)
2° week-end di marzo
la zootecnia torinese. Presso il foro boario, infatti, settimanal-
Mercantico
2° domenica di ogni mese (eccetto agosto)
mente si svolge il mercato del bestiame, uno dei pochi ancora
Sagra del Peperone
Fine agosto - inizio settembre
Fiera Regionale del bovino da carne e Sagra della Giora
2° venerdì di dicembre antecedente il Natale
Ma Carmagnola rappresenta anche un punto di riferimento per
esistenti in Italia insieme a quello di Cuneo; nel mese di marzo gli allevatori della Razza Piemontese possono ammirare i progressi della selezione genetica nel corso della annuale Mostra Provinciale dei bovini iscritti al Libro Genealogico di Razza; nel mese di dicembre, infine, si svolge una fiera regionale dedicata al bovino da carne durante la quale la Razza Piemontese assume il ruolo di protagonista.
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Le
Città
della Piemontese
savigliano
La splendida Piazza Santa Rosa merita già di per sè una visita alla città di Savigliano. Una piazza di impianto medievale con palazzi di due tre piani, denominati caseforti in quanto costituiti da una doppia facciata: quella che il semplice turista vede in realtà ne nasconde un’altra. Ciò in quanto nel 1470, in seguito ad un riordino urbanistico, furono costruiti altri edifici addossati alle fronti già esistenti. Parte delle vecchie facciate costituiscono oggi i muri interni e sono visibili solo agli inquilini. Con il tempo la piazza ha subito ulteriori trasformazioni, come la costruzione delle logge nel XVII secolo e altri interventi tendenti ad uniformare i fronti edilizi, conservando sempre un indiscutibile fascino. Una città dotata di tale gusto architettonico non poteva che ideare una bellissima manifestazione dedicata al gusto, come “Madama la Piemonteisa”. Una rassegna dedicata alla carne che si ispira ad un piatto, “Madama la Piemonteisa” appunto, costituito da una bistecca di carrè cotta alla brace e guarnita con la salsa Santarosa, la cui ricetta è tratta da un antico libro di cucina della nobile casa saviglianese dei Santarosa.
EVENTO
Quando
Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola
Marzo
Quintessenza
Maggio
Madama la Piemonteisa
Biennale - mese di settembre
Fiera internazionale del pane
Biennale negli anni dispari - ultimo fine settimana di settembre
La manifestazione non si limita a celebrare la Razza Piemontese, ma ospita altre razze da carne italiane e straniere, diverse di volta in volta, per offrire un utile confronto gastronomico e tecnico, ad esperti ed appassionati, con l’intenzione di arricchire il patrimonio di conoscenze di tutti.
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Le
Città
della Piemontese
nizza monferrato
La città è sempre stata, fin dalle origini, centro di commercio del bestiame data la favorevole posizione geografica. Risalgono infatti agli inizi del 1600 le notizie di un mercato settimanale del bestiame in questo centro del Monferrato. A testimonianza di ciò, basta fermarsi sulla spaziosa Piazza Garibaldi per ammirare l’ampio foro boario costruito alla fine del 1800 in muratura con ampi archi a tutto sesto e coperto da una volta a capriata strutturata su travi spioventi e monaci in legno. In considerazione della vocazione della città per quanto riguarda il commercio del bestiame, è stata istituita la fiera del Manzo e del Bue Grasso, che si svolge la prima domenica di dicembre proprio per dare maggior impulso al consumo di carne di qualità. Ma Nizza Monferrato, da un punto di vista agricolo, non è solo importante per l’allevamento del manzo di Razza EVENTO
Quando
Fiera del Manzo e del Bue Grasso
1° domenica di dicembre
Piemontese, ma anche per il cardo gobbo, così denominato per la curvatura che gli viene fatta assumere con una particolare lavorazione di sotterramento, e per i famosi vini tra i quali l’ultimo nato il Barbera d’Asti superiore “Nizza”, regolato da un rigido disciplinare e prodotto solamente in 18 paesi del circondario di Nizza. Dal 2008, nell’antico palazzo nobiliare Crova ha trovato sede il Museo del Gusto all’interno del quale ampio spazio è dedicato alla carne bovina di Razza Piemontese.
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Le
Città
della Piemontese
castelmagno
Castelmagno è il simbolo dei pascoli di montagna delle alpi piemontesi, frequentati da migliaia di vacche e vitellini. Si scrive quindi Castelmagno, ma si legge anche Elva e poi Frabosa, Vernante, Limone, Valdieri, Entraque, Vinadio, Argentera, Demonte, Canosio, Acceglio, Sampeyre, Bellino, Pontechianale, Pian del Re, Bardonecchia e molti altri. E se Castelmagno aggiunge il suo famoso Santuario allo spettacolo degli alpeggi, la vicina Rocca La Meja sembra un gigantesco monolite che attira le bianche mandrie di bovini di Razza Piemontese nei dolci pascoli tutt’intorno, mentre le sorgenti del Po dissetano pacifiche vacche curiosamente a proprio agio tra le automobili dei turisti e gli zaini degli escursionisti. Gli abitanti estivi di tutti questi paesi, a fianco dei valligiani, si chiamano “margari”, un tempo eroici pionieri di un utilizzo delle aree marginali dell’agricoltura, oggi fieri e coscienti operatori di una filiera di qualità che spesso comincia proprio da loro. Circa 300 famiglie di margari, ognuna con circa 100 vacche, costituiscono un grande
EVENTO
Quando
Festa di San Magno
19 agosto
patrimonio, una ricchezza unica che va considerata come un fiore all’occhiello della Piemontese. Gli alpeggi sono un po’ il reparto maternità della Razza Piemontese, un reparto che tradizionalmente apre l’attività al suono festoso delle campane di San Giovanni, il 24 giugno, per poi chiudere con un filo di malinconia allo stesso suono il giorno di San Michele, a fine settembre.
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Le
Città torino
della Piemontese “…sta di fatto che a Torino macellai con vasta e scelta clientela non abbattono che bovini di Razza Piemontese…”. Questo scriveva l’illuminato prof. Vittorino Vezzani, direttore dell’istituto Zootecnico e Caseario per il Piemonte ottant’anni fa, nel 1927, a conclusione del suo trattato sulla Razza Piemontese dal titolo “La formazione della sottorazza albese in seno alla Razza bovina Piemontese”. Come allora, anche oggi, a Torino, nelle migliori macellerie, il marchio Coalvi garantisce alla “vasta e scelta” clientela la carne di Razza Piemontese. Un tempo era un telo bianco ad attirare l’attenzione sull’insegna della bottega del macellaio, oggi è uno stesso telo con marchio Coalvi a ricordare che dalla generosità della terra delle campagne del Piemonte ha origine la qualità della carne di Razza Piemontese. Torino splendida città barocca e dagli austeri palazzi settecenteschi. Torino sobria e ordinata. Torino città laboratorio dove le migliori idee sono precorritrici di eventi, di pensieri e di mode che si sviluppano poi nel resto d’Italia. Torino così discreta ma capace di raccontare la storia della campagna che da sempre la nutre. L’ordine dei campi arati e seminati, il fascino delle vecchie cascine, l’eleganza delle mandrie al pascolo, la laboriosità degli uomini che lavorano la terra. E così le macellerie della città continuano a raccontare. E la campagna ad “alimentare” i loro racconti.
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CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
25
Le
fattorie
della Piemontese
gli allevamenti completi
Alimentazione ingrasso orzo mais crusca Il letame restituisce al terreno Azoto (N), Fosforo (P), Potassio (K)
soia fieno
Alimentazione riproduttori fieno silomais erba
26
La Fattoria a Ciclo Completo è rivolta contemporaneamente il 70% delle aziende adotta questa tipologia di allevamento
alla riproduzione e all’ingrasso dei bovini allevati. Questa tipologia di allevamento è la più diffusa, considerato che il 70% delle aziende è strutturata in questo modo.
i vitelli nati in azienda concludono il ciclo di allevamento e ingrasso a circa 18 mesi di età
Nella fattoria a ciclo completo sono normalmente presenti due stalle separate: una adibita alla riproduzione, in cui troviamo vacche e vitelli nei primi mesi di vita, l’altra adibita all’ingrasso dei capi da macello.
input
output
• sementi • mangimi • materie prime
• bovini da macello
Pertanto tutti vitelli nati nell’allevamento vi permangono fino alla conclusione del ciclo di ingrasso. Questa tipologia di azienda è sostanzialmente la più complessa da gestire dal punto di vista alimentare e di conseguenza dal punto di vista colturale.
attività dell’allevatore gestione riproduzione
Il mais è utile sia per i riproduttori, come foraggio insilato
individuazione Calori
(silomais), sia per l’ingrasso, per il quale se ne utilizza la granella macinata.
inseminazione
Troviamo poi la coltura dell’orzo, importante soprattutto
parti
come alimento per i vitelloni.
alimentazione coltivazione
orzo
mais
foraggio
semina
autunno
Anche nelle aziende a ciclo completo la soia e la crusca
raccolta
estate
vengono acquistati. I prati ed i pascoli forniscono ottimo foraggio fresco per i capi da riproduzione e gli erbai con-
semina
primavera
raccolta
autunno
semina
prim / aut
raccolta
prim / est / aut
sentono di produrre il fieno che viene fornito a volontà sia alle vacche sia ai capi all’ingrasso. Nella maggior parte dei casi, si rende necessario l’acqui-
Agronomo per gestione dell’alimentazione e delle colture Veterinario per parti, gestione riproduzione e gestione sanitaria
sto di mangimi complementari o completi appositamente formulati per soddisfare i fabbisogni alimentari dei capi in alcune fasi di vita.
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27
Le
fattorie
della Piemontese
la specializzazione sulla riproduzione
Alimentazione riproduttori erba fieno silomais
28
Le aziende che si occupano esclusivamente della riproduil 20% delle aziende adotta questa tipologia di allevamento
zione rappresentano il 20% del totale. Questi allevamenti hanno come obiettivo la produzione di vitelli che possono essere venduti ad un mese di età,
i vitelli nati in azienda vengono venduti a 3-6 mesi di età
prima di essere svezzati, chiamati dialettalmente “puparin”; oppure a circa sei mesi di età quando la dieta lattea è già stata integrata con alimenti solidi e in questo caso si parla
input
output
• sementi • mangimi per svezzamento
• vitelli pronti per l’ingrasso (puparin mangiarin)
di “mangiarin”. In stalla troviamo le vacche con i loro vitelli e talvolta il toro per la monta naturale, nel caso in cui non si pratichi la fecondazione artificiale. Le fattorie specializzate nella riproduzione sono caratterizzate da una particolare struttura fondiaria e colturale legata
attività dell’allevatore gestione riproduzione
principalmente alle esigenze alimentari dei capi allevati.
individuazione Calori
Il fieno, l’erba ed il silomais rappresentano la maggior
inseminazione
parte della razione per le vacche.
parti
Pertanto le colture maggiormente adottate sono il mais,
alimentazione coltivazione
il prato per lo sfalcio di foraggio fresco dalla primavera foraggio
semina
prim/aut
raccolta
prim/est/aut
all’autunno, l’erbaio per la fienagione ed alcuni recinti fissi o mobili per il pascolo. I vitelli, invece, si nutrono con il latte materno fino allo
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svezzamento, dopo il quale passano ad un’alimentazione solida a base di mangimi specifici che normalmente vengono acquistati.
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Le
fattorie
della Piemontese
la specializzazione sull’ingrasso Alimentazione ingrasso mais orzo crusca soia fieno
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SOIA
CRUSCA
ORZO
MAIS
Solamente il 10% delle aziende di Razza Piemontese si dedica il 10% delle aziende adotta questa tipologia di allevamento
esclusivamente all’ingrasso. I cosiddetti “puparin” (1 mese di età) e “mangiarin” (6 mesi di età), vengono acquistati negli allevamenti specializzati
i vitelli ENTRANO in azienda ALL’ETà DI 3-6 mesi E FINISCONO IL CICLO DI INGRASSO A CIRCA 18 MESI
nella riproduzione. I maschi permangono nell’azienda di ingrasso fino a 14-1618 mesi, per essere poi avviati alla macellazione, mentre le femmine vengono allevate fino a 13-15 mesi.
input • VITELLI PER L’INGRASSO • sementi • mangimi • materie prime
output
Le fattorie specializzate nell’ingrasso sono caratterizzate
• bovini da macello
da una particolare struttura fondiaria e colturale legata principalmente alle esigenze alimentari dei capi allevati. La razione dei capi all’ingrasso generalmente è composta da cereali, leguminose e foraggio a volontà. Nella maggior parte dei casi le aziende non sono autosufficienti per ciò che riguarda l’approvvigionamento delle
attività dell’allevatore alimentazione coltivazione
materie prime. orzo
mais
foraggio
semina
autunno
Le colture di mais e di orzo ed i prati per la fienagione
raccolta
estate
sono molto utili perché forniscono dei prodotti direttamente
semina
primavera
raccolta
autunno
semina
prim / aut
raccolta
prim / est / aut
reimpiegabili nella razione. Altre materie prime come la soia e la crusca vengono di norma acquistati.
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Le
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immagini
della Piemontese
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37
La
Botanica il mais
Il mais sta ai bovini come il pane sta all’uomo. Non è una dotta citazione ma
Ciò significa che da uno stesso appezzamento di terreno nell’arco di un anno si può ottenere un raccolto di
una semplice similitudine per
orzo e, in successione un
dare l’idea dell’importanza che
raccolto di mais: l’orzo
questo cereale riveste nell’ali-
viene seminato
mentazione dei bovini.
a ottobre e raccolto a giugno;
Alla base di questa popolarità vi
il mais viene seminato a giugno e
sono essenzialmente tre aspetti:
raccolto a ottobre.
l’elevato valore nutritivo, la versatilità
Dal punto di vista botanico il mais
di utilizzo e la grande produttività, nelle
è una graminacea, con infiorescenza
aree vocate per la sua coltivazione.
maschile e femminile che, pur sulla
La parte nobile è la granella, ricca di amido
stessa pianta, sono collocati in posi-
e di carotene, ricavata da quelle che po-
zioni diverse: il fiore maschile è una
polarmente vengono chiamate pannocchie
pannocchia posta all’apice del fusto,
ma che, in realtà, dal punto di vita botanico
mentre il fiore femminile è posto al-
sono spighe.
38
della Piemontese
l’ascella di una o più foglie.
Per l’alimentazione del bestiame si può sfruttare
La specie si suddivide in diverse varietà,
anche l’intera pianta, con tanto di fusto e di foglie, che,
alcune delle quali storiche e ancora oggi
se raccolta al giusto stadio di maturazione, insieme
coltivate per la produzione di farina da
alla granella apporta una buona dose di zuccheri e
polenta. La produzione per consumo
di cellulosa altamente digeribile.
umano rappresenta una porzione minima
Il mais in Italia, nelle zone dove vi sia una buona
della superficie coltivata a mais; la restante
disponibilità di acqua, può vantare un’altra carat-
è destinata al consumo animale in diverse
teristica che lo rende ancor più interessante:
varietà e ibridi in continua evoluzione e in
può essere coltivato in successione ai cereali
grado di assicurare produzioni che superano
vernini, come l’orzo.
i 150 quintali di granella per ettaro.
La
Botanica l’orzo
della Piemontese
Simile al grano, dal punto di vista botanico,
È una fonte energetica, ricca
l’orzo si distingue da quest’ultimo per un
di amido, di cui si sfrutta
portamento più esile, per un colore più
solamente la granella,
pallido, sia quando è verde, sia quando è
macinata o fioccata; la pa-
maturo, e per una spiga che, oltre a curvarsi
glia è pressoché indigeribile ma non
leggermente verso il basso, presenta dei
per questo va sprecata, essendo usata
prolungamenti filiformi (ariste) che la
come lettiera per gli animali.
rendono inconfondibile.
Da un ettaro di terreno coltivato a orzo
Il suo ciclo vegetativo si compie
si possono ricavare mediamente 50
tra l’inizio dell’autunno e la fine
quintali di granella: pochi se paragonati
della primavera, sfuggendo
ai 150 di mais, ma buoni, se valutati in
pertanto al periodo estivo più
relazione ai costi di produzione, di gran
caldo e siccitoso.
lunga più bassi.
Per questo motivo viene colti-
Nella dieta dei vitelloni di Razza Piemon-
vato anche in quegli ambienti
tese l’orzo non è una presenza costante,
in cui non è possibile irrigare
come lo è invece il mais, tuttavia lo si trova
e dove, pertanto, il mais non
quasi sempre negli allevamenti delle zone
riuscirebbe a produrre.
collinari, dove rappresenta l’unica coltura cerealicola possibile e, quindi, l’unico alimento energetico proponibile, da associare al fieno.
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39
La
Botanica
Le fonti proteiche
Erba medica, soia e fave: queste tre legu-
La fava viene essiccata e data intera, tal quale, o più
minose, la prima sotto forma di fieno, le
frequentemente, dopo averla sottoposta a uno schiac-
altre in granella, sono fonti proteiche
ciamento a caldo o a freddo per aumentarne la dige-
indispensabili per bilanciare la dieta
ribilità. È una fonte proteica ed energetica di qualità,
dei bovini.
ma inferiore alla soia, tuttavia è usata, seppur a piccole
L’erba medica trae il nome
dosi, nel rispetto di una tradizione che le attri-
dalla sua terra d’ori-
buisce la capacità di influire sulla qualità
gine, la Media, regione nord-occidentale della Persia. È una della poche colture foraggere che riesce a coniugare caratteristiche nutritive di altissimo pregio con esigenze colturali modeste. Se si esclude la sua avversione per i terreni acidi, l’erba medica è una pianta che si adatta ad ambienti poco ospitali e siccitosi, con produzioni elevate di grande qualità sotto il profilo nutrizionale. La soia è un alimento che trova posto sulla nostra tavola se non altro come ingrediente di moltissimi preparati alimentari. Dalla soia si estrae l’olio e ciò che residua, che si chiama farina di estrazione (che altro non è che farina sgrassata) viene usato come alimento zootecnico. I bovini, a piccole dosi, non disdegnano anche la soia integrale (ossia con il suo olio): in questo caso oltre all’apporto proteico si può contare anche su un elevato apporto energetico.
40
della Piemontese
della carne.
La
Botanica
della Piemontese
I prati di pianura
Qualsiasi appezzamento di terreno ricoperto di erba viene
Nella composizione di questi prati si trovano essenze di
comunemente definito prato. In realtà questi campi inerbiti
media longevità con buona capacità di ricaccio come la
vengono classificati in funzione della loro origine e della
Festuca arundinacea, la Dactylis
loro durata in: erbai, prati avvicendati, prati permanen-
glomerata, il Lollium peren-
ti, pascoli, prati-pascoli.
ne, il Trifolium pratense.
L’erbaio è una coltura che
Il prato permanente è invece il
esaurisce la sua produzione
classico prato che da anni, anzi, da de-
nell’arco di una stagione e,
cenni, è sempre stato un prato. In
il più delle volte, in un solo
esso si riscontra una flora molto
sfalcio: si semina in autun-
variegata, frutto di un equilibrio
no, per lo più, e lo si taglia a metà primavera.
creatosi tra la vegetazione spontanea, che vede insieme specie
Dopo si lavora il terreno e si
diverse che sviluppano in
semina qualcos’altro.
momenti diversi della sta-
È il caso della loiessa (Lollium ita-
gione, così da garantire una
licum), che produce una massa no-
copertura continua del ter-
tevole di foraggio che viene affienato
reno. Oltre alle specie
o insilato.
già citate per i prati avvicendati, qui
Il prato avvicendato viene seminato come
troviamo la Poa pratensis, il Bromus
l’erbaio ma il suo sfruttamento dura per
inermisi, il Phleum pratense e Trifolium
qualche anno, sflaciandone ripetutamente la
repens. Pascoli e prati pascoli, per defi-
produzione per farne fieno.
nizione, sono colture erbacee utilizzate
Quando la produzione inizia a calare, si lavora
direttamente dagli animali con il consumo
il terreno e si risemina un cereale.
in loco o in alternanza con sfalci.
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
41
La
Botanica
I prati di collina
I prati di collina sono per lo più avvicendati o permanenti. Gli erbai sono rari perché è raro che sullo stesso
Alle leguminose si associano altre essenze spontanee come la Salvia pratensis, o l’Achillea millefolium. Ma la specie più caratteristica dei prati di
terreno si possa coltivare in
collina è l’Anthoxanthum
successione il mais, che richie-
odoratum (erba fienaro-
derebbe la disponibilità di acqua
la) che è la responsabile
irrigua che, in collina, scarseggia (o se è disponibile, deve essere pompata per superare le pendenze).
del caratteristico profumo che si sente durante la fienagio-
Le graminacee presenti sono più o meno le stesse
ne. Quell’aroma inconfondibile è
che si riscontano nei prati di pianura, anche se preval-
dato da una sostanza alcolica che
gono quelle meno fogliose, con stelo meno carnoso,
si chiama “curarina”, presente in
come la Poa pratensis.
grandi quantità in questa specie
La loro persistenza è comunque limitata alla sta-
erbacea che, con l’essiccazio-
gione primaverile, quando le piogge garanti-
ne, si libera nell’aria. Sep-
scono un apporto di acqua sufficiente al loro
pur più profumato, però,
sviluppo. Dopo il primo sfalcio regredisco-
il fieno di collina, dal
no e lasciano spazio alle leguminose come il
punto di vista nutri-
trifoglio (Trifolium pratense), la veccia (Vicia fava)
zionale, vale meno
e l’erba medica che, oltre ad adattarsi alla siccità, crescono bene sui suoli calcarei, quali sono per lo più quelli delle colline piemontesi.
42
della Piemontese
di quello di pianura, rispetto al quale in genere è più legnoso e quindi meno digeribile.
La
Botanica
della Piemontese
I prati di montagna
Nelle aree montane, alle quote più basse
Salendo in quota si incontra il Trisetum flave-
e nelle zone più facilmente accessibili ai
scens, la Festuca ovina e via via essenze di taglia
mezzi meccanici, di norma i prati
sempre più bassa. Le caratteristiche del terreno delle nostre
vengono sfrut-
montagne, per lo più acido, limitano la
tati sia per la
presenza di leguminose a poche specie,
fienagione
sia
tra cui il trifoglio (Tripholium pratense)
per il pascolo: a primavera si fa
e il ginestrino (Lotus corniculatus).
il fieno e in estate avanzata si
Oltre a fornire nutrimento per i bo-
pascola sui ricacci. Alle quote
vini, in montagna il prato svolge un
più alte e nelle zone più difficili,
ruolo fondamentale nel proteggere il
invece, il pascolamento diventa
terreno dall’erosione, grazie alla co-
l’unica forma di utilizzo. In rela-
pertura erbosa e, soprattutto, grazie
zione all’utilizzo e alla quota
al tessuto che le radici formano nei
altimetrica si possono avere
primi centimetri di suolo, garanten-
composizioni floristiche di-
dogli stabilità e aumentandone la ca-
verse. A bassa quota, dove si sfalcia, si incontrano graminacee di grande sviluppo come il fleolo (Phleum pratense), la Poa pratensis, l’Arrenatherum elatius, l’erba mazzolina (Dactilys glomerata).
pacità di assorbimento dell’acqua. Considerando che i prati esistono perché esistono gli animali che ne sfruttano l’erba, si comprende l’importanza che viene attribuita alla zootecnia nella salvaguardia del territorio alpino.
