I Misteri del S. Rosario

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Riflessioni di

Michelangelo Nasca



Introduzione Forse c’è ancora qualcuno che trova difficoltà a considerare la recita del Rosario una preghiera contemplativa. Eppure quel rincorrersi di Ave Maria e Pater noster non sono così inefficaci come taluni erroneamente credono! Pregare con il Rosario può aiutarci a custodire meglio il nostro rapporto con il Signore, possiamo rintracciare quel silenzio interiore sfuggitoci durante tutta la giornata. Nel primo mistero e poi nel secondo e nel terzo… scorrono le immagini principali della vita di Cristo, quasi una sorta di file rouge che ci permette di concentrare la nostra attenzione verso ciò che è davvero importante. Una sequenza di immagini che raccontano Dio e l’amore che egli nutre per noi. La storia si fa preghiera e la preghiera rende la storia presente… in Cristo Gesù.

Il presente libretto desidera offrire un piccolo contributo alla meditazione personale. Chi lo desidera può liberamente utilizzare questo testo (non per fini commerciali) citandone l’Autore. Chi preferisce ricevere il formato word può contattarmi al seguente indirizzo: cogitor@libero.it



Al Beato Giovanni Paolo II che ha amato la Vergine Maria fino a diventare con lei un tutt’uno nell’amore verso Dio Palermo 1 Maggio 2011



“La contemplazione di Cristo ha in Maria il suo modello insuperabile. Il volto del Figlio le appartiene a titolo speciale. È nel suo grembo che si è plasmato, prendendo da Lei anche un'umana somiglianza che evoca un'intimità spirituale certo ancora più grande. Alla contemplazione del volto di Cristo nessuno si è dedicato con altrettanta assiduità di Maria” (Giovanni Paolo II Rosarium Virginis Mariae, 10)


Primo Mistero Gaudioso

L’Annuncio dell’Angelo a Maria «Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria» (Lc 1,26-27). «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?» (Gv 1, 46). Così Natanaele (uno dei Dodici) risponde a chi gli dice di aver appena incontrato il Messia, il Nazareno. Nel piccolo villaggio di Nazaret molti vivevano ancora nelle grotte, ed è proprio in una di quelle misere abitazioni che l’Angelo annuncia a Maria il mistero dell’Incarnazione di Cristo. Maria risponde alla chiamata di Dio incondizionatamente, senza opporre nessuna obiezione. Le parole che Ella rivolge all’Angelo offrono a Dio l’opportunità di realizzare il piano della salvezza: “«Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei” (Lc 1,38). Ritorniamo a contemplare il "Sì" pronunciato dalla Vergine Maria, entriamo anche noi in quella casa dove, a Nazareth, "il Verbo si fece Carne"!


Secondo Mistero Gaudioso

La visita di Maria a S. Elisabetta «In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo!» (Lc 1, 39-42). Il saluto con il quale Elisabetta accoglie la Madre del Salvatore non ha precedenti in tutta la letteratura biblica. E’ l’azione dello Spirito Santo – già presente nel figlio Giovanni («Sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre» - Lc 1, 15) – il vero suggeritore di tale saluto. La gioia è l’altro elemento caratteristico di questa narrazione. Essa non può essere separata dalla persona di Cristo, e di conseguenza anche chi è chiamato a seguirlo ne è pienamente coinvolto. Giovanni Battista, infatti, – durante la visita di Maria ad Elisabetta – incontra il Messia, e ancora nel grembo materno come il Salvatore che dovrà annunciare fa esperienza della gioia: «Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo» (Lc 1,44). La casa di Zaccaria diventa così un vero e proprio tabernacolo di santità.


Terzo Mistero Gaudioso

La Nascita di Gesù nella grotta di Betlemme «In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. […] Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo» (Lc 2,1.4-7). Prendimi fra le tue braccia! Non temere! Sono le parole che il buon Dio sembra sussurrare al nostro cuore. Sono le parole che provengono da quella grotta, dove il Figlio di Dio si lascia contemplare. In quella misera grotta l’Amore chiede di essere abbracciato, quella Luce vuol diventare la nostra luce. Cosa aspetti? Prendimi con te, guarda il tuo volto e vi riconoscerai la Mia immagine. No, non è un sogno, Io sono davvero presente in mezzo a te… e ascolterò, come la melodia più dolce, il suono della tua voce chiamarmi “Padre”!


