CO/AULETTA Concorso di idee per la riqualificazione, valorizzazione, trasformazione del Parco a Rudreri di Auletta e del suo territorio
CO/nnecting AULETTA Un progetto di: Danilo Capasso, Melania Cermola, Laura Falcone Antonio Mocciola, Bruna Vendemmia
Napoli 16 febbraio 2012
INDICE CO/nnecting Auletta 00. Analisi dello stato di fatto 01. Idee guida 01.1 La rete 01.2 La memoria 02. The Migrant Memories Hotel Il centro raccolta dati sull’emigrazione 03. The Migrant Memories Hotel L’albergo diffuso 04. La promozione Turistica
CO/nnecting Auletta 00. Analisi dello stato di fatto L’elaborazione della nostra proposta progettuale muove, anzitutto, da una disamina dei fattori che, nel tempo, hanno rallentato lo sviluppo di questo territorio e che, tuttora, lo condizionano negativamente. L’evento più traumatico vissuto dal paese in epoca relativamente recente è stato il terremoto del 1980: a seguito di questo tragico evento, un’intera parte del centro storico è rimasta disabitata e costituisce oggi il “Parco a Ruderi”, oggetto di un programma di recupero è restauro conservativo, in corso dal 2005. Risalendo più indietro nel tempo, si incontra un altro fattore di spopolamento del territorio: il fenomeno dell’emigrazione, da cui Auletta e tanti altri piccoli centri italiani sono stati profondamente segnati. Nel periodo storico a cavallo tra Ottocento e Novecento, quello delle grandi migrazioni trans-oceaniche, gli emigranti in partenza da queste zone si sono diretti soprattutto verso il Sudamerica, mentre, in epoca più recente, dopo la Seconda Guerra Mondiale, hanno scelto, per lo più, Paesi europei, come la Francia e la Germania. Attualmente, Auletta conta meno di 2500 abitanti; anche in questo caso, assistiamo al ripetersi di un fenomeno ricorrente in altri paesi dell’entroterra: di fronte alla scarsità di servizi ed opportunità lavorative, molti scelgono di spostarsi sulla costa, trasferendosi a Salerno o nelle immediate vicinanze. Questi processi di “impoverimento sociale” finiscono inevitabilmente per relegare le aree più interne in una posizione di marginalità rispetto ai più recenti
processi di modernizzazione, i quali sono, invece, indispensabili per promuovere la crescita economica di un territorio, soprattutto quando questo è periferico rispetto ai flussi (di merci, di investimenti, di informazioni…) che attraversano il Paese. D’altra parte, dal punto di vista dei collegamenti con i centri più grandi della Provincia e della Regione, Auletta è sicuramente penalizzata dal fatto di essere raggiungibile soltanto in auto o in pullman; non vi è modo di arrivarvi in treno: la ferrovia Sicignano – Lagonegro, che prevedeva una fermata alla stazione di Auletta, è in disuso dal 1987, sebbene non sia stata ancora ufficialmente soppressa. A questo si aggiunge la scarsa interconnessione tra Auletta e le emergenze del territorio circostante: le grotte di Pertosa, quelle di Castelcivita, la Certosa di Padula ed altre ancora sono ricchezze locali che vivono isolate l’una dalle altre, senza costituire un circuito turistico organizzato; di conseguenza, chi sceglie di visitare una di queste località, difficilmente arriva a scoprire anche le altre. Il più delle volte, i visitatori si trattengono per una sola giornata, il tempo di una gita, e non pernottano in zona. Ciò è dovuto, tra l’altro, anche alla scarsità e alla modesta qualità dell’offerta ricettiva locale. Per questa ragione, il piano di recupero del Centro storico, che prevede la trasformazione di alcuni ambienti del Parco a Ruderi in suites da adibire ad albergo diffuso, interviene opportunamente a colmare un vuoto, offrendo un’alternativa di qualità a coloro che volessero soggiornare in zona.
tività al suo interno, trovino senso e possano efficacemente promuovere il ri-lancio di Auletta solo se collocate all’interno di una strategia più ampia, di scala territoriale Per costruire tale strategia, abbiamo individuato due concetti guida che informano le nostre proposte progettuali: la rete e la memoria. 01.1. La rete Il concetto di rete ricorre nel progetto a più riprese e con diverse accezioni: anzitutto, da un punto di vista territoriale, esso è applicato al tema dello sviluppo delle risorse turistiche locali.