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
43
Il
1886
44
Passato
della Piemontese
La storia antica
Latte, carne E lavoro
1958
Latte e carne
La storia comincia con una mutazione naturale avvenuta su
Le Associazioni Allevatori hanno avviato la selezione genetica
un bovino a Guarene d’Alba, nel 1886, che sta alla base del
da tempo: nel 1932 definiscono uno standard di razza che
carattere ‘doppia groppa’, cioè dell’ipertrofia muscolare della
contempla la triplice attitudine, ma nel 1958 lo standard va
Razza Piemontese. La storia prosegue con la determinazione
definendosi verso la duplice attitudine: prima latte e poi carne.
degli allevatori a tramandare questa caratteristica e finisce
Solo nel 1966 lo standard della Razza Piemontese inverte la
con l’avvio della selezione genetica delle Associazioni Alle-
duplice attitudine dando più importanza alla carne rispetto alla
vatori. La storia ci tramanda una Razza Piemontese a triplice
produzione di latte. La conformazione da carne, intesa come
attitudine: latte, con interessanti produzioni di formaggi
muscolosità va accentuandosi, mentre la mungitura della vacca
tipici, carne di qualità e lavoro nei campi in attesa dei trattori.
mostra tutti i suoi limiti se confrontata con la Razza Frisona.
Il
1976
Passato
della Piemontese
La storia recente
Carne
2008
Carne di Qualità
Il latte delle vacche di Razza Piemontese serve solo più per
Nel 1988 il marchio Coalvi è riconosciuto dallo Stato con un
allevare i vitellini destinati all’ingrasso e alla rimonta. Casi
Decreto Ministeriale come Marchio di Qualità per contraddi-
isolati di mungitura non spostano la definizione dello stan-
stinguere la carne della Razza Piemontese. Nel 2000 il Consor-
dard di razza: la Razza Piemontese diventa una razza specia-
zio di Tutela della Razza Piemontese ottiene l’Autorizzazione
lizzata per la produzione di carne e la selezione si orienta
Ministeriale IT007ET per il suo disciplinare di etichettatura
solo più in questa direzione.
volontario. Nel 2008 la conformazione spiccatamente da carne
Compaiono le attività di valorizzazione della carne: nel 1980
dei bovini di Razza Piemontese è spettacolare e si sviluppa in
nasce il Coalvi, nel 1984 il Consorzio Coalvi-Razza Piemon-
forme arrotondate e pronunciate di tutti i muscoli, in partico-
tese, l’attuale Consorzio di Tutela della Razza Piemontese.
lare quelli della coscia da cui si ottengono i tagli più pregiati. CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
45
Il
PRESENTE
LA SPECIALIZZAZIONE DA CARNE
Grazie all’attività di selezione operata negli anni da-
46
della Piemontese
favorevole il rapporto tra muscolo e scheletro con ottime
gli allevatori, oggi la Razza Piemontese è una razza che
rese alla macellazione e allo spolpo.
produce una eccellente qualità di carne.
La specializzazione da carne, oltre a cambiare i sistemi di
Le forme pronunciate e arrotondate dei muscoli si posso-
allevamento, ha portato anche ad un aumento del numero
no ammirare già nei vitelli appena nati, mentre risultano
di capi allevati per azienda. Ciò è stato reso possibile, in
davvero rilevanti nei bovini adulti e in particolare nei
quanto il passaggio da razza a duplice attitudine (latte e
soggetti maschi.
carne), alla specializzazione da carne, ha consentito di
A tutto questo occorre aggiungere che alla spiccata at-
liberare la manodopera impiegata nella mungitura utiliz-
titudine a produrre carne, si accompagna una sensibile
zandola convenientemente nell’allevamento di ingrasso
diminuzione della dimensione delle ossa che rende molto
molto meno oneroso in termini di manodopera.
Il
PRESENTE
della Piemontese
L’IPERTROFIA MUSCOLARE
Nel secolo scorso, sia il mondo degli allevatori, sia
punto di vista genetico, l’ipertrofia muscolare è sempre
il mondo accademico e scientifico, utilizzavano termi-
stata ritenuta come derivante da una mutazione, evento
ni quali bovino “da façon”, “fassone”, “groppa doppia”,
che si verifica naturalmente negli organismi viventi seppure
“groppa di cavallo”, “della coscia” per indicare i bovini di
con bassa probabilità. In tempi recenti (1997) le tecniche
Razza Piemontese che presentavano un notevole sviluppo
della genetica molecolare hanno reso possibile verificare
muscolare, soprattutto della parte posteriore del bovino.
quale sia il gene implicato e quale tipo di mutazione abbia
Tale sviluppo muscolare fu oggetto, per lo meno nella
avuto luogo. Nei bovini di Razza Piemontese, l’ipertrofia
prima metà del secolo scorso, di innumerevoli diatribe tra
dipende dall’azione di uno specifico gene situato sul cro-
i fautori del Razza Piemontese “normale” e quelli invece
mosoma 2 denominato gene della miostatina e solitamente
favorevoli al carattere “della coscia”. Storicamente, dal
indicato come mh (dalle iniziali di muscular hypertrophy). CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
47
Il
FUTURO
LA MIOSTATINA
La miostatina è una proteina che limita la crescita
48
della Piemontese
caratteristiche intermedie. La mutazione naturale del gene
muscolare degli animali. Nella Razza Piemontese, a causa
della miostatina è localizzato sul cromosoma 2.
di una mutazione naturale del gene che la codifica, la pro-
Dal 1970, tutti i tori utilizzati per la fecondazione artificiale
teina prodotta non è in grado di esercitare la sua azione
presentano la mutazione in omozigosi e quindi il carattere
regolatrice e consente così un maggior sviluppo musco-
si è diffuso nell’ambito della Razza Piemontese giungendo
lare. Gli individui che possiedono in omozigosi il gene
alla quasi completa fissazione del carattere. La scoperta della
mutato, presentano uno sviluppo delle masse muscolari
mutazione del gene della miostatina che origina l’ipertro-
nettamente superiore rispetto agli individui in cui la mu-
fia muscolare, apre nuovi orizzonti d’indagine scientifica
tazione è assente. Nei soggetti eterozigoti, che possiedono
sulle caratteristiche qualitative della carne bovina di Razza
cioè solo una copia del gene mutato, l’animale presenta
Piemontese (studi sul microRNA).
Il
FUTURO L’IGP
della Piemontese
Il Coalvi è stato individuato dalle Associazioni degli
che non hanno superato lo scoglio della documentazione
Allevatori e dalle Organizzazioni Professionali come “Ente
storica che non considera valida la traduzione dal dialetto e
Proponente” per la richiesta di registrazione di una IGP (Indi-
vanifica così la quasi totalità dei documenti a supporto. Si è
cazione Geografica Protetta) riguardante la Razza Piemontese.
quindi arrivati alla definizione di “Vitellone piemontese della
All’inizio è stato scelto uno dei prodotti più tipici di questa
coscia” che pare avviato lungo l’iter del riconoscimento, con
razza: il Bue Grasso di Carrù e Moncalvo, ma il limitato signi-
successivi passaggi in Regione Piemonte, al Ministero delle
ficato economico di queste nicchie ha poi suggerito di indi-
Politiche Agricole e alla Commissione Europea. Il futuro è
rizzarsi verso tutta la Razza Piemontese. Ecco il motivo della
dunque nel segno della tutela con un nuovo strumento di
proposta del nome “Fassone Piemontese”, italianizzazione
valorizzazione internazionale della carne bovina ottenuta dalla
di termini dialettali - a volte leggermente diversi tra loro -
Razza Piemontese: l’IGP Vitellone piemontese della coscia. CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
49
Le
CARATTERISTIche della Piemontese CONSISTENZA
In Italia la popolazione dei bovini di Razza Piemontese è,
Razza
nel 2008, di 350.000 capi: maschi 90.000, femmine 110.000
Frisona
e vacche 150.000.
Piemontese
109.418
Questo numero pone la Piemontese al terzo posto in
Bruna
104.397
Italia per numero di capi allevati, dopo la Frisona Italiana
Pezzata Rossa
53.129
Marchigiana
24.150
Chianina
20.107
Valdostana
16.921
Podolica
15.363
e la Bruno Alpina, entrambe razze da latte. Per la carne è quindi la prima razza in Italia.
numero vacche 1.102.655
In Piemonte domina incontrastata su tutte le razze, da latte e da carne, primeggiando come numero di capi allevati
Le aziende agricole dove vengono allevati tutti questi bovini
(40% del totale), notorietà e qualità del prodotto.
di Razza Piemontese sono oltre 3.500.
Dopo decenni di contrazione sul finire del secolo scorso,
L’età media dei conduttori è 49 anni.
è avvenuta una netta inversione di tendenza a partire
La consistenza media aziendale è di 70 bovini, di cui 30
dall’anno 2000, con una costante crescita del numero di
vacche.
capi allevati in questi primi otto anni del nuovo secolo. Al Consorzio di Tutela della Razza Piemontese sono iscritti, Al Libro Genealogico Nazionale di Razza Piemontese sono
nel 2008, 120.000 bovini, il 90% dei quali sono compresi
iscritti, nel 2008, 250.000 bovini.
nei 250.000 del Libro Genealogico.
La classifica delle vacche iscritte ai rispettivi Libri Genea-
Quelli idonei alla produzione di carne di qualità, cioè vi-
logici a giugno 2008 vede la Piemontese al 2° posto in
telloni maschi e femmine, sono 40.000.
Italia.
Quelli etichettati dal Consorzio quasi 20.000. Le aziende agricole dove vengono ingrassati tutti questi bovini di Razza Piemontese sono oltre 1.500, il 70% delle quali sono comprese nelle 3.500 del Libro Genealogico.
50
Le
CARATTERISTIche della Piemontese DISTRIBUZIONE TERRITORIALE
La Razza Piemontese è allevata in Italia, salvo sporadiche presenze nel resto del mondo. In Piemonte c’è il 97% dell’intera popolazione italiana, a seguire Liguria, Lombardia e resto d’Italia. In provincia di Cuneo c’è il 62% della popolazione della regione Piemonte, a Torino il 24%, ad Asti il 9%, ad Alessandria il 3%, nelle altre province piemontesi il 2%. La distribuzione territoriale si è mantenuta costante nell’ultimo secolo, con leggeri spostamenti dalle Langhe alla pianura. Lo stretto legame con il territorio è alla base dell’iniziativa del Consorzio di Tutela della Razza Piemontese di richiesta dell’IGP “Vitellone piemontese della coscia”.
24%
Torino Asti
9% 3% 2%
Alessandria Altre Province
62%
Cuneo
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
51
Le
CARATTERISTIche della Piemontese
196
cm
Morfologia
La Razza Piemontese ha una spiccata attitudine alla pro-
160
cm
duzione della carne ed è caratterizzata da un armonico sviluppo somatico, da una grande finezza di arti, da pelle
lunghezza maschio
196 cm Kg 160 43 151cm Kg Kg 43 Kg 4040 morbida e sottile e da un’andatura elegante.
cm
lunghezza del tronco
I tori presentano mantello grigio o fromentino chiaro, con femmina
lunghezza del tronco maschio
accentuazione dei peli neri sulla testa, specie intorno alle orbite, sul collo, sulle spalle e sulle regioni distali degli arti, talora anche sulle facce laterali del tronco e sugli arti posteriori. PESO VITELLO
lunghezza del tronco femmina
MASCHIO
Nelle femmine ALLA NASCITA il mantello è bianco o fromentino chiaro con sfumature fino al grigio e i vitelli alla nascita hanno il mantello fromentino carico.
Altezza al garrese maschio
Il vitello maschio alla nascita pesa mediamente 43 kg,
PESO VITELLO MASCHIO ALLA NASCITA
mentre la femmina circa 40 kg. Il toro adulto può raggiungere il peso di 1.200 kg e la femmina circa 750 kg.
La lingua, il palato, i margini delle palpebre e dell’orecchio, la nappa della coda, gli unghioni e le mucose
160
cm
visibili dall’esterno sono pigmentati di nero.
Le corna, nere sin verso i 20 mesi di età, si presentano negli adulti giallastre alla base, più chiare nel terzo
lunghezza del tronco medio e nere all’apice. femmina L’altezza al garrese dei maschi è 151 cm, delle fem-
PESO VITELLO FEMMINA
PESO VITELLO FEMMINA ALLA NASCITA ALLA NASCITA
131
cm
Altezza al garrese femmina
mine 131 cm.
La lunghezza del tronco dei maschi è 196 cm, delle fem-
52
43
Kg
mine 160 cm.
40
Kg
PESO VITELLO FEMMINA ALLA NASCITA
PESO VITELLO MASCHIO ALLA NASCITA
196
cm
131
cm
del tronco
151 cm 131 Kg 1.200 Kg 750
cm
Altezza al garrese femmina
Altezza al garrese maschio
La testa è espressiva, più corta e larga nel toro, più lunga e fine nella vacca con sincipite ricoperto da un piccolo ciuffo, sovente di color fromentino chiaro; le orecchie hanno medio sviluppo, gli occhi grandi con espressione vivace (il colore dell’iride è nero); il naso
1.200
Altezza al garrese femmina
largo, diritto, con narici ampie, musello largo, bocca ampia con labbra ben pronunciate.
Il collo largo, muscoloso e con gibbosità alquanto
pronunciata nel toro, si inserisce armoniosamente su
garrese ampio e su spalle compatte, larghe, muscolose,
PESO TORO ADULTO
PESO FEMMINA ADULTA
lunghezza del tronco maschio
Kg
PESO TORO ADU
bene aderenti al tronco ed in giusta direzione. Il ventre si presenta anch’esso ampio con fianchi pieni, piuttosto
750
Kg
lunghi. Il dorso ed i lombi sono larghi, orizzontali e pieni ed anche il petto è muscoloso con torace profondo e costato ben arcuato e lungo.
PESO FEMMINA ADULTA
La groppa e la coscia sono ampie e di buon sviluppo muscolare in particolare nei tori.
1.200 Kg 750
La coda è lunga e con fiocco abbondante. Gli arti ante-
Kg
riori sono solidi con braccio piuttosto corto, avambraccio lungo e muscoloso, ginocchio spesso e largo, stinco di media lunghezza e solido, nodello robusto, pastoia corta,
PESO unghioni robusti e serrati. TORO ADULTO
PESO FEMMINA ADULTA
Gli arti posteriori hanno gamba muscolosa, garretto largo e solido, nodello robusto, pastoia corta, unghioni robusti
151 e serrati.
cm
Altezza al garrese maschio
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
53
Le
CARATTERISTIche della Piemontese MIGLIORAMENTO GENETICO 1 10
18
17
15
16
13
2
12
6
37 21
38
20
27
40
8
29
23
25
22
24
41
7
14
19
28
39
5
4 11
26
3
9
1 2
9
4
5
12 10
6
27 14 19
1 sincipite 2 fronte 3 corna 4 naso 5 narici
6 musello 7 labbra 8 mento 9 occhio 10 orecchio
1 guancia 1 12 tempia 13 collo 14 giogaia 15 garrese
20
18
17
37
21
29 30
43
23
6 dorso 1 17 lombi 18 groppa 19 petto 20 costato
1 fianco 2 22 sterno 23 addome 24 prepuzio 25 scroto
6 coda 2 27 spalla 28 braccio 29 gomito 30 avambraccio
1 ginocchio 3 32 stinco anter. 33 nodello 34 pastorale 35 corona
26 41 42
31 32 33 34 35 36
33 34 35 36
38
40
44
33
6 piede 3 37 coscia 38 natica 39 grassella 40 gamba
1 garreto 4 42 stinco poster. 43 mammella 44 capezzoli
Gli obiettivi del miglioramento genetico della Razza Pie-
- la correttezza intesa come eliminazione di difetti.
montese riguardano:
Nella pratica un centinaio di “controllori zootecnici” facenti
- la precocità intesa come conseguimento anticipato del-
capo alle Apa e coordinati dall’Anaborapi eseguono mensil-
l’età di macellazione, ottenibile attraverso accrescimenti
mente nelle 3.500 aziende iscritte al Libro Genealogico dei
elevati, con l’obiettivo di ottenere vitelloni di 550 kg nel
rilevamenti tecnici di “eventi” utili all’elaborazione statistica
minor tempo possibile;
che sta alla base del miglioramento genetico.
- la conformazione da carne eccellente che si esplicita con
Più ampia è la base selettiva maggiore sarà l’efficacia del
l’ottenimento di elevate rese al macello e allo spolpo, tagli
miglioramento genetico, senza trascurare il continuo ag-
di prima qualità, finezza di scheletro e pelle;
giornamento degli strumenti di indagine ed elaborazione
- la facilità di parto che è determinata sia dalle capacità
statistica.
materne delle bovine sia dalle ridotte dimensioni dei vitelli alla nascita;
54
28
30
32
33 34 35 36
16
7 8
31 42
15
13
11
34 35 36
Le
CARATTERISTIche della Piemontese LA SELEZIONE
Gli indici di selezione che determinano la graduatoria in base
ereditabilità risulta così inferiore rispetto a quella dei caratteri
alla quale vengono scelti i tori da destinare alla Fecondazione
produttivi ed è 0,19 per la facilità di nascita e 0,09 per la
artificiale sono l’Indice Carne e l’Indice Allevamento che
facilità di parto. I caratteri selezionati non sono indipendenti,
combinano, ponderandoli economicamente, gli indici genetici
perciò lo schema di selezione tiene conto delle correlazioni
dei seguenti caratteri: accrescimento, muscolosità, facilità
negative che si possono verificare.
di nascita, facilità di parto, correttezza. L’Indice Carne ha da macello e conseguentemente i caratteri di interesse sono
Le date storiche della selezione
l’accrescimento, la muscolosità e la facilità di nascita della
1869. P rima sezione di monta taurina del Comizio Agrario di Mondovì.
progenie. L’accrescimento e la muscolosità vengono rilevati
1886. C omparsa del carattere “coscia” con ipertrofia muscolare.
l’obiettivo di individuare i tori più validi per produrre animali
nel corso del “Performance Test” cui sono sottoposti i vitelli presso il centro genetico di Carrù, in provincia di Cuneo. Han-
1887. P rimo tentativo di Libro Genealogico con esito fallimentare.
no un elevato grado di ereditabilità: 0,6 per l’accrescimento
1932. P rimo Standard a triplice attitudine: lavoro, latte e carne.
e 0,4 per la muscolosità. L’Indice Allevamento ha l’obiettivo
1938.
di individuare i tori più adatti a produrre le fattrici cioè le migliori vacche destinate alla riproduzione e conseguen-
Primi controlli sulla razza e creazione dei “Nuclei di Selezione”.
1948. I l lavoro delle Apa con confronti sulle linee di condotta.
temente il principale carattere di interesse è la facilità di
1958. L o Standard verso la duplice attitudine: prima latte e poi carne.
parto, ma anche la facilità di nascita della progenie. In questo
1959. L e avanguardie della specializzazione da carne (coscia).
caso i dati necessari alla definizione di questi caratteri sono
1960. S i costituisce l’Anaborapi, con sede a Torino e soci le Apa.
raccolti dai tecnici di campo in seguito ad un ciclo completo di Prove di Progenie utili a verificare l’attitudine al parto delle
1966. L o Standard inverte la duplice attitudine: prima carne e poi latte.
figlie dei tori in prova. Nelle aziende vengono rilevati il peso
1970. Primo ciclo di “Prova di Progenie”.
del vitello, la sua conformazione da carne (scala numerica
1972. Lo Standard accentua il carattere carne, con attenzione al latte.
1-9), la lunghezza del vitello (scala 1-9), la sua vitalità (scala 1-9), la presenza di eventuali malformazioni e poi le date
1976. La Razza Piemontese è una razza da carne. Di grande qualità.
di inseminazione e di parto per il calcolo della durata di
1985. L’Anaborapi va a Carrù e attiva il Centro di Performance Test.
gravidanza: tutti fattori che influiscono sul parto. I caratteri
1994. A Carrù si taglia un altro traguardo: viene attivato il Centro Tori.
parto sono influenzati da molti fattori ambientali e da una difficoltà di misura insita nella loro stessa natura: la loro
2009. Progettazione e nascita della “Casa della Razza Piemontese”. CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
55
Le
CARATTERISTIche della Piemontese CENTRO GENETICO HE
CENTRO GENETICO
ALLA NASCITA DEI FIGLI • Facilità di nascita • Correttezza
CENTRO TORI
prove di progenie
mon
I migliori 15 soggetti di ogni mese, sono sottoposti a controllo individuale fino all’età di 12 mesi.
Ogni anno da 30 a 40 torelli, quelli con gli indici genetici più elevati calcolati con metodica BLUP Animal Model, sono abilitati all’inseminazione artificiale.
Il Centro Genetico di Carrù è il luogo dove viene effettuato
controllo ponderale mensile e diverse misurazioni soma-
il Performance Test, prova che permette di stabilire il va-
tiche. Alla fine della prova viene effettuata una valutazione
lore genetico di un riproduttore maschio sulla base delle
morfologica da parte degli Esperti di Razza.
sue prestazioni produttive in condizioni di allevamento
Calcoli ed elaborazioni sui dati rilevati consentono di stilare
standard.
due graduatorie: una in base all’Indice Carne ed una in
Dopo aver scelto nelle 3.500 stalle iscritte al Libro Genealo-
base all’Indice Allevamento.
gico i migliori vitelli maschi, sulla base degli accoppiamenti
I soggetti con i migliori indici genetici sono abilitati per
programmati seguiti direttamente dall’Anaborapi, ogni mese
l’inseminazione artificiale, mentre i restanti soggetti sono
iniziano la prova 18 vitelli.
destinati alla monta naturale oppure alla macellazione.