Quarto Mistero Gaudioso

La presentazione di Gesù al Tempio «Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore» (Lc 2, 2224). I bambini primogeniti – secondo le leggi ebraiche – appartenevano a Jahvé e pertanto i genitori dovevano riscattarli offrendo al Tempio cinque sicli; una coppia di tortore o di giovani colombi se la famiglia viveva in povertà. Anche Maria, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, si recò al Tempio per adempiere alle prescrizioni della Legge e Giuseppe pagò i cinque sicli richiesti. E’ in questa circostanza che avviene l’incontro con Simeone. Egli prese tra le braccia il Bambino e benedicendo Dio disse: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; / perché i miei occhi han visto la tua salvezza, / preparata da te davanti a tutti i popoli, / luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele» (Lc 2, 29-32).


Quinto Mistero Gaudioso

Il ritrovamento di Gesù nel Tempio «I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero […]. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte» (Lc 2, 4143; 46-47). Gesù ascolta ed interroga i dottori e quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Egli è il vero “Maestro”, è la “persona educante” per eccellenza. Una prospettiva, quest’ultima, che il mondo tende a sottovalutare. Se, infatti, scompare Cristo come vero “principio educante”, i valori si appiattiscono, diventano impersonali e ognuno potrà essere solo maestro di se stesso! A noi educatori un monito da non trascurare: come si fa a parlare di Dio senza fare riferimento alla persona di Cristo e ai suoi insegnamenti?


“Io non credo che una persona possa acquistare un'unione intima con Nostro Signore e una perfetta fedeltĂ allo Spirito Santo, senza una grandissima unione con la santissima Vergine e una grande dipendenza dal suo aiutoâ€? (L. Grignion De Montfort Trattato della vera devozione a Maria, 10)


Primo Mistero Luminoso

Il Battesimo di Gesù nel Giordano «Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto"» (Mt 3,16-17). Il Giordano è il crocevia di cose terrene e di cose celesti. E’ il luogo in cui il Messia inizia a muovere i primi passi verso la salvezza dell’uomo. Il Figlio di Dio – custodito fino ad ora dall’abbraccio di una famiglia umana – inizia adesso a compiere la volontà del Padre. Con il battesimo ha inizio ufficialmente la vita pubblica di Gesù e ad annunciarne l’evento è proprio la voce autorevole del Padre: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto». Quel cielo che si era chiuso a causa del peccato adesso si apre verso la terra per accogliere l’umanità redenta da Cristo.


Secondo Mistero Luminoso

Le Nozze di Cana «Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno più vino". E Gesù rispose: "Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora". La madre dice ai servi: "Fate quello che vi dirà"» (Gv 2, 1-5). Maria è l’Odigitria, colei che indica la strada (cioè Cristo Gesù), colei che può permettersi di chiedere tutto al proprio Figlio, persino di anticipare i tempi della salvezza. Il miracolo di Cana spiega, infatti, questa particolare funzione di Maria. Essa, nel momento in cui invita i servi a seguire le indicazioni di Gesù («Fate quello che vi dirà» Gv 2,5) diventa maestra, indica una strada, e nello stesso tempo, quasi costringe Gesù ad iniziare la sua missione anzitempo («Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora) - Gv 2,4». Ma probabilmente anche Maria anticipa in questo stesso episodio evangelico la missione che Gesù le affiderà sotto la Croce, l’essere cioè Madre di tutti i viventi. Tutt’altro che umiliazione, l’obbedienza è dunque un progetto di vita che consente all’uomo di riconoscere il disegno della volontà di Dio, diventando così la sua più autentica e più grande aspirazione.


Terzo Mistero Luminoso

L’annuncio del Regno di Dio “Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo»” (Mc 1, 14-15). Il linguaggio tipico utilizzato da Gesù per rivelare il Regno di Dio è quello parabolico, un elemento fondamentale del suo insegnamento. Egli, servendosi di alcune immagini tratte dalla vita quotidiana, e pertanto facilmente comprensibili a tutti, fa conoscere i contenuti principali della Sua predicazione: il Regno di Dio per la salvezza degli uomini. E’ attraverso gli esempi di vita quotidiana contenuti nel linguaggio parabolico che l’uomo ha, infatti, la possibilità (o forse è una “pretesa”) di intuire qualcosa del mistero di Dio. Ogni parabola invita l’ascoltatore a fermarsi e a riflettere, per andare oltre e superare i limiti delle proprie certezze! Essa raggiunge il suo scopo nel momento in cui si crea un vero rapporto dialogico tra chi parla e chi ascolta. La parabola è anche un invito ad operare, nella propria vita, una scelta radicale: «va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri… e vieni! Seguimi!» (Mt 19, 21). Ma le parole non bastano… occorrono i fatti!


