Il PSR e l'ambiente

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IL PSR E L’AMBIENTE (LA TUTELA AMBIENTALE NEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE DELLE MARCHE TRA VECCHIA E NUOVA PROGRAMMAZIONE DELLA POLITICA AGRICLA COMUNITARIA)



Pubblicazionefifinanziata nell’ambito 2014-2020 sottomisura Pubblicazione nanziata nell’ambito del del PSR PSR Marche 2014-2020 sottomisura1.2. 1.2.A progetto id.39308 che prevede la partecipazione comunitaria



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INDICE

p.01 INTRODUZIONE…………………………………………………………………………...p.01

LE MISURE AGROAMBIENTALI DEL PSR MARCHE p.01 NEL PERIODO DI PROGRAMMAZIONE 2014-2020 …………………………………..p.01 AGRICOLTURA A BASSO IMPATTO AMBIENTALE……………………………….....p.02 p.02 p.02  Agricoltura biologica……………………………………………………………p.02 p.04  Agricoltura integrata……………………………………………………………p.04 p.06 MISURE PER LA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITA’ ……………………..p.06  Conservazione delle risorse genetiche vegetali p.06 e zootecniche ……………………………………………………………………p.06 p.08  Rete Natura 2000………………………………………………………………..p.08 p.09  Gestione dei pascoli montani……………………………………………………p.09 p.09 INTERVENTI COLLETTIVI DI TUTELA AMBIENTALE …………………………….p.09 p.09  Accordi Agroambientali d’Area………………………………………………..p.09

IL RUOLO DELL’AGRICOLTURA NELLA p.12 MITIGAZIONE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI…………………………………….p.12 LE STRATEGIE DEL NEW GREEN DEAL EUROPEO PER LA TUTELA AMBIENTALE………………………………………………………..p.15 p.15  Strategia Farm to Fork………………………………………………………...p.17 p.17  Strategia dell’UE sulla Biodiversità…………………………………………...p.17 p.17 OBIETTIVI DELLE FUTURE POLITICHE DI SVILUPPO RURALE IN DIFESA DELL’AMBIENTE …………………………………………………………………….....p.19 p.19  Il periodo di programmazione della nuova PAC……………………………..p.19 p.19 p.19  Sviluppo rurale e Green deal…………………………………………………p. 19 L’AGRICOLTURA E IL NEXT GENERATION EU…………………………………….p.21 p.21  Uso delle risorse del Next Generation Eu……………………………………..p.21 p.22

INTRODUZIONE


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INTRODUZIONE Il rapporto tra agricoltura e ambiente è stato affrontato Il rapporto dei tra Programmi agricoltura di e ambiente stato (PSR) affrontato nell'ambito Sviluppo èRurale nel nell'ambito dei Programmi di Sviluppocon Rurale (PSR) nel periodo di programmazione 2014-2020 diverse Misure, periodocon di azioni programmazione 2014-2020 Misure, alcune mirate, altre con azionicon chediverse indirettamente alcune con azioni mirate, altre le contematiche azioni che agro-climaticoindirettamente hanno coinvolto comunque hanno coinvolto comunque le tematiche agro-climaticoambientali (ACA). Nel PSR Marche, tra le Misure che più ambientali (ACA). Nel PSRinterventi Marche,atra le Misure che più direttamente hanno attivato favore delle questioni direttamente attivatoricordate interventi favore 10 delle questioni ACA vanno hanno sicuramente la aMisura (Pagamenti ACA vanno sicuramente ricordate la Misura (Pagamenti agro-climatici-ambientali), la Misura 11 10 (Agricoltura agro-climatici-ambientali), la Misura biologica) e la Misura 12 (Indennità Natura 11 2000(Agricoltura e indennità biologica) e la Misura 12 (Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva quadro sull’acqua). Tali interventi si connesse alla direttiva quadro sull’acqua). Tali interventi si sono manifestati attraverso l'adozione di pratiche di gestione sono manifestati attraverso l'adozione di pratiche di gestione tecnico-agronomica particolarmente virtuose, come tecnico-agronomica particolarmente virtuose, come l'agricoltura biologica, la produzione e la difesa integrata, l'agricoltura biologica, la produzione e la difesa integrata, l'adozione di tecniche di allevamento meno intensive, accordi l'adozione di tecniche di allevamento meno intensive, accordi agro-ambientali d’area, la tutela della biodiversità agraria agro-ambientali d’area, la tutela della biodiversità agraria vegetale e animale, il cui obiettivo è stato quello di andare ben vegetale e animale, il cui obiettivo è stato quello di andare ben al di là del livello di gestione base o "baseline". In questo modo al di là del livello di gestione base o "baseline". In questo modo l'agricoltore, l'agricoltore, aa cui cui va va riconosciuto riconosciuto il il ruolo ruolo di di custode custode del del territorio, assoggettandosi ad impegni più cogenti rispetto alla territorio, assoggettandosi ad impegni più cogenti rispetto alla baseline, baseline, ha ha reso reso un un servizio servizio alla alla società società civile civile producendo producendo un un bene pubblico, ossia la salvaguardia dell'ambiente bene pubblico, ossia la salvaguardia dell'ambiente LE LE MISURE MISURE AGROAMBIENTALI AGROAMBIENTALI DEL DEL PSR PSR MARCHE MARCHE NEL PERIODO DI PROGRAMMAZIONE 2014-2020 NEL PERIODO DI PROGRAMMAZIONE 2014-2020 Le tematiche agroambientali nel PSR Marche state affrontate attraverso una serie di scelte