Ognuno di essi ha i propri Indice Carne ed Indice Allevamento determinati sulla base del pedigree, cioè derivanti dagli indici del padre e della madre. I 18 vitelli prescelti verranno sottoposti, per un anno, al Performance Test durante il quale verranno effettuati il
56
AL 1º PARTO DELLE FIGLIE Facilità di parto
ta
Ogni mese il Centro Genetico ritira 18 vitelli dell’età di circa 45 giorni per sottoporli a quarantena e svezzamento.
natur
ale
ER
CC
ITO
accoppiamenti I torelli con i migliori Indici Pedigree, nati prevaprogrammati lentemente dagli accoppiamenti programmati con VA M le vacche di merito, sonosottoposti a controllo DI individuale nel Centro Genetico per individuare quelli da destinare alla inseminazione artificiale. Gli indici di Vacche di merito: selezione utilizzati sono indici il 5% della razza per indici genetici aggregati che considerano la muscolosità, l’accrescimento, la correttezza morfologica, la facilità di nascita dei vitelli e la facilità di parto.
Le
CARATTERISTIche della Piemontese CENTRO TORI
I giovani tori con i migliori indici genetici abilitati per l’inseminazione artificiale vengono trasferiti al Centro Tori (una quarantina all’anno), distante solo pochi metri dal Centro Genetico di Carrù dov’è avvenuto il Performace Test. Qui vengono effettuati dei controlli sanitari sui riproduttori finalizzati a garantirne la salute durante l’intera durata della
spermatozoi progressivamente mobili. Ciascuno di questi
loro permanenza al Centro.
tre parametri, oltre naturalmente all’identità del toro viene
Per legge nel Centro Tori non può entrare nemmeno una
costantemente verificato dall’Istituto Sperimentale Lazzaro
vacca. Per il prelievo del seme ci si affida ad un “ruffiano”
Spallanzani, il laboratorio incaricato dallo Stato Italiano di
un torello che eccita il toro da monta. Al momento del
attuare gli opportuni controlli.
salto il seme viene prelevato con l’ausilio di una vagina
La produzione media di ogni singolo toro da riproduzione
artificiale. Agevolano il prelievo sia la durata limitata, sia
è di circa 12.000 dosi, già diluite. Il toro salta per 20 set-
la modesta quantità, non certo paragonabile a quella, ad
timane, un giorno alla settimana, tre volte al giorno, per
esempio, del cavallo. Il seme opportunamente diluito è
un totale di circa 60 prelievi.
confezionato in paillettes e conservato in azoto liquido
La produzione media annua del Centro Tori Anaborapi
ad una temperatura di meno 200 gradi centigradi. Per
supera le 500.000 dosi, che vengono regolarmente im-
ogni partita di seme prodotto, il Centro è tenuto ad au-
messe sul mercato italiano o estero per essere impiegate
tocertificare i principali parametri qualitativi, vale a dire
in purezza o in incrocio con altre razze bovine da carne,
la concentrazione, la motilità progressiva e il numero di
da latte o zebuine. CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
57
Le
CARATTERISTIche della Piemontese LIBRO GENEALOGICO
Il Libro Genealogico non è più un vero e proprio libro, ma un raccoglitore informatico di dati organizzati in Registri. Esiste il Registro Genealogico Tori che accoglie i dati ge-
ORMINO IT004990512814 maschio, nato il 28/09/2007, registro genealogico Giovani,
netici dei riproduttori maschi.
non punteggiato,
Poi il Registro Genealogico Vacche che accoglie i dati
non testato consang. 1.0
genetici dei riproduttori femmine. C’è poi il Registro Supplementare Vacche dove sono inserite solo le femmine con genealogie incomplete, in quanto gli ascendenti non sono tutti conosciuti. Infine c’è il Registro Giovane Bestiame nel quale accede di diritto la progenie dei riproduttori iscritti ai relativi Registri
pad INDICE IT0049025524940 (FA)
pp TURBO CN 10275D (FA)
mp BARCA 679 IT089CN105BO99 (RV. p.ti 86)
mad EMIRA IT004902052501 (RV. p.ti 83) pm VIALLI CN 35161D (FA) mm VILA CN44660D (RV. p.ti 82)
N. aziendale 877
Genealogici Tori e Vacche, ma non la progenie delle vacche
Note parto 2A - peso nascita: 43 - conformazione: 7 - lunghezza: 8 - vitalità: 8 - nessun difetto
del Registro Supplementare Vacche.
Allevatore e Proprietario: PISTONE ALBINO E FRANCESCO - CAVALLERMAGGIORE (0441602)
Il Libro Genealogico non si sfoglia, ma si interroga. Non è formato quindi da elenchi, ma la sua consultazione avviene attraverso interrogazioni informatiche che per-
Indici Genetici Indice Carne
113
Muscolosità
112
Facilità Nascita
Indice Allevamento
108
Accrescimento
104
Facilità Parto
112 97
mettono di conoscere la data di nascita, il sesso, il registro di appartenenza, il punteggio, la verifica di parentela, la
Il Corpo Esperti Nazionale (circa 30 persone) effettua
consanguineità, gli ascendenti per due generazioni (genitori
le valutazioni morfologiche degli animali iscritti al Libro
e nonni), l’ultimo evento riproduttivo, le caratteristiche
Genealogico: i maschi da iscrivere al Registro Genealo-
alla nascita, i suoi indici genetici Carne ed Allevamento
gico Tori, primipare da iscrivere al Registro Genealogico
e l’allevatore.
Vacche, nuovi soggetti appartenenti ad aziende in attesa di ammissione al Libro Genealogico. La valutazione di un soggetto non può essere condotta prima degli 8 mesi di età ed è unica per tutta la vita dell’animale. Il punteggio finale è compreso tra 75 e 100.
58
Le
CARATTERISTIche della Piemontese DATI TECNICI RIPRODUTTIVI Scheda stalla - riepilogo aziendale PISTONE ALBINO E FRANCESCO - CAVALLERMAGGIORE Dati generali
Consanguineità: valore medio annuo
Capi
329
vacche manze gravide vitelle tori vitelli/vitelloni età media vacche età media alla riforma % vacche riformate % primipare riformate
2,5 2 1,5 1 0,5 0
140 12 78 0 99 6a 11m 8a 2m 12 0
107 84,7 media azienda media razza Riproduzione % FA 91 64 % tori Prova di Progenie 11 10 nº gravidanza/vacca 4,7 4,2 % nati vivi 95 96 % aborti 1 1 % correttezza alla nascita 96 98 peso vitelli maschi-femm. 43-41 43-40 Vacche Az. (Razza) Manze Az. (Razza) Parti numero parti 87 34 % parti facili 93 (87) 91 (72) % parti difficili 7 (9) 3 (14) % tagli cesarei 0 (4) 6 (14)
2004
2005
2006
2007
2008
2009
valore genetico della stalla
1º parto 25 mesi
<50
parto 1º serv. 16% 33% 6% 63 parto 80-110 110-140 >140 concep. 14% 12% 30% 114 370-400 400-430 >430 interparto 14% 12% 30% 403 2 3 >3 salti/grav. 39% 9% 9% 1,9 media %>390 interparto estate 422 60% interparto inverno 425 63%
parto-inseminazione
45%
parto-concepimento
44% <370 44% 1 44% % 44% 34% 13% 9%
interparto previsto salti per gravidanza
carne 102 / 109
15 mesi
<80 2003
allevamento 102 / 107
Valutazioni morfologiche animali valutati punteggio medio
EFFICIENZA RIPRODUTTIVA 1ª inseminazione
vacche gravide vacche inseminate vacche in post-parto vacche vuote
muscolosità 101 / 107 accrescimento 104 / 106
50-70
70-100
>100
vitelli/ vacca*anno
0,86
parto 100 / 103
80 90 100 110 120
■ vitelle
■ fattrici
VALORE GENETICO DEI TORI UTILIZZATI allevamento tori F.A. 122 tori aziend. 118
carne 123 121
muscolo- accresci- facilità sità mento nascita 115 115 112 122 102 115
facilità parto 109 102
La vacca Piemontese è una riproduttrice rustica, ottima tra-
degli allevatori è quello di conseguire da ogni vacca un
sformatrice dell’alimento ed adattabile alle condizioni am-
vitello all’anno, cioè un interparto di 365 giorni. I parti non
bientali più diverse. Richiede un’alimentazione molto sem-
sono stagionali e quindi sono distribuiti durante tutto il corso
plice, costituita preferibilmente da foraggi aziendali, verdi
dell’anno. Il toro Piemontese trova sempre più raramente
o essiccati (o insilati), integrati da un mangime costituito
alloggiamento presso le aziende agricole. All’utilizzo del “toro
prevalentemente da cereali o leguminose. La sua carriera
aziendale” va sempre più progressivamente sostituendosi
riproduttiva inizia normalmente verso i 17-18 mesi con la
l’uso dell’inseminazione artificiale. Circa il 62% delle nascite
prima inseminazione (naturale o artificiale) e la gravidanza
avviene grazie all’utilizzo di seme prodotto per l’inseminazio-
ha una durata di circa 290 giorni. Grazie alla sua longevità
ne artificiale. Dal 1991 la legge impone che le fecondazioni
può arrivare a vivere ben oltre i 15 anni e portare a termine
delle vacche Piemontesi avvengano con l’utilizzo di seme di
anche 10 o più gravidanze; i parti plurimi sono rari, infatti,
tori iscritti, sia in monta naturale sia in fecondazione artificia-
il tasso di gemellarità non supera il 2%. Uno degli obiettivi
le: ogni vitello conosce la genealogia del genitore maschio. CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
59
Le
CARATTERISTIche della Piemontese CATEGORIE
Per le categorie esistono terminologie diverse a seconda che
Per i bovini femmina, per il periodo compreso tra la na-
si tratti di bovini vivi, bovini macellati, carne di bovino.
scita e la fine dello svezzamento valgono, naturalmente al femminile, le terminologie viste per i maschi.
In allevamento:
A seconda delle scelte dell’allevatore le femmine possono
Per i bovini maschi, nel periodo compreso tra la nascita
essere destinate all’ingrasso e in questo caso sono definite
e l’inizio dello svezzamento che comincia all’incirca verso
vitelloni femmina o scottona, oppure, nel caso siano
i 45 giorni di vita, la terminologia utilizzata è vitello o,
destinate alla riproduzione vengono definite manzette
come termine dialettale, “puparin” cioè vitello che succhia
fino a 12 mesi, manze fino alla prima inseminazione utile,
il latte materno.
giovenca al momento del primo parto. Dal primo parto
Nel periodo che va dall’inizio dello svezzamento alla fine
in poi la femmina diventa vacca.
dello svezzamento che avviene verso i 6 mesi di vita, il termine utilizzato è sempre vitello ma, cambia la definizione dialettale che diventa “mangiarin” per indicare che il vitello
Al macello
è passato da una alimentazione esclusivamente lattea ad
Regolamento Ce 1183/2006
una che comprende anche alimenti solidi.
Classificazione categorie carcasse bovine
Nel periodo compreso tra la fine dello svezzamento e l’età
A: animale maschio non castrato di età inferiore a 24 mesi
di macellazione il termine utilizzato per questi soggetti è
B: altri animali maschi non castrati di età superiore ai 24 mesi
vitellone.
C: animali maschi castrati
Nel caso in cui il maschio sia destinato alla riproduzione,
D: a nimali femmine che hanno già figliato (vacche)
al momento del raggiungimento della maturità sessuale,
E: a ltri animali femmine (vitelle, manze, giovenche)
viene definito torello e poi toro una volta pervenuta la definitiva maturazione somatica.
60
Per i maschi castrati, invece, vengono utilizzate le seguenti
Al punto vendita
definizioni: castrato fino a 24 mesi di età, che corrisponde
Definizioni di vendita al consumatore ai
alla dentizione completa degli incisivi da latte; manzo da
sensi del regolamento CE 700/2007
24 mesi di età fino a 4 anni in cui avviene la sostituzione
Carne di vitello: bovino con età inferiore agli 8 mesi
di sette degli incisivi da latte con i denti definitivi; bue,
Carne di vitellone: bovino con età compresa tra gli 8 e i 12 mesi
oltre i 48 mesi di età.
Carne di bovino adulto: bovino con età superiore ai 12 mesi
Le
CARATTERISTIche della Piemontese CATEGORIE
anni mesi
1 ANNO 1 2
4
5
6
VITELLO
MASCHI DA MACELLO
Puparin
MASCHI DA RIPRODUZIONE
Puparin
MASCHI CASTRATI
3
7
8
2 ANNO
VITELLONE
TORELLO
FEMMINE DA RIPRODUZIONE
Puparin
TORO
CASTRATO
MANZO
BUE
Mangiarin
VITELLO Puparin
5 ANNO (oltre)
Mangiarin
VITELLO
FEMMINE DA MACELLO
4 ANNO
Mangiarin
VITELLO
Puparin
3 ANNO
9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60
FEMMINA
Mangiarin
VITELLO
Scottona
MANZETTA
MANZA
GIOVENCA
VACCA
Mangiarin
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
61
Il consorzio di Tutela della Piemontese Coalvi
Il Coalvi, Consorzio di Tutela della Razza Piemontese,
carne bovina Piemontese e certificandola attraverso
è stato costituito nel 1984 ed ha lo scopo statutario di
l’etichettatura elettronica. Tale sistema permette al
valorizzare la carne dei bovini di Razza Piemontese.
consumatore di verificare sullo scontrino i dati concer-
Opera sulla base di un disciplinare di etichettatura volon-
nenti l’origine della carne acquistata (dati identificativi del
taria approvato dal Ministero delle Politiche Agroalimentari
bovino, allevamento di provenienza, razza, dati di macella-
(IT007ET) cui aderiscono volontariamente allevatori, macel-
zione ecc.). Svolge poi attività di assistenza tecnica agli as-
li, laboratori di sezionamento e punti vendita del dettaglio
sociati per il miglioramento delle caratteristiche qualitative
tradizionale e della grande distribuzione. Tutti gli operatori
del prodotto. Partendo da queste premesse si impegna in
della filiera sono sottoposti ai controlli previsti dal disci-
un’opera di valorizzazione del prodotto con iniziative di co-
plinare di etichettatura. Il Consorzio valorizza la tipicità e
municazione promozionale e pubblicitarie che hanno por-
la qualità di questa produzione di eccellenza e ne garanti-
tato, nel corso di questi anni, sia il marchio, sia la carne di
sce la provenienza rendendo riconoscibile la qualità della
Razza Piemontese, a ottimi livelli di notorietà in tutta Italia.
Le date storiche della valorizzazione 1970 1980 1981 1983 1984 1984 1985 1988 1990 1992 1994 62
Primi tentativi di costituzione del Coalvi per la valorizzazione della carne Piemontese A Bra si costituisce il “Coalvi”, Consorzio di valorizzazione del Piemontese sottorazza Albese Valutazione morfologica e marcatura dei vitelli consentono l’emissione dei primi Certificati d’identità Il Coalvi ha un migliaio di allevatori iscritti e una cinquantina di macellerie aderenti A Torino le Associazioni Allevatori costituiscono il Consorzio “Razza Piemontese” A luglio i due Consorzi si fondono dando origine al “Coalvi Razza Piemontese” A dicembre tra Coalvi, 5R e Carni Bovine DOC. nasce il Consorzio Carni Italiane Bovine Garantite, con sede a Roma e patrocinio di Aia e Ministero dell’Agricoltura e Foreste Il Coalvi è il marchio di qualità della Razza Piemontese per Decreto Ministeriale dell’1 marzo 1988 Il Coalvi aderisce alla Legge Regionale 35/88 (Certificato di garanzia di produzione delle carni bovine) Il Consorzio si ristruttura e definisce le attività gestionali, tecniche e di marketing Il Coalvi entra nel raggruppamento European Quality Beef: cominciano le grandi campagne pubblicitarie
1996 1998 2000 2001 2001 2002 2003 2005 2006 2007 2008
Il Consorzio è parte attiva nella gestione del Piano Carni Nazionale, dove esegue i controlli in allevamento Il Consorzio comincia la stesura del Disciplinare di Etichettatura della carne di Razza Piemontese (Reg. Cee 820/1997) Il 18 aprile un Decreto Ministeriale approva il disciplinare di etichettatura volontario IT007ET Tutte le macellerie Coalvi del dettaglio tradizionale etichettano elettronicamente la carne bovina La carne del Consorzio di Tutela della Razza Piemontese approda in Grande Distribuzione e Supermercati Il Consorzio di Tutela della Razza Piemontese elimina la possibilità di etichettare gli incroci Il Consorzio orienta la propria attività di valorizzazione verso i bovini iscritti al Libro Genealogico Le organizzazioni allevatori propongono il Consorzio come Ente Proponente di una IGP sulla Razza Piemontese A gennaio un Decreto Ministeriale approva le modifiche al Disciplinare IT007ET per etichettare i buoi È l’anno boom delle vaschette in ATM e della linea di trasformazione della carne in “Oro Rosso” Il Disciplinare di Etichettatura si adegua alla nuova normativa per l’uso del termine Razza in etichetta
L’ ASSOCIAZIONE Nazionale della Piemontese anaborapi
Anaborapi è l’acronimo di Associazione Nazionale
Il Libro Genealogico implica la registrazione e il con-
Allevatori Bovini di Razza Piemontese ed è stata
trollo delle genealogie, l’elaborazione dei dati delle
costituita nel 1960. Ha il compito di effettuare attività
aziende iscritte, rilevate attraverso i controlli funzionali
di selezione genetica, di miglioramento e di sviluppo della
da parte delle APA, il controllo di parentela tramite analisi
Razza Piemontese.
eritrocitarie ed infine il rilascio di certificati genealogici per
Questa sua attività si concretizza nella gestione del Libro
l’esportazione di riproduttori, seme ed embrioni.
Genealogico, del Centro Genetico per la prova di perfor-
Il Centro Genetico raduna i migliori vitelli di Razza Piemon-
mance e del Centro Tori dove viene prodotto il seme dei
tese, potenziali candidati a diventare tori da inseminazione
tori abilitati alla inseminazione artificiale.
artificiale. Dopo la Prova di Performance, i soggetti con le migliori potenzialità genetiche sono qualificati per l’inseminazione artificiale. Il Centro Tori, invece, produce seme congelato di tori esclusivamente di Razza Piemontese, qualificati e autorizzati per la fecondazione artificiale nel Centro Genetico dell’Anaborapi. Oltre a queste attività, l’Anaborapi svolge anche compiti di promozione e di divulgazione attraverso l’organizzazione e la partecipazione a mostre, fiere, convegni ed attraverso la pubblicazione della rivista “Razza Piemontese” e del catalogo dei tori “Buta Bin?”.
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
63
Il
marchio
di Qualità della Piemontese
coalvi - razza piemontese
Per rendere riconoscibile la carne al consumatore il Consorzio di Tutela della Razza Piemontese ha fin dalla sua nascita creato il logo “Coalvi –Razza Piemontese” per identifi-
una gestione delle referenze basate su quantità certe e controllate dei flussi di prodotto in ogni punto vendita. Oggi il Consorzio di
care i punti vendita
Tutela della Razza
presso cui trovare
Piemontese opera
la carne bovina di
sulla base di un
Razza Piemontese.
Disciplinare
Nel 1988 il mar-
Etichettatura vo-
chio Coalvi ha ot-
lontario approva-
tenuto dallo Stato
to con Autorizza-
Italiano il riconosci-
zione Ministeriale
mento di “marchio
IT007ET e il mar-
di qualità” per contraddistinguere la carne di Razza Piemontese, grazie ad un decreto dell’allora Ministero dell’Agricoltura datato 1 marzo 1988.
64
di vendita delle macellerie, a beneficio di
di
chio Coalvi resta un insostituibile elemento di riconoscimento della carne di Razza Piemontese e dei suoi canali di commercializzazione, il gioiello di famiglia ormai noto
L’avvento delle nuove normative europee sulla carne e
ad un pubblico di consumatori sempre più vasto,
le moderne tecnologie hanno permesso il superamen-
non solo piemontese, ma ormai anche lombardo, ligure,
to di certe rigidità iniziali del sistema, quali l’esclusiva
emiliano e via via tutti gli italiani e qualche europeo.
L’ etichetta della Piemontese il disciplinare
L’etichettatura della carne bovina è stata introdotta in Europa
del bovino, la data di macellazione, il nome dell’allevatore,
da un Regolamento Comunitario, il 1760 del 17 luglio 2000,
il periodo di allevamento, il nome del macello, il nome del
per rendere più trasparente il mercato della carne bovina e
laboratorio di sezionamento e il nome del punto vendita. La
per dare al consumatore la possibilità di conoscere la prove-
caratteristica di etichettare solamente la carne di bovini di
nienza della carne acquistata. Il Regolamento, oltre a
Razza Piemontese nati, allevati e macellati in Italia, permette
istituire un sistema di etichettatura obbli-
al Consorzio di utilizzare in etichetta la dizione “Origine Italia”.
gatorio della carne bovina che prevede informazioni di base, detta le linee
I passi della tracciabilità
guida per fornire al consumatore altri dati facoltativi riguardanti la
1
Tutti gli operatori (allevamenti, macelli, laboratori, punti vendita) sottoscrivono l’adesione al Disciplinare di Etichettatura e sono inseriti nella banca dati del Consorzio
carne venduta dal macellaio, e
2
Il Consorzio acquisisce i dati anagrafici dei bovini da tutti i soci attraverso il collegamento alla banca dati dell’Anagrafe Nazionale
3
Il Consorzio attraverso il collegamento con la banca dati dell’Associazione Nazionale Allevatori di Razza Piemontese, verifica l’effettiva iscrizione del capo al Libro Genealogico
4
I macelli, al momento della macellazione, attraverso il collegamento on line con la banca dati del Consorzio, o con il software apposito, verificano se il bovino possiede i requisiti previsti dal Disciplinare e quindi se può proseguire lungo la filiera del Consorzio
5
I macelli, dopo aver inserito i dati relativi alla macellazione provvedono ad inviare, insieme alla carne, i supporti informatici (chip card, bar code o files) ai punti vendita di destinazione, che contengono tutte le informazioni relative alla tracciabilità compreso il peso della carne posta in vendita e non sono più modificabili senza l’intervento del Consorzio
6
I punti vendita verificano la corrispondenza tra la merce inviata e la documentazione cartacea e informatica in arrivo dal macello e provvedono a caricare sulle bilance etichettatrici i supporti informatici contenenti i dati di tracciabilità
7
Il punto vendita, al momento della vendita del taglio di carne, rilascia l’etichetta riportante i dati relativi al bovino da cui deriva la carne
8
Ad ogni pesata del punto vendita vengono sottratti i chilogrammi corrispondenti fino all’esaurimento del carico precedentemente inserito grazie all’utilizzo di supporti informatici
9
Secondo il piano di autocontrollo approvato dal Ministero delle Politiche Agricole, il Consorzio effettua le previste verifiche su tutti gli operatori aderenti al Disciplinare di Etichettatura per verificare che le procedure previste siano rispettate
10
Tutto il sistema di etichettatura e tutti gli operatori compreso il Consorzio stesso, sono sottoposti ai controlli previsti da un Ente Terzo al fine di garantire la tracciabilità della carne
che devono essere previste in un disciplinare di etichettatura che deve essere approvato dallo Stato in cui si trova l’operatore che intende fornire tali informazioni. Il Coalvi, dall’aprile del 2000, in virtù di un disciplinare di etichettatura approvato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (Aut. Min. IT007ET), è autorizzato a fornire, attraverso l’etichetta emessa dalle bilance delle macellerie aderenti al disciplinare, informazioni supplementari riguardanti il percorso fatto dal bovino, dall’allevamento al banco di vendita. Le informazioni che il Consorzio inserisce in etichetta, oltre a quelle obbligatorie, sono la Razza Piemontese, la data di nascita
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
65
Il
miglioramento assistenza tecnica
Periti agrari, zoonomi, agronomi e veterinari costituiscono il personale qualificato del Consorzio di Tutela della Razza Piemontese incaricato di svolgere l’attività di assistenza tecnica nei confronti delle aziende agricole dei soci, con l’obiettivo di migliorare qualitativamente le produzioni, di ottimizzare i fattori produttivi e le conoscenze delle nuove normative. Nella pratica si parte sempre da un’analisi generale della gestione aziendale, per poi concentrarsi sull’allevamento, sui metodi di ingrasso migliori, sull’utilizzo razionale delle foraggere aziendali, sull’ottimizzazione della razione alimentare dei bovini. Il costante monitoraggio delle aziende ha portato il Consorzio, nel corso degli anni, ad individuare dei parametri di qualità misurabili oggettivamente in grado di definire il livello raggiunto da ogni azienda agricola ed il livello generale medio di tutte quelle che costituiscono il Coalvi. L’indice “Peseta” è l’incremento ponderale netto medio giornaliero di un soggetto, dato dal semplice rapporto tra peso della carcassa ed età. È un indice tecnico-economico molto interessante perché permette di fare delle considerazioni sia dal punto di vista tecnico, valutando la capacità di gestione generale dell’azienda, sia dal punto di vista economico, essendo legato alla produttività dell’azienda poiché la vendita di soggetti grassi è l’unico reddito della maggioranza delle aziende di Piemontese.