Quarto Mistero Luminoso

La Trasfigurazione «Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce» (Mt 17, 1-2). Pietro, Giacomo e Giovanni videro il volto di Cristo brillare come il sole, quasi un anticipo dello splendore e della gloria di Dio. Il grande desiderio dell’uomo – come ricorda un’espressione di Santa Teresa d’Avila – è quello di “vedere Dio”. Se non impariamo da subito a guardare in alto, a scommettere sulle cose celesti, tutto il desiderio di infinito custodito nell’intimità del nostro cuore rischia l’isolamento spirituale! “Voglio vedere Dio”! Potrebbe diventare il compito verso cui orientare tutte le nostre energie. Ma… davvero, nel profondo del nostro cuore, noi desideriamo vedere Dio? Senza obiezioni? Scrupolosamente preoccupati di compiere la Sua volontà e disobbedendo alla nostra? Perché, dunque, certe resistenze quasi a volersi difendere dal Suo sguardo?


Quinto Mistero Luminoso

L’istituzione dell’Eucaristia «Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo"» (Mt 26, 26). L’istituzione eucaristica potremmo considerarla il terzo grande mistero della fede cristiana, o se preferiamo, il terzo colossale scandalo per una religione (dopo quello dell’Incarnazione e della Croce)! Sostare davanti a Gesù Eucaristia spesso ci riesce difficile. Ci distraiamo in continuazione, magari pensando alle faccende che dobbiamo ancora sbrigare in casa o a lavoro, oppure siamo talmente presi dai nostri problemi (sofferenze, malattie, disgregazioni familiari ecc.) che non siamo capaci di mantenere la concentrazione. Ma la difficoltà più grande è quella di non riuscire a considerare Cristo una presenza viva, vera e reale. Cerchiamo di immaginarlo presente in un riflesso di luce, nella penombra di una statua e in altre mille fantasie del nostro pensiero, dappertutto insomma tranne che proprio lì accanto a noi. La rivelazione del dono eucaristico, pertanto, oltre a stabilire la definitiva presenza di Dio in mezzo a noi, ci indica la posizione del cristiano nei confronti di Cristo, non davanti a lui, ma in lui.


“Davanti all'immagine della Madonna pregano sia i figli delle vittime che i figli degli assassini. Il sangue del Martire piĂš grande purifica il sangue di tuttiâ€? (Bartolo Longo)


Primo Mistero Doloroso

L’agonia di Gesù nel Getsemani «Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: "Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare". E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me". E, avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!"» (Mt 26, 36-39). Gesù si prepara a percorrere il cammino che lo condurrà alla Croce. L’inizio della Passione è segnato da un momento di preghiera presso il podere del Getsemani; una sosta necessaria per riconsegnare la propria volontà al Padre e predisporsi al miracolo della salvezza. L’anima di Cristo è triste fino alla morte. Lo sconforto e la paura per ciò che dovrà compiersi lo tormentano senza lasciargli tregua, distogliendolo – per un istante – da quel decisivo atto d’amore. Per questo Gesù dirà: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice!». Estrema tentazione, nell’ora della tristezza e dell’abbandono, nel silenzio della notte che avvolge gli apostoli traditi dal sonno. Ma la preghiera rivolta al Padre ritorna a rischiarare l’anima di Cristo: «Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».


Secondo Mistero Doloroso

La flagellazione di Gesù «Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso» (Mc 15,15). Pilato comprende di avere davanti a sé un uomo innocente. Per un attimo il suo autorevole giudizio sembra vacillare: da un lato lo sguardo silenzioso e mansueto di un pover’uomo che afferma di essere il re dei Giudei, dall’altro il timore di essere considerato un nemico di Cesare! La condanna risulta così inevitabile. Dopo aver subito tradimenti e abbandoni, adesso è il corpo stesso di Gesù che comincia ad essere sfregiato e torturato; quei colpi inferti alla schiena con violenza, uno dopo l’altro, e quelle spine intrecciate pressate sul capo provocano in Gesù un dolore straziante, lasciano il segno… Il Sangue che ci ha redenti comincia così a scorrere lungo quel Corpo che si offre silenzioso ad ogni tortura: «e non aprì la sua bocca» (Is 53,7). Gesù si è voluto fare ultimo con gli ultimi e ha voluto condividere con l’uomo l’esperienza della sofferenza.