2014-2020 sono strategiche, con 1


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l’obiettivo di ridurre l’impatto del settore agroalimentare l’obiettivo die sui ridurre l’impattoclimatici. del settore agroalimentare sull’ambiente cambiamenti sull’ambiente sui cambiamenti Tra le azioni eindividuate, per climatici. incidere più direttamente sul Tra le azioni individuate, pervanno incidere più direttamente sul rapporto agricoltura-ambiente, ricordate: rapporto agricoltura-ambiente, vanno ricordate:  Sostenere le aziende agricole che adottano tecniche  biologiche Sostenere le agricole che adottano tecniche o a aziende basso impatto; biologiche o a basso impatto;  Sostenere le aziende agricole che adottano misure di  conservazione Sostenere le aziende agricole che adottano misure di della biodiversità; conservazione della biodiversità;  Promuovere accordi agroambientali d’area per la tutela  del Promuovere accordi agroambientali d’area per la tutela suolo, dell’acqua e della biodiversità; del suolo, e della Tali azioni sono dell’acqua state tradotte in biodiversità; diverse tipologie di bandi Tali azioni sono state tradotte in diverse tipologie di bandi specifici per la concessione di contributi alle aziende agricole specifici per la concessione di contributi alle aziende agricole aderenti, emanati nell’ambito delle Misure agro-ambientali del aderenti, emanati nell’ambito delle Misure agro-ambientali del PSR, ciascuna con obiettivi mirati su tematiche specifiche, in PSR, ciascuna con obiettivi mirati su tematiche specifiche, in particolare: particolare: AGRICOLTURA A BASSO IMPATTO AMBIENTALE AGRICOLTURA A BASSO IMPATTO AMBIENTALE

Agricoltura biologica Agricoltura biologica Nell’ultimo Nell’ultimo decennio decennio l’agricoltura l’agricoltura biologica biologica ha ha assunto assunto un un ruolo importante nel panorama agricolo nazionale e ruolo importante nel panorama agricolo nazionale e in in particolare in quello regionale. I numeri ci dicono che particolare in quello regionale. I numeri ci dicono che le le Marche sono tra le principali regioni biologiche italiane ed Marche sono tra le principali regioni biologiche italiane ed europee, europee, ee questo questo sviluppo sviluppo territoriale territoriale èè da da attribuire attribuire aa numerosi numerosi fattori, fattori, tra tra ii quali quali giocano giocano un un ruolo ruolo rilevante rilevante gli gli incentivi incentivi comunitari comunitari erogati erogati tramite tramite ii PSR, PSR, sotto sotto forma forma di di pagamenti agro-ambientali. Gli incentivi hanno l’obiettivo di compensare gli agricoltori biologici per i maggiori costi e il mancato guadagno del metodo biologico rispetto al 2


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convenzionale, anche se in realtà i pagamenti dovrebbero essere finalizzati a remunerare i beni e servizi di interesse collettivo che l’agricoltura biologica produce e che il mercato non è in grado di riconoscere. Nelle programmazioni che si sono succedute nel tempo le misure connesse all’agricoltura biologica hanno sempre rappresentato e continuano a rappresentare un punto di forza dei PSR. La continuità temporale hanno prodotto, nel tempo, dei veri e propri "comprensori agroambientali" o biologici a livello regionale, soprattutto nelle aree interne del territorio marchigiano. Alcuni territori sono già organizzati, altri si stanno organizzando, altri ancora sono pronti per un approccio coordinato d’area e una gestione su scala “sovra-aziendale” sovra-aziendale" del territorio. La Regione Marche ha attuato interventi diretti a favore dell’agricoltura biologica attraverso la Misura 11 del PSR 2014-2020, articolata in due sottomisure:  11.1 “Pagamento al fine di adottare pratiche e metodi di produzione biologica” ;  11.2 “Pagamento al fine di mantenere pratiche e metodi di produzione biologica” . Negli ultimi due periodi di programmazione, 2007-2013 e 2014-2020, gli effetti delle misure del PSR Marche, finalizzate allo sviluppo dell’agricoltura biologica, hanno prodotto i seguenti risultati, in termini di numero di operatori e superfici coltivate:

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3918

4000 2822

3000

2687

2000

2288

2097

2127

2007

2162

2187

2453

2638

3051

4000

2967

1000 0

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

CIRCA 9% DELLE AZIENDE AGRICOLE MARCHIGIANE 120000 100000 80000

60000

71.455 67.246

78.408 57.060

87.341

110.000 104.567 98.554

63.021 52.731 54.210 52.939 56.899 57.030

40000 20000 0

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

CIRCA 23% DELLA SAU MARCHIGIANA

Agricoltura integrata È un sistema di produzione agroalimentare certificato con il marchio SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata) che utilizza tutti i mezzi produttivi e di difesa delle produzioni agricole dalle avversità, volti a ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e a razionalizzare la fertilizzazione, nel rispetto dei principi ecologici, economici e tossicologici. Il SQNPI prevede l’adozione dei disciplinari di produzione integrata regionali, approvati dal MIPAAF, contenenti 4


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precise indicazioni fitosanitarie che comprendono anche le possibili pratiche agronomiche. Inoltre, deve essere previsto un rigoroso sistema di rintracciabilità che dimostri che i prodotti certificati provengano da aziende agricole assoggettate ai suddetti disciplinari. Sono escluse le produzioni zootecniche. In pratica, le aziende per poter utilizzare il segno distintivo SQNPI sono tenute:  al rispetto dei disciplinari regionali di riferimento;  a sottoporsi al controllo di un Organismo di certificazione accreditato. I disciplinari di produzione si basano su difesa integrata e tecniche agronomiche. La produzione integrata è stata sostenuta nel PSR Marche 2014-2020 con la Misura 10 (Pagamenti agro-climaticiambientali) e in particolare con la sottomisura 10.1, operazione A, articolata in due azioni:  Azione 1) – Produzione integrata per la tutela delle acque ;  Azione 2) – Produzione integrata avanzata per la tutela delle acque. Nel caso dell’Azione 2, in particolare, alle aziende aderenti veniva richiesto l’impegno ad adottare la tecnica della “Confusione sessuale” come metodo di lotta integrata avanzata contro i parassiti del melo, pero, pesco, susino e albicocco. Il PSR Marche prevedeva…È concesso un sostegno annuale per progetti presentati nell’ambito di accordi agro ambientali per la tutela delle acque, o da parte di soci di O.P. ortofrutticole, per incentivare l'adozione di specifici disciplinari di produzione integrata, al fine di diminuire gli impatti negativi

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derivanti da prodotti fitosanitari e fertilizzazioni limitandone ed ottimizzandone l'uso in agricoltura. Le disposizioni tecniche sono riportate nei Disciplinari di Produzione Integrata (DPI) regionali approvati con specifici atti regionali e comprendono le norme di “tecnica agronomica” e le norme di “difesa”. Nelle Marche entrambe le azioni 1 e 2 hanno trovato applicazione all’interno di sei Accordi Agroambientali d’Area per la tutela delle acque:  AAA Piceno,  AAA della media e bassa Valdaso,  AAA Valle del Foglia ,  AAA Parco del Conero,  AAA Misa-Esino,  AAA Montefeltro e Metauro. L’obiettivo principale è la riduzione dei prodotti chimici utilizzati in agricoltura, con benefiche ricadute sulle principali risorse ambientali, sulla biodiversità e sulla salute dei consumatori. MISURE PER BIODIVERSITA’

LA

CONSERVAZIONE

DELLA

Conservazione delle risorse genetiche vegetali e zootecniche La biodiversità esprime la varietà e la variabilità di tutti gli organismi viventi presenti sulla Terra (piante, animali, microrganismi). La diversità delle forme viventi si esprime su tre livelli:

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diversità genetica: intesa come varietà dell’informazione genetica contenuta nei diversi individui di una stessa specie;  diversità di specie in un dato ecosistema;  diversità di ecosistemi. In agricoltura la biodiversità si esprime con un’innumerevole quantità di colture vegetali ed animali, che si sono affermate nel corso dei millenni e che servono per nutrire e curare gli esseri umani. Dall’inizio del secolo scorso il 75% della biodiversità genetica delle colture agricole è andata perduta. In questo contesto risulta di particolare importanza intervenire nel proprio territorio e salvaguardare quelle varietà o razze che si sono adattate nel tempo agli agroecosistemi locali e che rischiano la scomparsa. La Regione Marche ha inteso salvaguardare la propria biodiversità con l’emanazione della L.R. n. 12 del 2003, mentre attraverso il PSR 2014-2020 ha affidato alla Sottomisura 10.1 operazione D), Azioni 1 e 2 (Conservazione del patrimonio genetico regionale di origine animale e vegetale), il compito compio di incentivare la conservazione del patrimonio genetico regionale di origine animale e vegetale, attraverso la concessione di un sostegno per l’allevamento delle razze autoctone e la coltivazione di specie vegetali minacciate di erosione genetica. Questa politica di salvaguardia ha fatto sì che attualmente il Repertorio Regionale della Biodiversità può vantare :di:  90 risorse genetiche per la Sezione Vegetale ;  5 risorse genetiche per la Sezione Animale . 

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Rete Natura 2000 Con questo nome si definisce un sistema coerente (una “rete”) di aree destinate alla conservazione della diversità biologica presente nel territorio dell’UE. La “rete” è stata strutturata sulla base delle:  Direttiva “Habitat” (Dir. n. 92/43/CEE), relativa alla conservazione degli habitat naturali e semi-naturali e della flora e della fauna selvatica;  Direttiva “Uccelli” (Dir. n. 79/409/CEE), concernente la conservazione degli uccelli selvatici, sostituita dalla Dir. 2009/147/CE. Nelle Marche la “rete” è composta da 28 ZPS (Zone di Protezione Speciale) e 76 SIC (Siti d’importanza Comunitaria), che attualmente sono in fase di trasformazione in ZSC (Zone Speciali di Conservazione) e che risultano peraltro spesso ricadenti all’interno delle stesse ZPS. Complessivamente Rete Natura 2000 si estende per 142.700 ha, corrispondenti a oltre il 15 % della superficie regionale. Nel PSR Marche il sostegno per la conservazione della Rete Natura 2000 si trova nella Sottomisura 12.1 (Pagamento compensativo per le zone agricole Natura 2000) e Sottomisura 12.2 (Pagamento compensativo per le zone forestali Natura 2000). Il contributo è servito a compensare in tutto o in parte gli svantaggi causati dai vincoli delle misure di conservazione 8


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che gravano sulle aree Natura 2000 e a cui gli operatori agricoli e forestali si sono dovuti attenere. Gestione dei pascoli montani Nell’ambito della Misura 10, la Sottomisura 10.1 operazione C) (Gestione sostenibile dei pascoli) era finalizzata alla conservazione della biodiversità legata agli habitat delle praterie montane, della biodiversità naturale e dell’agrobiodiversità. Le superfici interessate sono state quelle destinate a prato, prato-pascolo e pascolo permanente, utilizzate per il pascolamento degli animali aziendali. Lo strumento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di tutela è stato il Piano di Pascolamento, attraverso il quale le aziende aderenti si sono impegnate ad effettuare uno sfruttamento turnato da parte degli animali pascolanti delle aree pascolive, organizzate in lotti di pascolamento omogenei. Il giusto carico animale è il parametro fondamentale da valutare nella elaborazione di un piano di pascolamento e come tale deve essere rapportato all’estensione del lotto di pascolamento, alla quantità di massa foraggera presente e al numero di animali pascolanti. Sulla base di questi elementi è possibile stimare la giusta durata del turno, utile ad evitare danni al cotico erboso e al successivo ricaccio delle essenze foraggere. INTERVENTI COLLETTIVI DI TUTELA AMBIENTALE Accordi Agroambientali d’Area La conservazione della biodiversità e la gestione sostenibile delle risorse naturali, in molti casi, sono obiettivi raggiungibili 9


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solamente promuovendo un’azione coordinata tra gli agricoltori e gli altri gestori del territorio che operano in una stessa area. Nel PSR Marche 2014-2020, in continuità con il precedente periodo di programmazione, come strumenti utili per incentivare la diffusione di buone prassi nella gestione delle risorse naturali a livello territoriale, sono stati attivati Accordi d’Area rispetto a due importanti problematiche ambientali della realtà marchigiana:  Accordi agroambientali d’area per la tutela delle acque;  Accordi agroambientali d’area per la tutela del suolo e prevenzione del rischio di dissesto idrogeologico ed alluvioni. In un’ottica di progettazione integrata, ad ogni tipologia di accordo è stato associato un “pacchetto” di misure volte a rendere l’azione agroambientale maggiormente efficace. L’approccio collettivo, oltre ad essere un’opportunità di accesso ai finanziamenti, ad integrazione di quelli previsti per singola misura, hanno contribuito allo sviluppo e alla diffusione dei beni pubblici ambientali, assumendo così un ruolo attivo nei confronti della società e dei territori nei quali hanno operato e operano attualmente. L’iter costitutivo di un Accordo d’Area deve tener conto delle seguenti caratteristiche:  Sono interventi di area vasta. Per poter incidere positivamente in molti processi produttivi, non è sufficiente intervenire a scala aziendale, ma occorre implementare un approccio territoriale volto alla gestione collettiva del territorio, tramite il coinvolgimento diretto degli imprenditori agricoli. 10