66
della Piemontese
L’ economia della Piemontese plv e costi del bovino
La Plv della carne bovina in Piemonte è una volta e mezza
I costi per produrre un chilogrammo di peso di bovino
quella del latte, 2 volte e mezzo quella suina e quattro volte
sono riconducibili a 5 principali voci di costo ai quali
quella avicola. È quindi il settore zootecnico più impor-
vanno aggiunti, in un allevamento moderno, anche i costi
tante in termini economici e in questo contesto la Razza
di selezione genetica, di qualificazione e valorizzazio-
Piemontese rappresenta il 37% circa del totale della carne
ne del prodotto riconducibili all’Anaborapi e al Coalvi.
bovina prodotta in Piemonte, mentre in termini economici,
In termini percentuali, vista la grande variabilità dei valori
in ragione del maggior prezzo riconosciutole dal merca-
assoluti, si possono indicare i valori riportati in tabella.
to, rappresenta il 48% della Plv della carne bovina (fonte
COSTI PER KG DI BOVINO
dati Ismea, elaborazione Anaborapi). In concreto il fatturato alla stalla della Razza Piemontese si può riassumere in un valore vicino ai 250 milioni di euro, così ripartiti: Carne:
70.000 Vitelloni da macello x € 2.000 = € 140.000.000
22%
2% 4%
valorizzazione e selezione alimentazione rimonta
22%
Ammortamenti e interessi
50.000 Femmine da macello x € 1.500 = € 75.000.000 20.000 Vacche da macello x € 1.000 = € 20.000.000 Latte:
20.000 Vacche producono x € 500 di latte = € 10.000.000 Riproduzione:
5.000 Riproduttori x € 2.000 = € 10.000.000
costi generali
62%
20%
lavoro
Alimentazione
produzioni foraggere, acquisto mangimi e foraggi
Costi Generali
carburanti, elettricità, acqua, veterinario e medicinali, materiali di consumo, affitti, assicurazioni
Lavoro
familiare e salariato
Ammortameni e interessi
ammortamenti su macchinari e fabbricati. Interessi sul capitale di anticipazione, fondiario e agrario
Rimonta
acquisto dei ristalli
Valorizzazione e selezione
Coalvi e Anaborapi
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
67
La
COMUNICAZIONE della Piemontese
Molto spesso si può ripercorrere la storia di un’azienda attraverso le immagini delle campagne pubblicitarie che hanno caratterizzato il suo cammino. E in quelle immagini spesso ritroviamo esigenze, costumi dell’epoca, stili di vita, abitudini e tante altre sfumature che arricchiscono il ricordo del “come eravamo” sempre denso di sensazioni. Il Consorzio di Tutela della Razza Piemontese ha molto da raccontare attraverso le immagini che hanno rappresentato e rappresentano tutt’oggi lo sforzo incredibile di chi, pur non essendo una realtà commerciale a fini di lucro, ha cercato di far crescere la notorietà di un marchio che racchiude in sé il lavoro attento e scrupoloso di allevatori e macellai da sempre impegnati a realizzare più che un vero e proprio prodotto, il sogno di veder premiato l’attaccamento alla tradizione e ai buoni valori. Per questo, fin dai primi anni, il Consorzio ha avvertito l’esigenza di voler comunicare e far conoscere ad un pubblico sempre più ampio il proprio marchio, dovendo
1991 La prima campagna pub-
blicitaria realizzata dalla input/Torino nasce dall’esigenza di allontanarsi dalla rappresentazione canonica della carne, al fine di creare un’immagine nuova, in grado di richiamare i concetti di “perfezione” ed “equilibrio”. Da qui la scelta di utilizzare nel messaggio opere pittoriche. Si è quindi voluto giocare con l’arte per esaltare il valore della carne Coalvi: un autentico capolavoro.
68
1993
Nel 1993 ci si muove verso la diffusione e il rafforzamento del marchio, utilizzando alcuni simboli (cavallino rampante, bollino blu e coccodrillo) che già godono di grande notorietà e prestigio. L’uso di queste immagini, già ampiamente riconosciute dal pubblico e associate al concetto di “alta qualità”, ha consentito di traslare - nell’immaginario collettivo - lo stesso concetto alla carne Coalvi.
1993/94
Il capolavoro più celebre di Leonardo da Vinci è il tema portante di questa campagna. Domina gran parte dell’impaginato e, come si sa, ritrae una donna di cui i contemporanei decantavano l’estrema bellezza. In primo piano la carne Coalvi legata al dipinto dal suo carattere “sublime” che, se nella Monna Lisa si esprime nella bellezza, nella carne si manifesta nella bontà.
anche affrontare molte problematiche tipicamente relative all’organizzazione dei consorzi, dove ogni scelta dev’essere condivisa ed approvata da tutti. Nel corso degli anni il Coalvi è cresciuto in modo considerevole sia in notorietà, sia per le importanti dimensioni che oggi può vantare, cercando sempre di soddisfare al meglio le esigenze e le aspettative di clienti, macellai ed allevatori. Il Coalvi, insieme all’agenzia input/TORINO, ha progettato e realizzato molte campagne pubblicitarie, dedicandosi con energia e cuore ad un progetto diventato negli anni sempre più appassionante. Inizialmente la missione comunicativa era orientata alla valorizzazione dell’immagine del Consorzio e più precisamente alla diffusione e al rafforzamento del marchio, utilizzando un ampio ventaglio di mezzi e percorrendo anche strade totalmente nuove ed inconsuete. Risale a quegli anni l’era “Valentina” che porta ad una collaborazione con Guido Crepas (in arte Crepax) e
1994
Nell’intento di diffondere ulteriormente la notorietà del marchio Coalvi, si percorre una strada totalmente nuova e decisamente inconsueta rispetto alle scelte precedenti. Si apre così l’era “Valentina” di Guido Crepas (in arte Crepax) con la creazione di visual particolarmente forti: immagini belle, sensuali, femminili, che fanno sognare, giocando anche sul significato della parola “carne”.
1996/97
Dopo lunghe analisi e accurate ricerche, viene elaborato per la carne Coalvi un nuovo concetto: quello di “Oro Rosso”, che è una sintesi di “prodotto di grande pregio e qualità”, dando anche enfasi all’alimentazione dei bovini di Razza Piemontese che consta di soli alimenti naturali (fieno, orzo, crusca e mais).
1997/98
Si è detto che la carne viene equiparata ad un metallo pregiato come l’oro e, dal momento che è così preziosa, viene addirittura appoggiata sopra una colonna ionica, tipica dell’architettura dell’Antica Grecia. In posizione molto più evidente rispetto alla campagna precedente.
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
69
La
COMUNICAZIONE della Piemontese alla realizzazione di tre ricettari illu-
carne svolge sempre un ruolo predominante, viene posta
strati, arricchiti da aneddoti curiosi
in primo piano, e in un caso addirittura appoggiata sopra
legati al consumo della carne e da
un colonna ionica per conferirle maggiore prestigio e vi-
indicazioni pratiche su una corretta
sibilità. In quegli stessi anni prende vita il progetto di far
alimentazione, valorizzate da tan-
entrare il Coalvi nelle scuole con una favola per bambini:
te immagini belle, sensuali, fem-
“Il Pascolo Perduto”, una breve
minili e giocando maliziosamente
storiella il cui intento è di comu-
sul significato della parola “carne”.
nicare la salvaguardia dei pascoli
Una volta acquisita la fiducia del
e del patrimonio zoo-tecnico delle
consumatore nei confronti del mar-
vallate piemontesi. Con immagini
chio Coalvi, ecco che l’attenzione
e parole semplici riesce a far com-
si concentra sul concetto di “alta
prendere che un pascolo perdu-
qualità” proprio
to non è più recuperabile se non
della carne bovi-
con enormi sforzi ed investimenti.
na di Razza Piemontese, puntando sull’im-
Nel 2001 il Coalvi avverte la necessità di pubblicizzare il
portanza di un’alimentazione completa ed
sistema di etichettatura messo a punto dopo anni di studio e
equilibrata e sul concetto di nutrizione sana
costante impegno. Le macellerie Coalvi, veri e propri centri
e corretta. Nei visual delle campagne la
“preziosi” per l’alimentazione e la salute dei consumatori,
1998 Nel 1997 si registra un aumento del 14,25% nel consumo della carne bovina Coalvi. Questa crescita spinge il Cliente a voler esprimere il proprio ringraziamento ai consumatori adattando la campagna appena analizzata. L’headline “Grazie per averci portato così in alto” si staglia contro un cielo che fa da sfondo all’impaginato, unico elemento del visual a cambiare.
70
2000 Le considerazioni
formulate sul mondo dello sport conducono, nell’anno 2000, a proporre a Juventus e Torino una partnership. La Juventus accoglie con entusiasmo l’idea: nascono così due campagne che si prefiggono di unire i “successi” della squadra con quelli del Coalvi, evidenziando l’importanza del consumo di buona carne nell’alimentazione degli sportivi.
2001
Nel 2001 il Coalvi, primo fra tutti, avverte la necessità di pubblicizzare il sistema di etichettatura messo a punto dopo anni di studio. Le macellerie Coalvi sono infatti in grado di etichettare la carne rossa, offrendo uno strumento aggiuntivo di garanzia e qualità per il Cliente. Nello scontrino, a cui viene data grande importanza, sono riportati tutti i dati riguardanti la tracciabilità dei bovini.
sono in grado di etichettare la carne bovina di Razza Piemontese, offrendo così uno strumento aggiuntivo di garanzia e qualità per il Cliente e conferendo al marchio Coalvi una maggiore credibilità. Nell’etichetta vengono riportati tutti i dati relativi alla tracciabilità dei bovini: ogni grammo di carne acquistata può raccontare la sua “storia” attraverso lo scontrino che emette la bilancia, rivelando a tutti l’età del bovino, il paese e l’allevamento di provenienza, la sua nobile razza e altri particolari che lo riguardano, affinché il consumatore possa nutrirsi di certezze oltre che di carne di ottima qualità.
2002
In seguito alla prima ondata di epidemia di BSE, la nuova campagna ha l’obiettivo di incentivare il consumo della carne Coalvi. Si decide di consigliare ai consumatori di effettuare una scelta consapevole. Ogni cliente viene invitato a voltare pagina e a riscoprire la bontà e la garanzia di provenienza della carne Coalvi.
2002
Per la prima volta si parla dei piatti a base di carne. La carne di bovino, finora intesa genericamente, si traduce in specialità gastronomiche regionali a significare che, benché “Piemontese”, essa ha un respiro nazionale. I visual sono piatti tipici della cucina di varie regioni italiane che, grazie ai loro nomi, si prestano a giochi di parole e consentono di legare tra loro le varie declinazioni della campagna.
2003 Questa campagna,
ritraendo momenti di vita quotidiana, sottolinea l’importanza di una alimentazione sana. Tutte e tre le declinazioni, legate dal filone conduttore dei “momenti di vita”, giocano sull’utilizzo di aggettivi ricercati - tenerezza, eleganza, saggezza - che mettono in risalto le qualità della carne e, allo stesso tempo, sintetizzano le tre fasi generazionali in esse raffigurate.
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
71
La
COMUNICAZIONE della Piemontese
Con un marchio che gode ormai di buona notorietà, la comunicazione Coalvi si muove alla ricerca di immagini in grado di suscitare emozioni e di comunicare da sole i valori legati alla preziosità della carne bovina di Razza Piemontese. Inoltre in, un momento in cui il marketing dei sensi si rivela uno strumento particolarmente efficace, è importante tentare di coinvolgere contemporaneamente: gusto, vista, olfatto, udito, tatto, affinché il consumatore possa vivere le proprie scelte e i propri acquisti e in modo totalmente consapevole. Quindi ecco che nelle ultime campagne la carne compare sempre meno, per dare maggior spazio alla sfera sensoriale e alle emozioni che evoca grazie alla sua genuinità, al suo profumo mai troppo accentuato, alla sua arrendevole bellezza e al suo gusto semplice e delicato, percepito tale da tutte le generazioni: bambini, adulti ed anziani.
2004 In questa campa-
gna si amplifica ulteriormente l’importanza dell’immagine che diventa il punto forte della comunicazione. Una fresca scena di vita esprime l’immensa tenerezza tra due ragazzi, tenerezza collegata a quella della carne. Infatti un tratteggio rosso parte dalla fotografia per allacciare vari piatti a base di carne fino ad arrivare al marchio Coalvi.
72
2005
Nella campagna pubblicitaria del 2005 si è deciso di giocare per la prima volta con i diversi nomi dei tagli, generalmente poco conosciuti al pubblico, creando degli headline originali e in grado di far sorridere, soprattutto perché le campagne che suscitano divertimento sono spesso quelle che colpiscono maggiormente e vengono ricordate più a lungo.
2006 Lo sfon-
do, dapprima azzurro, è stato poi tramutato in rosso quando si è realizzata la nuova linea di packaging che utilizza, per l’appunto, un tessuto vellutato rosso come sfondo.
i mezzi della comunicazione Giornali La Stampa / Specchio / Torino Sette / La Repubblica / Il Secolo XIX / L’Eco del Chisone / La Gazzetta d’Alba / Il Piccolo / La Guida / Il Corriere di Saluzzo Televisioni Rai Uno: 1 Mattina, Prova del cuoco / Rai Due: Santoro / Rai Tre, TG3 regionale / Canale 5: TG5, Gusto / Retequattro: Mela verde / Stream TV: calcio / Telecupole: Obiettivo Agricoltura / GRP e altre locali Piemonte / Tele Lombardia Pubblicazioni Valentina manuali
di
Guido Crepax:
ricettari
/ Oro Rosso:
ricettari,
/ Un autentico capolavoro: brochure / Il pascolo perduto: favola / Bontà
sublime: volantini brochure
Giro d’Italia: di fondo
/ Sulla carne voltate pagina: inserto / Bianca, elegante, antica:
Sponsorizzazioni sportive Juventus Buffet Vip: ciclismo
/ Maurizio Damilano:
marcia
calcio
/ Stefania Belmondo,
/
sci
/ Franco Arese, corsa / Volley Busca, Pallavolo B1 / Val Susa Motor
Team, Rally / Nazionale Olimpica, sci di fondo / Busca Calcio, Calcio promozione Fiere Un Lingotto d’Oro Rosso, Torino / Salone del Gusto, Torino / Cibus, Parma / Salone del Libro, Torino / Salotto
di
Papillon, Torino / Vinitaly, Verona / Fiera
dell’Agricoltura, Verona / Medial, Palermo / Meating, Roma / Scuola dei Sapori, Genova
Degustazioni Al Cambio, Torino / Le Tre Galline, Torino / Turin Palace, Torino / Sitea, Torino / Salone dell’automobile, Torino / Cafè de Paris, Montecarlo / Hotel de Paris, Montecarlo / La Chiocciola, Cuneo / Il Vascello d’Oro, Carrù / Circolo della Stampa, Milano / Ai Navigli, Milano / Castello di Barolo / Castello di Mombasiglio / La Rotonda, Belgirate / La Maggiorana, Rivoli / Residenza di Ripetta, Roma / Piazzale Mondiali sci, Sestriere / Piazza Castello, Torino / Piazza San Carlo, Torino / Piazza Duomo, Milano
2007
Sono tanti gli aggettivi che possono essere legati alla carne Coalvi per esaltarne i valori. Sfruttando la consuetudine di legare la parola “bella” per aggiungere peso ai concetti che si vogliono esprimere, nasce la campagna del 2007 che vede una declinazione di diverse uscite stampa con i seguenti headline: “bella rossa”, “bella magra”, “bella fresca” e “bella tenera”.
2008
Mentre si continua a sentir parlare di mercato globale, la campagna Coalvi, declinata in due visual, torna a puntare l’attenzione sull’italianità di un prodotto sano, genuino e garantito in tutta la sua bontà.
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
73
La
74
CARNE
della Piemontese
Struttura
Per carne bovina si intende la parte dell’animale composta
in gruppo, compongono il muscolo. I muscoli contengono
dai muscoli con il loro tessuto connettivo, dai vasi sanguigni
in proporzione variabile fibre rosse a contrazione lenta
e linfatici e dai nervi e assume tale nome dopo la macella-
che contengono grandi quantità di mioglobina (proteina
zione e le successive modificazioni
dal colore rosso) e fibre bianche a
chimico-fisiche.
contrazione veloce. Le fibre rosse
I componenti fondamentali del mu-
presiedono alle attività lente e co-
scolo sono il tessuto connettivo, le
stanti come camminare e utilizzano
cellule muscolari e il grasso.
i grassi per produrre energia, mentre
Il tessuto connettivo ha la funzione
le fibre bianche, presenti in misura
di tenere insieme i muscoli, è inti-
maggiore proprio negli animali iper-
mamente connesso ad essi e si trova
trofici come la Razza Piemontese,
tra le fibre muscolari, tra i fasci di
sono specializzate per sforzi violenti
fibre, fra un muscolo e l’altro, tra i
ma intermittenti, sono di dimensioni
muscoli e gli altri tessuti che con
trasversali più grosse e utilizzano il
essi hanno rapporti (vasi sanguigni
glicogeno per produrre energia. Il
e nervi). La quantità di connettivo determina la tenerezza
glicogeno è uno zucchero presente nelle cellule musco-
della carne: aumenta con l’avanzare dell’età ed è molto
lari, è importante nei processi di maturazione della carne
più abbondante nei muscoli attivi (geretto e anteriore) che
(frollatura) e favorisce la tenerezza della carne dei bovini
quindi richiedono lunghe cotture, mentre nel filetto, che
di Razza Piemontese.
è un muscolo inattivo, la tenerezza è molto elevata e la
Il grasso è presente nel muscolo in quattro posizioni: dentro
cottura può essere più breve. Poiché l’ipertrofia muscolare
le cellule muscolari a costituire il grasso intracellulare, at-
della Razza Piemontese determina un notevole aumento
torno alle cellule muscolari, avvolto quasi invisibile intorno
delle masse muscolari grazie ad un incremento nel numero
al muscolo (grasso intercellulare) e infine al di fuori dei
delle fibre muscolari, è intuitivo dedurre che alla maggiore
muscoli a costituire il visibile grasso di deposito, facilmente
muscolosità si accompagna sia una diminuzione del grasso
scartabile. I grassi intercellulari e di deposito, diversamente
intramuscolare sia del tessuto connettivo, determinando in
dai grassi intracellulari contenuti nelle cellule, sono costituiti
tal modo una maggiore tenerezza della carne.
prevalentemente da acidi grassi saturi. Per caratteristiche
Le cellule o fibre muscolari sono lunghe e sottili. Più fibre
genetiche, la Razza Piemontese ha una scarsa attitudi-
costituiscono i fasci muscolari che, singolarmente o riuniti
ne a produrre grasso, sia di deposito che intercellulare.