01. Idee guida
A nostro avviso, un’efficace valorizzazione di tali risorse deve consistere nella loro “messa a sistema”: bisogna, cioè, puntare ad un modello organizzativo dell’offerta turistica che crei rete tra le varie emergenze locali, affinché queste ultime non siano più delle monadi, indipendenti l’una dalle altre, ma diventino elementi di un unico e complesso quadro d’insieme: un territorio ricco di attrattive di tipo naturalistico, storico ed artistico. Quello che dovrebbe configurarsi, in sostanza, è un “sistema turistico locale”, ossia una sorta di distretto per lo sviluppo e la valorizzazione coordinata delle risorse turistiche territoriali, da realizzarsi con il coinvolgimento di enti locali ed operatori pubblici e privati. Per un’area come quella in esame, che comprende ambiti appartenenti anche a Comuni diversi, un sistema che preveda l’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche è particolarmente indicato e può rispondere efficacemente alla necessità di aumentare la competitività turistica del territorio.
E’, tuttavia, nostra convinzione che gli interventi sul Centro Storico e la realizzazione del Parco a Ruderi, con l’introduzione di funzioni di ricet-
In quest’ottica, sono stati individuati gli elementi che si potrebbero mettere a sistema, per generare un flusso turistico alternativo rispetto
ai circuiti di massa, fondato sulla riscoperta dell’identità dell’entroterra. In alcuni casi, si tratta di località già sfruttate turisticamente, in altri, di località relativamente poco note e che meriterebbero di essere valorizzate; in altri ancora, si tratta di attrattive turistiche che potrebbero essere create ex-novo, partendo da risorse esistenti. Tutti i luoghi selezionati sono, comunque, raggiungibili dal centro di Auletta in quarantacinque minuti di macchina, al massimo. Tra questi ci sono sia punti d’interesse culturale: Buccino, Caggiano, Sicignano degli Alburni, Polla, Sant’Angelo a Fasanella, Roccadaspide, Castel San Lorenzo, Teggiano, Padula; sia luoghi d’interesse naturalistico: il fiume Tanagro (sul quale è possibile svolgere attività di rafting), il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, il Tanagro, la Valle delle orchidee di Sassano, il Museo naturalistico degli Alburni a Corleto Monforte, la sorgente dell’Auso a Sant’Angelo a Fasanella, le grotte di Castelcivita e le Grotte dell’Angelo a Pertosa. Un discorso a parte, poi, va fatto per Roscigno Vecchio e Romagnano al Monte, “paesi fantasma”, ormai totalmente disabitati, com’è accaduto alla parte più antica di Auletta. In Italia ci sono diversi piccoli borghi che hanno attraversato vicende analoghe: spopolatisi progressivamente a causa dell’emigrazione, della guerra, dei dissesti idrogeologici e dei terremoti, questi luoghi appaiono oggi come siti di archeologia novecentesca, che ancora conservano tracce della vita semplice che vi si svolgeva. Un itinerario di visita che colleghi Roscigno, Romagnano ed Auletta ad altri paesi deserti non troppo distanti, come Apice Vecchia (BN), San Pietro Infine (CE), Campomaggiore Vecchio (PZ), potrebbe attrarre un turismo di visitatori curiosi dell’Italia più remota, meno conosciuta, se non, in alcuni casi, completamente dimenticata. Per quanto concerne le attrattive che si possono creare ex novo, partendo da risorse esistenti