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 Perseguono un obiettivo comune. Tale metodo risulta necessario al fine del miglioramento della gestione del territorio nel suo complesso, attraverso la condivisione e l’attuazione, ad esempio, di sistemi di gestione del reticolo idrografico; di tecniche di riduzione della quantità di sostanze utilizzate e disperse nel suolo e nell’acqua; della pianificazione colturale in base alle condizioni pedoclimatiche unitamente a metodi di lavorazione e di coltivazione più sostenibili.  Si basano su un approccio partecipativo. Ovvero è basato su una strategia bottom-up che vede il coinvolgimento degli attori del territorio (in primis gli agricoltori) nello sviluppo e nella gestione condivisa di un progetto di cooperazione con finalità agroambientali. Questo approccio mira a stimolare più interesse e motivazione sulle questioni agro-ambientali da parte degli agricoltori, attraverso la collaborazione in rete di più soggetti interessati. Gli elementi principali di un Accordo d’Area sono:  Il soggetto promotore. Sono i soggetti richiedenti e possono essere Comuni, Associazioni di Comuni, Associazioni di agricoltori escluse le OP, Enti gestori delle Aree Protette.  I soggetti partecipanti. Sono tutti i soggetti che hanno sottoscritto un contratto per l’adesione all’AAA.  Il Progetto d’Area. Delimitazione e descrizione dell’Area d’intervento, obiettivi e benefici ambientali previsti, misure del PSR attivabili coerentemente con gli obiettivi del progetto. 11


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IL RUOLO DELL’AGRICOLTURA NELLA MITIGAZIONE DEI CAMBIAMENTI CLIMATI L’agricoltura è la prima vittima degli effetti dei cambiamenti climatici, sia per le variazioni di temperature, che produrranno condizioni climatiche proibitive per molte coltivazioni, soprattutto nell’Europa mediterranea, sia per la modifica del regime delle precipitazioni, che colpirà in modo particolare il bacino del Mediterraneo. Già oggi grandi estensioni della Penisola Iberica e dell’Italia centromeridionale e insulare sono classificate a forte rischio di desertificazione. Allo stesso tempo, la maggiore energia dei fenomeni atmosferici si presenta con una maggior frequenza e intensità di eventi estremi e forti anomalie stagionali. L’agricoltura è in parte anche responsabile della crescita dei gas climalteranti. Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), del Ministero dell‘Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, le emissioni derivanti dal settore agricolo costituiscono il 7% delle emissioni di gas serra totali, corrispondenti a circa 30 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. L'agricoltura, infatti, determina emissioni di gas climalteranti in atmosfera, prevalentemente imputabili alla produzione di metano (CH4), protossido di azoto (N2O) e, in misura minore, anidride carbonica (CO2). Le principali categorie e fonti emissive sono rappresentate da:  fermentazioni a livello ruminale, (emissioni di CH4); 12


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 gestione delle deiezioni in tutte le fasi, dal momento dell'escrezione nel ricovero alla distribuzione in campo (emissione di CH4 e N2O);  suoli agricoli, attraverso i processi di nitrificazione e denitrificazione (emissione di N2O);  coltivazione delle risaie (emissioni di CH4);  combustione dei residui agricoli (emissione di CO2). Nel dettaglio, l'ISPRA rileva che circa l'80% delle emissioni di gas serra derivano dagli allevamenti, in particolare dalle categorie di bestiame bovino (quasi il 70%) e suino (più del 10%), mentre il 10% proviene dall'utilizzo dei fertilizzanti sintetici.