La
CARNE
qualità
della Piemontese
La qualità totale è un concetto che rappresenta la sommatoria di diverse “qualità parziali” che possono influenzarsi a vicenda. La qualità igienico-sanitaria è il parametro che riveste maggiore importanza, in quanto costituisce l’unico carattere potenzialmente in grado di nuocere in modo diretto alla salute umana e pertanto è da considerare come
La qualità organolettica costituisce l’unico carattere direttamente percepibile mediante gli organi di senso (vista, olfatto, gusto) ed è quindi giudicabile da ogni consumatore. All’atto dell’acquisto l’attenzione si rivolge essenzialmente all’aspetto estetico, mentre soltanto al momento del vero consumo, il consumatore concentra le proprie aspet-
prerequisito.
tative sulle caratteristiche aromatiche
La qualità nutrizionale indica la ca-
e di consistenza del prodotto.
pacità di un alimento di apportare
Ciò motiva gli ingenti investimenti
nutrienti alla dieta per soddisfare
effettuati dal Consorzio di Tutela
i fabbisogni dell’uomo. La carne
della Razza Piemontese allo
è costituita da tre componenti
scopo di ideare confezioni
principali: acqua, proteine
sempre più ricercate e
e grasso ai quali si ag-
tecnologicamente avanza-
giungono i carboidrati,
te e spiega la ragione per la
composti azotati solubili,
quale il “packaging” del terzo millennio è necessariamente
sostanze minerali e vitamine. I valori percentuali variano
caratterizzato da almeno tre elementi: eleganza nel design,
in funzione di fattori definiti di tipo endogeno (tipo di
funzionalità e visibilità del contenuto.
muscolo, razza, sesso, età, ecc.) ed esogeno (piani ali-
La qualità tecnologica comprende l’insieme delle caratte-
mentari, ecc.).
ristiche che rendono un prodotto alimentare idoneo alla
L’Oro Rosso, la carne di Razza Piemontese, è considerata
trasformazione e alla conservazione operando determinati
oggi tra le più pregiate al mondo proprio grazie alle ottime
interventi tecnologici, riguarda pertanto in misura maggiore
caratteristiche nutrizionali e dietetiche, essendo una carne
gli operatori dell’industria di trasformazione piuttosto che
magra, tenera e saporita. Si può definire un alimento ottima-
i consumatori finali.
mente bilanciato dal punto di vista sia dell’apporto totale di
Ad esempio la pezzatura e la limitata infiltrazione di gras-
grasso (quantità), sia dal punto di vista della distribuzione
so delle fese di Oro Rosso sono alla base della straordi-
degli acidi grassi (qualità del grasso).
naria qualità della Granbresaola di Razza Piemontese. CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
75
La
CARNE
della Piemontese
valori nutrizionali
Proteine. La carne bovina è proteina, con un alto contenuto
ne offre ben il 40% del ferro immesso nell’organismo. Inoltre
di aminoacidi essenziali (che l’organismo non può produrre)
ferro e zinco risultano più biodisponibili ed immediatamente
utilizzabili immediatamente dall’uomo con un’alta efficienza
utilizzabili nella carne di quanto non lo siano negli alimenti
nutrizionale frutto di elevata digeribilità e alto valore biologi-
vegetali con un effetto sinergico che agevola in modo signifi-
co, assimilabili senza affaticamento di intestino, fegato e reni.
cativo l’assorbimento anche del ferro dei vegetali consumati
In particolare la carne è ricca di due aminoacidi essenziali: il
insieme: un piatto di carne con spinaci rappresenta il modo più
triptofano che favorisce la produzione di serotonina, neuro-
efficace di introdurre globalmente ferro nella dieta in funzione
trasmettitore per la regolazione dell’umore, del sonno, dell’ap-
antianemica. Altri minerali da citare sono: potassio, selenio,
petito, della sessualità e l’arginina che ha un’azione stimolante
magnesio, calcio e zinco.
la produzione dell’ormone della crescita.
Valore energetico. La carne è materia e non energia. La scarsa
Di qui l’importanza della carne bovina per la crescita e lo svi-
quantità di carboidrati (< 1), unitamente a bassi valori di grasso
luppo dei bambini, per l’aumento delle masse muscolari degli
totale, fanno si che l’apporto energetico sia modesto.
atleti e per sopperire alla perdita di efficienza del ricambio azotato nelle persone anziane.
Valori nutrizionali della carne di razza piemontese (per 100 grammi)
L’Istituto Nazionale della Nutrizione raccomanda da 0,7 a 1 g di proteine per kg di peso, di cui almeno 1/3 di origine animale: una persona di 60 kg può mangiare 1 hg di carne al giorno. Una alimentazione equilibrata per apporto di proteine deve prevedere l’associazione della carne con i vegetali in modo tale da non creare squilibri tra i vari aminoacidi. Vitamine. L’apporto vitaminico più importante è rappresentato dalle vitamine idrosolubili del gruppo B (B1, B2, PP, B6 e B12). Gli alimenti di origine animale possono coprire più del 40% del fabbisogno dei più importanti fattori vitaminici, mentre per la B12, presente solo negli alimenti carnei e non nei vegetali, si arriva al 98%. Altre vitamine presenti nella carne bovina sono la vitamina E e la vitamina PP. Con la cottura le vitamine vengono in parte denaturate. Minerali. La carne bovina è ferro. Per donne e bambini, la car-
76
TAGLIO primotaglio infuori fesa scamone rotonda fiocco gallinella geretto filetto sottofiletto muscolo fesone rotondino spalla arrosto della vena punta di petto tenerone o reale brutto e buono scaramella biancostato
umidità (%)
74,2 75,1 74,7 73,8 73,4 74,8 73,8 73,8 73,3 72,8 76,0 75,0 75,3 76,0 75,1 72,4 73,8 72,0 71,8
grasso proteine (g/100/g) (g/100/g)
2,2 1,1 1,6 3,4 1,4 1,9 2,7 2,5 3,4 3,7 1,5 1,0 1,5 1,1 1,9 3,9 5,7 4,3 6,2
22,4 22,4 22,5 21,6 23,9 22,0 22,0 22,2 22,1 22,3 21,3 22,6 21,7 21,6 21,7 22,6 19,5 23,1 20,8
calorie (KJ)
calorie (Kcal)
463 424 447 493 461 445 474 475 501 515 419 429 425 407 407 528 540 550 582
108 100 104 117 109 105 112 113 119 122 99 101 100 96 96 126 125 130 139
La
CARNE
della Piemontese
Colesterolo
Il colesterolo ha molteplici funzioni nell’organismo umano: da ingrediente delle membrane cellulari, contribuendo alla stabilità e flessibilità delle cellule, alla produzione della bile necessaria all’emulsione dei lipidi alimentari per renderli assorbibili dall’intestino, da regolatore dello scambio di sostanze messaggere attraverso la membrana cellulare alla sintesi di ormoni steroidei. Moltissimi, inoltre, sono stati gli studi scientifici e so-
CH3
prattutto epidemiologici condotti dal dopoguerra ad
CH3
oggi tesi a verificare il livello ottimale nel sangue
CH3
al fine di evitare alcune patologie cardiovascola-
CH3 CH3
ri. I risultati di tali studi e indagini sono a volte
HO
contradditori, ma oggi è da tutti Valori di colesterolo DELLA carne di razza piemontese Media (n=5) Taglio SOTTOFILETTO SCAMONE FESA FILETTO SCARAMELLA FIOCCO GERETTO GALLINELLA ARROSTO DELLA VENA PUNTA DI PETTO PRIMO TAGLIO ROTONDA INFUORI TENERONE FERMO DI SPALLA BIANCOSTATO MUSCOLO BRUTTO E BUONO ROTONDINO DI SPALLA
Colesterolo mg/100 gr di carne
48,8 51,5 51,8 52,0 54,1 54,4 55,1 55,3 56,0 56,1 56,4 56,6 57,9 58,0 58,3 59,8 60,9 61,4 61,6
riconosciuto che la soglia di colesterolo totale ematico da non superare in una persona adulta è pari a 240 mg/ml, limitando l’apporto del colesterolo di origine alimentare a 300 mg al giorno. I dati di colesterolo rilevati nei diversi tagli di carne di Razza Piemontese dalla ricerca condotta dal Laboratorio di Ispezione degli Alimenti di Origine Animale del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Veterinarie per la Sicurezza Alimentare della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano hanno messo in evidenza la bassa concentrazione di colesterolo in tutti i tagli considerati. Infatti, come si può notare dalla tabella in cui è riportato il dato medio dei valori di colesterolo rilevati per ciascun taglio, i valori si attestano tutti al di sotto dei 62 mg/100 gr di carne, raggiungendo nel sottofiletto la soglia minima di 48,8 mg/100 gr di carne. CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
77
La
CARNE
I grassi
della Piemontese
Il rapporto tra malattie cardiovascolari e grassi alimentari è
acidi grassi insaturi che hanno particolari caratteristiche diete-
probabilmente uno degli argomenti più noti anche al grande
tiche. Circa la metà dei grammi di grassi presenti nella carne
pubblico. Organismi nazionali e internazionali hanno ripetu-
sono costituiti da acidi grassi quali l’acido oleico, palmitico,
tamente pubblicato nel corso degli ultimi 40 anni indicazioni
stearico e linoleico. L’acido linoleico coniugato ha proprietà
e suggerimenti per una alimentazione in cui il consumo di
antiossidanti, di protezione metabolica in caso di infezioni
grassi sia limitato come quantità di calorie e di acidi grassi
ed è anticancerogeno. L’acido stearico viene trasformato nel
saturi. Limitare la quantità di grassi nella dieta è considerato
dietetico e prezioso acido oleico, acido grasso monoinsaturo.
importante ai fini della prevenzione di patologie quali obesità
La carne bovina contiene inoltre elevate quantità di fosfolipidi
e ipercolesterolemia, di cui è stata dimostrata la connessione
e bassissime quantità di colesterolo.
con alcune patologie croniche del sistema cardiocircolatorio.
Nella Razza Piemontese le quantità rilevate di colesterolo
Sembra che esistano delle relazioni anche tra elevato consumo
sono spesso inferiori a 50 mg/100gr di carne e mai superiori
di grassi e un aumento del rischio di alcuni tumori, in par-
a 62 mg/100gr. Più è elevato il rapporto tra questi elementi
ticolare i tumori del colon, della mammella e della prostata.
più si creano le condizioni favorevoli per la produzioni del
La carne e i prodotti carnei sono stati e sono tuttora coinvolti
colesterolo HDL, cioè quello “buono”. Nel muscolo del bovino,
nelle problematiche sopra accennate ed in particolare da
tale rapporto è 14/1.
tempo tali alimenti sono accusati di contenere troppi grassi,
78
di cui troppi saturi e troppo colesterolo.
Gli acidi grassi saturi o SFA sono considerati
I grassi devono fornire non più del 30% dell’energia giornaliera.
“promoting factors” o fattori scatenanti di alcune
Considerando un fabbisogno energetico giornaliero di 2500
malattie e per questo si dividono in:
kcal, i grassi, dunque, non devono fornire più di 750 kcal pari a
- ipercolesterolemici, come gli acidi miristico, laurico, e palmi-
80 grammi di grasso. Gli esiti analitici compiuti sull’Oro Rosso,
tico (l’acido miristico possiede proprietà aterogeniche quattro
la carne dei bovini di Razza Piemontese, dicono che solo i tagli
volte superiori rispetto a quelle dell’acido laurico e dell’acido
palesemente grassi superano la soglia del 3% di grasso, mentre
palmitico), che provocano un considerevole incremento della
in quelli magri (infuori, arrosto della vena e fermo di spalla)
concentrazione ematica di lipoproteine a bassa densità e del
si scende fino all’1%. Evidente, quindi, il modesto apporto di
tasso di colesterolo circolante con un conseguente innalza-
energia da grasso che viene introdotta nell’organismo a seguito
mento dell’incidenza dei fenomeni aterosclerotici a carico
del consumo di carne di Razza Piemontese. Ma nella carne
delle arterie coronarie;
magra di bovino si trovano anche dei lipidi strutturali contenuti
- trombogenici, come gli stessi acidi miristico, laurico, e palmi-
nelle cellule e nelle membrane delle cellule muscolari ricchi di
tico oltre all’acido eicosatrienoico, prodotto del metabolismo
degli acidi grassi polinsaturi della serie ome-
- acidi grassi polinsaturi (PUFA), come la serie:
ga-9 che si forma nell’organismo umano a
omega-3 (PUFA ω-3) e omega-6 (PUFA ω-6)
seguito di una insufficiente assunzione di
L’Oro Rosso, la carne bovina di Razza Pie-
acidi grassi essenziali e/o ad una abbondante introduzione con la dieta di acidi grassi saturi. Tali composti chimici sono in grado di ledere in varia misura l’integrità dell’endotelio vascolare, ma non sembra esclusa del tutto una loro negativa influenza anche sulla attività piastrinica e/o sulle capacità coagulative e fibrinolitiche del sangue. Gli acidi grassi insaturi
(MUFA
e
PUFA) sono considerati “protective factors” o fattori protettivi e si dividono in: - acidi grassi monoinsaturi (MUFA) che riducono, come uni-
montese, ha una qualità del grasso bilanciata dal punto di vista nutrizionale relativamente alla
PUFA ω-3 Gli acidi grassi polinsaturi appartenenti alla serie omega-3 (PUFA ω-3) e soprattutto gli acidi grassi a lunga catena esplicano un ruolo di basilare importanza nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. In primo luogo essi danno origine a una riduzione dei quantitativi di lipoproteine a bassa densità veicolate nel flusso sanguigno, diminuendo la formazione di apolipoproteina B (componente fondamentale di queste ultime) in maniera proporzionalmente tanto più marcata quanto maggiore risulta essere il tasso di colesterolo trasportato nel torrente circolatorio; secondariamente comportano un aumento considerevole della quota ematica di lipoproteine ad alta densità, molecole considerate capaci di ostacolare con efficienza la formazione delle placche ateromatose (a differenza delle lipoproteine a bassa densità, infatti, le lipoproteine ad alta densità intervengono nella rimozione delle molecole di colesterolo dalle pareti arteriose). PUFA ω-6 Gli acidi grassi polinsaturi appartenenti alla serie omega-6 (PUFA ω-6) esplicano una funzione di indiscutibile valore nella salvaguardia della salute umana tra cui patologie a carico dei vasi coronarici. Tali acidi grassi contrastano l’aggregazione piastrinica ed impediscono la conseguente occlusione dei canali arteriosi, in quanto precursori della prostaciclina PGE1 avente una azione anti-aggregante nei confronti delle piastrine e, pur comportando nello stesso tempo una netta diminuzione della quota ematica di lipoproteine ad alta densità, determinano anche una ragguardevole riduzione dei quantitativi di lipoproteine a bassa densità presenti nel torrente circolatorio, il cui incremento e la successiva ossidazione delle molecole di colesterolo dalle stesse veicolate rappresentano invece gli episodi eziopatogenetici iniziali responsabili a lungo termine della formazione delle placche ateromatose.
versalmente riconosciuto grazie
distribuzione degli acidi grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi. Infatti se posta a confronto con carni di differenti razze bovine si caratterizza per avere un più basso tasso di acido miristico (C14:0) e palmitico (C16:0); tale risultato rappresenta un pregio dietetico di straordinario significato, poichè gli acidi miristico e palmitico sono responsabili dell’aumento del tasso lipidico e di colesterolo nel sangue. È inoltre interessante sottolineare l’elevata percentuale di CLA (isomeri dell’acido linoleico coniugato), preziosi nella dieta grazie al
alle indagini dell’ultimo quindicennio, la concentrazione di
riconosciuto effetto nel ridurre la lipemia totale, abbassando
lipoproteine a bassa densità presenti nel torrente circolatorio,
sia il colesterolo LDL sia i trigliceridi. Nel complesso i tagli di
che rallentano – l’acido oleico in modo particolare – l’ossi-
carne di Razza Piemontese hanno mostrato una concentrazione
dazione del colesterolo espletata dai radicali liberi circolanti
totale di acidi grassi saturi piuttosto ridotta (37%) ed elevate
e che inibiscono l’aggregazione piastrinica e la conseguente
percentuali di insaturi (63%), dati che hanno influenzato favo-
formazione di trombi contribuendo pertanto in maniera cruciale
revolmente poi gli indici aterogenico e trombogenico, ponendo
alla protezione della salute umana.
questo prodotto sugli stessi livelli del pesce. CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
79
La
CARNE
Indice aterogenico
Alla luce delle
Indice Aterogenetico (IA)
proprietà aterogeniche e trombogeniche degli acidi grassi saturi
della Piemontese
Carne di cervo fresca
Gli indici sono stati concepiti attribuendo un “peso
Carne bovina fresca (Frisona)
specifico” diffe-
Carne equina fresca
rente a ciascun
Carne bovina fresca (Chianina)
(SFA) ed al contra-
Lardo suino
acido grasso o a
rio delle spiccate
Carne caprina fresca
ciascuna categoria
peculiarità antia-
Carne suina fresca
di acidi grassi, in
terogeniche ed an-
Orata allevata
relazione al diffe-
titrombogeniche
Trota allevata con olio (pesce)
rente contributo
degli acidi grassi
Orata selvatica
dei medesimi nel
monoinsaturi e
Caviale
favorire o nel pre-
polinsaturi (MUFA
Carne bovina fresca (Piemontese)
venire l’insorgenza
e PUFA) due ricercatori, Ulbricht e Southgate, hanno
Trota fario
degli eventi croni-
Carne suina fresca (selvatico)
ci morbosi.
Trota allevata con olio (canola e pesce) 0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00
proposto negli
La formula matematica che defini-
anni ‘90 due differenti equazioni al fine di poter “quanti-
sce l’indice aterogenico è la seguente:
ficare matematicamente” l’aterogenicità e la trombogenicità
Indice aterogenico (IA) = (acido laurico + 4 × acido mi-
di qualsiasi frazione lipidica di un alimento.
ristico + acido palmitico) / (Monoinsaturi + Polinsaturi
Tali indici sono stati denominati dagli autori “indice ate-
omega-6 + Polinsaturi omega-3)
rogenico” (IA) e “indice trombogenico” (IT).
Naturalmente più il valore della formula si avvicina allo
L’indice aterogenico è utile a caratterizzare pressoché
zero, migliori sono le caratteristiche nutritive dell’ali-
infinite matrici alimentari esprimendo la “probabilità” che
mento considerato, in quanto minori sono i livelli di
l’assunzione di una di queste possa stimolare la comparsa
rischio che l’alimento provoca in riferimento alle malattie
dell’aterosclerosi.
considerate.
“ Indice aterogenico (IA) = (acido laurico + 4 × acido miristico + acido palmitico) / (Monoinsaturi + Polinsaturi omega-6 + Polinsaturi omega-3) „ 80
La L’indice trombogenico è utile a definire, per un determinato alimento, la “probabilità”
CARNE
della Piemontese
Indice trombogenico Indice TRoMBOgenetico (IA)
Carne bovina fresca (Frisona)
mo luogo poiché non tutti gli acidi grassi saturi sono
Carne caprina fresca
al tempo stesso
Carne bovina fresca (Chianina)
aterogenici
Carne di cervo fresca
ed
che possa stimo-
Lardo suino
anche tromboge-
lare la comparsa
Carne suina fresca
nici ed in secondo
della trombosi a
Carne equina fresca
luogo perché non
carico prevalen-
Carne bovina fresca (Piemontese)
tutti gli acidi grassi
temente dei vasi
Carne suina fresca (selvatico)
saturi sono iper-
Orata allevata
colesterolemici o
La formula ma-
Caviale
trombogenici e
tematica che de-
Trota allevata con olio (pesce)
non tutti gli acidi
coronarici.
finisce l’indice trombogenico è la seguente:
Trota allevata con olio (canola e pesce)
grassi saturi iper-
Orata selvatica
colesterolemici
Trota fario 0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00 1,20 1,40 1,60 1,80 2,0
Indice tromboge-
sono aterogenici in ugual misura.
nico (IT) = (acido miristico + acido palmitico + acido
L’Oro Rosso, la carne bovina di Razza Piemontese, pos-
stearico) / (0,5 × Monoinsaturi + 0,5 × Polinsaturi omega-6
siede proprietà trombogeniche ed aterogeniche inferiori
+ 3 × Poinsaturi omega-3 / Polinsaturi omega-6)
rispetto ad altre carni e quasi comparabili al pesce come
L’indice aterogenico e l’indice trombogenico rappresen-
si può apprezzare dal posizionamento all’interno dei
tano ad oggi i due strumenti maggiormente affidabili per
grafici IA e IT relativi ad alcune matrici alimentari di
“quantificare” l’aterogenicità e la trombogenicità degli ali-
origine animale.
menti, senza dubbio più esplicativi del semplice rapporto tra il quantitativo totale di acidi grassi polinsaturi ed il quantitativo totale di acidi grassi saturi (PUFA/SFA): in pri-
“ Indice trombogenico (IT) = (acido miristico + acido palmitico + acido stearico) / (0,5 × Monoinsaturi + 0,5 × Polinsaturi omega-6 + 3 × Poinsaturi omega-3 / Polinsaturi omega-6) „ CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
81
La
CARNE
della Piemontese
Caratteristiche organolettiche Le caratteristiche organolettiche sono quelle percepite dai sensi.
cazione è anche trazione laterale e compressione. La tenerezza
Colore, odore, sapore, aroma e tenerezza sono le caratteristiche
è una caratteristica non facile da oggettivare ed è il risultato di
che il consumatore ricerca nella carne. Il primo approccio con
numerosi fattori quali la razza, la quantità e qualità del tessuto
la carne avviene attraverso la vista. Il colore rosso brillante
connettivo, il tipo di muscolo, la quantità di grasso di infiltrazio-
della carne del bovino adulto che si può apprezzare sul banco
ne, il diametro delle fibre muscolari, la frollatura. L’Oro Rosso è
del macellaio è la prima caratteristica che il consumatore può
tenero e magro; e la tenerezza è da sempre un punto di forza
utilizzare per verificare la freschezza e la conservabilità della
della carne di Razza Piemontese, dimostrata da valori strumentali
carne. Il colore rosso scuro che si accentua con il tempo a causa
eccellenti pur in concomitanza di valori di grasso contenuti.
dell’ossidazione è un indice di “stanchezza” della carne. I tagli
Il valore gustativo è uno dei criteri importanti nella scelta di un
costituiti da muscoli con una prevalenza di fibre rosse tendono ad un colore rosso scuro, mentre i tagli di carne costitu-
alimento. Il valore gustativo è
Flavour Sostanze responsabili del sapore
percepiscono con i sensi quando si consuma un alimento.
iti da muscoli con prevalenza
Essenzialmente il valore gu-
di fibre bianche tendono ad
stativo è definito dal «flavour»,
un rosso più pallido. Il sapore
una parola inglese che va oltre
e l’aroma della carne cruda
il semplice significato di gusto
sono pressoché ininfluenti al
o sapore, perché indica l’im-
momento dell’acquisto a meno che non sia in atto un irrancidi-
pressione sensoriale globale prodotta dalla combinazione delle
mento dei grassi. Rivestono invece molta importanza al momento
sensazioni gustative, olfattive e tattili che si sviluppano man-
del consumo. Alla cottura, infatti, vengono liberate le sostanze
giando. Il flavour è composto dall’impressione sensoriale gene-
volatili presenti nel grasso della carne responsabili del sapore
rata da tanti composti chimicamente molto diversi tra di loro.
e dell’aroma, sono influenzati dalla razza, dall’età del bovino,
Questi componenti possono essere suddivisi in tre categorie:
dal grasso di marezzatura, dall’ottimale stato di conservazione.
• sostanze aromatiche volatili, che vengono percepite nella
La tenerezza della carne è però la caratteristica più ricercata dai
cavità nasale
consumatori. Da un punto di vista scientifico, la tenerezza viene
• sostanze gustative non volatili, che a contatto con la lingua
misurata tramite uno strumento che rileva lo sforzo di taglio
e con il palato creano i 5 gusti di base (dolce, acido, salato,
che una lama tagliente, cadendo da una altezza nota, compie
amaro e umami)
nell’attraversare un tondino di carne, anche se l’atto della masti-
82
Sostanze responsabili dell’odore (aromi)
dato dalle impressioni che si
• composti ad azione sinergica.
La carne di Razza Piemontese ben si presta ad esser collo-
Nella tabella vengono riportati i composti chimici che caratteriz-
cata in un contesto di caratterizzazione del flavour se si
zano alcuni dei tagli impiegati per la preparazione della battuta
considera che alcuni tagli morbidi e pregiati vengono uti-
al coltello con l’affiancamento delle caratteristiche sensoriali
lizzati per preparare la conosciuta “battuta al coltello”.
che nell’insieme caratterizzano il “bouquet” dell’Oro Rosso.