Terzo Mistero Doloroso

Gesù è coronato di spine «Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la corte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: "Salve, re dei Giudei!"» (Mt 27, 27-29). Alla grande sofferenza fisica si aggiunge l’umiliazione e lo scherno: gli misero addosso un mantello di porpora, i soldati si presero gioco di lui procurando a Gesù un ulteriore e ingiusto tormento… Salve, re dei Giudei! Egli è l’Innocente! Persino Pilato lo aveva riconosciuto tale, poiché non trovò in lui alcuna colpa. Ecco l’uomo! L’«uomo dei dolori che ben conosce il patire» (Is 53,3); Egli sceglie la via della Croce, la via della com-passione, per farsi compagno del nostro dolore, e salvare così tutta l’umanità. Tutte le strade sono ormai sbarrate. Non c’è più tempo per spiegare, per ricorrere in appello, per cercare di far comprendere ai giudici l’infondatezza delle accuse mosse contro Gesù. Tutto volge verso il compimento della salvezza, per la quale Dio sta pagando un prezzo vertiginosamente alto. L’unica strada da percorrere adesso è quella della Croce.


Quarto Mistero Doloroso

Il viaggio di Gesù verso il Calvario «Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo» (Mt 27, 30). Gesù, l’Innocente, è nelle mani dei suoi carnefici. Sputi, beffe, insulti e tutto ciò che la loro rozza fantasia poteva produrre diventano la triste immagine di queste prime ore di sofferenza. Un privilegio riservato a tutti i condannati! Una corona, uno scettro e un mantello, sono i simboli di una regalità oltraggiata. E adesso la croce grava sulle spalle del Figlio di Dio. Al corpo di Gesù vengono inflitte atroci percosse, sotto lo sguardo compiaciuto di alcuni spettatori. I soldati romani possono giocare con un uomo che adesso – pronunciata la condanna – non appartiene più a nessuno. Egli – come un simulacro vuoto, un corpo su cui tutti potevano liberamente infierire – si lascia imporre il pesante carico della Croce, per una colpa che egli non ha mai commesso… per amore di ogni singola creatura umana.


Quinto Mistero Doloroso

Gesù è crocifisso e muore in croce «Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno"... Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo spirò» (Lc 23, 33-46). Tutto volge verso il compimento della salvezza. Il Figlio di Dio, piagato e martoriato in ogni parte del suo divin corpo, è fissato sulla croce, fra cielo e terra… segno d’eterna alleanza. Venuto mezzogiorno le tenebre avvolsero tutta la terra; la luce del giorno dovette far spazio all’improvvisa oscurità della notte. Il corpo di Gesù, disteso sul legno del patibolo, proietta inesauribilmente la luce della sua mitezza. Ai piedi della Croce, Maria e Giovanni raccolgono gli ultimi spasimi dell’amato Maestro. Chi era veramente costui? E’ difficile credere che quell’uomo inchiodato sulla croce, un nazareno, il figlio di un falegname possa essere veramente il Messia, il redentore del mondo?


“Misi la mano in tasca; vi trovai il mio rosario… La signora prese il rosario che teneva tra le mani e fece il segno della croce… Mi misi in ginocchio. Ho recitato il rosario in presenza di quella bella signora. La visione faceva scorrere i grani del suo, ma non muoveva le labbra. Quando ebbi finito il mio rosario, mi fece segno di avvicinarmi, ma non ho osato. Allora disparve all'improvviso”. (Bernadette Soubirous)


Primo Mistero Glorioso

La Risurrezione di Gesù «Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato"» (Lc 24, 2-6). La morte non ci appartiene più! No, di certo, dato che Cristo l’ha sconfitta restituendoci il "diritto divino" di vivere eternamente! A partire da questa certezza, dunque, la vita dell'uomo non è più la stessa. L'evento della Risurrezione di Cristo ha permesso all'uomo di assumere una nuova forma, un nuovo abito (si pensi al sacramento del Battesimo) con il quale rivestire tutti gli aspetti della propria vita; il segno distintivo di una appartenenza a Cristo che diventa riconoscibile in ciò che diciamo e operiamo, ma soprattutto nell'amore che abbiamo ricevuto. L'eternità è un dono che Dio ha pagato a caro prezzo (per questo è preziosa). D’ora in poi nel cuore di ogni uomo riecheggia questa incredibile promessa: tu non morirai mai? Facciamo in modo tale che ogni frammento della nostra vita venga vissuto come una Resurrezione.