Ma l’Agricoltura può contribuire contemporaneamente alla riduzione della presenza di questi gas in atmosfera. Pratiche agricole in grado di ridurre in modo significativo le emissioni di gas serra e/o aumentarne la capacità di 13


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assorbimento degli stessi, sono da ricercare nell’ambito delle lavorazioni meccaniche del terreno. È infatti possibile ridurre in modo significativo le emissioni di gas serra lavorando il terreno meno frequentemente e più superficialmente, facendo quindi ricorso, quando possibile, alla lavorazione minima del terreno o alla semina su sodo. Anche il ricorso ad avvicendamenti più diversificati e indirizzati a mantenere il più a lungo possibile un’adeguata copertura vegetale del terreno (utilizzando anche colture da sovescio) contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra dai sistemi agricoli. In questo contesto risulta ad esempio molto utile l’inerbimento dei frutteti. Per ridurre le emissioni si è dimostrato determinante anche razionalizzare l’utilizzo di concimi, ponderando con cura le quantità da distribuire e i tipi di concime da utilizzare. Nel settore zootecnico la riduzione delle emissioni di gas serra (principalmente metano e protossido di azoto), può avvenire attraverso una corretta scelta delle strategie di alimentazione degli animali e un’attenta gestione dei reflui. Nell’ambito dell’alimentazione, la scelta di alimenti ad elevata digeribilità, la loro ottimale combinazione nella razione sono già sufficienti a ridurre sensibilmente le emissioni dirette di metano. Un effetto analogo può essere ottenuto attraverso il miglioramento della qualità dei foraggi per mezzo di un attento processo di fienagione e insilamento. Anche un’appropriata gestione dei reflui può migliorare il bilancio dei gas serra di un allevamento; si tratta di operare in modo da ridurre la concentrazione di azoto nelle deiezioni, sia migliorando la digeribilità delle diete, sia effettuando un corretto compostaggio dei reflui e promuovendo la tecnica di 14


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separazione solido-liquido. Oltre all’adozione di tecniche specifiche, la riduzione delle emissioni di gas serra dal settore agricolo può avvenire in modo determinante attraverso l’introduzione, nelle aziende agricole, di “sistemi di produzione” che di per sé prevedono l’applicazione combinata di più tecniche in grado di ridurre le emissioni di gas serra. Tra questi sistemi di produzione, l’Agricoltura biologica è considerata uno dei migliori grazie alla sostanziale riduzione delle emissioni indirette, cioè quelle legate all’impiego di mezzi tecnici. LE STRATEGIE DEL NEW GREEN DEAL EUROPEO PER LA TUTELA AMBIENTALE L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030. Il tema dell’agricoltura sostenibile viene affrontato in particolare nell’obiettivo 2, al punto 2.4 «Entro il 2030, garantire sistemi di produzione alimentare sostenibili e implementare pratiche agricole resilienti che aumentino la produttività e la produzione, che aiutino a 15


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proteggere gli ecosistemi, che rafforzino la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, a condizioni meteorologiche estreme, siccità, inondazioni e altri disastri e che migliorino progressivamente la qualità del suolo». Il Green Deal è parte integrante della strategia della Commissione Europea per l’attuazione dell'Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. L’obiettivo sarà realizzato trasformando le problematiche climatiche e le sfide ambientali in opportunità in tutti i settori produttivi. Il Green Deal europeo interessa tutti i settori dell'economia: i trasporti, l'energia, l'agricoltura, l'edilizia e settori industriali quali l'acciaio, il cemento, le ICT, i prodotti tessili e le sostanze chimiche. Così come tutti gli altri settori, l’agricoltura sarà influenzata dal nuovo orientamento verde dell’Unione europea. La produzione alimentare provoca, infatti, un notevole inquinamento dell’atmosfera, dell’acqua e del suolo, contribuisce alla perdita di biodiversità e ai cambiamenti climatici e consuma quantità eccessive di risorse naturali, mentre una parte importante degli alimenti viene sprecata. Per questo, secondo le intenzioni della Commissione, la produzione di cibo è uno degli aspetti dove concentrare le risorse per perseguire la direzione della sostenibilità ambientale. Nella tabella di marcia del Green Deal Europeo sono previste una serie di azioni, due delle quali interessano più direttamente il settore agricolo, e si riferiscono a:  Strategia “Dal produttore al consumatore” (Farm to Fork) ;  Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 . 16


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Strategia Farm to Fork La strategia “Dal produttore al consumatore” mira a stimolare un consumo alimentare sostenibile e promuovere alimenti sani a prezzi accessibili per tutti. Per raggiungere un tale obiettivo saranno necessari piani strategici per l’agricoltura, che dovrebbero portare all'uso di pratiche sostenibili, quali l'agricoltura di precisione, l'agricoltura biologica, l'agroecologia, l'agro-silvicoltura, nonché a norme più rigorose in materia di benessere degli animali. In sintesi, la strategia “A Farm to Fork” porterà a migliorare il reddito degli agricoltori e ad aumentare la sostenibilità della produzione agricola. Ciò implica un grande cambiamento e una serie di azioni da mettere in atto, per:  ridurre la dipendenza da agrofarmaci e antimicrobici;  ridurre il ricorso eccessivo ai fertilizzanti;  potenziare l’agricoltura biologica;  migliorare il benessere degli animali;  invertire la perdita di biodiversità. Strategia dell’UE sulla biodiversità La Strategia per la biodiversità procederà di pari passo con la nuova strategia Farm to fork e con la nuova Pac, partendo da una premessa: gli agricoltori svolgono un ruolo essenziale nel preservare la biodiversità. Il tema della erosione della biodiversità chiama in causa il settore agricolo, con particolare riferimento all’utilizzo dei pesticidi e fertilizzanti, alla estrema 17