Caratteristiche aromatiche di alcuni tagli di Razza Piemontese utilizzati per la preparazione di piatti a base di carne cruda (quantità di composti volatili presenti nei diversi tagli) Categoria chimica
Filetto
Sottofiletto
Muscolo
Rotonda
Scamone
Fesa
Solforati
1.26
0 .8
0.89
1.16
0.56
1.05
dimetilsulfossido
1.22
0.75
0.88
1.12
0.52
1.03
Agliaceo, carneo Agliaceo
dimetilsolfone
Caratteristica aromatica
0.04
0.05
0.01
0.05
0.03
0.02
129.41
90.38
67.53
93.49
90.9
87.92
2-propanone
89.48
50.13
31.53
62.61
64.11
40.55
Di carne, di mele, di frutta, di pera
2-butanone
21.87
36.11
32.88
12
21.34
26.41
Etereo, di carne
2-eptanone
0.09
-
0.04
-
-
0.05
Di frutta di spezie, di cannella
Chetoni
3-idrossi-2-butanone
17
3.66
2.93
18.12
5.15
20.34
Di burro
2,3-octanedione
0.97
0.48
0.15
0.76
0.3
0.57
Di erba, di spezie
Alcoli
9.15
3.15
4.32
3.44
1.1
4.03
2-butanolo
-
-
1.17
-
-
-
Medicinale
1-butanolo
0.52
0.16
0.16
0.23
0.13
0.11
Floreale
eucaliptolo
0.16
0.07
0.11
0.11
0.06
0
Di canfora
2-metil-1-butanolo
-
-
0.04
-
-
-
Erbaceo, di terra
1-pentanolo
5.40
1.96
2.03
2.25
0.57
2.9
Di fresco, di erba
1-esanolo
0.73
0.32
0.34
-
-
0.42
Di acool, medicinale
1-octen-3-olo
2.14
0.54
0.45
0.85
0.33
0.53
Di erba, di terra
diidromircenolo
0.2
0.1
0.02
-
-
0.07
Di fresco, di balsamico
Aldeidi
4.09
2.25
0.57
8.47
4.25
2.57
esanale
4.09
2.25
0.57
8.47
4.25
2.57
Forte, rancido, , di verde, pungente
Acidi carbossilici
9.64
3.03
2.9
5.08
2.97
4.19
ac. acetico
8.14
2.39
1.77
4.51
2.38
3.34
Forte, pungente, acido
ac.propanoico
0.32
0.11
0.03
-
0.03
0.1
Pungente, acido
ac.2-metil propanoico
0,00
0.03
0.02
-
-
-
Penetrante, di burro
ac.butanoico
0.73
0.35
1.03
0.4
0.44
0.56
Di crema, di formaggio, pungente
acido pentanoico
0.05
0.04
-
-
-
0.03
Di rancido
acido esanoico
0.40
0.13
0.05
0.17
0.12
0.16
Pungente, di grasso, di formaggio
Esteri
-
0.03
isobornil acetato
-
0.03
-
-
-
-
Di erba, di lavanda
Lattoni
0.46
0.31
0.07
0.36
0.22
0.23
γ-butirrolattone
0.46
0.31
0.07
0.36
0.22
0.23
Di cocco, cremoso, erbaceo
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
83
La
CARNE
della Piemontese
Utilizzo e conservazione
84
La carne si mangia fresca.
della vaschetta in cui è contenuta la carne al posto dell’aria
È necessario, soprattutto d’estate, che la carne compia il
contenente ossigeno.
tragitto dal negozio al frigorifero di casa nel più breve
La carne confezionata sottovuoto può durare fino a 30
tempo possibile, magari proteggendola, nei giorni più
giorni nei frigoriferi migliori.
caldi, con una busta da surgelati.
Il metodo di confezionamento “sottovuoto” consiste nel-
La carne va poi conservata in frigo per il tempo necessario
l’eliminare, con apposita attrezzatura, la maggior quan-
al suo rapido consumo: si tratta di un momento essenziale
tità di aria limitando in tal modo l’attività microbica del
per il mantenimento delle caratteristiche nutrizionali e
batteri aerobi (ma non quelli anaerobi) e diminuendo
organolettiche della carne.
l’ossidazione (responsabile del colore scuro delle carni)
Sono da preferire i frigoriferi dotati di un apposito scom-
dovuta all’ossigeno.
parto destinato alla carne e al pesce, dove grazie agli
La carne posta in congelatore necessita invece di partico-
scomparti interni la temperatura si mantiene bassa e co-
lare attenzione. Occorrerebbe confezionare la carne già
stante anche a fronte delle continue aperture dalla porta
porzionata per singoli utilizzi, sia per non dover scongelare
per il prelievo di altre derrate alimentari.
più volte il pezzo più grande, sia per rendere più rapido
La carne da mangiare cruda deve essere consumata nello
possibile il congelamento in profondità.
stesso giorno in cui è stata acquistata, così come la carne
Il congelamento è il passaggio di un liquido allo stato soli-
tritata non dovrebbe stare oltre le 36 ore nel frigorifero
do. Nel caso della carne si congela, cioè diventa ghiaccio,
di casa, anche se destinata a successiva cottura.
la maggior parte dell’acqua contenuta.
Le fettine sopportano qualche giorno di frigo, mentre
Questa trasformazione impedisce o rallenta in modo
arrosti e bolliti possono anche sopportare quasi una
determinante tutte le attività chimiche e biologiche che
settimana, ricordando tuttavia che se il taglio è molto
portano alla degradazione qualsiasi alimento.
grasso l’irrancidimento dei grassi procede anche a basse
È importante che il congelamento avvenga nel più breve
temperature.
tempo possibile.
La carne confezionata in vaschette con atmosfera modifi-
Con un congelamento rapido si formano innumerevoli
cata ha una durata variabile indicata dal produttore.
cristalli di ghiaccio (qualche micron), mentre con un
Le vaschette tecnologicamente migliori hanno una durata
congelamento lento i cristalli di ghiaccio risultano più
di 7 giorni più 1 (quello del confezionamento). Il confe-
grossi (alcune centinaia di micron); tali cristalli di ghiac-
zionamento in atmosfera modificata (o protetta) consiste
cio più grandi comprimono le membrane cellulari sino
nell’immettere una opportuna miscela di gas all’interno
a perforarle.
Al successivo scongelamento, i grossi cristalli di ghiaccio sciogliendosi, romperanno le membrane cellulari provocando la fuoriuscita e la perdita di liquidi nutritivi preziosi pregiudicando molte delle caratteristiche nutrizionali e organolettiche della carne. Anche lo scongelamento deve essere rapido in quanto in questa fase si riattivano tutti i processi enzimatici e microbiologici che il freddo aveva bloccato. La soluzione ottimale è quella di passare direttamente dal congelatore alla pentola per la cottura, ma se la preparazione culinaria non lo consente, si può ricorrere allo scongelamento tramite il forno a microonde con il ciclo di trattamento consigliato (in genere più applicazioni brevi con intervalli di pochi secondi), per permettere una diffusione
CARNE CONGELATA O SURGELATA
150 giorni
omogenea del calore.
PACCHI SOTTOVUOTO
Se in casa si congela un pezzo di carne, nell’industria ali-
30 giorni
mentare si surgela un pezzo di carne. I termini congelato e surgelato sono sinonimi, nel senso che si riferiscono sempre a prodotti che hanno subito un raffreddamento
VASCHETTE IN ATMOSFERA MODIFICATA
repentino con passaggio dell’acqua dallo stato liquido a
7 giorni ARROSTI
quello solido. Il termine surgelato non indica una tecno-
6 giorni
logia diversa, ma è solo una definizione merceologica FETTINE 4 giorni
utile a identificare il trattamento che ha subito il prodotto. In particolare, l’alimento “surgelato” deve possedere i seguenti requisiti: congelamento avvenuto in meno di
CARNE CRUDA
1 giorno
CARNE TRITA
2 giorni
4 ore, pronto per il consumo senza altri trattamenti se non la cottura, posto in vendita nell’imballaggio originale e che sia stato conservato senza interruzioni, dalla produzione alla vendita, ad una temperatura inferiore ai -18 °C. CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
85
I
TAGLI
QUARTI
4
della Piemontese 17 18
9
3
10 2
11 16
1
5 6
19 20
12 13 14 15
7 8
Quarto Posteriore 1 2 3 4 5 6 7 8
86
Noce Sottofesa Fesa Scamone Magatello Spinaccino Pesce Geretto
Carrè 9 Filetto 10 Controfiletto 11 Costata
Quarto Anteriore 12 Muscolo 13 Fesone 14 Fusello 15 Arrosto della Vena 16 Punta di Petto 17 Reale 18 Brutto e Buono 19 Scaramella 20 Biancostato
I
TAGLI RESE
della Piemontese
I bovini di Razza Piemontese in virtù della loro spiccata
Dunque da un bovino con un peso vivo di 600 kg, avremo
conformazione da carne presentano rese alla macellazione
una carcassa di circa 400 kg.
e allo spolpo superiori a quelle di altre razze da carne.
La carcassa, o i quarti, deve poi essere sezionata nei tagli
Ciò giustifica anche il prezzo più elevato che viene ricono-
commerciali.
sciuto agli allevatori nel momento della vendita dei bovini
Il rapporto tra la somma dei pesi dei singoli tagli e il peso
vivi di Razza Piemontese.
della carcassa viene definita resa allo spolpo.
La resa alla macellazione è il rapporto, espresso in percentuale, tra il peso morto e il peso vivo del bovino.
Peso morto Resa alla macellazione = Peso vivo
Resa allo spolpo
Il peso morto è il peso della carcassa (come viene definito
Dalla carcassa, nel corso della lavorazione dei singoli tagli,
il vitello una volta macellato) dalla quale viene eliminata la
vengono eliminate le ossa, il grasso di copertura, i tendini.
testa, le parti distali degli arti, il contenuto gastro-intestinale,
Nella Razza Piemontese, la ridotta dimensione delle ossa e la
la corata (cuore, polmoni e trachea), la pelle e altre frat-
scarsa presenza di grasso di copertura permette di ottenere
taglie quali il fegato e la milza. La resa alla macellazione
elevate rese allo spolpo che, a seconda del sesso del bovino,
dei bovini di Razza Piemontese è in media del 68% per i
oscillano tra il 75% e l’82%. Da un bovino vivo di 600 kg,
maschi e del 65% per le femmine.
dunque, dopo l’eliminazione degli scarti, vengono prodotti
La carcassa viene poi suddivisa, mediante taglio sagittale
circa 300 kg di carne vendibile. La classificazione delle
della colonna vertebrale, in due mezzene che a loro volta
carcasse bovine, introdotta in Europa attraverso un Regola-
possono ancora essere suddivise in quarti: quarto anteriore
mento Europeo per dotare il commercio di uno strumento di
e quarto posteriore.
valutazione commerciale, prende in considerazione l’età e il
=
Peso tagli Peso carcassa
sesso, la conformazione da carne, lo stato di ingrassamento.
“La resa alla macellazione dei bovini di Razza Piemontese è in media del 68% per i maschi e del 65% per le femmine”
“Da un bovino vivo di peso di 600 kg vengono prodotti circa 300 kg di carne vendibile” CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
87
I
TAGLI PESI
della Piemontese
L’incidenza del peso dei singoli tagli sul peso totale della
TAGLI
%
carcassa riveste una notevole importanza da un punto di
FIOCCO
1
vista della commercializzazione della carne bovina. La
ROTONDINO DI SPALLA O FUSELLO
1
ROTONDA
2
GALLINELLA O PESCE
2
GERETTO
2
della disponibilità, un determinato valore. Le razze specia-
FILETTO
2
lizzate da carne alle quali appartiene la Razza Piemontese
MUSCOLO
2
presentano, ovviamente, per ciascun taglio una incidenza
ARROSTO DELLA VENA
2
SCAMONE
3
FERMO DI SPALLA
3
BRUTTO E BUONO
3
della coscia, ha una più elevata percentuale di tagli di
NOCE O PRIMO TAGLIO
4
qualità superiore. La tabella a lato, integrata e elaborata
COSTATA
4
da Coalvi, riporta l’incidenza percentuale sulla carcassa
SOTTOFILETTO
5
SCARAMELLA
5
BIANCOSTATO
5
INFUORI O SOTTOFESA
6
Destefanis, Gilberto Benatti, Ivo Zoccarato dell’Istituto di
PUNTA DI PETTO
7
Zootecnica Generale della Facoltà di Agraria di Torino,
FESA
8
Università di Torino.
TENERONE O REALE
9
CARNE DI RIFILO
9
formazione del prezzo al chilogrammo della carne, infatti, avviene anche attribuendo a ciascun taglio, in funzione
superiore a quella rilevabile nelle razze non specializzate. In particolare, la Razza Piemontese, grazie alla ipertrofia
dei principali tagli commerciali della Piemontese, ed è tratta da una ricerca effettuata da Enzo Tartari, Gianluigi
Tali dati permettono al consumatore di valutare quanti chilogrammi di quel taglio sono disponibili in macelleria
OSSA, TENDINI E GRASSO
15
TOTALE
100
da ciascun capo. Ad esempio, da un bovino di 600 kg di peso vivo e quindi con peso della carcassa di 400 kg, derivano circa 8 kg di filetto, 16 kg di noce, 20 kg si sottofiletto e così via.
“ Da un bovino di 600 kg di peso vivo e quindi con peso della carcassa di 400 kg, derivano circa 8 kg di filetto, 16 kg di noce, 20 kg si sottofiletto „ 88
I
TAGLI
della Piemontese
ricerca
Numerose sono le ricerche scientifiche che hanno studiato a fondo le caratteristiche chimiche, fisiche, nutrizionali e organolettiche della carne dei bovini di Razza Piemontese. I risultati di tali ricerche, però, sono, per ovvi motivi scientifici, riferiti ad un solo muscolo analizzato: il Longissimus Thoracis (muscolo del sottofiletto). I tagli di carne che normalmente il consumatore acquista dal macellaio, sono invece almeno 20 costituiti da un insieme di muscoli. Il Coalvi, volendo fornire una informazione completa ai propri consumatori delle caratteristiche nutrizionali dei diversi tagli di carne di Razza Piemontese ha commissionato una ricerca scientifica avente per titolo la “caratterizzazione della carne bovina di Razza Piemontese” svolta in collaborazione con il Laboratorio di Ispezione degli Alimenti di Origine Animale del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Veterinarie per la Sicurezza Alimentare della Facoltà di Medicina Veterina-
2 campioni di 300-500 gr da inviare ai laboratori parteci-
ria di Milano e il Laboratorio Marini Group di Rivoli (To).
panti alla ricerca per le analisi previste. Le analisi effettuate
A questo lavoro hanno partecipato: Sara Panseri, Silvia
dal Laboratorio Marini Group hanno riguardato l’umidità,
Soncin, Luca Maria Chiesa, Pier Antonio Biondi, Carlo
le proteine, i grassi che hanno permesso di calcolare il va-
Cantoni del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Veteri-
lore energetico dei singoli tagli, mentre le analisi svolte dal
narie per la Sicurezza Alimentare della Facoltà di Medicina
Laboratorio di Ispezione degli Alimenti di Origine Animale
Veterinaria di Milano; Maria Luisa Marini, Elisabetta Genta,
del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Veterinarie per la
Carla Marini del Laboratorio Marini Group di Rivoli (To).
Sicurezza Alimentare della Facoltà di Medicina Veterinaria di
La ricerca ha riguardato le carcasse di bovini maschi interi
Milano, hanno preso in esame la composizione degli acidi
di Razza Piemontese, significativa a fini scientifici di età
grassi (saturi, insaturi, polinsaturi, acidi grassi omega-3 e
compresa tra i 15 e i 21 mesi catalogate secondo la classifi-
omega 6), del colesterolo e la ricerca degli aromi in alcuni ta-
cazione europea AE2 per 4 carcasse e AU2 per una carcassa,
gli che di solito sono utilizzati per la carne cruda. I dati medi
da cui sono stati prelevati, previo sezionamento dei tagli,
rilevati nei singoli tagli sono riportati nelle pagine seguenti.
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
89
I
TAGLI
della Piemontese
PRIMO TAGLIO O Noce
Taglio del quarto posteriore di forma ovoidale. È uno dei più magri e apprezzati dal consumatore ed è formato dai muscoli della parte anteriore della coscia. Posto a diretto contatto con lo scamone, la fesa e la sottofesa, ha come base anatomica ossea l’intera lunghezza del femore, mentre ha come base anatomica muscolare il muscolo retto anteriore della coscia, il muscolo vasto intermedio, il muscolo vasto laterale, il muscolo vasto medio.
1 90
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
74,2 22,4 2,2 <1 463 108
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
40,08 27,68
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
32,24 1,64 30,06
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,05
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,48 1,25 56,4
Denominazioni locali Liguria pescetto Lombardia noce Toscana soccoscio Emilia Romagna bordone Denominazione internazionali Francia tranche grasse Spagna babilla Germania kugel Inghilterra thick flank Usi Brasato, stracotti, bistecche
I
TAGLI
della Piemontese
INFUORI O Sottofesa
Di forma geometrica rettangolare. Taglio di prima categoria pregiatissimo, occupa la parte latero posteriore della coscia e ha come punti di attacco ossei la base dell’ischio e l’epifisi distale del femore. È posta a diretto contatto con il taglio costituito dalla noce. La base anatomica muscolare è costituita da due soli muscoli: muscolo bicipitefemorale lungo vasto, muscolo paramerale lungo vasto.
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
75,1 22,4 1,1 <1 424 100
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
33,67 21,67
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
44,66 2,38 42,28
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,06
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,31 0,82 57,9
Denominazioni locali Liguria lacerto Lombardia fetta di mezzo Toscana lucertolo Emilia Romagna culatta Denominazione internazionali Francia tranche ronde Spagna contra Germania untershale Inghilterra top beef Usi Bistecche, fettine
2 CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
91
I
TAGLI Fesa
della Piemontese
Taglio di prima categoria tra i più pregiati. Occupa interamente la parte superiore della coscia e ha come base anatomica ossea la faccia mediale del femore, la sinfisi ischio pubica e il coxale. È costituita da 5 muscoli: muscolo semimembranoso, muscolo adduttore del femore, muscolo pectineo, muscolo sartorio, muscolo gracile.
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
74,7 22,5 1,6 <1 447 104
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
38,08 24,88
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
37,03 1,76 35,27
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,05
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,39 1,03 51,8
Denominazioni locali Liguria schenello Lombardia rosa Toscana scannello Emilia Romagna scannello Denominazioni internazionali Francia tende de tranche Spagna tapa Germania oberschale Inghilterra top side Usi Bistecche, fettine, carpaccio
3 92
I
TAGLI
della Piemontese
Scamone
Taglio di carne del quarto posteriore molto pregiato, costituito da muscoli che congiungono la coscia con la lombata. Di norma la parte posteriore che confina con il magatello viene separata e venduta con il nome di fiocco o codone. Ha come base anatomica ossea le ali dell’ileo. La base anatomica muscolare è costituita dal muscolo gluteo medio, dal muscolo gluteo superficiale, dal muscolo tensore della fascia, dal muscolo gluteo accessorio, dal
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
73,8 21,6 3,4 <1 493 117
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
36,90 25,98
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
37,11 1,96 35,16
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,06
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,38 0,98 51,5
Denominazioni locali Liguria cassa del belin, punta Lombardia scamone Toscana melino, groppa Emilia Romagna fetta Denominazione internazionali Francia rumstek Spagna cadera Germania hüfte Inghilterra rump Usi Brasato, stracotti, bistecche
muscolo gluteo profondo.
4 CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
93
I
TAGLI
della Piemontese
Rotonda o Magatello
Taglio anatomico molto magro e con pochissimo connettivo è considerato un taglio di seconda categoria anche se molto richiesto dai consumatori. È posto a diretto contatto tra i tagli della fesa e della sottofesa. È un muscolo molto pronunciato nella Razza Piemontese e contribuisce a determinare il carattere coscia della razza, delimitando di fatto il margine posteriore della coscia. La base anatomica muscolare è costituita da un solo muscolo: muscolo semitendinoso.
5 94
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
73,4 23,9 1,4 <1 461 109
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
37,23 23,02
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
39,75 2,17 37,58
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,06
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,38 0,98 56,6
Denominazioni locali Liguria rotondino Lombardia magatello Toscana girello Emilia Romagna girello Denominazioni internazionali Francia rond de gite Spagna redondo Germania seemerrolle Inghilterra eye round Usi Vitello tonnato, carpaccio, bistecche
I
TAGLI
Fiocco
della Piemontese
Parte posteriore dello scamone detta anche fianchetto o codone, dalla caratteristica forma triangolare, posta a diretto contatto con la rotonda e la noce. La base anatomica è costituita da un solo muscolo: muscolo tensore della fascia lata, tale muscolo è considerato muscolo estensore della gamba e flessore della coscia.
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
74,8 22,0 1,9 <1 445 105
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
37,76 24,66
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
37,58 2,18 35,40
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,06
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,38 0,95 54,4
Denominazioni locali Liguria sottopesce Lombardia spinaccino Toscana Emilia Romagna fianchetto Denominazioni internazionali Francia aiguillette Spagna rabillo Germania burgermeisterstuck Inghilterra rump tail Usi Arrosto
6 CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
95
I
TAGLI
della Piemontese
Gallinella
Taglio di seconda categoria ma non per questo meno nobile. Si trova nella parte inferiore della gamba e le masse muscolari abbracciano la faccia posteriore della tibia. La base anatomica muscolare è costituita dai muscoli: muscolo gastrocnemio laterale, muscolo gastrocnemio mediale, muscolo soleo, muscolo flessore superficiale delle falangi.
7 96
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
73,8 22,0 2,7 <1 474 112
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
33,96 23,38
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
42,66 2,13 40,53
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,05
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,31 0,85 55,3
Denominazioni locali Liguria muscolo posteriore Lombardia pesce Toscana callo del campanello Emilia Romagna gamba Denominazioni internazionali Francia nerveux de gîte Spagna culata de contra Germania rosenstück Inghilterra heel muscle Usi Arrosto, spezzatino
I
TAGLI
della Piemontese
geretto
Si trova nella regione della gamba ed è costituito da numerosi muscoli che una volta ricevuto l’impulso permettono al bovino di deambulare. Sono avvolti da un connettivo piuttosto lasso. È il taglio utilizzato per gli ossibuchi e ha come base anatomica la tibia. La base anatomica muscolare è costituita dai muscoli: muscolo tibiale anteriore, muscolo lungo estensore comune delle falangi, muscolo estensore anteriore delle falangi, muscolo estensore laterale delle falangi, muscolo peroneo,
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
73,8 22,2 2,5 <1 475 113
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
33,62 30,59
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
45,79 1,65 34,14
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,05
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,32 0,87 55,1
Denominazioni locali Liguria Lombardia Toscana Emilia Romagna
muscolo posteriore geretto posteriore muscolo posteriore lanterna
Denominazioni internazionali Francia jarret Spagna morcillo trasero Germania waden Inghilterra shank Usi Ossibuchi
muscolo flessore esterno delle falangi, muscolo flessore interno delle falangi, muscolo tibiale posteriore.