ed inutilizzate, il nostro progetto propone di convertire un tratto della ferrovia abbandonata in un percorso ciclopedonale attrezzato, lungo il quale si potrebbero svolgere passeggiate guidate (trenotrekking) escursioni in bicicletta ed attività all’aperto. Questa operazione non pregiudicherebbe un successivo, potenziale ripristino del servizio ferroviario e, intanto, servirebbe a contrastare il degrado ambientale, gli utilizzi abusivi, i furti di materiale: in altre parole, conserverebbe il capitale fisso dell’infrastruttura e la memoria del tracciato che, invece, al momento, è quasi completamente inghiottito dalla vegetazione infestante. Il tratto individuato per l’intervento è lungo circa 20 km ed è compreso tra la stazione di Castelluccio e quella di Polla; qui, la pista ciclabile può abbandonare la strada ferrata e raccordarsi ad un percorso ciclopedonale da creare lungo via Tanagro e via dei Regi Lagni (che costeggia per un lungo tratto il fiume Tanagro). Un altro tratto di pista ciclabile va creato lungo la strada che collega la stazione di Auletta alla , ai piedi del Parco a Ruderi. Qui viene collocato un primo punto “rent a bike”: in questo modo, gli ospiti dell’albergo diffuso possono raggiungere il nuovo percorso ciclopedonale direttamente in bicicletta. Le stazioni tuttora esistenti possono essere ristrutturate e trasformate in punti di
ristoro: alla stazione di Auletta è previsto anche l’ufficio per l’organizzazione del trenotrekking guidato. Le biciclette possono essere noleggiate alle stazioni di Galdo, Auletta e Polla e ai piedi del Parco a Ruderi, ma possono essere depositate in ognuna delle sei stazioni (sistema del bike-sharing). Per la gestione delle attività collegate alla realizzazione della pista ciclabile (servizi di barristorazione, noleggio bibiclette, visite guidate), andrà incoraggiata la costituzione di cooperative di residenti, onde preservare il carattere locale dell’operazione e assicurare la sostenibilità dell’intervento nel medio-lungo periodo. 01.2. La memoria Focalizzando l’attenzione più specificamente sul Centro Storico di Auletta, si impone come centrale il tema della memoria. Il Parco a Ruderi è, in sé, un grande attivatore di memoria: le rovine, la vegetazione che le ricopre, i mobili e le suppellettili rovesciatisi la notte del terremoto e mai rimessi al loro posto sono lì per conservare il ricordo della tragedia e, al contempo, per accompagnare la comunità locale nell’elaborazione del trauma. Le suites recentemente realizzate al suo interno riporteranno la vita nelle case disabitate e mute da oltre trent’anni. Ci sono, però, anche altri fili della memoria da riannodare, per ricostruire le tappe di un’altra
vicenda che ha profondamente segnato la storia di questa terra: l’emigrazione. Raccontare le storie di quelli che sono partiti, rintracciare i loro discendenti all’estero, custodire le testimonianze materiali dell’epoca, sono tutte operazioni importantissime perché, oltre ad avere un valore di tipo storico-documentale, servono a rafforzare l’identità locale.
02. The Migrant Memories Hotel Il centro raccolta dati sull’emigrazione
Per questa ragione, il nostro progetto propone la creazione di un centro raccolta dati sull’emigrazione, che sarebbe il primo in Campania ed il secondo del Sud Italia, e potrebbe essere collegato ad uno dei centri di documentazione già esistenti in Italia1. Anche in questo caso, l’idea della rete, intesa come rete nazionale o sovranazionale dei centri studi sull’emigrazione nella quale Auletta potrebbe inserirsi, ritorna come strumento prezioso per la promozione del territorio; Auletta potrebbe diventare meta di “turismo scientifico” ed ospitare convegni ed incontri tra studiosi della materia. In concreto, il centro che abbiamo immaginato opera su due livelli: uno virtuale e l’altro materiale. Livello virtuale La raccolta dei dati viene effettuata tramite un sito internet, dotato di un’apposita sezione in cui gli utenti possono inserire informazioni e testimonianze sugli emigranti provenienti da queste zone. Il sito è, quindi, un grande aggregatore di contenuti ed informazioni sulle migrazioni; i dati così raccolti sono poi resi disponibili sia per la consultazione on line, sia come contenuti media per le installazioni nel parco a ruderi.