Secondo Mistero Glorioso

L’ascensione di Gesù al cielo «Mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo» (At 1, 911). L’Ascensione è la festa della speranza, la proclamazione dell’immortalità, il passaggio dal corpo mortale alla gloria della risurrezione. Talvolta un certo modo di vivere la speranza piega le ginocchia davanti alla realtà della nostra esistenza, a tutto ciò che può rendere stabile ogni nostra attività umana, senza nemmeno degnare di uno sguardo quel Dio invisibile che genera nel cuore sentimenti di vero amore e di eternità. Ogni cristiano comprende (o meglio intuisce, spera) di essere stato creato per un altro mondo. Il desiderio d’infinito racchiuso nel mio cuore non può essere saziato con le briciole di un’esistenza mediocre e secolarizzata. Anche noi, come gli apostoli, dobbiamo alzare lo sguardo verso Cristo che ascende al cielo… Egli è la nostra unica Speranza.


Terzo Mistero Glorioso

La discesa dello Spirito Santo «Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro cinque lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi» (At 2, 2-4). Lo Spirito Santo è la terza Persona della Trinità di Dio, “Uno” che può fare luce quando la vita è immersa nelle tenebre, un Dio capace di stringere la tua mano per farti andare avanti, Uno che ti aiuti a non voltarti indietro per contare i tuoi peccati perché l’amore e la misericordia di Dio sono molto più grandi di ogni altra cosa, perché tu non ti senta orfano e abbandonato ma figlio! Egli è il Paraclito, colui che prende le nostre difese, l’avvocato, il mediatore di ogni uomo. La nostra missione è l’Amore di Dio. Siamo i protagonisti di una storia sacra, il motivo principale per cui il Figlio di Dio non ha esitato ad abbracciare la croce. Adesso siamo accarezzati da un “Vento” che non è tempesta; Egli, lo Spirito Santo, soffia su di noi sfogliando le pagine della nostra storia, togliendo (se glielo permettiamo) il pulviscolo delle nostre miserie per renderci degni di accogliere Dio.


Quarto Mistero Glorioso

L’Assunzione di Maria al cielo «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente e Santo è il suo nome» (Lc 1, 46-49). “La tomba e la morte non ebbero forza sufficiente per trattenerti. Tu sei passata alla vita, essendo madre della vita”. Sono le parole di un antico inno bizantino utilizzato per la solenne liturgia dell’Assunta. Esse rivelano uno dei misteri principali della dottrina cristiana legati alla Madonna. La morte (protagonista nel dramma del peccato) non poteva riguardare la giovane Vergine Maria, colei che – per una libera e personale azione preventiva da parte di Dio – è stata concepita senza macchia di peccato. Anche Maria, dopo l’Ascensione del Figlio divino, entra con tutta se stessa nella comunione con Dio, anima e corpo. Si racconta che il 14 agosto del 1941 ad Auschwitz San Massimiliano Kolbe alcuni istanti prima di morire, col braccio teso verso il carnefice che gli avrebbe iniettato il veleno mortale, chiese: “Che giorno è?”. E il soldato rispose: “E’ il 14 agosto”. E San Massimiliano replicò: “Bello! E’ la vigilia dell’Assunta: domani farò festa con Lei in Cielo”.


Quinto Mistero Glorioso

Maria incoronata Regina del cielo e della terra «Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle» (Ap 12, 1). Nascere nel cuore di ogni uomo, quello sì non dev’essere stato facile. Ma Dio lo può fare! Nascere nel cuore dell’uomo antico e nel cuore dell’uomo moderno, fino ad abbracciare abbondantemente secoli di storia sacra, sorretti da una speranza più longeva di Abramo. Il segno era chiaro: «Porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gen 3, 15). Doveva nascere, e per davvero, una donna con un così tale potere. E’ nata la figlia di Sion!… Gridarono gli angeli, mentre una moltitudine immensa di luminosi cherubini riempiva il cielo di splendidi canti. Che festa, quel giorno, in Cielo… al cospetto del Padre! E’ nata Maria, la Vergine Madre, la Regina del cielo e della terra.


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