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semplificazione degli ecosistemi agricoli e alla eliminazione delle infrastrutture ecologiche. Le principali cause della perdita di biodiversità sono da imputare ai cambiamenti dell'uso del suolo, allo sfruttamento eccessivo delle risorse, ai cambiamenti climatici, all’inquinamento di specie esotiche invasive che stanno compromettendo una parte significativa dell'ambiente naturale. La biodiversità non è solo un problema ambientale, ma anche e soprattutto un tema economico. Gli investimenti nel capitale naturale, ad esempio nel ripristino di habitat ricchi di carbonio e nell'agricoltura rispettosa del clima, sono considerati vantaggiosi per il loro impatto economico. La Strategia europea sulla biodiversità propone di lavorare di concerto con gli agricoltori per sostenere e incentivare la transizione verso pratiche completamente sostenibili. Il miglioramento delle condizioni e della diversità degli agroecosistemi renderà il settore più resiliente ai cambiamenti climatici, ai rischi ambientali e alle crisi socioeconomiche, creando nel contempo nuovi posti di lavoro, ad esempio nell'agricoltura biologica, nel turismo rurale o in attività ricreative. In altre parole, la biodiversità è un impegno per gli agricoltori, ma è anche un’occasione di reddito. Per questo la Strategia della biodiversità entrerà nella nuova Pac, con maggiori impegni per gli agricoltori, ma anche tramite una maggiore remunerazione dei loro servizi ambientali. 18


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OBIETTIVI DELLE FUTURE POLITICHE DI SVILUPPO RURALE IN DIFESA DELL’AMBIENTE Il periodo di programmazione della nuova PAC Inizialmente, come previsto dalla proposta della Commissione europea, il periodo transitorio, necessario per gestire al meglio la transizione tra la vecchia e nuova PAC post-2020, doveva interessare un solo anno (il 2021), ma il 30 giugno 2020 Commissione, Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo che proroga l'applicazione delle attuali regole fino al 31 dicembre 2022. Pertanto, il periodo di transizione sarà di due anni, dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2022 e la nuova PAC entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023. Anche per i PSR, secondo pilastro della PAC, le nuove regole avranno inizio a partire dal 2023. Sviluppo rurale e Green Deal Lo sviluppo rurale nella futura programmazione subirà importanti rivisitazioni. L’intera Politica Agricola Comune, quindi anche i Piani di Sviluppo Rurale, dovrà adottare un modello basato sui risultati e non più sulla conformità a dettagliate regole. Tre sono gli obiettivi generali che devono guidare le politiche di sviluppo rurale per la prossima programmazione: 1. la promozione di un settore agricolo intelligente, resiliente e diversificato che garantisca la sicurezza alimentare; 2. il rafforzamento della protezione ambientale e l'azione per il clima che contribuisce agli obiettivi ambientali e climatici dell'Ue; 19


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3. il rafforzamento del tessuto socioeconomico delle zone rurali. Attraverso il Green deal, con particolare riferimento alle strategie “Farm to fork” e “Biodiversità”, la Commissione ha richiesto agli Stati membri di combinare gli ambiziosi obiettivi ambientali con la futura Pac. Un percorso che deve senz’altro puntare a valorizzare il ruolo delle aziende agricole nella produzione di esternalità positive per l’ambiente, garantendo anche una adeguata compensazione. Il compito di combinare gli obiettivi del Green deal nella futura Pac sarà affidato a quattro strumenti: 1. l’eco-schema, ovvero il nuovo pagamento ambientale (facoltativo per gli agricoltori ma obbligatorio per gli Stati membri) che intende incoraggiare gli agricoltori ad adottare o mantenere pratiche in linea con l'ambiente e il clima; 2. la nuova condizionalità rafforzata, che prevede obblighi più impegnativi rispetto al passato che gli agricoltori dovranno rispettare per beneficiare dei pagamenti diretti e delle misure a superficie dello sviluppo rurale; 3. il sostegno allo sviluppo rurale, che continuerà a offrire un'ampia gamma di strumenti utili per l'ambiente e il clima. Esso includerà sia i pagamenti agroambientali che l’agricoltura biologica; 4. i servizi di consulenza in agricoltura, che assumeranno un ruolo sempre più importante quali strumenti di supporto per gli agricoltori anche al fine di favorire l’integrazione tra la gestione aziendale e quella territoriale, supportando la transizione ecologica e tecnologica delle aziende agricole europee. 20