In questo modo si può creare una preziosa banca dati per gli studiosi di storia, e, al contempo, ricostruire una geografia partecipata della memoria, mediante una rete internazionale che colleghi tra loro i discendenti degli emigrati provenienti da queste terre. A dispetto della sua perifericità geografica, Auletta diventerebbe, così, un HUB virtuale, un centro di smistamento di dati, ricordi e storie provenienti da luoghi distanti tra loro anche diverse decine di migliaia di kilometri. Livello materiale Nel parco a ruderi, a complemento delle funzioni di albergo diffuso e all’interno di ambienti
appositamente allestiti, vengono esposte le testimonianze materiali: fotografie, lettere, documenti di viaggio ecc., mentre, all’esterno, i contenuti del sito possono essere visualizzati in forma di flussi su interfacce collocate nello spazio pubblico, ma anche essere tradotti in informazioni da fornire tramite QR tags, segnaletica in situ, elementi di interazione con i visitatori. La principale interfaccia è costituita da una mappatura grafica e dinamica dei flussi migratori partiti da Auletta e dai comuni limitrofi. La mappa della migrazione è un grande schermo led, collegato ad un computer e quindi al sito del progetto, sul quale viene visualizzato uno schema grafico, costituito da “nodi”, che
rappresentano le città, e “rami”, che rappresentano i viaggi degli emigranti. La mappa cresce e si modifica man mano che nel sito internet vengono immessi dati: se, ad esempio, vengono rintracciati dei discendenti di emigranti che abitano in una data città, il nodo che la rappresenta si ingrandisce; se vengono aggiunte informazioni relative a persone emigrate da Auletta verso una certa città, il ramo che unisce le due città si ispessisce. Il fascino dell’installazione consiste nel fatto che essa può essere costruita poco alla volta, in maniera corale: chiunque abbia informazioni e testimonianze da fornire può contribuire a far proliferare lo schema, immettendo i dati nel sito internet, anche attraverso apposite applicazioni per tablet e smartphone scaricabili sul posto. L’interesse di un intervento di questo tipo, che utilizza i nuovi media, sta nel fatto che esso rende possibile una gestione “diffusa” dei contenuti, che non richiede la creazione di pesanti e costose organizzazioni museali. Sebbene i musei virtuali esercitino un grande fascino sul mainstream istituzionale, i costi di un materiale instabile come la tecnologia li rendono spesso ridondanti. Nel caso in esame, pur volendo operare con le tecnologie di rete e nuovi media,
si propone un approccio che prevede di utilizzare il Parco a Ruderi come terminale di ingresso e uscita dei dati, ma non come luogo di elaborazione degli stessi. Auletta è il nodo in cui il flusso di dati site-specific, generati in un loop relazionale con la rete, si manifesta nello spazio per interagire con esso e con i suoi visitatori e abitanti, a livello emozionale. Si valorizza la dotazione di terminali mobili delle persone (tablet e smart phone), per ridurre la presenza di installazioni di difficile manutenzione e di veloce deperibilità. Un’altra installazione prevista per gli esterni è costituita dai mattoni di luce. Questi ultimi sono dei parallelepipedi trasparenti che contengono una lampada e vengono incastonati tra i ruderi, in modo da essere ben visibili anche a distanza, dalla valle. Le lampade sono attive solo di notte e sono collegate ad un computer che riceve dei Google Alert: ogni volta che in internet transitano informazioni relative a determinate parole chiave, inerenti ai luoghi in esame e al tema dell’emigrazione, le lampade si accendono, per poi spegnersi dopo alcuni secondi. Questa pulsazione, segno di un ritorno alla vita di questi luoghi a lungo rimasti deserti, fa del parco a ruderi un grande monumento a coloro che, anni fa, emigrarono da queste terre ed a tutti quelli che, ancora oggi come allora, sono costretti ad abbandonare il proprio Paese per tentare di costruirsi una vita migliore. E’ nostra convinzione che, accanto al “turismo scientifico”, il centro raccolta dati possa generare anche un “turismo del ritorno”, rappresentato dai discendenti degli emigrati. Visitando i luoghi di provenienza della propria famiglia, essi potranno aggiungere un ramo alla mappa delle migrazioni, dormire nelle case in cui abitarono i loro antenati, ri-scoprire le proprie origini e le antiche tradizioni locali. Per questo motivo, il nome che ci sembra più appropriato per il complesso costituito dall’albergo diffuso e