8 CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
97
I
TAGLI
Filetto
della Piemontese
È il taglio più pregiato del bovino ed è caratterizzato da elevata tenerezza e succosità per la pochissima presenza di tessuto connettivo. Di forma allungata, è schematicamente diviso in tre parti: la testa a diretto contatto con lo scamone, il corpo a diretto contatto con la lombata e le apofisi trasverse delle vertebre lombari, la coda appoggiata sulle ultime vertebre dorsali. La base anatomica muscolare è costituita dal muscolo grande psoas, dal muscolo piccolo psoas, dal muscolo iliaco laterale e dal muscolo quadrato dei lombi.
9 98
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
73,3 22,1 3,4 <1 501 119
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
43,36 26,20
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
30,44 1,51 28,92
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,05
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,51 1,29 52,0
Denominazioni locali Liguria filetto Lombardia filetto Toscana filetto Emilia Romagna filetto Denominazioni internazionali Francia filet Spagna solomillo Germania filet Inghilterra tenderloin Usi Bistecche, medaglioni, bourguignonne
I
TAGLI
della Piemontese
SOTTOfiletto
Taglio conosciuto anche come lombata che ha come base anatomica ossea le vertebre lombari e dorsali. Il taglio si ricava partendo dallo scamone fino in corrispondenza della 8 o 5 articolazioni delle costole con le vertebre. Ha come base anatomica ossea le sei vertebre lombari. La base anatomica muscolare è costituita dai muscoli: muscolo lunghissimo del dorso, muscolo lungo spinoso, muscolo trapezio, muscolo traverso spinoso, muscolo intercostale, muscolo elevatore
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
72,8 22,3 3,7 <1 515 122
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
42,57 35,17
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
22,27 1,13 21,14
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,05
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,53 1,30 48,8
Denominazioni locali Liguria lombata Lombardia roast beef Toscana lombata Emilia Romagna lombo Denominazioni internazionali Francia faux filet Spagna lomo Germania roast beef Inghilterra strip loin Usi Roast beef, bistecche, costate
delle coste, muscolo lungo costale, muscolo piccolo dentato, muscolo gran dorsale.
10 CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
99
I
TAGLI
della Piemontese
costata
Il famoso taglio della costata confina cranialmente con il collo e caudalmente con il sottofiletto. Ha come base anatomica ossea le vertebre dorsali e porzioni delle rispettive costole. La base anatomica muscolare è costituita dal muscolo lunghissimo del dorso, dal muscolo lungo spinoso, dal muscolo trapezio, dal muscolo traverso spinoso, dal muscolo intercostale, dal muscolo elevatore delle coste, dal muscolo lungo costale, dal muscolo piccolo dentato e dal muscolo gran dorsale.
11 100
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
72,8 22,3 3,7 <1 515 122
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
42,57 35,17
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
22,27 1,13 21,14
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,05
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,53 1,30 48,8
Denominazioni locali Liguria costata Lombardia roast beef Toscana costata Emilia Romagna costata Denominazioni internazionali Francia côte de boeuf Spagna lomo alto con hueso Germania hone rippe Inghilterra regular roll Usi Ai ferri
I
TAGLI
della Piemontese
muscolo
Si trova nella regione dell’arto anteriore tra il carpo e il gomito e la base anatomica ossea è rappresentata dal radio e dall’ulna. La base anatomica muscolare è costituita da numerosi muscoli: muscolo estensore obliquo del metacarpo, muscolo estensore anteriore del metacarpo, muscolo estensore proprio del terzo dito, muscolo estensore anteriore delle falangi, muscolo estensore proprio del quarto dito, muscolo cubitale esterno, muscolo gran palmare, muscolo cubitale
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
76,0 21,3 1,5 <1 419 99
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
35,65 30,65
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
33,70 1,65 32,05
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,05
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,34 0,94 60,9
Denominazioni locali Liguria Lombardia Toscana Emilia Romagna
muscolo diritto geretto anteriore muscolo anteriore gamba anteriore
Denominazioni internazionali Francia jarret avant Spagna morcillo delantero Germania waden Inghilterra shin Usi Bollito, ossibuchi, stinco
interno, muscolo flessore superficiale delle falangi, muscolo flessore profondo delle falangi.
12 CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
101
I
TAGLI
della Piemontese
fermo di spalla o fesone
Taglio dell’anteriore del bovino di seconda categoria ma piuttosto pregiato. Si trova all’altezza dell’articolazione scapolo omerale. La faccia interna è a diretto contatto con l’arrosto della vena. Ha come base anatomica muscolare i seguenti muscoli: muscolo anconeo accessorio del gran dorsale, muscolo lungo anconeo, muscolo anconeo esterno, muscolo piccolo anconeo, muscolo anconeo interno, muscolo pettorale superficiale, muscolo brachiale interno, muscolo coracomerale.
13 102
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
75,0 22,6 1,0 <1 429 101
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
37,64 30,30
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
32,07 1,49 30,58
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,05
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,40 1,03 58,3
Denominazioni locali Liguria soprapaletta Lombardia fesone Toscana cotennotto Emilia Romagna polpa di spalla Denominazioni internazionali Francia coeur macreuse Spagna cantero de espadilla Germania bug kernstuk Inghilterra shoulder clod Usi Milanese, brasato
I
TAGLI
della Piemontese
rotondino di spalla
È un taglio che ricorda la rotonda del quarto posteriore ma ha forma conica e allungata. Pur essendo classificato come taglio di seconda categoria è molto pregiato in quanto molto magro e tenero. Si trova all’altezza della fossa più piccola della faccia esterna della scapola. La base anatomica muscolare è costituita solamente da due muscoli: muscolo sopraspinoso, muscolo brachicefalico.
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
75,3 21,7 1,5 <1 425 100
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
35,37 21,11
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
43,51 2,48 41,03
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,06
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,31 0,88 61,6
Denominazioni locali Liguria rotondino di spalla Lombardia fusello Toscana soppello Emilia Romagna polpa di spalla Denominazioni internazionali Francia jumeau Spagna pez de la espalda Germania schulterfilet Inghilterra chuck tender Usi Arrosto, bollito, trita
14 CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
103
I
TAGLI
della Piemontese
Arrosto della vena
Taglio molto ricercato del quarto anteriore del bovino. Si trova a diretto contatto con la fossa laterale più grande della scapola che costituisce la base anatomica ossea. È contiguo al rotondino di spalla verso la testa del bovino, mentre è a diretto contato con il fermo di spalla verso la coda, ed in basso confina, invece, con il muscolo di spalla. La base anatomica è costituita da due muscoli: muscolo sottospinoso e muscolo piccolo rotondo.
15 104
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
76,1 21,6 1,1 <1 407 96
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
39,17 25,02
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
35,81 1,73 34,08
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,05
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,40 1,08 56,0
Denominazioni locali Liguria spalla, paletta Lombardia cappello del prete Toscana sorra Emilia Romagna polpa di spalla Denominazioni internazionali Francia paleron Spagna llata Germania bugblatt Inghilterra blade Usi Bollito, arrosto
I
TAGLI
della Piemontese
punta di petto
È un taglio costituito da due porzioni: la punta e il fiocco. Taglio di seconda categoria, la base anatomica ossea è rappresentata dalle sette emisternebre mentre la base anatomica muscolare è costituita dai muscoli: muscolo pettorale profondo, muscolo trasversale delle costole; per quanto riguarda la punta dal muscolo pettorale superficiale e dal muscolo pettorale profondo relativamente al fiocco.
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
75,1 21,7 1,9 <1 441 104
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
38,94 27,93
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
33,14 1,67 31,47
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,05
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,42 1,13 56,1
Denominazioni locali Liguria Lombardia Toscana Emilia Romagna
punta punta punta punta
di di di di
petto petto petto petto
Denominazioni internazionali Francia poitrine Spagna pecho Germania brust Inghilterra brisket Usi Bollito
16 CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
105
I
TAGLI
della Piemontese
Tenerone o reale
Fa parte dei muscoli del collo e confina cranialmente con la testa, inferiormente con la punta di petto e caudalmente con la costata. La base anatomica ossea è costituita dalle emivertebre cervicali mentre quella muscolare è costituita dai muscoli muscolo grande complesso, muscolo spinoso del collo, muscolo multifido, muscolo intertrasversario del collo.
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
72,4 22,6 3,9 <1 528 126
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
46,31 34,81
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
18,88 0,82 18,06
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,04
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,60 1,54 58,0
Denominazioni locali Liguria collo Lombardia collo Toscana giogo Emilia Romagna guido Denominazioni internazionali Francia collier Spagna cuello Germania nacken Inghilterra chuck Usi Arrosto, spezzatino, trita
17 106
I
TAGLI
della Piemontese
brutto e buono
Taglio che fa parte della regione del collo, ha come base anatomica ossea le vertebre cervicali e le prime coste. La base muscolare è costituita da un solo muscolo: il muscolo lungo del collo. Ha forma allungata a sezione rettangolare e si sviluppa dalla prima vertebra cervicale fino alla 5ª costa. È un taglio tipicamente piemontese adatto per il bollito e lo spezzatino che non trova corrispondenze in altre regioni italiane e neanche in altre nazioni.
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
73,8 19,5 5,7 <1 540 125
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
41,68 34,75
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
23,57 1,14 22,43
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,05
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,49 1,25 61,4
Denominazioni locali Liguria collo Lombardia collo Toscana giogo Emilia Romagna guido Denominazioni internazionali Francia collier Spagna cuello Germania nacken Inghilterra chuck Usi Bollito, spezzatino
18 CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
107
I
TAGLI
della Piemontese
scaramella
La scaramella con il biancostato fa parte del taglio della pancia che comprende la regione dell’addome e la regione del costato. In particolare, la scaramella occupa la parte del costato. È considerato un taglio di terza categoria. Ha come base anatomica ossea le ultime coste ed è formato da muscoli piani e paralleli quali il muscolo obliquo esterno dell’addome, il muscolo obliquo interno dell’addome, il muscolo trasverso dell’addome.
19 108
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
72,0 23,1 4,3 <1 550 130
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
42,96 37,03
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
20,01 1,07 18,94
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,06
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,57 1,33 54,1
Denominazioni locali Liguria panzetta Lombardia scalfo Toscana falda Emilia Romagna finta cartella Denominazioni internazionali Francia bavette de flanchete Spagna falda Germania dunne flank Inghilterra flank steak Usi Bollito
I
TAGLI
della Piemontese
biancostato
Insieme alla scaramella costituisce il taglio della pancia, occupando la parte dell’addome. È considerato anch’esso un taglio di terza categoria molto grasso e percorso da cartilagini. La base anatomica muscolare comprende il muscolo retto dell’addome e il muscolo obliquo esterno dell’addome.
VALORI NUTRIZIONALI Umidità - % Proteine - % Grassi - % Carboidrati - % Calorie - KJ Calorie - Kcal
71,8 20,08 6,2 <1 582 139
Composizione Acidi grassi Acidi grassi saturi (SFA) - % Acidi grassi monoinsaturi (MUFA) - %
35,96 27,34
Acidi grassi polinsaturi (PUFA) - % •Acidi grassi Omega 3 (Ω 3) - % •Acidi grassi Omega 6 (Ω 6) - %
36,70 1,85 34,84
Rapporto Omega 3 (Ω 3)/Omega 6 (Ω 6)
0,05
Indici (IA - IT) e colesterolo Indice aterogenico (IA) Indice trombogenico (IT) Colesterolo - mg/100 g
0,35 0,95 59,8
Denominazioni locali Liguria panzetta Lombardia scalfo Toscana falda Emilia Romagna finta cartella Denominazioni internazionali Francia bavette de flanchete Spagna falda Germania dunne flank Inghilterra flank steak Usi Bollito
20 CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
109
Le
SPECIALITÁ la carne cruda
La carne dei bovini di Razza Piemontese si mangia cruda. L’attenzione agli aspetti igienico-sanitari, la cautela del “da consumarsi previa cottura”, la difficoltà di gestire un prodotto così delicato non può farci dimenticare che sulla carne cruda l’Oro Rosso è impareggiabile. La carne cruda conserva intatte le proprietà nutrizionali delle sue nobili proteine e delle vitamine, la carne cruda si mangia con gli occhi grazie a quel colore rosso, la carne cruda ci coccola con la sua tenerezza, la carne cruda ci rinfresca le idee sulla buona tavola, la carne cruda veste di eleganza la sua atavica primordialità, la carne cruda è un lusso dei nostri tempi. La preparazione più famosa di carne cruda è la “Battuta al coltello” pregiata in misura proporzionale al pregio del taglio utilizzato, eccezion fatta per la polpa di sottopaletta ben mondata dalla quale si ottiene il massimo della qualità in assoluto. C’è poi la vera e propria carne cruda, cioè la carne tritata. La carne all’albese o carpaccio, la salsiccia di carne bovina (famosa quella di Bra e quella all’Arneis). Anche blande cotture possono originare piatti prelibati con la carne dei bovini di Razza Piemontese. È il caso dei roast-beef, famosissimo quello lardellato, e del fiocco marinato ai frutti di bosco. Recentemente molte macellerie si sono specializzate in preparazioni particolarissime a base di carne cruda, dai bignè di carne con varie farciture alle pizzette decorate, che le fanno sempre più somigliare a delle pasticcerie con pasticcini e salatini.
110
della Piemontese
Le
SPECIALITÁ
della Piemontese
i piatti della tradizione
La carne dei bovini di Razza Piemontese si mangia nei
Poi il Brasato al Barolo, gli Arrosti, gli Spezzatini e le
grandi piatti della tradizione piemontese.
Bistecche, testimoni dell’amore per il buon cibo da con-
Prima di tutto il Gran Bollito Misto, il migliore di tutti i
dividere con gli amici, soprattutto se si ha la pazienza di
piatti. Ricordando che “allo stesso modo in cui il cotto
scegliere le migliori materie prime, in questo caso la carne
distingue l’uomo dall’animale che mangia cibi crudi, il
dei bovini di Razza Piemontese.
bollito separa il vero civilizzato dal villano, condannato alle pietanze alla griglia”.
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
111
I
112
PRODOTTI innovativi della Piemontese le vaschette in atmosfera modificata
La Piemontese affonda la sua immagine nella tradizione,
L’atmosfera modificata non è altro che aria pulita da micro-
ma guarda all’innovazione tecnologica per avvicinare
organismi e modificata nelle percentuali dei suoi compo-
sempre più consumatori.
nenti gassosi al fine di mantenere la carne al riparo dalle
Le vaschette di Oro Rosso in atmosfera modificata (Atm)
alterazioni naturali il più a lungo possibile.
sono un prodotto tecnologicamente avanzato che consente
La durata di queste confezioni è di 7 giorni più quello
alla carne bovina di Razza Piemontese di essere presente
del confezionamento.
su mercati ancor oggi inimmaginabili da raggiungere con
Nelle vaschette si trovano praticamente tutti i possibili
i normali canali distributivi: l’Italia del Centro e del Sud,
tagli, dal filetto al bollito, dalla battuta allo spezzatino.
con un ammiccamento anche al mercato estero d’elite.
Il peso varia dai 300 ai 500 grammi.
I
PRODOTTI innovativi della Piemontese La linea oro rosso
L’Oro Rosso è anche una linea di prodotti a base di car-
infine la Carne Affumicata, ricavata dalla fesa di coscia,
ne bovina di Razza Piemontese al top di gamma della
una novità che si aggiunge alla linea dei salumi.
qualità.
La linea della pasta ripiena comprende: Ravioli di carne,
La linea dei salumi comprende: la Gran Bresaola, dall’aspet-
Ravioli di carne e verdura, Ravioli del plin, Tortellini e
to e dal gusto inconfondibili, ottenuta dalla fesa di coscia; la
Raviolini da brodo.
Bresaola, ricavata dalle sottofese di coscia; la Mocetta otte-
La linea dei vasetti è composta dal Ragù con il 51% di carne,
nuta da tagli diversi del bovino; la Scaramella, un prodotto
dalle Pepite all’olio e in gelatina e dalla Crema di carne.
molto particolare ottenuto dalla lavorazione della punta di petto, con una lenta cottura in forno di quattordici ore; CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
113
I
LUOGHI di acquisto della Piemontese i punti vendita
Il consumatore ha la certezza di acquistare carne bovina di Razza Piemontese solo leggendo sull’etichetta della carne acquistata l’informazione volontaria “Razza Piemontese” (“Tipo genetico Piemontese” per i bovini non iscritti al Libro Genealogico). Esistono diverse Organizzazioni dotate di un disciplinare di etichettatura volontario che può prevedere la presenza sull’etichetta di questa informazione, ma una sola Organizzazione in tutta Europa ha deciso di prevedere “esclusivamente” la Piemontese come informazione volontaria, facilitando così la lettura dell’informazione dall’etichetta all’individuazione del logo: Consorzio di Tutela della Razza Piemontese (Coalvi). I punti vendita iscritti negli Elenchi del Coalvi sono centinaia in tutta Italia e per conoscerli è sufficiente consultare il sito www.coalvi.it. Il 2% della carne del Consorzio di Tutela della Razza Piemontese (Coalvi) è venduto da spacci aziendali di aziende agricole che vendono direttamente dal produttore al consumatore, proprio all’interno della stessa azienda agricola e quindi in località un po’ scomode al consumatore, ma
114
con ottimo rapporto qualità/prezzo.
l’eccellente qualità dei bovini di Razza Piemontese prima
Sulla stessa logica del rapporto diretto e corto si inquadra
viene valorizzata al massimo da esperti e professionisti,
il 10% delle vendite che avvengono in spacci cooperativi
poi viene presentata in “boutiques” sempre più accatti-
e si rivolgono al consumatore organizzando la produzione
vanti e al passo con le richieste e le esigenze del con-
dei soci in negozi che hanno il vantaggio di avvicinarsi
sumatore moderno. Da quasi 10 anni è anche arrivata
dalla campagna alla città, per una maggiore comodità di
la Grande Distribuzione Organizzata che ha conquistato
acquisto. C’è poi il fiore all’occhiello del marchio Coalvi,
il 39% del mercato, affiancata dalle Superette con l’1%.
rappresentato dalle prestigiose macellerie del dettaglio
Il restante 10% viene venduto con destinazione alle mense
tradizionale (38% del totale della carne venduta), dove
della ristorazione collettiva.
I
LUOGHI di consumo della Piemontese le mense ed i ristoranti
Il primo comune ad utilizzare carne bovina di Razza Piemontese etichettata dal Consorzio di Tutela della Razza Piemontese (Coalvi) per la ristorazione collettiva delle scuole è stato Torino. Successivamente moltissimi comuni della cintura della metropoli torinese hanno seguito l’esempio che si è esteso poi a molti comuni della provincia di Cuneo prima e del resto del Piemonte dopo. In Liguria è avvenuto un processo analogo, con le città di Genova, di Savona e alcuni altri comuni delle due province I ristoranti inseriscono spesso nei loro menù preparazioni a base di carne bovina di Razza Piemontese. In questo caso, l’informazione al consumatore è regolata da una normativa diversa da quella dell’etichettatura della carne bovina fresca. La titolarità dell’affermazione resta del ristorante e molti di questi hanno l’abitudine di approvvigionarsi con regolarità di carne bovina di Razza Piemontese, Coalvi ne segnala alcuni con una targa di riconoscimento, ma resta pur sempre doveroso leggere con attenzione il menù per capire quali piatti sono realizzati con questa carne e quali no.
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
115
La
favola
il pascolo perduto
Il racconto è un invito alle nuove generazioni a consumare prodotti locali (oggi è di moda lo slogan “Chilometri Zero”), come strumento idoneo alla salvaguardia del patrimonio paesaggistico, economico e culturale delle vallate piemontesi, dove ancor oggi sono quasi 30.000 le vacche di Razza Piemontese che frequentano gli alpeggi ed impediscono la perdita di altri pascoli.