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L’AGRICOLTURA E IL NEXT GENERATION EU Il Next Generation Eu, noto anche come Recovery Fund, è lo strumento temporaneo pensato e concordato dalla Commissione europea, il Parlamento europeo e i leader dell'UE per contribuire a riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia di coronavirus. Un piano di ripresa che aiuterà l'UE ad uscire dalla crisi e getterà le basi per una Europa più ecologica, digitale e resiliente, in altre parole più moderna e sostenibile. Il bilancio a lungo termine dell'UE (Quadro Finanziario Pluriennale- Qfp), unito a Next Generation EU (Ngeu), con cui verranno stanziati un totale di 1.800 miliardi di euro, costituirà il più ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato dall'UE per ricostruire l'Europa dopo la pandemia di COVID19. A livello europeo, in particolare, per i Programmi di sviluppo rurale regionali e nazionali è previsto un importo complessivo pari a 3,92 miliardi di euro per le due annualità 2021 e 2022. Di questi, 1,92 miliardi potranno essere allocati nel 2021 e 2 miliardi nel 2022, a cui si sommano la quota di cofinanziamento nazionale. Nell’ipotesi di cofinanziamento nazionale del 50% le risorse complessive raddoppierebbero a quasi 8 miliardi di euro per lo sviluppo rurale nelle due annualità. Per l’Italia, il budget Next Generation Eu destinato allo Sviluppo rurale è pari a 925,1 milioni di euro, per le due annualità 2021 e 2022, con la possibilità di aggiungere il cofinanziamento nazionale (è prevista anche l’ipotesi di contribuzione Ue al 100% di queste risorse che escluderebbe la quota di cofinanziamento). Le risorse per lo sviluppo rurale del 21


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Qfp ammontano invece a 2,99 miliardi, a cui si aggiunge la quota di cofinanziamento nazionale pari al 50%, che consente di raddoppiare tale disponibilità. Nello specifico delle risorse Ngeu destinate allo sviluppo rurale, descritte in precedenza, sono previste alcune novità. La prima riguarda i giovani agricoltori, con l’innalzamento fino a 100mila euro del contributo che può essere concesso per l’insediamento in agricoltura (rispetto agli attuali 70mila euro massimo). La seconda riguarda i tassi di cofinanziamento, con la percentuale di contributo sulle Misure a investimento innalzata sino al 75% dei costi ammissibili. Tali risorse aggiuntive Ngeu per lo allocate: almeno il 37% dei sviluppo rurale dovranno essere allocate fondi disponibili per la ripresa dovrà essere destinato ad azioni legate all’ambiente e al clima, mentre il 55% dovrà sostenere le start-up di imprese dei giovani agricoltori e gli investimenti in aziende che contribuiscono a una ripresa economica resiliente, sostenibile e digitale, in linea con il Green Deal europeo. Uso delle risorse del Next Generation Eu Il Parlamento propone che gli Stati membri possano emendare i Piani di sviluppo rurale per gli anni 2021 e 2022, utilizzando circa 2.4 miliardi di euro per il 2021 e circa 5.6 miliardi nel 2022. Come detto precedentemente, il 37% delle risorse saranno destinate a misure agro-ambientali. In particolare:  Agricoltura biologica ;  Mitigazione e adattamento al cambiamento climatico ;  Conservazione del suolo ;  Miglioramento dell’uso della gestione dell’acqua ; 22


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Miglioramento della biodiversità ; Riduzione dell’impatto dell’uso di pesticidi e di antimicrobici ;  Salute e Benessere animale ;  Programma Leader, attività di cooperazione . Il 55% dei fondi dovrà essere utilizzato per il supporto al primo insediamento dei giovani agricoltori e ad investimenti per promuovere la resilienza delle aree rurali, sostenere l’economia digitale e gli obiettivi agro-climatico-ambientali. In particolare:  Innovazione e smart farming, digitalizzazione e modernizzazione della produzione dei macchinari e delle attrezzature ;  Condizioni sicure di lavoro ;  Mercati locali e filiera corta ;  Energie rinnovabili, economia circolare e bio-economia ;  Accesso ad un alto livello di tecnologie nell’ambito dell’informazione e della comunicazione nelle aree rurali. Il 17 dicembre 2020 è stata raggiunta l'ultima tappa dell'adozione del prossimo bilancio a lungo termine dell'UE.  

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