dal centro raccolta dati è “The Migrant Memories Hotel”: una casa accogliente a cui fa ritorno il turista al termine delle sue escursioni, ma anche la casa come luogo di memoria e di origine di quelli che arrivano ad Auletta ripercorrendo a ritroso il cammino dei propri antenati.
Re-connecting Auletta Migrant Memories Hotel.org
last update: 01/12/2012 - h. 13.45.34 -------------
dynamic data flow migrant: 5,300 descent: 15,000 nations: 8 cities: 22
A
03. The Migrant Memories Hotel L’albergo diffuso
Per l’albergo diffuso in corso di realizzazione, la nostra proposta prevede l’integrazione di alcuni spazi e servizi pensati per fare del Migrant Memories Hotel un luogo accogliente ed avvolgente, con un’offerta ricettiva di alto profilo. Innanzitutto, all’ingresso del Parco, viene collocato un infopoint a disposizione degli ospiti per organizzare escursioni e prenotare visite guidate. Per quanto concerne gli interni, si prevede la realizzazione di alcune sale comuni, tra cui la hall dell’albergo, che consistono in cubi di vetro incastonati in quei ruderi privi del solaio di copertura; in questo spazio aperto/coperto gli ospiti dell’albergo potranno rilassarsi e godere della vista del cielo stellato, restando comodamente seduti sui pouffs e le poltrone che arredano la sala. Nella sala, come in tutto il Parco, è previsto il servizio di wi-fi gratuito. Un altro ambiente dedicato al relax è la sauna, che occupa un intero piccolo fabbricato del parco a ruderi e gode di una bellissima vista sulla valle sottostante; poco distante si trova l’antico forno in cui i paesani cuocevano il pane: restaurato e rimesso in funzione, esso diventerà “la scuola del pane”, aperta agli ospiti dell’albergo interessati a riscoprire le antiche tradizioni locali. Nella stessa direzione va la proposta di recuperare gli orti di pertinenza delle case, per produrre, anche assieme agli ospiti, frutta e ortaggi a kilometro zero da preparare e consumare nel ristorante dell’albergo. Questi orti occupano la parte più bassa del Parco, che si affaccia sulla valle sottostante ed è delimitata su tutta la sua lunghezza da un canale di deflusso delle acque. Nella nostra proposta, questa infrastruttura può diventare il supporto per un’estensione
dello spazio pubblico, una grande terrazza lineare in legno che genera una promenade affacciata sul paesaggio. L’espansione dello spazio pubblico prosegue fin nelle aree verdi alla base della rupe, con la creazione di un piccolo parco dotato di un’area di parcheggio per gli ospiti dell’albergo e di un punto per il noleggio e delle biciclette. Da qui, un ascensore sale fino alla terrazza panoramica, il che consente di evitare il transito delle automobili degli ospiti all’interno del paese. Dal parco alla base della rupe prende inizio il percorso ciclopedonale che raggiunge la stazione di Auletta e prosegue lungo la strada ferrata dismessa. 04. La promozione turistica Un’ultima notazione di grande importanza è relativa alla necessità di attuare un’efficace promozione del territorio, proponendo ai potenziali visitatori delle chiavi di lettura nuove ed originali. Un primo elemento indispensabile è sicuramente il sito internet del progetto, che presenti Auletta nel contesto delle molteplici attrattive locali, affinchè sia chiaro che, soggiornando nell’ albergo diffuso, si può fruire di tutto il territorio circostante, secondo la modalità che si preferisce. A tal fine si possono, ad esempio, proporre degli itinerari tematici: l’itinerario storico/artistico, quello naturalistico, quello dei paesi fantasma e via discorrendo… Un’impostazione analoga andrebbe data anche alle brochures informative e ad una guida turistica dal taglio autoriale, rivolta a turisti interessati a percorrere le strade meno battute dalla massa. A titolo esemplificativo, si riporta qui di seguito il testo con cui Antonio Mocciola, autore della prima guida sui paesi abbandonati d’Italia: “Le vie nascoste, tracce di Italia Remota” (Ed. Giammarino), ha commentato il nostro progetto.