116
della Piemontese
E
r ano tutti riuniti intorno al tavolo, pronti per la cena. C’era lo zio Giuseppe che alleva vitelli di Razza Piemontese e ogni estate porta le sue vacche ed i vitellini in alpeggio, meta della passeggiata del giorno dopo. Poi Giovanni, dodici anni, grande osservatore ed amante della natura, la sorella Giulia, tredici anni, volitiva e dalla forte personalità, il papà Giorgio. Zio Giuseppe, disegnando una mappa, indicò la strada e aggiunse: “Potete salire in auto a quota 1400 metri, addentrarvi nel bosco di faggi a cercare i funghi e poi raggiungerci alla baita nel pomeriggio a quota 1700 metri. Dovrete fare molta attenzione a non sbagliare sentiero perché ci sono zone pericolose di pascoli abbandonati ed è importante evitare di attraversarle”. “Dove siamo finiti?” disse Giulia, apprensiva. “Non riesco a capire in quale postaccio siamo” rispose Giovanni incredulo. “Proviamo a chiamare papà”. Si misero a urlare: “papààà… aiuto, ci siamo persi!” Non giunse alcuna risposta. “Giulia, temo che ci siamo addentrati in un pascolo abbandonato e adesso non so se saremo in grado di uscirne” esclamò Giovanni. “Sono vere le storie che raccontano?”, chiese Giulia un po’ preoccupata. “Non so a quali storie ti riferisci”, rispose Giovanni. “Se intendi quelle storie di mostri, la risposta è no. Se invece parliamo di animali selvatici come i
cinghiali, serpenti velenosi come le vipere, insetti pericolosi e via dicendo, la risposta è sì. Senza contare la vegetazione: giungle di erbacce e rovi con spine appuntite, gramigna picchettata da ceneri lanuginose, ortiche urticanti, cardi rampanti, pungenti rose canine e arbusti di ogni genere”. Intervenne Giulia con il suo senso pratico: “Stiamo calmi e cerchiamo di uscire da questo posto. Purtroppo scivolando giù da quella scarpata, ci siamo persi la possibilità di ritornare dalla stessa via. Non ci resta che provare ad aggirare il precipizio”. I due bimbi si avviarono. Il terreno saliva gradualmente e, mentre avanzavano, sembrava che la vegetazione diventasse sempre più alta e più fitta. Non si sentiva alcun rumore, salvo il fruscio dell’erba al passaggio dei due bimbi. Per il momento non si udivano né sussurri, né sospiri, né mormorii, ma tutti e due si sentivano molto a disagio, pervasi da un certo malessere come se fossero osservati da mille occhi ostili. Questa situazione diventava sempre più forte e presto si sorpresero a lanciare rapide occhiate a desta e a sinistra e a voltarsi indietro veloci come in guardia contro un colpo improvviso di chissà quale nemico. Non c’era alcuna traccia di sentiero e la vegetazione intricata ostruiva quasi costantemente il cammino, ostacolando non poco la marcia. Dopo un po’ la vegetazione sembrò infittirsi ancora di più e diventare ancora più ostile. Giovanni cominciava a domandarsi se ce l’avrebbero mai fatta e si rimpro-
verava di essersi distratto perdendo la retta via e trascinando la sorella in una situazione così pericolosa. Improvvisamente dal folto delle erbacce si aprì una piccola radura con le erbe divelte dalle radici e il terreno tutto a grandi zolle di terra, quasi arato da qualcuno. “Sono stati i cinghiali” esclamò Giovanni, “ne sono sicuro. A questo punto speriamo almeno di non incontrarne, sarebbe un bel guaio”. “Allontaniamoci immediatamente” ordinò Giovanni “però continuiamo a costeggiare questa radura”. Riuscirono a percorrere qualche centinaio di metri abbastanza agevolmente, ma la loro salita era ostacolata da grandi piante di felci che si facevano largo tra le lunghe erbe. Il sole era alto nel cielo, ma era velato come se qualcuno l’avesse avvolto in una tenda. L’aria era diventata calda ed irrespirabile ed eserciti di insetti di ogni tipo, dalle mosche alle zanzare, ronzavano nelle orecchie dei due bimbi. Ogni passo diventava più faticoso del precedente. La sonnolenza si impossessò progressivamente di loro. Lo stesso Giovanni si sentì vincere dal torpore. La testa gli girava. Adesso pareva non esserci alcun rumore nell’aria e le stesse mosche avevano smesso di ronzare. Si strinsero uno all’altro e chiusero gli occhi. Parve loro di percepire dolci parole che parlavano di comodi letti, di acqua fresca, cibarie e prelibatezze, coccole dei genitori. Caddero in una specie di incantesimo e sprofondarono in un sonno profondo. Giovanni si risvegliò prima di Giulia e con rinnovato ottimismo disse: “Siamo partiti da quota 1400, l’altimetro dice che siamo a quota 1650. La mulattiera che taglia verso la baita di zio Giuseppe non dovrebbe essere lontana. Coraggio!” Vinte tutte le paure ed i timori i due fratelli si lanciarono in una folle corsa. Con il cuore pieno di speranza erano tornate le forze e l’entusiasmo. Incontrarono la mulattiera proprio dove avevano ipotizzato potesse trovarsi, invasa da rovi, sterpaglie
ed ortiche, praticamente impercorribile, ma utile traccia per recuperare la giusta strada. Impiegarono oltre due ore, tra mille difficoltà, ma infine giunsero a sentire, da lontano, i loro nomi urlati a squarciagola dal papà: “Giovanniii… Giuliaaa…”. Cinque minuti dopo il papà potè riabbracciare i suoi cuccioli. Già calava la sera quando intravidero una grande distesa d’erba che sembrava così morbida e bassa come se qualcuno l’avesse rasata o falciata.
“La vista di questi luoghi così belli mi ripaga di tante fatiche, mi fa sentire parte viva della natura. So che è anche merito mio se oggi vi posso offrire questo panorama meraviglioso. Il sentiero adesso procedeva pressoché pianeggiante, ben curato e bordato di pietre; dopo qualche tornante, videro un po’ più in alto brillare accoglienti le luci di una casa. Sul colle, in fondo al sentiero, la baita di zio Giuseppe li aspettava. I bimbi affrettarono il passo, già quasi dimentichi della stanchezza e della paura e caddero tra le braccia della loro mamma. Lo spettacolo che si offrì agli occhi di Giovanni e Giulia al mattino del giorno dopo fu maestoso. La luce limpida della mattina settembrina aveva già inondato la vallata, una leggera brezza aveva ripulito l’aria. Dal basso giungeva il gorgogliare delle acque di un ruscello spumeggiante. Gli uccelli cantavano e tutto era immerso nella calma e nella pace. Il contrasto con i luoghi visti e vissuti il giorno prece-
dente era così netto e marcato che nessuno avrebbe mai potuto affermare che poco tempo prima i due luoghi erano stati simili. Qui l’erba verdissima, morbida e bassa sembrava curata dal più esperto dei giardinieri. La sua vista rallegrava gli animi e mentre Giulia si sdraiava sull’erbetta fragrante, Giovanni rimase in piedi, perso in ammirazione. Tutto ciò che vedeva era armonioso ed aveva un sapore antico, come se quei pascoli fossero esistiti da sempre. Non vedeva colori ignoti al suo sguardo: il blu del cielo e il verde dei prati erano limpidi e freschi, il bianco delle vacche di quella razza nobile chiamata Piemontese era il giusto, naturale e consueto completamento di quel paesaggio. “Questo è il mio mondo, la mia vita” gli disse lo zio. “La vista di questi luoghi così belli mi ripaga di tante fatiche, mi fa sentire parte viva della natura. So che è anche merito mio se oggi vi posso offrire questo panorama meraviglioso. Questo è uno dei più bei pascoli d’alta montagna, un alpeggio fantastico. Sono ormai trent’anni che vengo qui con i miei animali”. Sull’erba i camminamenti delle vacche sono il segnale più evidente che il pascolo non è abbandonato, ma è mantenuto bello e prezioso dal migliore dei giardinieri di questo mondo: la natura con i suoi equilibri, i pascoli con le loro vacche. I luoghi che avete attraversato ieri per errore un tempo erano belli come questi. Ma con l’abbandono della montagna, soprattutto da parte degli allevatori, la vegetazione muta. Un pascolo abbandonato è un pericolo anche nel periodo invernale in quanto l’erba non pascolata secca sul terreno e predispone un letto di scivolamento per l’acqua e la neve, favorendo frane, smottamenti, slavine e valanghe”. Ma adesso tutti a tavola, è finita la favola.
fine
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
117
Le
tipicità
della Piemontese
allevamenti, rese, qualità delle carni
La tipicità della Razza Piemontese riguarda:
Questo tipo di allevamento è quello che normalmente
• i sistemi di allevamento che non trovano
viene adottato in tutte le parti del mondo dove si alle-
analogie nel resto d’Europa:
vano razze da carne, ma nella Piemontese è ben poco
linea vacca-vitello, ciclo chiuso e ciclo aperto;
rappresentato (20% del totale). La linea vacca-vitello è
• le eccellenti qualità commerciali delle carni:
praticata soprattutto dai margari che praticano l’alpeggio
elevate rese alla macellazione ed allo spolpo e
estivo e che stagionalizzano i parti in modo da portare
maggiori percentuali di tagli nobili del posteriore
in alpeggio tutta la mandria.
rispetto a quelli meno nobili dell’anteriore;
• Il ciclo chiuso è un tipo di allevamento in cui si pratica
• le peculiari caratteristiche qualitative delle
insieme la riproduzione e l’ingrasso (70% del totale delle
carni: tenere, magre, con poco colesterolo
aziende). Vi può essere una variante al ciclo chiuso clas-
e con profili nutrizionali ottimi soprattutto
sico nel caso in cui un allevamento acquisti all’esterno
sulla componente degli acidi grassi;
soggetti da destinare all’ingrasso. Il ciclo chiuso è un
• i canali di commercializzazione che vanno
tipo di allevamento praticato soprattutto nella pianura
dall’acquisto diretto al dettaglio tradizionale,
ricca di foraggi e cereali in grado di soddisfare i fabbi-
sia cooperativo sia privato, fino alla Grande
sogni delle tante categorie di bovini che compongono
Distribuzione, sia con carne fresca sia con
l’allevamento.
carne già confezionata o trasformata; • i sistemi di etichettatura volontaria delle carni
• Il ciclo aperto è una tipologia di allevamento in cui si pratica solamente l’ingrasso dei bovini (10% del tota-
bovine caratterizzano quantità di prodotto finale
le delle aziende). I vitelli vengono acquistati da altri
che risultano essere le più elevate d’Italia.
allevatori o da commercianti ad un’età tra i 6-7 mesi e portati al peso di macellazione nella stessa azienda.
118
Sistemi di allevamento
Come tutte le aziende che allevano la Piemontese, anche
• Nella linea vacca-vitello le fattrici partoriscono vitelli che
quelle da ingrasso sono di piccole o medie dimensioni
vengono venduti ad un mese di età (puparin), o alla fine
e sono ubicate soprattutto sulle colline delle Langhe e
dello svezzamento a circa sei mesi di età (mangiarin).
del Monferrato.
Le
tipicità
della Piemontese
commercializzazione ed etichettatura CH3 CH3 CH3 CH3 CH3 HO
Qualità commerciali
Canali di commercializzazione
I maschi della Razza Piemontese possono vantare una
C’è una grande molteplicità di forme di commercializza-
resa alla macellazione del 68% ed una resa allo spolpo
zione. Ci sono le vendite dirette in azienda sia in forme
dell’82%. La maggior parte delle mezzene si collocano nella
poco evolute con pacchi su prenotazione o sottovuoto,
categoria Cee S – E – U e con uno stato di ingrassamento
sia in forme più idonee di spaccio aziendale aperto al
2 – 3. Le rese in tagli pregiati (fettine) e la possibilità di
pubblico. Ci sono le forme organizzate di cooperative,
ricavare molta carne magra anche dall’anteriore giustificano
sia con negozi di dettaglio tradizionale, sia con gestio-
la notorietà mondiale di questa razza.
ne di banchi della GDO. C’è il dettaglio tradizionale dei macellai, vere e proprie “boutiques” della carne e fiore
Caratteristiche qualitative delle carni
all’occhiello di questo prodotto che necessita di essere
La tenerezza, percepita dal consumatore come la principale
lavorato con alta professionalità per poter esprimere tutte
delle variabili che determinano la qualità della carne, è il
le sue potenzialità. C’è poi la Grande Distribuzione con
punto di forza della carne di Razza Piemontese ed è do-
tutte le possibili sfaccettature che vanno dal banco vendita
vuta alle caratteristiche di grana e tessitura ed alla relativa
assistito al libero servizio, dal preincartato giornaliero alle
presenza di tessuto connettivo tra le fibre muscolari. Il basso contenuto in grassi, confermato da recentissime analisi su tutti i tagli, si associa ad una qualità degli stessi
vaschette in atmosfera modificata settimanali, dalle grandi superfici degli ipermercati alle piccole delle superette.
grassi veramente eccellente: il rapporto tra SFA (acidi grassi saturi) e MUFA+PUFA (acidi grassi monoinsaturi e polin-
Etichettatura volontaria
saturi) pone questa carne a livello dei pesci per quanto
Grazie all’attività del Consorzio di Tu-
riguarda le caratteristiche aterogeniche e trombogeniche,
tela della Razza Piemontese (Coalvi),
ben meglio delle altre carni bovine.
dell’Asprocarne e di altre strutture private
C’è poi il colesterolo, significativamente basso, che oscilla
moltissima carne bovina di Razza Piemon-
tra il 48,8 mg/100 g del sottofiletto ed un massimo del
tese viene etichettata secondo i sistemi
61,6% del rotondino di spalla.
volontari previsti del Reg. Cee 1760/2000. CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
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Le
tipicità
della Piemontese
allevamenti, rese, qualità delle carni
La tipicità della Razza Piemontese riguarda:
Questo tipo di allevamento è quello che normalmente
• i sistemi di allevamento che non trovano
viene adottato in tutte le parti del mondo dove si alle-
analogie nel resto d’Europa:
vano razze da carne, ma nella Piemontese è ben poco
linea vacca-vitello, ciclo chiuso e ciclo aperto;
rappresentato (20% del totale). La linea vacca-vitello è
• le eccellenti qualità commerciali delle carni:
praticata soprattutto dai margari che praticano l’alpeggio
elevate rese alla macellazione ed allo spolpo e
estivo e che stagionalizzano i parti in modo da portare
maggiori percentuali di tagli nobili del posteriore
in alpeggio tutta la mandria.
rispetto a quelli meno nobili dell’anteriore;
• Il ciclo chiuso è un tipo di allevamento in cui si pratica
• le peculiari caratteristiche qualitative delle
insieme la riproduzione e l’ingrasso (70% del totale delle
carni: tenere, magre, con poco colesterolo
aziende). Vi può essere una variante al ciclo chiuso clas-
e con profili nutrizionali ottimi soprattutto
sico nel caso in cui un allevamento acquisti all’esterno
sulla componente degli acidi grassi;
soggetti da destinare all’ingrasso. Il ciclo chiuso è un
• i canali di commercializzazione che vanno
tipo di allevamento praticato soprattutto nella pianura
dall’acquisto diretto al dettaglio tradizionale,
ricca di foraggi e cereali in grado di soddisfare i fabbi-
sia cooperativo sia privato, fino alla Grande
sogni delle tante categorie di bovini che compongono
Distribuzione, sia con carne fresca sia con
l’allevamento.
carne già confezionata o trasformata; • i sistemi di etichettatura volontaria delle carni
• Il ciclo aperto è una tipologia di allevamento in cui si pratica solamente l’ingrasso dei bovini (10% del tota-
bovine caratterizzano quantità di prodotto finale
le delle aziende). I vitelli vengono acquistati da altri
che risultano essere le più elevate d’Italia.
allevatori o da commercianti ad un’età tra i 6-7 mesi e portati al peso di macellazione nella stessa azienda.
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Sistemi di allevamento
Come tutte le aziende che allevano la Piemontese, anche
• Nella linea vacca-vitello le fattrici partoriscono vitelli che
quelle da ingrasso sono di piccole o medie dimensioni
vengono venduti ad un mese di età (puparin), o alla fine
e sono ubicate soprattutto sulle colline delle Langhe e
dello svezzamento a circa sei mesi di età (mangiarin).
del Monferrato.
Le
tipicità
della Piemontese
commercializzazione ed etichettatura CH3 CH3 CH3 CH3 CH3 HO
Qualità commerciali
Canali di commercializzazione
I maschi della Razza Piemontese possono vantare una
C’è una grande molteplicità di forme di commercializza-
resa alla macellazione del 68% ed una resa allo spolpo
zione. Ci sono le vendite dirette in azienda sia in forme
dell’82%. La maggior parte delle mezzene si collocano nella
poco evolute con pacchi su prenotazione o sottovuoto,
categoria Cee S – E – U e con uno stato di ingrassamento
sia in forme più idonee di spaccio aziendale aperto al
2 – 3. Le rese in tagli pregiati (fettine) e la possibilità di
pubblico. Ci sono le forme organizzate di cooperative,
ricavare molta carne magra anche dall’anteriore giustificano
sia con negozi di dettaglio tradizionale, sia con gestio-
la notorietà mondiale di questa razza.
ne di banchi della GDO. C’è il dettaglio tradizionale dei macellai, vere e proprie “boutiques” della carne e fiore
Caratteristiche qualitative delle carni
all’occhiello di questo prodotto che necessita di essere
La tenerezza, percepita dal consumatore come la principale
lavorato con alta professionalità per poter esprimere tutte
delle variabili che determinano la qualità della carne, è il
le sue potenzialità. C’è poi la Grande Distribuzione con
punto di forza della carne di Razza Piemontese ed è do-
tutte le possibili sfaccettature che vanno dal banco vendita
vuta alle caratteristiche di grana e tessitura ed alla relativa
assistito al libero servizio, dal preincartato giornaliero alle
presenza di tessuto connettivo tra le fibre muscolari. Il basso contenuto in grassi, confermato da recentissime analisi su tutti i tagli, si associa ad una qualità degli stessi
vaschette in atmosfera modificata settimanali, dalle grandi superfici degli ipermercati alle piccole delle superette.
grassi veramente eccellente: il rapporto tra SFA (acidi grassi saturi) e MUFA+PUFA (acidi grassi monoinsaturi e polin-
Etichettatura volontaria
saturi) pone questa carne a livello dei pesci per quanto
Grazie all’attività del Consorzio di Tu-
riguarda le caratteristiche aterogeniche e trombogeniche,
tela della Razza Piemontese (Coalvi),
ben meglio delle altre carni bovine.
dell’Asprocarne e di altre strutture private
C’è poi il colesterolo, significativamente basso, che oscilla
moltissima carne bovina di Razza Piemon-
tra il 48,8 mg/100 g del sottofiletto ed un massimo del
tese viene etichettata secondo i sistemi
61,6% del rotondino di spalla.
volontari previsti del Reg. Cee 1760/2000. CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
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La
bellezza
della Piemontese
rossa, magra, tenera e fresca
“B
ella magra, per piacere”, dissi distrattamen-
le mani a spiegarmi che il poco tessuto connettivo
te, mentre il mio sguardo si spostava sui
tra le fibre muscolari rende la carne bovina di Razza
tagli di carne, uno più bello ed invitante dell’altro.
Piemontese particolarmente tenera, anche se magra.
“La Razza Piemontese ha poco grasso…” rispose il
“Speriamo sia vero, qui citano persino ricerche scien-
mio macellaio, battendo il
tifiche della Facoltà di Agra-
coltello su alcuni etti di car-
ria dell’Università di Torino
La tavola apparecchiata
e della Facoltà di Veterinaria
“Dopo la battuta al coltello, mi
in sala da pranzo,
dell’Università di Milano”. Ma
dia un bel bollito, così faccio
i tovaglioli con le lettere ricamate,
guarda quante informazioni
ne appoggiati sul ceppo.
anche il brodo per il risotto”. “In questi tagli però di grasso
la luce sul bordo dorato dei piatti,
mettono sull’etichetta: Consorzio di Tutela della Razza
ce n’è un bel po’, ma di otti-
il collo stretto delle bottiglie,
Piemontese (Coalvi), IT007ET,
ma qualità, disse - saccente
le posate d’argento,
razza piemontese, allevamen-
- la cassiera alle mie spalle.
i bicchieri con lo stelo sottile.
to, categoria, sesso, indirizzi
“Ma al Coalvi vi fanno dei corsi di aggiornamento?”, chiesi
Poi il vapore che sale dalla pentola,
con una punta d’ironia. Vi-
i profumi e gli aromi,
di mettere nel sacchetto un
le salse nelle coppe di vetro.
volantino dal titolo BELLA
Tutte queste cose e l’Oro Rosso.
ROSSA, ma non ascoltai la risposta.
“B
Per piacere.
vari, organismo di controllo”.
“B
ella fresca, per piacere” mi suggerisce il
volantino BELLA ROSSA. “Va bene, non la dimenticherò in frigo, né la congelerò. Come potrei?” mi dissi.
ella tenera, per piacere, questo dove-
“Questo bel colore rosso mi conforta sul ferro, mi
vo chiedere,” riflettei “che m’importa di
tranquillizza istintivamente sugli aspetti igienici e sa-
un po’ di grasso in più, adesso che l’ho presa
nitari, sembra naturale per un bovino adulto da carne”.
così magra sarà dura come una suola di scarpe”. Il volantino dal titolo BELLA ROSSA mi capitò tra
120
Rossa, magra, tenera e fresca. Bella.
L’
indice
ORO ROSSO “Tocca i sensi”
2
Il Marchio di Qualità della Piemontese
64
Il Mondo della Piemontese
8
L’Etichetta della Piemontese
65
L’Italia della Piemontese
10
Il Miglioramento della Piemontese
66
Il Piemonte della Piemontese
12
L’Economia della Piemontese
67
Le Città della Piemontese
14
La Comunicazione della Piemontese
68
Le Fattorie della Piemontese
26
La Carne della Piemontese
74
Le Immagini della Piemontese
32
I Tagli della Piemontese
86
La Botanica della Piemontese
38
Le Specialità della Piemontese
110
Il Passato della Piemontese
44
I Prodotti innovativi della Piemontese
112
Il Presente della Piemontese
46
I Luoghi di acquisto della Piemontese
114
Il Futuro della Piemontese
48
I Luoghi di consumo della Piemontese
115
Le Caratteristiche della Piemontese
50
La Favola della Piemontese
116
Il Consorzio di Tutela della Piemontese
62
Le Tipicità della Piemontese
118
L’Associazione Nazionale della Piemontese
63
La Bellezza della Piemontese
120
oro rosso
CONSORZIO DI TUTELA DELLA RAZZA PIEMONTESE
ORO ROSSO
Pubblicazione a cura di © Coalvi - Consorzio di Tutela della Razza Piemontese
Progetto editoriale:
Giorgio Marega e Pietro Saitta
Ristampa 2009 Coalvi - Via Torre Roa, 13 - Fr. Madonna dell’Olmo 12100 - Cuneo
Direzione Creativa: input/TORINO Progetto Grafico: M. Luisa Torre Impaginazione: input/CUNEO Testi: Giorgio Marega, Giuseppe Franco, Ivo Lingua, Emilio Rosso, Elisa Ravera, Luca Varetto, Alessio Moretta, Armando Marello, Andrea Quaglino, Fabia Pacher, Pietro Saitta, Alexia Buo, Bartolomeo Bovetti, Tiziano Valperga, Simone Mellano, Fausto Solito Contenuti tecnici e scientifici: Giuseppe Franco Foto: Giorgio Marega, Guido Garnero, Luisa Marini, Maurizio Elia, Franco Rosso, Lino Defrancesco, Luca Varetto Illustrazioni: Giovanni Matola Fotoritocco: Andrea Torchia, Fabrizio Mezzena Stampa e legatura: Co.Lo.Ro. Fotolito - Cuneo
Ringraziamenti: Regione Piemonte – Assessorato Agricoltura Dipartimento di Scienze e Tecnologie Veterinarie per la Sicurezza Alimentare – Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano Facoltà di Agraria e Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino Laboratorio di Analisi Marini Group Aia: Associazione Italiana Allevatori Anaborapi: Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Piemontese Arap: Associazione Regionale Allevatori Piemonte Apa Cuneo: Associazione Provinciale Allevatori Cuneo Apa Torino: Associazione Provinciale Allevatori Torino Asprocarne: Associazione Produttori Carne Piemonte Coldiretti: Confederazione Coltivatori Diretti Confagricoltura: Confederazione dell’Agricoltura Italiana Cia: Confederazione Italiana Agricoltori Confcooperative: Confederazione Cooperative Giorgio Marega dedica questo libro ai due Presidenti del Coalvi: ieri Luigi Rabino di Canale ed oggi Carlo Gabetti di Dogliani. Per ringraziarli. Iniziativa realizzata con il concorso finanziario della Regione Piemonte - Assessorato Agricoltura