“La luce e l’ombra. Il Cilento, ovvero la massima porzione della provincia di Salerno, una delle più estese d’Italia, le contiene entrambe. Facile pensare alle coste frastagliate e al blu profondo del Tirreno come la parte più splendente dell’antica Lucania Occidentale. “Benvenuti al Sud” ha regalato slancio turistico a Castellabate, nello stesso anno però del barbaro assassinio del Sindaco della vicina Pollica. E Agropoli, Sapri, Camerota, Ascea, Pisciotta, le minuscole Agnone, Policastro, Acciaroli sono perle della stessa collana. Facile, si diceva, pensare che questa sia la Luce del Cilento. E di certo la sensazione non è errata. Ma a pochi chilometri di curve c’è un universo da scoprire, dal fascino più fané, forse, ma irresistibile. Sono gli Alburni e il Vallo di Diano. Gesù Cristo, che, come sappiamo, non se la sentì di proseguire oltre Eboli, si è perso davvero molto. Ma noi abbiamo la fortuna di poter visitare una terra generosa, remota, irrequieta per una natura dispettosa, ma pronta ad offrire le sue ricchezze ai visitatori più curiosi. Fari su Auletta, dunque. E non è una provocazione. Anche chi gravitasse in zona, sarebbe più tentato di visitare le grotte di Castelcivita, o la Certosa di Padula, o anche il Castello di Teggiano. Non sbaglia. Ma noi vogliamo che costui si fermi invece ad Auletta. Perchè Auletta sta per diventare un piccolo capoluogo di riferimento territoriale, una stella cometa per un universo di stelle luminose, ma separate alla nascita, poco collaborative. Ad Auletta sorgerà una nuova struttura, un nuovo focolare per riscaldare i cuori dei turisti e dei migranti di ritorno, un’emozione nuova o da rinnovare. Auletta risorge dal suo Parco a Ruderi, trasformando, come d’incanto, una tragedia sociale (il terremoto del 1980) in una Risorsa. Lì, dove ora giacciono ruderi e calcinacci, riposeranno i cuori e le menti di turisti e viaggiatori curiosi, non attratti dal banale. Avranno percorso in bicicletta i sentieri della vecchia ferrovia che da Sicignano degli Alburni arrivava a ba-
ciare la lucana Lagonegro, attraversando sbuffante il verde inciso dell’intero Vallo di Diano. Avranno assaporato i latticini di Sala Consilina e di Atena Lucana, i fagioli striati di Tricchisco ed i carciofi bianchi di Capaccio, il vino e l’olio dop “Cilento”. Avranno visto il tramonto tra i templi di Paestum e avranno fatto pace con la natura nell’Oasi WWF di Persano. Avranno attraversato il tumultuoso Tanagro in canoa, oppure scalato gli Alburni con il cuore in gola e senza guardarsi alle spalle. E la sera dormiranno ad Auletta, sotto le stelle. Letteralmente. La struttura che li accoglierà, sparsa tra i ruderi che dovranno raccontare il dramma, senza affogarci, avrà tetti di vetro per vedere le stelle la notte, e i raggi del sole al mattino. Avrà servizi confortevoli come saune, jacuzzi e zone di relax, angoli-lettura, musiche soffuse, pubblicazioni sulla storia locale, guide per visitare il territorio, mappe e consigli per viverlo appieno, con consapevolezza, con amore. Auletta rivive la sera, al ritorno dalle occupazioni quotidiane, o dallo svago. The Migrant Memories Hotel. In quanti lasciarono queste terre per trovare fortuna altrove? Dove sono ora? Che memoria hanno della loro antica madre? Hanno ancora zie che non si sono sposate, cugini mai visti, una scuola da rivedere, insegnanti che li bocciarono e che non li hanno capiti? O magari abitavano lì, ed erano lì, quel tardo pomeriggio di novembre, e quest’anno saranno 32 anni, con le ferite ancora tutte lì, pulsanti e vive? E la loro casa giace accartocciata, come carta da cestinare, poggiata sfinita su secoli di storia? Auletta ha la sua storia, e pazienza se la cittadina è un po’ così, figlia dell’emergenza degli anni ‘80, altrove simbolo di edonismo, e qui di lenta e faticosa ricostruzione. Ed ecco l’idea di un Centro Raccolta Dati sull’Emigrazione, unico nel Mezzogiorno, in grado di catalizzare flussi di operatori del settore, e magari di creare un centro per i convegni sul tema.
Il racconto di Auletta può riprendere, tra la terra che troppe volte l’ha tradita e il cielo che ora potremo vedere anche dal Migrant Memories Hotel. E, come tante stelle, si accenderanno le luci di tutto il mondo che pronuncerà il suo nome, facendo brillare anche le pietre, eterno presepe di un eterno natale, o meglio ancora epifania. E ogni periodo dell’anno vedrà Auletta protagonista, perchè non ci sono alte o basse stagioni per un posto come questo, apparentemente immobile da secoli ed invece ricco di nuove possibilità. The Migrant Memories Hotel non ha uguali. Non ha nulla dei freddi alberghi dei dintorni, luoghi qualunque. Tutti potranno sentirsi Aulettesi, soprattutto chi non lo è. Perchè qui si vuole riannodare il filo della storia, gomitolo di una società disgregata, in mille pezzi per l’universo. Da qui si partirà per la vicina Romagnano al Monte, memoria solenne e disperata del sisma dell’80, borgo su un ciglio, disabitato e sinistro, lugubre poesia dell’abbandono. Da qui si partirà per scoprire il singolarissimo Museo di Corleto Monforte, o le grotte di Pertosa, tra stalattiti e stalagmiti, e le auguste rovine di Vulcei, l’odierna Buccino.
Note
1
I centri di documentazione sull’emigrazione presenti in Italia sono: • Centro Interuniversitario sulle migrazioni – CIR MIB (Brescia) • Museo Regionale dell’Emigrazione dei Piemon tesi nel Mondo (Frossaco - TO) • Centro Altre Italie (Torino) • Centro Internazionale Studi sull’Emigrazione Italiana - CISEI (Genova) • Museo dell’Emigrazione della Gente di Toscana (Mulazzo - MS) • MEI (Roma) • Cestim (Verona) • Centro studi Permanente sull’Emigrazione (Repubblica di San Marino) • Museo Regionale dell’Emigrazione Pietro Conti (Gualdo Tadino - PG) • Museo dell’Emigrazione (Cansano - AQ) • Museo Narrante dell’Emigrazione (Cosenza)
Ad Auletta si mangerà, e si berrà, e si visiterà il nuovo paese, in un abbraccio ideale tra il presente ed il passato, tra il vecchio e il nuovo, tra chi parte e chi ritorna…”
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